Rapporto 2012 - ASL Monza e Brianza

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Rapporto 2012 - ASL Monza e Brianza
RAPPORTO 2012
RISULTATI DELLE ATTIVITÀ DI
PREVENZIONE COLLETTIVA
E DI PROMOZIONE DELLA SALUTE
NELLA ASL DELLA PROVINCIA DI MONZA E
BRIANZA
Luglio 2013
INDICE
PRESENTAZIONE ........................................................................................................................... 3
1. IL TERRITORIO E LA POPOLAZIONE DELL’ASL MONZA E BRIANZA .................. 2
1.1.
Dati ed indicatori demografici ................................................................................ 3
1.2.
Popolazione immigrata ............................................................................................... 6
1.3.
Il contesto economico ................................................................................................. 6
1.4.
Il contesto ambientale ................................................................................................ 7
2. IL CONTESTO EPIDEMIOLOGICO SANITARIO .......................................................... 10
2.1.
Analisi della mortalità ............................................................................................... 10
2.2.
La mortalità evitabile ................................................................................................. 12
2.3.
Analisi della morbosità ............................................................................................. 13
3. LA PROMOZIONE DEI CORRETTI STILI DI VITA ..................................................... 16
3.1.
Le principali attività realizzate nel 2012 ....................................................... 16
3.2.
Il guadagno di salute ................................................................................................. 21
3.3.
Le prospettive ................................................................................................................ 21
4. LA PREVENZIONE DELLE MALATTIE INFETTIVE TRASMISSIBILI ..................... 22
4.1.
Le prospettive ................................................................................................................ 24
5. LA PREVENZIONE DELLE MALATTIE ONCOLOGICHE ............................................. 25
5.1.
Screening del tumore della mammella ........................................................... 25
5.2.
Screening del tumore colon retto....................................................................... 26
5.3.
Prevenzione del tumore della cervice uterina ............................................ 26
5.4.
Le prospettive ................................................................................................................ 27
6. LA PREVENZIONE E SICUREZZA NEGLI AMBIENTI DI VITA .............................. 28
6.1.
I risultati e le valutazioni ........................................................................................ 28
6.2.
Il guadagno di salute ................................................................................................. 33
6.3.
Le prospettive ................................................................................................................ 33
7. LA PREVENZIONE E SICUREZZA NEGLI AMBIENTI DI LAVORO ....................... 34
7.1.
Gli infortuni ...................................................................................................................... 34
7.2.
Le malattie professionali ......................................................................................... 35
7.3.
Le attività .......................................................................................................................... 36
7.4.
I risultati ........................................................................................................................... 38
7.5.
Le prospettive ................................................................................................................ 40
8. LA SICUREZZA ALIMENTARE .......................................................................................... 41
8.1.
I risultati e le valutazioni ........................................................................................ 41
8.2.
Il guadagno di salute ................................................................................................. 48
8.3.
Le prospettive ................................................................................................................ 49
9. LA TUTELA DELLA SANITÀ ANIMALE E L’IGIENE URBANA VETERINARIA ..... 50
9.1.
I risultati e le valutazioni ........................................................................................ 50
9.2.
Il guadagno di salute ................................................................................................. 57
9.3.
Le prospettive ................................................................................................................ 58
10. SINERGIE TERRITORIALI PER LA PREVENZIONE ................................................... 59
PRESENTAZIONE
La mutata situazione sanitaria, caratterizzata dalla crisi di efficacia delle tecnologie mediche
tradizionali, dal declino delle malattie infettive e dall’emergere di patologie cronico degenerative, spesso legate a fattori sociali e comportamentali induce la comunità ad adottare
nuove strategie per indurre le persone a modificare i propri comportamenti e gli stili di vita in
senso più salutare.
I principi innovativi su cui si basano oggi le attività di prevenzione sono diversi:
il concetto di responsabilità personale e partecipazione che riguarda sia gli
individui in quanto tali che i titolari di imprese e servizi, i professionisti, i consulenti e gli
stessi lavoratori;
la valutazione delle condizioni di salute a partire dall’analisi di contesto che descrive
la situazione a livello territoriale e rappresenta il “fabbisogno”;
il criterio di graduazione dei rischi, che tiene conto della gravità e probabilità degli
stessi, della dimensione dell’attività, della presenza e affidabilità di sistemi di
autocontrollo, di eventuali eventi sentinella, degli esiti dei controlli effettuati in
precedenza;
l’analisi di efficacia comprovata da evidenze scientifiche: sono state abbandonate
inutili certificazioni (libretti sanitari, certificato di sana e robusta costituzione, idoneità al
lavoro per gli apprendisti, ecc….) e al tradizionale approccio di educazione sanitaria si
sta sostituendo quello di promozione della salute;
l’integrazione tra risorse e competenze diverse apportate dalla molteplicità dei
soggetti coinvolti che costituisce un valore aggiunto nelle politiche di prevenzione;
la semplificazione delle procedure amministrative;
la formazione continua degli operatori, l’integrazione professionale e l’organizzazione
delle attività e dei servizi secondo criteri di qualità.
Il Rapporto vuole documentare come le attività e i controlli negli ambienti di vita e di lavoro, di
sicurezza alimentare e di sanità veterinaria rispondano ai principi sopra illustrati, di cui un
esempio rappresentativo è costituito dai Piani Mirati di Prevenzione.
I risultati sono presentati, ove possibile, in termini di “guadagno di salute” della popolazione,
realizzato attraverso la riduzione dei fattori di rischio, individuali e collettivi, e, in prospettiva,
delle malattie di maggior rilievo sociale.
Il Commissario Straordinario
Dr. Matteo Stocco
1.
IL TERRITORIO E LA POPOLAZIONE DELL’ASL MONZA E BRIANZA
Dall’inizio del 2011 l’ASL della Provincia di Monza e Brianza è composta da 55. La popolazione
residente dell’ASL della Provincia di Monza e Brianza al 01.01.2012 è costituita da 840.358
persone (fonte http://www.demo.istat.it) distribuite su un territorio ad elevatissima densità
abitativa (si colloca al secondo posto assoluto in Italia dopo la provincia di Napoli). Sul
territorio sono stati individuati cinque distretti socio sanitari, con una popolazione che varia da
148.333 a 186.101 abitanti, raggruppati in tre aree dipartimentali (vedi tabella 1). Dall’inizio
del 2012 il comune di Ceriano Laghetto è passato dal Distretto di Desio a quello di Seregno.
I 55 comuni dell’ASL sono approssimativamente equamente distribuiti tra le tre aree ma la
densità abitativa differisce in modo significativo nell’area di Vimercate, che è meno urbanizzata
ed è infatti caratterizzata da densità abitativa nettamente più bassa rispetto al resto dell’ASL.
Tabella 1 - Popolazione residente al 01.01.2012 – ASLMB
DISTRETTO (DSS)
AREA DIPARTIMENTO
DSS CARATE BRIANZA
DSS MONZA
Tot.Area Monza-Carate
DSS DESIO
DSS SEREGNO
Tot. Area Desio-Seregno
Area VIMERCATE
Totale ASLMB
Popolazione ISTAT 2012
MASCHI
72.511
79.746
152.257
91.355
79.868
171.223
86.217
409.697
FEMMINE
75.822
86.990
162.812
94.746
83.295
178.041
89.808
430.661
TOTALE
148.333
166.736
315.069
186.101
163.163
349.264
176.025
840.358
AREA
Km2
76
48
124
60
80
140
141
405
Ab/Km2
1.952
3.474
2.541
3.102
2.040
2.495
1.248
2.075
2
1.1.
Dati ed indicatori demografici
La disponibilità dei dati derivanti dal censimento del 2011 ha consentito di aggiornare
completamente le informazioni demografiche e ciò ha determinato il fatto che la variazione tra
i dati ufficiali ISTAT al 1.1.2011 e quelle al 1.1.2012 siano più marcate rispetto a quanto non
sia avvenuto nei confronti tra anni precedenti consecutivi. Il fenomeno dell’invecchiamento
della popolazione è il principale determinante in termini di ricadute socio-sanitarie:
l’Italia è diventata uno dei paesi mondiali con vita media più elevata. La popolazione per classi
di età è rappresentata nella tabella 2: la quota in età lavorativa (convenzionalmente tra 15 e
64 anni) rappresenta oltre i 2/3 del totale.
Tabella 2 - Popolazione residente al 01.01.2012 per classi di età - ASLMB
CLASSI
D'ETÀ
(anni)
popolazione ASLMB
MASCHI
FEMMINE
TOTALE
QUOTA %
4.046
17.397
41.418
160.245
115.495
41.738
29.358
409.697
3.921
16.528
39.089
156.066
118.985
47.554
48.518
430.661
7.967
33.925
80.507
316.311
234.480
89.292
77.876
840.358
0,9%
4,0%
9,6%
37,6%
27,9%
10,6%
9,3%
100%
0
01-04
05-14
15-44
45-64
65-74
75+
TOTALE
Il grafico seguente illustra come la numerosità delle femmine sia inferiore rispetto a quella dei
maschi per le classi di età inferiori a 50 anni, mentre la maggiore longevità delle donne rende
progressivamente più numerose oltre i 50 anni le donne rispetto agli uomini.
5,0%
Quote percentuali sul totale Maschi + Femmine
4,5%
4,0%
3,5%
3,0%
2,5%
2,0%
1,5%
1,0%
0,5%
0,0%
00-04
Maschi
05-09
10-14
15-19
20-24
25-29
30-34
35-39
40-44
45-49
50-54
55-59
60-64
65-69
70-74
75-79
80-84
85+
2,55% 2,51% 2,42% 2,28% 2,33% 2,61% 3,25% 4,18% 4,42% 4,31% 3,46% 3,01% 2,96% 2,48% 2,49% 1,78% 1,10% 0,62%
Femmine 2,43% 2,38% 2,27% 2,16% 2,26% 2,56% 3,21% 4,08% 4,31% 4,20% 3,53% 3,23% 3,20% 2,77% 2,88% 2,32% 1,82% 1,64%
Classi di età
3
In termini di valori assoluti e di variazioni percentuali nel tempo, la numerosità della
popolazione residente nella provincia di Monza e Brianza tra il 1997 ed il 2012 è aumentata di
quasi 13 punti percentuali, passando da 744.670 a 840.358 soggetti. Gli ambiti territoriali con
maggiore incremento demografico sono i distretti di Carate e Vimercate, con oltre il 17% di
aumento dal 1997, mentre Monza è aumentata meno (+6%).
A livello di dettaglio territoriale, interessante è la composizione demografica del territorio
dell’ASL con dettaglio per singolo comune: nella tabella 3, per ogni comune, viene fornita
l’informazione per genere e classe di età, con indicazione del distretto di appartenenza
(C=Carate, D=Desio, M=Monza, S=Seregno; V=Vimercate).
FEMMINE
MASCHI
TABELLA 3
Comune
(Distretto)
POP
TOT
00
01-04
05-14
15-44
45-64
65-74
75+
Tot
00
01-04
05-14
15-44
45-64
65-74
75+
Tot
Agrate B.(V)
14.827
76
326
731
2.837
2.028
769
791
7.558
80
318
779
2.934
2.051
672
435
7.269
Aicurzio (V)
2.062
10
38
96
384
297
106
127
1.058
6
39
99
400
290
109
61
1.004
Albiate (C)
6.203
31
129
338
1.129
874
301
375
3.177
19
126
353
1.211
849
258
210
3.026
Arcore (V)
17.323
66
341
730
3.143
2.561
1.044
1.090
8.975
77
340
819
3.125
2.451
902
634
8.348
Barlassina (S)
6.829
37
132
327
1.255
941
378
421
3.491
30
169
321
1.303
923
334
258
3.338
Bellusco (V)
7.237
40
173
348
1.330
1008
409
392
3.700
33
159
307
1.429
989
375
245
3.537
Bernareggio (V)
10.544
63
221
491
2.066
1.369
514
485
5.209
63
253
539
2.279
1.454
465
282
5.335
Besana in B. (C)
15.506
79
316
770
2.792
2.176
824
976
7.933
73
353
836
2.801
2.197
769
544
7.573
Biassono (C)
11.694
38
215
550
2.083
1.810
667
666
6.029
47
206
555
2.099
1.722
601
435
5.665
Bovisio-M. (D)
16.631
93
375
803
3.360
2.291
818
772
8.512
98
367
872
3.351
2.244
723
464
8.119
Briosco (C)
5.961
17
118
251
1.043
880
345
326
2.980
26
124
283
1.097
933
317
201
2.981
Brugherio (M)
33.232
159
661
1.641
6.031
4.738
2.031
1.845
17.106
132
646
1.731
6.240
4.426
1.818
1.133
16.126
Burago di M. (V)
4.240
23
72
199
737
640
291
238
2.200
25
73
192
734
580
289
147
2.040
Busnago (V)
6.419
39
157
317
1.299
849
297
270
3.228
36
166
344
1.349
850
295
151
3.191
Camparada (V)
2.091
10
42
120
393
300
101
131
1.097
9
45
133
375
297
81
54
994
Caponago (V)
5.218
15
124
264
1.056
665
237
250
2.611
30
132
310
1.052
707
228
148
2.607
Carate B. (C)
17.640
72
346
831
3.213
2.513
1.010
1.131
9.116
83
364
920
3.139
2.484
863
671
8.524
Carnate (V)
7.179
29
119
296
1.182
1.126
450
403
3.605
27
125
346
1.322
1.117
377
260
3.574
Cavenago di B. (V)
6.904
40
156
341
1.361
964
320
305
3.487
42
144
395
1.403
927
302
204
3.417
Ceriano L. (S)
6.320
32
148
303
1.197
851
345
361
3.237
34
141
343
1.222
819
319
205
3.083
Cesano M. (D)
36.937
206
657
1.803
7.048
5.014
1.993
2.001
18.722
177
785
1.822
7.419
5.010
1.732
1.270
18.215
Cogliate (S)
8.447
40
157
415
1.543
1.230
443
405
4.233
52
170
430
1.683
1.192
431
256
4.214
Concorezzo (V)
15.227
79
326
753
2.789
2.083
931
871
7.832
73
317
772
2.850
2.037
786
560
7.395
Cornate d'A. (V)
10.413
56
221
500
2.010
1.352
543
593
5.275
53
242
482
2.158
1.421
455
327
5.138
Correzzana (V)
2.653
13
65
129
553
327
128
97
1.312
16
65
147
575
351
120
67
1.341
Desio (D)
40.342
197
820
1.826
7.755
5.627
2.138
2.226
20.589
208
861
1.931
8.142
5.395
1.859
1.357
19.753
Giussano (S)
24.461
148
484
1.166
4.702
3.264
1.292
1.360
12.416
126
550
1.205
4.933
3.305
1.104
822
12.045
Lazzate (S)
7.589
30
141
392
1.506
1.086
348
368
3.871
37
177
402
1.459
1.112
334
197
3.718
Lentate sul S.(S)
15.485
60
289
634
2.743
2.206
919
928
7.779
89
312
717
2.970
2.198
866
554
7.706
Lesmo (V)
8.116
46
167
426
1.548
1.177
413
390
4.167
43
183
411
1.550
1.154
393
215
3.949
Limbiate (D)
33.876
151
697
1.646
6.428
4.673
1.827
1.722
17.144
182
709
1.731
6.614
4.645
1.656
1.195
16.732
Lissone (C)
42.199
231
932
1.914
8.357
5.792
2.144
2.229
21.599
246
916
2.017
8.513
5.712
1.867
1.329
20.600
Macherio (C)
7.138
26
137
325
1.262
1.036
448
414
3.648
29
146
345
1.313
977
404
276
3.490
Meda (S)
23.068
100
410
1.027
4.214
3.401
1.259
1.373
11.784
98
466
1.104
4.376
3.289
1.121
830
11.284
Mezzago (V)
4.113
21
96
225
780
553
222
221
2.118
20
94
229
797
560
173
122
1.995
Misinto (S)
5.210
31
116
245
1.019
745
236
208
2.600
31
120
281
1.080
709
228
161
2.610
Monza (M)
119.928
469
2.160
5.418
21.032
17.256
7.975
8.563
62.873
480
2.290
5.680
21.087
15.910
6.454
5.154
57.055
Muggiò (D)
23.270
111
402
1.078
4.323
3.408
1.333
1.225
11.880
122
484
1.219
4.396
3.196
1.155
818
11.390
Nova M. (D)
22.261
93
414
1.110
4.154
3.224
1.261
1.093
11.349
107
434
1.190
4.181
3.153
1.113
734
10.912
Ornago (V)
4.710
28
113
221
978
644
197
222
2.403
19
139
216
1.003
619
207
104
2.307
Renate (C)
4.179
11
95
192
772
575
219
247
2.111
25
86
207
813
592
225
120
2.068
Roncello (V)
3.941
23
111
190
853
510
124
150
1.961
36
108
207
934
482
138
75
1.980
Ronco B. (V)
3.388
12
69
175
655
438
179
164
1.692
13
64
202
690
489
152
86
1.696
Seregno (S)
43.013
191
847
1.823
8.082
6.192
2.463
2.713
22.311
206
871
1.931
8.099
5.923
2.079
1.593
20.702
Seveso (S)
22.741
126
477
1019
4.528
3.056
1.163
1.204
11.573
125
529
1.091
4.688
2.953
1.060
722
11.168
Sovico (C)
8.087
34
187
382
1.528
1.127
437
509
4.204
28
164
374
1.561
1.102
393
261
3.883
4
Sulbiate (V)
4.072
27
89
180
829
548
188
196
2.057
18
82
197
863
579
170
106
2.015
Triuggio (C)
8.588
43
181
359
1.612
1.221
477
412
4.305
47
188
449
1.642
1.264
429
264
4.283
Usmate V. (V)
10.014
50
215
538
1.909
1.395
512
429
5.048
57
219
544
1.981
1.472
423
270
4.966
Varedo (D)
12.784
52
222
551
2.286
1.925
754
760
6.550
66
222
577
2.383
1.810
725
451
6.234
Vedano al L. (C)
7.419
24
136
341
1.224
1.086
546
483
3.840
26
135
376
1.182
1.058
475
327
3.579
Veduggio C. (C)
4.445
17
84
204
788
617
222
265
2.197
27
72
229
903
646
206
165
2.248
Verano Brianza (C)
9.274
39
150
444
1.684
1.370
506
490
4.683
35
201
436
1.856
1.305
450
308
4.591
Villasanta (M)
13.576
50
225
630
2.368
2.075
782
881
7.011
57
243
660
2.328
1.999
718
560
6.565
Vimercate (V)
25.334
117
427
1.061
4.313
3.871
1.675
1.751
13.215
102
463
1.130
4.358
3.566
1.540
960
12.119
TOTALE ASLMB
840.358
3921
16.528
39.089
156.066
118.985
47.554
48.518
430.661
4046
17.397
41.418
160.245
115.495
41.738
29.358
409.697
La Tabella 4 confronta i valori di alcuni importanti indicatori demografici in ASL, Lombardia e
Italia: la quota di popolazione giovane è leggermente più elevata in ASLMB rispetto ai
riferimenti e le generazioni più anziane sono invece numericamente meno rilevanti. Gli
indicatori specifici che derivano da questi valori mostrano valori “più giovanili” per
l’ASL di Monza e Brianza. L’indice di vecchiaia, ad esempio, evidenzia il livello di
invecchiamento di una popolazione dividendo il numero di soggetti oltre i 64 anni per il numero
di soggetti di età inferiore a 15 anni e moltiplicando per 100 il risultato: un valore basso può
indicare alta natalità e ridotta percentuale di anziani nella società. NELL’ASLMB I VALORI SONO
PIÙ BASSI RISPETTO AL VALORE MEDIO NAZIONALE E AL VALORE LOMBARDO.
