un viale per il beato angelo
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un viale per il beato angelo
UN VIALE PER IL BEATO ANGELO A CUNEO, UN LUOGO DI MEMORIA E DI IDENTITÀ DI F RANCO C OLLIDÀ 250 anni portati benissimo. é un ÒattaccoÓ banale, e me ne scuso, ma • il pi• esatto. Il viale della Madonna degli Angeli fu infatti ultimato nellÕestate del 1750 e da allora • rimasto lo stesso avendo subito al massimo un poÕ di restyling per la sostituzione di alberi malati, per la collocazione di cordoli di pietra, per la posa di pavimenti di asfalto. Ma niente di pi•. Il viale • ancora oggi come lo vollero gli amministratori sabaudi della prima metˆ del Settecento: quattro filari di olmi (divenuti poi anche liriodendri, tigli, aceri, platani) allineati come granatieri in parata che, partendo dai bastioni sud, conducessero al convento e al santuario di Santa Maria degli Angeli, dove riposava incorrotta la salma del beato Angelo Carletti da Chivasso. Nato nel 1411, il beato Angelo fu per quattro volte vicario generale dellÕOrdine dei frati minori osservanti dÕItalia, Austria, Boemia, Polonia, Ungheria. Grande oratore, tenace oppositore dellÕeresia valdese e apprezzato autore di trattati di teologia morale, mor“ a Cuneo in odore di santitˆ lÕ11 aprile 1495. Fu lÕassidua frequentazione del sito da parte dei cuneesi, conseguenza della devozione nei confronti dellÕamatissimo frate francescano, la molla che convinse il Consiglio comunale a trasformare un antico viottolo in un viale maestoso. Evidentemente era una molla fortissima se si pensa che a metˆ del Settecento Cuneo stava ancora ricucendo le molte ferite provocate dal durissimo assedio portato nellÕestate del 1744 da 45 mila gallo-ispani in guerra per la successione al trono dÕAustria. Superate le Alpi al colle della Maddalena, avevano spazzato via in un batter dÕocchio il forte di Demonte e a metˆ agosto si erano presentati dinanzi alla cinta muraria della cittˆ, convinti di farne un boccone. Tutto congiurava a loro favore. Basti il fatto che la difesa della piazzaforte era affidata ad appena 4 mila uomini affiancati, aiutati, rifocillati, dallÕintera popolazione. Tutti agli ordini del governatore, il barone Carlo Federico di Leutrum. Non fu cos“. I proiettili delle artiglierie, lÕesplosione delle cariche di 62 • RASSEGNA N. 9 NOVEMBRE 2000 Ogni città ha i propri luoghi di memoria, di identità. Per i cuneesi, da 250 anni il viale degli Angeli è il luogo dello stare insieme e della scoperta, costantemente rinnovata, della bellezza della natura, del cielo limpido, delle vicine montagne. Gli alberi sono stati testimoni di tanti eventi. “Altri rumori ascolterà in futuro il viale di Madonna degli Angeli. È impossibile sapere quali. Noi ci limitiamo a sperare che rimangano ancora il sussurro della gente, il grido dei bambini, il gioco dei ragazzi, il borbottio dell’acqua nel piccolo fossato”. Il Parco della Resistenza. A sinistra: il viale degli Angeli, le case liberty e il monumento a Garibaldi. 63 • RASSEGNA N. 9 NOVEMBRE 2000 mine, gli assalti allÕarma bianca non piegarono la resistenza dei cuneesi. Nonostante il successo riportato a Madonna dellÕOlmo sui 25 mila armati di Carlo Emanuele III, accorso in aiuto della guarnigione cuneese, il 22 ottobre francesi e spagnoli tolsero lÕassedio e risalirono la valle Stura. Case incendiate, tetti sfondati, molti morti; cÕerano parecchie questioni urgenti cui pensare, eppure proprio in quegli anni matur˜ lÕidea di realizzare il viale. A rafforzare la volontˆ dei cuneesi si erano messe di mezzo le vicende dellÕassedio con le apparizioni, giurate dai pi•, del beato Angelo che, librandosi in volo sopra le mura, respingeva a mani nude le bombarde incandescenti. Tre anni dopo l'assedio, esortato dal governatore, che era sempre il barone Leutrum (dai cuneesi chiamato amichevolmente Òbaron LitronÓ per la sua propensione a non lasciare vuoti i bicchieri di vino), il 14 marzo 1747, il Consiglio comunale prese in considerazione il