Consapevolezza-Feedback-Obiettivi
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Consapevolezza-Feedback-Obiettivi
Consapevolezza-Feedback-Obiettivi Tre cose mi colpiscono maggiormente vedendo giocare o giocando personalmente: l' assenza o la presenza della Consapevolezza, del Feedback e degli Obiettivi. Consapevolezza è la conoscenza e la deliberazione del gesto tecnico in atto, della tattica e strategia di gioco pianificata, adottata e adeguata alla situazione corrente. Molti allievi o giocatori, anche di lunghissima pratica entrano in campo e si comportano esattamente nello stesso modo per tutta la vita. Come fosse imposto dal DNA personale. L' altro aspetto è la capacità e abitudine di praticare il feedback durante e al termine di una prestazione. Gioco, perdo, vinco abitualmente e torno a casa indifferente lasciando quindi al caso il risultato del prossimo incontro senza chiedermi cosa dovrei e potrei fare per migliorare o cambiare le cose. Spesso mi lamento con me stesso o cerco mille scuse ma non analizzo cosa ha inciso veramente sulla qualità della prestazione e sul risultato. Per ultimo gli di obiettivi di gioco, prestazione, risultati. Vado in campo per trascorrere qualche ora di rilassamento o ci vado per “vendicarmi” della sconfitta di ieri o per ribadire la mia superiorità o per migliorare il mio livello coordinativo, tecnico, motorio, mentale nel breve e lungo periodo? Qualunque sia l' obiettivo averli aiuta a giocare ogni volta al meglio delle proprie capacità. Ognuno di noi ha le bestie nere. Anche i massimi campioni. Amici o avversari, apparentemente a portata di racchetta, i quali ci battono abitualmente e, a volte, non si capisce il motivo. Nella mia esperienza di istruttore di tennis e di praticante mi soffermo abitualmente a osservare il comportamento degli allievi o giocatori. Con i primi è mio diritto-dovere discutere tutti i vari aspetti della formazione condivisi o no, seguiti o no. Con i secondi quando, con molta presunzione, mi sono permesso di discutere qualche singolo aspetto di tecnica, gioco o tattica mi sono spessissimo sentito dire “io gioco così e così mi piace giocare” oppure “cosa vuoi alla mia età non si cambia più” oppure tacitamente “Fatti i fatti tuoi” . Sacrosanto. Con una considerazione: non ci si dovrebbe lamentare di avere perso proprio perché ci si rifiuta di adattarsi alla situazione corrente. Consapevolezza, Feedback, Obiettivi: tre fattori per me fondamentali per apprendere bene il gioco e praticarlo per tutta la vita e il tennis permette questa meravigliosa opportunità. Questi aspetti da me considerati di fondamentale importanza sono le cose a cui cerco di dare maggiormente risalto nella mia attività di istruttore. Nella stagione 2013-2014 al TC Lombardo e al Corsera ho in affidamento oltre 130 allievi con età compresa dai 6 ai 16 anni e quindi abbracciando tutte le classi dalla propedeutica al pre agonismo. Pochi di loro sono destinati a fare carriera nel tennis ma tutti senza esclusione possono diventare sportivi completi praticanti di un tennis gradevole, concreto e vario. Consapevolezza: è vedere un bambino il quale ha piacere di partecipare al gioco e esercizi perché prende immediatamente coscienza della sua utilità ludica, motoria, fisica e mentale. Con il giusto approccio e l' uso di metafore, esempi, similitudini, gesti impara velocemente a distinguere e metabolizzare gesti tecnici, glossario, spazio, regole, tattiche, strategie e ad elaborarne lui stesso di nuovi. La consapevolezza cresce se si può sperimentare, scegliere, conoscere, praticare, condividere, creare alternative anche attraverso giochi ludici. Molti istruttori tentano di inculcare nella mente degli allievi il loro sapere tecnico senza dare loro possibilità di scelta. Così i tennisti non maturano e si fermano al minimo livello e tali rimangono. Feddback: Come fare crescere gli allievi? Insegnando loro a praticare abitualmente l' osservazione e valutazione. Osservare e valutare se stessi e i compagni. Nella formazione si propongono miriadi di esercizi basati su un programma di media, lunga durata. L' abitudine di spendere qualche minuto prima e al termine di ogni esercitazione o allenamento o partita a discutere e rivedere mentalmente quanto fatto suscita autostima e incrementa la consapevolezza. Obiettivi: Come si fa a parlare di obiettivi concreti agli allievi abituati a sognare? Sognare di essere campioni, di apparire in TV, di essere famosi di battere chiunque indirizzandoli verso cose più vicine e alla portata di mano: migliorare il diritto, stabilizzare l’ impatto, palleggiare abitualmente alla media di “N” colpi; fare rimbalzare la palla in zone specifiche dall’ 80 al 100% dei colpi, sapere colpire al volo