suor faustina kowalska e mons. toppi
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suor faustina kowalska e mons. toppi
Bollet.tino bimestrale di cronaca, studi e informazione dei Frati Cappuccini di Napoli - Aut. Tribunale di Napoli nO 47 del 28.04.04 DIrettore: FERDINANDO MASTROIANNI - Redazione: Piazza S. Eframo Vecchio 21,80137 Napoli - Te\. e Fax: 081.7519403 www.ofmcappuccininapoli.it - E-Mail: [email protected] c* * * SANTO SUBITO? SÌ, GRAZIE! *** ) Molti di co oro che hanno conosciuto da vicino P. Valentino De BIasio avrann,l apprezzato l'ini7iativa di P. Giovanni Crisci, che ha messo in giro 12 paginette col Uolo qui sopra riferito e con 1.2 foto di P. Valentinc De BIasio, deceduto ad Arienzo il 20 dicembre 20 I O. Un bell'esempio di affetto fraterno e di stima sincera. Ecco la sig:1ificativa conclusione, intitolata "Un sogno ad occhi aperti": "Mi riace - scrive P. Cnsci - concludere con un ~ogno che mi capita di fare spesso, a occhi aperti. Siamo in pandiso. Vedo un Frate che discute con g.arbo, sorriso e determinazione con san Pietro. Il barbuto volto de Por tinaio celeste è piuttosto pensose. anzi sembra preoccupato. Quel frate, fre SlO arrivato, cosa gli starà chleden dI) con tanta sicurezza, dolcezza e insistenza? Sento la sua accorata sup pl ica: "Fratello Pietro, aposto lo di Gesù Cristo, qui si sta bene, :nolto bene, fin troppo bene, però sen:o che manca qualcosa alla mia feli.:ità ... Dammi la possibilità di andare anco ra dai miei amici, dai miei amr:-1alati, dai miei poveri (anche senza farlo sapere al. .. Principale!). Fino a quan dn non arriveranno anch'essi cui, io nop. mi sento pienamente in pace ... Pietro, tu sai che il Maestro ci ha insegna:o che l'Amore è capace di superare ogni legge .. . PIetro, cosa t costa uno strappo alla regola?! Pietro! ... Pie:ro! .. . per favore! ... Riuscirà qLel Fraticello nel suo intento? .. Sta' certo che rag giungerà lo Sl.Opo. Perciò - conclude P. Giovanni - se av\ èrtirai una presenza che ti incoraggerà a confidare sempre nell'i, finita misericordia ji Dio, sta sicure e Lui! Se nei tuoi smarr: :nenti avverti ancor" e sempre la tenerezza del Cuore di un Dio ::he è I?adre, ricco d misericordia e pronto a perdonare tutte le tue -:olpe, ricorda che il 'tuo" Padre Valentino continua la sua missione e non ti abbandona :nai!". I C * * .,. P. VALENTINO DE BLASIO *** ) ~----------------~ La presenza de. fratello era come una Llggiera: ti creava l'atmìsfera nei luoghi in c :.Ii sostò. Era l'uomo del consiglio: ai suoi piedi quanti incerti luce ebbero ai sofferti travagliati dubbi loro Ci sembrava C:-le di lui mai si fosse fa:to a meno e che al nostn senso pieno non dovesse rr ai mancar. Fu a lungo incaricato per curare gli aspiranti: or son frati, e sono tanti, che al dovere egli formò. Poi la morte se l'è preso, d'improvviso ~ome un ladro; or ci manca assai nel quadro della sua frate:-nità. Il suo approccio sempre umano, misurato all' esigenza, forte aveva un 'incidenza nella cara gioventù. Era l'uomo sempre pronto ai bisogni della gente, ispirato veramente a una grande carità. Or privati siam di lui, soffocati dal rimpianto. che è temprato solo alquante che il Signor lo premiò. SUOR FAUSTINA KOWALSKA E MONS. TOPPI Mons. Francesco Saverio Toppi scrive nel suo Diario che il 13 aprile 1956, mentre viaggiava da S. Agnello a Frat tamaggiore, leggeva la vita di Suor Faustina Kowalska, che gli era stata data da "due ani me", come egli scrive. Due anime, cioè due per sone di Frattamaggiore, dove il Frate era diretto, e a cui quella sera del 13 aprile egli tenne un discorso "molto forte per metterIe in guardia dal seguire visioni, messag gi e rivelazioni". Ma dopo cena P. France sco si ritira a pregare in cap pella, riprende in mano la vita di Suor Faustina, e mentre leg geva, "si dissiparono le im pressioni negative ricevute alle prime pagine e subentrò nel mio spirito la certezza che nel messaggio di Gesù Mise ricordioso c'era il dito di Dio. Mi offiii pronto al Signore... " E' certamente una bella testimonianza di prudenza ma non di chiusura verso apparizioni e messaggi priva ti da parte del dotto e pio Cappuccino. Siamo nel 1956. Nel 1959 l'Ana/ecra Ordinis diffonde va la seguente "Notificazio ne": "Si rende noto che la Suprema Sacra Congregazio ne del Sant'Offizio, prese in esame le asserite visioni e ri velazioni di Suor Faustina Kowalska, dell'Istituto di Nostra Signora della Miseri cordia, defunta nel 1938 pres so Cracovia, ha stabilito quanto segue: I. doversi proibire la diffusione delle immagini e degli scritti