La stazione AV/AC
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La stazione AV/AC
suolo & sottosuolo suolo & sottosuolo Il CSM - Cutter Soil Mixing e le Grandi Infrastrutture Viarie La stazione AV/AC di Bologna Massimiliano Bringiotti*, Stefano Ciufegni**, Davide Nicastro* , Francesco Sacchi**, Il Cutter Soil Mixing (CSM - taglio e miscelazione del terreno) è una recente tecnologia ideata da Bauer Maschinen per la realizzazione di pannelli rettangolari consolidando in posto il terreno con un legante, al fine di realizzare strutture portanti o diaframmi idraulici; è un efficace metodo per realizzare paratie di ritenuta e/o sostegno, diaframmi impermeabili e per il miglioramento delle caratteristiche meccaniche dei terreni, nelle gallerie artificiali, nei parcheggi sotterranei, nelle discariche, ecc.; tale sistema è stato studiato e realizzato unendo le conoscenze del trattamento dei terreni, noto come Deep Mixing Method – DMM, e lo scavo di pannelli con la tecnologia delle Idrofrese * Geotunnel Srl - Genova **Italferr - Firenze Il Cutter Soil Mixing La novità consiste in una metodologia che abbina la tecnica del Deep Mixing a quella di scavo a mezzo di Idrofresa; si realizza uno scavo a pannelli rettangolari attraverso l’uso di teste fresanti equipaggiate con denti taglianti anziché utensili montati su uno o più alberi verticali rotanti che producono colonne circolari. L’idea di abbinare i due sistemi ha portato allo sviluppo della tecnologia CSM (Cutter Soil Mixing); l’intervento di consolidamento eseguito tramite questo sistema può essere finalizzato alla realizzazione di strutture portanti o diaframmi a scopo idraulico: pannelli isolati possono essere utilizzati come pali e pannelli secanti tra loro possono formare una paratia continua strutturale oppure, a seconda delle necessità, un diaframma plastico ai soli fini idraulici. Per la realizzazione di opere strutturali si può prevedere l’introduzione di tubi, palancole o putrelle di rinforzo all’interno dei pannelli stessi. I metodi DMM (Deep Mixing Method) sono utilizzati principalmente per il trattamento di terreni teneri (coesivi e noncoesivi). Il metodo CSM estende l’utilizzo del DMM anche ai terreni più consistenti ed alle rocce tenere. I principali vantaggi sono: • l’alta produttività; • l’utilizzo del terreno stesso come materiale da costruzione; • la produzione di materiale di risulta contenuta (importante nelle zone di terreni contaminati); • il metodo non genera vibrazioni; • la possibilità di raggiungere profondità elevate con le attrezzature sospese su fune. La tecnologia La tecnologia CSM fa uso di due set di ruote fresanti che girano su di un asse orizzontale per produrre pannelli rettangolari: due sistemi di trasmissione sono connessi ad uno speciale supporto, il quale, a sua volta, viene collegato ad una prolunga “Kelly”. Il Kelly è montato sul mast principale della macchina di scavo per mezzo di due slitte che guidano ed estraggono l’utensile e, se necessario, lo ruotano. In alternativa al Kelly può essere utilizzato il sistema sospeso a fune che permette di raggiungere profondità maggiori. In Fig. 1 sono visibili, nello stesso cantiere, in primo piano un CSM su Kelly ed a destra un modello sospeso. Durante la fase di discesa delle teste fresanti il terreno viene frantumato e disgregato dalle ruote mentre al contempo la miscela cementizia viene iniettata tramite Novembre 2012 quarry & construction 43 pressione esterna e strumenti che misurano la verticalità lungo gli assi X-Y (e Z), la coppia trasmessa e la velocità di rotazione. Due gruppi fresanti sono disponibili per coprire un’ampia gamma di applicazioni: • BCM 5, per applicazioni di media entità e terreni facili; • BCM 10, progettata per i pannelli di dimensioni più grandi e per elevate profondità di trattamento; l’alta coppia disponibile ed il maggior peso di questa macchina la rendono ideale per i terreni più difficili. Le principali caratteristiche del gruppo fresante BCM vengono riportate in Tab. 1. La natura