Almarro A318B

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PROVE
Il buon suono Single Ended
Almarro A318B
C
ollocazione centrale nel listino
per l'A318B in prova, dove la
parte alta è occupata dall'A50125A con i suoi 6.500 euro di
prezzo (trattato nel numero scorso di
AUDIO REVIEW ), mentre l'entry level è
rappresentato dall'A205A MKII che
costa 1.800 euro. Il top di gamma Almarro non è un integrato come i modelli citati ma un monoblock, l'A340
Reference Mono, da 9.000 euro la
coppia. Pochi modelli, ognuno dei
quali però riesce a presentare al possibile acquirente una particolare e
specifica divagazione sul tema valvole:
così abbiamo la Classe A con pentodo
single-ended dell'A205A MKII con i
suoi 2x5 watt; ancora Classe A con
triodo single-ended a feedback fisso
per l'integrato in prova da 2x18 watt e
una sua variante (A318A) con zero
feedback; la Classe AB in push-pull
dell'A50125A da 2x125 watt; la Classe
A in push-pull da 40 watt dell'A340
Reference Mono. Quella di Almarro
sembra essere una sorta di sfida al
mercato e alle esigenze del cliente:
vuoi valvole? Da noi ne trovi in modi
diversi e per diversi prezzi, non hai
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che l'imbarazzo della scelta... Esteticamente l'A318B è molto tradizionale: in
prima fila sul pannello superiore la parata con la coppia della più ingombrante 6C33 agli estremi, mentre al
centro le due 6SL7 e 6SN7; alle loro
spalle l'altrettanto tradizionale sezione di alimentazione con la coppia di
trasformatori resinati ed incapsulati, e
l'induttanza di filtro tra loro. Per sua
stessa dichiarazione Hiro Muramatsu,
il proprietario di Almarro, è poco incline ai facili effetti visivi, anzi di tale sobrietà fa un vero e proprio manifesto
motivandolo come un inutile sovracosto da attribuire al prezzo finale che
nulla andrebbe ad aggiungere alle
qualità meccaniche e soprattutto soniche dei suoi apparecchi. L'unica concessione che Muramatsu-San si concede è la finitura in vero legno dei telai
dei suoi amplificatori; sembra addirittura che questo legno arrivi dalle coltivazioni di suo padre. E anche
l'A318B in questione non sfugge alla
regola, ma lo fa in un modo del tutto
personale, con il legno utilizzato che è
di due tonalità: più scuro, tipo ciliegio, sui lati e molto più chiaro, tipo
betulla, per il pannello frontale. Un accostamento alquanto inusuale e che
ognuno potrà apprezzare o meno a
seconda del proprio gusto personale.
Rimaniamo sul frontale dell'apparecchio per sottolineare la presenza delle
due grandi manopole che regolano la
ALMARRO A318B
Amplificatore integrato a valvole
Costruttore: Almarro Products, 3488-24
Kitagata Iida-shi, Nagano 395-0151,
Giappone
Distributore per l’Italia: LP Audio, Strada
Nuova per Opicina 29/2, 34016 Trieste.
Tel. 040 569824
Prezzo: Euro 3.600,00
CARATTERISTICHE DICHIARATE
DAL COSTRUTTORE
Numero di ingressi stereo: 3 RCA.
Uscite: 4 e 8 ohm. Valvole di potenza:
2x6C33C. Valvole di segnale: 1x6SL7,
1x6SN7. Potenza di uscita: 2x18 watt.
Potenza di assorbimento: 260 W.
Dimensioni (LxAxP): 35,5x18,3x33,5
cm. Peso: 19,5 kg
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All'interno dell'apparecchio prevale, in basso a destra, il trasformatore di alimentazione, componente di pregevole fattura giapponese.
In alto il circuito di raddrizzamento della tensione anodica. Il montaggio dei componenti, point to point, è abbastanza ordinato.
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Almarro A318B
Amplificatore integrato a valvole ALMARRO A318B. Numero di matricola: 018333
CARATTERISTICHE RILEVATE
uscita 8 ohm
Caratteristica di carico limite
(per THD 10%)
Fattore di smorzamento su 8 ohm:
8,8 a 100 Hz; 9,2 a 1 kHz; 8,4 a 10 kHz
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Spettro 0/20 kHz di un tono puro da 1 kHz
(livello 1 watt su 8 ohm)
Spettro 0/20 kHz di un tono puro da 1 kHz
(livello 10 watt su 8 ohm)
Andamenti distorsione/frequenza
(potenze di prova 1 e 8 watt su 8 ohm)
Risposte in frequenza in banda 10/200.000 Hz
(potenze di prova 1 e 8 watt su 8 ohm)
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La tecnica
INGRESSO IN 1
Impedenza: 220 kohm/160 pF. Sensibilità: 390 mV per
18 W/8 ohm. Tensione di rumore pesata "A" riportata
all'ingresso: terminato su 600 ohm, 4.1 µV. Rapporto segnale/rumore pesato "A": terminato su 600 ohm, 83 dB
O
gni finale dell'Almarro dissipa 40 watt di
anodica (200 volt, 200 milliampère), per raggiungere 18 watt effettivi il rendimento dovrebbe
essere al limite di quello teorico, ed in effetti l'erogazione al 10% di THD è minore, ma non di molto.
