L`oasi che dice - Chimica Industriale
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L`oasi che dice - Chimica Industriale
L’oasi che dice Periodico dell’associazione Oasi Felice Stampato con il contributo dell’Università degli studi di Bologna Anno I Numero 2 COPIA GRATUITA L’importanza di farsi sentire Quella di oggi è stata un’assemblea molto bella e, credo, importante. E’ stato presentato un documento che prende una posizione molto netta contro questa guerra che sembra sempre più vicina, e dopo un po’ di timidezza (forse reciproca) tra studenti e professori, è nato un bel dibattito in cui molti hanno preso la parola, in cui dall’argomento “guerra” sono partiti molte riflessioni su molti temi, lo sviluppo sostenibile, la situazione economica mondiale, la distribuzione delle risorse, la responsabilità della scienza (e di tutti quelli che si occupano di essa) riguardo la progettazione delle ar- mi... Si è alzata anche qualche voce di disappunto, com’è giusto tutte le volte che ci si siede di fronte e si decide di parlare di qualcosa. Mi è sembrato che tutti siano usciti soddisfatti, e, non credo di esagerare, anche arricchiti, al punto che è nata una proposta concreta di organizzare, in un prossimo futuro, seminari e incontri dove poter ricominciare a parlare di tutti questi argomenti che oggi sono stati solamente toccati di striscio. Una cosa non mi è per niente piaciuta, mi ha lasciato l’amaro in bocca: l’immagine (Continua a pagina 2) Dicembre 2002 “Mezzanotte e cinque a Bhopal” STORIA DI UN TITANIC CHE AFFONDÒ SENZA SCONTRARSI CONTRO UN ICEBERG Bhopal 1984, cuore dell’India. In questi giorni, nella notte tra il 2 e il 3 dicembre, persero la vita tra le sedicimila e le trentamila persone (cinquecentomila i feriti) a causa dell’azione devastante di una nube di gas tossico proveniente dal guasto di un impianto chimico. New York, luglio 1957. In un laboratorio del Boyce Thompson Institute un’equipe di ricercatori giunsero alla formulazione di un pesticida miracoloso che “avrebbe armato la mano di tutti i contadini del mondo”. "ESSERCI STATO O NON ESSERCI STATO...." (per qualcuno questo è il problema) ....Beh io c'ero, ma secondo me il vero problema è PENSARE o NON PENSARE, SENTIRE o NON SENTIRE (o peggio, non VOLER sentire). Questo è quello che ho pensato all'uscita dell'aula lunedì mattina dopo quell'assemblea che, per quanti "pochi" avesse radunato, mi ha dato sicuramente un motivo per dire la mia opinione sul problema. Sono state dette cose forti, sviscerati argomenti importanti, esposte opinioni UTILI e meno... Quando ho deciso di iscrivermi a Chimica Industriale non avrei mai pensato di sentire parlare nei corridoi di problemi di cui solo "Via Zamboni" puo' occuparsi o tentare di risolvere e opporsi. Questa sensibilizzazione da parte degli studenti è sicuramente sinonimo di apertura mentale e di coraggio; il coraggio di andare contro un'opinione pubblica che vede la nostra facoltà come una fabbrica che "produce scienziati monouso e limitati".... L'emozione più forte che ho provato durante l'assemblea è stato sicuramente il dibattito paritario Studenti-Docenti, questi ultimi hanno dimostrato sicuramente fiducia (a parte un intervento di "un uomo con cappello") alla volontà dei primi di esprimere un'idea che va al di fuori degli schemi rigidi che ci troviamo ogni giorno a dover seguire. All'inizio del primo anno un professore ci disse in un corridoio "Ragazzi vivete l'università, mattina e pomeriggio,in aula e soprattutto fuori.." Ora capisco cosa significavano quelle parole. E proprio loro, i docenti, sono i personaggi-chiave di questa sensibilizzazione comune; si è parlato di seminari futuri ma rischieremo di trovarci ancora così "pochi" se non si riesce ad aumentare il bacino d'utenza quindi, chiedo a voi scienziati che avete gia vissuto queste emozioni, di dare un'input ai ragazzi che per qualsiasi motivo (parziali, treno, tiramenti di ogni tipo) hanno saltato quest'assemblea e "non hanno tempo" di PENSARE perchè considerato INUTILE. Jimmy Ventisette anni separarono la nascita del cosiddetto Sevin dalla tragica catastrofe indiana. Anni scanditi dall’intrecciarsi di vicende umane tanto estranee tra loro quanto legate dall’effige bianca e blu della multinazionale americana. Cosa successe quella notte? Chi avrebbe potuto evitarlo? Perché nessuno si accorse di nulla? A queste domande, lecite quanto disperate, hanno provato a rispondere Dominique Lapierre e Javier Moro, discreti e allo stesso tempo intensi indagatori delle svariate forme che assunse quella tragedia. Non si tratta di un giallo, ma di una ricostruzione umana e trasversale, basata sulle singole storie della gente che visse, oltre ad una semplice collaborazione, l’incontro tra due realtà opposte: l’alta tecnologia occidenta(Continua a pagina 3) Pagina 2 L’oasi che dice Le osterie di Bologna Cose di musica... I puntata “...sono ancora aperte come un tempo le osterie di fuori porta…” In questo nuovo spazio abbiamo pensato di raccontarvi alcuni locali bolognesi che secondo noi vale la pena conoscere per capire meglio lo spirito di questa città. Cominceremo con un locale storico: l’ Osteria del Moretto. Situata poco fuori porta san Mamolo, in una delle zone probabilmente più belle di Bologna, essa affonda le sue radici nella storia cittadina. Infatti già esisteva a metà dell’ 800, mentre i locali entro cui sorge risalgono al XIV secolo. Da qui è passata tutta Bologna, a