del terreno determina se sia necessario favorire la capacità delle ruote di rompere il terreno stesso oppure di miscelarlo. Per coprire la necessità di lavorare efficacemente in materiali diversi, sono disponibili ruote con differenti dentature e geometrie, Fig. 3. La massima profondità raggiunta con un’aFigura 1 - Stazione AV di Bologna (Astaldi) un apposito ugello tra le teste stesse; in fase di estrazione le teste fresanti ruotano in maniera tale da mescolare il legante con il terreno e formare un pannello rettangolare (Fig.2). Le attrezzature La macchina CSM é costituita dai seguenti componenti principali: 1. il gruppo fresante BCM con quattro ruote dentate; 2. un sistema di guida e di collegamento; del gruppo fresante alla macchina base; 3. la macchina base. Il sistema è modulare ed i vari elementi possono venire intercambiati per adattare le attrezzature alle condizioni diverse dei cantieri (terreni, profondità, dimensioni dei pannelli). Il gruppo fresante BCM è basato sulle tecnologie delle idrofrese Bauer, con analoghe motorizzazioni e riduttori. I motori idraulici sono contenuti in una struttura impermeabile che incorpora anche la strumentazione elettronica, composta principalmente da sensori di misurazione della 44 Nquarry ovembre 2012 & construction Figura 2 - Pannello di terreno dopo trattamento CSM Figura 3 - Ruote dentate del gruppo fresante BCM Tabella 1 - Dati tecnici di sintesi dei moduli fresanti CSM BCM 5 BCM 10 Coppia kNm 0 - 50 0 – 100 Velocità di rotazione rpm 0 - 40 0 – 35 Altezza m 2,35 2,8 Lunghezza pannello m 2,4 2,8 Larghezza pannello m 0,50 - 1 0,65 – 1,2 Peso kg 5.100 7.400 suolo & sottosuolo sta monoblocco è di ca. 35 m, mentre la massima profondità raggiunta con il gruppo fresante sospeso su funi è stata superiore agli 80 m. Procedure di esecuzione Un prescavo viene normalmente realizzato lungo il diaframma per raccogliere lo spurgo; non è necessaria la costruzione di muretti guida però è consigliabile realizzare un sistema di riferimento per il posizionamento della fresa (Fig.4). Il gruppo fresante viene infisso nel terreno ad una velocità costante. Le ruote dentate frantumano il terreno e contemporaneamente un fluido viene iniettato attraverso gli ugelli situati fra le ruote; tale fluido viene miscelato omogeneamente con il terreno stesso. La direzione di rotazione delle ruote è preferibilmente verso l’esterno (per favorire la miscelazione) ma in ogni sito può essere variata, assieme alla velocità di rotazione delle stesse, per favorire l’efficienza della macchina. Tutto il terreno tagliato dalle ruote dentate viene fatto passare attraverso le lame fisse dove viene obbligatoriamente rifrantumato e mescolato con la miscela. La velocità di penetrazione ed il volume del fluido iniettato sono regolati costantemente dall’operatore per ottimizzare l’assorbimento di potenza e per garantire una miscela terreno/fluido omogenea e sufficientemente liquida per permettere il facile passaggio della fresa sia in fase di penetrazione che in fase di estrazione. Oltre alla miscelazione del terreno con il composto legante, in taluni casi, utilizzando il metodo Bi-fase (cioè quando la fase di penetrazione e taglio del terreno viene effettuata utilizzando solo acqua o bentonite), come elemento veicolante può essere utilizzata in aggiunta anche dell’aria compressa, utile per migliorare l’effetto di liquefazione e miscelazione del terreno e per migliorare la risalita dell’utensile. I cicli di scavo e miscelazione possono essere eseguiti in due modi. Nel sistema Bi-fase, durante la fase di penetrazione, il taglio, la miscelazione e la fluidificazione del terreno vengono eseguiti iniettando solamente un fango bentonitico. Lo spurgo che risulta può essere condotto ad un dissabbiatore dove sono separati i solidi dalla parte fluida che viene quindi rimessa in circolo. Quando lo spurgo risulta troppo denso per essere pompato, lo stesso può essere rimosso meccanicamente e fatto passare attraverso un vibrovaglio e la parte liquida