2. Consulta PG - Aprile 2015

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2. Consulta PG - Aprile 2015
Diocesi di Ravenna-Cervia
IL CORRIERE DEI GIOVANI
Notiziario della Consulta
di Pastorale Giovanile
In occasione dell’ultima Consulta
dei Rappresentanti di Pastorale Giovanile
del nostro territorio va in stampa
il primo ed ultimo numero
del Corriere dei Giovani
Maggio 2015
Attualità
Quali sono le esperienze, le attività, le proposte che funzionano e sono da
mantenere e magari da rafforzare o da rilanciare?
I Referenti di Pastorale Giovanile presenti alla Consulta hanno condiviso in primo
luogo un’osservazione: dopo la GMG di Madrid nel 2011 si è assistito ad una
fioritura della pastorale giovanile. In questi quattro anni sono state fatte molte
proposte ai ragazzi e ai giovani: alcune per la prima volta e alcune invece sono
state rilanciate. La più grande novità però è stata la modalità delle proposte,
ovvero in fatto che le attività sono state suddivise, pensate e suggerite per le tre
fasce di età (preadolescenti, adolescenti e giovani).
Le attività che sono state apprezzate sono in particolare:
-
Il Cafè Teologico
-
Il Cammino Vocazionale
-
I Campi Scuola diocesani
-
Il Corso delle 10 Parole
-
Gli Esercizi Spirituali
-
La GMG
-
La Giornata dei Cresimandi
-
Le Giornate e i Pellegrinaggi per i preadolescenti
-
I GREST con il tema diocesano
-
Le proposte di formazione per gli animatori e gli educatori
-
La serata di san Valentino
Altre attività, poi, sono state apprezzate ma si è chiesto un ripensamento ed un
rilancio per una maggiore efficacia in base alle esigenze dei giovani:
-
Il Corso Missionario, la Marcia e la Veglia Missionaria
-
Il Coro di Pastorale Giovanile
-
Convivenza settimanale durante il Triduo
-
Corsi di arte e spiritualità
Al di là delle attività e delle proposte si è sottolineato che sia da rafforzare la
collaborazione nelle parrocchie e tra parrocchie, in particolare tra educatori,
cercando momenti di convivialità e di comunione da vivere insieme per creare
intese, relazioni e percorsi condivisi. Inoltre è da rafforzare la comunicazione
per scambiarsi informazioni, ma anche materiale, idee.
Focus Preadolescenti
Quali sono i contenuti significativi su
cui puntare nel progettare i cammini
di gruppo dei preadolescenti?
Per i ragazzi di questa età occorre pensare
a percorsi di gruppo in forte discontinuità
con i percorsi di iniziazione cristiana. Una
tematica centrale per questi ragazzi, che
si impone a partire dall’esperienza del
corpo che cambia, è quella dell’affettività,
intesa in senso ampio. Essa include delle
tematiche come l’amicizia e la sessualità.
Un’altra macro-tematica nasce dalla fatica
che in questo momento della vita i ragazzi
fanno a vivere la quotidianità all’interno
degli schemi e delle regole degli adulti: la
tematica del rispetto e un aiuto pratico a
leggere in modo non egocentrico la realtà
che ci circonda, costituisce una questione
educativa di grande importanza. Ancora,
occore aiutare i ragazzi a prendere
in mano la propria vita e a sentirsene
protagonisti. Per questo è importante
dare la possibilità di incontrare testimoni
credibili, che aiutino a comprendere che
la fede cristiana si vive nel quotidiano e
lo trasforma in meglio. Un’altra tematica
che è emersa dal confronto della Consulta
è stata quella delle grandi questioni della
vocazione e della missione. Pur essendo
temi “molto alti” sono comunque occasione
(in modo particolare la missione) di vedere
come si può realizzare la vita e offrono una
prospettiva concreta, mettendo in moto il
desiderio di realizzare azioni concrete, che
in questa fascia di età sono fondamentali
per motivare il cammino.
Quali metodi specifici e quali strategie
sono occasioni educative vincenti?