che presentano la devozione del la Divina Misericordia nelle forme proposte dalla mede sima Suor Faustina; 2. esse re demandato alla prudenza dei Vescovi il compito di ri muovere le predette immagi ni, che eventualmente fosse ro già esposte al culto. Dal Palazzo del S. Offizio, 6 mar zo 1959". Così va la storia! ... SULLA NAVE COME IN CONVENTO Circa 4 secoli fa un gruppo di 14 missionari cappuccini parti rono per il Congo (Africa) per evangelizzarlo. Impiegarono al cuni mesi, rischiando la malaria e la morte per annegamento. Uno dei missionari si chiamava P. Girolamo da Montesarchio, che descrisse come trascorre vano le lunghe giornate sulla nave: "si recitava ogni mattina il Rosario coll'intervento dei ma .rinari, dopo il quale si celebra vano ogni dì quattro Messe, alla prima delle quali tutti gli altri si comunicavano. Finite le Messe, ci ritiravamo nella camera di poppa, occupandoci di studiare casi di coscienza, osservando si lenzio fino ad ora di desinare. Alla mensa si leggeva, al princi pio, una lezione spirituale, e nel fine una di casi di coscienza (cioè di morale). Avanti l'Ave Maria (cioè nel primo pomerig gio), andavamo davanti la Cap pella, dove concorrevano tutti i marinari, e si cantavano le Lita nie della Madonna e la Salve Regina, qual finita, ci ritiravamo a far la Disciplina, tre giorni della settimana, conforme al costume della Religione ( ... ). Oltre di questo, due giorni della settima na, uno di noi predicava coll'in tervento di tutta la gente della nave - et a me è toccato pre dicare cinque volte in lingua spagnola - et;n un altro giorno, s'insegnava la Dottrina Cristia na". VEDI LA TV P. Romualdo Gambale Ogni domenica mattina, alle ore 9,30, su Canale 21 va in onda la rubrica re.ligiosa "La civiltà dell'amore" con dotta dal Frate Cappuccino P. Fiorenzo Mastroianni. Se la segui puoi crescere spiritualmente. Vedi! Ascolta! Cresci! FRA ANTONIO DI MAURO Deceduto a Nola il 28 novembre 2010 Questo caro confratello era frate questuante, mOlto mite, un po' pesante ma ripieno di bontà. L'ANGOLO DELLE TRENTATRÉ L'UOVO PASQUALE ALLE MONACHE Secondo resocor IO delle of ferte raccolte dal Gargiulo. Nel numero precedente di questo giornale pc:dammo di "Un esempio da irr itare", rife rendoci a una race )lta di fon di a favore delle Monache Trentatré di Napo . promossa da p, Bonaventura Uargiulo nel lontano 1879, Nel periodico dc: lui diretto, "L'Eco di san Fréncesco", il futuro Vescovo Ca:>puccino ri siedente a Sorrente riportò an che gli elenchi degli offerenti - fra cui non poch Frati Cap puccini - e delle )fferte. Nel riferire il secondo e .enco, il Di rettore vi appose ~ome titolo "L'uovo pasquale alle :v1ona che Trentatré", e dopo aver offerto l'elenco, afferma di aver ricevuto una " ettera com moventissima" da parte della Madre Abbadessa, Suor Maria Maddalena Magry, che ringra ziava gli offerenti e promette va "continue e paricolari pre ghiere" da parte ~ua e delle Consorelle, che il :appuccino definisce "vittime volontarie d'amore verso GéSÙ Cristo", E chiedeva per la festa del Cor pus Domini una terza lista di offerte, Questo nostro siornale in tende imitare l'ini.:iativa di P. Bonaventura Garg ulo poiché, un secolo e mezzo dopo di lui, le Monache hannc sempre bi sogno di aiuti generosi da par te dei fedeli, Perci ) ci permet tiamo di offrire i \ ari recapiti: a) Telefono: a) e,c.p, N°: 16404808 intestate a Monache Clarisse dette Trdantré, Via Pisanelli 8 (80138 Napoli); b) Telefono: 081.29':' 543; c) In dirizzo: Madre ROSa Lupoli, Via Pisanelli 8 (80 138 ~apoli), INTERNET VISITA IL NOSTRO SITO www.ofrncappuccininapoli.it 2 Salnava ogni mattino col levarsi molto presto, era ancora buio pesto ed ,:gh era già a pregar. COIl il pieno dello spirito poi andava per le porte; racc.:oglieva buone scorte, dispensava la bontà. Rit,)mava quindi a casa, al ~uo amato e caro ostello, cor il grande suo fardello di raccolta carità. Ei :ecava sempre seco ane he un altro s ..::co pieno, nor a spalla ma nel seno, lo Jlonava al suo Signore. Erzn queste le preghiere e r:.::hleste a lui rivolte: pere e lacrime raccolte che- portava al suo Gesù. Ei ;)arlava molto poco, ma richiesto, volentieri ti Cettava quei pensieri di L:ospicue verità. Co~ì era ancor da infermo, quando più non dava un passo: lo ledevi serie., lasso, ma era aperto all' aldilà. P. Romualdo Gambale IL TELEFONO DELLA PREGHIERA Se hai bisogno di preghiere chiama 081. 