Rassegna stampa - Comune di Anzola dell`Emilia

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Rassegna stampa - Comune di Anzola dell`Emilia
Ufficio stampa
Rassegna stampa
mercoledì 30 maggio 2012
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INDICE
Il Resto del Carlino Bologna
Nella notte in stazione a Crevalcore arriva il treno-dormitorio
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Cronaca
«Edifici da controllare» In città oggi niente lezioni
30/05/12
Torna la Bologna-Raticosa
30/05/12
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Cronaca
Corriere di Bologna
Crevalcore nell'incubo: ci sono tremila sfollati
30/05/12
9
Cronaca
Il Sole 24 Ore
Il futuro che dobbiamo garantire
30/05/12
Cronaca, Economia e Lavoro, Pubblica amministrazione, Ambiente
IL NUOVO SISMA NEL MODENESE: SEDICI MORTI, CADONO FABBRICHE
30/05/12
Cronaca, Economia e Lavoro, Pubblica amministrazione, Ambiente
Resurrezione e speranza di un popolo
30/05/12
Cronaca, Economia e Lavoro, Pubblica amministrazione, Ambiente
Ce la faranno, ce la faremo
30/05/12
Cronaca, Economia e Lavoro, Pubblica amministrazione, Ambiente
A Medolla si sgretola l’alimentare
30/05/12
Cronaca, Economia e Lavoro, Pubblica amministrazione, Ambiente
CAVEZZO, PIEGATA LA MECCANICA
30/05/12
Cronaca, Economia e Lavoro, Pubblica amministrazione, Ambiente
CARPI, IL TESSILE HA CHIUSO I CANCELLI
30/05/12
Cronaca, Economia e Lavoro, Pubblica amministrazione, Ambiente
UN COLPO AL CUORE DEL RINASCIMENTO
30/05/12
Cronaca, Pubblica amministrazione, Ambiente
PANICO IN TUTTO IL NORD, EVACUATE LE SCUOLE
30/05/12
Cronaca, Pubblica amministrazione, Ambiente
Monti:«Impegno subito» Ipotesi aumento della benzina
30/05/12
Cronaca, Economia e Lavoro, Pubblica amministrazione, Ambiente
Imposta agevolata per coltivatori e società agricole
30/05/12
Pubblica amministrazione
Il Parlamento boccia l’Imu statale
30/05/12
Infrastrutture, viabilità, trasporti, Pubblica amministrazione
MIRANDOLA, BIOMEDICALE RASO AL SUOLO
30/05/12
Cronaca, Economia e Lavoro, Pubblica amministrazione, Ambiente
FINALE EMILIA, CROLLA LA CERAMICA
30/05/12
Cronaca, Economia e Lavoro, Pubblica amministrazione, Ambiente
«CAPANNONI NON DI CARTA VELINA»
30/05/12
Cronaca, Economia e Lavoro, Pubblica amministrazione, Ambiente
Allarme Enea: in pericolo 3,5 milioni di abitazioni
30/05/12
Cronaca, Economia e Lavoro, Pubblica amministrazione, Ambiente
Documentazione antimafia obbligatoria per i sindaci
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Pubblica amministrazione
CDP RAFFORZA IL SOCIAL HOUSING
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Pubblica amministrazione
Debiti Pa, regioni del Sud salve
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Pubblica amministrazione
PER IL PATTO EFFETTO DOMINO NEL 2013
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Pubblica amministrazione
Italia Oggi
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Pagamenti pa, tagliare i tempi da benefici per 5 mld
30/05/12
Pubblica amministrazione
Un tagliando per il federalismo
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Pubblica amministrazione
Tributi locali, sanzioni al futuro
30/05/12
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Pubblica amministrazione
Dipendenti pubblici, codice etico
30/05/12
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Pubblica amministrazione
Sisma, tasse rinviate a dicembre
30/05/12
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Pubblica amministrazione
Il sindaco Pedrini agli 8.101 colleghi: serve un commissario ad acta per l'Imu
30/05/12
Pubblica amministrazione
La terra trema, Italia in ginocchio
30/05/12
Cronaca, Pubblica amministrazione, Ambiente
Premio per il riuso
30/05/12
Infrastrutture, viabilità, trasporti, Pubblica amministrazione
Il bluff del rimborso debiti alla Pa
30/05/12
Pubblica amministrazione, Sanità, sociale e servizi per l'infanzia
Puniti dal 2014 i mini-enti che sforano il Patto
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Pubblica amministrazione
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il Resto del Carlino
Bologna
Nella notte in stazione a Crevalcore a va il
Convoglio con 360 cuccette e tendopoli. Procedure rallentate dal filtro dei controlli
Quasi tremila hanno dormito fitori
di PER LUIGI TROMBET[A
ARRIVANO lentamente, verso
mezzanotte, alla spicciolata. Ad
aspettare i primi sfollati, alla stazione di Crevalcore, il treno con
le cuccette arrivato da Roma che
può ospitare fino a 360 persone.
Un piccolo ufficio è stato allestito
all'interno dei locali della stazione dove la gente ritira un pass per
poter salire sul convoglio. Il treno
è presidiato dalla Polfer che vigila
atte noi mente. E sempre verso
mezzanotte sono arrivati, a bordo
di alcuni camion, i militari che
hanno iniziato ad allestire una
tendopoli nei pressi della palestra
(che ospita già circa 400 persone)
per circa 1500 posti.
Gli sfollati sono circa tremila,
molti dei quali abitavano nel centro storico completamente chiuso
e inagibile, presidiato in ogni suo
varco da polizia e carabinieri. Il
Comune di Sant'Agata e quello di
Persiceto hanno aperto le palestre
mentre quello di Anzola ha messo a disposizione un padiglione
della Pro Loco. Ma moltissima
us, PAURA
L'assessore «Sembrava
di stare sotto .e bombe
Piovevano caLcinacci»
gente ha scelto di dormire in macchina o accampata negli spazi verdi del comune. Anche le tende e i
camper spuntano ormai come i
funghi.
VERSO le 10 di ieri mattina il
prefetto Angelo Tranfaglia era già
in paese, visitando meticolosamente il centro storico, il polo sanitario B'arberini dove era ricoverata una quindicina di persone, e
la palestra attrezzata per gli sfollati. Con lui, il questore Vincenzo
Stingone, il colonnello Alfonso
Manzo e il generale Vittorio Tomasone.
Sin dai primi momenti successivi
alle scosse di ieri mattina, l'Usi ha
predisposto un piano per sostenere i servizi sanitari delle zone maggiormente colpite. Tra le 9 e le 17,
gli interventi complessivi del 118
sono stati 345. Di questi, 18 a San
Giovanni in Persiceto, 1 l a Bentiv oglio. Un gruppo di psichiatri,
neuropsichiatri infiintili, psicologi, infermieri, educatori e logopedisti è stato presente per tutta la
giornata a Crevalcore, in prossimità del punto di primo soccorso,
per fornire assistenza alla popolazione. Alcuni operatori, le cui abitazioni sono state particolarmente colpite dal sisma, hanno trascorso la notte sul posto di lavoro
così da assicurare la piena continuità dei servizi. Una serie di
strutture dell'Ausl sono state temporaneamente chiuse, in via precauzionale, come la Rsa i cui ospiti sono stati trasferiti a Bologna,
al 'Parco del Navile', Il Poliambulatorio Barberini (ex ospedale), il
Centro dialisi e il Centro diurno
per disabili sono stati chiusi sino
a tutta la giornata di domani, in attesa di verifiche. Inagibile anche
la sede della guardia medica, trasferita a San Giovanni in Persiceto.
Il ponte ferroviario della Bologniita è stato chiuso mentre quello
per Camposanto è tuttora funzionante, La situazione attuale è di
danni nel centro cittadino, segnalata la caduta di calcinacci e corni-
treno-do 'tori()
cio n i, fortunatamente nessun tè. rito. Il castello in località Ronchi
ha subito ulteriori crolli come la
chiesa di Caselle,
LA R1COGNMONE
ieri mattina prefetto, questore
e vertici detresercito hanno
controllato tutto it centro
«E' STATO davvero un miracolo — racconta l'assessore Marco
Martelli perché alle 9, quando
si è verificata la prima scossa, il
corso principale era affollato di
persone. Ad un certo momento
sembrava di essere sotto un bombardamento, piovevano calcinacci e mattoni, ovunque il selciato
sotto i piedi tremava a pii non
posso, vedevo i palazzi sussultare.
Ho visto un comignolo precipitare su un tendone di un bar con sotto della gente per poi rimbalzare
sulla strada. Una bruttissima esperienza. Ma per fortuna nessuno è
rimasto ferito in modo serio».
«Spero
ha aggiunto il sindaco
Claudio Broglia
che non ci lascino da soli, La stima dei danni
alla luce di quanto successo è notevolmente aumentata ho il centro
storico inagibile, diventato zona
rossa. Ci stiamo organizzando per
gestire al meglio gli sfollati e finora le cose sono filate lisce. Ora siamo di fronte a una nuova emergenza che ci apprestiamo ad affrontare. Vedremo nelle prossime
ore come evolverà la situazione».
prefetto
Angelo
Tranfaglìat
Crevalcore
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permanente
per i soccorsi
«PER CORTESIA non state là sotto, venite da questa
parte». Il monumentale lampadario di cristallo nell'uffido del prefetto Angelo
Tranfaglia oscilla paurosamente, al piano nobile di Palazzo Caprara. Mentre gli
impiegati di piazza Roosevelt sciamano fuori., Tranfaglia e i suoi pin stretti collaboratori continuano a smistare carte e telefonate. Sono quasi le 13. Il prefetto è
appena tornato da una visita a Crevalcore e Pieve di
Cento, dove si sono recati
anche il questore Vincenzo
Stingone e il colonnello dei
carabinieri Alfonso Manzo,
quando una nuova onda sismica fa vacillare Bologna.
IN UN MOMENTO come
questo, anche Tran-taglia abbandona la giacca e l'abbigliamento 'istituzionale' imposti dal suo ruolo e lavora
in maniche di camicia.
L'immagine di Crevalcore,
il 'paese fantasma', è ín cima ai suoi pensieri. «E una
giornata molto brutta per
l'Emilia-Romagna — dice
ai cronisti e anche per
Bologna, pur se in misura
assai inferiore rispetto alle
province limitrofè».
DAL MATTINO, è riunito in permanenza in Prefettura il Centro coordinamento soccorsi, un organismo
in cui siedono tutte- le forze
di polizia, i vigili del fuoco
e i rappresentanti degli enti
locali, «Si registra un aggravamento dei danni dovuti
alla scossa del 20 maggio —
aggiunge —. Non ci risultano particolari situazioni di
criticità e di disagio per le
persone, tranne che per Pieve di Cento e Crevalcore, dove tutto il centro storico è
inagibile per decisione dei
vigili del fuoco, che insieme
a personale del Comune e
carabinieri hanno evacuato
praticamente tutti, verificando che nessuno sia rimasto nella zona rossa». 11 primo passo consiste «nell'occuparsi degli almeno 2.000
evacuati». E ancora presto
per fare un bilancio dei danni,
«1 CONTI andranno fatti
alla fine delle verifiche —
aggiunge Tranfaglia mentre il lampadario continua a
muoversi e il cellulare a
squillare —, che temo daranno un quadro pesante
dal punto di vista abitativo.
Allo stato non ho notizie di
feriti e ho l'impressione che
andrà rimessa in campo
una verifica di tutte le scuole». Un ringraziamento particolare lo rivolge ai vigili
del fuoco, «per il lavoro straordinario che stanno facendo». Un lavoro immane che
è appena iniziato.
Enrico Barbetti
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ci da controllare»
In città oggi niente lezioni
E gli studenti di Matematica si laureano in giardino
di EMANUELA ASTOLFI
SCUOLE chiuse oggi sotto le
Due Torri. Lo ha deciso, in via
precauzionale, il sindaco V irginio
Merola per completare le verifiche di staticità degli edifici. Dopo
i sopralluoghi disposti dalla Provincia, al Copernico sono state
chiuse quattro aule e interdetti alcuni passaggi esterni del Sabin.
Oggi niente scuola anche nei comuni di Sala Bolognese, San Lazzaro, Crevalcore, Caste] Maggiore, San Giovanni in Pesiceto e
Pieve di Cento.
Mentre le lezioni si svolgeranno
regolarmente a Molinella, tranne
all'istituto Fioravanti dove sono
ancora in corso delle verifiche,
Budrio, Casalecchio e Granarolo.
«Abbiamo fatto tutte le verifiche
necessarie— spiega Lorena Lambertini, sindaco di Granarolo
Le scuole sono a posto e le lezioni
sono riprese regolarmente già oggi (ieri; ndr) intorno alle 10.30».
Anche l'università oggi resterà
chiusa in via precauzionale: nelle
sedi bolognesi sono sospese tutte
le attività didattiche, scientifiche
e amministrative. 'Tutto regolare,
invece, in Romagna.
IERI il rettore ivano Dionigi ha
scritto ai ministri dell'Istruzione
e della Funzione pubblica per chidere di concedere ai dipendenti
che vivono nelle aree interessate
dal sisma la possibilità di poter
usufruire di giorni di permesso, legati a cause eccezionali, che non
incidano sulle ferie. Dionigi sta
valutando anche l'opportunità di
poter esonerare dal pagamento delle tasse gli studenti che hanno perso la
casa in seguito al terremoto. «Faremo dei censimenti mirati
spiega il
rettore , poi e valuteremo cosa fare».
difficile da dimenticare anche per
una ventina di laureandi dell'Alma Mater. Nel pomeriggio dovevano discutere la tesi di laurea nella sede di Matematica, in piazza
di Porta San Donato. Tra il caos
della mattina e quasi tutti i dipendenti andati a casa, la seduta non.
è saltata. I neo dottori sono stati
proclamati nel giardino universitario di Agraria, in via Filippo
Re.
SEMPRE sul fronte
scuola, le situazioni più
critiche sono quelle degli
istituti Malpighi e Fioravanti di Crevalcore e Molinella: entrambi sono,
stati dichiarati inagibili.E ancora
troppo presto, però, per la stima
dei danni, su cui si sta lavorando.
Di sicuro sono più consistenti rispetto a quelli del terremoto del
20 maggio. Secondo i tecnici della
Provincia quelli «più ingenti riguardano gli edifici scolastici, poi
quelli istituzionali e infine la parte viabilità». Stamattina arriverà
il quadro aggiornato dei sopralluoghi.
E quella di ieri sarà una giornata
NEL DETTAGLIO
,
Crevalcore è stato il
comune della provincia più
colpito dai sisma. Anche
qui sezioni sospese,
come a Pe rei ceto
Assieme a Crevalcore
è il comune che ha avuto i
danni maggiori. Disposta
la chiusura dette scuote
ind a data da destinarsi
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Sa n
b
il sindaco Marco
Macciantelti, come il
coltega Merota, ha
decretato la chiusura
odierna degli istituti
Lezioni regolari a
Motinelta, Budrio e
Granarolo. Fa eccezione
sottanto Vistitut
Fioravanti
Dcpo s,rog,
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CWWWWWWWWWWWWWWWWWWWWWWWWWWWWWWWWWWW:
DA
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Ma molti istituti
ne sono usciti
senza un graffio
HANNO passato indenni i controlli dei tecnici della Provincia e
sono stati giudicati «agibili e senza criticità». Ecco gli istituti superiori considerati a posto: il polo artistico di via Marchetti e la succursale dell'istituto d'arte di via Marchetti; la sede centrale del liceo
Laura Bassi, gli istituti Belluzzi.,
Crescenzi-Pacinotti e Fioravanti;
i licei Galvani, Minghetti (sede
centrale), Fermi, Righi; l'istituto
Luxemburg e Tanari (sede centrale). Situazione sotto controllo anche in provincia: a Budrio è stato
giudicato agibile l'istituto Giordano Bruno, a Molinella l'Itc Nobili, a Medicina l'Istituto Professionale Canedi, a San Lazzaro il
Majorana, il Fermi e il Mattei, a
San Giovanni in Persiceto Malpigli e Archimede, a Castiglione dei
Pepoli l'Itcs, a Castelmaggiore il
Keynes, a PO3Tetta d liceo scientifico Montessori, a Casalecchio il
Salvemini. e, infine, a Sasso Marconi l'Ipa Ferrarini.
A ULE
Alle medie di Muoia tutti fuori in pochi 'istanti
\ Ma oggi si prova a tornare atta normalità
Dopo La scossa dette nove chiuse ieri mattina te scuote medie di
Anzola. I carabinieri hanno transennato L'edificio e i ragazzi, con
il personale scolastico sono stati fatti evacuare in giardino con
genitori che, atta SOCCROtata sono venuti a prendere Li studenti.
Atte materne e atte elementari i bambini hanno fatto it piano di
evacuazione e sono andati negli spazi alraperto degli istituti,
Dopo te opportune verinafkpne
nredapg
og airttuetddei
t p rsonate tecnico è
stato quindi deciso di
e te scuote
e
di ogni grado,
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toitsi ndace Loris Ropa ha comunicato essere in grado dì
crevat t famiglie
a miglia sfottate provenientid t Comune
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core. Gli evacuati potrebbero essere att giat i di
padiglione della Pro loco in via Caduti
e
di Sabbiuno
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n
\ fe
n n.,‘
Dopo le scosse... gli sciacalli
Spariscono soldi e telefonini
ARRIVA il terremoto, arrivano i ladri. Appare incredibile, ma a
Bologna ormai è una tradizione. Anzi, lo è alle
Aldini-Valeriani-Sirani. Alcune studentesse, infatti, subito dopo
essere rientrate in classe a seguito dell'evacuazione causa sisma, ieri
mattina, hanno denunciato il furto delle loro borse, dei loro telefoni e
di altri effetti personali; il tutto sarebbe avvenuto, raccontano alcune
ragazze, mentre era in corso l'evacuazione della scuola. Ora sono
intenzionate a sporgere denuncia. Pensare che anche la settimana
scorsa, durante un'esercitazione, si erano verificati alcuni furti
all'interno dell'istituto. Le forze dell'ordine e la dirigenza scolastica
hanno avviato indagini per capire di chi sia la ma:n.olesta. Inoltre, a
causa della scossa e della 'sorpresa' trovata al rientro, si è scatenata
una crisi di panico e per una ragazza è stata chiamata l'ambulanza.
Controlli contro gli sciacalli sono in corso in tutte le zone colpite dal
sisma, in particolare nelle strutture dichiarate inagibili.
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Torna la Bologna-Raticosa
SONO una sessantina le 'vecchie signore' che partecipano alla 25 ° Rievocazione storica della Bologna-Raticosa che le vedrà impegnate sabato e domenica in un suggestivo percorso
che le porterà il primo giorno
sulla Futa e sulla Raticosa e il se ,
condo a toccare diversi comuni
da Granarolo ad Anzola Emilia
da Bazzano a Monteveglio. Molte le vetture di grande pregio
iscritte quali la Facci Veg. a Spider del 1961, esemplare unico
circolante come la Auto Union
F91 del 1054, senza dimentica-,
re la Bugatti T37 Grand Prix
del 1027 e la Lancia Astura barchetta 1000 Miglia del 1938 costruita appositamente per Gigi
Villoresi.
-
La manifestazione, organizzata
dal Camebo Club auto moto
d'epoca Bologna, parte alle 10
dal Bologna Hotel Relais Bellaria per raggiungere alle Il il centro di Loiano e alle l.1,30 quello
di Monghidoro. Alle 11.451a carovana sarà al Passo della Raticosa e alle 11.45 a quello della
Futa, per poi entrare in territorio toscano .fino a Firenzuola.
Alle 17,50 arrivo a Riolo Terme
dove è prevista la cena, seguita
alle 2.2.30 dalla tappa notturna a
Dozza. Rientro attorno alle 24,
all'Hotel Relais Bellaria da
ve, l'indomani, si parte alle 9
per la seconda giornata che prevede una prova di abilità nello
stabilimento dell'Amarena Fabbri di Anzola Emilia.
•
MOTORI Da sinistra, Enrico Postacchini, Nicola Fabbri,
Pierluign Foresti e Giovanni Maranesi
L.a due giorni si conclude alle
13, sempre al Hotel Relais Bellaria, dove avverrà la premiazione. ((La scelta della rievocazione
storica sotto l'egida dell'Asi (Autoinotoclub storico italiano) —
ha spiegato Pierluigi Foresti,
presidente del Camebo, in occasione della conferenza stampa
tenutasi alla sede Ascom, con il
presidente Enrico Postacchini
fare gli onori di casa — conferma la scelta del nostro club per
le prove di regolarità, da non
confondere con le cronoscalate
che privilegiano invece la velocità.
