Il Pescatore pescato dagli ebrei

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Il Pescatore pescato dagli ebrei
IL PESCATORE PESCATO DAGLI EBREI
Il significato ermetico del pesce acrostico cristiano
può essere decifrato alla luce della
parola latina PES che si ritrova anche nell’antico stemma della città di L’Aquila, dove appare scritta
come PHS, con la lettera greca eta maiuscola al posto della lettera epsilon.
Come noto il significato letterale dell’acrostico è 'Ιησοῦς Χριστός Θεoῦ Υιός Σωτήρ (Iesùs
Christòs Theù Huiòs Sotèr), cioè Gesù Cristo Figlio di Dio Salvatore, tuttavia il Pesce in sè e per sè
ha un proprio significato crittato, che rinvia al Pes (pes, pedis).
A tal fine la parola latina piscis essa va presa nella sua versione volgare pescis, da cui deriva
l’italiano pesce e lo spagnolo pez, anticamente pece, pese e pes.
Il Pes è Rocca di Mezzo (provincia di L’Aquila) in quanto il paese visto dall’alto presenta la forma
di un piede, precisamente del piede destro.
E’ il paese de L’Aquila, cioè dove dovrbbe essere la residenza della cosiddetta Aquila, effigiata
nell’antico stemma del capoluogo abruzzese, risalente la
, in cui appare bruciata e stecchita sopra
la sigla PHS.
Tale sigla, come detto sopra, va letta come Pes, vedendo nella lettera H la lettera greca eta 
maiuscola .
Aquila dovrebbe essere uno dei nicknames di Yoshua o Gesù di Nazareth, al pari di Pescatore.
Egli era un’aquila ed un pescatore di ebrei, che, come spiegato più volte, fu catturato, forse a
seguito di una fuga in Italia, crocifisso ed evirato per essere sepolto vivo Pez nel Pes, cioè nel
Piede.
Anche i suoi discepoli ed i suoi seguaci erano aquile rapaci (aquilae) e pescatori (piscatores) di
ebrei1.
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L’aquila rapace è una metafora utilizzata per esprimere il concetto dell’ebreo ratto o roditore, pecora o agnello,
animali cacciati dall’occhiuto volatile, munito di potenti artigli.
Ai tempi dell’antico Egitto l’Aquila erano la Piramide o, meglio, le Piramidi erano le zampe artigliate delle Aquile e la
Valle del Nilo il luogo di prigionia degli schiavi ebrei.
Il contrario di Pes è SeP, ma se si legge la P come una lettera greca ro maisucola R, diviene SeR il cui contrario è Res.
Ser era il titolo regale del Faraone del quale rimane traccia nella lingue inglese in Sir.
In realtà, ser è una contrazione del latino senior, -is, parola composta da sinus (seno) e aurum (oro), Piramidi e Horo.
Res, che in latino significa cosa, essendo il contrario di Ser, era epiteto riservato agli schiavi e la res populica era la gran
massa di plebei (plebs è da ), organizzata dai Quirites (Societas Populi Quiritium Romanorum).
Il Pes nel senso di piscis era presso gli antichi Egizi lo stesso Apis(scis) o Ureus, cioè l’ebreo.
Nella cultura anglosassone gli Egizi ed i loro epigoni passarono ad essere designati come apes, scimmie, termine che
racchiude in sé apri, capri, cafri.
I primi Pescatori furono quelli di Petra, cioè delle Piramidi Egizie, chiamate per comodità Petra, cioè Pietra.
Pietro il Pescatore, Petrus o Pes, evidentemente era un epigono della “pesca” o “caccia” cui si dedicavano gli antichi
Egizi.
Il contrario di Pes è Sep, che può essere un’abbreviazione di Septh, cioè Seth o una contrazione di Serapide (Serapeo).
Sep sta anche per Sebeo o Sabeo, da cui Sabino.
Pescatore era dunque un amo, termine che in spagnolo significa Padrone, ma che in italiano
significa gancio od uncino per la pesca.
Il concetto di pesca e di amo è nascosto anche nella parola Roma, dato che leggendola al contrario
si ha amor: facendo cadere la r rimane amo (pescatore e padrone di schiavi ebrei).
L’amo per la pesca può essere ad una punta o a due punte (doppio).
Può essere rappresentato in grafia come una J, lettera iniziale di Jesus, nome che a sua volta può
essere decrittato in J est piscator sus2.
