N.L. Marzo 2016

Transcript

N.L. Marzo 2016
A NNO 8,
NUMERO
3
MARZO 2016
Intraprendere
Vita, morte e miracoli di una PMI
È “donna” il valore aggiunto in Azienda
(di Rocco Trisolini)
Essere lavoratrice, madre e moglie è già
un‘impresa, riuscire ad
esserlo oggi all‘interno
di un‘azienda italiana
pare sia una doppia
impresa. La divisione
tra lavoro e famiglia,
con le relative difficoltà
di far convivere i due
ruoli, costringe spesso
tante donne, capaci e
appassionate lavoratrici, a lasciare il posto di
lavoro per badare alla
famiglia, come riportato
anche da un sondaggio
Cnel, che indica proprio
questa come motivazio-
ne addotta dalle donne
nel 40% dei casi di abbandono del posto di
lavoro, contro il solo
3% dei padri che fa la
stessa scelta. E le cause principali della scelta
sono da ricercare prima
di tutto nella carenza di
servizi. Il sistema italiano ―non fornisce servizi
alla famiglia, di conseguenza le donne non
entrano nel mercato del
lavoro o ne escono dopo il 1° figlio o per assistere parenti anziani‖.
Eppure la maggiore
partecipazione
delle
donne alla vita produttiva di un‘impresa è
senz‘altro diventata una
risorsa
fondamentale
per contribuire allo sviluppo economico di un
Paese. Tanto più quando le donne riescono ad
esprimere la propria
creatività e professionalità ai vertici
di
un‘impresa. Un‘indagine condotta dal Cerved
Group e Manager Italia testimonia come la
maggiore presenza di
donne tra i lavoratori
sia sinonimo di crescita
per le imprese italiane:
su un campione di 28
mila aziende che hanno
una maggiore presenza
femminile nei processi
decisionali, si è evidenziata una crescita delle
perfomance aziendali,
una riduzione del rischio di default, e la
congiunta promozione
di un maggiore impiego
di risorse umane femminili, che danno nuovo
stimolo
all‘economia.
Del resto il successo di
un‘azienda è frutto di
un lavoro di squadra
che deve premiare il
merito e la capacità di
creare valore dell‘individuo, senza distinzioni di
genere. Lo capiremo ?
BUSINESS
COMUNICAZIONE
MARKETING
MANAGEMENT
In questo Numero
Quomi: rivoluzione
in cucina
Pag. 2
Facebook lancia
Canvas
Pag. 3
Car sharing in
crescita
Pag. 4
L‘Angolo Tecnico
Pag. 5
I social network
influenzano i prestiti
Pag. 6
Whole Food, un food truck nel suo flagship in Texas
(Popai.it - marzo 2016)
Per provare nuovi concetti culinari e valorizzare le collaborazioni con chef e
partner fornitori, Whole Foods Market aprirà un food truck per testare
nuovi piatti nel suo flagship store in Austin, Texas. La nuova idea partirà
a marzo sotto il nome Tartinette; tuttavia il concept, il menu e il nome
del camion saranno cambiati ogni due mesi. Whole Foods ha dichiarato
che includerà attivamente i consumatori nel processo di sviluppo, usando i
loro consigli per creare piatti che potranno essere apprezzati in tutto il paese. I visitatori possono aspettarsi la stessa alta qualità, ingredienti freschi che troveranno poi in store e un menù sempre rinnovato in
ogni stagione. Darà inoltre la possibilità di collaborare con gli chef locali e i fornitori per creare esperienze
culinarie che non troveranno in nessun altro grocery. Whole Foods ha programmato di donare il 2%
delle vendite a partner no-profit. Il primo beneficiario sarà Austion Food & Wine Alliance.
Pagina 2
Intraprendere
Quomi, la rivoluzione in cucina
(MyMarketing.net
2016)
“IL MONDO
DEL FOOD
ONLINE
CRESCE A
RTIMI
VERTIGINOSI
IN ITALIA”
Febbraio
Cambiare il modo in cui
gli italiani cucinano e
mangiano in casa: è questo l‗obiettivo di Quomi,
innovativa startup lanciata dall‗incubatore Digital Magics, che punta
a migliorare il servizio di
food delivery in Italia,
consegnando
gratuitamente, a casa o in ufficio, ingredienti italiani di
alta qualità, freschi e già
dosati per iniziare subito
a cucinare. Ogni settimana su www.quomi.it è
online un menù con 9
ricette facili e gustose,
selezionate da chef professionisti, tenendo conto
della stagionalità dei prodotti e delle specialità
regionali
della
cucina
italiana. Una volta scelte
le ricette preferite, Quomi farà la spesa per gli
utenti e la settimana
successiva recapiterà in
comode scatole gli ingredienti già dosati e le
istruzioni per cucinare.
