Retro PDF - Il Resto del Cremlino
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Il Primo Maggio "Dante", m'hanno detto i compagni de Il Resto del Cremlino, "perchè non ci mandi qualcosa per il giornale? Sei un pontaegolese figlio e nipote di pontaegolesi, un operaio figlio e nipote d'operai, in tasca c'hai la tessera giusta, quella senza alberelli e fiorellini... dacci una mano...". Io tanto bravo a scrivere non sono mai stato, neanche alle medie, però ho voluto provare. Il mio nonno, che si chiamava Bulleri Dante come me, faceva lo sciabordone. Dieci, undici ore al giorno. Era iscritto al Partito e al Sindacato e fumava un pacchetto e mezzo d'esportazione senza filtro. Il mio babbo sbottalava anche lui, aveva un bel paio di tessere in tasca anche lui, però fumava le MS. Io sbottalo lo stesso ma ora si dice operatore conciario perché sciabordone è maleducazione. Io e N'diaye, il senegalese che lavora con me, si torna a casa le sera che si puzza come bestie, con la merda anche nelle orecchie. Però siamo operatori. Come gli spazzini. N'diaye ha una trentina di bimbi in Senegal, l'agenzia interinale gli fa il contratto tutti i mesi tranne agosto, tanto d'agosto non si lavora. Io in confronto sono un signore. M'assumono a tre mesi: quattro contratti l'anno. Ho firmato da poco il secondo del 2007. Anch'io, come il mio nonno e il mio babbo ho la tessera del Sindacato. L'ha presa anche N'diaye. Però noi si paga direttamente in Camera del Lavoro perché il padrone non vuole e se arriva la delega in ditta è capace che a me mi fa girare le scatole e N'diaye lo manda via, come ha fatto con un altro che poi, povero ragazzo, ha trovato lavoro in un'altra ditta e c'è morto il primo giorno. Io lavoro qui già da un anno e mezzo e magari tra un altro annetto mi fanno anche il contratto a tempo indeterminato. Speriamo, perché con questi contratti a termine non si fa vita. In campagna elettorale ci dicevano che la toglievano quella legge o che almeno la modificavano; invece mi pare che Prodi e Fassino non abbiano proprio tanta voglia di farlo. E se poi Montezemolo s'arrabbia e ci leva il saluto? Noi aspettiamo. Ma ci credo poco. Intanto il primo maggio, che è un martedì, vado a Castelfranco col sindacato e con i compagni dei Comunisti Italiani e di Rifondazione, a cantare in coda al corteo. Ha detto che viene anche N'diaye. E se c'ho tempo ci vado anche coi capelli fatti, perché col governo Prodi i barbieri possono aprire anche di lunedì. Grazie Bersani. [Dante Bulleri] Pinocchio lavora alla Geofor prima parte Sono arrivati di mattina presto, sperando che alla Casa del Popolo non ci fosse quasi nessuno. In quattro, benvestiti e ghigne di sagrestia. Sotto il braccio un oggetto quadrato, sospettosamente rinvolto nella carta da pacchi. Dopo aver parlottato con la barista, che fa quelle belle colazioni abbondanti che noi tutti ci trangugiamo prima di andare a far girare i bottali al prossimo, hanno cercato di convincere il Presidente. Questi, confuso ma soggiacente, se ne è lavato paludosamente le mani ed è uscito. Allora in due si sono avvicinati al muro e, già più arroganti, hanno decisamente chiesto uno scaleo. Ma in fondo al salone, davanti al suo mezzino di vino rosso, qualcuno aveva seguito la scena senza perdere un dettaglio. Era il Lupi, chi non lo conosce, e appena ha visto gli intrusi arrampicarsi su per il muro dove da sempre è appeso il ritratto di Berlinguer, si è insospettito e si è fatto avanti. Già, perché arrivato in cima allo scaleo l’arrampicatore ha finalmente scartato il pacco ed è venuto fuori in tutta la sua malignità il faccione di Bettino Craxi in sahariana bianca. Orrore! Cosacazzo state a fare, gli ha urlato il Lupi. Bartolini Monitor, il figlio di mia cugina, mi ferma e mi chiede chi è il Lupi. Allora devo calmarmi, prendere fiato e buttar lì un po’ di memoria storica raccontandogli di quando il Lupi e Piaccichino, l’estate del settantasei bloccarono tutta la Festa dell’Unità per tre giorni. Era successo che nel menù del ristorante, accanto alla pastasciutta e alla zuppa di pane, piatti ammessi dalla liturgia comunista, era stato inserito per prova un nuovo primo, i tortellini alla panna. Questo dopo lunghe discussioni nel Partito in cui una corposa minoranza aveva sostenuto con sacrosanta ragione che il deviazionismo borghese si palesava fin già nel nome di quella pietanza. Tortellini alla panna! Che fosse un piatto da ricchi debosciati lo capiva anche un bambino. Ma alla gira per il sudamerica ma a causa del suo ruolo di attivista le autorità sudamericane cercano per ben due volte di deportarlo. In entrambi i casi se la svigna. A Montevideo conosce la sua compagna di vita, Mercedes Gomes, e insieme si trasferiscono in