Materiale del corso di formazione su ADHD del 03/11/2014

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Materiale del corso di formazione su ADHD del 03/11/2014
Dott.ssa Laura Bedin
Psicologa e Psicoterapeuta
presso
- Studi Medici via Don Cesare Pellizzari, 150 Meolo (VE)
- Studio di Psicologia Campiello del Duomo, 12 Oderzo (TV)
Cell: 327.7867906
Email: [email protected]
ALCUNI CHIARIMENTI…..
L’ADHD fa parte dei BES- Bisogni Educativi Speciali.
“La salute non è assenza di malattia, ma benessere bio-psicosociale…”
Questo è il principio base del modello diagnostico ICF (Classificazione
Internazionale del Funzionamento) dell’OMS.
Da qui deriva il concetto di BES che fa riferimento all’area dello
svantaggio scolastico che comprende problematiche diverse degli
alunni (problemi biologici, corporei, contestuali e ambientali, sociali,
di discriminazione e così via) in una certa fase della loro crescita,
con continuità o per determinati periodi, e dunque richiedono una
speciale attenzione a scuola in quanto queste condizioni creano una
difficoltà di funzionamento educativo ed apprenditivo.
“…Vi sono comprese tre grandi sotto-categorie: quella della
disabilità; quella dei disturbi evolutivi specifici e quella dello
svantaggio socio-economico, linguistico e culturale”
(Direttiva Ministeriale 27/12/2012, p.2)
-psicofisico
-sensoriale
-motorio
DISABILITA’
Legge 104/92
BES
DISTURBI
EVOLUTIVI
SPECIFICI
SVANTAGGIO
-DSA Legge 170/2010
-ADHD Circolare Ministeriale 4089/2010
-Disturbi Specifici di Linguaggio
-Disprassia
-Disturbo non verbale
-Disturbo dello spettro autistico lieve
-Funzionamento cognitivo limite
-DOP
-Socioeconomico
-Linguistico (stranieri non alfabetizzati)
-Culturale
-Disagio comportamentale (aggressività, bullismo, uso di
droghe…) /relazionale (collera, ansia, depressione…)
-Altre difficoltà (malattie, traumi, difficoltà in ambito familiare…)
“Fermo restando l’obbligo di presentazione delle certificazioni per l’esercizio dei diritti
conseguenti alle situazioni di disabilità e DSA, è compito doveroso dei Consigli di classe o
dei teams dei docenti nelle scuole primarie indicare in quali altri casi sia opportuno e
necessaria l’adozione di una personalizzazione della didattica ed eventualmente di misure
compensative o dispensative, nella prospettiva di una presa in carico globale ed inclusiva di
tutti gli alunni” (Circolare Ministeriale n.8, 6 marzo 2013. pp. 2-3)
Certificazione
DISABILITA’
Legge 104/92
BES
DISTURBI
EVOLUTIVI
SPECIFICI
SVANTAGGIO
Diagnosi clinica presentata dalla famiglia
e considerazioni pedagogiche e
didattiche verbalizzate dal Consiglio di
classe o team docenti
Segnalazione sulla base di elementi oggettivi (es.
segnalazioni dei servizi sociali) e/o considerazioni
pedagogiche e didattiche e didattiche verbalizzate
dal Consiglio di classe o dal team docenti
PRECISAZIONE SULLE DIAGNOSI PRODOTTE DA UN PROFESSIONISTA
PRIVATO E DALLE ULSS.
COS’E’ IL DISTURBO DA DEFICIT DI TTENZIONE/
IPERATTIVITA’ (ADHD)?
L’ADHD è un disturbo evolutivo dell'autocontrollo
di origine neurobiologica che interferisce con il normale
svolgimento delle comuni attività quotidiane:
andare a scuola, giocare con i coetanei, convivere serenamente
con i genitori e, in generale, inserirsi normalmente nella società.
“Evidenze genetiche e neuro-radiologiche giustificano la
definizione psicopatologica del disturbo quale disturbo
neurobiologico della corteccia prefrontale e dei nuclei della
base che si manifesta come alterazione dell’elaborazione
delle risposte agli stimoli ambientali.”
DIMENSIONI SINTOMATOLOGICHE
CARDINE DELL’ADHD
Deficit di
attenzione
Iperattività
Impulsività
CARATTERISTICHE PRINCIPALI
DELL’ADHD
IMPULSIVITA’
DISATTENZIONE
IPERATTIVITA’
….COMPROMISSIONE
PERVASIVITA’
DURATA
DISATTENZIONE
- Spesso non riesce a prestare attenzione ai particolari o commette errori
di distrazione nei compito scolastici, sul lavoro, o in altre attività;
- Spesso ha difficoltà a mantenere l’attenzione sui compiti o sulle attività
di gioco;
- Spesso non sembra ascoltare quando gli si parla direttamente;
- Spesso non segue le istruzioni e non porta a termine i compiti scolastici,
le incombenze, o i doveri sul posto di posto di lavoro (non a causa di
comportamento oppositivo o di incapacità di capire le istruzioni);
- Spesso ha difficoltà a organizzarsi nei compiti e nelle attività;
- Spesso evita, prova avversione, o è riluttante ad impegnarsi in compiti
che richiedono sforzo mentale protratto (come i compiti a scuola o a
casa);
- Spesso perde gli oggetti necessari per i compiti o le attività (per esempio,
giocattoli, compiti di scuola, matite, libri o strumenti);
- Spesso è facilmente distratto da stimoli estranei;
- Spesso è sbadato nelle attività quotidiane.
IPERATTIVITA’
- Spesso muove con irrequietezza mani o piedi o si dimena
sulla sedia ;
- Spesso lascia il proprio posto a sedere in classe o in altre
situazioni in cui ci si aspetti che resti seduto;
- Spesso scorrazza e salta dovunque in modo eccessivo in
situazioni in cui ciò è fuori luogo (negli adolescenti o negli
adulti, ciò può limitarsi a sentimenti soggettivi di
irrequietezza);
- Spesso ha difficoltà a giocare o a dedicarsi a divertimenti in
modo tranquillo;
- E’ spesso “sotto pressione” o agisce come se fosse
“motorizzato”;
- Spesso parla troppo.
IMPULSIVITA’
- Spesso “spara” le risposte prima che le domande siano
state completate;
- Spesso ha difficoltà ad attendere il proprio turno;
- Spesso interrompe gli altri o è invadente nei loro
confronti.
I 3 SOTTOTIPI
SECONDO IL DSM-IV-TR
- Disattento: prevalenza (6 su 9) di comportamenti
disattenti.
- Iperattivo: prevalenza (6 su 9) di comportamenti
impulsivi-iperattivi
- Combinato: comportamenti disattenti e impulsiviiperattivi in egual misura.
SINTOMI E CRITERI DIAGNOSTICI
SECONDO IL DSM-IV-TR
A. Presenza persistente per almeno 6 mesi di 6 (o più)
sintomi al punto 1 o 2 o in entrambi.
1. Disattenzione
2. Iperattività - Impulsività
Alcuni dei sintomi di iperattività-impulsività o di
disattenzione che causano compromissione erano
presenti prima dei 7 anni di età.
