Vol.1 – N.0 - HS+E Magazine

Transcript

Vol.1 – N.0 - HS+E Magazine
magazine
HS+E
the occupational health & safety and
environmental quarterly magazine
Italian/English Edition
Editoriale
Manila Galletti
HS+E Magazine numero zero! “Ecco
un’altra rivista…” dirà forse qualcuno. E
per di più specializzata.
Eppure, credevamo ci fosse bisogno di
una rivista come questa. Dunque, ecco
a voi una testata nata non semplicemente dalla volontà di “filosofi” o “teorici” della materia, ma dall’idea di un
gruppo di tecnici che ogni giorno si occupano di sicurezza, d’igiene industriale
e di ambiente.
HS+E Magazine si propone dunque come un pratico strumento per chi, esperto nel settore, è alla ricerca di un efficace ausilio operativo per la propria attività. In ogni numero, infatti, sarà dato
spazio a tecnici e ricercatori, esperti del
settore industriale, civile, navale, petrolifero, che presenteranno non casi di
studio puramente teorici, ma esperienze operative di vario genere ed interesse nel campo dell’HSE. Oltre a questo
apporto di esperienze, crediamo possa
risultare vincente una nostra particolare
scelta editoriale: aprire un’ampia vetrina
sulla stampa periodica, sulla letteratura
tecnica e sulle nuove attrezzature provenienti dal mondo anglosassone e nordeuropeo, poco diffuse in Italia ma particolarmente interessanti per i loro contenuti innovativi. La presentazione delle
cosiddette “good practices” e la volontà
di diffondere una “cultura HSE” di stampo anglosassone costituiranno due priorità del nostro Magazine. Un Magazine
che ora è solo il “germe” di ciò che potrà diventare in futuro. Ma che da questo “numero zero” punterà sulla presentazione di analisi e soluzioni di casi pratici, tali da costituire un riferimento operativo per tutte quelle situazioni in cui la
normativa italiana risulta purtroppo ancora carente se non del tutto assente.
(segue a pagina 16)
Vol. 1 - N. 0
Apr - Jun 2003
L’Attenuazione Naturale Monitorata:
valida alternativa alle tradizionali
metodologie di bonifica
Claudio Mattalia*
Davide Mazzotti**
Stefano Zanarello***
Nei casi di contaminazione di matrici ambientali da parte di idrocarburi, l’Attenuazione Naturale Monitorata (Monitored
Natural Attenuation – MNA) costituisce
spesso una valida alternativa, tecnicamente ed economicamente competitiva, ad altre metodologie di bonifica, caratterizzate
da un ruolo maggiormente attivo da parte
dell’uomo.
In tale ambito, può risultare conveniente affiancare le classiche analisi chimiche
con indagini di tipo “naturalistico”, “microbiologico” ed “ecotossicologico”, in
modo da valutare l’effettivo impatto ini-
ziale della contaminazione sulle componenti vegetali ed animali dell’ecosistema e
monitorare la successiva evoluzione del
loro stato di salute. Questo articolo presommario / contents
1 L’Attenuazione Naturale Monitorata: valida alternativa alle tradizionali
metodologie di bonifica
Monitored natural attenuation: a
study case
4 Un progetto pilota nazionale: “Mare
sicuro, mare per tutti”
Safety for pleasure boaters
5Conoscere i rischi per ridurre i pericoli
Analysis of the main sources of hazards within a company operating
in the field of woodworking
8 Sostanze radioattive naturali e produzione di petrolio o gas naturale:
aspetti occupazionali ed ambientali
Natural radioactive substances and
oil or natural gas production: occupational and environmental issues
9 Informazione e professionalità per
una perfetta gestione della sicurezza in un progetto innovativo
Indoctrination and skills for an excellent safety management within
an innovative project
11Nuove tecnologie per chi opera in
mare: tre dispositivi salvavita
New technologies for sea operators:
three life-saving devices
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HS+E magazine
HS+E MAGAZINE
Trimestrale di Sicurezza, Igiene
Industriale e Ambiente
The Occupational Health and Safety
Quarterly Magazine
Apr-Giu 2003 / Apr-Jun 2003 Vol.1, N.0
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Traduzioni / Translations:
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senta un caso in cui, in seguito ad uno
sversamento accidentale di idrocarburi,
sono state avviate campagne di analisi
ecotossicologiche, microbiologiche e naturalistiche, per monitorare i fenomeni di
attenuazione naturale promossi dalla presenza del contaminante.
Il sito in oggetto è rappresentato da
un’area umida caratterizzata da un particolare pregio naturalistico, immediatamente adiacente ad un tracciato stradale
ad alta percorrenza.
Tale area umida risulta caratterizzata da
un battente d’acqua variabile tra 0 e 50 cm
circa, a seconda della stagione e delle condizioni pluviometriche. La flora dell’area
è caratterizzata da prati salmastri a Juncus
maritimus e Juncus acutus; la fauna, invece, nonostante la presenza di alcuni anfibi
e rettili, è inferiore alle potenzialità ambientali, a causa del disturbo causato dal
tracciato stradale.
Lo sversamento accidentale di idrocarburi, causato dal ribaltamento di un’autocisterna adibita a trasporto carburanti, è
avvenuto nella seconda metà di febbraio.
In seguito a tale ribaltamento parte del carico (circa 7000 l) è fuoriuscito, contaminando l’area umida per una superficie di
circa 3000 m2.
I primi interventi effettuati per la messa
in sicurezza d’emergenza del sito, rappresentati da aspirazione tramite autospurghi,
creazione di piccoli argini artificiali e posa di panne oleoassorbenti, hanno permesso il recupero di una notevole quantità di
prodotto libero galleggiante sulla superficie dell’acqua ed impedito un’ulteriore
propagazione della contaminazione.
Si è provveduto a suddividere il bacino
d’acqua impattato in tre sottobacini, denominati “casse”, di estensione più limitata,
in modo da gestire più facilmente le fasi
di bonifica ed il successivo monitoraggio
del sito.
Le prime indagini svolte hanno evidenziato l’efficacia dei primi tempestivi interventi: l’unica matrice ambientale contaminata, infatti, è risultata essere l’acqua superficiale, mentre i sedimenti non hanno
mostrato segni di contaminazione. In particolare, l’impatto sull’acqua superficiale
è risultato di importanza progressivamente
crescente procedendo dalla “cassa sud”
verso la “cassa nord”.
Terminata la prima fase di emergenza,
la messa in sicurezza è proseguita cospargendo la superficie d’acqua con polvere
oleoassorbente ed aspirando, tramite autospurghi, la parte più superficiale dell’acqua. Al termine di tale fase la contaminazione residua non è risultata più trattabile
mediante operazioni di tipo fisico, in
quanto si trattava prevalentemente di idrocarburi disciolti e non in fase libera.
Dopo un’attenta valutazione delle diverse tecniche di intervento in sito (biobonifica, insufflazione di aria o ossigeno,
circolazione e trattamento dell’acqua,
ecc.), è stato deciso di ricorrere alla tecnica dell’Attenuazione Naturale Monitorata,
sfruttando le capacità degradative proprie
dell’ecosistema, evitando così interventi
“artificiali” di bonifica che comunque
avrebbero prodotto un ulteriore impatto
sull’ecosistema. Considerata l’importanza
ambientale dell’area in esame l’evoluzione temporale dei fenomeni di attenuazione
naturale, promossi dalla presenza del contaminante, è stata monitorata mediante alcune campagne di analisi specialistiche,
unitamente alle classiche analisi chimiche.
In particolare, le analisi specialistiche
svolte sono state di tre tipologie: rilievi
naturalistici in sito, analisi ecotossicologiche e caratterizzazioni microbiologiche.
Tali indagini hanno indagato le tre casse
in cui è stata suddivisa l’area in esame.
Verranno di seguito riportate sinteticamente le modalità esecutive delle suddette
analisi.
