leggi la divina provvidenza
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una voce della carità Pubblicazione trimestrale fondata da San Luigi Guanella nel 1892 - Anno CXXIV - numero 3 - III Trimestre 2016 Periodico edito dalla Provincia Italiana della Congregazione dei Servi della Carità - Opera Don Guanella 2016 3 GIUBILEO della MISERICORDIA 8 dicembre 2015 20 novembre 2016 pagina 4 pagina 8 Gli Anni Santi di don Guanella Ero straniero e mi avete accolto La partecipazione di don Guanella alle celebrazioni dell’Anno Santo 1900. L’aiuto a minori e adulti migranti giunti in Italia in cerca di speranza. pagina 13 pagina 19 Vacanze a Sormano (Valassina) Piero e Angela In montagna con gli anziani della Casa Divina Provvidenza in un’accogliente oasi di pace. Intervista a due volontari in servizio nella casa di vacanze per i nostri anziani. Sommario PERIODICO TRIMESTRALE FONDATO DA SAN LUIGI GUANELLA Anno CXXIV n. 3 - III trimestre 2016 LA DIVINA PROVVIDENZA periodico edito dalla Provincia Italiana della Congregazione dei Servi della Carità Opera Don Guanella 3 EDITORIALE 4 DIREZIONE E AMMINISTRAZIONE Casa Divina Provvidenza via Tomaso Grossi 18 - 22100 Como tel. 031 296 711 - fax 031 296 898 sito web: http://www.guanellacomo.it e-mail: [email protected] »» Vacanze a Sormano Direttore di redazione Marco Grega »» Piero e Angela: due volontari a Sormano Progetto grafico e impaginazione Gianmario Colciago Fotografie Archivio Fotografico Guanelliano, Adriano Folonaro, Paolo Rossi, Operatori 4 EVENTI DI CHIESA 8 CRONACA DI CASA [1] 13 CRONACA DI CASA [2] 19 RACCONTI EDIFICANTI 21 DON GUANELLA CI PARLA 25 CRONACA DI CASA [3] 30 MICROPROGETTI 31 GRAZIE, DON GUANELLA! »» Gli Anni Santi di don Guanella (3) »» Ero straniero e mi avete accolto... Direttore responsabile Mario Carrera Collaboratori di questo numero Silvia Bianchi, Silvia Fasana, Adriano Folonaro, Nando Giudici, Marco Grega, Arnold Mata, Davide Patuelli »» Missione è parlare di Dio con le parole e con le opere 8 »» La misericordia secondo don Guanella »» La vita consacrata in Como (3) Stampa Arti Grafiche Frattini viale Industria 9/11 - 20010 Bernate Ticino (MI) tel. e fax (+39) 02 97256041 - 02 9754454 Autorizzazione Tribunale di Como decreto 27.06.1978 n. 3/48 Pubblicazione periodica Poste Italiane SpA, spedizione in abb. post. Iscrizione ROC n. 1219 del 12.12.1989 »» La generosità dei nostri benefattori CON APPROVAZIONE ECCLESIASTICA In copertina: Don Guanella abbraccia i suoi poveri. Monumento bronzeo a don Guanella nella Casa Madonna del Lavoro di Nuova Olonio (Sondrio), opera di Alfredo Vismara. Foto Paolo Rossi 13 21 INFORMAZIONI CENTRALINO: 031.296.711; Direzione Casa Divina Provvidenza: [email protected], sito: www.guanellacomo.it; Santuario del Sacro Cuore: [email protected]; sito: www. sacrocuorecomo.it; Museo "Don Luigi Guanella": 031.296.894 (don Adriano Folonaro); Servizio Civile Volontario: 031.296.783 (sig.ra Elisabetta Caronni); Volontari per RSA: 031.296.774 (sig. Carlo Guffanti); Centro Guanelliano di Pastorale Giovanile: 031.296.783 (sig. ra Elisabetta Caronni); Centro Missionario Guanelliano: 031.296.811 (sig. Silvio Verga); ExAllievi: 031.296.709 solo il mercoledì dalle ore 21.00 (sig. Walter Arnaboldi). Editoriale MISSIONE È PARLARE DI DI0 con le PAROLE e con le OPERE I l mese di ottobre, nel quale ricorre la memoria liturgica del nostro Fondatore, è tradizionalmente anche il mese missionario, nel quale siamo invitati a prendere coscienza che la missione, nella Chiesa, non è affare riservato a qualcuno ma è compito assegnato a tutti. Tendenzialmente siamo stati educati a pensare alla missione come al compito di coloro che, lasciata la loro terra, si recano lontano ad annunciare il Vangelo. Si tratta della missio ad gentes realizzata dai missionari. Di tali figure la storia della Chiesa è disseminata, con luminosi esempi di uomini e donne, molto spesso Religiose e Religiosi, ma non solo, che hanno dedicato la loro vita a portare il lieto annunzio del Vangelo con la loro parola e soprattutto con le loro opere straordinarie in favore dei poveri. In essi l’annuncio della fede, l’evangelizzazione, si è accompagnato alla promozione umana in situazioni di povertà spesso estreme e drammatiche, perché sempre la missione della Chiesa non separa la parola dell’annuncio, la parola su Dio dai segni della presenza del Regno, che si manifestano in gesti e azioni in favore dell’uomo. La parola su Dio, perciò, non è mai disgiunta dallo sguardo sull’uomo. Non li disgiunge e non li può disgiungere se vuole rimanere fedele a chi l’ha voluta, perché la Chiesa è chiamata a continuare nella storia la missione stessa di Gesù il quale, ci ricorda il Vangelo, «...andava attorno per tutte le città e i villaggi, insegnando nelle loro sinagoghe, predicando l’evangelo del regno e guarendo ogni malattia e ogni infermità fra il popolo» (Mt. 9,35). È Gesù, perciò, il primo missionario, il missionario che ispira ogni missione. E quan- do Gesù invia i suoi nel mondo, affida a loro la sua stessa missione: «Andate, predicate che il regno dei cieli è vicino. Guarite gli infermi, risuscitate i morti, sanate i lebbrosi, cacciate i demoni». Missione è parlare di Dio con la parola dell’annuncio e insieme è parlarne con i segni della Sua presenza che ama e salva l’uomo. Madre Teresa, recentemente proclamata Santa, è un segno luminoso di questa missione che continua nel mondo attraverso la Chiesa; non a caso ha voluto che le sue Suore si chiamassero Missionarie della Carità. Don Guanella, ardente di zelo apostolico nell’annuncio del Vangelo e nella carità per i poveri, fu missionario in questo senso evangelico. Le grandi braccia con le quali, nell’immagine di copertina, don Guanella si protende ai poveri, sono certo l’espressione del suo grande cuore, ma sono il riflesso della missione di Gesù che continua nel mondo, e attraverso cuori e braccia generosi desidera raggiungere ed abbracciare ogni uomo. La Casa Divina Provvidenza cerca di essere uno strumento e un’espressione di queste braccia protese e allargate per continuare ad accogliere e abbracciare coloro che, per tante ragioni, vi bussano. Con questo spirito missionario, accanto ai tradizionali servizi che la Nostra Casa offre, ci siamo aperti alle emergenze dei senza fissa dimora e dei profughi. Siamo certi che don Guanella potrà solo sorridere se nella sua Casa Madre si sentono ancora le voci e gli odori di un’arca di Noé… Don Marco Grega direttore Eventi di CHIESA Nell’anno giubilare della Misericordia desideriamo presentare come don Guanella, nel corso della sua vita, ha vissuto l’esperienza del Giubileo. In questo numero rileggiamo alcune pagine del primo numero de "La Divina Provvidenza" del 1900 riguardo all'Anno Santo di inizio XX secolo. di ADRIANO FOLONARO e SILVIA FASANA Gli Anni Santi [3] di DON GUANELLA « Una misericordia ineffabile » I l successivo Anno Santo che don Guanella vive (e sarà anche l’ultimo) è il 1900, indetto da Papa Leone XIII con la Bolla Properante ad exitum saeculum dell’11 maggio 1899. Inoltre il 25 maggio dello stesso anno, con l’Enciclica Annum Sacrum, il Papa «nella speranza e nell’intenzione di rendere più santa questa grande solennità religiosa», proponeva la consacrazione dell’umanità al Sacro Cuore di Gesù. L'esultanza di don Guanella per il Giubileo L’Anno Santo era stato accolto con grande esultanza: anche don Guanella apre il primo numero del 1900 de La Divina Provvidenza, il periodico delle sue case, con un’acclamazione di giubilo: «Esultiamo! Il Santo Padre ha proclamato solennemente l’anno santo». L’articolo prosegue così: «Quanti hanno fede, ed amano la nostra Santa Religione, esultano della solenne proclamazione dell’Anno Santo, fatta in Roma dal nostro Augusto 4 / La Divina Provvidenza 3-2016 Pontefice la vigilia di Natale del 1899. Noi con vero tripudio e con affettuosa venerazione c’inchiniamo al grande Leone XIII, che volle con quest’atto magnanimo, implorare tutti i tesori delle sante indulgenze sulla umana famiglia, affinché purificata e santificata entri nel secolo ventesimo. […] La casa della divina Provvidenza invoca più che mai 1’aiuto divino su chi la dirige, sulle Reverende Suore che ne sono le ministre intelligenti e disinteressate, e chiede al Signore aiuti e lumi speciali per condurre a buon termine le opere già avviate od iniziate, e quelle ancora che si propone Impetriamo altresì le grazie del Signore sui Cooperatori della casa della divina Provvidenza e sulle Dame - circa 500 - riunite in Pio Consorzio in Milano, benedette da S. E. il nostro amatissimo Cardinal Ferrari e dirette da Monsignor Brera con senno e con cuore. […] Noi facciamo solenne promessa, o Maestro delle anime, di offrire ogni giorno preci e sacrifici perché copiosi scendano sulla terra i frutti dell’Anno Santo! E Gli Anni Santi di don Guanella Papa Leone XIII apre la Porta Santa Cartolina del Giubileo 1900 La copertina de "La Domenica del Corriere" del febbraio 1900 ricorda il Giubileo tu, noi pure largamente benedici, o Gesù nostro». Don Guanella pellegrino a Roma Tra l’aprile e il maggio di quell’anno, don Guanella si reca a Roma in pellegrinaggio per lucrare l’indulgenza: la cronaca dell’evento è pubblicata sul numero di maggio de La Divina Provvidenza dalla stessa direttrice del periodico, Maddalena Albini Crosta, che l’aveva accompagnato: «Il Direttore della Casa della Divina Provvidenza, ansioso di lucrare per sé e per tutte le persone da lui dipendenti o a lui in qualche modo legate con vincoli di riconoscenza o dai quali egli riceve l’ajuto nelle sue opere, recossi in Roma santa il 29 aprile, e in Roma con giubilo seguì il devoto pellegrinaggio milanese nelle pratiche indette per ottenere La Divina Provvidenza 3-2016 / 5 Eventi di CHIESA Gli Anni Santi di don Guanella ANNO SANTO DEL 1900 un evento di purificazione e di santificazione della famiglia umana all'ingresso del ventesimo secolo il Santo Giubileo, che speriamo noi pure d’aver conseguito. Il viaggio fu felicissimo e le fatiche di quasi ventiquattr’ore di via ferrata furono largamente compensati quando si poté piegar le ginocchia sui gradini della Porta Santa e del maggior tempio della cristianità. L’uno e il due Maggio