L`oasi che dice - Chimica Industriale

Transcript

L`oasi che dice - Chimica Industriale
L’oasi che dice
Periodico dell’associazione Oasi Felice
Stampato con il contributo dell’Università degli studi di Bologna
Anno I Numero 2
COPIA GRATUITA
L’importanza di farsi sentire
Quella di oggi è stata un’assemblea molto
bella e, credo, importante.
E’ stato presentato un documento che
prende una posizione molto netta contro
questa guerra che sembra sempre più vicina, e dopo un po’ di timidezza (forse reciproca) tra studenti e professori, è nato un
bel dibattito in cui
molti hanno preso la
parola,
in
cui
dall’argomento
“guerra” sono partiti
molte riflessioni su
molti temi, lo sviluppo sostenibile, la situazione economica mondiale, la distribuzione delle risorse, la responsabilità della
scienza (e di tutti quelli che si occupano di
essa) riguardo la progettazione delle ar-
mi...
Si è alzata anche qualche voce di disappunto, com’è giusto tutte le volte che ci si
siede di fronte e si decide di parlare di
qualcosa. Mi è sembrato che tutti siano
usciti soddisfatti, e, non credo di esagerare, anche arricchiti, al punto che è nata una
proposta concreta di
organizzare, in un
prossimo futuro, seminari e incontri dove poter ricominciare
a parlare di tutti questi argomenti che oggi sono stati solamente toccati di striscio.
Una cosa non mi è per niente piaciuta, mi
ha lasciato l’amaro in bocca: l’immagine
(Continua a pagina 2)
Dicembre 2002
“Mezzanotte
e cinque a Bhopal”
STORIA DI UN TITANIC CHE AFFONDÒ SENZA SCONTRARSI CONTRO UN ICEBERG
Bhopal 1984, cuore dell’India. In questi
giorni, nella notte tra il 2 e il 3 dicembre,
persero la vita tra le sedicimila e le trentamila persone (cinquecentomila i feriti) a
causa dell’azione devastante di una nube
di gas tossico proveniente dal guasto di un
impianto chimico.
New York, luglio 1957. In un laboratorio
del Boyce Thompson Institute un’equipe
di ricercatori giunsero alla formulazione di
un pesticida miracoloso che “avrebbe armato la mano di tutti i contadini del mondo”.
"ESSERCI STATO O NON ESSERCI STATO...."
(per qualcuno questo è il problema)
....Beh io c'ero, ma secondo me il vero
problema è PENSARE o NON PENSARE, SENTIRE o NON SENTIRE (o peggio, non VOLER sentire).
Questo è quello che ho pensato all'uscita
dell'aula lunedì mattina dopo quell'assemblea che, per quanti "pochi" avesse radunato, mi ha dato sicuramente un motivo
per dire la mia opinione sul problema.
Sono state dette cose forti, sviscerati argomenti importanti, esposte opinioni UTILI
e meno...
Quando ho deciso di iscrivermi a Chimica
Industriale non avrei mai pensato di sentire parlare nei corridoi di problemi di cui
solo "Via Zamboni" puo' occuparsi o tentare di risolvere e opporsi. Questa sensibilizzazione da parte degli studenti è sicuramente sinonimo di apertura mentale e di
coraggio; il coraggio di andare contro un'opinione pubblica che vede la nostra
facoltà come una fabbrica che "produce
scienziati monouso e limitati"....
L'emozione più forte che ho provato durante l'assemblea è stato sicuramente
il dibattito paritario Studenti-Docenti, questi ultimi hanno dimostrato sicuramente
fiducia (a parte un intervento di "un uomo
con cappello") alla volontà dei primi di
esprimere un'idea che va al di fuori degli
schemi rigidi che ci troviamo ogni giorno
a dover seguire.
All'inizio del primo anno un professore ci disse in un corridoio "Ragazzi vivete
l'università, mattina e pomeriggio,in aula e
soprattutto fuori.." Ora capisco cosa significavano quelle parole.
E proprio loro, i docenti, sono i personaggi-chiave di questa sensibilizzazione comune; si è parlato di seminari futuri ma
rischieremo di trovarci ancora così
"pochi" se non si riesce ad aumentare il
bacino d'utenza quindi, chiedo a voi scienziati che avete gia vissuto queste emozioni, di dare un'input ai ragazzi che per qualsiasi motivo (parziali, treno, tiramenti di
ogni tipo) hanno saltato quest'assemblea e
"non hanno tempo" di PENSARE perchè
considerato INUTILE.
Jimmy
Ventisette anni separarono la nascita del
cosiddetto Sevin dalla tragica catastrofe
indiana. Anni scanditi dall’intrecciarsi di
vicende umane tanto estranee tra loro
quanto legate dall’effige bianca e blu della
multinazionale americana. Cosa successe
quella notte? Chi avrebbe potuto evitarlo?
Perché nessuno si accorse di nulla? A queste domande, lecite quanto disperate, hanno provato a rispondere Dominique Lapierre e Javier Moro, discreti e allo stesso
tempo intensi indagatori delle svariate
forme che assunse quella tragedia. Non si
tratta di un giallo, ma di una ricostruzione
umana e trasversale, basata sulle singole
storie della gente che visse, oltre ad una
semplice collaborazione, l’incontro tra due
realtà opposte: l’alta tecnologia occidenta(Continua a pagina 3)
Pagina 2
L’oasi che dice
Le osterie di Bologna
Cose di musica...
I puntata
“...sono ancora aperte come un tempo le osterie di fuori porta…”
In questo nuovo spazio abbiamo pensato di raccontarvi alcuni locali bolognesi
che secondo noi vale la pena conoscere
per capire meglio lo spirito di questa
città.
Cominceremo con un locale storico: l’
Osteria del Moretto. Situata poco fuori porta san Mamolo, in una delle zone
probabilmente più belle di
Bologna, essa affonda le
sue radici nella storia cittadina. Infatti già esisteva a
metà dell’ 800, mentre i
locali entro cui sorge risalgono al XIV secolo.
