Rassegna stampa - Comune di Anzola dell`Emilia
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Rassegna stampa - Comune di Anzola dell`Emilia
Ufficio stampa Rassegna stampa mercoledì 30 maggio 2012 Pagina 1 di 51 INDICE Il Resto del Carlino Bologna Nella notte in stazione a Crevalcore arriva il treno-dormitorio 30/05/12 Cronaca «Edifici da controllare» In città oggi niente lezioni 30/05/12 Torna la Bologna-Raticosa 30/05/12 4 6 8 Cronaca Corriere di Bologna Crevalcore nell'incubo: ci sono tremila sfollati 30/05/12 9 Cronaca Il Sole 24 Ore Il futuro che dobbiamo garantire 30/05/12 Cronaca, Economia e Lavoro, Pubblica amministrazione, Ambiente IL NUOVO SISMA NEL MODENESE: SEDICI MORTI, CADONO FABBRICHE 30/05/12 Cronaca, Economia e Lavoro, Pubblica amministrazione, Ambiente Resurrezione e speranza di un popolo 30/05/12 Cronaca, Economia e Lavoro, Pubblica amministrazione, Ambiente Ce la faranno, ce la faremo 30/05/12 Cronaca, Economia e Lavoro, Pubblica amministrazione, Ambiente A Medolla si sgretola l’alimentare 30/05/12 Cronaca, Economia e Lavoro, Pubblica amministrazione, Ambiente CAVEZZO, PIEGATA LA MECCANICA 30/05/12 Cronaca, Economia e Lavoro, Pubblica amministrazione, Ambiente CARPI, IL TESSILE HA CHIUSO I CANCELLI 30/05/12 Cronaca, Economia e Lavoro, Pubblica amministrazione, Ambiente UN COLPO AL CUORE DEL RINASCIMENTO 30/05/12 Cronaca, Pubblica amministrazione, Ambiente PANICO IN TUTTO IL NORD, EVACUATE LE SCUOLE 30/05/12 Cronaca, Pubblica amministrazione, Ambiente Monti:«Impegno subito» Ipotesi aumento della benzina 30/05/12 Cronaca, Economia e Lavoro, Pubblica amministrazione, Ambiente Imposta agevolata per coltivatori e società agricole 30/05/12 Pubblica amministrazione Il Parlamento boccia l’Imu statale 30/05/12 Infrastrutture, viabilità, trasporti, Pubblica amministrazione MIRANDOLA, BIOMEDICALE RASO AL SUOLO 30/05/12 Cronaca, Economia e Lavoro, Pubblica amministrazione, Ambiente FINALE EMILIA, CROLLA LA CERAMICA 30/05/12 Cronaca, Economia e Lavoro, Pubblica amministrazione, Ambiente «CAPANNONI NON DI CARTA VELINA» 30/05/12 Cronaca, Economia e Lavoro, Pubblica amministrazione, Ambiente Allarme Enea: in pericolo 3,5 milioni di abitazioni 30/05/12 Cronaca, Economia e Lavoro, Pubblica amministrazione, Ambiente Documentazione antimafia obbligatoria per i sindaci 30/05/12 15 16 19 20 22 25 27 28 31 Pubblica amministrazione CDP RAFFORZA IL SOCIAL HOUSING 30/05/12 13 30 Pubblica amministrazione Debiti Pa, regioni del Sud salve 30/05/12 11 29 Pubblica amministrazione PER IL PATTO EFFETTO DOMINO NEL 2013 30/05/12 10 Pubblica amministrazione Italia Oggi Pagina 2 di 51 32 33 36 38 40 41 Pagamenti pa, tagliare i tempi da benefici per 5 mld 30/05/12 Pubblica amministrazione Un tagliando per il federalismo 30/05/12 43 Pubblica amministrazione Tributi locali, sanzioni al futuro 30/05/12 44 Pubblica amministrazione Dipendenti pubblici, codice etico 30/05/12 45 Pubblica amministrazione Sisma, tasse rinviate a dicembre 30/05/12 46 Pubblica amministrazione Il sindaco Pedrini agli 8.101 colleghi: serve un commissario ad acta per l'Imu 30/05/12 Pubblica amministrazione La terra trema, Italia in ginocchio 30/05/12 Cronaca, Pubblica amministrazione, Ambiente Premio per il riuso 30/05/12 Infrastrutture, viabilità, trasporti, Pubblica amministrazione Il bluff del rimborso debiti alla Pa 30/05/12 Pubblica amministrazione, Sanità, sociale e servizi per l'infanzia Puniti dal 2014 i mini-enti che sforano il Patto 30/05/12 42 47 48 49 50 51 Pubblica amministrazione Pagina 3 di 51 press LITE 30/05/2012 il Resto del Carlino Bologna Nella notte in stazione a Crevalcore a va il Convoglio con 360 cuccette e tendopoli. Procedure rallentate dal filtro dei controlli Quasi tremila hanno dormito fitori di PER LUIGI TROMBET[A ARRIVANO lentamente, verso mezzanotte, alla spicciolata. Ad aspettare i primi sfollati, alla stazione di Crevalcore, il treno con le cuccette arrivato da Roma che può ospitare fino a 360 persone. Un piccolo ufficio è stato allestito all'interno dei locali della stazione dove la gente ritira un pass per poter salire sul convoglio. Il treno è presidiato dalla Polfer che vigila atte noi mente. E sempre verso mezzanotte sono arrivati, a bordo di alcuni camion, i militari che hanno iniziato ad allestire una tendopoli nei pressi della palestra (che ospita già circa 400 persone) per circa 1500 posti. Gli sfollati sono circa tremila, molti dei quali abitavano nel centro storico completamente chiuso e inagibile, presidiato in ogni suo varco da polizia e carabinieri. Il Comune di Sant'Agata e quello di Persiceto hanno aperto le palestre mentre quello di Anzola ha messo a disposizione un padiglione della Pro Loco. Ma moltissima us, PAURA L'assessore «Sembrava di stare sotto .e bombe Piovevano caLcinacci» gente ha scelto di dormire in macchina o accampata negli spazi verdi del comune. Anche le tende e i camper spuntano ormai come i funghi. VERSO le 10 di ieri mattina il prefetto Angelo Tranfaglia era già in paese, visitando meticolosamente il centro storico, il polo sanitario B'arberini dove era ricoverata una quindicina di persone, e la palestra attrezzata per gli sfollati. Con lui, il questore Vincenzo Stingone, il colonnello Alfonso Manzo e il generale Vittorio Tomasone. Sin dai primi momenti successivi alle scosse di ieri mattina, l'Usi ha predisposto un piano per sostenere i servizi sanitari delle zone maggiormente colpite. Tra le 9 e le 17, gli interventi complessivi del 118 sono stati 345. Di questi, 18 a San Giovanni in Persiceto, 1 l a Bentiv oglio. Un gruppo di psichiatri, neuropsichiatri infiintili, psicologi, infermieri, educatori e logopedisti è stato presente per tutta la giornata a Crevalcore, in prossimità del punto di primo soccorso, per fornire assistenza alla popolazione. Alcuni operatori, le cui abitazioni sono state particolarmente colpite dal sisma, hanno trascorso la notte sul posto di lavoro così da assicurare la piena continuità dei servizi. Una serie di strutture dell'Ausl sono state temporaneamente chiuse, in via precauzionale, come la Rsa i cui ospiti sono stati trasferiti a Bologna, al 'Parco del Navile', Il Poliambulatorio Barberini (ex ospedale), il Centro dialisi e il Centro diurno per disabili sono stati chiusi sino a tutta la giornata di domani, in attesa di verifiche. Inagibile anche la sede della guardia medica, trasferita a San Giovanni in Persiceto. Il ponte ferroviario della Bologniita è stato chiuso mentre quello per Camposanto è tuttora funzionante, La situazione attuale è di danni nel centro cittadino, segnalata la caduta di calcinacci e corni- treno-do 'tori() cio n i, fortunatamente nessun tè. rito. Il castello in località Ronchi ha subito ulteriori crolli come la chiesa di Caselle, LA R1COGNMONE ieri mattina prefetto, questore e vertici detresercito hanno controllato tutto it centro «E' STATO davvero un miracolo — racconta l'assessore Marco Martelli perché alle 9, quando si è verificata la prima scossa, il corso principale era affollato di persone. Ad un certo momento sembrava di essere sotto un bombardamento, piovevano calcinacci e mattoni, ovunque il selciato sotto i piedi tremava a pii non posso, vedevo i palazzi sussultare. Ho visto un comignolo precipitare su un tendone di un bar con sotto della gente per poi rimbalzare sulla strada. Una bruttissima esperienza. Ma per fortuna nessuno è rimasto ferito in modo serio». «Spero ha aggiunto il sindaco Claudio Broglia che non ci lascino da soli, La stima dei danni alla luce di quanto successo è notevolmente aumentata ho il centro storico inagibile, diventato zona rossa. Ci stiamo organizzando per gestire al meglio gli sfollati e finora le cose sono filate lisce. Ora siamo di fronte a una nuova emergenza che ci apprestiamo ad affrontare. Vedremo nelle prossime ore come evolverà la situazione». prefetto Angelo Tranfaglìat Crevalcore Pagina 5 il frenkruennkorìo Pagina 4 di 51 il Resto del Carlino press LITE Bologna 30/05/2012 N ZIN ks, , ,a task force permanente per i soccorsi «PER CORTESIA non state là sotto, venite da questa parte». Il monumentale lampadario di cristallo nell'uffido del prefetto Angelo Tranfaglia oscilla paurosamente, al piano nobile di Palazzo Caprara. Mentre gli impiegati di piazza Roosevelt sciamano fuori., Tranfaglia e i suoi pin stretti collaboratori continuano a smistare carte e telefonate. Sono quasi le 13. Il prefetto è appena tornato da una visita a Crevalcore e Pieve di Cento, dove si sono recati anche il questore Vincenzo Stingone e il colonnello dei carabinieri Alfonso Manzo, quando una nuova onda sismica fa vacillare Bologna. IN UN MOMENTO come questo, anche Tran-taglia abbandona la giacca e l'abbigliamento 'istituzionale' imposti dal suo ruolo e lavora in maniche di camicia. L'immagine di Crevalcore, il 'paese fantasma', è ín cima ai suoi pensieri. «E una giornata molto brutta per l'Emilia-Romagna — dice ai cronisti e anche per Bologna, pur se in misura assai inferiore rispetto alle province limitrofè». DAL MATTINO, è riunito in permanenza in Prefettura il Centro coordinamento soccorsi, un organismo in cui siedono tutte- le forze di polizia, i vigili del fuoco e i rappresentanti degli enti locali, «Si registra un aggravamento dei danni dovuti alla scossa del 20 maggio — aggiunge —. Non ci risultano particolari situazioni di criticità e di disagio per le persone, tranne che per Pieve di Cento e Crevalcore, dove tutto il centro storico è inagibile per decisione dei vigili del fuoco, che insieme a personale del Comune e carabinieri hanno evacuato praticamente tutti, verificando che nessuno sia rimasto nella zona rossa». 11 primo passo consiste «nell'occuparsi degli almeno 2.000 evacuati». E ancora presto per fare un bilancio dei danni, «1 CONTI andranno fatti alla fine delle verifiche — aggiunge Tranfaglia mentre il lampadario continua a muoversi e il cellulare a squillare —, che temo daranno un quadro pesante dal punto di vista abitativo. Allo stato non ho notizie di feriti e ho l'impressione che andrà rimessa in campo una verifica di tutte le scuole». Un ringraziamento particolare lo rivolge ai vigili del fuoco, «per il lavoro straordinario che stanno facendo». Un lavoro immane che è appena iniziato. Enrico Barbetti Pagina 5 frenkraTniu ■rì■■ :Z:11 4. Pagina 5 di 51 il Resto del Carlino press LITE Bologna 30/05/2012 ci da controllare» In città oggi niente lezioni E gli studenti di Matematica si laureano in giardino di EMANUELA ASTOLFI SCUOLE chiuse oggi sotto le Due Torri. Lo ha deciso, in via precauzionale, il sindaco V irginio Merola per completare le verifiche di staticità degli edifici. Dopo i sopralluoghi disposti dalla Provincia, al Copernico sono state chiuse quattro aule e interdetti alcuni passaggi esterni del Sabin. Oggi niente scuola anche nei comuni di Sala Bolognese, San Lazzaro, Crevalcore, Caste] Maggiore, San Giovanni in Pesiceto e Pieve di Cento. Mentre le lezioni si svolgeranno regolarmente a Molinella, tranne all'istituto Fioravanti dove sono ancora in corso delle verifiche, Budrio, Casalecchio e Granarolo. «Abbiamo fatto tutte le verifiche necessarie— spiega Lorena Lambertini, sindaco di Granarolo Le scuole sono a posto e le lezioni sono riprese regolarmente già oggi (ieri; ndr) intorno alle 10.30». Anche l'università oggi resterà chiusa in via precauzionale: nelle sedi bolognesi sono sospese tutte le attività didattiche, scientifiche e amministrative. 'Tutto regolare, invece, in Romagna. IERI il rettore ivano Dionigi ha scritto ai ministri dell'Istruzione e della Funzione pubblica per chidere di concedere ai dipendenti che vivono nelle aree interessate dal sisma la possibilità di poter usufruire di giorni di permesso, legati a cause eccezionali, che non incidano sulle ferie. Dionigi sta valutando anche l'opportunità di poter esonerare dal pagamento delle tasse gli studenti che hanno perso la casa in seguito al terremoto. «Faremo dei censimenti mirati spiega il rettore , poi e valuteremo cosa fare». difficile da dimenticare anche per una ventina di laureandi dell'Alma Mater. Nel pomeriggio dovevano discutere la tesi di laurea nella sede di Matematica, in piazza di Porta San Donato. Tra il caos della mattina e quasi tutti i dipendenti andati a casa, la seduta non. è saltata. I neo dottori sono stati proclamati nel giardino universitario di Agraria, in via Filippo Re. SEMPRE sul fronte scuola, le situazioni più critiche sono quelle degli istituti Malpighi e Fioravanti di Crevalcore e Molinella: entrambi sono, stati dichiarati inagibili.E ancora troppo presto, però, per la stima dei danni, su cui si sta lavorando. Di sicuro sono più consistenti rispetto a quelli del terremoto del 20 maggio. Secondo i tecnici della Provincia quelli «più ingenti riguardano gli edifici scolastici, poi quelli istituzionali e infine la parte viabilità». Stamattina arriverà il quadro aggiornato dei sopralluoghi. E quella di ieri sarà una giornata NEL DETTAGLIO , Crevalcore è stato il comune della provincia più colpito dai sisma. Anche qui sezioni sospese, come a Pe rei ceto Assieme a Crevalcore è il comune che ha avuto i danni maggiori. Disposta la chiusura dette scuote ind a data da destinarsi Pagina 15 Sa n b il sindaco Marco Macciantelti, come il coltega Merota, ha decretato la chiusura odierna degli istituti Lezioni regolari a Motinelta, Budrio e Granarolo. Fa eccezione sottanto Vistitut Fioravanti Dcpo s,rog, Spr, 01, Pagina 6 di 51 UFFICI gli il can press LITE il Resto del Carlino Bologna 30/05/2012 CWWWWWWWWWWWWWWWWWWWWWWWWWWWWWWWWWWW: DA ,,covaRe Ma molti istituti ne sono usciti senza un graffio HANNO passato indenni i controlli dei tecnici della Provincia e sono stati giudicati «agibili e senza criticità». Ecco gli istituti superiori considerati a posto: il polo artistico di via Marchetti e la succursale dell'istituto d'arte di via Marchetti; la sede centrale del liceo Laura Bassi, gli istituti Belluzzi., Crescenzi-Pacinotti e Fioravanti; i licei Galvani, Minghetti (sede centrale), Fermi, Righi; l'istituto Luxemburg e Tanari (sede centrale). Situazione sotto controllo anche in provincia: a Budrio è stato giudicato agibile l'istituto Giordano Bruno, a Molinella l'Itc Nobili, a Medicina l'Istituto Professionale Canedi, a San Lazzaro il Majorana, il Fermi e il Mattei, a San Giovanni in Persiceto Malpigli e Archimede, a Castiglione dei Pepoli l'Itcs, a Castelmaggiore il Keynes, a PO3Tetta d liceo scientifico Montessori, a Casalecchio il Salvemini. e, infine, a Sasso Marconi l'Ipa Ferrarini. A ULE Alle medie di Muoia tutti fuori in pochi 'istanti \ Ma oggi si prova a tornare atta normalità Dopo La scossa dette nove chiuse ieri mattina te scuote medie di Anzola. I carabinieri hanno transennato L'edificio e i ragazzi, con il personale scolastico sono stati fatti evacuare in giardino con genitori che, atta SOCCROtata sono venuti a prendere Li studenti. Atte materne e atte elementari i bambini hanno fatto it piano di evacuazione e sono andati negli spazi alraperto degli istituti, Dopo te opportune verinafkpne nredapg og airttuetddei t p rsonate tecnico è stato quindi deciso di e te scuote e di ogni grado, oinstpaintare toitsi ndace Loris Ropa ha comunicato essere in grado dì crevat t famiglie a miglia sfottate provenientid t Comune d rf core. Gli evacuati potrebbero essere att giat i di padiglione della Pro loco in via Caduti e di Sabbiuno ìàiì •••; , n \ fe n n.,‘ Dopo le scosse... gli sciacalli Spariscono soldi e telefonini ARRIVA il terremoto, arrivano i ladri. Appare incredibile, ma a Bologna ormai è una tradizione. Anzi, lo è alle Aldini-Valeriani-Sirani. Alcune studentesse, infatti, subito dopo essere rientrate in classe a seguito dell'evacuazione causa sisma, ieri mattina, hanno denunciato il furto delle loro borse, dei loro telefoni e di altri effetti personali; il tutto sarebbe avvenuto, raccontano alcune ragazze, mentre era in corso l'evacuazione della scuola. Ora sono intenzionate a sporgere denuncia. Pensare che anche la settimana scorsa, durante un'esercitazione, si erano verificati alcuni furti all'interno dell'istituto. Le forze dell'ordine e la dirigenza scolastica hanno avviato indagini per capire di chi sia la ma:n.olesta. Inoltre, a causa della scossa e della 'sorpresa' trovata al rientro, si è scatenata una crisi di panico e per una ragazza è stata chiamata l'ambulanza. Controlli contro gli sciacalli sono in corso in tutte le zone colpite dal sisma, in particolare nelle strutture dichiarate inagibili. Pagina 15 va, ha, NZZ24SS ■ Pagina 7 di 51 il Resto del Carlino press LITE Bologna 30/05/2012 A3 A''0 t)OM NC Torna la Bologna-Raticosa SONO una sessantina le 'vecchie signore' che partecipano alla 25 ° Rievocazione storica della Bologna-Raticosa che le vedrà impegnate sabato e domenica in un suggestivo percorso che le porterà il primo giorno sulla Futa e sulla Raticosa e il se , condo a toccare diversi comuni da Granarolo ad Anzola Emilia da Bazzano a Monteveglio. Molte le vetture di grande pregio iscritte quali la Facci Veg. a Spider del 1961, esemplare unico circolante come la Auto Union F91 del 1054, senza dimentica-, re la Bugatti T37 Grand Prix del 1027 e la Lancia Astura barchetta 1000 Miglia del 1938 costruita appositamente per Gigi Villoresi. - La manifestazione, organizzata dal Camebo Club auto moto d'epoca Bologna, parte alle 10 dal Bologna Hotel Relais Bellaria per raggiungere alle Il il centro di Loiano e alle l.1,30 quello di Monghidoro. Alle 11.451a carovana sarà al Passo della Raticosa e alle 11.45 a quello della Futa, per poi entrare in territorio toscano .fino a Firenzuola. Alle 17,50 arrivo a Riolo Terme dove è prevista la cena, seguita alle 2.2.30 dalla tappa notturna a Dozza. Rientro attorno alle 24, all'Hotel Relais Bellaria da ve, l'indomani, si parte alle 9 per la seconda giornata che prevede una prova di abilità nello stabilimento dell'Amarena Fabbri di Anzola Emilia. • MOTORI Da sinistra, Enrico Postacchini, Nicola Fabbri, Pierluign Foresti e Giovanni Maranesi L.a due giorni si conclude alle 13, sempre al Hotel Relais Bellaria, dove avverrà la premiazione. ((La scelta della rievocazione storica sotto l'egida dell'Asi (Autoinotoclub storico italiano) — ha spiegato Pierluigi Foresti, presidente del Camebo, in occasione della conferenza stampa tenutasi alla sede Ascom, con il presidente Enrico Postacchini fare gli onori di casa — conferma la scelta del nostro club per le prove di regolarità, da non confondere con le cronoscalate che privilegiano invece la velocità. Paolo Brigherai Pagina 27 Pagina 8 di 51 press LITE CORRIERE DI BOLOGNA 30/05/2012 Crevalcore nell'incubo: ci sono tremila sfollali Da Persiceto a Sant'Agata decine di interventi per i malori Chiese e centri chiusi, altro duro colpo al patrimonio artistico È il paese della provincia di Bologna più vicino all'epicentro del terremoto ed è stato quello che ha sofferto di più il secondo sisma, che ieri mattina è tornato a squassare le zone intorno a Mirandola, nel Modenese. Crevalcore non ha avuto feriti per fortuna, a differenza di altri Comuni vicini (tutti lievi), ma il suo centro storico è stato evacuato a causa dei crolli.. Duemila persone sono state costrette ad abbandonare le loro abitazioni e gli operatori del servizio sanitario hanno lavorato senza sosta per prestare soccorso a cittadini colpiti da malori e crisi ansiose, mettendo in campo anche psicologi. A queste duemila se ne sono aggiunte altre mille allontanate dal restante abitato. Per accoglierle sono state montate :io° tende a Palata Pepoli e 250 nelle palestre del campo sportivo, mentre nella serata è arrivato alla stazione ferroviaria, un treno con 450 cuccette, Altre Soo sistemazioni son state approntate nei comuni limitrofi di Sant'Agata Bolognese, Sala Bolognese, Calderara, San Giovanni in Persiceto