Paolo Brigherai
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CORRIERE DI BOLOGNA
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Crevalcore nell'incubo:
ci sono tremila sfollali
Da Persiceto a Sant'Agata decine di interventi per i malori
Chiese e centri chiusi, altro duro colpo al patrimonio artistico
È il paese della provincia di
Bologna più vicino all'epicentro del terremoto ed è stato
quello che ha sofferto di più il
secondo sisma, che ieri mattina è tornato a squassare le zone intorno a Mirandola, nel
Modenese.
Crevalcore non ha avuto feriti per fortuna, a differenza di
altri Comuni vicini (tutti lievi), ma il suo centro storico è
stato evacuato a causa dei crolli.. Duemila persone sono state
costrette ad abbandonare le loro abitazioni e gli operatori
del servizio sanitario hanno lavorato senza sosta per prestare soccorso a cittadini colpiti
da malori e crisi ansiose, mettendo in campo anche psicologi. A queste duemila se ne sono aggiunte altre mille allontanate dal restante abitato. Per
accoglierle sono state montate
:io° tende a Palata Pepoli e 250
nelle palestre del campo sportivo, mentre nella serata è arrivato alla stazione ferroviaria,
un treno con 450 cuccette,
Altre Soo sistemazioni son
state approntate nei comuni limitrofi di Sant'Agata Bolognese, Sala Bolognese, Calderara,
San Giovanni in Persiceto
Anzola,
Quindici pazienti del presidio ospedaliero di Crevalcore
sono stati alloggiati nella casa
di riposo Parco del Navile. Il
posto allestito dal 1.3:8 al parco
Sarti ha effettuato una quarantina di visite per cercare di
combattere lo shock che ha investito gli abitanti. Si è presentata per un check-up anche
una donna incinta. Chiuso alle
auto il ponte della Bolognina
perché pericolante e il castello
di Ronchi, già danneggiato dal
terremoto del 20 maggio, è ulteriormente crollato.
Anche il centro storico di
Pieve di Cento è stato chiuso.
fl Comune ha visto crollare la
cupola della chiesa della collegiata di Santa Maria Maggiore
e la sovrintendenza dei Beni
culturali è intervenuta per por-.
tare via un dipinto di Guercino e uno di Guido Reni, «È un
bollettino di guerra, è avvilente — ha detto la soprintendente Carla Di Francesco dopo
aver trascorso il pomeriggio facendo sopraluoghi sui monumenti , c'è un'estensione di
gravità enorme. Bisognerà ricominciare a rifare tutte le verifiche. Ci siamo detti che la situazione non è per nulla tranquilla, domani (oggi • ridi-)
non faremo uscire i tecnici perché potrebbe essere pericoloso». Sono le chiese le più colpite: a Pieve ce ne sono quattro
inagibili, tra cui quella di San
Rocco, la rocca di Antonio di
Vincenzo e una parte di ospedale, più altri 20 edifici di privati. Crepe sono comparse nella sala consiliare e al Teatro comunale, le scuole rimarranno
chiuse fino a fine anno.
A Persiceto ci sono stati 3o
interventi del 118 per malori e
contusioni e un uomo che si è
lanciato da una finestra a sette
metri di altezza è stato portato
all'ospedale Maggiore con fratture. Altre cinque chiese sono
state dichiarate impraticabili e
in cinque case è stato vietato
di entrare, così -13 sfollati si sono aggiunti ai 20 del sisma. del
20 maggio. Chiuse le scuole, il
Comune, i centri diurni, le palestre, i cimiteri e altri edifici
pubblici, annullato il mercato
e proibito il passaggio pedonale in piazza del Popolo. La torTUTTI I DAIMI
re campanaria è costantemente sotto controllo dei tecnici
della Protezione civile.
A San Matteo della Decima
si son registrati danni significativi al castello Giovannina.
Due campanili a rischio a Galfiera, in quanto già danneggiati. Il Comune ha sospeso le lezioni e ha messo in guardia da
possibili truffatori: i tecnici addetti alla verifica dei danni
agli edifici privati sono muniti
di cartellino identificativo e accompagnati da un vigile.
Bazzano ha visto spuntare
crepe nella sua rocca, mentre
San Pietro in Casale ha la croce
sempre più pericolante sulla
facciata della chiesa di Poggetto. Qui ci sono state altre 22
persone sfollate e le scuole so-no state chiuse. Anche alla
chiesa di San Giorgio di Piano
sono caduti calcinacci e il sisma ha causato lesioni a quella di Castello d'Argile, dove il
Comune è stato trasferito in
una tenda in piazza e sono arrivate 35 segnalazioni da privati
per richiedere controlli alle
abitazioni. A Malalbergo hanno approntato 5o brandine nella palestra della scuola per chi
non se la sentiva di dormire a
casa e 6 famiglie sono sfollate.
Andrea Rlnaldì
Comun
A Cruakore il centro storico
è stato evacuato, chiuso alle
auto il ponte della Bolognina
perché pericolante
e il castello di Ronchi. Chiuso
anche il centro di Pietre
di Cento, dove è crollata
la cupola della chiesa della
collegiata di Santa Maria
Maggiore: messi in salvo
un dipinto del Guercíno
e un Guido Reni. le scuole
resteranno chiuse fino a fine
anno. A Si Giovanni
Persketo ci sono stati 30
interventi del 118 per malori
e contusioni: chiuse le
scuole, I Comune, i centri
diurni, le palestre, i cimiteri e
altri edifici pubblici, annullato
il mercato e proibito
passaggio pedonale in
piazza del Popolo. A San
Pietre ht Casale ci sono state
altre 22 persone sfollate
e le scuole sono state chiuse
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Al lavoro Vigili del fuoco in azione nel centro di Crevalcore
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press LinE
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SISMA E RINASCITA/2
Il futuro
che dobbiamo
garantire
di Gian Maria Gros-Pietro
'n- a prima reazione è di forte
solidarietà con gli abitanti del., zone colpite. Ancora morti
sui luoghi di lavoro, dentro quelle fabbriche in cui con tenacia, genialità
ma anche con fatica e talvolta sacrificio si costruisce una parte importante dell'eccellenza manifatturiera
dell'Italia.E la terribile consapevolezza che la cosa non è finita, l'angoscia
di temere la propria casa come luogo
in cui il pericolo può colpire all'improvviso. Vogliamo essere tutti vicino a quella gente, con il cuore, ma
non soltanto con quello. Vogliamo
che il Paese si chieda, subito, che cosa si può fare immediatamente per loro e che cosa si deve fare per il futuro.
Mentre geologi e protezione civile provvedono alle incombenze
tecniche e operative, bisogna subito pensare all'interruzione delle filiere produttive che un'incertezza prolungata riguardo all'agibilità delle strutture produttive
può ingenerare.
Il futuro da garantire
Lo tsunami di Fukushima
ha insegnato che lo scompaginamento delle filiere produce danni non soltanto localmente, ma in un raggio che
nel caso giapponese è arrivato a dimensioni intercontinentali, data la presenza in
quei luoghi di fornitori esclusivi di componenti e intermedi usati in tutto il mondo.
L'Emilia Romagna è una regione ad alta suddivisione delle filiere in specializzazioni di
fase, di tecnologia e di prodotto: la competitività dei produttori finali spesso dipende
anche dalle prestazioni, dalle
caratteristiche qualitative e
dall'efficienza dei fornitori.
E' assolutamente necessario
che non solo le aziende colpite, ma anche quelle che sono
con esse in relazioni di interazione funzionale vengano
messe in condizione dinon interrompere, o di riprendere
al più presto la produzione. Il
che può significare anche spostare la stessa temporaneamente al di fuori di un perimetro che circoscriva la zona
temporaneamente non sicura. Un compito sicuramente
eccezionale, da svolgere con
strumenti non ordinari, contando magari sul contributo
delle stesse associazioni imprenditoriali: un "prestito di
capannoni" per dirla in modo
semplice, che andrebbe velocemente organizzato utilizzando i non pochi immobili industriali al momento inoperosi nelle zone circostanti.
Non tutte le produzioni
possono essere spostate: molte necessitano di impianti e attrezzature specifiche che non
si possono facilmente rimuovere e ricollocare. La soluzione è quindi quella di riparare
e ricostruire secondo criteri
antisismici adeguati al livello
di rischiosità rilevato. Questo
è il compito per il futuro, da
affrontare subito predisponendo le prospettive che lo
renderanno possibile.
Perché ricostruire le fabbriche e le case costerà; ma ciò
non porrà un problema insuperabile, poiché si tratta di investire in produzioni, e in case per coloro che vi partecipano, che sono in grado di produrre reddito e quindi di ripagare l'investimento. L'unico
problema è la necessità di anticipare il capitale necessario. E neppure questo è un vero problema, in un Paese in
cui il grande stock di risparmio accumulato è alla ricerca
di collocazione sicura, che lo
protegga da rischi monetari o
di altro tipo. Si dia a questi investimenti una prospettiva
certa di protezione e di ritorno, con adeguati strumenti fiscali, e ne deriverà un flusso
di domanda aggiuntiva che
non potrà che essere di aiuto,
non solo per i terremotati.
Gian Maria Gros-Pietro
pn;nz.:Rì
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Il soler /,1
30/05/2012
Daniele Lepido
Terra che trema, terra
d'Emilia ferita e di nuovo lacerata dal terremoto, con un bilancio provvisorio di 16 morti accertati, un disperso, oltre 350 feriti e 14mila sfollati. È un risveglio amarissimo quello che ieri
mattina ha investito il Nord Italia: cinque forti scosse con epicentro tra Carpi, Medolla e Mirandola hanno segnato l'inizio
di una giornata tragica.
La terra ha sussultato per la
prima volta alle 9.01, con una
magnitudo di 5,8 e poi in maniera più leggera alle 10.25 (magnitudo 4,7), ancora alle 11.30 (4,2)
e un'altra volta alle 12.55 (5,5),
con epicentro spostato a NordOvest. Poi alle 16.39 l'ultimo fre-
Il nuovo sisma
nel Modenese:
sedici morti,
cadono fabbriche
Altre due forti scosse ieri mattina:
un disperso, 350 feriti e oltre 14mila sfollati
OLTI M SORPRESA
La prima scossa, alle 9.01,
non ha dato il tempo a molti
di uscire da case e capannoni
Gli esperti: forse attivata
una nuova faglia
LA ORAMMATICA BER'A
Il parroco di Rovereto
della Secchia è stato
schiacciato mentre
controllava i danni causati
dal primo disastro
mito (3,9), più profondo degli altri, a 20.6 chilometri sotto terra.
Le previsioni parlano inoltre di
almeno 8mila nuovi sfollati,
che si aggiungono a quelli della
prima ondata di scosse, per un
totale di 14mila.
Intanto sale a 16 il bilancio
provvisorio dei morti accertati,
con tre vittime a Medolla, cinque a Mirandola, tre a San Felice, tre a Cavezzo, una a Rovereto e una a San Possidonio. In
Emilia la terra si è scrollata ancora una volta di dosso case e
persone. Delle sedici nuove vittime dieci sono morte mentre
stavano lavorando, uccise dal
crollo dei capannoni che erano
stati dichiarati agibili nonostante lo sciame sismico derivato
dal terremoto del 20 maggio.
Gianni Bignardi, 62 anni, ingegnere di Mirandola, Kumar
Pawan, 27 anni, operaio,
Mohammad Azaar, 46 anni, caporeparto: sono morti nel crollo della Meta, industria metalmeccanica dove lavoravano
insieme indiani sikh, marocchini e italiani. Bignardi stava eseguendo controlli di stabilità per
capire se il capannone, dichiarato agibile, avrebbe retto a nuovi
tremiti. Alle 9, quando è arrivata la prima scossa potente, tutti
hanno cercato di fuggire. Secondi di terrore - dieci, quindici che sono sembrati un'eternità
ma troppo brevi per consentire
la fuga di Kumar, Gianni e
Mohammad. E così sono morti,
schiacciati dalle grandi travi
mentre la terra tremava ancora.
«La voglia di tutti gli abitanti
di San Felice sul Panaro era
quella di ricominciare ma per
ora questa voglia è soffocata
dalla paura, dalle poche sicurezze che abbiamo, dalle scosse che ci logorano - ha detto il
sindaco di San Felice, Alberto
Silvestri - ma se ritroveremo la
tranquillità allora potremo farcela». Anche a Medolla sono
morti tre operai, che stavano lavorando nella Haemotronic, e
tre sono i morti alla Bbg di San
Giacomo Roncole, mentre una
donna è rimasta uccisa sotto le
macerie di un mobilificio di Cavezzo. Qui il capannone si è piegato su se stesso, dopo che la
terra ha tremato per 15 secondi.
«Volevano reagire», ha detto il
sindaco Silvestri. «Questa volta ci ha colpito mentre tentavamo di riprenderci», gli ha fatto
eco il primo cittadino di Finale
Fernando Ferioli.
Le icone vecchie e nuove del
sisma sono quelle che già affollano televisioni e siti internet: la
navata invasa dalle macerie del
Duomo di Mirandola, con lavol-
ta squarciata, l'orologio del comune di Modena fermo appena
dopo le nove, la torre sgangherata di Finale Emilia. La diocesi di
Modena ha confermato la morte del parroco di Rovereto sulla
Secchia: don Ivan Martini, 65 anni, schiacciato da una trave mentre stava verificando i danni delle scosse della mattinata nella
chiesa di Santa Caterina, nel tentativo di portare in salvo la statua della Madonnina. Lavoro difficile per i vigili del fuoco, che assieme ai militari e alla Protezione civile hanno scavato nelle
macerie alla ricerca dei dispersi, con una donna estratta viva
in serata a Cavezzo.
Il sisma ha colpito piccoli gioielli del patrimonio artistico,
non solo in Emilia. Spostandosi
di poco, nel mantovano, a Schivenoglia è crollata la chiesa già
danneggiata dalla scossa di dieci giorni fa e tutta la piazza del
paese è stata transennata. Anche a Quistello e Moglia si sono
registrati danni alle chiese, così
come a Poggio Rusco. A Sermide crolli alla torre civica. Tornando alle infrastrutture un cavalcavia sulla A22 tra Moglia e
Gonzaga risulta chiuso al traffico per le verifiche sul ponte.
Crolli si sono registrati un po'
ovunque nelle campagne, con
le case rurali che hanno subito
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Il nuovo sisma
mi »Arnese,
sedici morti
se fttbbriche
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II soler /,1
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gravi danni. A Mantova è crollata la cupola del campanile
della basilica Palatina di Santa
Barbara, a Palazzo Ducale. E
oggi, per precauzione, le scuole saranno chiuse a Ostiglia e
Felonica mentre si sta valutando la possibilità di chiuderle
anche a Mantova.
Mentre si inizia la conta dei
danni economici, sul fronte della politica su internet è montata
la protesta per annullare la parata militare del 2 giugno, festa della Repubblica, per utilizzare
quelle risorse per gli sfollati del
sisma. Pronta la risposta del presidente della Repubblica, Giorgio Napolitano: «Celebreremo
a fine settimana il 2 giugno perché la Repubblica, nell'anniversario della sua nascita, deve dare il segno della sua unità e della
sua vitalità e dedicheremo le sobrie celebrazioni al ricordo delle vittime del terremoto di questi giorni, al dolore delle famiglie, alla sofferenza delle popolazioni colpite».
E mentre il sindaco di Roma,
Gianni Alemanno, è partito ieri
per Modena dove porterà «gli
aiuti della Capitale alle popolazioni colpite dal terremoto», il
leader del Pd, Pier Luigi Bersani, si aspetta un decreto ad hoc
in «48 ore» per fronteggiare
l'emergenza. «Dolore e tristezza per il terremoto che ha colpito il nostro Paese. Solidarietà alle famiglie delle vittime. Siamo
pronti a dare una mano», ha
scritto su Twitter il segretario
del Pdl, Angelino Alfano, mentre il vicepresidente di Fli, Italo
Bocchino, sostiene la necessità
di «lavorare tutti insieme per
sostenere senza se e senza ma
le popolazioni colpite». Il capogruppo del Pd, Dario Franceschini, in aula alla Camera, ha
lanciato un messaggio al Governo: «Destinare alle aree disastrate isso milioni di euro che si
risparmieranno ogni anno con
il taglio dei finanziamenti ai partiti». Fermo anche il pallone,
con la Federcalcio di Giancarlo
Abete che ha deciso di annullare l'amichevole Italia-Lussemburgo prevista per ieri sera a
Parma.
Oggi sarà però un altro giorno. Gli esperti parlano di nuove scosse e del rischio che si sia
attivata una nuova faglia, la terra continua a tremare e per accorgersene basta una semplice
app, su qualsiasi smartphone o
telefonino, con scosse inferiori
a magnitudo tre. Ma la differenza si giocherà su prevenzione e
politiche per la ricostruzione.
E non solo su coraggio e buona
volontà.
Paura ed ev a cuazioni
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Precauzione. A Milano idipende
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nuovo sisma
nel Modenese
sedici morti.
cadono fabbriche
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Il Sole12
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30/05/2012
SISMA E RINASCITA/1
I vMoH, L'Italia che soffre con dignità
Resurrezione
e speranza
di un popolo
Resurrezione
e speranza
di un popolo
di Bruno Forte
•
n"-•
stata colpita al cuore
liavivace, laboriosa, produttiva, quell'Italia che sa rimboccarsi le maniche, che non si arrende nelle prove. È l'Italia che tutti
sentiamo nostra, quale che sia la collocazione geografica di ciascuno di
noi nello Stivale, l'Italia dell'imprenditorialità diffusa, della qualità della
vita dignitosa, della partecipazione
attiva dei singoli e della società civile alle sorti comuni. Sin dall'inizio
dell'evento sismico, le reazioni della
gente e dei responsabili delle istituzioni ci avevano colpito per il loro coraggio e la fiducia nella ripresa immediata.Anche per questo, le forti scosse di ieri con l'atroce numero di vittime provocate ci sono apparse come
una sfida terribile, che ha fermato in
molti luoghi le attività appena ricominciate, quasi a voler smorzare o
addirittura fermare la tenacia di un
popolo avvezzo al lavoro e desideroso di ricostruire al più presto le condizioni di una vita normale.
COn:3z3
F-3ezn;.. 2
di Bruno Forte
:z.zntnua
I sacrificio della vita è toccato
a non pochi lavoratori, italia, mie immigrati: questa comune appartenenza alla fragilità e alla morte ci ricorda la pari dignità
di ogni persona umana, mentre
evidenzia- se mai ce ne fosse stato bisogno - l'apporto prezioso
che tanti cosiddetti extracomunitari stanno dando alla vita del Paese, fino al costo di sé. Anche loro sono l'Italia operosa e civile,
questi uomini e donne fuggiti
spesso dalla povertà e dalla fame
per inseguire fra noi un futuro migliore, fratelli nostri in umanità e
componente sempre più vitale
del nostro sistema produttivo e
civile. Don Ivan, poi, il sacerdote
morto mentre cercava di portare
in salvo la Madonnina della sua
Chiesa parrocchiale di Rovereto, uno dei paesi della Bassa modenese maggiormente colpita
dal sisma, è emblema di quella fe
de umile e profonda, che ha fatto
e fa la forza di tanti Italiani, sorgente del dono di sé e della speranza fiduciosa anche nelle ore
più difficili della nostra storia.
Davanti a queste vite spezzate, a quest'umanità generosa e
piena stravolta dall'evento sismico, nascono naturalmente i tanti
interrogativi sulle possibili responsabilità degli uomini• era
prevedibile ciò che è successo?
-
Erano adeguatele strutture abitative e quelle dei luoghi di lavoro?
Le risposte non sono facili e non
bisogna congetturare partendo
da una fiducia eccessiva nelle
possibilità umane di fronte alle
forze della natura. Un esame approfondito andrà fatto per accertare la verità, con rigore e senso
della misura e della realtà. Solo
così l'esperienza potrà insegnare qualcosa per il futuro cammino. Ora occorre, però, uno slancio di prossimità solidale e intelligente: non solo lo Stato, ma l'intera comunità delle donne e degli
uomini che fanno la nostra Italia
devono sentire vicina la causa
della rapida resurrezione
dell'Emilia colpita.
A nessuno è lecito estraniarsi
né dimenticare in fretta, come
purtroppo spesso è avvenuto (e
la vicenda del terremoto
dell'Aquila dolorosamente insegna!). Occorre tener desta l'attenzione e organizzare la speranza. Né ci si può sottrarre alle domande su un'altra responsabilità, che sorgono spontanee e inquietanti nel cuore di molti:
dov'era Dio nell'ora del sisma? Si
era distratto? Era lì come sempre? Era lì come l'eterno Assente? o il misterioso Amore?