751.94.03 ~======:;/ , PREPARIAMOCI AL CENTENARIO !XVIII. SOTTO LA PROTEZIONE DEL VESCOVO p, Lodovico, perfettamente distaccato da tutto, non avreb be avuto alcuna difficoltà ad abbandonare la sua opera, ma era evidente che la sussistenza della Congregazione veniva messa in serio pericolo una vol ta privata del suo Fondatore. Lo scrive in una lettera al Ministro Generale lo stesso Fondatore: "I cattolici, forse e senza forse, intorno a questo preteso scandalo non hanno prestato fede sin da principio, ma nella partenza delI'E~provin ciale Lodovico avrebbero pre stato tutto il credito ad un'ob bedienza istantanea di un Pro vinciale in tempi di un anticleri calismo che non trova riscon tri", Intanto, più passavano i gior ni e più si sentiva stretto da un'angoscia insostenibile. L'unica via d'uscita gli sembrò ancora la secolarizzazione, ma era un obbrobrio per la sua co scienza, Fu allora che il Presidente di Montefusco, P. Lorenzo, che, prima era stato dalla parte di P, Feliciano, vedendolo in tale sta to, si pentì di averlo fatto sof frire e si rivolse all' Arcivesco vo di Benevento, Diocesi nella cui giurisdizione sorgeva la Congregazione. Il presule appro vò l'idea della secolarizzazione per venir fuori dalla persecuzio ne senza fine, Anzi volle scrive re di persona ai Superiori Cap puccini e aUa S. Congregazione per i Religiosi in difesa di P. Lodovico Acernese suggerendo anche di sottrarre giuridicamen te l'Istituto dalle dipendenze dell'Ordine e di porlo sotto la giurisdizione della Diocesi di Benevento. Ecco la copia della lettera autografa che il Card. Di Ren de inviò al Procuratore Gene rale dei Frati Cappuccini a Roma il 30 novembre 1889: "So troppo bene i miei doveri per non immischiarmi nel regime dei religiosi, ma quando qual che disposizione dei superiori regolari avesse per iscopo di cagionare un grave danno a persone o ad istituti della mia diocesi V. P. non troverà ecces sivo che io possa intervenire per illuminare quelli sui quali cadrebbe la responsabilità del danno. Un ordine al P. Provin ciale di Napoli impone al P. Lodovico da Pietra di Fusi l'ob bligo di lasciare il suo paese e la direzione di un istituto reli gioso da esso fondato e che promette un buon avvenire. Ora l'allontanamento di detto Padre avrebbe per effetto certo il de cadimento del dO istituto, e la riputazione del P. Lodovico ver rebbe ad essere gravemente lesa con danni gravi sia per la mia diocesi, come per l'Ordine. Y. P. saprà certamente tutte le ciarle malevoli dirette contro la nuova fondazione ed il suo fondatore; io per lungo tempo ne sono sta to quasi assordato, e come era mio dovere ho dovuto indagare se le accuse fossero fondate, e d'onde tanta maldicenza nasces se. Esaminata più volte tal cosa ho trovato insussistenti le ca lunnie, ho saputo d'onde uscis sero, sicché ho dovuto lodare l'Istituto e gli sforzi fatti dal P. Lodovico, incoraggiandolo a continuare l'opera sua, non sen za inculcargli di correggere al cune cose che potessero pre star cura al mal volere. Ed in tali casi fu docilissimo. Ora l'espulsione repentina del dO R. Padre non farebbe che porre un suggello e confermare le tante calunnie portando seco la rovi na di una casa utile e mettendo una macchia indelebile a chi non la merita. Y. P. può essere sicu ra che la fonte d'onde la mali gnità è uscita, non è buona, né merita credito. Sicché nell'inte resse di un'opera utilissima alla mia diocesi, e di un personag gio per tanti aspetti ragguarde vole, prego per mezzo di Lei i Superiori dell'Ordine a non in sistere sopra un provvedimento che potrebbe arrecare i danni che ho manifestato. Con sensi di somma devozione, di V. P. de votissimo, C. Card. Siciliano Ar civescovo di Benevento". Insieme alla lettera del Cardi nale Di Rende, arrivarono a Roma anche le testimonianze di tanti confratelli, che deposero in dife sa di P. Lodovico, come ci infor ma lui stesso in uno dei diversi memoriali che inviò alla Curia Ge nerale dell 'Ordine: "Testimoni a discarico: M. R P, Lettore Cipria no da Napoli, M. R P. Lettore Giovancrisostomo da Dentecane, M. R. P. Lodovico da Massalu brense Exdefinitore, P. Lorenzo da Pietra dei Fusi, Expresidente, P. Angelo da S. Arpino, M. R. P. Luigi da Cimitile, Exprovinciale ed attuale Prefetto, P. Agostino da Pietra dei Fusi, attuale maestro dei novizi e Guardiano di Arienzo, P. Michele da S, Angelo dei Lom bardi, Rmo P. Tommaso da Forlì, Definitore Generale". Sr Daniela Del Gaudio L'ANGOLO DELLE IMMACOIATINE MADRE MARIAGIOVANNA Lo scorso lO marzo 20 II, le Suore Francescane Immacolati ne hanno dato l'ultimo saluto a Madre Mariagiovanna Sante dìcola, Superiora Generale della Congregazione dal 1994 al 2003. N ata in provincia di Pescara (Vicoli) il 27 marzo 1936, ancora ragazza si trasferì con la famiglia in Brasile. All'età di 21 anni, dopo aver nutrito sin da fanciulla il desiderio di consacrarsi al Si gnore, entrò nella Congregazio ne delle Suore Francescane Im macolatine, che, otto anni prima, nel 1949, aveva aperto la sua prima Missione oltreoceano lì in Brasile a Jaguaquara e poi a Sal vador, nello stato di Bahia. Due anni dopo iniziò il Noviziato. Emise la Professione Religiosa nel 1960 e sei anni dopo la Pro fessione Perpetua. Compì vari studi e conseguì la laurea in Lettere. Spinta dal fervore della sua vocazione, spe se generosamente, già dai primi anni della sua vita religiosa, ogni energia nel lavoro apostolico e insegnamento nelle scuole della Missione. Nel giugno 1976, in occasio ne del CapitoloOenerale venne in Italia, e vi rimase per dare qui la sua collaborazione, inserendo si pienamente nella vita della Congregazione e della Chiesa locale. Operosa e dinamica con tribuì attivamente alla preparazio ne dellO Centenario dell' Istitu to nel 1881. Assieme alla Supe riora Generale di allora, Suor Eli sabetta Gnerre, e al prezioso la voro di studiosi storici, si impe gnò, con spirito di fede e costan te determinazione, a costo anche di duri sacrifici, per il risveglio della figura di Teresa Manga niello, con approfondite ricerche (continua a pag. 4) POZZUOU: MIRACOLO D'AL'IRI TEMPI? NOLA: LA CAMPANA SCACCIO' I DEMONI Nelle Cronache cappuccine di 4-5 secoli fa si leggono con r~e quenza narrazioni di miracoli c1e sottolineano la provvidenza :li \'ina, sempre vigile per soste;;e re i Frati quando non avevano nulla da mettere sotto i denti Miracoli d'altri tempi? Epp.;re leggiamo un miracolo simile .òc caduto nel novembre del IC40 preso iii santuario di San Gen:-.a ro di Pozzuoli. Era Guardiano P. Enrico :la Napoli, il quale quell'anno dm et te celebrare il santo patrono Gen naro solo in chiesa a causa de:Ja guerra, Maci fu tale affluenza che vennero persino i parroci di (' a samarciano e di San Paolo Be. ,i to per aiutare ad ascoltare le c,'n fessioni. Il miracolo dello sciogli mento del sangue avvenne \ er so le 9 e un quarto. Il giorno 20 il convento ebbe la visita del grande Cardinale r-.la glione, accompagnato dal Vicario generale della diocesi di Pozn;oli e dall'allora Nunzio apostolicJ a Bruxelles, Mons. Micara. Ma alle ore 4 del primo novem bre i frati furono costretti a n:u giarsi nel refettorio da un' or::: di bombardamento aereo, e tre glor ni dopo da un'altra incursicne durata due ore. Giunse il fatidico e terribile 18 novembre: i Frati, impauriti, 5:a vano in convento e non ave'. a no pane da mangiare, né era P,)S sibile acquistarlo, neanche a :::,a garlo a peso d'oro. Il superiore, in questi caSl si sente molto responsabile, e 5: ri volge al cielo come ogni b\..ùn cristiano. Ed ecco il miracc .0, narrato dal cronista del con\ t?n to: "Verso le IO arrivarono C:.le donne sopra un biroccino da e,se guidato, con una cotta di pam di puro grano e un grosso pollastro che offrivano a San Gennaro' L'evento che aveva tutto 1'3.:0 ne del prodigio, commosse ,0 prattutto il superiore, che pia:~se di gioia. Nel 1683 P. Antonio da Olivadi, rinomato predicatore e famoso per la sua santità, fu invitato a predicare a Nola, forse in catte drale. Il primo giorno, essendo Car nevale, accorse poca gente, es sendo i ricchi a divertirsi e i meno ricchi scoraggiati da un vento di potenza insolita. Le Monache Clarisse di S. Spi rito mandarono a dire a P. Anto nio che quel vento era opera di satana. Allora P. Antonio chiese al Vescovo di far suonare la "Cam pana di S. Paolino", che di solito suonava solo in certe occasioni. Armato di stola e Crocifisso, P. Antonio gridò dal pulpito: "Dia voli dell'inferno, se questi tempi così orridi e questi venti così tem pestosi sono castighi di Dio per la città, voi, come ministri suoi, venite a sfogare sopra di me lo più scellerato tra tutti la giustissi ma ira sua; ma se sono sforzi vo stri, come nemici della eterna sa lute, io vi ordino in nome di que sto Cristo, ed in virtù della san tissima sua passione a partirvi". Il vento dopo che si videro lampi di fuoco dirigersi verso il Vesuvio - si calmò, e accorse mol tissima gente a sentire, da quel giorno, tutte le sue prediche. A ricordo fu piantata una cro ce presso la chiesa dei morti, sul la strada che conduce dal Semi nario al convento dei Cappucci ni. UN CAPPUCCINO AMICO DI PAPA PIGNATELLI P. Francesco M. da Paderno Questo Frate era Sacerdote studente nel 1656 e dovette in terrompere gli studi per dedicar si gli appestati