Inhibin B concentration is predictive for long
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Inhibin B concentration is predictive for long
Inhibin B concentration is predictive for long-term azoospermia in men treated for testicular cancer Andrology 2014;2:252-258; DOI: 10.1111/j.2047-2927.2014.00182.x S. ISAKSSON (1,2), J. EBERHARD (2), O. STÅHL (2), E. CAVALLIN-STÅHL (2), G. COHN-CEDERMARK (3), S. ARVER (4,5), Y. LUNDBERG GIWERCMAN (6) AND A. GIWERCMAN (1) (1) Reproductive Medicine Centre, Skåne University Hospital, Malmö, (2) Department of Oncology, Skåne University Hospital, Lund, (3) Department of Oncology, Karolinska Institutet and University Hospital, Stockholm, (4) Centre for Andrology and Sexual Medicine, Karolinska University Hospital, Stockholm, (5) Department of Medicine, Karolinska Institutet, Stockholm, and (6) Department of Clinical Sciences, Lund University, Malmö, Sweden Correspondence to: Sigrid Isaksson, Reproductive Medicine Centre, Skåne University Hospital, Jan Waldenströms gata 47, 205 02 Malmö, Sweden. E-mail: [email protected] Azoospermia is a serious potential side effect following treatment for testicular cancer (TC). Our purpose was to examine possible predictors of long-term azoospermia in TC survivors. Ejaculates and blood samples were obtained from 217 patients at post-orchidectomy but before further treatment (T0) and/or at one or more of the time points 6, 12, 24, 36-60 months after treatment (T6, T12, T24, T36-60). All patients delivered ejaculates at T36-60, of which 117 also had confirmed presence of spermatozoa in the ejaculate at T0, enabling longitudinal analyses. Types of therapy, cryptorchidism and Inhibin B before and after treatment were evaluated in relation to risk of azoospermia at T36. Inhibin B levels at T6, T12 and T24 were predictors of azoospermia at T36 with cut-off levels at 49.7, 55.9 and 97.8 ng/l respectively (sensitivity 100%, specificity 57–78%). The frequency of azoospermia in all patients at T36-60 was 7.8% (95% CI 4.9–12%). As compared to surveillance patients, only those receiving >4 cycles of chemotherapy or ≥4 cycles of chemotherapy + radiotherapy (RT) had increased risk of long-term azoospermia (63% vs. 4.4% in the surveillance group; p=0.0018). In conclusion, all patients with sperm production at post-orchidectomy but before further treatment and Inhibin B >56 ng/l 12 months after treatment had sperm production 3 years post-treatment. Eight per cent of TC survivors had azoospermia 3-5 years post-treatment, with highest risk in those receiving >4 cycles of chemotherapy or ≥4 cycles of chemotherapy in combination with RT. La concentrazione di Inibina B è predittiva per l’azoospermia a lungo termine negli uomini trattati per il cancro testicolare L’azoospermia è un serio potenziale effetto collaterale del trattamento per il cancro testicolare (TC). Il nostro scopo fu di esaminare i possibili predittori per l’azoospermia a lungo termine nei sopravvvisuti al TC. Furono ottenuti i campioni di ejaculato e di sangue da 217 pazienti dopo l’orchiectomia ma prima di ogni altro trattamento (T0) e/o a uno o più dei tempi fissati a 6, 12, 24, 36-60 mesi dopo il trattamento (T6, T12, T24, T36-60). Tutti i pazienti rilasciarono l’ejaculato al T36-60, e di questi in 117 fu altresì confermata la presenza di spermatozoi nell’ejaculato al T0, consentendo l’analisi longitudinale. Furono valutati ai fini del rischio di azoospermia al T36 i tipi di terapia, il criptorchidismo e l’Inibina B prima e dopo il trattamento. I livelli di Inibina B al T6, T12 e T24 si dimostrarono predittori dell’azoospermia al T36 con un livello limite rispettivamente di 49.7, 55.9 e 97.8 ng/l (sensibilità 100%, specificità 57-78%). La frequenza dell’azoospermia in tutti i pazienti al T36-60 fu del 7.8% (95% CI 4.9-12%). In comparazione con i pazienti solo sorvegliati, solo i pazienti che ricevettero >4 cicli di chemioterapia o ≥4 cicli di chemioterapia + radioterapia (RT) ebbero un incremento del rischio di azoospermia a lungo termine (63% vs. 4.4% del gruppo solo sorvegliato; p=0.0018). In