Anzola, Quindici pazienti del presidio ospedaliero di Crevalcore sono stati alloggiati nella casa di riposo Parco del Navile. Il posto allestito dal 1.3:8 al parco Sarti ha effettuato una quarantina di visite per cercare di combattere lo shock che ha investito gli abitanti. Si è presentata per un check-up anche una donna incinta. Chiuso alle auto il ponte della Bolognina perché pericolante e il castello di Ronchi, già danneggiato dal terremoto del 20 maggio, è ulteriormente crollato. Anche il centro storico di Pieve di Cento è stato chiuso. fl Comune ha visto crollare la cupola della chiesa della collegiata di Santa Maria Maggiore e la sovrintendenza dei Beni culturali è intervenuta per por-. tare via un dipinto di Guercino e uno di Guido Reni, «È un bollettino di guerra, è avvilente — ha detto la soprintendente Carla Di Francesco dopo aver trascorso il pomeriggio facendo sopraluoghi sui monumenti , c'è un'estensione di gravità enorme. Bisognerà ricominciare a rifare tutte le verifiche. Ci siamo detti che la situazione non è per nulla tranquilla, domani (oggi • ridi-) non faremo uscire i tecnici perché potrebbe essere pericoloso». Sono le chiese le più colpite: a Pieve ce ne sono quattro inagibili, tra cui quella di San Rocco, la rocca di Antonio di Vincenzo e una parte di ospedale, più altri 20 edifici di privati. Crepe sono comparse nella sala consiliare e al Teatro comunale, le scuole rimarranno chiuse fino a fine anno. A Persiceto ci sono stati 3o interventi del 118 per malori e contusioni e un uomo che si è lanciato da una finestra a sette metri di altezza è stato portato all'ospedale Maggiore con fratture. Altre cinque chiese sono state dichiarate impraticabili e in cinque case è stato vietato di entrare, così -13 sfollati si sono aggiunti ai 20 del sisma. del 20 maggio. Chiuse le scuole, il Comune, i centri diurni, le palestre, i cimiteri e altri edifici pubblici, annullato il mercato e proibito il passaggio pedonale in piazza del Popolo. La torTUTTI I DAIMI re campanaria è costantemente sotto controllo dei tecnici della Protezione civile. A San Matteo della Decima si son registrati danni significativi al castello Giovannina. Due campanili a rischio a Galfiera, in quanto già danneggiati. Il Comune ha sospeso le lezioni e ha messo in guardia da possibili truffatori: i tecnici addetti alla verifica dei danni agli edifici privati sono muniti di cartellino identificativo e accompagnati da un vigile. Bazzano ha visto spuntare crepe nella sua rocca, mentre San Pietro in Casale ha la croce sempre più pericolante sulla facciata della chiesa di Poggetto. Qui ci sono state altre 22 persone sfollate e le scuole so-no state chiuse. Anche alla chiesa di San Giorgio di Piano sono caduti calcinacci e il sisma ha causato lesioni a quella di Castello d'Argile, dove il Comune è stato trasferito in una tenda in piazza e sono arrivate 35 segnalazioni da privati per richiedere controlli alle abitazioni. A Malalbergo hanno approntato 5o brandine nella palestra della scuola per chi non se la sentiva di dormire a casa e 6 famiglie sono sfollate. Andrea Rlnaldì Comun A Cruakore il centro storico è stato evacuato, chiuso alle auto il ponte della Bolognina perché pericolante e il castello di Ronchi. Chiuso anche il centro di Pietre di Cento, dove è crollata la cupola della chiesa della collegiata di Santa Maria Maggiore: messi in salvo un dipinto del Guercíno e un Guido Reni. le scuole resteranno chiuse fino a fine anno. A Si Giovanni Persketo ci sono stati 30 interventi del 118 per malori e contusioni: chiuse le scuole, I Comune, i centri diurni, le palestre, i cimiteri e altri edifici pubblici, annullato il mercato e proibito passaggio pedonale in piazza del Popolo. A San Pietre ht Casale ci sono state altre 22 persone sfollate e le scuole sono state chiuse Pagina 6 ra I Al lavoro Vigili del fuoco in azione nel centro di Crevalcore Pagina 9 di 51 Il soler /,1 press LinE 30/05/2012 SISMA E RINASCITA/2 Il futuro che dobbiamo garantire di Gian Maria Gros-Pietro 'n- a prima reazione è di forte solidarietà con gli abitanti del., zone colpite. Ancora morti sui luoghi di lavoro, dentro quelle fabbriche in cui con tenacia, genialità ma anche con fatica e talvolta sacrificio si costruisce una parte importante dell'eccellenza manifatturiera dell'Italia.E la terribile consapevolezza che la cosa non è finita, l'angoscia di temere la propria casa come luogo in cui il pericolo può colpire all'improvviso. Vogliamo essere tutti vicino a quella gente, con il cuore, ma non soltanto con quello. Vogliamo che il Paese si chieda, subito, che cosa si può fare immediatamente per loro e che cosa si deve fare per il futuro. Mentre geologi e protezione civile provvedono alle incombenze tecniche e operative, bisogna subito pensare all'interruzione delle filiere produttive che un'incertezza prolungata riguardo all'agibilità delle strutture produttive può ingenerare. Il futuro da garantire Lo tsunami di Fukushima ha insegnato che lo scompaginamento delle filiere produce danni non soltanto localmente, ma in un raggio che nel caso giapponese è arrivato a dimensioni intercontinentali, data la presenza in quei luoghi di fornitori esclusivi di componenti e intermedi usati in tutto il mondo. L'Emilia Romagna è una regione ad alta suddivisione delle filiere in specializzazioni di fase, di tecnologia e di prodotto: la competitività dei produttori finali spesso dipende anche dalle prestazioni, dalle caratteristiche qualitative e dall'efficienza dei fornitori. E' assolutamente necessario che non solo le aziende colpite, ma anche quelle che sono con esse in relazioni di interazione funzionale vengano messe in condizione dinon interrompere, o di riprendere al più presto la produzione. Il che può significare anche spostare la stessa temporaneamente al di fuori di un perimetro che circoscriva la zona temporaneamente non sicura. Un compito sicuramente eccezionale, da svolgere con strumenti non ordinari, contando magari sul contributo delle stesse associazioni imprenditoriali: un "prestito di capannoni" per dirla in modo semplice, che andrebbe velocemente organizzato utilizzando i non pochi immobili industriali al momento inoperosi nelle zone circostanti. Non tutte le produzioni possono essere spostate: molte necessitano di impianti e attrezzature specifiche che non si possono facilmente rimuovere e ricollocare. La soluzione è quindi quella di riparare e ricostruire secondo criteri antisismici adeguati al livello di rischiosità rilevato. Questo è il compito per il futuro, da affrontare subito predisponendo le prospettive che lo renderanno possibile. Perché ricostruire le fabbriche e le case costerà; ma ciò non porrà un problema insuperabile, poiché si tratta di investire in produzioni, e in case per coloro che vi partecipano, che sono in grado di produrre reddito e quindi di ripagare l'investimento. L'unico problema è la necessità di anticipare il capitale necessario. E neppure questo è un vero problema, in un Paese in cui il grande stock di risparmio accumulato è alla ricerca di collocazione sicura, che lo protegga da rischi monetari o di altro tipo. Si dia a questi investimenti una prospettiva certa di protezione e di ritorno, con adeguati strumenti fiscali, e ne deriverà un flusso di domanda aggiuntiva che non potrà che essere di aiuto, non solo per i terremotati. Gian Maria Gros-Pietro pn;nz.:Rì Pagina 1 Pagina 10 di 51 press LinE Il soler /,1 30/05/2012 Daniele Lepido Terra che trema, terra d'Emilia ferita e di nuovo lacerata dal terremoto, con un bilancio provvisorio di 16 morti accertati, un disperso, oltre 350 feriti e 14mila sfollati. È un risveglio amarissimo quello che ieri mattina ha investito il Nord Italia: cinque forti scosse con epicentro tra Carpi, Medolla e Mirandola hanno segnato l'inizio di una giornata tragica. La terra ha sussultato per la prima volta alle 9.01, con una magnitudo di 5,8 e poi in maniera più leggera alle 10.25 (magnitudo 4,7), ancora alle 11.30 (4,2) e un'altra volta alle 12.55 (5,5), con epicentro spostato a NordOvest. Poi alle 16.39 l'ultimo fre- Il nuovo sisma nel Modenese: sedici morti, cadono fabbriche Altre due forti scosse ieri mattina: un disperso, 350 feriti e oltre 14mila sfollati OLTI M SORPRESA La prima scossa, alle 9.01, non ha dato il tempo a molti di uscire da case e capannoni Gli esperti: forse attivata una nuova faglia LA ORAMMATICA BER'A Il parroco di Rovereto della Secchia è stato schiacciato mentre controllava i danni causati dal primo disastro mito (3,9), più profondo degli altri, a 20.6 chilometri sotto terra. Le previsioni parlano inoltre di almeno 8mila nuovi sfollati, che si aggiungono a quelli della prima ondata di scosse, per un totale di 14mila. Intanto sale a 16 il bilancio provvisorio dei morti accertati, con tre vittime a Medolla, cinque a Mirandola, tre a San Felice, tre a Cavezzo, una a Rovereto e una a San Possidonio. In Emilia la terra si è scrollata ancora una volta di dosso case e persone. Delle sedici nuove vittime dieci sono morte mentre stavano lavorando, uccise dal crollo dei capannoni che erano stati dichiarati agibili nonostante lo sciame sismico derivato dal terremoto del 20 maggio. Gianni Bignardi, 62 anni, ingegnere di Mirandola, Kumar Pawan, 27 anni, operaio, Mohammad Azaar, 46 anni, caporeparto: sono morti nel crollo della Meta, industria metalmeccanica dove lavoravano insieme indiani sikh, marocchini e italiani. Bignardi stava eseguendo controlli di stabilità per capire se il capannone, dichiarato agibile, avrebbe retto a nuovi tremiti. Alle 9, quando è arrivata la prima scossa potente, tutti hanno cercato di fuggire. Secondi di terrore - dieci, quindici che sono sembrati un'eternità ma troppo brevi per consentire la fuga di Kumar, Gianni e Mohammad. E così sono morti, schiacciati dalle grandi travi mentre la terra tremava ancora. «La voglia di tutti gli abitanti di San Felice sul Panaro era quella di ricominciare ma per ora questa voglia è soffocata dalla paura, dalle poche sicurezze che abbiamo, dalle scosse che ci logorano - ha detto il sindaco di San Felice, Alberto Silvestri - ma se ritroveremo la tranquillità allora potremo farcela». Anche a Medolla sono morti tre operai, che stavano lavorando nella Haemotronic, e tre sono i morti alla Bbg di San Giacomo Roncole, mentre una donna è rimasta uccisa sotto le macerie di un mobilificio di Cavezzo. Qui il capannone si è piegato su se stesso, dopo che la terra ha tremato per 15 secondi. «Volevano reagire», ha detto il sindaco Silvestri. «Questa volta ci ha colpito mentre tentavamo di riprenderci», gli ha fatto eco il primo cittadino di Finale Fernando Ferioli. Le icone vecchie e nuove del sisma sono quelle che già affollano televisioni e siti internet: la navata invasa dalle macerie del Duomo di Mirandola, con lavol- ta squarciata, l'orologio del comune di Modena fermo appena dopo le nove, la torre sgangherata di Finale Emilia. La diocesi di Modena ha confermato la morte del parroco di Rovereto sulla Secchia: don Ivan Martini, 65 anni, schiacciato da una trave mentre stava verificando i danni delle scosse della mattinata nella chiesa di Santa Caterina, nel tentativo di portare in salvo la statua della Madonnina. Lavoro difficile per i vigili del fuoco, che assieme ai militari e alla Protezione civile hanno scavato nelle macerie alla ricerca dei dispersi, con una donna estratta viva in serata a Cavezzo. Il sisma ha colpito piccoli gioielli del patrimonio artistico, non solo in Emilia. Spostandosi di poco, nel mantovano, a Schivenoglia è crollata la chiesa già danneggiata dalla scossa di dieci giorni fa e tutta la piazza del paese è stata transennata. Anche a Quistello e Moglia si sono registrati danni alle chiese, così come a Poggio Rusco. A Sermide crolli alla torre civica. Tornando alle infrastrutture un cavalcavia sulla A22 tra Moglia e Gonzaga risulta chiuso al traffico per le verifiche sul ponte. Crolli si sono registrati un po' ovunque nelle campagne, con le case rurali che hanno subito Pagina 2 Il nuovo sisma mi »Arnese, sedici morti se fttbbriche Pagina 11 di 51 press LinE II soler /,1 30/05/2012 gravi danni. A Mantova è crollata la cupola del campanile della basilica Palatina di Santa Barbara, a Palazzo Ducale. E oggi, per precauzione, le scuole saranno chiuse a Ostiglia e Felonica mentre si sta valutando la possibilità di chiuderle anche a Mantova. Mentre si inizia la conta dei danni economici, sul fronte della politica su internet è montata la protesta per annullare la parata militare del 2 giugno, festa della Repubblica, per utilizzare quelle risorse per gli sfollati del sisma. Pronta la risposta del presidente della Repubblica, Giorgio Napolitano: «Celebreremo a fine settimana il 2 giugno perché la Repubblica, nell'anniversario della sua nascita, deve dare il segno della sua unità e della sua vitalità e dedicheremo le sobrie celebrazioni al ricordo delle vittime del terremoto di questi giorni, al dolore delle famiglie, alla sofferenza delle popolazioni colpite». E mentre il sindaco di Roma, Gianni Alemanno, è partito ieri per Modena dove porterà «gli aiuti della Capitale alle popolazioni colpite dal terremoto», il leader del Pd, Pier Luigi Bersani, si aspetta un decreto ad hoc in «48 ore» per fronteggiare l'emergenza. «Dolore e tristezza per il terremoto che ha colpito il nostro Paese. Solidarietà alle famiglie delle vittime. Siamo pronti a dare una mano», ha scritto su Twitter il segretario del Pdl, Angelino Alfano, mentre il vicepresidente di Fli, Italo Bocchino, sostiene la necessità di «lavorare tutti insieme per sostenere senza se e senza ma le popolazioni colpite». Il capogruppo del Pd, Dario Franceschini, in aula alla Camera, ha lanciato un messaggio al Governo: «Destinare alle aree disastrate isso milioni di euro che si risparmieranno ogni anno con il taglio dei finanziamenti ai partiti». Fermo anche il pallone, con la Federcalcio di Giancarlo Abete che ha deciso di annullare l'amichevole Italia-Lussemburgo prevista per ieri sera a Parma. Oggi sarà però un altro giorno. Gli esperti parlano di nuove scosse e del rischio che si sia attivata una nuova faglia, la terra continua a tremare e per accorgersene basta una semplice app, su qualsiasi smartphone o telefonino, con scosse inferiori a magnitudo tre. Ma la differenza si giocherà su prevenzione e politiche per la ricostruzione. E non solo su coraggio e buona volontà. Paura ed ev a cuazioni FAr1:e141iiràttinti dadi gran parte r: • cittadini g9t•Pft !. :d 1105c. Hain12:dì stesse si ríversataperle sFra ra le Or0i0g0:tif Modena 'èfèhr oro statievacuati mentre verifiche a tappeto sano state ospedaliere e sanitarie della tìàttilpftik , dàU gl)gojs29 mggiog IT:gltratínuovì:cralktri:,nii ,riitki,ds aree ono andat i •fil,tiltcentralini es 01.1. 01àd:Trà1301btrià:gOr iiid'i inPre cítta del nord Italia ègtàta sosp e sa gt;tera. Lavoratori musulmarn preg na:dapa ..itercitlri"a Medolla ..dii-edlà:ibjièdeittén:::::: \ sk•W A lunni alrapert Scuote evacuat e per precauzione an /rea Firenze Precauzione. A Milano idipende i f ueri da Palazzo Marino Pagina 2 nuovo sisma nel Modenese sedici morti. cadono fabbriche damele lep do@ilsole24ore com ©RIPRODUZIONE RISERVATA Pagina 12 di 51 Il Sole12 press LinE 30/05/2012 SISMA E RINASCITA/1 I vMoH, L'Italia che soffre con dignità Resurrezione e speranza di un popolo Resurrezione e speranza di un popolo di Bruno Forte • n"-• stata colpita al cuore liavivace, laboriosa, produttiva, quell'Italia che sa rimboccarsi le maniche, che non si arrende nelle prove. È l'Italia che tutti sentiamo nostra, quale che sia la collocazione geografica di ciascuno di noi nello Stivale, l'Italia dell'imprenditorialità diffusa, della qualità della vita dignitosa, della partecipazione attiva dei singoli e della società civile alle sorti comuni. Sin dall'inizio dell'evento sismico, le reazioni della gente e dei responsabili delle istituzioni ci avevano colpito per il loro coraggio e la fiducia nella ripresa immediata.Anche per questo, le forti scosse di ieri con l'atroce numero di vittime provocate ci sono apparse come una sfida terribile, che ha fermato in molti luoghi le attività appena ricominciate, quasi a voler smorzare o addirittura fermare la tenacia di un popolo avvezzo al lavoro e desideroso di ricostruire al più presto le condizioni di una vita normale. COn:3z3 F-3ezn;.. 2 di Bruno Forte :z.zntnua I sacrificio della vita è toccato a non pochi lavoratori, italia, mie immigrati: questa comune appartenenza alla fragilità e alla morte ci ricorda la pari dignità di ogni persona umana, mentre evidenzia- se mai ce ne fosse stato bisogno - l'apporto prezioso che tanti cosiddetti extracomunitari stanno dando alla vita del Paese, fino al costo di sé. Anche loro sono l'Italia operosa e civile, questi uomini e donne fuggiti spesso dalla povertà e dalla fame per inseguire fra noi un futuro migliore, fratelli nostri in umanità e componente sempre più vitale del nostro sistema produttivo e civile. Don Ivan, poi, il sacerdote morto mentre cercava di portare in salvo la Madonnina della sua Chiesa parrocchiale di Rovereto, uno dei paesi della Bassa modenese maggiormente colpita dal sisma, è emblema di quella fe de umile e profonda, che ha fatto e fa la forza di tanti Italiani, sorgente del dono di sé e della speranza fiduciosa anche nelle ore più difficili della nostra storia. Davanti a queste vite spezzate, a quest'umanità generosa e piena stravolta dall'evento sismico, nascono naturalmente i tanti interrogativi sulle possibili responsabilità degli uomini• era prevedibile ciò che è successo? - Erano adeguatele strutture abitative e quelle dei luoghi di lavoro? Le risposte non sono facili e non bisogna congetturare partendo da una fiducia eccessiva nelle possibilità umane di fronte alle forze della natura. Un esame approfondito andrà fatto per accertare la verità, con rigore e senso della misura e della realtà. Solo così l'esperienza potrà insegnare qualcosa per il futuro cammino. Ora occorre, però, uno slancio di prossimità solidale e intelligente: non solo lo Stato, ma l'intera comunità delle donne e degli uomini che fanno la nostra Italia devono sentire vicina la causa della rapida resurrezione dell'Emilia colpita. A nessuno è lecito estraniarsi né dimenticare in fretta, come purtroppo spesso è avvenuto (e la vicenda del terremoto dell'Aquila dolorosamente insegna!). Occorre tener desta l'attenzione e organizzare la speranza. Né ci si può sottrarre alle domande su un'altra responsabilità, che sorgono spontanee e inquietanti nel cuore di molti: dov'era Dio nell'ora del sisma? Si era distratto? Era lì come sempre? Era lì come l'eterno Assente? o il misterioso Amore? Nella sua memoria di Auschwitz, Elie Wiesel racconta del bambino impiccato perché aveva tentato la fuga, dibattutosi a lungo con il cappio della morte davanti agli occhi impietriti dei prigionieri del campo. Anche allora era risuonata la domanda: «Dio? Dov'è il tuo Dio?». E la voce di un prigioniero fra i tanti aveva risposto: «Dio è lì, appeso a quella forca» (E. Wiesel, La Notte). Non è atea o blasfema questa frase gridata nel dolore, o per lo meno non è solo questo: quello che muore con l'innocente che muore è il Dio tappabuchi, il Dio impassibile, indifferente spettatore del dolore umano. Proprio così, però, la frase ha un altro senso: Dio è appeso a quella forca perché non lascia solo chi soffre e chi muore. Gli fa compagnia. Lo porta con sé nella morte, oltre la morte... LA FRAGILITÀ DELL'UOMO Di fronte alle vite spezzate gli interrogativi sulla presenza di Dio e le eventuali responsabilità da accertare Pagina 1 um> sisma ncl Modenese sedici morti, cadono fabbriche Pagina 13 di 51 press LinE Il Sole12 30/05/2012 Un Dio burattinaio del mondo non regge al confronto