Digital Magics sta supportando Quomi nello
sviluppo strategico, con i
propri servizi di consulenza e incubazione, in
grado di accelerare il
processo di crescita della
neoimpresa digitale. Il
lunedì mattina Quomi
acquista i prodotti freschi
direttamente dai produttori italiani, senza intermediari, nelle dosi giuste
per le ricette ad un prezzo così sostenibile e spedisce in 24 ore il box con
la spesa ordinata. La freschezza è garantita dal
contenitore isotermico e
dal
gel
refrigerante.
Quomi è molto attenta
al rispetto per l‘ambiente: gli scarti e le eccedenze di cibo sono ridotti
al minimo, la scatola si
può riciclare nella carta,
il polistirolo nella plastica
e il gel refrigerante si
può
riutilizzare
come
ghiaccio o come borsa
d‘acqua calda, semplicemente scaldandolo in
acqua
bollente.
www.quomi.it
nasce
dall‘idea di due ragazzi
trentenni, Andrea Bruno e Daniele Bruttini,
che si sono conosciuti
lavorando per Zalando e
che, quando vivevano a
Berlino, avevano l’esigenza di farsi recapitare
comodamente a casa
cibo italiano di qualità.
Andrea Bruno, Fondatore e CEO di Quomi, e
Daniele Bruttini, Fondatore e Presidente di
Quomi, hanno dichiarato: ―Abbiamo lavorato
duramente negli ultimi
mesi per il lancio della
nuova piattaforma, che
rappresenta per noi il
primo passo verso una
strategia di crescita e
consolidamento sul mercato italiano in primis e
all’estero in seguito. Vogliamo rivoluzionare il
modo in cui gli italiani si
approcciano alla spesa: il
mondo dell’e-commerce
e in particolare del food
online sta crescendo a
ritmi vertiginosi in Italia.
Le grandi opportunità
che il mercato italiano
offre ci danno le motivazioni per continuare a
credere e a sviluppare
nel migliore dei modi il
nostro progetto. All’estero l’abitudine di comprare cibo online è ormai
esplosa e crediamo che
l’Italia seguirà lo stesso
percorso. Tutti i numeri
lo dimostrano”. Antonello Carlucci, Partner di
Digital Magics, dichiara: ―Siamo profondamente convinti del grande potenziale del Made
in Italy e nello specifico
del food di qualità. Siamo peraltro consapevoli
della continua necessità
di innovazione che viene
richiesta dalle aziende
del settore, ma anche dai
consumatori, sempre più
abituati a nuove esperienze di acquisto e fruizione di cibo. Per questo
motivo abbiamo riconosciuto in Quomi e nel
suo team il giusto mix di
innovazione e skill imprenditoriali capace di
creare ‘disruption’ nella
filiera tradizionale. Collaboreremo con il team per
accelerare il percorso di
crescita e rendere Quomi il player di riferimento nel settore‖. Il food
innovation è uno dei
nuovi grandi trend a livello globale. Secondo
un‘analisi di AgFounder
su dati CrunchBase, il
2015 è stato un anno
record a livello di investimenti per quanto riguarda aziende e startup
agtech – la tecnologia
applicata all‘agroalimentare – con 4,6 miliardi di
Dollari investiti (circa
+100%
rispetto
al
2014).
Il
Food
eCommerce (anche il delivery) ha raccolto il 35%
di questi investimenti con
1,65 miliardi. Nell’ambito
del food delivery si stima
che il mercato globale
del takeaway e della consegna a domicilio raggiungerà i 90 miliardi di
$ nel 2019 (fonti: BCG,
Callcredit, Daedal, Euromonitor, IRC, MarketLine, Wells Fargo). In Italia il fatturato dell‘ecommerce nel 2013 era
di 22,3 miliardi di Euro,
con l‘1,20% rappresentato dall‘alimentare. Nel
2014 il food&beverage
online vale oltre 200 milioni di Euro, in crescita
del 30% (Fonte: Casaleggio & Associati, 2014).