Tabella 4 - Indicatori demografici in ASLMB, Lombardia e Italia 2012
Quote di popolazione per età
Ambito territoriale
ASLMB
LOMBARDIA
ITALIA
<15 anni
65+ anni
80+anni
14,57%
14,29%
14,02%
19,89%
20,80%
20,83%
5,17%
5,82%
6,16%
Indice di
vecchiaia
136,6
145,6
148,6
Nella mappa che segue è rappresentata la proporzione di grandi anziani (età 80 anni ed oltre):
si tratta di popolazione che assorbe molte risorse in termini assistenziali ed i valori percentuali
sul totale variano da circa 3% ad oltre 6%. Il gradiente dal verde chiaro allo scuro evidenzia
valori crescenti: in tutti i comuni la quota femminile è decisamente preponderante, come è
evidente dalla ripartizione a torta.
5
1.2. Popolazione immigrata
Gli stranieri regolarmente iscritti rappresentano nel 2011 quasi 8% dei residenti, con un
minimo del 6% nel distretto di Seregno ed un massimo di quasi 10% in quello di Monza. Una
parte non marginale del miglioramento precedentemente descritto degli indici demografici è
legato all’incremento di popolazione straniera in età produttiva. Tra gli immigrati, le classi
anziane rappresentano una quota irrisoria del totale (circa 1%), mentre le classi produttive
(tra 15 e 64 anni) rappresentano quasi l’80% del totale. Analizzando la composizione della
popolazione, si nota che gli stranieri sono principalmente nelle classi giovani e
produttive (tra 0 e 54 anni).
Nel grafico seguente si riporta la distribuzione per principali paesi d’origine degli stranieri
residenti nel territorio dell’ASLMB (pari a circa 85% del totale).
1.3.
Il contesto economico
6
Nel territorio dell’ASL nel 2011 erano attive 56.473 unità produttive di cui il 46% appartenente
al settore industria ed il 54% ai servizi. Le imprese individuali e le unità produttive da 1 a 15
addetti costituiscono il 96% di tutte le unità locali.
Il 3% è rappresentato da aziende tra 16 e 50 addetti e solo l’1% delle imprese supera i 50
addetti. Su un totale di 273.192 addetti stimati, il 51% opera nell’Industria, mentre il restante
49% nei Servizi.
La percentuale di lavoratori e di aziende che operano nella categoria Industria
nella Provincia MB è superiore rispetto a quella nazionale e regionale.
Complessivamente nella Provincia di Monza Brianza l’industria è ancora il settore produttivo
prevalente. Il 23% imprese del territorio è rappresentato da attività manifatturiere, in
particolare del settore metalmeccanico; rilevante anche il comparto edile che costituisce il 22%
delle unità totali.
1.4.
Il contesto ambientale
La qualità dell’ambiente e la natura dello sviluppo sono fattori che influenzano lo stato di salute
della popolazione che può migliorare con una maggiore integrazione delle politiche di
protezione ambientale, di protezione della salute e di governo del territorio.
Diversi sono i fattori di pressione ambientale che insistono sul territorio regionale e provinciale.
La riduzione del suolo naturale, per l’elevata urbanizzazione, pone la Lombardia al primo
posto tra le Regioni italiane e, a livello regionale, la Provincia di Monza e Brianza al primo
posto per consumo della superficie territoriale complessiva.
Consumo di suolo (% di aree
urbanizzate rispetto alla superficie
territoriale)
PROVINCIA DI MONZA E BRIANZA:
53,4
PROVINCIA DI MILANO: 39,8%
LOMBARDIA: 14,1%
100%
90%
80%
70%
60%
50%
40%
30%
20%
10%
0%
MB
MI
VA
CO
Aree antropizzate
LC
BG
Aree agricole
LO
MN
BS
CR
PV
SO
Territori boscati e ambienti seminaturali
Un secondo aspetto da considerare è l’elevata presenza di attività produttive, sia dismesse
sia attive, a rilevante impatto ambientale, anche se negli ultimi anni la mappa delle attività
produttive si è notevolmente modificata per la diminuzione di attività industriali.
Nella tabella che segue sono indicate le aree più importanti tra quelle interessate da attività di
indagine e bonifica del suolo e/o acque sotterranee (indagini preliminari, caratterizzazioni,
bonifica in corso, messe in sicurezza operative).
Asl MB – Principali aree d’intervento per impatto sul suolo e/o sulle acque sotterranee
Comune
Area
Uso
Villasanta
Carrier
Sito produttivo
Bovisio Masciago
Ex ICSAM
Area dismessa
Correzzana
Ex Antibioticos
Area dismessa
Lesmo
Ex Nobel Chemicals
Area dismessa
Monza
Cosmalver Garo
Area industriale
Monza
Philips
Area industriale
Brugherio
Ex Chromium Plating Italiana - CPI
Area industriale
Fonte: ARPA Lombardia – Sintesi attività 2012 e Pianificazione 2013- Presentazione Provincia Monza e Brianza
5.6.2013
7
Nel territorio provinciale sono insediate diciotto aziende a rischio di incidente rilevante e
55 aziende sono soggette ad Autorizzazione Integrata Ambientale. La maggior parte si
concentra in tre comparti produttivi (industria dei metalli, industria chimica e smaltimento
rifiuti).
Per lo smaltimento dei rifiuti sono presenti 3 impianti di compostaggio e un impianto di
termovalorizzazione. La produzione annuale pro capite di rifiuti urbani in Provincia di
Monza e Brianza si colloca a un livello inferiore al quantitativo regionale e la frazione
differenziata supera la media regionale, con percentuali ampiamente variabili tra i
Comuni.
produzione di rifiuti urbani
raccolta differenziata (%)
(kg/abitante - 2011)
PROVINCIA MB:
427
60.2
REGIONE
484
50.6
LOMBARDIA
Nel territorio della ASL sono censite 1534 strutture con presenza di manufatti in amianto, per
un quantitativo di 921.744 mq. di amianto compatto e di 24.113 Kg. di amianto friabile.
La provincia di Monza e Brianza è interessata dal bacino del fiume Lambro e del torrente
Seveso e, solo in piccola parte, da quello del fiume Adda. Mentre lo stato ecologico del fiume
Adda è buono, Seveso, Lambro e torrente Molgora sono più o meno compromessi nel tratto
che decorre in territorio brianzolo. Il fiume Lambro presenta una situazione critica a valle del
Comune di Monza, aggravata dall’emergenza del febbraio 2010 causata dallo sversamento di
oltre 2.600 tonnellate di idrocarburi dall’area Lombarda Petroli (Villasanta).
Seveso, Molgora e Lambro sono ricettori delle acque trattate dai tre impianti di depurazione
a servizio di Comuni della Provincia e di alcuni situati nelle Province di Lecco e Como.
Attualmente il grado di copertura della rete fognaria che colletta le acque reflue verso il punto
di trattamento non raggiunge il 100%. Gli impianti (Varedo, Vimercate, Monza) presentano
criticità circa il pieno rispetto dei limiti di qualità delle acque reflue stabiliti dalla Direttiva
91/271/CEE.
L’analisi dei dati sulla qualità dell’aria raccolti nel 2011 conferma che i parametri critici per
l’inquinamento atmosferico sono il particolato (PM10 PM2,5), l’ozono (O3), il biossido
di azoto (NO2), benzo (a) pirene che mostrano superamenti dei limiti, situazione
comune al territorio regionale parte degli agglomerati urbani e della zona urbanizzata.
L’andamento delle concentrazioni degli inquinanti è il risultato di fenomeni complessi
in cui giocano un ruolo importante sia le emissioni sia le condizioni meteorologiche.
Il trasporto su strada costituisce la fonte principale di emissioni in atmosfera nella
nostra provincia: contribuisce a più di un terzo delle emissioni di anidride
carbonica (43%), ai tre quarti delle emissioni di ossidi di azoto (NOx) e a buona
parte delle emissioni di materiale particolato (47% per PM 10 e 43% per PM2,5), di
monossido di carbonio (69%) e di Composti Organici Volatili (20%). La seconda
fonte principale di emissioni è la combustione non industriale. Tra i combustibili, legna e
similari sono la fonte in assoluto più importante per le emissioni di particolato.
(fonte: sistema IN.EM.AR. Inventario Emissioni Aria – dati 2008 ARPA Lombardia)
Gli effetti sulla salute sono valutati in rapporto alla concentrazione annuale media degli
inquinanti. Diversi studi di valenza nazionale ed internazionale hanno dimostrato una
correlazione statisticamente significativa tra concentrazione media annuale di inquinanti in
atmosfera (NO2, O3, PM10) ed eventi negativi per la salute, di tipo respiratorio e cardiaco, sia
per esposizione acuta, sia a lungo termine. I risultati degli studi possono essere anche letti in
termini di guadagni di salute ottenibili a breve e a lungo termine mediante una riduzione delle
concentrazioni degli inquinanti.
8
Per NO2, O3, PM10 disponiamo di una serie di misure della concentrazione medie annuale che
riguarda 26 dei 55 Comuni della provincia inclusi nella zona A1 (agglomerati urbani). I valori
risultano nel tempo:
per NO2 in riduzione sino al 2009 (46 μg/m³), con una recente inversione di tendenza
(53 μg/m³);
per PM10 dopo un periodo di stabilità, dal 2000 al 2007, intorno a un valore di circa 50
μg/m³, una lieve riduzione nel triennio 2008 – 2010 (40 μg/m³) ed un recente
incremento (40 μg/m³), che, secondo ARPA, come per gli ossidi di azoto è dovuto a
fattori meteorologici;
relativamente stabile per O3, attorno a 40 μg/m³;
L’acqua destinata al consumo umano distribuita dal servizio idrico è di buona qualità, sia
dal punto di vista chimico che microbiologico. In alcuni casi, la qualità è assicurata dall’impiego
di sistemi di trattamenti delle acque di falda che presentano contaminazioni stabili da nitrati e
composti organoalogenati; pesticidi, ferro/manganese e idrogeno solforato (di origine naturale)
sono presenti nel Vimercatese, mentre contaminazioni microbiologiche si sono trovate nel
Monzese e nel Vimercatese.
IN SINTESI
Sotto il profilo della qualità ambientale la nostra Provincia si caratterizza per:
intensa urbanizzazione, con il più alto consumo di suolo tra le province lombarde;
un’ ottima capacità di raccolta differenziata e di smaltimento di rifiuti urbani, con una
produzione pro capite inferiore alla media regionale;
presenza di elementi di rischio e vulnerabilità (insediamenti attivi a elevato impatto
ambientale, aree soggette a procedure di bonifica)
superamento dei limiti di qualità dell’aria per NO2, O3, PM10, PM2,5 cui contribuiscono
soprattutto il traffico su strada e i processi di combustione non industriale;
buona qualità delle acque distribuite dagli acquedotti
una condizione di criticità per la qualità dei principali corsi d’acqua
9
2.
IL CONTESTO EPIDEMIOLOGICO SANITARIO
2.1. Analisi della mortalità
Ogni anno nella nostra ASL si registrano approssimativamente 6.700 decessi tra i residenti ed i
grafici che seguono mostrano l’andamento complessivo dei decessi e le principali cause di
morte nel periodo 2005-2011, registrate presso il ReNCaM (Registro Nominativo delle Cause di
Morte) gestito dall’U.O. Epidemiologia dell’ASLMB. I dati sono espressi come numero di decessi
ogni 10.000 residenti in ciascun anno per consentire i confronti nel tempo anche se il territorio
dell’ASL è cambiato. I tumori rappresentano la prima causa di morte tra i maschi, mentre tra le
femmine le malattie dell’apparato cardiocircolatorio guidano la classifica, coerentemente con
quanto avviene regionalmente e, più in generale, in gran parte dei paesi occidentali.
ASLMB - Tassi grezzi di mortalità per 10.000 residenti per principali cause e genere 2005-2011
35
30
25
20
15
10
5
0
2005
2007
2009
2011
2005
2007
2009
2011
FEMMINE
MASCHI
Neoplasie
Neuropatie
Disturbi del sistema circolatorio
Malattie gastroenterologiche
Disturbi del sistema respiratorio
Traumi e altre cause esterne di malattia
Nell’ambito della mortalità per tumore, tra i maschi il tumore più diffuso è quello del polmone e
per le femmine il carcinoma mammario è al primo posto, seguiti dal tumore del colon retto per
entrambi i sessi: è evidente dunque l’importanza delle iniziative preventive poste in essere
dall’ASL con gli screening organizzati di popolazione.
La ripartizione delle cause di morte nel 2011 per classe di età evidenzia l’importanza relativa
nei vari periodi di vita: a fronte di una numerosità assoluta di decessi progressivamente in
aumento con il passare dei decenni, è evidente la preponderanza delle cause violente sotto i
40 anni di vita, la progressiva amplificazione della quota di decessi da cardiovasculopatia
(disturbi del sistema circolatorio – colore rosso scuro nel grafico) e la frequenza con cui nelle
età intermedie ed elevate la causa di decesso sia frequentemente di tipo tumorale (neoplasie
di colore blu scuro).
Ripartizione proporzionale delle principali cause di morte per decennio di età - ASLMB 2011
100%
90%
80%
70%
60%
50%
40%
30%
20%
10%
0%
0-9
% su totale dei decessi
0,3%
10-19
0,2%
20-29
0,2%
30-39
0,7%
40-49
2,1%
Disturbi congeniti
Disturbi del sistema respiratorio
Malattie del sangue e del sistema immunitario
Malattie gastroenterologiche
Malformazioni e anormalità cromosomiche
Neuropatie
Traumatologi, tossicologia e altre cause esterne di malattia
50-59
60-69
70-79
4,3%
10,4%
24,8%
80-89
90-99
39,7%
16.2%
Età al decesso
100-109
1,0%
Disturbi del sistema circolatorio
Disturbi genitourinari
Malattie endocrine, nutrizionali e metaboliche
Malattie infettive e parassitarie
Neoplasie
Patologie mentali e del comportamento
10
Sul territorio le mappe esemplificano le aree a maggiore e minore tasso grezzo di mortalità e,
per ogni comune, sono rappresentate le quote attribuibili ai principali settori delle cause di
morte proporzionate alle porzioni di diagramma circolare: è evidente la similitudine sostanziale
delle quote tra i vari comuni ed emerge la preponderanza sistematica delle cause tumorali tra i
maschi e di quelle cardiovascolari tra le femmine. I tassi comunali per 100.000 residenti sono
inevitabilmente più alti nelle aree territoriali con più elevata età media.
11
L’esigenza di integrare ed ottimizzare le attività conoscitive del fenomeno cancro sul territorio
hanno portato all’istituzione del Registro Tumori dell’ASL di Monza e Brianza, per la
corretta e puntuale identificazione e classificazione di tutti i nuovi casi di tumore che insorgono
tra i quasi 850.000 residenti. Presso la Unità Operativa di Epidemiologia, in staff alla Direzione
Generale dell’ASL, sono disponibili dati validati relativamente ai nuovi casi di tumore maligno
insorti tra il 2007 ed il 2009.
Anche i dati locali confermano concretamente l’importanza dello screening del
tumore della mammella e del colon retto, e delle iniziative per ridurre la diffusione
dell’abitudine al fumo di sigaretta per ridurre i decessi per cancro
2.2. La mortalità evitabile
L’analisi della mortalità evitabile, così come indicato dalla comunità internazionale, risulta
determinante per monitorare la qualità delle prestazioni erogate da differenti servizi:
servizi di cura primari, servizi preventivi territoriali, servizi specialistici, servizi ospedalieri, etc.
Per mortalità evitabile si intende la quota di deceduti prima dei 75 anni di età per
una serie di cause per le quali ci si aspetterebbe che la morte avvenga in età più
avanzata.
La proporzione di decessi prevenibile tramite interventi di diagnosi precoce è
decisamente più elevata per le donne (39% contro 11% delle morti evitabili) in virtù,
ad esempio, della possibilità di intervento preventivo contro i tumori della mammella e della
cervice uterina. Nel grafico si presenta il tasso grezzo per 100.000 residenti per i due generi
per i principali sottogruppi di mortalità evitabile. A titolo di esemplificazione si può dire ad
esempio che 45 decessi di uomini per tumori polmonari, avvenuti prima del 75° anno di età,
ogni 100.000 residenti avrebbero potuto essere evitati se il fumo di sigaretta e l’inquinamento
non esistessero. Per le donne tale quota è inferiore in virtù della minore diffusione
dell’abitudine al fumo (e dunque del tumore del polmone).
Tassi di mortalità complessiva ed evitabile prima dei 75 anni di età per
100.000 residenti per genere - principali categorie
90
80
70
60
50
40
30
20
10
Maschi
Mortalità totale
Tum. maligni della vescica
Ipertensione arteriosa
Mal apparat respiratorio (escl. Polm e
influ)
Tum. maligni cavita orale, faringe,
esofago
Tum maligni fegato e dotti
intraepatici
Malattie cerebrovascolari
Tum. maligni colon, retto
Traumatismi e avvelenamenti
Tum. maligni mammella
Malattie ischemiche del cuore
Tum. maligni trachea, bronchi,
polmoni
Tum. maligni della vescica
Ipertensione arteriosa
Mal apparat respiratorio (escl. Polm e
influ)
Tum. maligni cavita orale, faringe,
esofago
Tum maligni fegato e dotti
intraepatici
Malattie cerebrovascolari
Tum. maligni colon, retto
Traumatismi e avvelenamenti
Malattie ischemiche del cuore
Tum. maligni trachea, bronchi,
polmoni
0
Femmine
Quota evitabile (prima dei 75 aa)
12
2.3. Analisi della morbosità
Il dato relativo alle esenzioni per patologia nella popolazione è informativo relativamente
alla distribuzione di molte malattie ed è esemplificato a livello territoriale con il dettaglio
comunale relativo alle principali categorie. Ogni soggetto può avere più di un’esenzione: la
mappa illustra dunque la frequenza di malattie croniche che determinano l’esenzione dal
pagamento per determinati farmaci e prestazioni in funzione dell’esenzione stessa. La mappa
indica la percentuale di esenzioni per comune ed è evidente dalle ripartizioni a torta come le
esenzioni per malattia ipertensiva siano ovunque le più frequenti, seguite da problemi
endocrini, cardiologici e neoplastici.
Per descrivere la morbosità sono di seguito presentati i risultati dell’applicazione del modello di
attribuzione dei singoli individui a “categorie” di cronicità, previsto dalla metodologia della
Banca Dati Assistiti (BDA), ai dati del Sistema Informativo Sanitario, relativi ai residenti
nell’ASLMB; tale modello porta all’identificazione, per ogni assistito, delle patologie croniche di
cui è affetto. Poiché il fenomeno della concomitanza di più patologie croniche negli stessi
individui è importante, sono descritti i dati relativi alla diffusione delle patologie sul territorio,
evitando in questa sede di ricondurre a fittizie categorie prevalenti la descrizione del carico di
malattia nella popolazione. Le macrocategorie di malattie croniche tenute in considerazione
sono sintetizzate nella tabella e la successiva mappa rappresenta i tassi territoriali di cronicità
complessiva.
2. Trapiantati
8. Broncopneumopatici
3. Insufficienti renali cronici (dializzati)
9. Gastroenteropatici
4. HIV positivi ed AIDS
10. Neuropatici
5. Neoplastici
11. Malattie Autoimmuni
6. Diabetici
12. Malattie endocrine e metaboliche
7. Cardiovasculopatici
13
E’ evidente la concentrazione di un numero di patologie croniche più elevato nelle aree a più
elevata anzianità media (nei comuni rappresentati in rosso si concentra un numero di cronicità
di circa 500 ogni 1000 residenti). Le principali patologie a livello comunale sono indicate nella
didascalia a sinistra della mappa: le malattie cardiovascolari rappresentano ovunque il più
rilevante problema in termini di carico di malattia per la popolazione.
Le prossime tabelle descrivono le numerosità assolute ed frequenze di occorrenza per 1.000
residenti di ogni singola problematica patologica per distretto. Rispetto al passato si presenta
un dettaglio assai più fine di classificazione nell’ambito delle singole macrocategorie. Poiché
ogni soggetto può essere affetto da più patologie contemporaneamente, un soggetto può
essere conteggiato in più righe.