inviata al dissabbiatore. Al raggiungimento della profondità di progetto il fango bentonitico viene sostituito dalla miscela cementizia e, generalmente, viene invertito il senso di rotazione delle ruote fresanti. Inizia quindi la fase di estrazione della macchina e la mescolazione del terreno con la miscela. La velocità di estrazione ed il volume di miscela iniettata sono regolati per garantire il giusto rapporto miscela cementizia/ terreno e per esercitare il necessario costipamento del volume trattato. La fase di estrazione risulta molto importante perché da essa dipende l’entità della compattazione conferita al terreno. I principali vantaggi del sistema Bi-fase sono: - maggiore sicurezza quando si lavora ad elevate profondità o quando il lavoro viene interrotto; - minor consumo delle ruote fresanti e dei denti; - è il sistema preferito nei terreni difficili, alle profondità elevate e per i diaframmi plastici. Nel sistema Monofase la miscela cementizia è iniettata nel terreno in fase di penetrazione-taglio ed anche in fase di estrazione-miscelazione; normalmente viene pompata circa il 70% del totale della miscela in fase di penetrazione. Lo spurgo raccolto nel prescavo può essere steso in cantiere per creare i piani di lavoro o viene convogliato in una vasca dove è lasciato indurire prima di essere rimosso. Con questo sistema la velocità di estrazione è elevata in quanto la maggior parte della miscela cementizia viene iniettata nel terreno nella fase di penetrazione e taglio. I maggior vantaggi del sistema mono-fase sono: - non servono impianti ausiliari per dissabbiare; - alta velocità di estrazione; - maggior semplicità operativa e maggior produttività rispetto al sistema bi-fluido; - è preferito per terreni facili, per profondità <20 m e per la costruzione di paratie di sostegno. Figura 4 - Spurgo durante la lavorazione Novembre 2012 quarry & construction 45 Realizzazione di una paratia Una paratia continua è formata eseguendo una serie di pannelli primari che sono quindi intersecati da pannelli secondari di chiusura. Se i pannelli secondari vengono eseguiti quando i primari sono ancora in uno stato fluido il metodo si chiama “fresco-su-fresco”; viceversa se i secondari vengono eseguiti una volta che i primari sono induriti il metodo si chiama “fresco su duro” (ad esempio quando vi sono interruzioni nella continuità del lavoro). A seconda del metodo utilizzato si adottano sovrapposizioni diverse in relazione alla maggiore o minore fluidità dei primari. Infatti, con il metodo “fresco su duro” è possibile realizzare paratie continue con sovrapposizioni minori tra gli elementi essendo la fresatura all’estremità del pannello indurito più precisa di quella sul fresco. La tecnica CSM consente di realizzare anche tratti in curva (Fig. 5). Vantaggi della tecnica Una peculiarità del Cutter Soil Mixing è quella di consentire il trattamento non solo dei terreni teneri (coesivi e granulari), ma anche di quelli più consistenti e Figura 5 - Fasi di esecuzione 46 Nquarry ovembre 2012 & construction delle rocce tenere. Il metodo offre una serie di vantaggi rispetto alle tradizionali tecnologie in uso fra cui: - utilizzo dello stesso terreno trattato come materiale di realizzazione dell’opera; - in condizioni stratigrafiche omogenee, il sistema CSM conduce alla realizzazione di pannelli di terreno consolidato con caratteristiche costanti. In condizioni stratigrafiche eterogenee, i pannelli potranno ottenere caratteristiche meccaniche similari variando i parametri volumetrici di immissione nel terreno della miscela legante; - il sistema CSM consente di ottenere una geometria dei pannelli regolare (rettangolari) e predeterminata attraverso la dimensione e la posizione delle ruote fresanti; - la metodologia non genera significative vibrazioni (importante quando si lavora nei terreni teneri vicino a strutture e servizi esistenti); - nel suolo ghiaioso sabbioso, anche impiegando grossi volumi di miscela, non si verificano fenomeni di refluimento. La lavorazione, in