PB Agroscenari – Area di studio Val Padana, Emilia

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PB Agroscenari – Area di studio Val Padana, Emilia
Innovazione, ricerca e monitoraggio/sperimentazione nella redazione dei PSR 2014-2020:
AGROSCENARI, un progetto di ricerca teso a studiare strategie di adattamento dell’agricoltura italiana ai
cambiamenti climatici.
Il Progetto è stato finanziato dal
MiPAAF, che, nell’occasione, ha
richiesto ai ricercatori l’impegno a
fornire, con gli esiti delle ricerche,
anche elementi utili a definire le azioni
specifiche di competenza istituzionale
per
l’adattamento
dei
settori
dell’agricoltura
toccati
dai
cambiamenti climatici. Il progetto
terminerà con un convegno il 29 e 30
ottobre 2014. Scopo del presente
documento è quello di fornire, allo
stato attuale, elementi e risultati
acquisiti finora e ritenuti utili per
l’elaborazione dei PSR.
IL CLIMA: COS’E’? E COME STA CAMBIANDO NELL’AREA MEDITERRANEA?
Il “clima” di una area geografica, da non confondersi con il “tempo meteorologico”, è la combinazione delle
condizioni meteorologiche che prevalgono e si susseguono nel corso di un periodo lungo di tempo in
quell’area. Per valutare adeguatamente la variabilità delle condizioni meteorologiche di un periodo climatico,
si considerano almeno 30 anni. Il clima in passato ha avuto un andamento relativamente stabile nel corso dei
decenni. Negli ultimi anni si è però osservata una frequente ripetizione di eventi ritenuti poco usuali e di cui
hanno risentito, con diverse modalità, vari settori di attività umane, compresa quella agricola. Agroscenari ha
studiato l’effetto della evoluzione climatica sui cicli colturali e sulle pratiche aziendali anche quando non
erano soggette a eventi propriamente estremi. Attraverso modelli sono stati messi a punto possibili futuri
scenari climatici, agrometeorologici, colturali, fenologici ed economici calati su sei aree di studio nazionali
particolarmente rilevanti per l’agricoltura del Paese. In questo senso lo sforzo più importante del Progetto è
stato di tradurre le tendenze di fondo del cambiamento in termini d’impatto sulle particolarità territoriali su
cui si basano gli equilibri della nostra agricoltura. Agroscenari però ha cercato di sviluppare un approccio
capace di estendere i risultati, coi dovuti adattamenti locali, a una ampia gamma di distretti rurali italiani.
Gli scenari climatici futuri relativamente a breve mostrano temperature in aumento su tutte le aree studio in
tutti i periodi dell’anno, anche se in maniera eterogenea nelle diverse zone. Le precipitazioni stagionali
aumentano soltanto nella Pianura Padana, in primavera e in autunno, e diminuiscono in tutte le altre aree.
Qualche esempio specifico al riguardo:


temperatura max invernale:
o +0.3°C per decennio nella Pianura Padana
o +0.2°C per decennio nelle Marche
temperatura max estiva:
o +0.5°C per decennio in tutte le aree studio

temperatura min invernale:
o +0.2°C per decennio nella Pianura Padana
Dettagli agronomici più specifici sono riportati nelle schede delle singole aree.
ADATTAMENTO
Agroscenari ha orientato le sue ricerche all’adattamento, che è ben diverso dalla mitigazione. Per
MITIGAZIONE si intendono azioni finalizzate a ridurre le emissioni di gas-serra ritenuti responsabili del
cambiamento climatico in modo da stabilizzarne la concentrazione nell’atmosfera intorno a valori che
consentano di contenere la temperatura dell’aria entro limiti “sostenibili” o comunque al di sotto dei trend
attualmente in atto. Pratiche di mitigazione sono, per esempio, il ricorso alle energie rinnovabili, l’accumulo
di carbonio organico in forma stabile nel suolo (C-sink) o la riduzione dell’impiego di fertilizzanti azotati. Le
pratiche di mitigazione hanno riflessi efficaci anche fuori dal luogo in cui vengono praticate.