Da qui è passata tutta Bologna, a partire dal poeta
Giovanni Pascoli, fino ad arrivare in
anni più recenti ai fumettisti Bonvi e
Andrea Pazienza e al cantautore e poeta
Francesco Guccini. Quest’ultimo, nel
suo recente film autobiografico, parla
dell’osteria come di uno dei posti della
città a cui è più affezionato.
Musica d’atmosfera, alle pareti locandine di spettacoli teatrali e vecchi manifesti pubblicitari a testimoniare più di un
secolo di cultura: il contesto ideale per una serata
conviviale da passare tra
amici, accompagnata magari da una bottiglia di vino
(anche due)…e qui sicuramente il vino non manca.
Alcune sere alla settimana
(martedì e giovedì) si fa
anche musica Jazz dal vivo.
Dal 1996 l’ osteria, insieme
al complesso di edifici entro cui si trova, è sotto tutela del Ministero dei Beni Culturali per il suo valore
storico-artistico.
Mauro&Leo
Per dare inizio a questa rubrica, come musicista potrei snocciolarvi termini quali
cadenza, giro armonico, sincope o semibiscroma; così facendo rischierei però di
annoiarvi e annoiarmi. Poi nessuno leggerebbe più nulla scritto da me. Tutto finito
prima di cominciare.
La mia intenzione è invece quella di fare,
nel corso dei numeri del giornalino, una
panoramica più o meno vasta e dettagliata
della musica italiana e internazionale.
Vi dico subito che le mie personali conoscenze si offuscano verso la prima metà
degli anni ’90 e quindi dal quel periodo in
avanti dovrà venirmi in aiuto qualcuno più
esperto.
Per quanto riguarda il trentennio 1960 1990, sarà un piacere illustrarvi quanto so
(e in caso di lacune prometto di informarmi in merito); l’idea generale è quella di
completare, per quanto possibile, la conoscenza musicale che accomuna la maggior
parte di ragazzi e ragazze di età compresa
tra i 19 e i 26 anni.
L’importanza di farsi sentire
(Continua da pagina 1)
dell’aula 1 inizialmente semideserta, che
ha fatto fatica a riempirsi, mentre i corridoi e l’atrio erano, fino a cinque minuti
prima, pieni di gente... In molti hanno
trovato una scusa, ho un impegno importante, ho il parziale, non posso dedicarmi
ad altro sono troppo immerso nello studio,
altri ne hanno semplicemente approfittato
per tornare a casa un po’ prima e guardarsi
un po’ di televisione.
Mi dispiace, perché credo, innanzitutto,
che comportandosi così si rischi di perdere
un’opportunità importante. Ora, non vorrei dire cose non vere, ma non credo che
siano molte le facoltà dove sia concretamente possibile un confronto, come quello
che c’è stato oggi, che trova di fronte studenti e professori, che permette di mettere
sul tavolo questioni così importanti e di
discuterne apertamente, arrivando addirittura all’approvazione di un documento
comune che è sottoscritto da tutte le realtà
che vivono in facoltà, studenti professori e
ricercatori. Una scena come quella di oggi
per fortuna non ha compromesso il buon
esito dell’iniziativa, ma al momento mi ha
fatto temere il peggio; se dovesse succedere che quello che è uscito da
quest’assemblea dovesse morire
nell’indifferenza generale mi incazzerei
davvero, perché si tratterebbe di un progetto importante scema per una ragione
stupida.
Se veramente esiste una possibilità con-
creta di far sentire la propria voce, di cercare di far qualcosa per cambiare lo stato
di cose attuale, di rendere visibili i propri
punti di vista, allora questa possibilità
bisogna sfruttarla. E dire “ragazzi sono
con voi” oppure “non condivido una parola di quel documento” non ha molto significato, se si perde in una chiacchierata tra
amici e non viene portato all’interno di
momenti come quest’assemblea. Certo,
possiamo continuare a dichiararci
“indignati”, a leggere i giornali preoccupati, a parlare di guerra e di pace e di tutte
queste belle intenzioni, per mantenerci la
coscienza pulita e continuare così a dedicarci tranquillamente ai regali di Natale ed
agli esami della settimana prossima... Oppure possiamo davvero pensare di farlo,
questo passo avanti, e partecipare, farci
“partigiani”, avere il coraggio di far sentire le proprie idee e portarle di fronte alle
altre persone, invece di tenerle in un cassetto e sfoderarle solamente quando ci fa
comodo.
Martedì sera ci sarà una fiaccolata simbolica, in cui tutto quello di cui abbiamo
parlato oggi scenderà in piazza e chiederà
di essere ascoltato; spero di vedere le candele anche di tutti quelli che oggi hanno
lasciato la sedia vuota.
“Anche se voi vi credete assolti
siete lo stesso coinvolti”
De André
Bobo
Ogni volta si potranno alternare monografie di gruppi oppure digressioni su un certo periodo o un genere musicale.
Sempre e comunque si accettano idee per
fare in modo che questa sia una rubrica
davvero completa. Per proporre qualsiasi
cosa potete utilizzare l’indirizzo e-mail del
giornalino oppure soffermarvi un attimo in
più nel sottoscala dove ha sede Oasi Felice.
Per alleggerire un po’ le varie puntate della rubrica cercherò di inserire ogni tanto
anche qualche notizia curiosa che possa
far riflettere maggiormente su quel mondo
sconosciuto in cui vivono le star.
Sicuramente esistono gruppi o singoli che
sono rimasti anche nella memoria dei più
giovani. Chi non si ricorda i Beatles, i
Pink Floyd, i Deep Purple? Almeno ne
abbiamo sentito parlare più o meno tutti.