furono impiegati nella visita nelle Basiliche […] non si può passare sotto silenzio […] il gaudio inesplicabile, paradisiaco che il tre Maggio, il giorno dedicato alla Santa Croce, era riservato a tutti i pellegrini. Per le undici era indetta l’udienza Pontificia, ma alle nove l’atrio della Basilica di S. Pietro era pieno, aspettando che se ne aprissero le porte. Alle nove e mezzo erano già tutti entrati, o almeno la maggior par- 6 / La Divina Provvidenza 3-2016 te, lasciando ai pochi, fortunati delle tribune di giungere all’ora indicata. Non si può tacer che la calca era tanto formidabile lungo gli steccati che segnano e difendono la via per la quale il Papa doveva passare, che era un’oppressione, era un gridare, un lamentarsi, uno spingersi da far pietà. Ma, quando pochi minuti prima delle dodici le porte della grande Basilica si chiusero, e qualche cosa accennò che, dalla Cappella del Sacramento, usciva in sedia gestatoria il Vicario di Cristo, un urrà universale si levò, e soli non gridavano quelli cui la commozione invincibile toglieva la parola. Io da una tribuna potei vedere il corteo salire su su fino all’altare papale; potei vedere il Santo Padre scendere dalla se- dia gestatoria, inginocchiato sui gradini dell’altare, finché i cantori ebbero cantato le litanie; lo vidi sorretto da due prelati salire fino all’altare, e di lì voltarsi e benedire. Oh! come ridire l’impressione provata nel sentire quell’augusto Vegliardo con una forza sovrumana levar la sua voce - che fu intesa per tutto il tempio - e benedire? Quando fu a dire Spiritus Sanctus cantò il San - an - ctus in tre riprese, parendo richiamare per quest’atto solenne tutte le sue forze. Come ridire quei momenti di gioia ineffabile, sovrumana? In quel momento Don Guanella, io, tutti, ci richiamammo alla mente e al cuore la lunga e cara litania delle persone cui ci stringono legami di sangue, di affetto o di riconoscenza, per avvolgerli Eventi di CHIESA Apertura della Porta Santa e medaglia dell'Anno Santo 1900 Papa Leone XIII Don Luigi Guanella nel 1900 «Noi con vero tripudio e con affettuosa venerazione c’inchiniamo al grande Leone XIII, che volle con quest’atto magnanimo, implorare tutti i tesori delle sante indulgenze sulla umana famiglia, affinché purificata e santificata entri nel secolo ventesimo» in quella benedizione, perché appunto questa cade sui pellegrini e sulle loro famiglie e sui loro cari. D. Guanella, nell’effusione dell’animo suo, gonfio di fervore di carità, vuole che a tutti io dica che per tutti ha pregato i lettori del suo giornaletto, e dica a tutti che qui in Roma ha trovato incoraggiamenti e appoggi alle opere sue. […] La benedizione Pontificia e i frutti dell’anno santo sieno benedizione a questa e a tutte le opere dalla divina Provvidenza!». Una poesia sull'Anno Santo del 1900 Sempre sfogliando le pagine de La Divina Provvidenza del 1900, troviamo che nel numero di settembre viene pubblicata una poesia dal titolo L’Anno Santo, a firma di A. Galleani, per mantenere alta l’attenzione dei lettori sull’importante momento di grazia, di «pace e perdono» che stavano vivendo in quell’anno: «Voce del ciel suonò, di pace amica: / voce di giubilo, solenne grido / portò per ogni mar, per ogni lido / pace e perdono. Cantate o popoli, cantate lodi, / inni sciogliete, cantici d’amore, / ecco comparso l’anno del Signore: / pace e perdono. / Nella città dei santi, in Roma eterna / invitta Fede trasse avida gente / d’ottenere dal Figlio onnipossente / pace e perdono. / Salve augusta città, salute o Sionne! / dove del Salvator regna la Fede / che per tutti noi miseri concede / pace e perdono». Una lettera di don Guanella Infine un accenno dell’Anno Santo 1900 si trova anche in una lettera di don Guanella spedita da Milano il 3 febbraio 1900 al vescovo di Como Teodoro Valfré di Bonzo, con la quale espone la situazione di un tale chierico Giuseppe Crippa di Monza che sia il Cardinale di Milano che il Cardinale di Milano non volevano ordinare sacerdote: «Io non dovrei proferir sentenza ma la cosa è tanto chiara, e le loro Eccellenze che ora si recano al guadagno delle Indulgenze dell’Anno Santo potrebbero ognuna porgere un dito e ajutare un innocente, e dare alla Chiesa un ministro che certo farà del bene, e così consolarlo da una serie di prove che ormai può bastare» (Fine). La Divina Provvidenza 3-2016 / 7 CRONACA di casa CASA DIVINA PROVVIDENZA www.guanellacomo.it ① Opera Don Guanella Via Tomaso Grossi 18 22100 COMO (Italy) Cronaca di di DAVIDE PATUELLI NANDO GIUDICI - ARNOLD MATA CASA di Autore guanelliana Ero straniero e mi avete accolto… di DAVIDE PATUELLI Fa parte della storia della Casa della Provvidenza la capacità e anche il coraggio di accettare sfide sempre nuove nell’avventura del servizio al povero. Ce l'ha insegnato lo stesso San Luigi Guanella 8 / La Divina Provvidenza 3-2016 C hi capita in questi tempi in Casa Divina Provvidenza non può non accorgersi di quante presenze “colorate” sia piena la nostra struttura. Per non fare confusioni indebite andiamo con ordine nella descrizione. I nostri lettori hanno già avuto modo di informarsi nei numeri precedenti circa la presenza presso di noi di un gruppo di richiedenti asilo. La loro presenza ha avuto inizio nell’estate del 2014: sono sedici adulti, grossomodo tra i venti e i quaranta anni. Cercano un lavoro e una sistemazione di vita dignitosa, e nell’accoglierli cerchiamo di far capire loro che questi due obiettivi non cadono dal cielo, ma sono il frutto di un impegno che si coltiva giorno per giorno. Per mediare questi due importanti contenuti abbiamo deciso di compiere qualche passo in avanti. Anzitutto abbiamo voluto migliorare la condizione abitativa di queste persone: da una zona di casa piuttosto ristretta sono passati ad un’altra dotata di camere più spaziose, con un corridoio luminoso di collegamento fra di loro, una cucina più ampia. Il salto ha voluto significare non solo un passaggio a un agio maggiore, ma anche una maggiore presa in carico di un Ero straniero e mi avete accolto La disponibilità di diversi volontari ha reso possibile allargare la tenda della carità a più persone adulti e minori - giunte in Italia alla ricerca di una vita più sicura e più dignitosa Giovani alle prese con una nuova lingua Silvia e Viola: momento insieme con i profughi ambiente che, proprio perché bello, deve essere maggiormente curato. Dal momento poi che in questo cammino c’è bisogno di punti di riferimento, ecco la scelta di puntare su due figure che, in stretto collegamento con la comunità religiosa e umanamente e professionalmente solidi, affiancano questi nostri fratelli in ogni ambito della loro vita: condivisione della quotidianità, ricerca lavoro, cure mediche, apprendimento dell’italiano. Simone e Franco (questi sono i loro nomi) portano avanti questa missione. I fatti di cronaca legati alla stazione di San Giovanni hanno poi coinvolto anche la nostra Casa. Verso metà agosto, quando il numero di queste persone, respinte dalla autorità elvetiche, è diventato considerevole, ammassandosi all’ingresso della stazione e nel prato antistante, abbiamo adibito uno spazio idoneo della casa per un’accoglienza. Inizialmente abbiamo pensato a un servizio rivolto a mamme con i loro piccoli, credendo che questa fosse una priorità. I numeri di quei giorni però ci hanno dato torto, ed allora abbiamo puntato sui minori, presenti in città nell’ordine di diverse centinaia. Non abbiamo fatto fatica a riempire le stanze. Da allora, tutti i giorni, una quindicina fra ragazzi e ragazze provenienti dalla Somalia, dall’Eritrea, dall’Egitto, dalla Guinea e da altre nazioni è stata ospitata nei nostri spazi, inviata dalla Caritas. Si è trattato di un’accoglienza che ha puntato ai loro bisogni essenziali: un piatto caldo, un letto, la possibilità di giocare e di imparare un po’ di italiano, ma soprattutto il calore di un’accoglienza serena e gioiosa. Notevole in questa circostanza l’apporto dato da un nostro chierico, il congolese Arnold Mata, che ha condotto con intelligenza, passione e dedizione questo servizio. Ed è stato bello anche vedere fiorire in un modo certamente inaspettato un gran numero di volontari che ha dedicato tempo ed energie per questi ragazzi, ciascuno secondo le proprie possibilità. In questo momento in cui la rivista va in stampa ci stiamo chiedendo in che modo dare continuità a questa bella ed impegnativa esperienza. Ci guida l’esperienza caritatevole di don Guanella, il quale ancora oggi ci ripete che «Fermarsi non si può, finché ci sono poveri da soccorrere e bisogni a cui provvedere». q La Divina Provvidenza 3-2016 / 9 CRONACA CRONACA didi casa casa di Autore senza fissa dimora La testimonianza di un giovane religioso guanelliano nel Centro diurno per i "senza fissa dimora" della Casa Divina Provvidenza di ARNOLD MATA La carità è petalosa La riflessione di NANDO GIUDICI F a parte della storia della Casa della Provvidenza la capacità e anche il coraggio di accettare sfide sempre nuove nell’avventura del servizio al povero. Lo stesso San Luigi Guanella, oggi più vivo che mai, a più di cent’anni dalla morte, ci aveva insegnato che «Fermarsi non si può finche ci sono poveri da soccorrere e necessità a cui provvedere». E per quanti hanno avuto la fortuna di credere a queste parole, per quanti hanno la fede di credere nel Vangelo più che nei calcoli e nelle misure umane, è dato di scoprire che veramente il bene è contagioso, e con esso anche le opere di bene. Diciamo a ragione che la carità è “petalosa”, cresce di grandezza e di bellezza come un fiore! Vale la pena documentarlo per fermare il dilagante pessimismo. Dentro questa cornice “buona” voglio parlare del moltiplicarsi, nella Casa Madre guanelliana di Como, delle nuove iniziative e dei nuovi servizi di accoglienza e di aiuto. La nostra famiglia religiosa, insieme ai servizi più tradizionali della casa (gli anziani e i minori) ha sentito il dovere di aprire spazi di accoglienza anche per i profughi, per i senza fissa dimora e recentemente anche per i minori stranieri non accompagnati. Lo ha fatto, mossa dallo stesso Cuore di Carità di San Luigi Guanella. Un Cuore che ha battiti e fremiti talvolta ingovernabili. È racchiusa