Rapporto 2012 - ASL Monza e Brianza
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Rapporto 2012 - ASL Monza e Brianza
RAPPORTO 2012 RISULTATI DELLE ATTIVITÀ DI PREVENZIONE COLLETTIVA E DI PROMOZIONE DELLA SALUTE NELLA ASL DELLA PROVINCIA DI MONZA E BRIANZA Luglio 2013 INDICE PRESENTAZIONE ........................................................................................................................... 3 1. IL TERRITORIO E LA POPOLAZIONE DELL’ASL MONZA E BRIANZA .................. 2 1.1. Dati ed indicatori demografici ................................................................................ 3 1.2. Popolazione immigrata ............................................................................................... 6 1.3. Il contesto economico ................................................................................................. 6 1.4. Il contesto ambientale ................................................................................................ 7 2. IL CONTESTO EPIDEMIOLOGICO SANITARIO .......................................................... 10 2.1. Analisi della mortalità ............................................................................................... 10 2.2. La mortalità evitabile ................................................................................................. 12 2.3. Analisi della morbosità ............................................................................................. 13 3. LA PROMOZIONE DEI CORRETTI STILI DI VITA ..................................................... 16 3.1. Le principali attività realizzate nel 2012 ....................................................... 16 3.2. Il guadagno di salute ................................................................................................. 21 3.3. Le prospettive ................................................................................................................ 21 4. LA PREVENZIONE DELLE MALATTIE INFETTIVE TRASMISSIBILI ..................... 22 4.1. Le prospettive ................................................................................................................ 24 5. LA PREVENZIONE DELLE MALATTIE ONCOLOGICHE ............................................. 25 5.1. Screening del tumore della mammella ........................................................... 25 5.2. Screening del tumore colon retto....................................................................... 26 5.3. Prevenzione del tumore della cervice uterina ............................................ 26 5.4. Le prospettive ................................................................................................................ 27 6. LA PREVENZIONE E SICUREZZA NEGLI AMBIENTI DI VITA .............................. 28 6.1. I risultati e le valutazioni ........................................................................................ 28 6.2. Il guadagno di salute ................................................................................................. 33 6.3. Le prospettive ................................................................................................................ 33 7. LA PREVENZIONE E SICUREZZA NEGLI AMBIENTI DI LAVORO ....................... 34 7.1. Gli infortuni ...................................................................................................................... 34 7.2. Le malattie professionali ......................................................................................... 35 7.3. Le attività .......................................................................................................................... 36 7.4. I risultati ........................................................................................................................... 38 7.5. Le prospettive ................................................................................................................ 40 8. LA SICUREZZA ALIMENTARE .......................................................................................... 41 8.1. I risultati e le valutazioni ........................................................................................ 41 8.2. Il guadagno di salute ................................................................................................. 48 8.3. Le prospettive ................................................................................................................ 49 9. LA TUTELA DELLA SANITÀ ANIMALE E L’IGIENE URBANA VETERINARIA ..... 50 9.1. I risultati e le valutazioni ........................................................................................ 50 9.2. Il guadagno di salute ................................................................................................. 57 9.3. Le prospettive ................................................................................................................ 58 10. SINERGIE TERRITORIALI PER LA PREVENZIONE ................................................... 59 PRESENTAZIONE La mutata situazione sanitaria, caratterizzata dalla crisi di efficacia delle tecnologie mediche tradizionali, dal declino delle malattie infettive e dall’emergere di patologie cronico degenerative, spesso legate a fattori sociali e comportamentali induce la comunità ad adottare nuove strategie per indurre le persone a modificare i propri comportamenti e gli stili di vita in senso più salutare. I principi innovativi su cui si basano oggi le attività di prevenzione sono diversi: il concetto di responsabilità personale e partecipazione che riguarda sia gli individui in quanto tali che i titolari di imprese e servizi, i professionisti, i consulenti e gli stessi lavoratori; la valutazione delle condizioni di salute a partire dall’analisi di contesto che descrive la situazione a livello territoriale e rappresenta il “fabbisogno”; il criterio di graduazione dei rischi, che tiene conto della gravità e probabilità degli stessi, della dimensione dell’attività, della presenza e affidabilità di sistemi di autocontrollo, di eventuali eventi sentinella, degli esiti dei controlli effettuati in precedenza; l’analisi di efficacia comprovata da evidenze scientifiche: sono state abbandonate inutili certificazioni (libretti sanitari, certificato di sana e robusta costituzione, idoneità al lavoro per gli apprendisti, ecc….) e al tradizionale approccio di educazione sanitaria si sta sostituendo quello di promozione della salute; l’integrazione tra risorse e competenze diverse apportate dalla molteplicità dei soggetti coinvolti che costituisce un valore aggiunto nelle politiche di prevenzione; la semplificazione delle procedure amministrative; la formazione continua degli operatori, l’integrazione professionale e l’organizzazione delle attività e dei servizi secondo criteri di qualità. Il Rapporto vuole documentare come le attività e i controlli negli ambienti di vita e di lavoro, di sicurezza alimentare e di sanità veterinaria rispondano ai principi sopra illustrati, di cui un esempio rappresentativo è costituito dai Piani Mirati di Prevenzione. I risultati sono presentati, ove possibile, in termini di “guadagno di salute” della popolazione, realizzato attraverso la riduzione dei fattori di rischio, individuali e collettivi, e, in prospettiva, delle malattie di maggior rilievo sociale. Il Commissario Straordinario Dr. Matteo Stocco 1. IL TERRITORIO E LA POPOLAZIONE DELL’ASL MONZA E BRIANZA Dall’inizio del 2011 l’ASL della Provincia di Monza e Brianza è composta da 55. La popolazione residente dell’ASL della Provincia di Monza e Brianza al 01.01.2012 è costituita da 840.358 persone (fonte http://www.demo.istat.it) distribuite su un territorio ad elevatissima densità abitativa (si colloca al secondo posto assoluto in Italia dopo la provincia di Napoli). Sul territorio sono stati individuati cinque distretti socio sanitari, con una popolazione che varia da 148.333 a 186.101 abitanti, raggruppati in tre aree dipartimentali (vedi tabella 1). Dall’inizio del 2012 il comune di Ceriano Laghetto è passato dal Distretto di Desio a quello di Seregno. I 55 comuni dell’ASL sono approssimativamente equamente distribuiti tra le tre aree ma la densità abitativa differisce in modo significativo nell’area di Vimercate, che è meno urbanizzata ed è infatti caratterizzata da densità abitativa nettamente più bassa rispetto al resto dell’ASL. Tabella 1 - Popolazione residente al 01.01.2012 – ASLMB DISTRETTO (DSS) AREA DIPARTIMENTO DSS CARATE BRIANZA DSS MONZA Tot.Area Monza-Carate DSS DESIO DSS SEREGNO Tot. Area Desio-Seregno Area VIMERCATE Totale ASLMB Popolazione ISTAT 2012 MASCHI 72.511 79.746 152.257 91.355 79.868 171.223 86.217 409.697 FEMMINE 75.822 86.990 162.812 94.746 83.295 178.041 89.808 430.661 TOTALE 148.333 166.736 315.069 186.101 163.163 349.264 176.025 840.358 AREA Km2 76 48 124 60 80 140 141 405 Ab/Km2 1.952 3.474 2.541 3.102 2.040 2.495 1.248 2.075 2 1.1. Dati ed indicatori demografici La disponibilità dei dati derivanti dal censimento del 2011 ha consentito di aggiornare completamente le informazioni demografiche e ciò ha determinato il fatto che la variazione tra i dati ufficiali ISTAT al 1.1.2011 e quelle al 1.1.2012 siano più marcate rispetto a quanto non sia avvenuto nei confronti tra anni precedenti consecutivi. Il fenomeno dell’invecchiamento della popolazione è il principale determinante in termini di ricadute socio-sanitarie: l’Italia è diventata uno dei paesi mondiali con vita media più elevata. La popolazione per classi di età è rappresentata nella tabella 2: la quota in età lavorativa (convenzionalmente tra 15 e 64 anni) rappresenta oltre i 2/3 del totale. Tabella 2 - Popolazione residente al 01.01.2012 per classi di età - ASLMB CLASSI D'ETÀ (anni) popolazione ASLMB MASCHI FEMMINE TOTALE QUOTA % 4.046 17.397 41.418 160.245 115.495 41.738 29.358 409.697 3.921 16.528 39.089 156.066 118.985 47.554 48.518 430.661 7.967 33.925 80.507 316.311 234.480 89.292 77.876 840.358 0,9% 4,0% 9,6% 37,6% 27,9% 10,6% 9,3% 100% 0 01-04 05-14 15-44 45-64 65-74 75+ TOTALE Il grafico seguente illustra come la numerosità delle femmine sia inferiore rispetto a quella dei maschi per le classi di età inferiori a 50 anni, mentre la maggiore longevità delle donne rende progressivamente più numerose oltre i 50 anni le donne rispetto agli uomini. 5,0% Quote percentuali sul totale Maschi + Femmine 4,5% 4,0% 3,5% 3,0% 2,5% 2,0% 1,5% 1,0% 0,5% 0,0% 00-04 Maschi 05-09 10-14 15-19 20-24 25-29 30-34 35-39 40-44 45-49 50-54 55-59 60-64 65-69 70-74 75-79 80-84 85+ 2,55% 2,51% 2,42% 2,28% 2,33% 2,61% 3,25% 4,18% 4,42% 4,31% 3,46% 3,01% 2,96% 2,48% 2,49% 1,78% 1,10% 0,62% Femmine 2,43% 2,38% 2,27% 2,16% 2,26% 2,56% 3,21% 4,08% 4,31% 4,20% 3,53% 3,23% 3,20% 2,77% 2,88% 2,32% 1,82% 1,64% Classi di età 3 In termini di valori assoluti e di variazioni percentuali nel tempo, la numerosità della popolazione residente nella provincia di Monza e Brianza tra il 1997 ed il 2012 è aumentata di quasi 13 punti percentuali, passando da 744.670 a 840.358 soggetti. Gli ambiti territoriali con maggiore incremento demografico sono i distretti di Carate e Vimercate, con oltre il 17% di aumento dal 1997, mentre Monza è aumentata meno (+6%). A livello di dettaglio territoriale, interessante è la composizione demografica del territorio dell’ASL con dettaglio per singolo comune: nella tabella 3, per ogni comune, viene fornita l’informazione per genere e classe di età, con indicazione del distretto di appartenenza (C=Carate, D=Desio, M=Monza, S=Seregno; V=Vimercate). FEMMINE MASCHI TABELLA 3 Comune (Distretto) POP TOT 00 01-04 05-14 15-44 45-64 65-74 75+ Tot 00 01-04 05-14 15-44 45-64 65-74 75+ Tot Agrate B.(V) 14.827 76 326 731 2.837 2.028 769 791 7.558 80 318 779 2.934 2.051 672 435 7.269 Aicurzio (V) 2.062 10 38 96 384 297 106 127 1.058 6 39 99 400 290 109 61 1.004 Albiate (C) 6.203 31 129 338 1.129 874 301 375 3.177 19 126 353 1.211 849 258 210 3.026 Arcore (V) 17.323 66 341 730 3.143 2.561 1.044 1.090 8.975 77 340 819 3.125 2.451 902 634 8.348 Barlassina (S) 6.829 37 132 327 1.255 941 378 421 3.491 30 169 321 1.303 923 334 258 3.338 Bellusco (V) 7.237 40 173 348 1.330 1008 409 392 3.700 33 159 307 1.429 989 375 245 3.537 Bernareggio (V) 10.544 63 221 491 2.066 1.369 514 485 5.209 63 253 539 2.279 1.454 465 282 5.335 Besana in B. (C) 15.506 79 316 770 2.792 2.176 824 976 7.933 73 353 836 2.801 2.197 769 544 7.573 Biassono (C) 11.694 38 215 550 2.083 1.810 667 666 6.029 47 206 555 2.099 1.722 601 435 5.665 Bovisio-M. (D) 16.631 93 375 803 3.360 2.291 818 772 8.512 98 367 872 3.351 2.244 723 464 8.119 Briosco (C) 5.961 17 118 251 1.043 880 345 326 2.980 26 124 283 1.097 933 317 201 2.981 Brugherio (M) 33.232 159 661 1.641 6.031 4.738 2.031 1.845 17.106 132 646 1.731 6.240 4.426 1.818 1.133 16.126 Burago di M. (V) 4.240 23 72 199 737 640 291 238 2.200 25 73 192 734 580 289 147 2.040 Busnago (V) 6.419 39 157 317 1.299 849 297 270 3.228 36 166 344 1.349 850 295 151 3.191 Camparada (V) 2.091 10 42 120 393 300 101 131 1.097 9 45 133 375 297 81 54 994 Caponago (V) 5.218 15 124 264 1.056 665 237 250 2.611 30 132 310 1.052 707 228 148 2.607 Carate B. (C) 17.640 72 346 831 3.213 2.513 1.010 1.131 9.116 83 364 920 3.139 2.484 863 671 8.524 Carnate (V) 7.179 29 119 296 1.182 1.126 450 403 3.605 27 125 346 1.322 1.117 377 260 3.574 Cavenago di B. (V) 6.904 40 156 341 1.361 964 320 305 3.487 42 144 395 1.403 927 302 204 3.417 Ceriano L. (S) 6.320 32 148 303 1.197 851 345 361 3.237 34 141 343 1.222 819 319 205 3.083 Cesano M. (D) 36.937 206 657 1.803 7.048 5.014 1.993 2.001 18.722 177 785 1.822 7.419 5.010 1.732 1.270 18.215 Cogliate (S) 8.447 40 157 415 1.543 1.230 443 405 4.233 52 170 430 1.683 1.192 431 256 4.214 Concorezzo (V) 15.227 79 326 753 2.789 2.083 931 871 7.832 73 317 772 2.850 2.037 786 560 7.395 Cornate d'A. (V) 10.413 56 221 500 2.010 1.352 543 593 5.275 53 242 482 2.158 1.421 455 327 5.138 Correzzana (V) 2.653 13 65 129 553 327 128 97 1.312 16 65 147 575 351 120 67 1.341 Desio (D) 40.342 197 820 1.826 7.755 5.627 2.138 2.226 20.589 208 861 1.931 8.142 5.395 1.859 1.357 19.753 Giussano (S) 24.461 148 484 1.166 4.702 3.264 1.292 1.360 12.416 126 550 1.205 4.933 3.305 1.104 822 12.045 Lazzate (S) 7.589 30 141 392 1.506 1.086 348 368 3.871 37 177 402 1.459 1.112 334 197 3.718 Lentate sul S.(S) 15.485 60 289 634 2.743 2.206 919 928 7.779 89 312 717 2.970 2.198 866 554 7.706 Lesmo (V) 8.116 46 167 426 1.548 1.177 413 390 4.167 43 183 411 1.550 1.154 393 215 3.949 Limbiate (D) 33.876 151 697 1.646 6.428 4.673 1.827 1.722 17.144 182 709 1.731 6.614 4.645 1.656 1.195 16.732 Lissone (C) 42.199 231 932 1.914 8.357 5.792 2.144 2.229 21.599 246 916 2.017 8.513 5.712 1.867 1.329 20.600 Macherio (C) 7.138 26 137 325 1.262 1.036 448 414 3.648 29 146 345 1.313 977 404 276 3.490 Meda (S) 23.068 100 410 1.027 4.214 3.401 1.259 1.373 11.784 98 466 1.104 4.376 3.289 1.121 830 11.284 Mezzago (V) 4.113 21 96 225 780 553 222 221 2.118 20 94 229 797 560 173 122 1.995 Misinto (S) 5.210 31 116 245 1.019 745 236 208 2.600 31 120 281 1.080 709 228 161 2.610 Monza (M) 119.928 469 2.160 5.418 21.032 17.256 7.975 8.563 62.873 480 2.290 5.680 21.087 15.910 6.454 5.154 57.055 Muggiò (D) 23.270 111 402 1.078 4.323 3.408 1.333 1.225 11.880 122 484 1.219 4.396 3.196 1.155 818 11.390 Nova M. (D) 22.261 93 414 1.110 4.154 3.224 1.261 1.093 11.349 107 434 1.190 4.181 3.153 1.113 734 10.912 Ornago (V) 4.710 28 113 221 978 644 197 222 2.403 19 139 216 1.003 619 207 104 2.307 Renate (C) 4.179 11 95 192 772 575 219 247 2.111 25 86 207 813 592 225 120 2.068 Roncello (V) 3.941 23 111 190 853 510 124 150 1.961 36 108 207 934 482 138 75 1.980 Ronco B. (V) 3.388 12 69 175 655 438 179 164 1.692 13 64 202 690 489 152 86 1.696 Seregno (S) 43.013 191 847 1.823 8.082 6.192 2.463 2.713 22.311 206 871 1.931 8.099 5.923 2.079 1.593 20.702 Seveso (S) 22.741 126 477 1019 4.528 3.056 1.163 1.204 11.573 125 529 1.091 4.688 2.953 1.060 722 11.168 Sovico (C) 8.087 34 187 382 1.528 1.127 437 509 4.204 28 164 374 1.561 1.102 393 261 3.883 4 Sulbiate (V) 4.072 27 89 180 829 548 188 196 2.057 18 82 197 863 579 170 106 2.015 Triuggio (C) 8.588 43 181 359 1.612 1.221 477 412 4.305 47 188 449 1.642 1.264 429 264 4.283 Usmate V. (V) 10.014 50 215 538 1.909 1.395 512 429 5.048 57 219 544 1.981 1.472 423 270 4.966 Varedo (D) 12.784 52 222 551 2.286 1.925 754 760 6.550 66 222 577 2.383 1.810 725 451 6.234 Vedano al L. (C) 7.419 24 136 341 1.224 1.086 546 483 3.840 26 135 376 1.182 1.058 475 327 3.579 Veduggio C. (C) 4.445 17 84 204 788 617 222 265 2.197 27 72 229 903 646 206 165 2.248 Verano Brianza (C) 9.274 39 150 444 1.684 1.370 506 490 4.683 35 201 436 1.856 1.305 450 308 4.591 Villasanta (M) 13.576 50 225 630 2.368 2.075 782 881 7.011 57 243 660 2.328 1.999 718 560 6.565 Vimercate (V) 25.334 117 427 1.061 4.313 3.871 1.675 1.751 13.215 102 463 1.130 4.358 3.566 1.540 960 12.119 TOTALE ASLMB 840.358 3921 16.528 39.089 156.066 118.985 47.554 48.518 430.661 4046 17.397 41.418 160.245 115.495 41.738 29.358 409.697 La Tabella 4 confronta i valori di alcuni importanti indicatori demografici in ASL, Lombardia e Italia: la quota di popolazione giovane è leggermente più elevata in ASLMB rispetto ai riferimenti e le generazioni più anziane sono invece numericamente meno rilevanti. Gli indicatori specifici che derivano da questi valori mostrano valori “più giovanili” per l’ASL di Monza e Brianza. L’indice di vecchiaia, ad esempio, evidenzia il livello di invecchiamento di una popolazione dividendo il numero di soggetti oltre i 64 anni per il numero di soggetti di età inferiore a 15 anni e moltiplicando per 100 il risultato: un valore basso può indicare alta natalità e ridotta percentuale di anziani nella società. NELL’ASLMB I VALORI SONO PIÙ BASSI RISPETTO AL VALORE MEDIO NAZIONALE E AL VALORE LOMBARDO. Tabella 4 - Indicatori demografici in ASLMB, Lombardia e Italia 2012 Quote di popolazione per età Ambito territoriale ASLMB LOMBARDIA ITALIA <15 anni 65+ anni 80+anni 14,57% 14,29% 14,02% 19,89% 20,80% 20,83% 5,17% 5,82% 6,16% Indice di vecchiaia 136,6 145,6 148,6 Nella mappa che segue è rappresentata la proporzione di grandi anziani (età 80 anni ed oltre): si tratta di popolazione che assorbe molte risorse in termini assistenziali ed i valori percentuali sul totale variano da circa 3% ad oltre 6%. Il gradiente dal verde chiaro allo scuro evidenzia valori crescenti: in tutti i comuni la quota femminile è decisamente preponderante, come è evidente dalla ripartizione a torta. 5 1.2. Popolazione immigrata Gli stranieri regolarmente iscritti rappresentano nel 2011 quasi 8% dei residenti, con un minimo del 6% nel distretto di Seregno ed un massimo di quasi 10% in quello di Monza. Una parte non marginale del miglioramento precedentemente descritto degli indici demografici è legato all’incremento di popolazione straniera in età produttiva. Tra gli immigrati, le classi anziane rappresentano una quota irrisoria del totale (circa 1%), mentre le classi produttive (tra 15 e 64 anni) rappresentano quasi l’80% del totale. Analizzando la composizione della popolazione, si nota che gli stranieri sono principalmente nelle classi giovani e produttive (tra 0 e 54 anni). Nel grafico seguente si riporta la distribuzione per principali paesi d’origine degli stranieri residenti nel territorio dell’ASLMB (pari a circa 85% del totale). 