partire dal poeta Giovanni Pascoli, fino ad arrivare in anni più recenti ai fumettisti Bonvi e Andrea Pazienza e al cantautore e poeta Francesco Guccini. Quest’ultimo, nel suo recente film autobiografico, parla dell’osteria come di uno dei posti della città a cui è più affezionato. Musica d’atmosfera, alle pareti locandine di spettacoli teatrali e vecchi manifesti pubblicitari a testimoniare più di un secolo di cultura: il contesto ideale per una serata conviviale da passare tra amici, accompagnata magari da una bottiglia di vino (anche due)…e qui sicuramente il vino non manca. Alcune sere alla settimana (martedì e giovedì) si fa anche musica Jazz dal vivo. Dal 1996 l’ osteria, insieme al complesso di edifici entro cui si trova, è sotto tutela del Ministero dei Beni Culturali per il suo valore storico-artistico. Mauro&Leo Per dare inizio a questa rubrica, come musicista potrei snocciolarvi termini quali cadenza, giro armonico, sincope o semibiscroma; così facendo rischierei però di annoiarvi e annoiarmi. Poi nessuno leggerebbe più nulla scritto da me. Tutto finito prima di cominciare. La mia intenzione è invece quella di fare, nel corso dei numeri del giornalino, una panoramica più o meno vasta e dettagliata della musica italiana e internazionale. Vi dico subito che le mie personali conoscenze si offuscano verso la prima metà degli anni ’90 e quindi dal quel periodo in avanti dovrà venirmi in aiuto qualcuno più esperto. Per quanto riguarda il trentennio 1960 1990, sarà un piacere illustrarvi quanto so (e in caso di lacune prometto di informarmi in merito); l’idea generale è quella di completare, per quanto possibile, la conoscenza musicale che accomuna la maggior parte di ragazzi e ragazze di età compresa tra i 19 e i 26 anni. L’importanza di farsi sentire (Continua da pagina 1) dell’aula 1 inizialmente semideserta, che ha fatto fatica a riempirsi, mentre i corridoi e l’atrio erano, fino a cinque minuti prima, pieni di gente... In molti hanno trovato una scusa, ho un impegno importante, ho il parziale, non posso dedicarmi ad altro sono troppo immerso nello studio, altri ne hanno semplicemente approfittato per tornare a casa un po’ prima e guardarsi un po’ di televisione. Mi dispiace, perché credo, innanzitutto, che comportandosi così si rischi di perdere un’opportunità importante. Ora, non vorrei dire cose non vere, ma non credo che siano molte le facoltà dove sia concretamente possibile un confronto, come quello che c’è stato oggi, che trova di fronte studenti e professori, che permette di mettere sul tavolo questioni così importanti e di discuterne apertamente, arrivando addirittura all’approvazione di un documento comune che è sottoscritto da tutte le realtà che vivono in facoltà, studenti professori e ricercatori. Una scena come quella di oggi per fortuna non ha compromesso il buon esito dell’iniziativa, ma al momento mi ha fatto temere il peggio; se dovesse succedere che quello che è uscito da quest’assemblea dovesse morire nell’indifferenza generale mi incazzerei davvero, perché si tratterebbe di un progetto importante scema per una ragione stupida. Se veramente esiste una possibilità con- creta di far sentire la propria voce, di cercare di far qualcosa per cambiare lo stato di cose attuale, di rendere visibili i propri punti di vista, allora questa possibilità bisogna sfruttarla. E dire “ragazzi sono con voi” oppure “non condivido una parola di quel documento” non ha molto significato, se si perde in una chiacchierata tra amici e non viene portato all’interno di momenti come quest’assemblea. Certo, possiamo continuare a dichiararci “indignati”, a leggere i giornali preoccupati, a parlare di guerra e di pace e di tutte queste belle intenzioni, per mantenerci la coscienza pulita e continuare così a dedicarci tranquillamente ai regali di Natale ed agli esami della settimana prossima... Oppure possiamo davvero pensare di farlo, questo passo avanti, e partecipare, farci “partigiani”, avere il coraggio di far sentire le proprie idee e portarle di fronte alle altre persone, invece di tenerle in un cassetto e sfoderarle solamente quando ci fa comodo. Martedì sera ci sarà una fiaccolata simbolica, in cui tutto quello di cui abbiamo parlato oggi scenderà in piazza e chiederà di essere ascoltato; spero di vedere le candele anche di tutti quelli che oggi hanno lasciato la sedia vuota. “Anche se voi vi credete assolti siete lo stesso coinvolti” De André Bobo Ogni volta si potranno alternare monografie di gruppi oppure digressioni su un certo periodo o un genere musicale. Sempre e comunque si accettano idee per fare in modo che questa sia una rubrica davvero completa. Per proporre qualsiasi cosa potete utilizzare l’indirizzo e-mail del giornalino oppure soffermarvi un attimo in più nel sottoscala dove ha sede Oasi Felice. Per alleggerire un po’ le varie puntate della rubrica cercherò di inserire ogni tanto anche qualche notizia curiosa che possa far riflettere maggiormente su quel mondo sconosciuto in cui vivono le star. Sicuramente esistono gruppi o singoli che sono rimasti anche nella memoria dei più giovani. Chi non si ricorda i Beatles, i Pink Floyd, i Deep Purple? Almeno ne abbiamo sentito parlare più o meno tutti. Dal prossimo numero cominceremo questa avventura, sperando che sia di vostro gradimento… Feffe Anno 1, Numero 1 La chimica di tutti i giorni Ci sono molti prodotti di uso quotidiano che usiamo e vediamo usare ogni giorno che hanno dentro