Se la lettera J si prende come un I o come una G, ponendola davanti ad amo si ha:
- I talia amo(r), cioè Padrone italiano e romano;
- G amo, cioè sposo mistico degli ebrei3, dato che gamo equivale al greco γάμος da γαμέω.
Gesù Pescatore è il Pez o Pes(ce) finito sotto il Pes, cioè sotto il Piede degli ebrei, vale a dire Rocca
di Mezzo, dove macera tra atroci sofferenze in un umido antro sotterraneo, intrappolato nel suo
sepolcro, inspiegabilmente ancora in vita a distanza di secoli e in grado di resuscitare dalla morte
apparente (zombie) mettendosi in piedi (pes, pedis).
Si potrebbe dire anche che Jesus Piscator, Amo(r) di Roma, è ora Amo(r) Piscato(r) in Capitolium
(capodoglio/balena) oppure che Gesù è Pesce in Avello/Avellino, cioè in Pesce/Pesciolino oppure
che è sotto il Piede (pes, pedis), dove vive tramutato in Mus(a)4 con la mandorla5 6.
Il personaggio è chiamato anche, in dialetto locale, Piona e Piozza7.
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Gesù è ora “pescatore scrofa”, ossia pescatore di “pesci”, pescatore zozzo (sus significa maiale, in italiano è diventato
suino e ha dato origine all’aggettivo zozzo, dialetto abruzzese zuzz’, passando per sucius, così come porcus ha dato
origine a sporco), ma dal punto di vista musulmano, invece, egli sarebbe stato piscator suum, cioè pescatore o
cacciatore di maiali ebrei.
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Anche qui per i musulmani egli era lo Sposo inseparabile ed inesorabile delle donne ebree, mentre per gli ebrei è lo
Sposo “sgamato” e tramutato, previa evirazione, in loro Sposa Mistica.
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Musa ispiratrice nel senso musulmano (Mosè e Maometto) e Mus nel senso di ratto roditore (dal latino mus, muris).
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La mandorla al cui interno viene spesso rappresentato Gesù nelle pitture medievali è la vagina risultato della sua
evirazione (pena del contrappasso).
Mandorla in inglese è almond da leggersi nel contesto come “al monte”, nel senso che Gesù “ha il monte” della vagina
(vulva), mentre in spagnolo è almendra, che si riferisce ugualmente alla vagina, beffardamente detta “la me entra”.
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Almond e almendra possono però anche significare:
- la monta è nella mandra murata sotterranea;
- all’immondo da parte della mandra, cioè il gregge di Israele;
- ha il mondo la mandra, cioè possiede (ora) il Mondo il popolo di Israele.
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Piona e Piozza è l’aquila rapace evirata, è l’arpione, è lo stiletto per le trafitture, ma anche l’Altopiano a forma di
aquila e l’arpione o amo immaginario al quale ha abboccato la balena che si staglia lungo la zona montuosa che va da
Rocca di Mezzo a Secinaro/Acciano.
Altri soprannomi popolari della Piona sono, ad esempio, Ciarrapica, la Pica c’ha la fica, Mungana, è stata moncata,
Bizzarrit’, è imbizzarrita cioè impazzita, Cagnacetta, è una cagnetta che deve accettare, Zuzzarin’, è zozza di farina cioè
di sputi giudei, Mulinar’, è farina macinata cioè è bianco di sputi giudei, Perara, è una pereria, Zuppella, è inzuppata di
urina ed escrementi, Cemetta, era un gallo con la cima dritta, Argant’, è tirato per la garganta, Minass’, me in asse cioè
sono in croce ma anche sterminasse ora gli ebrei.
Per gli ebrei colti Piona sarebbe Peòn, cioè petòn (grande peto), pesòn (grande pesce), pezones (grande donna) e
Campeòn de Virtud, nel senso ironico di valoroso guerriero divenuto campione di tutti gli uomini (vires tudos o todos).
L’intera vicenda storica è curiosamente rappresentata sul territorio dell’Altopiano.
Infatti, se l’ipotesi dovesse rispondere a verità, le cose sarebbero andate nel modo che segue.