questo tipo di terreno, può dunque essere considerata “pulita”. Operando in materiali limoso argillosi, si verifica invece un rifluimento variabile dal 20 al 60% (in funzione della geologia e della metodologia operativa) rispetto al volume di terreno trattato; - l’iniezione dei materiali impiegati durante le fasi di perforazione e trattamento avviene senza asportazione di terreno. Questo consente di operare anche in prossimità di manufatti, scongiurando potenziali fenomeni di cedimento del terreno circostante. Poiché il volume di materiale immesso nel terreno è ridotto e le pressioni di iniezione sono estremamente basse, i possibili fenomeni di sollevamento diventano nulli o trascurabili; - controllo di dettaglio della fase di scavo e mixing con Software dedicato; - con le attrezzature sospese su fune si possono raggiungere grandi profondità (superiori agli 80 m); - possibilità di impiego in situazioni particolari (presenza di sottoservizi). La stazione AV/AC di Bologna - l’idea e la sua realizzazione La realizzazione dell’attraversamento urbano delle linee AV/AC (Alta Velocità/ Alta Capacità) a Bologna ha rappresentato l’occasione per riorganizzare l’intero assetto del nodo ferroviario grazie alla costruzione della nuova stazione sotterranea e di importanti opere ingegneristiche, come i nuovi ponti sul Reno e le gallerie che attraversano la città in sotterraneo per oltre 10 km. Il nuovo assetto permetterà di potenziare la capacità di trasporto dell’intero nodo ferroviario passando dai circa 780 treni/ giorno (circa 80.000 passeggeri al giorno) nella configurazione attuale a circa 1.500 treni/giorno al completamento del sistema AV/AC e di quello del trasporto regionale (circa 160.000 passeggeri previsti, di cui 35.000 per l’Alta Velocità) (Fig.6). Infatti la nascita della linea AV/AC consentirà di aumentare l’offerta passeggeri e merci, ma soprattutto decongestionerà le attuali linee, consentendo così sulle linee storiche stesse un aumento della capacità di trasporto locale con riduzione dei tempi di percorrenza. suolo & sottosuolo Figura 6 - Nodo di Bologna attuale ed al completamento della linea AV/AC (linea rossa); il tratteggio indica il tracciato in galleria quota del piano del ferro attuale, mentre quello veloce si svolga quasi interamente in sotterraneo. Il nuovo assetto, per una estensione di circa 640 m di lunghezza e 56 m di larghezza, consentirà un aumento dei servizi, migliorando la mobilità dei cittadini senza sottrarre ulteriore spazio alla città in superficie, e di limitare l’impatto ambientale del passaggio dei nuovi treni veloci sulla città (Fig.7). Il piano del ferro AV, che accoglie quattro binari dedicati esclusivamente ai treni AV, è collocato ad una quota di 18.20 m s.l.m. al di sotto del piano del ferro di superficie. L’opera è realizzata con il ricorso a scavo a cielo aperto sostenuto da paratie perimetrali, con dismissione temporanea dei binari di superficie interferenti. La configurazione architettonica e funzionale dell’impianto prevede la successione di diversi livelli posti a differenti quote e aventi particolari destinazioni funzionali. La nuova fermata dei treni AV sarà quindi interrata, ma in corrispondenza dell’attuale stazione, conservando il vantaggio di essere in posizione centrale, a ridosso del centro storico, e garantendo un facile interscambio tra i treni veloci e quelli regionali ed è stata progettata in maniera tale che il traffico ordinario si sviluppi alla Figura 7 - Ubicazione e dimensioni della nuova Stazione AV Figura 8 - Sezione trasversale e layout funzionale Procedendo dall’alto verso il basso si individuano (Fig. 8): - piano FS alla quota dell’attuale fascio binari di stazione e futura sede dei binari di superficie temporaneamente dismessi; - un primo livello interrato a circa 7 m di profondità che accoglierà la viabilità di accesso alla stazione a servizio dei viaggiatori (piano Kiss & Ride); - un secondo livello interrato a circa 15 m di profondità, sede del vestibolo AV, con le