B. Una certa menomazione a seguito dei sintomi è presente
in due o più contesti (ad esempio, a scuola - o al lavoro- e a
casa).
C. Deve esserci una evidente compromissione
clinicamente significativa del funzionamento sociale,
scolastico o lavorativo.
D. I sintomi non si manifestano esclusivamente durante il
decorso di un disturbo generalizzato dello sviluppo, di
schizofrenia o di un altro disturbo psicotico, e non
risultano meglio attribuibili a un altro disturbo mentale
(ad esempio, disturbo dell’umore, disturbo d’ansia,
disturbo dissociativo o disturbo di personalità).
QUANTI SONO I
BAMBINI CON ADHD?
Prevalenza ADHD (criteri DSM-IV-TR, APA)
Stime Nord americane e Nord Europee:3 %
Disturbo Ipercinetico (ICD-10, WHO)
= tutte le tre aree compromesse
Incidenza: 1 – 2 % (Swanson, 1998)
Tre recenti ricerche italiane: stime tra il 3 e 5 %
(Gallucci, 1997; Marzocchi 2000, De Meo, 2006)
ALCUNE CONSIDERAZIONI
SULL’ADHD…
- E’ più frequente nei maschi che nelle
femmine con una rapporto di 3:1.
- L’età di insorgenza è molto precoce. Si fa
diagnosi dai 6 anni in poi, ma si possono
avere evidenze della presenza del
disturbo già dai 3 anni.
FALSE CREDENZE SULL’ADHD
- Il bambino ADHD non riesce a prestare
attenzione a nulla.
- Il bambino ADHD è sempre distratto e
iperattivo.
- Un bambino ADHD è dispettoso e si oppone
sempre a quanto gli viene proposto.
- I bambini ADHD sono maleducati.
- L’ADHD scompare con l’età.
QUAL E’ L’EZIOLOGIA DELL’ADHD?
COMPONENTE INNATA
• Studi di genetica
• Neuroanatomia
•
•
•
• Neurofisiologia
•
• Neurochimica
•
•
COMPONENTE APPRESA
No regole e routine
domestiche
Ambiente caotico
Atteggiamento frettoloso e
impulsivo
Mancato insegnamento del
saper aspettare
Esperienze negative per aver
atteso
Gratificazione della
frettolosità
“Come per altri disturbi è presumibile che i fattori genetici determino
la predisposizione per il disturbo, mentre l’attivazione di tale
predisposizione sia modulata anche da fattori ambientali”
Douglas (1972)
Identificò 4 deficit principali:
1. poco investimento e mantenimento dello
sforzo;
2. deficit nella modulazione dell’attivazione;
3. difficoltà nel controllo degli impulsi;
4. scelta del rinforzo immediato piuttosto
che differito.
Problema di AUTOREGOLAZIONE.
LA SUA CAPACITA’ DI
CONCENTRAZIONE
E DI ATTENZIONE
SOSTENUTA
IL BAMBINO NON
RIESCE A REGOLARE:
IL PERCORSO DI
PIANIFICAZIONE
E SOLUZIONE DEI
PROBLEMI
IL
COMPORTAMENTO
CON GLI ALTRI
IL
COMPORTAMENTO
MOTORIO
LA TENDENZA A DARE
UNA RISPOSTA
PRECIPITOSA E
IMPULSIVA
Ipotesi Neuropsicologiche
Deficit
di
Inibizione
determina
compromissione alle Funzioni Esecutive
(Barkley, 1997)
- Deficit nelle Funzioni Esecutive determina
difficoltà di mantenimento dello sforzo,
dell’attivazione e dell’organizzazione della
risposta (Sergeant e Van der Meere, 1988)
- Il deficit Funzioni Esecutive è primario e
mediato da una difficoltà nell’uso di strategie
e di processi di controllo comportamentale
(Shallice et al., 2002)
-
Il modello di Barkley (1997)
Meccanismi di inibizione
Working
memory
Autoregolazione
dell’emozione
Discorso
interiorizzato
comportamento
comportamento
Ricostruzione
FUNZIONI ESECUTIVE
Sistemi responsabili della pianificazione e del controllo del
comportamento:
- pianificare una sequenza di azioni e rappresentarsi
un compito
- mantenere attiva un’area di lavoro a livello mentale
- guidare con flessibilità le risorse attentive,
selezionare le informazioni rilevanti da considerare ed
eventualmente da tenere in memoria
- sensibilità ai feedback ambientali
- inibire o posticipare una risposta
EVOLUZIONE DEL DISTURBO DA DEFICIT
D’ATTENZIONE/IPERATTIVITA’
- Spesso i primi problemi si manifestano a tre anni di età, con
una evidente iperattività
- Le difficoltà aumentano con l’ingresso nella scuola elementare
in cui al bambino si richiede il rispetto di regole e prestazioni
cognitive
- Verso gli ultimi anni della scuola elementare l’iperattività
motoria si attenua mentre può persistere l’impulsività e la
disattenzione
- Con l’ingresso nelle scuole medie alcuni bambini con ADHD
sviluppano delle strategie di compensazione con cui
riescono a colmare le difficoltà, sebbene persistano
difficoltà di concentrazione soprattutto nello studio orale
- In età adolescenziale e adulta possono perdurare difficoltà
nelle relazioni sociali, incapacità a mantenere un lavoro, ad
avere relazioni coniugali stabili. Permane anche una certa
disorganizzazione nell’intraprendere azioni e fare scelte di
vita.
ADHD in età prescolare
- Massimo grado di iperattività
- Comportamenti aggressivi
- Crisi di rabbia
- Litigiosità, provocatorietà
- Assenza di paura, condotte pericolose,
incidenti
- Disturbo del sonno
ADHD in età scolare
- Comparsa di sintomi cognitivi
(disattenzione, impulsività)
- Difficoltà scolastiche
- Possibile riduzione della iperattività
- Evitamento di compiti prolungati
- Comportamento oppositivo-provocatorio
ADHD in adolescenza
Possibili evoluzioni
- 35%: superamento dei sintomi, prestazioni
scolastiche talvolta inferiori ai controlli.
- 45%: permanenza della sindrome, frequente
attenuazione della componente iperattiva,
crescente
compromissione
emotiva
(depressivo-ansiosa) e sociale
- 20%: permanenza della sindrome, disturbi
comportamentali di adattamento sociale
- Disturbo dell’attenzione: difficoltà
scolastiche, di organizzazione della vita
quotidiana (programmazione)
- Riduzione del comportamento iperattivo
(sensazione soggettiva di instabilità)
- Instabilità scolastica, lavorativa, relazionale
- Condotte pericolose
- Disturbi depressivo-ansiosi
ADHD in età adulta
- Difficoltà di organizzazione nel lavoro
(strategie per il disturbo attentivo)
- Intolleranza di vita sedentaria
- Condotte rischiose
- Rischio di marginalità sociale
Bassa autostima, tendenza all’isolamento
sociale, vulnerabilità psicopatologica
ADHD e sintomi secondari
- Iperattività motoria
- Impulsività
- Inattenzione
1. Difficoltà relazionali
2. Difficoltà scolastiche
3. Bassa autostima
4. Disturbo del comportamento
1. Difficoltà relazionali
- Emarginazione da parte dei coetanei
- Scarse amicizie durature
- Tendenza all’isolamento
- Rapporti con bambini più piccoli o più
instabili
- Incapacità nel cogliere indici sociali
non verbali
2. Difficoltà scolastiche
- Rendimento inferiore alle potenzialità
cognitive
- Disturbo attentivo
- Disturbo nella memoria sequenziale
- Stile cognitivo impulsivo
- Deficit di controllo delle risorse cognitive
- Effetto sul piano emotivo-comportamentale
3. Bassa autostima
- Demoralizzazione
- Scarsa fiducia in sé stessi
- Solitudine
- Sentimenti abbandonici
- Inadeguatezza per rimproveri, rifiuto
sociale, insuccesso scolastico, sportivo, ecc.