qui dentro, nel Cuore del carisma Guanelliano, la decisione, proprio nella recente estate 2016, di aprire uno spazio all’accoglienza dei minori stranieri non accompagnati (vedi articolo precedente). Sono alcuni di quei numerosi ragazzini minorenni, soli, completamente soli, senza genitori né parenti, che in coda al flusso migratorio di tanti profughi stanno fuggendo da guerra e povertà e cercano un futuro e una fortuna in Europa. Sono soprattutto Somali, Eritrei, Etiopi, Afgani, Guineani, Libici…. Sognano di raggiungere la Germania, l’Olanda, il Belgio, la Scandinavia, l’Inghilterra. Ma la loro corsa finisce invece sul confine Italo svizzero. Vengono fermati alla stazione di valico, fatti scendere dai treni, rinchiusi sotto vigilanza in spazi di detenzione prima di essere espulsi e restituiti (?) all’Italia come merce indesiderata. Arrivano così, spaesati, stanchi e provati. In pochi giorni in Casa Divina Provvidenza abbiamo allestito uno spazio di accoglienza: quindici continua a pagina 12 10 / La Divina Provvidenza 3-2016 M i chiamo Arnold Mata (a sinistra nella foto sopra) e sono chierico nella Congregazione dei Servi della Carità. Provengo dalla Repubblica Democratica del Congo e ora sto frequentando gli studi teologici a Roma in preparazione alla professione perpetua e all’ordinazione sacerdotale. Conformemente alla tradizione della nostra Congregazione, è previsto che, alla fine di ogni anno accademico, ci sia un’esperienza apostolica che ci dia l’opportunità di lavorare per il bene dei poveri. Proprio alla fine dello scorso anno accademico sono stato inviato a Como, presso la Casa Madre, dove ho potuto operare nel Centro Diurno per senza fissa dimora. Tra i senza fissa dimora che frequentano il Centro, molti sono profughi che provengono da culture diverse. Una cosa meravigliosa ed importante di questo Centro è l’apertura ad una vita fraterna, dove ognuno, a suo modo, esprime la ricchezza della propria cultura. Ci si incontra ogni pomeriggio. Molti di loro, quasi tutti, e soprattutto in questi ultimi mesi, dormono alla stazione ferroviaria San Giovanni di Como, perché sono senza dimora. Per questo, desiderando aiutarli, abbiamo una doccia per quelli che desiderano lavarsi. Ma prima di fare la doccia, diamo loro qualche indumento intimo. Prepariamo loro anche la merenda, non soltanto perché vengono da noi già affamati, CRONACA di casa ma soprattutto per arricchire il nostro momento di gioia e di vita fraterna. Davvero mi ritengo fortunato di essere entrato in contatto con loro, perché questa esperienza ha molto arricchito la mia persona. Dopo quasi due settimane con loro, c’è stato un ragazzo musulmano di trentasette anni, M., che è venuto da me dicendomi: «Vivendo con te sono riuscito a capire che tutti siamo amici e quindi non c’è bisogno di fare discriminazione tra musulmani e cristiani, o tra bianchi e neri; non serve essere razzista perché ho visto che tu riesci a mettere insieme musulmani e cristiani, bianchi e neri senza un’idea di prevalenza di una cultura sull’altra. Riesci a scherzare e giocare con tutti senza discriminazione. Questo mi ha spinto a dirti che ho imparato a vivere con tutti come fratelli; tanto Dio è Uno e Unico ed è Colui che noi musulmani chiamiamo “Allah”». Mentre egli mi parlava, io mi sentivo come se fossi in un mondo diverso, non riuscivo a credere a ciò che mi diceva. Ero colmo di gioia, ma non sapevo come esprimere quella gioia davanti a lui. Almeno alla fine ho avuto il coraggio di dirgli: «grazie mille per la tua sincerità. Sono contento che tu abbia capito l’importanza di vivere con tutti senza discriminazioni, e mi farebbe ancora piacere se tu riuscissi non soltanto a vivere ciò che hai detto ma anche e soprattutto se insegnassi ai tuoi ciò che hai imparato». Ed egli mi ha risposto: «Va bene». Questo dialogo mi ha fatto riflettere tanto prima di dormire. Non è però l’unica cosa che posso raccontare della mia esperienza di quest’anno. C’è stato un altro ragazzo musulmano, B., di cui quasi tutti mi avevano parlato dicendomi che era un ragazzo un po’ “fuori di testa”, che non capiva niente e quindi era quasi inutile parlargli. Da una parte, avevano ragione perché quel ragazzo non capisce l’italiano, né l’inglese e neppure francese, ovvero tutte le lingue che di solito uso per comunicare con loro. Egli parla solo arabo, la lingua che la maggior parte nel Centro parla. Ho però capito di autore che chi ne parlava male non aveva ragione, perché anche senza l’uso della lingua sono riuscito a comunicare con lui, e ho compreso che il “linguaggio dell’amore” supera barriere e confini. Ho pensato a don Guanella, a quanto insisteva nell’invitarci a passare per le «vie del cuore», e ho così sperimentato che anche senza l’uso delle parole, usando però segni e gesti di rispetto, di attenzione e di vicinanza, ci si può conoscere ed entrare in relazione. Con questo metodo sono riuscito a creare un rapporto splendido con lui. Ogni volta che veniva, mi cercava per un saluto affettuoso prima di stare con gli altri. E vi dico, è un ragazzo molto caro. Adesso i suoi compagni del Centro hanno scoperto che non è cattivo come pensavano. L’hanno preso con loro come un amico. Anzi, sono diventati veri amici. Questo mi ha colpito e insegnato un’altra cosa; che occorre cioè imparare a conoscere le persone per scoprire le ricchezze che hanno, senza fermarsi alle apparenze. Credo di aver anche capito che, per arrivare a questo livello, bisogna essere umili perché l’umiltà, come dice San Francesco di Sales, è una carità discendente; e la carità invece è un’umiltà ascendente. Per fare la carità bisogna, cioè, essere umili. È l’umiltà che ci fa avvicinare ai poveri ed entrare in rapporto con loro. È davvero una cosa splendida per noi che vogliamo essere seguaci di Cristo e figli di don Guanella. Per concludere, devo confessare che in quest’esperienza mi sono arricchito di tante belle cose. Ciò che ha reso la mia esperienza bella e unica è stato anche il fatto di confrontarsi con religioni e culture diverse. Perciò ringrazio il Signore per il dono di quest’esperienza e chiedo la Sua grazia perché io possa essere sempre disponibile a vivere con tutti senza discriminazione, da fratello a fratello. q La Divina Provvidenza 3-2016 / 11 CRONACA di casa Ero straniero e mi avete accolto posti letto più qualche materasso a pavimento per l’emergenza. Abbiamo iniziato a rispondere, così solo col cuore e in maniera improvvisata e poco strutturata con alcuni volontari: un sorriso, un tetto, un letto, la doccia, il pasto mattino e sera… tanta preoccupazione per loro, un po’ di cura e un grande desiderio di proteggerli. Chissà come la cosa evolverà nel futuro prossimo, per loro e per noi. Per adesso siamo certi di strappare già un piccolo sorriso a don Guanella, dal cielo. Non ci sarebbe altro da raccontare, se non che tutto questo sta generando un meraviglioso movimento di bene, di generosità, di volontariato attorno alla nostra Opera e ai sui poveri. Gli occhi dei ragazzini accol- qualcosa da donare. Molti di loro potrebbero anche raccontare una storia personale di riscatto da prove e fatiche, che però non ha tolto la dignità di continuare a guardare positivamente alla vita e soprattutto la certezza di aver ancora qualcosa da dare agli altri: un po’ di tempo, una gentilezza, un pezzo di speranza. Quanto sta avvenendo ha del miracoloso. Dio ci sta regalando, attraverso il servizio ai poveri, una esperienza di Grazia inattesa. Non solo con riferimento agli sviluppi della Casa Divina Provvidenza. Non solo con il pensiero rivolto a tanti ragazzi che hanno trovato finalmente, qui al don Guanella, un luogo di pace e di ristoro dopo troppe fughe ti faticano a tenere nascosto il bisogno che non è solo quello di trovare un ristoro e un vestito, ma soprattutto di poter credere che anche per loro esiste una speranza e una prospettiva di vita diversa dagli orrori sperimentati. Ebbene, i primi a raccogliere questo bisogno e a dare risposta è stata la gente semplice, il capitale umano del “don Guanella”. Ne va data testimonianza, con tanta, molta riconoscenza! Infatti se mi guardo attorno vedo che «tutto il mondo è patria nostra». Questa visione di don Guanella vale oggi a pieno titolo per il mondo del volontariato, numeroso e internazionale. Insieme all’Italia, è rappresentata la Romania, l’Albania, il Kenya, il Congo, la Nigeria, il Madagascar, l’Eritrea. Si tratta di gente umile e feriale: insieme ai giovani anche alcuni anziani con i loro acciacchi. Nessuno con titoli o competenze specifiche da esibire; tutti però con 12 / La Divina Provvidenza 3-2016 Un momento di gioco Al lavoro per rendere più accogliente la stanza Una partita a calcetto? Sì, grazie! Quanto sta avvenendo nella Casa Divina Provvidenza ha del miracoloso. Dio ci sta regalando, attraverso il servizio ai poveri, una esperienza di Grazia inattesa. e tanta paura. Va detto soprattutto guardando all’esplosione di volontariato. Da tante parti langue e rinsecca! Qui invece è fiorito ed ha conosciuto una nuova primavera. Ed è tutta opera dello Spirito Santo, da raccontare e riconoscere. Pare che il Signore ci stia dicendo che la “salvezza” del mondo non è opera dei potenti, ma insipienza dei piccoli. Nulla di nuovo! È il Vangelo. Anche qui da noi è accaduto che l’incontro dei semplici con altri poveri ha favorito il miracolo della condivisione: ciascuno ha dato all’altro il suo poco, e poi Dio ha compiuto la moltiplicazione. Ieri come oggi. Nessuna meraviglia. Dio continua a far fiorire il deserto. Una buona lezione anche per noi religiosi guanelliani, perché ci ricordiamo con don Guanella che «È Dio che fa» mentre noi siamo solo dei “poveri meschinelli” che stanno come «pulcini nelle mani della Divina Provvidenza». q CASA DIVINA PROVVIDENZA www.guanellacomo.it ② Opera Don Guanella Via Tomaso Grossi 18 22100 COMO (Italy) CRONACA di di SILVIA BIANCHI CASA guanelliana VACANZE A SORMANO In montagna con gli anziani della Casa Divina Provvidenza in un'accogliente oasi di pace della Valassina «L'esperienza di stare a Sormano, ogni estate, con i nostri anziani nella casa di vacanze, rappresenta l'occasione concreta per rinnovare la motivazione al nostro lavoro quotidiano