1688-2013 325 anni parrocchia A3

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1688-2013 325 anni parrocchia A3
Per trovare la risposta, è necessario voltarci indietro, rispolverare e analizzare compiutamente le
pagine della nostra storia, il nostro vissuto.
01 Novembre 2013, Solennità di Tutti i Santi
“Andiamo con gioia alla casa del Signore!” (Sl. 121)
Carissimi parrocchiani,
siamo alle ultime settimane dell’Anno della fede, indetto da Benedetto XVI e successivamente,
consegnato nelle mani di Papa Francesco che lo porterà a termine. Un anno di grazie uniche e speciali
per tutta la Chiesa universale:
Pensiamo al pontificato di Benedetto XVI (quasi otto anni) impreziosito dalle sue parole e soprattutto
da gesti intrisi di grande umiltà ed amore per Cristo e per la Chiesa.
Pensiamo all’ elezione di Papa Francesco, che assieme ai suoi propositi e approcci estremamente
aperti, in maniera completamente “nuova” e mai vista prima, sta donando tutto se stesso portando
Cristo, ovunque vi sia di lui bisogno.
Ai fratelli, soprattutto ai poveri, ai malati. Spesso, proprio questi ultimi, sono coloro che vedono
vacillare la loro fede, perché più vulnerabili alle debolezze umane e quindi maggiormente esposti alle
seduzioni del maligno.
Ebbene, in special modo proprio a loro, “Francesco” si rivolge dicendo che la misericordia di Dio è
infinita e vuole sorreggerli sempre con tenera dolcezza.
Tutti noi, anche se spesso non ce ne rendiamo conto, siamo sotto la benedizione di Dio Padre. E’
umano, se frequentemente avvertiamo dei vuoti causati da delle mancanze che ci rendono infelici e
scarsamente soddisfatti della nostra vita, ma dobbiamo “imparare ad imparare”, rendendoci conto
invece dei doni preziosi ricevuti, che a volte diamo per scontato ma non lo sono affatto.
Carissimi, provvidenzialmente anche noi, se ci pensiamo bene, siamo stati toccati dalla grazia di Dio: lo
stesso anno della fede ha unito due eventi importantissimi per le nostre comunità di Castelletto e
Quaranti. I 550 anni della parrocchia di Quaranti ed ora le prossime celebrazioni per i 325 anni della
dedicazione e benedizione della nostra parrocchiale di Castelletto.
Quanto è grande e buono il Signore, che ci guida nel cammino della nostra vita e ci sostiene sempre,
con la sua parola ed i suoi sacramenti! Impariamo quindi, a riconoscere e comprendere i segni che
Nostro Signore utilizza per guidarci e proteggerci nel nostro percorso terreno.
Ora chiediamoci: che cosa significa oggi, nell’ era di internet e della modernità ricordare, celebrare e
vivere 325 anni della nostra chiesa?
Che cosa dice tutto questo alla comunità formata dalle nostre famiglie, ai nostri ragazzi e giovani e che
cosa lascerà la settimana parrocchiale?
Sentirci “Veramente” parte di una comunità attiva, anche quando la nostra quotidianità è minata da
difficili e complessi problemi da affrontare. Questi, sono la coltura migliore dove può crescere la
disgregazione sociale di una comunità come la nostra.
In questi tempi le numerose certezze di ieri, si sono trasformate in incertezze di oggi causate da degli
equilibri compromessi, che fino a ieri erano le fondamenta del nostro sereno futuro.
Per citarne alcuni, la crisi economica mondiale, la conseguente mancanza dei posti di lavoro e le
problematiche che ne derivano, i problemi di integrazione sociale con persone di altre nazionalità,
cultura, tradizioni religiose e mentalità. Per ultimo, ma non trascurabile, l’invecchiamento e la
diminuzione di popolazione nei nostri piccoli centri.
Tutti questi fattori, inevitabilmente si ripercuotono sulle nostre vite mettendo a rischio la nostra fede
e serenità.
Carissimi parrocchiani, malgrado tutti questi eventi negativi che ci possono distogliere, io mantengo e
coltivo la convinzione, che valga la pena impegnarci tutti nella settimana parrocchiale dal 17 al 24
novembre p.v. e a tal proposito, voglio esporvi e condividere con voi i motivi che mi inducono ad
affermare ciò.