- Rischio di un disturbo depressivo, ansioso,
comportamentale
4. Disturbo del comportamento
- Comportamento negativista e provocatorio
- Crisi di collera
- Comportamento arrabbiato o rancoroso
- Comportamento dispettoso o vendicativo
- Frequenti litigi con gli adulti
- Incapacità di rispettare le regole
- Accusare gli altri per i propri errori
- Sistematica violazione delle regole sociali
- Aggressioni a persone o animali
- Distruzione di proprietà
- Frode o furto
La comorbilità (associazione con altri
Disturbi) condiziona l’espressività
clinica, la gravità, la prognosi, il
trattamento.
Di seguito i principali Disturbi associati
all’ADHD…
Disturbo Oppositivo Provocatorio
Una modalità di comportamento negativistico, ostile, e
provocatorio che dura da almeno 6 mesi, durante i quali sono
stati presenti 4 (o più) dei seguenti:
1)
spesso va in collera
2)
spesso litiga con gli adulti
3)
spesso sfida attivamente o si rifiuta di rispettare la/le
richieste o regole degli adulti
4)
spesso irrita deliberatamente le persone
5)
spesso accusa gli altri per i propri errori o il proprio
cattivo comportamento
6)
è spesso suscettibile o facilmente irritato dagli altri
7)
è spesso arrabbiato e rancoroso
8)
è spesso dispettoso e vendicativo
Disturbo d’Ansia Generalizzato
A. Ansia e preoccupazione eccessive (attesa apprensiva), che si manifestano
per la maggior parte dei giorni per almeno 6 mesi, a riguardo di una
quantità di eventi o di attività (come prestazioni lavorative o scolastiche).
B. La persona ha difficoltà nel controllare la preoccupazione.
C. L'ansia e la preoccupazione sono associate con tre (o più) dei sei sintomi
seguenti (con almeno alcuni sintomi presenti per la maggior parte dei
giorni negli ultimi 6 mesi). Nota Nei bambini è richiesto solo un item.
1)
2)
3)
4)
5)
6)
irrequietezza, o sentirsi tesi o con i nervi a fior di pelle
facile affaticabilità
difficoltà a concentrarsi o vuoti di memoria
irritabilità
tensione muscolare
alterazioni del sonno (difficoltà ad addormentarsi o a mantenere il sonno,
o sonno inquieto e insoddisfacente)
Disturbi dell’Apprendimento
Dislessia
L’associazione del Disturbo della lettura con l’ADHD
dipende dal sottotipo:
ADHD- sottotipo combinato 18%
ADHD- sottotipo inattentivo 26%
ADHD- qualsiasi sottotipo
37%
Discalculia
- Nei bambini l’associazione tra discalculia e dislessia è del
17% mentre è del 26% tra discalculia e ADHD
- Il 20% dei ragazzi con ADHD soffre di discalculia
- I bambini con la doppia diagnosi di discalculia e dislessia
hanno una maggiore compromissione nelle abilità
aritmetiche e un risultato complessivamente peggiore nei
test neuropsicologici rispetto ai bambini affetti solamente
da discalculia o da discalculia ed ADHD
Disturbo della condotta
Una modalità di comportamento ripetitiva ed persistente in cui i diritti fondamentali
degli altri o le principali norme o regole societarie appropriate per l'età vengono
violati, come manifestato dalla presenza di tre (o più) dei seguenti criteri nei 12 mesi
precedenti, con almeno un criterio presente negli ultimi 6 mesi:
Aggressioni a persone o animali
1)
spesso fa il prepotente, minaccia, o intimorisce gli altri
2)
spesso dà inizio a colluttazioni fisiche
3)
ha usato un'arma che può causare seri danni fisici ad altri (per es., un
bastone, una barra, una bottiglia rotta, un coltello, una pistola)
4)
è stato fisicamente crudele con le persone
5)
è stato fisicamente crudele con gli animali
6)
ha rubato affrontando la vittima (per es., aggressione, scippo, estorsione,
rapina a mano armata)
7)
ha forzato qualcuno ad attività sessuali.
Distruzione della proprietà
8) ha deliberatamente appiccato il fuoco con l'intenzione di causare seri danni
9) ha deliberatamente distrutto proprietà altrui (in modo diverso dall'appiccare il fuoco).
Frode o furto
10) è penetrato in un edificio, un domicilio, o una automobile altrui
11) spesso mente per ottenere vantaggi o favori o per evitare obblighi (cioè, raggira gli
altri)
12) ha rubato articoli di valore senza affrontare la vittima (per es., furto nei negozi, ma
senza scasso; falsificazioni).
inizio prima dei 13 anni di età. Gravi violazioni di regole
13) spesso trascorre fuori la notte nonostante le proibizioni dei genitori, con inizio prima
dei 13 anni di età
14) è fuggito da casa di notte almeno due volte mentre viveva a casa dei genitori o di
chi ne faceva le veci (o una volta senza ritornare per un lungo periodo)
15) marina spesso la scuola, con
L'anomalia del comportamento causa compromissione clinicamente significativa del
funzionamento sociale, scolastico, o lavorativo.
TIPICO ADHD?