Gesù Pescatore Nazista dei fanti o bambini ebrei (detti Piccoli d’Israele o Israeliti)8, rappresentato
collettivamente, insieme al suo innumerevole popolo, dall’enorme balena o capodoglio che, con la
bocca aperta, è in procinto di inghiottire Rocca di Mezzo (Gerusalemme), non è riuscito nell’intento, bensì,
dopo essere stato a sua volta pescato, è passato da pescatore ad essere pesce, finendo sepolto vivo sotto
Rocca di Mezzo, senza speranza di essere definitivamente ingoiato dal cetaceo, cioè di morire per sempre.
L’amo con cui è stato pescato Yoshua è crittato nel toponimo Lama dei Peligni.
Bisogna immaginare un amo a due punte o doppio che dal paese peligno arriva fino alla bocca della balena: è
l’amo usato per pescare l’enorme balena, che non riesce a mangiare Rocca di Mezzo, cioè l’esca.
L’esca rappresenta il fante o bambino ebreo, cioè l’ebreo nelle mani della soverchiante superiorità numerica
dei Nazisti ante-litteram.
Il loro rappresentante Yoshua da enorme pesce che vuole mangiare il pesciolino diventa così lo stesso
pesciolino o bambino, venendo seppellito per sempre nel cesso e così passando ad essere Gesù Bambino
immobile come un gesso nella sua culla, destinato ad essere la vittima eterna degli ebrei in un ciclo infinito
di resurrezioni, nell’attesa della promessa futura vendetta di Israele sui popoli nemici.
Per visualizzare l’amo doppio al quale ha abboccato Yoshua
bisogna prima collegare Gessopalena e Lettopalena a Lama dei Peligni, quindi immaginare di calarlo con il
filo nella bocca del cetaceo, immediatamente prima di Rocca di Mezzo.
Lungo il filo si incontrano i paesi di Vittorito, Roccacasale e Corfinio.
Il primo toponimo è stato coniato per significare che la vittoria di Roma su Gerusalemme fu una vittoriuccia
transitoria, che il Sacro Cor finì nel Casale della Rocca.
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Egli è Pes (piede inseguitore e pesce famelico), Peòn (grande piede inseguitore e grande pesce famelico), quindi
Campeòn di caccia degli ebrei.
E’ anche Campione di taglio degli ebrei secondo la tradizione italiota (e prima ancora mosaica).
Infatti l’etimologia del nome Italia e degli aggettivi italiano ed italiota rivela che le antiche popolazioni della penisola
accomunabili alle popolazioni balcaniche, turche e mediorientali erano dedite al taglione.
Erano considerate dagli ebrei IT alii e I talio T, nel senso di proclivi al taglio degli ebrei.
Taglio deriva dal verbo latino tollo, -is, tuli, latum, ferre, dal quale deriva talea, e l’italiano taglio (talio), nonché Italia
(I-taglia), italo (I-taglio), italiota.
Gli italici appartenevano alla stessa famiglia etnica degli Ittiti, cioè delle popolazioni “pescatrici” designate dal pesce
acrostico .
Il nome italianizzato ITTITI se lo si scrive sotto forma di tre croci  (Ti, Ti, Ti) fornisce l’ulteriore informazione che
essi erano dediti alla crocefissione dei pretesi maiali ebrei ( può essere letto anche HIC SUIS).
Rocca di Mezzo è detta localmente La Rocca, probabilmente in ricordo della Rocca di Israele, cioè
Gerusalemme, chiamata anche Masada, Massada o Metzuda, nome in seguito passato a designare la famosa
roccaforte ebrea caduta nelle mani dei Romani nell’anno 74 d.C.
Si può immaginare anche, al posto di un amo doppio9, una fiocina appuntita o un arpione da balena.
A tale scopo Gessopalena e Lettopalena vanno collegati direttamente a Rocca di Mezzo, cosicché l’asta della
fiocina sarà data dalla linea che collega Rocca di Mezzo a Lama dei Peligni e prosegue oltre.
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Dall’amo doppio si può indurre che i personaggi viventi sono tre: oltre a Gesù dovrebbero esserci Baphomet, cioè
m
Baffo
Ometto, nel senso di Basso Ometto, e
aria
Baphomet dovrebbe essere una sibilla od oracolo parlante.
Tuttavia si può anche supporre che la Trinità, cioè il Dio Uno e Trino sia un unico personaggio, chiamato Gesù, nel
senso di Gesso immobile nel cesso, Baphometto, nel senso opposto di uomo di enorme statura e Maria, nel senso di
nazista evirato e trasformato in Donna o Madonna.