BDA 2011 – Numero assoluto di assistiti con comorbidità per distretto
Descrizione comorbidità
p_02 - Trapiantato
p_03 - Insufficienti Renali Cronici
p_04 - HIV e AIDS
p_05 - Neoplastici
p_06 - Diabetici
p_07 - Cardiovasculopatici
p_08 - Broncopneumopatici
p_09 - Gastroenteropatici
p_10 - Neuropatici
p_11 - Malattie Autoimmuni
p_12 - Malattie Endocrine e Metaboliche
01 - CARATE
BRIANZA
119
631
360
5.885
7.047
28.538
3.754
6.986
3.690
1.449
11.831
04 - DESIO
05 - MONZA
06 - SEREGNO
07 - VIMERCATE
157
708
453
7.760
9.364
35.894
5.371
7.815
4.405
1.806
15.179
148
676
444
7.850
7.880
34.292
4.444
8.343
4.511
1.799
14.543
150
576
402
6.990
7.367
32.307
4.372
7.093
4.068
1.592
12.715
142
579
403
7.176
7.565
35.053
4.539
7.066
3.998
1.673
15.268
Totale
ASLMB
716
3.170
2.062
35.661
39.223
166.084
22.480
37.303
20.672
8.319
69.536
14
BDA 2011 – Tasso di comorbidità per 1.000 assistiti residenti per distretto
Descrizione comorbidità
p_02 - Trapiantato
p_03 - Insufficienti Renali Cronici
p_04 - HIV e AIDS
p_05 - Neoplastici
p_06 - Diabetici
p_07 - Cardiovasculopatici
p_08 - Broncopneumopatici
p_09 - Gastroenteropatici
p_10 - Neuropatici
p_11 - Malattie Autoimmuni
p_12 - Malattie Endocrine e Metaboliche
01 - CARATE
BRIANZA
0,8
4,2
2,4
39,4
47,2
191,1
25,1
46,8
24,7
9,7
79,2
04 - DESIO
05 - MONZA
06 - SEREGNO
07 - VIMERCATE
0,8
3,7
2,4
40,9
49,4
189,4
28,3
41,2
23,2
9,5
80,1
0,9
4,0
2,6
46,2
46,4
202,0
26,2
49,1
26,6
10,6
85,7
0,9
3,5
2,5
42,7
45,0
197,1
26,7
43,3
24,8
9,7
77,6
0,8
3,3
2,3
40,5
42,7
197,9
25,6
39,9
22,6
9,4
86,2
Totale
ASLMB
0,8
3,7
2,4
42,0
46,2
195,5
26,5
43,9
24,3
9,8
81,8
La categoria maggiormente rappresentata tra i soggetti identificati come
affetti da patologie cronico - degenerative è quella dei cardiovasculopatici,
seguita dai soggetti con malattie endocrine e metaboliche (compresa
l’ipercolesterolemia) e dai diabetici.
IN SINTESI
Abitiamo in una delle aree più densamente popolate d’Italia, divisa in 55 Comuni su un’area
di 405 Km2;
La popolazione residente al 01.01.2012 è costituita da 840.358 persone (51% femmine),
distribuita in cinque distretti socio sanitari, che si aggregano in tre aree per il Dipartimento
di Prevenzione;
La popolazione residente è aumentata di 13 punti percentuali tra il 1997 ed il 2012;
La popolazione dell’ASLMB è più giovane della popolazione regionale perché ci sono, in
proporzione, più soggetti giovani e meno soggetti anziani;
Gli stranieri regolarmente iscritti rappresentano nel 2011 circa l’8 per cento del totale della
popolazione residente e sono quasi esclusivamente nelle classi giovani e produttive;
Coerentemente con quanto avviene regionalmente e, più in generale, in gran parte dei
paesi occidentali, tra i maschi, i tumori rappresentano la prima causa di morte
complessivamente mentre, tra le femmine, le malattie dell’apparato cardiocircolatorio
guidano la classifica;
Tra i tumori, per i maschi il tumore del polmone è il principale killer e il tumore del colon è
al secondo posto ed è in crescita;
Per le femmine, il tumore della mammario è stabilmente al primo posto, seguito dal tumore
del colon retto e dal tumore al polmone, che è in costante incremento;
La quota di decessi che dovrebbero essere prevenuti prima dei 75 anni di età del sesso
maschile è decisamente più elevata rispetto alle femmine;
La coesistenza di molteplici cronicità (comorbidità) è progressivamente sempre più diffusa,
in sintonia con l’invecchiamento della popolazione.
15
3.
LA PROMOZIONE DEI CORRETTI STILI DI VITA
In tutto l’Occidente si assiste all’aumento dei trattamenti farmacologici destinati a persone con
uno stile di vita scorretto. In numero crescente infatti i soggetti sono sedentari e
l’alimentazione è qualitativamente scarsa: questo connubio determina l’insorgenza delle
cosiddette patologie cronico - degenerative. E’ stato scientificamente dimostrato che l’attività
fisica e più in generale il cambiamento dello stile di vita inducono benefici per quanto riguarda
il trattamento di queste patologie, fino ad essere riconosciuti efficaci quanto l’azione di un
farmaco e privi degli effetti collaterali tipici di una qualsiasi terapia farmacologica.
Promuovere stili di vita sani è pertanto uno dei temi portanti di sanità pubblica: un individuo o
un gruppo deve essere in grado di identificare e realizzare le aspirazioni, soddisfare le
esigenze, adattarsi all’ambiente, per migliorare o mantenere la propria salute come risorsa
fondamentale per la vita quotidiana, enfatizzando sia le risorse sociali che le capacità fisiche.
La promozione della salute non deve essere solo un’iniziativa del singolo, ma richiede
un’azione coordinata da parte di governi, istituzioni locali, industrie e luoghi di lavoro; tra gli
obiettivi che il Piano Sanitario Nazionale si propone vi è tra gli altri proprio quello di
promuovere gli interventi per ridurre i principali fattori di rischio: per quanto riguarda la
sedentarietà emerge che il 50% della popolazione non rispetta la quantità raccomandata di
attività fisica necessaria ad indurre benefici per la salute. Ciò è dovuto in parte ad
un’insufficiente partecipazione nel tempo libero ad attività motorie e a un aumento della
sedentarietà durante le attività professionali, associato ad un aumento dell’uso passivo di
mezzi di trasporto.
E’ stato stimato che l’inattività fisica a livello mondiale causa circa il 10-16%dei casi di cancro
al seno, colon – retto e diabete mellito e circa il 22% dei casi di cardiopatia ischemica. Inoltre
1,9 milioni di decessi sono imputabili, secondo l’OMS, all’inattività fisica.
3.1.
Le principali attività realizzate nel 2012
Tutti gli interventi di Promozione della Salute sono stati
realizzati tramite collaborazioni o accordi promossi con le
istituzioni e gli attori significativi del territorio (Ufficio
Scolastico Provinciale, Uffici di Piano, professionisti della
salute: farmacisti, medici di medicina generale, pediatri di
famiglia, erogatori pubblici e privati; Polizia Locale; Terzo
settore e associazioni di volontariato; grande distribuzione
organizzata; ordini professionali, associazioni industriali …).
Gli interventi hanno perseguito l’obiettivo della sostenibilità
attraverso la creazione di ambienti fisici e sociali che
possano supportare stabilmente il cambiamento (es.
valorizzazione di reti satelliti e tavoli di partecipazione/concertazione, introduzione di modifiche
salutari in ambiente scolastico e lavorativo come installazione di distributori di frutta e verdura,
creazione di percorsi pedonali).
3.1.1 Promozione dell’attività fisica
“Anziano in cammino. Muoversi insieme per la salute”
Nel 2012 il progetto ha visto la realizzazione di tre nuovi gruppi di
cammino in collaborazione con le
amministrazioni comunali di del
Distretto di Carate per favorire
l’attività motoria, in particolare nella popolazione anziana
(cittadini ultra 65enni). Ai gruppi già attivi (Vedano,
Macherio, Renate, Verano, Veduggio e Sovico) si sono
aggiunti Albiate, Carate Brianza e Triuggio.
Complessivamente nel 2012, l’iniziativa ha coinvolto 125
nuovi anziani che hanno stabilmente partecipato alle
16
camminate di gruppo per almeno 2 o 3 volte la settimana, con la partecipazione di un Walking
Leader lungo percorsi pedonali predisposti dalle Amministrazioni Comunali.
“Promozione corretti stili di vita rivolta ai dipendenti ”
La campagna per la promozione dell’utilizzo delle scale è stata
estesa alle sedi ASL di Brugherio, Limbiate (palazzina Direzionale
del presidio Corberi) e Seveso, scelte sempre in base al numero dei
dipendenti e alla presenza di scale e ascensori, che si aggiungono
alle sei coinvolte nel 2011 (Seregno, Usmate, Monza: via Boito, via
De Amicis, viale Elvezia, Cesano Maderno).
E’ stata promossa una comunicazione attiva nei confronti dei
dipendenti, attraverso:
un incontro di presentazione dell’intervento ai Direttori di Distretto;
l’affissione a rotazione nelle sedi individuate di tre poster “Mantieni stabile
il tuo peso corporeo”, “Aumenta la tua capacità aerobica”, “Riduci il rischio
di osteoporosi”;
distribuzione di opuscoli informativi, post it e newsletters per
promuovere l’attività fisica.
L’efficacia dell’iniziativa (modifica di abitudini motorie) è stata
valutata comparando le risposte ad un questionario distribuito prima
dell’inizio dell’intervento e poi a distanza di 6 mesi.
E’ stata individuata, in collaborazione con Confindustria una nuova
azienda del territorio dove sono state attuate azioni di promozione di corretti
stili di vita in ambiente lavorativo: affissione di poster ed invio di newsletter
informative sull’attività motoria corretta.
Progetto Regionale su “La prescrizione dell’esercizio fisico come strumento di
prevenzione e terapia in Lombardia ”.
L’ASL partecipa a un progetto regionale per verificare la fattibilità della “prescrizione”
dell’esercizio fisico in soggetti inviati dal MMG e classificati a medio ed alto rischio per malattie
cronico degenerative.
Nel corso del 2012 l’U.O. Medicina dello Sport ha realizzato le azioni
propedeutiche all’attuazione del progetto:
presentazione ad alcuni MMG del Distretto di Carate, acquisendo il
loro consenso a collaborare;
presentazione a due Palestre del distretto in possesso dei requisiti
previsti dal progetto, ottenendo dai rispettivi responsabili
l’accettazione delle condizioni e la disponibilità a collaborare;
selezione del Laureato in Scienze Motorie e di Medico Specialista in
Medicina dello Sport di supporto al progetto.
La fase attuativa prevede nel 2013 il reclutamento e la valutazione di 55
pazienti (a “medio” ed “alto” rischio), da effettuare 3 volte nell’arco dei 6
mesi, dell’efficacia di un’attività motoria “dosata” svolta con regolarità o in
palestra o sotto il controllo del Laureato in Scienze Motorie.
Prevenzione del rischio cardiocerebrovascolare
Tra le azioni intraprese dalla ASL per la gestione del rischio cardiocerebrovascolare,
il Distretto Socio Sanitario di Carate Brianza, in collaborazione con l’associazione
Brianza per il Cuore, ha organizzato tre incontri informativi, rivolti alla popolazione
anziana, sul tempestivo riconoscimento degli eventi acuti e il corretto utilizzo della
rete dell’emergenza urgenza. Hanno partecipato circa 130 persone di età superiore
ai 65 anni che frequentano i centri anziani di Sovico, Carate Brianza e Triuggio.
17
Pedibus
Nella nostra ASL sono operativi 32 “Pedibus” che consistono
nell’organizzare percorsi protetti in gruppo, per raggiungere
la scuola a piedi. L’iniziativa ha raggiunto 2 nuove scuole
del Comune di Seregno.
3.1.2 Promozione della corretta alimentazione
Per le mense delle strutture scolastiche e sanitarie, il Servizio
Igiene degli Alimenti e della Nutrizione, in collaborazione con il
Servizio Igiene degli Alimenti di Origine Animale, ha proposto a
tutti i Comuni dell’ASL un documento contenente indicazioni
merceologiche per la stesura del capitolato d’appalto. In accordo
con le raccomandazioni delle Linee Guida Nazionali per la
Ristorazione Scolastica, il documento intende promuovere l’utilizzo
di pane a ridotto contenuto di sale, il consumo di prodotti di
qualità (biologici, DOP, IGP), possibilmente a km 0 e comunque di provenienza nazionale.
Nel corso dell’anno sono stati effettuati 45 audit nutrizionali, al fine di verificare la corretta
rispondenza dei menù distribuiti alle indicazioni fornite (pane a ridotto contenuto di sale,
consumo di frutta e verdura e altri alimenti protettivi…) e la corretta applicazione delle
procedure di sistema HACCP, dirette a individuare ed analizzare i pericoli e definire un sistema
adatto di controllo. Sono stati attivati percorsi partecipativi per installare distributori per snack
salutari nelle scuole secondarie di secondo grado e in alcune strutture sanitarie.
Con meno sale nel pane c’è più gusto e … guadagni in
salute. La diminuzione dell'assunzione di sale con la dieta è un
obiettivo di salute pubblica di estrema importanza: un consumo
eccessivo di sale determina un aumento della pressione
arteriosa che, a sua volta, aumenta il rischio di insorgenza di
gravi malattie, come l'infarto e l'ictus. L'iniziativa, promossa dal
Ministero della Salute, è contrassegnata dal logo "Guadagnare
salute”. A livello regionale, l’iniziativa è supportata dalla
Direzione Generale Sanità di Regione Lombardia che ne cura il
monitoraggio con le Associazioni firmatarie.
L’accordo, siglato nel 2011, tra Regione ed Associazioni dei
Panificatori, ha avviato il progetto biennale per produrre e
vendere pane a ridotto contenuto di sale, rispettando gusto,
fragranza e qualità e senza differenza di prezzo. La campagna è
promossa dalle Associazioni di categoria presso tutti i panificatori associati in modo stabile e
prevede una riduzione della quantità di sale dal 2 all’1,7% (riferito alla farina). Per rendere
riconoscibile al consumatore la disponibilità di pane a ridotto contenuto di sale, i negozi
espongono all'esterno del punto vendita la vetrofania e la locandina illustrativa.
A livello locale, il SIAN ha sensibilizzato gli operatori durante l’attività di vigilanza e in incontri
promossi con la collaborazione delle associazioni di categoria. Nel 2012 l’adesione ha raggiunto
il 49% dei panificatori (118 su 238 censiti). Sono stati coinvolti anche i MMG, le farmacie e gli
Uffici Comunali mediante distribuzione di un poster e di brochure informative. Infine, una
conferenza stampa congiunta con le associazioni di categoria, ha permesso la diffusione sulle
maggiori testate locali delle motivazioni e dei vantaggi derivanti dall’iniziativa.
“La salute vien mangiando”. Per migliorare le conoscenze degli operatori sui principi
nutrizionali e promuovere una modifica dei modelli familiari caratterizzati da abitudini
18
alimentari scorrette, a completamento del progetto dello scorso anno, 252 genitori e 114
educatori di asili nido privati della ASL sono stati coinvolti in interventi educativi formativi,
mediante la diffusione del documento “La salute vien mangiando Edizione 2^” e due incontri a
Vimercate e a Desio, con la partecipazione di operatori sanitari del SIAN e della U.O. Medicina
dello Sport, oltre a Pediatri di famiglia e Psicologi. Al termine degli incontri è stato consegnato
un questionario di verifica al quale ha risposto correttamente il 90% dei genitori e il 95% degli
educatori.
Per la lotta al tabagismo ha visto due percorsi:
- la conclusione degli interventi di promozione della salute presso
un’azienda di grandi dimensioni di Agrate Brianza: diffusione di tre
news letters informative relative ai determinanti fumo, attività fisica
ed alimentazione, proiezione di video e poster ”Allunghiamo la Vita”
nei locali mensa, riproposizione degli interventi antitabagici del 2011
che sono stati apprezzati e selezionati come “prassi” per tutte le sedi
dell’azienda nel mondo. L’indagine di customer satisfaction ha
evidenziato un alto gradimento per la facile comprensione dei
materiali diffusi, per le competenze degli operatori degli sportelli
informativi e per l’abilità del conduttore del percorso antitabagico. Il 94% dei lavoratori ha
ritenuto il progetto uno strumento utile per modificare stili di vita non corretti, più del 50%
ha già adottato uno stile di vita più sano;
- l’estensione degli interventi riguardanti i determinanti alimentazione -attività fisica e fumo
ad una seconda azienda, con sede a Brugherio, di oltre 350 dipendenti, con una rilevante
componente femminile: affissione di tre poster riguardanti l’attività fisica a cui si sono
associati 2 poster riguardanti l’alimentazione; piano di sensibilizzazione sui danni da fumo;
comunicazione della possibilità di accedere ad un percorso aziendale di gruppo per smettere
di fumare.
“Progetto di prevenzione dei traumatismi della strada”
Il progetto ”Ulisse”, coordinato dall’Istituto Superiore di Sanità e attivo
dal 2007 sul territorio provinciale, si basa sull’osservazione diretta dei
comportamenti durante la guida circa l’uso corretto dei dispositivi
passivi di sicurezza e l’uso scorretto del cellulare. I dati del triennio
2010 - 2012 evidenziano che l’utilizzo delle cinture da parte delle
persone che si posizionano anteriormente nel veicolo (autista e
passeggero a fianco) nelle strade del territorio della provincia di Monza
e Brianza (area urbana centrale e periferica) è inferiore al dato
regionale rilevato nel triennio 2009 – 2011 (77,9 % versus 81,2 %). Inoltre, il 6,1% degli
automobilisti transitati per il punto di osservazione utilizza il telefonino senza vivavoce mentre
guida senza v, mentre l’utilizzo del casco raggiunge il 99,6%, in linea con il dato regionale
(99,8 % nel 2009 – 2011).
Il Dipartimento Dipendenze ha avviato, avvalendosi del coordinamento operativo del terzo
settore, il progetto sperimentale Smart per la prevenzione degli incidenti stradali correlati
all’abuso di alcol e di sostanze stupefacenti. Nel 2012 si è costituita una “unità operativa
d’intervento” che ha effettuato sul territorio dell’ASL Monza e Brianza interventi di prevenzione
selettiva e riduzione dei rischi, rivolti al target giovani consumatori in un’età compresa tra i 14
ed i 35 anni. Sono stati raggiunti circa 4000 giovani.
3.1.3 Gli adolescenti, la salute e il benessere
Rete di scuole che promuovono salute
Il modello lombardo delle “Scuole che promuovono salute” è frutto
di un percorso di elaborazione comune condotto in Lombardia tra
sistema scuola e sistema sanitario e socio-sanitario. La Rete è
costituita dalle scuole organizzate per ambiti provinciali.
19
Il Coordinamento provinciale è composto dai Dirigenti Scolastici delle scuole aderenti, da
rappresentanti dell’ASL (Dipartimento Dipendenze, Dipartimento ASSI, Dipartimento
Prevenzione), dal rappresentante dell’Ufficio Scolastico Territoriale. Nel 2012 hanno aderito alla
rete 7 istituti primari di primo grado e 9 istituti primari di secondo grado della provincia. Ogni
scuola della rete s’impegna a:
- attivare un processo di auto-analisi in relazione ai diversi determinanti di salute così da
definire il proprio "profilo di salute";
- pianificare il proprio processo di miglioramento individuando priorità ed obiettivi;
- mettere in atto azioni fondate su evidenze di efficacia e/o buone pratiche validate;
- monitorare il processo intrapreso e valutarne i risultati sulla base dei quali ridefinire gli
obiettivi.
Promozione di life skills nelle scuole
Life skills: sono le abilità e le capacità (es. capacità di prendere decisioni e di
risolvere i problemi, creatività, senso critico, gestione delle emozioni e dello
stress, ecc.) che ci permettono di acquisire un comportamento versatile e positivo,
grazie al quale possiamo affrontare efficacemente le richieste e le sfide della vita
quotidiana (WHO). Possono essere acquisite con l’apprendimento e la pratica e la
scuola è un luogo appropriato per l’insegnamento e si possono ottenere ottimi risultati
nell’aiutare i bambini e gli adolescenti a diventare più sani, responsabili ed elastici, sia da
giovani che da adulti.