Nella sua memoria di Auschwitz, Elie Wiesel racconta
del bambino impiccato perché
aveva tentato la fuga, dibattutosi
a lungo con il cappio della morte
davanti agli occhi impietriti dei
prigionieri del campo. Anche allora era risuonata la domanda:
«Dio? Dov'è il tuo Dio?». E la voce di un prigioniero fra i tanti
aveva risposto: «Dio è lì, appeso
a quella forca» (E. Wiesel, La
Notte). Non è atea o blasfema
questa frase gridata nel dolore, o
per lo meno non è solo questo:
quello che muore con l'innocente che muore è il Dio tappabuchi, il Dio impassibile, indifferente spettatore del dolore umano. Proprio così, però, la frase ha
un altro senso: Dio è appeso a
quella forca perché non lascia solo chi soffre e chi muore. Gli fa
compagnia. Lo porta con sé nella morte, oltre la morte...
LA FRAGILITÀ DELL'UOMO
Di fronte alle vite spezzate
gli interrogativi
sulla presenza di Dio
e le eventuali responsabilità
da accertare
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sedici morti,
cadono fabbriche
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Il Sole12
30/05/2012
Un Dio burattinaio del mondo non regge al confronto col dolore umano. Solo il Dio "compassionato", come si diceva nell'italiano del Trecento, solo un Dio
cioè fattosi compagno del dolore per amore nostro e perciò capace di sostenerci nella prova, è
il Dio che regge lo sguardo dei
sofferenti impietriti davanti alla
morte imprevedibile e sconvolgente dei loro cari. Dove abita
questo Dio? Sembra paradossale dirlo, ma è molto più vicino a
noi di quanto potremmo pensare. Se due millenni di cristianesimo ci hanno abituati allo scandalo del Dio crocifisso, al punto da
vivere come se Lui non ci fosse,
la freschezza del racconto evangelico continua a riproporci la
domanda lancinante: «Mio Dio,
mio Dio perché mi hai abbandonato?». Non è un ateo, né un bestemmiatore a gridare così: è il
Figlio. E in Lui sono tutte le voci
e i silenzi del dolore umano che
vengono raggiunti dalla compagnia del Dio vicino, abbandonato con gli abbandonati, solo per
essere accanto a tutte le solitudini, ferito come la gente provata
dal sisma.
La stessa voce, da quello stesso albero di morte e divittoria, aggiunge: «Nelle Tue mani affido il
mio spirito». È la fede di quella
gente solida e forte, che continua
a sperare e a voler andare avanti
con dignità grande, nonostante
tutto. La fede di don Ivan, consegnata al Dio con noi, venuto fra
noi per piangere e sperare, per vivere e morire, per credere e per
amare, per accompagnarci
nell'ultimo silenzio e darci la forza di ricominciare il cammino
senza fermarci.
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sedici morti,
cadono fabbriche
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30/05/2012
Ce la faranno,
ce la faremo
di Aldo Bonomi
eravamo trovati solo 15
giorni fa a Modena, in
casa della Cna a discutere
della solitudine dei piccoli
dentro la crisi. Con il secondo popolo, quello dei capannoni, del capitalismo moleco-
Ce la
faranno,
ce la
faremo
Abbiamo sopra la testa la turbolenza finanziaria dell'euro e dei
debiti sovrani, qualcuno entra nel
tunnel della disperazione ma,
dobbiamo tenerci per mano, sentirci un popolo che lavora, che fa
comunità operosa e accettare la
sfida della metamorfosi dentro la
crisi. Come non bastasse quello
che si aveva sopra la testa, proprio lì, dove l'Italia è più Italia
dell'economia diffusa, dei distretti, delle filiere produttive, dal profondo della terra matrigna è arrivato un terremoto che sembra
non avere quiete.
Feroce nel suo colpire i simboli della comunità: chiese, torri,
che segnano i paesi, e i capannoni
con i loro morti sul lavoro, di notte per fare le consegne, anche perché gli ordini sono già pochi, di
giorno per ricostruire e continua-
lare che si era sentito meno
solo. C'era il presidente della
Regione, Il Sole 24 Ore, le rappresentanze, tutti assieme ci
siamo detti che il momento è
difficile.
re a produrre per non uscire dalla
filiera. Che qui, più che altrove, tiene assieme artigiani, piccole imprese con le medie e le eccellenze
che segnano il territorio. Senza di
loro, senza iloro capannoni, laFerrari non sarebbe un simbolo del
made in Italy.
Inprovincia diModena e Ferrara sono ioomila le imprese attive,
più diuna ogni dieci abitanti. Vilavorano oltre 33omila persone.
Esportano e competono nella crisi per 13 miliardi di euro. Nei paesi
epicentro del terremoto da Medolla a Cavezzo, da C arpi a Mirandola, da Novi di Modena a Finale
Emilia sono nate 44o nuove imprese. Sono citazioni e numeri da
economia del territorio che oggi
lasciano il passo a sentimenti di
solidarietà e vicinanza con
quell'Italia di mezzo architrave
che tiene assieme il Paese da nord
a sud. Inchiniamoci di fronte a
questo popolo operoso della Via
Emilia e non lasciamoli soli nel loro ricostruire paesi e capannoni.
Senzalaloro operosità, senza la loro vitalità, il Paese tutto non sarebbe più lo stesso. Che nessuno resti
solo in questo momento difficile.
Cela faranno e ce la faremo.
Aldo Bonomi
[email protected]
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lirundolabimedicale raso al suolo
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Il Sole12
30/05/2012
A Medolla si sgretola l'alimentare
Cantine e macelli fermi ma nel distretto nessuno si arrende: si deve ripartire al più presto
Paolo Bricco
M EDOL LA. Dal nostro inviato
«Nonho niente da dire». Gi iardafisso a terrailgiovanetitolare della Menu. «Nessuno è morto sotto le
macerie». Alza gli occhi al cielo, come aringraziaredlpiùanziano.ACavezzo, settant'anni fa, c'era un salumaio. L'edificio in stile padano ora
ospita gli uffici della Menu, un'impresa che nei servizi per la ristorazione fattura un'ottantina di milioni
di euro (un quarto all'estero) e ha
200 dipendenti. Invia della Concordia il giardino è ordinato, ma un muretto è venuto giù.
Allo stesso modo rischia di sfarinarsi un pezzo di quell'agroalimentare italiano che ha il cuore e l'anima
inEmiliaRomagna, dove sessanfannifal'artigianato si è fatto organizzazione semifordista, l'agricoltura è diventata trasformazione industriale,
i contadini si sono scoperti imprenditori e i compagni hanno indossato
l'abito dei cooperatori con il gusto
per il denaro. Tutti accomunati dalla passione per la buona tavola, da
servire con un business che solo qui
vale 25 miliardi di fatturato aggregato e dà lavoro a 7omila addetti.
«Dobbiamoripartire primapossibile», dice Luciano Vaccarini (vecchia generazione della Menu) con
l'ottimismo di chi qui nella Bassa,
dai mitici anni del Boom, crede sul
serio che volere è potere. E ci vuole
davvero unpo' della sana follia degli
armi 5o per ricominciare. Sì, perché
a Medolla, poco lontano da Cavezzo, lo stabilimento della Menu sembra una caramella scartata da un
bambino gigantesco e cattivo.
TESTIMOWANZE
Lo stabilimento della Menu
(servizi alla ristorazione)
sembra una gigantesca
caramella scartata:
è divelto su due lati
Due dei quattro lati sono stati divelti dalmovimento sussultorio della terra. Le Onoranze funebri Bianchini Romano e Raffaele, a mezzo
chilometro dalla fabbrica, qui non
sono venute a raccogliere nessuno.
Dall'altraparte della strada, allaHaemotronic, i cani dei vigili del fuoco
cercano corpi ancora vivi. Una persona di sicuro è morta. «Solo nella
Bassa Modenese - nota Ivano Gualerzi, segretario degli alimentaristi
della Cgil - si trovano duecento
aziende e 3.500 addetti. Ora, in tutta
la regione sono a rischio più di 2.500
posti dilavoro».Ieri, alcune organizzazioni hanno provato a fare di nuovo i conti. La Coldiretti ha stimato in
5oo milioni i danni all'agrindustria.
Un milione le forme di parmigiano
reggiano e grana padano finite a terra. «Le mie forme - racconta Lisa
Ferrarini, dell'omonimo gruppo di
Modena e Reggio Emilia- si sono solo spostate, ma non sono cadute. Si
sono staccati i tappi delle scalere, le
sciante. Nellavia degliArtigianiAlberto Diagoli, commerciante di acque e di vini, parla a tre operai. Appoggia i fogli sul pianale del suo camion, carico di prosecco. Di fronte
a noi, migliaia di bottiglie spaccate
come al più violento dei rave party.
Il terremoto ha questi effetti pervasivi. Contagia l'intero ciclo economico: da chi produce fmo a chi si occupa della logistica spicciola.
«Quanti ristoranti servo? Almeno
cinquecento», dice Diagoli. E chissà se fra i suoi clienti c'era anche il
Rigoletto di Reggiolo, due stelle Michelin, maledetto il terremoto che
si porta via gli uomini, il lavoro e i
grandi ristoranti. A poche centinaia di metri, unuomo su una bicicletta non riesce a staccare lo sguardo
da quel che resta della Menu. «Anni fa ci ho lavorato», racconta Daniele Calanchi, giacca avento invernale nonostante i 35 gradi, come chi
non sente più niente.
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cuore e anima In Emitia
a &diretti stima in 500 Ihom danni" airagroindustri
Le vittime
Delle 16 vittime i
terremoto di ieri, dieci 5
mentre stavano lavo rand o in
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sci ame si scuro insistente
derivatodalsisma delta
maggio).
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A Medolla sano rimasti uccisi
•i?.pgro:1;:théttgiieM000:itló;
scaffalature su cui sono riposti i formaggi in stagionatura».
Lisa Ferrarini è vicepresidente
di Federalimentare e consigliere
delegato di Confmdustria per ilMade in Italy: «Il sisma economico ha
un raggio ampio. E colpisce diversi
segmenti. Per esempio, anche in
Lombardia molte aziende di macellazione suina sono ferme. Questo
nonpotrà non avere effetti sugli approvvigionamenti». A Carpi il macello non è in funzione. Le Cantine
Riunite di Modena e di San Prospero sono chiuse.Ilterremoto haparalizzato le attività.A Modena i Grandi Salumifici Italiani hanno mandato a casa i 400 dipendenti. Ma lo
sciame sismico, secondo
Coldiretti, ha avuto effetti anche
sui caseifici delMantovano. Qui, però, c'è il cuore caldo del terremoto.
Medolla è semi-distrutta. A Cavezzo, macchine movimento terra
dovranno buttare giù edificipericolanti. L'aria ha qualcosa di ango-
nella Haemotronic,etresonoi
morti alla Bbg di Mirandola. Altre
s: FlyjgjTp0qrptIO:détb•Métà:dV
un mobilificio di Cavezza
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° I
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Il Sole12
30/05/2012
Guido
Conti
I cinque
minuti
più lunghi
della mia vita
nprovincia di Modena è
un disastro. Lo dicevano i
.geologi che non era
finita, che il peggio doveva
ancora venire. La sabbia nei
campi, l'odore di zolfo e di
mare che sale dalle crepe
della terra, le api che volano
impazzite, i cani che
abbaiano tutta la notte, gli
uccelli che non cinguettano
più. La natura sembra
stravolta nella zona del
terremoto, tra Modena e
Ferrara. Poi ieri mattina la
notizia della prima forte
scossa, quella delle nove. Ho
pensato che a Modena tutto
stesse crollando sotto un
cielo azzurro e un sole quasi
estivo.
Ho chiamato la mia amica
Marzia che abita a Novi di
Modena, che fa la fotografa
ed è in giro a scattare in quel
paesaggio che nel giro di una
settimana sembra
attraversato dalla furia di
una guerra. Scosse che
fanno tremare la pianura e
l'anima degli uomini e delle
donne che camminano in
strada piangendo, sconvolte
dal senso di insicurezza e di
fragilità.
La scossa delle nove non
l'ho sentita, ero in macchina.
Ho chiamato Marzia ma non
riuscivo a prendere la linea.
Ho richiamato più volte fino
a quando non mi ha risposto.
Piangeva. Il centro di Novi
era pieno di macerie con la
gente pronta con le valige in
mano. «Qui è un disastro!»,
mi dice con la voce tesa. Per
la prima volta nella mia vita
ho avvertito il senso
dell'impotenza,
dell'irrimediabile, che non si
tornerà indietro e non sarà
più come prima. All'una
—
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richiamo. Marzia mi
racconta il suo giro in
bicicletta con la macchina
fotografica per le strade
quando urla. Un urlo
improvviso, straziante, che
dura un'infinità, come
impazzito, poi il silenzio. Ho
chiamato più volte, «Marzia,
Marzia!». Pensavo fosse
rimasta sotto le macerie.
Sono stati cinque minuti
lunghissimi, con la paura nel
cuore, il terrore nell'anima,
e le gambe che non mi
reggevano. Poi dopo cinque
minuti, ho riprovato con
l'ansia e il desiderio che mi
rispondesse. «È crollata la
torre di Novi» mi dice, come
se fosse stata spazzata via
l'anima dei novesi. Mi parla
sotto shock. «Non ti rendi
conto di quello che ho visto?
Mi stava crollando il paese
davanti agli occhi!».
«Qui non finisce, è una
cosa inimmaginabile!». Mi
racconta della gente che non
riesce più ad entrare in casa
perché le porte non si
aprono e non si chiudono
più. La protezione civile sta
allestendo nuove tende. Chi
ha una casa al lago o fuori
paese si sposta subito,
prepara quello che può e se
ne va. Altri si preparano per
la notte in macchina.
Nessuno vuole tornare a
casa ma non vuole neanche
abbandonarla. Hanno paura
degli sciacalli.
Il mio amico Nicola ha i
capannoni dell'azienda
tessile crepati. Impossibile
entrare, continuare il lavoro.
Suo padre è immobile in un
letto, non sa dove lo
porteranno questa notte. Ha
la casa crepata.
La terra trema
continuamente. Scosse forti,
continue, improvvise, che
fanno urlare. Poi il rumore
dei mattoni, delle macerie, il
fumo che sale nell'aria. «Ma
quanto durerà tutto
questo?» mi dice Marzia con
la voce strozzata. Io no so
cosa risponderle.
«Aspettiamo la prossima
scossa! È terribile. Ma
perché succede tutto
questo?», mi dice Marzia
piangendo al telefono.
C) RIPRODUZIONE RISERVATA
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Il Sole12
30/05/2012
vnkr
URL
Lucrezia
Lerro
Conosco quella
disperazione,
nella tragedia
perdi l'identità
l giorno del terremoto in
Irpinia, 23 novembre 980,
avevo sette anni. Abitavo con
la mia famiglia a Omignano, paese
perduto sui monti del salernitano,
e lottavo per crescere e per capire
(ma anche per accettare) il
mondo dei grandi, che già allora
mi sembrava terribile e comico. In
un momento, per qualche
incomprensibile motivo, la natura
aveva deciso di ribellarsi alla
gente del nostro paese. Le prime
scosse arrivarono di sera e subito
trasformarono duramente il
luogo e le persone. Ero una
bambina sensibile fmo all'eccesso
e compresi che in qualche modo
imprevedibile questa brutale
novità aveva preso il sopravvento
su tutto il resto, cancellando tutte
le paure e i problemi quotidiani,
tutte le difficoltà apparentemente
insormontabili della nostra vita
marginale. Ognuno di noi, in
fondo, vivendo lì e in quel modo,
considerava che non fosse
possibile star peggio di come
stava. Noi già circolavamo nella
miseria, eravamo già stati puniti
abbastanza e (forse) niente
avrebbe potuto colpirci.
Oggi ancora mi sorprendo e mi
commuovo davanti alla difficoltà
di chi si trova dentro la furia della
natura. Trentadue anni dopo il
"mio" terremoto, i ricordi della
bambina che sono stata si
misurano con la realtà che sta
vivendo l'Emilia Giornali e
telegiornali raccontano una
tragedia che periodicamente
colpisce una parte di noi
lacerando una fetta del nostro
territorio nazionale, la raccontano
e la moltiplicano. Tenendo accesa
l'attenzione su queste catastrofi,
in qualche caso anche immani, in
fm dei conti, le trasformano in riti
della collettività. Non possono
però certamente raccontare tutto.
Io conosco bene il sentimento
di impotenza e di incredulità che
afferra chi patisce per qualcosa
che non ha causato, di cui non è,
né può essere, responsabile. Io e la
mia famiglia abbiamo pagato, e
con noi tutte le altre famiglie di
Omignano, perché il terremoto
indebita, sempre e per un tempo
molto lungo, siano i danni minori
o maggiori, materiali o
sentimentali. La notte del 23
novembre i98o, io e i miei fratelli,
con mio padre e mia madre, siamo
scappati da una casa, la nostra, che
già stava in piedi per miracolo e ci
siamo rifugiati nel campo
sportivo del paese insieme a tutti
gli altri. La gente urlava, ibambini
piangevano, i vecchi tremavano.
Ognuno piangeva per la paura e
per il freddo. Avevamo tutti lo
stesso cuore, lo stesso terrore
nella voce e negli occhi.
Mia mamma ancora ricorda le
parole di suo suocero: «Metti a
letto ibambini, fanno troppo
rumore...ma cosa fanno,
ballano?» Era il terremoto, ma
mio nonno non aveva capito per
via del fatto che i pavimenti
poggiavano su delle assi di legno
già marce, e dava la colpa a noi
fratellini. Poi, la fuga. Siamo
rimasti fuori di casa per tre giorni.
Al rientro la nostra casa sembrava
un fantasma. C'erano crepe
ovunque e il pavimento sempre
traballante si era trasformato in
un incubo. E poi non
dimenticherò mai la carta da
parati che ogni giorno si staccava
dalle pareti sbrecciate e dalle
travi, marce come il pavimento.
La porta d'ingresso era venuta giù,
così per molti anni abbiamo
abitato in una casa senza porta.
I danni del terremoto sono
indelebili perché si rimane
all'improvviso privati di qualsiasi
cosa. In un certo senso si perdono
pezzi della propria identità. Si
perde la possibilità di sentirsi
protetti e si sprofonda in un abisso
di insicurezza. Rivedo adesso
nella gente disperata dell'Emilia
Romagna, nei loro corpi avvolti in
coperte provvisorie e anonime,
cose che conosco. I loro sguardi
sono di persone inbalia del
mondo. Sono lo specchio di
un'umanità che sta precipitando
senza sapere perché.
Adesso ho qualche prova in più
per poter dire che la disperazione
ha sempre la stessa faccia e la
stessa dignità.
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Il Sole12
30/05/2012
Cavezzo, piegata la meccanica
Allo stabilimento Wam la voglia di ricominciare prevale anche sulla disperazione
Ilaria Vesentini
CAVEZZO (MODENA)
Un operaio della Wam racconta di non aver mai visto un muletto che pesa quintali alzarsi da
terra di 4o centimetri. La custode
dell'azienda meccanica di Cavezzo, comune di 7mila abitanti 25
chilometri a nord di Modena, era
in auto e si è dovuta fermare perché l'asfalto era come le onde del
mare. Il direttore generale Stefano Baraldi alle nove - ora della
scossa più forte di 5.8 gradi Richter - era in videoconferenza
conia filiale cinese: i tavoli che tremavano e il fuggi fuggi generale
sono stati visti in diretta dall'altra
parte del mondo.
Di fronte all'headquarter di
questa multinazionale tascabile
specializzata in coclee (trasportatori per polveri e granuli) con 5o
filiali nel mondo, 30o milioni di
fatturato (6o% extra Ue),2mila dipendenti, di cui 400 a Motta di Ca-
vezzo, regna nel pomeriggio assolato una calma surreale. Anche se
girano notizie di metà dei capannoni sventrati e la campagna circostante è un cimitero di mattoni
rossi. La custode sta allestendo
una tenda di fronte alla guardiola,
dove dormirà stanotte con la famiglia. Il carrellista Gianni Baratella
è tornato preoccupato a controllare come va nella «sua» azienda. Il
dg è l'unico dei vertici del gruppo
che dopo due ore di attesa compare al cancello dell'ingresso principale, elmetto giallo in testa. «La
nostra fortuna - dice - è che qui
non ci sono vittime». Mentre so-
LE PRECALMC.NL
A metà pomeriggio
un camion svuota i serbatoi
di gas tecnici per evitare
esplosioni in caso
di nuove scosse o crolli
no morte tre persone alla Meta di
San Felice sul Panaro, una Srl di
meccanica di precisione a pochi
chilometri dalla Wam: due operai
e un ingegnere impegnato in rilievi sono rimasti schiacciati nell'implosione del capannone. Così come ci sono tre vittime (tra cui il
titolare) alla Bbg di Mirandola,
che solo due giorni fa aveva ripreso l'attività dopo una settimana di
stop per i danni subiti il 20 maggio
scorso.