1.3. Il contesto economico 6 Nel territorio dell’ASL nel 2011 erano attive 56.473 unità produttive di cui il 46% appartenente al settore industria ed il 54% ai servizi. Le imprese individuali e le unità produttive da 1 a 15 addetti costituiscono il 96% di tutte le unità locali. Il 3% è rappresentato da aziende tra 16 e 50 addetti e solo l’1% delle imprese supera i 50 addetti. Su un totale di 273.192 addetti stimati, il 51% opera nell’Industria, mentre il restante 49% nei Servizi. La percentuale di lavoratori e di aziende che operano nella categoria Industria nella Provincia MB è superiore rispetto a quella nazionale e regionale. Complessivamente nella Provincia di Monza Brianza l’industria è ancora il settore produttivo prevalente. Il 23% imprese del territorio è rappresentato da attività manifatturiere, in particolare del settore metalmeccanico; rilevante anche il comparto edile che costituisce il 22% delle unità totali. 1.4. Il contesto ambientale La qualità dell’ambiente e la natura dello sviluppo sono fattori che influenzano lo stato di salute della popolazione che può migliorare con una maggiore integrazione delle politiche di protezione ambientale, di protezione della salute e di governo del territorio. Diversi sono i fattori di pressione ambientale che insistono sul territorio regionale e provinciale. La riduzione del suolo naturale, per l’elevata urbanizzazione, pone la Lombardia al primo posto tra le Regioni italiane e, a livello regionale, la Provincia di Monza e Brianza al primo posto per consumo della superficie territoriale complessiva. Consumo di suolo (% di aree urbanizzate rispetto alla superficie territoriale) PROVINCIA DI MONZA E BRIANZA: 53,4 PROVINCIA DI MILANO: 39,8% LOMBARDIA: 14,1% 100% 90% 80% 70% 60% 50% 40% 30% 20% 10% 0% MB MI VA CO Aree antropizzate LC BG Aree agricole LO MN BS CR PV SO Territori boscati e ambienti seminaturali Un secondo aspetto da considerare è l’elevata presenza di attività produttive, sia dismesse sia attive, a rilevante impatto ambientale, anche se negli ultimi anni la mappa delle attività produttive si è notevolmente modificata per la diminuzione di attività industriali. Nella tabella che segue sono indicate le aree più importanti tra quelle interessate da attività di indagine e bonifica del suolo e/o acque sotterranee (indagini preliminari, caratterizzazioni, bonifica in corso, messe in sicurezza operative). Asl MB – Principali aree d’intervento per impatto sul suolo e/o sulle acque sotterranee Comune Area Uso Villasanta Carrier Sito produttivo Bovisio Masciago Ex ICSAM Area dismessa Correzzana Ex Antibioticos Area dismessa Lesmo Ex Nobel Chemicals Area dismessa Monza Cosmalver Garo Area industriale Monza Philips Area industriale Brugherio Ex Chromium Plating Italiana - CPI Area industriale Fonte: ARPA Lombardia – Sintesi attività 2012 e Pianificazione 2013- Presentazione Provincia Monza e Brianza 5.6.2013 7 Nel territorio provinciale sono insediate diciotto aziende a rischio di incidente rilevante e 55 aziende sono soggette ad Autorizzazione Integrata Ambientale. La maggior parte si concentra in tre comparti produttivi (industria dei metalli, industria chimica e smaltimento rifiuti). Per lo smaltimento dei rifiuti sono presenti 3 impianti di compostaggio e un impianto di termovalorizzazione. La produzione annuale pro capite di rifiuti urbani in Provincia di Monza e Brianza si colloca a un livello inferiore al quantitativo regionale e la frazione differenziata supera la media regionale, con percentuali ampiamente variabili tra i Comuni. produzione di rifiuti urbani raccolta differenziata (%) (kg/abitante - 2011) PROVINCIA MB: 427 60.2 REGIONE 484 50.6 LOMBARDIA Nel territorio della ASL sono censite 1534 strutture con presenza di manufatti in amianto, per un quantitativo di 921.744 mq. di amianto compatto e di 24.113 Kg. di amianto friabile. La provincia di Monza e Brianza è interessata dal bacino del fiume Lambro e del torrente Seveso e, solo in piccola parte, da quello del fiume Adda. Mentre lo stato ecologico del fiume Adda è buono, Seveso, Lambro e torrente Molgora sono più o meno compromessi nel tratto che decorre in territorio brianzolo. Il fiume Lambro presenta una situazione critica a valle del Comune di Monza, aggravata dall’emergenza del febbraio 2010 causata dallo sversamento di oltre 2.600 tonnellate di idrocarburi dall’area Lombarda Petroli (Villasanta). Seveso, Molgora e Lambro sono ricettori delle acque trattate dai tre impianti di depurazione a servizio di Comuni della Provincia e di alcuni situati nelle Province di Lecco e Como. Attualmente il grado di copertura della rete fognaria che colletta le acque reflue verso il punto di trattamento non raggiunge il 100%. Gli impianti (Varedo, Vimercate, Monza) presentano criticità circa il pieno rispetto dei limiti di qualità delle acque reflue stabiliti dalla Direttiva 91/271/CEE. L’analisi dei dati sulla qualità dell’aria raccolti nel 2011 conferma che i parametri critici per l’inquinamento atmosferico sono il particolato (PM10 PM2,5), l’ozono (O3), il biossido di azoto (NO2), benzo (a) pirene che mostrano superamenti dei limiti, situazione comune al territorio regionale parte degli agglomerati urbani e della zona urbanizzata. L’andamento delle concentrazioni degli inquinanti è il risultato di fenomeni complessi in cui giocano un ruolo importante sia le emissioni sia le condizioni meteorologiche. Il trasporto su strada costituisce la fonte principale di emissioni in atmosfera nella nostra provincia: contribuisce a più di un terzo delle emissioni di anidride carbonica (43%), ai tre quarti delle emissioni di ossidi di azoto (NOx) e a buona parte delle emissioni di materiale particolato (47% per PM 10 e 43% per PM2,5), di monossido di carbonio (69%) e di Composti Organici Volatili (20%). La seconda fonte principale di emissioni è la combustione non industriale. Tra i combustibili, legna e similari sono la fonte in assoluto più importante per le emissioni di particolato. (fonte: sistema IN.EM.AR. Inventario Emissioni Aria – dati 2008 ARPA Lombardia) Gli effetti sulla salute sono valutati in rapporto alla concentrazione annuale media degli inquinanti. Diversi studi di valenza nazionale ed internazionale hanno dimostrato una correlazione statisticamente significativa tra concentrazione media annuale di inquinanti in atmosfera (NO2, O3, PM10) ed eventi negativi per la salute, di tipo respiratorio e cardiaco, sia per esposizione acuta, sia a lungo termine. I risultati degli studi possono essere anche letti in termini di guadagni di salute ottenibili a breve e a lungo termine mediante una riduzione delle concentrazioni degli inquinanti. 8 Per NO2, O3, PM10 disponiamo di una serie di misure della concentrazione medie annuale che riguarda 26 dei 55 Comuni della provincia inclusi nella zona A1 (agglomerati urbani). I valori risultano nel tempo: per NO2 in riduzione sino al 2009 (46 μg/m³), con una recente inversione di tendenza (53 μg/m³); per PM10 dopo un periodo di stabilità, dal 2000 al 2007, intorno a un valore di circa 50 μg/m³, una lieve riduzione nel triennio 2008 – 2010 (40 μg/m³) ed un recente incremento (40 μg/m³), che, secondo ARPA, come per gli ossidi di azoto è dovuto a fattori meteorologici; relativamente stabile per O3, attorno a 40 μg/m³; L’acqua destinata al consumo umano distribuita dal servizio idrico è di buona qualità, sia dal punto di vista chimico che microbiologico. In alcuni casi, la qualità è assicurata dall’impiego di sistemi di trattamenti delle acque di falda che presentano contaminazioni stabili da nitrati e composti organoalogenati; pesticidi, ferro/manganese e idrogeno solforato (di origine naturale) sono presenti nel Vimercatese, mentre contaminazioni microbiologiche si sono trovate nel Monzese e nel Vimercatese. IN SINTESI Sotto il profilo della qualità ambientale la nostra Provincia si caratterizza per: intensa urbanizzazione, con il più alto consumo di suolo tra le province lombarde; un’ ottima capacità di raccolta differenziata e di smaltimento di rifiuti urbani, con una produzione pro capite inferiore alla media regionale; presenza di elementi di rischio e vulnerabilità (insediamenti attivi a elevato impatto ambientale, aree soggette a procedure di bonifica) superamento dei limiti di qualità dell’aria per NO2, O3, PM10, PM2,5 cui contribuiscono soprattutto il traffico su strada e i processi di combustione non industriale; buona qualità delle acque distribuite dagli acquedotti una condizione di criticità per la qualità dei principali corsi d’acqua 9 2. IL CONTESTO EPIDEMIOLOGICO SANITARIO 2.1. Analisi della mortalità Ogni anno nella nostra ASL si registrano approssimativamente 6.700 decessi tra i residenti ed i grafici che seguono mostrano l’andamento complessivo dei decessi e le principali cause di morte nel periodo 2005-2011, registrate presso il ReNCaM (Registro Nominativo delle Cause di Morte) gestito dall’U.O. Epidemiologia dell’ASLMB. I dati sono espressi come numero di decessi ogni 10.000 residenti in ciascun anno per consentire i confronti nel tempo anche se il territorio dell’ASL è cambiato. I tumori rappresentano la prima causa di morte tra i maschi, mentre tra le femmine le malattie dell’apparato cardiocircolatorio guidano la classifica, coerentemente con quanto avviene regionalmente e, più in generale, in gran parte dei paesi occidentali. ASLMB - Tassi grezzi di mortalità per 10.000 residenti per principali cause e genere 2005-2011 35 30 25 20 15 10 5 0 2005 2007 2009 2011 2005 2007 2009 2011 FEMMINE MASCHI Neoplasie Neuropatie Disturbi del sistema circolatorio Malattie gastroenterologiche Disturbi del sistema respiratorio Traumi e altre cause esterne di malattia Nell’ambito della mortalità per tumore, tra i maschi il tumore più diffuso è quello del polmone e per le femmine il carcinoma mammario è al primo posto, seguiti dal tumore del colon retto per entrambi i sessi: è evidente dunque l’importanza delle iniziative preventive poste in essere dall’ASL con gli screening organizzati di popolazione. La ripartizione delle cause di morte nel 2011 per classe di età evidenzia l’importanza relativa nei vari periodi di vita: a fronte di una numerosità assoluta di decessi progressivamente in aumento con il passare dei decenni, è evidente la preponderanza delle cause violente sotto i 40 anni di vita, la progressiva amplificazione della quota di decessi da cardiovasculopatia (disturbi del sistema circolatorio – colore rosso scuro nel grafico) e la frequenza con cui nelle età intermedie ed elevate la causa di decesso sia frequentemente di tipo tumorale (neoplasie di colore blu scuro). Ripartizione proporzionale delle principali cause di morte per decennio di età - ASLMB 2011 100% 90% 80% 70% 60% 50% 40% 30% 20% 10% 0% 0-9 % su totale dei decessi 0,3% 10-19 0,2% 20-29 0,2% 30-39 0,7% 40-49 2,1% Disturbi congeniti Disturbi del sistema respiratorio Malattie del sangue e del sistema immunitario Malattie gastroenterologiche Malformazioni e anormalità cromosomiche Neuropatie Traumatologi, tossicologia e altre cause esterne di malattia 50-59 60-69 70-79 4,3% 10,4% 24,8% 80-89 90-99 39,7% 16.2% Età al decesso 100-109 1,0% Disturbi del sistema circolatorio Disturbi genitourinari Malattie endocrine, nutrizionali e metaboliche Malattie infettive e parassitarie Neoplasie Patologie mentali e del comportamento 10 Sul territorio le mappe esemplificano le aree a maggiore e minore tasso grezzo di mortalità e, per ogni comune, sono rappresentate le quote attribuibili ai principali settori delle cause di morte proporzionate alle porzioni di diagramma circolare: è evidente la similitudine sostanziale delle quote tra i vari comuni ed emerge la preponderanza sistematica delle cause tumorali tra i maschi e di quelle cardiovascolari tra le femmine. I tassi comunali per 100.000 residenti sono inevitabilmente più alti nelle aree territoriali con più elevata età media. 11 L’esigenza di integrare ed ottimizzare le attività conoscitive del fenomeno cancro sul territorio hanno portato all’istituzione del Registro Tumori dell’ASL di Monza e Brianza, per la corretta e puntuale identificazione e classificazione di tutti i nuovi casi di tumore che insorgono tra i quasi 850.000 residenti. Presso la Unità Operativa di Epidemiologia, in staff alla Direzione Generale dell’ASL, sono disponibili dati validati relativamente ai nuovi casi di tumore maligno insorti tra il 2007 ed il 2009. Anche i dati locali confermano concretamente l’importanza dello screening del tumore della mammella e del colon retto, e delle iniziative per ridurre la diffusione dell’abitudine al fumo di sigaretta per ridurre i decessi per cancro 2.2. La mortalità evitabile L’analisi della mortalità evitabile, così come indicato dalla comunità internazionale, risulta determinante per monitorare la qualità delle prestazioni erogate da differenti servizi: servizi di cura primari, servizi preventivi territoriali, servizi specialistici, servizi ospedalieri, etc. Per mortalità evitabile si intende la quota di deceduti prima dei 75 anni di età per una serie di cause per le quali ci si aspetterebbe che la morte avvenga in età più avanzata. La proporzione di decessi prevenibile tramite interventi di diagnosi precoce è decisamente più elevata per le donne (39% contro 11% delle morti evitabili) in virtù, ad esempio, della possibilità di intervento preventivo contro i tumori della mammella e della cervice uterina. Nel grafico si presenta il tasso grezzo per 100.000 residenti per i due generi per i principali sottogruppi di mortalità evitabile. A titolo di esemplificazione si può dire ad esempio che 45 decessi di uomini per tumori polmonari, avvenuti prima del 75° anno di età, ogni 100.000 residenti avrebbero potuto essere evitati se il fumo di sigaretta e l’inquinamento non esistessero. Per le donne tale quota è inferiore in virtù della minore diffusione dell’abitudine al fumo (e dunque del tumore del polmone). Tassi di mortalità complessiva ed evitabile prima dei 75 anni di età per 100.000 residenti per genere - principali categorie 90 80 70 60 50 40 30 20 10 Maschi Mortalità totale Tum. maligni della vescica Ipertensione arteriosa Mal apparat respiratorio (escl. Polm e influ) Tum. maligni cavita orale, faringe, esofago Tum maligni fegato e dotti intraepatici Malattie cerebrovascolari Tum. maligni colon, retto Traumatismi e avvelenamenti Tum. maligni mammella Malattie ischemiche del cuore Tum. maligni trachea, bronchi, polmoni Tum. maligni della vescica Ipertensione arteriosa Mal apparat respiratorio (escl. Polm e influ) Tum. maligni cavita orale, faringe, esofago Tum maligni fegato e dotti intraepatici Malattie cerebrovascolari Tum. maligni colon, retto Traumatismi e avvelenamenti Malattie ischemiche del cuore Tum. maligni trachea, bronchi, polmoni 0 Femmine Quota evitabile (prima dei 75 aa) 12 2.3. Analisi della morbosità Il dato relativo alle esenzioni per patologia nella popolazione è informativo relativamente alla distribuzione di molte malattie ed è esemplificato a livello territoriale con il dettaglio comunale relativo alle principali categorie. Ogni soggetto può avere più di un’esenzione: la mappa illustra dunque la frequenza di malattie croniche che determinano l’esenzione dal pagamento per determinati farmaci e prestazioni in funzione dell’esenzione stessa. La mappa indica la percentuale di esenzioni per comune ed è evidente dalle ripartizioni a torta come le esenzioni per malattia ipertensiva siano ovunque le più frequenti, seguite da problemi endocrini, cardiologici e neoplastici. Per descrivere la morbosità sono di seguito presentati i risultati dell’applicazione del modello di attribuzione dei singoli individui a “categorie” di cronicità, previsto dalla metodologia della Banca Dati Assistiti (BDA), ai dati del Sistema Informativo Sanitario, relativi ai residenti nell’ASLMB; tale modello porta all’identificazione, per ogni assistito, delle patologie croniche di cui è affetto. Poiché il fenomeno della concomitanza di più patologie croniche negli stessi individui è importante, sono descritti i dati relativi alla diffusione delle patologie sul territorio, evitando in questa sede di ricondurre a fittizie categorie prevalenti la descrizione del carico di malattia nella popolazione. Le macrocategorie di malattie croniche tenute in considerazione sono sintetizzate nella tabella e la successiva mappa rappresenta i tassi territoriali di cronicità complessiva. 2. Trapiantati 8. Broncopneumopatici 3. Insufficienti renali cronici (dializzati) 9. Gastroenteropatici 4. HIV positivi ed AIDS 10. Neuropatici 5. Neoplastici 11. Malattie Autoimmuni 6. Diabetici 12. Malattie endocrine e metaboliche 7. Cardiovasculopatici 13 E’ evidente la concentrazione di un numero di patologie croniche più elevato nelle aree a più elevata anzianità media (nei comuni rappresentati in rosso si concentra un numero di cronicità di circa 500 ogni 1000 residenti). Le principali patologie a livello comunale sono indicate nella didascalia a sinistra della mappa: le malattie cardiovascolari rappresentano ovunque il più rilevante problema in termini di carico di malattia per la popolazione. Le prossime tabelle descrivono le numerosità assolute ed frequenze di occorrenza per 1.000 residenti di ogni singola problematica patologica per distretto. Rispetto al passato si presenta un dettaglio assai più fine di classificazione nell’ambito delle singole macrocategorie. Poiché ogni soggetto può essere affetto da più patologie contemporaneamente, un soggetto può essere conteggiato in più righe. BDA 2011 – Numero assoluto di assistiti con comorbidità per distretto Descrizione comorbidità p_02 - Trapiantato p_03 - Insufficienti Renali Cronici p_04 - HIV e AIDS p_05 - Neoplastici p_06 - Diabetici p_07 - Cardiovasculopatici p_08 - Broncopneumopatici p_09 - Gastroenteropatici p_10 - Neuropatici p_11 - Malattie Autoimmuni p_12 - Malattie Endocrine e Metaboliche 01 - CARATE BRIANZA 119 631 360 5.885 7.047 28.538 3.754 6.986 3.690 1.449 11.831 04 - DESIO 05 - MONZA 06 - SEREGNO 07 - VIMERCATE 157 708 453 7.760 9.364 35.894 5.371 7.815 4.405 1.806 15.179 148 676 444 7.850 7.880 34.292 4.444 8.343 4.511 1.799 14.543 150 576 402 6.990 7.367 32.307 4.372 7.093 4.068 1.592 12.715 142 579 403 7.176 7.565 35.053 4.539 7.066 3.998 1.673 15.268 Totale ASLMB 716 3.170 2.062 35.661 39.223 166.084 22.480 37.303 20.672 8.319 69.536 14 BDA 2011 – Tasso di comorbidità per 1.000 assistiti residenti per distretto Descrizione comorbidità p_02 - Trapiantato p_03 - Insufficienti Renali Cronici p_04 - HIV e AIDS p_05 - Neoplastici p_06 - Diabetici p_07 - Cardiovasculopatici p_08 - Broncopneumopatici p_09 - Gastroenteropatici p_10 - Neuropatici p_11 - Malattie Autoimmuni p_12 - Malattie Endocrine e Metaboliche 01 - CARATE BRIANZA 0,8 4,2 2,4 39,4 47,2 191,1 25,1 46,8 24,7 9,7 79,2 04 - DESIO 05 - MONZA 06 - SEREGNO 07 - VIMERCATE 0,8 3,7 2,4 40,9 49,4 189,4 28,3 41,2 23,2 9,5 80,1 0,9 4,0 2,6 46,2 46,4 202,0 26,2 49,1 26,6 10,6 85,7 0,9 3,5 2,5 42,7 45,0 197,1 26,7 43,3 24,8 9,7 77,6 0,8 3,3 2,3 40,5 42,7 197,9 25,6 39,9 22,6 9,4 86,2 Totale ASLMB 0,8 3,7 2,4 42,0 46,2 195,5 26,5 43,9 24,3 9,8 81,8 La categoria maggiormente rappresentata tra i soggetti identificati come affetti da patologie cronico - degenerative è quella dei cardiovasculopatici, seguita dai soggetti con malattie endocrine e metaboliche (compresa l’ipercolesterolemia) e dai diabetici. IN SINTESI Abitiamo in una delle aree più densamente popolate d’Italia, divisa in 55 Comuni su un’area di 405 Km2; La popolazione residente al 01.01.2012 è costituita da 840.358 persone (51% femmine), distribuita in cinque distretti socio sanitari, che si aggregano in tre aree per il Dipartimento di Prevenzione; La popolazione residente è aumentata di 13 punti percentuali tra il 1997 ed il 2012; La popolazione dell’ASLMB è più giovane della popolazione regionale perché ci sono, in proporzione, più soggetti giovani e meno soggetti anziani; Gli stranieri regolarmente iscritti rappresentano nel 2011 circa l’8 per cento del totale della popolazione residente e sono quasi esclusivamente nelle classi giovani e produttive; Coerentemente con quanto avviene regionalmente e, più in generale, in gran parte dei paesi occidentali, tra i maschi, i tumori rappresentano la prima causa di morte complessivamente mentre, tra le femmine, le malattie dell’apparato cardiocircolatorio guidano la classifica; Tra i tumori, per i maschi il tumore del polmone è il principale killer e il tumore del colon è al secondo posto ed è in crescita; Per le femmine, il tumore della mammario è stabilmente al primo posto, seguito dal tumore del colon retto e dal tumore al polmone, che è in costante incremento; La quota di decessi che dovrebbero essere prevenuti prima dei 75 anni di età del sesso maschile è decisamente più elevata rispetto alle femmine; La coesistenza di molteplici cronicità (comorbidità) è progressivamente sempre più diffusa, in sintonia con l’invecchiamento della popolazione. 