Dal prossimo numero cominceremo questa avventura, sperando che sia di vostro
gradimento…
Feffe
Anno 1, Numero 1
La chimica
di tutti i
giorni
Ci sono molti prodotti di uso quotidiano che usiamo e vediamo usare ogni
giorno che hanno dentro tanta chimica
“curiosa” e trovo che possa essere carino sfruttare un piccolo spazio in
questo giornalino per creare una rubrica chiamata appunto “Chimica di tutti
i giorni” in cui discutere su tutte queste molecoline create in
laboratori e da questi
uscite per entrare a far
parte in maniera irreversibile della nostra vita.
Vorrei iniziare parlando
un po’ delle tinte per
capelli giacché sono un
po’ fanatica di questo
argomento; dovete sapere che esistono
diverse classi di coloranti per capelli
che differiscono per la formulazione
e per la durata della tinta.
Una volta si usavano delle tinture a
base di alcuni metalli come argento,
bismuto, piombo e altri che, mediante
una reazione fotochimica o riduzione
o decomposizione, depositavano sul
capello solfuri o ossidi del metallo che
si legavano capello. Per motivi dovuti
all’elevata tossicità, le tinture a base
metallica sono state sostituite da prodotti a tossicità più bassa. Non dimentichiamo però che i pigmenti a base
metallica sono molto utilizzati nel
campo dei coloranti soprattutto nella
produzioni di vernici, smalti, lacche
ecc.
Le tinture di ossidazione, o permanenti, sono quelle più aggressive ma anche quelle che garantiscono un effetto
più duraturo e assolutamente coprente.
La miscela colorante contiene delle
ammine aromatiche (precursori), soprattutto p- fenilendiammina e p- toluendiammina, che
penetrando
all’interno della fibra capillare, in presenza di acqua ossigenata, reagiscono
tra di loro dando una reazione di autocondensazione formando il pigmento
colorato vero e proprio, il quale, avendo dimensione elevata, rimane intrappolato all’ interno del capello. La penetrazione dei precursori all’interno
Pagina 3
del capello è facilitata da un agente
rigonfiante, solitamente ammoniaca
(1% max), mentre l’acqua ossigenata
funge anche da decolorante del pigmento naturale.
A volte sono a volte aggiunti dei nitro
o azoderivati che si legano alla cheratina della fibra capillare e che, in
combinazione col prodotto colorante
che si ottiene dalla condensazione
danno sfumature particolari che vanno
dal biondo platino al viola.
Ci sono poi le tinture dirette, più blande,costituite da coloranti preformati a
base di nitroammino idrossi benzene,
amminoantrachinoni e indofenoli, che
formano legami sufficientemente stabili con la cheratina del
capello ma che vengono
rimossi con 5-6 shampoo. Talvolta sono addizionati con estratti vegetali
al fine di ottenere particolari sfumature di colore. Non utilizzano agenti
rigonfianti e sono di solito quelle che riportano sull’etichetta:
senza ammoniaca.
La rimozione della tintura può essere
fatta a opera di riducenti, che scindono il pigmento in molecole piccole in
grado di fuoriuscire dal capello ed
essere lavato via, o di ossidanti che
distruggono sia il colorante che il pigmento naturale, con una conseguente
schiaritura del capello.
Per mantenere inalterato l’effetto della
tintura il più a lungo possibile è preferibile utilizzare uno shampoo leggermente acido, che tende a mantenere il
capello integro e quindi meno soggetto al rilascio del colore.
I coloranti in commercio, quelli di
ossidazione in special modo, richiedono degli inibitori della autocondensazione ad opera dell’ossigeno atmosferico. A tal scopo si usano dei riducenti
come NaHSO3, acido ascorbico e acido tioglicolico.
Infine i prodotti contengono solventi,
tensioattivi e addensanti per rendere
l’aspetto più omogeneo ed essenze
profumate che aiutano a mascherare
gli odori sgradevoli soprattutto quello
di ammoniaca.
Spero di non avervi annoiato con delle
banalità e accetto volentieri suggerimenti (anche quello di lasciar perdere!) all’indirizzo: lalem600@hotmail.
com
Lale
STORIA DI UN TITANIC CHE AFFONDÒ…
(Continua da pagina 1)
le, la sua mentalità di onnipotenza e la vita
misera degli abitanti delle bidonville locali, presso le quali venne installato il grande gigante buono, il labirintico impianto.
Il reciproco stupore per qualcosa di nuovo,
inquietante e misterioso allo stesso tempo,
ebbe una forza trainante per la gente del
posto, abituata ad accontentarsi di nulla, e
per chi, succube di immensi grattacieli e
ritmi sfrenati, venne sedotto dal fascino
popolare, dalle usanze e dal coraggio quotidiano degli abitanti di Bhopal. Furono
proprio i ritmi quotidiani di questo popolo
a scandire i tempi dell’impresa, a darle
importanza conferendole (nella prima fase) un’impronta quasi eroica.
Leggendo questo libro si assapora la sfida
della ricerca svolta dai tre pionieri newyorkesi pressati dalle aspettative, si esulta alla nascita del colosso d’acciaio e si
avverte tutta la tensione che accompagnerà il periodo “decadente”, fino all’impatto
con la tragica realtà dei fatti: un mondo
antico, abbagliato da un sogno fattosi tangibile, schiacciato dall’impotenza e smarrito nell’incredulità.
Non si può leggere “Mezzanotte e cinque
a Bhopal” senza il rispetto degli eventi,
delle persone, dei luoghi e della memoria,
più che mai attuali per i nostri tempi e a
maggior ragione per i nostri studi.
Dopo questo ennesimo episodio sono tentato di affermare che saremo sempre in
balia del caso, di fatti accidentali, prede di
piccole distrazioni dalle conseguenze drastiche. Poi cerco di convincermi che si
otterrebbero ottimi risultati se, invece di
elogiare l’infallibilità delle nostre macchine, incominciassimo ad enumerare i limiti
umani, i possibili cali di attenzione e quel
pericolante senso di responsabilità che ci
distingue da una macchina (qualcuno ha
detto che si può morire schiacciati da un
gigante masso, ma anche da un’enorme
quantità di minuscoli granelli di sabbia…).