col dolore umano. Solo il Dio "compassionato", come si diceva nell'italiano del Trecento, solo un Dio cioè fattosi compagno del dolore per amore nostro e perciò capace di sostenerci nella prova, è il Dio che regge lo sguardo dei sofferenti impietriti davanti alla morte imprevedibile e sconvolgente dei loro cari. Dove abita questo Dio? Sembra paradossale dirlo, ma è molto più vicino a noi di quanto potremmo pensare. Se due millenni di cristianesimo ci hanno abituati allo scandalo del Dio crocifisso, al punto da vivere come se Lui non ci fosse, la freschezza del racconto evangelico continua a riproporci la domanda lancinante: «Mio Dio, mio Dio perché mi hai abbandonato?». Non è un ateo, né un bestemmiatore a gridare così: è il Figlio. E in Lui sono tutte le voci e i silenzi del dolore umano che vengono raggiunti dalla compagnia del Dio vicino, abbandonato con gli abbandonati, solo per essere accanto a tutte le solitudini, ferito come la gente provata dal sisma. La stessa voce, da quello stesso albero di morte e divittoria, aggiunge: «Nelle Tue mani affido il mio spirito». È la fede di quella gente solida e forte, che continua a sperare e a voler andare avanti con dignità grande, nonostante tutto. La fede di don Ivan, consegnata al Dio con noi, venuto fra noi per piangere e sperare, per vivere e morire, per credere e per amare, per accompagnarci nell'ultimo silenzio e darci la forza di ricominciare il cammino senza fermarci. O RIPRODUZIONE RISERVATA Pagina 1 um> sisma ncl Modenese sedici morti, cadono fabbriche Pagina 14 di 51 Il soler /,1 press LinE 30/05/2012 Ce la faranno, ce la faremo di Aldo Bonomi eravamo trovati solo 15 giorni fa a Modena, in casa della Cna a discutere della solitudine dei piccoli dentro la crisi. Con il secondo popolo, quello dei capannoni, del capitalismo moleco- Ce la faranno, ce la faremo Abbiamo sopra la testa la turbolenza finanziaria dell'euro e dei debiti sovrani, qualcuno entra nel tunnel della disperazione ma, dobbiamo tenerci per mano, sentirci un popolo che lavora, che fa comunità operosa e accettare la sfida della metamorfosi dentro la crisi. Come non bastasse quello che si aveva sopra la testa, proprio lì, dove l'Italia è più Italia dell'economia diffusa, dei distretti, delle filiere produttive, dal profondo della terra matrigna è arrivato un terremoto che sembra non avere quiete. Feroce nel suo colpire i simboli della comunità: chiese, torri, che segnano i paesi, e i capannoni con i loro morti sul lavoro, di notte per fare le consegne, anche perché gli ordini sono già pochi, di giorno per ricostruire e continua- lare che si era sentito meno solo. C'era il presidente della Regione, Il Sole 24 Ore, le rappresentanze, tutti assieme ci siamo detti che il momento è difficile. re a produrre per non uscire dalla filiera. Che qui, più che altrove, tiene assieme artigiani, piccole imprese con le medie e le eccellenze che segnano il territorio. Senza di loro, senza iloro capannoni, laFerrari non sarebbe un simbolo del made in Italy. Inprovincia diModena e Ferrara sono ioomila le imprese attive, più diuna ogni dieci abitanti. Vilavorano oltre 33omila persone. Esportano e competono nella crisi per 13 miliardi di euro. Nei paesi epicentro del terremoto da Medolla a Cavezzo, da C arpi a Mirandola, da Novi di Modena a Finale Emilia sono nate 44o nuove imprese. Sono citazioni e numeri da economia del territorio che oggi lasciano il passo a sentimenti di solidarietà e vicinanza con quell'Italia di mezzo architrave che tiene assieme il Paese da nord a sud. Inchiniamoci di fronte a questo popolo operoso della Via Emilia e non lasciamoli soli nel loro ricostruire paesi e capannoni. Senzalaloro operosità, senza la loro vitalità, il Paese tutto non sarebbe più lo stesso. Che nessuno resti solo in questo momento difficile. Cela faranno e ce la faremo. Aldo Bonomi [email protected] RIPRODUZIONE RISERVATA Pagina 1 lirundolabimedicale raso al suolo Pagina 15 di 51 press LinE Il Sole12 30/05/2012 A Medolla si sgretola l'alimentare Cantine e macelli fermi ma nel distretto nessuno si arrende: si deve ripartire al più presto Paolo Bricco M EDOL LA. Dal nostro inviato «Nonho niente da dire». Gi iardafisso a terrailgiovanetitolare della Menu. «Nessuno è morto sotto le macerie». Alza gli occhi al cielo, come aringraziaredlpiùanziano.ACavezzo, settant'anni fa, c'era un salumaio. L'edificio in stile padano ora ospita gli uffici della Menu, un'impresa che nei servizi per la ristorazione fattura un'ottantina di milioni di euro (un quarto all'estero) e ha 200 dipendenti. Invia della Concordia il giardino è ordinato, ma un muretto è venuto giù. Allo stesso modo rischia di sfarinarsi un pezzo di quell'agroalimentare italiano che ha il cuore e l'anima inEmiliaRomagna, dove sessanfannifal'artigianato si è fatto organizzazione semifordista, l'agricoltura è diventata trasformazione industriale, i contadini si sono scoperti imprenditori e i compagni hanno indossato l'abito dei cooperatori con il gusto per il denaro. Tutti accomunati dalla passione per la buona tavola, da servire con un business che solo qui vale 25 miliardi di fatturato aggregato e dà lavoro a 7omila addetti. «Dobbiamoripartire primapossibile», dice Luciano Vaccarini (vecchia generazione della Menu) con l'ottimismo di chi qui nella Bassa, dai mitici anni del Boom, crede sul serio che volere è potere. E ci vuole davvero unpo' della sana follia degli armi 5o per ricominciare. Sì, perché a Medolla, poco lontano da Cavezzo, lo stabilimento della Menu sembra una caramella scartata da un bambino gigantesco e cattivo. TESTIMOWANZE Lo stabilimento della Menu (servizi alla ristorazione) sembra una gigantesca caramella scartata: è divelto su due lati Due dei quattro lati sono stati divelti dalmovimento sussultorio della terra. Le Onoranze funebri Bianchini Romano e Raffaele, a mezzo chilometro dalla fabbrica, qui non sono venute a raccogliere nessuno. Dall'altraparte della strada, allaHaemotronic, i cani dei vigili del fuoco cercano corpi ancora vivi. Una persona di sicuro è morta. «Solo nella Bassa Modenese - nota Ivano Gualerzi, segretario degli alimentaristi della Cgil - si trovano duecento aziende e 3.500 addetti. Ora, in tutta la regione sono a rischio più di 2.500 posti dilavoro».Ieri, alcune organizzazioni hanno provato a fare di nuovo i conti. La Coldiretti ha stimato in 5oo milioni i danni all'agrindustria. Un milione le forme di parmigiano reggiano e grana padano finite a terra. «Le mie forme - racconta Lisa Ferrarini, dell'omonimo gruppo di Modena e Reggio Emilia- si sono solo spostate, ma non sono cadute. Si sono staccati i tappi delle scalere, le sciante. Nellavia degliArtigianiAlberto Diagoli, commerciante di acque e di vini, parla a tre operai. Appoggia i fogli sul pianale del suo camion, carico di prosecco. Di fronte a noi, migliaia di bottiglie spaccate come al più violento dei rave party. Il terremoto ha questi effetti pervasivi. Contagia l'intero ciclo economico: da chi produce fmo a chi si occupa della logistica spicciola. «Quanti ristoranti servo? Almeno cinquecento», dice Diagoli. E chissà se fra i suoi clienti c'era anche il Rigoletto di Reggiolo, due stelle Michelin, maledetto il terremoto che si porta via gli uomini, il lavoro e i grandi ristoranti. A poche centinaia di metri, unuomo su una bicicletta non riesce a staccare lo sguardo da quel che resta della Menu. «Anni fa ci ho lavorato», racconta Daniele Calanchi, giacca avento invernale nonostante i 35 gradi, come chi non sente più niente. RIPRODUZIONE RISERVATA cuore e anima In Emitia a &diretti stima in 500 Ihom danni" airagroindustri Le vittime Delle 16 vittime i terremoto di ieri, dieci 5 mentre stavano lavo rand o in :Pkg1:q9P1300éiakfiW, :ifffigrAgggipAiibiiòdMiték> ••1 4: sci ame si scuro insistente derivatodalsisma delta maggio). • A Medolla sano rimasti uccisi •i?.pgro:1;:théttgiieM000:itló; scaffalature su cui sono riposti i formaggi in stagionatura». Lisa Ferrarini è vicepresidente di Federalimentare e consigliere delegato di Confmdustria per ilMade in Italy: «Il sisma economico ha un raggio ampio. E colpisce diversi segmenti. Per esempio, anche in Lombardia molte aziende di macellazione suina sono ferme. Questo nonpotrà non avere effetti sugli approvvigionamenti». A Carpi il macello non è in funzione. Le Cantine Riunite di Modena e di San Prospero sono chiuse.Ilterremoto haparalizzato le attività.A Modena i Grandi Salumifici Italiani hanno mandato a casa i 400 dipendenti. Ma lo sciame sismico, secondo Coldiretti, ha avuto effetti anche sui caseifici delMantovano. Qui, però, c'è il cuore caldo del terremoto. Medolla è semi-distrutta. A Cavezzo, macchine movimento terra dovranno buttare giù edificipericolanti. L'aria ha qualcosa di ango- nella Haemotronic,etresonoi morti alla Bbg di Mirandola. Altre s: FlyjgjTp0qrptIO:détb•Métà:dV un mobilificio di Cavezza Pagina 5 ° I Pagina 16 di 51 press LinE Il Sole12 30/05/2012 Guido Conti I cinque minuti più lunghi della mia vita nprovincia di Modena è un disastro. Lo dicevano i .geologi che non era finita, che il peggio doveva ancora venire. La sabbia nei campi, l'odore di zolfo e di mare che sale dalle crepe della terra, le api che volano impazzite, i cani che abbaiano tutta la notte, gli uccelli che non cinguettano più. La natura sembra stravolta nella zona del terremoto, tra Modena e Ferrara. Poi ieri mattina la notizia della prima forte scossa, quella delle nove. Ho pensato che a Modena tutto stesse crollando sotto un cielo azzurro e un sole quasi estivo. Ho chiamato la mia amica Marzia che abita a Novi di Modena, che fa la fotografa ed è in giro a scattare in quel paesaggio che nel giro di una settimana sembra attraversato dalla furia di una guerra. Scosse che fanno tremare la pianura e l'anima degli uomini e delle donne che camminano in strada piangendo, sconvolte dal senso di insicurezza e di fragilità. La scossa delle nove non l'ho sentita, ero in macchina. Ho chiamato Marzia ma non riuscivo a prendere la linea. Ho richiamato più volte fino a quando non mi ha risposto. Piangeva. Il centro di Novi era pieno di macerie con la gente pronta con le valige in mano. «Qui è un disastro!», mi dice con la voce tesa. Per la prima volta nella mia vita ho avvertito il senso dell'impotenza, dell'irrimediabile, che non si tornerà indietro e non sarà più come prima. All'una — Pagina 17 di 51 richiamo. Marzia mi racconta il suo giro in bicicletta con la macchina fotografica per le strade quando urla. Un urlo improvviso, straziante, che dura un'infinità, come impazzito, poi il silenzio. Ho chiamato più volte, «Marzia, Marzia!». Pensavo fosse rimasta sotto le macerie. Sono stati cinque minuti lunghissimi, con la paura nel cuore, il terrore nell'anima, e le gambe che non mi reggevano. Poi dopo cinque minuti, ho riprovato con l'ansia e il desiderio che mi rispondesse. «È crollata la torre di Novi» mi dice, come se fosse stata spazzata via l'anima dei novesi. Mi parla sotto shock. «Non ti rendi conto di quello che ho visto? Mi stava crollando il paese davanti agli occhi!». «Qui non finisce, è una cosa inimmaginabile!». Mi racconta della gente che non riesce più ad entrare in casa perché le porte non si aprono e non si chiudono più. La protezione civile sta allestendo nuove tende. Chi ha una casa al lago o fuori paese si sposta subito, prepara quello che può e se ne va. Altri si preparano per la notte in macchina. Nessuno vuole tornare a casa ma non vuole neanche abbandonarla. Hanno paura degli sciacalli. Il mio amico Nicola ha i capannoni dell'azienda tessile crepati. Impossibile entrare, continuare il lavoro. Suo padre è immobile in un letto, non sa dove lo porteranno questa notte. Ha la casa crepata. La terra trema continuamente. Scosse forti, continue, improvvise, che fanno urlare. Poi il rumore dei mattoni, delle macerie, il fumo che sale nell'aria. «Ma quanto durerà tutto questo?» mi dice Marzia con la voce strozzata. Io no so cosa risponderle. «Aspettiamo la prossima scossa! È terribile. Ma perché succede tutto questo?», mi dice Marzia piangendo al telefono. C) RIPRODUZIONE RISERVATA Pagina 5 press LinE Il Sole12 30/05/2012 vnkr URL Lucrezia Lerro Conosco quella disperazione, nella tragedia perdi l'identità l giorno del terremoto in Irpinia, 23 novembre 980, avevo sette anni. Abitavo con la mia famiglia a Omignano, paese perduto sui monti del salernitano, e lottavo per crescere e per capire (ma anche per accettare) il mondo dei grandi, che già allora mi sembrava terribile e comico. In un momento, per qualche incomprensibile motivo, la natura aveva deciso di ribellarsi alla gente del nostro paese. Le prime scosse arrivarono di sera e subito trasformarono duramente il luogo e le persone. Ero una bambina sensibile fmo all'eccesso e compresi che in qualche modo imprevedibile questa brutale novità aveva preso il sopravvento su tutto il resto, cancellando tutte le paure e i problemi quotidiani, tutte le difficoltà apparentemente insormontabili della nostra vita marginale. Ognuno di noi, in fondo, vivendo lì e in quel modo, considerava che non fosse possibile star peggio di come stava. Noi già circolavamo nella miseria, eravamo già stati puniti abbastanza e (forse) niente avrebbe potuto colpirci. Oggi ancora mi sorprendo e mi commuovo davanti alla difficoltà di chi si trova dentro la furia della natura. Trentadue anni dopo il "mio" terremoto, i ricordi della bambina che sono stata si misurano con la realtà che sta vivendo l'Emilia Giornali e telegiornali raccontano una tragedia che periodicamente colpisce una parte di noi lacerando una fetta del nostro territorio nazionale, la raccontano e la moltiplicano. Tenendo accesa l'attenzione su queste catastrofi, in qualche caso anche immani, in fm dei conti, le trasformano in riti della collettività. Non possono però certamente raccontare tutto. Io conosco bene il sentimento di impotenza e di incredulità che afferra chi patisce per qualcosa che non ha causato, di cui non è, né può essere, responsabile. Io e la mia famiglia abbiamo pagato, e con noi tutte le altre famiglie di Omignano, perché il terremoto indebita, sempre e per un tempo molto lungo, siano i danni minori o maggiori, materiali o sentimentali. La notte del 23 novembre i98o, io e i miei fratelli, con mio padre e mia madre, siamo scappati da una casa, la nostra, che già stava in piedi per miracolo e ci siamo rifugiati nel campo sportivo del paese insieme a tutti gli altri. La gente urlava, ibambini piangevano, i vecchi tremavano. Ognuno piangeva per la paura e per il freddo. Avevamo tutti lo stesso cuore, lo stesso terrore nella voce e negli occhi. Mia mamma ancora ricorda le parole di suo suocero: «Metti a letto ibambini, fanno troppo rumore...ma cosa fanno, ballano?» Era il terremoto, ma mio nonno non aveva capito per via del fatto che i pavimenti poggiavano su delle assi di legno già marce, e dava la colpa a noi fratellini. Poi, la fuga. Siamo rimasti fuori di casa per tre giorni. Al rientro la nostra casa sembrava un fantasma. C'erano crepe ovunque e il pavimento sempre traballante si era trasformato in un incubo. E poi non dimenticherò mai la carta da parati che ogni giorno si staccava dalle pareti sbrecciate e dalle travi, marce come il pavimento. La porta d'ingresso era venuta giù, così per molti anni abbiamo abitato in una casa senza porta. I danni del terremoto sono indelebili perché si rimane all'improvviso privati di qualsiasi cosa. In un certo senso si perdono pezzi della propria identità. Si perde la possibilità di sentirsi protetti e si sprofonda in un abisso di insicurezza. Rivedo adesso nella gente disperata dell'Emilia Romagna, nei loro corpi avvolti in coperte provvisorie e anonime, cose che conosco. I loro sguardi sono di persone inbalia del mondo. Sono lo specchio di un'umanità che sta precipitando senza sapere perché. Adesso ho qualche prova in più per poter dire che la disperazione ha sempre la stessa faccia e la stessa dignità. © RIPRODUZIONE RISERVATA Pagina 18 di 51 Pagina 5 press LinE Il Sole12 30/05/2012 Cavezzo, piegata la meccanica Allo stabilimento Wam la voglia di ricominciare prevale anche sulla disperazione Ilaria Vesentini CAVEZZO (MODENA) Un operaio della Wam racconta di non aver mai visto un muletto che pesa quintali alzarsi da terra di 4o centimetri. La custode dell'azienda meccanica di Cavezzo, comune di 7mila abitanti 25 chilometri a nord di Modena, era in auto e si è dovuta fermare perché l'asfalto era come le onde del mare. Il direttore generale Stefano Baraldi alle nove - ora della scossa più forte di 5.8 gradi Richter - era in videoconferenza conia filiale cinese: i tavoli che tremavano e il fuggi fuggi generale sono stati visti in diretta dall'altra parte del mondo. Di fronte all'headquarter di questa multinazionale tascabile specializzata in coclee (trasportatori per polveri e granuli) con 5o filiali nel mondo, 30o milioni di fatturato (6o% extra Ue),2mila dipendenti, di cui 400 a Motta di Ca- vezzo, regna nel pomeriggio assolato una calma surreale. Anche se girano notizie di metà dei capannoni sventrati e la campagna circostante è un cimitero di mattoni rossi. La custode sta allestendo una tenda di fronte alla guardiola, dove dormirà stanotte con la famiglia. Il carrellista Gianni Baratella è tornato preoccupato a controllare come va nella «sua» azienda. Il dg è l'unico dei vertici del gruppo che dopo due ore di attesa compare al cancello dell'ingresso principale, elmetto giallo in testa. «La nostra fortuna - dice - è che qui non ci sono vittime». Mentre so- LE PRECALMC.NL A metà pomeriggio un camion svuota i serbatoi di gas tecnici per evitare esplosioni in caso di nuove scosse o crolli no morte tre persone alla Meta di San Felice sul Panaro, una Srl di meccanica di precisione a pochi chilometri dalla Wam: due operai e un ingegnere impegnato in rilievi sono rimasti schiacciati nell'implosione del capannone. Così come ci sono tre vittime (tra cui il titolare) alla Bbg di Mirandola, che solo due giorni fa aveva ripreso l'attività dopo una settimana di stop per i danni subiti il 20 maggio scorso. Sono una cinquantina le aziende meccaniche qui a Cavezzo, si arriva a 28o unità locali e 4mila addetti con Mirandola e Medolla, i tre comuni epicentro del sisma di ieri. Ma anche ieri la meccanica il pilastro dell'economia emiliana, 26mila stabilimenti in regione, 238mi1a addetti e un fatturato di 45 miliardi - ha mostrato più che le ferite la voglia di reagire. E chi, come Wam, non deve fare i conti coni cadaveri, giàvuole par- passato la giornata su e giù per i reparti a verificare i danni, ma non si palesa. Il problema più urgente è che da Cavezzo si controllano i server di tutte le 5o sedi mondiali e che lo spostamento di una faglia nel sottosuolo emiliano ha creato a cascata un blackout globale. Il gruppo elettrogeno è già arrivato dopo pranzo «ed entro le due di stanotte i server devono ripartire, perché quando la Cina si sveglia deve avere tutti i dati a disposizione», aggiunge Baraldi. A metà pomeriggio un camion svuota i serbatoi di gas tecnici, per evitare esplosioni in caso di nuove scosse o crolli. Oggi sono attese una squadra di ingegneri strutturali da Milano e le gru per spostare i detriti. Questa settimana la Wam resterà chiusa, ma già da lunedì prossimo la famiglia Marche sini è certa di poter assicurare l'8o% della produzione. © RIPRODUZIONE RISERVATA lare di ripartenza. Nonostante tetti e pensiline in frantumi, le travi venute giù e le crepe nei muri dei 75mila metri quadrati coperti del sito di Cavezzo: danni meno ingenti delle voci iniziali, comunque seri. Dopo la scossa di dieci giorni fa, è bastato il lunedì all'azienda per completare le operazione di agibilità e richiamare tutti al lavoro. «Io ci ho pure litigato con i vertici, non ci volevo