Innanzitutto questa ricorrenza ci fa scoprire una cosa molto importante e curiosa (chi ha letto
attentamente gli appunti storici di Castelletto Molina dell’Avvocato Mecio lo sa benissimo): il
nostro paese compare sulle carte geografiche nella Galleria Vaticana. Tra le famose Gallerie del
Vaticano, vi è quella così detta delle carte geografiche, che segue immediatamente la Sala degli
arazzi. In questa galleria, vi sono degli affreschi sui muri dipinti da Frate Ignazio Danti da Perugia,
mentre sulle volte, si trovano moltissime tavole con l’indicazione dei castelli e delle chiese più
ragguardevoli d’Italia. Una zona di queste carte, è riservata al Pedemont et Montisferat. I castelli
monferrini, si trovano fra la terza e la quarta finestra a sinistra della Galleria. In mezzo campeggia
un grande medaglione, in un angolo della cornice di questo è dipinto il castello di Castelletto ed
alla sua sinistra vi è quello di Ricaldone.
Centinaia, migliaia di persone ogni anno passano e visitano le gallerie vaticane…io li immagino…come
se li vedessi avvicinarsi incuriositi a queste carte geografiche, leggendo i vari luoghi…scorgendo anche
Castelletto…che è il nostro paese!!!
Chissà se Papa Francesco ha già sbirciato questi affreschi soffermandosi proprio alla zona del
Piemonte? Possiamo essere fieri, onorati di questo, non vi pare?
Una comunità, un paese che non riscopre le sue origini, le sue radici, è una comunità “sterile” che
non sa interpretare il suo presente e non sa proiettarsi nel futuro con fierezza e maturità. Un
albero le cui radici sono malate o secche, rischia di cadere e di distruggere se stesso e tutto ciò che
lo circonda. Dobbiamo riscoprire il nostro passato, non solo con nostalgia, ma ben più con sano
realismo ed ottimismo, sapendo quindi fare tesoro delle nostre tradizioni, dei nostri valori e di
tutto ciò che caratterizza la nostra comunità civile e religiosa. Tutto questo patrimonio, lo
dobbiamo impiegare nella nostra realtà attuale, mediante le nostre forze abbinate alla nostra
esperienza.
Abbiamo lasciato alle nostre spalle un passato florido, basato su sacrifici ma premiato con
certezze che oggi illumina il nostro presente incerto, vacillante, pieno di incognite per i problemi
che descrivevo pocanzi. Questo, non ci deve demotivare al punto di prospettarci un futuro che ci
può far paura e indurci a vederlo con pessimistica rassegnazione. Come se non vi fosse altra via di
uscita. Malgrado le difficoltà, dobbiamo tutti uniti concentrare le forze e sentirci stimolati a
lavorare insieme, per il bene comune, affinché cresca in noi il senso di appartenenza per la nostra
comunità che, anche se pur piccola, possa essere sempre più propositiva in iniziative e creare
sempre più quella solidarietà di cui c’è tanto bisogno per sconfiggere l’egoismo derivante
dall’individualismo, e sentirci veramente una famiglia che si vuole bene, dove tutti i suoi membri
meritano le stesse attenzioni!!!
A questo riguardo tanta è ancora la strada che dobbiamo percorrere e non sarà certamente un
cammino facile. Superando le invidie, le gelosie e le rivalità giungeremo, senza neanche accorgercene,
ad essere più uniti. Successivamente, attraverso l’attrezzo della buona volontà, edificheremo una
solida casa sociale dove tutti saranno di essa proprietari.
Questo dovremo praticare e trasmettere ai nostri giovani, tenendo ben presente che soprattutto noi
adulti, abbiamo una grande responsabilità nei confronti della loro educazione. Essi infatti, hanno
bisogno di buoni esempi, di riferirsi a persone convinte ed entusiaste nel fare il loro dovere, ed avere
cura del proprio paese.
Ci siamo mai chiesti se sappiamo ascoltare i nostri giovani?
Li sappiamo motivare e coinvolgere nelle attività sociali del paese?
Gli trasmettiamo fiducia affidandogli delle responsabilità?
Riusciamo a trasmettergli l’amore per la loro terra, in modo tale che non la vedano solo come un
mezzo da sfruttare che fornisce loro il sostentamento?
Loro sono il nostro futuro…non dimentichiamolo mai!
325 anni sono un bel traguardo…la nostra chiesa è però molto più antica, infatti l’epoca della
prima costruzione, si perde nei lontani secoli del medioevo. Probabilmente la chiesa sorse
contemporaneamente al castello, dapprima come chiesa gentilizia di proprietà dei feudatari e poi
tramutatasi in chiesa parrocchiale. Le guerre che si combatterono nel Monferrato, hanno
compromesso anche il castello e la chiesa, infatti verso la metà del seicento, era pressoché
distrutta. I lavori di ricostruzione, vennero iniziati e continuati negli anni 1663 e seguenti. Il 20
novembre 1688, la nuova parrocchiale venne inaugurata e benedetta con grande solennità,
dall’ allora vescovo di Acqui, Mons. Antonio Gozani.