La metodologia che deve caratterizzare gli
itinerari dei ragazzi dovrebbe calibrarsi sul
loro bisogno di essere protagonisti. Ciò
si può realizzare attraverso le dinamiche
laboratoriali che puntano sul protagonismo
dei singoli e responsabilizzano i ragazzi in
modo adeguato. È fondamentale fare leva
sulle attitudini personali dei preadolscenti
per coinvolgerli nei percorsi educativi loro
proposti. In questo periodo dello sviluppo è
molto importante lanciare delle sfide che
sappiano coinvolgere il gruppo e i singoli e
realizzare delle imprese che siano capaci
di contenere già nei processi attivati i vari
contenuti che si intendono comunicare. Il
gioco è un’esperienza fondamentale per i
ragazzi e insieme ad un utilizzo dei mass
media e delle nuove tecnologie costituisce
una metodologia appropriata. Un’azione
educativa che evangelizzi efficaciemente
preveda un coinvolgimento globale: non
basta “fare incontri”. Sono più importanti
momenti di gruppo e di fraternità, tempi
prolungati di condivisione della vita che
prevedano lo stare insieme, il condivivere,
il gioco, la preghiera e la testimonianza. A
livello di organizzazione dei cammini dei
percorsi di gruppo, in particolare per i più
piccoli, è importante mettersi insieme ad
altre parrocchie, lavorando come vicariato
e formando gruppi interparrocchiali. Lo
stile dell’animazione dei preadolescenti è
comunque da vivere secondo un’autentica
libertà; non si possono imporre obblighi o
formulare ricatti. Un ultimo aspetto che si
deve considerare, consapevoli del giusto
condizionamento che la famiglia esercita
sui ragazzi in questo momento della loro
vita, è il coinvogimento delle famiglie
nei percorsi educativi di gruppo.
soggetto dell’azione educativa. Perciò si
ritiene utile organizzare momenti con altri
gruppi parrocchiali, coinvolgerli quelli che
partecipano alla Messa affidando loro dei
piccoli servizi o, ancora, proporre incontri
di gemellaggio con altri gruppi di ragazzi
di parrocchie diverse. Incontri e momenti
forti che si possono vivere nella Diocesi si
possono realizzare attraverso una giusta
riscoperta della ricchezza dell’Opera di
S. Teresa a Ravenna. Nei vicariati si può
vivere un’esperienza analoga attraverso
le numerose Pievi presenti sul territorio e
le Case di Riposo. Sempre riguardo alla
dimensione delle esperienze da proporre
ci sono una serie di attività che possono
essere incluse in quella realtà storica che
è l’Oratorio, che come affermano i nostri
Vescovi è ancora in Italia lo strumento più
adatto all’educazione dei preadolescenti.
Le proposte che muovono in questa linea
sono:
- Corsi di musica (chitarra, pianoforte ...)
Ci sono esperienze forti e prolungate - Attività sportive
che possono giovare alla riuscita dei - Corsi di giocoleria e altre attività simili.
percorsi educativi di gruppo?
Ci sono altre esperienze che magari
Proprio per attuare l’attenzione educativa possono essere vissute nei vicariati
che si traduce nella realizzazione di sfide o in Diocesi?
e imprese di gruppo, che costituiscono un
contenuto evangelico centrale per questa
fascia di età ci sono alcune proposte che,
a seconda del contesto, possono essere
realizzate dai ragazzi. Si riporta un elenco:
- Coinvolgimento in piccoli servizi per la
comunità parrocchiale (coro, chierichetti);
- Realizzazione di un recital;
- Sistemazione degli ambienti parrocchiali;
- Collaborazioni con la Caritas per attività
come la raccolta alimentari o simili.
A questo riguardo si ritiene importante far
sì che ci sia un progressivo inserimento
nella comunità cristiana: è questa il primo
Alcune attività in richiamate in precedenza
acquistano un maggior valore se vissute
a livello vicariale o interparrocchiale. Ciò
è vero per i Campi Scuola e i GREST. A
livello diocesano sono importanti:
- la Giornata Diocesana Ragazzi
- il Pellegrinaggio Diocesano Ragazzi.
Focus Adolescenti
Quali sono i contenuti significativi su Ci sono dei metodi specifici o delle
cui puntare nel progettare i cammini strategie educative valide per questa
di gruppo degli adolescenti?
fascia di età?
Per ciò che riguarda gli adolescenti è utile
aver presente ciò che viene sottolineato
nell’ambito della fascia di età precedente.
Ci sono comunque temi che si impongono
con maggiore insistenza:
- Affettività e sessualità;
- Educazione al servizio e alla carità;
- Temi di attualità;
- Cittadinanza responsabile.
In particolare con gli adolescenti occorre
puntare in alto senza pensare che siano
troppo giovani per affrontare certi temi. In
questa età c’è una maggiore libertà nelle
scelte e ciò vale anche nell’ambito della
propria scelta di fede. La proposta di fede
si deve esplicitare con maggiore forza in
vista di una maturità sempre più vicina.