rientrare in quel capannone centrale (e indica il tetto crollato, ndr), non mi sentivo sicuro», racconta un altro operaio che non era di turno alle nove di mattina, ma alle sei di pomeriggio è pure lui nel piazzale a controllare la situazione. Chi non ha mai mollato un attimo l'azienda, dall'alba a ieri sera, è il fondatore Vainer Marchesini, che quarant'anni fa ha tirato su dal nulla un'officina artigianale, oggi leader mondiale. Con il figlio Marcello e il nipote Roberto ha Pagina 7 Pagina 19 di 51 press LinE Il soler /,1 30/05/2012 Carpi, il tessile ha chiuso i cancelli Fiato sospeso per 1.280 Pmi che stanno ultimando i campionari: riusciranno a riprendersi? ,ngelo Mincuzzi ARPI. Dal nostro inviato Via dell'Innovazione semra terra di nessuno. Alle cinque [ella sera i passi rimbombano sul elciato tra i capannoni sbarrati e cancelli sprangati. «Oggi siamo hiusi. Domani ci saremo», anLuncia un cartello all'ingresso di Ln capannone. Uno sfoggio di otimismo. O la speranza che l'incue non si ripeta. Non più, almeLo. Alle nove del mattino la terra La tremato anche qui, alla perifeia di Carpi, nella zona industria2, il centro del distretto dellamoLa e del tessile. Ma qui i muri, per artuna, hanno resistito. Non cone a Mirandola, una manciata di hilometri più in là, dove alle ziende del biomedicale è andata Lecisamente peggio e le struttue si sono sbriciolate. PercorriVia della Chimica, daanti al capannone di Twin-Set e rovi anche qui il deserto. Svolti , per Via Nobel, dove c'è Denny Rose, altragriffe che nasce in questa terra emiliana. Nessuno neppure qui. E poi Gaudì, Champion, Liu Io, Bluemarine. Il terremoto ha cancellato la presenza umana, almeno da quando la prima scossa del mattino ha fatto fuggire gli operaie chiuso le aziende. Ma i capannoni, quelli non li ha sconfitti. Fabrizio Gavioli, titolare della Open Agency, che stampa pubblicità e brochure per la grandi griffe del distretto, sembra essere l'unico guardiano delle centinaia di edificivuoti. Con la sua famiglia ha parcheggiato un camLA MARA ALLA PROVA Il settore, finora, ha tenuto: nessun danno apparente, ma oggi si saprà la verità In ansia i 14mila addetti, molti con la casa lesionata per davanti al capannone della sua azienda per passare la notte al sicuro. «Il terremoto è arrivato nel momento peggiore - racconta -. Questo è il periodo della chiusura dei campionari e della presentazione delle nuove collezioni. Se la produzione si ferma adesso, il danno potrebbe essere incalcolabile». Se davvero sarà così lo si capirà questa mattina, quando si tornerà al lavoro e si potrà capire quanti guai abbiano fatto le 70 scosse che si sono succedute ieri fmo a sera. Nel distretto ci sono 1.28o imprese. Una ventina di loro sono marchi conosciuti in tutto il mondo e da soli fanno il 54% del fatturato dell'intera filiera di Carpi. Dopo dieci anni di internazionalizzazioni, delocalizzazioni e crisi, però, il distretto non molla. «Il settore stava tenendo - ragiona Adamo Neri, responsabile della delegazione di C onfmdustria Uno sfregio come quello che ha lesionato la facciata del Duomo di Carpi, dove il campanile è crollato alle nove del mattino e dove le 52 arcate dei portici di Piazza dei Martiri mostrano i segni della potenza della scossa. Anche qui i passi rimbombano nel vuoto. Come nella zona industriale, anche nel centro di Carpi c'è il deserto. Il sindaco ha dato l'ordine di sgombero ieri mattina, dopo la prima ondata sismica. La zona rossa è territorio offlimits, almeno fmo a quando si avrà la percezione che il pericolo è alle spalle.Alle otto della sera i cittadini di Carpi si arrangiano come possono. Nelle macchine, nelle tende allestite nei giardini, nel campo della protezione civile davanti all'ospedale. A Carpi non è andata come altrove. I morti, per fortuna, non ci sono. E i capannoni, oggi, possono riaprire. © RIPRODUZIONE RISERVATA Modenaper Carpi e le Terre d'argine, profondo conoscitore dell'economia industriale della zona -. Questo è uno dei pochi distretti a resistere e a dare lavoro a gmila dipendenti, anche se negli ultimi tempi il problema del credito si fa sempre più forte». L'ansia è il sentimento più intenso in questo momento. C'è la preoccupazione di andare avanti e di non perdere una leadership sempre più difficile da conservare. Se il terremoto risparmierà ancora Carpi, il distretto potrà superare l'emergenza. Ma le scosse di ieri sono state più spietate di quelle di dieci giorni fa. Questa volta, qui intorno, l'onda sismica ha danneggiato gravemente anche le case degli operai. E il disagio non potrà non avere effetti sulle aziende. Il terremoto è uno sfregio per un distretto che in dieci anni ha dimezzato la sua grandezza. Pagina 8 Carpi, il tessile ha chitm i cancelli Pagina 20 di 51 press unE Il Sole12 30/05/2012 I centri più colpi" ii Nelle foto qui a fianco, Mirand o/ e Cavezza, due dei centri più colpiti dal nuovo sisma di ieri mattina. Cinque delle sedici vittime ivia sono infattistatetrova te nd o ae tre a Cavezzo. In serata una donna di 60 anni e sta ta estratta viva dalle macerie a Vie dese In cerca di riparo. Un lin uomo in una strada di Mirandola dopo i i sisma centro di soccorso a Cavezza Cavezz°' Colpita anche C arpi, c ucire distretto della moda e del tessile, dove però le azien e de han no retto all' t de ell terremoto. Del distretto c arpigano fanno partel 280 mprese •imecurea un feritoa Mirandola Pagina 21 di 51 press LinE Il soler /,1 30/05/2012 Un colpo al cuore del Rinascimento Gravi danni al Duomo di Mirandola, a Carpi e alla Rocca Estense di San Felice sul Panaro Marco Carminati Chiese madri e antiche rocche, torri civiche e snelli campanili, facciate e pinnacoli. Sono gli edifici che segnano lo sky line di borghi e città italiane con i quali gli abitanti, il più delle volte, si identificano con profondo affetto. Purtroppo, per molti di questi edifici-simbolo, ieri, nelle terre a nord di Modena, è scoccata l'ora triste della rovina, provocata dal terremoto che per tutta la mattinata ha tormentato l'Emilia Romagna e le regioni limitrofe. Il sisma ha colpito un patrimonio artistico non solo molto importante ma anche, paradossalmente, molto ben tenuto, amato e attentamente tutelato. L'area su cui si è accanito il terremoto corrisponde - a grandi linee - agli antichi domini feudali dei Pio e, in parte, degli Estensi. Parliamo - tanto per intenderci - della grande età dell'Umanesimo e del Rinascimento padano. Di conseguenza gli edifici colpiti dalla rovina hanno tutti una storia illustre. A partire dal Duomo di Mirandola, la città capitale della signoria deiPico (famiglia cui apparteneva anche il celeberrimo Giovanni Pico della Mirandola, umanista e scienziato del Quattrocento). Mirandola scampò a due assedi papali nel Cinquecento e una terribile sciagura al principio del Settecento: un fulmine fece esplodere la polveriera che si trovava nel castello e la Reggia dei Pico saltò in aria. Il Duomo venne eretto dai signori della città a metà Quattrocento in stile gotico ma venne modificato e restaurato fino al 1889 quando venne alzata la parte alta del campanile. Già danneggiato dalla scossa del 20 maggio, con il terremoto di ieri il Duomo di Mirandola ha visto il crollo di una parte della facciata e dell'intero presbiterio, che ha travolto l'affresco dell'arco trionfale e tutto l'altare maggiore. Danni gravi sono stati registrati anche nella chiesa di San Francesco che custodisce, tra l'altro, le arche sepolcrali dei Pico: una di esse è un capolavoro di scultura tardogotica di Paolo delle Masegne. Danni gravi anche alla barocca chiesa del Gesù (1690), ricca di arredi lignei della scuola di intagliatori attiva a Mirandola nella seconda metà del Seicento. A dir poco desolante è la situazione che si registra per il patrimonio artistico di San Felice sul Panaro, dove è diroccata la celebre Rocca Estense quadrilatera con torri angolari, eretta dal marchese Obizzo III d'Este nel 1340 e fortiticata un secolo dopo dal più famoso costruttore di fortezze del Quattrocento padano che si Nella città di Pico crollati parte della facciata del Duomo e il presbiterio che ha travolto l'affresco dell'arco trionfale e l'altare GMELL1 PEROUU A Carpi colpita la cattedrale, una delle più belle della regione, a Mantova precipita il cupolino della chiesa di Santa Barbara chiamava Bartolino da Novara. La Rocca aveva già subito seri danni con il sisma del 20 maggio: ieri è arrivato il colpo di grazia. La scossa ha fatto crollare anche la Torre dell'Orologio, costruita nel 1594 e da allora punto di riferimento per tutti gli abitanti del paese. La torre era appena stata restaurata. Notizie da b ollettino di guerra sono giunte anche da Carpi, dove il sisma ha colpito la cattedrale, una delle più belle della regione. Dedicata all'Assunta, la chiesa madre di Carpi venne iniziata ne1194 e terminata nel 1791. La pianta ricalca il progetto che l'architetto rinascimentale Baldassarre Peruzzi aveva pensato di adottare Pagina 22 di 51 nientemeno che per la Basilica di San Pietro a Roma. Un tempo la cupola era assai più slanciata, ma per ragioni statiche venne abbattuta e riedificata più bassa nel 1771. Il Duomo (che è chiesa cattedrale, dunque sede vescovile) è ammantata di opere d'arte del Seicento emiliano e veneto con tele di Teodoro Ghisi, Matteo Love s, Luca Ferrari, Giacomo C ave doni e Sante Peranda. Bellissime sono anche le tombe dei vescovi, mentre il presbiterio ha conosciuto da poco un radicale rinnovamento. I gravi crolli che hanno colpito il duomo di Carpi hanno fatto temere il peggio: nelle prime ore della mattinata di ieri era circolata la notizia della morte del parroco della cattedrale travolto dalle macerie, notizia per fortuna poi smentita dai vigili del fuoco. La sorte invece non è stata benevola con don Ivo Martini, il parroco di Rovereto di Novi, che è deceduto nel crollo della sua chiesa. Il sacerdote è stato colpito mentre stava facendo un sopralluogo insieme a un vigite del fuoco per cercare di recuperare la statua della Madonna. Non sappiamo se il simulacro mariano sia o meno di valore artistico, di certo riveste un valore spirituale e affettivo così grande da meritare di rimetterci la vita nel tentativo di portarlo in salvo. L'onda lunga del sisma ha investito altri monumenti: le chiese di San Possidinio (Modena) e Poggio Renatico (Ferrara) sono crollate e persino il cuore di Mantova è stato colpito. Qui il cupolino del campanile della chiesa di Santa Barbara non è riuscito a resistere alle scosse ed è precipitato a terra. Non siamo in un luogo qualunque, siamo nel cuore del Palazzo Ducale dei Gonzaga, uno dei monumenti più importanti del mondo, dove i musicisti Claudio Monteverdi e Gerolamo Frescobaldi eseguivano le loro melodie immortali. Ecco che cosa può andare a colpire un terremoto in Italia. © RIPRODUZIONE RISERVATA Pagina 10 Un mlpn al cuore del Rinaseilnent,, press LinE Il Sole12 30/05/2012 Loriano Macchiavelli Cumuli di macerie in una terra di sfollati desso lo sappiamo: la crisi economica è isolo una delle tante sciagure che si sono abbattute sul nostro Paese. A considerarla oggi, neppure la peggiore, perché ce la siamo voluta. Le altre ce le regala la natura. E forse ci siamo voluti pure queste. L'Italia è diventata una terra di sfollati. Per tanti motivi: paesi scivolano a valle sull'onda delle frane; montagne si sgretolano sotto i colpi delle mostruose trivelle che bucano, cavano, deviano acque, ammassano detriti dove prima c'erano boschi e cinghiali e caprioli; città distrutte dal terremoto; torrenti che qualche anno fa facevano ridere per la loro pochezza, si portano via case e case che chissà chi (sappiamo chi) ha costruito sul loro cammino. E i torrenti, si riprendono ciò che gli apparteneva per destinazione naturale. Ai bordi di tutte le sciagure, file di sfollati cercano un posto dove sopravvivere per qualche giorno o mese o anno. O per sempre. E quel posto non c'è. Dove troveremo un posto tranquillo? L'Aquila è un posto tranquillo, una città morta. Ironia del destino. Pochi giorni fa sono tornato a L'Aquila. Mi mancavano alcune pagine per finire il mio romanzo. Si svolge a L'Aquila e volevo respirare ancora l'aria di desolazione che sale dalle macerie, esce dagli androni dei palazzi puntellati, dalle strade deserte di gente e di storia. L'ho lasciata con la sensazione che quella città sarà la Pompei del Duemila. Sono passati due giorni e ho visto un'altra Pompei del Duemila. Quella della bassa, quella a due passi da casa mia. Le possenti torri che hanno sfidato i secoli, miseramente crollate; i castelli che nessun nemico aveva espugnato, un cumulo di macerie; le industrie, espressione della nostra modernità e presunzione, crollati come castelli di carte. Quelli che mio padre mi costruiva sul tavolo di cucina, la sera e alla luce della lumiera, e che un piccolo colpetto al piede del tavolo, faceva crollare fra le mie risate di bambino. Mi resta la triste sensazione che tutto il nostro Paese si stia avviando a essere la Pompei del Duemila. © RIPRODUZIONE RISERVATA Pagina 10 Un mlpn al cuore del Rinaseilnent,, Pagina 23 di 51 press unE Il Sole12 30/05/2012 Danni fino a Mantova e Padova Chiese e campanili, ma questa volt a anche castelli, fortezze pa lazzi, in alcuni casi inten pi scoli centri storici. sto!' i terremoto ha colpito pesantemente il partimonio artistico delle zone tra Modena, Bologna e fattodi attodi veri e propri gioiell i del periodo rinascimenta le I danni sono arrivati fino a Mantova, . antova con i l crollo detcu po lino del ah ra i. della p chiesa di Santa barba Pad ova a ccentuate le ,\N Danni ai centro starico. Transenne in p i zza a Lreva icore: ventrata. La Rocca estense di Finale aveva già danni il2O maggio lesioni già presenti in due delle cupole d ella Basilica di t'Anton10, dove sori cr011 Sancornicioni anche cocionì e intona ci, a ridda é crollata anche la chies Pagina 10 Un colpo al cuore del Rimsein t Pagina 24 di 51 Il soler /,1 press LinE 30/05/2012 • • Panico in tutto nil Nord, evacuate le scuole Nel Mantovano sette feriti e 1.350 sfollati, a Milano i dipendenti fatti uscire dal Pirellone e dalla Fiera Mauro Pizzin Una mattinata di paura. Dopo un prologo premonitore in Calabria e Basilicata, dove alle ore 6.04 era stata registrata una scossa di magnitudo 2.8 tra le province di Cosenza e Potenza l'ottava nella zona negli ultimi due giorni - il doppio colpo di frusta che ha portato di nuovo morte e distruzione in Emilia ha gettato nel panico le popolazioni nel Nord e Centro Italia, fino alle Marche, ed è stato chiaramente avvertito anche oltre i confini nazionali a Lubiana, in Slovenia, e ancora in Austria, Istria e Croazia. In Piemonte, Liguria, Lombardia, Trentino-Alto Adige, Friuli-Venezia Giulia e soprattutto nel Veneto, con la Lombardia la regione più vicina all'epicentro del sisma, numerosi sono stati gli edifici evacuati, a partire dalle scuole. Ovunque i centralini dei numeri di emergenza dei vigili del fuoco sono stati messi in tilt a causa delle numerossime chiamate e richieste d'intervento. Difficoltà si sono registrate anche sul fronte dei trasporti, che hanno subito rallentamenti per poi tornare alla normalità. Sull'alta velocità Milano-Bologna i treni delle Ferrovie dello Stato, in applicazione dei protocolli di sicurezza a causa del terremoto, hanno ridotto la velocità a non più di 100 chilometri all'ora. È stata, inoltre, temporaneamente interrotta nel corso TIIMPODI I ID DIFFICOLTÀ Interrotta temporaneamente la tratta ferroviaria tra Piacenza e Bologna: i treni hanno ridotto la velocità a 1001<m/ora della mattinata la circolazione fra Piacenza e Bologna per consentire ai tecnici di controllare il funzionamento delle infrastrutture. Sospesa anche la circolazione sulle linee Padova-Bologna, Verona-Bologna e Verona-Mantova-Modena. Nel Nord-Est problemi anche sulle linee delle telefonia mobile. Anche fuori dall'Emilia si sono dovuti contare dei feriti. Sette, in particolare, le persone ricoverate negli ospedali del Mantovano, la provincia non emiliana che ieri ha p agato il conto più elevato, con 1.350 sfollati per i quali si è deciso di allestire una tendopoli da 500 posti a Moglia e altre nei comuni vicini per un totale di 1.50o. Ingenti anche i danni alle strutture. A Mantova la basilica palatina di Palazzo Ducale ha subito il crollo del cupolino e sono stati lesionati il museo diocesano e Palazzo Tè, capolavoro Il diametro del sisma ,.. ' ■ • \ a.i • N ‘N`s . \ : N \ e Monacomk.. o...,::...,N ''.»..,*:• •k. ."'k...,?..k....‹.." ,.;• •k....‹.." 'ti, •.\ ‘. ,,. • \\,, \ \ \ ‘•:‘, \ , • t, ''\\'k., ....., "k..rk. ',..;• •k....‹.." n. .k..::. .k. •■<k. ,,k:,. \ \\ .\\\ \\ ,\ \\\ 4Napah y.,:..x,,,, .>n• .k....‹.." \\\\ \ cinquecentesco. Crolli anche in diverse chiese nella zona Sud Est della provincia, dove è stata transennata, a Sermide, anche la sinagoga. Il primo cittadino di Gonzaga ha deciso la chiusura di tutte le attività pubbliche fino a domenica e altri sindaci hanno chiesto la fine anticipata dell'anno scolastico. Meno ingenti i danni nel resto della Lombardia. A Cisano Bergamasco, in provincia di Bergamo, il capannone di una trafileria è stato dichiarato inagibile, mentre a Milano è caduto qualche cornicione e si sono aperte delle crepe in un edificio scolastico. Nel capoluogo regionale diversi uffici pubblici, incluso il Pirellone, la Borsa e la Fiera di Rho-Pero, sono stati precauzionalmente evacuati nel corso della mattinata per eseguire dei controlli. In Veneto, dove le forti scosse di terremoto delle 9 e delle 13 hanno determinato un po' ovunque crolli di cornicioni e intonaco, un operaio è stato colpito da un pezzo di cornicione a Salara, in provincia di Rovigo, mentre allestiva le impalcature per la messa in sicurezza della chiesa. Portato all'ospedale di Trecenta per accertamenti, l'uomo è stato dimesso dopo poche ore. Danni sono stati registrati nella Basilica del Santo, a Padova, dove c'è stato il distacco di un paio di metri di soffitto, e in quella di Santa Giustina, dove un fedele è stato raggiunto alla testa da una piccola pietra. A Venezia la scossa ha fatto, invece, cadere una statua ai Giardini Papadopoli, in Piazzale Roma. Nella città lagunare è stata sentita anche la "voce" del terremoto, una sorta di rombo causato dalla vetustà degli infissi delle abitazioni. RIPRODUZIONE RISERVATA Pagina 11 Pagina 25 di 51 press LinE Il sule/ /,1 30/05/2012 Nel resto d'Italia La scossa è stata avvertita in tutto il Ce ntro -no r d. In Piemo nte, iguria, Lombardia, Trentino - Alto Adige, Friu li-Ve nezi a Giulia o prattutto nel Ve neto, n u mero sonostati gli edifici evacuati, partire dalle scuole. I n Veneto le sc osse ha nno determinato un p ovunque crolli di cornicion. intonaco Nella provincia dìl e antova si conta no 1.30 0 sfo [lati con sette ricoverati in °slacci a le, A , AMantova. Il ca pani ie lesi o nato della Illesa di San Benedetto Pio Firenze è stato evacuato ilPalazzo iu cd higiustizia, mentre a Pisa è stato so il Palazzo della Sapienza che ospita l'Ate neo della città 'A•ksit:19111@iftrk ano::: eicapoinogo ::: : iombattlosonostatitiatnatila:TeSdilélíatiiiiiiiiatet A Firenze. Evacuato pa la zz dí Giustizia Pagina 11 Pagina 26 di 51 II press LinE sule/ /,1 30/05/2012 Govem Oggi le decisioni in Consiglio dei ministri Monti: «Impegno subito» Ipotesi aumento della benzina ROMA Una nuova dichiarazione di stato di emergenza. Dopo la convocazione d'urgenza decisa ieri dal premier, Mario Monti, oggi il Consiglio dei ministri adotterà una decisione analoga a quella varata il 22 maggio, dopo le prime tragiche scosse. L'atto dellariunione a palazzo Chigi serve a far rientrare nello stato di emergenza le province, come quella di Rovigo, non coinvolte nella prima fase del sisma. Un provvedimento indispensabile per