da ogni parte del campo, attaccare anche in controtempo, battere un compagno meno preparato ma dal carattere tosto e gambe da maratoneta. E' uno dei compiti più difficili. I sogni presto svaniscono e se non sono sostituiti da concreti appuntamenti la motivazione scompare e il livello degrada. Per questi motivi con i giovani allievi cerco di sviluppare assieme questi tre fattori. Ho raggiunto la certezza che il loro consolidamento, prima ancora di imparare i specifici colpi del tennis, diano massime garanzie di continuità e voglia di praticare e sperimentare in prima persona. E gli adulti? Possono gli adulti cambiare le loro abitudini consolidate e acquisire modi nuovi di giocare anche ad età avanzata? Sicuramente si e ci sono mille motivi per ottenerlo e tutti a portata di mano. Per prima cosa chi ha voglia di ottenere di più da se stesso basta la disponibilità e accettazione mentale di fare qualche passo indietro pur di guadagnarne due. Qualcuno, ogni tanto, mi dice che vorrebbe migliorare nei colpi al volo o imparare il rovescio a due mani o sapere diversificare. Ne parliamo e poi resta lettera morta. Nessuno di loro fa seguire tentativi per ottenere tali risultati. Non si ha la forza di uscire dalla routine. Quanti sanno o hanno effettivamente provato a cambiare le impugnature di diritto o rovescio, quanti conoscono le tipologie di volèe, quanti non hanno mai provato a giocare il tennis verticale? Spesso, per gli avversari, giochiamo come un libro aperto. Se non siamo capaci di scegliere fra diverse alternative l' avversario impara dove piazzarsi per intercettare il nostro rimando. Variare consapevolmente la modalità di esecuzione, tattica di gioco e strategia diventa la vera arma vincente per iniziare a sorprendere gli amici e gli avversari. La resistenza ai cambiamenti è un ostacolo psicologico inconscio difficilissimo da superare. Se l' istruttore invita a muoversi con passi brevi da ballerina chi è abituato a stare fermo o a correre come un quattrocentista per spostarsi di 2 metri questi fa fatica ad adattarsi o, addirittura, teme di diventare ridicolo. Un' allieva alla quale proposi di esercitarsi con la doppia racchetta per migliorare il rovescio e la rotazione del busto per poco non mi ha fucilato sul posto! Tanti temono di perdere troppe partite prima di sfruttare pienamente le soluzioni alternative proposte e quindi entrano in conflitto di interesse: perdo contro chi ho sempre battuto ma comincio a giocare meglio o continuo a vincere costi quello che costi? Il presente prevale sul futuro e, spesso, non si ha la pazienza di costruire e sapere attendere. Consapevolezza, feedback e obiettivi. Concludo con semplici esempi: Apprendimenti teorici: leggere articoli, visionare filmati (youtube ne propone a iosa...) formativi o partite con l' occhio dell' osservatore tecnico; metabolizzare il glossario tennistico provando con le mani libere e il corpo a riprodurre la descrizione di ogni termine; Esercizi a casa: bastano 2mq per provare i colpi principali a vuoto applicando differenziazioni di passi, impugnatura, movimenti degli arti, ecc... pronunciandoli a priori ad alta voce (Es. eseguo 5 minuti di simulazione di topspin di Diritto e Rovescio; familiarizzo con le impugnature, la posizione dei piedi, il punto di impatto, la quantità di lift e accompagnamento posto impatto!!!); Esercizi al muro: permettono di provare centinaia di colpi e schemi di gioco; Esercizi con l' amico o il maestro: uno/due argomenti specifici per ogni seduta o lezione: es. oggi giochiamo solo in backspin; provo a diversificare la posizione dei piedi nell' impatto, la parabola, la profondità, ecc.... Applicazione nelle partite amichevoli: Preparo una lista di “cose da fare” e una/due alla volta le applico: Gioco solo di rovescio o diritto; alterno un lob a un colpo basso; alterno il Topspin al Backspin; ecc.... Applicazione nelle partite ufficiali: entro in campo con un piano strategico e tattico tenendo conto dei fattori ambientali, superficie del campo, avversario (es. devo attaccarlo con colpi centrali profondi di alto rimbalzo perché non sa arretrare e soffre la palla al corpo) Feedback: Rivivo mentalmente quanto applicato e i risultati ottenuti; mi confronto con l' amico, mi faccio fotografare o riprendere e analizzo le immagini, chiedo al mio avversario abituale se ha notato in me variazioni di gioco ed esecuzioni, analizzo i punti vincenti e perdenti, ecc.... Un piano di lavoro semplice e realizzabile, pochi mesi di continuità di applicazione e, all' improvviso, arrivano cambiamenti positivi insperati e ritenuti prima impossibili. Tutto grazie alla Consapevolezza di avere il tennis non solo nel sangue ma anche fluido nella testa. A cura di Michele Barile