Life skills education: il programma sviluppa nei ragazzi da 11 a 16 anni
abilità/competenze di base, utilizzando una metodologia attiva ed
esperienziale. Nel 2012 il progetto è proseguito nelle scuole ed esteso al
altre comunità quali:, , operatori. In particolare sono stati raggiunti 139
docenti, 910 studenti, 120 genitori, 35 operatori del territorio (educatori
degli oratori, operatori del terzo settore e dei centri di aggregazione
giovanile che si occupano di stranieri, associazioni di familiari), 138 adolescenti di gruppi
informali. Il progetto è coordinato dal Dipartimento Dipendenze e vede la collaborazione del
Dipartimento ASSI e il Terzo Settore.
Life skills training: fornisce ai ragazzi un modo sistematico di imparare le abilità di vita
necessarie per affrontare con successo situazioni impegnative. Fornisce a insegnanti e
genitori alcuni strumenti da usare con i pre-adolescenti per rafforzare quelle abilità che si
sono dimostrate utili a ridurre e prevenire l’uso di alcol e droghe, comportamenti a rischio e
comportamenti aggressivi. Nel 2012 sono stati raggiunti 235 insegnanti e 2650 studenti delle
scuole secondarie di primo grado. Il progetto è coordinato dal Dipartimento
Dipendenze e vede la collaborazione del Dipartimento ASSI, del
Dipartimento Prevenzione e dell’UOMTS.
Unplugged: è un programma di prevenzione di
abuso di sostanze (droghe, alcool, sigarette),
rivolto ai ragazzi delle prime classi della scuola
secondaria di secondo grado. Nel 2012 sono stati
raggiunti 28 docenti e 474 studenti. Il progetto è coordinato dal
Dipartimento Dipendenze e prevede la collaborazione del Dipartimento
ASSI.
“Così va il mondo”: il mondo del consumo di sostanze è in continuo cambiamento ed il
web ha accelerato molti processi che possono generare comportamenti compulsivi. In
particolare, le nuove generazioni hanno un approccio al consumo, alle relazioni, al mondo delle
immagini, sempre più lontano da quello dei loro padri. Sul tema, il Dipartimento Dipendenze
ha organizzato un convegno con l’intento di offrire spunti metodologici per avvicinare il
20
mondo degli operatori alla realtà delle famiglie e degli utenti. Al convegno hanno partecipato
120 operatori delle ASL lombarde, Aziende ospedaliere e terzo settore.
3.2.
Il guadagno di salute
La valutazione del guadagno di salute è possibile nel lungo periodo attraverso la rilevazione di
indicatori di esito (ad esempio: mortalità evitabile, morbosità, mortalità per patologie cronico degenerative, mortalità per incidenti stradali e, più in generale, i dati di incidentalità) e della
prevalenza di specifiche condizioni determinate da comportamenti e abitudini non salutari (ad
esempio: obesità, sovrappeso, con particolare riguardo alla fascia infantile).
Sul versante dei comportamenti e degli stili di vita, che rappresentano gli obiettivi immediati
dei programmi di promozione della salute, è possibile verificare tramite indagini e specifici
indicatori se gli interventi effettuati hanno effettivamente generato nei destinatari i
cambiamenti che determineranno, almeno in parte, il guadagno di salute: ad esempio ha senso
monitorare nel tempo la percentuale dei fumatori adulti e adolescenti, la quota di soggetti che
svolgono una regolare attività fisica, di soggetti che consumano frutta e verdura più volte al
giorno (tra gli adulti e i soggetti in età scolare), la proporzione di soggetti con consumo di alcol
a rischio, la prevalenza d’uso dei dispositivi di sicurezza stradale (cinture, seggiolini, casco) ed
uso di telefonino alla guida.
Il monitoraggio continuo di alcuni indicatori ci permette di fare alcune riflessioni
sulle attività poste in essere e di indirizzare interventi e risorse su fattori di rischio
specifici o su gruppi di popolazione considerati più a “rischio”.
In sintesi è possibile evidenziare:
Riduzione dell’obesità e del sovrappeso in età scolare rispetto al dato nazionale:
un’indagine condotta su un campione di bambini di 8-9 anni residenti nella ASL ha
mostrato che il 19% è in sovrappeso rispetto al 23% in Italia, mentre l’obesità si riscontra
nel 7% dei casi, rispetto al dato nazionale dell’11% (Indagine Nazionale “Occhio alla
salute”);
Lieve riduzione dei fumatori adulti rispetto al dato nazionale: i dati locali evidenziano un
valore del 27% a fronte di un dato nazionale pari al 32% (Studio “Passi 2008”)
3.3. Le prospettive
Si prevede di estendere le iniziative di provata efficacia e di
elevato gradimento da parte delle amministrazioni e dei cittadini
come i gruppi di cammino e i pedibus.
Ulteriore sviluppo verrà dato agli interventi di promozione della
salute in ambiente lavorativo, con speciale riguardo al
coinvolgimento delle donne. Al fine di stimolare le aziende ad
implementare percorsi di promozione della salute nelle diverse
aree tematiche (tabagismo, alimentazione, attività fisica, alcool,
benessere personale e sociale, sicurezza stradale intesa come
mobilità sostenibile), secondo modalità sostenute da prove di efficacia o buone pratiche, sarà
applicato il programma Workplaces Health Promotion (WHP).
Sarà ricercata l’adesione di nuove scuole al progetto regionale “Scuole che promuovono
salute”. L’Asl supporterà le scuole della rete nella realizzazione dei programmi life skill training.
La tematica di un corretto rapporto uomo - animale in ambito urbano sarà affrontata dal punto
di vista “società delle api”, apicoltura e produzione del miele.
Una particolare attenzione verrà data al miglioramento qualitativo della ristorazione collettiva
con l’introduzione di pane a contenuto ridotto di sale e di distributori di alimenti salutari nelle
scuole superiori.
21
4.
LA PREVENZIONE DELLE MALATTIE INFETTIVE TRASMISSIBILI
Le vaccinazioni costituiscono uno dei più importanti, sicuri ed efficaci interventi di sanità
pubblica per proteggere sia la singola persona sia tutta la popolazione da alcune importanti
patologie infettive e complicanze spesso gravi. Più alto è il numero di persone vaccinate, meno
le malattie possono diffondersi. I maggiori benefici sono soprattutto a carico dei soggetti
fragili, cioè bambini, anziani, ammalati cronici.
Esistono malattie per la cui prevenzione la vaccinazione, offerta gratuitamente dal SSN, è
obbligatoria o raccomandata, altre per le quali la vaccinazione è facoltativa o si effettua solo in
particolari occasioni come i viaggi in Paesi dove la malattia è endemica.
L’ASL Monza e Brianza dedica importanti risorse umane e strumentali
all’offerta vaccinale attraverso una rete ambulatoriale diffusa su tutto il
territorio, che incontra l’altissima adesione delle famiglie, dimostrata dalle
alte percentuali di coperture vaccinali.
Per le vaccinazioni obbligatorie e facoltative nell’infanzia, la copertura per
Poliomielite, Difterite, Tetano, Pertosse, Epatite B e Malattia invasiva da
Haemophilus ha raggiunto nel 2012 il 97,4% dei bambini nati nel 2010;
per la prima dose di vaccinazione anti Morbillo - Parotite Rosolia per i nati nel 2010 ha raggiunto il 95,6%; per la seconda dose di MPR e
la quarta dose di Antipolio, offerte attivamente ai bambini di 5-6 anni, la
copertura è pari, rispettivamente, al 93,8 % e al 95,2 %.
Nella nostra ASL viene inviato a tutti i neonati l’opuscolo informativo
La copertura per la vaccinazione anti malattia invasiva da pneumococco (offerta
gratuitamente a tutti i bambini fino a 3 anni) è pari al 90% circa dei soggetti
che al 31.12.2012 avevano da 0 a 3 anni, mentre la copertura per la
vaccinazione anti malattia invasiva da meningococco (offerta gratuitamente a tutti i minorenni)
è pari al 50% circa dei soggetti che alla stessa data avevano un’età compresa tra 0 e 18 anni.
Per le patologie infettive, prevenibili con vaccino, che colpiscono soprattutto categorie a rischio
(epatite B, malattie invasive pneumococciche e meningococciche, varicella), la copertura
vaccinale al 31/12/12 ha superato nettamente l’obiettivo di vaccinare almeno il 70% dei
candidati. Fa eccezione la vaccinazione anti-varicella, per cui i livelli di adesione restano bassi,
per un atteggiamento di legittima cautela di alcuni centri specialisti locali di primaria
importanza internazionale, che non concordano con la necessità di vaccinare il bambino affetto
da patologie linfoproliferative in remissione.
Per l’influenza stagionale, nella campagna 2012 – 2013 la copertura vaccinale della
popolazione di età superiore ai 65 anni si attesta al 53%, ad un livello inferiore rispetto agli
anni precedenti (intorno al 70%). Il risultato sconta le criticità insorte a seguito del ritiro di
lotti di vaccino sul territorio nazionale, nella fase immediatamente
precedente l’avvio della campagna, e del ritardo nell’approvvigionamento
del vaccino.
Per la prevenzione delle malattie legate ai viaggi sono attivi tre ambulatori
(Desio, Monza e Usmate), che offrono prestazioni di counselling,
vaccinazioni, tra cui quella contro la febbre gialla, e profilassi antimalarica.
L’attività è diretta sia a tutelare la salute del viaggiatore sia a prevenire
l’introduzione di patologie assenti o sporadicamente presenti sul territorio
nazionale.
22
Nel 2012 è proseguito il monitoraggio di eventuali criticità conseguenti alla riorganizzazione
della rete ambulatoriale vaccinale, completata nel 2011 e che ha comportato la riduzione delle
sedi ambulatoriali territoriali da n. 26 a n. 14, mediante accorpamento di alcune di esse. Non si
sono registrate criticità di rilievo da parte della cittadinanza.
Il guadagno di salute
L’ottimo risultato dei tassi di copertura delle vaccinazioni dell’infanzia conseguito
nel 2012 conferma i livelli già raggiunti negli anni precedenti, dimostrando anche
l’ottima adesione alla proposta vaccinale da parte delle famiglie che considerano
ormai il raggiungimento di elevate coperture come una garanzia di protezione
dalle malattie trasmissibili, sia del singolo soggetto che della popolazione generale
Le informazioni sulla diffusione delle malattie infettive nel territorio della ASL Monza e
Brianza provengono dalle segnalazioni ricevute dai Medici di Medicina Generale, Pediatri di
Famiglia, Strutture Ospedaliere, Residenze Sanitarie e sono archiviate tramite software
regionale “MAINF”. L’ASL cura con frequenza trimestrale la produzione di un Report dedicato ai
medici in cui si evidenziano gli andamenti ed i fenomeni meritevoli di interesse.
Circa la metà del totale dei casi notificati è dovuta alla grande diffusione di varicella tra i
bambini.
Nella mappa che segue vengono indicati con il colore di sfondo i valori di segnalazioni nel 2012
mentre le rappresentazioni a torta indicano quanti casi delle principali malattie per 100.000
residenti sono stati segnalati in ciascun comune.
Nel 2012 il morbillo ha avuto un ridimensionamento della diffusione rispetto all’anno
precedente.
Relativamente alla Tubercolosi, nel 2012 si è registrato un lieve incremento del numero di
notifiche ed anche il numero di segnalazioni di malattie invasive da Pneumococco non è mutato
in maniera rilevante rispetto all’anno precedente.
23
Permane la necessità di porre attenzione al numero di casi di legionellosi: le segnalazioni sono
aumentate rispetto a quelle del 2011, anno in cui si era verificata una netta diminuzione
rispetto all’epidemia del 2006.
Il trend per le malattie a trasmissione sessuale (MTS), a livello nazionale e regionale, è in
diminuzione relativamente al numero di nuovi casi di AIDS diagnosticati e al numero di
decessi, grazie all’efficacia delle terapie antiretrovirali, che consentono la sopravvivenza a
lungo termine dei pazienti. Tuttavia il numero di nuove infezioni da HIV in Italia resta elevato,
pari a circa 4.000 persone/anno (dati del Centro operativo dell'AIDS dell'Istituto Superiore
della Sanità).
Attualmente la principale via di trasmissione dell’infezione da HIV è rappresentata dai rapporti
sessuali, sia eterosessuali che omosessuali, non protetti dal profilattico; una larga percentuale
di infezioni da HIV non è diagnosticata e le persone che non sanno di essere infette
(sieropositivi inconsapevoli) scoprono di esserlo, soltanto quando si manifestano le infezioni
proprie della fase di malattia conclamata.
Alcune priorità nell’intervento di sanità pubblica, che l’ASL mette in atto tramite i centri
MTS,sono: promuovere comportamenti sessuali sicuri; individuare i soggetti sieropositivi
inconsapevoli; fare diagnosi precoce tramite l’offerta di counselling e del test sierologico per
HIV ed altre MTS (gratuito ed anonimo); fornire prevenzione e cura ai soggetti più fragili (es.
popolazione migrante), attraverso i
progetti di educativa tra pari rivolti ai giovani
/”Passaparola”) ed ai maschi omosessuali (“MSM”). Il progetto Peer4MSM prosegue attraverso
l’identificazione di opinion leader che portino messaggi di prevenzione e di autotutela nei luoghi
di frequentazione ma anche attraverso un gruppo sperimentale di pari che costruisce contenuti
e messaggi attraverso incontri mensili e l’interazione quotidiana su Face book.
Riguardo all’infezione da HIV, nel 2012 è stato promosso il Test Rapido (20 minuti) su saliva
presso i colleghi dei servizi Asl e i MMG, in modo da facilitare l’accesso anche per coloro che
hanno difficoltà al test classico (attesa di 7 giorni), tale test è stato portato anche sulle unità
mobili
tossicodipendenza
e
nel
progetto
prostituzione
della
Cooperativa
Lotta
all’Emarginazione.
4.1.
Le prospettive
Mantenere gli attuali alti livelli di copertura per le vaccinazioni
tipiche dell’infanzia. Per il morbillo un impegno particolare dovrà
essere dedicato per innalzare ulteriormente il livello di copertura
nei nuovi nati: il livello attuale infatti garantisce l’immunità di
gruppo in caso di arrivo di soggetti non vaccinati ma il riscontro
di nuove infezioni indica la necessità di concentrare gli sforzi. Per
l’epatite B l’obiettivo è l’eliminazione della malattia e ciò potrà
essere raggiunto assicurando un livello di copertura vaccinale
analogo all’attuale nei prossimi 50 anni. Per poliomielite e
difterite il mantenimento dell’attuale copertura vaccinale (>95%) nei nuovi nati evita che la
malattia si manifesti di nuovo: dal 2002 l’Italia è polio-free e dal 2008 non ci sono casi
autoctoni di difterite.
Ristabilire il livello di copertura antinfluenzale per i soggetti di età > 65 anni al 70% e
confermare i livelli vaccinali raggiunti per i soggetti a rischio per patologia.
Prevenire le malattie infettive legate ai viaggi, sia in termini di tutela personale del viaggiatore
sia per evitare l’introduzione di patologie assenti o ormai sporadicamente presenti sul territorio
nazionale.
Criticità
Sarà necessario un notevole impegno per il raggiungimento degli obiettivi di
copertura per le vaccinazioni della coorte 2007 (MPR seconda dose e poliomielite
quarta dose).
24
5.
LA PREVENZIONE DELLE MALATTIE ONCOLOGICHE
L’adozione di corretti stili di vita può prevenire l’insorgenza di queste patologie.
Frequentemente una diagnosi precoce ed una terapia adeguata riducono la mortalità, offrono
maggiori possibilità di cura e permettono di attuare interventi meno aggressivi, con una
migliore qualità di vita.
Esempi efficaci di diagnosi precoce sono il Pap-test per il carcinoma della cervice
uterina, la mammografia per il carcinoma della mammella, la ricerca del sangue
occulto nelle feci per i tumori del colon-retto.
I dati epidemiologici evidenziano che i tumori sono la prima causa di morte nei maschi
residenti dell’ASL di Monza e la seconda nelle femmine, dopo le malattie dell’apparato
cardiocircolatorio. Nei maschi, il tumore del polmone è il principale killer, seguito dal tumore
del colon retto che è la causa di 3 - 4 morti all’anno ogni 10.000 maschi residenti ed è in
aumento. Nelle femmine, il tumore della mammella causa 5 morti all’anno ogni 10.000 donne
residenti, seguito, al secondo posto, dal tumore del colon retto con 3 morti ogni 10.000.
Nell’ASL i programmi di screening per il tumore della mammella e per il tumore del colon retto
offrono ai soggetti residenti di 50-69 anni la possibilità di eseguire, gratuitamente, esami
diagnostici, i quali possono rilevare la malattia in fasi anche molto precoci.
Per il tumore della cervice uterina è presente un’offerta diffusa di pap - test da parte della rete
dei Consultori familiari e degli ambulatori ginecologici delle strutture pubbliche e private. Dal
2009, all’offerta del pap - test, si è affiancata l’offerta della vaccinazione anti HPV alle
dodicenni, che ha l’obiettivo di ridurre la diffusione nella popolazione femminile del virus che
ha un ruolo nelle infezioni, alla base del processo di degenerazione maligna delle cellule della
cervice uterina.
5.1.
Screening del tumore della mammella
L’ASL promuove dal 2006, su tutti i 55 comuni del territorio
competenza, la prevenzione del cancro della mammella attraverso
programma di screening organizzato centralizzato che invita le donne
50 e 69 anni di età, con lettera personalizzata, ad effettuare
mammografia presso centri clinici negli ospedali del territorio.
di
un
tra
la
L’invito ha cadenza biennale ed è rivolto a tutte le donne asintomatiche residenti: si tratta del
primo passo di un percorso che, se identifica lesioni sospette, segue la donna in tutte le fasi di
approfondimento. Nel caso infatti la mammografia abbia un esito dubbio o si riscontri una
lesione sospetta, la donna viene richiamata per eseguire esami più approfonditi, quali
radiografie aggiuntive, visita senologica, ecografia ed eventualmente biopsia. Questi
accertamenti, che nella maggior parte dei casi si risolvono con un esito di normalità,
consentono, qualora venga confermata la presenza di una lesione tumorale, di diagnosticare e
trattare i tumori in stadio iniziale e con una buona prognosi.
Nel 2012 sono state invitate 42.919 donne residenti nella ASL Monza e Brianza; di queste
hanno effettuato la mammografia, aderendo all’invito, circa 21.000 donne. Delle donne
sottoposte a mammografia poco più del 5% è stato richiamato per eseguire approfondimenti.
Nel 2012 hanno ricevuto indicazione all’intervento di asportazione di una lesione
mammaria circa 120 donne che, nella maggioranza dei casi, hanno subito un
intervento di tipo cosiddetto conservativo, ovvero più ridotto di quello che si
sarebbe dovuto attuare se la lesione fosse stata scoperta più tardivamente di
quanto è possibile fare grazie allo screening che individua i tumori in fase precoce.
25
5.2.
Screening del tumore colon retto
In analogia a quanto avviene per il tumore della mammella, anche per il tumore del colon-retto
la ASL ha attivato dal 2006 un programma di screening organizzato che prevede l’invito anche
della popolazione maschile residente di età compresa tra 50 e 69. Il test utilizzato è il FOBT
(ricerca di sangue occulto nelle feci) che viene consegnato gratuitamente in farmacia su
presentazione della lettera di invito e riconsegnato in farmacia dopo l’effettuazione a domicilio.
Il test non rileva la presenza di un tumore, ma evidenzia la necessità di eseguire esami di
approfondimento (colonscopia).
Nel 2012 sono state invitate 95.571 persone: di queste 34.451 hanno eseguito la ricerca di
sangue occulto nelle feci. In generale l’adesione è superiore nelle donne rispetto ai maschi, sia
nella popolazione invitata per la prima volta, sia nella popolazione che aveva già ricevuto inviti
in precedenza. Il 65% dei soggetti che avevano già effettuato il test lo ha ripetuto nel 2012.
Il 4% delle persone che hanno effettuato il test sono risultate positive e quindi sono state
richiamate dagli operatori del Centro Screening della ASL per eseguire una colonscopia presso
le strutture sanitarie presenti sul territorio che partecipano al programma, in modo da valutare
la presenza, il tipo e l’estensione di un eventuale tumore a livello del colon-retto e provvedere
alla sua gestione clinica.