E’ proprio questo evento, che noi ci prepariamo a celebrare e rivivere solennemente. Quale
responsabilità dunque per tutti noi e per le famiglie della nostra comunità di Castelletto! Non
vogliamo deludere il nostro patrono S. Bartolomeo ed i nostri avi, ma forti dei loro esempi ed
insegnamenti, vogliamo essere in questo tempo sempre più scristianizzato, testimoni credenti e
credibili di Gesù Cristo con la nostra vita: solo in Gesù Cristo scopriamo il senso vero ed autentico
della nostra vita presente e futura. Chiediamoci allora carissimi: le nostre famiglie e la nostra
comunità sono veramente animate dall’amore di Dio e sono capaci di accoglierlo veramente?
Mi auguro e spero, che queste celebrazioni siano un’occasione importantissima per tutti noi, per
riflettere ed esaminare a fondo le nostre coscienze, analizzare senza pregiudizi di convenienza i
nostri stili di vita, a livello personale, familiare, civile e sociale per poter, poi solo così nuovamente
ripartire con PIU’ ENTUSIAMO, con PIU’ SPIRITO DI COLLABORAZIONE e MAGGIORE STIMA E
UNIONE RECIPROCA.
Impegniamoci tutti a cambiare profondamente nel cuore! Solo sapendo leggere con obiettività il
nostro cuore, saremo in grado di adottare tutte quelle azioni, che ci condurranno ad essere “Persone
nuove e migliori” per il bene collettivo.
Carissimi, sentitemi al vostro fianco, facciamo seriamente la nostra parte, ispiriamoci al nostro Santo
Patrono S. Bartolomeo, invochiamolo nella preghiera e mettiamoci sulle sue orme, solo così faremo
passi fermi in avanti.
S. Agostino diceva che “la fede è la sostanza di cose sperate” e allora lasciamo le parole e
concentriamoci sulle azioni fin da subito, costruiamo un avvenire insieme ricco di PROFONDA FEDE,
GESTI DI BONTA’ AUTENTICA E SPIRITO DI SACRIFICIO MISSIONARIO. Perché non esiste un grande
risultato ottenuto senza speranza e sacrificio.
Gesù ci ha detto che saremo suoi discepoli se sapremo amarci a vicenda. La strada è lunga, ma se non
ci si mette mai in cammino, mai si arriva a destinazione. Allora, se abbiamo ben chiaro il nostro
cammino, la nostra strada e il punto dove vogliamo arrivare, non ci rimane che partire per questo
lungo e edificante viaggio.
Probabilmente, questa ricorrenza vuole essere una primavera nella nostra vita spirituale, un colpo
d’ala che il Signore ci chiede di battere per vivere sempre più le virtù cristiane: fede, speranza, carità,
prudenza, fortezza, giustizia e temperanza. Quindi più preghiera individuale e nelle nostre famiglie;
più vita sacramentale con confessione frequente e comunioni fatte con fede, amore, devozione e
quel particolare e doveroso raccoglimento e silenzio in chiesa, per rispetto al luogo sacro, dove delle
persone stanno pregando e preparandosi alle celebrazioni sacre.
La chiesa è la casa di Dio (non un semplice luogo di ritrovo).
I nostri discorsi privati li possiamo anche rimandare alla successiva mezz’ora, quando la Santa Messa
sarà terminata.
Viviamo così il momento della funzione religiosa con maggior raccoglimento, in silenzio, ed anche
presentandoci con un abbigliamento adeguato, al luogo in cui siamo!!!
Questi gli auguri più sinceri che voglio trasmettervi dal mio cuore, rivolgendo il mio pensiero a tutti
voi, sia che siate bambini, ragazzi, adolescenti, giovani, anziani, ammalati, famiglie, autorità civili e/o
militari.
Siamo tutti una grande famiglia, composta non solo da persone in vita ma anche da altre trapassate,
che ogni giorno presento al Signore nella S. Messa e che ricordo nella mia preghiera personale.
Vergine Annunziata e nostra Signora della Neve intercedi per noi!
San Bartolomeo prega ed intercedi per noi!
San Massimiliano Kolbe proteggici dalle oscure trame dei nemici di Cristo e dell’Immacolata!
Il vostro Parroco