Rilievi naturalistici: tali rilievi, eseguiti
in sito da personale specializzato, hanno
indagato la flora e la fauna, esaminandone
visivamente l’impatto e lo stato di stress.
Per quanto riguarda le specie vegetali, sono stati esaminati sia le piante che le alghe; l’analisi della fauna ha indagato gli
invertebrati acquatici, i molluschi gli insetti.
Analisi ecotossicologiche: tali analisi
sono state effettuate mediante il sistema
Microtox®, basato sull’inibizione luminosa del batterio luminescente Vibrio fisheri.
La prova consiste nel determinare la diluizione del campione necessaria per causare
un’inibizione dell’emissione luminosa del
batterio pari al 50%, rispetto ad un campione di controllo.
Caratterizzazioni microbiologiche: tali
analisi hanno comportato il conteggio numerico dei batteri presenti in un grammo
di acqua campione; in particolare, sono
state eseguite le conte dei batteri eterotrofi
totali (TEB), dei batteri degradatori degli
idrocarburi (HCDB), dei batteri degradatori degli IPA (PAHDB) e dei funghi (F).
I risultati delle varie tipologie di campagne di monitoraggio hanno evidenziato
come i fenomeni di attenuazione naturale
abbiano permesso la riduzione progressiva
della contaminazione e dell’impatto
sull’ecosistema, fino al ripristino delle
condizioni naturali. Tali fenomeni sono ri-
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HS+E magazine
Figura 1 – Confronto tra i risultati delle campagne di analisi di tipo “naturalistico” e quelli delle analisi chimiche
sultati piuttosto veloci, richiedendo un tempo di circa 3 mesi.
Il tempo necessario per il recupero delle condizioni naturali
nelle tre diverse casse, è risultato ovviamente proporzionale
all’entità dell’impatto iniziale.
La Figura 1 evidenzia i risultati delle campagne di monitoraggio relative alle varie tipologie di indagine nelle tre casse. Il confronto di tali dati evidenzia come le indagini di tipo “naturalistico” ed ecotossicologico si siano rivelate più sensibili delle analisi
chimiche nell’indagare la contaminazione residua e l’impatto
sull’ecosistema. Le analisi microbiologiche hanno mostrato un ritardo, stimato in circa 1 mese, nella risposta sia come riduzione
della popolazione dei batteri eterotrofi totali, che come crescita
della popolazione dei batteri degradatori gli idrocarburi (230
MPN /g, cassa nord, maggio). Il caso esposto evidenzia come, nel
caso di contaminazione ambientale da parte di idrocarburi, la tecnica dell’Attenuazione Naturale Monitorata possa essere vantaggiosamente utilizzata come tecnologia di bonifica, qualora non
sussistano particolari esigenze di concludere la bonifica in tempi
particolarmente ristretti. E’ inoltre emerso come, oltre ai valori di
concentrazione ricavati dalle analisi chimiche, sia particolarmente importante anche la valutazione dell’impatto sull’ecosistema
attraverso tipologie di indagine “naturalistico” ed “ecotossicologico”.
Responsabile tecnico - ENVIARS, Chieri (TO)
Responsabile intervento in sito - TECHNO srl, Ravenna
*** Responsabile settore analisi di rischio - ENVIARS, Chieri (TO)
* ** Monitored Natural Attenuation: a study case
Following the accidental spreading of hydrocarbons in a damp area of particular naturalistic interest and value, after the
first measures undertaken, the “Monitored Natural Attenuation” solution has been adopted. Therefore classical chemical
analyses have been integrated with “naturalistic-type” surveys. Three months more or less have elapsed before restoring
the natural conditions. Monitoring operations have highlighted that “naturalistic-type” surveys are more responsive and
adequate in determining the ecosystem deterioration level than chemical analyses are.
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HS+E magazine
Un progetto pilota nazionale:
“Mare sicuro, mare per tutti”
Rita Rambelli*
“Aiutare le popolazioni ad acquistare la
salute attraverso il proprio comportamento e i propri sforzi; … i progressi della salute derivano dalla loro responsabilità
personale”
1954 Organizzazione Mondiale Sanità
A Ravenna, negli ultimi anni, all’attività del porto si è aggiunta anche una fortissima pressione del turismo sui litorali e le
previsioni per il futuro sono di un ulteriore sviluppo delle linee di traghetti, crociere “charter” e richiesta di posti barca per il
diportismo nautico. Tutto questo significa
anche aumento dei problemi di tipo ambientale, oltre ad un aumento dei rischi relativi alla sicurezza ed alla salute. Per affrontare queste problematiche l’Azienda
USL di Ravenna, con il patrocinio della
Regione Emilia Romagna, si è fatta promotrice di un progetto pilota denominato
“Mare sicuro, mare per tutti”. Questo
progetto mira a migliorare il livello della
sicurezza in mare e sul litorale ed aumentare la capacità complessiva di intervento
e soccorso di tutti gli Enti pubblici e privati che vi concorrono. Per garantire il necessario coordinamento delle competenze,
l’Azienda USL ha chiesto la collaborazione di tutti gli Enti pubblici e privati del
territorio ravennate coinvolti nelle problematiche della sicurezza e del soccorso in
mare, tra i quali: la Capitaneria di porto,
la Guardia costiera, l’Emergenza sanitaria
118, l’Autorità portuale, i Vigili del fuoco,
il Centro Iperbarico, la Guardia di Finanza, la Guardia Costiera ausiliaria, la società TECHNO srl (esperta in sicurezza ed
igiene industriale) e la SEASER Spa (titolare del Porto turistico “Marinara”). Il
progetto, che riguarderà tutti gli aspetti
della sicurezza e del soccorso in mare, è
stato sviluppato per target di interlocutori
e nella prima fase una particolare attenzione è stata rivolta ai diportisti, con la realizzazione di strumenti informativi utili a
sviluppare e stimolare il loro senso di responsabilità e la capacità di auto-aiuto e di
collaborazione attiva con i soccorritori.
Gli esperti affermano che spesso, neppure
chi è in possesso della patente nautica è
abbastanza preparato ad affrontare le si-
tuazioni d’emergenza: i corsi e gli esami
portano ad una preparazione quasi esclusivamente teorica a queste eventualità e
spesso non ci si rende conto dei numerosi
pericoli che la navigazione comporta.
Difficile è stata la scelta delle tipologie
degli strumenti informativi da adottare, i
contenuti, la distribuzione ecc. Dopo accurate analisi si è concordato sulla produzione di due strumenti informativi diversi,
pensati per diversi momenti e occasioni. Il
primo strumento, elemento promozionale
dell’iniziativa, sarà dato in dotazione ai
Circoli velici ed alle scuole nautiche, con
lo scopo di catturare per un momento l’attenzione e perché no, accendere discussioni sui problemi legati alla navigazione:
➣Filmato video di 15 minuti: una sintesi in immagini dei principali problemi
di sicurezza e pronto soccorso che possono accadere a bordo, in porto o in navigazione.
Il secondo strumento, progettato scrupolosamente sia nei contenuti che nella
grafica, è invece rivolto ai singoli interlocutori e si propone di dare risposte esaurienti, semplici ma tecnicamente corrette,
a tutte le problematiche di sicurezza che
possono nascere a bordo:
➣1 Guida-Vademecum di 120 pagine
illustrate, pensata come strumento personale di informazione e consultazione,
per i diportisti o per tutti coloro che,
per piacere o per lavoro, si trovano ad
affrontare una navigazione con piccole
e medie imbarcazioni.
La guida è idealmente divisa in 3 parti:
● la prima indica le principali norme
di prevenzione ed alcuni suggerimenti per ridurre il rischio di trovarsi in situazioni di emergenza e in casi peggiori, per limitare i danni a
persone e cose.
● la seconda fornisce indicazioni utili
per intervenire correttamente in un
primo soccorso sanitario, in casi di
infortunio e di grave malore di varie
origini, in attesa dell’arrivo dei soccorsi esterni.