Nel 2012 la colonscopia ci risulta essere stata effettuata da oltre l’85% dei soggetti positivi al
test di screening e sono stati individuati grazie allo screening 41 casi di tumore
maligno al colon retto e circa 500 casi di tumore benigno a rischio di degenerazione
maligna in tempi più o meno brevi.
5.3.
Prevenzione del tumore della cervice uterina
L’offerta di pap test è assicurata su tutto il territorio attraverso la rete dei consultori familiari,
degli ambulatori specialistici e delle diagnostiche delle aziende sanitarie. I dati relativi al
numero di pap test eseguiti negli scorsi anni evidenziano una copertura intorno al 30–35%. Il
dato è sicuramente sottostimato, in quanto molte donne effettuano il pap test in regime
privatistico e la prestazione non viene rendicontata attraverso i flussi regionali, nonostante
un’azione promozionale.
La vaccinazione anti - HPV è importantissima per la prevenzione del tumore della
cervice uterina.
Nel 2012 è stata effettuata la campagna di vaccinazione antiPapillomavirus (HPV) delle adolescenti nate nel 2000. La copertura si
attesta per la prima dose al 73,5%, per la seconda al 72%, per la terza al
63,3%. La copertura è superiore all'obiettivo regionale 2012 (70% alla 1°
dose), e mostra una migliorata attenzione al completamento del ciclo.
Relativamente al recupero della coorte 1999, per la quale era previsto
l'obiettivo regionale del 70% alla terza dose, nonostante il notevole
impegno, la copertura si attesta al 66,5%.
La vaccinazione è disponibile ad un prezzo sociale presso ambulatori
specialistici accreditati e Ospedali (S. Gerardo - Monza) anche a ragazze e
donne sino ai 26 anni di età
Criticità
Rimane elevato il numero di donne che effettuano, al di fuori del programma di
screening, una mammografia ogni anno, privatamente o con le associazioni di
volontariato, anche se il dato è difficilmente valutabile.
Dai dati regionali di rendicontazione delle prestazioni sanitarie, risulta elevato
anche il numero di donne, tra i 50 e di 69 anni, che non hanno effettuato alcun
esame diagnostico nell’ultimo triennio.
26
5.4.
Le prospettive
Screening tumore della mammella
E’ indispensabile proseguire con gli sforzi finalizzati a migliorare
le performance del programma di screening organizzato,
sensibilizzando con campagne mirate e con un più attivo
coinvolgimento dei medici le donne che, sulla base dei dati
disponibili, non effettuano alcuna forma di prevenzione.
Sono già in atto approfondite revisioni dei pochi casi di tumore
alla mammella insorti nell’arco del biennio successivo
all’effettuazione dello screening mammografico, in collaborazione
con i radiologi delle Aziende Ospedaliere coinvolte: attualmente è oggetto di esame la casistica
insorta in donne la cui mammografia di screening era stata effettuata nel 2009 e 2010; la
casistica 2008 è già stata revisionata nel 2012.
Screening tumore del colon retto
Per quanto l’organizzazione dello screening mediante ricerca del sangue occulto abbia
minimizzato il disagio per l’utenza tramite invito attivo a ritirare gratuitamente in qualsiasi
farmacia un kit per l’esame, è decisamente migliorabile la quota di soggetti che fruisce del
servizio ed è auspicabile un miglioramento dell’adesione all’esame di approfondimento, in caso
di positività.
Per entrambi i programmi di diagnosi precoce, l’interazione con il Registro tumori consente in
prospettiva di monitorare il beneficio in termini di riduzione della mortalità per tumore della
mammella e del colon retto e la variazione di sopravvivenza.
Prevenzione del tumore della cervice uterina
Sono da anni in atto azioni mirate per favorire l’esecuzione del test tra la popolazione
femminile più svantaggiata e per raggiungere gli obiettivi di copertura previsti dalla Regione
relativamente alla vaccinazione anti HPV (80% alla 1° dose per le nate nel 2001 e 70% alla 3°
dose per le nate del 2000).
Analogamente si cerca di favorire una completa rendicontazione dei pap test eseguiti e di
aumentare l’adesione alla vaccinazione anti HPV per le ragazze dodicenni con azioni di
recupero delle non aderenti.
27
6.
LA PREVENZIONE E SICUREZZA NEGLI AMBIENTI DI VITA
Le attività di prevenzione e controllo negli ambienti di vita hanno rilevanza prioritaria per la
tutela della salute, della sicurezza e del benessere del cittadino. L’attività si svolge nell’ambito
programmi triennali e annuali di controllo che privilegiano le attività economiche e di servizio
considerate ad elevato grado di rischio. Gli interventi di controllo sono diretti sia alla verifica di
requisiti strutturali, tecnici e organizzativi sia a favorire l’adozione di “buone prassi” di
comportamento da parte dei gestori delle attività e del privato cittadino che, secondo una
moderna visione della prevenzione, diventano parte attiva e necessitano di essere guidati ad
un maggior grado di consapevolezza.
6.1. I risultati e le valutazioni
Prevenzione delle intossicazioni da monossido di carbonio
Le intossicazioni da monossido di carbonio dovute al cattivo funzionamento degli
impianti termici installati nelle abitazioni sono un evento che si manifesta
costantemente negli anni. La sorveglianza del fenomeno prevede la segnalazione
dei casi di intossicazione da parte degli Ospedali con attivazione immediata
dell’intervento, al fine di identificare le cause e rimuovere i fattori di rischio,
mediante verifica delle condizioni degli impianti termici negli ambienti direttamente coinvolti e
in quelli collegati.
Nel 2012 si sono verificati nove episodi che hanno provocato 23
infortunati, ma nessun caso mortale.
Dalle verifiche condotte emergono numerose irregolarità. lo scarico dei fumi non conforme, la
carente manutenzione, l’inadeguata o mancante ventilazione, l’installazione non corretta degli
impianti. Gli impianti più pericolosi risultano essere gli apparecchi di cottura, gli scalda acqua,
le stufe e le caldaie murali, la cui pericolosità è generalmente sottovalutata dagli utenti.
28
Rispetto agli anni precedenti, la vigilanza ha
evidenziato una diminuzione delle richieste di
ordinanza e delle diffide dall’utilizzo degli
impianti e un aumento del numero di
prescrizioni;
non
sono stati
effettuati
sequestri e in 4 casi è stata richiesta
l’interruzione della fornitura del gas.
L’attività di prevenzione della ASL comprende
un’azione di verifica programmata che nel
2012 ha interessato un campione di 253
impianti autonomi, installati in edifici costruiti
prima del 1990. Gli impianti risultati irregolari
raggiungono il 79,4%. L’area più interessata
è il Vimercatese, in cui la verifica, come negli
anni precedenti, ha riguardato principalmente
immobili più vetusti, seguita dall’area di
Desio e dall’area di Monza. Le irregolarità
hanno
riguardato
la
mancanza
della
dichiarazione di conformità (67%), la
mancanza di aerazione (25%), le canne
fumarie (4,5%). In tutti i casi sono stati assunti i dovuti provvedimenti per la messa a norma.
Il confronto della percentuale degli impianti irregolari rilevati negli ultimi cinque anni dimostra
la necessità di verifica costante in tale settore.
Sorveglianza sui prodotti cosmetici
I cosmetici sono prodotti di largo consumo che utilizziamo sia per la bellezza che per l’igiene
personale. In alcuni casi, il loro uso può dare luogo a reazioni avverse, di diversa intensità. A
tutela della salute del consumatore, sono attive sul territorio regionale modalità uniformi di
controllo sulle aziende e un sistema di sorveglianza sugli effetti indesiderati gestito tramite le
ASL
Nel territorio provinciale sono attive 58 aziende di produzione, deposito,
confezionamento. Le verifiche condotte nel 2012 circa i requisiti igienico-sanitari dei
locali, delle attrezzature e dei processi hanno evidenziato irregolarità non gravi in
11 casi.
Non sono risultate evidenze indicanti rischi importanti per la salute pubblica.
Qualità delle acque di piscina
Per la verifica della buona qualità delle acque di piscina sono stati
effettuati campionamenti e analisi sull’acqua di vasca dei 37 impianti attivi
ad uso pubblico, composti da 68 vasche coperte e 36 vasche scoperte.
Gli esami hanno evidenziato una percentuale di campioni non conformi per
parametri microbiologici del 7,5%; le non conformità di tipo chimico sono
trascurabili.
29
Le contaminazioni microbiologiche non hanno comunque determinato situazioni di pericolo per
la salute degli utenti. In tutti i casi sono stati eseguiti interventi di sanificazione e
campionamenti di verifica del buon esito dell’intervento.
In 34 piscine sono stati condotti audit per la verifica dell’adeguatezza e della corretta
applicazione dei Documenti di Autocontrollo, che hanno prodotto prescrizioni a 6 di esse per
carenze non gravi, dimostrando il buon grado di responsabilizzazione dei gestori degli impianti.
Controllo delle attività di servizio alla persona (estetica, centri abbronzatura,
tatuaggio, piercing)
Sono stati verificati i requisiti strutturali,
impiantistici e gestionali in 33 attività di
estetica/centri abbronzatura e nelle 38 attività di
tatuaggio e/o piercing presenti sul territorio. Le
prescrizioni e/o le richieste di documentazione
hanno interessato circa il 66,5% delle attività
estetiche
e
il
34%
delle
attività
di
tatuaggio/piercing controllate.
Sono state rilevate carenze documentali per
certificazioni impiantistiche (dichiarazioni di
conformità, progetto impianto elettrico), locali
non conformi alle specifiche Linee Guida regionali
in tre attività, smaltimento dei rifiuti non idoneo. Sono state acquisite le schede tecniche dei
pigmenti utilizzati dai tatuatori, da inviare al Laboratorio di Sanità Pubblica di Milano ai fini del
censimento dei tipi di prodotti utilizzati, per una successiva analisi.
Inoltre, in seguito a indicazioni regionali, è stata inviata a tutti gli esercenti l’attività di
tatuatore una nota informativa in merito agli adempimenti per la partecipazione ai corsi di
formazione obbligatoria e sono state ribadite le informazioni relative alle "limitazioni delle
procedure" previste dal Ministero della Sanità per le attività di piercing e tatuaggio.
E’ da sottolineare l’incremento delle non conformità nelle attività di
estetica/centri abbronzatura rispetto al 2011, dovuto prevalentemente alla
mancanza di documentazione relativa all’impianto elettrico, ed il decremento
delle non conformità nelle attività di tatuaggio/piercing. Permane la necessità
di una verifica costante in tali settori ad alta frequentazione da parte della
popolazione generale.
Controllo delle strutture sanitarie e socio sanitarie
Sono state controllate 16 strutture sanitarie accreditate (7 centri di radiologia medica, 4
Poliambulatori, 2 ambulatori dentistici, centri diurni - comunità residenziali psichiatriche), di cui 6
mediante sopralluoghi integrati Servizio Igiene e Sanità Pubblica (SISP)/Servizio Impiantistica
e della Sicurezza (SIS), n. 42 Poliambulatori autorizzati, a partire dalle autorizzazioni più
datate, n. 29 sedi di associazioni per soccorso sanitario con n. 277 automezzi, n. 22 farmacie,
n. 12 parafarmacie e n. 13 depositi di farmaci.
30
Strutture di Medicina dello Sport: le attività del Centro di Medicina dello Sport della ASL hanno
interessato prevalentemente tre aree: rilascio delle certificazioni di idoneità sportiva
(agonistica e non agonistica) e visite di consulenza medico-sportiva, progetti di educazione alla
salute;vigilanza e controllo.
Sono effettuati anche esami strumentali quali Test Ergometrico Massimale, E.C.G. dinamico
sec. Holter e Monitoraggio 24 ore della pressione arteriosa, sia a completamento degli
accertamenti finalizzati all’idoneità sportiva, sia su richiesta del MMG.
L’impostazione prevalentemente “cardiologica” dell’attività ha consentito di acquisire una
crescente autonomia su un versante all’attenzione come quello cardiovascolare e di sviluppare
un’attività di promozione della salute.
L’attività di controllo ha interessato tutte le strutture di Medicina dello Sport presenti nella
ASL: 5 Ambulatori accreditati (3 con contratto e 2 senza) e 17 Studi privati, di cui 3, nel corso
dell’anno, hanno cessato l’attività.
L’attività di vigilanza consiste nella verifica dei requisiti strutturali ed igienico sanitari, nel
controllo dei tracciati record inviati mensilmente all’U.O. Medicina dello Sport ed in un controllo
in sede con la valutazione di un campione di cartelle cliniche.
Tutte le strutture hanno raggiunto un livello ottimale e bassissimo è il numero di errori rilevati.
L’attività di controllo, nel suo complesso, ha garantito nel tempo uniformità e buon livello delle
prestazioni di tutte le strutture, che trovano nel personale dell’U.O. Medicina dello Sport un
punto di riferimento per qualsiasi dubbio e/o chiarimento sulle procedure da adottare.
Strutture socio sanitarie: i controlli hanno previsto la verifica ispettiva del mantenimento dei
requisiti strutturali, tecnologici e impiantistici in 25 strutture sociosanitarie residenziali
autorizzate. In tutte le strutture sono stati svolti controlli integrati Servizio Vigilanza
PAC/SISP/SIS.
L’attività di vigilanza presso tali strutture è diretta anche alla prevenzione e al controllo della
Legionellosi, attraverso la verifica delle condizioni strutturali e manutentive degli impianti idrici
sanitari e di climatizzazione. In presenza di casi di malattia si effettuano, inoltre, analisi
microbiologiche sull’acqua della rete idrica e/o degli impianti tecnologici.
Alcune strutture sono state oggetto di prescrizioni per carenze relative ai requisiti strutturali ed
impiantistici.
I controlli non hanno evidenziato irregolarità significative, confermando un buon livello di
qualità delle strutture. Le eventuali carenze riscontrate sono state tutte sanate.
Prevenzione dei rischi nelle strutture socio - assistenziali e scolastiche
L’attività è diretta a prevenire i fattori di rischio per la salute e a verificare il
rispetto di norme in materia di igiene dell’età evolutiva, di igiene edilizia e di
sicurezza impiantistica. Le strutture per l’istruzione che risultano presenti sul
territorio della ASL sono: n. 249 Scuole Materne, n. 168 Scuole Primarie, n. 89
Scuole Secondarie di primo grado e n. 80 Scuole secondarie di secondo grado.
La verifica programmata ha interessato:
n. 77 strutture socio-assistenziali non residenziali di prima infanzia (asili nido, micronidi e
centri ricreativi diurni estivi e nido famiglia) di cui n. 32 integrati SISP/Servizio Vigilanza
PAC e n. 5 integrati SISP/SIS/PAC.
Sono stati verificati gli standard desumibili dalla normativa regionale.
Nel corso delle verifiche ispettive s’è posto l’accento sulle criticità derivanti dal:
o mancato adeguamento alle normative in materia di sicurezza riferite a suppellettili
ed arredi (compreso il materiale di allestimento degli spazi esterni);
o carenze strutturali ed impiantistiche
n. 13 strutture socio-assistenziali/socio-sanitarie non residenziali per anziani, disabili e
dipendenze (Centri Diurni Disabili, Centri Diurni Integrati, Servizio Multidisciplinare
Integrato, Consultori, Servizi Dipendenze, Istituti di Riabilitazione)
Le non conformità più frequenti riguardano carenze di tipo documentale e strutturale e/o
impiantistico, per le quali è stato richiesto l’adeguamento.
31
n. 72 strutture scolastiche (n. 58 scuole dell’infanzia e dell’obbligo,
n. 14 scuole secondarie di secondo grado), di cui n. 11 mediante
ispezione integrata SISP – SIS, scelte in base al grado di rischio,
con privilegio di quelle frequentate dalla popolazione scolastica più
fragile; l’attività è svolta nell’ambito di una rete di contatti con gli
Uffici Tecnici Comunali e Provinciali e con i Professionisti incaricati
della manutenzione e/o sicurezza degli immobili e degli impianti,
allo scopo di indirizzare e sollecitare attivamente gli interventi di
recupero. Nel corso delle verifiche ispettive s’è posto l’accento
sulle criticità riferibili a carenze in materia di sicurezza di
suppellettili ed arredi, carenze strutturali ed impiantistiche per mancata effettuazione di
manutenzione
Struttura carceraria
Sono state effettuate, dal pool di operatori sanitari del Dipartimento di Prevenzione Medica, le
due verifiche ispettive annuali previste presso la Casa Circondariale di Monza. Il controllo
riguarda la situazione dei locali destinati ai detenuti (celle, docce, cucine, ecc.), al personale di
custodia, ai servizi (ambulatori medici, biblioteca, aule scolastiche, laboratori) ed è orientato a
rilevare le criticità riguardanti gli aspetti igienico-sanitari e strutturali, l’igiene degli alimenti,
l’organizzazione e la gestione della sicurezza del lavoro e l’assistenza sanitaria.
Le verifiche hanno portato all’adozione, da parte della Direzione della struttura,
di alcuni degli interventi prescritti in merito a carenze strutturali e altre non
conformità igienico-sanitarie, anche se permangono situazioni di criticità. Si
evidenzia una situazione di sovraffollamento.
Presenza di infestanti ed allergizzanti
L’ASL supporta le Amministrazioni Comunali per gli interventi di
contenimento della diffusione di infestanti, quali piante erbacee,
come l’Ambrosia, o insetti, ad esempio la zanzara tigre, al fine di
prevenire la diffusione di allergie, disagi o patologie trasmesse da
vettori. Gli interventi comprendono
iniziative
di
informazione
alla
cittadinanza, applicazione di metodi di
lotta, adozione di ordinanze, generali e
specifiche (per terreni di proprietà privata). L’efficacia delle
azioni dipende dall’osservanza dei provvedimenti da parte di tutti
i Comuni e da un’azione integrata tra le istituzioni pubbliche
locali e i cittadini.
È stata inoltre data comunicazione a tutti i Comuni in merito alla
disponibilità sul sito web regionale dell’opuscolo della DG Sanità
“Difendersi da zanzare tigre e zecche”.
Sono indice di efficacia delle azioni intraprese la contenuta diffusione sul territorio
dell’infestazione da Ambrosia e la mancanza di segnalazioni circa la presenza massiva di
zanzare o di casi di malattie infettive causate da punture della zanzara tigre.
I processi di valutazione ambientale e i fattori di inquinamento ambientale
L’ASL supporta le Amministrazioni Comunali e Provinciale nella predisposizione degli strumenti
di programmazione urbanistica e territoriale, in modo da favorire l’adozione di atti che tengano
conto della salute e del benessere dei cittadini, attraverso una migliore gestione del territorio.
In particolare, anche nel 2012 l’ASL ha collaborato con le Amministrazioni Comunali per la
redazione dei Piani di governo del Territorio (PGT) o per la realizzazione di opere pubbliche di
particolare rilevanza. Il contributo si è realizzato attraverso la partecipazione a n. 83 incontri,
conferenze di servizio ed espressione di pareri.
32
Le problematiche relative al rapporto inquinamento ambientale-salute della popolazione
vengono gestite in collaborazione con ARPA per la valutazione di situazioni critiche ambientali,
segnalate da singoli Cittadini, Comitati, Amministrazioni Comunali e per la gestione di
emergenze ambientali.
L’attività sviluppata nel 2012 ha compreso n. 25 segnalazioni di problemi ambientali che hanno
riguardato diffusamente il territorio, per la maggior parte relative a molestie olfattive.
6.2.