tanta chimica “curiosa” e trovo che possa essere carino sfruttare un piccolo spazio in questo giornalino per creare una rubrica chiamata appunto “Chimica di tutti i giorni” in cui discutere su tutte queste molecoline create in laboratori e da questi uscite per entrare a far parte in maniera irreversibile della nostra vita. Vorrei iniziare parlando un po’ delle tinte per capelli giacché sono un po’ fanatica di questo argomento; dovete sapere che esistono diverse classi di coloranti per capelli che differiscono per la formulazione e per la durata della tinta. Una volta si usavano delle tinture a base di alcuni metalli come argento, bismuto, piombo e altri che, mediante una reazione fotochimica o riduzione o decomposizione, depositavano sul capello solfuri o ossidi del metallo che si legavano capello. Per motivi dovuti all’elevata tossicità, le tinture a base metallica sono state sostituite da prodotti a tossicità più bassa. Non dimentichiamo però che i pigmenti a base metallica sono molto utilizzati nel campo dei coloranti soprattutto nella produzioni di vernici, smalti, lacche ecc. Le tinture di ossidazione, o permanenti, sono quelle più aggressive ma anche quelle che garantiscono un effetto più duraturo e assolutamente coprente. La miscela colorante contiene delle ammine aromatiche (precursori), soprattutto p- fenilendiammina e p- toluendiammina, che penetrando all’interno della fibra capillare, in presenza di acqua ossigenata, reagiscono tra di loro dando una reazione di autocondensazione formando il pigmento colorato vero e proprio, il quale, avendo dimensione elevata, rimane intrappolato all’ interno del capello. La penetrazione dei precursori all’interno Pagina 3 del capello è facilitata da un agente rigonfiante, solitamente ammoniaca (1% max), mentre l’acqua ossigenata funge anche da decolorante del pigmento naturale. A volte sono a volte aggiunti dei nitro o azoderivati che si legano alla cheratina della fibra capillare e che, in combinazione col prodotto colorante che si ottiene dalla condensazione danno sfumature particolari che vanno dal biondo platino al viola. Ci sono poi le tinture dirette, più blande,costituite da coloranti preformati a base di nitroammino idrossi benzene, amminoantrachinoni e indofenoli, che formano legami sufficientemente stabili con la cheratina del capello ma che vengono rimossi con 5-6 shampoo. Talvolta sono addizionati con estratti vegetali al fine di ottenere particolari sfumature di colore. Non utilizzano agenti rigonfianti e sono di solito quelle che riportano sull’etichetta: senza ammoniaca. La rimozione della tintura può essere fatta a opera di riducenti, che scindono il pigmento in molecole piccole in grado di fuoriuscire dal capello ed essere lavato via, o di ossidanti che distruggono sia il colorante che il pigmento naturale, con una conseguente schiaritura del capello. Per mantenere inalterato l’effetto della tintura il più a lungo possibile è preferibile utilizzare uno shampoo leggermente acido, che tende a mantenere il capello integro e quindi meno soggetto al rilascio del colore. I coloranti in commercio, quelli di ossidazione in special modo, richiedono degli inibitori della autocondensazione ad opera dell’ossigeno atmosferico. A tal scopo si usano dei riducenti come NaHSO3, acido ascorbico e acido tioglicolico. Infine i prodotti contengono solventi, tensioattivi e addensanti per rendere l’aspetto più omogeneo ed essenze profumate che aiutano a mascherare gli odori sgradevoli soprattutto quello di ammoniaca. Spero di non avervi annoiato con delle banalità e accetto volentieri suggerimenti (anche quello di lasciar perdere!) all’indirizzo: lalem600@hotmail. com Lale STORIA DI UN TITANIC CHE AFFONDÒ… (Continua da pagina 1) le, la sua mentalità di onnipotenza e la vita misera degli abitanti delle bidonville locali, presso le quali venne installato il grande gigante buono, il labirintico impianto. Il reciproco stupore per qualcosa di nuovo, inquietante e misterioso allo stesso tempo, ebbe una forza trainante per la gente del posto, abituata ad accontentarsi di nulla, e per chi, succube di immensi grattacieli e ritmi sfrenati, venne sedotto dal fascino popolare, dalle usanze e dal coraggio quotidiano degli abitanti di Bhopal. Furono proprio i ritmi quotidiani di questo popolo a scandire i tempi dell’impresa, a darle importanza conferendole (nella prima fase) un’impronta quasi eroica. Leggendo questo libro si assapora la sfida della ricerca svolta dai tre pionieri newyorkesi pressati dalle aspettative, si esulta alla nascita del colosso d’acciaio e si avverte tutta la tensione che accompagnerà il periodo “decadente”, fino all’impatto con la tragica realtà dei fatti: un mondo antico, abbagliato da un sogno fattosi tangibile, schiacciato dall’impotenza e smarrito nell’incredulità. Non si può leggere “Mezzanotte e cinque a Bhopal” senza il rispetto degli eventi, delle persone, dei luoghi e della memoria, più che mai attuali per i nostri tempi e a maggior ragione per i nostri studi. Dopo questo ennesimo episodio sono tentato di affermare che saremo sempre in balia del caso, di fatti accidentali, prede di piccole distrazioni dalle conseguenze drastiche. Poi cerco di convincermi che si otterrebbero ottimi risultati se, invece di elogiare l’infallibilità delle nostre macchine, incominciassimo ad enumerare i limiti umani, i possibili cali di attenzione e quel pericolante senso di responsabilità che ci