Sono una cinquantina le aziende meccaniche qui a Cavezzo, si
arriva a 28o unità locali e 4mila addetti con Mirandola e Medolla, i
tre comuni epicentro del sisma di
ieri. Ma anche ieri la meccanica il pilastro dell'economia emiliana, 26mila stabilimenti in regione, 238mi1a addetti e un fatturato
di 45 miliardi - ha mostrato più
che le ferite la voglia di reagire. E
chi, come Wam, non deve fare i
conti coni cadaveri, giàvuole par-
passato la giornata su e giù per i
reparti a verificare i danni, ma
non si palesa. Il problema più urgente è che da Cavezzo si controllano i server di tutte le 5o sedi
mondiali e che lo spostamento di
una faglia nel sottosuolo emiliano
ha creato a cascata un blackout
globale. Il gruppo elettrogeno è
già arrivato dopo pranzo «ed entro le due di stanotte i server devono ripartire, perché quando la Cina si sveglia deve avere tutti i dati
a disposizione», aggiunge Baraldi. A metà pomeriggio un camion
svuota i serbatoi di gas tecnici,
per evitare esplosioni in caso di
nuove scosse o crolli. Oggi sono
attese una squadra di ingegneri
strutturali da Milano e le gru per
spostare i detriti. Questa settimana la Wam resterà chiusa, ma già
da lunedì prossimo la famiglia
Marche sini è certa di poter assicurare l'8o% della produzione.
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lare di ripartenza. Nonostante tetti e pensiline in frantumi, le travi
venute giù e le crepe nei muri dei
75mila metri quadrati coperti del
sito di Cavezzo: danni meno ingenti delle voci iniziali, comunque seri. Dopo la scossa di dieci
giorni fa, è bastato il lunedì
all'azienda per completare le operazione di agibilità e richiamare
tutti al lavoro. «Io ci ho pure litigato con i vertici, non ci volevo rientrare in quel capannone centrale
(e indica il tetto crollato, ndr),
non mi sentivo sicuro», racconta
un altro operaio che non era di turno alle nove di mattina, ma alle sei
di pomeriggio è pure lui nel piazzale a controllare la situazione.
Chi non ha mai mollato un attimo l'azienda, dall'alba a ieri sera,
è il fondatore Vainer Marchesini,
che quarant'anni fa ha tirato su
dal nulla un'officina artigianale,
oggi leader mondiale. Con il figlio
Marcello e il nipote Roberto ha
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Il soler /,1
30/05/2012
Carpi, il tessile ha chiuso i cancelli
Fiato sospeso per 1.280 Pmi che stanno ultimando i campionari: riusciranno a riprendersi?
,ngelo Mincuzzi
ARPI. Dal nostro inviato
Via dell'Innovazione semra terra di nessuno. Alle cinque
[ella sera i passi rimbombano sul
elciato tra i capannoni sbarrati e
cancelli sprangati. «Oggi siamo
hiusi. Domani ci saremo», anLuncia un cartello all'ingresso di
Ln capannone. Uno sfoggio di otimismo. O la speranza che l'incue non si ripeta. Non più, almeLo. Alle nove del mattino la terra
La tremato anche qui, alla perifeia di Carpi, nella zona industria2, il centro del distretto dellamoLa e del tessile. Ma qui i muri, per
artuna, hanno resistito. Non cone a Mirandola, una manciata di
hilometri più in là, dove alle
ziende del biomedicale è andata
Lecisamente peggio e le struttue si sono sbriciolate.
PercorriVia della Chimica, daanti al capannone di Twin-Set e
rovi anche qui il deserto. Svolti
,
per Via Nobel, dove c'è Denny
Rose, altragriffe che nasce in questa terra emiliana. Nessuno neppure qui. E poi Gaudì, Champion,
Liu Io, Bluemarine. Il terremoto
ha cancellato la presenza umana,
almeno da quando la prima scossa del mattino ha fatto fuggire gli
operaie chiuso le aziende. Ma i capannoni, quelli non li ha sconfitti.
Fabrizio Gavioli, titolare della
Open Agency, che stampa pubblicità e brochure per la grandi
griffe del distretto, sembra essere l'unico guardiano delle centinaia di edificivuoti. Con la sua famiglia ha parcheggiato un camLA MARA ALLA PROVA
Il settore, finora, ha tenuto:
nessun danno apparente,
ma oggi si saprà la verità
In ansia i 14mila addetti,
molti con la casa lesionata
per davanti al capannone della
sua azienda per passare la notte
al sicuro. «Il terremoto è arrivato nel momento peggiore - racconta -. Questo è il periodo della
chiusura dei campionari e della
presentazione delle nuove collezioni. Se la produzione si ferma
adesso, il danno potrebbe essere
incalcolabile». Se davvero sarà
così lo si capirà questa mattina,
quando si tornerà al lavoro e si
potrà capire quanti guai abbiano
fatto le 70 scosse che si sono succedute ieri fmo a sera.
Nel distretto ci sono 1.28o imprese. Una ventina di loro sono
marchi conosciuti in tutto il mondo e da soli fanno il 54% del fatturato dell'intera filiera di Carpi.
Dopo dieci anni di internazionalizzazioni, delocalizzazioni e crisi, però, il distretto non molla. «Il
settore stava tenendo - ragiona
Adamo Neri, responsabile della
delegazione di C onfmdustria
Uno sfregio come quello che
ha lesionato la facciata del Duomo di Carpi, dove il campanile è
crollato alle nove del mattino e
dove le 52 arcate dei portici di
Piazza dei Martiri mostrano i segni della potenza della scossa. Anche qui i passi rimbombano nel
vuoto. Come nella zona industriale, anche nel centro di Carpi
c'è il deserto. Il sindaco ha dato
l'ordine di sgombero ieri mattina, dopo la prima ondata sismica.
La zona rossa è territorio offlimits, almeno fmo a quando si avrà la
percezione che il pericolo è alle
spalle.Alle otto della sera i cittadini di Carpi si arrangiano come
possono. Nelle macchine, nelle
tende allestite nei giardini, nel
campo della protezione civile davanti all'ospedale. A Carpi non è
andata come altrove. I morti, per
fortuna, non ci sono. E i capannoni, oggi, possono riaprire.
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Modenaper Carpi e le Terre d'argine, profondo conoscitore
dell'economia industriale della
zona -. Questo è uno dei pochi distretti a resistere e a dare lavoro a
gmila dipendenti, anche se negli
ultimi tempi il problema del credito si fa sempre più forte».
L'ansia è il sentimento più intenso in questo momento. C'è la
preoccupazione di andare avanti e di non perdere una leadership sempre più difficile da conservare. Se il terremoto risparmierà ancora Carpi, il distretto
potrà superare l'emergenza. Ma
le scosse di ieri sono state più
spietate di quelle di dieci giorni
fa. Questa volta, qui intorno, l'onda sismica ha danneggiato gravemente anche le case degli operai. E il disagio non potrà non
avere effetti sulle aziende. Il terremoto è uno sfregio per un distretto che in dieci anni ha dimezzato la sua grandezza.
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Carpi, il tessile ha chitm i cancelli
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Il Sole12
30/05/2012
I centri più colpi"
ii
Nelle foto qui a fianco, Mirand o/
e Cavezza, due dei centri più
colpiti dal nuovo sisma di ieri
mattina. Cinque delle sedici
vittime
ivia sono infattistatetrova te
nd o ae tre a Cavezzo.
In serata una donna di 60 anni e
sta ta estratta viva dalle macerie
a
Vie dese
In cerca di riparo. Un
lin uomo in una strada di Mirandola dopo i i sisma
centro di soccorso a Cavezza
Cavezz°'
Colpita anche C arpi, c ucire
distretto della moda e del
tessile, dove però le azien
e de
han no retto all' t de
ell
terremoto. Del distretto
c arpigano fanno partel 280
mprese
•imecurea un feritoa Mirandola
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Il soler /,1
30/05/2012
Un colpo al cuore del Rinascimento
Gravi danni al Duomo di Mirandola, a Carpi e alla Rocca Estense di San Felice sul Panaro
Marco Carminati
Chiese madri e antiche
rocche, torri civiche e snelli
campanili, facciate e pinnacoli. Sono gli edifici che segnano lo sky line di borghi e città
italiane con i quali gli abitanti, il più delle volte, si identificano con profondo affetto.
Purtroppo, per molti di questi
edifici-simbolo, ieri, nelle terre a nord di Modena, è scoccata l'ora triste della rovina, provocata dal terremoto che per
tutta la mattinata ha tormentato l'Emilia Romagna e le regioni limitrofe.
Il sisma ha colpito un patrimonio artistico non solo molto
importante ma anche, paradossalmente, molto ben tenuto,
amato e attentamente tutelato.
L'area su cui si è accanito il terremoto corrisponde - a grandi
linee - agli antichi domini feudali dei Pio e, in parte, degli
Estensi. Parliamo - tanto per intenderci - della grande età
dell'Umanesimo e del Rinascimento padano.
Di conseguenza gli edifici
colpiti dalla rovina hanno tutti una storia illustre. A partire
dal Duomo di Mirandola, la
città capitale della signoria
deiPico (famiglia cui apparteneva anche il celeberrimo
Giovanni Pico della Mirandola, umanista e scienziato del
Quattrocento). Mirandola
scampò a due assedi papali
nel Cinquecento e una terribile sciagura al principio del Settecento: un fulmine fece
esplodere la polveriera che si
trovava nel castello e la Reggia dei Pico saltò in aria.
Il Duomo venne eretto dai signori della città a metà Quattrocento in stile gotico ma venne modificato e restaurato fino al 1889 quando venne alzata la parte alta del campanile.
Già danneggiato dalla scossa
del 20 maggio, con il terremoto di ieri il Duomo di Mirandola ha visto il crollo di una parte
della facciata e dell'intero presbiterio, che ha travolto l'affresco dell'arco trionfale e tutto
l'altare maggiore. Danni gravi
sono stati registrati anche nella chiesa di San Francesco che
custodisce, tra l'altro, le arche
sepolcrali dei Pico: una di esse
è un capolavoro di scultura tardogotica di Paolo delle Masegne. Danni gravi anche alla barocca chiesa del Gesù (1690),
ricca di arredi lignei della scuola di intagliatori attiva a Mirandola nella seconda metà del
Seicento.
A dir poco desolante è la situazione che si registra per il
patrimonio artistico di San Felice sul Panaro, dove è diroccata la celebre Rocca Estense
quadrilatera con torri angolari, eretta dal marchese Obizzo
III d'Este nel 1340 e fortiticata
un secolo dopo dal più famoso
costruttore di fortezze del
Quattrocento padano che si
Nella città di Pico crollati
parte della facciata
del Duomo e il presbiterio
che ha travolto l'affresco
dell'arco trionfale e l'altare
GMELL1 PEROUU
A Carpi colpita la cattedrale,
una delle più belle
della regione, a Mantova
precipita il cupolino della
chiesa di Santa Barbara
chiamava Bartolino da Novara. La Rocca aveva già subito
seri danni con il sisma del 20
maggio: ieri è arrivato il colpo
di grazia. La scossa ha fatto
crollare anche la Torre
dell'Orologio, costruita nel
1594 e da allora punto di riferimento per tutti gli abitanti del
paese. La torre era appena stata restaurata.
Notizie da b ollettino di guerra sono giunte anche da Carpi,
dove il sisma ha colpito la cattedrale, una delle più belle della regione. Dedicata all'Assunta, la chiesa madre di Carpi
venne iniziata ne1194 e terminata nel 1791. La pianta ricalca
il progetto che l'architetto rinascimentale Baldassarre Peruzzi aveva pensato di adottare
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nientemeno che per la Basilica
di San Pietro a Roma. Un tempo la cupola era assai più slanciata, ma per ragioni statiche
venne abbattuta e riedificata
più bassa nel 1771. Il Duomo
(che è chiesa cattedrale, dunque sede vescovile) è ammantata di opere d'arte del Seicento emiliano e veneto con tele
di Teodoro Ghisi, Matteo Love s, Luca Ferrari, Giacomo C ave doni e Sante Peranda. Bellissime sono anche le tombe dei
vescovi, mentre il presbiterio
ha conosciuto da poco un radicale rinnovamento. I gravi
crolli che hanno colpito il duomo di Carpi hanno fatto temere il peggio: nelle prime ore della mattinata di ieri era circolata la notizia della morte del parroco della cattedrale travolto
dalle macerie, notizia per fortuna poi smentita dai vigili del
fuoco.
La sorte invece non è stata
benevola con don Ivo Martini,
il parroco di Rovereto di Novi,
che è deceduto nel crollo della
sua chiesa. Il sacerdote è stato
colpito mentre stava facendo
un sopralluogo insieme a un vigite del fuoco per cercare di recuperare la statua della Madonna. Non sappiamo se il simulacro mariano sia o meno di valore artistico, di certo riveste un
valore spirituale e affettivo così grande da meritare di rimetterci la vita nel tentativo di portarlo in salvo.
L'onda lunga del sisma ha investito altri monumenti: le
chiese di San Possidinio (Modena) e Poggio Renatico (Ferrara) sono crollate e persino il
cuore di Mantova è stato colpito. Qui il cupolino del campanile della chiesa di Santa Barbara
non è riuscito a resistere alle
scosse ed è precipitato a terra.
Non siamo in un luogo qualunque, siamo nel cuore del Palazzo Ducale dei Gonzaga, uno
dei monumenti più importanti
del mondo, dove i musicisti
Claudio Monteverdi e Gerolamo Frescobaldi eseguivano le
loro melodie immortali. Ecco
che cosa può andare a colpire
un terremoto in Italia.
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Un mlpn al cuore del Rinaseilnent,,
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Il Sole12
30/05/2012
Loriano
Macchiavelli
Cumuli
di macerie
in una terra
di sfollati
desso lo sappiamo:
la crisi economica è
isolo una delle tante
sciagure che si sono
abbattute sul nostro
Paese. A considerarla
oggi, neppure la
peggiore, perché ce la
siamo voluta. Le altre ce
le regala la natura. E forse
ci siamo voluti pure
queste.
L'Italia è diventata una
terra di sfollati. Per tanti
motivi: paesi scivolano a
valle sull'onda delle
frane; montagne si
sgretolano sotto i colpi
delle mostruose trivelle
che bucano, cavano,
deviano acque,
ammassano detriti dove
prima c'erano boschi e
cinghiali e caprioli; città
distrutte dal terremoto;
torrenti che qualche anno
fa facevano ridere per la
loro pochezza, si portano
via case e case che chissà
chi (sappiamo chi) ha
costruito sul loro
cammino. E i torrenti, si
riprendono ciò che gli
apparteneva per
destinazione naturale.
Ai bordi di tutte le
sciagure, file di sfollati
cercano un posto dove
sopravvivere per qualche
giorno o mese o anno. O
per sempre. E quel posto
non c'è. Dove troveremo
un posto tranquillo?
L'Aquila è un posto
tranquillo, una città
morta. Ironia del destino.
Pochi giorni fa sono
tornato a L'Aquila. Mi
mancavano alcune pagine
per finire il mio romanzo.
Si svolge a L'Aquila e
volevo respirare ancora
l'aria di desolazione che
sale dalle macerie, esce
dagli androni dei palazzi
puntellati, dalle strade
deserte di gente e di
storia.
L'ho lasciata con la
sensazione che quella
città sarà la Pompei del
Duemila. Sono passati
due giorni e ho visto
un'altra Pompei del
Duemila. Quella della
bassa, quella a due passi
da casa mia.
Le possenti torri che
hanno sfidato i secoli,
miseramente crollate; i
castelli che nessun
nemico aveva espugnato,
un cumulo di macerie; le
industrie, espressione
della nostra modernità e
presunzione, crollati
come castelli di carte.
Quelli che mio padre mi
costruiva sul tavolo di
cucina, la sera e alla luce
della lumiera, e che un
piccolo colpetto al piede
del tavolo, faceva crollare
fra le mie risate di
bambino.
Mi resta la triste
sensazione che tutto il
nostro Paese si stia
avviando a essere la
Pompei del Duemila.
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Un mlpn al cuore del Rinaseilnent,,
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Il Sole12
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Danni fino a Mantova e Padova
Chiese e campanili, ma questa volt
a
anche castelli, fortezze
pa lazzi, in alcuni casi inten pi scoli
centri storici.
sto!'
i
terremoto ha colpito
pesantemente il partimonio artistico
delle zone tra Modena, Bologna e
fattodi
attodi veri e propri gioiell i
del periodo rinascimenta le
I danni sono arrivati fino a Mantova,
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con i l crollo detcu po lino del
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chiesa di Santa
barba
Pad ova a ccentuate le
,\N
Danni ai centro starico. Transenne in p i zza a Lreva icore:
ventrata. La Rocca estense di Finale aveva già
danni il2O maggio
lesioni già presenti in due delle
cupole d ella Basilica di
t'Anton10, dove sori cr011
Sancornicioni
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a ridda é crollata anche la chies
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Un colpo al cuore del Rimsein t
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Il soler /,1
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• •
Panico in tutto nil Nord, evacuate le scuole
Nel Mantovano sette feriti e 1.350 sfollati, a Milano i dipendenti fatti uscire dal Pirellone e dalla Fiera
Mauro Pizzin
Una mattinata di paura. Dopo un prologo premonitore in
Calabria e Basilicata, dove alle
ore 6.04 era stata registrata una
scossa di magnitudo 2.8 tra le
province di Cosenza e Potenza l'ottava nella zona negli ultimi
due giorni - il doppio colpo di
frusta che ha portato di nuovo
morte e distruzione in Emilia ha
gettato nel panico le popolazioni nel Nord e Centro Italia, fino
alle Marche, ed è stato chiaramente avvertito anche oltre i
confini nazionali a Lubiana, in
Slovenia, e ancora in Austria,
Istria e Croazia.
In Piemonte, Liguria, Lombardia, Trentino-Alto Adige,
Friuli-Venezia Giulia e soprattutto nel Veneto, con la Lombardia la regione più vicina
all'epicentro del sisma, numerosi sono stati gli edifici evacuati, a partire dalle scuole.
Ovunque i centralini dei numeri di emergenza dei vigili del
fuoco sono stati messi in tilt a
causa delle numerossime chiamate e richieste d'intervento.
Difficoltà si sono registrate
anche sul fronte dei trasporti,
che hanno subito rallentamenti
per poi tornare alla normalità.
Sull'alta velocità Milano-Bologna i treni delle Ferrovie dello
Stato, in applicazione dei protocolli di sicurezza a causa del terremoto, hanno ridotto la velocità a non più di 100 chilometri
all'ora. È stata, inoltre, temporaneamente interrotta nel corso
TIIMPODI I ID DIFFICOLTÀ
Interrotta temporaneamente
la tratta ferroviaria
tra Piacenza e Bologna:
i treni hanno ridotto
la velocità a 1001<m/ora
della mattinata la circolazione
fra Piacenza e Bologna per consentire ai tecnici di controllare
il funzionamento delle infrastrutture. Sospesa anche la circolazione sulle linee Padova-Bologna, Verona-Bologna e Verona-Mantova-Modena. Nel
Nord-Est problemi anche sulle
linee delle telefonia mobile.
Anche fuori dall'Emilia si sono dovuti contare dei feriti. Sette, in particolare, le persone ricoverate negli ospedali del Mantovano, la provincia non emiliana
che ieri ha p agato il conto più elevato, con 1.350 sfollati per i quali
si è deciso di allestire una tendopoli da 500 posti a Moglia e altre
nei comuni vicini per un totale
di 1.50o. Ingenti anche i danni alle strutture. A Mantova la basilica palatina di Palazzo Ducale ha
subito il crollo del cupolino e sono stati lesionati il museo diocesano e Palazzo Tè, capolavoro
Il diametro del sisma
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cinquecentesco. Crolli anche in
diverse chiese nella zona Sud
Est della provincia, dove è stata
transennata, a Sermide, anche la
sinagoga. Il primo cittadino di
Gonzaga ha deciso la chiusura di
tutte le attività pubbliche fino a
domenica e altri sindaci hanno
chiesto la fine anticipata dell'anno scolastico.
Meno ingenti i danni nel resto della Lombardia. A Cisano
Bergamasco, in provincia di
Bergamo, il capannone di una
trafileria è stato dichiarato inagibile, mentre a Milano è caduto qualche cornicione e si sono
aperte delle crepe in un edificio
scolastico. Nel capoluogo regionale diversi uffici pubblici, incluso il Pirellone, la Borsa e la
Fiera di Rho-Pero, sono stati
precauzionalmente evacuati
nel corso della mattinata per
eseguire dei controlli.
In Veneto, dove le forti scosse
di terremoto delle 9 e delle 13
hanno determinato un po' ovunque crolli di cornicioni e intonaco, un operaio è stato colpito da
un pezzo di cornicione a Salara,
in provincia di Rovigo, mentre
allestiva le impalcature per la
messa in sicurezza della chiesa.