Il guadagno di salute
Le attività di prevenzione e controllo, condotte secondo principi e modalità
innovative (analisi del contesto territoriale, valutazione del grado di rischio delle
strutture, attività di controllo di comprovata efficacia, diffusione di buone prassi,
integrazione delle competenze) favorite da norme e indirizzi regionali,
contribuiscono a tutelare e migliorare la salute, soprattutto della “popolazione
fragile”, assicurando:
buoni standard gestionali e strutturali nelle strutture sanitarie, sociosanitarie e socio
assistenziali;
ottimi livelli di gestione igienico-sanitaria, dei requisiti strutturali, organizzativi e della
sicurezza delle strutture sanitarie private autorizzate e accreditate;
controllo costante del rischio nel settore di tatuaggio/piercing, in espansione, e nel settore
cosmetico, in quanto fornitore di prodotti di larghissimo consumo;
buona qualità delle acque di piscina e conseguente prevenzione dei problemi legati all’uso
di disinfettanti e della diffusione delle infezioni legate all’acqua;
azione di prevenzione delle intossicazioni da monossido di carbonio;
azione di contrasto alla diffusione degli agenti infestanti negli ambienti di vita;
supporto ai decisori nella valutazione dei potenziali effetti sulla salute conseguenti alle
politiche di gestione del territorio.
Le criticità
Restano un problema costante le intossicazioni da monossido di carbonio e le
irregolarità degli impianti termici più vetusti, che necessitano pertanto di una
costante azione di prevenzione.
E’ frequente il riscontro di certificazioni impiantistiche inadeguate in diversi settori,
aspetto meritevole di iniziative di informazione - formazione dei responsabili delle attività.
6.3.
Le prospettive
In tema di vigilanza sull’igiene dell’abitato è importante
mantenere il buon livello di qualità dei requisiti raggiunto negli
anni dalle varie strutture, attività e servizi per il cittadino e la
collettività. Per il 2013 gli ambiti di sviluppo e miglioramento
comprendono attività su progetti correlati agli indirizzi regionali,
potenziamento di attività in atto, consolidamento della
collaborazione con Enti (Comuni, ARPA, ecc.) e Associazioni di
categoria.
Si prevede in particolare di:
proseguire il controllo delle condizioni igienico–sanitarie e della qualità delle acque di
piscina;
proseguire l’attività di verifica sulle strutture socio-sanitarie mirata ai protocolli di
prevenzione del rischio Legionella predisposte dalle RSA
mantenere elevato il controllo sulle attività di estetica, tatuaggio e piercing e sugli impianti
termici;
effettuare controlli igienico-sanitari in strutture ricettive appartenenti alla categoria
“alberghiere”, nell’ambito di interventi correlati alle manifestazioni di Expo 2015;
avviare iniziative di informazione - formazione dei responsabili delle attività in cui frequente
è il riscontro di certificazioni impiantistiche inadeguate.
33
7.
LA PREVENZIONE E SICUREZZA NEGLI AMBIENTI DI LAVORO
In considerazione della realtà altamente industrializzata del territorio dell’ASL, le aree di
intervento prioritarie sono la prevenzione degli infortuni e delle malattie professionali e la
sicurezza negli ambienti di lavoro.
7.1.
Gli infortuni
Per quanto riguarda gli infortuni, si evidenzia una tendenza alla riduzione del numero assoluto
degli eventi e un calo degli indici di frequenza e gravità, che si mantengono a livelli inferiori
rispetto ai corrispondenti valori regionali e nazionali (fonte: Flussi informativi INAIL - ISPESL Regioni e Province autonome, aggiornato al 2011)
Numero degli INFORTUNI nei macro-settori INDUSTRIA E SERVIZI, per anno evento
* I dati relativi all’anno 2011 sono da considerare non definitivi
Percentuale di INFORTUNI sul lavoro, suddivisi per SETTORE DI ATTIVITA’ ECONOMICA ATECO ASL MB
(totale anni dal 2007 al 2011)
Nel grafico sono riportate le percentuali degli infortuni occorsi nel quinquennio 2007–2011
disag-gregati per settore di attività economica. Nei settori manifatturiero ed edile si verifica
oltre il 50% degli infortuni.
La maggioranza degli infortuni mortali si verifica nel macro-settore Industria
(25 casi, pari al 92,6%), il restante 7,4% (2 casi) nel macro-settore Servizi.
All’interno del macro-settore Industria, il 52% degli infortuni mortali avviene
nel settore delle Costruzioni (13 casi).
34
Numero e distribuzione % degli INFORTUNI MORTALI, per anno evento e per settore di attività economica ATECO (fonte: archivio
SPSAL infortuni mortali)
SETTORE DI
ATTIVITÀ
ECONOMICA ATECO
2007
2008
2009
2010
2011
2012
TOT.
%
-
1
-
-
-
-
1
3,7
1
4
3
1
-
2
11
40,7
6
7
1
1
2
7
-
2
5
1
1
2
3
-
1
1
-
2
-
13
25
1
1
2
48,1
92,6
3,7
3,7
7,4
8
7
6
3
1
2
27
100
A Agrindustria
D Attività
manifatturiere
F Costruzioni
TOTALE INDUSTRIA
I Trasporti
O Altri servizi pubblici
TOTALE SERVIZI
TOTALE INDUSTRIA
E SERVIZI
Le modalità più frequenti d’infortunio mortale sono la caduta dall’alto (scala, tetto,
impalcatura, tra battelli) e lo schiacciamento da materiali.
7.2.
Le malattie professionali
Come per gli infortuni, anche per le segnalazioni di patologia professionale il maggior numero
di denunce si registra nei settori delle Attività manifatturiere e delle Costruzioni, con
rispettivamente 596 casi (pari al 53% del totale) e 135 casi (pari al 12% del totale) nel periodo
2006 – 2011.
Malattie professionali registrate, distribuite per settore di attività economica ASL MB anni 2006-2011
SETTORE DI ATTIVITÀ
ECONOMICA
ANNO 2006 - 2011
%
Agroindustria
Attività manifatturiere
Costruzioni
altro
8
596
135
-
1
53
12
-
TOTALE INDUSTRIA
739
66
Commercio
Altri servizi
59
130
5
12
TOTALE SERVIZI
189
17
Indeterminato + Non Specificati
187
17
TOTALE
1115
100
Nel periodo 2006 - 2011 sono stati riconosciuti dall’INAIL n. 703 casi di malattia professionale
su 1.115 segnalazioni.
Le patologie muscolo-scheletriche sono la patologia di origine professionale più frequente
(45%), seguono le ipoacusie da rumore (23%) e le neoplasie di origine professionale
(20%).
E’ confermata la tendenza all’aumento delle segnalazioni di patologie a carico
dell’apparato muscolo-scheletrico e dell’arto superiore.
35
Malattie Professionali DEFINITE POSITIVAMENTE suddivise per CATEGORIA DIAGNOSTICA ASL MB
MALATTIA PROFESSIONALE
PATOLOGIE MUSCOLOSCHELETRICHE
IPOACUSIE
TUMORI
PATOLOGIE DELLA CUTE
PATOLOGIE RESPIRATORIE
ALTRO
2006 - 2011
%
314
20
160
144
30
44
60
16
3
1
2
11
703
TOTALE
100
Le patologie a carico dell’apparato muscolo-scheletrico sono da associare alla movimentazione
manuale dei carichi, all’esposizione a vibrazioni, all’espletamento di
attività
lavorative che comportano movimenti ripetitivi.
Le patologie maggiormente segnalate in questo gruppo sono le discopatie, le ernie
discali ed i casi di sindrome del tunnel carpale.
7.3.
Le attività
La prevenzione degli infortuni e delle malattie professionali e la sicurezza negli ambienti di
lavoro sono obiettivi fondamentali degli interventi di salute pubblica.
L’attività dell’ASL si sviluppa secondo le seguenti principali linee di intervento:
il Piano Controlli con la vigilanza programmata in Aziende appartenenti ai comparti
più a rischio
i Piani Mirati di Prevenzione (PMP) che coniugano l’attività di informazione,
formazione e assistenza con l’attività di vigilanza
La verifica della sicurezza impiantistica, sulle tipologie d’impianti utilizzati negli
ambienti di lavoro che, secondo una specifica analisi, risultano a maggior rischio.
I settori produttivi “a maggior rischio” nel nostro territorio, per la percentuale di
infortuni che hanno avuto come esito la morte o danni permanenti sul totale degli
infortuni indennizzati, per la durata media dell’inabilità temporanea e per l’elevata
incidenza, sono l’edilizia, l’agricoltura e il settore trasporti e logistica.
Nel 2012 le principali attività programmate nell’ambito del Piano Controlli sono state:
Vigilanza in edilizia (584 cantieri e 113 impianti di gru a torre) sono proseguite le
iniziative di vigilanza integrata tra i vari Enti della Pubblica Amministrazione, in
particolare con la Direzione Provinciale Lavoro, la Polizia Locale e le Commissioni
Prefettizie (INAIL, INPS, Cassa Edile, ecc.) al fine di prevenire sia gli infortuni sia il lavoro
nero. Nel mese di luglio è stato sottoscritto dai Sindaci dei Comuni della Provincia
l’accordo prefettizio per la regolarità e la sicurezza del lavoro nel comparto delle
costruzioni nel territorio.
Vigilanza in agricoltura (50 aziende, di cui 32 cantieri di manutenzione del verde; 14
piattaforme di lavoro elevabili).
Vigilanza nelle aziende, selezionate per livello di rischio infortunistico o di rischio chimico
potenziale, con la metodologia basata sulla verifica dei requisiti organizzativi e gestionali
del sistema di prevenzione d’impresa (80 aziende)
Vigilanza sulla sicurezza degli impianti in ambienti ad alto rischio (213 controlli
distribuiti fra aziende chimiche, a Rischio d’Incidente Rilevante, del legno, di materiali
plastici, alimentari e di ristorazione, del settore trasporti, del settore alberghiero)
Verifica della validità di dichiarazioni di conformità dei nuovi impianti elettrici (576
dichiarazioni verificate, 20 controlli per dichiarazioni non conformi).
36
Piani Mirati di Prevenzione (PMP)
I PMP sono una nuova metodologia di azione che cerca di coniugare l’attività di promozione di
buone prassi con l’attività di vigilanza propria dei Servizi di Prevenzione.
Il piano può essere attivato a seguito di eventi sentinella (es. un grave infortunio
avvenuto in un comparto), per promuovere l’adesione a Linee Guida Regionali,
Buone Prassi o l’applicazione di nuove normative.
Le Fasi:
individuazione di alcuni punti critici (es. situazioni alla base delle dinamiche
degli infortuni gravi avvenuti nel comparto) rappresentativi dei principali rischi di un
comparto lavorativo e delle relative misure da adottare, concrete e realizzabili,
possibilmente in condivisione con le associazioni di categoria e con gli attori dei sistemi di
prevenzione aziendali
azione di promozione con lettera, seminario pubblico, uso del sito Web Asl per la messa in
rete delle indicazioni tecniche sulle buone prassi
richiesta alle aziende di auto valutarsi su quei temi mediante compilazione di una scheda
specifica da restituire all’ASL
vigilanza sugli inadempienti ed in un campione statisticamente rappresentativo delle
restanti aziende
L’obiettivo:
innalzare gradualmente, ma in un intero comparto, nel suo complesso, il livello di prevenzione
e sicurezza, evitando le disparità (di controllo e di tutela) insite nella attività tradizionale di
vigilanza che, seppur guidata ed orientata da corretti criteri di programmazione, rischia di
toccare solo alcuni, lasciando altri esenti dal controllo (vigilanza a macchia d leopardo).
Nel 2012 le principali attività realizzate nell’ambito dei PMP sono
state:
- effettuazione di interventi di vigilanza in: 9 imprese del PMP
“Sicurezza delle macchine spargisale”; 25 imprese del PMP
“Applicazione del Vademecum per il miglioramento della sicurezza
e della salute con le polveri di legno”; 26 imprese del PMP
“Controlli sull'uso di sostanze stupefacenti da parte di specifiche
categorie di lavoratori”; 18 imprese del PMP “Carrelli elevatori e
viabilità sicura in azienda”.
- organizzazione di seminari di lancio dei PMP di nuova attivazione: “Utilizzo in sicurezza dei
prodotti chimici secondo i regolamenti REACH e CLP”, rivolto alle aziende chimiche;
“Valutazione del rischio stress lavoro – correlato alla luce delle linee di indirizzo della
Regione Lombardia” promosso in 142 imprese dei settori case di riposo, grande
distribuzione e imprese di pulizie; “Requisiti minimi per l’applicazione di un sistema di
gestione per la sicurezza e salute sul lavoro (SGSL) nelle strutture sanitarie”, rivolto alle
aziende sanitarie
La diffusione delle conoscenze, informazione e formazione rivolte alle figure del sistema
prevenzione d’impresa e a tutti i soggetti coinvolti nella promozione della sicurezza in azienda
si è realizzata anche attraverso:
-
la presentazione dei risultati delle verifiche sul Sistema di Gestione della Sicurezza
d’Impresa, attuate nel corso del 2011,
-
il mantenimento e promozione delle sinergie con il Comitato Provinciale ex art. 7 e le
Rappresentanze sociali ed Associative e dell’integrazione con gli altri Enti deputati alla
vigilanza
Altre attività svolte nel 2012 sono state:
controlli in aziende con 254 interventi di vigilanza per esposti e per controllo aziende
post DIAP
Indagini su richiesta o d'iniziativa su infortuni con 119 inchieste
37
Indagini su patologie lavoro correlate e ricerca tumori professionali con 149 inchieste di
cui 34 su casi di tumori segnalati dai Registri Regionali.
7.4.
I risultati
Nel corso del 2012 l’attività di controllo degli ambienti di lavoro ha coinvolto:
n. aziende
2398
pari al
5,9% delle aziende attive da controllare
n. imprese edili 1013
pari al 21,1% delle imprese edili attive da controllare per un
numero complessivo di 6374 controlli
Complessivamente sono state elevati n. 326 verbali di contravvenzione, di cui:
n. 177 nelle aziende
n. 149 nelle imprese edili
Si conferma la tendenza positiva, già rilevata nel 2011, alla diminuzione dei verbali di
prescrizione nei cantieri (25,5% contravvenzioni su n. 584 cantieri controllati)
Nel 41% delle aziende controllate per la verifica dei requisiti organizzativi e gestionali del
sistema di prevenzione si sono rilevate infrazioni alle norme in materia di igiene e sicurezza del
lavoro, confermando la tendenza degli anni scorsi.
Ad aziende inadempienti agli obblighi di verifica periodica - denuncia degli impianti installati ed
in uso, sono state comminate 24 sanzioni amministrative per 44 violazioni di legge rilevate.
Tutte le aziende interessate hanno regolarizzato la situazione, sottoponendo a controlli i propri
impianti.
Le criticità
Il Documento di Valutazione del Rischio è spesso oggetto di prescrizione nell’ambito
del controllo sul sistema prevenzionistico aziendale. Gli aspetti più critici riguardano
la valutazione dei rischi e la formazione.
Non sono sufficientemente diffuse la consapevolezza dei rischi e la conoscenza degli obblighi di
legge riguardo agli impianti.
38
IL GUADAGNO DI SALUTE
Dall'analisi dell’ andamento del fenomeno
infortunistico nel triennio 2009 - 2011, si
rileva che l’andamento temporale dell’indice
di frequenza mostra nel territorio di
competenza della nostra ASL una continua riduzione.
L’andamento
temporale
dell’indice di
gravità mostra
nel territorio di
competenza
della nostra ASL
un andamento
sostanzialmente stabile.
Gli infortuni accaduti nel territorio della nostra ASL
mostrano indici di frequenza e di gravità inferiori rispetto a
quelli riferiti al territorio regionale o nazionale.
39
7.5.
Le prospettive
In applicazione del Piano Regionale 2012-2013, in continuità con
i programmi realizzati negli anni precedenti e con quelli già
corso, saranno mantenuti e consolidati le metodologie e gli
ambiti di lavoro già in atto.
PROGETTI CHE CONTINUANO
Vigilanza nelle aziende con la metodologia basata sulla
verifica dei requisiti organizzativi e gestionali del sistema di
prevenzione d’impresa, sulla base del Piano dei controlli
nelle aziende secondo graduazione del rischio
Vigilanza in agricoltura
Vigilanza in edilizia
Vigilanza della sicurezza impiantistica, in particolare in aziende inadempienti agli obblighi
di controllo
Applicazione d un nuovo algoritmo per l’analisi del rischio impiantistico
Ricerca patologie lavoro correlate e tumori professionali
Prosecuzione dei Piani Mirati di Prevenzione già in corso, in particolare individuazione di
nuove aziende da coinvolgere e organizzazione del seminario di presentazione per i Piani
“Applicazione del Vademecum per il miglioramento della sicurezza e della salute con le
polveri di legno”, “Valutazione del rischio stress lavoro – correlato alla luce delle linee di
indirizzo della Regione Lombardia”, “Controlli sull'uso di sostanze stupefacenti da parte di
specifiche categorie di lavoratori”
Mantenimento delle sinergie con il Comitato Provinciale ex art. 7 e le Rappresentanze
sociali ed Associative e dell’integrazione con gli altri Enti deputati alla vigilanza
Diffusione delle conoscenze, informazione e formazione rivolte alle figure del sistema
prevenzione d’impresa e a tutti i soggetti coinvolti nella promozione della sicurezza in
azienda
PROGETTI NUOVI
Attivazione del nuovo Piano mirato di prevenzione “Recepimento accordo Stato-Regioni
sulla formazione dei lavoratori”
Attuazione di un piano mirato sulla sicurezza degli impianti delle strutture scolastiche, con
il coinvolgimento dell’amministrazione provinciale.
40
8.
LA SICUREZZA ALIMENTARE
La sicurezza alimentare è il risultato di un corretto
processo di produzione dell’alimento che inizia nei
campi e negli allevamenti e prosegue, lungo le varie
fasi della filiera industriale, fino al momento del
consumo dell’alimento.
Gli obiettivi che essa si prefigge sono, essenzialmente,
due:
- SANITARIO: tutelare la salute della popolazione
tramite il consumo di alimenti il più possibile
sicuro;
- SOCIO - ECONOMICO: garantire, al massimo
livello, la qualità igienico -sanitaria degli alimenti
così da permetterne la commercializzazione sia a
livello locale sia a livello globale, con la
potenzialità di esportare i nostri prodotti in tutto il
mondo.
La sicurezza alimentare è argomento estremamente attuale: i cittadini sono sempre più attenti
a questa tematica ed esigono alimenti sicuri e gradevoli.
Le attività presenti nella Provincia di Monza e Brianza sono circa 8.000, comprendenti impianti
registrati e riconosciuti. Particolarmente numerose sono le attività di ristorazione pubblica (bar,
ristoranti, pizzerie, ecc.) e di vendita al dettaglio (ipermercati, supermercati, negozi di vicinato
ecc.). Rilevante è anche la presenza di aziende produttrici di alimenti che commercializzano
fuori dall’ambito locale, a livello nazionale e internazionale. Nel 2012 l’export dei prodotti
alimentari verso i Paesi terzi è stato uno dei settori in incremento.
IMPIANTI REGISTRATI E RICONOSCIUTI
Impianti registrati: qualsiasi stabilimento ed esercizio,
notificato alla ASL e da questa registrato, che esegue
una o più delle fasi di produzione, trasformazione e
distribuzione di alimenti.
Impianti riconosciuti: gli stabilimenti che trattano prodotti di origine
animale per i quali i regolamenti comunitari prevedono un
“riconoscimento” da parte della ASL (bollo CEE), come i depositi
frigoriferi, gli impianti di macellazione, gli stabilimenti di prodotti
a base di carne e di prodotti a base latte.
Altri stabilimenti e depositi trattano additivi, aromi ed enzimi.
8.1. I risultati e le valutazioni
I controlli sono svolti secondo Piani le cui linee-guida sono dettate da Regione Lombardia, dai
Servizi afferenti al Dipartimento di Prevenzione Veterinario (Servizio Igiene Alimenti Origine
Animale, Servizio Igiene Allevamenti e Produzioni Zootecniche, Servizio Sanità Animale), per
quanto attiene agli alimenti di origine animale, e dal Servizio Igiene Alimenti e Nutrizione,
afferente al Dipartimento di Prevenzione Medico, per quanto attiene agli alimenti non di
origine animale.
41
Vigilanza e controllo sulle strutture di produzione, trasformazione, distribuzione di
prodotti alimentari
Controllo Ufficiale
Per controllo ufficiale s’intende qualsiasi forma di controllo eseguita dall’autorità
competente per la verifica della conformità alla normativa in materia di sicurezza alimentare.