Un consiglio: come uno storico, cercate di
trarre beneficio dagli avvenimenti accaduti
leggendo nei fatti un chiaro avvertimento;
con attenzione da giornalista, valorizzate
ogni singolo dettaglio e come un giudice
soppesate le responsabilità del caso; se
riuscite, rimanete spettatori consapevoli di
quanto queste pagine siano attuali e dense
di significato.
zagano
Pagina 4
L’oasi che dice
L’intervista doppia di Cisco:
Todesco - Ricci
Paolo Edgardo Todesco
Nome
Alfredo Ricci
Professore universitario
Professione
Docente Universitario
Chimica Industriale
Laureato in
Chimica Industriale
1957
Anno
1963
110 e lode
Voto
108
Circa 4500 euro
Quanto Guadagna
Abbastanza
Troppi
Argomento mai capito
Matematica
Non faccio domande per segare gli
studenti
Domanda per segare gli studenti al
suo esame
Trasposizioni sigmatropiche
Un giudizio su
Formidabile
Gino Strada
Mi è indifferente
Una tradizione della facoltà
Biscarini
Un po’ lento
Splendido
Cofferati
Da tenere d’occhio
Un mio studente
Bartoli
Ci si gioca volentieri
Porca vacca
La parolaccia che dice più spesso
Porca puttana
EEEHHH….
Sì è mai ubriacato
Si
Sinistra
Destra o Sinistra
Né estrema destra né estrema sinistra,
guardo le persone
È favorevole a:
Si
Legalizzazione droghe leggere
No
No
Le ha mai usate?
No
No
Guerra in Iraq
No se cessano le altre guerre
No
Massoneria
È come il Rotary il Lions:una lobby
con alcune degenerazioni come tutte
No
Numero chiuso
Dipende dalle facoltà e dalle esigenze del mercato
No
Case chiuse
Si
30 anni
A che età la prima volta
18 (record per i tempi)
Questo non lo dico
L’ultima volta che ha fatto l’amore
Molto di recente. Non ieri perché
avevo il raffreddore
Si
Ha mai guardato un porno
Certamente
Tre aggettivi per il vecchio ordinamento
Come lo avevamo riformato
andava bene
1
2
3
Classico
Redditizio
Di buona produttività
Tre aggettivi per il NO
Perplessità
1
2
3
Le parolacce le ho già
dette
Un commento su:
Disastrosa
Finanziaria 2003
In un Italia che invecchia è un pericolo se penalizza la ricerca e le esigenze dei giovani
Incredibile
Devolution
Prematura (serve una maturazione
della classe politica)
Fa quello che può
Giustizia in Italia
Pericolosa non garantista
Mah… (ghigna)
Procura di Cosenza
Velleitaristica (reati di opinione non
provati)
Incredibili
I poliziotti della Diaz
Eccessivi ma in una situazione particolare
Ciao, ciao
Saluti l’altro
Ciao Paolo (il mio relatore)
Nessuna
Quante bugie ha detto in questa
intervista?
Fatemi pensare…Nessuna
ADDIO SOGNI DI GLORIA
Considerazioni sulla
Finanziaria 2003
La Legge Finanziaria indica le scelte politiche e programmatiche di un governo in
merito ai settori di investimento e di disinvestimento.
La seconda finanziaria del duo Berlusconi-Tremonti arriva nel pieno di una crisi
delle entrate nelle casse dello Stato e poggia su entrate molto “incerte” perché dipendenti per lo più da concordati. I regali
post-elettorali e l’inutilità della Tremontibis nel far ripartire davvero l’economia,
l’incredibile aumento dei prezzi (forse
oltre la misurazione Istat), il mancato recupero salariale e quindi la conseguente
discesa della circolazione del denaro, stanno portando in una fase di rara coincidenza tra “stagnazione” e “alta inflazione”. In
tale contesto, la finanziaria 2003 accentua
enormemente le caratteristiche già evidenziate nel 2002 di disinvestimento nel settore pubblico, con un attacco diretto e durissimo al sistema della scuola,
dell’Università e della Ricerca pubblica;
accanto ad un attacco indiretto, attraverso
la riduzione dei trasferimenti alle Regioni
e ai Comuni, al sistema sociale, alla sanità, al diritto allo studio, ai trasporti.
Il contesto in cui cade la legge finanziaria
è inoltre un contesto estremamente preoccupante per tutto il sistema della formazione e del diritto allo studio. C’è una generale crisi delle politiche del diritto allo studio, con un decremento del numero di
borse elargite in quasi tutte le Regioni, ed
un aumento delle spese di vita degli studenti fuori sede.Dilagherà il fenomeno
dell’aumento delle tasse e nessuno dovrà
credere che serviranno ad aumentare i
servizi agli studenti, bensì a coprire gli
aumenti stipendiali non coperti dallo stanziamento.E’ inoltre probabile un ritocco
sulla tassa regionale per il diritto allo studio, anche qui con pure motivazioni
“difensive” e con nessun aumento dei servizi né delle coperture. Tutto questo meentre in molte città stà esplodendo (al secondo anno di incrementi delle iscrizioni)
la cronica mancanza di strutture universitarie alla quale, in mancanza di fondi, sarà
difficile dare risposte con un’ulteriore
spinta a forme selettive all’ingresso “in
nome della qualità”.
Una situazione questa in cui, oltre ad una
riduzione complessiva di quasi tutti i capitoli di spesa, dai fondi per l’attuazione del
piano triennale a quelli per l’ampliamento
dell’offerta formativa, a quelli sul diritto
allo studio (aggravati quest’ultimi dai tagli
ai trasferimenti alle Regioni), è quantomeno complesso poter parlare di mobilità
studentesca con una conseguenza tragica
quale l’aumento della selezione sociale.