● la terza riporta suggerimenti per un
migliore utilizzo degli strumenti e
delle dotazioni di bordo, in caso di
situazioni di emergenza.
Testimonial del progetto è il famoso
skipper Cino Ricci che, grazie alla sua
profonda esperienza di navigazione,
nell’introduzione invita chi va per mare ad
essere sempre “informato e prudente“. I
componenti del Gruppo di lavoro sono
consapevoli che questi primi strumenti informativi, disponibili nel 2003, non possono, da soli, raggiungere gli obiettivi generali di sicurezza ma, se opportunamente
diffusi, possono aiutare ad aumentare le
conoscenze e quindi la consapevolezza di
ciascuno su come affrontare correttamente
il mare, riducendo gli infortuni o almeno
limitandone le peggiori conseguenze.
* Responsabile Unità Operativa Relazioni
con il mercato - Azienda Usl Ravenna
Safety for pleasure
boaters
The project “Mare sicuro, mare per tutti” (“Safe Sea for Everybody”) has recently got off the
ground in Ravenna. Said project is promoted by
the local H&S Authority, under the aegis of the
“Regione Emilia Romagna” and is supported
by several private and public Bodies. It is aimed at improving safety both at sea and along
the coast and at ensuring a competent and effective rescue service by Bodies involved. The
project will be subdivided into phases addressed to different selected users who, through specific information means (video and handbook)
intend to develop and stimulate their sense of
responsibility as well as their self-help capacities and active co-operation with rescuers.
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HS+E magazine
Conoscere i rischi
per ridurre i pericoli
G. Cavassi* - M. Casmiro**
La sicurezza all’interno dell’ambiente di
lavoro e le strategie finalizzate alla riduzione del rischio ad esso correlato costituiscono tematiche sulle quali si concentra
un interesse crescente all’interno della nostra società. Inoltre l’attenzione su queste
problematiche coinvolge soggetti sociali
diversi, che oltre alle figure direttamente
collegate all’ambiente lavorativo comprendono anche, ad esempio, il mondo
politico ed altri. Questo articolo presenta
un esempio di analisi del rischio connesso
all’attività di un’Azienda operante nel settore della lavorazione del legno.
In questo caso specifico l’analisi preliminare ha portato all’individuazione delle
seguenti fonti di rischio:
1)circolazione di veicoli all’interno dello
Stabilimento;
2)sollevamento e movimentazione dei
carichi;
3)presenza di cabine elettriche a 15.000
V e quadri bordo macchina alimentati a
400 V e 230 V;
4)presenza di circuito olio diatermico;
5)presenza di macchine ed attrezzature
nell’ambito degli impianti di produzione in genere e delle linee di asservimento.
Si trascurano volutamente i rischi correlati all’inalazione di polveri e altre sostanze chimiche (solventi presenti in collanti, ecc.) in quanto, nel caso specifico
esaminato, erano da considerarsi virtualmente nulli.
Rischio correlato alla circolazione
di veicoli all’interno dello Stabilimento
Per questa tipologia di rischio i soggetti
potenzialmente interessati sono rappresentati dai veicoli provenienti dall’esterno
(autotreni, autoarticolati ed autocarri), dai
veicoli interni allo Stabilimento (carrelli
elevatori), e dal personale in movimento
all’interno dello Stabilimento (persone in
bicicletta e persone a piedi).
Gli eventi pericolosi che possono derivare da questa specifica fonte di rischio
comprendono le collisioni fra veicoli, fra
veicoli e pedoni e le collisioni fra veicoli
(esterni o interni) e strutture fisse presen-
ti all’interno dello Stabilimento. Un’altra
situazione di potenziale pericolo deriva
dalla possibilità che sulla pavimentazione
dello Stabilimento si depositi materiale
(ad es. residui oleosi) che per la propria
natura, oppure semplicemente perché di
intralcio alla circolazione, può comportare la perdita del controllo dei veicoli con
conseguente rischio di collisione. Inoltre,
nel caso in cui il veicolo coinvolto sia un
carrello elevatore, esiste anche il rischio
che si verifichi la perdita del carico, con
conseguente possibilità di danno per le
persone presenti nella zona del carrello.
In questo contesto i potenziali rischi
per la salute degli operatori sono essenzialmente rappresentati dalla possibilità di
traumatismi, a sede varia e di varia gravità
(ad es. traumi cranici, traumi del torace
con rischio di insufficienza respiratoria,
traumi da schiacciamento della colonna
vertebrale, degli arti, ecc.), da emorragie
artuali e da fratture.
Sulla base di questa analisi vengono
identificati i seguenti comportamenti finalizzati a ridurre la probabilità di eventi pericolosi correlati alla presenza di veicoli
in movimento:
1)rispettare i limiti di velocità indicati
dalla segnaletica presente all’interno
dello Stabilimento;
2)rispettare i percorsi ed i sensi di marcia;
3)fare attenzione ai veicoli presenti all’interno dello Stabilimento, cercando di
identificare sempre il tipo di operazione che essi stanno compiendo (ad
esempio marcia, manovra, sosta per carico, sosta per scarico);
4)fare attenzione alle zone con scarsa visibilità, moderando ulteriormente, al
loro interno, la velocità e segnalando
bene la propria presenza;
5)fare attenzione alle zone di transito pedonale per non invaderle;
6)fare attenzione al traffico ciclato;
7)non sporcare i percorsi destinati alla
viabilità dei veicoli con cartacce, stracci, olio o altro materiale che potrebbe
generare una situazione di rischio.
E’ inoltre essenziale istruire il personale affinché, nel caso in cui si verifichi un
evento traumatico, il comportamento da
tenere sia improntato al principio secondo
il quale tutti i pazienti con trauma cranico
chiuso, o con politrauma da lesioni chiuse
o aperte, dovrebbero essere considerati
come potenziali portatori di lesioni a carico della colonna vertebrale, fino a prova
contraria.
Rischio correlato con il sollevamento
e con la movimentazione dei carichi
Gli autisti dei carrelli elevatori e gli operatori presenti nelle zone di movimentazione dei carichi costituiscono i soggetti
potenzialmente esposti a questo tipo di rischio, che è essenzialmente legato alla
possibilità di perdita del carico da parte
del carrello. L’evento dannoso è in questo
caso rappresentato dai traumi da schiacciamento.
I comportamenti da osservare per ridurre la probabilità di tali eventi sono i seguenti:
1)essere a conoscenza del corretto utilizzo del carrello che si sta utilizzando
(come ad esempio reazione dei comandi, logica di funzionamento ecc.)
2)valutare attentamente la relazione fra
peso del carico e portata del carrello;
3)leggere attentamente la targhetta del
diagramma di carico prima di sollevare
il carico;
4)valutare bene l’ingombro massimo assunto con il carico per non urtare ostacoli fissi e mobili presenti nell’area di
manovra;
5)tenere il carico il più basso possibile
per aumentare la stabilità del carrello
elevatore;
6)senza carico non circolare con le forche
basse.
Fonte di Rischio: Elettricità
Questa fonte di rischio deriva dalla presenza di cabine elettriche a 15.000 V e di
quadri bordo macchina alimentati a 400 V
e 230 V.
In questo caso i soggetti esposti al rischio sono rappresentati dai manutentori
elettrici e dagli operatori di macchina abilitati ad operazioni di ripristino con quadri
elettrici in tensione. Gli eventi pericolosi
sono rappresentati dal rischio di folgorazione (sia per contatto diretto, ossia per
contatto con parti in tensione del quadro
durante il funzionamento ordinario, oppure per contatto indiretto, vale a dire per
contatto con parti conduttrici che non dovrebbero essere in tensione ma che invece
lo sono a causa di un guasto), dal pericolo
di incendio, esplosione, arco elettrico, e
dall’improvvisa mancanza di elettricità. In
questo caso le possibili conseguenze per
l’operatore sono rappresentate dalla tetanizzazione (morte da elettricità), dall’arre-
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sto respiratorio, da ustioni e dalla fibrillazione ventricolare.