Le principali metodiche di controllo ufficiale sono l’ispezione, l’audit e il campionamento.
Nel 2012 l’attività di controllo ufficiale svolta nel settore degli alimenti
di origine animale ha comportato l’esecuzione di circa 2350 controlli
ufficiali (ispezioni e audit), il prelievo di circa 600 campioni e il rilascio
di 530 certificati per l’esportazione di alimenti di origine animale
prodotti presso stabilimenti alimentari situati sul territorio di questa
ASL.
Controlli ufficiali alimenti origine animale
controlli in impianti riconosciuti
2012
745
controlli in impianti registrati
1609
certificazioni per esportazioni
530
controlli sugli alimenti animali
143
L’attività di controllo effettuata nel settore degli alimenti a prevalente
origine vegetale e nella ristorazione, durante il 2012, ha comportato
l’esecuzione di 2.275 controlli ufficiali in 1.569 attività/imprese che
eseguono una o più fasi di produzione, trasformazione e distribuzione di
alimenti.
Controlli ufficiali alimenti a prevalente origine vegetale
2012
controlli in attività/imprese
2275
certificazioni per esportazioni
320
Nell’ambito dei controlli ufficiali sopra riportati, in ottemperanza a uno
specifico piano regionale del settore veterinario emanato nel 2011 e
confermato per il 2012, sono stati eseguiti circa 215 controlli finalizzati al
monitoraggio delle temperature dei prodotti alimentari in fase di
vendita al dettaglio.
23 controlli (pari a circa l’11% degli effettuati) hanno presentato non
conformità riguardanti le temperature.
42
I dati dell’attività di controllo ufficiale presso gli impianti riconosciuti e registrati a fronte delle
non conformità in essi rilevate sono i seguenti:
origine degli
alimenti
animale
vegetale
tipo
stabilimenti
n.
stabilimenti
controllati
%
stabilimenti
controllati
sul totale
n.
controlli
ufficiali
eseguiti
n.
non
Conformità
riscontrate
%
stabilimenti
con non
conformità
riconosciuti
93
100%
745
327
67%
registrati
1535
72%
1609
849
31%
Totale
1638
73%
2354
1017
25%
registrati
1569
25%
2275
2592
53%
3207
49%
4629
3609
39%
Totale complessivo
In circa il 25% (409 su 1638) degli impianti ispezionati, che
trattano prevalentemente prodotti alimentari di origine
animale, è stata rilevata almeno una non conformità mentre
negli impianti che trattano prevalentemente alimenti di origine
vegetale e nella ristorazione la percentuale sale a 53% (841 su
1569).
Sostanzialmente non vi sono significative differenze fra le non
conformità rilevate nel 2012 e quelle rilevate l’anno prima ad
eccezione del settore della ristorazione pubblica ove
l’incremento dei controlli ha determinato un incremento delle
non conformità.
Le non conformità si riferiscono alle seguenti problematiche igienico sanitarie:
strutturali, in particolare riguardanti la gestione della struttura dello stabilimento;
manutenzione degli impianti e delle attrezzature;
altri prerequisiti, in cui confluiscono la lotta agli infestanti, la gestione dei sottoprodotti, dei
fornitori e della formazione del personale, delle modalità di campionamento, di
etichettatura, ecc.;
pulizia delle parti di impianto che non vengono a contatto diretto con gli alimenti;
igiene in fase di lavorazione, in particolare le superfici che vengono a contatto con gli
alimenti e l’igiene e la conservazione dei prodotti alimentari;
l’analisi dei pericoli (HA) connessi agli alimenti o alla loro lavorazione, e i punti critici di
controllo (CCP).
Il 78% delle non conformità rilevate sono state chiuse nel corso dello stesso 2012.
43
Salvo poche eccezioni, resta fermo il senso di responsabilità degli operatori del settore
alimentare, che continuano a migliorare la loro capacità di stendere e applicare i piani di
autocontrollo, e ad avere una costante attenzione al rispetto delle buone norme di prassi
igienica.
In 9 stabilimenti che esportano verso Paesi terzi è stata svolta una
particolare attività
di
controllo,
detta
“supervisione”,
che
verifica
contemporaneamente il sistema aziendale di produzione e le modalità con cui il
veterinario incaricato effettua la sua attività di controllo.
Il campionamento per analisi è una delle principali tecniche di controllo,
il cui esito non conforme può essere motivo di attivazione del sistema
rapido di allerta.
Campionamenti per analisi di alimenti origine animale
campionamenti alimenti uso umano
campionamenti alimenti uso zootecnico
Campionamenti per analisi di alimenti origine vegetale
campionamenti alimenti uso umano
2012
472
84
2012
106
Il grafico che segue schematizza l’attività di campionamento degli alimenti di origine animale
nella fase successiva alla loro produzione, cioè pronta per essere destinata al consumatore.
I campioni non conformi di alimenti di origine animale riguardano il 7% dei campioni prelevati e
la maggior parte si riferiscono a cariche microbiche non di tipo patogeno. Solamente in due casi
è stata rilevata Salmonella, in salami prelevati in ottemperanza allo specifico piano regionale.
Comunque le irregolarità nelle categorie di attività diverse dalla produzione primaria non
differiscono sostanzialmente in numero e tipo da quelle dello scorso anno.
44
I campionamenti di latte crudo sono avvenuti ai tank presso le
aziende agricole (produttori primari) e ai distributori automatici
ubicati nei centri urbani (distributori al dettaglio). Irregolarità sono
state rilevate nel 16% circa dei campioni prelevati e si riferiscono a
carica microbica elevata, in 3 casi a patogeni (Listeria
monocytogenes, E. coli e Staphyloccus aureus) e in 5 casi ad
aflatossine M1 poco al di sopra dei limiti consentiti.
I campionamenti facenti parte del Piano Nazionale Residui sono eseguiti alla produzione
primaria sia su sostanze destinate al consumo umano sia su sostanze che direttamente non lo
sono. Nel 2012, su 211 campioni prelevati 2 sono risultati non conformi per presenza di
cortisonici in urina di vitello e di aflatossine M1 in latte crudo.
Il riscontro nel 2010 di Diossine e PCB Diossina-simili, in 2
campioni di uova prelevati in allevamenti rurali, ha portato a
ripetere nel 2011 i controlli in aziende limitrofi a quelle risultate
positive e ad attivare un progetto obiettivo per la verifica della
corretta applicazione di buone prassi agronomiche e igienico
sanitarie in 60 allevamenti. I nuovi controlli hanno evidenziato la
presenza di questi inquinanti in un altro campione di uova.
A seguito di queste positività, nel 2012 la nostra ASL ha partecipato al Piano nazionale di
monitoraggio dei contaminanti ambientali in alimenti di origine animale nelle aree limitrofe ai
Siti di Interesse Nazionale (SIN). In particolare sono state campionate – per la ricerca di
diossine, PCB diossine simili e PCB – le uova prodotte in 11 allevamenti rurali di galline allevate
a terra e all’aperto, un allevamento per ciascuno degli 11 Comuni individuati dal piano,
afferenti all’ASL MB e limitrofi al territorio di Sesto San Giovanni. A oggi non sono ancora
pervenuti gli esiti analitici di tale monitoraggio.
Il grafico che segue schematizza l’attività di campionamento degli alimenti prevalentemente di
origine vegetale e degli alimenti offerti presso la ristorazione pubblica e collettiva, qualunque
sia l’origine.
45
Attività di Macellazione
Nei 27 macelli presenti nel territorio della Asl, nel 2012 sono stati macellati circa 22.303 capi in
1754 sedute. Tutti i capi sono stati oggetto di visita ispettiva ante e post mortem da parte del
veterinario ufficiale.
I capi e le carni risultati non idonei al consumo umano sono stati inviati alla distruzione.
La macellazione è attività non programmabile, prevista da specifiche
norme di legge, svolta dal veterinario ufficiale della Asl prima e dopo
l’abbattimento degli animali presso strutture riconosciute.
Capi macellati
Bovini
Suini
2012
14.887
2.311
Equini
48
Ovini
71
Caprini
216
Pollame
4.770
TOTALE
22.303
Ispettorato Micologico
L’Ispettorato Micologico presente nelle sedi territoriali, nel corso del
2012, ha verificato la commestibilità dei funghi raccolti da 261 cittadini
ed è intervenuto in 17 casi di intossicazione presso il pronto soccorso
degli ospedali del territorio.
L’attività micologica è consistita nella ispezione di 341 chili di funghi
raccolti dal privato cittadino; di questi 137 chili sono stati ritenuti non
commestibili, quindi confiscati e smaltiti.
I 17 casi d’intervento in seguito a chiamata dei Pronto Soccorso
Ospedalieri sono stati di supporto efficace all’attività dei medici di tali
strutture.
Vigilanza e controllo sulle acque potabili
Il controllo della potabilità dell’acqua distribuita mediante gli
acquedotti pubblici è stato effettuato per mezzo di 4.337
campionamenti per analisi chimiche e microbiologiche.
Più del 70% delle non conformità rilevate dall’ispezione degli
impianti nel 2012 sono state risolte, così come il 100% delle non
conformità risultate alle analisi di laboratorio eseguite sui campioni
di acque.
Sono stati, inoltre, effettuati audit presso i 5 Gestori delle reti
acquedottistiche dei Comuni dell’ASLMB. Gli audit hanno consentito
di valutare le procedure in uso ed hanno rappresentato scambi di
conoscenze tra il controllore ed il controllato. Non si sono
evidenziate grosse criticità, tanto che ne sono derivate poche
osservazioni e nessuna non conformità.
46
Sorveglianza nutrizionale
Gli interventi nutrizionali nell’ambito della ristorazione collettiva
sono stati 140 con valutazione di tabelle dietetiche, 311 con
valutazione di diete speciali per motivi sanitari e 45 con controllo
mediante audit, nelle strutture di produzione, della gestione
nutrizionale dei menù somministrati.
L’attività di sorveglianza ha evidenziato, nella maggior parte
delle mense, la conformità delle tabelle dietetiche alle Linee
Guida regionali ed in quei pochi casi di difformità osservate si è
riusciti ad ottenere la risoluzione di queste in più del 90% dei
casi. Questi risultati confermano la buona efficacia dell’attività di
valutazione/elaborazione quasi capillare di tabelle dietetiche,
standard e speciali, a favore della ristorazione collettiva
scolastica.
Gestione del sistema di allerta alimentare
Il sistema di allerta è una procedura codificata atta a garantire la rapidità dei provvedimenti da
adottare a seguito di riscontro di alimenti o mangimi che rappresentano gravi rischi per la
salute del consumatore.
Segnalazioni di allerta
2012
Prodotti ittici freschi e conservati
73
Carni e prodotti carnei
45
Frutta, verdure e conserve vegetali
43
Alimentazione particolare e per l’infanzia
19
Prodotti lattiero-caseari
17
Materiali a contatto
15
Cereali, farine e prodotti sfarinati
9
Acque e bevande varie
9
Integratori
9
Dolci, merende e cereali per colazione
7
Mangimi
5
Uova e prodotti a base di uova
3
TOTALE
257
Nel 2012 le segnalazioni di allerta sono state il 10% in più rispetto al 2011. Le segnalazioni
pervenute dalla Regione e da altre Asl per presenza di alimenti non conformi nel nostro
territorio, hanno determinato il ritiro di prodotti non sicuri per l’uomo e gli animali.
Su 257 segnalazioni, il 6% hanno comportato l’attivazione di allerta primarie o secondarie, con
l’acquisizione di nuove reti commerciali da parte dell’Asl Monza e Brianza.
Tutte le segnalazioni di allerta, in entrata o in uscita dall’ASL, sono state concluse.
Una segnalazione è considerata chiusa quando è stata verificata la presenza o meno
dell’alimento oggetto di allerta, il prodotto non è più reperibile perché ritirato dal mercato,
sequestrato o venduto al consumatore finale, e ne è stata data rendicontazione nell’applicativo
regionale sul sistema di allerta.
47
8.2.
Il guadagno di salute
L’andamento del numero di casi notificati di malattie infettive a potenziale eziologia
alimentare (epatite E, brucellosi, diarrea infettiva, epatite A, febbre tifoide, infezioni,
tossinfezioni e intossicazioni alimentari, listeriosi, salmonellosi non tifoidee, shigellosi, etc.), nei
sei anni più recenti, evidenzia una stabilizzazione del numero di casi di diarrea infettiva di
origine verosimilmente alimentare e del numero di salmonellosi non tifoidee, che rimangono le
più numerose. Le salmonellosi non tifoidee provocano diverse sindromi cliniche, la più frequente
delle quali è la gastroenterite. Generalmente i principali veicoli di trasmissione dell’infezione
sono i cibi di origine animale, come polli, carne bovina, uova e latticini.
Nell’anno 2012 si sono verificati 10 focolai epidemici a possibile eziologia alimentare che hanno
coinvolto complessivamente 25 residenti. In 9 episodi, l’insorgenza è verosimilmente ascrivibile
al consumo di alimenti in ambiente domiciliare, in un solo episodio al consumo di alimenti in
ambiente extradomiciliare ed extraregionale. Solo in due focolai la fonte di esposizione è stata
identificata.
Gli agenti etiologici identificati sono stati prevalentemente Salmonelle non tifoidee (S. enterica
gruppo B D); al virus dell’epatite A è attribuibile un focolaio che ha interessato due soggetti i
quali non hanno effettuato viaggi all’estero, nel periodo compatibile con il tempo di incubazione
del virus.
Le criticità
Per aumentare il numero dei casi in cui è identificata la fonte della
contaminazione, occorre migliorare il flusso delle notifiche e la qualità delle
indagini epidemiologiche.
48
8.3.
Le prospettive
I Dipartimenti di Prevenzione medico e veterinario intendono mantenere l’impegno fin qui
profuso, confermare i positivi risultati raggiunti e continuare
sulla strada intrapresa, cercando di migliorare e, ove occorra,
approfondire le problematiche igienico-sanitarie emerse.
Particolare impegno sarà dedicato a migliorare la qualità delle
indagini epidemiologiche relative alle malattie a potenziale
eziologia alimentare.
Per l’anno 2013 l’attività di controllo sarà indirizzata verso gli
stabilimenti ritenuti a maggior rischio e gli alimenti che sono
stati motivo di allerta e cause di tossinfezioni.
In un contesto economico europeo e nazionale che continua a essere caratterizzato da una
crescita stentata e da evidenti difficoltà della tenuta dei livelli produttivi, il comparto
agroalimentare mostra una tendenza alla tenuta sul mercato interno e alla crescita su quello
estero, sostenuta da un flusso in esportazione verso i Paesi terzi cresciuto anche nell’ultimo
anno.
A questo riguardo, occorre vigilare sul rispetto dei criteri igienico-sanitari e commerciali stabiliti
dai Paesi terzi destinatari degli alimenti (USA, Canada, Federazione Russa ,Cina, Australia, ecc)
per gli stabilimenti, i processi e i prodotti, attraverso l’applicazione di procedure di controllo
ufficiale.
Il lavoro dei Servizi nel corso del 2013 sarà orientato anche alle seguenti attività particolari:
attuazione dei Piani aziendali di controllo degli alimenti di origine animale e non
animale;
attuazione del Piano Nazionale e del Piano Regionale per la ricerca dei residui di farmaci
veterinari e sostanze proibite negli animali e in alcuni prodotti di origine animale;
attuazione del Piano Nazionale per la ricerca dei residui di fitofarmaci nei vegetali e
prodotti derivati;
controllo della gestione separata del materiale a rischio specifico (organi o parti di
animali che sono considerati un rischio per i consumatori in riferimento alle
encefalopatie spongiformi trasmissibili), aspetto fondamentale della prevenzione della
BSE in quanto impedisce il contatto dell’uomo con l’agente infettante;
proseguimento della sorveglianza delle temperature degli alimenti da mantenere in
regime di temperatura controllata in fase di distribuzione al dettaglio;
attuazione dei Piani di controllo sul trasporto degli animali al macello e del benessere
animale durante la macellazione;
attuazione del Piano di sorveglianza sulla prevalenza di Salmonella spp. in prodotti a
base di carne (insaccati crudi) di produzione nazionale prelevati presso gli stabilimenti
di trasformazione;
esecuzione di controlli aggiuntivi nel settore della pubblica ristorazione in vista della
manifestazione internazionale EXPO 2015;
attuazione del Piano di riduzione delle esposizioni a fattori di rischio chimico mediante
costruzione di un’anagrafe di produttori di materiale destinato al contatto con alimenti e
successivo controllo degli stessi;
mantenimento del supporto a cittadini e aziende ospedaliere da parte dell’Ispettorato
Micologico;
attuazione del Piano controlli acque potabili e delle verifiche dei sistemi di controllo
interno presso i soggetti gestori;
sviluppo di un’anagrafe di produttori primari cerealicoli e ortofrutticoli.
49
9.
LA TUTELA DELLA SANITÀ ANIMALE E L’IGIENE URBANA VETERINARIA
La sanità animale è assicurata dagli interventi di prevenzione, monitoraggio, controllo ed
eradicazione delle malattie infettive e diffusive degli animali, in particolare le malattie
trasmissibili all’uomo (zoonosi).
Questa attività si realizza attraverso:
●
i piani di bonifica sanitaria degli allevamenti;
●
i piani di monitoraggio delle malattie infettive e diffusive degli animali;
●
la gestione delle anagrafi zootecniche;
●
la lotta al randagismo e la tutela degli animali di affezione.
La sanità degli animali è ulteriormente garantita dall’attività di controllo:
●
sul corretto impiego dei farmaci ad uso veterinario,
●
sul benessere degli animali negli allevamenti, durante il trasporto e presso le strutture
che allevano, forniscono o utilizzano animali da esperimento;
●
sulla gestione dei sottoprodotti di origine animale;
●
sulla riproduzione animale.
9.1.
I risultati e le valutazioni
Bonifica sanitaria e Piani di monitoraggio degli allevamenti
Le tabelle di seguito rappresentate, sintetizzano l’attività di controllo effettuata nel 2012:
Applicazione di Piani di controllo delle malattie infettive degli animali da
allevamento che possono essere trasmissibili all’’uomo (zoonosi) o che
possono avere una rilevante incidenza sul patrimonio zootecnico
Piani di controllo
Profilassi della Tubercolosi Bovina
Profilassi della Brucellosi bovina e
ovi-caprina
Prevenzione TSE bovina e ovicaprina
Prevenzione ed eradicazione
dell’influenza aviaria
Controllo della salmonellosi negli
allevamenti avicoli
Profilassi della rabbia sugli animali
morsicatori e catturati
N. controlli
2936
3356
N. irregolarità
0
0
68
0
814
0
4
0
335
30
Sono stati completamente attuati i piani di bonifica sanitaria degli allevamenti, nonché i piani
di monitoraggio delle malattie infettive e diffusive degli animali da reddito a carattere
zoonosico.
Da punto di vista epidemiologico sono stati segnalati tre focolai di Mixomatosi nei conigli
selvatici, che hanno previsto l’emanazione di provvedimenti sanitari, un focolaio di Malattia
Emorragica del coniglio in un grosso allevamento del nostro territorio e un sospetto di contagio
per Tubercolosi in un allevamento bovino, sottoposto a controllo diagnostico favorevole.
Non sono emerse positività ai controlli sierologici per la prevenzione ed eradicazione
dell’influenza aviara.
50
Sono risultati positivi per Salmonelle non zoonosiche controlli ambientali eseguiti in due
allevamenti di galline ovaiole, che hanno comportato prescrizioni per l’intensificazione delle
misure di biosicurezza e una rilevante azione di informazione e formazione degli allevatori e dei
veterinari liberi professionisti, responsabili dei piani di autocontrollo.