progetto di eseguire una Òstrada in linea retta sino al Convento della Madonna degli Angioli per comodo deÕ Cittadini sia per un passeggio sia per promuovere vieppi• la divozione al beato AngeloÓ. Non se ne fece niente perch• mancavano i soldi. Ma le insistenze del governatore e una disponibilitˆ di denaro da parte di Carlo Emanuele III, sbloccarono lÕimpasse e il 5 agosto 1749 il Consiglio comunale pot• deliberare in merito. I lavori di costruzione del viale, lungo tre chilometri e largo 21,60 metri pi• due controviali, terminarono nel giro di un anno. Nel novembre del 1751 fu completata la collocazione degli olmi. Da allora il viale della Madonna degli Angeli (che oggi tutti chiamano semplicemente Òdegli AngeliÓ) divenne un pezzo importante della storia di Cuneo. Nel 1800, Napoleone Bonaparte, vincitore a Marengo, facendo abbattere le mura, lo mise in comunicazione diretta con la cittˆ. Quindi, con i francesi a comandare, cominci˜ la serie dei piani regolatori tutti rispettosi dellÕintegritˆ dei quattro lunghi filari di alberi. AllÕintorno invece le cose cambiarono moltissimo: sulle difese demolite si crearono il corso Gesso e il corso Stura; sorsero i palazzi della grande piazza ora intitolata a Duccio Galimberti; prese forma il corso Nizza; i binari della ferrovia, arrivati da Torino, proseguirono per Nizza e per Ventimiglia; tre ponti attraversarono il fiume Stura e due il torrente Gesso; una fitta rete di tramway colleg˜ la cittˆ alle vallate. Poi nel secondo dopoguerra lÕaltipiano si popol˜ di edifici belli e brutti, si completarono vie, piazze e corsi e lÕespansione a 64 • RASSEGNA N. 9 NOVEMBRE 2000 sud port˜ Cuneo a ospitare 56 mila residenti. Anche il viale dela Madonna degli Angeli ha subito lÕattacco dei mattoni e delle antenne televisive, ma • riuscito a tenere lontano il peggio mantenendo intatti la grande ombra e la piccola bealera che scivola sul lato sinistro. Oggi il convento • ridotto a poca cosa: uno, due frati al massimo che accudiscono il santuario. A metˆ dellÕOttocento la pi• parte fu obbligata ad andarsene e lÕedificio pass˜ in proprietˆ al Comune che ne ha fatto una casa per anziani. Se nellÕarco della giornata sono molti i veicoli che percorrono il viale rompendo il silenzio di un tempo, esso riacquista tutto il suo fascino quando si trasforma in Òisola pedonaleÓ. Nei giorni festivi, da maggio a settembre, spariscono le auto. Gli unici suoni sono il sussurro della gente, il grido dei bambini, il gioco dei ragazzi, il borbottio dellÕacqua nel piccolo fossato. Ma altri rumori il viale ha ascoltato nei due secoli e mezzo di esistenza. Sono le preghiere delle processioni allÕurna del beato, il frusc“o della servit• nelle ville nobiliari, il chiacchericcio dei collegiali del ÒSan TomasoÓ, gli applausi del circolo del tennis, gli ordini dei tedeschi occupanti, il calpest“o del funerale di Duccio Galimberti, il frastuono del crollo della cupola del santuario. Le processioni durarono fino allÕinizio del Novecento; i fedeli percorrevano il viale cantando litanie e snocciolando rosari; arrivati nella piazzetta antistante il santuario sostavano in rac-coglimento dinanzi alla alta croce lignea con i simboli del calvario (lancia, corona di spine, scala, flagelli, chiodi, tunica, tavoletta con la scritta INRI) quindi guadagnavano il sepolcro del beato. Finita la cerimonia religiosa tutti alla ricerca di un posto tranquillo per consumare pane, formaggio e vino portati da casa. Le ville nobiliari (Chiodo, Custoza e Parea) uscivano dal letargo a fine giugno. Si avvertiva il prossimo arrivo dei proprietari dallo spalancarsi delle finestre e dal via vai di cameriere e manovali incaricati di dare aria alle stanze e ai saloni, di togliere la polvere, di lucidare i mobili, di fare i letti. Poi giungevano loro, i nobili. Eleganti, cordiali, disponibili, con automobili fuoriserie e splendide ragazze burro e panna. Alla domenica, tutti alla Messa di mezzogiorno, in cattedrale. Villa Parea aveva anche un campo da tennis