(…)
Pagina 3
Intraprendere
Facebook lancia Canvas
La maggior parte del
tempo che le persone
trascorrono
online
è
spesso su mobile, e su
poche applicazioni tra cui
facebook. Pertanto, per
gli inserzionisti risulta
importante
raccontare
storie
convincenti
di
brand e prodotti su mobile in modo da renderle
piacevoli per le persone
ed efficaci per il business. Facebook a sua
volta si impegna costantemente
a
migliorare
l‘esperienza mobile dei
suoi utenti mettendo a
disposizione delle aziende (inserzionisti) nuovi
formati pubblicitari specificatamente progettati
per gli
smartphone,
capaci di coinvolgere il
pubblico, evitando che si
esca
dall‘applicazione.
Per esempio l‘ultimo nato
è CANVAS. Con Canvas
gli inserzionisti possono
realizzare annunci pubblicitari usando un mix
di video, immagini, testi
e call to action per costruire efficaci e innovative esperienze su mobile.
Si tratta di un vero e
proprio spazio totalmente
personalizzabile disponibile a livello internazio-
nale attraverso la piattaforma
selfservice
di
Facebook.
Il nuovo formato si presenta agli occhi degli utenti
come una sorta di mini sito
navigabile,
all‘interno del
quale è possibile trovare
elementi interattivi come
animazioni,
caroselli,
cataloghi di prodotti, con
u n a
v e l o c i t à
di caricamento eccellente
che garantisce una fruizione rapida e un‘esperienza
da
mobile
―immersiva‖ e a tutto
schermo. Una delle prime aziende che ha sperimento Canvas è la celebre catena statunitense
di fast food Wendy’s che
ha
dato
vita
ad
una
campagna
molto
divertente. Protagonista
dell‘annuncio un cheesburger, che scomposto
in vari strati mostra come viene realizzato il
prodotto. Punto di forza
dell‘idea
creativa
è l‘interattività: gli utenti vengono invitati a
Cristina TINELLI
scorrere tra foto e video
per ricomporre ingrediente per ingrediente e
strato per strato il panino. Come già anticipato,
il motivo principale è
quello
di
permettere
all‘utente di vivere un‘esperienza interattiva senza dover uscire dal canale. Infatti, rispetto ad
una
classica
pagina
web, i contenuti si caricano molto più velocemente (circa 10 volte di
più) ed il formato è decisamente più accattivante
rispetto ad altri tipi di
adv. Se a questo aggiungiamo che è stato creato
pensandolo 100% mobile, possiamo facilmente
capire che per l‘utente
l‘esperienza ―visual‖ di
alta qualità è garantita.
Ikea ha creato il primo "sito web" su Instagram
(Ninja Marketing - Marzo 2016)
IKEA Russia ha lanciato
su Instagram quello che
ha tutte le carte in regola
per essere definito un
sito web (più pagine,
contenuti
multimediali,
collegamenti ipertestuali), e l‘ha fatto utilizzando
la griglia di visualizzazione delle app, un grande
numero di account e la
funzione di tag delle foto. Il profilo in questione
quello principale, per lo
meno è ikea_ps_2014
e tramite questo si ha
accesso ad un vero e
proprio catalogo interattivo della collezione 2014
IKEA PS. Il principio,
sebbene abbia comportato un impegno cospicuo e
l‘apertura di un grosso
numero di account, in
realtà è molto semplice:
attraverso i tag dei profili sulle foto si può navi-
gare all‘interno del catalogo, proprio come se
fossero dei collegamenti.
Inoltre, sempre grazie
alla funzione di tag, gli
utenti possono arricchire
il catalogo fotografando il
mobile appena acquistato
e taggando l‘account corrispondente.(…)
Chissà
se anche altri sul mercato utilizzeranno quest‘idea originalissima per
rendere un po‘ più dinamici i profili che pubblicizzano i loro prodotti!
“CON
FACEBOOK
CANAVAS
ESPERIENZA A
PIENO
SCHERMO SU
MOBILE”
Intraprendere
Pagina 4
Auto scontata per l’impiegato
(Il Sole 24 ore - gen 2016)
“L’AUTO SARA’
SEMPRE
MENO DI
PROPRIETA
Il car sharing si fa strada nelle aziende. Da una
parte ci sono operatori
come
Alphabet,
del
gruppo Bmw, che ha
lanciato da più di un anno il programma AlphaCity,
consentendo
alle imprese di noleggiare più auto per metterle
a disposizione dei dipendenti che poi possono
prenotarle, in base alle
esigenze da una piattaforma
informatica.