15 3. LA PROMOZIONE DEI CORRETTI STILI DI VITA In tutto l’Occidente si assiste all’aumento dei trattamenti farmacologici destinati a persone con uno stile di vita scorretto. In numero crescente infatti i soggetti sono sedentari e l’alimentazione è qualitativamente scarsa: questo connubio determina l’insorgenza delle cosiddette patologie cronico - degenerative. E’ stato scientificamente dimostrato che l’attività fisica e più in generale il cambiamento dello stile di vita inducono benefici per quanto riguarda il trattamento di queste patologie, fino ad essere riconosciuti efficaci quanto l’azione di un farmaco e privi degli effetti collaterali tipici di una qualsiasi terapia farmacologica. Promuovere stili di vita sani è pertanto uno dei temi portanti di sanità pubblica: un individuo o un gruppo deve essere in grado di identificare e realizzare le aspirazioni, soddisfare le esigenze, adattarsi all’ambiente, per migliorare o mantenere la propria salute come risorsa fondamentale per la vita quotidiana, enfatizzando sia le risorse sociali che le capacità fisiche. La promozione della salute non deve essere solo un’iniziativa del singolo, ma richiede un’azione coordinata da parte di governi, istituzioni locali, industrie e luoghi di lavoro; tra gli obiettivi che il Piano Sanitario Nazionale si propone vi è tra gli altri proprio quello di promuovere gli interventi per ridurre i principali fattori di rischio: per quanto riguarda la sedentarietà emerge che il 50% della popolazione non rispetta la quantità raccomandata di attività fisica necessaria ad indurre benefici per la salute. Ciò è dovuto in parte ad un’insufficiente partecipazione nel tempo libero ad attività motorie e a un aumento della sedentarietà durante le attività professionali, associato ad un aumento dell’uso passivo di mezzi di trasporto. E’ stato stimato che l’inattività fisica a livello mondiale causa circa il 10-16%dei casi di cancro al seno, colon – retto e diabete mellito e circa il 22% dei casi di cardiopatia ischemica. Inoltre 1,9 milioni di decessi sono imputabili, secondo l’OMS, all’inattività fisica. 3.1. Le principali attività realizzate nel 2012 Tutti gli interventi di Promozione della Salute sono stati realizzati tramite collaborazioni o accordi promossi con le istituzioni e gli attori significativi del territorio (Ufficio Scolastico Provinciale, Uffici di Piano, professionisti della salute: farmacisti, medici di medicina generale, pediatri di famiglia, erogatori pubblici e privati; Polizia Locale; Terzo settore e associazioni di volontariato; grande distribuzione organizzata; ordini professionali, associazioni industriali …). Gli interventi hanno perseguito l’obiettivo della sostenibilità attraverso la creazione di ambienti fisici e sociali che possano supportare stabilmente il cambiamento (es. valorizzazione di reti satelliti e tavoli di partecipazione/concertazione, introduzione di modifiche salutari in ambiente scolastico e lavorativo come installazione di distributori di frutta e verdura, creazione di percorsi pedonali). 3.1.1 Promozione dell’attività fisica “Anziano in cammino. Muoversi insieme per la salute” Nel 2012 il progetto ha visto la realizzazione di tre nuovi gruppi di cammino in collaborazione con le amministrazioni comunali di del Distretto di Carate per favorire l’attività motoria, in particolare nella popolazione anziana (cittadini ultra 65enni). Ai gruppi già attivi (Vedano, Macherio, Renate, Verano, Veduggio e Sovico) si sono aggiunti Albiate, Carate Brianza e Triuggio. Complessivamente nel 2012, l’iniziativa ha coinvolto 125 nuovi anziani che hanno stabilmente partecipato alle 16 camminate di gruppo per almeno 2 o 3 volte la settimana, con la partecipazione di un Walking Leader lungo percorsi pedonali predisposti dalle Amministrazioni Comunali. “Promozione corretti stili di vita rivolta ai dipendenti ” La campagna per la promozione dell’utilizzo delle scale è stata estesa alle sedi ASL di Brugherio, Limbiate (palazzina Direzionale del presidio Corberi) e Seveso, scelte sempre in base al numero dei dipendenti e alla presenza di scale e ascensori, che si aggiungono alle sei coinvolte nel 2011 (Seregno, Usmate, Monza: via Boito, via De Amicis, viale Elvezia, Cesano Maderno). E’ stata promossa una comunicazione attiva nei confronti dei dipendenti, attraverso: un incontro di presentazione dell’intervento ai Direttori di Distretto; l’affissione a rotazione nelle sedi individuate di tre poster “Mantieni stabile il tuo peso corporeo”, “Aumenta la tua capacità aerobica”, “Riduci il rischio di osteoporosi”; distribuzione di opuscoli informativi, post it e newsletters per promuovere l’attività fisica. L’efficacia dell’iniziativa (modifica di abitudini motorie) è stata valutata comparando le risposte ad un questionario distribuito prima dell’inizio dell’intervento e poi a distanza di 6 mesi. E’ stata individuata, in collaborazione con Confindustria una nuova azienda del territorio dove sono state attuate azioni di promozione di corretti stili di vita in ambiente lavorativo: affissione di poster ed invio di newsletter informative sull’attività motoria corretta. Progetto Regionale su “La prescrizione dell’esercizio fisico come strumento di prevenzione e terapia in Lombardia ”. L’ASL partecipa a un progetto regionale per verificare la fattibilità della “prescrizione” dell’esercizio fisico in soggetti inviati dal MMG e classificati a medio ed alto rischio per malattie cronico degenerative. Nel corso del 2012 l’U.O. Medicina dello Sport ha realizzato le azioni propedeutiche all’attuazione del progetto: presentazione ad alcuni MMG del Distretto di Carate, acquisendo il loro consenso a collaborare; presentazione a due Palestre del distretto in possesso dei requisiti previsti dal progetto, ottenendo dai rispettivi responsabili l’accettazione delle condizioni e la disponibilità a collaborare; selezione del Laureato in Scienze Motorie e di Medico Specialista in Medicina dello Sport di supporto al progetto. La fase attuativa prevede nel 2013 il reclutamento e la valutazione di 55 pazienti (a “medio” ed “alto” rischio), da effettuare 3 volte nell’arco dei 6 mesi, dell’efficacia di un’attività motoria “dosata” svolta con regolarità o in palestra o sotto il controllo del Laureato in Scienze Motorie. Prevenzione del rischio cardiocerebrovascolare Tra le azioni intraprese dalla ASL per la gestione del rischio cardiocerebrovascolare, il Distretto Socio Sanitario di Carate Brianza, in collaborazione con l’associazione Brianza per il Cuore, ha organizzato tre incontri informativi, rivolti alla popolazione anziana, sul tempestivo riconoscimento degli eventi acuti e il corretto utilizzo della rete dell’emergenza urgenza. Hanno partecipato circa 130 persone di età superiore ai 65 anni che frequentano i centri anziani di Sovico, Carate Brianza e Triuggio. 17 Pedibus Nella nostra ASL sono operativi 32 “Pedibus” che consistono nell’organizzare percorsi protetti in gruppo, per raggiungere la scuola a piedi. L’iniziativa ha raggiunto 2 nuove scuole del Comune di Seregno. 3.1.2 Promozione della corretta alimentazione Per le mense delle strutture scolastiche e sanitarie, il Servizio Igiene degli Alimenti e della Nutrizione, in collaborazione con il Servizio Igiene degli Alimenti di Origine Animale, ha proposto a tutti i Comuni dell’ASL un documento contenente indicazioni merceologiche per la stesura del capitolato d’appalto. In accordo con le raccomandazioni delle Linee Guida Nazionali per la Ristorazione Scolastica, il documento intende promuovere l’utilizzo di pane a ridotto contenuto di sale, il consumo di prodotti di qualità (biologici, DOP, IGP), possibilmente a km 0 e comunque di provenienza nazionale. Nel corso dell’anno sono stati effettuati 45 audit nutrizionali, al fine di verificare la corretta rispondenza dei menù distribuiti alle indicazioni fornite (pane a ridotto contenuto di sale, consumo di frutta e verdura e altri alimenti protettivi…) e la corretta applicazione delle procedure di sistema HACCP, dirette a individuare ed analizzare i pericoli e definire un sistema adatto di controllo. Sono stati attivati percorsi partecipativi per installare distributori per snack salutari nelle scuole secondarie di secondo grado e in alcune strutture sanitarie. Con meno sale nel pane c’è più gusto e … guadagni in salute. La diminuzione dell'assunzione di sale con la dieta è un obiettivo di salute pubblica di estrema importanza: un consumo eccessivo di sale determina un aumento della pressione arteriosa che, a sua volta, aumenta il rischio di insorgenza di gravi malattie, come l'infarto e l'ictus. L'iniziativa, promossa dal Ministero della Salute, è contrassegnata dal logo "Guadagnare salute”. A livello regionale, l’iniziativa è supportata dalla Direzione Generale Sanità di Regione Lombardia che ne cura il monitoraggio con le Associazioni firmatarie. L’accordo, siglato nel 2011, tra Regione ed Associazioni dei Panificatori, ha avviato il progetto biennale per produrre e vendere pane a ridotto contenuto di sale, rispettando gusto, fragranza e qualità e senza differenza di prezzo. La campagna è promossa dalle Associazioni di categoria presso tutti i panificatori associati in modo stabile e prevede una riduzione della quantità di sale dal 2 all’1,7% (riferito alla farina). Per rendere riconoscibile al consumatore la disponibilità di pane a ridotto contenuto di sale, i negozi espongono all'esterno del punto vendita la vetrofania e la locandina illustrativa. A livello locale, il SIAN ha sensibilizzato gli operatori durante l’attività di vigilanza e in incontri promossi con la collaborazione delle associazioni di categoria. Nel 2012 l’adesione ha raggiunto il 49% dei panificatori (118 su 238 censiti). Sono stati coinvolti anche i MMG, le farmacie e gli Uffici Comunali mediante distribuzione di un poster e di brochure informative. Infine, una conferenza stampa congiunta con le associazioni di categoria, ha permesso la diffusione sulle maggiori testate locali delle motivazioni e dei vantaggi derivanti dall’iniziativa. “La salute vien mangiando”. Per migliorare le conoscenze degli operatori sui principi nutrizionali e promuovere una modifica dei modelli familiari caratterizzati da abitudini 18 alimentari scorrette, a completamento del progetto dello scorso anno, 252 genitori e 114 educatori di asili nido privati della ASL sono stati coinvolti in interventi educativi formativi, mediante la diffusione del documento “La salute vien mangiando Edizione 2^” e due incontri a Vimercate e a Desio, con la partecipazione di operatori sanitari del SIAN e della U.O. Medicina dello Sport, oltre a Pediatri di famiglia e Psicologi. Al termine degli incontri è stato consegnato un questionario di verifica al quale ha risposto correttamente il 90% dei genitori e il 95% degli educatori. Per la lotta al tabagismo ha visto due percorsi: - la conclusione degli interventi di promozione della salute presso un’azienda di grandi dimensioni di Agrate Brianza: diffusione di tre news letters informative relative ai determinanti fumo, attività fisica ed alimentazione, proiezione di video e poster ”Allunghiamo la Vita” nei locali mensa, riproposizione degli interventi antitabagici del 2011 che sono stati apprezzati e selezionati come “prassi” per tutte le sedi dell’azienda nel mondo. L’indagine di customer satisfaction ha evidenziato un alto gradimento per la facile comprensione dei materiali diffusi, per le competenze degli operatori degli sportelli informativi e per l’abilità del conduttore del percorso antitabagico. Il 94% dei lavoratori ha ritenuto il progetto uno strumento utile per modificare stili di vita non corretti, più del 50% ha già adottato uno stile di vita più sano; - l’estensione degli interventi riguardanti i determinanti alimentazione -attività fisica e fumo ad una seconda azienda, con sede a Brugherio, di oltre 350 dipendenti, con una rilevante componente femminile: affissione di tre poster riguardanti l’attività fisica a cui si sono associati 2 poster riguardanti l’alimentazione; piano di sensibilizzazione sui danni da fumo; comunicazione della possibilità di accedere ad un percorso aziendale di gruppo per smettere di fumare. “Progetto di prevenzione dei traumatismi della strada” Il progetto ”Ulisse”, coordinato dall’Istituto Superiore di Sanità e attivo dal 2007 sul territorio provinciale, si basa sull’osservazione diretta dei comportamenti durante la guida circa l’uso corretto dei dispositivi passivi di sicurezza e l’uso scorretto del cellulare. I dati del triennio 2010 - 2012 evidenziano che l’utilizzo delle cinture da parte delle persone che si posizionano anteriormente nel veicolo (autista e passeggero a fianco) nelle strade del territorio della provincia di Monza e Brianza (area urbana centrale e periferica) è inferiore al dato regionale rilevato nel triennio 2009 – 2011 (77,9 % versus 81,2 %). Inoltre, il 6,1% degli automobilisti transitati per il punto di osservazione utilizza il telefonino senza vivavoce mentre guida senza v, mentre l’utilizzo del casco raggiunge il 99,6%, in linea con il dato regionale (99,8 % nel 2009 – 2011). Il Dipartimento Dipendenze ha avviato, avvalendosi del coordinamento operativo del terzo settore, il progetto sperimentale Smart per la prevenzione degli incidenti stradali correlati all’abuso di alcol e di sostanze stupefacenti. Nel 2012 si è costituita una “unità operativa d’intervento” che ha effettuato sul territorio dell’ASL Monza e Brianza interventi di prevenzione selettiva e riduzione dei rischi, rivolti al target giovani consumatori in un’età compresa tra i 14 ed i 35 anni. Sono stati raggiunti circa 4000 giovani. 3.1.3 Gli adolescenti, la salute e il benessere Rete di scuole che promuovono salute Il modello lombardo delle “Scuole che promuovono salute” è frutto di un percorso di elaborazione comune condotto in Lombardia tra sistema scuola e sistema sanitario e socio-sanitario. La Rete è costituita dalle scuole organizzate per ambiti provinciali. 19 Il Coordinamento provinciale è composto dai Dirigenti Scolastici delle scuole aderenti, da rappresentanti dell’ASL (Dipartimento Dipendenze, Dipartimento ASSI, Dipartimento Prevenzione), dal rappresentante dell’Ufficio Scolastico Territoriale. Nel 2012 hanno aderito alla rete 7 istituti primari di primo grado e 9 istituti primari di secondo grado della provincia. Ogni scuola della rete s’impegna a: - attivare un processo di auto-analisi in relazione ai diversi determinanti di salute così da definire il proprio "profilo di salute"; - pianificare il proprio processo di miglioramento individuando priorità ed obiettivi; - mettere in atto azioni fondate su evidenze di efficacia e/o buone pratiche validate; - monitorare il processo intrapreso e valutarne i risultati sulla base dei quali ridefinire gli obiettivi. Promozione di life skills nelle scuole Life skills: sono le abilità e le capacità (es. capacità di prendere decisioni e di risolvere i problemi, creatività, senso critico, gestione delle emozioni e dello stress, ecc.) che ci permettono di acquisire un comportamento versatile e positivo, grazie al quale possiamo affrontare efficacemente le richieste e le sfide della vita quotidiana (WHO). Possono essere acquisite con l’apprendimento e la pratica e la scuola è un luogo appropriato per l’insegnamento e si possono ottenere ottimi risultati nell’aiutare i bambini e gli adolescenti a diventare più sani, responsabili ed elastici, sia da giovani che da adulti. Life skills education: il programma sviluppa nei ragazzi da 11 a 16 anni abilità/competenze di base, utilizzando una metodologia attiva ed esperienziale. Nel 2012 il progetto è proseguito nelle scuole ed esteso al altre comunità quali:, , operatori. In particolare sono stati raggiunti 139 docenti, 910 studenti, 120 genitori, 35 operatori del territorio (educatori degli oratori, operatori del terzo settore e dei centri di aggregazione giovanile che si occupano di stranieri, associazioni di familiari), 138 adolescenti di gruppi informali. Il progetto è coordinato dal Dipartimento Dipendenze e vede la collaborazione del Dipartimento ASSI e il Terzo Settore. Life skills training: fornisce ai ragazzi un modo sistematico di imparare le abilità di vita necessarie per affrontare con successo situazioni impegnative. Fornisce a insegnanti e genitori alcuni strumenti da usare con i pre-adolescenti per rafforzare quelle abilità che si sono dimostrate utili a ridurre e prevenire l’uso di alcol e droghe, comportamenti a rischio e comportamenti aggressivi. Nel 2012 sono stati raggiunti 235 insegnanti e 2650 studenti delle scuole secondarie di primo grado. Il progetto è coordinato dal Dipartimento Dipendenze e vede la collaborazione del Dipartimento ASSI, del Dipartimento Prevenzione e dell’UOMTS. Unplugged: è un programma di prevenzione di abuso di sostanze (droghe, alcool, sigarette), rivolto ai ragazzi delle prime classi della scuola secondaria di secondo grado. Nel 2012 sono stati raggiunti 28 docenti e 474 studenti. Il progetto è coordinato dal Dipartimento Dipendenze e prevede la collaborazione del Dipartimento ASSI. “Così va il mondo”: il mondo del consumo di sostanze è in continuo cambiamento ed il web ha accelerato molti processi che possono generare comportamenti compulsivi. In particolare, le nuove generazioni hanno un approccio al consumo, alle relazioni, al mondo delle immagini, sempre più lontano da quello dei loro padri. Sul tema, il Dipartimento Dipendenze ha organizzato un convegno con l’intento di offrire spunti metodologici per avvicinare il 20 mondo degli operatori alla realtà delle famiglie e degli utenti. Al convegno hanno partecipato 120 operatori delle ASL lombarde, Aziende ospedaliere e terzo settore. 