Un capitolo a parte merita certamente
Pagina 5
l’articolo 15 (Disposizioni in materia di
innovazione tecnologica) che sebbene non
sia inserito nella parte riservata
sull’università ne è strettamente legato. Il
suddetto articolo dovrebbe (rimane il condizionale, tutti i possibili interlocutori fanno spallucce, sono mie supposizioni) essere uno strumento atto alla creazione dello
spazio europeo dell'e-learning, punta di
sfondamento per l'adeguamento alle richieste del WTO e degli USA, scritte nei
trattati del GATS, che renderebbero l'educazione "open" al libero commercio. In
breve, con questo articolo si regolamentano i criteri per il rilascio di titoli accademici da parte di istituzioni private (vedi
Cepu). Lascio a voi le possibili conclusioni…
Durissima è inoltre la centralizzazione del
controllo delle spese degli Enti, una sorta
di macrocommissariamento da parte di
Tremonti di tutte le autonomie.Ci troveremo difronte ad uno smantellamento del
Fondo di Finanziamento Ordinario, attraverso una ulteriore riduzione di oltre 100
milioni di euro rispetto alle previsioni per
il 2003, dunque di oltre 200 milioni di
euro rispetto al FFO del 2002.Assistiremo
alla decurtazione dei Fondi per la Ricerca
e delle sovvenzioni ai principali Enti di
Ricerca che impediranno anche di coprire
le pure spese di mantenimento di molti
degli Istituti del CNR, portando alla paralisi gli stessi e affiancando a questa la
“riforma” che porterà la Ricerca sotto il
diretto controllo del Ministero anche in
termini di nomine, cancellando così la sua
storica autonomia(come neanche il fascismo osò fare); c’è infine il blocco delle
assunzione del pubblico impiego ( per la
prima volta esteso anche ai docenti universitari):la precarietà lavorativa intorno al
sistema universitario crescerà ulterioemente essendo impossibile per gli atenei
politiche di assunzione a tempo indeterminato.
Ricapitolando, Le Università non hanno i
soldi per coprire gli aumenti stipendiali, la
qualità della didattica e dei servizi è destinata a crollare e le tasse ad aumentare esclusivamente per la copertura della spesa
corrente.Il taglio dei fondi sul diritto allo
studio, il taglio dei trasferimenti a comuni,
province e regioni, le nuove leggi regionali proposte in alcuni "avanposti" di questa
"destra" tendono a demolire le possibilità
di "mobilità studentesca" mandando in
crisi il sistema del diritto allo studio in
Italia. La crisi del diritto allo studio correlato al taglio dei finanziamenti, che avrà
conseguenze disastrose innanzitutto negli
Atenei ubicati in territori non economicamente "forti" e sostanzialmente privi di
tessuti industriali solidi (ma in Italia dopo
la crisi dell'auto, dell'elettronica, delle
telecomunicazioni....cosa rimane?) non
farà che soffocare i tentativi di riscatto del
Mezzogiorno.
L’oasi che dice
Operazione festa di facoltà...
...ed ora nulla sarà più come prima!
Ed anche questa volta ha funzionato
tutto alla perfezione. Nonostante tutte
le polemiche e gli scandali, nonostante il “Giurgiazagate” che ha denunciato l’ambiguo sistema di distribuzione
dei biglietti, chiaramente basato su
favoritismi e intrighi sottobanco,
l’imponente macchina organizzativa
messa su dall’ormai irrefrenabile
Giurgiaza ha funzionato a meraviglia
facendo decollare la sua popolarità…
Anche questa festà di facoltà
è passata velocissima lasciandosi alle spalle una marea di
canzoni, bicchieri di birra,
risate, baci e abbracci, ed anche questa volta tutto questo
è stato superbamente documentato, con la consueta dovizia di particolari, dalla sapiente telecamera del prof Todesco, che rimane
così il detentore di informazioni ed
immagini che potrebbero stravolgere
la vita sentimentale di molte coppiette…
Proprio per non essere invadente e
non rubare il palcoscenico al contributo video, che con ogni probabilità esordirà in un’unica e irripetibile proiezione il giorno della festa di Natale, e
I Rettori sono in fibrillazione, la Confindustria pure(che però chiede soldi per ricerca applicata), teorizzando una ricerca di
base al pubblico ed una applicata alle industrie (teorizzando cioè una demarcazione netta tra ricerca di base e ricerca applicata...bah), i docenti sul piede di guerra
(più per la proposta di stato giuridico
che gli sta preparando el berlusca direi), i
ricercatori sono disperati, gli specializzandi (lasciati senza soldi dalla finanziaria) in
rivolta, e gli studenti…dormono sogni
tranquilli.
Vi lascio con una piccola considerazione
personale: con gli enti di ricerca che sono
al collasso ( non essendo in grado di programmare attività pluriennali),con il CNR
che sta uscendo da tutti i progetti europei
di ricerca,il sogno di un paese che punta
sulla qualità, il sogno di molti studenti di
poter continuare, i sogni di una generazione di giovani dottorandi, il sogno di svecchiare il corpo docente, tutti i miei sogni…stanno per scomparire.
Cisco
considerato il fatto che i miei ricordi
sono, come al solito, frammentari ed
etilici, mi limiterò a ripercorrere la
serata per sommi capi, giusto cercando di dare un’idea.