1.Ha difficoltà a prendere decisioni
ALTRO
2.Spara le risposte prima che le domande siano
terminate
TIPICO
3.Ha difficoltà ad attendere il proprio turno
TIPICO
4.Fa il prepotente, minaccia, intimorisce gli altri
ALTRO
5.Ha difficoltà a sviluppare relazioni con i coetanei
ALTRO
6.Manifesta una grande stima di sé, enfatizzando
spesso le sue capacità
ALTRO
7.Evidenzia un bisogno continuo di parlare
ALTRO
8.Interrompe gli altri mentre sono impegnati in attività
o conversazioni
TIPICO
9.Non porta a termine i compiti scolastici
TIPICO
10.Non sembra ascoltare quando gli si parla
direttamente
TIPICO
11.E’ sbadato nelle attività quotidiane
TIPICO
12.Ha difficoltà a giocare o a dedicarsi a
divertimenti in modo tranquillo
TIPICO
13.E’ vendicativo e porta rancore
ALTRO
14.Ha difficoltà ad attendere il proprio turno
TIPICO
15.E’ disturbato dagli stimoli esterni
ALTRO
16.Si nota la mancanza di ricerca spontanea
della condivisione di gioie e interessi
ALTRO
17.Non riesce a prestare attenzione ai
Particolari
TIPICO
18.Litiga apertamente con gli adulti
ALTRO
19.Muove con irrequietezza mani o piedi e si
dimena sulla sedia
TIPICO
20.E’ facilmente distratto dagli stimoli esterni
TIPICO
21.Ha difficoltà a mantenere l’attenzione sui
compiti fino alla fine
TIPICO
22.E’ in difficoltà nel riconoscere o identificarsi
con i sentimenti altrui
ALTRO
23.Richiede continua ammirazione per ciò che fa
ALTRO
24.Lascia spesso le cose in disordine
TIPICO
25.Accusa gli altri per i propri errori
ALTRO
26.Non è in grado di utilizzare alcuni comportamenti
non verbali nell’interazione
ALTRO
27.Raggira gli altri per ottenere favori
ALTRO
28.Si dimostra irrequieto di fronte a situazioni o
compiti nuovi
ALTRO
29.Perde e/o dimentica gli oggetti necessari per
i compiti o le attività
TIPICO
30.E’ riluttante ad impegnarsi in compiti che
richiedono sforzo protratto
TIPICO
31.Crede di essere speciale e unico
ALTRO
32.Oscilla tra vissuti di inadeguatezza e altri di
eccessiva stima nelle proprie capacità
ALTRO
33.Presenta persistente riluttanza o rifiuto di
andare a scuola
ALTRO
34.E’ spesso irritabile e affaticabile
ALTRO
35.Ha difficoltà ad organizzarsi nei compiti o nelle
attività
TIPICO
36.E’ intollerante di fronte ai no o alle frustrazioni
ALTRO
37.Si alza dal proprio posto spesso, sia a scuola
che a casa
TIPICO
38.Passa da un gioco all’altro senza soffermarsi su
nessuno
TIPICO
39.Chiede insistentemente le cose anche se gli
vengono negate
ALTRO
40.E’ sensibile alle gratificazioni sia verbali che
materiali
TIPICO
41.Ha un rendimento scolastico da sempre
insufficiente
ALTRO
42.Sfida e irrita deliberatamente le persone
ALTRO
DUNQUE
Una diagnosi corretta, e possibilmente quanto
piu’ precoce possibile, è indispensabile sia per
la riduzione delle probabilità di evoluzione in
problematiche più severe, che per la
definizione di un intervento specifico e
funzionale.
La valutazione
diagnostica dell’ADHD
- Il colloquio con genitori e bambino.
- L’osservazione.
-La
somministrazione
di
questionari(valutazione
neuropsicologica, cognitiva).
test
e
Il colloquio con...
Genitori
anamnesi
raccolta dati;
vissuti
dei
genitori;
esemplificazione
di
situazioniproblema;
Bambino
idee del bambino
circa la figura del
clinico;
consapevolezza e
vissuti
del
problema;
eventuali
attribuzioni
di
cause.
L’ Osservazione
L’osservazione a casa (i genitori)
L’osservazione a scuola (insegnanti e/o
psicologo)
Il contesto strutturato del rapporto “uno a
uno”
Le scale di valutazione
SCALA IPDAI, individua la presenza di
predittori per Disturbi Specifici
dell’Apprendimento e ADHD. Si usa per la
scuola materna.
SCALA SDAI, individua la frequenza di
comportamenti disfunzionali tipici
dell’ADHD. Si usa prevalentemente per la
scuola primaria.
SCALA CONNERS, individua la frequenza
di comportamenti disfunzionali tipici
dell’ADHD. Si usa prevalentemente per la
scuola secondaria di I°grado.
Dunque da un’attenta valutazione diagnostica
si evincono i settori problematici per il
trattamento:
Ragazzo
Ragazzo
Irrequietezza
Irrequietezza interiore
interiore
Impulsività
Impulsività
Disturbi
Disturbi associati
associati
Deficit
Deficit funzionale
funzionale
Problemi
Problemi genitoriali,
genitoriali, mancanza
mancanza di
di controllo,
controllo, problemi
problemi relazionali
relazionali
Famiglia
Famiglia
Scuola
Scuola
Coetanei
Coetanei
Carico
Carico per
per la
la famiglia,
famiglia, problemi
problemi di
di salute
salute mentale
mentale dei
dei genitori
genitori
Difficoltà
Difficoltà di
di apprendimento
apprendimento ee insuccesso
insuccesso scolastico
scolastico
Rapporto
Rapporto negativo
negativo insegnante-studente
insegnante-studente
Relazioni
Relazioni interpersonali
interpersonali negative
negative con
con ii coetanei
coetanei
Richiede un intervento multimodale
Sulla base di tali problematiche,
l’intervento multimodale consiste:
Psicoeducazione
Psicoeducazione
Sul
Sul paziente
paziente
Farmacoterapia
Farmacoterapia
Terapia
Terapia cognitivo-comportamentale
cognitivo-comportamentale
Sui
Sui genitori
genitori
Sulla
Sulla scuola
scuola
Aiuto
Aiuto psicoeducativo
psicoeducativo
Parent
Parent training
training
Azione
Azione educativa
educativa condivisa
condivisa
Interventi
Interventi comportamentali
comportamentali
NORMATIVA NAZIONALE
ADHD
Si fa riferimento alla Circolare Ministeriale
N. 4089 del 15.06.2010.
Gli ADHD sono compresi nei BES per cui è
consigliata la stesura del Piano Didattico
Personalizzato dell’alunno con tale
disturbo.
L’intervento a scuola per il
bambino con ADHD
1. Approccio psicoeducativo
comportamentale
2. Insegnare al bambino con ADHD
3. L’approccio metacognitivo
4. La gestione dello stress
dell’insegnante
1. L’approccio psicoeducativo
comportamentale
Interventi basati sugli antecedenti
Interventi basati sulle conseguenze
positive
Interventi basati sulle conseguenze
negative
Strategie avanzate
Interventi basati sugli antecedenti:
Significa intervenire prima che il problema si
presenti in quanto i bambini con ADHD spesso
hanno una scarsa capacità di prevedere le
conseguenze
gli insegnanti possono intervenire aiutando il
bambino a prevedere le conseguenze di
determinati eventi prima di agire: così si
incrementeranno i comportamenti adeguati alle
situazioni e il bambino potrà scegliere con più
obiettività quali conseguenze affrontare.
La capacità di prevedere le conseguenze del proprio
agire può essere favorita dall’adulto attraverso varie strategie:
Offrire informazioni di ritorno al bambino: spiegare la bambino
perché si sia verificata una determinata conseguenza dando
chiare indicazioni sul grado di correttezza o meno del suo
comportamento
Instaurare delle routine: tutte le regolarità e le scadenze
prestabilite forniscono al bambino una cornice di supporto
nella comprensione di ciò che accade intorno a lui. Gli
avvenimenti che si ripetono sistematicamente aiutano il
bambino a tenere presente i suoi impegni e a pianificare i suoi
tempi, in quanto rendono più strutturato e prevedibile il tempo
Stabilire delle regole: avere regole chiare e conosciute da tutti
aiuta il bambino a organizzare i propri spazi e tempi e a
sapere in anticipo quali azioni siano da considerarsi fuori dalle
norme stabilite.