nella città e din torni di Avellino, da cui uscì in denne e poté continuare gli stu di, e divenire un "dottissimo sa cro oratore". Ma ben presto fu colpito da una calunnia, e uscì da]] 'Ordine, passando ai Canonici Lateranen L'Al\~GOLO si di S. Pietro ad Aram in Napoli. Il Provinciale P. Basilio Donnor so era riuscito a convincerlo a ritornare, ma il Card. Pignatelli lo L'ABBANDONO A MARIA volle come Penitenziere maggio FRA GEREMIA IN SECONDO \101'\S. TOPPI re in cattedrale e, divenuto Papa "ECO DI S. FRANCESCO" col nome di Innocenzo XII, lo chiamò a Roma e "sommamente Mons, Fn,ncesco Saverio Nella lunga serie di volumi del l'onorò". Toppi visse in~ensamente lo spi periodico "Eco di s. Francesco", Nel 1688 il terremoto di Napo rito di abband Jno tra le braccia fondato nel 1873 dal Cappucci li costrinse la gente a vivere al di Maria, che c hiamava Mamma no P. Bonaventura Gargiulo, e da l'aperto, e allora egli costruì una e diceva: "Oh .a mamma! Quan lui diretto fino alla morte nel "baracca di tavole", che fu lo stu to mi ama, corre risponde alle più 1904, il Beato Geremia da Valac pore degli ingegneri. intime esige~ze del mio cuore", chia ricorre solo due volte, nel Ma giunse il momento del red e chiedeva un..: sola grazia: "es l'annata del 1887 e in quella del de rationem davanti a Dio, e al sere un bamè mo nelle braccia 1888. Va ricordato che in quel lora fece sapere al Guardiano della Mamm" celeste, credere l'epoca non era ancora stato sempre di pii. e abbandonarmi della Concezione P. Simone da proclamato beato. Napoli di voler riprendere l'abito al suo amore" Voleva andare in Nel 1887 il nome ricorre nel col quale aveva professato; es paradiso per cantare la miseri l'articolo intitolato "S. Felice da cordia di Mar:a, diventando suo sendo ammalato, il P. Simone lo Cantalice e i Frati laici Cappuc fece trasferire "in portantino" bambino "piccolo piccolo, chiu cini". Dopo aver ricordato che nell 'Infermeria provinciale, dove so nel tuo cu Jre, abbandonato san Felice fu il primo santo del tra le tue brac;;ia, nutrÙo~r tuo' "il Superiore con i più degni frati l'Ordine, nomina Fra Serafino da petto". del suo convento se gli fecero Montegranaro, Fra Bernardo da all'incontro per onorevolmente Quando fu ~hiamato a regge Corleone, Fra Cri spino da Viter accettarlo" . re la diocesi d Pompei, senten bo, e quindi Geremia da Valac dosi impari a 'aie compito, non chia, omettendo di ricordare che UN BUE PERI UN CAPPUCCINO SEPOLTO poté fare altre che scrivere nel questi visse e mori prima degli NEUACATTEDRALE CAPPUCCINI DI NOLA suo Diario: "l\lamma! Mamma! altri nomi qui ricordati, e cioè DI NOLA Sì, mi hai voi jto a Pompei per Il Gargiulo narra un evento che subito dopo San Felice e che, convertirmi e trasformarmi in Uno dei Frati Cappuccini che sa del miracoloso. I Frati tornati come j1.Juest'ultimo, dedicò 40 Gesù, come ti ..:hiesi nell'ordina nel 1656 si offrirono per assiste in convento avevano bisogno di anni ,clelia sua vita, se non alla zione sacerdot2.le ... Porta a com re gli appestati, la storia ricorda sussistenza, e il Provinciale P. quefo'tua, certamente al mestiere pimento la tua promessa ... Rea P. Giambattista da Giugliano, che Feliciano da Sorrento faceva pre piu' nobile del servizio degli in lizza il misten .. , Madre nostra: fu Lettore, cioè docente negli gare Dio dalle Anime dei Sacer fermi. Si limita poi a ricordare fiducia nostra Mi abbandono a Studentati cappuccini. P. Giam doti defunti. Il Gargiulo aveva in che Fra Geremia mori nel 1625 e te e affido la llia-tua Chiesa di battista pagò la sua audacia cri fatti creato una Pia Lega del suf fu "così tenero con Maria SS.ma, Pompei!. .. " stiana con la morte, poiché, men fragio sacerdotale. E il Gargiulo che gli apparve più volte". A Maria ch edeva "la pruden tre aiutava i poveri appestati, fu racconta come dopo aver pre Nell'annata 1888, il nome di za indispensar ile, l'equilibrio di colpito anche lui, e mori il 13 set gato Nostra Signora De Prae Fra Geremia entra in un lungo fondo, la sagfezza preziosa, la tembre 1656, alla giovane età di sbyteris defunctis la notte se elenco di "Santi, beati e Venera sapienza ispir:::trice per assolve 33 anni. Fu sepolto nella catte guente sognò "un cotal nostro bili del prim 'Ordine Francesca re la mia miss: Jne a Pompei, Mi drale di Nola con la seguente la benefattore de~nto" il quale lo no", divisi per secoli. Fra'Gere sento piccolo piccolo, buono a pire: rimproverò perché non osavano mia, allora Venerabile, ricorre al PER 2000 E-MAIL nulla, capace Ji mille pasticci e rivolgersi