Un altro tipo di rischio che sussiste in
questo contesto deriva dalla possibilità
che si verifichino fenomeni quali sovraccarico, corto circuito ed arco elettrico.
Inoltre, nel caso in cui nell’ambiente siano
presenti sostanze con la proprietà di combinarsi facilmente e rapidamente nell’aria
provocando un notevole aumento della
temperatura e della pressione, sussiste anche il pericolo di esplosione. In tale contesto gli eventi potenzialmente pericolosi
per l’operatore sono rappresentati dalle
intossicazioni, dalle ustioni e dal rischio
di soffocamento.
In questa circostanza le indicazioni
specifiche da fornire ai responsabili della
sicurezza, manutenzione elettrica ed agli
operatori includono la raccomandazione a
valutare con estrema attenzione le caratteristiche chimico-fisiche delle sostanze pericolose presenti nel luogo di lavoro.
In rapporto poi al rischio che si verifichi un arco elettrico (flusso di corrente
elettrica ad elevata intensità tra due punti
in tensione, attraverso l’aria) come conseguenza di sovratensioni, cedimenti
dell’isolamento, corto circuito o anche come conseguenza di interventi scorretti su
parti in tensione, l’indicazione da fornire
ai responsabili sicurezza e manutenzione
include la raccomandazione di affidare i
lavori a persone addestrate e dotate degli
opportuni dispositivi di protezione individuale.
Infine, in rapporto alla possibilità di
un’improvvisa mancanza di elettricità sarà
necessaria l’installazione di idonee alimentazioni di sicurezza e/o di riserva, laddove necessarie.
In sintesi, i comportamenti da adottare
per ridurre la probabilità del verificarsi di
un evento pericoloso da elettricità includono i seguenti:
1)utilizzo di idonei dispositivi di protezione individuale, quali ad esempio:
a) indumenti idonei (es. camici o tute
senza appendici che possano toccare
accidentalmente elementi in tensione),
b)calzature protettive isolanti;
c) guanti isolanti;
d)visiera protettiva;
2)rispetto delle procedure interne di intervento;
3)non effettuare lavori di libera iniziativa,
soprattutto se non di propria competenza;
4)mantenere sempre vigile l’attenzione,
concentrandosi su ciò che si sta per intraprendere;
5)non operare mai da soli ma avvisare
sempre un collega il quale funga da su-
HS+E magazine
pervisore.
Ricordiamo brevemente, per quanto riguarda le lesioni causate dall’elettricità,
che i fattori che determinano l’entità del
danno biologico finale includono: 1) il tipo e l’intensità della corrente (è assai più
pericolosa la corrente alternata [AC] rispetto a quella diretta [DC]; la corrente
AC di elevato voltaggio e con un’elevata
frequenza può essere meno pericolosa di
una di basso voltaggio e di bassa frequenza: ad esempio una AC di 25-300 Hz e
25-230 V tende a causare fibrillazione
ventricolare se attraversa il cuore; con
voltaggi sopra i 1000 V spesso si verifica
una paralisi respiratoria, mentre con voltaggi intermedi, 230-1000 V, si verifica un
quadro misto di insufficienza respiratoria
ed aritmia); 2) la durata e l’area di esposizione; 3) il percorso della corrente attraverso il corpo (va ricordata la possibilità
di morte in caso di attraversamento del
cuore e/o del cervello).
I quadri clinici sono rappresentati dalle
ustioni (da arco, da fiamma, diretta) e dallo shock elettrico (perdita di coscienza
momentanea o prolungata, ad esempio da
fibrillazione ventricolare; da segnalare
inoltre che la respirazione può arrestarsi
subito oppure dopo alcuni minuti). Si deve inoltre sottolineare che un paziente colpito da folgorazione può riportare, come
conseguenza di una caduta o di altri traumi, lesioni multiple (ad es. danno diretto a
carico degli organi addominali, lesioni toraciche con contusioni, pneumotorace ed
insufficienza respiratoria, ecc.). In tale
contesto le fratture delle ossa lunghe e
della colonna vertebrale sono comuni.
Rischio correlato alla presenza
di circuito olio diatermico
(a temperatura di 250°)
I soggetti interessati da questo potenziale
rischio sono rappresentati dai manutentori
meccanici e dagli utilizzatori di macchina
e di linea. L’evento pericoloso è in questo
caso rappresentato dalla rottura della tubazione con conseguente eiezione di fluido
ad elevata temperatura nell’ambiente circostante (con conseguente rischio di incendio e di ustione).
Rischio causato dal presenza
di macchine ed attrezzature
quali impianti di produzione
in genere e linee di asservimento
I manutentori meccanici e gli utilizzatori
di macchine e di linea sono esposti al rischio di lesioni da schiacciamento e da
cesoiamento, lesioni dovute all’esposizione a fluidi eiettati sotto pressione, e lesioni da elettricità in rapporto ad interventi in
caso di rotture, impiglia mento di prodotto, eventi anomali non prevedibili ecc.
Per diminuire la probabilità che si verifichino tali eventi vengono suggerite le
seguenti regole di comportamento:
– rispetto delle procedure interne di conduzione e di intervento sulle macchine
e sulle attrezzature;
– ispezione/manutenzione periodica preventiva;
– segnalazione da parte degli utilizzatori
Servizi di ingegneria multidisciplinare
●
●
●
●
●
●
●
●
Progettazione di impianti industriali
Progettazione di strutture in
carpenteria metallica
Ingegneria impiantistica e strutturale
off-shore
Progettazione di serbatoi ed
apparecchi in pressione
Progettazione di impianti di trasporto,
sollevamento e movimentazione
Progettazione di opere civili e
infrastrutture
Ingegneria elettro-strumentale
Servizi di ingegneria, direzione lavori
e assistenza di cantiere
Via Pirano, 7 - Ravenna
tel. +39 0544 591511
fax + 39 0544 591344
[email protected]
www.progra.it
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HS+E magazine
di eventuali condizioni anomale;
– non effettuare lavori di libera iniziativa,
soprattutto se non di propria competenza;
– mantenere sempre vigile l’attenzione,
concentrandosi su ciò che si sta per intraprendere;
– non operare mai da soli ma avvisare
sempre un collega che funga da supervisore.
In conclusione, questa breve analisi
esemplificativa vuole soprattutto sottolineare l’estrema varietà e complessità delle
situazioni che sono alla base del rischio
all’interno dell’ambiente lavorativo e ribadire allo stesso tempo la necessità che
la prevenzione, quale momento fondamentale di intervento, derivi da un’analisi
preliminare del rischio condotta da personale di provata esperienza nel settore.
* Area Sicurezza Macchine - Faentia Consulting S.r.l., Faenza (RA)
** Area Ricerca Medica - Faentia Consulting
S.r.l., Faenza (RA)
Analysis of the main sources of hazards
within a company operating
in the field of woodworking
The article provides a typical risk analysis of a company operating in the field of
woodworking. The main sources of hazards detected and analysed are the following:
1)Vehicles circulation within the plant;
2)Loads hoisting and handling;
3)Presence of 15,000 electrical cabins and control panels fed with 380V and 220
V;
4)Presence of a diathermic oil circuit;
5)Presence of machinery and equipment within production plants and interlocking
lines.
On the basis of the different analyses, several behaviours are identified and explained. Said behaviours are aimed at reducing the chances of dangerous events connected with the presence of above-mentioned sources of hazards. The main purpose
of this exemplifying analysis is to point out the variety and complexity of risky situations within the working environment. Moreover it is necessary to stress the need for prevention, which shall originate from a preliminary risk analysis carried
out by skilled personnel.
8
HS+E magazine
Sostanze radioattive naturali
e produzione di petrolio
o gas naturale: aspetti
occupazionali ed ambientali
Aldo Cianchi
Ra, 210Pb pari ad alcune decine di Bq
g con massimi anche molto superiori.