biglietterie e i servizi per i clienti (piano VAV); - un terzo livello interrato a 23 m di profonNovembre 2012 quarry & construction 47 dità sede dei 4 binari AV (piano AV). In corrispondenza delle testate della stazione è previsto un ulteriore livello interrato a profondità di circa 11 m, destinato ai parcheggi a servizio dei passeggeri (piano Parking). L’impianto strutturale della stazione AV comprende le opere di sostegno degli scavi (paratie perimetrali e relativi elementi di contrasto), le opere di fondazione (solettone di fondo e relativi elementi di ancoraggio) e le strutture in elevazione necessarie al sostegno dei piani posti alle diverse quote (telai, solai e nuclei scala e ascensore). Opere di sostegno, di fondazione e di elevazione costituiscono tre distinti sotto-insiemi strutturali che interagiscono tra loro in tutte le fasi di realizzazione e di esercizio dell’opera e concorrono a definire un unico organismo geotecnico-strutturale complesso. Le paratie perimetrali del camerone AV rappresentano il principale elemento innovativo di questa opera, in quanto costituite da elementi strutturali aventi particolari conformazione e funzionamento statico e realizzati con l’ausilio di modalità e tecnologie esecutive innovative: le Voltine e gli Speroni (Fig. 9). Le Voltine sono paratie in c.a. conformate ad arco per conferire alle pareti interne del camerone un “effetto caverna”, secondo le indicazioni del progetto architettonico originario della stazione AV. Dal punto di vista statico, esse sono quindi in grado di assorbire la spinta del terreno e dell’acqua, che trasferiscono agli Speroni ai quali si appoggiano, sfruttando principalmente il comportamento a com- Figura 10 - Sezione trasversale opere di sostegno pressione del cls. Gli Speroni sono paratie “a T” in c.a. costituenti gli elementi di sostegno principale atti ad assorbire le azioni di spinta trasmesse dalle Voltine attraverso un comportamento principalmente flessionale. Speroni e Voltine si susseguono in sequenza reFigura 11 - Sezione di scavo “bottom up” golare lungo lo sviluppo longitudinale del camerone ad interasse il camerone in 53 campi. di 12 m; le coppie di Speroni contrappo- Voltine e Speroni sono stati realizzati da sti sulle due paratie longitudinali affac- un piano di lavoro posto a quota -7 m dal ciate a distanza di 41 metri determinano piano campagna originario; lo scavo per gli allineamenti principali che suddividono l’abbassamento del piano di lavoro a tale quota è stato sostenuto da una berlinese di pali in c.a. di diametro 800 mm e tiranti Figura 9 - Stralcio planimetria speroni e voltine disposti su 3 o 4 ordini (Fig.10), avente carattere provvisionale (paratia di “primo salto”). La trave di coronamento di Voltine e Speroni è costituita da un elemento in c.a. di notevoli dimensioni, avente anche funzione di cunicolo impianti, caratterizzato da una sezione trasversale a C, le cui ali superiore e inferiore si collocano in corrispondenza dei piani FS e K&R rispettivamente (Fig.11). 48 Nquarry ovembre 2012 & construction suolo & sottosuolo Gli elementi di contrasto delle paratie sono costituiti da puntoni metallici posti a contrasto degli Speroni alla quota dei futuri piani interrati, di cui costituiscono in fase finale le travi di appoggio dei relativi solai, e dal solettone di fondo in c.a. che costituisce la base di appoggio del piano AV. Durante lo scavo, prima della realizzazione del solettone di fondo, il contrasto degli Speroni al di sotto del fondo scavo è costituito da diaframmi-puntone in c.a., caratterizzati ciascuno da una successione di pannelli di diaframma lineari affiancati profondi 25 m, disposti trasversalmente tra due Speroni affacciati a distanza di 41 m, che sono stati realizzati dal piano di lavoro a quota -7 m e via via demoliti durante l’approfondimento degli scavi fino alla quota del piano di posa del solettone di fondo. Le opere di fondazione del solettone di fondo sono costituite da pali in c.a. e micropali, oltre che dagli stessi