Il comportamento è indubitabilmente da singleended, con la distorsione che sale progressivamente al salire dell'erogazione, ma meno "problematico" di altri perché l'impedenza interna non è
altissima (meno di un ohm sull'uscita da 8 ohm) ed
induce quindi fluttuazioni di risposta abbastanza limitate in caso di impedenze fortemente variabili. Il
contenuto della distorsione è anche favorevole,
perché la seconda armonica prevale sempre nettamente sulle altre, anche in prossimità della piena
potenza, e lo spettro rimane comunque non molto
esteso verso le armoniche elevate. Il trasformatore
di uscita appare un po' "corto" sulle basse, come
indica sia l'attenuazione di risposta a 10 watt
(mentre ad 1 watt si nota un po' di enfasi) che l'aumento di distorsione al di sotto di alcune centinaia
di Hz. Buoni i parametri di interfacciamento, sufficientemente contenuto il rumore.
F. Montanucci
Risposte in frequenza rilevate su 2/4/8/16 ohm a
parità di tensione applicata all'ingresso
(livello di uscita pari ad 2,83 volt sul carico da 8 ohm)
AUDIOREVIEW n. 339 dicembre 2012/gennaio 2013
L’
amplificatore single-ended riprende i canoni costruttivi
dell’integrato A50125A, in configurazione push-pull,
presentato su AR il mese scorso. Anche in questo caso il cablaggio in aria “point-to point” dona ai componenti così
saldati un aspetto non particolarmente ordinato, ma non
per questo meno funzionale.
Come valvola finale viene utilizzata la 6C33C-B, un doppio
triodo di potenza molto lineare e che non necessita di elevate tensioni anodiche.
In questo caso la valvola finale è alimentata a 280 Vdc con
una corrente di riposo di 230 mA; da notare che il punto di
lavoro dello stadio finale prevede l’impiego contemporaneo
del fixed bias (negativo di griglia) e del bias catodico; nella
maggior parte dei casi viene adottato, per questa topologia
di circuito, solo il bias catodico.
La dissipazione anodica della 6C33 è di circa 45 W, infatti la
tensione effettiva ai suoi capi è prossima ai 210 Vdc, e questo perché, in virtù della parte di bias catodico, la tensione
presente sul catodo è di 70 Vdc, che vanno sottratti alla
tensione anodica generale.
Anche qui si riprende la filosofia del modello A50125A.
Completissimo il manuale a corredo (benché solo in inglese),
dove viene descritto con molta cura il procedimento per la regolazione del bias. I relativi test point sono direttamente collegati allo zoccolo di ciascuna valvola finale, risultando di facile
accesso per i terminali del tester; lo stesso dicasi dei due trimmer per la regolazione della tensione negativa di griglia.
Esaminando lo stadio di ingresso e pilotaggio, è interessante notare che come primo stadio viene impiegata una sezione della 6SL7/6H9C (di produzione russa) e come stadio di
pilotaggio della valvola finale viene impiegata una sezione
della 6SN7/6H8C (anch’essa russa); si tratta di doppi triodi
di impronta vintage, molto usati nel passato per le loro ottime prestazioni elettriche.
I due stadi amplificano entrambi e il costruttore li definisce
anode-follower.
Questo finale adotta il feedback globale, cioè uscita-ingresso; infatti il segnale viene prelevato dalla presa a 16 ohm, che
è di fatto presente ma non viene usata, e riportato allo stadio
di ingresso tramite una resistenza; questa tecnica evita, secondo il costruttore, l’interazione tra il segnale chiamato
“back EMF” e il segnale di feedback. Il back EMF sarebbe
quel segnale presente ai capi dell’altoparlante quando, terminando un messaggio musicale, la membrana continua a
muoversi (causa inerzia) producendo, di fatto, una tensione
proporzionale al movimento stesso. Una teoria affascinante e
che meriterebbe un approfondimento, ma non è questa la
sede più opportuna per parlarne, anche perché nutro delle
perplessità al riguardo.
I trasformatori di uscita sono di buona fattura, con lamierini
molto ben compatti e di dimensioni, rispetto alla potenza
dichiarata, adeguate; di qualità è anche l’induttanza di filtro
della tensione anodica, fisicamente collocata tra i due trasformatori.
Tutta la componentistica appare ben selezionata: le resistenze sono ad impasto di carbone e i condensatori di buona capacità a garanzia di un basso ripple della tensione di alimentazione; il potenziometro del volume ha un valore inusitatamente elevato, 250 kohm, ed è un Alps a strato di carbone.