ai suoi figli per chiede VENERABILIS P. F. IO: 140 0 posto '- in ordine cronolo Tutti sanno che E-Mail SI':; perciò mi richJamo allo "slogan" re aiuto, dicendogli: "Fate sapere gico e ovviamente nel Seicen BAPTAE A ruLlANO SAC. per Posta elettronica, perche di tutta la mia "ita: "Madre mia: a mio nome che essi hanno dato to. Di lui si dice che fu "laico permette di recapitare i prc· ET TEOLOGI CAPUCc. fiducia mia", ]\,:amma, pensaci tu! pri messaggi in tempo rea.' una vacca per le Piccole Suore dei Cappuccino, morto nel conven Mi dà tanto C( 'nforto l'invito di H1C OSSA TUMULANTUR attraverso il computer. Poveri di Napoli, diano un bove to di Torre del Greco presso Gesù ai piccoli :li andare a lui e mi A chiunque lo desideri, QUI CUM IN NOLANA per i Cappuccini di Nola". Allora Napoli, il giorno 5 marzo 1625". possibile ricevere comode· rivolgo alla ]\,:amma perché mi CIV PESTE LABORANTIB. P, Bonaventura osò, cioè scrisse, La notizia è errata, poiché Fra mente a casa i commenti /J. tenga sempre :Jlccolo, bisogno SOLA DEI PROXIMORUMQ. e dopo otto giorni ricevette que vangelo curati da P. Fiorenz\. Geremia si ammalò a Torre del so, fiducioso, abbandonato tra Mastroianni. che settimana.· sta risposta: "Molto Reverendo Greco, ma mori nell 'Infermeria CHARlT. DUcruS le sue braccia :Jer chiudermi nel I mente li invia a chiunque g .. Padre, eccovi il bove per il con della Concezione a Napoli. DESERVIREf, EADEM PESTE cuore di Gesù e lì attingere con comunica la propria E-mai. vento di Nola. Fate pregare per L'elenco dei Santi, Beati e inviare a: gioia "i fiumi :ii acqua viva" che SUBLATUS noi che ne abbiamo bisogno. Vi Venerabili, riportato nella rivista i [email protected]. Egli promette t largisce a chi cre IBIDEM DECESSIT E VITA ringraziamo che ci date occasio i Una trentina di righe p€' suddetta, ebbe un preciso sco de nel suo amcre misericordioso, ANNO SALUTIS MDCLVI ! I volta. che descrivono i 4 senso ne di far del bene, e datecene sem po apologetico contro la menta Attraverso per odi di oscurità, di , I: della Scrittura (letterale, alle· DIE 13 MENSIS 76 pre"... La lettera conteneva anche lità anticlericale e massonica del scoraggiamen:J, d'impotenza, di . I gorico. morale. anagogico) nE. un dono di ben mille lire di allora, tempo, che considerava la vita AETATIS VERO SUAE l' singoli vangeli domenicali. (contmua a pag. 4) (Stelle e Fiori 1894/182) fratesca inutile alla società. ~::::::::::::::::::::::::::::::::::::::::::::::::::::::::::::::::::::::::::::::::~ A. XXXI. MARIANO L'ANGOLO DJ FRA GEREMIA 3 ( * * * CONOSCI LE FONTI * CONOSCI LE FONTI * * * ) ~--------------------------------------------------------------------------------------------------- Cfr. Costanzo Cargnoni, I Frati Cappuccini. Documenti e testimonianze del primo secolo, Parte I (Ispiradone e Istituzione), Sezione III (Primi commenti cappuccini alla Regolafrancescana). Introduzione testi e note a cura di Costanzo Cargnoni. Libera riduzione a cura di P. Fiorenzo Mastroianni (pp. 1043-1121). GIROLAMO D.-\ p'OLIZZI (1544-1611), Expositio cum dubiis escussi in Regulam S. Francisci (1606) [7.- La poverta I: I frati non possono godere pr vilegi, e non possono "aprire Céuse giudizia rie e difendere d! :itti acquisiti sulle cose tempo-aH", eccetto quei "privilegi ch~ favoriscono l'esenzione dalla g urisdizione e dipendenze dei veSCOVI e altre esenzioni", purcht non si creai scandalo, e quei rnvilegi "che riguardano i beni ,pirituali" (n. 1010). E' vera pest::: chiamare un convento, una pro lincia "mia", e considerare i no· appartenen ti come "estranei c d ospiti". In fatti, è lecito l 'us.· delle abita zioni e di altre cc ~e, ma senza impadronirsene (n lO Il). E' or ribile menzogna "'clalare come signorotti in com ;:nto, e fuori mendicare come p)veri". I frati devono essere pellegrini e fore stieri in questo mo::do (n. 1012). Sono obbligati aI:;! ristrettezze quali "la rinuncia é. tutte le cose, l'asprezza e rozzena dell'abito, la scarsezza di vesti, la nudità dei piedi [ ... l, la rroiblzione di cavalcare, la que~tua del vitto necessario, l'impossibilità di ave re denaro". Evitare '~ogni super fluità, curiosità e rreziosità" (n. 1O13), e perciò si stabilisce ['uso moderato". ('ggetti di cul to d'argento si pessono tenere per "rispetto versc l'Eucaristia" (n. 1014). La moc;:razione nel l'uso "deve attene"si alla quali tà delle persone, vé.rietà dei tem pi, condizioni dei uoghi e altre possibili circostar.ze", né deve essere uguale "l 'u ~o delle cose per i sani come pe' gli ammala ti". Non è facile fa"si un "giudi