Dall‘altra ci sono i player
del car sharing tradizionale,
come
Car2Go,
gruppo Daim-ler, che
tra i clienti ha già 2mila
società che usano, a tariffe agevolate, le auto
sparse in giro per la città. E ora anche Enjoy,
del gruppo Eni, sta pensando di scendere in
campo. «Il car sharing
aziendale è ancora ai
suoi esordi nel nostro
paese — spiega l‘amministratore delegato di
Ca2Go Italia Gianni
Martino — Le società
hanno in genere le proprie auto, eppure stiamo
registrando una crescita
costante delle richieste,
tanto che abbiamo creato
una figura al nostro interno per gestire la clientela business nelle città
dove siamo presenti:
Milano, Roma, Torino e
Firenze». Car2Go è riuscita a conquistare gruppi bancari come Intesa
Sanpaolo, realtà come
Prelios
Immobiliare,
grandi gruppi della cosmetica come Deborah,
per fare qualche nome.
«Il Corporate car sharing a nostro parere si
svilupperà negli anni,
come già sta succedendo
in Europa — afferma
l’ad di Alphabet Andrea Cardinali — Questo, grazie alle nuove
tecnologie, che consentono già oggi alle aziende
un controllo maggiore dei
conti e una riduzione dei
costi. Inoltre rende più
democratico l‘uso dell‘auto tra i dipendenti: oggi
solo il 7 per cento in Italia hanno in uso un’auto
aziendale». L‘uso dell‘auto in condivisione, prima
ancora di piacere alle
imprese, piace agli italiani che la usano sempre
più di frequente per spostamenti in città anche
per
motivi
personali.
Tanto che oggi, dopo due
anni di attività, il car
sharing conta su mezzo
milione di iscritti che utilizzano le 3.500 auto distribuite nei principali
capoluoghi della penisola. E hanno effettuato 5
milioni e mezzo di noleggi (dati Aniasa). Oltre ai
grandi nomi dell‘automotive, sono attivi in
questo settore i Comuni.
Le formule proposte dalle
amministrazioni
però
prevedono in genere il
ritiro e la riconsegna del
veicolo in apposite aree
di sosta. L‘auto non si
può lasciare in qualunque
posteggio, come avviene
invece
con
i
veicoli
Enjoy o Car2Go. Anche
se ci sono città come
Cagliari, dove sta per
essere lanciata una formula mista. Fabio Mereu, direttore di Playcar.net, il car sharing
del
capoluogo
sardo,
spiega che per adesso
sono a disposizione dei
cittadini, nelle stazioni ad
hoc, 22 vetture. «Ma a
giugno ne arriveranno
altre 28, molte delle quali elettriche, e l‘idea —
conclude Mereu — è di
dare la possibilità di posteggiarle anche sotto
casa del cliente». Il fenomeno dell‘auto in condivisione ha convinto anche Aniasa ad aprire le
porte a operatori come
Enjoy e Car2Go.
«E
d‘altra parte, — spiega
Giuseppe
Benincasa,
segretario
generale
dell‘associazione che rappresenta le società di
autonoleggio — alcune
nostre imprese stanno
rimodellando la propria
offerta con pacchetti di
mobilità a 360 gradi che
consentono al cliente di
noleggiare a sua scelta
un‘auto per poche ore,
come nel car sharing,
per un giorno, un mese o
per quattro anni». È
quello che emerge anche
d a l
r a p p o r t o
―L‘evoluzione della mobilità degli italiani‖, realizzato dal Censis per
Aniasa, che traccia scenari fino ai prossimi
quindici anni. L‘auto resterà uno dei mezzi principali ma sarà sempre
più elettrica, interconnessa e sempre meno di
proprietà.
Pagina 5
Intraprendere
Il prestito vitalizio ipotecario
Pubblicato in G.U. il D.M.
226/2015 con cui il Mise
ha definito le modalità
attuative del prestito
vitalizio ipotecario in
vigore dal 2 marzo
2016.
Il prestito vitalizio ipotecario costituisce un finanziamento che consente ai proprietari di immobili residenziali di convertire il valore del loro immobile in denaro senza
perderne la proprietà e
senza dover rimborsare a
rate l‘importo finanziato
(salvo diverso accordo).