di operatori in Casa di riposo accanto alle persone anziane» Una vacanza per far vivere ai nostri anziani, «circondati d’affetto», tanti bei momenti di … famiglia, accoglienza, gioia, positività, allegria P er gli anziani ospiti della RSA della Casa Divina Provvidenza di Como il mese di luglio è ormai da tanti anni caratterizzato da un evento molto atteso e amato: le vacanze in montagna. Nella lunga e meticolosa fase della preparazione, già in atto dal mese di aprile, nulla sfugge alla “macchina organizzativa”, per garantire che ogni particolare sia perfetto… o quasi! A partire dal servizio infermieristico assistenziale, a quello religioso, a quello educativo e animativo e non ultimo a tutti i servizi di tipo domestico; tutto viene ben studiato ed organizzato nei minimi particolari, affinché un gruppo di una ventina di anziani, insieme a volontari e La Divina Provvidenza 3-2016 / 13 CRONACA di casa operatori, possano trascorrere un periodo di almeno due settimane in trasferta in tutta sicurezza e con la garanzia di poter soddisfare al meglio i bisogni di ciascuno, proprio come avviene nella RSA a Como. Una simpatica e chiassosa carovana di macchine e pullmini parte in mattinata da Como destinazione Sormano, un piccolo ma delizioso paese nella meravigliosa cornice dei monti del Triangolo lariano, ai piedi del Pian del Tivano, ad un’altitudine di quasi 900 metri, dove si gode ancora di aria buona di montagna e di quel “bel freschino” che, soprattutto la sera, rigenera dalla afosa estate comasca e garantisce notti estive riposate e ben lontane dalle zanzare e dall’umidità lacustre, pronti dunque a trascorrere due settimane all’insegna del relax, della buona compagnia, del divertimento... Tutti a Sormano, tra gli ormai pochi abitanti e i ben più numerosi (in gran parte milanesi) villeggianti, sono in attesa della consueta “venuta” dei gruppi guanelliani, che, durante i mesi estivi, danno vita alla Casa Guanella, purtroppo chiusa e poco utilizzata per tutto il resto dell’anno. di Autore Certamente tutti ci attendono, tutti aspettano che questa splendida villa dei primi del secolo scorso prenda vita e si popoli di voci, di allegria, di musica e colori e le cui porte sono sempre aperte alla condivisione della quotidianità con la gente del luogo. Questo è infatti uno degli aspetti principali che caratterizzano il nostro periodo di soggiorno a Sormano, che si traduce in numerosi momenti vissuti insieme alla comunità locale, come ad esempio la S. Messa celebrata dai religiosi guanelliani la domenica in parrocchia, la presenza attiva del nostro caro don Carmelo negli appuntamenti religiosi della comunità parrocchiale locale, unita alla celebrazione quotidiana della S. Messa nella cappella della nostra Casa, a cui partecipano attivamente diversi abitanti e villeggianti di Sormano. Molto sentita è anche la compartecipazione agli eventi e alle feste estive organizzate dal paese, nonché i pomeriggi musicali, danzanti e folkloristici che si svolgono nella nostra casa estiva, aperti a tutti coloro che vogliono partecipare. SORMANO è un comune italiano di 638 abitanti della provincia di Como in Lombardia. Il comune si trova all'interno del cosiddetto Triangolo Lariano. Fu terra di origine e primo feudo della famiglia dei Sormani. UN’ACCOGLIENTE OASI DI PACE E CONDIVISIONE A d accoglierci quest’anno una grande bandiera della pace appesa alla parete della casa proprio di fronte alla strada a significare lo spirito di accoglienza e di apertura verso l’altro che pervade ognuno di noi, appartenenti a questa grande comunità che, più che mai, in occasioni come questa, sa essere famiglia, vivendo insieme e raccogliendo in sé tante differenti età, personalità, professioni, provenienze (etniche 14 / La Divina Provvidenza 3-2016 e sociali), che, unitamente, perseguono l’unico scopo di camminare insieme, imparando a volersi bene, a collaborare e ad arricchirsi vicendevolmente. La casa di Sormano è dunque grande e c’è spazio per tutti, a partire dallo splendido e immenso giardino, fitto di piante secolari, fiori e zone ombreggiate (vero ristoro per gli anziani dove amano trascorrere all’aria aperta la maggior parte del loro tempo), con la possibilità anche Panoramica di Sormano con il suo castello. Anziani in gita sui monti intorno a Sormano La casa di vacanze dell'Opera Don Guanella a Sormano con la grande bandiera della pace CRONACA di casa di scoprirlo in lungo e in largo, grazie ai vialetti percorribili anche da chi è in carrozzina. Entrando dall’ingresso principale, incorniciato da un delicato tralcio di glicine, troviamo, al piano terreno, una grande sala da pranzo, luminosa e accogliente, aperta da ampie finestre, da cui si ammira il panorama sui monti e dove, sempre tutti insieme, si consumano i pasti in un clima di serenità e condivisione. Segue un grande salone con il camino, di autore dove ci si raduna e, in piccoli gruppi, si gioca a carte la sera prima di andare a dormire, si legge, si guarda un po’ di televisione e ci si raccontano storie lavorando a maglia…, nell’attesa del bacio della buonanotte!! Troviamo poi la grande cucina… ovvero… il regno di Piero, il nostro mitico cuoco, che, insieme alla moglie Angela da moltissimi anni ormai, con la loro presenza volontaria, sono garanzia, oltre che La Divina Provvidenza 3-2016 / 15 CRONACA di casa di buon cibo, anche e soprattutto di affetto e umanità nel vero significato dello spirito di famiglia guanelliano. Ai piani superiori, agevolmente raggiungibili da tutti con un comodo ascensore, oltre che dalle scale, si trovano le camere: al L Vacanze a Sormano primo piano quelle degli anziani, adeguatamente strutturate per ogni esigenza e disabilità, con letti attrezzati, bagni assistiti ecc.. e al secondo, in mansarda, quelle dei volontari, degli operatori e dei ragazzi del Sormano Camp. ESPERIENZE DI GRANDE VALORE e giornate a Sormano sono intense di impegno e di lavoro per tutti: operatori, volontari, giovani, ma soprattutto sono ricche di emozioni che, condivise così strettamente insieme ai nostri anziani, permettono in particolare a noi operatori, di vivere, rispetto al lavoro quotidiano in struttura, la vera essenza del rapporto con loro nel contesto di una dimen- 16 / La Divina Provvidenza 3-2016 sione più domestica e familiare. Abbiamo infatti l’opportunità di approfondire la nostra conoscenza con ognuno degli anziani presenti, che il frenetico lavoro quotidiano in RSA durante l’anno non sempre ci permette di fare come vorremmo. Durante questo periodo abbiamo infatti maggiore possibilità di ascoltare più intensamente ed attentamente le loro storie di vita, di autore IL RUOLO PREZIOSO DEI GIOVANI VOLONTARI D a alcuni anni il soggiorno degli anziani è allietato dalle voci, dai canti e dalle risate dei giovani volontari che partecipano al periodo di vacanza insieme a loro, portando il loro quotidiano fondamentale contributo nei lavori di casa, nell’accompagnamento, nella compagnia ai “nonni” e nell’organizzazione di attività di animazione per il tempo libero. Ogni anno al “Sormano Camp” sono infatti presenti almeno una quindicina di giovani tra ragazzi e ragazze, dai sedici ai ventisei anni, di varia provenienza, sia scolastica che geografica. In particolare quest’anno sono state perfino presenti tre giovani ragazze che, a conclusione del loro anno di Servizio Civile Volontario nella Casa guanelliana di Alberobello in Puglia, hanno scelto di fare questa esperienza con gli anziani a quasi 1000 chilometri di distanza da casa! Le giornate volano, dense di attività sempre nuove e divertenti, svolte dai ragazzi con la guida del servizio educativo presente. Le attività della settimana spaziano dai giochi di gruppo organizzati nella piazza del pa- ese, ai laboratori creativi e di cucina, dai momenti di canto insieme alla condivisione quotidiana della S. Messa Durante il periodo di vacanza a Sormano chiunque voglia venire a trovarci o a farci visita è il benvenuto, secondo il motto del cuoco Piero: «Un piatto in più!...che problema c’è? Si aggiunge un posto a tavola!!» e proprio in nome di questo spirito di condivisione è nata da qualche anno la “Domenica delle famiglie”, una giornata di festa durante la quale si vive la gioia di stare insieme alle famiglie degli anziani, dei ragazzi, degli operatori e dei volontari, che desiderano trascorrere una giornata serena all’insegna del buon cibo (si pranza insieme in giardino e ognuno cucina qualcosa di particolare), della preghiera (al mattino si partecipa tutti alla S. Messa in parrocchia), della musica, del canto, del ballo e del divertimento (alcuni abitanti della zona, che si dilettano in arti musicali e di folklore vengono da noi e allietano il pomeriggio con i loro spettacoli)… il tutto in un’atmosfera speciale di gioia e affetto… come una grandissima unica famiglia! q La Divina Provvidenza 3-2016 / 17 CRONACA di casa seguendo tempi più dilatati e, in maniera più rilassata, acquisire confidenza con loro, in quell’ottica della costruzione di autentici rapporti di fiducia, che, in momenti così intensi e significativi, vanno oltre la relazione operatore - utente, diventando così legami più forti… e godendo davvero del piacere di stare insieme! di Autore questa esperienza rappresenta un evento formativo di grande valore, senza eguali rispetto ai tradizionali percorsi di tirocinio svolti durante l’anno. Questa si rivela per loro un’occasione per scoprire da vicino il valore della persona anziana, mettendosi in gioco in una relazione (forse per tanti di loro inconsueta) ma di scoperta di se stessi e dell’al- o t n e m a t n u p p a … a r o E all ! ! e t a t s e a im s s o r p a all Non mi stanco di ripetere che sono proprio esperienze coinvolgenti e “vere” come questa, vissuta e rinnovata ogni estate a Sormano, a rappresentare le occasioni concrete che servono a rinnovare la motivazione al nostro lavoro quotidiano di operatori in Casa di riposo accanto alle persone anziane. Allo stesso modo, per i volontari, (di cui alcuni tra loro anche già inseriti e presenti tutto l’anno in RSA), queste opportunità costituiscono una fondamentale occasione per prendere maggiore consapevolezza del loro importante ruolo a fianco delle persone anziane e