In particolare con gli adolescenti importa
stabilire dei legami significativi con loro.
Questo si attua dando loro fiducia e con
un’autentica responsabilizzazione. Oltre
agli aspetti legati a metodo e strategie
emersi nella riflessione sui preadolescenti
si è sottolineato con maggiore insistenza
sul dare una responsabilità concreta nei
confronti dei più piccoli, come animatore.
Questo è centrale per un adolescente, al
fine di aiutarlo a riscoprire il significato del
proprio battesimo e a far crescere il senso
di appartenenza alla Chiesa. Anche per
gli adolescenti viene ribadita l’importanza
di allargare i confini della propria realtà
(associazione, movimento, gruppo) per
aprirsi ad altri gruppi e alla Diocesi.
Ci sono esperienze forti e prolungate,
anche vicariali o diocesane, utili ad
una vera crescita degli adolescenti?
Se parliamo di esperienze straordinarie si
può confermare la validità dell’animazione
ai GREST estivi e l’importanza dei Campi.
Questi ultimi sono validi sia quando vissuti
come animatori, che come momento con
i coetanei (campi di lavoro e servizio). Si
chiede di promuovere ancora la Giornata
degli Animatori a livello diocesano. Una
cosa molto sentita dai ragazzi è la GMG,
soprattuto quando vissuta all’estero. Non
accada che si sviluppi troppo una dinamica
purtroppo presente nelle nostre realtà: gli
adolescenti chiedono un contatto diretto
con la vita; gli educatori offrono incontri.
Perciò è opportuno vivere un contatto con
il mondo della carità. Le realtà forti e le
testimonianze autentiche sono anche in
questo caso decisive. Più volte si chiede
un pellegrinaggio anche per questa
fascia di età, negli anni in cui non si vive la
GMG internazionale. Per ciò che riguarda
l’ambito della formazione si chiede di
promuovere a livello diocesano momenti,
tipo Cafè Teologico, che aiutino a riflettere
sui temi scottanti della fede. Se possibile
si aiutino gli educatori ad individuare
realtà belle da conoscere, anche laiche,
per un confronto che sappia invitare ad
uscire da sé e a giocare la propria vita
per qualcosa di grande. Come Diocesi si
chiede di continuare a proporre e a far
crescere il percorso START UP. Infine, si
chiede di promuovere l’esperienza delle
convivenze, in particolare nel periodo del
Triduo di Pasqua.
Focus Giovani
Quali contenuti possono guidare la formazione cristiana dei giovani?
Con i giovani si può iniziare a proporre una formazione a 360° che tocchi tutti i temi del
Catechismo della Chiesa Cattolica e li incarni nella vita reale. In particolare sono da
proporre gli incontri del Cafè Teologico sui temi scottanti della fede, specialmente
per tutto ciò che riguarda l’etica. Anche la Dottrina Sociale della Chiesa può essere
affrontata. Partecipare in modo attivo alla vita della società costituisce un passaggio
importante per l’ingresso nel mondo degli adulti. Tutto ciò che può aiutare a vivere la
fede nel quotidiano costituisce il contenuto privilegiato per la formazione cristiana
dei giovani. In tutto ciò acquista un ruolo centrale lo studio della Parola di Dio e una
vera iniziazione alla preghiera secondo il metodo della Lectio Divina. Lo sfondo del
cammino di fede del giovane è determinato dalla tematica della vocazione.
Si possono suggerire dei metodi specifici o delle strategie educative valide
per questa fascia di età? Ci sono esperienze collaudate da rinforzare?
Proprio per il carattere vocazionale che riveste il cammino di fede del giovane può
essere utile il pensare a strumenti che possano avviare al mondo del lavoro. Al di là
di questo il cammino vocazionale ormai avviato costituisce una buona opportunità.
Oltre al percorso delle Dieci Parole attivo in Diocesi (che si chiede se possibile non sia
proposto al giovedì) si suggerisce di proporre incontri di Lectio Divina per Giovani
sulla Parola di Dio. Momento privilegiato di ascolto è quello degli Esercizi Spirituali
per Giovani. L’esperienza di Una Luce nella Notte si deve far crescere per stimolare
una crescente missionarietà nella vita ordinaria. Potrebbe essere utile proporre
percorsi per i fidanzati (non di preparazione immediata al matrimonio) o indicare
degli itinerari validi anche fuori diocesi (si suggerisce il percorso di Assisi). Da ultimo
viene richiesto di indicare un figura diocesana che sappia essere un riferimento per le
esperienze missionarie o di carità. C’è la necessità di avere dei punti di riferimento
per vivere delle esperienze forti missionarie o caritative. Ci siano dei pellegrinaggi
per i giovani anche a livello diocesano.