Portato all'ospedale di Trecenta
per accertamenti, l'uomo è stato
dimesso dopo poche ore. Danni
sono stati registrati nella Basilica del Santo, a Padova, dove c'è
stato il distacco di un paio di metri di soffitto, e in quella di Santa
Giustina, dove un fedele è stato
raggiunto alla testa da una piccola pietra. A Venezia la scossa ha
fatto, invece, cadere una statua
ai Giardini Papadopoli, in Piazzale Roma. Nella città lagunare è
stata sentita anche la "voce" del
terremoto, una sorta di rombo
causato dalla vetustà degli infissi delle abitazioni.
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Il sule/ /,1
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Nel resto d'Italia
La scossa è stata avvertita in tutto
il Ce ntro -no r d. In Piemo nte,
iguria, Lombardia, Trentino - Alto
Adige, Friu li-Ve nezi a Giulia
o prattutto nel Ve neto, n u mero
sonostati gli edifici evacuati,
partire dalle scuole. I n Veneto le
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A Firenze. Evacuato pa la zz dí Giustizia
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II
press LinE
sule/ /,1
30/05/2012
Govem
Oggi le decisioni in Consiglio dei ministri
Monti: «Impegno subito»
Ipotesi aumento della benzina
ROMA
Una nuova dichiarazione
di stato di emergenza. Dopo
la convocazione d'urgenza decisa ieri dal premier, Mario
Monti, oggi il Consiglio dei ministri adotterà una decisione
analoga a quella varata il 22
maggio, dopo le prime tragiche scosse. L'atto dellariunione a palazzo Chigi serve a far
rientrare nello stato di emergenza le province, come quella di Rovigo, non coinvolte
nella prima fase del sisma.
Un provvedimento indispensabile per attivare, di
conseguenza, tutte le misure
e la gestione d'emergenza della Protezione civile, in realtà
già partite. Nel pomeriggio,
poi, il Governo definirà il decreto interministeriale per
stabilire il rinvio degli obbli-
ghi fiscali e contributivi a carico delle popolazioni colpite:
una misura già confermata ieri dal presidente della Regione, Vasco Errani.
Nella riunione di Governo,
inoltre, sarà avviato - ma, probabilmente, sarà terminato in
un Cdm successivo - l'esame
del decreto legge che indicherà le misure più corpose da destinare all'Emilia-Romagna.
Lo schema di lavoro del Governo in ogni caso prevede,
intanto, la definizione
ALLO STUDIO
L'incremento di 2,5-3
centesimi potrebbe arrivare
per decreto. Estensione del
rinvio degli obblighi fiscali
e contributivi a nuove zone
dell'area di territorio interessata dal sisma di ieri. Si farà nell'arco di pochi giorni - un
censimento dei comuni colpiti, necessario per definire una
stima del fabbisogno finanziario. È molto probabile che a
breve arrivi anche un'ordinanza di Protezione civile firmata dal capo del Dipartimento, prefetto Franco Gabrielli,
così com'era accaduto a pochi
giorni dalla prima dichiarazione dello stato di emergenza.
Tra le varie ipotesi in circolazione per reperire fondi a
favore delle popolazioni colpite dal terremoto c'è anche
quella di un mini-aumento
dell'accisa sulla b enzina. L'incremento dell'accisa dovrebbe arrivare per decreto e secondo le prime stime si parla
di stime pari a 2,5-3 centesi-
mi. L'intervento sulla benzina è già previsto dalla legge
di riforma della Protezione civile e da quella sulle semplificazioni fiscali.
Le ultime modifiche stabiliscono prima l'utilizzo dei fondi per la Protezione Civile,
poi il ricorso al fondo spese
impreviste: per quest'ultimo
è previsto un meccanismo
"automatico" di riempimento. Le risorse spese sono immediatamente e obbligatoriamente reintegrate con maggiori entrate derivanti dall'accisa dei carburanti, in misura
«non superiore a cinque centesimi per litro».
A questo si può aggiungere
un ulteriore intervento: almomento della dichiarazione dello stato di emergenza le Regioni hanno facoltà di elevare
l'imposta regionale sulla benzina di loro competenza, anche in questo caso fino al massimo di cinque centesimi al litro. Si tratta del terzo passaggio, quello che in realtà si cerca a tutti i costi di evitare.
M. Lud.
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Il Sole12
30/05/2012
La dreab-a Le precisazioni del ministero
Imposta agevolata
per coltivatori
e società agricole
Gian Paolo Tosoni
Il coefficiente moltiplicatore del reddito dominicale
no, si applica in tutti i casi in
cui il proprietario del terreno
lo coltivi direttamente, che sia
in possesso della qualifica di
coltivatore diretto o imprenditore agricolo professionale
(Iap) e sia iscritto nella previdenza agricola.
In questo caso la norma (articolo 13, comma 5, del Dl
201/2011) non richiama le società agricole in possesso delle predette qualifiche, ma si dovrebbe giungere alla medesima conclusione. Infatti la circolare ministeriale 3/2012 dedica il capitolo 7 alla defmizione di coltivatore diretto e imprenditore agricolo professionale e ricomprende anche le
società agricole di cui all'articolo i del Dlgs 99/2004.
Fondamentale è la precisazione ministeriale secondo
cui l'inquadramento logico sistematico in materia di imposta comunale porta alla conclusione che non è più possibile limitare la nozione di lap alle sole persone fisiche. Ne consegue che qualora una società
agricola con la qualifica di lap
e con l'amministratore o il socio iscritti nella gestione previdenziale Inps, sia proprietaria di un terreno agricolo, coltivato direttamente, ha diritto
alle tre agevolazioni in materia di Imu:
la base imponibile si ottiene
moltiplicando per il coefficiente no il reddito dominicale rivalutato del 25%;
se il terreno è compreso in
un'area edificabile la base imponibile si determina su base
catastale;
si applicano le riduzioni della base imponibile fmo al valore di 32.000 euro.
Esauriente la precisazione
contenuta nel paragrafo 7.2
della circolare ministeriale in
cui viene affermato che le agevotazioni per i terreni agricoli
non si applicano in presenza
di terreni affittati. Tuttavia
qualora i proprietari coltivatori diretti o lap abbiano costituito una società di persone alla
quale abbiano concesso in affitto o in comodato i terreni,
continuano ad applicarsi le
agevolazioni medesime. Infatti i proprietari mantengono il
possesso del terreno in qualità
di soci. La circolare non lo dice, ma a nostro parere, le agevolazioni non vengono meno
se la compagine sociale sia formata anche da soggetti non
proprietari dei terreni, che generalmente sono familiari.
Manca invece un conferma
ufficiale in ordine al caso della conduzione diretta del fon-
l'igT.R.PRETAMME
La nozione di imprenditore
agricolo professionale
non viene più
limitata alle sole
persone fisiche
do agricolo da parte dei proprietari del terreno, con tutti i
requisiti previsti dalla legge, i
quali tuttavia non sono titolari della partita Iva in quanto intestata ad altro familiare. Nella sostanza si tratta della medesima situazione della conduzione societaria e quindi le
agevolazioni dovrebbero essere applicate.
Infine un ultimo dubbio riguarda l'applicazione del coefficiente no in luogo di 135, per
la rivalutazione del reddito dominicale, in presenza di più
comproprietari del terreno
quando non tutti svolgono la
coltivazione diretta. In materia di aree edificabili il ministero ha esteso a tutti i comproprietari l'agevolazione, ma riteniamo che tale fattispecie
non sia ripetibile per il coefficiente moltiplicatore.
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Il soler /,1
30/05/2012
Físealltà locak. La Bicamerale per il federalismo chiede la revisione — Governo sotto sulle deroghe al Patto 2010
Il Parlamento boccia l'Imu statale
Tra le richieste:
più autonomia
e detrazioni
«flessibili»
Gianni Trovati
MILANO
«Sciogliere
l'ambiguità
dell'Imu, che contiene al suo interno sia la componente comunale sia quella erariale», aumentare i «margini di autonomia»
dei Comuni e rendere più flessibili le detrazioni, affidandone
la gestione ai sindaci. Il tutto da
attuare in fretta, all'indomani
dell'acconto di giugno e delle
conseguenti informazioni "certe" sul gettito.
L'imposta sugli immobili è il
cuore dell'agenda consegnata a
Governo e Parlamento dalla
commissione Bicamerale per il
federalismo fiscale, che ieri ha
approvato in modo bipartisan il
documento che fa il punto sullo
stato di salute della riforma. Il
voto è stato occasione anche
per un incidente del Governo,
che, nonostante il parere contrario, si è visto approvare un
emendamento in cui si chiede
di allentare le sanzioni per i Comuni (sono 48) che non hanno
rispettato il Patto di stabilità nel
2010. Sul Patto, le notizie più importanti dovrebbero arrivare
dalla discussione in Parlamento della riforma sulla protezio-
ne civile, dopo che la richiesta
lanciata ieri dal capogruppo Pd
alla Camera Dario Franceschini di prevedere da subito deroghe per rilanciare gli impieghi
delle risorse comunali (non solo in Emilia) ha incontrato il
«sì» di Pdl, Idv e Lega. Rimane,
naturalmente, il nodo degli effetti che ogni intervento rischia
di produrre sugli equilibri di finanza pubblica.
Nella Bicamerale di San Macuto, invece, i partiti (e in prima
fila quelli della «strana maggioranza» che sostiene il Governo
Monti), si sono concentrati soprattutto sull'Imu al debutto,
per disegnare quella che Marco
Causi (Pd), vicepresidente della commissione, defmisce una
«significativa base di lavoro»
per l'immediato futuro. I due
problemi-chiave sono quelli noti. La presenza della «quota erariale», che di fatto ostacola la
manovrabilità delle aliquote da
parte dei Comuni e rende "ibrida" l'imposta, e le detrazioni fisse, uguali per tutti, che offrono
sconti identici a soggetti con capacità contributive distantissime fra loro.
L'idea che emerge dal documento, in linea con le proposte
avanzate anche dall'Anci nelle
scorse settimane, è quella di
uno "scambio" fra il fondo sperimentale di riequilibrio e l'attribuzione ai sindaci della quota di
Imu ora di targa statale, anche
per attuare con una parte di queste risorse la perequazione fra
territori che il fondo sperimen-
tale non ha garantito. L'obiettivo è quello di tornare nel filone
federalista abbandonato nell'emergenza, e affidare a un accresciuto margine di manovra
dei sindaci la possibilità di alleggerire il carico nei confronti dei
contribuenti più deboli. Il pacchetto delle detrazioni previsto
oggi (200 euro più 5o per ogni figlio) vale 4,2 miliardi ed esenta
dall'imposta il 30% delle abitazioni principali, ma si disinteressa della condizione effettiva dei
contribuenti: la richiesta è quella di restituire ai Comuni una
quota di autonomia anche in
questo campo, prevedendo
meccanismi più flessibili per
collegare gli sconti alle «condizioni sociali ed economiche dei
contribuenti». Il pacchetto di richieste è impegnativo anche dal
punto di vista dei tempi, perché
il documento approvato ieri
chiede di rimettere mano all'imposta subito dopo aver chiuso i
conti sulla rata di giugno.
La commissione torna poi sul
complicato intreccio delle Province, chiedendo di rinviare al
31 marzo 2013 la decadenza degli
organi prevista per fine 2012, per
dar tempo al Parlamento di superare il disordine causato dagli
interventi frettolosi degli ultimi
mesi. La riforma, in base a un
emendamento presentato dall'ex ministro Linda Lanzillotta
(Api), dovrà anche cancellare
tutte le addizionali e sovratasse
oggi in mano alle Province.
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11Pallamentolxweia Ilmustatale
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Il Sole/ /,1
30/05/2012
Per il Patto
effetto domino
nel 2013
Sul versante dei crediti comunali, che rappresentano il
cuore vero del problema dei
mancati pagamenti soprattutto per le imprese edilizie, rimane da sciogliere il nodo del Patto di stabilità, cioè la ragione
effettiva dei tempi di attesa imposti ai creditori. «I nuovi decreti - osservano i tecnici Anci dopo la Conferenza unificata - non aggiungono nulla rispetto alla disciplina attuale».
Certificazione e obbligatorietà della cessione, infatti, erano
già previsti, mentre viene confermato l'obbligo per i pagamenti in conto capitale di rispettare tutti gli attuali vincoli
di finanza pubblica. Dal momento che i soldi in cassa ci sono, ma non possono essere utilizzati proprio a causa delle regole che non vengono modificate, il risultato può essere paradossale: nella prima fase gli
amministratori locali ipotizzano un'accelerazione nelle richieste di certificazioni, che
danno diritto all'effettivo versamento entro un anno, con il
risultato che «gli spazi peri pagamenti nel 2013 saranno saturati molto presto», peggiorando ulteriormente il quadro.
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Il Sole12
30/05/2012
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Il malessere delle imprese, Soluzione prospettata in un emendamento dei relatori al decreto spending review
Debiti
ls d
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9
sal
Estesa allo Stato la compensazione con i crediti commerciali a ruolo
Carmine Fotina
Marco Rogari
ROMA
La soluzione per estendere alle regioni del Sud le misure sblocca-pagamenti arriverà
con il decreto sulla spending review. Sfumata l'ipotesi di intervenire con il decreto sviluppo,
che oggi sarà esaminato dal
Consiglio dei ministri, è passata la linea dell'emendamento.
Il testo, depositato ieri al Senato dai relatori del provvedim ento, Fra ncesco Sanno (Pd) e
Gilberto Pichetto Fratin (Pdl),
interviene modificando direttamente la norma primaria
(presente nel decreto 185 del
2008) che ha escluso dal meccanismo le regioni impegnate in
piani di rientro dall'extra-deficit sanitario: Piemonte, Lazio,
Abruzzo, Molise, Campania,
Puglia, Calabria e Sicilia.
Ma l'emendamento vaben oltre, intervenendo nel dettaglio
anche sulla norma relativa alle
compensazioni tra crediti commerciali e debiti fiscali e contributivi iscrittia ruolo. Il meccanismo viene esteso anche ai debiti maturati dallo Stato nei confronti dello Stato e dagli enti
pubblici nazionali. Possibilità
questa fmo ad oggi limitata ai
debiti accumulati da Regioni,
enti locali e strutture del sen izio sanitario nazionale. La modifica sarà recepita anche nel decreto attuativo sulle compensazioni ora all'esame della Conferenza Stato Regioni.
Il correttivo depositato ieri
sera nelle commissioni Affari
costituzionali e Bilancio riduce
anche da do a 3o giorni il termine entro cui l'amministrazione
debitrice deve provvedere, su
richiesta dell'impresa, alla certificazione dei crediti e fa entrare
nell'alveo dell'intervento messo a punto dal Governo anche le
Regioni con piani di rientro sanitario fin qui rimaste fuori. Sulla base dell'emendamento di
Sanna e Pichetto Fratin le sole
strutture pubbliche a non poter
rilasciare la certificazione rimarrebbero gli enti del Servi-
TEMPI RiR STRETTI
Ridotto da 60 a 30 giorni
il termine entro cui
l'amministrazione debitrice
deve provvedere
aria certificazione
zio sanitario nazionale,As1 intesta, delle regioni con programmi di rientro dal "rosso" accumulato per la sanità. Ma in realtà si tratta di un'esclusione parziale. La proposta di modifica
depositata al Senato introduce
infatti una "clausola di salvezza" per le attestazioni rilasciate
alle regioni che risultavano già
commissariate nel zoio o con
già in corso operazioni di gestione del debito sanitario.
A questo punto resta da vedere se l'emendamento presentato dairelatori passerà nell'attuale versione. Questa mattina scade il termine perla presentazione dei sub emendamenti e già in
serata le commissioni Affaricostituziona li e Bilancio del Sena-
te potrebbero dare il via alle votazioni sugli emendamenti con
l'obiettivo di chiudere l'esame
del provvedimento la prossima
settimana e passare il testo
all'Aula di Palazzo Madama.
Lo stop alle regioni meridionali aveva innescato una dura
polemica, condotta in prima
persona dai governatori e supportala dalle principali asso ciazioniimprenditoriali che in questi giorni avevano anche preparato una lettera molto dura nel
caso non si fosse trovata la quadratura del cerchio a livello politico. Va anche detto che resta alta l'attenzione su un altro fronte, quello relativo al recepimento della direttiva Ue sui tempi
di pagamento tra privati e tra
Pubblica amministrazione e privati. Ieri il ministro degli Affari
europeiEnzo Moavero ha prefigurato un recepimento non certo imminente vista la possibilità di rinnovare la delega. «Il governo in Italia - ha spiegato Moavero - ha una delega che scade
in autunno e che sarà rinnovata
fino alla data di scadenza termini di recepimento. Intenzione
del governo è di procedere in
tempirapidi, certo entro itermini». La direttiva però - ha aggiunto il ministro - «prevede disposizioni che va lgono perii futuro, non si occupa dello stock
del debito già esistente. Rispetto a questo, il governo ha preso
due linee, una ncll'Uc e l'altra a
livello interno, con la prima
tranche annunciata dai ministri
Grilli e Passera dei debitipagati
alle imprese».
GJ RIPROCUZIO NE RISERV/ ■ TA
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Il Solere /,1
30/05/2012
Zsa & sviluppa. Nel piano città le modifiche legislative, il cda pronto a sbloccare nuove iniziative
p rafforza il social housing
Approda alla Sgr della Cassa la «squadra» di Fondazione Cariplo
Massimo Frontera
Aumenta il coinvolgimento finanziario della Cassa depositi e prestiti nei programmi di
social housing, promettendo di
sbloccare molte iniziative che,
in tempo di crisi, non trovano
tutto il capitale privato necessario a finanziarle. E intanto si irrobustisce la struttura di Cdp
Investimenti Sgr, gestore del
maxi-fondo di 2 miliardi (Fia Investimenti per l'Abitare) nato per promuovere gli alloggi
economici. In programma c'è
anche una robusta tranche di
iniziative che sarà sbloccata nel
primo cda utile a giugno.
Cdp Investimenti Sgr sta formalizzando in questi giorni l'ingresso in blocco di profe ssionalità specializzate nellavalutazione tecnico-economica e finanziaria delle iniziative immobiliari.La squadra di otto risorse pro
viene da Fondazione Housing
Sociale (Fondazione Cariplo).
Di fatto, Fhs si svuota del suo
cuore "finanziario" e lo porta in
dote alla Sgr di Via Goito, che
raggiunge un organico di 27 persone.Tutte le professionalità resteranno fisicamente a Milano.
Il nome di punta è quello di
Sergio Urbani (consigliere dele-
LTETTo SALE M 60%
Cresce il limite di impegno
nei singoli progetti: sarà
superato l'attuale vincolo
del 40% per compensare
le difficoltà di privati e locali
ga to di Fhs), che assume il ruolo
di condirettore di Cdp Investimenti Sgr con delega sulla strategia e le relazioni istituzionali.
Urbani affianca l'attuale direttore Marco Sangiorgio. Il nuovo
assetto operativo riflette anche
un parziale ricambio del cda,
che perde la figura dell'ammini-
stratore delegato. President e resta Mattco Del Fante (attuale direttore generale di Cdp).
La novità si incrocia anche
con il cambio delle "regole del
gioco" dell'edilizia privata sociale. È infatti imminente la norma dilegge (attesanel piano città annunciato dal governo) che
consentirà a Cdp Investimenti
Sgr di salire al 60% nell'equity
dei fondi locali, superando l'attuale tetto del 4o per cento.
Da una parte, la norma faciliterà l'avvio delle iniziative, grazie al maggiore cash fornito da
Cdp. Dall'altra, correggerà sensibilmente l'effetto moltiplicatore degli investimenti. Se infatti i due miliardi di Cdp significavano un investimento finale di 5
miliardi nell'edilizia, la nuova
norma finirà con il ridimensionare quest'ultimo valore (anche in termini di alloggi). Un
esempio: restringendo il campo all'attuale disponibilità residua di circa t,55 miliardi del ma-
xi-fondo, il coinvolgimento della Sgr al 6o% dei fondi locali si
tradurrebbe in un volume complessivo di quasi 2,6 miliardi. Cifra inferiore ai quasi 3,0%miliardi calcolati con un impegno al
40% di Cdp. In ogni caso, l'operatività della norma è condizio-
CASA 24 PLUS
2i
ELMOLA DOMAN.ì
L'abitare sociale
in vetrina ad Eire
I progetti di social housing che
verranno presentati durante la
fiera del real estate (a Milano
dal 5 al 7 giugno), le sfide del
settore turistico-alberghiero
e le iniziative di Roma Capitale
nata al consenso dei quot is t i del
maxi-fondo e a una modifica
del regolamento. Dovrebbe essere anche possibile utilizzare
la norma sia sui nuovi fondi, sia
su quelli già sottoscritti.
Ma il vero guadagno prodotto dal doppio cambio di marcia
si misurerà sui tempi, che promettono di essere più brevi. Sia
nella fase di istruttoria. Sia - soprattutto - nel "fund raising"
territoriale. La difficoltà nel trovare investimenti privati sul territorio è stato l'ostacolo che, in
tempi di crisi, maggiormente
ha frenato le iniziative di sviluppo. È anche prevedibile una
maggiore concorrenza nei progetti da sottoporre al Fia.