bisognose, dando quindi significato al loro operato e al loro tempo dedicato all’altro. Per i giovani, poi, che ogni anno aderiscono al Sormano Camp, 18 / La Divina Provvidenza 3-2016 tro, avvalorando così il senso più profondo che lo scambio intergenerazionale porta con sé. La conferma che tali esperienze hanno un valore immenso anche nella vita dei nostri anziani ci viene testimoniata ogni anno dalle loro manifestazioni di entusiasmo e gioia spontanea ed autentica, anche da parte di quelli che, inizialmente intimoriti dal cambiamento della routine quotidiana, poi via via si lasciano trasportare e, vivendo giorno dopo giorno, un clima di grande affetto e allegria, manifestano addirittura, alla fine della vacanza, il desiderio di non andare via, di non tornare a casa, ma di voler rimanere a Sormano per sempre! Questo ci fa riflettere su quanto sia importante il messaggio di don Guanella sulla necessità di continuare a far vivere ai nostri anziani «circondati d’affetto», tanti bei momenti di …FAMIGLIA, ACCOGLIENZA, GIOIA, POSITIVITÀ, ALLEGRIA e su quanto la nostra comunità religiosa guanelliana ne valorizzi il significato, tanto da permettere che questa meravigliosa esperienza si possa rinnovare ogni anno! q RACCONTI edificanti Due volontari a Sormano Piero e Angela C i scherzano pure sui loro due nomi, che insieme fanno il nome e cognome di un noto presentatore televisivo. Come se loro due, sposati da cinquantatré anni, con cinque figli, fossero una sola persona, un solo grande cuore, un solo impegno per gli altri, pur nella diversità di caratteri e temperamenti. Una bella coppia proveniente da Laveno Mombello, in provincia di Varese, che da quasi trent’anni trascorre le vacanze estive con gli anziani ospiti delle strutture guanelliane. Lui è Piero, ottant’anni, meccanico in pensione con la passione della cucina, un uomo timido e pacato, molto concreto, il cui bel sorriso dolce crea un varco nella sua naturale riservatezza. Ci viene incontro con il suo bel grembiulone nella Casa per ferie guanelliana di Sormano, regalandoci un po’ del suo tempo tra la preparazione delle zucchine e della carne per la cena della sera. Lei è Angela, settantaquattro anni, sorella del guanelliano don Giuseppe Bini, una splendida donna con una simpatia e un’energia assolutamente contagiose. Ed è proprio lei che ci racconta il loro primo incontro: «Io e Piero abitavamo nello stesso paese, ma non ci eravamo mai parlati. Un giorno, una mia conoscente suora mi aveva proposto di farmi conoscere un “bravo ragazzo”. E io le ho risposto con grande franchezza: “Non sarà mica il Piero, quello che va sempre in giro in bicicletta! Mi sta proprio antipatico!”». Poi Angela di SILVIA FASANA Piero & Angela Due volontari nella casa di vacanze dell'Opera don Guanella a Sormano La Divina Provvidenza 3-2016 / 19 CRONACA di casa di Autore Il gruppo degli anziani, degli operatori e dei volontari a Sormano Camp 2016 Piero e Angela a Sormano Camp 2016 con l'animatrice Silvia Bianchi, la giornalista Silvia Fasana e due volontari deve avere cambiato idea, tant’è che pochi anni dopo si sono sposati, hanno avuto cinque figli (tra cui una suora “Piccola Figlia del Sacro Cuore di Gesù” e uno chef) e una nidiata di nipoti, che stanno dando ai nonni grandi soddisfazioni. Piero invece non ha mai cambiato mezzo di trasporto: «Mi piaceva troppo la bicicletta e, a tutt’oggi, non ho ancora l’automobile», spiega. «Mio cognato è guanelliano, diversi amici e compaesani sono guanelliani e quindi noi conoscevano bene l’Opera don Guanella. Ogni domenica io e Angela ci spostavamo con i mezzi pubblici per andare a trovare gli anziani ospiti della Casa di Barza d’Ispra; partecipavamo con loro a momenti di festa come il Carnevale o la tombolata di Natale. Ed è in queste occasioni che io ho cominciato a cimentarmi come cuoco per loro: la cosa mi appassionava e mi piaceva molto. Poi, verso la fine degli anni Ottanta, mio cognato e don Maurizio Bianchi con Fratel Mauro Cecchinato hanno proposto a noi come coppia di andare in vacanza insieme agli anziani, per dare una mano e far “respirare” loro ancora più un clima di famiglia. Noi abbiamo accettato». Allora gli ospiti delle case guanelliane di Barza d’Ispra, Como, Caidate e Castano andavano in vacanza in una struttura in Val Sessera, in Piemonte, ed erano fino a 150 persone distribuite in più turni nei mesi di luglio e agosto. Dal 1996 è stata preferita la località di Sormano, nel cuore del Triangolo Lariano, che però attualmente è frequentata solo dagli anziani della RSA “Don Guanella” di Como per un paio di settimane a luglio. Ogni anno al “Sormano Camp” sono anche presenti una quindicina di giovani volontari tra ragazzi e ragazzi, dai 16 anni in poi, che danno il loro 20 / La Divina Provvidenza 3-2016 importante contributo nell’accompagnamento dei nonni, nell’organizzazione delle attività di animazione e nei lavori di casa. Ricorda Angela: «Alcuni anni fa ho subito un delicato intervento per un problema di salute molto serio durante il quale ho avuto una grave emorragia e per un attimo, pareva che non ci fosse più niente da fare. Ma, miracolosamente (a detta dei medici) l’emorragia è improvvisamente cessata e sono sopravvissuta. Se il Signore mi ha tenuto qui, significa che voleva ancora qualcosa da me. E così mi sono impegnata ancora di più in questo servizio». Continua Angela: «Siamo stati sempre un bel gruppo. Abbiamo vissuto esperienze che ci hanno arricchito, incontrato persone che non dimenticheremo mai. Abbiamo conosciuto tanti meravigliosi ragazzi che spendevano per le persone più bisognose le proprie vacanze: è bello vedere in loro tanto entusiasmo e generosità! È bello vedere i giovani che si rimboccano le maniche, si mettono i guanti e fanno i lavori più pesanti e faticosi, oppure chiacchierano e intrattengono gli anziani con grande affetto. Anche con la gente di Sormano si è instaurato un bel rapporto; la nostra è casa aperta a momenti di festa a cui possono partecipare le persone del paese, i villeggianti, o anche altri gruppi guanelliani. È troppo bello, ringraziamo il Signore! Ma la televisione, i giornali, non parlano di questo, perché le cose brutte attirano di più». Chiudiamo chiedendo a Piero chi sia quello dei due ad occuparsi della preparazione dei pasti. La sua risposta è molto chiara: «A casa mia moglie fa da mangiare e fa tutto, ma qui, in vacanza, la cucina è mia! Al massimo Angela può solo assaggiare…». q DON GUANELLA ci parla MISERICORDIA: è la legge fondamentale che abita nel cuore di ogni persona quando guarda con occhi sinceri il fratello che incontra nel cammino della vita. MISERICORDIA: è la via che unisce Dio e l’uomo, perché apre il cuore alla speranza di essere amati per sempre nonostante il limite del nostro peccato. MISERICORDIAE VULTUS 2 La misericordia come abbraccio che viene dal cuore LA MISERICORDIA a cura di SILVIA FASANA e ADRIANO FOLONARO Dio, Padre misericordioso e provvidente La misericordia secondo don Guanella secondo don Guanella P er don Luigi Guanella il fondamento della sua missione di sacerdote e fondatore è stato la consapevolezza che Dio, padre amorevole e provvidente, non ci lascia mai soli, ed era convinto di dover far partecipi tutti coloro che incontrava di questa gioiosa e rasserenante percezione di Dio. Un Padre che per amore ci chiama alla vita, ci è vicino e ci sostiene in ogni circostanza, ci viene a cercare se ci allontaniamo, ci abbraccia e ci perdona quando ritorniamo a lui. «Nessuno è più debole del bambino. Questi ricade ad ogni passo e sempre emette gemiti, ma egli è fortunato perché ad ogni sospiro di lui il padre accorre e se lo reca fra le braccia» (L. Guanella, In tempo sacro. Fervorini per ogni giorno della Quaresima, (1884), in Opera Omnia I, 829). Un Padre dunque che si china sul suo bambino, lo solleva da ter- ra e lo stringe a sè con tenerezza infinita, un Padre che porta la nostra miseria accanto al suo cuore. Questa è la misericordia! «…confortati in ricordare che Dio è tuo padre. Il cuore paterno è cuo- re che usa grazie e misericordia. Chi nol sa che un padre aiuta con più La Divina Provvidenza 3-2016 / 21 DON GUANELLA ci parla La misericordia secondo don Guanella affetto, quando scorge che più debole è il figliolo suo» (Cfr. L. Guanella, In tempo sacro. Fervorini per ogni giorno della Quaresima, (1884), in Opera Omnia I, 829). «La misericordia del Signore è la consolazion del cristiano» (L. Guanella, Corso di sante missioni (Riflessi), (1881), in Opera Omnia VI, 952). «Chi può pensare ai misteri di bontà e di misericordia dell’Altissimo e non piangere di tenerezza?» (L. Guanella, Andiamo al Paradiso. Brevi esortazioni in massime ed in esempii che accompagnano ciascuna risposta del catechismo, (1883), in Opera Omnia III, 482). «Dio, confido nella sola vostra bontà ed infinita misericordia!» (L. Guanella, Costituzioni dell’Istituto delle Figlie di Santa Maria della Provvidenza in Como, (1899), in Opera Omnia IV, 240). Misericordiosi come il Padre Le citazioni guanelliane sono tratte da L. Guanella, Opera Omnia, Centro Studi Guanelliani Roma, Nuove Frontiere Editrice, Roma 1992-1998. Le opere di misericordia corporale e spirituale sono commentate dalle immagini degli affreschi realizzati da Mario Bogani nel Santuario del Sacro Cuore in Como in occasione della canonizzazione di don Luigi Guanella (2011). 