La sottoscrizione del finanziamento
prevede
l‘iscrizione di ipoteca di
primo grado sull‘immobile dato a garanzia. La
normativa è stata introdotta per la prima volta
nel nostro ordinamento
nel 2005 ad opera della
Legge 203/2005, e poi
rivista, con decorrenza 6
maggio 2015, dalla Legge 44/2015, ma mancando i decreti attuativi, sino
ad oggi, non ne è mai
stata possibile l‘utilizzazione. Ai sensi del comma 12 della citata Legge
possono beneficiare del
prestito vitalizio le persone fisiche:
- di età superiore a 60
anni;
- proprietarie di immobili
residenziali.
Il prestito può essere
concesso esclusivamente
da banche e intermediari
finanziari iscritti nell‘apposito Albo tenuto dalla
Banca d’Italia. Per definire l‘immobile residenziale occorre fare riferimento alla guida del Notariato del 17.02.2016
che ha individuato gli
immobili oggetto di ipoteca in quelli aventi la
destinazione urbanistica
di civile abitazione. Tut-
tavia, lo stesso notariato,
ha evidenziato che non è
chiaro se tali immobili
debbano essere destinati
a residenza principale del
proprietario richiedente
e se possano essere oggetto del prestito anche
gli immobili in corso di
costruzione e non ancora
ultimati. È acclarato che
non lo possono essere i
terreni con il solo permesso di costruire. L‘intermediario dovrà predisporre:
1.- la simulazione del
piano di ammortamento, nel quale va evidenziato per ogni anno il
capitale e gli interessi.
Tale
simulazione,
nel
caso di interesse variabile, deve essere predisposta in due versioni:
- una con applicazione
del tasso contrattuale al
momento della stipula
del prestito vitalizio ipotecario,
- l‘altra simulando al 3°
anno dalla stipula del
contratto di prestito ipotecario vitalizio uno scenario di rialzo dei tassi di
interesse non inferiore a
300 punti base rispetto
al tasso vigente al momento della stipula del
contratto. I prospetti devono avere una durata
minima pari alla differenza tra l‘età del soggetto
finanziato e 85 anni e
comunque non inferiore
a 15 anni e devono evidenziare tutti gli oneri
dovuti alla banca al momento della stipula.
2. - la documentazione
precontrattuale;
3. - il prospetto informativo da consegnare
gratuitamente al richiedente, almeno 15
giorni prima dalla stipula
del contratto, contenente
indicazioni
sull‘importo
finanziato e la % del valore di perizia dell‘immobile oltre alla indicazione
della somma che sarà
erogata al netto delle
imposte e degli oneri;
L’Angolo Tecnico
di
4. il resoconto annuale
dettagliato che riporti il
capitale
finanziato
e
quello da restituire a scadenza.
Nel caso in cui la persona
fisica decida, dopo la fase istruttoria, di non accendere il finanziamento
è fatto divieto all‘intermediario di richiedere il
versamento delle spese.
Il contratto di ipoteca
deve sempre essere accompagnato da un contratto di assicurazione
sull‘immobile che può
essere stipulato sia con
la banca che con terzi
assicuratori. Si può verificare il caso di rimborso
integrale del prestito o di
rimborso graduale dello
stesso. Il rimborso integrale del prestito in unica
soluzione può essere richiesto:
- alla morte del soggetto
finanziato,
- al trasferimento, anche
parziale, della proprietà o
di altro diritto reale o di
godimento sull‘immobile
dato in garanzia.
La mancata restituzione
del finanziamento entro
12 mesi dal verificarsi di
una delle predette cause
comporta
la
vendita
dell‘immobile da parte
del finanziatore con il
conseguente utilizzo delle somme ricavate dalla
vendita per estinguere il
credito vantato in dipendenza del finanziamento
stesso. Nel caso di decesso del finanziato, gli
eredi possono decidere di
rimborsare
il
prestito
divenendo in tal modo
proprietari dell‘immobile.
Laura PUTIGNANO
IN VIGORE
DAL 2 MARZO
2016 LE
NUOVE
MODALIT À
DEL “PRESTITO
VITALIZIO
IPOTECARIO”
È anche possibile al soggetto finanziato richiedere, al momento della stipula, il rimborso graduale della quota interessi e
delle spese. In questo
caso l‘inadempimento da
parte della persona fisica
reiterato per almeno 7
volte determina per il
finanziatore la possibilità
di invocare la risoluzione
del contratto.
I social network influenzano i prestiti
(MyMarketing.net Marzo 2016 )
Via della Resistenza 10/b
70015 - Noci (BA)
Tel.: +39 - 080 4949240
Fax: +39 - 080 4949037
E-mail: [email protected]
www.rotora.it
Intraprendere
è una newsletter edita da ROTORA e destinata ad uso unicamente interno all’impresa.