Cronaca Nera
Si è sempre fatto così. Perché cambiare?
Questa la domanda che anima il cuore di
tanti educatori della Diocesi. La proposta
di un progetto diocesano condiviso che
cerchi davvero di cambiare le cose non
può che rinforzare il “campanilismo” e il
“tradizionalismo” che con il tempo riporta
tutto alle origini dando spazio al “vecchio”.
Un altro motivo per abbandonare l’idea di
condividere un progetto a livello diocesano
è quello di evitare un’imposizione. Ciò
porterebbe con il tempo a rifuggire dalle
novità. Se poi questo progetto prendesse
la forma di un sussidio non sarebbe altro
che un libro in più nello scaffale. C’è poi
un rischio consistente di omologazione e
si ricadrebbe facilmente nell’astrazione.
Servono cose concrete! La nostra Diocesi
è una realtà povera e piccola: dove si va
con le poche risorse che abbiamo?
Un ulteriore difficoltà consiste nella fatica
della comunicazione. Realtà diverse con
una disomogeneità vistosa e un’assenza
di linguaggio comune: non ci si capisce.
Se poi si riuscisse a coinvolgere le diverse
parrocchie in un progetto ci sarebbero
movimenti, associazioni e gruppi che
non aderirebbero. Da un progetto comune
nascerebbero troppe iniziative che di
certo porterebbero al fallimento. Infine c’è
da considerare la chiusura dei sacerdoti
a qualsiasi forma di cambiamento. Un vero
disastro che si prospetta e suggerisce di
lasciare perdere in partenza.
Esteri
Per quanto riguarda la questione estera,
cioè tutto quello che sarebbe opportuno
inserire in un progetto diocesano in ordine
alla missionarietà, per evitare di essere
autoreferenziali e aprirsi all’altro, ci sono
tre ambiti che sono stati individuati e che
saranno ripresi alla prossima Consulta.
In primo luogo l’ambito della carità:
- Visitare e vivere il volontariato presso le
Caritas parrocchiali;
- Valorizzare e proporre il servizio civile;
- Visitare e vivere il volontariato all’Opera
S. Teresa o alle Pievi;
- Visitare e vivere il volontariato alla mensa
dei poveri di S. Rocco;
- Conoscere e visitare le Case Famiglie
del nostro territorio o quelle vicine a noi;
- Organizzare raccolte viveri;
- Proporre campi di lavoro;
- Trovare delle figure di riferimento che
possano essere utili per gli educatori dei
gruppi al fine di organizzare esperienze
di servizio;
- Far crescere l’esperienza della “Ronda
della Carità” e coinvolgervi i giovani.
In secondo luogo la missionarietà:
- Favorire la partecipazione all’esperienza
di Una Luce nella Notte e pensare ad una
vera e propria attività di evangelizzazione
per i luoghi della “movida”;
- Far conoscere il nostro Centro Missionario
Giovanile e promuovere un’esperienza in
Perù nella nostra missione diocesana;
- Stimolare gli educatori (18-30 anni) a
prestare servizio in parrocchie bisognose;
- Proporre eventi in cui chi è vicino alla
Chiesa possa rompere gli schemi di chi è
ateo o non è vicino al mondo ecclesiale;
- Entrare nel mondo dello sport.
Infine si suggerisce di promuovere delle
esperienze di scambio che possano esser
d’aiuto ad una progressiva apertura:
- SERMIG (Torino);
- Comunità Papa Giovanni XXIII;
- Frati Franscescani Assisi;
- Incentivare in generale la partecipazione
a percorsi extradiocesani;
- Valorizzare la ricchezza evangelizzatrice
dei nostri monumenti facendoli incontrare
con il mondo dei giovani (stile “pietre vive”).
Per fare questo si chiede una maggiore
collaborazione tra i diversi Uffici Pastorali
e in particolare fra il Servizio Diocesano di
Pastorale Giovanile, la Caritas Diocesana,
il Centro Diocesano Vocazioni, il Centro
Missionario e l’Ufficio Catechistico.