L’ADATTAMENTO ai cambiamenti climatici, in agricoltura, riguarda invece il complesso delle azioni possibili,
quelle a livello istituzionale e quelle a livello di stakeholder a scala locale, mirate a garantire, e magari
migliorare, i livelli di produzioni agrarie e i ritorni economici di un determinato distretto rurale in condizioni
di CC. Si tratta di azioni concrete, di investimenti per dare assetti futuri stabili negli ambiti di intervento.
Azioni di adattamento sono per esempio gli investimenti sui servizi di formazione e di informazione, i sistemi
di monitoraggio e allerta contro eventi meteorologici estremi, le azioni di regimazione idraulica per la
prevenzione del dissesto idrogeologico sul territorio, pratiche agricole adatte alle condizioni mutanti del
tempo.
COME AGROSCENARI PUO’ DARE INDICAZIONI CONCRETE?
Agroscenari è un progetto quinquennale di ricerca finanziato dal MiPAAF e coordinato dal Consiglio per la
Ricerca e Sperimentazione in Agricoltura – Unità di Ricerca per la Climatologia e la Meteorologia Applicate
all’Agricoltura (CRA-CMA). Attualmente è nel suo ultimo anno di attività. Tra le unità operative partecipano
anche alcune Università, la Regione Emilia-Romagna, il CNR.
L’obiettivo del Progetto è proprio sostenere l’agricoltura italiana nell’adattamento ai cambiamenti climatici.
In questo mira a sviluppare strumenti decisionali per le Amministrazioni pubbliche e nell’interesse degli
stakeholders, in un quadro di sostenibilità socio-economica delle produzioni. Le ricerche riguardano alcuni
dei sistemi colturali nazionali più rappresentativi in sei aree di studio. L’utilità dei risultati raggiunti sta anche
nel fatto che i metodi adottati e le implicazioni per i decisori politici sono tali da potersi estendere, come già
detto, con uno specifico approfondimento, al livello nazionale. Le sei aree sperimentali sono: l’Oristanese, il
Beneventano, il destra Sele, la Val Padana, il Faentino, e due piccole aree nelle Marche.
Gli obiettivi del progetto Agroscenari sono stati a breve e a lungo termine: a breve termine per osservare e
monitorare la situazione attuale; a lungo termine per predisporre azioni e strategie future in campo
agricolo. Per quanto possibile si è ricercata l’integrazione delle attività tra le varie linee di ricerca. Questa si è
avuta con gradi diversi in alcune zone e in altre no.
L’ADATTAMENTO AI CAMBIAMENTI CLIMATICI SECONDO AGROSCENARI
Gli interventi di adattamento al cambiamento climatico, anche in agricoltura, non sono mai risolutivi ma è
molto importante la qualità dei percorsi che hanno intrapreso, che può condizionare l’evoluzione delle
azioni successive. In questo contesto intanto, per adattarsi al cambiamento climatico bisogna innanzitutto
percepirlo: una realtà meno semplice di quanto si possa immaginare.
Il mestiere degli agricoltori si avvale normalmente della conoscenza maturata con l'esperienza diretta del
contesto ambientale e climatico in cui gli stessi agricoltori pianificano le loro scelte. Questa conoscenza è
acquisita con l’esperienza personale, inquadrata anche nelle tradizioni familiari e culturali in cui si sono
formati gli individui. In una situazione di cambiamento, l'esperienza acquisita però non è più sufficiente a
percepire compiutamente in che modo va configurandosi il nuovo assetto climatico. In questo senso, il
cambiamento climatico può essere un problema "maligno" perché spesso si arriva a percepirlo in tutta la
sua realtà quando ormai non si è più in tempo per correre ai ripari.