Brasile. Qui diventa il principale propagandista nelle più lontane piantagione di caffè, e nel 1909 conduce una dura campagna contro l’abuso dei sacerdoti sui minori. A causa di ciò, sconta un anno di carcere per calunnie. Tornato a Buenos Aires col nome di Cesare Montemaggiore fonda L’asino, un giornale anticlericale che diventerà tra i più popolari in Argentina. In questo paese nel 1919 scoppia la “semana tragica”: un migliaio di lavoratori uccisi e ventimila arrestati. Ritenuto persona indesiderabile, la polizia lo carica su un nave a vapore con destinazione Genova, ma a largo della costa riesce a fuggire: si lancia in mare e raggiunge la riva ma, fratturatosi le gambe rimane per il resto della vita claudicante. Nel 1921 è a Montevideo dove ospita una missione della terza internazionale e nel 1922 è tra i fondatori di un partito comunista brasiliano, convinto com’è che la rivoluzione russa si diriga verso l’anarchia. Nel 1936, dopo un fallito tentativo di rivolta organizzato dai comunisti brasiliani, Oreste Ristori viene rimpatriato in Italia, e dopo poco un Oreste Ristori nasce a San Miniato il 12 mese riesce a raggiungere le forze agosto del 1874 in una casa collettiva antifasciste in Spagna. Verso la fine della sulle colline del Pino. La sua famiglia è guerra spagnola entra in Francia per composta da lavoratori pigionali che ben cercare inutilmente di riunirsi alla presto si trasferiscono nella vicina propria compagna. Qui, durante la Empoli, dove Oreste matura le sue seconda guerra mondiale viene convinzioni politiche. Già nel 1892, il 21 rinchiuso nel campo di prigionia di marzo, viene arrestato durante una Roland Garros e successivamente manifestazione a San Miniato e ben rimpatriato in Italia. Nel 1943 viene presto emergerà nel movimento arrestato per aver pubblicamente anarchico con il soprannome di festeggiato la caduta di Mussolini. “Beccuto”. Nel 1894, accusato di aver Rinchiuso alle Murate di Firenze, il incendiato la collettoria dello Stato a Ristori viene fucilato dai fascisti per Empoli e di aver preso parte ad una rappresaglia nel campo di tiro delle rivolta scoppiata in luglio sulle colline Cascine. saminiatesi, viene spedito a Porto Si dice che prima di morire abbia Ercole in domicilio coatto. Da quella fumato la sua pipa e cantato fortezza, ritenuta inespugnabile, riesce l’Internazionale. ad evadere con altri compagni, e della [a cura di Renzo Insurie] loro fuga ne parla perfino il Corriere della Sera. Quando la polizia riesce a riacciuffarlo, viene spedito alle isole Tremiti dove incontra l’anarchico spezino Pasquale Binazzi. Alle Tremiti le condizioni di vita pessime provocano una rivolta nella quale muore il santacrocese d’adozione Argante Salucci. Per questa sommossa il Ristori IL RESTO DEL CREMLINO #12 viene processato e spedito a Pantelleria, periodico comunista della zona del cuoio dove conosce Amedeo Borghi. Poi via della Gioventù, 3 :: Ponte a Egola (PI) viene confinato sull’isola di Ventotene e tel. 0571 498939 :: [email protected] http://www.ilrestodelcremlino.it nel 1898, dopo i moti per il pane, fugge a Marsiglia col falso nome di Gustavo Fulci. Arrestato a Nimes, fa il giro dei Redazione: Daniele Caneschi, Pilade Cantini, Luca Magozzi, Francesco Sale, Elena Ulivieri. domicili coatti: a Favignana s’improvvisa Invitati permanenti Federico Caso, Renzo Insurie corrispondente de L’Avanti!, a Ponza Hanno collaborato: Dante Bulleri, Fioriurlanti, incontra Luigi Fabbri, poi viene Mar. Ca., NaCl, Renzo Insurie trasferito nella fortezza di Gavi e infine Chiuso in redazione il 26 aprile 2007 a Ustica. In quel periodo diventa uno Supplemento al numero 1 anno III de L’AURORA stimato giornalista dei giornali libertari, rivista toscana di orientamento comunista http://www.lauroratoscana.it/ perfino di quelli internazionali come Le http://xoomer.alice.it/rivistaaurora/ libertaire di Parigi e L’avvenire di Registrazione al Tribunale di Firenze Buenos Aires. Nel 1902 giunge nella n. 5441 del 2 settembre 2005 Direttore Responsabile: Riccardo Cardellicchio capitale argentina e negli anni successivi fine avevano vinto i miglioristi, e al Lupi e a Piaccichino non era rimasta che la lotta dura per impedire la deriva riformista. Rispondendo prontamente allo sgomento delle masse incredule in fila davanti al ristorante della Festa, accorse a chiedere spiegazioni su quella novità che confondeva gli animi e li intorbidava, i due avevano pacificamente occupato la cucina giorno e notte mangiando tutte le porzioni di tortellini, peraltro senza toccare la panna. Di fronte a quella strenua lotta il Partito si era dovuto ricredere, e dal menù era stato alfine rimosso il piatto della discordia proletaria. [Mar. Ca.] Il Ribelle Oreste