attivare, di conseguenza, tutte le misure e la gestione d'emergenza della Protezione civile, in realtà già partite. Nel pomeriggio, poi, il Governo definirà il decreto interministeriale per stabilire il rinvio degli obbli- ghi fiscali e contributivi a carico delle popolazioni colpite: una misura già confermata ieri dal presidente della Regione, Vasco Errani. Nella riunione di Governo, inoltre, sarà avviato - ma, probabilmente, sarà terminato in un Cdm successivo - l'esame del decreto legge che indicherà le misure più corpose da destinare all'Emilia-Romagna. Lo schema di lavoro del Governo in ogni caso prevede, intanto, la definizione ALLO STUDIO L'incremento di 2,5-3 centesimi potrebbe arrivare per decreto. Estensione del rinvio degli obblighi fiscali e contributivi a nuove zone dell'area di territorio interessata dal sisma di ieri. Si farà nell'arco di pochi giorni - un censimento dei comuni colpiti, necessario per definire una stima del fabbisogno finanziario. È molto probabile che a breve arrivi anche un'ordinanza di Protezione civile firmata dal capo del Dipartimento, prefetto Franco Gabrielli, così com'era accaduto a pochi giorni dalla prima dichiarazione dello stato di emergenza. Tra le varie ipotesi in circolazione per reperire fondi a favore delle popolazioni colpite dal terremoto c'è anche quella di un mini-aumento dell'accisa sulla b enzina. L'incremento dell'accisa dovrebbe arrivare per decreto e secondo le prime stime si parla di stime pari a 2,5-3 centesi- mi. L'intervento sulla benzina è già previsto dalla legge di riforma della Protezione civile e da quella sulle semplificazioni fiscali. Le ultime modifiche stabiliscono prima l'utilizzo dei fondi per la Protezione Civile, poi il ricorso al fondo spese impreviste: per quest'ultimo è previsto un meccanismo "automatico" di riempimento. Le risorse spese sono immediatamente e obbligatoriamente reintegrate con maggiori entrate derivanti dall'accisa dei carburanti, in misura «non superiore a cinque centesimi per litro». A questo si può aggiungere un ulteriore intervento: almomento della dichiarazione dello stato di emergenza le Regioni hanno facoltà di elevare l'imposta regionale sulla benzina di loro competenza, anche in questo caso fino al massimo di cinque centesimi al litro. Si tratta del terzo passaggio, quello che in realtà si cerca a tutti i costi di evitare. M. Lud. RIPRODUZIONE RISERVATA Pagina 12 Pagina 27 di 51 press LinE Il Sole12 30/05/2012 La dreab-a Le precisazioni del ministero Imposta agevolata per coltivatori e società agricole Gian Paolo Tosoni Il coefficiente moltiplicatore del reddito dominicale no, si applica in tutti i casi in cui il proprietario del terreno lo coltivi direttamente, che sia in possesso della qualifica di coltivatore diretto o imprenditore agricolo professionale (Iap) e sia iscritto nella previdenza agricola. In questo caso la norma (articolo 13, comma 5, del Dl 201/2011) non richiama le società agricole in possesso delle predette qualifiche, ma si dovrebbe giungere alla medesima conclusione. Infatti la circolare ministeriale 3/2012 dedica il capitolo 7 alla defmizione di coltivatore diretto e imprenditore agricolo professionale e ricomprende anche le società agricole di cui all'articolo i del Dlgs 99/2004. Fondamentale è la precisazione ministeriale secondo cui l'inquadramento logico sistematico in materia di imposta comunale porta alla conclusione che non è più possibile limitare la nozione di lap alle sole persone fisiche. Ne consegue che qualora una società agricola con la qualifica di lap e con l'amministratore o il socio iscritti nella gestione previdenziale Inps, sia proprietaria di un terreno agricolo, coltivato direttamente, ha diritto alle tre agevolazioni in materia di Imu: la base imponibile si ottiene moltiplicando per il coefficiente no il reddito dominicale rivalutato del 25%; se il terreno è compreso in un'area edificabile la base imponibile si determina su base catastale; si applicano le riduzioni della base imponibile fmo al valore di 32.000 euro. Esauriente la precisazione contenuta nel paragrafo 7.2 della circolare ministeriale in cui viene affermato che le agevotazioni per i terreni agricoli non si applicano in presenza di terreni affittati. Tuttavia qualora i proprietari coltivatori diretti o lap abbiano costituito una società di persone alla quale abbiano concesso in affitto o in comodato i terreni, continuano ad applicarsi le agevolazioni medesime. Infatti i proprietari mantengono il possesso del terreno in qualità di soci. La circolare non lo dice, ma a nostro parere, le agevolazioni non vengono meno se la compagine sociale sia formata anche da soggetti non proprietari dei terreni, che generalmente sono familiari. Manca invece un conferma ufficiale in ordine al caso della conduzione diretta del fon- l'igT.R.PRETAMME La nozione di imprenditore agricolo professionale non viene più limitata alle sole persone fisiche do agricolo da parte dei proprietari del terreno, con tutti i requisiti previsti dalla legge, i quali tuttavia non sono titolari della partita Iva in quanto intestata ad altro familiare. Nella sostanza si tratta della medesima situazione della conduzione societaria e quindi le agevolazioni dovrebbero essere applicate. Infine un ultimo dubbio riguarda l'applicazione del coefficiente no in luogo di 135, per la rivalutazione del reddito dominicale, in presenza di più comproprietari del terreno quando non tutti svolgono la coltivazione diretta. In materia di aree edificabili il ministero ha esteso a tutti i comproprietari l'agevolazione, ma riteniamo che tale fattispecie non sia ripetibile per il coefficiente moltiplicatore. Pagina 28 di 51 O RIPRODUZIONE RISERVATA Pagina 24 press LinE Il soler /,1 30/05/2012 Físealltà locak. La Bicamerale per il federalismo chiede la revisione — Governo sotto sulle deroghe al Patto 2010 Il Parlamento boccia l'Imu statale Tra le richieste: più autonomia e detrazioni «flessibili» Gianni Trovati MILANO «Sciogliere l'ambiguità dell'Imu, che contiene al suo interno sia la componente comunale sia quella erariale», aumentare i «margini di autonomia» dei Comuni e rendere più flessibili le detrazioni, affidandone la gestione ai sindaci. Il tutto da attuare in fretta, all'indomani dell'acconto di giugno e delle conseguenti informazioni "certe" sul gettito. L'imposta sugli immobili è il cuore dell'agenda consegnata a Governo e Parlamento dalla commissione Bicamerale per il federalismo fiscale, che ieri ha approvato in modo bipartisan il documento che fa il punto sullo stato di salute della riforma. Il voto è stato occasione anche per un incidente del Governo, che, nonostante il parere contrario, si è visto approvare un emendamento in cui si chiede di allentare le sanzioni per i Comuni (sono 48) che non hanno rispettato il Patto di stabilità nel 2010. Sul Patto, le notizie più importanti dovrebbero arrivare dalla discussione in Parlamento della riforma sulla protezio- ne civile, dopo che la richiesta lanciata ieri dal capogruppo Pd alla Camera Dario Franceschini di prevedere da subito deroghe per rilanciare gli impieghi delle risorse comunali (non solo in Emilia) ha incontrato il «sì» di Pdl, Idv e Lega. Rimane, naturalmente, il nodo degli effetti che ogni intervento rischia di produrre sugli equilibri di finanza pubblica. Nella Bicamerale di San Macuto, invece, i partiti (e in prima fila quelli della «strana maggioranza» che sostiene il Governo Monti), si sono concentrati soprattutto sull'Imu al debutto, per disegnare quella che Marco Causi (Pd), vicepresidente della commissione, defmisce una «significativa base di lavoro» per l'immediato futuro. I due problemi-chiave sono quelli noti. La presenza della «quota erariale», che di fatto ostacola la manovrabilità delle aliquote da parte dei Comuni e rende "ibrida" l'imposta, e le detrazioni fisse, uguali per tutti, che offrono sconti identici a soggetti con capacità contributive distantissime fra loro. L'idea che emerge dal documento, in linea con le proposte avanzate anche dall'Anci nelle scorse settimane, è quella di uno "scambio" fra il fondo sperimentale di riequilibrio e l'attribuzione ai sindaci della quota di Imu ora di targa statale, anche per attuare con una parte di queste risorse la perequazione fra territori che il fondo sperimen- tale non ha garantito. L'obiettivo è quello di tornare nel filone federalista abbandonato nell'emergenza, e affidare a un accresciuto margine di manovra dei sindaci la possibilità di alleggerire il carico nei confronti dei contribuenti più deboli. Il pacchetto delle detrazioni previsto oggi (200 euro più 5o per ogni figlio) vale 4,2 miliardi ed esenta dall'imposta il 30% delle abitazioni principali, ma si disinteressa della condizione effettiva dei contribuenti: la richiesta è quella di restituire ai Comuni una quota di autonomia anche in questo campo, prevedendo meccanismi più flessibili per collegare gli sconti alle «condizioni sociali ed economiche dei contribuenti». Il pacchetto di richieste è impegnativo anche dal punto di vista dei tempi, perché il documento approvato ieri chiede di rimettere mano all'imposta subito dopo aver chiuso i conti sulla rata di giugno. La commissione torna poi sul complicato intreccio delle Province, chiedendo di rinviare al 31 marzo 2013 la decadenza degli organi prevista per fine 2012, per dar tempo al Parlamento di superare il disordine causato dagli interventi frettolosi degli ultimi mesi. La riforma, in base a un emendamento presentato dall'ex ministro Linda Lanzillotta (Api), dovrà anche cancellare tutte le addizionali e sovratasse oggi in mano alle Province. [email protected] © RIPRODUZIONE RISERVATA Pagina 24 11Pallamentolxweia Ilmustatale RISI 01 IMPRESA S' OTA11"1:11r "F"' 4/15EONRETI Pagina 29 di 51 press LinE Il Sole/ /,1 30/05/2012 Per il Patto effetto domino nel 2013 Sul versante dei crediti comunali, che rappresentano il cuore vero del problema dei mancati pagamenti soprattutto per le imprese edilizie, rimane da sciogliere il nodo del Patto di stabilità, cioè la ragione effettiva dei tempi di attesa imposti ai creditori. «I nuovi decreti - osservano i tecnici Anci dopo la Conferenza unificata - non aggiungono nulla rispetto alla disciplina attuale». Certificazione e obbligatorietà della cessione, infatti, erano già previsti, mentre viene confermato l'obbligo per i pagamenti in conto capitale di rispettare tutti gli attuali vincoli di finanza pubblica. Dal momento che i soldi in cassa ci sono, ma non possono essere utilizzati proprio a causa delle regole che non vengono modificate, il risultato può essere paradossale: nella prima fase gli amministratori locali ipotizzano un'accelerazione nelle richieste di certificazioni, che danno diritto all'effettivo versamento entro un anno, con il risultato che «gli spazi peri pagamenti nel 2013 saranno saturati molto presto», peggiorando ulteriormente il quadro. RIPRODUZIONE RISERVATA Pagina 47 Pagina 30 di 51 press LinE Il Sole12 30/05/2012 ::::::::::::: Il malessere delle imprese, Soluzione prospettata in un emendamento dei relatori al decreto spending review Debiti ls d . 9 sal Estesa allo Stato la compensazione con i crediti commerciali a ruolo Carmine Fotina Marco Rogari ROMA La soluzione per estendere alle regioni del Sud le misure sblocca-pagamenti arriverà con il decreto sulla spending review. Sfumata l'ipotesi di intervenire con il decreto sviluppo, che oggi sarà esaminato dal Consiglio dei ministri, è passata la linea dell'emendamento. Il testo, depositato ieri al Senato dai relatori del provvedim ento, Fra ncesco Sanno (Pd) e Gilberto Pichetto Fratin (Pdl), interviene modificando direttamente la norma primaria (presente nel decreto 185 del 2008) che ha escluso dal meccanismo le regioni impegnate in piani di rientro dall'extra-deficit sanitario: Piemonte, Lazio, Abruzzo, Molise, Campania, Puglia, Calabria e Sicilia. Ma l'emendamento vaben oltre, intervenendo nel dettaglio anche sulla norma relativa alle compensazioni tra crediti commerciali e debiti fiscali e contributivi iscrittia ruolo. Il meccanismo viene esteso anche ai debiti maturati dallo Stato nei confronti dello Stato e dagli enti pubblici nazionali. Possibilità questa fmo ad oggi limitata ai debiti accumulati da Regioni, enti locali e strutture del sen izio sanitario nazionale. La modifica sarà recepita anche nel decreto attuativo sulle compensazioni ora all'esame della Conferenza Stato Regioni. Il correttivo depositato ieri sera nelle commissioni Affari costituzionali e Bilancio riduce anche da do a 3o giorni il termine entro cui l'amministrazione debitrice deve provvedere, su richiesta dell'impresa, alla certificazione dei crediti e fa entrare nell'alveo dell'intervento messo a punto dal Governo anche le Regioni con piani di rientro sanitario fin qui rimaste fuori. Sulla base dell'emendamento di Sanna e Pichetto Fratin le sole strutture pubbliche a non poter rilasciare la certificazione rimarrebbero gli enti del Servi- TEMPI RiR STRETTI Ridotto da 60 a 30 giorni il termine entro cui l'amministrazione debitrice deve provvedere aria certificazione zio sanitario nazionale,As1 intesta, delle regioni con programmi di rientro dal "rosso" accumulato per la sanità. Ma in realtà si tratta di un'esclusione parziale. La proposta di modifica depositata al Senato introduce infatti una "clausola di salvezza" per le attestazioni rilasciate alle regioni che risultavano già commissariate nel zoio o con già in corso operazioni di gestione del debito sanitario. A questo punto resta da vedere se l'emendamento presentato dairelatori passerà nell'attuale versione. Questa mattina scade il termine perla presentazione dei sub emendamenti e già in serata le commissioni Affaricostituziona li e Bilancio del Sena- te potrebbero dare il via alle votazioni sugli emendamenti con l'obiettivo di chiudere l'esame del provvedimento la prossima settimana e passare il testo all'Aula di Palazzo Madama. Lo stop alle regioni meridionali aveva innescato una dura polemica, condotta in prima persona dai governatori e supportala dalle principali asso ciazioniimprenditoriali che in questi giorni avevano anche preparato una lettera molto dura nel caso non si fosse trovata la quadratura del cerchio a livello politico. Va anche detto che resta alta l'attenzione su un altro fronte, quello relativo al recepimento della direttiva Ue sui tempi di pagamento tra privati e tra Pubblica amministrazione e privati. Ieri il ministro degli Affari europeiEnzo Moavero ha prefigurato un recepimento non certo imminente vista la possibilità di rinnovare la delega. «Il governo in Italia - ha spiegato Moavero - ha una delega che scade in autunno e che sarà rinnovata fino alla data di scadenza termini di recepimento. Intenzione del governo è di procedere in tempirapidi, certo entro itermini». La direttiva però - ha aggiunto il ministro - «prevede disposizioni che va lgono perii futuro, non si occupa dello stock del debito già esistente. Rispetto a questo, il governo ha preso due linee, una ncll'Uc e l'altra a livello interno, con la prima tranche annunciata dai ministri Grilli e Passera dei debitipagati alle imprese». GJ RIPROCUZIO NE RISERV/ ■ TA Pagina 47 Pagina 31 di 51 press LinE Il Solere /,1 30/05/2012 Zsa & sviluppa. Nel piano città le modifiche legislative, il cda pronto a sbloccare nuove iniziative p rafforza il social housing Approda alla Sgr della Cassa la «squadra» di Fondazione Cariplo Massimo Frontera Aumenta il coinvolgimento finanziario della Cassa depositi e prestiti nei programmi di social housing, promettendo di sbloccare molte iniziative che, in tempo di crisi, non trovano tutto il capitale privato necessario a finanziarle. E intanto si irrobustisce la struttura di Cdp Investimenti Sgr, gestore del maxi-fondo di 2 miliardi (Fia Investimenti per l'Abitare) nato per promuovere gli alloggi economici. In programma c'è anche una robusta tranche di iniziative che sarà sbloccata nel primo cda utile a giugno. Cdp Investimenti Sgr sta formalizzando in questi giorni l'ingresso in blocco di profe ssionalità specializzate nellavalutazione tecnico-economica e finanziaria delle iniziative immobiliari.La squadra di otto risorse pro viene da Fondazione Housing Sociale (Fondazione Cariplo). Di fatto, Fhs si svuota del suo cuore "finanziario" e lo porta in dote alla Sgr di Via Goito, che raggiunge un organico di 27 persone.Tutte le professionalità resteranno fisicamente a Milano. Il nome di punta è quello di Sergio Urbani (consigliere dele- LTETTo SALE M 60% Cresce il limite di impegno nei singoli progetti: sarà superato l'attuale vincolo del 40% per compensare le difficoltà di privati e locali ga to di Fhs), che assume il ruolo di condirettore di Cdp Investimenti Sgr con delega sulla strategia e le relazioni istituzionali. Urbani affianca l'attuale direttore Marco Sangiorgio. Il nuovo assetto operativo riflette anche un parziale ricambio del cda, che perde la figura dell'ammini- stratore delegato. President e resta Mattco Del Fante (attuale direttore generale di Cdp). La novità si incrocia anche con il cambio delle "regole del gioco" dell'edilizia privata sociale. È infatti imminente la norma dilegge (attesanel piano città annunciato dal governo) che consentirà a Cdp Investimenti Sgr di salire al 60% nell'equity dei fondi locali, superando l'attuale tetto del 4o per cento. Da una parte, la norma faciliterà l'avvio delle iniziative, grazie al maggiore cash fornito da Cdp. Dall'altra, correggerà sensibilmente l'effetto moltiplicatore degli investimenti. Se infatti i due miliardi di Cdp significavano un investimento finale di 5 miliardi nell'edilizia, la nuova norma finirà con il ridimensionare quest'ultimo valore (anche in termini di alloggi). Un esempio: restringendo il campo all'attuale disponibilità residua di circa t,55 miliardi del ma- xi-fondo, il coinvolgimento della Sgr al 6o% dei fondi locali si tradurrebbe in un volume complessivo di quasi 2,6 miliardi. Cifra inferiore ai quasi 3,0%miliardi calcolati con un impegno al 40% di Cdp. In ogni caso, l'operatività della norma è condizio- CASA 24 PLUS 2i ELMOLA DOMAN.