Il compito della ricerca e delle istituzioni di assistenza e formazione è allora quello di affiancare gli
agricoltori nella situazione di cambiamento climatico e di aiutarli a progettare un percorso di comportamenti
e di azioni che può cambiare continuamente e del quale è difficile prevedere a priori la direzione futura.
Dall’altra parte la ricerca climatologica e agricola possono identificare nuove opzioni gestionali solo
focalizzandosi su quelle particolarità territoriali degli equilibri climatici la cui alterazione danneggia le
agricolture locali. E quelle particolarità territoriali spesso non sono appariscenti e s’identificano solo con la
continua interazione con il sapere locale. Diventa perciò fondamentale diversificare competenze, risorse e
strumenti per adattare continuamente la performance desiderata (es. la produzione agricola) a nuovi
contesti climatici e creare le circostanze per favorire la progettualità e l’innovazione volontaria. Significa cioè
mettere le persone in condizioni di assumere respons-“abilità”, cioè capacità di rispondere in modo
adeguato.
In termini di sviluppo rurale, adattamento significa passare da un paradigma in cui gli agricoltori sono gli
utilizzatori finali di un sistema “comando-controllo” a uno nuovo nel quale essi possono diventare attori
consapevoli, fruitori di servizi e capaci di auto-organizzarsi con il supporto di consulenti.
Significa creare le condizioni per facilitare l’apprendimento a tutti i livelli, degli agricoltori, ma anche dei
ricercatori e delle istituzioni di assistenza e formazione, favorendo sinergie tra ruoli diversi. L’adattamento
può essere metaforicamente rappresentato come un concerto jazz, che produce una performance la cui
efficacia dipende dalla capacità di ciascuno di interpretare al meglio il proprio ruolo adattandosi
continuamente al ritmo del gruppo. La metafora richiama l’importanza di migliorare la capacità di decidere
in condizioni di incertezza; il che implica fare oggi scelte che non siano troppo condizionanti quelle di domani
e anche l’integrazione di conoscenze scientifiche “universali” con le specifiche conoscenze degli attori locali.
In agricoltura la performance emerge dalle interazioni del sistema biofisico (clima-suolo-colture-animali) con
le specificità della società rurale che evolvono e si influenzano reciprocamente.
LE AREE TEST, QUALI SONO LE RACCOMANDAZIONI?
Agroscenari è stato progettato per studiare strategie di adattamento al cambiamento climatico in sei
distretti produttivi italiani. Per ciascun distretto sono stati generati gli scenari climatici futuri al fine di
valutare l’impatto atteso del cambiamento climatico sui principali sistemi colturali di ciascun distretto e le
potenziali ricadute economiche per le imprese agricole. La messa a punto di modelli e di metodologie ha
tenuto conto della estensibilità dei risultati, con ulteriori input, a livello nazionale. E’ possibile altresì
considerare periodi climatici di riferimento e scenari climatici futuri, se necessario anche diversi da quelli
utilizzati in Agroscenari e a procedere ad eventuali altri approfondimenti differenziati della conoscenza degli
accadimenti agrari e agrometeorologici di interesse per gli operatori agricoli.
Per il dettaglio sui singoli distretti produttivi, si rimanda alle schede allegate (con schemi SWOT).
Il progetto ha lavorato, per alcuni aspetti, anche a livello nazionale, per esempio nel settore della fenologia
vegetale, realizzando la Banca Dati Fenologica Nazionale, acquisendo importanti serie storiche fenologiche e
rendendo operativi nel SIAN (Sistema Informativo Agricolo Nazionale del MiPAAF) modelli di analisi e
previsione delle fasi fenologiche. L’analisi delle serie storiche ha evidenziato come anche in Italia sia
presente un trend di anticipo della fioritura, dovuto ai cambiamenti climatici. Utilizzando gli scenari climatici
prodotti nell’ambito del progetto, saranno realizzati i corrispondenti scenari fenologici, che daranno ulteriori
indicazioni su futuri anticipi o ritardi delle principali fasi di sviluppo.