distingue da una macchina (qualcuno ha detto che si può morire schiacciati da un gigante masso, ma anche da un’enorme quantità di minuscoli granelli di sabbia…). Un consiglio: come uno storico, cercate di trarre beneficio dagli avvenimenti accaduti leggendo nei fatti un chiaro avvertimento; con attenzione da giornalista, valorizzate ogni singolo dettaglio e come un giudice soppesate le responsabilità del caso; se riuscite, rimanete spettatori consapevoli di quanto queste pagine siano attuali e dense di significato. zagano Pagina 4 L’oasi che dice L’intervista doppia di Cisco: Todesco - Ricci Paolo Edgardo Todesco Nome Alfredo Ricci Professore universitario Professione Docente Universitario Chimica Industriale Laureato in Chimica Industriale 1957 Anno 1963 110 e lode Voto 108 Circa 4500 euro Quanto Guadagna Abbastanza Troppi Argomento mai capito Matematica Non faccio domande per segare gli studenti Domanda per segare gli studenti al suo esame Trasposizioni sigmatropiche Un giudizio su Formidabile Gino Strada Mi è indifferente Una tradizione della facoltà Biscarini Un po’ lento Splendido Cofferati Da tenere d’occhio Un mio studente Bartoli Ci si gioca volentieri Porca vacca La parolaccia che dice più spesso Porca puttana EEEHHH…. Sì è mai ubriacato Si Sinistra Destra o Sinistra Né estrema destra né estrema sinistra, guardo le persone È favorevole a: Si Legalizzazione droghe leggere No No Le ha mai usate? No No Guerra in Iraq No se cessano le altre guerre No Massoneria È come il Rotary il Lions:una lobby con alcune degenerazioni come tutte No Numero chiuso Dipende dalle facoltà e dalle esigenze del mercato No Case chiuse Si 30 anni A che età la prima volta 18 (record per i tempi) Questo non lo dico L’ultima volta che ha fatto l’amore Molto di recente. Non ieri perché avevo il raffreddore Si Ha mai guardato un porno Certamente Tre aggettivi per il vecchio ordinamento Come lo avevamo riformato andava bene 1 2 3 Classico Redditizio Di buona produttività Tre aggettivi per il NO Perplessità 1 2 3 Le parolacce le ho già dette Un commento su: Disastrosa Finanziaria 2003 In un Italia che invecchia è un pericolo se penalizza la ricerca e le esigenze dei giovani Incredibile Devolution Prematura (serve una maturazione della classe politica) Fa quello che può Giustizia in Italia Pericolosa non garantista Mah… (ghigna) Procura di Cosenza Velleitaristica (reati di opinione non provati) Incredibili I poliziotti della Diaz Eccessivi ma in una situazione particolare Ciao, ciao Saluti l’altro Ciao Paolo (il mio relatore) Nessuna Quante bugie ha detto in questa intervista? Fatemi pensare…Nessuna ADDIO SOGNI DI GLORIA Considerazioni sulla Finanziaria 2003 La Legge Finanziaria indica le scelte politiche e programmatiche di un governo in merito ai settori di investimento e di disinvestimento. La seconda finanziaria del duo Berlusconi-Tremonti arriva nel pieno di una crisi delle entrate nelle casse dello Stato e poggia su entrate molto “incerte” perché dipendenti per lo più da concordati. I regali post-elettorali e l’inutilità della Tremontibis nel far ripartire davvero l’economia, l’incredibile aumento dei prezzi (forse oltre la misurazione Istat), il mancato recupero salariale e quindi la conseguente discesa della circolazione del denaro, stanno portando in una fase di rara coincidenza tra “stagnazione” e “alta inflazione”. In tale contesto, la finanziaria 2003 accentua enormemente le caratteristiche già evidenziate nel 2002 di disinvestimento nel settore pubblico, con un attacco diretto e durissimo al sistema della scuola, dell’Università e della Ricerca pubblica; accanto ad un attacco indiretto, attraverso la riduzione dei trasferimenti alle Regioni e ai Comuni, al sistema sociale, alla sanità, al diritto allo studio, ai trasporti. Il contesto in cui cade la legge finanziaria è inoltre un contesto estremamente preoccupante per tutto il sistema della formazione e del diritto allo studio. C’è una generale crisi delle politiche del diritto allo studio, con un decremento del numero di borse elargite in quasi tutte le Regioni, ed un aumento delle spese di vita degli studenti fuori sede.Dilagherà il fenomeno dell’aumento delle tasse e nessuno dovrà credere che serviranno ad aumentare i servizi agli studenti, bensì a coprire gli aumenti stipendiali non coperti dallo stanziamento.E’ inoltre probabile un ritocco sulla tassa regionale per il diritto allo studio, anche qui con pure motivazioni “difensive” e con nessun aumento dei servizi né delle coperture. Tutto questo meentre in molte città stà esplodendo (al secondo anno di incrementi delle iscrizioni) la cronica mancanza di strutture universitarie alla quale, in mancanza di fondi, sarà difficile dare risposte con un’ulteriore spinta a forme selettive all’ingresso “in nome della qualità”. Una situazione questa in cui, oltre ad una riduzione complessiva di quasi tutti i capitoli di spesa, dai fondi per l’attuazione del piano triennale a quelli per l’ampliamento dell’offerta formativa, a quelli sul diritto allo studio (aggravati quest’ultimi dai tagli ai trasferimenti alle Regioni), è quantomeno complesso poter parlare di mobilità studentesca con una conseguenza tragica quale l’aumento della selezione sociale. Un capitolo a parte merita certamente Pagina 5 l’articolo 15 (Disposizioni in materia di innovazione tecnologica) che sebbene non sia inserito nella parte riservata sull’università ne è strettamente legato. Il suddetto