ì L'abitare sociale in vetrina ad Eire I progetti di social housing che verranno presentati durante la fiera del real estate (a Milano dal 5 al 7 giugno), le sfide del settore turistico-alberghiero e le iniziative di Roma Capitale nata al consenso dei quot is t i del maxi-fondo e a una modifica del regolamento. Dovrebbe essere anche possibile utilizzare la norma sia sui nuovi fondi, sia su quelli già sottoscritti. Ma il vero guadagno prodotto dal doppio cambio di marcia si misurerà sui tempi, che promettono di essere più brevi. Sia nella fase di istruttoria. Sia - soprattutto - nel "fund raising" territoriale. La difficoltà nel trovare investimenti privati sul territorio è stato l'ostacolo che, in tempi di crisi, maggiormente ha frenato le iniziative di sviluppo. È anche prevedibile una maggiore concorrenza nei progetti da sottoporre al Fia. Il ma xi-fondo Investimenti per l'Abitare ammonta a 2,028 miliardi di etn-o. Il C da ha finora deliberato investimenti per 478 milioni di euro (di cui solo 144 milioni in modo definitivo), in 14 fondi locali. R,F2C17_ ➢01. RISERVATA Pagina 50 Pagina 32 di 51 press LinE Il Sole12 30/05/2012 Mirandola, biomedicale raso al suolo Mauro Mantovani, titolare della Aries, resta per ultimo nella fabbrica e muore Cesare Peruzzi MIRANDOLA. Dal nostro inviato Capannoni mezzo crollati, strade deserte, silenzio irreale. Il distretto produttivo di Mirandola è un campo di battaglia abbandonato, dove s'intravedono rare figure umane nei prati intorno alle fabbriche. Chi è rimasto accanto al posto di lavoro, dopo le due scosse del mattino e quella ugualmente violenta del pomeriggio, non sa capacitarsi e guarda sbigottito ciò che resta di uno dei più importanti poli manifatturieri dell'Emilia e del Paese, con 3,6 miliardi di ricavi complessivi e circa umila addetti, la maggior parte nel campo biomedicale, meccanico e alimentare. «Avevamo ripreso l'attività normale da un giorno e adesso ho negli occhi la paura dei nostri 23o dipendenti», racconta Francesco Benatti, amministratore delegato della B-Braun, consociata di una multinazionale tedesca che produce articoli per ospedali. «Per fortuna nessuno è rimasto ferito, ma i danni psicologici temo che siano rilevanti - aggiunge -. In questo momento, non so quando potremo tornare serenamente a lavorare e non perché almeno il io% dello stabilimento è stato lesionato: sono preoccupato per le prospettive del distretto, che è realmente in ginocchio, e non so come e quando riuscirò a chiedere alla gente di tornare in fabbrica». A poche decine di metri dalla B-Braun c'è il magazzino della Aries biomedical devices, dove ha perso la vita il titolare Mauro Mantovani, l'ultimo a uscire dopo la prima terribile scossa. Il tetto è crollato, letteralmente sbriciolato al suolo come se fosse stato colpito da un meteorite. La stessa sorte è toccata a moltissimi capannoni dell'area industriale: se il terremoto di una settimana fa aveva lesionato l'8" delle costruzioni industriali, il sisma di ieri ha praticamente messo a repentaglio l'intero patrimonio immobiliare del distretto. «Questo genere di strutture, soprattutto nelle par- ti più alte, ha mostrato una particolare sensibilità alla tipologia di scosse telluriche che stiamo registrando», spiega Nicola De Simone, ingegnere a capo della squadra del Genio di Reggio Emilia impegnata nei rilievi dentro il magazzino dove ha perso la vita Mantovani. La paura della gente è giustificata. E spiega come mai i paesi dell'intera zona siano ormai quasi spopolati: chiusi bar e negozi, da San Michele a Bomporto, da Solara a Cavezzo e San Prospero, chi può è andato via, da parenti e amici. Chi è rimasto, ha piantato tende e parcheggiato camper nei giardini, oppure bivacca all'aperto. Nessuno vuole farsi sorprendere al chiuso dalla prossima scossa, se arriverà. Per il polo manifatturiero di Mirandola si parla di danni molto sopra i 5oo milioni. Senza Il giro d'affari Mirandola è uno dei poli produttivi più importanti del Paese per il settore manifatturiero NN ■ ~: Gli addetti La aziende del territorio danno lavoro a circa 15nnila persone, concentrate nei comparti biomedicale, meccanico e alimentare. Il solo biomedicale vale 800 milioni, con 4mila addetti e oltre 100 imprese màom I danni I danni stimati per il polo di Mirandola Il primo sisma La scossa di una settimana fa aveva già danneggiato l'80% degli edifici industriali della zona Pagina 33 di 51 considerare i problemi dello stop produttivo e le prospettive incerte della ripresa. «È stato il colpo di grazia, proprio quando le aziende stavano ripartendo», fa notare Giovanni Messori, direttore dell'Unione industriali di Modena. «Però non ci arrendiamo», aggiunge, sottolineando la decisione di confermare la data di lunedì prossimo per l'assemblea della Confindustria provinciale. Di «rischio per le forniture ospedaliere» da parte delle aziende del polo di Mirandola (nel settore biomedicale sono più di cento, con 4mila addetti e circa 800 milioni di fatturato), ormai tutte ferme e senza visibilità sui tempi della possibile riapertura, parla anche Stefano Rimondi, titolare della Bellco (apparecchi per la dialisi) e presidente di Assobiomedica. «La produzione è bloccata e i danni alle strutture sono ingenti», commenta. Sembra quasi che il terremoto che ha colpito l'Emilia abbia voluto sfogare la sua rabbia puntando chirurgicamente su Mirandola. «Eppure dopo le scosse di domenica scorsa siamo quasi rimasti nell'ombra - si lamenta Sandra Cavicchioli, alla guida della Ofmec (azienda meccanica) l'attenzione principale è andata per i centri storici, come forse è giusto e normale, ma qui ci sono migliaia di vite e di posti di lavoro messi a rischio». Nel mirino di una parte dell'opinione pubblica è finito anche il progetto della Ers per costruire un gigantesco deposito di gas nel sottosuolo di Rivara, a pochi chilometri da Mirandola. «Dopo quello che è successo sarebbe davvero insopportabile», commenta Cavicchioli. Il Comune di Rivara non ha ancora dato l'ok, ma i timori e le preoccupazioni aumentano. Spingere miliardi di metri cubi di gas nelle viscere della terra può creare problemi in superficie?», si domanda Benatti. Tra i fantasmi che ora percorrono il distretto di Mirandola si aggira anche quello del sospetto. © RIPRODUZIONE RISERVATA Pagina 3 nedicale ra,o al suolo „ „„ II soler /,1 press LinE 30/05/2012 Gli apice ntri In nero e zo ne più colpite e il numero di vittime USCO 9,00 Pegognag San Possidonto medicale ra,o al suolo Pagina 34 di 51 press unE Il Sole12 30/05/2012 Apendelngtnoeithk, :Ler /terremoto ha ffi , ggpo:to ppgqde,Todgrièsk.dhé;à:htit: 'd ilsisma di diecigiornifa. Nelle "9" Ai?00,..40:eyooho•::ttittlitt mgOri,qhg::hannitiftdd:attdr " dgwautotidbítkeo*oggoill 000e000e9::oettA:boi,àtiàil'd e ppl:ifflippd@iliteditOttd: lp.rpglicateurti15ét4tó ‘#,„eloi:csté, gbdthé:gi.,:egg#,44trfacci !pìchegu:Itilh6W: rnoceriéd016rúé4gmirotw.::: ffiewdeghOterjdipri:etl o iliàitv ú Metadi5an FétiOttdPMieii;dispebitóitéditotistiéghi: nata dal crollo di un palazzo a Mir ndola r99Rgpr„pi:,5rpitapótltttéW pgrtrititi itgtitO di del Fuoco al lavoro a M edolla Pagina 3 netlica.le.ra ,,, ,a1 suolo Pagina 35 di 51 press LinE Il soler /,1 30/05/2012 Finale Emilia, crolla la ceramica Nel Nord Est del comparto le linee di produzione si sono disallineate e bloccate Marco Magrini FINALE EMILIA. Dal nostro inviato Immaginate un forno lungo che pesa unnumero imprecisato di tonnellate. Laviolenta scossa tellurica di due domeniche fa, l'ha fatto crollare dai binari dov'era appoggiato e ora bisogna rialzarlo. «E difficile dire quanto ci vorrà- dice sconsolato Paolo Bonvicini, un tecnico di Opera, una delle tante aziende ceramiche del Modenese - per il semplice motivo che bisogna inventarsi tutto di sana pianta: non era mai successo nulla del genere». Ieri erano in programmai primi tentativi di recupero, ma la scossa alle 9 di mattina ha rimesso tutto in gioco. Non si può dire che il sisma abbia messo in ginocchio l'industria emiliana della piastrella, in questo distretto produttivo che sforna il 73% della produzione nazionale: lamaggior parte degli sta120 metri, bilimenti sta di casa a Sassuolo, dove la terra che trema ha generato paura ma nessun danno Però ha seriamente compromesso le attività industriali più a nordest, fra Camposanto (dove ha sede Opera) e Finale Emilia, dove Marazzi, Panariagroup, Atlas Concorde, Abk e Moma hanno dovuto interrompere la produzione: tutti i forni si sono disallineati. E non si tratta di forni qualunque. «Quando è arrivato il primo sisma - dice Andrea Vizzini, un'operaio ceramico di Finale Emilia incontrato in un centro per sfollati, che non vuol dire il PREVISMW: Giuliano Pini (Panariagroup): «Contiamo di riavviare parte della produzione fra un mese, ma credo ce ne vorranno tre per tornare alla normalità» ANEP nome dell'azienda per la quale lavora - il nostro forno era acceso a 1.200 gradi centigradi. Ci vogliono due giorni per spegnere una macchina del genere. Si è anche spezzata una conduttura di metano: diciamo che, a conti fatti, è andatabene». Ed è andatabene che nessuno dei capannoni sia crollato, con la triste eccezione della Ceramica Sant'Agostino, che col prima sisma ha avuto due vittime. «Dei nostri sette forni - racconta all'ingresso della fabbrica Giuliano Pini, amministratore delegato in maniche di camicia della Panariagroup - cinque si sono disallineati e altri due hanno registrato minori problemi. Contiamo di riavviare parte della produzione fra un mese. Ma credo ce ne vorranno tre per tornare alla normalità».I 32o operai della fabbrica andranno inevitabilmente in cassa integrazione. E i danni? qualcosa ha aggravato: il morale dei lavoratori e dellagente. «Mentre ci stavamo preparando ai lavori di ricostruzione- ammette Pini - il nuovo sisma ha minato l'ottimismo». Anche perché, come ieri commentavano nei bar di Finale Emilia- dove l'argomento di dibattito è all'improvviso uno solo - non è stata una scossa di assestamento, ma un nuovo terremoto vero e proprio. E infatti, le tende nei giardini della case, i camper presi a noleggio e anche le fughe dall'epicentro («Per fortuna che stamattina ho portato la famiglia a Milano», dice un addetto alla sicurezza di Panariagroup) parlano chiaro: la Pianura Padana, nonostante la diffusa credenza, non è immune dai terremoti. Dopo quello di ieri, l'industria ceramica di Finale Emilia a dintorni vede il tanto ambito ritorno alla normalità che si allontana. O RIPRODUZIONE RISERVATA «Li stimiamo fra i to e i 15 milioni di euro - risponde Pini - ma senza tenere conto della mancata produzione». Già, le piastrelle. I frutti decennali dell'imprenditoria emiliana, già oggetto di case history nelle università di mezzo mondo, restano impilati sui pallet nei magazzini a cielo aperto. «Da noi sono crollati 3oomila metri quadri di piastrelle già pronte per la spedizione», confessa Bonvicini. «Adesso bisognerà aprire i pacchi e controllare le piastrelle una ad una», lamenta Vizzini. «I danni complessivi del primo sisma spiega Andrea Serri di Confindustria Ceramica, che ha ovviamente sede a Sassuolo - si aggirano sui no milioni di euro. Si tratta di una stima ancora provvisoria, ma che non sembra essere stataparticolarmente aggravata dall'ultimo sisma». La scossa tellurica di ieri però, Pagina 4 Pagina 36 di 51 press unE Il Sole12 30/05/2012 :(0!itiofitàtfititiatt , 8mi Le [a retta peroeneedebberidóherele: si prapr.„:i etrirOzient InneA" f daeggúimgigffiiti:i,q4gt.#0etersre°mo9.ttdi m#ggi9;:chOhatOl 't l::: stesse zone, porta ndo i l batate a o:paura:ere:lesioni :prov srenranonnatótterta::: tileiitirOOanelperpre0:eu e, dr„hrnera5raspedOkCarp i(20 gazienti:rraériti),mroo,: 01 dFiiii areEthime(140p,•:ogenil)A2OAngt Modena ,ag:orrrestruttnretra: Per strada. Lati. I pazien di fa rimastetuttoilg ospedale di Mirandola sono stati evacu Pagina 37 di 51 Tehd00 WS:ory a pert ore :ne: lberghi pressunE Il soler /,1 30/05/2012 «Capannoni non di carta velina» Squinzi: gli esperti non avevano previsto - Camusso: stabilimenti insicuri Nicoletta Picchio ROMA Un terremoto «oltre il prevedibile». Giorgio Squinzi tra oggi e domani sarà in Emilia. Operai morti, altri dispersi: il mondo del lavoro ha avuto le sue vittime nella tragedia di ieri mattina. Con gli stabilimenti che qualcuno ha messo sotto accusa, anche se i crolli e i decessi sono avvenuti in fabbriche che avevano avuto l'agibilità. All'azienda Meni.> di Mirandola la scossa ha sorpreso i tecnici proprio mentre facevano le verifiche sullo stabilimento, per fortuna senza morti. «Servirà molta prudenza, almeno per i prossimi mesi. La situazione è estremamente seria, non sembrava così drammatica», ha commentato il presidente di Confindustria. Che contesta le accuse nei confronti del mondo imprenditoriale, in parti- colare per l'area della ceramica di Modena: «Non è vero che sono crollati capannoni di carta velina, si tratta di aziende costruite con tutti i crismi. Ho parlato con un imprenditore, mi ha raccontato che dal1570 non si verificano terremoti nell'area colpita», ha detto Squinzi. Ed ha sottolineato: «Neanche la Protezione civile e gli esperti avevano previsto quello che è successo». Le polemiche sono arrivate dalla Cgil, con Susanna Camusso che ha accusato le imprese di non aver messo in sicurezza gli stabilimenti, prima di far tornare al lavoro gli operai. Se per Luigi Angeletti, leader della Uil, si è trattato di una «tragedia imprevedibile», per il numero uno della Cisl, Raffaele Bonanni, bisognava accertare la reale stabilità dei capannoni: «Le morti si potevano evitare». Su Twitter Beppe Grillo parla di «capannoni di sangue, venuti giù come castelli di carte», prendendosela anche con le regole in vigore: «la normativa antisismica vigente non prevede terremoti di questa forza». Resta il fatto che la Bbg di Mirandola, dove ci sono stati morti, aveva ottenuto l'agibilità ed aveva ri aperto l'altro ieri ed anche alla Haematronic di Merolla, come racconta una dipendente, venerdì scorso era arrivato il via libera alla ripresa dell'attività. «E una situazione di assoluta gravità», ha commentato ieri in una nota il presidente della Conl'industria Emilia Romagna, Gaetano Maccaferri, vice presidente di Confindustria per le politiche regionali. Tutti gli imprenditori, ha detto, sono preoccupati. «Misure urgenti e immediate» le chiedono anche gli industriali di Ferrara. IDP RODU D. E RISERVA, RACCOLTA FO Confindustria, Cgil, Cis1 e Uil: aiuti all'Emilia Confindustria e Cgil, Cisl e Uil hanno varato una iniziativa congiunta per aiutare le popolazioni, i lavoratori e il sistema produttivo dei territori dell'Emilia-Romagna, in particolare le province di Ferrara, Modena e Bologna, e della provincia di Mantova, colpite dal sisma di questi giorni. Le parti sociali hanno deciso di favorire la raccolta in azienda di contributi volontari da parte dei singoli lavoratori tramite la trattenuta dallabusta paga dell'equivalente di un'ora di lavoro, e di invita- re le aziende a devolvere un contributo equivalente per la medesima finalità. Con questo gesto si intendono fornire interventi di sostegno alle popolazioni, ai lavoratori e ai sistemi produttivi così duramente colpiti, secondo modalità e forme che le parti individueranno con l'obiettivo di garantire la certezza della destinazione e la loro più rapida utilizzazione ai fini della ricostruzione. I contributi dovranno essere versati sul conto corrente n.129 oo presso Carisbo Sp a di Bologna (Gruppo Intesa Sanpaolo), Iban ITfiNo 6385024cm000mm2900 intestato a «Confindustria, Cgil, Cisl, Uil fondo intervento a favore delle popolazioni, dei lavoratori e dei sistemi produttivi della regione Emilia-Romagna e della provincia di Mantova». La mobilitazione delta politica I l mondo polit co ieri si è stretto intorno all'Erri ha Romagna . In mattinata il presidente del Consiglio Mario Monti ha incontrato a a lazzo Chig" il presidente della regione colpita Vasto Errati i ch serata ha dich arato: HIlGovemo e onti rinvierà gli adempimenti fiscali ed anche quelli Perrtentf n paga mento e di mutui» Molti' i n visita sui tuoghi . del terremoto, da l leader Pd Pie r Lu IL premier e il governatore. M a Bersani al min stro Anna Ma ria Cancellieri 'Entrn mera la Camera ha osservato un minuto di silenzio in onore delle vittime LDPRD5 Pagina 12 1111C1: :: Onore alle vittime. La Camera durante il mi n uto di silenzio Cesare Pagina 38 di 51 ferenzastampo:OeUet press LinE Il Sole12 30/05/2012 • ANSA Napolitano: 2 giugno dedicato alle vittime del sisma «Celebreremo il 2 giugno sobriamente e dedicheremo le celebrazioni alle popolazioni colpite dal terremoto». Lo ha detto ieri il capo dello Stato, Giorgio Napolitano (nella foto con il sindaco di Gemona Carlo Urbani), davanti ai sindaci del Friuli. Subito dopo il nuovo sisma, su Twitter è partita una mobilitazione, sostenuta anche da politici di diversi schieramenti, per chiedere l'annullamento della parata militare in programma ai Fori imperiali in modo da destinare i fondi alle zone terremotate. Molte divisioni tra le forze politiche. 114 giugno giornata di lutto nazionale. Pagina 12 Pagina 39 di 51 press LinE 30/05/2012 II soler /,1 CDIS La amppa dei k fischh3 Possono essere risanate con una spesa media di 50mila euro Allarme Enea: in pericolo 3,5 milioni di abitazioni Federico Rendina A rischio almeno la metà delle abitazioni costruite nelle zone a rischio sismico ufficiale, a cui si devono aggiungere quelle coinvolte nella nuova mappa del rischio disegnata dai terremoti in Emilia. Ma in pericolo, se si considerano le caratteristiche dell'intero parco-edifici italiano, sarebbe quasi uno su dieci. Oltre 3,5 milioni di unità abitative sui circa 37 milioni. Nei centri storici, ma anche e forse soprattutto - avvertono gli esperti - nelle aree edificate con gran velocità e pochi controlli negli Anni 6o. La cattiva notizia verrà data oggi dai rappresentanti dell'ordine degli ingegneri e dai tecni- ci dell'Enea in un'audizione alla Commissione ambiente della Camera. Ma ecco, sempre da loro, un messaggio più confortante: risanare le nostre abitazioni non è impossibile. Certamente è costoso. Attorno «ai 50mila euro ad alloggio» stima il professor Ezio Dolara in una relazione presentata nei giorni scorsi in un convegno all'Enea. Cifre importanti ma che rendono l'operazione praticabile, considerando - insistono gli ingegneri - i costi complessivi più o meno equivalenti che l'Italia deve sostenere, solo sul fronte finanziario, riferito all'edilizia e alle relative infrastrutture e senza considerare le sciagure in termini di vite umane e esi- stenze comunque minate, per fronteggiare i disastri provocati dai terremoti e dalle calamità naturali: 162 miliardi di euro mobilitati tra il 1968 e il 2009 per tamponare i danni della terra che trema, circa 4 miliardi l'anno in ricostruzioni e recuperi (tra ime i 15 miliardi il costo stimato per il solo terremoto in Abruzzo). Molta spesa ma molta resa, da un intervento organico sul fronte della prevenzione. Gli ingegneri e gli scienziati dell'Enea ne approfitteranno oggi per rilanciare la proposta di un'assicurazione obbligatoria degli edifici, magari inserita in una combinazione di interventi e relativi incentivi per l'ef- fìcienza energetica. Perché proprio l'assicurazione - rimarcano i rappresentanti del gruppo di lavoro che sta rilanciando la proposta, partecipato dall'Ordine degli ingegneri e dall'Enea ma anche da altre organizzazioni professionali - è lo strumento ideale per innescare un sistema automatico di controlli ed eventuali adeguamenti, visto che nessuno assicurerebbe un edificio non certificato. Oneri insopportabili? La raccolta dalle polizze mobiliterebbe - stimano gli estensori della proposta - tra i 2,8 e i 3,7 miliardi l'anno, sette-otto volte meno del gettito della nuova Imu, con una spesa tra i 75 e i loo euro l'anno ad abitazione. Che naturalmente andrà prima adeguato con strumenti finanziari che si presume possano avere, nell'ambito di una disciplina complessiva che comprenda anche l'efficienza energetica, sostegni pubblici anche significativi. RIPRODUZIONE RISERVATA Pagina 12 Pagina 40 di 51 press LinE Il Sole/2 30/05/2012 UQV. 3 codke, Approvate le correzioni Documentazione antimafia obbligatoria per i sindaci Antonio brio La documentazione antimafia diventa obbligatoria anche per i sindaci e i componenti degli organismi di vigilanza e i loro familiari conviventi. A prevederlo è il decreto legislativo contenente disposizioni correttive al codice antimafia approvato nei giorni scorsi dal Consiglio dei ministri. Il decreto legislativo 159 del 2011 prevede, in particolare, che le pubbliche amministrazioni e gli enti pubblici, anche costituiti in stazioni uniche appaltanti, gli enti e le aziende vigilati dallo Stato o da altro ente pubblico e le società o imprese comunque control- late dallo Stato o da altro ente pubblico nonché i concessionari di opere pubbliche, devono acquisire la documentazione antimafia prima di stipulare, approvare o autorizzare i contra tti e subcontratti relativi a lavori, servizi e forniture. Fanno eccezione sia la stipulazione o approvazione di contratti e la concessione di L'Amano M SP L'estensione riguarda anche i componenti degli organismi di vigilanza e i familiari conviventi erogazioni a favore di soggetti e aziende esercenti attività agricole o professionali, nonché artigiani e lavoratori autonomi, sia più in generale i