22 / La Divina Provvidenza 3-2016 Nuova Olonio, Casa Madonna del Lavoro: Don Guanella "abbraccia" i suoi "poveri" (foto Paolo Rossi) N on abbiamo un discorso organico di don Guanella sulle opere di misericordia, ma esistono molti riferimenti sparsi nei suoi scritti. Con queste affermazioni don Guanella ci offre molti spunti per la nostra riflessione personale.Dobbiamo far nostre queste esortazioni, per essere “misericordiosi come il Padre” e vivere pienamente questo Anno Santo della misericordia come occasione di conversione e di grazia. «Verrà un dì, o Filotea, quando Gesù apparendo al cospetto di tutti dirà “Beati or sono quelli che nella persona de’ miei poveri mi hanno soccorso di cibo, di bevanda, di vestimenta o di conforto qualsiasi al corpo od allo spirito”. Opera di misericordia tu compi, o Filotea, quando nel tuo cuore vieni coricando le umane infermità a fine di provvedervi» (L. Guanella, Il Fondamento. Catechismo per le anime che aspirano a perfezione (1885, 1914), in Opera Omnia III, 974-975). «È molto meglio abbondare di pietà e di misericordia che peccare di rigore e di giustizia» (L. Guanella, Rego- lamento dei Servi della Carità (1910), in Opera Omnia IV, 1244). «Il Signore ci benedica e ci pro- speri nelle opere di misericordia» (L. Guanella, Lettere Circolari ai Servi della Carità, V, Como, 15 gennaio 1910, Opera Omnia IV, 1380). Vangelo secondo Matteo 25,40 « In verità vi dico: ogni volta che avete fatto queste cose a uno solo di questi miei fratelli più piccoli, L'AVETE FATTO A ME. Dare da mangiare agli affamati e da bere agli assetati LE OPERE DI MISERICORDIA CORPORALE «È scritto che l’uomo deve guadagnarsi il pane col sudor della sua fronte. Perciò recati al campo del lavoro e là persevera ancora quando sei trafelante di sudore, perché il Padre ti vede. Quando poi ritorni in casa con i frutti benedetti da Dio, tu come fratello pietoso chiama i fratelli […] bisognosi e con loro dividi il tuo pane. Credilo: quello che benedice il cibo e che arricchisce la casa è il lavoro e l’elemosina» (L. Guanella, Andiamo al Paradiso. « vestire gli ignudi «Sarà industria buona affidare a delle per- sone pie e caritatevoli la provvista di vestiario per un derelitto o più derelitti, che assumerebbero quasi figli propri per la carità di Cristo che li urga e li costringa» (L. Guanella, Regolamento dei Servi della Carità (1905), in Opera Omnia IV, 1237-1238). Brevi esortazioni in massime ed in esempii che accompagnano ciascuna risposta del catechismo, (1883), in Opera Omnia III, 510). Alloggiare i pellegrini «Si trattino con […] una carità ospitale evangelica.[…] con molto cuore e con molta semplicità.[...] Si raccomandano al Signore e si ringrazia Iddio del beneficio che ha fatto di poter noi compiere un’opera di misericordia con ospitare i pellegrini» (L. Guanella, Regolamento interno dei Figli del Sacro Cuore nella Casa Divina Provvidenza, (1899), in Opera Omnia IV, 1064, 1065). visitare gli infermi «Gli ammalati […] si trattano parimente con tutta la carità e pazienza e secondo lo stato dei malati medesimi […] Certe cure minute e taluni piccoli doni offerti da carità industriosa spesse volte guadagnano i cuori e ottengono frutti mirabili. […] si adoperano cure proporzionate, animate da carità insieme e da giustizia» (L. Gua- nella, Norme principali per un regolamento interno nella piccola casa della divina Provvidenza, (1894), in Opera Omnia IV, 130). Visitare i carcerati «Un sacerdote spopola le carceri per convertire una prigione di malfattori in una famiglia di fratelli amanti» (L. Guanella, Vieni meco. La dottrina cristiana esposta con seppellire i morti «Compiamo l’ufficio pietoso di seppellire i nostri morti» (L. Guanella, Un fiore di riviera sparso sui campi delle attuali calamità, (1885), in Opera Omnia III, 826) . esempi in quaranta discorsi famigliari, (1883, 1901), Opera Omnia III, 433). La Divina Provvidenza 3-2016 / 23 di Silvia Fasana Insegnare agli ignoranti Consigliare i dubbiosi LE OPERE DI MISERICORDIA SPIRITUALE «Siate uomini riflessivi che sanno parlare a modo dei saggi. Oh come piacerete con questo solo agli uomini. Siate cristiani prudenti che sapete discorrere e tacere a suo tempo, che sapete senza ostentazione porgere un avviso salutare, dare un consiglio soddisfacente; oh come con questo piacete al vostro prossimo!» (L. Guanella, Il pane «La maestra deve incominciare a fare e poi ad insegnare; l’esempio vale più che tutto. Bisogna che abbia buona copia di virtù per sé onde parteciparla alle altre» (L. Guanella, Regolamento interno della Casa di Santa Maria della Provvidenza in Como (1899), in Opera Omnia IV, 268). dell’anima. Primo corso di omelie domenicali esposte in massima scritturali (1883), in Opera Omnia I, 243). consolare gli afflitti ammonire i peccatori «Vi piace salvare il misero? Guardate se sie- te voi i primi sulla retta via. Come potrebbe con vantaggio ammonire un errante colui che più degli altri è fuor via? Gloriosissima impresa è condurre i figli al padre, ma a tanto vuolsi buon corredo di virtù e l’attrattiva di un cuor buono che con salutare esempio conduca al ben operare» (L. Guanella, Il pane dell’anima. Primo corso di omelie domenicali esposte in massima «Benedetti i passi dell’uomo giusto che viene a consolare i fratelli nel loro dolore!» (L. Guanella, Il pane dell’anima. Primo corso di omelie domenicali esposte in una massima scritturale, (1883), in Opera Omnia I, 388). scritturali, (1883), in Opera Omnia I, 198). sopportare con pazienza le persone moleste perdonare le offese «Adopera «La prima e più grande mortificazione è […] la, Il Fondamento. Catechismo per le anime che aspirano a perfezione (1885,1914), in Opera Omnia III, 904). Como, (1893), in Opera Omnia IV, 90). […] pietà a perdonare qualsiasi offesa ti venga fatta. Di poi confida appieno che Dio buono perdoni a te stessa le colpe tue» (L. Guanel- il tollerare con pazienza le croci della giornata, umiliarsi dei difetti propri e compatire gli altrui» (L. Guanella, Breve Statuto delle Figlie del Sacro Cuore chiamate Crocine in «La tua mano si estende per modo di suffrapregare dio per i vivi e per i morti 24 / La Divina Provvidenza 3-2016 gio al purgatorio. In modo di impetrazione e di grazia tu sei potente presso il paradiso. Consolazione ineffabile!» (L. Guanella, Sulla tomba dei morti. Fervorini per la novena e per l’ottava dei fedeli defunti (1883), in Opera Omnia I, 1308). CRONACA di casa CASA DIVINA PROVVIDENZA www.guanellacomo.it ③ Opera Don Guanella Via Tomaso Grossi 18 22100 COMO (Italy) CASA di autore CRONACA di a cura di NANDO GIUDICI La vita consacrata in Como: guanelliana UN GIARDINO FIORITO [3] SUORE GUANELLIANE FIGLIE DI SANTA MARIA DELLA PROVVIDENZA I l nostro Fondatore, don Luigi Guanella, ha voluto chiamare i suoi sacerdoti “Servi della Carità” e le sue suore “Figlie di Santa Maria della Provvidenza”; insieme ai Cooperatori formiamo la grande famiglia Guanelliana. Sono le nostre consorelle che, centotrenta anni fa, hanno aperto la Casa Divina Provvidenza a Como, prima delle fondazioni guanelliane. Il nostro carisma si basa sull’attenzione ai poveri, ai disabili, agli anziani, ai bambini… tutte persone bisognose di cure e affetto. Ogni giorno tante sorelle condividono la loro giornata donando la propria vita prestando cure ed amore. La nostra Comunità, che ha sede nella Casa S. Marcellina, ha la fortuna di essere vicina al Santuario COMO-LORA: Casa Madre delle Suore guanelliane del Sacro Cuore, dove riposano don Guanella e la Beata suor Chiara Bosatta. Questa comunità accoglie più di novanta persone anziane; al personale che collabora con noi cerchiamo d’insegnare che prima delle nostre mani, dobbiamo usare il cuore. A volte è faticoso vivere accanto a persone che ripetono sempre le stesse cose, che gridano dicendo di dover andare a casa per accudire il marito che ormai non c’è più; umanamente è difficile, a volte sembra quasi impossibile, ma l’amore attraverso una carezza, un sorriso molte volte cambia il nostro rapporto con loro. Sinceramente non è sempre facile, siamo persone umane che perdono la pazienza, ma che alla fine ri- UNA CONGREGAZIONE FONDATA DA SAN LUIGI GUANELLA La Divina Provvidenza 3-2016 / 25 CRONACA di casa La Vita Consacrata in Como SUORE GUANELLIANE conoscono questa debolezza e sanno chiedere scusa e ricominciare. Noi siamo dieci suore, ognuna di noi ha un compito: una segue con gioia la mensa dei poveri offrendo un pasto caldo ogni sera a tanti poveri, segue tante mamme in difficoltà ed è sempre disponibile all’ascolto e all’aiuto. Un’altra è responsabile dell’USMI e quindi collabora con i religiosi della Diocesi. Io collaboro con i nostri confratelli nella Pastorale Giovanile. Nonostante il lavoro diverso quello che ci fa sentire maggiormente famiglia è la preghiera comune e singola, perché è davanti all’altare che diveniamo operatrici d’amore. Un invito a tutti, in particolare a voi famiglie: pregate affinché tanti giovani trovino il coraggio di seguire Gesù consacrando la COMO: Consorelle Figlie di Santa Maria della Provvidenza loro vita a servizio dei fratelli. È vero, ci si lamenta perché non ci sono più suore, ma con il vescovo di Como mons. Diego Coletti quanto siamo disponibili a pregare? Essere Suore o Preti non vuol dire essere persone menomate o tristi. Siamo donne e uomini che vivono, che sentono in modo diverso il dono della Maternità o della Paternità. Desideriamo divenire Madri o Padri per tanti fratelli bisognosi. La preghiera possa alimentare tanti cuori giovani affinché nella Chiesa non si spenga questa presenza! Mi piace mettere in luce la figura di Madre Marcellina Bosatta, cofondatrice dell’opera. Una donna che con tanta gioia e pazienza ha condiviso il carisma dell’amore con don Guanella. Per lui ella è stata Guida, Madre e Sorella e maestra in tanti momenti. È bello comprendere che non c’è sesso o bravura per poter camminare e costruire assieme il Regno del Padre. Essa è stata Madre per tanti Sacerdoti e seminaristi; tanto era l’amore che ella nutriva che ha voluto trascorrere gli ultimi anni della sua vita proprio accanto all’urna di don Guanella e ai suoi figli. La testimonianza di queste persone c’insegna che è importante nella propria storia condividere con gioia un cammino, e che insieme si può costruire. Don Guanella sollecitava a dirci che i poveri, gli ultimi di questa società non finiscono mai: a noi suoi figli il compito di testimoniare con serietà quell’Amore che alimentò il suo cuore. Una carezza, un sorriso può ridare speranza e fiducia a chi si sente solo. (Suor Maria Pia) q SUORE DI DON FOLCI COMO: Istituto Santa Croce, casa delle Ancelle di Gesù Crocifisso ANCELLE DI GESÙ CROCIFISSO L a Congregazione delle Ancelle di Gesù Crocifisso è un Istituto di vita apostolica di diritto diocesano (1952), fondato dal Servo di Dio sacerdote don Giovanni Folci a Valle di Colorina (SO) il 29 novembre 1926. Don Folci, Innamorato del suo sacerdozio, radunò a Valle di Colorina quattro ragazze desiderose di perfezione evangelica, e trasmise loro la sua passione per la cura