3.2. Il guadagno di salute La valutazione del guadagno di salute è possibile nel lungo periodo attraverso la rilevazione di indicatori di esito (ad esempio: mortalità evitabile, morbosità, mortalità per patologie cronico degenerative, mortalità per incidenti stradali e, più in generale, i dati di incidentalità) e della prevalenza di specifiche condizioni determinate da comportamenti e abitudini non salutari (ad esempio: obesità, sovrappeso, con particolare riguardo alla fascia infantile). Sul versante dei comportamenti e degli stili di vita, che rappresentano gli obiettivi immediati dei programmi di promozione della salute, è possibile verificare tramite indagini e specifici indicatori se gli interventi effettuati hanno effettivamente generato nei destinatari i cambiamenti che determineranno, almeno in parte, il guadagno di salute: ad esempio ha senso monitorare nel tempo la percentuale dei fumatori adulti e adolescenti, la quota di soggetti che svolgono una regolare attività fisica, di soggetti che consumano frutta e verdura più volte al giorno (tra gli adulti e i soggetti in età scolare), la proporzione di soggetti con consumo di alcol a rischio, la prevalenza d’uso dei dispositivi di sicurezza stradale (cinture, seggiolini, casco) ed uso di telefonino alla guida. Il monitoraggio continuo di alcuni indicatori ci permette di fare alcune riflessioni sulle attività poste in essere e di indirizzare interventi e risorse su fattori di rischio specifici o su gruppi di popolazione considerati più a “rischio”. In sintesi è possibile evidenziare: Riduzione dell’obesità e del sovrappeso in età scolare rispetto al dato nazionale: un’indagine condotta su un campione di bambini di 8-9 anni residenti nella ASL ha mostrato che il 19% è in sovrappeso rispetto al 23% in Italia, mentre l’obesità si riscontra nel 7% dei casi, rispetto al dato nazionale dell’11% (Indagine Nazionale “Occhio alla salute”); Lieve riduzione dei fumatori adulti rispetto al dato nazionale: i dati locali evidenziano un valore del 27% a fronte di un dato nazionale pari al 32% (Studio “Passi 2008”) 3.3. Le prospettive Si prevede di estendere le iniziative di provata efficacia e di elevato gradimento da parte delle amministrazioni e dei cittadini come i gruppi di cammino e i pedibus. Ulteriore sviluppo verrà dato agli interventi di promozione della salute in ambiente lavorativo, con speciale riguardo al coinvolgimento delle donne. Al fine di stimolare le aziende ad implementare percorsi di promozione della salute nelle diverse aree tematiche (tabagismo, alimentazione, attività fisica, alcool, benessere personale e sociale, sicurezza stradale intesa come mobilità sostenibile), secondo modalità sostenute da prove di efficacia o buone pratiche, sarà applicato il programma Workplaces Health Promotion (WHP). Sarà ricercata l’adesione di nuove scuole al progetto regionale “Scuole che promuovono salute”. L’Asl supporterà le scuole della rete nella realizzazione dei programmi life skill training. La tematica di un corretto rapporto uomo - animale in ambito urbano sarà affrontata dal punto di vista “società delle api”, apicoltura e produzione del miele. Una particolare attenzione verrà data al miglioramento qualitativo della ristorazione collettiva con l’introduzione di pane a contenuto ridotto di sale e di distributori di alimenti salutari nelle scuole superiori. 21 4. LA PREVENZIONE DELLE MALATTIE INFETTIVE TRASMISSIBILI Le vaccinazioni costituiscono uno dei più importanti, sicuri ed efficaci interventi di sanità pubblica per proteggere sia la singola persona sia tutta la popolazione da alcune importanti patologie infettive e complicanze spesso gravi. Più alto è il numero di persone vaccinate, meno le malattie possono diffondersi. I maggiori benefici sono soprattutto a carico dei soggetti fragili, cioè bambini, anziani, ammalati cronici. Esistono malattie per la cui prevenzione la vaccinazione, offerta gratuitamente dal SSN, è obbligatoria o raccomandata, altre per le quali la vaccinazione è facoltativa o si effettua solo in particolari occasioni come i viaggi in Paesi dove la malattia è endemica. L’ASL Monza e Brianza dedica importanti risorse umane e strumentali all’offerta vaccinale attraverso una rete ambulatoriale diffusa su tutto il territorio, che incontra l’altissima adesione delle famiglie, dimostrata dalle alte percentuali di coperture vaccinali. Per le vaccinazioni obbligatorie e facoltative nell’infanzia, la copertura per Poliomielite, Difterite, Tetano, Pertosse, Epatite B e Malattia invasiva da Haemophilus ha raggiunto nel 2012 il 97,4% dei bambini nati nel 2010; per la prima dose di vaccinazione anti Morbillo - Parotite Rosolia per i nati nel 2010 ha raggiunto il 95,6%; per la seconda dose di MPR e la quarta dose di Antipolio, offerte attivamente ai bambini di 5-6 anni, la copertura è pari, rispettivamente, al 93,8 % e al 95,2 %. Nella nostra ASL viene inviato a tutti i neonati l’opuscolo informativo La copertura per la vaccinazione anti malattia invasiva da pneumococco (offerta gratuitamente a tutti i bambini fino a 3 anni) è pari al 90% circa dei soggetti che al 31.12.2012 avevano da 0 a 3 anni, mentre la copertura per la vaccinazione anti malattia invasiva da meningococco (offerta gratuitamente a tutti i minorenni) è pari al 50% circa dei soggetti che alla stessa data avevano un’età compresa tra 0 e 18 anni. Per le patologie infettive, prevenibili con vaccino, che colpiscono soprattutto categorie a rischio (epatite B, malattie invasive pneumococciche e meningococciche, varicella), la copertura vaccinale al 31/12/12 ha superato nettamente l’obiettivo di vaccinare almeno il 70% dei candidati. Fa eccezione la vaccinazione anti-varicella, per cui i livelli di adesione restano bassi, per un atteggiamento di legittima cautela di alcuni centri specialisti locali di primaria importanza internazionale, che non concordano con la necessità di vaccinare il bambino affetto da patologie linfoproliferative in remissione. Per l’influenza stagionale, nella campagna 2012 – 2013 la copertura vaccinale della popolazione di età superiore ai 65 anni si attesta al 53%, ad un livello inferiore rispetto agli anni precedenti (intorno al 70%). Il risultato sconta le criticità insorte a seguito del ritiro di lotti di vaccino sul territorio nazionale, nella fase immediatamente precedente l’avvio della campagna, e del ritardo nell’approvvigionamento del vaccino. Per la prevenzione delle malattie legate ai viaggi sono attivi tre ambulatori (Desio, Monza e Usmate), che offrono prestazioni di counselling, vaccinazioni, tra cui quella contro la febbre gialla, e profilassi antimalarica. L’attività è diretta sia a tutelare la salute del viaggiatore sia a prevenire l’introduzione di patologie assenti o sporadicamente presenti sul territorio nazionale. 22 Nel 2012 è proseguito il monitoraggio di eventuali criticità conseguenti alla riorganizzazione della rete ambulatoriale vaccinale, completata nel 2011 e che ha comportato la riduzione delle sedi ambulatoriali territoriali da n. 26 a n. 14, mediante accorpamento di alcune di esse. Non si sono registrate criticità di rilievo da parte della cittadinanza. Il guadagno di salute L’ottimo risultato dei tassi di copertura delle vaccinazioni dell’infanzia conseguito nel 2012 conferma i livelli già raggiunti negli anni precedenti, dimostrando anche l’ottima adesione alla proposta vaccinale da parte delle famiglie che considerano ormai il raggiungimento di elevate coperture come una garanzia di protezione dalle malattie trasmissibili, sia del singolo soggetto che della popolazione generale Le informazioni sulla diffusione delle malattie infettive nel territorio della ASL Monza e Brianza provengono dalle segnalazioni ricevute dai Medici di Medicina Generale, Pediatri di Famiglia, Strutture Ospedaliere, Residenze Sanitarie e sono archiviate tramite software regionale “MAINF”. L’ASL cura con frequenza trimestrale la produzione di un Report dedicato ai medici in cui si evidenziano gli andamenti ed i fenomeni meritevoli di interesse. Circa la metà del totale dei casi notificati è dovuta alla grande diffusione di varicella tra i bambini. Nella mappa che segue vengono indicati con il colore di sfondo i valori di segnalazioni nel 2012 mentre le rappresentazioni a torta indicano quanti casi delle principali malattie per 100.000 residenti sono stati segnalati in ciascun comune. Nel 2012 il morbillo ha avuto un ridimensionamento della diffusione rispetto all’anno precedente. Relativamente alla Tubercolosi, nel 2012 si è registrato un lieve incremento del numero di notifiche ed anche il numero di segnalazioni di malattie invasive da Pneumococco non è mutato in maniera rilevante rispetto all’anno precedente. 23 Permane la necessità di porre attenzione al numero di casi di legionellosi: le segnalazioni sono aumentate rispetto a quelle del 2011, anno in cui si era verificata una netta diminuzione rispetto all’epidemia del 2006. Il trend per le malattie a trasmissione sessuale (MTS), a livello nazionale e regionale, è in diminuzione relativamente al numero di nuovi casi di AIDS diagnosticati e al numero di decessi, grazie all’efficacia delle terapie antiretrovirali, che consentono la sopravvivenza a lungo termine dei pazienti. Tuttavia il numero di nuove infezioni da HIV in Italia resta elevato, pari a circa 4.000 persone/anno (dati del Centro operativo dell'AIDS dell'Istituto Superiore della Sanità). Attualmente la principale via di trasmissione dell’infezione da HIV è rappresentata dai rapporti sessuali, sia eterosessuali che omosessuali, non protetti dal profilattico; una larga percentuale di infezioni da HIV non è diagnosticata e le persone che non sanno di essere infette (sieropositivi inconsapevoli) scoprono di esserlo, soltanto quando si manifestano le infezioni proprie della fase di malattia conclamata. Alcune priorità nell’intervento di sanità pubblica, che l’ASL mette in atto tramite i centri MTS,sono: promuovere comportamenti sessuali sicuri; individuare i soggetti sieropositivi inconsapevoli; fare diagnosi precoce tramite l’offerta di counselling e del test sierologico per HIV ed altre MTS (gratuito ed anonimo); fornire prevenzione e cura ai soggetti più fragili (es. popolazione migrante), attraverso i progetti di educativa tra pari rivolti ai giovani /”Passaparola”) ed ai maschi omosessuali (“MSM”). Il progetto Peer4MSM prosegue attraverso l’identificazione di opinion leader che portino messaggi di prevenzione e di autotutela nei luoghi di frequentazione ma anche attraverso un gruppo sperimentale di pari che costruisce contenuti e messaggi attraverso incontri mensili e l’interazione quotidiana su Face book. Riguardo all’infezione da HIV, nel 2012 è stato promosso il Test Rapido (20 minuti) su saliva presso i colleghi dei servizi Asl e i MMG, in modo da facilitare l’accesso anche per coloro che hanno difficoltà al test classico (attesa di 7 giorni), tale test è stato portato anche sulle unità mobili tossicodipendenza e nel progetto prostituzione della Cooperativa Lotta all’Emarginazione. 4.1. Le prospettive Mantenere gli attuali alti livelli di copertura per le vaccinazioni tipiche dell’infanzia. Per il morbillo un impegno particolare dovrà essere dedicato per innalzare ulteriormente il livello di copertura nei nuovi nati: il livello attuale infatti garantisce l’immunità di gruppo in caso di arrivo di soggetti non vaccinati ma il riscontro di nuove infezioni indica la necessità di concentrare gli sforzi. Per l’epatite B l’obiettivo è l’eliminazione della malattia e ciò potrà essere raggiunto assicurando un livello di copertura vaccinale analogo all’attuale nei prossimi 50 anni. Per poliomielite e difterite il mantenimento dell’attuale copertura vaccinale (>95%) nei nuovi nati evita che la malattia si manifesti di nuovo: dal 2002 l’Italia è polio-free e dal 2008 non ci sono casi autoctoni di difterite. Ristabilire il livello di copertura antinfluenzale per i soggetti di età > 65 anni al 70% e confermare i livelli vaccinali raggiunti per i soggetti a rischio per patologia. Prevenire le malattie infettive legate ai viaggi, sia in termini di tutela personale del viaggiatore sia per evitare l’introduzione di patologie assenti o ormai sporadicamente presenti sul territorio nazionale. Criticità Sarà necessario un notevole impegno per il raggiungimento degli obiettivi di copertura per le vaccinazioni della coorte 2007 (MPR seconda dose e poliomielite quarta dose). 24 5. LA PREVENZIONE DELLE MALATTIE ONCOLOGICHE L’adozione di corretti stili di vita può prevenire l’insorgenza di queste patologie. Frequentemente una diagnosi precoce ed una terapia adeguata riducono la mortalità, offrono maggiori possibilità di cura e permettono di attuare interventi meno aggressivi, con una migliore qualità di vita. Esempi efficaci di diagnosi precoce sono il Pap-test per il carcinoma della cervice uterina, la mammografia per il carcinoma della mammella, la ricerca del sangue occulto nelle feci per i tumori del colon-retto. I dati epidemiologici evidenziano che i tumori sono la prima causa di morte nei maschi residenti dell’ASL di Monza e la seconda nelle femmine, dopo le malattie dell’apparato cardiocircolatorio. Nei maschi, il tumore del polmone è il principale killer, seguito dal tumore del colon retto che è la causa di 3 - 4 morti all’anno ogni 10.000 maschi residenti ed è in aumento. Nelle femmine, il tumore della mammella causa 5 morti all’anno ogni 10.000 donne residenti, seguito, al secondo posto, dal tumore del colon retto con 3 morti ogni 10.000. Nell’ASL i programmi di screening per il tumore della mammella e per il tumore del colon retto offrono ai soggetti residenti di 50-69 anni la possibilità di eseguire, gratuitamente, esami diagnostici, i quali possono rilevare la malattia in fasi anche molto precoci. Per il tumore della cervice uterina è presente un’offerta diffusa di pap - test da parte della rete dei Consultori familiari e degli ambulatori ginecologici delle strutture pubbliche e private. Dal 2009, all’offerta del pap - test, si è affiancata l’offerta della vaccinazione anti HPV alle dodicenni, che ha l’obiettivo di ridurre la diffusione nella popolazione femminile del virus che ha un ruolo nelle infezioni, alla base del processo di degenerazione maligna delle cellule della cervice uterina. 5.1. Screening del tumore della mammella L’ASL promuove dal 2006, su tutti i 55 comuni del territorio competenza, la prevenzione del cancro della mammella attraverso programma di screening organizzato centralizzato che invita le donne 50 e 69 anni di età, con lettera personalizzata, ad effettuare mammografia presso centri clinici negli ospedali del territorio. di un tra la L’invito ha cadenza biennale ed è rivolto a tutte le donne asintomatiche residenti: si tratta del primo passo di un percorso che, se identifica lesioni sospette, segue la donna in tutte le fasi di approfondimento. Nel caso infatti la mammografia abbia un esito dubbio o si riscontri una lesione sospetta, la donna viene richiamata per eseguire esami più approfonditi, quali radiografie aggiuntive, visita senologica, ecografia ed eventualmente biopsia. Questi accertamenti, che nella maggior parte dei casi si risolvono con un esito di normalità, consentono, qualora venga confermata la presenza di una lesione tumorale, di diagnosticare e trattare i tumori in stadio iniziale e con una buona prognosi. Nel 2012 sono state invitate 42.919 donne residenti nella ASL Monza e Brianza; di queste hanno effettuato la mammografia, aderendo all’invito, circa 21.000 donne. Delle donne sottoposte a mammografia poco più del 5% è stato richiamato per eseguire approfondimenti. Nel 2012 hanno ricevuto indicazione all’intervento di asportazione di una lesione mammaria circa 120 donne che, nella maggioranza dei casi, hanno subito un intervento di tipo cosiddetto conservativo, ovvero più ridotto di quello che si sarebbe dovuto attuare se la lesione fosse stata scoperta più tardivamente di quanto è possibile fare grazie allo screening che individua i tumori in fase precoce. 25 5.2. Screening del tumore colon retto In analogia a quanto avviene per il tumore della mammella, anche per il tumore del colon-retto la ASL ha attivato dal 2006 un programma di screening organizzato che prevede l’invito anche della popolazione maschile residente di età compresa tra 50 e 69. Il test utilizzato è il FOBT (ricerca di sangue occulto nelle feci) che viene consegnato gratuitamente in farmacia su presentazione della lettera di invito e riconsegnato in farmacia dopo l’effettuazione a domicilio. Il test non rileva la presenza di un tumore, ma evidenzia la necessità di eseguire esami di approfondimento (colonscopia). Nel 2012 sono state invitate 95.571 persone: di queste 34.451 hanno eseguito la ricerca di sangue occulto nelle feci. In generale l’adesione è superiore nelle donne rispetto ai maschi, sia nella popolazione invitata per la prima volta, sia nella popolazione che aveva già ricevuto inviti in precedenza. Il 65% dei soggetti che avevano già effettuato il test lo ha ripetuto nel 2012. Il 4% delle persone che hanno effettuato il test sono risultate positive e quindi sono state richiamate dagli operatori del Centro Screening della ASL per eseguire una colonscopia presso le strutture sanitarie presenti sul territorio che partecipano al programma, in modo da valutare la presenza, il tipo e l’estensione di un eventuale tumore a livello del colon-retto e provvedere alla sua gestione clinica. Nel 2012 la colonscopia ci risulta essere stata effettuata da oltre l’85% dei soggetti positivi al test di screening e sono stati individuati grazie allo screening 41 casi di tumore maligno al colon retto e circa 500 casi di tumore benigno a rischio di degenerazione maligna in tempi più o meno brevi. 5.3. Prevenzione del tumore della cervice uterina L’offerta di pap test è assicurata su tutto il territorio attraverso la rete dei consultori familiari, degli ambulatori specialistici e delle diagnostiche delle aziende sanitarie. I dati relativi al numero di pap test eseguiti negli scorsi anni evidenziano una copertura intorno al 30–35%. Il dato è sicuramente sottostimato, in quanto molte donne effettuano il pap test in regime privatistico e la prestazione non viene rendicontata attraverso i flussi regionali, nonostante un’azione promozionale. La vaccinazione anti - HPV è importantissima per la prevenzione del tumore della cervice uterina. Nel 2012 è stata effettuata la campagna di vaccinazione antiPapillomavirus (HPV) delle adolescenti nate nel 2000. La copertura si attesta per la prima dose al 73,5%, per la seconda al 72%, per la terza al 63,3%. La copertura è superiore all'obiettivo regionale 2012 (70% alla 1° dose), e mostra una migliorata attenzione al completamento del ciclo. Relativamente al recupero della coorte 1999, per la quale era previsto l'obiettivo regionale del 70% alla terza dose, nonostante il notevole impegno, la copertura si attesta al 66,5%. La vaccinazione è disponibile ad un prezzo sociale presso ambulatori specialistici accreditati e Ospedali (S. Gerardo - Monza) anche a ragazze e donne sino ai 26 anni di età Criticità Rimane elevato il numero di donne che effettuano, al di fuori del programma di screening, una mammografia ogni anno, privatamente o con le associazioni di volontariato, anche se il dato è difficilmente valutabile. Dai dati regionali di rendicontazione delle prestazioni sanitarie, risulta elevato anche il numero di donne, tra i 50 e di 69 anni, che non hanno effettuato alcun esame diagnostico nell’ultimo triennio. 