Dunque si ottiene un contesto
facilitante attraverso:
-
Le routine
Le regole
L’organizzazione della classe
L’organizzazione dei tempi di lavoro
L’organizzazione del materiale
Attività pianificate nel tempo libero
LE ROUTINE
• ingresso in classe
• disposizione in fila
• inizio lezione
• presentazione delle attività e i relativi
tempi di lavoro
• pause concordate
• attività ricreative stabilite a priori
(ad es. vincolate dal giorno della settimana)
• dettatura dei compiti ad orario stabilito
• routine di saluto
LE REGOLE
- Porre delle regole chiare all’interno della classe è necessario
per regolare le interazioni fra pari e con gli adulti.
- Perché siano efficaci è necessario che siano condivise: è
buona prassi discutere con i bambini le regole da ratificare,
dando loro la possibilità di approvarle o modificarle
- Devono essere proposizioni positive, non divieti
- Devono essere semplici, espresse chiaramente
- Devono descrivere le azioni in modo operativo
- Dovrebbero usare simboli pittorici colorati
- Devono essere poche (3-4 al massimo) e sintetiche
Le regole andranno poi trascritte su un cartellone
Il cartellone delle regole
NO
• Non si deve parlare
senza aver alzato la
mano per chiedere la
parola
• Non si corre nei
corridoi durante la
ricreazione
• Per uscire bisogna
essere in fila per due,
ed essere tutti pronti
• Bisogna aver cura
delle piante della
classe
SI
Quando vuoi parlare
ricordati di alzare la
mano
Cammina lentamente
Preparati in fila al
suono della campana
|| Usciamo tutti in fila per
due
Ricordati di bagnare
le piante
L’ORGANIZZAZIONE DELLA CLASSE
I banchi
• Vedete il bambino?
• E’ facilmente raggiungibile?
• E’ favorito lo scambio di sguardo insegnantebambino?
• Ha compagni a lui vicini?
• Se sì, sono compagni tranquilli o piuttosto vivaci?
• Se un bambino si alza per qualche motivo, quanti
bambini possono essere disturbati o coinvolti?
• E’ corretta la posizione delle fonti di luce?
• Quanti bambini guardano direttamente fuori dalle
finestre?
• Ogni bambino, quanti bambini osserva dal suo
posto?
ATTENZIONE AI DISTRATTORI….
•
•
•
•
•
Cartelloni
Cestino
Porta
Finestre
Orologio (utile per segnare i tempi di
lavoro da apporre non all’interno della loro
abituale visuale)
• Compagni vivaci
• Armadi……
L’ORGANIZZAZIONE DEI TEMPI DI
LAVORO
- I bambini ADHD sono particolarmente poco abili nel fare
stime realistiche di grandezza, tempi, quantità, difficoltà
- Aiutarli a lavorare con tempi stabiliti significa aiutarli a
valutare meglio e quindi ad essere più efficaci nel
pianificare e organizzare il lavoro.
- All’inizio è preferibile che sia l’insegnante a fornire indicazioni
sul tempo di svolgimento dei compiti assegnati; in seguito,
quando i bambini si saranno abituati a includere la variabile
tempo nella pianificazione del proprio agire, chiedere loro,
sotto forma di gioco . “Quanto tempo serve per…?”
Importante l’uso di simboli pittorici
Facile
Alla mia
portata
Difficile
☺ ☺ Strutturazione
del compito
Poco
tempo
Tempo
Medio
Molto
tempo
ORGANIZZAZIONE DEL MATERIALE
- Può essere utile appendere in aula un cartellone del
materiale, avendo cura di assegnare ai quaderni delle varie
materie una copertina di colore diverso, ed uno delle
materie giornaliere.
- All’inizio dell’anno scolastico si può preparare uno schema del
materiale necessario per ogni materia, in forma di cartellone
o tabella da apporre sul diario di ogni bambino.
- Per i bambini che dimenticano i materiali è possibile
impostare una strategia specifica che comprenda l’uso di
materiale visivo, l’introduzione di routine finalizzate,
l’applicazione di un sistema a punti.
Vediamo i passaggi necessari all’impostazione della procedura
- Impostare con il bambino un accordo basato su un sistema a
punti o su uno schema di gratificazione da riconvertire in
premi materiali o privilegi
- Preparare schede ritagliabili con piccole illustrazioni del
materiale, uguali a quelle del cartellone
- Ad un’ora prestabilita della mattinata
- far leggere il cartellone per il giorno dopo
- fare elencare il materiale necessario per il lavoro in ogni
materia
- chiedere di incollare sul diario per il giorno dopo le figurine
del materiale scolastico così individuato
- ogni mattina, all’inizio della lezione o in altro momento
prestabilito, verificare la presenza del materiale e applicare
la procedura di gratificazione o di costo della risposta.
ATTIVITA’ PIANIFICATE NEL
TEMPO LIBERO
Il comportamento del bambino con ADHD è fortemente
influenzato dalla situazione in cui si trova…le
situazioni scatenanti rispetto a comportamenti
problematici sono tutti quei momenti di vita scolastica
in cui non si hanno del tutto chiari i ruoli, le regole
come durante l’intervallo, il passaggio da un luogo ad
un altro, inizio e fine della lezione e la mensa
necessità di usare regole e attività strutturate e
PREVEDIBILI anche in quei momenti
Durante l’intervallo…
Cartellone con regole specifiche per questo
ambito (sempre concordate con i bambini)
Proposte ludiche strutturate, diverse con
anche uso del calendario (MAI vietare
l’intervallo al bambino)
Finita l’attività…decompressione allo scopo
di ridurre la fase di eccitazione. Si può far
chiacchierare il bambino col compagno
seduto al banco, mettere in ordine i
banchi…
Durante il passaggio da un luogo ad un
altro…
Regole definite per questo momento
ricordargliele
Evitare che avvenga precipitosamente
ciò crea eccitazione motoria
Per l’inizio e fine lezione…
Importanza di fissare una routine per
iniziare la lezione e per la fine: no fretta
affinchè riesca a scrivere i compiti e non
dimentichi il materiale
Per la mensa…
Stabilire ruoli ben definiti a turno
Premiare un certo comportamento
alimentare o una condotta adeguata
mediante sistema a punti che coinvolge la
classe, in vista di un “premio mensa”
(piccoli oggetti come regali delle
merendine, figurine…) per i ragazzi più
grandi minuti in più di computer…
Interventi basati sulle
conseguenze positive
Uso del rinforzo
vari studi hanno evidenziato che le conseguenze
positive immediate, frequenti e variate hanno un
impatto notevole sugli alunni con ADHD.
Fasi per gratificare adeguatamente:
1. Identificare i rinforzi: osservare il bambino e/o
somministrare il Questionario sulle preferenze
personali.