Altra attività del Progetto è stata la ricerca “Effetto dei cambiamenti climatici sullo sviluppo di patogeni e
parassiti delle colture: sviluppo di procedure e casi studio per enti di assistenza tecnica”.
IL DOPO AGROSCENARI
Tutte le risorse umane e finanziarie utilizzate e i risultati conseguiti suggeriscono di dare continuità ad alcuni
lavori di molti dei ricercatori coinvolti in Agroscenari in parte per monitorare operativamente le conclusioni
raggiunte in alcuni settori, in parte per approfondire tematiche di ricerca collaterali o non ancora affrontate,
tramite l’attuazione di alcune possibili realizzazioni operativa susseguenti o conseguenti alle risposte finali di
Agroscenari, e per esempio con strumenti immediatamente operativi e di supporto agli operatori agricoli
(Agritaly) e/o con ulteriori attività di ricerca.
Agritaly. Dopo diversi progetti nazionali sul tema dei cambiamenti climatici in agricoltura (Climagri,
Agroscenari, Climesco, ecc)e dopo la produzione sul tema del Libro bianco del MiPAAF si è nella condizione
di offrire concretamente agli operatori interessati opportunità valide di informazione e servizi per
l’adattamento agricolo in Italia, in particolare si può attivare un portale nazionale di servizio ai produttori per
l’adattamento in agricoltura, a cura del MiPAAF, Rete Rurale, CRA, CNR, ecc in collaborazioni con regioni,
agenzie, ecc.
E’ essenziale che il portale sia interattivo ovvero consenta il contatto tra ricerca e produzione, con un
approccio anche dal basso, ove siano posti problemi e offerte soluzioni che una comunità di altri utilizzatori
possano discutere. E’ pure essenziale che i ricercatori siano disponibili a offrire supporto (risposte,
bibliografia e dove possibile anche nuove ricerche) e che collaborino con la diffusione di risultati, annuncio di
ricerche, visite sperimentali, ecc., nonché che il portale offra servizi climatici innovativi (es. previsioni
stagionali specializzate e regionalizzate). Sul portale potrebbero concentrarsi servizi informativi tecnico
produttivi ora dispersi (es. mappe Iphen, situazione meteo dalle reti, link sempre aggiornati ai servizi
regionali, ecc.). Il portale dovrebbe consentire di trovare facilmente informazioni per zone produttive grandi
e piccole (es. Val Padana, Capitanata, colline toscane, Franciacorta, Langhe, Nurra, ecc.) e per tutti sistemi
colturali anche “di nicchia” (es. risicoltura, floricoltura, apicoltura, ecc.).
E’ importante che il portale sia costantemente gestito in modo intelligente, con un servizio tecnico e
comunicativo che agevoli le interazioni tra utenti e punti al miglioramento continuo del servizio offerto (help
desk online, ecc.). Il portale potrebbe forse anche puntare eventualmente in parte ad un
autosostentamento, offrendo spazio alla comunicazione istituzionale e di mercato (pubblico/privato) – non
trascurabile anche a possibilità di arrivare in prospettiva a fornire servizi specifici a pagamento.
Dovrebbero essere previsti sistemi di invio news e info via sms e altri metodi “push” e varie modalità di
accesso “mobile”. Agritaly sarebbe quindi un sistema di servizi, comunicazione, divulgazione, collaborazione,
per il supporto e il rilancio della nostra agricoltura in condizioni di cambiamento climatico. Per il suo sviluppo
sono prevedibili tre anni, compreso un anno di attivazione sperimentale.
Un altro punto post progetto dovrebbe essere una attività di approfondimento teorico di alcuni settori di
ricerca di Agroscenari e una attività di monitoraggio, il che significa di ulteriore validazione in campo, di
risultati sperimentali promettenti al fine di potenziare iniziative di adattamento emerse dopo gli anni di
ricerca del Progetto.