26 5.4. Le prospettive Screening tumore della mammella E’ indispensabile proseguire con gli sforzi finalizzati a migliorare le performance del programma di screening organizzato, sensibilizzando con campagne mirate e con un più attivo coinvolgimento dei medici le donne che, sulla base dei dati disponibili, non effettuano alcuna forma di prevenzione. Sono già in atto approfondite revisioni dei pochi casi di tumore alla mammella insorti nell’arco del biennio successivo all’effettuazione dello screening mammografico, in collaborazione con i radiologi delle Aziende Ospedaliere coinvolte: attualmente è oggetto di esame la casistica insorta in donne la cui mammografia di screening era stata effettuata nel 2009 e 2010; la casistica 2008 è già stata revisionata nel 2012. Screening tumore del colon retto Per quanto l’organizzazione dello screening mediante ricerca del sangue occulto abbia minimizzato il disagio per l’utenza tramite invito attivo a ritirare gratuitamente in qualsiasi farmacia un kit per l’esame, è decisamente migliorabile la quota di soggetti che fruisce del servizio ed è auspicabile un miglioramento dell’adesione all’esame di approfondimento, in caso di positività. Per entrambi i programmi di diagnosi precoce, l’interazione con il Registro tumori consente in prospettiva di monitorare il beneficio in termini di riduzione della mortalità per tumore della mammella e del colon retto e la variazione di sopravvivenza. Prevenzione del tumore della cervice uterina Sono da anni in atto azioni mirate per favorire l’esecuzione del test tra la popolazione femminile più svantaggiata e per raggiungere gli obiettivi di copertura previsti dalla Regione relativamente alla vaccinazione anti HPV (80% alla 1° dose per le nate nel 2001 e 70% alla 3° dose per le nate del 2000). Analogamente si cerca di favorire una completa rendicontazione dei pap test eseguiti e di aumentare l’adesione alla vaccinazione anti HPV per le ragazze dodicenni con azioni di recupero delle non aderenti. 27 6. LA PREVENZIONE E SICUREZZA NEGLI AMBIENTI DI VITA Le attività di prevenzione e controllo negli ambienti di vita hanno rilevanza prioritaria per la tutela della salute, della sicurezza e del benessere del cittadino. L’attività si svolge nell’ambito programmi triennali e annuali di controllo che privilegiano le attività economiche e di servizio considerate ad elevato grado di rischio. Gli interventi di controllo sono diretti sia alla verifica di requisiti strutturali, tecnici e organizzativi sia a favorire l’adozione di “buone prassi” di comportamento da parte dei gestori delle attività e del privato cittadino che, secondo una moderna visione della prevenzione, diventano parte attiva e necessitano di essere guidati ad un maggior grado di consapevolezza. 6.1. I risultati e le valutazioni Prevenzione delle intossicazioni da monossido di carbonio Le intossicazioni da monossido di carbonio dovute al cattivo funzionamento degli impianti termici installati nelle abitazioni sono un evento che si manifesta costantemente negli anni. La sorveglianza del fenomeno prevede la segnalazione dei casi di intossicazione da parte degli Ospedali con attivazione immediata dell’intervento, al fine di identificare le cause e rimuovere i fattori di rischio, mediante verifica delle condizioni degli impianti termici negli ambienti direttamente coinvolti e in quelli collegati. Nel 2012 si sono verificati nove episodi che hanno provocato 23 infortunati, ma nessun caso mortale. Dalle verifiche condotte emergono numerose irregolarità. lo scarico dei fumi non conforme, la carente manutenzione, l’inadeguata o mancante ventilazione, l’installazione non corretta degli impianti. Gli impianti più pericolosi risultano essere gli apparecchi di cottura, gli scalda acqua, le stufe e le caldaie murali, la cui pericolosità è generalmente sottovalutata dagli utenti. 28 Rispetto agli anni precedenti, la vigilanza ha evidenziato una diminuzione delle richieste di ordinanza e delle diffide dall’utilizzo degli impianti e un aumento del numero di prescrizioni; non sono stati effettuati sequestri e in 4 casi è stata richiesta l’interruzione della fornitura del gas. L’attività di prevenzione della ASL comprende un’azione di verifica programmata che nel 2012 ha interessato un campione di 253 impianti autonomi, installati in edifici costruiti prima del 1990. Gli impianti risultati irregolari raggiungono il 79,4%. L’area più interessata è il Vimercatese, in cui la verifica, come negli anni precedenti, ha riguardato principalmente immobili più vetusti, seguita dall’area di Desio e dall’area di Monza. Le irregolarità hanno riguardato la mancanza della dichiarazione di conformità (67%), la mancanza di aerazione (25%), le canne fumarie (4,5%). In tutti i casi sono stati assunti i dovuti provvedimenti per la messa a norma. Il confronto della percentuale degli impianti irregolari rilevati negli ultimi cinque anni dimostra la necessità di verifica costante in tale settore. Sorveglianza sui prodotti cosmetici I cosmetici sono prodotti di largo consumo che utilizziamo sia per la bellezza che per l’igiene personale. In alcuni casi, il loro uso può dare luogo a reazioni avverse, di diversa intensità. A tutela della salute del consumatore, sono attive sul territorio regionale modalità uniformi di controllo sulle aziende e un sistema di sorveglianza sugli effetti indesiderati gestito tramite le ASL Nel territorio provinciale sono attive 58 aziende di produzione, deposito, confezionamento. Le verifiche condotte nel 2012 circa i requisiti igienico-sanitari dei locali, delle attrezzature e dei processi hanno evidenziato irregolarità non gravi in 11 casi. Non sono risultate evidenze indicanti rischi importanti per la salute pubblica. Qualità delle acque di piscina Per la verifica della buona qualità delle acque di piscina sono stati effettuati campionamenti e analisi sull’acqua di vasca dei 37 impianti attivi ad uso pubblico, composti da 68 vasche coperte e 36 vasche scoperte. Gli esami hanno evidenziato una percentuale di campioni non conformi per parametri microbiologici del 7,5%; le non conformità di tipo chimico sono trascurabili. 29 Le contaminazioni microbiologiche non hanno comunque determinato situazioni di pericolo per la salute degli utenti. In tutti i casi sono stati eseguiti interventi di sanificazione e campionamenti di verifica del buon esito dell’intervento. In 34 piscine sono stati condotti audit per la verifica dell’adeguatezza e della corretta applicazione dei Documenti di Autocontrollo, che hanno prodotto prescrizioni a 6 di esse per carenze non gravi, dimostrando il buon grado di responsabilizzazione dei gestori degli impianti. Controllo delle attività di servizio alla persona (estetica, centri abbronzatura, tatuaggio, piercing) Sono stati verificati i requisiti strutturali, impiantistici e gestionali in 33 attività di estetica/centri abbronzatura e nelle 38 attività di tatuaggio e/o piercing presenti sul territorio. Le prescrizioni e/o le richieste di documentazione hanno interessato circa il 66,5% delle attività estetiche e il 34% delle attività di tatuaggio/piercing controllate. Sono state rilevate carenze documentali per certificazioni impiantistiche (dichiarazioni di conformità, progetto impianto elettrico), locali non conformi alle specifiche Linee Guida regionali in tre attività, smaltimento dei rifiuti non idoneo. Sono state acquisite le schede tecniche dei pigmenti utilizzati dai tatuatori, da inviare al Laboratorio di Sanità Pubblica di Milano ai fini del censimento dei tipi di prodotti utilizzati, per una successiva analisi. Inoltre, in seguito a indicazioni regionali, è stata inviata a tutti gli esercenti l’attività di tatuatore una nota informativa in merito agli adempimenti per la partecipazione ai corsi di formazione obbligatoria e sono state ribadite le informazioni relative alle "limitazioni delle procedure" previste dal Ministero della Sanità per le attività di piercing e tatuaggio. E’ da sottolineare l’incremento delle non conformità nelle attività di estetica/centri abbronzatura rispetto al 2011, dovuto prevalentemente alla mancanza di documentazione relativa all’impianto elettrico, ed il decremento delle non conformità nelle attività di tatuaggio/piercing. Permane la necessità di una verifica costante in tali settori ad alta frequentazione da parte della popolazione generale. Controllo delle strutture sanitarie e socio sanitarie Sono state controllate 16 strutture sanitarie accreditate (7 centri di radiologia medica, 4 Poliambulatori, 2 ambulatori dentistici, centri diurni - comunità residenziali psichiatriche), di cui 6 mediante sopralluoghi integrati Servizio Igiene e Sanità Pubblica (SISP)/Servizio Impiantistica e della Sicurezza (SIS), n. 42 Poliambulatori autorizzati, a partire dalle autorizzazioni più datate, n. 29 sedi di associazioni per soccorso sanitario con n. 277 automezzi, n. 22 farmacie, n. 12 parafarmacie e n. 13 depositi di farmaci. 30 Strutture di Medicina dello Sport: le attività del Centro di Medicina dello Sport della ASL hanno interessato prevalentemente tre aree: rilascio delle certificazioni di idoneità sportiva (agonistica e non agonistica) e visite di consulenza medico-sportiva, progetti di educazione alla salute;vigilanza e controllo. Sono effettuati anche esami strumentali quali Test Ergometrico Massimale, E.C.G. dinamico sec. Holter e Monitoraggio 24 ore della pressione arteriosa, sia a completamento degli accertamenti finalizzati all’idoneità sportiva, sia su richiesta del MMG. L’impostazione prevalentemente “cardiologica” dell’attività ha consentito di acquisire una crescente autonomia su un versante all’attenzione come quello cardiovascolare e di sviluppare un’attività di promozione della salute. L’attività di controllo ha interessato tutte le strutture di Medicina dello Sport presenti nella ASL: 5 Ambulatori accreditati (3 con contratto e 2 senza) e 17 Studi privati, di cui 3, nel corso dell’anno, hanno cessato l’attività. L’attività di vigilanza consiste nella verifica dei requisiti strutturali ed igienico sanitari, nel controllo dei tracciati record inviati mensilmente all’U.O. Medicina dello Sport ed in un controllo in sede con la valutazione di un campione di cartelle cliniche. Tutte le strutture hanno raggiunto un livello ottimale e bassissimo è il numero di errori rilevati. L’attività di controllo, nel suo complesso, ha garantito nel tempo uniformità e buon livello delle prestazioni di tutte le strutture, che trovano nel personale dell’U.O. Medicina dello Sport un punto di riferimento per qualsiasi dubbio e/o chiarimento sulle procedure da adottare. Strutture socio sanitarie: i controlli hanno previsto la verifica ispettiva del mantenimento dei requisiti strutturali, tecnologici e impiantistici in 25 strutture sociosanitarie residenziali autorizzate. In tutte le strutture sono stati svolti controlli integrati Servizio Vigilanza PAC/SISP/SIS. L’attività di vigilanza presso tali strutture è diretta anche alla prevenzione e al controllo della Legionellosi, attraverso la verifica delle condizioni strutturali e manutentive degli impianti idrici sanitari e di climatizzazione. In presenza di casi di malattia si effettuano, inoltre, analisi microbiologiche sull’acqua della rete idrica e/o degli impianti tecnologici. Alcune strutture sono state oggetto di prescrizioni per carenze relative ai requisiti strutturali ed impiantistici. I controlli non hanno evidenziato irregolarità significative, confermando un buon livello di qualità delle strutture. Le eventuali carenze riscontrate sono state tutte sanate. Prevenzione dei rischi nelle strutture socio - assistenziali e scolastiche L’attività è diretta a prevenire i fattori di rischio per la salute e a verificare il rispetto di norme in materia di igiene dell’età evolutiva, di igiene edilizia e di sicurezza impiantistica. Le strutture per l’istruzione che risultano presenti sul territorio della ASL sono: n. 249 Scuole Materne, n. 168 Scuole Primarie, n. 89 Scuole Secondarie di primo grado e n. 80 Scuole secondarie di secondo grado. La verifica programmata ha interessato: n. 77 strutture socio-assistenziali non residenziali di prima infanzia (asili nido, micronidi e centri ricreativi diurni estivi e nido famiglia) di cui n. 32 integrati SISP/Servizio Vigilanza PAC e n. 5 integrati SISP/SIS/PAC. Sono stati verificati gli standard desumibili dalla normativa regionale. Nel corso delle verifiche ispettive s’è posto l’accento sulle criticità derivanti dal: o mancato adeguamento alle normative in materia di sicurezza riferite a suppellettili ed arredi (compreso il materiale di allestimento degli spazi esterni); o carenze strutturali ed impiantistiche n. 13 strutture socio-assistenziali/socio-sanitarie non residenziali per anziani, disabili e dipendenze (Centri Diurni Disabili, Centri Diurni Integrati, Servizio Multidisciplinare Integrato, Consultori, Servizi Dipendenze, Istituti di Riabilitazione) Le non conformità più frequenti riguardano carenze di tipo documentale e strutturale e/o impiantistico, per le quali è stato richiesto l’adeguamento. 31 n. 72 strutture scolastiche (n. 58 scuole dell’infanzia e dell’obbligo, n. 14 scuole secondarie di secondo grado), di cui n. 11 mediante ispezione integrata SISP – SIS, scelte in base al grado di rischio, con privilegio di quelle frequentate dalla popolazione scolastica più fragile; l’attività è svolta nell’ambito di una rete di contatti con gli Uffici Tecnici Comunali e Provinciali e con i Professionisti incaricati della manutenzione e/o sicurezza degli immobili e degli impianti, allo scopo di indirizzare e sollecitare attivamente gli interventi di recupero. Nel corso delle verifiche ispettive s’è posto l’accento sulle criticità riferibili a carenze in materia di sicurezza di suppellettili ed arredi, carenze strutturali ed impiantistiche per mancata effettuazione di manutenzione Struttura carceraria Sono state effettuate, dal pool di operatori sanitari del Dipartimento di Prevenzione Medica, le due verifiche ispettive annuali previste presso la Casa Circondariale di Monza. Il controllo riguarda la situazione dei locali destinati ai detenuti (celle, docce, cucine, ecc.), al personale di custodia, ai servizi (ambulatori medici, biblioteca, aule scolastiche, laboratori) ed è orientato a rilevare le criticità riguardanti gli aspetti igienico-sanitari e strutturali, l’igiene degli alimenti, l’organizzazione e la gestione della sicurezza del lavoro e l’assistenza sanitaria. Le verifiche hanno portato all’adozione, da parte della Direzione della struttura, di alcuni degli interventi prescritti in merito a carenze strutturali e altre non conformità igienico-sanitarie, anche se permangono situazioni di criticità. Si evidenzia una situazione di sovraffollamento. Presenza di infestanti ed allergizzanti L’ASL supporta le Amministrazioni Comunali per gli interventi di contenimento della diffusione di infestanti, quali piante erbacee, come l’Ambrosia, o insetti, ad esempio la zanzara tigre, al fine di prevenire la diffusione di allergie, disagi o patologie trasmesse da vettori. Gli interventi comprendono iniziative di informazione alla cittadinanza, applicazione di metodi di lotta, adozione di ordinanze, generali e specifiche (per terreni di proprietà privata). L’efficacia delle azioni dipende dall’osservanza dei provvedimenti da parte di tutti i Comuni e da un’azione integrata tra le istituzioni pubbliche locali e i cittadini. È stata inoltre data comunicazione a tutti i Comuni in merito alla disponibilità sul sito web regionale dell’opuscolo della DG Sanità “Difendersi da zanzare tigre e zecche”. Sono indice di efficacia delle azioni intraprese la contenuta diffusione sul territorio dell’infestazione da Ambrosia e la mancanza di segnalazioni circa la presenza massiva di zanzare o di casi di malattie infettive causate da punture della zanzara tigre. I processi di valutazione ambientale e i fattori di inquinamento ambientale L’ASL supporta le Amministrazioni Comunali e Provinciale nella predisposizione degli strumenti di programmazione urbanistica e territoriale, in modo da favorire l’adozione di atti che tengano conto della salute e del benessere dei cittadini, attraverso una migliore gestione del territorio. In particolare, anche nel 2012 l’ASL ha collaborato con le Amministrazioni Comunali per la redazione dei Piani di governo del Territorio (PGT) o per la realizzazione di opere pubbliche di particolare rilevanza. Il contributo si è realizzato attraverso la partecipazione a n. 83 incontri, conferenze di servizio ed espressione di pareri. 32 Le problematiche relative al rapporto inquinamento ambientale-salute della popolazione vengono gestite in collaborazione con ARPA per la valutazione di situazioni critiche ambientali, segnalate da singoli Cittadini, Comitati, Amministrazioni Comunali e per la gestione di emergenze ambientali. L’attività sviluppata nel 2012 ha compreso n. 25 segnalazioni di problemi ambientali che hanno riguardato diffusamente il territorio, per la maggior parte relative a molestie olfattive. 6.2. Il guadagno di salute Le attività di prevenzione e controllo, condotte secondo principi e modalità innovative (analisi del contesto territoriale, valutazione del grado di rischio delle strutture, attività di controllo di comprovata efficacia, diffusione di buone prassi, integrazione delle competenze) favorite da norme e indirizzi regionali, contribuiscono a tutelare e migliorare la salute, soprattutto della “popolazione fragile”, assicurando: buoni standard gestionali e strutturali nelle strutture sanitarie, sociosanitarie e socio assistenziali; ottimi livelli di gestione igienico-sanitaria, dei requisiti strutturali, organizzativi e della sicurezza delle strutture sanitarie private autorizzate e accreditate; controllo costante del rischio nel settore di tatuaggio/piercing, in espansione, e nel settore cosmetico, in quanto fornitore di prodotti di larghissimo consumo; buona qualità delle acque di piscina e conseguente prevenzione dei problemi legati all’uso di disinfettanti e della diffusione delle infezioni legate all’acqua; azione di prevenzione delle intossicazioni da monossido di carbonio; azione di contrasto alla diffusione degli agenti infestanti negli ambienti di vita; supporto ai decisori nella valutazione dei potenziali effetti sulla salute conseguenti alle politiche di gestione del territorio. Le criticità Restano un problema costante le intossicazioni da monossido di carbonio e le irregolarità degli impianti termici più vetusti, che necessitano pertanto di una costante azione di prevenzione. E’ frequente il riscontro di certificazioni impiantistiche inadeguate in diversi settori, aspetto meritevole di iniziative di informazione - formazione dei responsabili delle attività. 