Esempi di rinforzi efficaci a scuola:
Bambini: andare in biblioteca, scegliere
dove sedersi, raccontare qualcosa a tutta
la classe, fare l’aiutante dell’insegnante,
ricevere una telefonata da un genitore…
Adolescenti: essere nominato capoclasse,
essere lasciato libero di uscire prima dalla
classe, dare un suggerimento per il lavoro
a casa…
2.Uso strategico del rinforzo: usare rinforzi simbolici non
sempre quelli tangibili, usare rinforzi sociali (sorrisi,
incoraggiamenti a bassa o alta voce a seconda del
soggetto) senza aggiungere una critica e spesso
accompagnarli da un rinforzo affettivo (tocco sulla spalla) o
concessione di un privilegio
3.Accorgimenti nell’uso dei rinforzi: mettere in evidenza che
giustizia non è trattare tutti i bambini allo stesso modo MA
dare ad ogni bambino ciò di cui ha bisogno. Devono essere
vari, frequenti ed immediati. Obiettivo è diminuire
gradualmente la modalità di rinforzo nel momento in cui un
comportamento è divenuto sufficientemente stabile (da
incentivo estrinseco ad intrinseco)
Interventi basati sulle
conseguenze negative
Ignorare pianificato
Conseguenze logiche
Rimproveri
IGNORARE PIANIFICATO
Ignorare
sistematicamente
un
comportamento indesiderabile da
parte
dell’insegnante
e,
se
determinante, da parte anche dei
compagni incoraggiandoli.
NON va usato per comportamenti
pericolosi o altamente disturbanti per
la classe.
CONSEGUENZE LOGICHE
Le conseguenze sono DIRETTAMENTE collegate
al comportamento scorretto, a differenza delle
normali punizioni. E’ necessario rendere
l’alunno consapevole del fatto che ogni azione
ha la sua diretta conseguenza con es. tipo “se
non rispetti il regolamento quando giochi a
calcio sarai espulso dalla partita…”
Sviluppo della RESPONSABILITA’ PERSONALE
RIMPROVERI
Per la maggior parte dei bambini sono efficaci MA cautela per
l’alunno con ADHD
più efficaci i rimproveri privati di
quelli pubblici.
Deve essere centrato sul comportamento senza svalutare il
bambino; è suddiviso in 4 fasi:
- Descrizione del comportamento indesiderato
- Spiegazione del perché sia indesiderato
- Suggerimento di un comportamento alternativo
- Indicazione del vantaggio che deriva dal comportamento
alternativo
Strategie avanzate
Analisi funzionale e token economy
Time out: interrompere un
comportamento gravemente negativo
(picchiare, mordere, dar calci,
urlare…) facendo sedere il bambino
sulla sedia, ignorandolo.
OSSERVAZIONE E ANALISI FUNZIONALE DEL
COMPORTAMENTO
• Fase 1:
–
Osservazione non strutturata per la creazione di un
inventario di comportamenti negativi che l’insegnante
si proporrà di modificare
• Fase 2:
–
Selezione ed identificazione dei comportamenti
oggetto dell’osservazione (Si allontana dal posto,
parla ad alta voce, non porta a termine il lavoro, si
oppone a richieste verbali, aggredisce oggetti e
compagni)
• Fase 3:
–
Costruzione di due griglie per l’osservazione
strutturata che analizzino i comportamenti al fine di
identificare:
•
•
Antecedenti e conseguenze per ogni comportamento emesso
Frequenza e distribuzione di emissione dei comportamenti della
giornata
• Fase 4:
–
Riflessione sui dati raccolti al fine di ottenere
indicazioni su:
•
•
Probabili fattori scatenanti
Probabili fattori di rinforzo
• Fase 5:
–
Sviluppo dell’intervento allo scopo di:
•
•
Anticipare il verificarsi di comportamenti problematici
Ridurre o eliminare le risposte dell’ambiente che
rinforzano l’emissione dei comportamenti problematici
• Fase 6:
–
Verifica dei risultati ottenuti mediante le stesse
griglie di osservazione
Pre-osservazione dei
comportamenti negativi
Lunedì
Martedì
Mercoledì
..........................
..........................
..........................
..........................
..........................
..........................
..........................
..........................
..........................
Giovedì
Venerdì
Sabato
..........................
..........................
..........................
..........................
..........................
..........................
..........................
..........................
..........................
Classi comportamentali a cui ricondurre i singoli
comportamenti problema:
SI ALLONTANA DAL PROPRIO POSTO
PARLA AD ALTA VOCE
AGGREDISCE I COMPAGNI/LE LORO COSE
NON PORTA A TERMINE IL LAVORO
INTERROMPE/DISTURBA LA LEZIONE
SI OPPONE/RIFIUTA RICHIESTE VERBALISI
OPPONE/RIFIUTA REGOLE
Griglie di osservazione
Comp. Problema Antecedente
Giorno 1
1^ ora
2^ ora
3^ ora
Risposta
ambientale
Giorno 2
Giorno 3
Conseguenze
Giorno 4
IL CASO DI PAOLO
La richiesta di intervento per un bambino che ha gravi difficoltà
di attenzione assieme a una ancor più problematica iperattività,
giunge al Servizio di Neuropsichiatria Infantile dell’ULSS di
appartenenza su richiesta delle insegnanti di una classe
seconda. Al colloquio dello psicologo con loro, queste ultime
lamentano la situazione insostenibile che si è venuta a creare
nella loro classe a causa del comportamento di un bambino che
sembra far di tutto per rendere loro la vita impossibile. Non
sembra interessato alle lezioni tanto che distoglie quasi subito
l’attenzione per alzarsi o mettersi a giocare; svolge solo
saltuariamente i compiti e generalmente in modo inaccurato e
parziale; inoltre, non segue le principali regole della classe,
inventandosene altre “tutte sue”.
Anche i compagni ne sembrano disturbati, tanto che i rispettivi
genitori hanno cominciato a lamentarsi per il timore che tali
atteggiamenti possano da un lato fungere da modello negativo
per i propri figli, dall’altro rallentare il programma scolastico. Le
insegnanti sono molto infastidite soprattutto dall’atteggiamento
di Paolo, che definiscono irritante per quel suo costante
disinteresse verso tutto ciò che esse propongono. Si dimostrano
inoltre preoccupate per la comparsa di comportamenti aggressivi
nei confronti dei compagni di classe, sia durante le lezioni che
durante l’intervallo e temono che prima o poi la situazione possa
degenerare. Il rendimento scolastico naturalmente è
insufficiente, anche se il bambino sembra più portato per la
matematica, dove perlomeno, inizialmente accoglie le attività
proposte. In effetti, sostengono le insegnanti, se qualcuno gli si
mette accanto e lo segue personalmente, Paolo riesce a fare
qualche cosa di più, ma la presenza di certi suoi comportamenti
disturbanti, inopportuni e a volte aggressivi fanno perdere la
voglia di aiutarlo.
Se interrogato rispetto ai motivi che lo spingono a
comportarsi in questo modo, a non terminare mai i
compiti, a disinteressarsi di tutto, egli non sa rispondere
(o, le insegnanti si domandano, forse non vuole), per poi
mettere il broncio e stare per conto suo. In effetti, esse
sostengono, un’altra sua caratteristica è l’oscillare spesso
da uno stato emotivo (es. euforia) all’altro (tristezza,
desiderio di isolamento). All’inizio esse riprendevano ogni
suo comportamento, poi però hanno “gettato la spugna”
perché sembrava non servisse comunque a niente.