articolo dovrebbe (rimane il condizionale, tutti i possibili interlocutori fanno spallucce, sono mie supposizioni) essere uno strumento atto alla creazione dello spazio europeo dell'e-learning, punta di sfondamento per l'adeguamento alle richieste del WTO e degli USA, scritte nei trattati del GATS, che renderebbero l'educazione "open" al libero commercio. In breve, con questo articolo si regolamentano i criteri per il rilascio di titoli accademici da parte di istituzioni private (vedi Cepu). Lascio a voi le possibili conclusioni… Durissima è inoltre la centralizzazione del controllo delle spese degli Enti, una sorta di macrocommissariamento da parte di Tremonti di tutte le autonomie.Ci troveremo difronte ad uno smantellamento del Fondo di Finanziamento Ordinario, attraverso una ulteriore riduzione di oltre 100 milioni di euro rispetto alle previsioni per il 2003, dunque di oltre 200 milioni di euro rispetto al FFO del 2002.Assistiremo alla decurtazione dei Fondi per la Ricerca e delle sovvenzioni ai principali Enti di Ricerca che impediranno anche di coprire le pure spese di mantenimento di molti degli Istituti del CNR, portando alla paralisi gli stessi e affiancando a questa la “riforma” che porterà la Ricerca sotto il diretto controllo del Ministero anche in termini di nomine, cancellando così la sua storica autonomia(come neanche il fascismo osò fare); c’è infine il blocco delle assunzione del pubblico impiego ( per la prima volta esteso anche ai docenti universitari):la precarietà lavorativa intorno al sistema universitario crescerà ulterioemente essendo impossibile per gli atenei politiche di assunzione a tempo indeterminato. Ricapitolando, Le Università non hanno i soldi per coprire gli aumenti stipendiali, la qualità della didattica e dei servizi è destinata a crollare e le tasse ad aumentare esclusivamente per la copertura della spesa corrente.Il taglio dei fondi sul diritto allo studio, il taglio dei trasferimenti a comuni, province e regioni, le nuove leggi regionali proposte in alcuni "avanposti" di questa "destra" tendono a demolire le possibilità di "mobilità studentesca" mandando in crisi il sistema del diritto allo studio in Italia. La crisi del diritto allo studio correlato al taglio dei finanziamenti, che avrà conseguenze disastrose innanzitutto negli Atenei ubicati in territori non economicamente "forti" e sostanzialmente privi di tessuti industriali solidi (ma in Italia dopo la crisi dell'auto, dell'elettronica, delle telecomunicazioni....cosa rimane?) non farà che soffocare i tentativi di riscatto del Mezzogiorno. L’oasi che dice Operazione festa di facoltà... ...ed ora nulla sarà più come prima! Ed anche questa volta ha funzionato tutto alla perfezione. Nonostante tutte le polemiche e gli scandali, nonostante il “Giurgiazagate” che ha denunciato l’ambiguo sistema di distribuzione dei biglietti, chiaramente basato su favoritismi e intrighi sottobanco, l’imponente macchina organizzativa messa su dall’ormai irrefrenabile Giurgiaza ha funzionato a meraviglia facendo decollare la sua popolarità… Anche questa festà di facoltà è passata velocissima lasciandosi alle spalle una marea di canzoni, bicchieri di birra, risate, baci e abbracci, ed anche questa volta tutto questo è stato superbamente documentato, con la consueta dovizia di particolari, dalla sapiente telecamera del prof Todesco, che rimane così il detentore di informazioni ed immagini che potrebbero stravolgere la vita sentimentale di molte coppiette… Proprio per non essere invadente e non rubare il palcoscenico al contributo video, che con ogni probabilità esordirà in un’unica e irripetibile proiezione il giorno della festa di Natale, e I Rettori sono in fibrillazione, la Confindustria pure(che però chiede soldi per ricerca applicata), teorizzando una ricerca di base al pubblico ed una applicata alle industrie (teorizzando cioè una demarcazione netta tra ricerca di base e ricerca applicata...bah), i docenti sul piede di guerra (più per la proposta di stato giuridico che gli sta preparando el berlusca direi), i ricercatori sono disperati, gli specializzandi (lasciati senza soldi dalla finanziaria) in rivolta, e gli studenti…dormono sogni tranquilli. Vi lascio con una piccola considerazione personale: con gli enti di ricerca che sono al collasso ( non essendo in grado di programmare attività pluriennali),con il CNR che sta uscendo da tutti i progetti europei di ricerca,il sogno di un paese che punta sulla qualità, il sogno di molti studenti di poter continuare, i sogni di una generazione di giovani dottorandi, il sogno di svecchiare il corpo docente, tutti i miei sogni…stanno per scomparire. Cisco considerato il fatto che i miei ricordi sono, come al solito, frammentari ed etilici, mi limiterò a ripercorrere la serata per sommi capi, giusto cercando di dare un’idea. La festa è cominciata in perfetto orario, con un vero e proprio pezzo (anzi, direi quasi “petzo”) forte, l’esibizione degli Alvear Vitrius, che festeggiavano per l’occasione la notizia fresca fresca del quindicesimo disco di platino. Come ormai succede nelle poche apparizioni in pubblico del mitico gruppo, definiti da Rolling Stone “la frontiera definitiva del classicnu-post-cis-trans-homo-lumometal”, la ressa era incredibile, il fun club “Alvear Criù” aveva organizzato pullman da tutta Italia, il pogo è stato molto pesante ma corretto, anche se quando è partito l’assolo di “Mind” la platea è esplosa, la situazione