Altri controlli delle malattie infettive e diffusive degli animali da reddito
Piani di controllo
Profilassi della Leucosi Bovina
Profilassi della Blue Tongue bovina
Controllo della malattia vescicolare
dei suini (MVS)
Monitoraggio della malattia di
Aujeszcky negli allevamenti di
suini
Controllo dell’Anemia infettiva
degli equini
Controlli di biosicurezza negli
allevamenti avicoli
Controlli di biosicurezza negli
allevamenti suini
N. controlli
N. irregolarità
1359
616
330
0
0
0
29
4
1162
0
13
2
7
0
Negli ultimi anni non sono state rilevate positività nell’ambito del piano di sorveglianza della
Blue tongue negli allevamenti bovini da riproduzione e nel piano di prevenzione
dell’Encefalopatia Spongiforme Bovina (BSE) e delle Encefalopatie Trasmissibili (TSE) su
animali della specie bovina e ovi caprina segnalati morti in allevamento.
Sono emerse alcune irregolarità nei confronti del morbo di Aujeszcky.
Non vi sono state positività negli allevamenti suini controllati ai fini dell’eradicazione della
Malattia Vescicolare dei Suini (MVS), grave malattia infettiva causa di ingenti danni economici.
Anagrafe zootecnica informatizzata
E’ un sistema di identificazione e registrazione delle aziende che allevano bovini, ovi-caprini,
suini, equini e avicoli. L’anagrafe prevede la registrazione e l’aggiornamento di tutte le aziende
e dei singoli capi bovini e ovi-caprini (identificazione, movimentazione, passaggi di proprietà,
ecc.), particolarmente importanti per i rintracci a seguito di insorgenza di focolai di malattie
infettive.
51
Controlli gestione delle anagrafi regionali e nazionali
Anagrafe informatizzata degli animali della specie bovina e
ovi-caprina
Anagrafe informatizzata degli animali della specie suina
Anagrafe degli equidi
N. controlli
16
N. irregolarità
7
2
20
0
14
Il continuo aggiornamento e la verifica della corretta gestione della anagrafe zootecnica e degli
animali d’affezione è indispensabile al fine del controllo delle popolazioni a scopi epidemiologici.
Nell’ambito dei controlli effettuati sono state rilevate irregolarità in 7 allevamenti bovini e ovicaprini e in 14 allevamenti di equini, con conseguenti provvedimenti prescrittivi o sanzionatori.
Controlli negli apiari
I controlli negli apiari hanno come finalità il contenimento delle
malattie infettive tipiche della specie (Varroa e Peste).
Controlli presso il 10% degli Apiari censiti
2012
29
n. irregolarità
5
Durante l’ordinaria attività di vigilanza programmata sul territorio, sono stati controllati n. 29
apiari, con il riscontro di 5 casi di grave infestazione da varroa, in un contesto generale di
elevato allarme per la parassitosi. e un caso di positività alla Peste Americana.
E’ continuata la partecipazione del referente Asl al gruppo regionale di approfondimento, con
conseguente attività di consulenza, formazione e informazione sulla profilassi delle malattie
delle api e sulle problematiche sanitarie connesse.
Randagismo e controlli inerenti il settore degli animali d’affezione
Nel contesto urbano con il termine randagismo s’intende la presenza di
cani momentaneamente liberi nel territorio, non inselvatichiti, ma che
hanno o hanno avuto un proprietario, anche se non sempre
identificabile.
Attività
Controlli presso strutture veterinarie
Controlli presso negozi di vendita animali
Controlli presso canili
Controlli sui cani catturati ricoverati presso
il canile sanitario
cani catturati già identificati con microchip
cani restituiti di proprietà
cani affidati a nuovi proprietari dai canili
interventi di pronto soccorso del personale
ASL
sanzioni amministrative per anagrafe
canina
controlli per esposti per maltrattamento
2012
10
30
33
N.C.
0
12
10
1093
306
787 (72%)
839 (77%)
-
530
58
1293
26
151
23
52
Nel 2012 i cani catturati sul territorio
dell’ASL MB e ricoverati presso il canile
sanitario che risultano non identificati sono
circa il 28% del totale. Questa percentuale è
andata decrescendo negli ultimi anni (42%
anno 2008 – 37% anno 2009 – 34% anno
2010 - 31% anno 2011), segno di
incremento del numero di cani identificati: in
151 casi è stato possibile risalire al
proprietario e notificare la relativa sanzione.
Si rileva inoltre una maggiore responsabilità
dei cittadini verso i propri animali, anche
grazie alle campagne informative e di
sensibilizzazione degli ultimi anni.
Attività conseguente alle segnalazioni di zoonosi
Sono pervenute n.16 segnalazioni e condotte altrettante indagini epidemiologiche, con o senza
campionamenti. Di particolare rilevanza si segnala un caso sospetto Oestrus ovis a seguito di
infestazione umana per presunto contatto in un allevamento di caprini, due casi di micosi
(Tinea spp) in soggetti aventi gatti di proprietà. In tutti i casi non si è dimostrata una
correlazione tra uomo e animale.
Gestione e registrazione delle colonie feline
La normativa tutela i gatti che vivono in libertà,
prevedendo la registrazione delle colonie feline
presenti sul territorio, con la relativa cattura ai
fini della loro sterilizzazione da parte dei Servizi
veterinari delle ASL e la loro successiva
reimmissione nella colonia.
Il contenimento delle nascite tramite sterilizzazione ha la finalità di ridurre il rischio di
inconvenienti igienico-sanitari, limitare la diffusione delle malattie infettive, anche trasmissibili
all’uomo e tutelare il benessere degli animali
Attività
colonie feline registrate
gatti sterilizzati
2012
111
804
Importazione e vendita di animali d’affezione
L’attività di controllo nel settore degli animali da affezione è
svolta con particolare attenzione ai canali di vendita
(negozi, internet, domicilio, ecc.), agli spostamenti
internazionali, al commercio illegale di animali provenienti
da Paesi terzi e da Paesi di recente ingresso nella UE.
Per migliorare l’efficacia degli interventi di controllo è in uso
una procedura di valutazione delle condizioni sanitarie
correlate all’età reale dei cuccioli importati.
Attività
Controlli presso negozi di vendita animali
2012
30
53
Continuano a essere rilevanti le problematiche sanitarie connesse alla vendita degli animali
d’affezione nei negozi (ne sono evidenza 12 irregolarità rilevate in 30 controlli) e soprattutto al
commercio illegale, mediante forme di vendita alternative (domicilio, internet, ecc..) da altri
Paesi comunitari.
I controlli dei negozi comportano, fra l’altro, la verifica dell’identità dei cani presenti, della loro
origine e delle registrazioni in anagrafe canina.
I controlli sul commercio illegale sono stati svolti su segnalazione, unitamente ad altri organi di
vigilanza (Polizia Provinciale, Corpo Forestale, ecc..). Da 26 controlli sono risultate 23
irregolarità che hanno comportato anche sequestri e confisca di animali su mandato
dell’autorità giudiziaria.
IGIENE DEGLI ALLEVAMENTI E DELLE PRODUZIONI ZOOTECNICHE
Questo settore si occupa della vigilanza nell’ambito della produzione primaria degli
alimenti per l’uomo. Opera controlli in particolare nelle aziende agricole, al fine di
prevenire sofisticazioni o contaminazioni pericolose presso gli allevamenti di
animali le cui carni o prodotti (latte) sono destinati all’alimentazione umana
Benessere degli animali
Gli animali sono esseri sensibili che vanno tutelati in modo che
non siano sottoposti a sofferenze e fatiche evitabili. I proprietari
o i detentori devono rispettare requisiti di benessere che
tengano conto dei giusti spazi a disposizione degli animali, della
loro libertà di movimento, di corrette modalità di trasporto, di
un’idonea alimentazione e della protezione dalle avversità
climatiche, nonché garantire adeguate cure sanitarie in caso di
bisogno.
Controlli degli animali
Durante il trasporto su strada o nei punti critici di
carico o scarico dai mezzi di trasporto
allevati con finalità sportive o allevati/ utilizzati per
finalità scientifiche
allevati per la produzione di alimenti per l’uomo
2012
20
40
57
Nel corso dell’anno è stata posta particolare attenzione alle problematiche inerenti le galline
ovaiole allevate in gabbie, in considerazione dell’entrata in vigore, dal 1° gennaio 2012, della
normativa che prevede fra l’altro nuovi requisiti delle gabbie di stabulazione. I due allevamenti
presenti sul territorio della nostra Asl sono stati sanzionati per non avere adeguato le gabbie
non conformi; adeguamento avvenuto dopo prescrizione.
In previsione dell’entrata in vigore, dal 1° gennaio 2013, della nuova normativa sul benessere
dei suini, sono stati controllati gli allevamenti suinicoli e gli allevatori sono stati coinvolti in
attività di formazione.
Attenzione inoltre è stata rivolta nei confronti degli animali allevati per fini scientifici e
sperimentali.
54
Alimentazione degli animali
Nel settore dell’allevamento degli animali i buoni risultati
dipendono in gran parte dall’utilizzo di mangimi sicuri e di
buona qualità. Il controllo dei mangimi è finalizzato a evitare
l’utilizzo di farine di carni di mammiferi nell’alimentazione degli
animali d’allevamento, la presenza di contaminanti chimici e
microbiologici, di micotossine e di organismi geneticamente
modificati (OGM) non autorizzati. E’ verificata anche l’igiene e
la genuinità della trasformazione delle materie prime in
mangimi, siano essi destinati agli animali che producono
alimenti per l’uomo che agli animali d’affezione.
Controlli
In fase di produzione agricola, di commercializzazione e di
trasformazione
Campionamenti di mangimi per ricerche di sostanze
proibite e indesiderate
2012
143
84
Nell’ambito dell’essiccazione e del commercio dei mangimi, soprattutto a livello di produzione
primaria e operazioni correlate, permangono criticità nell’applicazione delle misure preventive
volte a monitorare le sostanze indesiderabili.
Nel 2012 sono state accertate non conformità per il contenuto di aflatossina B1 nella granella
di mais in deposito: sono state sequestrate e inviate ad usi tecnici (biodisel, biogas) circa 500
tonnellate di granella.
Farmacosorveglianza
Il
termine
si
riferisce
all’attività
di
controllo
sulla
commercializzazione e l’impiego dei farmaci a uso veterinario e
degli alimenti zootecnici contenenti sostanze farmacologiche, allo
scopo di proteggere gli animali in genere e tutelare la salubrità
degli alimenti di origine animale destinati all’uomo.
Controlli presso:
Allevamenti di animali destinati alla produzione di
alimenti per l’uomo
Scuderie, allevamenti di animali d’affezione
2012
108
27
Produzione e commercio di farmaci ad uso veterinario
11
Ambulatori veterinari e stabilimenti fornitori/allevatori
15
Sono state rilevate carenze nella gestione del farmaco che hanno comportato l’erogazione di
sanzioni amministrative: in una scuderia, per il mancato rispetto delle disposizioni sulle
registrazioni dei medicinali, ad un allevatore di vitelli, per mancata registrazione di un
trattamento con cortisonici, ad un veterinario libero professionista, responsabile delle scorte di
medicinali presso un allevamento di bovine da latte.
55
Riproduzione degli animali
Attività di controllo per la verifica delle condizioni igieniche e
sanitarie delle stazioni di fecondazione e dei relativi riproduttori.
Controlli
2012
presso gli impianti di riproduzione e presso gli allevamenti di
animali
15
L’attività di controllo è stata svolta congiuntamente al personale tecnico della Provincia,
Settore agricoltura.
I controlli sono stati finalizzati alla verifica: della corretta conservazione del materiale seminale
detenuto presso gli impianti autorizzati; della legittima provenienza dello stesso materiale
seminale; della situazione igienico-sanitaria degli impianti e degli animali riproduttori;della
corretta registrazione degli interventi fecondativi sugli apposti moduli o registri.
E’ stata rilavata una sola non conformità, per carenze strutturali, presso una stazione di monta
equina. La non conformità è stata rimossa a seguito di prescrizione.
Sottoprodotti di origine animale
I sottoprodotti di origine animale (SOA) comprendono i corpi
interi (o parti) di animali, i prodotti di origine animale non
destinati al consumo umano, compresi quelli caseari, e altri
materiali provenienti dalle attività zootecniche.
Tali materie sono smaltite come rifiuti o trasformate e
riutilizzate in numerosi settori, tra cui quelli della cosmesi e
della farmaceutica.
Controlli
presso gli impianti di smaltimento, tecnici, depositi e
presso i produttori di sottoprodotti
2012
35
L’entrata in vigore di nuovi regolamenti comunitari ha modificato alcune regole e criteri
riguardanti questa tipologia di impianti. Strutture prima attivate attraverso il provvedimento di
riconoscimento sono diventate oggetto di sola registrazione, mentre strutture che non
necessitavano di atti autorizzativi, necessitano ora di riconoscimento o di registrazione da
parte delle autorità sanitarie. Tale fatto ha comportato un aumento delle attività che devono
essere sottoposte a vigilanza e controllo.
Il controllo dei SOA è svolta in ottemperanza alle linee guida regionali mediante esecuzione di
ispezioni e audit. Nel 2012 non sono state evidenziate situazioni particolarmente critiche,
eccetto in uno stabilimento di deposito e salatura di pelli, dove sono state riscontrate carenze
strutturali . Tale impianto ha in seguito comunicato la cessazione dell’attività.
56
9.2.
Il guadagno di salute
L’impatto sulla salute umana dovuto a patologie riscontrabili negli animali o alla presenza di
situazioni o comportamenti a rischio nella loro gestione (es. trattamenti impropri o incongrui,
uso di sostanze illecite, ecc..) può essere stimato attraverso i seguenti indicatori:
-
numero di focolai di malattie infettive denunciabili negli animali
-
numero positività ai campionamenti per la ricerca di residui negli animali e nei mangimi
di sostanze chimiche che potrebbero essere dannose per la salute pubblica
-
numero di notifiche di zoonosi “maggiori” (Brucellosi, Tubercolosi Bovina, Leishmaniosi,
Leptospirosi) nell’uomo, che sono da considerarsi come “spie” di possibili focolai epidemici
nel settore animale.
Questi parametri, se valutati nel tempo e confrontati con il contesto nazionale e regionale, ci
permettono di rilevare le criticità del controllo sanitario nel nostro territorio e i rischi potenziali
per la salute umana.
I dati epidemiologici sui focolai di malattie infettive denunciabili negli animali rilevati
nella nostra Asl restano in linea con il contesto epidemiologico regionale.
Gli allevamenti di bovini e di suini da riproduzione possiedono i requisiti per la qualifica
sanitaria di allevamenti indenni dalle principali patologie di interesse di tali settori zootecnici.
A fronte dei focolai di brucellosi in allevamenti ovi–caprini emersi nel 2008 (2 focolai), nel 2010
(1 focolaio) e nel 2011 (2 positività, ma non confermate dall’isolamento dell’agente eziologico),
nel 2012 non si sono avuti focolai, a conferma dell’utilità di aver mantenuta elevata
l’attenzione verso questa patologia zoonosica.
L’attività di controllo di tre greggi vaganti, compresi in uno dei progetti innovativi 2011, non ha
evidenziato particolari problematiche epidemiologiche.
Nel 2012 non si sono avute problematiche epidemiologiche legate ai greggi vaganti. Permane
comunque la necessità di tenere alta l’attenzione nel nostro territorio sui piccoli greggi stanziali
che possono rimanere sconosciuti alle autorità di controllo, anche in collaborazione con la
Polizia Locale e Provinciale.
Nel 2012 dai piani di campionamento non è emersa nessuna positività che abbia
comportato l’apertura di un focolaio.
In conclusione possiamo affermare che i dati epidemiologici rilevati nell’Asl MB sono in linea
con il contesto epidemiologico regionale per le patologie di specifico interesse zootecnico.
Le criticità.
E’ presente ancora il pericolo di piccoli allevamenti di animali presenti sul territorio
sconosciuti all’autorità sanitaria di controllo. Per tale motivo sarà importante intensificare
la rete di comunicazione tra gli organi di vigilanza.
Sempre più difficile è il controllo delle nuove forme di commercio via internet
collegate al commercio illegale degli animali d’affezione.
Alla luce delle normative comunitarie e della aumentata sensibilità nella
popolazione, dovrà essere ulteriormente sviluppata la vigilanza sul benessere
animale.
57
9.3. Le prospettive
Di seguito i principali obiettivi da perseguire secondo le
indicazioni del piano triennale di prevenzione veterinaria 20122014 in materia di sanità animale e igiene urbana veterinaria.
Assicurare un livello elevato di salute animale attraverso la
riduzione dei rischi biologici e chimici per gli animali e per l’uomo,
garantendo in tal modo la sicurezza degli alimenti di origine
animale.
Migliorare la salute degli animali da reddito e la sicurezza
alimentare attraverso la riduzione della frequenza delle malattie,
aumentando la sostenibilità degli allevamenti a livello economico e sociale.
Favorire la crescita economica e la competitività delle produzioni regionali.
Promuovere le buone pratiche di allevamento e il benessere degli animali, e minimizzare
l’impatto ambientale al fine di favorire uno sviluppo sostenibile mediante l’attuazione dei piani
per:
- sorveglianza e controllo delle malattie infettive e diffusive degli animali controllo delle
anagrafi zootecniche;
- verifica delle misure di biosicurezza;
- controllo per la tutela degli animali d’affezione e la prevenzione della rabbia;
- vigilanza e controllo sul corretto impiego dei farmaci ad uso veterinario;
- controllo del benessere degli animali negli allevamenti, durante il trasporto e presso le
strutture che allevano, forniscono o utilizzano animali da esperimento;
- controllo della gestione dei sottoprodotti di origine animale;
- vigilanza e controllo della riproduzione animale.
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10.
SINERGIE TERRITORIALI PER LA PREVENZIONE
I buoni risultati raggiunti nelle attività di prevenzione svolte dai Dipartimenti di Prevenzione
Medica e Veterinaria sono stati ottenuti:
- dall’ impegno e dalla professionalità degli operatori della ASL; a questo proposito si ricorda
l’impegno al continuo aggiornamento scientifico garantito da un corposo programma di
formazione,
- dalle numerose collaborazioni in essere con strutture pubbliche e associazioni private, che
si sono consolidate nel corso degli anni,
- dal supporto tecnico-scientifico assicurato dagli istituti zoo profilattici e dai Laboratori di
Sanità Pubblica,
- dalle collaborazioni con le Associazioni di categoria e di volontariato rappresentative del
territorio,
- dal dialogo e dal confronto che è stato ricercato con gli OSA (Operatori del Settore
Alimentare).
Si ritiene opportuno ricordare e, con l’occasione del report, ringraziare
le principali
collaborazioni in atto:
ARPA nella gestione delle problematiche ambientali e dei controlli sulle aziende che
svolgono attività che impattano sull’ambiente,
Comitato Provinciale di Coordinamento per la prevenzione e la sicurezza nei
luoghi di lavoro, composto da
- Amministrazioni Comunali
- strutture pubbliche di controllo della sicurezza e regolarità dei rapporti
di lavoro (Direzione Territoriale del Lavoro, INAIL, INPS)
- forze sociali (imprenditoriali e sindacali) del mondo del lavoro
- UOOML dell’Azienda Ospedaliera di Vimercate e del San Gerardo di
Monza
- Università
- Associazioni e Ordini professionali,
Aziende Ospedaliere, AREU e Protezione Civile aggiornando i protocolli di intervento in
materia di emergenza di sanità pubblica.
La rete degli Istituti Zooprofilattici Sperimentali, che con la loro specializzazione nei
vari settori della Sanità Pubblica Veterinaria, sono sempre un supporto e un riferimento
tecnico –scientifico per gli operatori del territorio
La UO Governo della Prevenzione e Tutela sanitaria e La Unità Organizzativa
veterinaria della Regione Lombardia, punto di riferimento per tutte le attività dei
Dipartimenti di prevenzione dell’ASL.
Scuole Pubbliche e Paritarie con il coordinamento dell’Ufficio Scolastico Provinciale
Professionisti della salute: Farmacisti, Medici di Medicina Generale, Pediatri di famiglia,
Erogatori Pubblici e Privati
Comuni del territorio: Uffici di Piano e strutture socio-assistenziali, Polizia Locale per la
prevenzione degli infortuni stradali
Terzo settore ed associazioni di volontariato della Provincia di Monza e Brianza
Associazioni delle professioni e insediamenti produttivi del territorio: Grande
distribuzione organizzata, Ordini professionali, Associazione Industriali, ristoratrici,
associazioni sportive
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