Queste operazioni di pulizia devono
inoltre essere attentamente controllate poiché questi radionuclidi, in tali concentrazioni non devono essere dispersi: il sito ne
risulterebbe contaminato con conseguenti
possibili danni all’Ambiente ed alla Popolazione.
D’altra parte il deposito di questi materiali radioattivi rappresenta un significativo problema in quanto i componenti con228
*
La Radioprotezione e la gestione dei materiali radioattivi hanno da sempre coinvolto principalmente radionuclidi artificiali riconducibili al ciclo del combustibile nucleare. Negli ultimi anni è cresciuto
l’interesse per i cosiddetti NORM (Naturally Occurring Radioactive Material) e
per l’incremento della loro concentrazione
in vari settori industriali non “nucleari”.
Elementi radioattivi naturali comunemente presenti nel sottosuolo possono accumularsi e depositarsi negli impianti di
estrazione di idrocarburi a causa di meccanismi chimico-fisici di trasferimento
dalle rocce ai fluidi estratti. Il fenomeno è
noto da alcuni decenni ed è attentamente
studiato in quanto il personale addetto potrebbe ricevere una dose di radiazioni da
esposizione esterna durante le normali attività di estrazione; è pertanto necessario
attivare un piano che preveda controlli radiometrici degli impianti in modo da compiere una corretta valutazione del rischio
radiologico e naturalmente eventuali interventi di bonifica e di ottimizzazione, da
un punto di vista radioprotezionistico,
dell’impianto stesso.
Questi controlli comprendono, ad
esempio: ricerca di eventuali anomalie radiometriche, determinazione dell’intensità
di dose a varie distanze dai componenti
dell’impianto, caratterizzazione radiometriche delle incrostazioni, analisi radiometriche e chimiche delle acque di produzione, determinazione del 222 Rn nel gas
estratto ecc.
Inoltre il personale addetto alle operazioni di pulizia e manutenzione degli impianti potrebbe essere anche interessato da
contaminazione interna a causa di ingestione/inalazione di polveri contaminate; a
tale proposito è importante evidenziare
che non è raro incontrare incrostazioni
con concentrazioni di attività di 226Ra,
-1
taminati da NORM non possono essere
considerati materiali riutilizzabili senza
restrizioni; pertanto il loro destino non
può essere che la decontaminazione o
l’alienazione come rifiuti radioattivi. Sono
pertanto allo studio soluzioni che comprendono: impiego di inibitori di incrostazioni, reiniezione delle acque di produzione, reiniezione dei NORM in giacimenti
esauriti. Tutte queste possibilità possono
presentare a loro volta problematiche ambientali e quindi la vera soluzione ancora
non è stata trovata.
Infine occorre ricordare che i materiali
contaminati da NORM costituiscono un
problema di “decomissioning” in quanto il
loro uso come rottami destinati al riciclo
mediante fusione non è consentito in molti
Paesi e in ogni caso presenta aspetti radioprotezionistici da valutare attentamente
per le sue peculiari caratteristiche.
*
Esperto Qualificato in Radioprotezione Techno srl, Ravenna.
Natural radioactive substances
and oil or natural gas production:
occupational and environmental issues
In recent years, in the field of Radiation protection and radioactive materials handling, a great interest has arisen for Naturally Occurring Radioactive Materials
(NORM) and for the relevant concentration increase in several non nuclear industrial fields.
This phenomenon, already well known since a few decades, is currently carefully
studied as personnel involved might receive a radiation dose due to exposure either during extractive activities or during plant cleaning and maintenance operations.
Therefore it is necessary to work out a plan considering radiometric checks of
plants so as to carry out a correct radiologic risk assessment and to possibly arrange remediation and optimisation interventions for an improvement in plants radiation protection.
Moreover, these radionuclides shall not be scattered, as the site would be contaminated causing possible damages both to the Environment and to People. These materials are only destined either to decontamination or to alienation as radioactive
wastes; as a matter of fact their use as scrap to be recycled by fusion is not allowed in many Countries.
In any case, radiation protection aspects should be carefully studied and evaluated
due to the peculiar features of materials involved.
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HS+E magazine
Informazione e professionalità
per una perfetta gestione
della sicurezza in un progetto
innovativo
Francesco Pastremoli*
Nell’esecuzione di progetti nuovi, la gestione della sicurezza deve essere adeguata al progetto stesso per raggiungere gli
obiettivi HSE: Health, Safety, Environment (Salute, Sicurezza, Ambiente).
Pertanto si rende necessario adottare
inconsuete modalità di gestione della sicurezza che superino gli schemi “convenzionali” della prevenzione.
E’ quanto si è verificato nella recente
realizzazione di un progetto off-shore da
parte di Rosetti Marino S.p.a..
Il PROGETTO. Riguardava la costruzione di moduli sommersi per il Consorzio Kvaerner, Cameron e Stolt Off-Shore
denominato EDDC, realizzato nel periodo
compreso tra i mesi di Maggio 2001 e
Agosto 2002 presso il cantiere Rosetti di
Marina di Ravenna.
Questi moduli, commissionati dalla
compagnia petrolifera egiziana Burullus
Gas Company, sono stati progettati per essere posizionati direttamente sul fondo del
mare nel campo Scarab/Saffron, antistante
il delta del Nilo a profondità variabili tra
250 e 850 metri.
Una volta posizionati, le connessio­- ni
tra i vari moduli sottomarini si realizzano
tramite l’uso di sistemi robotizzati (ROV).
La parte più importante ed innovativa
di questo progetto era costituita dall’espletamento dei test di simulazione delle connessioni meccaniche ed elettriche (SITSystem Integration Test), mediante immersione dei moduli nelle acque antistanti
la banchina del cantiere.
La movimentazione dei componenti è
stata effettuata per mezzo di una gru, mentre il fondale era stato precedentemente
dragato per raggiungere un’idonea profondità. Questa fase è stata supervisionata da
sommozzatori, che hanno verificato la
corretta simulazione del collegamento dei
moduli da parte dei sistemi robotizzati;
l’insieme è stato poi verificato anche dal
responsabile del cliente.
Anche l’esecuzione dei test all’asciutto
sullo yard ha comportato l’adozione di
misure particolari, a causa sia delle considerevoli dimensioni dell’impianto da testare che delle alte pressioni in gioco nel
circuito idraulico che hanno superato i
500 bar.
LA GESTIONE DELLA SICUREZZA.
Tutte le attività che comportavano la realizzazione del progetto sono state gestite
in modo da soddisfare non solo le disposizioni di legge italiane, ma anche lo standard ISO 14001, nonché le specifiche
HSE richieste dal cliente.
Prima dell’inizio dei lavori è stato redatto un piano di sicurezza specifico, conforme allo standard aziendale, in cui sono
stati valutati i rischi per la salute e la sicurezza degli operatori, dell’ambiente e de-
finite le misure di prevenzione e di protezione in rapporto ai rischi connessi alle attività note fino a quel momento.
Durante l’esecuzione del progetto sono
state poi effettuate in modo sistematico riunioni con la partecipazione del cliente,
nelle quali venivano definite, di volta in
volta, dettagliate modalità di esecuzione
dei lavori e specifiche valutazioni del rischio in modo da concordare le procedure
di sicurezza da applicare.
LE INFORMAZIONI AL PERSONALE. Considerando la particolarità delle
lavorazioni, l’applicazione di nuove
procedure e la partecipazione di numero­si addetti, è stata data grande importanza
all’informazione sui rischi specifici del
sito.
Ogni persona operante nel progetto,
prima dell’accesso in cantiere, ha partecipato ad un incontro con un tecnico HSE di
progetto (HSE induction meeting) nel
quale sono state date tutte le informazioni
di sicurezza necessarie.
Inoltre, a tutto il personale è stato consegnato un documento riepilogativo, tradotto in inglese, per assicurare un corretto
trasferimento delle informazioni.