Il ma xi-fondo Investimenti
per l'Abitare ammonta a 2,028
miliardi di etn-o. Il C da ha finora
deliberato investimenti per 478
milioni di euro (di cui solo 144
milioni in modo definitivo), in
14 fondi locali.
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Il Sole12
30/05/2012
Mirandola, biomedicale raso al suolo
Mauro Mantovani, titolare della Aries, resta per ultimo nella fabbrica e muore
Cesare Peruzzi
MIRANDOLA. Dal nostro inviato
Capannoni mezzo crollati,
strade deserte, silenzio irreale.
Il distretto produttivo di Mirandola è un campo di battaglia abbandonato, dove s'intravedono
rare figure umane nei prati intorno alle fabbriche. Chi è rimasto accanto al posto di lavoro,
dopo le due scosse del mattino
e quella ugualmente violenta
del pomeriggio, non sa capacitarsi e guarda sbigottito ciò che
resta di uno dei più importanti
poli manifatturieri dell'Emilia e
del Paese, con 3,6 miliardi di ricavi complessivi e circa umila
addetti, la maggior parte nel
campo biomedicale, meccanico e alimentare.
«Avevamo ripreso l'attività
normale da un giorno e adesso
ho negli occhi la paura dei nostri 23o dipendenti», racconta
Francesco Benatti, amministratore delegato della B-Braun,
consociata di una multinazionale tedesca che produce articoli
per ospedali. «Per fortuna nessuno è rimasto ferito, ma i danni psicologici temo che siano rilevanti - aggiunge -. In questo
momento, non so quando potremo tornare serenamente a lavorare e non perché almeno il io%
dello stabilimento è stato lesionato: sono preoccupato per le
prospettive del distretto, che è
realmente in ginocchio, e non
so come e quando riuscirò a
chiedere alla gente di tornare in
fabbrica».
A poche decine di metri dalla
B-Braun c'è il magazzino della
Aries biomedical devices, dove
ha perso la vita il titolare Mauro
Mantovani, l'ultimo a uscire dopo la prima terribile scossa. Il
tetto è crollato, letteralmente
sbriciolato al suolo come se fosse stato colpito da un meteorite. La stessa sorte è toccata a
moltissimi capannoni dell'area
industriale: se il terremoto di
una settimana fa aveva lesionato l'8" delle costruzioni industriali, il sisma di ieri ha praticamente messo a repentaglio l'intero patrimonio immobiliare
del distretto. «Questo genere di
strutture, soprattutto nelle par-
ti più alte, ha mostrato una particolare sensibilità alla tipologia
di scosse telluriche che stiamo
registrando», spiega Nicola De
Simone, ingegnere a capo della
squadra del Genio di Reggio
Emilia impegnata nei rilievi
dentro il magazzino dove ha
perso la vita Mantovani.
La paura della gente è giustificata. E spiega come mai i paesi
dell'intera zona siano ormai
quasi spopolati: chiusi bar e negozi, da San Michele a Bomporto, da Solara a Cavezzo e San
Prospero, chi può è andato via,
da parenti e amici. Chi è rimasto, ha piantato tende e parcheggiato camper nei giardini, oppure bivacca all'aperto. Nessuno
vuole farsi sorprendere al chiuso dalla prossima scossa, se arriverà. Per il polo manifatturiero
di Mirandola si parla di danni
molto sopra i 5oo milioni. Senza
Il giro d'affari
Mirandola è uno dei poli
produttivi più importanti del
Paese per il settore
manifatturiero
NN
■ ~:
Gli addetti
La aziende del territorio danno
lavoro a circa 15nnila persone,
concentrate nei comparti
biomedicale, meccanico e
alimentare. Il solo biomedicale
vale 800 milioni, con 4mila
addetti e oltre 100 imprese
màom
I danni
I danni stimati per il polo di
Mirandola
Il primo sisma
La scossa di una settimana fa
aveva già danneggiato l'80%
degli edifici industriali della
zona
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considerare i problemi dello
stop produttivo e le prospettive
incerte della ripresa. «È stato il
colpo di grazia, proprio quando
le aziende stavano ripartendo»,
fa notare Giovanni Messori, direttore dell'Unione industriali
di Modena. «Però non ci arrendiamo», aggiunge, sottolineando la decisione di confermare la
data di lunedì prossimo per l'assemblea della Confindustria
provinciale.
Di «rischio per le forniture
ospedaliere» da parte delle
aziende del polo di Mirandola
(nel settore biomedicale sono
più di cento, con 4mila addetti e
circa 800 milioni di fatturato),
ormai tutte ferme e senza visibilità sui tempi della possibile riapertura, parla anche Stefano Rimondi, titolare della Bellco (apparecchi per la dialisi) e presidente di Assobiomedica. «La
produzione è bloccata e i danni
alle strutture sono ingenti»,
commenta. Sembra quasi che il
terremoto che ha colpito l'Emilia abbia voluto sfogare la sua
rabbia puntando chirurgicamente su Mirandola. «Eppure
dopo le scosse di domenica
scorsa siamo quasi rimasti
nell'ombra - si lamenta Sandra
Cavicchioli, alla guida della
Ofmec (azienda meccanica) l'attenzione principale è andata
per i centri storici, come forse è
giusto e normale, ma qui ci sono migliaia di vite e di posti di
lavoro messi a rischio».
Nel mirino di una parte
dell'opinione pubblica è finito
anche il progetto della Ers per
costruire un gigantesco deposito di gas nel sottosuolo di Rivara, a pochi chilometri da Mirandola. «Dopo quello che è successo sarebbe davvero insopportabile», commenta Cavicchioli. Il
Comune di Rivara non ha ancora dato l'ok, ma i timori e le preoccupazioni aumentano. Spingere miliardi di metri cubi di
gas nelle viscere della terra può
creare problemi in superficie?», si domanda Benatti. Tra i
fantasmi che ora percorrono il
distretto di Mirandola si aggira
anche quello del sospetto.
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30/05/2012
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Il Sole12
30/05/2012
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30/05/2012
Finale Emilia, crolla la ceramica
Nel Nord Est del comparto le linee di produzione si sono disallineate e bloccate
Marco Magrini
FINALE EMILIA. Dal nostro inviato
Immaginate un forno lungo
che pesa unnumero imprecisato di tonnellate. Laviolenta scossa tellurica di due domeniche fa, l'ha fatto crollare dai binari dov'era appoggiato e ora bisogna rialzarlo. «E difficile dire
quanto ci vorrà- dice sconsolato
Paolo Bonvicini, un tecnico di
Opera, una delle tante aziende ceramiche del Modenese - per il
semplice motivo che bisogna inventarsi tutto di sana pianta: non
era mai successo nulla del genere». Ieri erano in programmai primi tentativi di recupero, ma la
scossa alle 9 di mattina ha rimesso tutto in gioco.
Non si può dire che il sisma abbia messo in ginocchio l'industria emiliana della piastrella, in
questo distretto produttivo che
sforna il 73% della produzione nazionale: lamaggior parte degli sta120 metri,
bilimenti sta di casa a Sassuolo,
dove la terra che trema ha generato paura ma nessun danno Però
ha seriamente compromesso le
attività industriali più a nordest,
fra Camposanto (dove ha sede
Opera) e Finale Emilia, dove Marazzi, Panariagroup, Atlas Concorde, Abk e Moma hanno dovuto interrompere la produzione:
tutti i forni si sono disallineati. E
non si tratta di forni qualunque.
«Quando è arrivato il primo sisma - dice Andrea Vizzini,
un'operaio ceramico di Finale
Emilia incontrato in un centro
per sfollati, che non vuol dire il
PREVISMW:
Giuliano Pini (Panariagroup):
«Contiamo di riavviare parte
della produzione fra un mese,
ma credo ce ne vorranno tre
per tornare alla normalità»
ANEP
nome dell'azienda per la quale lavora - il nostro forno era acceso
a 1.200 gradi centigradi. Ci vogliono due giorni per spegnere
una macchina del genere. Si è anche spezzata una conduttura di
metano: diciamo che, a conti fatti, è andatabene». Ed è andatabene che nessuno dei capannoni
sia crollato, con la triste eccezione della Ceramica Sant'Agostino, che col prima sisma ha avuto
due vittime.
«Dei nostri sette forni - racconta all'ingresso della fabbrica
Giuliano Pini, amministratore delegato in maniche di camicia della Panariagroup - cinque si sono
disallineati e altri due hanno registrato minori problemi. Contiamo di riavviare parte della produzione fra un mese. Ma credo ce
ne vorranno tre per tornare alla
normalità».I 32o operai della fabbrica andranno inevitabilmente
in cassa integrazione. E i danni?
qualcosa ha aggravato: il morale
dei lavoratori e dellagente. «Mentre ci stavamo preparando ai lavori di ricostruzione- ammette Pini
- il nuovo sisma ha minato l'ottimismo». Anche perché, come ieri commentavano nei bar di Finale Emilia- dove l'argomento di dibattito è all'improvviso uno solo
- non è stata una scossa di assestamento, ma un nuovo terremoto
vero e proprio. E infatti, le tende
nei giardini della case, i camper
presi a noleggio e anche le fughe
dall'epicentro («Per fortuna che
stamattina ho portato la famiglia
a Milano», dice un addetto alla sicurezza di Panariagroup) parlano chiaro: la Pianura Padana, nonostante la diffusa credenza, non
è immune dai terremoti.
Dopo quello di ieri, l'industria
ceramica di Finale Emilia a dintorni vede il tanto ambito ritorno alla normalità che si allontana.
O RIPRODUZIONE RISERVATA
«Li stimiamo fra i to e i 15 milioni
di euro - risponde Pini - ma senza tenere conto della mancata
produzione».
Già, le piastrelle. I frutti decennali dell'imprenditoria emiliana,
già oggetto di case history nelle
università di mezzo mondo, restano impilati sui pallet nei magazzini a cielo aperto. «Da noi sono
crollati 3oomila metri quadri di
piastrelle già pronte per la spedizione», confessa Bonvicini.
«Adesso bisognerà aprire i pacchi e controllare le piastrelle una
ad una», lamenta Vizzini. «I danni complessivi del primo sisma spiega Andrea Serri di Confindustria Ceramica, che ha ovviamente sede a Sassuolo - si aggirano
sui no milioni di euro. Si tratta di
una stima ancora provvisoria, ma
che non sembra essere stataparticolarmente aggravata dall'ultimo sisma».
La scossa tellurica di ieri però,
Pagina 4
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Il Sole12
30/05/2012
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Il soler /,1
30/05/2012
«Capannoni non di carta velina»
Squinzi: gli esperti non avevano previsto - Camusso: stabilimenti insicuri
Nicoletta Picchio
ROMA
Un terremoto «oltre il prevedibile». Giorgio Squinzi tra
oggi e domani sarà in Emilia.
Operai morti, altri dispersi: il
mondo del lavoro ha avuto le
sue vittime nella tragedia di ieri
mattina. Con gli stabilimenti
che qualcuno ha messo sotto accusa, anche se i crolli e i decessi
sono avvenuti in fabbriche che
avevano avuto l'agibilità.
All'azienda Meni.> di Mirandola
la scossa ha sorpreso i tecnici
proprio mentre facevano le verifiche sullo stabilimento, per fortuna senza morti.
«Servirà molta prudenza, almeno per i prossimi mesi. La situazione è estremamente seria,
non sembrava così drammatica», ha commentato il presidente di Confindustria. Che contesta le accuse nei confronti del
mondo imprenditoriale, in parti-
colare per l'area della ceramica
di Modena: «Non è vero che sono crollati capannoni di carta velina, si tratta di aziende costruite con tutti i crismi. Ho parlato
con un imprenditore, mi ha raccontato che dal1570 non si verificano terremoti nell'area colpita», ha detto Squinzi. Ed ha sottolineato: «Neanche la Protezione civile e gli esperti avevano
previsto quello che è successo».
Le polemiche sono arrivate
dalla Cgil, con Susanna Camusso che ha accusato le imprese di
non aver messo in sicurezza gli
stabilimenti, prima di far tornare al lavoro gli operai. Se per Luigi Angeletti, leader della Uil, si
è trattato di una «tragedia imprevedibile», per il numero
uno della Cisl, Raffaele Bonanni, bisognava accertare la reale
stabilità dei capannoni: «Le
morti si potevano evitare». Su
Twitter Beppe Grillo parla di
«capannoni di sangue, venuti
giù come castelli di carte», prendendosela anche con le regole
in vigore: «la normativa antisismica vigente non prevede terremoti di questa forza». Resta il
fatto che la Bbg di Mirandola,
dove ci sono stati morti, aveva
ottenuto l'agibilità ed aveva ri aperto l'altro ieri ed anche alla
Haematronic di Merolla, come
racconta una dipendente, venerdì scorso era arrivato il via
libera alla ripresa dell'attività.
«E una situazione di assoluta
gravità», ha commentato ieri in
una nota il presidente della Conl'industria Emilia Romagna, Gaetano Maccaferri, vice presidente di Confindustria per le politiche regionali. Tutti gli imprenditori, ha detto, sono preoccupati.
«Misure urgenti e immediate»
le chiedono anche gli industriali
di Ferrara.
IDP RODU D. E RISERVA,
RACCOLTA FO
Confindustria,
Cgil, Cis1 e Uil:
aiuti all'Emilia
Confindustria e Cgil, Cisl e
Uil hanno varato una iniziativa
congiunta per aiutare le popolazioni, i lavoratori e il sistema
produttivo dei territori
dell'Emilia-Romagna, in particolare le province di Ferrara,
Modena e Bologna, e della provincia di Mantova, colpite dal sisma di questi giorni. Le parti sociali hanno deciso di favorire la
raccolta in azienda di contributi volontari da parte dei singoli
lavoratori tramite la trattenuta
dallabusta paga dell'equivalente di un'ora di lavoro, e di invita-
re le aziende a devolvere un
contributo equivalente per la
medesima finalità. Con questo
gesto si intendono fornire interventi di sostegno alle popolazioni, ai lavoratori e ai sistemi produttivi così duramente colpiti,
secondo modalità e forme che
le parti individueranno con
l'obiettivo di garantire la certezza della destinazione e la loro
più rapida utilizzazione ai fini
della ricostruzione. I contributi
dovranno essere versati sul conto corrente n.129 oo presso Carisbo Sp a di Bologna (Gruppo Intesa Sanpaolo), Iban ITfiNo
6385024cm000mm2900 intestato a «Confindustria, Cgil, Cisl, Uil fondo intervento a favore
delle popolazioni, dei lavoratori e dei sistemi produttivi della
regione Emilia-Romagna e della provincia di Mantova».
La mobilitazione delta politica
I l mondo polit co ieri si è stretto
intorno all'Erri ha Romagna . In
mattinata il presidente del
Consiglio Mario Monti ha incontrato
a a lazzo Chig" il presidente della
regione colpita Vasto Errati i ch
serata ha dich arato: HIlGovemo
e
onti rinvierà gli adempimenti
fiscali ed anche quelli Perrtentf
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e di mutui» Molti'
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la Camera
ha osservato un minuto di silenzio
in onore delle vittime
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Onore alle vittime. La Camera durante il mi n uto di silenzio
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press LinE
Il Sole12
30/05/2012
•
ANSA
Napolitano: 2 giugno dedicato alle vittime del sisma
«Celebreremo il 2 giugno sobriamente e
dedicheremo le celebrazioni alle popolazioni
colpite dal terremoto». Lo ha detto ieri il capo dello
Stato, Giorgio Napolitano (nella foto con il sindaco
di Gemona Carlo Urbani), davanti ai sindaci del
Friuli. Subito dopo il nuovo sisma, su Twitter è
partita una mobilitazione, sostenuta anche da
politici di diversi schieramenti, per chiedere
l'annullamento della parata militare in programma
ai Fori imperiali in modo da destinare i fondi alle
zone terremotate. Molte divisioni tra le forze
politiche. 114 giugno giornata di lutto nazionale.
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press LinE
30/05/2012
II
soler /,1
CDIS
La amppa dei k fischh3 Possono essere risanate con una spesa media di 50mila euro
Allarme Enea: in pericolo
3,5 milioni di abitazioni
Federico Rendina
A rischio almeno la metà
delle abitazioni costruite nelle
zone a rischio sismico ufficiale,
a cui si devono aggiungere quelle coinvolte nella nuova mappa
del rischio disegnata dai terremoti in Emilia. Ma in pericolo,
se si considerano le caratteristiche dell'intero parco-edifici italiano, sarebbe quasi uno su dieci. Oltre 3,5 milioni di unità abitative sui circa 37 milioni. Nei
centri storici, ma anche e forse
soprattutto - avvertono gli
esperti - nelle aree edificate
con gran velocità e pochi controlli negli Anni 6o.
La cattiva notizia verrà data
oggi dai rappresentanti dell'ordine degli ingegneri e dai tecni-
ci dell'Enea in un'audizione alla Commissione ambiente della Camera. Ma ecco, sempre da
loro, un messaggio più confortante: risanare le nostre abitazioni non è impossibile. Certamente è costoso. Attorno «ai
50mila euro ad alloggio» stima
il professor Ezio Dolara in una
relazione presentata nei giorni
scorsi in un convegno all'Enea.
Cifre importanti ma che rendono l'operazione praticabile,
considerando - insistono gli ingegneri - i costi complessivi più
o meno equivalenti che l'Italia
deve sostenere, solo sul fronte
finanziario, riferito all'edilizia
e alle relative infrastrutture e
senza considerare le sciagure
in termini di vite umane e esi-
stenze comunque minate, per
fronteggiare i disastri provocati dai terremoti e dalle calamità
naturali: 162 miliardi di euro
mobilitati tra il 1968 e il 2009
per tamponare i danni della terra che trema, circa 4 miliardi
l'anno in ricostruzioni e recuperi (tra ime i 15 miliardi il costo
stimato per il solo terremoto in
Abruzzo).
Molta spesa ma molta resa,
da un intervento organico sul
fronte della prevenzione. Gli ingegneri e gli scienziati
dell'Enea ne approfitteranno
oggi per rilanciare la proposta
di un'assicurazione obbligatoria degli edifici, magari inserita
in una combinazione di interventi e relativi incentivi per l'ef-
fìcienza energetica. Perché proprio l'assicurazione - rimarcano i rappresentanti del gruppo
di lavoro che sta rilanciando la
proposta, partecipato dall'Ordine degli ingegneri e dall'Enea
ma anche da altre organizzazioni professionali - è lo strumento ideale per innescare un sistema automatico di controlli ed
eventuali adeguamenti, visto
che nessuno assicurerebbe un
edificio non certificato.
Oneri insopportabili? La raccolta dalle polizze mobiliterebbe - stimano gli estensori
della proposta - tra i 2,8 e i 3,7
miliardi l'anno, sette-otto volte meno del gettito della nuova Imu, con una spesa tra i 75 e
i loo euro l'anno ad abitazione. Che naturalmente andrà
prima adeguato con strumenti
finanziari che si presume possano avere, nell'ambito di una
disciplina complessiva che
comprenda anche l'efficienza
energetica, sostegni pubblici
anche significativi.
RIPRODUZIONE RISERVATA
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press LinE
Il Sole/2
30/05/2012
UQV. 3
codke, Approvate le correzioni
Documentazione antimafia
obbligatoria per i sindaci
Antonio brio
La documentazione antimafia diventa obbligatoria anche per i sindaci e i componenti degli organismi di vigilanza
e i loro familiari conviventi. A
prevederlo è il decreto legislativo contenente disposizioni
correttive al codice antimafia
approvato nei giorni scorsi
dal Consiglio dei ministri.
Il decreto legislativo 159 del
2011 prevede, in particolare,
che le pubbliche amministrazioni e gli enti pubblici, anche
costituiti in stazioni uniche
appaltanti, gli enti e le aziende vigilati dallo Stato o da altro ente pubblico e le società
o imprese comunque control-
late dallo Stato o da altro ente
pubblico nonché i concessionari di opere pubbliche, devono acquisire la documentazione antimafia prima di stipulare, approvare o autorizzare i
contra tti e subcontratti relativi a lavori, servizi e forniture.
Fanno eccezione sia la stipulazione o approvazione di
contratti e la concessione di
L'Amano M SP
L'estensione riguarda
anche i componenti
degli organismi
di vigilanza
e i familiari conviventi
erogazioni a favore di soggetti e aziende esercenti attività
agricole o professionali, nonché artigiani e lavoratori autonomi, sia più in generale i
provvedimenti(atti, contratti
e erogazioni) il cui valore
complessivo non supera i
150.000 euro.
Le persone, cui deve riferirsi la documentazione antimafia, sono individuate dall'articolo 85 del decreto 159 che differenzia in base alla tipologia
di impresa.