6.3. Le prospettive In tema di vigilanza sull’igiene dell’abitato è importante mantenere il buon livello di qualità dei requisiti raggiunto negli anni dalle varie strutture, attività e servizi per il cittadino e la collettività. Per il 2013 gli ambiti di sviluppo e miglioramento comprendono attività su progetti correlati agli indirizzi regionali, potenziamento di attività in atto, consolidamento della collaborazione con Enti (Comuni, ARPA, ecc.) e Associazioni di categoria. Si prevede in particolare di: proseguire il controllo delle condizioni igienico–sanitarie e della qualità delle acque di piscina; proseguire l’attività di verifica sulle strutture socio-sanitarie mirata ai protocolli di prevenzione del rischio Legionella predisposte dalle RSA mantenere elevato il controllo sulle attività di estetica, tatuaggio e piercing e sugli impianti termici; effettuare controlli igienico-sanitari in strutture ricettive appartenenti alla categoria “alberghiere”, nell’ambito di interventi correlati alle manifestazioni di Expo 2015; avviare iniziative di informazione - formazione dei responsabili delle attività in cui frequente è il riscontro di certificazioni impiantistiche inadeguate. 33 7. LA PREVENZIONE E SICUREZZA NEGLI AMBIENTI DI LAVORO In considerazione della realtà altamente industrializzata del territorio dell’ASL, le aree di intervento prioritarie sono la prevenzione degli infortuni e delle malattie professionali e la sicurezza negli ambienti di lavoro. 7.1. Gli infortuni Per quanto riguarda gli infortuni, si evidenzia una tendenza alla riduzione del numero assoluto degli eventi e un calo degli indici di frequenza e gravità, che si mantengono a livelli inferiori rispetto ai corrispondenti valori regionali e nazionali (fonte: Flussi informativi INAIL - ISPESL Regioni e Province autonome, aggiornato al 2011) Numero degli INFORTUNI nei macro-settori INDUSTRIA E SERVIZI, per anno evento * I dati relativi all’anno 2011 sono da considerare non definitivi Percentuale di INFORTUNI sul lavoro, suddivisi per SETTORE DI ATTIVITA’ ECONOMICA ATECO ASL MB (totale anni dal 2007 al 2011) Nel grafico sono riportate le percentuali degli infortuni occorsi nel quinquennio 2007–2011 disag-gregati per settore di attività economica. Nei settori manifatturiero ed edile si verifica oltre il 50% degli infortuni. La maggioranza degli infortuni mortali si verifica nel macro-settore Industria (25 casi, pari al 92,6%), il restante 7,4% (2 casi) nel macro-settore Servizi. All’interno del macro-settore Industria, il 52% degli infortuni mortali avviene nel settore delle Costruzioni (13 casi). 34 Numero e distribuzione % degli INFORTUNI MORTALI, per anno evento e per settore di attività economica ATECO (fonte: archivio SPSAL infortuni mortali) SETTORE DI ATTIVITÀ ECONOMICA ATECO 2007 2008 2009 2010 2011 2012 TOT. % - 1 - - - - 1 3,7 1 4 3 1 - 2 11 40,7 6 7 1 1 2 7 - 2 5 1 1 2 3 - 1 1 - 2 - 13 25 1 1 2 48,1 92,6 3,7 3,7 7,4 8 7 6 3 1 2 27 100 A Agrindustria D Attività manifatturiere F Costruzioni TOTALE INDUSTRIA I Trasporti O Altri servizi pubblici TOTALE SERVIZI TOTALE INDUSTRIA E SERVIZI Le modalità più frequenti d’infortunio mortale sono la caduta dall’alto (scala, tetto, impalcatura, tra battelli) e lo schiacciamento da materiali. 7.2. Le malattie professionali Come per gli infortuni, anche per le segnalazioni di patologia professionale il maggior numero di denunce si registra nei settori delle Attività manifatturiere e delle Costruzioni, con rispettivamente 596 casi (pari al 53% del totale) e 135 casi (pari al 12% del totale) nel periodo 2006 – 2011. Malattie professionali registrate, distribuite per settore di attività economica ASL MB anni 2006-2011 SETTORE DI ATTIVITÀ ECONOMICA ANNO 2006 - 2011 % Agroindustria Attività manifatturiere Costruzioni altro 8 596 135 - 1 53 12 - TOTALE INDUSTRIA 739 66 Commercio Altri servizi 59 130 5 12 TOTALE SERVIZI 189 17 Indeterminato + Non Specificati 187 17 TOTALE 1115 100 Nel periodo 2006 - 2011 sono stati riconosciuti dall’INAIL n. 703 casi di malattia professionale su 1.115 segnalazioni. Le patologie muscolo-scheletriche sono la patologia di origine professionale più frequente (45%), seguono le ipoacusie da rumore (23%) e le neoplasie di origine professionale (20%). E’ confermata la tendenza all’aumento delle segnalazioni di patologie a carico dell’apparato muscolo-scheletrico e dell’arto superiore. 35 Malattie Professionali DEFINITE POSITIVAMENTE suddivise per CATEGORIA DIAGNOSTICA ASL MB MALATTIA PROFESSIONALE PATOLOGIE MUSCOLOSCHELETRICHE IPOACUSIE TUMORI PATOLOGIE DELLA CUTE PATOLOGIE RESPIRATORIE ALTRO 2006 - 2011 % 314 20 160 144 30 44 60 16 3 1 2 11 703 TOTALE 100 Le patologie a carico dell’apparato muscolo-scheletrico sono da associare alla movimentazione manuale dei carichi, all’esposizione a vibrazioni, all’espletamento di attività lavorative che comportano movimenti ripetitivi. Le patologie maggiormente segnalate in questo gruppo sono le discopatie, le ernie discali ed i casi di sindrome del tunnel carpale. 7.3. Le attività La prevenzione degli infortuni e delle malattie professionali e la sicurezza negli ambienti di lavoro sono obiettivi fondamentali degli interventi di salute pubblica. L’attività dell’ASL si sviluppa secondo le seguenti principali linee di intervento: il Piano Controlli con la vigilanza programmata in Aziende appartenenti ai comparti più a rischio i Piani Mirati di Prevenzione (PMP) che coniugano l’attività di informazione, formazione e assistenza con l’attività di vigilanza La verifica della sicurezza impiantistica, sulle tipologie d’impianti utilizzati negli ambienti di lavoro che, secondo una specifica analisi, risultano a maggior rischio. I settori produttivi “a maggior rischio” nel nostro territorio, per la percentuale di infortuni che hanno avuto come esito la morte o danni permanenti sul totale degli infortuni indennizzati, per la durata media dell’inabilità temporanea e per l’elevata incidenza, sono l’edilizia, l’agricoltura e il settore trasporti e logistica. Nel 2012 le principali attività programmate nell’ambito del Piano Controlli sono state: Vigilanza in edilizia (584 cantieri e 113 impianti di gru a torre) sono proseguite le iniziative di vigilanza integrata tra i vari Enti della Pubblica Amministrazione, in particolare con la Direzione Provinciale Lavoro, la Polizia Locale e le Commissioni Prefettizie (INAIL, INPS, Cassa Edile, ecc.) al fine di prevenire sia gli infortuni sia il lavoro nero. Nel mese di luglio è stato sottoscritto dai Sindaci dei Comuni della Provincia l’accordo prefettizio per la regolarità e la sicurezza del lavoro nel comparto delle costruzioni nel territorio. Vigilanza in agricoltura (50 aziende, di cui 32 cantieri di manutenzione del verde; 14 piattaforme di lavoro elevabili). Vigilanza nelle aziende, selezionate per livello di rischio infortunistico o di rischio chimico potenziale, con la metodologia basata sulla verifica dei requisiti organizzativi e gestionali del sistema di prevenzione d’impresa (80 aziende) Vigilanza sulla sicurezza degli impianti in ambienti ad alto rischio (213 controlli distribuiti fra aziende chimiche, a Rischio d’Incidente Rilevante, del legno, di materiali plastici, alimentari e di ristorazione, del settore trasporti, del settore alberghiero) Verifica della validità di dichiarazioni di conformità dei nuovi impianti elettrici (576 dichiarazioni verificate, 20 controlli per dichiarazioni non conformi). 36 Piani Mirati di Prevenzione (PMP) I PMP sono una nuova metodologia di azione che cerca di coniugare l’attività di promozione di buone prassi con l’attività di vigilanza propria dei Servizi di Prevenzione. Il piano può essere attivato a seguito di eventi sentinella (es. un grave infortunio avvenuto in un comparto), per promuovere l’adesione a Linee Guida Regionali, Buone Prassi o l’applicazione di nuove normative. Le Fasi: individuazione di alcuni punti critici (es. situazioni alla base delle dinamiche degli infortuni gravi avvenuti nel comparto) rappresentativi dei principali rischi di un comparto lavorativo e delle relative misure da adottare, concrete e realizzabili, possibilmente in condivisione con le associazioni di categoria e con gli attori dei sistemi di prevenzione aziendali azione di promozione con lettera, seminario pubblico, uso del sito Web Asl per la messa in rete delle indicazioni tecniche sulle buone prassi richiesta alle aziende di auto valutarsi su quei temi mediante compilazione di una scheda specifica da restituire all’ASL vigilanza sugli inadempienti ed in un campione statisticamente rappresentativo delle restanti aziende L’obiettivo: innalzare gradualmente, ma in un intero comparto, nel suo complesso, il livello di prevenzione e sicurezza, evitando le disparità (di controllo e di tutela) insite nella attività tradizionale di vigilanza che, seppur guidata ed orientata da corretti criteri di programmazione, rischia di toccare solo alcuni, lasciando altri esenti dal controllo (vigilanza a macchia d leopardo). Nel 2012 le principali attività realizzate nell’ambito dei PMP sono state: - effettuazione di interventi di vigilanza in: 9 imprese del PMP “Sicurezza delle macchine spargisale”; 25 imprese del PMP “Applicazione del Vademecum per il miglioramento della sicurezza e della salute con le polveri di legno”; 26 imprese del PMP “Controlli sull'uso di sostanze stupefacenti da parte di specifiche categorie di lavoratori”; 18 imprese del PMP “Carrelli elevatori e viabilità sicura in azienda”. - organizzazione di seminari di lancio dei PMP di nuova attivazione: “Utilizzo in sicurezza dei prodotti chimici secondo i regolamenti REACH e CLP”, rivolto alle aziende chimiche; “Valutazione del rischio stress lavoro – correlato alla luce delle linee di indirizzo della Regione Lombardia” promosso in 142 imprese dei settori case di riposo, grande distribuzione e imprese di pulizie; “Requisiti minimi per l’applicazione di un sistema di gestione per la sicurezza e salute sul lavoro (SGSL) nelle strutture sanitarie”, rivolto alle aziende sanitarie La diffusione delle conoscenze, informazione e formazione rivolte alle figure del sistema prevenzione d’impresa e a tutti i soggetti coinvolti nella promozione della sicurezza in azienda si è realizzata anche attraverso: - la presentazione dei risultati delle verifiche sul Sistema di Gestione della Sicurezza d’Impresa, attuate nel corso del 2011, - il mantenimento e promozione delle sinergie con il Comitato Provinciale ex art. 7 e le Rappresentanze sociali ed Associative e dell’integrazione con gli altri Enti deputati alla vigilanza Altre attività svolte nel 2012 sono state: controlli in aziende con 254 interventi di vigilanza per esposti e per controllo aziende post DIAP Indagini su richiesta o d'iniziativa su infortuni con 119 inchieste 37 Indagini su patologie lavoro correlate e ricerca tumori professionali con 149 inchieste di cui 34 su casi di tumori segnalati dai Registri Regionali. 7.4. I risultati Nel corso del 2012 l’attività di controllo degli ambienti di lavoro ha coinvolto: n. aziende 2398 pari al 5,9% delle aziende attive da controllare n. imprese edili 1013 pari al 21,1% delle imprese edili attive da controllare per un numero complessivo di 6374 controlli Complessivamente sono state elevati n. 326 verbali di contravvenzione, di cui: n. 177 nelle aziende n. 149 nelle imprese edili Si conferma la tendenza positiva, già rilevata nel 2011, alla diminuzione dei verbali di prescrizione nei cantieri (25,5% contravvenzioni su n. 584 cantieri controllati) Nel 41% delle aziende controllate per la verifica dei requisiti organizzativi e gestionali del sistema di prevenzione si sono rilevate infrazioni alle norme in materia di igiene e sicurezza del lavoro, confermando la tendenza degli anni scorsi. Ad aziende inadempienti agli obblighi di verifica periodica - denuncia degli impianti installati ed in uso, sono state comminate 24 sanzioni amministrative per 44 violazioni di legge rilevate. Tutte le aziende interessate hanno regolarizzato la situazione, sottoponendo a controlli i propri impianti. Le criticità Il Documento di Valutazione del Rischio è spesso oggetto di prescrizione nell’ambito del controllo sul sistema prevenzionistico aziendale. Gli aspetti più critici riguardano la valutazione dei rischi e la formazione. Non sono sufficientemente diffuse la consapevolezza dei rischi e la conoscenza degli obblighi di legge riguardo agli impianti. 38 IL GUADAGNO DI SALUTE Dall'analisi dell’ andamento del fenomeno infortunistico nel triennio 2009 - 2011, si rileva che l’andamento temporale dell’indice di frequenza mostra nel territorio di competenza della nostra ASL una continua riduzione. L’andamento temporale dell’indice di gravità mostra nel territorio di competenza della nostra ASL un andamento sostanzialmente stabile. Gli infortuni accaduti nel territorio della nostra ASL mostrano indici di frequenza e di gravità inferiori rispetto a quelli riferiti al territorio regionale o nazionale. 39 7.5. Le prospettive In applicazione del Piano Regionale 2012-2013, in continuità con i programmi realizzati negli anni precedenti e con quelli già corso, saranno mantenuti e consolidati le metodologie e gli ambiti di lavoro già in atto. PROGETTI CHE CONTINUANO Vigilanza nelle aziende con la metodologia basata sulla verifica dei requisiti organizzativi e gestionali del sistema di prevenzione d’impresa, sulla base del Piano dei controlli nelle aziende secondo graduazione del rischio Vigilanza in agricoltura Vigilanza in edilizia Vigilanza della sicurezza impiantistica, in particolare in aziende inadempienti agli obblighi di controllo Applicazione d un nuovo algoritmo per l’analisi del rischio impiantistico Ricerca patologie lavoro correlate e tumori professionali Prosecuzione dei Piani Mirati di Prevenzione già in corso, in particolare individuazione di nuove aziende da coinvolgere e organizzazione del seminario di presentazione per i Piani “Applicazione del Vademecum per il miglioramento della sicurezza e della salute con le polveri di legno”, “Valutazione del rischio stress lavoro – correlato alla luce delle linee di indirizzo della Regione Lombardia”, “Controlli sull'uso di sostanze stupefacenti da parte di specifiche categorie di lavoratori” Mantenimento delle sinergie con il Comitato Provinciale ex art. 7 e le Rappresentanze sociali ed Associative e dell’integrazione con gli altri Enti deputati alla vigilanza Diffusione delle conoscenze, informazione e formazione rivolte alle figure del sistema prevenzione d’impresa e a tutti i soggetti coinvolti nella promozione della sicurezza in azienda PROGETTI NUOVI Attivazione del nuovo Piano mirato di prevenzione “Recepimento accordo Stato-Regioni sulla formazione dei lavoratori” Attuazione di un piano mirato sulla sicurezza degli impianti delle strutture scolastiche, con il coinvolgimento dell’amministrazione provinciale. 40 8. LA SICUREZZA ALIMENTARE La sicurezza alimentare è il risultato di un corretto processo di produzione dell’alimento che inizia nei campi e negli allevamenti e prosegue, lungo le varie fasi della filiera industriale, fino al momento del consumo dell’alimento. Gli obiettivi che essa si prefigge sono, essenzialmente, due: - SANITARIO: tutelare la salute della popolazione tramite il consumo di alimenti il più possibile sicuro; - SOCIO - ECONOMICO: garantire, al massimo livello, la qualità igienico -sanitaria degli alimenti così da permetterne la commercializzazione sia a livello locale sia a livello globale, con la potenzialità di esportare i nostri prodotti in tutto il mondo. La sicurezza alimentare è argomento estremamente attuale: i cittadini sono sempre più attenti a questa tematica ed esigono alimenti sicuri e gradevoli. Le attività presenti nella Provincia di Monza e Brianza sono circa 8.000, comprendenti impianti registrati e riconosciuti. Particolarmente numerose sono le attività di ristorazione pubblica (bar, ristoranti, pizzerie, ecc.) e di vendita al dettaglio (ipermercati, supermercati, negozi di vicinato ecc.). Rilevante è anche la presenza di aziende produttrici di alimenti che commercializzano fuori dall’ambito locale, a livello nazionale e internazionale. Nel 2012 l’export dei prodotti alimentari verso i Paesi terzi è stato uno dei settori in incremento. IMPIANTI REGISTRATI E RICONOSCIUTI Impianti registrati: qualsiasi stabilimento ed esercizio, notificato alla ASL e da questa registrato, che esegue una o più delle fasi di produzione, trasformazione e distribuzione di alimenti. Impianti riconosciuti: gli stabilimenti che trattano prodotti di origine animale per i quali i regolamenti comunitari prevedono un “riconoscimento” da parte della ASL (bollo CEE), come i depositi frigoriferi, gli impianti di macellazione, gli stabilimenti di prodotti a base di carne e di prodotti a base latte. Altri stabilimenti e depositi trattano additivi, aromi ed enzimi. 8.1. I risultati e le valutazioni I controlli sono svolti secondo Piani le cui linee-guida sono dettate da Regione Lombardia, dai Servizi afferenti al Dipartimento di Prevenzione Veterinario (Servizio Igiene Alimenti Origine Animale, Servizio Igiene Allevamenti e Produzioni Zootecniche, Servizio Sanità Animale), per quanto attiene agli alimenti di origine animale, e dal Servizio Igiene Alimenti e Nutrizione, afferente al Dipartimento di Prevenzione Medico, per quanto attiene agli alimenti non di origine animale. 41 Vigilanza e controllo sulle strutture di produzione, trasformazione, distribuzione di prodotti alimentari Controllo Ufficiale Per controllo ufficiale s’intende qualsiasi forma di controllo eseguita dall’autorità competente per la verifica della conformità alla normativa in materia di sicurezza alimentare. Le principali metodiche di controllo ufficiale sono l’ispezione, l’audit e il campionamento. Nel 2012 l’attività di controllo ufficiale svolta nel settore degli alimenti di origine animale ha comportato l’esecuzione di circa 2350 controlli ufficiali (ispezioni e audit), il prelievo di circa 600 campioni e il rilascio di 530 certificati per l’esportazione di alimenti di origine animale prodotti presso stabilimenti alimentari situati sul territorio di questa ASL. Controlli ufficiali alimenti origine animale controlli in impianti riconosciuti 2012 745 controlli in impianti registrati 1609 certificazioni per esportazioni 530 controlli sugli alimenti animali 143 L’attività di controllo effettuata nel settore degli alimenti a prevalente origine vegetale e nella ristorazione, durante il 2012, ha comportato l’esecuzione di 2.275 controlli ufficiali in 1.569 attività/imprese che eseguono una o più fasi di produzione, trasformazione e distribuzione di alimenti. Controlli ufficiali alimenti a prevalente origine vegetale 2012 controlli in attività/imprese 2275 certificazioni per esportazioni 320 Nell’ambito dei controlli ufficiali sopra riportati, in ottemperanza a uno specifico piano regionale del settore veterinario emanato nel 2011 e confermato per il 2012, sono stati eseguiti circa 215 controlli finalizzati al monitoraggio delle temperature dei prodotti alimentari in fase di vendita al dettaglio. 