LA SEDE DEI LAVORI E LA SALVAGUARDIA DELL’AMBIENTE. Per
l’esecuzione dei test è stata utilizzata la
procedura dei permessi di lavoro in
un’area appositamente recintata tale da
assicurare l’assenza di interferenze con al-
10
HS+E magazine
tre lavorazioni.
Per quanto riguarda le prove in acqua
la zona è stata delimitata con boe lampeggianti e, a seguito dell’autorizzazione concessa dalla Capitaneria di Porto, è stato
emesso un bollettino a tutti i naviganti per
interdire il traffico.
A queste fasi di lavoro, era sempre presente un tecnico HSE di progetto che, in
stretto contatto con il responsabile del
cliente, implementava e coordinava le misure di sicurezza.
Per la salvaguardia dell’ambiente sono
state predisposte vasche di contenimento
sotto ogni tanica di fluido utilizzato durante i test, mentre il terreno è stato protetto con teli di nylon per evitare qualsiasi
contaminazione in caso di fuoriuscite accidentali.
Nei test in acqua è stata utilizzata una
soluzione di acqua e glicole, in concentrazione tale da non risultare tossica per gli
organismi acquatici; in ogni caso, per limitare ogni possibilità di fuoriuscita,
l’energizzazione del circuito idraulico era
vincolata ad un consenso di corretto collegamento tra i tubi idraulici ed i moduli.
Inoltre il sistema di pompaggio era dotato di un arresto automatico che, in caso
di caduta di pressione del circuito dovuta
a fuoriuscita di liquido, interveniva bloccando le pompe per limitare al minimo la
quantità in fuoriuscita.
Completati i test, i manufatti sono stati
IARS
ENV
consegnati e trasferiti su un pontone,
pronti per il trasporto.
IN CONCLUSIONE. I principali elementi che, per questo progetto ma anche
in generale, sono fondamentali per avere
un efficace sistema di gestione della sicurezza si possono identificare in:
● struttura aziendale con disponibilità di
risorse adeguate e competenze specifiche per il tipo di attività,
●
collaborazione e professionalità del
cliente soprattutto quando i lavori vengono sviluppati e coordinati in sito anche dal cliente stesso,
● team di progetto integrato con diffusione delle informazioni a tutti i livelli.
*
HSE Manager - Rosetti Marino S.p.a.,
Ravenna
INDOCTRINATION AND SKILLS FOR
AN EXCELLENT SAFETY MANAGEMENT
WITHIN AN INNOVATIVE PROJECT
Within the execution of a new project, safety management shall be suited to the
project itself in order to effectively achieve HSE goals, i.e. Health, Safety and
Environment.
The analysis of Rosetti Marino S.p.A. project concerning the fabrication of
submerged modules for the EDDC Consortium (Kvaerner, Cameron, Stolt
Offshore), realised between May 2001 and August 2002 at the Rosetti Piomboni
Yard in Marina di Ravenna, has highlighted that the essential elements for an
effective management of safety may be the following:
● Company structure with adequate resources and expertise for the specific
activity type,
● Client’s co-operation and skills mainly when works are developed and coordinated on site by the Client himself,
● Integrated project team with widespread circulation of information at all levels.
Network per il recupero di siti contaminati
Supporto tecnico per interventi di emergenza
Progettazione ai sensi del DM 471/99
Indagini, prove e monitoraggi
Elaborazione dati, modellazione, analisi dei rischi
Bonifiche in situ
Assistenza interventi di bonifica
Collaborazione con i progettisti della riconversione
Piani di demolizione
Piani di sicurezza
[email protected]
+39 011 9411553
Indagini e monitoraggi
Attività di prevenzione e valutazione dei rischi
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HS+E magazine
Nuove tecnologie
per chi opera in mare:
tre dispositivi salvavita
Stefano Cosmacini*
Nell’eventualità di un incidente marittimo,
in cui vi sia caduta di uomini fuori bordo
e condizioni meteomarine avverse, è fondamentale che i naufraghi siano localizzati
nel più breve tempo possibile mediante un
apparato radio trasmittente PLB (Personal
Locator Beacon).
Il radio segnalatore di posizione individuale, modello ISPLB8 della Sea Marshall, ad esempio, è progettato espressamente per l’industria petrolifera, dove sono possibili aree ed ambienti con atmosfera esplosiva a causa di accidentali fuoriuscite di idrocarburi liquidi o gassosi, in
quanto non determina cariche elettrostatiche e non causa scintille o altri fenomeni
di ignizione.
Il Sea Marshall ISPLB8 può essere indossato, durante le normali attività lavorative da chiunque si trovi a bordo di una
piattaforma o di un mezzo marittimo.
In caso di incidente con uomo fuori
bordo il PLB si attiva automaticamente in
20 secondi, dopo una costante immersione. I falsi allarmi sono eliminati grazie ad
un dispositivo interno brevettato sensibile
all’acqua. Il PLB emette un segnale di allarme alla frequenza di Mhz 121.5 che
può essere rilevato e monitorato da un apparato radio ricevente a bordo della piattaforma. In questo modo l’equipaggio può
velocemente organizzarsi per il recupero
dell’uomo a mare in modo autonomo oppure allertare un corpo S.A.R. di soccorso
per l’arrivo in zona ed il salvataggio del
naufrago.
Gli equipaggi S.A.R. possono tenere
traccia della posizione del naufrago con il
proprio equipaggiamento elettronico in
quanto, come già detto, il segnale radio
del PLB è impostato sulla frequenza internazionale standard di allarme a 121.5
Mhz.
L’ emissione del segnale radio di allarme è garantita per oltre 30 ore consecutive
e consente alle unità di soccorso la rilevazione puntiforme della posizione del naufrago anche a grandi distanze. La distanza
effettiva, dipende dalla posizione in altezza dell’antenna ricevente: per una imbar-
cazione risulta approssimativamente di 3
miglia nautiche; per un elicottero all’altezza di 1.000 piedi il segnale è captato fino a 15 miglia; per un aereo di ricognizione a 3.000 piedi la rilevazione radio è oltre le 35 miglia. E’ inoltre molto interessante comparare le prestazioni di un ricognitore tipo RAF Nimrod, alla ricerca di
un naufrago, senza e con PLB indossato.
Nel primo caso l’aereo può effettuare una
ricognizione in 8 ore e coprire 1.800 miglia quadrate, mentre con la persona indossante un radio segnalatore di allarme
PLB lo stesso aereo riesce a monitorare
una vastissima area pari a circa 384.000
miglia quadrate.
Occorre inoltre non trascurare che durante il periodo di tempo in immersione,
prima del recupero e del salvataggio, è necessario assicurare al naufrago protezione
termica dall’ acqua e galleggiamento attivo.
Gli effetti fisiologici dell’immersione
sono sovente sottovalutati. In acque fredde ed anche temperate, l’ipotermia si sviluppa molto rapidamente. Senza l’utilizzo
di una tuta di sopravvivenza gli effetti letali si manifestano in meno di una ora. Nei
primi tre minuti lo schock termico causa
una reazione dell’organismo in funzione
della T° dell’acqua; in acque fredde, per
esempio a 5-10°C, l’ immersione causa
iperventilazione e boccheggio con possibilità di ingresso accidentale di acqua nelle vie respiratorie. Bastano poche gocce
Sea Marshall ISPLB8
Frequenza : 121.5 Mhz
Attivazione : manuale e automatica (acqua marina e dolce)
Antenna : Onda quadra
Uscita : 100mW/20dbM
Batteria : Litio 9V, durata 5 anni
Peso : 150 grammi
Temperatura operativa : da – 25°C a + 55°C
Durata trasmissione segnale : 20 – 30 ore
Dimensioni : 73mm x 70mm x 29mm
Omologazioni : Europa ETS 300 152/ CE 0191
USA FCC ID NWG – SMRS8
Eex ib IIB T4 di tipo approvato Zona I/Zona 0
Utilizzo : Industria Petrolifera e Marina Commerciale in ambienti
a rischio di esplosione
Unità test : disponibile @ 121.65 Mhz
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HS+E magazine
per causare la morte per annegamento.