diaframmipuntone, ed hanno principalmente la funzione di ancoraggio del solettone nei confronti della sottospinta idraulica della falda. Le strutture in elevazione sono costituite da telai in carpenteria metallica disposti trasversalmente lungo gli allineamenti degli Speroni; le colonne verticali sono fondate sul solettone di fondo in c.a. e su elementi profondi di diaframma-puntone; le travi orizzontali, come detto, costituiscono già dalle fasi di scavo i puntoni di contrasto degli speroni, cui sono vincolati attraverso piastre di ancoraggio in carpenteria metallica. Completano le strutture in elevazione i nuclei scala e ascensore, costituiti da setti in c.a. che spiccano dal piano delle banchine AV. Le fasi esecutive per lo scavo del camerone, una volta realizzate le strutture di contenimento perimetrale, hanno previsto tipicamente una sequenza “bottom up”, con esecuzione delle strutture in elevazione dal basso verso l’alto successivamente al raggiungimento del fondo scavo alla quota di -23.5 m dal piano campagna; come detto, però, gli elementi di contrasto degli speroni in fase provvisoria sono gli stessi puntoni metallici che in fase definitiva costituiscono le travi di ap- poggio dei solai. In corrispondenza delle testate del camerone, le paratie perimetrali sono costituite da diaframmi lineari, per facilitare lo sbocco delle gallerie naturali del passante AV. Non potendo realizzare elementi puntuali che mettano a contrasto le due paratie di testata poste a distanza di 640 m, esse sono contrastate già dalle fasi di scavo dai solai di piano. In queste zone quindi le strutture di elevazione devono essere eseguite procedendo dall’alto verso il basso, attraverso una sequenza “top down”. I settori di testata realizzati in “top down” sono limitati ai campi a ridosso delle testate comprese fra i primi allineamenti di Speroni; in questi campi, tra Sperone e Sperone sono previste paratie rettilinee anche in direzione longitudinale, con la funzione di ulteriore contrasto per le paratie di testata (Fig. 12). Per migliorare le condizioni di stabilità del fondo scavo in fase esecutiva è stata prevista la realizzazione di un tampone di fondo in jet-grouting di 5 m, di spessore avente funzione di ridurre la permeabilità del terreno e aumentarne la rigidezza. In corrispondenza delle testate, il terreno consolidato svolge anche la funzione strutturale di contrasto al piede delle paratie lineari. In previsione di possibili ingenti azioni di sottospinta idraulica già in fase esecu- tiva, per impedire il sollevamento del tampone di fondo sono stati previsti pozzi di sfiato distribuiti principalmente lungo il perimetro interno del camerone, allo scopo di intercettare il moto di filtrazione dell’acqua di falda al piede delle paratie. L’intervento di consolidamento del terreno delle pareti di scavo delle paratie è stato effettuato mediante una tecnologia innovativa, il Cutter Soil Mixing (CSM). Tale intervento è stato esteso, per limiti tecnologici, fino alla profondità massima della base delle voltine (23 m), per cui non ha interessato l’ultimo tratto di 5 metri degli Speroni, dove peraltro le caratteristiche del terreno e la maggiore densità dei fanghi garantivano una sufficiente stabilità delle pareti di scavo. In corso d’opera, per verificare a priori la buona riuscita dei giunti Sperone-Voltina e dei giunti in chiave delle Voltine è stato condotto uno specifico campo prova su elementi sacrificali in scala reale realizzati all’interno del camerone. È risultato Figura 12 - Le testate Figura 13 - Lo sperone in pianta quindi necessario dotare gli strumenti di scavo di un particolare rostro in grado di demolire agevolmente il tubo in PVC in chiave alle Voltine e raschiare i pannelli di CSM fino a mettere a nudo la superficie di calcestruzzo degli Speroni sui cui gettare a contrasto la Voltina. Inoltre, data la notevole lunghezza delle paratie, sono state imposte in fase di scavo dei pannelli tolleranze di verticalità particolarmente restrittive (±0.5%) per non