delle vocazioni sacerdotali, per la santità dei sacerdoti e il desiderio di essere loro di sostegno spirituale e materiale in ogni necessità. Alla scuola del fondatore emerse per capacità di assimilazione del carisma e per spirito organizzativo suor Maria della Santissima Trinità, Celestina Gilardoni, CRONACA di casa La Vita Consacrata in Como che fu poi cofondatrice e prima Sorella Maggiore Generale del nascente Istituto. Ella riassunse lo scopo della Congregazione in una frase: «Per i sacerdoti, tutto e sempre». Pregando in modo particolare per i sacerdoti e servendo in molteplici forme il sacerdozio ministeriale, le Ancelle rappresentano nella Chiesa un ringraziamento alla Santissima Trinità per questo dono e rinnovano le attenzioni di Gesù e di Maria verso gli apostoli. Inizialmente l’attività apostolica delle Sorelle si esplicava nel campo educativo e didattico a favore dei piccoli che presentavano segni di vocazione sacerdotale, nei pre-seminari fondati da don Folci, a Valle di Colorina, a Como, in Vaticano e a Loano (SV), e in quello assistenziale caritativo a favore dei sacerdoti, in forme di accoglienza di vario genere, secondo le loro necessità e le richieste della Chiesa. Nel periodo post conciliare le Ancelle di Gesù Crocifisso rivolsero la loro attenzione ai Seminari assumendo in essi funzioni didattiche domestiche e partecipando alla pastorale vocazionale nelle chiese locali di Como, di Sessa Aurunca (CE), di Perugia, di Giulianova (TE) e di Cremona. Vigili e attente a leggere i segni dei tempi nella fedeltà alla iniziale intuizione e al carisma del fondatore, le ancelle operavano anche nelle Case di accoglienza per esercizi spirituali, nelle Case di soggiorno montano e marino, e nelle Case di riposo per sacerdoti convalescenti e anziani, a Valle di Colorina, a Santa Caterina Valfurva (SO), a Berna di Plesio (CO) e Loano (SO). La loro presenza è stata preziosa per molti anni anche presso il Santuario della Beata Vergine del Soccorso di Ossuccio (CO) e nella chiesa di Santa Cecilia a Como. Ancora oggi le Ancelle di Gesù Crocifisso vogliono collaborare con Cristo per i suoi sacerdoti offrendo preghiere e donazioni al Signore. In questi ultimi tempi e per motivi diversi, compresa l’assenza di vocazioni, molte di queste attività si sono ridimensionate o sono cessate. Attualmente nella casa dell’Istituto Santa Croce di Como, oltre i sacerdoti, si accolgono anche gli anziani, e le suore offrono loro vicinanza conforto e qualche piccolo servizio. La cappella è aperta al pubblico per la celebrazione della Santa Messa e di alcune particolari funzioni. Le suore animano la liturgia durante le concelebrazioni. La Casa è pure aperta all’accoglienza di piccoli gruppi per i loro incontri spirituali. q SUORE DELLA PRESENTAZIONE DI MARIA FIGLIE DELLA PRESENTAZIONE DI MARIA SANTISSIMA AL TEMPIO UNA LUNGA STORIA IN POCHE RIGHE L e Fondatrici delle Figlie della Presentazione di Maria SS. al Tempio sono due amiche e vicine di casa, nate nella città di Como agli inizi dell’800, Francesca Butti e Maria Rossi. Cresciute in un ambiente semplice, umile, profondamente religioso, nel sobborgo di S. Vitale situato fuori le mura della città di Como, vissero la loro infanzia e giovinezza impegnate nella vita ecclesiale della parrocchia di S. Agata, aggregandosi all’Associazione “Pia Opera di S. Dorotea”, dove ricevettero una profonda formazione umana e spirituale fondata sulla preghiera e sull’impegno di santificazione personale. A vent’anni maturarono il desiderio di consacrare tutta la loro vita al Signore. Ma in attesa di comprendere le vie mirabili di Dio, Francesca si era preparata al lavoro nell’arte della seta e Maria si era diplomata maestra di scuola. In quel tempo la donna non aveva voce nella società e la sua vita era legata solo al La Divina Provvidenza 3-2016 / 27 CRONACA di casa di Autore SUORE DELLA PRESENTAZIONE DI MARIA lavoro e alla famiglia; la scuola era un lusso che quasi nessuna bambina poteva permettersi e tanto meno pretendere. Le due amiche si lasciarono interpellare dalla situazione di abbandono in cui le famiglie del sobborgo dove vivevano, erano costrette a lasciare i loro figli a causa della miseria, delle malattie e delle condizioni di lavoro. Maria e Francesca compresero allora che il Signore, che le chiamava a vivere la loro vocazione nella vita religiosa, andava loro presentando anche una missione precisa da compiere: nel loro cuore iniziava ad accendersi l’amore per le ragazze povere, povere di cultura e di sapere, bisognose soprattutto di conoscere il senso della vita e il disegno che il Signore aveva su di loro. Le due giovani si lasciarono guidare dalla direzione spirituale dei sacerdoti della loro Parrocchia e con loro decisero di vivere un servizio di carità verso le bambine bisognose. In un locale adiacente alla chiesa di S. Vitale iniziarono ad accogliere alcune bambine del sobborgo, orfane o che vivono in uno stato di abbandono, per educarle, istruirle e formarle al lavoro nell’arte della seta, prima forma di promozione della donna in un tempo in cui a Como le grandi seterie ricercavano avidamente manodopera femminile. Fu così che il 7 aprile 1833, Pasqua di Risurrezione, nel borgo di S. Vitale in Como, oggi Parrocchia di S. Orsola, Francesca Butti e Maria Rossi, giovani ventenni, semplici e inesperte, dettero inizio alla Congregazione delle “Figlie della Presentazione di Maria SS. al Tempio”. Le parole che risuonavano nel cuore delle due amiche sono tratte del libro dell’Esodo, al capitolo 2,9: «Accipe…porta con te questo bambino, allevalo per me e te ne darò la mercede. Le cure che loro presterete, le terrò come prestate a me». Maria e Francesca le sentivano rivolte a loro 28 / La Divina Provvidenza 3-2016 da Gesù, come fosse Cristo stesso a presentare loro le povere fanciulle. L’OBIETTIVO: ACCOGLIERE PER EDUCARE La giornata delle ragazze era ritmata secondo tempi di preghiera e catechismo, per crescere nella vita di fede e nella virtù, di lavoro, fonte di formazione e di sostegno, di scuola, per imparare a leggere e a scrivere. L’intervento era rivolto a tutta la persona e mirava a formare nella giovane la donna capace di animare cristianamente la realtà sociale in cui vive. La formazione della mente e del cuore secondo sani principi umani e cristiani è vissuta dalle sorelle come possibilità di generare alla vita, nella gratuità e nel sacrificio, e di cooperare con Gesù alla salvezza dell’uomo. La Comunità era animata, nelle diverse attività apostoliche, dalla convinzione che «la parte più nobile della missione è l’educazione che riguarda il cuore», alla quale «specialmente devono tendere tutti gli sforzi». L’attenzione era rivolta non solo alle ragazze accolte in casa, ma anche a quante avvicinavano la piccola comunità in altri momenti della giornata. Nasce, fin dall’inizio, anche la scuola del mezzogiorno per le ragazze operaie, quella per le bambine del sobborgo e l’esperienza domenicale dell’oratorio per le giovani della Parrocchia. Dopo il 1838 l’accoglienza continua nel sobborgo di S. Martino, sempre nel territorio della Parrocchia di S. Agata, dove si trasferiscono in seguito al lascito di un benefattore. Il 3 maggio 1858 furono benedetti la prima cappella nella Casa di S. Martino e il quadro della Presentazione di Maria SS. al Tempio come pala dell’altare, dono di un benefattore grato per il bene fatto alla gioventù dalle nostre prime sorelle. Il quadro è una copia, ben fatta, dell’originale del pittore Francesco Romanelli del XVI secolo, situata nella chiesa di S. Maria degli Angeli e Martiri in Roma. Il mistero raffigurato assunse progressivamente un significato sempre più ampio e profondo nel cam- CRONACA di casa di autore COMO: Istituto Sacra Famiglia delle Suore della Presentazione di Maria Santissima al Tempio mino delle prime sorelle, poiché in esso intravedono aspetti che successivamente qualificheranno sia la spiritualità sia l’impegno apostolico. La contemplazione del dipinto suscitò in loro il desiderio di vivere illuminate da questo mistero come vere “Figlie della Presentazione di Maria SS. al Tempio”. Da qui l’origine e il senso della denominazione dell’Istituto. La storia di Francesca e Maria e delle sorelle che le seguirono, in particolare di Francesca Marchesoli, che verrà eletta come prima Madre Generale, è una vicenda semplice, proprio come quella di tante altre fondazioni, segnata da difficoltà e sofferenze, come tutte le cose di Dio. Un’avventura dalle tinte a pastello, con toni sfumati e tanti chiaroscuri, che ha permesso però un lungo cammino di servizio alla Chiesa e di dedizione alla gioventù. Una storia iniziata nell’obbedienza alla chiamata di Dio, portata avanti nella semplicità di chi vuole piacere solo a Lui e impreziosita nell’umiltà di un servizio compiuto a gloria sua e per il bene dei fratelli. Sulle orme delle nostre Fondatrici, continuiamo oggi la loro missione in Italia (Lombardia, Liguria, Lazio e Campania), in India, in Tanzania, in Kenia e anche nella lontana Papua Nuova Guinea. Nei paesi in cui siamo, accogliamo come sfida quotidiana l’emergenza educativa che oggi tanto interpella la Chiesa, e nelle diverse attività e impegni operiamo con la stessa passione educativa che ha segnato l’inizio della nostra Famiglia religiosa. I PREZIOSI INSEGNAMENTI DELLE FONDATRICI Francesca e Maria ci insegnano che la vita è un dono prezioso ricevuto da Dio e che solo nel desiderio di rispondere al Donatore con generosità e in pienezza possiamo trovare quella gioia e quella pace a cui il nostro cuore anela. L’amicizia che le ha legate in vita e in morte (nate nello stesso anno 1812, moriranno nel 1874 a distanza di quattro giorni l’una dall’altra), ci aiuta a scoprire nei nostri rapporti di amicizia un ambito privilegiato per accedere alla profondità del mistero di Dio. La loro vita umile e nascosta ci ricorda, infine, che ciò che conta nella vita non sono le glorie del mondo, ma la certezza che i nostri nomi sono scritti in cielo, là dove il mistero dell’amore di Dio, desiderato e contemplato sulla terra, ci sarà svelato in pienezza e in tutto il suo splendore. In una società come la nostra dove l’istruzione è vissuta dai giovani come un peso e