La festa è cominciata in perfetto orario, con un vero e proprio pezzo (anzi,
direi quasi “petzo”) forte, l’esibizione
degli Alvear Vitrius, che festeggiavano per l’occasione la notizia fresca
fresca del quindicesimo disco
di platino. Come ormai succede nelle poche apparizioni in
pubblico del mitico gruppo,
definiti da Rolling Stone “la
frontiera definitiva del classicnu-post-cis-trans-homo-lumometal”, la ressa era incredibile,
il fun club “Alvear Criù” aveva organizzato pullman da tutta Italia, il pogo è stato molto pesante
ma corretto, anche se quando è partito
l’assolo di “Mind” la platea è esplosa,
la situazione si stava facendo forse
troppo calda, e l’imponente servizio
d’ordine non è riuscito ad impedire
l’intrusione di 2 ragazze nude nel camerino del cantante, episodio che ha
provocato le ire della sua morosa…
Subito dopo è stato il turno dei Lay
Faces con un’esibizione impeccabile e
trascinante, che ha messo in luce un
ottimo livello tecnico ed un cantante
perfetta incarnazione dell’animale da
palcoscenico, tant’è che al termine del
concerto in molti hanno iniziato a sussurrare che un featuring con Andrea
Bellotti ed i suoi Alvear potrebbe essere il colpaccio discografico
dell’anno, ben superiore a quello degli
Audioslave…
Dopo questa scarica d’adrenalina è
toccato ai classici Acoustic Jam terminare la parte “live” della serata. I nostri veterani non hanno potuto trascurare vecchi cavalli di battaglia come
“Alle fattorie di Robiola Osella” e
“Vola mio mini pony”, per sottolineare il livello impegnato e culturalmente
elevato del gruppo… Non sono nemmeno mancate canzoni più politiche
come “Cohiba” (grazie per la dedica
al sottoscritto), al termine della quale
tutto è stato bloccato da una circolare
del ministero dell’interno che ricordava che nel caso dell’esecuzione di
(Continua a pagina 6)
Pagina 6
L’oasi che dice
La ricetta di Samantha:
Torta delle stelle
INGREDIENTI:
Per la base: 60 g di burro;3 cucchiaini di
melassa (i cucchiaini nn devono essere
mestoli!!!);350 g (ma potete abbondare!!)
di biscotti Pan di stelle (sono ottimi anche
quelli made in discount, hanno lo stesso
nome, lo stesso sapore…e costano la metà!!!!)
Per il primo strato:500 g di mascarpone;100 g di zucchero;3 tuorli d’uovo ;5/6
cucchiaini di gelatina in polvere;9 (….e nn
uno di più!!!) cucchiaini di H2O;100 ml di
Marsala
Per la guarnizione:
2/3 fichi, tagliati a fette;4/5 albicocche
sciroppate;qualche acino di uva bianca e
nera, tagliata a metà e privata dei semini
(nell’eseguire questa operazione nn dovete
distruggere i poveri ed innocenti acini ...ci
vuole pazienza e la puntina di un coltellino…leggeri leggeri!!!);lamponi, more,
ribes, chicchi di melograno a go
go;meline selvatiche (danno il
tocco di classe!!)
PROCEDIMENTO:
9 Sbriciolate finemente i biscotti tranne una decina
(interi) che serviranno per la
guarnizione;
9 Far fondere in un pentolino
(…a fuoco basso!!) il burro
con la melassa, e poi versare il composto ottenuto nella ciotola assieme
ai biscotti, mescolando sino ad ottenere un composto compatto.Rivestire
con il composto il fondo di uno stampo(φ 20cm), livellando con cura
9 Montare i tuorli con lo zucchero (per
questo rivolgersi alla dott.ssa Silvia
Gavioli!!)
9 A parte unire al mascarpone circa 6
cucchiaini di Marsala, sino ad ottenere una crema omogenea.
9 Stemperare la gelatina nell’ H2O in
una ciotolina e farla sciogliere riscal-
Operazione Festa di Facoltà
(Continua da pagina 5)
“Locomotiva” di Guccini la facoltà di
Chimica industriale avrebbe chiuso i
battenti per lasciare spazio alla nuova
sede della redazione bolognese del
TG4…
Al termine di questo spettacolare concerto hanno preso la parola i Dj, e non
posso fare a meno di citare il nostro
impareggiabile Pigi con il suo inconfondibile berrettino, che ha riempito la
sala con una pioggia di allegri stornel-
9
9
9
dandola a bagnomaria. Incorporarla,
ancora tiepida, al mascarpone e amalgamare bene il tutto aggiungendo
anche i tuorli. Versare quindi nello
stampo (sopra al composto compatto
dei biscotti), livellare bene e passarlo
in frigorifero a rassodare ( una
mezz’ora!!)
Riunire la frutta tagliata in un recipiente, bagnarla con il Marsala avanzato e lasciar marinare per pochi minuti(bastano 15/20 minuti).
Filtrare (naturalmente con filtro a
pieghe!!!) il liquido della marinata,
trasferirlo in un pentolino e ridurlo a
sciroppo (..a fuoco lento!!!)
Infine….la guarnizione: disporre i
biscotti a mo di corona sul dolce,al
centro decorare con la frutta sgocciolata e spennellare con lo sciroppo
raffreddato.
9 Passare in frigorifero a rassodare (come il mio sedere!)
Un tocco di classe: prima di portare
in tavola, prendere luna piccola
parte dell’ albume rimasto e sbatterlo con una forchetta, immergetevi i ribes, in modo da rivestirli uniformemente, e passateli nello zucchero. Riponeteli in freezer per
circa 10 minuti affinchè l’albume si
rapprenda ,poi decorare la torta con i ribes
brinato!
Spero che la prossima collaborazione con
Mirco Fini, sui vini dia risultati più veritieri(da correggere questa frase ignobile…..ma nel complesso la follia è intatta!!)
Arrivederci alla prossima portata
Samantha
PS: si nota che sono un po’ egocentrica!!!
li e melodie armoniose che ha soddisfatto le orecchie sempre più esigenti
della fascia “metallara” della facoltà,
che diventa sempre più nutrita…
Preferirei fermarmi qui con la cronaca: il resto della serata, com’era prevedibile, si è sviluppato in senso abbastanza disordinato, ci sarebbero
mille altri aneddoti da raccontare ma
credo sia meglio evitare denunce per
diffamazione ed invitare tutti quanti, a
nome dell’impareggiabile Giurgiaza,
alla prossima festa di facoltà…
Venti
di guerra
“La guerra è pace,
la menzogna è verità”
G. Orwell
Ormai è assolutamente evidente: presto ci
troveremo di fronte ad una nuova guerra,
anzi sotto certi aspetti questa nuova guerra
è già cominciata.