compromettere in profondità il contatto fra gli elementi strutturali (Fig. 13). Novembre 2012 quarry & construction 49 Le condizioni ambientali – geologia e geotecnica Il sottosuolo bolognese è caratterizzato dalla presenza di numerosi strati aventi composizione granulometrica variabile dalle argille limose di alta plasticità alle sabbie limose e alle sabbie con ghiaie. La distribuzione spaziale degli strati a differente composizione granulometrica, con particolare riferimento a quelli sabbioso ghiaiosi, risulta variabile da punto a punto, essendo stata originata dall’espansione verso la pianura dei conoidi dei fiumi e torrenti appenninici. Nella zona della stazione AV prevalgono i materiali argilloso-limosi; i corpi a granulometria più grossolana, di forma lenticolare, costituiscono le digitazioni terminali dei conoidi dei torrenti minori e sono costituiti principalmente da sabbie, sabbie limose e sabbie con ghiaia. La pressione neutra è determinata dalle particolari condizioni di alimentazione e di drenaggio che si verificano caso per caso, in dipendenza dall’infiltrazione superficiale nella fascia a diretto contatto con i rilievi collinari, oltre che dalle acque meteoriche e dalle perdite delle reti, ed è quindi variabile in modo praticamente casuale fra valori minimi prossimi a zero e valori massimi corrispondenti ad un idrostatica con pelo libero alla profondità di 5 m al di sotto della superficie del ter- reno. Il moto di filtrazione delle acque avviene in direzione prevalentemente sub-orizzontale. In sintesi sono stati rilevati 3 acquiferi, tutti confinati: - il primo superficiale, costituito da sabbie e sabbie limose, ad una profondità variabili comprese tra 0 e 8 m dal p.c. (falda superficiale); - il secondo, costituito da sabbie e ghiaie, compreso tra le profondità di 15 e 20 m dal piano campagna (falda intermedia); - il terzo, costituito, sostanzialmente, da sabbie e sabbie limose, compreso tra le profondità di 25 e 38 m dal piano campagna (falda profonda). Vista la complessità emersa dalle prime indagini è stato ricostruito un modello litologico tridimensionale per mezzo di indagini geofisiche (microtremori e tomografia elettrica) e integrato con tutti i sondaggi geognostici eseguiti nelle diverse fasi di progettazione e realizzazione delle opere. Il trattamento, l’elaborazione, la visualizzazione e la restituzione grafica georeferenziata delle informazioni esistenti sono state realizzate attraverso un sistema esperto di analisi dei dati che ha consentito la costruzione di un grid 3D rappresentante il best fit dell’intero data set dei dati analizzati: geologici, litologici, idrogeologici, geognostici e geofisici (Fig.14). n Figura 14 - Visualizzazione 3D dei corpi permeabili 50 Nquarry ovembre 2012 & construction Bibliografia Bringiotti M., Settembre e Dicembre 2004, Dal Cutter Soil Mix al Triple Auger, Quarry & Construction, Edizioni PEI, Parma Fiorotto R., Bringiotti M., 2005, CSM – Cutter Soil Mixing; una nuova tecnologia per eseguire il “Soil Mixing” nel campo della costruzione di gallerie artificiali ed opere varie nel sottosuolo mediante paratie di tenuta e di sostegno,Convegno SIG“Gallerie nelle infrastrutture di trasporto – Le grandi opere in Italia”, Samoter Veronafiere (VR) 5 maggio 2005 Bringiotti M., Ottobre 2006, Recenti Cantieri innovativi in Italia, Quarry & Construction, Edizioni PEI, Parma Bringiotti M., Dossi M., Nicastro M, Miscelazione profonda dei terreni; metodi classici e tecnologie innovative CSM by Bauer, Ottobre 2008, Quarry & Construction, Edizioni PEI, Parma Bringiotti M., Carraro S., Dalle Coste A., Nicastro D., La tecnologia Bauer nel Passante di Mestre, Febbraio 2009, Quarry & Construction, Edizioni PEI, Parma Bringiotti M., Geotecnica e Macchine da Perforazione - Metodologie ed Innovazioni, Edizioni PEI, Parma, 2010 Ciufegni S., Sacchi F., Utzeri L., La nuova stazione AV di Bologna Le opere di sostegno e consolidamento degli scavi e il sistema di monitoraggio, N° 3 Marzo 2012, Ingegneria Ferroviaria