PRE-OSSERVAZIONE: INVENTARIO DEI COMPORTAMENTI
NEGATIVI
•
•
•
•
•
LUNEDI
non vuole sedersi
subito quando inizia
la lezione
copia solo una parte
del testo alla lavagna
tira i capelli di
una bambina
lancia la gomma
contro un compagno
si alza e saltella
si alza per guardare
i disegni alla parete
MARTEDI
non ha portato i
compiti per casa di storia
non vuole finire
l’esercizio
si alza ed esce dalla
classe senza chiedere
sbuffa e si lamenta quando l’ins.
gli toglie un giochino dal banco
tamburella rumorosamente
con la penna sul banco
non rispetta la fila in mensa
urla
MERCOLEDI
interrompe spesso
con domande
dice che è stanco e
abbandona il compito
si alza dal banco e
corre per la classe
ignora la richiesta
di tornare a sedersi
GIOVEDI
VENERDI
SABATO
•fatica a mettere sul banco
non risponde alla
corre tra i banchi e non
il materiale appropriato
domanda dell’insegnante prende posizione all’inizio della lez.
•gira tra i banchi
si alza e gira tra i banchi
urla per parlare
•non vuole fare l’esercizio
ridacchia e prende in giro
non rispetta il proprio turno
dice che è stanco
una compagna
e ruolo (puzzle)
•borbotta cose tra sé
smette di lavorare
stropiccia il puzzle di
dicendo che è difficile
un compagno
stringe le braccia di un
compagno
si allontana dal gruppo e
cammina per conto suo
rimane con la testa e le
braccia sul banco senza
seguire
SELEZIONE ED IDENTIFICAZIONE DEI
COMPORTAMENTI
OGGETTO DI OSSERVAZIONE
Si allontana dal proprio posto (colore blu) X X X X X X X X
Parla ad alta voce (colore rosa) X X
Aggredisce i compagni/le loro cose (colore rosso) X X X X X
Non porta a termine il lavoro (colore nero) X X X X X
Interrompe/disturba la lezione (colore giallo) X
Si oppone/rifiuta richieste verbali (colore verde) X X X
Si oppone/rifiuta regole (colore grigio) X X X X X X
OSSERVAZIONI
•NETTA PREVALENZA DI COMPORTAMENTI DISTURBANTI DURANTE
LE LEZIONI DI ITALIANO E STORIA
•TENDENZA AD EMETTERE COMPORTAMENTI NEGATIVI IN
PROSSIMITA’ DELL’INTERVALLO E DELLA FINE DELLE LEZIONI
NELLO SPECIFICO:
EMISSIONE DI COMPORTAMENTI PROBLEMATICI PREVALENTEMENTE
QUANDO:
L’ATTENZIONE DELL’INSEGNANTE E’ RIVOLTA ALTROVE O IL
BAMBINO NON PUO’ ESSERE CONTROLLATO/MONITORATO
DIRETTAMENTE
VI SONO SITUAZIONI DISORGANIZZATE (ES. CAMBIO DI LEZIONE,
PIU’ PERSONE IN PIEDI….)
VI E’ UNA SPIEGAZIONE TROPPO PROTRATTA O VEROSIMILMENTE
POCO CHIARA
IL BABINO VAGA PER LA CLASSE O NON E’ IMPEGNATO
•INIBIZIONE DEL COMPORTAMENTO PROBLEMA QUANDO:
IL BAMBINO VIENE PUNTUALMENTE RIPRESO ED IL COMP.
“BLOCCATO SUL NASCERE”
VENGONO FORNITE INDICAZIONI SPECIFICHE RISPETTO A
QUANTO CI SI ASPETTA DA LUI
VIENE GRATIFICATO
CI SI ASSICURA DEL LIVELLO DI COMPRENSIONE
LE ASPETTATIVE NEI SUOI CONFRONTI SONO POSITIVE
Quindi è importante
• Fare una scelta accurata di quali siano i
comportamenti che richiedano un intervento
• Condurre, a tal fine, numerose e
sistematiche osservazioni
• Porsi nell’ottica di incrementare la comparsa
di comportamenti corretti
• Usare l’anticipazione, ricordando al bambino,
prima delle attività, quale comportamento gli
viene richiesto.
LA TOKEN ECONOMY
• Il bambino può guadagnare o perdere punti (o gettoni)
in base alla correttezza del suo comportamento
• I punti vengono poi convertiti in gratificazioni tangibili
con ritmo giornaliero, settimanale o sulla base di un
punteggio criteriale (“raggiungendo 50 punti otterrai…”)
• I punti possono essere erogati dalla scuola oppure ci può
essere una forma di collaborazione tra scuola e famiglia.
I passi per costruire un sistema a punti sono:
• Osservazione del comportamento del bambino per
individuare i comportamenti adeguati e i non adeguati
• Scelta delle azioni obiettivo
• Scegliere il metodo per calcolare il punteggio(stelline,
smile, gettoni…)
• Giusta corrispondenza tra punti e obiettivo: azioni più
impegnative devono essere convertite in cifre suoperiori
e comportamenti complessi possono essere suddivisi in
sotto-traguardi
• Selezione dei premi: deve essere concordata con l’alunno
ed eventualmente con la famiglia; possono riguardare
azioni, oggetti…
• Accanto al guadagno, utilizzare parallelamente una
strategia tipo costo della risposta che porta alla perdita
anche di punti
IL COSTO DELLA RISPOSTA
E’ una procedura che prevede che il bambino perda un
privilegio a seguito di un comportamento
inadeguato. Va applicata per comportamenti non
gravi. Deve essere:
Proporzionale all’azione inadeguata
Corredato
da
informazioni
chiare
circa
il
comportamento del bambino
Controllabile nella sua applicazione
Comunicato in anticipo al bambino o concordato con
lui
Inevitabile e non flessibile nella sua applicazione.
I CONTRATTI
COMPORTAMENTALI
La gratificazione a punti con il
costo della risposta possono
essere sanciti da un contratto
comportamentale tra
insegnante e bambino al fine
di esplicitare i termini da
rispettare
Io sottoscritto
e i miei insegnanti facciamo il seguente patto:
ogni volta che io riuscirò a fare una delle cose indicate in questo contratto, riceverò dei punti da utilizzare a fine
giornata.
Posso guadagnare i seguenti punti ogni volta che:
completo 2 schede di lavoro assegnate dalla maestra nelle ore di italiano (4 PUNTI)
porto a scuola tutti i compiti scritti assegnati per la giornata (3 PUNTI)
ho in cartella tutto il materiale scolastico per la lezione del giorno (2 PUNTI)
Posso perdere i punti ogni volta che:
non completo 2 schede di lavoro assegnate dalla maestra nelle ore di italiano (4 PUNTI)
non porto a scuola tutti i compiti scritti assegnati per la giornata (3 PUNTI)
non ho in cartella tutto il materiale scolastico per la lezione del giorno (2 PUNTI)
Ogni giorno potrò scegliere uno dei seguenti premi a seconda dei punti accumulati:
fare un disegno libero gli ultimi 15 minuti di lezione (9 PUNTI)
giocare 15 minuti al computer dopo la mensa
(7 PUNTI)
aiutare la maestra a distribuire delle fotocopie
(6 PUNTI)
ricevere delle figurine colorate
(5 PUNTI)
scegliere una gommina a forma di animaletto
(4 PUNTI)
avere un timbro sul diario con il sorriso
(3 PUNTI)
distribuire le schede ai compagni
(2 PUNTI)
Dichiaro che cercherò di onorare questo contratto con il massimo impegno
Data……………..