Presto assisteremo a nuovi bombardamenti, per inciso questa volta sull'Iraq, ai soliti
proclami altisonanti sulla civiltà occidentale che esporta con le bambe i suoi valori
di giustizia e democrazia, al solito corollario degli effetti collaterali (morte e distruzione di civili per tradurre dal politically
correct).
Ancora una volta sentiremo, anzi già li
sentiamo quotidianamente, sermoni sul
nuovo capitolo della lotta che sarà infinita
ma trionfale contro il terrorismo, spesso
da qualcuno confuso, in deliri mistici da
crociati medioevali, con il mondo islamico
in toto.
C'è però, in tutta questa vicenda che potrebbe sembrare usuale, una profonda novità, un salto di qualità che per la prima
volta viene esplicitamente teorizzato ed
esplicitato.
Si tratta della dottrina della cosidetta
'guerra preventiva' ossia della possibilità,
come si legge nel rapporto sulle strategie
di sicurezza nazionale redatto dall'amministrazione Bush, di colpire militarmente i
paesi che costituiscono una potenziale ed
ipotetica minaccia agli Stati uniti, il cosidetto asse del male, in qualunque momento ed in qualunque modo.
E' evidente come tutto ciò non solo costituisca una evidente violazione del diritto
internazionale, che per inciso ricadrebbe
nella definizione che l'ONU da di atto
terrorstico, ma prefiguri anche un immediato futuro in cui la guerra diventa globale e permanente strumento primo di risoluzione delle controversie internazionali
nonchè metodo per affermare e perpetuare
un ordine economico che da solo fatica a
reggere il peso delle crescenti tensioni
sociali ed ambientali.
Dovremo tutti, tutti i cittadini di buon senso o semplicemente democratici, sentirci
allarmati di fronte a questa prospettiva,
che tra l'altro non esclude nemmeno il
ricorso all'opzione atomica come dichiarato da segretari di Stato Statunitensi.
Nella scelta di attaccare a tutti i costi l'Iraq, già decisa dall'amministrazione Bush
vediamo il più fulgido esempio di questa
Pagina 7
teoria, sappiamo bene quali sono i reali
motivi dell'attacco che poco hanno a che
vedere con le armi di distruzione di massa
possedute da Saddam Hussein e molto con
la necessità di controllo di un area strategica e del petrolio iracheno come metodo
per il rilancio di un economia americana
in fase di recessione.
Non ci facciamo ammaliare da risoluzioni
di comodo fatte approvare dal Consiglio
di Sicurezza delle Nazioni Unite: il possesso di armi di distruzione di massa da
parte del regime di S. Hussein è del tutto
ipotetico, anzi improbabile, come argomenta l'ex ispettore ONU Scott Ritter
(peraltro non un no-global, ma un militante del partito repubblicano ed elettore di
Bush).
Piuttosto è il meccanismo stesso della risoluzione che è congegnato in modo tale
da fornire in ogni caso il pretesto per un
attacco, come del resto già si fece durante
la crisi del 1998, cosi da fornire una copertura giuridica o almeno una parvenza.
Questo è un punto fondamentale, noi continueremo a ritenere inaccettabile una
guerra anche se essa sarà approvata dall'ONU, a cui, in tal caso rivolgeremeo una
severa critica sul merito delle decisioni
prese, e pensiamo anche che un atteggiamento di questo tipo sia molto più rispettoso del ruolo di quell'istituzione rispetto
all'uso che qualcuno ne fa per coprire proprie dissenate scelte unilaterali.
A questo punto si impongono, poi alcune
considerazioni, è illogico spacciare la
guerra all'Iraq come guerra al terrorismo
islamico, quello iracheno è un regime totalitario ma laico con una legislazione antislamista, non è un sostenitore ma un possibile obiettivo di Bin Laden.
Secondo una vera transizione democratica
in Iraq non avviene con le bombe per sostiuire Saddam con un nuovo satrapo per
qualche anno favorevole agli interessi occidentali, ma favorendo una maturazione
politica della società irachena in modo che
dal'interno si delinei la transizione, non a
caso contro la guerra si è espressa l'opposizione irachena.
Da ultimo, e soprattutto, dobbiamo avere
la forza di rifiutare una lotta al terrorismo
che si basi sulla guerra, se non altro perchè così sarebbe fallimentare. Anzi una
lunga e sanguinosa guerra in Iraq favorirebbe la propaganda di Al Qaida contro
l'occidente, fornendogli nuovi proseliti e
aumentando il rischio di attentati in tutto
l'occidente.
Forse sarebbe opportuno incominciare a
rimuovere, con serie politiche di sviluppo
e di equità sociale, il substrato di miseria e
disperazione che affligge i 3/4 del pianeta,
rimuovendo le sacche di povertà da cui il
fondamentalismo attinge militanti e proseliti.
Per tutti questi motivi siamo e saremo
contrari a questa nuova guerra, e chiedia-
L’oasi che dice
SCHEDA TECNICA
DELLA DONNA
DONNA
Informazioni Riservate.
ELEMENTO: Donna
SIMBOLO: Dn
FREQUENZA: Tipicamente 101.1, ma copre una banda molto ampia.
MASSA ATOMICA: Peso medio 59 kg. Può variare da 40 a 250 a seconda
dell'età (cf. datazione al Carbonio 14).
PESO ATOMICO: 90,60,90
SCOPRITORE: Adamo
PROPIETA` FISICHE:
1.Superficie generalmente ricoperta da uno strato colorato.
2.Punto di ebollizione molto basso, specialmente in primavera.
3.Può raffreddare molto rapidamente.
4.Fonde se ben trattata.
5.Diventa amara se maltrattata
6.Ne esistono varie versioni, dal metallo vergine agli scarti.
7.Emissioni sonore in caso di pressioni in luoghi strategici.
8.Cambiamento di stato in funzione delle fasi lunari.
9.Processo di sublimazione molto difficile da attuare.
10.Baricentro (punto G) a volte inesistente.
PROPIETA` CHIMICHE:
1.Grande affinità con l'oro, l'argento, il platino e le pietre preziose.