Ad esempio, per le ditte individuali, essa riguarda il titolare ed il direttore tecnico,
ove previsto; in caso associazioni, società, consorzi e rag-
gruppamenti temporanei di
imprese, oltre al direttore
tecnico, essa riguarda anche
il legale rappresentante e i
componenti dell'organo di
amministrazione. Per le società di capitali, la certificazione riguarda anche il socio
di maggioranza, se il numero
dei soci è pari o inferiore a
quattro; per i consorzi è interessato chi ne ha la rappresentanza e gli imprenditori o
società consorziate; per le società semplice e in nome collettivo, tutti i soci.
Con le modifiche contenute nel decreto legislativo approvato ieri, viene previsto
che per le associazioni e società di qualunque tipo, anche
prive di personalità giuridica,
la documentazione antimafia
dovrà riguardare anche:
a) i membri del collegio sindacale o il sindaco unico;
b) i componenti degli organismi di vigilanza alla luce
del decreto legislativo 231
del 2001.
Viene ancora previsto che
per le società costituite
all'estero, prive di una sede secondaria con rappresentanza
stabile nel territorio dello Stato, la documentazione riguarda coloro che esercitano poteri di amministrazione, di rappresentanza o di direzione
dell'impresa.
Sono, inoltre, introdotti ulteriori adempimenti perle società di capi tali concessionarie dei giochi pubblici, la cui
documentazione antimafia
dovrà ora riferirsi anche ai soci persone fisiche che detengono, anche indirettamente,
una partecipazione al c apitale o al patrimonio superiore
al 2 per cento, ed ai direttori
generali.
Si ricorda, infine, che l'informazione antimafia, riguarda
anche i familiari conviventi.
IN RIPRODUZIONE PISERVALI
Pagina 27
Fisco non deve vessare»
Pagina 41 di 51
ante nti Pia. p r 5 r
be ci
empt di pagamento
a pubblica a mini
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a zbii in 5 miliardi di curo A quantificarli è unoestudio
condtaI-Cr,l'siuopectv,ronòdel
Consiglio nazionale dei dottori com rcialisti e degli esperti '
contabili (Cndcec). Lo studio spiega come l'impegno del
verno a recepire entro il 2012 la
direttiva europea sui ritardati
pagamenti (norma, che si andrebbe ad aggiungere ai quat o decreti varati dall'esecutivo
imani scorsa in materia,
crediti della p.a.) «comporebbe la riduzione di 213 dei
mpi attuali di. pagamento, stimati per'112012 in 90 giorni di H governo apre il borsellino
media. Un dato, quest'ultimo,
che pone l'Italia in testa alla
poco invidiabile classifica tra
i grandi paesi europei dal mo
'
è di
mento che la stessa media
21 giorni in Francia 18 nel
Regno Unito e addirittura
"n Germania^ Ora, con questi
empi e in assenza di interventi
decisivi, l'Istituto
per la competitività dice che
l'Italia accuserà quest'anno
costi totali per le imprese pari
2,5 miliardi di curo.
E esto perché, per soppertre alla carenza liquidità, le
imprese 'fornitrici (e quelle sub-fornitrici, nel caso in cui le
prime scarichino parte del problema sulle seconde) «saran no
costrette' a rivolgersi al mercato finanziario per mantenere fede
a i propri programmi di spesa^ chiosal'I-Cont Ora,
ria ap
b pic
re
vl ed
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e
un tasso d'interesse medio sui prestiti banca
p.a. nei confronti dei fornitori, Com stima per il 2012, per í
fornitori p.a., un extracosto dovuto al ritardo nei pagamenti
pari a 2,35 mld'di euro, in crescita sugli 1,97 mld del 2011.
Dal
cr,diel Imvarui ridir impmwe rgeqe,fiTmli della p.o. sarunnnoTtificati
woranti
kloli speciali ad
pubblico
Pagina 37
il consumo di energia in etichetta
Pagina 42 di 51
La commissione La Loggia impegna il governo a riprendere il cammino delle riforme
Un tagliando per i1 federalismo
Imu: più detrazioni ed esenzioni. Tasse provinciali congelate
DI FRANCESCO CERISANO
p
iù poteri ai comuni su
aliquote e detrazioni
Imu in modo da consentire ai sindaci di ridurre
il carico fiscale sulla prima casa.
I:imposta municipale sugli immobili, quando cesserà di essere
«sperimentale» ed entrerà a regime, dovrà assomigliare il più
possibile a quella immaginata
dal federalismo fiscale, restituendo ai municipi quei margini
di manovra che oggi non hanno.
L'obiettivo è incrementare il numero di cittadini completamente
esclusi dal prelievo (oggi circa il
30%) individuando casi di esenzione parziale o totale «in relazione alle condizioni sociali ed
economiche dei contribuenti».
A impegnare il governo ad
avviare una fase due del federalismo fiscale, che porti anche
a un restyling complessivo della
disciplina Imu, è la Commissione
bicamerale presieduta da Enrico La Loggia nella risoluzione
(anticipata da ItaliaOggi il 9 e
18 maggio 2012) approvata ieri.
Uobiettivo dei parlamentari di
palazzo San Macuto è chiaro:
«Capire le intenzioni dell'esecutivo sul federalismo perché lasciare una riforma a metà è peggio
che non averla mai fatta», dice a
ItaliaOggi, Enrico La Loggia. E
nel frattempo realizzare un'Imu
che sia «più equa e realmente
municipale».
La Bicamerale insomma vuole
stanare Mario Monti dall'immobilismo e indurre il governo
a fare chiarezza su molti punti
ancora in sospeso. A cominciare
dal federalismo demaniale rimasto sulla carta per la
mancata emanazione
dei dpcm attuativi attesi
da un anno. Nonostante
le rassicurazioni fatte
dal premier all'Anci
sul fatto che la macchina organizzativa per
il trasferimento
dei beni demaniali agli
enti locali si
sarebbe presto rimessa
in moto, la
Bicamerale continua ad
avanzare
dubbi. Nella bozza di risoluzione anticipata da ItaliaOggi il 18
maggio la Commissione chiedeva
«se necessario, di rivedere la disciplina dettata dal dlgs 85/2010
alla luce della priorità che va assegnata a una decisa azione di
riduzione del debito pubblico».
Da attuare come? Nel testo varato ieri la Commissione esce
allo scoperto: «Anche attraverso
la valutazione di una possibile dismissione immobiliare». La Loggia auspica che su questo, come
su tutto il testo della risoluzione, si possa presto aprire
un dibattito parlamentare
per capire cosa vuole fare
Monti. «Vuole continuare
sulla strada del demanio
ai comuni o tornare indietro?», si chiede. «I
sindaci e i cittadini hanno
il diritto di
saperlo».
Un altro nervo
scoperto
riguarda l'aumento
delle
stema federalista».
Ma l'elenco dei desiderata di
palazzo San Macuto non si ferma
qui. La Bicamerale ha impegnato
il governo a insistere sulla perequazione (oggi limitata al fondo
di riequilibrio) coinvolgendo le
regioni a statuto speciale nel processo attuativo del federalismo.
E nella convinzione che i fabbisogni standard debbano essere
la via maestra per realizzare la
spending review negli enti locali, i parlamentari si sono dati sei
mesi di tempo per verificare lo
stato di attuazione dei parametri
di spesa necessari per uscire dalla logica della spesa storica.
La maggioranza che sostiene
il governo è stata invece battuta
su un emendamento, presentato
da Rolando Nannicini del Pd e
passato con i voti a favore di Idv
e Lega, che chiede l'allentamento
delle sanzioni per i comuni che
nel 2010 hanno sforato il patto
di stabilità. L'emendamento ha
ricevuto il parere contrario del
sottosegretario all'economia
Vieri Ceriani, ma il Pd, tranne
il capogruppo in commissione
Walter Vitali, ha votato contro
il parere dell'esecutivo.
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tasse provinciali. Nonostante
siano destinate a trasformarsi
in enti di secondo livello, le province hanno spinto decisamente
sulla leva fiscale. Tra Re auto, addizionale sui rifiuti e Ipt proporzionale alla potenza del veicolo,
le province, ancorché avviate sul
viale del tramonto, stanno rimpinguando le casse. La commissione La Loggia chiede a Monti
un dietrofront. E auspica una
conferma degli attuali organi di
governo fino al 31 marzo 2013
in modo da dare al parlamento
il tempo necessario per mettere
a punto «una riforma organica
delle istituzioni dì area vasta»
eliminando «sovrapposizioni e
ridondanze». Nel frattempo, se
entro fine anno le province non
saranno state soppresse, la Commissione, accogliendo un emendamento di Linda Lanzillotta,
chiede che le tasse provinciali
restino congelate al livello del
2011. «È un piccolo atto concreto
nella direzione di una riduzione
della pressione fiscale e della
spesa pubblica», ha commentato
Lanzillotta, >e al contempo uno
stimolo a intervenire con urgenza per la semplificazione del si-
Pagina 36
lln tagliando 'ber il federalismo
Il chiarimento contenuto nella circolare del dipartimento delle finanze in materia di 11711,1
Tributi locali, sanzioni al futuro
Aumento da 1/4 a 113 escluso per violazioni ante 6/12/11
DI SERGIO TROVATO
ig aumento delle sanzioni
/ da 1/4 a 1/3 in seguito
all'adesione del contrihuente all'accertamento dei tributi locali si applica solo alle violazioni contestate
a partire dal 6 dicembre 2011.
Quindi, se il comune notifica gli
avvisi di accertamento per l'Ici o
altri tributi locali per violazioni
commesse prima dell'entrata in
vigore dell'articolo 13 del dl «salva
Italia», il contribuente può aderire
all'accertamento pagando la sanzione ridotta a un quarto anziché
a un terzo. È la tesi delle Finanze (circolare 3/2012). Secondo il
dipartimento, «in base al principio di legalità contenuto nell'art.
3, comma 1, del dlgs n. 472 del
1997, le nuove misure sanzionatorie si applicano esclusivamente
alle violazioni commesse a partire
dalla data di entrata in vigore del
dl n. 201 del 2011, vale a dire dal
6 dicembre 2011». La tesi ministeriale, però, non può essere condivisa, considerato che il principio
del favor rei può essere invocato
in merito 41. trattamento sanzionatorio riservato dalla legge alle
violazioni commesse dal contribuente nel tempo e non al fine di
ottenere la riduzione delle sanzioni per rinuncia all'impugnazione.
L'articolo 3 del decreto legislativo 472/1997 dispone infatti che
nessuno può essere assoggettato
a sanzioni per un fatto che, secondo una legge posteriore, non
costituisce violazione punibile. Se
la sanzione è stata già irrogata
con un provvedimento definitivo,
pur non essendo ammessa l'azione di ripetizione di quanto è stato
già pagato, viene meno l'obbligo
di pagamento del debito residuo,
che si estingue ex lege. L:articolo 3 disciplina anche l'ipotesi in
cui una sanzione relativa a una
determinata violazione sia stata
modificata nel tempo. In questo
caso si applica la legge più favorevole all'autore della violazione,
anche se sia stata commessa
quando la norma stabiliva una
sanzione più grave. L'articolo 13
L
del decreto Monti ha invece stabilito per i tributilocali un aumento
della sanzione, che passa da 1/4 a
1/3, nel caso in cui il contribuente
non contesti la pretesa tributaria.
Si tratta, dunque, di una disposizione procedurale che dovrebbe
avere una funzione deflativa del
contenzioso e che si applica a
tutti gli atti notificati a partire
dalla data di entrata in vigore
della legge, anche se le violazioni sono state commesse in periodi d'imposta pregressi. Peraltro
in questo senso si era espresso
anche l'Ifel, con una nota del 31
gennaio 2011, dopo la modifica
delle sanzioni a titolo di definizione agevolata prevista dall'articolo 1 della legge 220/2010. Le
norme che disciplinano i vari tributi locali (Ici, Tarsu, e così via)
stabiliscono infatti la riduzione
delle sanzioni irrogate dall'ente
se, entro il termine per ricorrere
alle commissioni tributarie (60
giorni), interviene adesione del
contribuente con il pagamento del tributo, se dovuto, e della
sanzione. Tuttavia, il beneficio
si applica solo alle violazioni di
omessa o infedele dichiarazione. Non è ammessa adesione
relativamente agli accertamenti
notificati per omesso, tardivo o
parziale versamento del tributo.
La sanzione del 30% irrogata per
queste violazioni non è riducibile
a un terzo. Nelle ipotesi di omessa o infedele denuncia, invece,
il pagamento della sanzione in
misura ridotta e il contestuale
versamento del tributo accertato
comportano la rinuncia da parte del contribuente a contestare
il provvedimento emanato dal
comune. Va rilevato che la riduzione-della sanzione nei casi di
adesione all'accertamento, che
comporta l'acquiescenza del contribuente, nulla ha a che vedere
con lo strumento della definizione
agevolata previsto dall'articolo 17
del decreto legislative 472/1997.
Quest'ultimo beneficio si estende
a tutti i tributi, erariali e locali, e
non impone la rinuncia a impugnare l'accertamento. È però necessario informare il contribuente
che può aderire all'accertamento
o, in via alternativa, può fruire
della definizione agevolata. In
entrambi i casi la sanzione è
ridotta a un terzo. Sarebbe stato meglio differenziare, come era
prima dell'intervento normativo,
le due misure delle sanzioni (1/4
e 1/3), a seconda che l'interessato scelga o meno di rinunciare
all'impugnazione.
—©Riproduzione riservata—
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Tributi locar. sanzioni al futuro
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Emendamenti del governo al ddl sulla corruzione. Condannati fuori dalle commissioni d'esame
Dipendenti pubblici , codice etico
Previsto anche il licenziamento per chi non rispetta i doveri
DI SIMONA D'ALESSIO
anzioni che vanno fino al
licenziamento per il dipendente statale che non
rispetterà i doveri costituzionali di «diligenza, lealtà, imparzialità e servizio esclusivo alla
cura dell'interesse» collettivo. E,
se arrecherà danni patrimoniali
all'amministrazione, li risarcirà
di tasca sua. Una vera e propria
rivoluzione il codice etico per i lavoratori della p.a. contenuto negli
emendamenti del governo al disegno di legge contro la corruzione
(C. 4434-A e abb.) presentati ieri, e
in votazione da questo pomeriggio
nell'aula della Camera. Il regolamento, depositato dal ministro per
la Funzione pubblica, Filippo Patroni Griffi, si rivolge a impiegati
e dirigenti, individuando norme
improntate all'onestà di carattere
generale, ma anche doveri «articolati in relazione alle funzioni
attribuite» alla persona. L'insieme
di principi dovrà essere approvato con decreto del presidente della
repubblica (previa deliberazione di
palazzo Chigi, e d'intesa con la conferenza Stato-Regioni), pubblicato
in Gazzetta Ufficialé e consegnato
S
al dipendente, tenuto a sottoscriverlo all'atto dell'assunzione. Una
violazione delle norme rappresenterà «fonte ui responsabilità
disciplinare», ma sarà «altresì rilevante ai fini della responsabilità
civile, amministrativa e contabile
ogni volta le stesse responsabilità
siano collegate alla violazione di
doveri, obblighi, leggi o regolamenti» di cui i lavoratori statali
saranno tenuti all'osservanza.
Inoltre, violazioni gravi o reiterate comporteranno «l'applicazione
delle sanzioni di cui all'articolo
55-quater, comma 1» (del dlgs n.
165 del 2001 sull'ordinamento del
lavoro pubblico), ossia il licenziamento disciplinare; ci sarà anche
un codice per gli appartenenti alla
magistratura, e all'avvocatura dello stato, predisposto dagli organi
di categoria.
E non è tutto. Un'altra norma
redatta dal ministro fissa paletti
importanti, poiché non potranno
fare parte, anche con compiti di
segreteria, delle commissioni per
l'accesso o la selezione di pubblici
impieghi, i condannati, anche con
sentenza non passata in giudicato, per reati contro la pubblica
amministrazione (peculato, mal-
versazione a danno dello stato,
concussione, corruzione, abuso
d'ufficio ecc). Altolà, poi, al loro
ingresso negli uffici preposti alla
gestione delle risorse finanziarie,
all'acquisizione di beni, servizi e
forniture, nonché alla concessione
o erogazione di sovvenzioni, contributi, sussidi, ausili finanziari.
Per Angela Napoli (Fli), relatore
del ddl, sono iniziative «utilissime
soprattutto sul versante della prevenzione dei fenomeni. Mi auguro
il parlamento le approvi, così la politica potrebbe finalmente segnare
una pagina positiva, dimostrando
al paese di avere senso di responsabilità», dice a ItaliaOggi. Il Pdl
chiede che sulla corruzione per
atto contrario al dovere d'ufficio si
torni all'idea governativa di pena
da 3 a 7 anni (in commissione è
stata alzata da 4 a 8) e ripresenta
la «salva-Ruby» (c'è concussione
solo se vi è passaggio di denaro,
o altra utilità patrimoniale), poi
ritirata in serata. L'Udc, invece,
«ammorbidisce» il testo di Roberto
Giachetti (Pd) sui limiti ai «fuori
ruoli» (ItaliaOggi di ieri) dei giudici, escludendo incarichi presso
presidenza della Repubblica, Camera, Senato e Consulta.
Pagina 31
11iii,cuillenli pubblici, cuilicc dico
LA(N I AVF GU A
N EO COL
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Oggi in consiglio dei ministri i provvedimenti. Verso sospensione degli adempimenti fiscali
Sisma, tasse rinviate a dicembre
Spunta l'ipotesi di un aumento di 2-3 centesimi dell'accisa
DI CRISTINA BARTELLI
erremoto, verso la sospensione dei tributi
fino a dicembre 2012
per le zone colpite dal
sisma. E questo l'orientamento
su cui stanno confluendo i vertici del ministero dell'economia,
del dipartimento delle finanze e
della ragioneria che ieri si sono
riuniti per valutare interventi
urgenti preso atto anche l'aggravarsi della situazione in Emilia
Romagna, in primis, ma anche
in provincia di Mantova. Accanto
a questa ipotesi si starebbe valutando anche di approvare un
innalzamento di 2-3 centesimi al
litro per la bellina. Le risorse per
fronteggiare i danni e gli interventi del terremoto in Emilia potrebbero arrivare, infatti, anche
da un mini-aumento dell'accisa
sulla benzina. Qualsiasi decisione
sarà comunque presa solo oggi.
L'aumento ipotizzato dovrebbe
essere di 2-3 centesimi, inferiore
ai 5 massimi previsti dalla riforma della protezione civile. Oggi
in consiglio dei ministri sarà nuo-
T
vamente affrontata l'emergenza
terremoto e con ogni probabilità
si arriverà ad ampliare il campo
di intervento delle decisioni prese
il 22 maggio, dopo la prima ondata sismica.
In quell'occasione, infatti, il
Consiglio ha deliberato lo stato
di emergenza per i territori delle province di Bologna, Modena,
Ferrara e Mantova colpiti dal
sisma del 20 maggio 2012, fissandone la durata a 60 giorni e
attribuendo la competenza a coordinare gli interventi al Capo
del Dipartimento della protezione civile.
Nella fase successiva allo stato di emergenza il coordinamento
spetterà alle regioni Emilia Romagna e Lombardia, ciascuna
per i territori di propria competenza. Sul fronte fiscale il consiglio dei ministri aveva preso in
considerazione un intervento che
consenta ai comuni colpiti un allentamento del patto di stabilità
interno.
In quell'occasione Mario Monti, presidente del Consiglio, nella
sua qualità di ministro dell'eco-
nomia e finanze, ha annunciato
il proposito di rinviare il pagamento dell'Imu per le abitazioni e gli stabilimenti industriali
che saranno dichiarati inagibili.
Entrambe le misure saranno
operative nel momento in cui
le regioni, con l'ausilio delle
autorità locali, avranno terminato il censimento delle effettive necessità, e ciò al fine di
stabilire la necessaria copertura finanziaria. Ora, secondo
quanto risulta da ItaliaOggi, la
presa in carico di un intervento di
più ampia portata e contenuto che porti
a una sospensione generalizzata dei
tributi fino
a dicembre
2012.
Ieri Vasco Errani,
presidente
della regione Emilia
Romagna,
ha chiesto
al governo
turismo) delle zone colpite dal
terremoto. Mario Monti, presidente del consiglio dei ministri,
ha confermato che lo «Stato farà
tutto quello che deve essere
fatto per assicurare servizi e
assistenza, per la ricostruzione
e il ritorno alla vita produttiva
e civile di questa zona d'Italia.