Guardando l’interno fanno impressione le dimensioni del
trasformatore di alimentazione con nuclei a C; è un oggetto
di ottima fattura e sovradimensionato ma bisogna dire che
scalda non poco, anche perché il suo posizionamento non
facilita di certo la ventilazione!
W. Gentilucci
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Almarro A318B
Il pannello posteriore; nella
parte centrale si trovano i pin
jack dei tre ingressi di alto
livello; ai lati le prese per i
diffusori con le prese a 4 e 8
ohm. Nella parte superiore, a
destra e a sinistra si notano i
trasformatori di uscita; al
centro è collocata la induttanza
di filtro dell'alimentazione.
selezione degli ingressi e il volume:
da fare tutto da qui, ché di telecomando neanche l'ombra... Appena visibile il logo aziendale scavato direttamente sul legno del frontale. Sul pannello superiore le regolazioni del bias
per le valvole e l'accensione a levetta.
Stesso stile asciutto e lineare per il
pannello posteriore. I due terzetti di
connettori per gli altoparlanti (8 e 4
ohm) sono di metallo e possono accettare cavo spellato e terminazioni di
dimensioni anche elevate. Grandi anche i connettori stessi e ben massicci
ma senza una copertura isolante, del
tipo WBT giusto per citare un riferimento del settore. Appena discreta la
tripla coppia di RCA (solo ingressi linea per questo A318B) dorati in superficie ma senza nessuna forma di
isolamento alla base: efficaci ma poco
appariscenti, come da tradizione Almarro. Il pannello posteriore si chiude
con il fusibile a vite, quindi facilmente
accessibile alla bisogna, e la vaschetta
di alimentazione IEC collocata verticalmente. Non è prevista nessuna griglia di protezione alle/dalle valvole,
nemmeno tra gli accessori. Il test, empirico quanto significativo, della “consistenza” al tatto ci ha colpito positivamente: l'A318B è un prodotto massiccio, ben costruito meccanicamente,
con componenti di buona qualità anche se alcuni elementi (RCA su tutti)
non sono all'altezza di tutto il resto.
Ma Muramatsu-San ve lo dice molto
chiaramente, ancora prima di acquistare uno dei suoi prodotti: se volete
“effetti speciali”, non è questo il posto giusto!
Vincenzo Maragoni
L’ascolto
I
l finale Almarro è stato collegato ad un sistema di altoparlanti di buona sensibilità (circa 91 dB dichiarati)
utilizzando un lettore CD-SACD come sorgente.
Nella nostra sala d’ascolto, di media cubatura, si nota
subito che la potenza a disposizione non è certo esuberante anche se l’impianto così composto è in grado di
sonorizzare adeguatamente l’ambiente, ascoltando piccoli gruppi jazz e rock.
In queste condizioni si nota una riproduzione realistica
nel livello sonoro e nella definizione dello stage, senza
che il suono appaia mai forzato o innaturale; infatti la
maggiore qualità che emerge sin dai primi ascolti di
questo Almarro è la sua elevata musicalità e pulizia nel
trattare il messaggio sonoro.
Il suo punto di forza appare proprio l’equilibrio che dà
alla riproduzione con una risposta molto estesa sia alle
basse frequenze che alle alte, unita ad un elevato contrasto della microdinamica, rendendo l’esecuzione naturale e godibile, sempre nel rispetto della potenza massima a disposizione.
La fine trama musicale, la ricchezza del dettaglio e dei
particolari più minuti, il delicato soffio dell’ancia del sax
ti trasporta davanti ad una rappresentazione reale dei
60
brani riprodotti, soprattutto nei formati ad alta definizione, dove l’estensione in alto della risposta rende tutto più naturale e fluido.
Affascinato dal comportamento del finale, provo a spostare la connessione di uscita dei diffusori dagli 8 ai 4
ohm; in queste condizioni migliora sensibilmente la riproduzione della gamma bassa, che guadagna in controllo ed articolazione, mantenendo la stessa estensione
della risposta alle basse frequenze.
Particolarmente belle le voci, sia maschili sia femminili,
riproposte in tutta la loro estensione e presenza, con la
tendenza a porle sempre in primo piano nel palcoscenico sonoro.
Ottima la differenziazione dei piani sonori e la focalizzazione degli strumenti, con un plauso particolare alla
ricostruzione dell’ambienza e della profondità della
scena.
Probabilmente la maggiore corrente e il controllo dimostrato con questa connessione hanno come ulteriore effetto quello di spingere ad agire sulla manopola del volume per trovare nuovi limiti al livello sonoro, il che non
fa rimpiangere amplificatori di potenza superiore.
R. Pallocchia
AUDIOREVIEW n. 339 dicembre 2012/gennaio 2013