Ma forse è meglio considerare questo tipo di strumento appuntito come lo stiletto usato per trafiggere il
Corpo vivente dell’Ostia Cristiana (Agnello di Dio) durante il segreto rituale ebraico che dovrebbe essere
ancora praticato dai criptoebrei del paese.
Gesù era considerato un Vignaiolo, alla stessa stregua di Pietro e degli altri discepoli, cioè appartenente a
coloro che amavano fare stragi di ebrei.
Il vino rosso spremuto dall’uva è una metafora del sangue.
In origine la Vigna o in latino Vinea erano le Piramidi egizie.
Tramontato l’Impero dei Faraoni, la Vigna passò nelle mani di tutti gli altri popoli che dominarono
in Medio Oriente, compresi i Romani, gli Arabi e i Turchi.
Il simbolo della Vigna è la V o anche il triangolo all’ingiù , allegoria del grappolo d’uva rossa
Cuba
Le Tre Piramidi di Giza sono rappresentate anche dalla sigla KKK
L’angolo della Piramide è la nassa o nasa, cioè la Piramide vista come un naso.
Di qui la definizione della rete complessiva delle Piramidi, comprese quelle situate al di fuori
dell’Egitto, come nassa, che, come noto, è una rete da pesca.
La rete serviva per portare jobs o gobi, cioè schiere innumerevoli di schiavi sottomessi ed
“ingobbati” (chini al cospetto del Faraone) in gabbia ossia in G-arabia, cioè nella Terra del
Faraone (G-Rab o God-Rab), o del Pesce
o del Piede 
L’angolo, insieme all’Occhio di Horus, era un naso con l’occhio onniveggente, cioè Il Nazi(smo)
che tutto vede.
L’occhio  è raffigurato nei geroglifici di profilo oppure frontalmente insieme all’altro  per
significare che la “visione” del globo terrestre nell’antico Egitto era a 360°.
Presso gli angoli, cioè presso le Piramidi, si praticava l’ancus vale a dire la pesca, il taglio e
l’appendimento degli ebrei (l’ancus era un uncino, un amo ed un’arma da taglio a punta).
Pietro, oltre ad essere definito Pescatore, è chiamato anche Simone, perché è , parola del
greco antico che significa camuso o scimmia, in latino simia.
Nella lingua spagnola è rimasta traccia del termine  in mono, derivazione di simo[no]s.
Da  deriva non solo scimmia ma anche scimitarra, cioè scim-i-taglia, scimmia che taglia.
Dato che il simo era una specie di tonno, il termine  veniva usato come sinonimo di
mattanza10.
Da  è derivato l’aggettivo simoniaco, che originariamente designava il camuso della tratta
schiavistica, gestita dai si[on]mos[es], cioè dai Sion di Mosè il Faraone.
Tertulliano vedeva il diavolo nel camuso (naso mozzo) o camita (occhi di calamita).
Nella frase Diabolus simia Dei il camuso viene dipinto come un Diavolo, scimmia di Dio, cioè
servo ed imitatore del musulmano, viene quindi definito Diavolo, in grado di commettere simi[li]a
Dei, cioè atrocità simili a quelle di Dio ovvero di perpetrare diaboliche calamità.
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Mattanza deriva dal latino mactare, in greco antico µαχοµαι, da cui μάχαιρα, che ha dato origine allo spagnolo
machete (e persino al nome di una città cubana, Matanzas).
Nella lingua araba si rinviene la parola makkah (mukarramah), in quella ebrea maqqabath, termini discesi dalla radice
mak- o mag-, la stessa dell’italiano ammaccare, macerie, marcare, magiaro e mangiare (i Santi Macteus e Macarius
erano per gli ebrei felici nel senso di felini e ferini macellai).
La mattanza di tonni è praticata in Sicilia dalle tonnare, ma esiste anche la mattanza di sgombri, grandi pesci simili al
tonno.
Lo sgombro veniva detto anche scorbio e makarel, oggi mackerel, dal greco μάχαιρα e dal latino macarellus.
Evidentemente il termine scorbio, nella lingua italiana contemporanea sgorbio, alludeva all’orrore della μάκαιρα e del
macarellus, diminutivo di macellus usato dagli ebrei per ironizzare sul “piccolo macello” che portò allo sgombro, cioè
allo sgombero del popolo ebreo (diaspora) a seguito della distruzione di Israele operata dai Romani, che lasciarono solo
escombros, per dirla in spagnolo.