conclusione, tutti i pazienti con produzione spermatica dopo l’orchiectomia ma prima di ogni altro trattamento e con Inibina B >56 ng/l a 12 mesi dopo il trattamento ebbero produzione spermatica 3 anni dopo il trattamento. L’otto per cento dei sopravvissuti al TC ebbero l’azoospermia a 3-5 anni dopo il trattamento, con un altissimo rischio in quelli che ricevettero >4 cicli di chemioterapia o di ≥4 cicli di chemioterapia in combinazione con la RT. Il commento - Ricordiamo che l’Inibina B è l’ormone rilasciato dalle cellule di Sertoli del testicolo in relazione alla buona funzionalità spermatogenetica della linea germinale, ovvero quando tra le cellule germinali (dagli spermatogoni agli spermatozoi) e le cellule di Sertoli (che sono il sostegno della linea germinale) permane l’efficace dialogo biochimico derivato dalla normale funzione, con la conseguenza che la sua secrezione è un segnale per la riduzione dello stimolo delle cellule di Sertoli e della spermiogenesi da parte dell’ipofisi (i normali bassi livelli di FSH). Quindi il livello di Inibina B è sempre abbastanza consistente e non scende sotto i 150 pg/ml o ng/l) quando la spermiogenesi è efficace in ogni suo aspetto e quando le cellule di Sertoli svolgono adeguatamente la loro funzione (fatto controdefinito da livelli di FSH <7 mIU/ml o IU/l). I valori compresi tra 100 e 150 pg/ml sono il segnale più precoce di una disfunzione in atto nella spermiogenesi. Tutti questi dati sono ormai buon patrimonio andrologico e anche qui sono stati presi in considerazione in diversi articoli commentati. Gli Autori fanno il punto della situazione sui valori di Inibina B nei soggetti affetti da cancro testicolare monolaterale (hanno escluso dallo studio le forme bilaterali e recidivanti nel testicolo rimasto dopo orchiectomia e hanno escluso le forme metastatiche al momento dell’intervento chirurgico), ma non riportano i dati degli spermiogrammi dei pazienti prima dell’intervento o dopo l’intervento ma prima di ogni altro trattamento, riconducendo tutto in una generica categoria di presenza di spermatozoi nell’ejaculato in fatto fusa con i soggetti già azoospermici. Questa la ragione per cui i valori limite riportati alle diverse distanze di tempo variano da circa 50 a circa 100 pg/ml o ng/l: infatti è possibile che i valori limite più bassi siano connessi con l’azoospermia rilevata precocemente, mentre la persistenza di valori maggiori a tempi più lunghi sia frutto di una migliore funzione spermatogenetica persistente nel tempo, per quanto in condizioni di elevata sofferenza testicolare. L’elemento più interessante dello studio rimane comunque che l’analisi del valore di Inibina B a 12 mesi dai trattamenti sia fortemente indicativo del mantenimento di una funzione spermatogenetica ancora utile e che riuscirà a mantenersi nel tempo oppure che sia fortemente indicativo di una azoospermia irrecuperabile nel tempo. Poiché il valore di Inibina B è ben correlato con la qualità spermatica dell’ejaculato, gli Autori sottolineano che basta questo valore verificato nel tempo per decidere della condizione dello sperma dei pazienti trattati per cancro testicolare: ciò rende in tali pazienti più semplice la valutazione che richiede un semplice prelievo di sangue e quindi supera ogni difficoltà che questi pazienti possono avere nel produrre un ejaculato con la finalità dell’esecuzione dell’esame spermatico per le molte ragioni che possono intervenire. Noi ci sentiamo di marcare che questo studio diventa utile anche per valutare in modo più efficace anche i pazienti che hanno subito chemio o radioterapie per altre forme di cancro o che abbiano questioni spermatogenetiche per questioni meno gravi del cancro. Infatti conferma altri precedenti studi sul tema e stimola al dosaggio della Inibina B in concomitanza con gli altri ormoni dell’asse ipotalamo-ipofisi-testicoli e la valutazione dei loro rapporti (non solo dei valori in sé) per verificare la reale ed efficace condizione funzionale dei testicoli all’atto delle diagnosi iniziali e nel controllo dei percorsi terapeutici.