23 controlli (pari a circa l’11% degli effettuati) hanno presentato non conformità riguardanti le temperature. 42 I dati dell’attività di controllo ufficiale presso gli impianti riconosciuti e registrati a fronte delle non conformità in essi rilevate sono i seguenti: origine degli alimenti animale vegetale tipo stabilimenti n. stabilimenti controllati % stabilimenti controllati sul totale n. controlli ufficiali eseguiti n. non Conformità riscontrate % stabilimenti con non conformità riconosciuti 93 100% 745 327 67% registrati 1535 72% 1609 849 31% Totale 1638 73% 2354 1017 25% registrati 1569 25% 2275 2592 53% 3207 49% 4629 3609 39% Totale complessivo In circa il 25% (409 su 1638) degli impianti ispezionati, che trattano prevalentemente prodotti alimentari di origine animale, è stata rilevata almeno una non conformità mentre negli impianti che trattano prevalentemente alimenti di origine vegetale e nella ristorazione la percentuale sale a 53% (841 su 1569). Sostanzialmente non vi sono significative differenze fra le non conformità rilevate nel 2012 e quelle rilevate l’anno prima ad eccezione del settore della ristorazione pubblica ove l’incremento dei controlli ha determinato un incremento delle non conformità. Le non conformità si riferiscono alle seguenti problematiche igienico sanitarie: strutturali, in particolare riguardanti la gestione della struttura dello stabilimento; manutenzione degli impianti e delle attrezzature; altri prerequisiti, in cui confluiscono la lotta agli infestanti, la gestione dei sottoprodotti, dei fornitori e della formazione del personale, delle modalità di campionamento, di etichettatura, ecc.; pulizia delle parti di impianto che non vengono a contatto diretto con gli alimenti; igiene in fase di lavorazione, in particolare le superfici che vengono a contatto con gli alimenti e l’igiene e la conservazione dei prodotti alimentari; l’analisi dei pericoli (HA) connessi agli alimenti o alla loro lavorazione, e i punti critici di controllo (CCP). Il 78% delle non conformità rilevate sono state chiuse nel corso dello stesso 2012. 43 Salvo poche eccezioni, resta fermo il senso di responsabilità degli operatori del settore alimentare, che continuano a migliorare la loro capacità di stendere e applicare i piani di autocontrollo, e ad avere una costante attenzione al rispetto delle buone norme di prassi igienica. In 9 stabilimenti che esportano verso Paesi terzi è stata svolta una particolare attività di controllo, detta “supervisione”, che verifica contemporaneamente il sistema aziendale di produzione e le modalità con cui il veterinario incaricato effettua la sua attività di controllo. Il campionamento per analisi è una delle principali tecniche di controllo, il cui esito non conforme può essere motivo di attivazione del sistema rapido di allerta. Campionamenti per analisi di alimenti origine animale campionamenti alimenti uso umano campionamenti alimenti uso zootecnico Campionamenti per analisi di alimenti origine vegetale campionamenti alimenti uso umano 2012 472 84 2012 106 Il grafico che segue schematizza l’attività di campionamento degli alimenti di origine animale nella fase successiva alla loro produzione, cioè pronta per essere destinata al consumatore. I campioni non conformi di alimenti di origine animale riguardano il 7% dei campioni prelevati e la maggior parte si riferiscono a cariche microbiche non di tipo patogeno. Solamente in due casi è stata rilevata Salmonella, in salami prelevati in ottemperanza allo specifico piano regionale. Comunque le irregolarità nelle categorie di attività diverse dalla produzione primaria non differiscono sostanzialmente in numero e tipo da quelle dello scorso anno. 44 I campionamenti di latte crudo sono avvenuti ai tank presso le aziende agricole (produttori primari) e ai distributori automatici ubicati nei centri urbani (distributori al dettaglio). Irregolarità sono state rilevate nel 16% circa dei campioni prelevati e si riferiscono a carica microbica elevata, in 3 casi a patogeni (Listeria monocytogenes, E. coli e Staphyloccus aureus) e in 5 casi ad aflatossine M1 poco al di sopra dei limiti consentiti. I campionamenti facenti parte del Piano Nazionale Residui sono eseguiti alla produzione primaria sia su sostanze destinate al consumo umano sia su sostanze che direttamente non lo sono. Nel 2012, su 211 campioni prelevati 2 sono risultati non conformi per presenza di cortisonici in urina di vitello e di aflatossine M1 in latte crudo. Il riscontro nel 2010 di Diossine e PCB Diossina-simili, in 2 campioni di uova prelevati in allevamenti rurali, ha portato a ripetere nel 2011 i controlli in aziende limitrofi a quelle risultate positive e ad attivare un progetto obiettivo per la verifica della corretta applicazione di buone prassi agronomiche e igienico sanitarie in 60 allevamenti. I nuovi controlli hanno evidenziato la presenza di questi inquinanti in un altro campione di uova. A seguito di queste positività, nel 2012 la nostra ASL ha partecipato al Piano nazionale di monitoraggio dei contaminanti ambientali in alimenti di origine animale nelle aree limitrofe ai Siti di Interesse Nazionale (SIN). In particolare sono state campionate – per la ricerca di diossine, PCB diossine simili e PCB – le uova prodotte in 11 allevamenti rurali di galline allevate a terra e all’aperto, un allevamento per ciascuno degli 11 Comuni individuati dal piano, afferenti all’ASL MB e limitrofi al territorio di Sesto San Giovanni. A oggi non sono ancora pervenuti gli esiti analitici di tale monitoraggio. Il grafico che segue schematizza l’attività di campionamento degli alimenti prevalentemente di origine vegetale e degli alimenti offerti presso la ristorazione pubblica e collettiva, qualunque sia l’origine. 45 Attività di Macellazione Nei 27 macelli presenti nel territorio della Asl, nel 2012 sono stati macellati circa 22.303 capi in 1754 sedute. Tutti i capi sono stati oggetto di visita ispettiva ante e post mortem da parte del veterinario ufficiale. I capi e le carni risultati non idonei al consumo umano sono stati inviati alla distruzione. La macellazione è attività non programmabile, prevista da specifiche norme di legge, svolta dal veterinario ufficiale della Asl prima e dopo l’abbattimento degli animali presso strutture riconosciute. Capi macellati Bovini Suini 2012 14.887 2.311 Equini 48 Ovini 71 Caprini 216 Pollame 4.770 TOTALE 22.303 Ispettorato Micologico L’Ispettorato Micologico presente nelle sedi territoriali, nel corso del 2012, ha verificato la commestibilità dei funghi raccolti da 261 cittadini ed è intervenuto in 17 casi di intossicazione presso il pronto soccorso degli ospedali del territorio. L’attività micologica è consistita nella ispezione di 341 chili di funghi raccolti dal privato cittadino; di questi 137 chili sono stati ritenuti non commestibili, quindi confiscati e smaltiti. I 17 casi d’intervento in seguito a chiamata dei Pronto Soccorso Ospedalieri sono stati di supporto efficace all’attività dei medici di tali strutture. Vigilanza e controllo sulle acque potabili Il controllo della potabilità dell’acqua distribuita mediante gli acquedotti pubblici è stato effettuato per mezzo di 4.337 campionamenti per analisi chimiche e microbiologiche. Più del 70% delle non conformità rilevate dall’ispezione degli impianti nel 2012 sono state risolte, così come il 100% delle non conformità risultate alle analisi di laboratorio eseguite sui campioni di acque. Sono stati, inoltre, effettuati audit presso i 5 Gestori delle reti acquedottistiche dei Comuni dell’ASLMB. Gli audit hanno consentito di valutare le procedure in uso ed hanno rappresentato scambi di conoscenze tra il controllore ed il controllato. Non si sono evidenziate grosse criticità, tanto che ne sono derivate poche osservazioni e nessuna non conformità. 46 Sorveglianza nutrizionale Gli interventi nutrizionali nell’ambito della ristorazione collettiva sono stati 140 con valutazione di tabelle dietetiche, 311 con valutazione di diete speciali per motivi sanitari e 45 con controllo mediante audit, nelle strutture di produzione, della gestione nutrizionale dei menù somministrati. L’attività di sorveglianza ha evidenziato, nella maggior parte delle mense, la conformità delle tabelle dietetiche alle Linee Guida regionali ed in quei pochi casi di difformità osservate si è riusciti ad ottenere la risoluzione di queste in più del 90% dei casi. Questi risultati confermano la buona efficacia dell’attività di valutazione/elaborazione quasi capillare di tabelle dietetiche, standard e speciali, a favore della ristorazione collettiva scolastica. Gestione del sistema di allerta alimentare Il sistema di allerta è una procedura codificata atta a garantire la rapidità dei provvedimenti da adottare a seguito di riscontro di alimenti o mangimi che rappresentano gravi rischi per la salute del consumatore. Segnalazioni di allerta 2012 Prodotti ittici freschi e conservati 73 Carni e prodotti carnei 45 Frutta, verdure e conserve vegetali 43 Alimentazione particolare e per l’infanzia 19 Prodotti lattiero-caseari 17 Materiali a contatto 15 Cereali, farine e prodotti sfarinati 9 Acque e bevande varie 9 Integratori 9 Dolci, merende e cereali per colazione 7 Mangimi 5 Uova e prodotti a base di uova 3 TOTALE 257 Nel 2012 le segnalazioni di allerta sono state il 10% in più rispetto al 2011. Le segnalazioni pervenute dalla Regione e da altre Asl per presenza di alimenti non conformi nel nostro territorio, hanno determinato il ritiro di prodotti non sicuri per l’uomo e gli animali. Su 257 segnalazioni, il 6% hanno comportato l’attivazione di allerta primarie o secondarie, con l’acquisizione di nuove reti commerciali da parte dell’Asl Monza e Brianza. Tutte le segnalazioni di allerta, in entrata o in uscita dall’ASL, sono state concluse. Una segnalazione è considerata chiusa quando è stata verificata la presenza o meno dell’alimento oggetto di allerta, il prodotto non è più reperibile perché ritirato dal mercato, sequestrato o venduto al consumatore finale, e ne è stata data rendicontazione nell’applicativo regionale sul sistema di allerta. 47 8.2. Il guadagno di salute L’andamento del numero di casi notificati di malattie infettive a potenziale eziologia alimentare (epatite E, brucellosi, diarrea infettiva, epatite A, febbre tifoide, infezioni, tossinfezioni e intossicazioni alimentari, listeriosi, salmonellosi non tifoidee, shigellosi, etc.), nei sei anni più recenti, evidenzia una stabilizzazione del numero di casi di diarrea infettiva di origine verosimilmente alimentare e del numero di salmonellosi non tifoidee, che rimangono le più numerose. Le salmonellosi non tifoidee provocano diverse sindromi cliniche, la più frequente delle quali è la gastroenterite. Generalmente i principali veicoli di trasmissione dell’infezione sono i cibi di origine animale, come polli, carne bovina, uova e latticini. Nell’anno 2012 si sono verificati 10 focolai epidemici a possibile eziologia alimentare che hanno coinvolto complessivamente 25 residenti. In 9 episodi, l’insorgenza è verosimilmente ascrivibile al consumo di alimenti in ambiente domiciliare, in un solo episodio al consumo di alimenti in ambiente extradomiciliare ed extraregionale. Solo in due focolai la fonte di esposizione è stata identificata. Gli agenti etiologici identificati sono stati prevalentemente Salmonelle non tifoidee (S. enterica gruppo B D); al virus dell’epatite A è attribuibile un focolaio che ha interessato due soggetti i quali non hanno effettuato viaggi all’estero, nel periodo compatibile con il tempo di incubazione del virus. Le criticità Per aumentare il numero dei casi in cui è identificata la fonte della contaminazione, occorre migliorare il flusso delle notifiche e la qualità delle indagini epidemiologiche. 48 8.3. Le prospettive I Dipartimenti di Prevenzione medico e veterinario intendono mantenere l’impegno fin qui profuso, confermare i positivi risultati raggiunti e continuare sulla strada intrapresa, cercando di migliorare e, ove occorra, approfondire le problematiche igienico-sanitarie emerse. Particolare impegno sarà dedicato a migliorare la qualità delle indagini epidemiologiche relative alle malattie a potenziale eziologia alimentare. Per l’anno 2013 l’attività di controllo sarà indirizzata verso gli stabilimenti ritenuti a maggior rischio e gli alimenti che sono stati motivo di allerta e cause di tossinfezioni. In un contesto economico europeo e nazionale che continua a essere caratterizzato da una crescita stentata e da evidenti difficoltà della tenuta dei livelli produttivi, il comparto agroalimentare mostra una tendenza alla tenuta sul mercato interno e alla crescita su quello estero, sostenuta da un flusso in esportazione verso i Paesi terzi cresciuto anche nell’ultimo anno. A questo riguardo, occorre vigilare sul rispetto dei criteri igienico-sanitari e commerciali stabiliti dai Paesi terzi destinatari degli alimenti (USA, Canada, Federazione Russa ,Cina, Australia, ecc) per gli stabilimenti, i processi e i prodotti, attraverso l’applicazione di procedure di controllo ufficiale. Il lavoro dei Servizi nel corso del 2013 sarà orientato anche alle seguenti attività particolari: attuazione dei Piani aziendali di controllo degli alimenti di origine animale e non animale; attuazione del Piano Nazionale e del Piano Regionale per la ricerca dei residui di farmaci veterinari e sostanze proibite negli animali e in alcuni prodotti di origine animale; attuazione del Piano Nazionale per la ricerca dei residui di fitofarmaci nei vegetali e prodotti derivati; controllo della gestione separata del materiale a rischio specifico (organi o parti di animali che sono considerati un rischio per i consumatori in riferimento alle encefalopatie spongiformi trasmissibili), aspetto fondamentale della prevenzione della BSE in quanto impedisce il contatto dell’uomo con l’agente infettante; proseguimento della sorveglianza delle temperature degli alimenti da mantenere in regime di temperatura controllata in fase di distribuzione al dettaglio; attuazione dei Piani di controllo sul trasporto degli animali al macello e del benessere animale durante la macellazione; attuazione del Piano di sorveglianza sulla prevalenza di Salmonella spp. in prodotti a base di carne (insaccati crudi) di produzione nazionale prelevati presso gli stabilimenti di trasformazione; esecuzione di controlli aggiuntivi nel settore della pubblica ristorazione in vista della manifestazione internazionale EXPO 2015; attuazione del Piano di riduzione delle esposizioni a fattori di rischio chimico mediante costruzione di un’anagrafe di produttori di materiale destinato al contatto con alimenti e successivo controllo degli stessi; mantenimento del supporto a cittadini e aziende ospedaliere da parte dell’Ispettorato Micologico; attuazione del Piano controlli acque potabili e delle verifiche dei sistemi di controllo interno presso i soggetti gestori; sviluppo di un’anagrafe di produttori primari cerealicoli e ortofrutticoli. 49 9. LA TUTELA DELLA SANITÀ ANIMALE E L’IGIENE URBANA VETERINARIA La sanità animale è assicurata dagli interventi di prevenzione, monitoraggio, controllo ed eradicazione delle malattie infettive e diffusive degli animali, in particolare le malattie trasmissibili all’uomo (zoonosi). Questa attività si realizza attraverso: ● i piani di bonifica sanitaria degli allevamenti; ● i piani di monitoraggio delle malattie infettive e diffusive degli animali; ● la gestione delle anagrafi zootecniche; ● la lotta al randagismo e la tutela degli animali di affezione. La sanità degli animali è ulteriormente garantita dall’attività di controllo: ● sul corretto impiego dei farmaci ad uso veterinario, ● sul benessere degli animali negli allevamenti, durante il trasporto e presso le strutture che allevano, forniscono o utilizzano animali da esperimento; ● sulla gestione dei sottoprodotti di origine animale; ● sulla riproduzione animale. 9.1. I risultati e le valutazioni Bonifica sanitaria e Piani di monitoraggio degli allevamenti Le tabelle di seguito rappresentate, sintetizzano l’attività di controllo effettuata nel 2012: Applicazione di Piani di controllo delle malattie infettive degli animali da allevamento che possono essere trasmissibili all’’uomo (zoonosi) o che possono avere una rilevante incidenza sul patrimonio zootecnico Piani di controllo Profilassi della Tubercolosi Bovina Profilassi della Brucellosi bovina e ovi-caprina Prevenzione TSE bovina e ovicaprina Prevenzione ed eradicazione dell’influenza aviaria Controllo della salmonellosi negli allevamenti avicoli Profilassi della rabbia sugli animali morsicatori e catturati N. controlli 2936 3356 N. irregolarità 0 0 68 0 814 0 4 0 335 30 Sono stati completamente attuati i piani di bonifica sanitaria degli allevamenti, nonché i piani di monitoraggio delle malattie infettive e diffusive degli animali da reddito a carattere zoonosico. Da punto di vista epidemiologico sono stati segnalati tre focolai di Mixomatosi nei conigli selvatici, che hanno previsto l’emanazione di provvedimenti sanitari, un focolaio di Malattia Emorragica del coniglio in un grosso allevamento del nostro territorio e un sospetto di contagio per Tubercolosi in un allevamento bovino, sottoposto a controllo diagnostico favorevole. Non sono emerse positività ai controlli sierologici per la prevenzione ed eradicazione dell’influenza aviara. 50 Sono risultati positivi per Salmonelle non zoonosiche controlli ambientali eseguiti in due allevamenti di galline ovaiole, che hanno comportato prescrizioni per l’intensificazione delle misure di biosicurezza e una rilevante azione di informazione e formazione degli allevatori e dei veterinari liberi professionisti, responsabili dei piani di autocontrollo. Altri controlli delle malattie infettive e diffusive degli animali da reddito Piani di controllo Profilassi della Leucosi Bovina Profilassi della Blue Tongue bovina Controllo della malattia vescicolare dei suini (MVS) Monitoraggio della malattia di Aujeszcky negli allevamenti di suini Controllo dell’Anemia infettiva degli equini Controlli di biosicurezza negli allevamenti avicoli Controlli di biosicurezza negli allevamenti suini N. controlli N. irregolarità 1359 616 330 0 0 0 29 4 1162 0 13 2 7 0 Negli ultimi anni non sono state rilevate positività nell’ambito del piano di sorveglianza della Blue tongue negli allevamenti bovini da riproduzione e nel piano di prevenzione dell’Encefalopatia Spongiforme Bovina (BSE) e delle Encefalopatie Trasmissibili (TSE) su animali della specie bovina e ovi caprina segnalati morti in allevamento. Sono emerse alcune irregolarità nei confronti del morbo di Aujeszcky. Non vi sono state positività negli allevamenti suini controllati ai fini dell’eradicazione della Malattia Vescicolare dei Suini (MVS), grave malattia infettiva causa di ingenti danni economici. Anagrafe zootecnica informatizzata E’ un sistema di identificazione e registrazione delle aziende che allevano bovini, ovi-caprini, suini, equini e avicoli. L’anagrafe prevede la registrazione e l’aggiornamento di tutte le aziende e dei singoli capi bovini e ovi-caprini (identificazione, movimentazione, passaggi di proprietà, ecc.), particolarmente importanti per i rintracci a seguito di insorgenza di focolai di malattie infettive. 