e fu per questo che, nel giugno del 1939, quando Benito Mussolini venne a Cuneo, 65 • RASSEGNA N. 9 NOVEMBRE 2000 qualcuno, conoscendo la sua passione per quello sport, sugger“ di ospitarlo l“. Non se ne fece nulla perch• i poliziotti della scorta preferirono andare sul sicuro e scelsero la pi• controllabile prefettura. Il collegio San Tomaso dei padri gesuiti era sul viale giˆ nella seconda metˆ dellÕOttocento. Faceva angolo con via Statuto. Poi si ingrand“ prendendo quasi per intero lÕisolato chiuso dal corso Dante e via Gallo. Nel momento della sua massima espansione aveva giardini, tre campi di calcio, di cui uno, inusuale, a forma di triangolo e, sullÕalto del palazzo, aree per il gioco del tennis. Aveva anche un teatro con platea e due gallerie e, ovviamente, una chiesa. Scuola di Žlite ospitava giovani della ricca borghesia piemontese, lombarda, ligure e del principato di Monaco. Gli studi erano classici: ginnasio-liceo. CÕerano anche gli esterni. I convittori della terza liceo avevano camere singole. Alla domenica arrivavano i parenti su auto da sogno. Ho visto delle ÒIsotta FraschiniÓ. Poi tutti da Prato e da Arione per bignole e meringhe. Nel 1937, allÕimprovviso, il ÒSan TomasoÓ chiuse i battenti. Non si seppe mai il perch•. Divenne un noviziato. Rimasero i congregati mariani con i padri Bauducco, Rolando, Rovella. Poi se ne andarono anche quelli. Oggi il collegio • una scuola pubblica. Il chiacchericcio • divenuto strepito, voc“o. Il tennis club aveva sede in via Volta a due passi dal viale. Tre campi, una tribuna e locali per servizi. Un circolo per pochi appassionati: donne bellissime con gonne alle caviglie e uomini in rigorosi pantaloni bianchi. Non crebbe nessun campione. Nel dopoguerra ci costruirono sopra delle case. Quella dei tedeschi fu una pagina oscura. Installatisi a Cuneo dopo lÕ8 settembre 1943 non si accontentarono di una delle molte caserme presenti in cittˆ ma pretesero una sede diversa, in posizione strategica. Scelsero il viale degli Angeli. NellÕestate del 1944 fecero 66 • RASSEGNA N. 9 NOVEMBRE 2000 sgomberare i palazzi del quartiere allÕinizio del viale, delimitato dai corsi Solaro e Garibaldi e da via Parola. Da un giorno allÕaltro dovettero andarsene 58 famiglie. Vi trovarono spazio alloggiamenti, uffici, depositi di armi e munizioni. AllÕesterno cavalli di frisia, posti di blocco, bunker. Per otto mesi transitare sul viale fu unÕavventura. Poi, nella notte fra il 28 e il 29 aprile 1945, i tedeschi se ne andarono riuscendo anche a far saltare in aria pilastri e archi dei tre viadotti sullo Stura. Il funerale di Duccio Galimberti avvenne il 2 settembre 1945. Personaggio di spicco della resistenza piemontese, avvocato, era stato catturato dai fascisti a Torino e ucciso pochi giorni dopo, il 3 dicembre 1944, a Tetto Croce di Cuneo sulla strada per Centallo. Fu insignito di medaglia dÕoro al valor militare e proclamato Òeroe nazionaleÓ. Lo avevano seppellito nel cimitero urbano. Lo aspettava la tomba fatta costruire dal padre, senatore Tancredi, alla Madonna degli Angeli. Fasciata di marmo bianco e ornata da altorilevi dello scultore Edoardo Rubino, ospitava giˆ le salme del senatore e della madre Alice Schanzer. Di qui la traslazione accompagnata da una folla di amici e partigiani. CÕera anche il presidente del Consiglio Ferruccio Parri. La cupola ottagonale del santuario croll˜ nel primo pomeriggio del 30 dicembre 1996. Era stata costruita all'inizio del Settecento. Nella chiesa erano in corso lavori di restauro. Non ci furono vittime. Diradatosi il polverone si scopr“ che lÕurna del beato Angelo e la tomba della famiglia Galimberti non erano state toccate. Sarˆ rifatta entro la fine del 2000. Altri rumori ascolterˆ in futuro il viale della Madonna degli Angeli. é impossibile sapere quali. Noi ci limitiamo a sperare che rimangano ancora il sussurro della gente, il grido dei bambini, il gioco dei ragazzi, il borbottio dellÕacqua nel piccolo fossato. 67 • RASSEGNA N. 9 NOVEMBRE 2000