si stava facendo forse troppo calda, e l’imponente servizio d’ordine non è riuscito ad impedire l’intrusione di 2 ragazze nude nel camerino del cantante, episodio che ha provocato le ire della sua morosa… Subito dopo è stato il turno dei Lay Faces con un’esibizione impeccabile e trascinante, che ha messo in luce un ottimo livello tecnico ed un cantante perfetta incarnazione dell’animale da palcoscenico, tant’è che al termine del concerto in molti hanno iniziato a sussurrare che un featuring con Andrea Bellotti ed i suoi Alvear potrebbe essere il colpaccio discografico dell’anno, ben superiore a quello degli Audioslave… Dopo questa scarica d’adrenalina è toccato ai classici Acoustic Jam terminare la parte “live” della serata. I nostri veterani non hanno potuto trascurare vecchi cavalli di battaglia come “Alle fattorie di Robiola Osella” e “Vola mio mini pony”, per sottolineare il livello impegnato e culturalmente elevato del gruppo… Non sono nemmeno mancate canzoni più politiche come “Cohiba” (grazie per la dedica al sottoscritto), al termine della quale tutto è stato bloccato da una circolare del ministero dell’interno che ricordava che nel caso dell’esecuzione di (Continua a pagina 6) Pagina 6 L’oasi che dice La ricetta di Samantha: Torta delle stelle INGREDIENTI: Per la base: 60 g di burro;3 cucchiaini di melassa (i cucchiaini nn devono essere mestoli!!!);350 g (ma potete abbondare!!) di biscotti Pan di stelle (sono ottimi anche quelli made in discount, hanno lo stesso nome, lo stesso sapore…e costano la metà!!!!) Per il primo strato:500 g di mascarpone;100 g di zucchero;3 tuorli d’uovo ;5/6 cucchiaini di gelatina in polvere;9 (….e nn uno di più!!!) cucchiaini di H2O;100 ml di Marsala Per la guarnizione: 2/3 fichi, tagliati a fette;4/5 albicocche sciroppate;qualche acino di uva bianca e nera, tagliata a metà e privata dei semini (nell’eseguire questa operazione nn dovete distruggere i poveri ed innocenti acini ...ci vuole pazienza e la puntina di un coltellino…leggeri leggeri!!!);lamponi, more, ribes, chicchi di melograno a go go;meline selvatiche (danno il tocco di classe!!) PROCEDIMENTO: 9 Sbriciolate finemente i biscotti tranne una decina (interi) che serviranno per la guarnizione; 9 Far fondere in un pentolino (…a fuoco basso!!) il burro con la melassa, e poi versare il composto ottenuto nella ciotola assieme ai biscotti, mescolando sino ad ottenere un composto compatto.Rivestire con il composto il fondo di uno stampo(φ 20cm), livellando con cura 9 Montare i tuorli con lo zucchero (per questo rivolgersi alla dott.ssa Silvia Gavioli!!) 9 A parte unire al mascarpone circa 6 cucchiaini di Marsala, sino ad ottenere una crema omogenea. 9 Stemperare la gelatina nell’ H2O in una ciotolina e farla sciogliere riscal- Operazione Festa di Facoltà (Continua da pagina 5) “Locomotiva” di Guccini la facoltà di Chimica industriale avrebbe chiuso i battenti per lasciare spazio alla nuova sede della redazione bolognese del TG4… Al termine di questo spettacolare concerto hanno preso la parola i Dj, e non posso fare a meno di citare il nostro impareggiabile Pigi con il suo inconfondibile berrettino, che ha riempito la sala con una pioggia di allegri stornel- 9 9 9 dandola a bagnomaria. Incorporarla, ancora tiepida, al mascarpone e amalgamare bene il tutto aggiungendo anche i tuorli. Versare quindi nello stampo (sopra al composto compatto dei biscotti), livellare bene e passarlo in frigorifero a rassodare ( una mezz’ora!!) Riunire la frutta tagliata in un recipiente, bagnarla con il Marsala avanzato e lasciar marinare per pochi minuti(bastano 15/20 minuti). Filtrare (naturalmente con filtro a pieghe!!!) il liquido della marinata, trasferirlo in un pentolino e ridurlo a sciroppo (..a fuoco lento!!!) Infine….la guarnizione: disporre i biscotti a mo di corona sul dolce,al centro decorare con la frutta sgocciolata e spennellare con lo sciroppo raffreddato. 9 Passare in frigorifero a rassodare (come il mio sedere!) Un tocco di classe: prima di portare in tavola, prendere luna piccola parte dell’ albume rimasto e sbatterlo con una forchetta, immergetevi i ribes, in modo da rivestirli uniformemente, e passateli nello zucchero. Riponeteli in freezer per circa 10 minuti affinchè l’albume si rapprenda ,poi decorare la torta con i ribes brinato! Spero che la prossima collaborazione con Mirco Fini, sui vini dia risultati più veritieri(da correggere questa frase ignobile…..ma nel complesso la follia è intatta!!) Arrivederci alla prossima portata Samantha PS: si nota che sono un po’ egocentrica!!! li e melodie armoniose che ha soddisfatto le orecchie sempre più esigenti della fascia “metallara” della facoltà, che diventa sempre più nutrita… Preferirei fermarmi qui con la cronaca: il resto della serata, com’era prevedibile, si è sviluppato in senso abbastanza disordinato, ci sarebbero mille altri aneddoti da raccontare ma credo sia meglio evitare denunce per diffamazione ed invitare tutti quanti, a nome dell’impareggiabile Giurgiaza, alla prossima festa di facoltà… Venti di guerra “La guerra è pace, la menzogna è verità” G. Orwell Ormai è assolutamente evidente: presto ci troveremo di fronte ad una nuova guerra, anzi sotto certi aspetti questa nuova guerra è già cominciata. Presto assisteremo a nuovi bombardamenti, per inciso questa volta sull'Iraq, ai soliti proclami altisonanti sulla civiltà occidentale che esporta con le bambe i suoi valori di giustizia e democrazia, al