Domani mattina il consiglio
dei ministri (oggi per chi legge) delibererà i provvedimenti
necessari», ha riferito Monti,
senza sbilanciarsi sul reperimento delle risorse: «Occorre
un momento di riflessione per
valutare le conseguenze e quindi l'impegno economico e finanziario dello stato». Sempre ieri
si è svolto l'incontro della task
force anti evasione. All'incontro
erano presenti anche il viceministro dell'Economia, Vittorio
Grilli, i direttori delle agenzia
fiscali e i vertici della Guardia
di finanza. Sul tappeto i risultati ottenuti, gli obiettivi da
raggiungere per il 2012 e le
valutazioni su un'analisi del
fenomeno evasione in Italia.
©Riproduzione riservata
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di prevedere, come primo provvedimento, la sospensione delle
imposte, dei tributi e dei contributi previdenziali
e assistenziali e
dei premi per
l'assicurazione obbligatoria per
i cittadini e
le imprese
(industria,
agricoltura,
artigianato,
commercio e
m
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Sistì.o. tosse rinviate a dieenalm,
IL CASO DEL GIORNO
Il sindaco Pedrini agli 8.101
erve un cornmissario ad acta per
DI FRANCO ADRIANO
Non c'è da stupirsi per cosa
è capace di fare uno che ha
guidato le relazioni esterne
dell'Alitalia dei tempi migliori, e che sugli scranni
del parlamento è passato
ckrilaZle'lfliono orfano non
ex»), attraverso Clemente
Mastella, fino all'Itk di An• toni° Di Pietro (oggi è iscritto all'associazione ex parlamentari). Egidio Pedrini,
sindaco di Zeri, comune in
provincia di Massa e Carnire che conta 1.217 abitanti
residenti e centinaia di
emigrati in tutto il inondo
dal Paraguay alla Svizzera,
ha scritto a tutti i sindaci
(facendo partire 8.101 lettere) per raccomandarsi che
cctono come lui, ossia che
al momento opportuno del
pagamento dell'Inzu richiedano ai prefetti e alVíndnale un commissario ad acta,
causa sospetti profili di incostituzionalità dell'imposta
in riferimento agli articoli
3, 47, 53. Se soltanto rispondesse affermativamente una
piccola percentuale di primi
cittadini, qualche centinaio, non vanno ai municipi ma
potrebbero crearsi dei seri allo Stato ed è oirrof°ndn problemi organizzativi per mente iniqua». Si, perché nei
il governo. E Pedrini lo sa piccoli paesi ad alto tasso di
bene. «Prima di partire con emigrazione la seconda casa
«non è indice di agiatezza»
ma è «la modesta abitazio:
Egidio Padrini
del • ord o di bisnonni
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trisavoli». «trattandosi
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la mia iniziativa», spiega ad
bene; ma pere t-a
Italia Oggi, «naturalmente non lo si è fatto per quelle
mi sono assicurato un certo alluvionate della Toscana
numero di adesioni». Per. e della Liguria?» C'è altra
ché ce l'ha tanto con questa posta in arrivo per i sindaci
imposta? Oltre ai dubbi di della zona.
costituzionalità, i proventi
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Pagina 2
Pagina 47 di 51
Primo bilancio: 17 morti e 8.000 sfollati. La rete: annullate parata 2 giugno. Monti: aiuti subito
La terra trema, Italia inginocchio
Crolli e vittime in Emilia-Romagna
,
gravi danni nel Nordest
DI GIAMPIERO Di SANTO
n balia del terremoto, afflitta da scandali, corruzione, e arresti, l'Italia è
in ginocchio. Ieri il Nord,
in particolare la già disastrata Emilia Romagna, è stato
colpito da un nuovo sisma che
ha ucciso almeno 17 persone
(12 sono i dispersi, più di 350
i feriti, ma il bilancio è provvisorio) lasciato senza casa
altre ottomila, e seminato la
devastazione ovunque. Case,
capannoni industriali, e anche
monumenti e vestigia del passato si sono sbriciolati sotto i
colpi di scosse che, tra le 9 del
mattino (5,9 di magnitudo della scala Richter) e le 13 (due
scosse di magnitudo superiore
a 5,3 ) hanno fatto tremare la
terra in prossimità dell'epicentro, cioè nei comuni di Medolla, Mirandola e Cavezzo. Un
sisma che in sostanza ha colpito la stessa area già messa
a dura prova dalle scosse del
20 maggio, che hanno provocato la morte di dieci persone
e crektto 6.000 sfollati, e che è
stato percepito con chiarezza a
Venezia, dove ha fatto danni,
Verona e nel resto del Veneto,
oltre a Milano,Genova, e in
quasi tutto il Nord Italia, ma
anche nel centro, in Toscana,
e persino in Austria.
Operai sotto le macerie,
Napolitano, fare luce
Il terremoto ha colpito al cuore il sistema produttivo e fatto
strage di operai al lavoro nei capannoni delle fabbriche Danni
e morti che hanno scatenato
polemiche sulla solidità degli
edifici adibiti a impianti industriali e sul rispetto delle norme
antisismiche. Non è un caso che
il presidente della repubblica,
Giorgio Napolitano, abbia invitato a «verificare come sono
andate cose, se ci siano misure
che potevano essere prese in
senso preventivo». Poi, a prendere il sopravvento è stata la
rete, con migliaia e migliaia di
richieste in rete, e anche politiche, via Twitter e Facebook,
di annullare la parata militare
in occasione della Festa della
Repubblica e di destinare i fondi al soccorso delle vittime del
terremoto. Napolitano, però, ha
spiegato che la nascita della Repubblica sarà celebrata «con la
massima e dovuta sobrietà». E
subito dopo è arrivata la notizia
che il 4 giugno sarà giornata di
lutto nazionale.
Monti, Io stato farà tutto
il possibile per le popolazioni
Il premier. Mario Monti, dopo
avere assicurato «che queste
nuove scosse non colgono le istituzioni impreparate», ha invitato
«tutti i cittadini ad avere fiducia.
«Lo Stato farà tutto quello che
deve fare, che è possibile fare,
nei tempi più brevi, per gai.antire la ripresa della vita normale
in questa terra così speciale, importante e produttiva per l'Italia»
ha aggiunto. Il premier, che ha
affidato al sottosegretario della
presidenza del consiglio, Antonio Catricalà il compito di riferire alla camera sul terremoto,
ha fatto annunciare dal ministro
dell'Interno, Anna Maria Cancellieri, che oggi in consiglio
dei ministri arriveranno i primi
provvedimenti concreti per fare
fronte all'emergenza.
del calcio, «bisogna riflettere se
non gioverebbe per due-tre anni
una totale sospensione di questo
gioco». Il premier, che ha precisato di parlare da appassionato,
ha aggiunto di trovare «inammissibile che vengano usati soldi pubblici per ripianare i debiti
delle società di calcio». Frasi che
hanno provocato la reazione del
presidente della Figc, Giancarlo
Abete e il durissimo intervento
del presidente del Palermo calcio Maurizio Zamparini: «Il
blocco non sarebbe la soluzione
giusta e poi le società non prendono soldi pubblici», ha detto il
primo. «Monti è indegno, incapace e ignorante», ha fatto sapere
Zamparini.
Ddi Anticorruzione,
rispunta la norma pro Ruby
E intanto è di nuovo polemica
sul ddl anticorruzione da oggi
all'esame dell'aula di Montecitorio, Tra i 37 emendamenti del
Pdl è spuntata la norma che fa
scattare il reato di concussione
soltanto nel caso in cui ci sia'non
soltanto «utilità patrimoniale»
ma anche «vantaggio patrimoniale». Una correzione che secondo
il Pd avrebbe lo scopo di salvare
l'ex premier Silvio Berlusconi nel
processo per il caso Ruby.
40Riproduzione riservata
Calcioscommesse,
l'autorete del premier
Ma se il terremoto ha fatto
passare in secondo piano l'intera
giornata politica non sono mancati i momenti di tensione. Monti,
tanto per cominciare, ha dichiarato che dopo gli arresti che hanno di nuovo sconvolto il mondo
Pagina 4
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Al via il concorso di architettura Sirica 2012 del Cnappc
Premio per il riuso
Rigenerazione urbana e sicurezza
partito da Milano, del presidente
Leopoldo Freyrie.
icurezza e rigene«Entro i prossimi dieci anni
razione urbana» è
l'85% dell'edificato urbano avrà
il tema oggi ancor
più di 40 anni e oltre 6 milioni di
più di attualità
edifici sono esposti a gravi rischi
della seconda edizione del presismici, oltre un milione a quelli
mio di architettura intitolato
idrogeologici», ha dichiarato il
alla memoria dell'ex
presidente Cnappc.
presidente del Cnappc,
Intanto, il governo
Raffaele Sirica, scomha annunciato per
parso il 16 aprile 2009.
metà giugno l'arrivo
Per oltre dieci anni ha
di un decreto legge sul
guidato il Consiglio napiano città che, con una
zionale degli architetti,
dote iniziale di 2 miprogettisti, paesaggisti
liardi, promuoverà lo
e conservatori impesviluppo di operazioni
gnandosi, in particolare
di riqualificazioni urproprio sui temi della ribane e la realizzazione
qualificazione delle città
di infrastrutture.
e la sicurezza, oltre che
Gli obiettivi del
della riforma degli ordi- Leopold o Freyrie progetto «Riuso» coinni nella sua altra veste
cidono con quelli del
di presidente del Cup
premio Sirica 2012
(Comitato unitario per le profesbandito dal Cnappc, che ha lo
sioni). Il Cnappc ha lanciato un
scopo di contribuire a costruimese fa, assieme ai costruttori
re «una nuova coscienza della
edili dell' Ance e a Legambiente,
prevenzione, della sicurezza e
il programma Riuso (acronimo
della riqualificazione del terridi rigenerazione urbana sostetorio e delle città». La sicurezza
nibile) sul tema della riqualifidell'abitare e la rigenerazione urcazione delle città Iiiniziativa è
bana sostenibile sono il tema del
stata presentata con il roadshow,
premio di architettura «Raffaele
DI SIMONETTA SCARANE
Sirica» (www.premiosirica.it e
www.archiworld.it) patrocinato
dal ministero Beni culturali e in
partnership con la società Weber
Saint-Gobain.
«Il premio», si legge in una nota
del Cnappc, «è una occasione per
sensibilizzare gli architetti italiani a sviluppare un confronto su
questi temi che rappresentano
un binomio inscindibile: infatti
solo la prevenzione sul patrimonio edilizio attraverso la riqualificazione delle nostre città può
garantire il diritto dei cittadini
alla sicurezza dell'abitare e quello ad una vivibilità migliore».
La dote complessiva del premio è di 18 mila euro spalmati
in sei premi: tre da 5 mila euro
per i primi classificati in ciascuna delle tre categorie nelle quali
è suddiviso il concorso.
E mille euro ciascuno a chi si
piazzerà al secondo posto per ciascuna categoria: «Progetti realizzati: recupero di edifici esistenti»; «Progetti realizzati: nuove
costruzioni»; «Nuovi progetti di
idee: recupero di edifici esistenti
o nuove costruzioni». Premiazione dei vincitori a ottobre.
©Riproduzione riservata
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Pr " per il rirlso
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I decreti governativi escludono dal meccanismo i crediti vantati nei confronti delle regioni in deficit
Il bluff del rimborso debiti della Pa
Nella sanità almeno 20 rnld di passivi non saranno pae-ati
DI STEFANO SANSONETTI
oltanto un grande bluff.
A tanto rischia di ridursi il pacchetto di decreti
predisposti dal governo
con l'intento di sbloccare il pagamento di parte dei crediti
vantati dalle imprese nei confronti della pubblica amministrazione. L'esecutivo guidato
da Mario Monti punta a liberare circa 30 miliardi, su uno
stock complessivo di debiti tra
i 70 e i 90 miliardi. Il fatto è
che il decreto che disciplina la
certificazione dei crediti vantati
dalle aziende nei confronti degli enti locali, in vista della loro
cessione alle banche e quindi
del pagamento, esclude espressamente i crediti nei confronti
degli enti locali commissariati
e soprattutto nei confronti delle
regioni sottoposte ai piani di rientro dai deficit sanitari. E qui
sta l'inganno, come è in grado di
svelare ItaliaOggi incrociando
alcune cifre elaborate innanzitutto dalla Corte dei conti. Perché della massa complessiva dei
debiti della Pa, ovvero dei 70-90
miliarditi euro da più parti indicati come più o meno veritieri,
circa 35-40 miliardi rappresentano il valore dei debiti sanitari.
A dirlo, tra gli altri, è la Corte
dei conti in un calcolo ad hoc
offerto qualche tempo fa alla
camera dei deputati. Gli stessi
magistrati contabili, in quella
sede, hanno spiegato che oltre
la metà di questi 35-40 miliardi
di debiti sanitari sono da ascrivere alle regioni alle prese con
i piani di rientro. Questo vuol
S
dire che ci sono ben 20 miliardi
di euro, se non di più, di debiti
sanitari in pancia alle regioni in
deficit come Lazio, Campania,
Sicilia, Molise, Puglia, Piemonte, Calabria e Abruzzo. Ma i 20
miliardi in questione, in virtù
dell'esplicita esclusione sancita
in uno dei decreti del governo,
non potranno essere sbloccati,
ovvero rimborsati in base al
meccanismo della certificazione. Una beffa, non c'è che dire,
per tutte quelle imprese fornitrici di asl e ospedali delle
regioni già citate. E un
colpo anche per Confindustria, che due
giorni fa, per bocca
del nuovo presidente
Giorgio Squinzi ha
addirittura ritenuto
sin troppo esigui i
30 miliardi che l'esecutivo ha dichiarato
di voler sbloccare in
prima battuta. Il punto vero è che qui ci
sono 20 mi-
liardi di euro che non possono
proprio essere toccati. A meno
che nei prossimi giorni non intervenga qualche correttivo. Si
dice che la norma del governo
abbia una ratio punitiva nei
confronti delle regioni in rosso,
ma forse l'effetto potrebbe essere controproducente.
La base numerica del bluff
è stata fornita dalla Corte dei
conti lo scorso 13 marzo, in
un'audizione di fronte alla commissione bilancio della camera.
Passando in rassegna
i debiti della Pa, il
presidente Luigi
Cgia, l'associazione degli artigiani di Mestre, si era cimentata in un calcolo dei debiti sanitari complessivi, stimandoli in
40 miliardi di euro. Applicando
il calcolo della Corte dei conti su
dati della Cgia, pertanto, verrebbe fuori che i debiti sanitari
sul groppone delle regioni in
deficit si attestano tranquillamente sui 20 miliardi. Ma c'è
di più, perché secondo la Cgia
il 70% di questi 40 miliardi è
in capo alle strutture ospedaliere del Centro-Sud, che di
fatto sono rappresentate quasi
integralmente dalle regioni alle
prese con i piani di rientro. In
tutto fanno 28 miliardi di euro,
esclusi dal meccanismo di rimborso.
Questi numeri, al momento,
non sembrano essere stati av-
Pagina 50 di 51
Giampaolino
aveva premesso
che «determinare esattamente
l'ammontare del
debito degli enti
sanitari verso i
fornitori presenta
ostacoli di non poco
momento,
che
vertiti in tutte le loro implicazioni. L'unica ad accorgersi di
qualcosa è stata la Fiaso (federazione di Asl e ospedali), il cui
presidente, Giovanni Monchiero, ha parlato di «incredibile colpo di coda» a proposito
della norma governativa incriminata. «La ratio sembrerebbe
quella di sanzionare le regioni
con i conti sanitari non in regola», ha aggiunto, «ma perché penalizzare proprio le imprese che
lamentano i maggiori ritardi nei
pagamenti? E poi, non sanno
all'Economia che così facendo
si mandano ancora più in rosso
le Asl e gli ospedali in deficit,
poiché i ritardati pagamenti
costano in interessi di mora e
in prezzi ritarati da parte dei
forntitori?».
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possono essere riferiti a difficoltà di lettura dei conti patrimoniali e ai limiti dei canali
informativi disponibili». Fatta
questa premessa di cautela,
Giampaolino aveva riportato
che nel 2010 i debiti sanitari
versi i fornitori «costituiscono
la parte preponderante dell'intera massa debitoria, per un
ammontare nell'ordine di 35
miliardi». E poi il passaggio
che più conta: «011ee la metà
dell'intero importo è riferibile
alla regioni sottoposte a piani
di rientro dai disavanzi sanitari». Insomma, la metà
di 35 è 17,5 miliardi.
Ma la Corte dice «oltre la metà», quindi
non è inverosimile
dire che si potrebbero toccare (e forse superare, visto
che i dati sono del
2010) i 20 miliardi.
Peraltro anche la
Pagina 7
ilblaff del rimborso debiti della Pa
Puniti dal 2014 i mini-enti che sforano il Patto
I comuni tra 1.001 e 5.000 abitanti che, dal
2013, saranno chiamati a osservare le regole
del patto di stabilità per effetto della manovra bis del 2011 (il dl n. 138/2011), qualora
inadempienti, potranno essere penalizzati con
le sanzioni previste dal dl n. 112/2008 soltanto
a decorrere dall'anno 2014, in quanto la natura sanzionatoria sopra richiamata restringe
l'ambito soggettivo ai soli enti già chiamati al
rispetto degli obiettivi imposti dal Patto. In
tema di personale, però, per i mini enti resta
comunque fissato il limite assunzionale nella misura del quaranta per cento della spesa
corrispondente alle cessazioni dell'anno precedente, in quanto, da un lato, nessuna norma
derogatoria è oggi prevista per tali enti e poi
perché gli stessi possono sempre riorganizzare
le risorse umane disponibili facendo leva sulle
previste forme di associazionismo comunale.
Sono queste le indicazioni fornite dalla sezione autonomie della Corte dei conti, nel testo
della recente deliberazione n. 6/2012, con cui
è stata fatta chiarezza su alcuni aspetti di interesse per i piccoli comuni alla luce del loro prossimo ingresso tra gli enti cui si applicheranno
le severe regole del Patto di stabilità interno.
Il sindaco di Arsié (B1), comune con 2.600 abitanti chiedeva l'intervento della Corte veneta
per sapere se, prospettandosi la cessazione di
un'unita di personale nel corso di quest'anno,
poteva avviare o meno le procedure di reclutamento di un'altra unità da assumere, con effetto 2013, tenuto conto che, ai sensi dell'articolo
16, comma 31 del dl n. 138/2011,1e disposizioni
del Patto di stabilità interno avranno effetto
nei riguardi di tutti i comuni con popolazione
superiore a 1.000 abitanti e che, con l'assunzione di detta unità, il predetto comune sforerà i
vincoli del patto (con le conseguenti sanzioni
previste dal citato dl n. 112/2008). La Corte
veneta ha così rimesso l'istanza alla sezione
autonomie affinché la stessa si pronunci con
un orientamento di carattere generale, stante
la massima rilevanza della questione nata dalla
scelta del legislatore di estendere il Patto di
stabilità «ad un considerevole numero di enti»
e per le implicazioni pratiche cui saranno tenuti i mini-enti, rilevando a tal fine che il rispetto
del rigido contenimento della spesa pubblica
potrebbe sollevare problemi in ordine alla decorrenza delle disposizioni limitative.
Per la sezione autonomie, il limite imposto
dall'articolo 76, comma 4 del dl n. 112/2008
agli enti locali inadempienti, ovvero il divieto
assoluto di procedere a nuove assunzioni di
perionale, è ricollegabile all'inosservanza dei
vincoli imposti dal Patto. Quindi, la sua operatività si indirizza ai soli enti che già lo devono
osservare. In pratica, se il mancato rispetto del
Patto «nell'esercizio precedente» costituisce il
presupposto per l'irrogazione della sanzione,
allora il divieto sopra evidenziato non può essere applicato agli enti che, per la prima volta,
ne sono soggetti. Ovvero, dal 2013, i comuni
da 1.000 a 5.000 abitanti. Ne consegue che tali
enti, eventualmente, incorreranno nel regime
sanzionatorio soltanto a decorrere dal 2014
senza che possa ipotizzarsi un'applicazione retroattiva della predetta sanzione, poiché ciò
violerebbe i principi di ragionevolezza, di certezza del diritto e di leale collaborazione.
Ma i mini enti, prosegue il
documento delle autonomie,
devono però rispettare il vincolo assunzionale
nella misura del 40% della spesa corrispondente alle cessazioni avvenute nell'esercizio finanziario precedente (art. 76, comma 7 del dl n.
112/2008). In primo luogo, perché l'estensione
del Patto a tutti i comuni con più di 1.000 abitanti «non presenta particolari incompatibilità» o ragioni particolari che portino a sottrarre
alcuni di essi all'applicazione uniforme delle
misure di contenimento della spesa pubblica in
un particolare momento di crisi finanziaria. Se
in tale prospettiva, i piccoli enti temono di non
poter garantire i servizi essenziali, la sezione
autonomie ricorda loro che possono sempre far
leva sulle forme di associazionismo comunale,
quale modulo organizzativo più flessibile, economico e efficiente.
Manlio Edoardi
Pagina 36
lin tagliando per il federalismo
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