2.Assorbe facilmente grandi quantità di sostanze costose.
3.Può esplodere senza preavviso e senza ragione nota.
4.Insolubile nei liquidi ma l'attività fortemente aumentata da una soluzione satura
di alcool.
5.E` il più potente agente noto nei processi di denaroriduzione.
UTILIZZAZIONI CORRENTI:
1.Molto ornamentale,soprattutto in una coupè sportiva.
2.A volte può essere rilassante.
3.Può apportare un aiuto determinante per imburrare le fette di pane dal lato giusto.
PERICOLI:
1.Fatale, maneggiare con cura.
2.La legge punisce chi ne possiede più di una.
Qualcuno poi, evidentemente segnato in modo permanente (stanco di essere preso per il culo) dalle donne, ha pensato bene di sintetizzare le caratteristiche comuni del gentil sesso (...perchè gentile?) per evidenziarne i lati migliori e socialmente più utili. Risultato?....
(Nel prossimo numero: scheda tecnica dell’uomo)
mo con forza che l'Italia e l'Europa sappiano assumere un ruolo politico di rilievo
opponendosi, come una grande parte dell'opinione pubblica già fa, all'attacco in
Iraq e scongiurare l'instaurarsi di un sistema di guerra globale e permanente che
qualcuno profila.
Lo facciamo portando argomenti politici,
pratici e concreti, e non come vorrebbero
far credere molti nostri giornalisti pseudo
liberali, moralismo ed ideologia, che invece caratterizza molte colonne di molti
giornali dove si parla di superiorità dell'occidente minacciato dai nuovi barbari, e
si dipinge ogni critica come attentato alla
libertà ed alla nostra superiore civiltà.
Antonio
Pagina 8
L’oasi che dice
Linux
Questo sconosciuto
Linux ormai non è più una parola sconosciuta, anzi ora si è trasformato in una star,
guarda le partite di pallacanestro e rovina
le feste alla donna menager che non potrà
più prendersi il pomeriggio libero con la
scusa che la rete è caduta.
Linux è nato ormai nel lontano 1989 da
una tesi di laurea di uno zelante studenti di
informatica in Norvegia, quindi un clima
estremamente freddo, da’ qui il fatto che il
suo simbolo è un pinguino.
Linux è un sistema operativo alternativo
alla creautura di Bill Gates, ovviamente
sto parlando di Windows, e a differenza di
quest’ultimo è completamente gratuito, si
avete capito bene tutti i
programmi, i giochi e la
piattaforma stessa sono
completam ente GRATIS!!!!!!!
Passiamo ora a sottolineare
le differenze tra Linux e
Winzoz. Windows è per
eccellenza un sistema user
friendly, cioè estremamente
intuitivo grazie ad un sistema ad icone le quali permettono anche se non si sa
letteralmente dove sbattere
la testa forniscono una serie
di opzioni effettuando un click con il tasto
destro del topo. Linux è leggermente più
ostico da questo punto di vista perché è
tutto a riga di comando, quindi se non si
conosce il nome esatto del programma da
lanciare o dell’applicazione da eseguire
non ci si riesce a muovere. Per ovviare
leggermente a questo inconveniente è possibile avere una lista completa di comandi
premendo il tasto Tab. Chiaramente per
reggere il confronto con Windows, che
pur essendo un sistema estremamente instabile ( a chi non è mai capitato che dopo
ore e ore di lavoro per scrivere una relazione compaia la fatidica e temutissima
scritta di fatal error che ci comunica che
abbiamo perso tutto?) a tuttora il predominio come sistema operativo nei computer
casalinghi, anche Linux ha dovuto instal-
lare delle interfacce grafiche. Le interfacce
sono veramente numerose e vanno dalle
più scarne per computer più datati a quelle
ricche di fronzoli decisamente più intuitive ma estremamente pesanti.
Passiamo ora a caratteristiche più tecniche. Cominciamo con il dire che di Linux
esistono molte distribuzioni, ognuna delle
quali è indirizzata verso un certo genere di
applicazioni ad esempio come server o
come piattaforma di programmazione. E’
quindi possibile scegliere la distribuzione
che più si avvicina alle nostre esigenze. Le
varie piattaforme sono reperibili nei siti
delle varie case di distribuzione, le più
famose sono Red Hat e
Mandrake.
Linux è comunque ancora
più personalizzabile grazie
al fatto che, essendo forniti
i codici sorgenti è quindi
possibile modificare i programmi forniti a proprio
piacimento, basta dilettarsi
leggermente in programmazione.
Chiaramente questo tipo di
politica fa molto arrabbiare
il colosso Microsoft il quale fa pagare e profumatamente ogni programma coperto da tale
marchio per offrire un servizio non sempre
eccellente. Questo è dovuto al fatto che
pochi sono autorizzati a mettere mano nei
codici di Windows, mentre Linux (che
continua a essere evidenziato come errore
da questo stupidissimo Word) viene continuamente aggiornato e corretto da chiunque abbia del tempo da perdere.
Ora lo spazio dedicato a Linux in questo
giornalino è concluso, ma se volete approfondire questo vastissimo argomento in
internet la documentazione è veramente
abbondante, quindi uniamoci per sconfiggere in gigante Microsoft e installiamo
Linux suoi nostri computer.
Claudio
Grazie a tutti quelli che hanno contribuito
alla creazione di questo numero
Continuate così!
La casella e-mail è sempre la stessa, aspetta di essere riempita di
idee, suggerimenti e articoli
[email protected]
Festa di Natale
2002
20 dicembre 2002
ore 13
Se alla festa vuoi mangiare
Un po’ di soldi devi cacciare
E li puoi depositare
Dove vedi la gente a carte
giocare…
Dove?
...ad Oasi Felice
Non ti puoi sbagliare!!!!!
L’oasi che dice
Periodico dell’associazione
Oasi Felice
Presidente dell’Associazione
Caria Saverio
Direttore responsabile
Kaswalder Francesco
Caporedattore
Zagano Carlo