Contemporaneamente il cervello trasmette
un segnale neuronale per diminuire la circolazione sanguigna periferica a favore
della protezione degli organi interni. Questo può risultare già letale per le persone
che soffrono di problematiche cardio-circolatorie.
Effetti dell’ipotermia
– 37°C
Temperatura corporea
normale
– 36°-35°C Brividi
– 35°-34°C Confusione mentale
– 33°C
Cessazione brividi,
crampi e rigidità muscolare
– 31°C
Sonnolenza,Semi-incoscienza
– 33°-30°C Incoscienza, pupille
dilatate, perdita dei riflessi
– 28°C
Polso assente, morte
apparente
– 26°C
MORTE
La tuta Mullion Smart Solas per applicazioni off-shore è un tipo di equipaggiamento idoneo per questi scenari. Dispone
di membrana galleggiante termica con
galleggiamento superiore a 80 N grazie ad
una membrana a cellule chiuse al 100%.
La tuta assicura 6 ore di sopravvivenza in
acque a 2°C.
Per garantire il galleggiamento attivo
ed autorotazione incorpora un giubbotto
di salvataggio autogonfiabile da 275 N a
doppia camera Solas di tipo approvato.
Questa tuta essendo molto ergonomica
è particolarmente indicata per tutti i soccorritori e per il personale a bordo come
dotazione di equipaggiamento marittimo
permanente.
Una volta localizzato il naufrago ed essere giunti in sua prossimità può essere di
grande importanza per il recupero l’utilizzo di un fucile lancia sagola ad aria compressa tipo Resqmax.
Il fucile ResQmax è stato progettato
per assicurare la massima sicurezza nel
soccorso e per il soccorritore in quanto è
un dispositivo non pirotecnico.
Il proiettile in alluminio ha funzione di
vettore portante in quanto l’aria compressa viene introdotta direttamente all’interno. I vantaggi di questo sistema di propulsione sono che la pressione dentro il proiettile è regolabile dall’operatore in ogni
momento, quindi si può regolare la gittata
a proprio gradimento. Il proiettile ha volume ridotto e rimane stabile in volo anche
in caso di vento traversale.
L’utilizzo del fucile lancia sagola trova
applicazioni oltre che nel soccorso in acqua anche nella protezione ambientale,
per esempio per distendere in brevissimo
tempo delle panne anti-inquinamento. Il
fucile è versatile e può essere utilizzato in
ogni tipo di ambiente : mare, acque correnti e a terra anche sopra edifici.
Per il soccorso dei naufraghi si può utilizzare un proiettile con una ogiva che si
apre automaticamente a contatto con l’acqua. Al suo interno una cintura autogonfiabile a ferro di cavallo è idonea per il recupero di persone con un peso corporeo
fino ai 136 kg.
Normalmente si utilizzano sagole di
diametro fino a 8 mm in polipropilene,
spectra o dacron. La distanza di lancio arriva fino a 122 m con sagola e fino a 92 m
con cintura autogonfiabile.
Ha 4 sistemi di sicurezza sia sul corpo
del fucile che sui proiettili. E’ dotato di
una valvola per la regolazione della pressione dentro il proiettile che consente
MULLION SMART SOLAS SUIT
Omologazioni :
M.S.A./SOLAS/ ABS tuta ad immersione anti-esposizione. Con
il sottotuta termico è confome a IMO SOLAS Regola 33 (L..S.A.
code allegato 15). EN 399 e DOT/MSA/SOLAS M.E.D.
TUTA AD IMMERSIONE SOPRAVVIVENZA:
Marchio a timoncino di conformità.
rif: D.P.R. 6 ottobre 1999 n.407 Regolamento recante norme di
attuazione delle Direttive 96/98/CE e 98/85/CE relative all’equipaggiamento marittimo. L.17 dieembre 1999, n. 511 (Convenzione Internazionale di Terremolinos sulla sicurezza delle navi
da pesca). D.Lgs. 18 dicembre 1999, n. 541 (regime di sicurezza
per navi da pesca di lunghezza uguale o superiore ai 24 metri)
FUCILE LANCIA SAGOLA
RESQMAX
all’operatore di decidere la distanza di
spiegamento della sagola. Le operazioni
di caricamento da seguire sono molto
semplici: si possono usare bombole da sub
o compressori lavorando con una pressione di esercizio media di 210 Atm e massima di 245 Atm. Il fucile lancia sagole può
essere utilizzato come dispositivo di soccorso su piattaforme di tipo fisso e mobile, a bordo degli stand-by vessels ed in
particolare in dotazione agli equipaggi di
pronto intervento FRC (Fast Rescue
Crew).
* ITAL-CER S.r.l., Vado Ligure (SV) - www.
ital-cer.com
NEW TECHNOLOGIES
FOR SEA OPERATORS:
THREE LIFE-SAVING
DEVICES
In the unlucky event of an accident
at sea involving men overboard, it is
essential that survivors are located
as quickly as possible by means of a
PLB radio transmitter; Model Sea
Marshall ISPLB8 has been especially designed for personnel operating
on oil platforms.
While in water, before recovery and
rescue, it is necessary to ensure survivors thermal protection as well as
active floatation; to this purpose,
Mullion Smart Solas suit, equipped
with a thermal floating membrane,
may be effectively adopted.
Among the different devices of great
practical help in the case of water
rescue, the Resqmax compressed-air
line-throwing gun ranks first with its
self-inflatable, floating harness
equipped with rescue line.
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HS+E magazine
ET 2003 “Environmental Technology and Management Services Exhibition”
8-10 Aprile
Birmingham (UK)
IOSH Conference & Exhibition
23-24 Aprile
Glasgow (UK)
In-situ Contaminated Sediment Capping Workshop
12-14 Maggio
Cincinnati (OH-USA)
CONSOIL 2003 “International Conference on Contaminated soil”
12-16 Maggio
Gent (B)
ECOTECH EUROPE “International Waste Management
& Technology Exhibition”
13-15 Maggio
Amsterdam (NL)
Safety & Health Expo 2003
19-22 Maggio
Birmingham (UK)
PROSEG.ITALIA “Salone professionale del facilities management
e global services”
17-19 Settembre
Torino (I)
SAIE “Salone internazionale dell’industrializzazione edilizia”
15-19 Ottobre
Bologna (I)
RICICLA
22-25 Ottobre
Rimini (I)
SINERGY “The International Energy Forum” 5-8 Novembre
Rimini (I)
MILANO ENERGIA “Mostra convegno delle risorse
e delle tecnologie energetiche”
25-28 Novembre
Milano (I)
AQUA “Mostra convegno delle tecnologie per il trattamento
e la distribuzione delle acque”
25-28 Novembre
Milano (I)
Il sito www.msha.gov della “Mine Safety and Health Administration”, l’ente statunitense che sovraintende alla sicurezza nelle attività minerarie e che fa capo all’”U.S. Departement of Labor”, si presenta con una nuova veste grafica; l’impostazione rimane però sostanzialmente invariata rispetto alla precedente versione.
Il sito non brilla, al primo impatto, per chiarezza dei contenuti e non risulta particolarmente “user–friendly”, ma può
rivelarsi una vera “miniera” di informazioni per chi opera nel settore, a patto di cogliere al volo i documenti che interessano e che rimangono “on – line” solamente per periodi limitati.
Il consiglio quindi è quello di non esitare a scaricare i documenti che interessano, perché la loro permanenza nel sito non è quasi mai di lunga durata.
L’attenzione prevalente è per le attività minerarie di superficie (carbone, sabbia, ghiaia, minerali non metallici, ecc.)
e molto spazio è dedicato alle iniziative promozionali e di sensibilizzazione dell’Ente.
Sono inoltre reperibili informazioni relative alla normativa locale.
Non particolarmente numerosi i link con altri siti che trattano le stesse tematiche.
www.msha.gov
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HS+E magazine
Nell’industria offshore le operazioni di sollevamento in mare, sia effettuate con gru di servizio installate sulla piattaforma o sui supply-vessel sia effettuate con le grandi crane-barge, sono una attività frequente.