il valore dell’educazione è quasi ignorato, Francesca e Maria ci ricordano che la promozione umana e cristiana della vita si realizza solo attraverso un cammino educativo portato avanti con fedeltà e tenacia nella quotidianità e nella ferialità dell’esistenza. Forse nel 1800 non era meno difficile educare, non era meno frustrante di oggi: anche allora erano necessarie «molte cure, molte fatiche ed una dedicazione quasi assoluta». Le nostre fondatrici, come tanti altri santi fondatori, accolsero con eroico coraggio questa sfida che portarono avanti nella continua memoria di quanto aveva fatto e patito Gesù per la Salvezza dell’uomo. q La Divina Provvidenza 3-2016 / 29 MICRO PROGETTI Notizie ulteriori in www.guanellacomo.it Aiutaci a realizzare i nostri MICROPROGETTI Progetto 20 VUOI DARE UNA MANO ? Progetto 22 COSTO DI UNA BORSA LAVORO MENSILE € 250,00 OSPITALITÀ DEI SENZA FISSA DIMORA A ccanto agli anziani ed ai ragazzi, che tradizionalmente ospitiamo, da diverso tempo bussano alle nostre porte diversi profughi provenienti dall’Africa. Li abbiamo accolti già dall’estate 2014. Sono di due nazionalità, Nigeria e Ghana, ed attualmente sono 16. Hanno un’età compresa tra i 20 ed i 35 anni. In questi mesi hanno frequentato corsi di vario tipo (cucina, giardinaggio, panettiere, ortofrutticoltura…) ed ora hanno le basi per inserirsi nel mondo del lavoro. Cosa per niente facile, considerate le difficoltà ben note anche ai nostri ragazzi italiani. Per facilitare questo inserimento puntiamo ad una borsa lavoro: noi offriamo un contributo al datore di lavoro, che si trova quindi facilitato ad assumere il candidato. Progetto 21 VUOI DARE UNA MANO ? START-UP INIZIALE DEL PROGETTO € 10.000,00 UNA FAMIGLIA PER CHI NON HA CASA A partire dal mese di Novembre 2015 la nostra Casa Divina Provvidenza ha iniziato in maniera strutturata l’accoglienza per i senza fissa dimora. Abbiamo attivato il progetto anche in collaborazione con la Caritas Diocesana, rispondendo a un bisogno molto forte del territorio. Per il momento è stata destinata all’accoglienza diurna un ambiente ritenuto idoneo e di recente ristrutturazione. Successivamente e gradualmente si valuterà la possibilità di pensare anche ad una ospitalità, che sembra reale, di offrire anche posti letto. La nuova opera di misericordia è iniziata con tanto slancio e con desiderio di bene sicuri che l’aiuto del buon Dio non mancherà. 30 / La Divina Provvidenza 3-2016 NUOVO IMPIANTO AUDIO IN SANTUARIO COSTO TOTALE € 24.000,00 I l nostro Santuario Sacro Cuore in Como è certamente molto bello e decoroso. Lo stesso don Guanella aveva voluto che i suoi sacerdoti e le sue suore avessero una cura particolare per la chiesa, da lui definita il “Dolce Paradiso in terra”. Memori di questo richiamo sentiamo doveroso custodire bene i nostri poveri nei diversi ambienti e servizi della casa, ma anche custodire con devozione il Signore Gesù dentro il suo tempio. È un segno di affetto e si rispetto. Con questa sensibilità anche in anni recenti la Chiesa della nostra Casa Madre in Como è continuamente ammodernata e impreziosita. Continueremo a farlo migliorando anche l’impianto audio (microfoni) e l’impianto luci. Sono interventi che riteniamo necessari per sostituire i vecchi ormai usurati ma soprattutto per migliorare la vivibilità nella chiesa. Purtroppo andremo incontro a spese per diverse decine di migliaia di euro. La notizia buona è che per le luci, almeno le principali, abbiamo trovato un benefattore. L’altra notizia, pure buona, è che per i microfoni non abbiamo ancora trovato lo sponsor; infatti siamo certi che questo favorirà la compartecipazione di molti alla spesa. Ora in cassa disponiamo di € 1.500. Si può partire. Grazie, don Guanella! CRONACA di casa Grazie, don Guanella! CIAO “ZIA CHICCA” - GRAZIE DI CUORE « Credilo: quello che benedice il cibo e che arricchisce la casa è il lavoro e l’elemosina » SAN LUIGI GUANELLA, Opera Omnia, vol. III, pag. 510 Mercoledì 24 agosto 2016 è tornata alla Casa del Padre la nostra volontaria Federica Colombo che per molti anni ci ha aiutati nella Casa di Como presso la Pia Opera. Ci sembrava giusto e doveroso ricordarla con un semplice… CIAO “ZIA CHICCA” - GRAZIE DI CUORE »» a Te che per tanti anni ci hai donato il tuo tempo e la tua saggezza, »» a Te che ci hai sempre salutato con un sorriso e una carezza, »» a Te che con Emilia sei stata per noi un aiuto prezioso! Sentiamo già la tua mancanza! FEDERICA COLOMBO I tuoi “colleghi” della Casa Divina Provvidenza La generosità dei nostri BENEFATTORI GRAZIE RICEVUTE Nicolini Gianfranco, Arosio, € 30,00. ATTI DI BONTÀ Stiftung für die unterstützung von wohltätigkeits, Vaduz, € 4.977,00; Monti Vittorio, Beregazzo € 3.000,00; Volpi Mario e Natalina, Faloppio € 600.00; Volpi Luigia, Cantù € 300,00; Diotallevi Lirio, Ascoli Piceno, € 200,00; De Carli Giannini Antonietta, Minusio, € 183,71; Campana Giuseppe, Bellinzona, € 183,71; Ghielmetti Livio e Annamaria, Bellinzona, € 183,71; Levrini Sergio, Como, € 200,00; Gallo Anna, Brescia, € 200,00 progetto 1; Cortesi Estella, Seriate, € 250,00 per i progetti; Regazzoni Maria Grazia, Dervio, € 250,00 progetto 20; Ratti Orlando, Como, € 4.500,00; Storni Remo De Luigi, San Vittore , Svizzera, € 276,61; Ambrosoni Luigi, Gessate, € 500,00; Legnani Claudio, Como, € 150,00 progetto 20; Celai Luciano, Tirano, € 185,00; Pulici Marco, Besana in Brianza, € 1500.00; Rossi Alessandro, Inveruno, € 200.00 progetto 14; Farmacia Mascetti, Cernobbio, € 1.000,00 ; Taborelli Gabriella, Cavallasca, € 150,00; Famiglia Bosisio, Como, € 500,00; Ronzoni Rita, Como, € 250,00; Larghi don Luciano, Cermenate, € 450,00; Bellasio Maria, Como, € 214,00; De Carli Giannini Antonietta, Minusio, € 183,90. PIÙ GIORNATE DI PANE Valgoi Carla, Bormio, 15gg; Roscio Maria Antonietta, Como, 2gg; Bragagnolo Giampietro, Arluno, 2gg; Albonico Marilena, Como, 2gg; Gariboldi Virginia, Seveso, 2gg; Suriano Paola, Maria e Domenico, Como, 4gg. UNA GIORNATA DI PANE Colli Mario, Grandate; Nobile Mario, Cocquio; Pusterla Giovanni, Domaso; Favini Angela, Locate Triulzi; Merloni Rosa, Grandola ed Uniti; Martinelli Luisella, Como; Masella Maria, Bari; Bianchi Attilia, Domaso; Lia Natale, Sondrio; Lamperti Francesca, Bellinzago Lombardo; Pennestrì Antonio, Como; Gandola Angela, Bellagio; Baroffio Dino, Turate; Fortina Armanda, Bareggio; Viganò Elio, Limido Comasco; Molteni Paolo e Olga, Cantu’; Vergani Anita, Merate; Verga Luciana, Casnate con Bernate; Cappellini Sandro, Cabiate; Vago Giuseppina, Fino Mornasco; Compagnoni Margherita, Como. BORSE DI STUDIO Sfoggia Giampietro, Biadene, € 200,00; Gandi Madasi Angelina, Como € 20,00. I NOSTRI DEFUNTI *** Benefattori defunti: Colombo Federica, Como. Confratelli defunti: Moroni don Angelo; Emeribe ch. Chikwado Achillus; Bodignon fr. Arilson; Giannini don Giuseppe. La Divina Provvidenza 2-2016 3-2016 / 31 Anche tu puoi aiutare la OPERA DON GUANELLA CASA DIVINA PROVVIDENZA COME SI PUÒ AIUTARE la Casa Divina Provvidenza - Opera Don Guanella innanzitutto sostenendo spiritualmente con la vostra preziosa preghiera tutti i suoi operatori; inoltre, potendolo, impegnando parte del vostro tempo a vivere momenti di fraternità e di amicizia con i nostri anziani e sofferenti; offrendo per SS.Messe: € 12,00 (singola); € 500,00 (gregoriana) in più, contribuendo economicamente alla realizzazione di concre- ti progetti di bene, con l’offrire, ad esempio: € 50,00 per una giornata di pane; € 200,00 per collaborare a una borsa di studio per un ragazzo bisognoso; sovvenzionare altri progetti che vengono indicati in questa rivista; e in mille altri modi che il vostro buon cuore vi suggerirà. IMPORTANTE: L’ISTITUTO È ENTE GIURIDICO può quindi ricevere Donazioni e Lasciti testamentari (RR.DD. 2.7.1931 e 11.1.1932) Per evitare possibili contestazioni si consiglia: per DONAZIONI di denaro o di beni mobili e immobili, rivolgersi direttamente alla Direzione Casa Divina Provvidenza, Via Tommaso Grossi 18 - 22100 Como - telefono 031.296.711 - fax 031.296.898 email: [email protected] per TESTAMENTI: se trattasi di Legati si può usare la seguente formula (per la validità scrivere a mano con penna): “Io … lascio alla Provincia Italiana della Congregazione dei Servi della Carità, Opera don Guanella, per la Casa Divina Provvidenza in Como, a titolo di legato, la somma di euro ……………… o l’immobile sito in …………… (oppure) gli immobili siti in ……………” (luogo, data e firma leggibile per esteso). Se si vuol nominare la Casa Erede Universale, scrivere: “Io ………… annullando ogni mia precedente disposizione, nomino mio erede universale la Provincia Italiana della Congregazione dei Servi della Carità, Opera don Guanella, per la Casa Divina Provvidenza di Como” (luogo, data e firma leggibile per esteso). XXN.B. Consigliamo di depositare il testamento, scritto di propria mano con penna, presso un notaio di fiducia. I TITOLARI DI REDDITO D’IMPRESA, siano persone fisiche o persone giuridiche, possono dedurre dalla base imponibile rispettivamente dell’IRPEF o dell’IRPEG le offerte fatte a favore dell’Opera don Guanella fino al 2% (due per cento) del loro reddito (art. 65 comma 2 del DPR 22/12/1986, n.917) di cui si consegnerà regolare dichiarazione. OFFERTE: c/c postale IBAN IT87 T0760 11090 00000 0041 3229; inoltre bonifici bancari a queste coordinate: c/c Banca Popolare di Sondrio, ag. Como IV Ponte, IBAN IT23 V0569 61090 00000 09018X27 intestato a Casa Divina Provvidenza; anche online sul sito www.guanellacomo.it La SS. Trinità benedice don Guanella e i ”suoi” poveri Santuario del Sacro Cuore VIA TOMASO GROSSI 18 - COMO w w w. s a c ro c u o re co m o. i t RIMANE APERTO TUTTI I GIORNI Mattino: 6.30 - 12.00 ; Pomeriggio: 15.30 - 19.00 (sabato e domenica 15.30 - 21.30) SS. MESSE (da settembre a maggio ) Feriale: 6.45 - 8.30 - 18.00 - (17.30 S.Rosario) Festivo: 20.30 (vespertina) - 10.00 - 11.45 - 20.30 (18.30 vespri) CONFESSIONI Confessori di lingua: italiana, spagnola, inglese. Ore 8.30 - 10.00; 17.00 - 18.30 (giorni feriali) e durante le sante Messe (giorni festivi). CASA DIVINA PROVVIDENZA - VIA TOMASO GROSSI 18 - 22100 COMO tel. 031 296 711 - fax 031 296 898 - sito web: http://www.guanellacomo.it - e-mail: [email protected]