provvedimenti(atti, contratti e erogazioni) il cui valore complessivo non supera i 150.000 euro. Le persone, cui deve riferirsi la documentazione antimafia, sono individuate dall'articolo 85 del decreto 159 che differenzia in base alla tipologia di impresa. Ad esempio, per le ditte individuali, essa riguarda il titolare ed il direttore tecnico, ove previsto; in caso associazioni, società, consorzi e rag- gruppamenti temporanei di imprese, oltre al direttore tecnico, essa riguarda anche il legale rappresentante e i componenti dell'organo di amministrazione. Per le società di capitali, la certificazione riguarda anche il socio di maggioranza, se il numero dei soci è pari o inferiore a quattro; per i consorzi è interessato chi ne ha la rappresentanza e gli imprenditori o società consorziate; per le società semplice e in nome collettivo, tutti i soci. Con le modifiche contenute nel decreto legislativo approvato ieri, viene previsto che per le associazioni e società di qualunque tipo, anche prive di personalità giuridica, la documentazione antimafia dovrà riguardare anche: a) i membri del collegio sindacale o il sindaco unico; b) i componenti degli organismi di vigilanza alla luce del decreto legislativo 231 del 2001. Viene ancora previsto che per le società costituite all'estero, prive di una sede secondaria con rappresentanza stabile nel territorio dello Stato, la documentazione riguarda coloro che esercitano poteri di amministrazione, di rappresentanza o di direzione dell'impresa. Sono, inoltre, introdotti ulteriori adempimenti perle società di capi tali concessionarie dei giochi pubblici, la cui documentazione antimafia dovrà ora riferirsi anche ai soci persone fisiche che detengono, anche indirettamente, una partecipazione al c apitale o al patrimonio superiore al 2 per cento, ed ai direttori generali. Si ricorda, infine, che l'informazione antimafia, riguarda anche i familiari conviventi. IN RIPRODUZIONE PISERVALI Pagina 27 Fisco non deve vessare» Pagina 41 di 51 ante nti Pia. p r 5 r be ci empt di pagamento a pubblica a mini ,rt eriverebbera benefici per le t rese ita/ian q a- ' a zbii in 5 miliardi di curo A quantificarli è unoestudio condtaI-Cr,l'siuopectv,ronòdel Consiglio nazionale dei dottori com rcialisti e degli esperti ' contabili (Cndcec). Lo studio spiega come l'impegno del verno a recepire entro il 2012 la direttiva europea sui ritardati pagamenti (norma, che si andrebbe ad aggiungere ai quat o decreti varati dall'esecutivo imani scorsa in materia, crediti della p.a.) «comporebbe la riduzione di 213 dei mpi attuali di. pagamento, stimati per'112012 in 90 giorni di H governo apre il borsellino media. Un dato, quest'ultimo, che pone l'Italia in testa alla poco invidiabile classifica tra i grandi paesi europei dal mo ' è di mento che la stessa media 21 giorni in Francia 18 nel Regno Unito e addirittura "n Germania^ Ora, con questi empi e in assenza di interventi decisivi, l'Istituto per la competitività dice che l'Italia accuserà quest'anno costi totali per le imprese pari 2,5 miliardi di curo. E esto perché, per soppertre alla carenza liquidità, le imprese 'fornitrici (e quelle sub-fornitrici, nel caso in cui le prime scarichino parte del problema sulle seconde) «saran no costrette' a rivolgersi al mercato finanziario per mantenere fede a i propri programmi di spesa^ chiosal'I-Cont Ora, ria ap b pic re vl ed aalla e un tasso d'interesse medio sui prestiti banca p.a. nei confronti dei fornitori, Com stima per il 2012, per í fornitori p.a., un extracosto dovuto al ritardo nei pagamenti pari a 2,35 mld'di euro, in crescita sugli 1,97 mld del 2011. Dal cr,diel Imvarui ridir impmwe rgeqe,fiTmli della p.o. sarunnnoTtificati woranti kloli speciali ad pubblico Pagina 37 il consumo di energia in etichetta Pagina 42 di 51 La commissione La Loggia impegna il governo a riprendere il cammino delle riforme Un tagliando per i1 federalismo Imu: più detrazioni ed esenzioni. Tasse provinciali congelate DI FRANCESCO CERISANO p iù poteri ai comuni su aliquote e detrazioni Imu in modo da consentire ai sindaci di ridurre il carico fiscale sulla prima casa. I:imposta municipale sugli immobili, quando cesserà di essere «sperimentale» ed entrerà a regime, dovrà assomigliare il più possibile a quella immaginata dal federalismo fiscale, restituendo ai municipi quei margini di manovra che oggi non hanno. L'obiettivo è incrementare il numero di cittadini completamente esclusi dal prelievo (oggi circa il 30%) individuando casi di esenzione parziale o totale «in relazione alle condizioni sociali ed economiche dei contribuenti». A impegnare il governo ad avviare una fase due del federalismo fiscale, che porti anche a un restyling complessivo della disciplina Imu, è la Commissione bicamerale presieduta da Enrico La Loggia nella risoluzione (anticipata da ItaliaOggi il 9 e 18 maggio 2012) approvata ieri. Uobiettivo dei parlamentari di palazzo San Macuto è chiaro: «Capire le intenzioni dell'esecutivo sul federalismo perché lasciare una riforma a metà è peggio che non averla mai fatta», dice a ItaliaOggi, Enrico La Loggia. E nel frattempo realizzare un'Imu che sia «più equa e realmente municipale». La Bicamerale insomma vuole stanare Mario Monti dall'immobilismo e indurre il governo a fare chiarezza su molti punti ancora in sospeso. A cominciare dal federalismo demaniale rimasto sulla carta per la mancata emanazione dei dpcm attuativi attesi da un anno. Nonostante le rassicurazioni fatte dal premier all'Anci sul fatto che la macchina organizzativa per il trasferimento dei beni demaniali agli enti locali si sarebbe presto rimessa in moto, la Bicamerale continua ad avanzare dubbi. Nella bozza di risoluzione anticipata da ItaliaOggi il 18 maggio la Commissione chiedeva «se necessario, di rivedere la disciplina dettata dal dlgs 85/2010 alla luce della priorità che va assegnata a una decisa azione di riduzione del debito pubblico». Da attuare come? Nel testo varato ieri la Commissione esce allo scoperto: «Anche attraverso la valutazione di una possibile dismissione immobiliare». La Loggia auspica che su questo, come su tutto il testo della risoluzione, si possa presto aprire un dibattito parlamentare per capire cosa vuole fare Monti. «Vuole continuare sulla strada del demanio ai comuni o tornare indietro?», si chiede. «I sindaci e i cittadini hanno il diritto di saperlo». Un altro nervo scoperto riguarda l'aumento delle stema federalista». Ma l'elenco dei desiderata di palazzo San Macuto non si ferma qui. La Bicamerale ha impegnato il governo a insistere sulla perequazione (oggi limitata al fondo di riequilibrio) coinvolgendo le regioni a statuto speciale nel processo attuativo del federalismo. E nella convinzione che i fabbisogni standard debbano essere la via maestra per realizzare la spending review negli enti locali, i parlamentari si sono dati sei mesi di tempo per verificare lo stato di attuazione dei parametri di spesa necessari per uscire dalla logica della spesa storica. La maggioranza che sostiene il governo è stata invece battuta su un emendamento, presentato da Rolando Nannicini del Pd e passato con i voti a favore di Idv e Lega, che chiede l'allentamento delle sanzioni per i comuni che nel 2010 hanno sforato il patto di stabilità. L'emendamento ha ricevuto il parere contrario del sottosegretario all'economia Vieri Ceriani, ma il Pd, tranne il capogruppo in commissione Walter Vitali, ha votato contro il parere dell'esecutivo. Pagina 43 di 51 tasse provinciali. Nonostante siano destinate a trasformarsi in enti di secondo livello, le province hanno spinto decisamente sulla leva fiscale. Tra Re auto, addizionale sui rifiuti e Ipt proporzionale alla potenza del veicolo, le province, ancorché avviate sul viale del tramonto, stanno rimpinguando le casse. La commissione La Loggia chiede a Monti un dietrofront. E auspica una conferma degli attuali organi di governo fino al 31 marzo 2013 in modo da dare al parlamento il tempo necessario per mettere a punto «una riforma organica delle istituzioni dì area vasta» eliminando «sovrapposizioni e ridondanze». Nel frattempo, se entro fine anno le province non saranno state soppresse, la Commissione, accogliendo un emendamento di Linda Lanzillotta, chiede che le tasse provinciali restino congelate al livello del 2011. «È un piccolo atto concreto nella direzione di una riduzione della pressione fiscale e della spesa pubblica», ha commentato Lanzillotta, >e al contempo uno stimolo a intervenire con urgenza per la semplificazione del si- Pagina 36 lln tagliando 'ber il federalismo Il chiarimento contenuto nella circolare del dipartimento delle finanze in materia di 11711,1 Tributi locali, sanzioni al futuro Aumento da 1/4 a 113 escluso per violazioni ante 6/12/11 DI SERGIO TROVATO ig aumento delle sanzioni / da 1/4 a 1/3 in seguito all'adesione del contrihuente all'accertamento dei tributi locali si applica solo alle violazioni contestate a partire dal 6 dicembre 2011. Quindi, se il comune notifica gli avvisi di accertamento per l'Ici o altri tributi locali per violazioni commesse prima dell'entrata in vigore dell'articolo 13 del dl «salva Italia», il contribuente può aderire all'accertamento pagando la sanzione ridotta a un quarto anziché a un terzo. È la tesi delle Finanze (circolare 3/2012). Secondo il dipartimento, «in base al principio di legalità contenuto nell'art. 3, comma 1, del dlgs n. 472 del 1997, le nuove misure sanzionatorie si applicano esclusivamente alle violazioni commesse a partire dalla data di entrata in vigore del dl n. 201 del 2011, vale a dire dal 6 dicembre 2011». La tesi ministeriale, però, non può essere condivisa, considerato che il principio del favor rei può essere invocato in merito 41. trattamento sanzionatorio riservato dalla legge alle violazioni commesse dal contribuente nel tempo e non al fine di ottenere la riduzione delle sanzioni per rinuncia all'impugnazione. L'articolo 3 del decreto legislativo 472/1997 dispone infatti che nessuno può essere assoggettato a sanzioni per un fatto che, secondo una legge posteriore, non costituisce violazione punibile. Se la sanzione è stata già irrogata con un provvedimento definitivo, pur non essendo ammessa l'azione di ripetizione di quanto è stato già pagato, viene meno l'obbligo di pagamento del debito residuo, che si estingue ex lege. L:articolo 3 disciplina anche l'ipotesi in cui una sanzione relativa a una determinata violazione sia stata modificata nel tempo. In questo caso si applica la legge più favorevole all'autore della violazione, anche se sia stata commessa quando la norma stabiliva una sanzione più grave. L'articolo 13 L del decreto Monti ha invece stabilito per i tributilocali un aumento della sanzione, che passa da 1/4 a 1/3, nel caso in cui il contribuente non contesti la pretesa tributaria. Si tratta, dunque, di una disposizione procedurale che dovrebbe avere una funzione deflativa del contenzioso e che si applica a tutti gli atti notificati a partire dalla data di entrata in vigore della legge, anche se le violazioni sono state commesse in periodi d'imposta pregressi. Peraltro in questo senso si era espresso anche l'Ifel, con una nota del 31 gennaio 2011, dopo la modifica delle sanzioni a titolo di definizione agevolata prevista dall'articolo 1 della legge 220/2010. Le norme che disciplinano i vari tributi locali (Ici, Tarsu, e così via) stabiliscono infatti la riduzione delle sanzioni irrogate dall'ente se, entro il termine per ricorrere alle commissioni tributarie (60 giorni), interviene adesione del contribuente con il pagamento del tributo, se dovuto, e della sanzione. Tuttavia, il beneficio si applica solo alle violazioni di omessa o infedele dichiarazione. Non è ammessa adesione relativamente agli accertamenti notificati per omesso, tardivo o parziale versamento del tributo. La sanzione del 30% irrogata per queste violazioni non è riducibile a un terzo. Nelle ipotesi di omessa o infedele denuncia, invece, il pagamento della sanzione in misura ridotta e il contestuale versamento del tributo accertato comportano la rinuncia da parte del contribuente a contestare il provvedimento emanato dal comune. Va rilevato che la riduzione-della sanzione nei casi di adesione all'accertamento, che comporta l'acquiescenza del contribuente, nulla ha a che vedere con lo strumento della definizione agevolata previsto dall'articolo 17 del decreto legislative 472/1997. Quest'ultimo beneficio si estende a tutti i tributi, erariali e locali, e non impone la rinuncia a impugnare l'accertamento. È però necessario informare il contribuente che può aderire all'accertamento o, in via alternativa, può fruire della definizione agevolata. In entrambi i casi la sanzione è ridotta a un terzo. Sarebbe stato meglio differenziare, come era prima dell'intervento normativo, le due misure delle sanzioni (1/4 e 1/3), a seconda che l'interessato scelga o meno di rinunciare all'impugnazione. —©Riproduzione riservata— . , Pagina 35 Tributi locar. sanzioni al futuro Pagina 44 di 51 Emendamenti del governo al ddl sulla corruzione. Condannati fuori dalle commissioni d'esame Dipendenti pubblici , codice etico Previsto anche il licenziamento per chi non rispetta i doveri DI SIMONA D'ALESSIO anzioni che vanno fino al licenziamento per il dipendente statale che non rispetterà i doveri costituzionali di «diligenza, lealtà, imparzialità e servizio esclusivo alla cura dell'interesse» collettivo. E, se arrecherà danni patrimoniali all'amministrazione, li risarcirà di tasca sua. Una vera e propria rivoluzione il codice etico per i lavoratori della p.a. contenuto negli emendamenti del governo al disegno di legge contro la corruzione (C. 4434-A e abb.) presentati ieri, e in votazione da questo pomeriggio nell'aula della Camera. Il regolamento, depositato dal ministro per la Funzione pubblica, Filippo Patroni Griffi, si rivolge a impiegati e dirigenti, individuando norme improntate all'onestà di carattere generale, ma anche doveri «articolati in relazione alle funzioni attribuite» alla persona. L'insieme di principi dovrà essere approvato con decreto del presidente della repubblica (previa deliberazione di palazzo Chigi, e d'intesa con la conferenza Stato-Regioni), pubblicato in Gazzetta Ufficialé e consegnato S al dipendente, tenuto a sottoscriverlo all'atto dell'assunzione. Una violazione delle norme rappresenterà «fonte ui responsabilità disciplinare», ma sarà «altresì rilevante ai fini della responsabilità civile, amministrativa e contabile ogni volta le stesse responsabilità siano collegate alla violazione di doveri, obblighi, leggi o regolamenti» di cui i lavoratori statali saranno tenuti all'osservanza. Inoltre, violazioni gravi o reiterate comporteranno «l'applicazione delle sanzioni di cui all'articolo 55-quater, comma 1» (del dlgs n. 165 del 2001 sull'ordinamento del lavoro pubblico), ossia il licenziamento disciplinare; ci sarà anche un codice per gli appartenenti alla magistratura, e all'avvocatura dello stato, predisposto dagli organi di categoria. E non è tutto. Un'altra norma redatta dal ministro fissa paletti importanti, poiché non potranno fare parte, anche con compiti di segreteria, delle commissioni per l'accesso o la selezione di pubblici impieghi, i condannati, anche con sentenza non passata in giudicato, per reati contro la pubblica amministrazione (peculato, mal- versazione a danno dello stato, concussione, corruzione, abuso d'ufficio ecc). Altolà, poi, al loro ingresso negli uffici preposti alla gestione delle risorse finanziarie, all'acquisizione di beni, servizi e forniture, nonché alla concessione o erogazione di sovvenzioni, contributi, sussidi, ausili finanziari. Per Angela Napoli (Fli), relatore del ddl, sono iniziative «utilissime soprattutto sul versante della prevenzione dei fenomeni. Mi auguro il parlamento le approvi, così la politica potrebbe finalmente segnare una pagina positiva, dimostrando al paese di avere senso di responsabilità», dice a ItaliaOggi. Il Pdl chiede che sulla corruzione per atto contrario al dovere d'ufficio si torni all'idea governativa di pena da 3 a 7 anni (in commissione è stata alzata da 4 a 8) e ripresenta la «salva-Ruby» (c'è concussione solo se vi è passaggio di denaro, o altra utilità patrimoniale), poi ritirata in serata. L'Udc, invece, «ammorbidisce» il testo di Roberto Giachetti (Pd) sui limiti ai «fuori ruoli» (ItaliaOggi di ieri) dei giudici, escludendo incarichi presso presidenza della Repubblica, Camera, Senato e Consulta. Pagina 31 11iii,cuillenli pubblici, cuilicc dico LA(N I AVF GU A N EO COL Pagina 45 di 51 Oggi in consiglio dei ministri i provvedimenti. Verso sospensione degli adempimenti fiscali Sisma, tasse rinviate a dicembre Spunta l'ipotesi di un aumento di 2-3 centesimi dell'accisa DI CRISTINA BARTELLI erremoto, verso la sospensione dei tributi fino a dicembre 2012 per le zone colpite dal sisma. E questo l'orientamento su cui stanno confluendo i vertici del ministero dell'economia, del dipartimento delle finanze e della ragioneria che ieri si sono riuniti per valutare interventi urgenti preso atto anche l'aggravarsi della situazione in Emilia Romagna, in primis, ma anche in provincia di Mantova. Accanto a questa ipotesi si starebbe valutando anche di approvare un innalzamento di 2-3 centesimi al litro per la bellina. Le risorse per fronteggiare i danni e gli interventi del terremoto in Emilia potrebbero arrivare, infatti, anche da un mini-aumento dell'accisa sulla benzina. Qualsiasi decisione sarà comunque presa solo oggi. L'aumento ipotizzato dovrebbe essere di 2-3 centesimi, inferiore ai 5 massimi previsti dalla riforma della protezione civile. Oggi in consiglio dei ministri sarà nuo- T vamente affrontata l'emergenza terremoto e con ogni probabilità si arriverà ad ampliare il campo di intervento delle decisioni prese il 22 maggio, dopo la prima ondata sismica. In quell'occasione, infatti, il Consiglio ha deliberato lo stato di emergenza per i territori delle province di Bologna, Modena, Ferrara e Mantova colpiti dal sisma del 20 maggio 2012, fissandone la durata a 60 giorni e attribuendo la competenza a coordinare gli interventi al Capo del Dipartimento della protezione civile. Nella fase successiva allo stato di emergenza il coordinamento spetterà alle regioni Emilia Romagna e Lombardia, ciascuna per i territori di propria competenza. Sul fronte fiscale il consiglio dei ministri aveva preso in considerazione un intervento che consenta ai comuni colpiti un allentamento del patto di stabilità interno. In quell'occasione Mario Monti, presidente del Consiglio, nella sua qualità di ministro dell'eco- nomia e finanze, ha annunciato il proposito di rinviare il pagamento dell'Imu per le abitazioni e gli stabilimenti industriali che saranno dichiarati inagibili. Entrambe le misure saranno operative nel momento in cui le regioni, con l'ausilio delle autorità locali, avranno terminato il censimento delle effettive necessità, e ciò al fine di stabilire la necessaria copertura finanziaria. Ora, secondo quanto risulta da ItaliaOggi, la presa in carico di un intervento di più ampia portata e contenuto che porti a una sospensione generalizzata dei tributi fino a dicembre 2012. Ieri Vasco Errani, presidente della regione Emilia Romagna, ha chiesto al governo turismo) delle zone colpite dal terremoto. Mario Monti, presidente del consiglio dei ministri, ha confermato che lo «Stato farà tutto quello che deve essere fatto per assicurare servizi e assistenza, per la ricostruzione e il ritorno alla vita produttiva e civile di questa zona d'Italia. Domani mattina il consiglio dei ministri (oggi per chi legge) delibererà i provvedimenti necessari», ha riferito Monti, senza sbilanciarsi sul reperimento delle risorse: «Occorre un momento di riflessione per valutare le