Firme
Alunno…………………….
Insegnanti………………..
2. Insegnare al bambino con
ADHD
Adattare la didattica
Lavorare su fattori specifici del disturbo
Struttura della lezione
Problemi relativi ai compiti per casa
ADATTARE LA DIDATTICA
Brevità: esercizi brevi e frequenti
Varietà: varietà di materiali per non far
decrescere l’interesse
apprendimento
cooperativo
Struttura: routine costanti con regole e
conseguenze ben specificate
PDP o strategie non formalizzate basate su
una metodologia diversa, NO
compensazione o dispensa
LAVORARE SU FATTORI SPECIFICI
DEL DISTURBO
Difficoltà a mantenere l’attenzione nel tempo: stima attentiva dell’alunno
e di conseguenza confrontarlo con il tempo necessario per il compito con
l’obiettivo di suddividere in brevi sequenze i compiti più lunghi. Mano a
mano aumentare la tenuta attentiva
Difficoltà a porre attenzione alle consegne: far rileggere la consegna
all’alunno ADHD e fargliela ripetere con parole proprie. Fargli
sottolineare con un pennarello le parti più importanti o costruire un
piano di azione per punti
Impulsività e scarsa pianificazione: per l’impulsività ignorare le risposte
date con questo stile e gratificare chi esegue riflettendo. Stabilire
procedure fisse di pianificazione del compito (le 5 fasi per le
autoistruzioni verbali)
Procedure di controllo poco efficaci: il bambino con ADHD non riesce
spesso ad applicare procedure di controllo del proprio livello attentivo
concordare segnali con l’insegnante che fungano da richiamo
all’attenzione (toccare il suo banco, avvicinarsi a lui...)
STRUTTURA DELLA LEZIONE
Ordine degli argomenti
Tempi di lavoro
Argomento stimolante (figure, audiovisivi e tanti colori)
Uso del computer a piccoli gruppi con software
che contengono feedback
Uso di domande
Utilizzo dei nomi degli alunni
Esplicitare le procedure
Usare un tono di voce variato, vivace
Alternare compiti attivi e passivi
Favorire la partecipazione attiva (secondo le regole di
comportamento)
Chiarire i tempi di lavoro e la difficoltà, i materiali da usare
PROBLEMI RELATIVI AI COMPITI
PER CASA
Scrittura dei compiti: no diari normali, troppe
distrazioni. Lasciarglielo portare a scuola ma usare
per scrivere i compiti un quaderno semplice. Aiuto
dell’insegnante se non riesce a scrivere
completamente o uso del registratore finchè non
diventa autonomo
Per dimenticanze di quaderno per i compiti e/o
materiale scolastico si usano le procedure
comportamentali prima citate
Dividere in sotto-unità un compito lungo
4. L’approccio metacognitivo
Problem solving
Autostima
Attribuzioni
Gestione delle emozioni
IL PROBLEM SOLVING
Processo attraverso il quale si cerca di definire e raggiungere il proprio
obiettivo attraverso delle fasi.
Il bambino con ADHD è deficitario nell’attuare il processo di pianificazione
ma
tale modo di procedere può essere insegnato agli studenti se l’insegnante
si propone come modello attivo nella soluzione dei problemi attingendo a
problemi che emergono in classe e che vanno risolti. I passaggi della
pianificazione possono essere rappresentati in un cartellone per la classe
IL LIVELLO DI AUTOSTIMA
A causa delle incapacità autoregolative i
bambini con ADHD vanno incontro a
numerosi insuccessi, percependo un minor
senso di competenza e raccogliendo
frequenti disapprovazioni dall’adulto.
L’insegnante può intervenire attraverso
frequenti gratificazioni, evitando paragoni
con altri alunni e facendo leva sui suoi punti
di forza ed interessi.
LE ATTRIBUZIONI
Sono le cause che noi individuiamo per i nostri insuccessi o successi.
Possono essere interne (attribuisco la causa degli eventi a me stesso)
o esterne (attribuisco la causa degli eventi agli altri o al caso)
Per impulsività il bambino con ADHD non valuta tutte le variabili in
gioco e può compiere errori di attribuzione
L’insegnante dovrebbe riconoscere tali attribuzioni e con esempi
concreti correggere le attribuzioni errate, favorendo quelle funzionali:
per le situazioni positive attribuire a sé il merito e per quelle negative
decidere se è possibile correggere la situazione o impedire che si
verifichi di nuovo.
LA GESTIONE DELLE EMOZIONI
Scarsa modulazione delle emozioni che si traduce
nell’evidenziare stati emotivi eccessivi e non congrui con
le situazioni che si creano.
La scuola può educare all’espressione e
all’autoregolazione delle emozioni attraverso esempi di
problemi, modificando il modo con cui viene interpretato
un evento.
Utile “laboratorio delle abilità sociali” in cui verrebbero
insegnate:
le autoistruzioni
- riconoscere gli aspetti non verbali della comunicazione
- riconoscere le emozioni
- come unirsi ad un gruppo
- come fare e come rifiutare richieste
5. La gestione dello stress degli
insegnanti
Alcuni suggerimenti per ridurre e controllare lo stress emotivo che può
insorgere di fronte alla gestione di comportamenti indesiderabili
associati a iperattività, impulsività e oppositività:
• Accettare il fatto che l’alunno iperattivo ha caratteristiche di natura
costituzionale
• Conoscere le caratteristiche del Disturbo ed i metodi d’intervento
rende le cose più facili
• Rendere chiara la comunicazione con l’alunno
• Essere consapevoli delle situazioni che scatenano la crisi
• Essere positivi
• Utilizzare in modo adeguato e costante le tecniche psicoeducative
comportamentali
• Rimanere calmi in situazioni di crisi attraverso il rilassamento
• Formare gruppi di supporto
• Ricordarsi che non si è da soli! Importante è la collaborazione con i
servizi del territorio che hanno il bambino in carico
Se avessi la
possibilità mi
legherei le gambe
con la carta igienica
così starei ferma
come gli altri…
R., 10 anni
Sento addosso
una noia costante,
ho sempre la
necessità di fare
qualcosa...
F., 26 anni
Mi ritrovo costretto a
scrivere ogni tipo di
impegno nei minimi
dettagli, anche cose
banali altrimenti le
dimentico
S, .19 anni
Beh una cosa positiva
dell’impulsività che ho, è
che con mia moglie
funziona: il vortice di
parole con il quale la
invado ogni volta la lascia
sconvolta al punto che…mi
dà ragione
A., 44 anni
Grazie per
l’attenzione