solito corollario degli effetti collaterali (morte e distruzione di civili per tradurre dal politically correct). Ancora una volta sentiremo, anzi già li sentiamo quotidianamente, sermoni sul nuovo capitolo della lotta che sarà infinita ma trionfale contro il terrorismo, spesso da qualcuno confuso, in deliri mistici da crociati medioevali, con il mondo islamico in toto. C'è però, in tutta questa vicenda che potrebbe sembrare usuale, una profonda novità, un salto di qualità che per la prima volta viene esplicitamente teorizzato ed esplicitato. Si tratta della dottrina della cosidetta 'guerra preventiva' ossia della possibilità, come si legge nel rapporto sulle strategie di sicurezza nazionale redatto dall'amministrazione Bush, di colpire militarmente i paesi che costituiscono una potenziale ed ipotetica minaccia agli Stati uniti, il cosidetto asse del male, in qualunque momento ed in qualunque modo. E' evidente come tutto ciò non solo costituisca una evidente violazione del diritto internazionale, che per inciso ricadrebbe nella definizione che l'ONU da di atto terrorstico, ma prefiguri anche un immediato futuro in cui la guerra diventa globale e permanente strumento primo di risoluzione delle controversie internazionali nonchè metodo per affermare e perpetuare un ordine economico che da solo fatica a reggere il peso delle crescenti tensioni sociali ed ambientali. Dovremo tutti, tutti i cittadini di buon senso o semplicemente democratici, sentirci allarmati di fronte a questa prospettiva, che tra l'altro non esclude nemmeno il ricorso all'opzione atomica come dichiarato da segretari di Stato Statunitensi. Nella scelta di attaccare a tutti i costi l'Iraq, già decisa dall'amministrazione Bush vediamo il più fulgido esempio di questa Pagina 7 teoria, sappiamo bene quali sono i reali motivi dell'attacco che poco hanno a che vedere con le armi di distruzione di massa possedute da Saddam Hussein e molto con la necessità di controllo di un area strategica e del petrolio iracheno come metodo per il rilancio di un economia americana in fase di recessione. Non ci facciamo ammaliare da risoluzioni di comodo fatte approvare dal Consiglio di Sicurezza delle Nazioni Unite: il possesso di armi di distruzione di massa da parte del regime di S. Hussein è del tutto ipotetico, anzi improbabile, come argomenta l'ex ispettore ONU Scott Ritter (peraltro non un no-global, ma un militante del partito repubblicano ed elettore di Bush). Piuttosto è il meccanismo stesso della risoluzione che è congegnato in modo tale da fornire in ogni caso il pretesto per un attacco, come del resto già si fece durante la crisi del 1998, cosi da fornire una copertura giuridica o almeno una parvenza. Questo è un punto fondamentale, noi continueremo a ritenere inaccettabile una guerra anche se essa sarà approvata dall'ONU, a cui, in tal caso rivolgeremeo una severa critica sul merito delle decisioni prese, e pensiamo anche che un atteggiamento di questo tipo sia molto più rispettoso del ruolo di quell'istituzione rispetto all'uso che qualcuno ne fa per coprire proprie dissenate scelte unilaterali. A questo punto si impongono, poi alcune considerazioni, è illogico spacciare la guerra all'Iraq come guerra al terrorismo islamico, quello iracheno è un regime totalitario ma laico con una legislazione antislamista, non è un sostenitore ma un possibile obiettivo di Bin Laden. Secondo una vera transizione democratica in Iraq non avviene con le bombe per sostiuire Saddam con un nuovo satrapo per qualche anno favorevole agli interessi occidentali, ma favorendo una maturazione politica della società irachena in modo che dal'interno si delinei la transizione, non a caso contro la guerra si è espressa l'opposizione irachena. Da ultimo, e soprattutto, dobbiamo avere la forza di rifiutare una lotta al terrorismo che si basi sulla guerra, se non altro perchè così sarebbe fallimentare. Anzi una lunga e sanguinosa guerra in Iraq favorirebbe la propaganda di Al Qaida contro l'occidente, fornendogli nuovi proseliti e aumentando il rischio di attentati in tutto l'occidente. Forse sarebbe opportuno incominciare a rimuovere, con serie politiche di sviluppo e di equità sociale, il substrato di miseria e disperazione che affligge i 3/4 del pianeta, rimuovendo le sacche di povertà da cui il fondamentalismo attinge militanti e proseliti. Per tutti questi motivi siamo e saremo contrari a questa nuova guerra, e chiedia- L’oasi che dice SCHEDA TECNICA DELLA DONNA DONNA Informazioni Riservate. ELEMENTO: Donna SIMBOLO: Dn FREQUENZA: Tipicamente 101.1, ma copre una banda molto ampia. MASSA ATOMICA: Peso medio 59 kg. Può variare da 40 a 250 a seconda dell'età (cf. datazione al Carbonio 14). PESO ATOMICO: 90,60,90 SCOPRITORE: Adamo PROPIETA` FISICHE: 1.Superficie generalmente ricoperta da uno strato colorato. 2.Punto di ebollizione molto basso, specialmente in primavera. 3.Può raffreddare molto rapidamente. 4.Fonde se ben trattata. 5.Diventa amara se maltrattata 6.Ne esistono varie versioni, dal metallo vergine agli scarti. 7.Emissioni sonore in caso di pressioni in luoghi strategici. 8.Cambiamento di stato in funzione delle fasi lunari. 9.Processo di sublimazione molto difficile da attuare. 10.Baricentro (punto G) a volte inesistente. PROPIETA` CHIMICHE: 1.Grande affinità con l'oro, l'argento, il platino e le pietre preziose. 2.Assorbe facilmente grandi quantità di sostanze costose. 