zio preciso"; stare :Jerciò al giu dizio dei superiori Non sempre è peccato grave la mancanza di moderazione (n. 1015). Solo quando si è certi C'le i superiori "interpretano in rr::ldo rilassato l'uso moderato" ìisognerebbe non obbedire. Chi deve opporsi ex officio e non lo :'a è complice (n.1016). Francesc) parla di "al tissima povertà" Ci. IO 17) per ché esclude ogni d ritto o domi nio sulle cose, mer:re altri Men dicanti possiedonc "qualcosa in comune". Questa rovertà rende chi la professa erece e re del re gno dei cieli (n. l) 18). Questa povertà eleva chi la osserva "nel la perfezione delle !irtù". poiché la cupidigia è la r:dlce di tutti i mali. Dalla povertà nasce l'umil tà, l'obbedienza, lé. temperanza, 4 la pace, la fortezza (n. IO 19), la c<,nfidenza in Dio, "mette nella C( ,ndizione di pregare e di con templare", e dispone all'opera ddl'evangelizzazione (n. 1020). T lttavia "non è la povertà in se stessa che è virtù, ma l'amore della povertà" (n. 1021). 8.- Amore spirituale e ma terno dei fratelli: senza questa Carita "si sfascerebbe tutta la re ligIOne". Carità che è "affabile familiarità e confidenza di rappor ti : .. ]; ma il frate deve esprime re con gesti questa intima carità [. .l e non devono mostrarsi fra di loro tristi e musoni, ma piut tO'ito lieti nel Signore" (n. 1022). L'affetto gratuit!J della carità è pl u forte dell' amore naturale, c(mpreso quello materno (n. I ('23). La Regola obbliga a pre stdre agli ammalati lo stesso ser vizio che vorrebbe ciascuno per se stesso, e questo soprattutto d" parte dei superiori (n. 1024). G i ammalati, da parte loro, de V( .no "accontentarsi di quelle c(,se che stanno bene ai poveri, n(·n ai signori del mondo" (n. l(25). 9.- I quattro doveri dei predi catori: siano controllati e casti nelle parole (n. 1026), ordinati n<l fine, cioè l'utilità ed edifica zi,me del popolo; parlare dei vizi e lirtù, della pena e della gloria (n. 1028) con brevità di sermone (n 1028). 10.- Ministri e servi: i mini stri devono visitare, ammonire e c(,rreggere i frati con umiltà e ca rità. Sono vicari e imitatori di Cri st·) che venne per servire e non per essere servito. Devono eser ci:are un servizio e non un po te~e (n. 1029). "Il servizio spiri tuale deve preferirsi a quello cor p(rale"; è un servizio pastorale (n 1030). 11.- Ambito dell'obbedienza: i ~udditi devono obbedire non a tu~ti , superiori ma a tutti i prela ti del! 'Ordine; in tutte le cose C( ntenute esplicitamente o im plicitamente nella Regola (n. 1(31 l, e anche in tutte le cose n(!n contrarie all'anima e alla Regola (n. 1032). 12.- Servizio caritativo dei superiori: "I superiori devono ac cogliere con amore cordiale, benigni nel volto e nelle parole, ch ricorre ad essi. E devono mt)strarsi così familiari con loro ere I frati possano dire e fare ccn essi come i padroni con i loro servi". Quando i frati "sono certi di non poter osservare spi ritualmente la Regola", possono ri{ orrere ai loro ministri (n. 1033), ma se si tratta di una "più pura osservanza", non sono obbliga ti (n. 1034). I superiori da parte loro sono obbligati a favorire l'osservanza perfetta della Rego la e del vangelo (n. 1035). I su periori non sono obbligati "ad accontentare tutti i sudditi che chiedono di osservare la Rego la con più rigore nelle osservan ze esteriori e corporali". "E' me glio che i sudditi si es~rcitino nell'obbedienza, umiltà; pazien za a totale disprezzo di ogni cosa terrena" (n. 1036). Se il suddito trova impossibile vivere senza pericolo di peccare e il superio re non intende rimediarvi, il sud dito può e deve andare altrove, dopo averne chiesto licenza, e, se non l'ottenesse, potrebbe andarsene senza essere consi derato apostata (n. 1037). Idem se si sente talmente perseguita to da sentirsi prossimo a pecca re gravemente - e solo allora anche se è minacciato di sco munica se va via (n. 1038). 13.- Guardarsi dai vizi e dai peccati anche veniali: in parti colare dalla superbia, vanaglo ria, invidia, avarizia, cura e pre occupazione di questo mondo, dalla maldicenza e dalla mormo razione (n. 1039). Il peccato ve niale "impedisce di agire con merito e diminuisce notevolmen te la gloria eterna" (n. 1040). 14.- Studio delle lettere e del lo spirito: apparentemente san Francesco dissuade dallo studio delle lettere, ma poiché ha rac comandato di predicare, "è per noi indispensabile lo studio del la Sacra Scrittura e l'opera di maestti per non propalare erro ri" (n. 1041). Bisogna evitare "lo studio superfluo" e impegnarsi ad "avere lo Spirito del Signore e la sua santa operazione" (n. 1042). Il discorso vale più diret tamente per i fratelli non chierici e illetterati (n. lQ43). 