I carichi in gioco possono risultare nell’ordine di parecchie centinaia di tonnellate nel caso di installazione di top –
sides, di moduli di processo o anche di templates o di altre strutture subacque.
Le attività svolte con ausilio di gru installate a bordo di mezzi navali sono spesso complicate dalle condizioni meteo
marine avverse, con il risultato di rendere maggiormente rischiose attività di per sé già complesse.
Tra le principali cause di incidente e/o di infortunio durante queste operazioni si rilevano le rotture e i malfunzionamenti delle apparecchiature di sollevamento.
Gli incidenti accorrono più frequentemente durante attività di routine che coinvolgono carichi relativamente leggeri;
è significativo che durante grandi sollevamenti, che per procedura prevedono accurati controlli preliminari sulle apparecchiature ed una meticolosa pianificazione dell’attività, si segnalino rari incidenti.
L’IMCA (The International Marine Contractor Association) aveva identificato tra le priorità per l’anno 2001 la massima attenzione per quanto concerne le attività di sollevamento in ambito offshore e la gestione delle relative apparecchiature. Aveva inoltre indicato come priorità la massima cooperazione e lo scambio di informazioni tra tutti gli
operatori offshore e tra tutti i siti, al fine di poter investigare qualsiasi evento critico (che non necessariamente abbia
portato ad incidenti con danni materiali o alle persone) correlato all’attività di sollevamento in mare.
A tale proposito è stato predisposto un “form” di indagine di facile e rapida compilazione in modo da poter standardizzare e successivamente processare le informazioni raccolte.
Lo scopo finale è stato quello di realizzare un archivio dati, l’”IMCA Lifting Appliance Incident Database”, che riportasse cause, effetti, ed individuasse soluzioni e azioni per ridurre incidenti, infortuni nonché perdite di tempo e perdite materiali (www.imca-int.com).
SHP ( The Safety and Health Practitioner)
“Lifts on the Ocean wave”
di Gary Ritchie & Tane Bugler
Corporate HSE
Consulting services
● Occupational
● Fire
Health & Safety
Risk Assessment & Fire Protection
● Environmental
● HSE
via Pirano, 7 • 48100 Ravenna
ph +39 0544 591393
www.techno-consulting.com
Engineering
System Engineering
● Facilities
Management
● Surveying
● Training
& Auditing
15
HS+E magazine
La valutazione e la gestione del rischio costituisce oggi in azienda uno degli obiettivi e delle sfide prioritarie sia per
garantire la salvaguardia ed il benessere dei lavoratori sia per assicurare un posizionamento competitivo sul mercato.
La seconda edizione di Health and Safety: Risk Management, oramai divenuto un “classico” in Gran Bretagna,
scritto da Tony Boyle un esperto di psicologia del lavoro, sistemi di gestione, tecniche di valutazione ed audit applicati alla sicurezza industriale, costituisce un importante riferimento per chiunque si occupi professionalmente di sicurezza ed igiene del lavoro.
Edito sotto l’egida dell’IOSH (The Institution of Occupational Safety and Health) questo libro può risultare di fondamentale aiuto soprattutto per chi, già introdotto alla materia, si appresti a progettare o implementare un sistema di
gestione della sicurezza (SGS).
Tra gli argomenti trattati le tecniche di individuazione e valutazione dei rischi, il controllo del rischio, l’investigazione
degli incidenti, il monitoraggio di tipo reattivo e proattivo, la misurazione delle performance, i fattori di rischio umani,
le tecniche di auditing, la gestione delle emergenze, la comunicazione del rischio ed i sistemi di gestione.
All’interno del testo numerosi e utili sono i richiami alla normativa anglosassone (che, laddove quella locale risulti
carente, può essere presa ad esempio come “norma di buona pratica”) ed agli standard di sistema HSG65, BS8800
e OHSAS18001.
Health and Safety: Risk Management
di Tony Boyle
IOSH Service Limited
504 pp, £ 59,95
➣Gestione Procedure per la Marcatura
CE, UL, CSA di prodotti e impianti
➣Realizzazione Disegni Tecnici
Faentia Consulting S.r.l.
Via Firenze 3, Faenza (RA)
Tel. 0546 667906
Fax 0546 687350
www. faentia-consulting.com
[email protected]
➣Redazione Manuali di Istruzione
per l’Uso e la Manutenzione
➣Traduzioni Tecniche (Lingue Europee
ed Extra-Europee)
➣Corsi di Formazione in Azienda
➣Ricerca Normativa Nazionale ed
Internazionale in Materia di Sicurezza
16
HS+E magazine
Editorial
Manila Galletti
HS+E Magazine issue zero! “Here’s another magazine ...”
somebody might say. And as if that wasn’t enough, a specialist
one.
Still, we believed there was a great need for such a magazine
... and here it is, originated with the idea of a group of engineers dealing with occupational health and safety and environmental issues in everyday life.
HS+E Magazine provides therefore not only “philosophical” or
“theoretical” suggestions; every issue will include case studies,
dealing with HSE issues, proposed by engineers, researchers,
specialists in the industrial, civil, naval and oil fields.
Moreover we believe that our peculiar publishing strategy might
prove successful: a showcase displaying periodical press, technical literature, new equipment coming form the Anglo-Saxon
and North European world, not yet widespread in Italy but particularly interesting and innovative. Both the introduction of the
so-called “good practices” and the will to circulate an AngloSaxon-style “HSE culture” will be two top priorities of our Magazine, which is just the “embryo” of what might become in the future. In any case, starting from this “issue zero”, case studies
analysis and solutions proposed will be a valid operational reference and aid for all those situations not yet adequately covered by Italian rules and standards.
TECNOLOGIE AVANZATE
PER RISPETTARE
LA NATURA
Dalle costruzioni alla tutela ambientale. E’ questa la strada intrapresa dalla Riccoboni Spa, società oggi leader per i servizi nel campo del trattamento e del recupero dei rifiuti industriali, delle
bonifiche ambientali e gestione globale (Global Service) dei profili ambientali di sistemi industriali
complessi (petrolchimici, raffinerie, industrie chimiche ecc.). La Riccoboni, è protagonista di un
processo di crescita e sviluppo che trova fondamento nella piena valorizzazione delle risorse
umane, nella costante ricerca ed innovazione tecnologica dei servizi proposti, nella applicazione
dei più alti livelli di qualificazione e certificazione del servizio. La Riccoboni Spa guarda al futuro
con la solidità di 35 anni di esperienza alle spalle ed una struttura in continua crescita nel campo
delle tecnologie avanzate a difesa della natura. Molti fattori hanno contribuito al salto di qualità
della Riccoboni. A cominciare dal fatto di aver creduto fin da principio nella “cultura verde” e poi
di aver impostato un “lavoro di squadra” che ha determinato la svolta dell’azienda.
In meno di un decennio la crescita della Riccoboni in questo settore tecnologico è stata esponenziale. La svolta negli anni Novanta: una sede nuova nel quartiere Spip, un’azienda che si è strutturata al suo interno, che ha diversificato clientela e produzione e soprattutto si è dotata di un
qualificato management. La Riccoboni opera oggi attraverso divisioni interne che si occupano di
progettazione, costruzione e gestione di impianti per il trattamento rifiuti, bonifiche ambientali con
impianti specifici, raccolta e trasporto rifiuti, smaltimento dei residui di lavorazione costruzione e
gestione di discariche per rifiuti urbani. I risultati conseguiti e le prospettive future avallate da un
solido portafoglio ordini (ad oggi 26 milioni di Euro) parlano da soli: 75 dipendenti, 15 milioni di
euro di fatturato annuo, commesse in tutta Italia.
Riccoboni s.p.a.
Via Nobel, 9/A - 43100 Parma
Tel. ++39.05.21.60.00.37 - Fax ++39.05.21.60.00.38
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