3.Può esplodere senza preavviso e senza ragione nota. 4.Insolubile nei liquidi ma l'attività fortemente aumentata da una soluzione satura di alcool. 5.E` il più potente agente noto nei processi di denaroriduzione. UTILIZZAZIONI CORRENTI: 1.Molto ornamentale,soprattutto in una coupè sportiva. 2.A volte può essere rilassante. 3.Può apportare un aiuto determinante per imburrare le fette di pane dal lato giusto. PERICOLI: 1.Fatale, maneggiare con cura. 2.La legge punisce chi ne possiede più di una. Qualcuno poi, evidentemente segnato in modo permanente (stanco di essere preso per il culo) dalle donne, ha pensato bene di sintetizzare le caratteristiche comuni del gentil sesso (...perchè gentile?) per evidenziarne i lati migliori e socialmente più utili. Risultato?.... (Nel prossimo numero: scheda tecnica dell’uomo) mo con forza che l'Italia e l'Europa sappiano assumere un ruolo politico di rilievo opponendosi, come una grande parte dell'opinione pubblica già fa, all'attacco in Iraq e scongiurare l'instaurarsi di un sistema di guerra globale e permanente che qualcuno profila. Lo facciamo portando argomenti politici, pratici e concreti, e non come vorrebbero far credere molti nostri giornalisti pseudo liberali, moralismo ed ideologia, che invece caratterizza molte colonne di molti giornali dove si parla di superiorità dell'occidente minacciato dai nuovi barbari, e si dipinge ogni critica come attentato alla libertà ed alla nostra superiore civiltà. Antonio Pagina 8 L’oasi che dice Linux Questo sconosciuto Linux ormai non è più una parola sconosciuta, anzi ora si è trasformato in una star, guarda le partite di pallacanestro e rovina le feste alla donna menager che non potrà più prendersi il pomeriggio libero con la scusa che la rete è caduta. Linux è nato ormai nel lontano 1989 da una tesi di laurea di uno zelante studenti di informatica in Norvegia, quindi un clima estremamente freddo, da’ qui il fatto che il suo simbolo è un pinguino. Linux è un sistema operativo alternativo alla creautura di Bill Gates, ovviamente sto parlando di Windows, e a differenza di quest’ultimo è completamente gratuito, si avete capito bene tutti i programmi, i giochi e la piattaforma stessa sono completam ente GRATIS!!!!!!! Passiamo ora a sottolineare le differenze tra Linux e Winzoz. Windows è per eccellenza un sistema user friendly, cioè estremamente intuitivo grazie ad un sistema ad icone le quali permettono anche se non si sa letteralmente dove sbattere la testa forniscono una serie di opzioni effettuando un click con il tasto destro del topo. Linux è leggermente più ostico da questo punto di vista perché è tutto a riga di comando, quindi se non si conosce il nome esatto del programma da lanciare o dell’applicazione da eseguire non ci si riesce a muovere. Per ovviare leggermente a questo inconveniente è possibile avere una lista completa di comandi premendo il tasto Tab. Chiaramente per reggere il confronto con Windows, che pur essendo un sistema estremamente instabile ( a chi non è mai capitato che dopo ore e ore di lavoro per scrivere una relazione compaia la fatidica e temutissima scritta di fatal error che ci comunica che abbiamo perso tutto?) a tuttora il predominio come sistema operativo nei computer casalinghi, anche Linux ha dovuto instal- lare delle interfacce grafiche. Le interfacce sono veramente numerose e vanno dalle più scarne per computer più datati a quelle ricche di fronzoli decisamente più intuitive ma estremamente pesanti. Passiamo ora a caratteristiche più tecniche. Cominciamo con il dire che di Linux esistono molte distribuzioni, ognuna delle quali è indirizzata verso un certo genere di applicazioni ad esempio come server o come piattaforma di programmazione. E’ quindi possibile scegliere la distribuzione che più si avvicina alle nostre esigenze. Le varie piattaforme sono reperibili nei siti delle varie case di distribuzione, le più famose sono Red Hat e Mandrake. Linux è comunque ancora più personalizzabile grazie al fatto che, essendo forniti i codici sorgenti è quindi possibile modificare i programmi forniti a proprio piacimento, basta dilettarsi leggermente in programmazione. Chiaramente questo tipo di politica fa molto arrabbiare il colosso Microsoft il quale fa pagare e profumatamente ogni programma coperto da tale marchio per offrire un servizio non sempre eccellente. Questo è dovuto al fatto che pochi sono autorizzati a mettere mano nei codici di Windows, mentre Linux (che continua a essere evidenziato come errore da questo stupidissimo Word) viene continuamente aggiornato e corretto da chiunque abbia del tempo da perdere. Ora lo spazio dedicato a Linux in questo giornalino è concluso, ma se volete approfondire questo vastissimo argomento in internet la documentazione è veramente abbondante, quindi uniamoci per sconfiggere in gigante Microsoft e installiamo Linux suoi nostri computer. Claudio Grazie a tutti quelli che hanno contribuito alla creazione di questo numero Continuate così! La casella e-mail è sempre la stessa, aspetta di essere riempita di idee, suggerimenti e articoli [email protected] Festa di Natale 2002 20 dicembre 2002 ore 13 Se alla festa vuoi mangiare Un po’ di soldi devi cacciare E li puoi depositare Dove vedi la gente a carte giocare… Dove? ...ad Oasi Felice Non ti puoi sbagliare!!!!! L’oasi che dice Periodico dell’associazione Oasi Felice Presidente dell’Associazione Caria Saverio Direttore responsabile Kaswalder Francesco Caporedattore Zagano Carlo