15.- Primato della grazia dell'orazione e della devozione: i frati "devono essere addestra ti più da Dio che dallo studio delle lettere", come hanno fatto particolarmente molti santi fra telli laici divenuti sapienti e santi (n. 1044). I frati devono "prega re sempre a Dio con cuore puro, avere umiltà e pazienza nella persecuzione e nella malattia, amare quelli che ci perseguita no, ci riprendono e accusano" ecc. (nn. 1045, 1046). 16.- Apostolato e vocazione missionaria: san Francesco apre l'ordine alle missioni tra gli infe deli, purché si faccia "per divi na ispirazione" (n. 1047), con la licenza dei superiori (n. 1048), e i superiori non possono obbli gare nessuno (n. 1049). I frati, anche se sentono la divina ispi razione, non devono andare in missione senza la licenza dei superiori (n. 1050). 17.- Idoneità dei missionari: i ministri devono dare la licenza solo a coloro che riconosceran no idonei "in rapporto alla per fezione della vita, alla verità del la dottrina, alla maturità di un comportamento virtuoso, alla rettitudine e zelo di santificazio ne, all'esperienza e praticità di iniziative e alla solidità della pa zienza e della costanza" (n. 1051). I superiori non devono mandare gli inetti e incapaci, e neppure devono distogliere "senza cau sa ragionevole i capaci e ido nei". LE CAPPUCCINE DI BAGNOCAVALLO P. Bonaventura Gargiulo, fon datore e direttore del settimana le "Stelle e Fiore" di Sant' Agnel lo di Sorrento, faceva volentieri delle raccolte di offerte per chi ne aveva bisogno. Nel 1903 intitolò così una del le sue richieste: "Una limosina per amore di Gesù Cristo"; e la richiesta era per le Monache Cappuccine romagnole che ri schiavano di chiudere: "le Clarisse Cappuccine di S. Gio vanni Battista di Bagnocavallo in Romagna scrisse P. Bonaventura languiscono di fame non solo, ma se non si vie ne in loro soccorso, per assicu rare loro la vita e non farle mori re d'inanizione, s'è pensato di sciogliere quella Comunità. Quel le buone vecchie religiose che tanto soffrono sol perché sono spose di Gesù Cristo, sono in indicibile angoscia. Noi abbiamo lettere strazianti sul tavolino, e notizie strazianti hanno pubbli cato il Moniteur de Rome, la Voce della Verità ed altri perio dici"". Aperta la sottoscrizione, rac colsero in breve tempo più di Lire 232. ~'ANGOLO MAR/AN~ ~ontinuadapag.» dubbio e di paura; voglio reagire e me lo aspetto soprattutto dalla Mamma - con una fede cie ca, con un abbandono assoluto, con una fiducia folle nel I'Amore misericordioso del Padre, nel cuore squarciato di Gesù, nella potenza travolgente dello Spirito Santo". Quando si sentiva bersaglia to da mali di ogni genere e si sentiva inabissato dai peccati e difetti, per non cedere allo sco raggiamento non sapeva fare al tro che abbandonarsi "alla sua materna mediazione e tenerezza". L'ANGOLO DELLE IMMACOLATINE (continua da pag. 3) sulle origini della fondazione, di cui la Beata è stata Ispiratrice ed è Madre Spirituale. Ricoprì varie cariche: segre taria delle missioni, segretaria della formazione e Maestra delle novizie. Nel Capitolo Generale del 1988 venne eletta Vicaria Generale e in quello del 1994 Superiora Generale della Congre gazione; carica che le fu ricon fermata per un altro sessennio nell'anno 2000. Ma nel settem bre 2003, una encefalite erpeti ca, non diagnosticata in tempo, la colpì inesorabilmente nelle fa coltà cerebrali, per cui è stata allettata per oltre sette anni. Personalità carismatica, ricca di talenti, che ha generosamen te donato per la Chiesa e per la Congregazione. Entusiasta del la vita, amante della gioventù, trasmetteva entusiasmo cristia no a tutti, senza distinzione e dava serenità col suo sorriso materno e pacificante. Da vera figlia di San Francesco, ne ha vissuto lo spirito di umiltà e sem plicità. L'Immacolata ha guidato la sua vita; l' "Eccomi, sono la Serva del Signore" ha riecheg giato nella sua vita di religiosa, sottomessa alla Volontà di Dio, a servizio della Chiesa e della Congregazione.. Anche nei lunghi anni della malattia, inchiodata nel letto del dolore, la sua presenza è stata per le Consorelle e per quan~i anda vano a visitarla, un esempio e un invito ad accettare con serenità i ~Voleri Divini, in unione a Cristo Crocifisso, ,che si immola per la salvezza del mondo. Questo periodico viene inviato gratuitamente. Chi volesse inviare offerte volontarie, può servirsi del modulo accluso, ccp n. 66914680 intestato a: EDIZIONI CAPPUCCINI - NAPOLI /"