51 Controlli gestione delle anagrafi regionali e nazionali Anagrafe informatizzata degli animali della specie bovina e ovi-caprina Anagrafe informatizzata degli animali della specie suina Anagrafe degli equidi N. controlli 16 N. irregolarità 7 2 20 0 14 Il continuo aggiornamento e la verifica della corretta gestione della anagrafe zootecnica e degli animali d’affezione è indispensabile al fine del controllo delle popolazioni a scopi epidemiologici. Nell’ambito dei controlli effettuati sono state rilevate irregolarità in 7 allevamenti bovini e ovicaprini e in 14 allevamenti di equini, con conseguenti provvedimenti prescrittivi o sanzionatori. Controlli negli apiari I controlli negli apiari hanno come finalità il contenimento delle malattie infettive tipiche della specie (Varroa e Peste). Controlli presso il 10% degli Apiari censiti 2012 29 n. irregolarità 5 Durante l’ordinaria attività di vigilanza programmata sul territorio, sono stati controllati n. 29 apiari, con il riscontro di 5 casi di grave infestazione da varroa, in un contesto generale di elevato allarme per la parassitosi. e un caso di positività alla Peste Americana. E’ continuata la partecipazione del referente Asl al gruppo regionale di approfondimento, con conseguente attività di consulenza, formazione e informazione sulla profilassi delle malattie delle api e sulle problematiche sanitarie connesse. Randagismo e controlli inerenti il settore degli animali d’affezione Nel contesto urbano con il termine randagismo s’intende la presenza di cani momentaneamente liberi nel territorio, non inselvatichiti, ma che hanno o hanno avuto un proprietario, anche se non sempre identificabile. Attività Controlli presso strutture veterinarie Controlli presso negozi di vendita animali Controlli presso canili Controlli sui cani catturati ricoverati presso il canile sanitario cani catturati già identificati con microchip cani restituiti di proprietà cani affidati a nuovi proprietari dai canili interventi di pronto soccorso del personale ASL sanzioni amministrative per anagrafe canina controlli per esposti per maltrattamento 2012 10 30 33 N.C. 0 12 10 1093 306 787 (72%) 839 (77%) - 530 58 1293 26 151 23 52 Nel 2012 i cani catturati sul territorio dell’ASL MB e ricoverati presso il canile sanitario che risultano non identificati sono circa il 28% del totale. Questa percentuale è andata decrescendo negli ultimi anni (42% anno 2008 – 37% anno 2009 – 34% anno 2010 - 31% anno 2011), segno di incremento del numero di cani identificati: in 151 casi è stato possibile risalire al proprietario e notificare la relativa sanzione. Si rileva inoltre una maggiore responsabilità dei cittadini verso i propri animali, anche grazie alle campagne informative e di sensibilizzazione degli ultimi anni. Attività conseguente alle segnalazioni di zoonosi Sono pervenute n.16 segnalazioni e condotte altrettante indagini epidemiologiche, con o senza campionamenti. Di particolare rilevanza si segnala un caso sospetto Oestrus ovis a seguito di infestazione umana per presunto contatto in un allevamento di caprini, due casi di micosi (Tinea spp) in soggetti aventi gatti di proprietà. In tutti i casi non si è dimostrata una correlazione tra uomo e animale. Gestione e registrazione delle colonie feline La normativa tutela i gatti che vivono in libertà, prevedendo la registrazione delle colonie feline presenti sul territorio, con la relativa cattura ai fini della loro sterilizzazione da parte dei Servizi veterinari delle ASL e la loro successiva reimmissione nella colonia. Il contenimento delle nascite tramite sterilizzazione ha la finalità di ridurre il rischio di inconvenienti igienico-sanitari, limitare la diffusione delle malattie infettive, anche trasmissibili all’uomo e tutelare il benessere degli animali Attività colonie feline registrate gatti sterilizzati 2012 111 804 Importazione e vendita di animali d’affezione L’attività di controllo nel settore degli animali da affezione è svolta con particolare attenzione ai canali di vendita (negozi, internet, domicilio, ecc.), agli spostamenti internazionali, al commercio illegale di animali provenienti da Paesi terzi e da Paesi di recente ingresso nella UE. Per migliorare l’efficacia degli interventi di controllo è in uso una procedura di valutazione delle condizioni sanitarie correlate all’età reale dei cuccioli importati. Attività Controlli presso negozi di vendita animali 2012 30 53 Continuano a essere rilevanti le problematiche sanitarie connesse alla vendita degli animali d’affezione nei negozi (ne sono evidenza 12 irregolarità rilevate in 30 controlli) e soprattutto al commercio illegale, mediante forme di vendita alternative (domicilio, internet, ecc..) da altri Paesi comunitari. I controlli dei negozi comportano, fra l’altro, la verifica dell’identità dei cani presenti, della loro origine e delle registrazioni in anagrafe canina. I controlli sul commercio illegale sono stati svolti su segnalazione, unitamente ad altri organi di vigilanza (Polizia Provinciale, Corpo Forestale, ecc..). Da 26 controlli sono risultate 23 irregolarità che hanno comportato anche sequestri e confisca di animali su mandato dell’autorità giudiziaria. IGIENE DEGLI ALLEVAMENTI E DELLE PRODUZIONI ZOOTECNICHE Questo settore si occupa della vigilanza nell’ambito della produzione primaria degli alimenti per l’uomo. Opera controlli in particolare nelle aziende agricole, al fine di prevenire sofisticazioni o contaminazioni pericolose presso gli allevamenti di animali le cui carni o prodotti (latte) sono destinati all’alimentazione umana Benessere degli animali Gli animali sono esseri sensibili che vanno tutelati in modo che non siano sottoposti a sofferenze e fatiche evitabili. I proprietari o i detentori devono rispettare requisiti di benessere che tengano conto dei giusti spazi a disposizione degli animali, della loro libertà di movimento, di corrette modalità di trasporto, di un’idonea alimentazione e della protezione dalle avversità climatiche, nonché garantire adeguate cure sanitarie in caso di bisogno. Controlli degli animali Durante il trasporto su strada o nei punti critici di carico o scarico dai mezzi di trasporto allevati con finalità sportive o allevati/ utilizzati per finalità scientifiche allevati per la produzione di alimenti per l’uomo 2012 20 40 57 Nel corso dell’anno è stata posta particolare attenzione alle problematiche inerenti le galline ovaiole allevate in gabbie, in considerazione dell’entrata in vigore, dal 1° gennaio 2012, della normativa che prevede fra l’altro nuovi requisiti delle gabbie di stabulazione. I due allevamenti presenti sul territorio della nostra Asl sono stati sanzionati per non avere adeguato le gabbie non conformi; adeguamento avvenuto dopo prescrizione. In previsione dell’entrata in vigore, dal 1° gennaio 2013, della nuova normativa sul benessere dei suini, sono stati controllati gli allevamenti suinicoli e gli allevatori sono stati coinvolti in attività di formazione. Attenzione inoltre è stata rivolta nei confronti degli animali allevati per fini scientifici e sperimentali. 54 Alimentazione degli animali Nel settore dell’allevamento degli animali i buoni risultati dipendono in gran parte dall’utilizzo di mangimi sicuri e di buona qualità. Il controllo dei mangimi è finalizzato a evitare l’utilizzo di farine di carni di mammiferi nell’alimentazione degli animali d’allevamento, la presenza di contaminanti chimici e microbiologici, di micotossine e di organismi geneticamente modificati (OGM) non autorizzati. E’ verificata anche l’igiene e la genuinità della trasformazione delle materie prime in mangimi, siano essi destinati agli animali che producono alimenti per l’uomo che agli animali d’affezione. Controlli In fase di produzione agricola, di commercializzazione e di trasformazione Campionamenti di mangimi per ricerche di sostanze proibite e indesiderate 2012 143 84 Nell’ambito dell’essiccazione e del commercio dei mangimi, soprattutto a livello di produzione primaria e operazioni correlate, permangono criticità nell’applicazione delle misure preventive volte a monitorare le sostanze indesiderabili. Nel 2012 sono state accertate non conformità per il contenuto di aflatossina B1 nella granella di mais in deposito: sono state sequestrate e inviate ad usi tecnici (biodisel, biogas) circa 500 tonnellate di granella. Farmacosorveglianza Il termine si riferisce all’attività di controllo sulla commercializzazione e l’impiego dei farmaci a uso veterinario e degli alimenti zootecnici contenenti sostanze farmacologiche, allo scopo di proteggere gli animali in genere e tutelare la salubrità degli alimenti di origine animale destinati all’uomo. Controlli presso: Allevamenti di animali destinati alla produzione di alimenti per l’uomo Scuderie, allevamenti di animali d’affezione 2012 108 27 Produzione e commercio di farmaci ad uso veterinario 11 Ambulatori veterinari e stabilimenti fornitori/allevatori 15 Sono state rilevate carenze nella gestione del farmaco che hanno comportato l’erogazione di sanzioni amministrative: in una scuderia, per il mancato rispetto delle disposizioni sulle registrazioni dei medicinali, ad un allevatore di vitelli, per mancata registrazione di un trattamento con cortisonici, ad un veterinario libero professionista, responsabile delle scorte di medicinali presso un allevamento di bovine da latte. 55 Riproduzione degli animali Attività di controllo per la verifica delle condizioni igieniche e sanitarie delle stazioni di fecondazione e dei relativi riproduttori. Controlli 2012 presso gli impianti di riproduzione e presso gli allevamenti di animali 15 L’attività di controllo è stata svolta congiuntamente al personale tecnico della Provincia, Settore agricoltura. I controlli sono stati finalizzati alla verifica: della corretta conservazione del materiale seminale detenuto presso gli impianti autorizzati; della legittima provenienza dello stesso materiale seminale; della situazione igienico-sanitaria degli impianti e degli animali riproduttori;della corretta registrazione degli interventi fecondativi sugli apposti moduli o registri. E’ stata rilavata una sola non conformità, per carenze strutturali, presso una stazione di monta equina. La non conformità è stata rimossa a seguito di prescrizione. Sottoprodotti di origine animale I sottoprodotti di origine animale (SOA) comprendono i corpi interi (o parti) di animali, i prodotti di origine animale non destinati al consumo umano, compresi quelli caseari, e altri materiali provenienti dalle attività zootecniche. Tali materie sono smaltite come rifiuti o trasformate e riutilizzate in numerosi settori, tra cui quelli della cosmesi e della farmaceutica. Controlli presso gli impianti di smaltimento, tecnici, depositi e presso i produttori di sottoprodotti 2012 35 L’entrata in vigore di nuovi regolamenti comunitari ha modificato alcune regole e criteri riguardanti questa tipologia di impianti. Strutture prima attivate attraverso il provvedimento di riconoscimento sono diventate oggetto di sola registrazione, mentre strutture che non necessitavano di atti autorizzativi, necessitano ora di riconoscimento o di registrazione da parte delle autorità sanitarie. Tale fatto ha comportato un aumento delle attività che devono essere sottoposte a vigilanza e controllo. Il controllo dei SOA è svolta in ottemperanza alle linee guida regionali mediante esecuzione di ispezioni e audit. Nel 2012 non sono state evidenziate situazioni particolarmente critiche, eccetto in uno stabilimento di deposito e salatura di pelli, dove sono state riscontrate carenze strutturali . Tale impianto ha in seguito comunicato la cessazione dell’attività. 56 9.2. Il guadagno di salute L’impatto sulla salute umana dovuto a patologie riscontrabili negli animali o alla presenza di situazioni o comportamenti a rischio nella loro gestione (es. trattamenti impropri o incongrui, uso di sostanze illecite, ecc..) può essere stimato attraverso i seguenti indicatori: - numero di focolai di malattie infettive denunciabili negli animali - numero positività ai campionamenti per la ricerca di residui negli animali e nei mangimi di sostanze chimiche che potrebbero essere dannose per la salute pubblica - numero di notifiche di zoonosi “maggiori” (Brucellosi, Tubercolosi Bovina, Leishmaniosi, Leptospirosi) nell’uomo, che sono da considerarsi come “spie” di possibili focolai epidemici nel settore animale. Questi parametri, se valutati nel tempo e confrontati con il contesto nazionale e regionale, ci permettono di rilevare le criticità del controllo sanitario nel nostro territorio e i rischi potenziali per la salute umana. I dati epidemiologici sui focolai di malattie infettive denunciabili negli animali rilevati nella nostra Asl restano in linea con il contesto epidemiologico regionale. Gli allevamenti di bovini e di suini da riproduzione possiedono i requisiti per la qualifica sanitaria di allevamenti indenni dalle principali patologie di interesse di tali settori zootecnici. A fronte dei focolai di brucellosi in allevamenti ovi–caprini emersi nel 2008 (2 focolai), nel 2010 (1 focolaio) e nel 2011 (2 positività, ma non confermate dall’isolamento dell’agente eziologico), nel 2012 non si sono avuti focolai, a conferma dell’utilità di aver mantenuta elevata l’attenzione verso questa patologia zoonosica. L’attività di controllo di tre greggi vaganti, compresi in uno dei progetti innovativi 2011, non ha evidenziato particolari problematiche epidemiologiche. Nel 2012 non si sono avute problematiche epidemiologiche legate ai greggi vaganti. Permane comunque la necessità di tenere alta l’attenzione nel nostro territorio sui piccoli greggi stanziali che possono rimanere sconosciuti alle autorità di controllo, anche in collaborazione con la Polizia Locale e Provinciale. Nel 2012 dai piani di campionamento non è emersa nessuna positività che abbia comportato l’apertura di un focolaio. In conclusione possiamo affermare che i dati epidemiologici rilevati nell’Asl MB sono in linea con il contesto epidemiologico regionale per le patologie di specifico interesse zootecnico. Le criticità. E’ presente ancora il pericolo di piccoli allevamenti di animali presenti sul territorio sconosciuti all’autorità sanitaria di controllo. Per tale motivo sarà importante intensificare la rete di comunicazione tra gli organi di vigilanza. Sempre più difficile è il controllo delle nuove forme di commercio via internet collegate al commercio illegale degli animali d’affezione. Alla luce delle normative comunitarie e della aumentata sensibilità nella popolazione, dovrà essere ulteriormente sviluppata la vigilanza sul benessere animale. 57 9.3. Le prospettive Di seguito i principali obiettivi da perseguire secondo le indicazioni del piano triennale di prevenzione veterinaria 20122014 in materia di sanità animale e igiene urbana veterinaria. Assicurare un livello elevato di salute animale attraverso la riduzione dei rischi biologici e chimici per gli animali e per l’uomo, garantendo in tal modo la sicurezza degli alimenti di origine animale. Migliorare la salute degli animali da reddito e la sicurezza alimentare attraverso la riduzione della frequenza delle malattie, aumentando la sostenibilità degli allevamenti a livello economico e sociale. Favorire la crescita economica e la competitività delle produzioni regionali. Promuovere le buone pratiche di allevamento e il benessere degli animali, e minimizzare l’impatto ambientale al fine di favorire uno sviluppo sostenibile mediante l’attuazione dei piani per: - sorveglianza e controllo delle malattie infettive e diffusive degli animali controllo delle anagrafi zootecniche; - verifica delle misure di biosicurezza; - controllo per la tutela degli animali d’affezione e la prevenzione della rabbia; - vigilanza e controllo sul corretto impiego dei farmaci ad uso veterinario; - controllo del benessere degli animali negli allevamenti, durante il trasporto e presso le strutture che allevano, forniscono o utilizzano animali da esperimento; - controllo della gestione dei sottoprodotti di origine animale; - vigilanza e controllo della riproduzione animale. 58 10. SINERGIE TERRITORIALI PER LA PREVENZIONE I buoni risultati raggiunti nelle attività di prevenzione svolte dai Dipartimenti di Prevenzione Medica e Veterinaria sono stati ottenuti: - dall’ impegno e dalla professionalità degli operatori della ASL; a questo proposito si ricorda l’impegno al continuo aggiornamento scientifico garantito da un corposo programma di formazione, - dalle numerose collaborazioni in essere con strutture pubbliche e associazioni private, che si sono consolidate nel corso degli anni, - dal supporto tecnico-scientifico assicurato dagli istituti zoo profilattici e dai Laboratori di Sanità Pubblica, - dalle collaborazioni con le Associazioni di categoria e di volontariato rappresentative del territorio, - dal dialogo e dal confronto che è stato ricercato con gli OSA (Operatori del Settore Alimentare). Si ritiene opportuno ricordare e, con l’occasione del report, ringraziare le principali collaborazioni in atto: ARPA nella gestione delle problematiche ambientali e dei controlli sulle aziende che svolgono attività che impattano sull’ambiente, Comitato Provinciale di Coordinamento per la prevenzione e la sicurezza nei luoghi di lavoro, composto da - Amministrazioni Comunali - strutture pubbliche di controllo della sicurezza e regolarità dei rapporti di lavoro (Direzione Territoriale del Lavoro, INAIL, INPS) - forze sociali (imprenditoriali e sindacali) del mondo del lavoro - UOOML dell’Azienda Ospedaliera di Vimercate e del San Gerardo di Monza - Università - Associazioni e Ordini professionali, Aziende Ospedaliere, AREU e Protezione Civile aggiornando i protocolli di intervento in materia di emergenza di sanità pubblica. La rete degli Istituti Zooprofilattici Sperimentali, che con la loro specializzazione nei vari settori della Sanità Pubblica Veterinaria, sono sempre un supporto e un riferimento tecnico –scientifico per gli operatori del territorio La UO Governo della Prevenzione e Tutela sanitaria e La Unità Organizzativa veterinaria della Regione Lombardia, punto di riferimento per tutte le attività dei Dipartimenti di prevenzione dell’ASL. Scuole Pubbliche e Paritarie con il coordinamento dell’Ufficio Scolastico Provinciale Professionisti della salute: Farmacisti, Medici di Medicina Generale, Pediatri di famiglia, Erogatori Pubblici e Privati Comuni del territorio: Uffici di Piano e strutture socio-assistenziali, Polizia Locale per la prevenzione degli infortuni stradali Terzo settore ed associazioni di volontariato della Provincia di Monza e Brianza Associazioni delle professioni e insediamenti produttivi del territorio: Grande distribuzione organizzata, Ordini professionali, Associazione Industriali, ristoratrici, associazioni sportive 59