conseguenze e quindi l'impegno economico e finanziario dello stato». Sempre ieri si è svolto l'incontro della task force anti evasione. All'incontro erano presenti anche il viceministro dell'Economia, Vittorio Grilli, i direttori delle agenzia fiscali e i vertici della Guardia di finanza. Sul tappeto i risultati ottenuti, gli obiettivi da raggiungere per il 2012 e le valutazioni su un'analisi del fenomeno evasione in Italia. ©Riproduzione riservata Pagina 46 di 51 di prevedere, come primo provvedimento, la sospensione delle imposte, dei tributi e dei contributi previdenziali e assistenziali e dei premi per l'assicurazione obbligatoria per i cittadini e le imprese (industria, agricoltura, artigianato, commercio e m Pagina 29 Sistì.o. tosse rinviate a dieenalm, IL CASO DEL GIORNO Il sindaco Pedrini agli 8.101 erve un cornmissario ad acta per DI FRANCO ADRIANO Non c'è da stupirsi per cosa è capace di fare uno che ha guidato le relazioni esterne dell'Alitalia dei tempi migliori, e che sugli scranni del parlamento è passato ckrilaZle'lfliono orfano non ex»), attraverso Clemente Mastella, fino all'Itk di An• toni° Di Pietro (oggi è iscritto all'associazione ex parlamentari). Egidio Pedrini, sindaco di Zeri, comune in provincia di Massa e Carnire che conta 1.217 abitanti residenti e centinaia di emigrati in tutto il inondo dal Paraguay alla Svizzera, ha scritto a tutti i sindaci (facendo partire 8.101 lettere) per raccomandarsi che cctono come lui, ossia che al momento opportuno del pagamento dell'Inzu richiedano ai prefetti e alVíndnale un commissario ad acta, causa sospetti profili di incostituzionalità dell'imposta in riferimento agli articoli 3, 47, 53. Se soltanto rispondesse affermativamente una piccola percentuale di primi cittadini, qualche centinaio, non vanno ai municipi ma potrebbero crearsi dei seri allo Stato ed è oirrof°ndn problemi organizzativi per mente iniqua». Si, perché nei il governo. E Pedrini lo sa piccoli paesi ad alto tasso di bene. «Prima di partire con emigrazione la seconda casa «non è indice di agiatezza» ma è «la modesta abitazio: Egidio Padrini del • ord o di bisnonni ne -- li », Non so ia s, osi trisavoli». «trattandosi le *di Pedri rafe.che», Vere chiede . ssaeli i:,zi*.0si 8 ad acta il commissario cm considerazione quella ,,_. in cui. se o quella p chio vec • attrezzo costituita abb<liuk cu'ren èn der4inat ; un'itt liri e.oP° Is'un titu i mgrici rizea sh s_ tra batta glia:«Il tire oi . itta ta i tet'u' 7 S "Lea governo oni evsl ::: pen aa il pagamento iutl'::nz iible I ):1 1ter re delle tasse per t--ir-:l la mia iniziativa», spiega ad bene; ma pere t-a Italia Oggi, «naturalmente non lo si è fatto per quelle mi sono assicurato un certo alluvionate della Toscana numero di adesioni». Per. e della Liguria?» C'è altra ché ce l'ha tanto con questa posta in arrivo per i sindaci imposta? Oltre ai dubbi di della zona. costituzionalità, i proventi ----C) R4)radaskgze riservata-W Pagina 2 Pagina 47 di 51 Primo bilancio: 17 morti e 8.000 sfollati. La rete: annullate parata 2 giugno. Monti: aiuti subito La terra trema, Italia inginocchio Crolli e vittime in Emilia-Romagna , gravi danni nel Nordest DI GIAMPIERO Di SANTO n balia del terremoto, afflitta da scandali, corruzione, e arresti, l'Italia è in ginocchio. Ieri il Nord, in particolare la già disastrata Emilia Romagna, è stato colpito da un nuovo sisma che ha ucciso almeno 17 persone (12 sono i dispersi, più di 350 i feriti, ma il bilancio è provvisorio) lasciato senza casa altre ottomila, e seminato la devastazione ovunque. Case, capannoni industriali, e anche monumenti e vestigia del passato si sono sbriciolati sotto i colpi di scosse che, tra le 9 del mattino (5,9 di magnitudo della scala Richter) e le 13 (due scosse di magnitudo superiore a 5,3 ) hanno fatto tremare la terra in prossimità dell'epicentro, cioè nei comuni di Medolla, Mirandola e Cavezzo. Un sisma che in sostanza ha colpito la stessa area già messa a dura prova dalle scosse del 20 maggio, che hanno provocato la morte di dieci persone e crektto 6.000 sfollati, e che è stato percepito con chiarezza a Venezia, dove ha fatto danni, Verona e nel resto del Veneto, oltre a Milano,Genova, e in quasi tutto il Nord Italia, ma anche nel centro, in Toscana, e persino in Austria. Operai sotto le macerie, Napolitano, fare luce Il terremoto ha colpito al cuore il sistema produttivo e fatto strage di operai al lavoro nei capannoni delle fabbriche Danni e morti che hanno scatenato polemiche sulla solidità degli edifici adibiti a impianti industriali e sul rispetto delle norme antisismiche. Non è un caso che il presidente della repubblica, Giorgio Napolitano, abbia invitato a «verificare come sono andate cose, se ci siano misure che potevano essere prese in senso preventivo». Poi, a prendere il sopravvento è stata la rete, con migliaia e migliaia di richieste in rete, e anche politiche, via Twitter e Facebook, di annullare la parata militare in occasione della Festa della Repubblica e di destinare i fondi al soccorso delle vittime del terremoto. Napolitano, però, ha spiegato che la nascita della Repubblica sarà celebrata «con la massima e dovuta sobrietà». E subito dopo è arrivata la notizia che il 4 giugno sarà giornata di lutto nazionale. Monti, Io stato farà tutto il possibile per le popolazioni Il premier. Mario Monti, dopo avere assicurato «che queste nuove scosse non colgono le istituzioni impreparate», ha invitato «tutti i cittadini ad avere fiducia. «Lo Stato farà tutto quello che deve fare, che è possibile fare, nei tempi più brevi, per gai.antire la ripresa della vita normale in questa terra così speciale, importante e produttiva per l'Italia» ha aggiunto. Il premier, che ha affidato al sottosegretario della presidenza del consiglio, Antonio Catricalà il compito di riferire alla camera sul terremoto, ha fatto annunciare dal ministro dell'Interno, Anna Maria Cancellieri, che oggi in consiglio dei ministri arriveranno i primi provvedimenti concreti per fare fronte all'emergenza. del calcio, «bisogna riflettere se non gioverebbe per due-tre anni una totale sospensione di questo gioco». Il premier, che ha precisato di parlare da appassionato, ha aggiunto di trovare «inammissibile che vengano usati soldi pubblici per ripianare i debiti delle società di calcio». Frasi che hanno provocato la reazione del presidente della Figc, Giancarlo Abete e il durissimo intervento del presidente del Palermo calcio Maurizio Zamparini: «Il blocco non sarebbe la soluzione giusta e poi le società non prendono soldi pubblici», ha detto il primo. «Monti è indegno, incapace e ignorante», ha fatto sapere Zamparini. Ddi Anticorruzione, rispunta la norma pro Ruby E intanto è di nuovo polemica sul ddl anticorruzione da oggi all'esame dell'aula di Montecitorio, Tra i 37 emendamenti del Pdl è spuntata la norma che fa scattare il reato di concussione soltanto nel caso in cui ci sia'non soltanto «utilità patrimoniale» ma anche «vantaggio patrimoniale». Una correzione che secondo il Pd avrebbe lo scopo di salvare l'ex premier Silvio Berlusconi nel processo per il caso Ruby. 40Riproduzione riservata Calcioscommesse, l'autorete del premier Ma se il terremoto ha fatto passare in secondo piano l'intera giornata politica non sono mancati i momenti di tensione. Monti, tanto per cominciare, ha dichiarato che dopo gli arresti che hanno di nuovo sconvolto il mondo Pagina 4 Pagina 48 di 51 Al via il concorso di architettura Sirica 2012 del Cnappc Premio per il riuso Rigenerazione urbana e sicurezza partito da Milano, del presidente Leopoldo Freyrie. icurezza e rigene«Entro i prossimi dieci anni razione urbana» è l'85% dell'edificato urbano avrà il tema oggi ancor più di 40 anni e oltre 6 milioni di più di attualità edifici sono esposti a gravi rischi della seconda edizione del presismici, oltre un milione a quelli mio di architettura intitolato idrogeologici», ha dichiarato il alla memoria dell'ex presidente Cnappc. presidente del Cnappc, Intanto, il governo Raffaele Sirica, scomha annunciato per parso il 16 aprile 2009. metà giugno l'arrivo Per oltre dieci anni ha di un decreto legge sul guidato il Consiglio napiano città che, con una zionale degli architetti, dote iniziale di 2 miprogettisti, paesaggisti liardi, promuoverà lo e conservatori impesviluppo di operazioni gnandosi, in particolare di riqualificazioni urproprio sui temi della ribane e la realizzazione qualificazione delle città di infrastrutture. e la sicurezza, oltre che Gli obiettivi del della riforma degli ordi- Leopold o Freyrie progetto «Riuso» coinni nella sua altra veste cidono con quelli del di presidente del Cup premio Sirica 2012 (Comitato unitario per le profesbandito dal Cnappc, che ha lo sioni). Il Cnappc ha lanciato un scopo di contribuire a costruimese fa, assieme ai costruttori re «una nuova coscienza della edili dell' Ance e a Legambiente, prevenzione, della sicurezza e il programma Riuso (acronimo della riqualificazione del terridi rigenerazione urbana sostetorio e delle città». La sicurezza nibile) sul tema della riqualifidell'abitare e la rigenerazione urcazione delle città Iiiniziativa è bana sostenibile sono il tema del stata presentata con il roadshow, premio di architettura «Raffaele DI SIMONETTA SCARANE Sirica» (www.premiosirica.it e www.archiworld.it) patrocinato dal ministero Beni culturali e in partnership con la società Weber Saint-Gobain. «Il premio», si legge in una nota del Cnappc, «è una occasione per sensibilizzare gli architetti italiani a sviluppare un confronto su questi temi che rappresentano un binomio inscindibile: infatti solo la prevenzione sul patrimonio edilizio attraverso la riqualificazione delle nostre città può garantire il diritto dei cittadini alla sicurezza dell'abitare e quello ad una vivibilità migliore». La dote complessiva del premio è di 18 mila euro spalmati in sei premi: tre da 5 mila euro per i primi classificati in ciascuna delle tre categorie nelle quali è suddiviso il concorso. E mille euro ciascuno a chi si piazzerà al secondo posto per ciascuna categoria: «Progetti realizzati: recupero di edifici esistenti»; «Progetti realizzati: nuove costruzioni»; «Nuovi progetti di idee: recupero di edifici esistenti o nuove costruzioni». Premiazione dei vincitori a ottobre. ©Riproduzione riservata Pagina 28 Pr " per il rirlso Pagina 49 di 51 I decreti governativi escludono dal meccanismo i crediti vantati nei confronti delle regioni in deficit Il bluff del rimborso debiti della Pa Nella sanità almeno 20 rnld di passivi non saranno pae-ati DI STEFANO SANSONETTI oltanto un grande bluff. A tanto rischia di ridursi il pacchetto di decreti predisposti dal governo con l'intento di sbloccare il pagamento di parte dei crediti vantati dalle imprese nei confronti della pubblica amministrazione. L'esecutivo guidato da Mario Monti punta a liberare circa 30 miliardi, su uno stock complessivo di debiti tra i 70 e i 90 miliardi. Il fatto è che il decreto che disciplina la certificazione dei crediti vantati dalle aziende nei confronti degli enti locali, in vista della loro cessione alle banche e quindi del pagamento, esclude espressamente i crediti nei confronti degli enti locali commissariati e soprattutto nei confronti delle regioni sottoposte ai piani di rientro dai deficit sanitari. E qui sta l'inganno, come è in grado di svelare ItaliaOggi incrociando alcune cifre elaborate innanzitutto dalla Corte dei conti. Perché della massa complessiva dei debiti della Pa, ovvero dei 70-90 miliarditi euro da più parti indicati come più o meno veritieri, circa 35-40 miliardi rappresentano il valore dei debiti sanitari. A dirlo, tra gli altri, è la Corte dei conti in un calcolo ad hoc offerto qualche tempo fa alla camera dei deputati. Gli stessi magistrati contabili, in quella sede, hanno spiegato che oltre la metà di questi 35-40 miliardi di debiti sanitari sono da ascrivere alle regioni alle prese con i piani di rientro. Questo vuol S dire che ci sono ben 20 miliardi di euro, se non di più, di debiti sanitari in pancia alle regioni in deficit come Lazio, Campania, Sicilia, Molise, Puglia, Piemonte, Calabria e Abruzzo. Ma i 20 miliardi in questione, in virtù dell'esplicita esclusione sancita in uno dei decreti del governo, non potranno essere sbloccati, ovvero rimborsati in base al meccanismo della certificazione. Una beffa, non c'è che dire, per tutte quelle imprese fornitrici di asl e ospedali delle regioni già citate. E un colpo anche per Confindustria, che due giorni fa, per bocca del nuovo presidente Giorgio Squinzi ha addirittura ritenuto sin troppo esigui i 30 miliardi che l'esecutivo ha dichiarato di voler sbloccare in prima battuta. Il punto vero è che qui ci sono 20 mi- liardi di euro che non possono proprio essere toccati. A meno che nei prossimi giorni non intervenga qualche correttivo. Si dice che la norma del governo abbia una ratio punitiva nei confronti delle regioni in rosso, ma forse l'effetto potrebbe essere controproducente. La base numerica del bluff è stata fornita dalla Corte dei conti lo scorso 13 marzo, in un'audizione di fronte alla commissione bilancio della camera. Passando in rassegna i debiti della Pa, il presidente Luigi Cgia, l'associazione degli artigiani di Mestre, si era cimentata in un calcolo dei debiti sanitari complessivi, stimandoli in 40 miliardi di euro. Applicando il calcolo della Corte dei conti su dati della Cgia, pertanto, verrebbe fuori che i debiti sanitari sul groppone delle regioni in deficit si attestano tranquillamente sui 20 miliardi. Ma c'è di più, perché secondo la Cgia il 70% di questi 40 miliardi è in capo alle strutture ospedaliere del Centro-Sud, che di fatto sono rappresentate quasi integralmente dalle regioni alle prese con i piani di rientro. In tutto fanno 28 miliardi di euro, esclusi dal meccanismo di rimborso. Questi numeri, al momento, non sembrano essere stati av- Pagina 50 di 51 Giampaolino aveva premesso che «determinare esattamente l'ammontare del debito degli enti sanitari verso i fornitori presenta ostacoli di non poco momento, che vertiti in tutte le loro implicazioni. L'unica ad accorgersi di qualcosa è stata la Fiaso (federazione di Asl e ospedali), il cui presidente, Giovanni Monchiero, ha parlato di «incredibile colpo di coda» a proposito della norma governativa incriminata. «La ratio sembrerebbe quella di sanzionare le regioni con i conti sanitari non in regola», ha aggiunto, «ma perché penalizzare proprio le imprese che lamentano i maggiori ritardi nei pagamenti? E poi, non sanno all'Economia che così facendo si mandano ancora più in rosso le Asl e gli ospedali in deficit, poiché i ritardati pagamenti costano in interessi di mora e in prezzi ritarati da parte dei forntitori?». Riproduzione riservata possono essere riferiti a difficoltà di lettura dei conti patrimoniali e ai limiti dei canali informativi disponibili». Fatta questa premessa di cautela, Giampaolino aveva riportato che nel 2010 i debiti sanitari versi i fornitori «costituiscono la parte preponderante dell'intera massa debitoria, per un ammontare nell'ordine di 35 miliardi». E poi il passaggio che più conta: «011ee la metà dell'intero importo è riferibile alla regioni sottoposte a piani di rientro dai disavanzi sanitari». Insomma, la metà di 35 è 17,5 miliardi. Ma la Corte dice «oltre la metà», quindi non è inverosimile dire che si potrebbero toccare (e forse superare, visto che i dati sono del 2010) i 20 miliardi. Peraltro anche la Pagina 7 ilblaff del rimborso debiti della Pa Puniti dal 2014 i mini-enti che sforano il Patto I comuni tra 1.001 e 5.000 abitanti che, dal 2013, saranno chiamati a osservare le regole del patto di stabilità per effetto della manovra bis del 2011 (il dl n. 138/2011), qualora inadempienti, potranno essere penalizzati con le sanzioni previste dal dl n. 112/2008 soltanto a decorrere dall'anno 2014, in quanto la natura sanzionatoria sopra richiamata restringe l'ambito soggettivo ai soli enti già chiamati al rispetto degli obiettivi imposti dal Patto. In tema di personale, però, per i mini enti resta comunque fissato il limite assunzionale nella misura del quaranta per cento della spesa corrispondente alle cessazioni dell'anno precedente, in quanto, da un lato, nessuna norma derogatoria è oggi prevista per tali enti e poi perché gli stessi possono sempre riorganizzare le risorse umane disponibili facendo leva sulle previste forme di associazionismo comunale. Sono queste le indicazioni fornite dalla sezione autonomie della Corte dei conti, nel testo della recente deliberazione n. 6/2012, con cui è stata fatta chiarezza su alcuni aspetti di interesse per i piccoli comuni alla luce del loro prossimo ingresso tra gli enti cui si applicheranno le severe regole del Patto di stabilità interno. Il sindaco di Arsié (B1), comune con 2.600 abitanti chiedeva l'intervento della Corte veneta per sapere se, prospettandosi la cessazione di un'unita di personale nel corso di quest'anno, poteva avviare o meno le procedure di reclutamento di un'altra unità da assumere, con effetto 2013, tenuto conto che, ai sensi dell'articolo 16, comma 31 del dl n. 138/2011,1e disposizioni del Patto di stabilità interno avranno effetto nei riguardi di tutti i comuni con popolazione superiore a 1.000 abitanti e che, con l'assunzione di detta unità, il predetto comune sforerà i vincoli del patto (con le conseguenti sanzioni previste dal citato dl n. 112/2008). La Corte veneta ha così rimesso l'istanza alla sezione autonomie affinché la stessa si pronunci con un orientamento di carattere generale, stante la massima rilevanza della questione nata dalla scelta del legislatore di estendere il Patto di stabilità «ad un considerevole numero di enti» e per le implicazioni pratiche cui saranno tenuti i mini-enti, rilevando a tal fine che il rispetto del rigido contenimento della spesa pubblica potrebbe sollevare problemi in ordine alla decorrenza delle disposizioni limitative. Per la sezione autonomie, il limite imposto dall'articolo 76, comma 4 del dl n. 112/2008 agli enti locali inadempienti, ovvero il divieto assoluto di procedere a nuove assunzioni di perionale, è ricollegabile all'inosservanza dei vincoli imposti dal Patto. Quindi, la sua operatività si indirizza ai soli enti che già lo devono osservare. In pratica, se il mancato rispetto del Patto «nell'esercizio precedente» costituisce il presupposto per l'irrogazione della sanzione, allora il divieto sopra evidenziato non può essere applicato agli enti che, per la prima volta, ne sono soggetti. Ovvero, dal 2013, i comuni da 1.000 a 5.000 abitanti. Ne consegue che tali enti, eventualmente, incorreranno nel regime sanzionatorio soltanto a decorrere dal 2014 senza che possa ipotizzarsi un'applicazione retroattiva della predetta sanzione, poiché ciò violerebbe i principi di ragionevolezza, di certezza del diritto e di leale collaborazione. Ma i mini enti, prosegue il documento delle autonomie, devono però rispettare il vincolo assunzionale nella misura del 40% della spesa corrispondente alle cessazioni avvenute nell'esercizio finanziario precedente (art. 76, comma 7 del dl n. 112/2008). In primo luogo, perché l'estensione del Patto a tutti i comuni con più di 1.000 abitanti «non presenta particolari incompatibilità» o ragioni particolari che portino a sottrarre alcuni di essi all'applicazione uniforme delle misure di contenimento della spesa pubblica in un particolare momento di crisi finanziaria. Se in tale prospettiva, i piccoli enti temono di non poter garantire i servizi essenziali, la sezione autonomie ricorda loro che possono sempre far leva sulle forme di associazionismo comunale, quale modulo organizzativo più flessibile, economico e efficiente. Manlio Edoardi Pagina 36 lin tagliando per il federalismo Pagina 51 di 51