La sua fruibilità è inoltre prerogativa gratuita
ed esclusiva dei gentili Clienti di ROTORA
che hanno formulato richiesta alla sua
consultazione e/o alla sua ricezione nella
propria casella di posta elettronica, in ottemperanza al D. Lgs. n°196 del 30 giugno
2003 (Codice in materia di protezione dei
dati personali). L’eventuale inoltro a destinatari terzi è consentito, solo nella sua interezza senza alcuna modifica ed omissione,
esclusivamente da parte di soggetti da
questi autorizzati. Per tutte le informazioni
riportate nella newsletter è citata la fonte,
interna o esterna all’azienda, che ne è
direttamente responsabile. La newsletter non
può essere pubblicata su siti web e blog
senza un previo accordo con ROTORA.
Tutti i diritti sono riservati.
I big data stanno cambiando le modalità con cui le società finanziarie raccolgono informazioni per valutare il profilo di rischio dei potenziali clienti, racconta Gaia Rubera, professoressa di Marketing all’Università Bocconi, in un video della serie #BemacsTalks. Per esempio, alcune società valutano il profilo LinkedIn del potenziale cliente allo scopo di valutare quanto
velocemente questo individuo potrebbe ritrovare lavoro nel caso
in cui lo perdesse durante il periodo di vita del debito o del prestito. Altre società richiedono un accesso temporaneo al profilo
Facebook e analizzano gli amici del potenziale cliente. Guardano le foto che postano, i luoghi in cui vanno in vacanza, le case
in cui abitano, il tipo di lavoro che fanno, allo scopo di identificare se il potenziale cliente abbia degli amici facoltosi disposti a
intervenire ed eventualmente ripagare il prestito in caso di difficoltà. Ovviamente il fatto di avere amici facoltosi su Facebook
non indica che questi amici siano effettivamente disposti a intervenire per ripagare il prestito, per cui queste società stano
sviluppando degli algoritmi per cercare di capire quanto stretto
è il legame tra il cliente e l‘amico facoltoso. Per esempio, analizzano la somiglianza del linguaggio utilizzato nelle conversazioni,
quante parole usano in comune. L‘idea in questo caso è che,
quanto più simile è il linguaggio, tanto più stretto è il legame
tra il potenziale cliente e l‘amico facoltoso e, quindi, tanto maggiore la possibilità che l‘amico facoltoso sia disposto a venire in
soccorso del potenziale cliente. Questi sono soltanto alcuni degli
esempi del tipo di informazione che le società finanziarie possono raccogliere tramite big data e social network. Quali sono le
conseguenze dell‘utilizzo di tali dati? Il fenomeno è ancora molto giovane, però alcune evidenze iniziali sembrano dimostrare
che esiste un doppio beneficio: per i clienti inseriti all‘interno di
network migliori, perché riescono a ottenere tassi di interesse
più bassi; per le società finanziarie, perché in questo modo riescono a valutare meglio il profilo di rischio dei potenziali clienti.
Google, ecco la app del mobile payment
Popai.it -Marzo 2016)
I pagamenti mobili, con
lo smartphone, diventeranno sempre più evoluti e snelli.
Giunti in cassa, in alcuni
punti vendita aderenti
alla
sperimentazione
(tra le catene citate da
Google in un post ci
sono McDonald's e Papa John's), gli utenti
non dovranno far altro
che dire ad alta voce
"Pago con Google". Gli
impiegati verificheranno
l'identità della persona
tramite foto e daranno
l'ok alla transazione.
L'app, annunciata un
anno fa, è un sistema
separato da Android
Pay, la piattaforma per i
pagamenti "mobile" di
Google, e va collegata a
una carta di credito o
debito. Quello dei pagamenti con lo smartphone non è ancora un segmento significativo delle
transazioni elettroniche,
tuttavia i maggiori colossi tecnologici vi stanno scommettendo su.
Per ora a dominare il
settore è Apple Pay,
che dagli Usa si sta lentamente
espandendo
anche in altri Paesi, con
12 milioni di utenti che
fanno almeno un acquisto al mese (pari al 6%
dei possessori di iPhone). Il dato è della società di ricerca Crone
Consulting, secondo la
quale gli altri due sistemi rivali, Samsung Pay
e Android Pay seguono
con 5 milioni di utenti
l'uno.