treperte - Teatro Gioco Vita
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treperte - Teatro Gioco Vita
La Compagnia incontra il pubblico mercoledì 23 gennaio 2013 - ore 17.30 TEATRO COMUNALE FILODRAMMATICI DITELO ALL’ATTORE I PROSSIMI APPUNTAMENTI A TEATRO venerdì 25 gennaio 2013 - ore 21 TEATRO COMUNALE FILODRAMMATICI - TEATRO DANZA Compagnia Abbondanza/Bertoni SCENA MADRE Al termine dello spettacolo incontro con lo psichiatra Corrado Cappa martedì 29 gennaio 2013 - ore 17 TEATRO COMUNALE FILODRAMMATICI - GLI ELEMENTI DEL TEATRO SPETTRI, SOGNI E VISIONI SIMULTANEE: LA GRANDE DRAMMATURGIA SECONDO RONCONI a cura di Chiara Merli domenica 3 febbraio 2013 - ore 16.30 TEATRO COMUNALE FILODRAMMATICI - A TEATRO CON MAMMA E PAPA’ Claudio Cinelli SCRETCH Dieci strappi al teatro di figura martedì 5 e mercoledì 6 febbraio 2013 - ore 21 TEATRO MUNICIPALE - PROSA treperte Direzione Generale per lo Spettacolo dal vivo COMUNE DI PIACENZA Stagione teatrale 2012/2013 TEATRO MUNICIPALE DI PIACENZA Prosa - Altri Percorsi - Teatro Danza PROSA martedì 22 gennaio 2013 - ore 21 mercoledì 23 gennaio 2013 - ore 21 Teatro Municipale Emilia Romagna Teatro Fondazione Teatro Stabile di Catania UN TRAM CHE SI CHIAMA DESIDERIO di Tennessee Williams regia Antonio Latella Marco Paolini BALLATA DI UOMINI E CANI Dedicato a Jack London mercoledì 6 febbraio 2013 - ore 18 TEATRO COMUNALE FILODRAMMATICI - DITELO ALL’ATTORE incontro con MARCO PAOLINI, LORENZO MONGUZZI, ANGELO BASELLI, GIANLUCA CASADEI in scena con BALLATA DI UOMINI E CANI Premio Ubu e Premio Hystrio alla regia ad Antonio Latella, Premio Hystrio all’interpretazione e Premio Le Maschere del Teatro come miglior attrice protagonista a Laura Marinoni, Premio Ubu e Premio Le Maschere del Teatro come miglior attrice non protagonista a Elisabetta Valgoi foto Brunella Giolivo Emilia Romagna Teatro Fondazione Teatro Stabile di Catania UN TRAM CHE SI CHIAMA DESIDERIO di Tennessee Williams traduzione Masolino D’Amico regia Antonio Latella scene Annelisa Zaccheria costumi Fabio Sonnino luci Robert John Resteghini suono Franco Visioli assistente alla regia Brunella Giolivo personaggi e interpreti Blanche Laura Marinoni Stanley Vinicio Marchioni Stella Elisabetta Valgoi Mitch Giuseppe Lanino Infermiere Annibale Pavone Dottore Rosario Tedesco Un tram che si chiama desiderio viene presentato per gentile concessione della University of the South, Sewanee, Tennessee Un paralume rosso accanto a una sedia da ufficio. Un letto sormontato da una testata barocca. Un tavolo rotondo e alcune sedie. E poi: una poltrona, un lavabo, una vasca da bagno... Tutto è in legno di betulla e dotato di ruote. Sembrano mobili Ikea visti ai raggi x. Sono scheletri, strutture esili, oggetti sventrati al cui interno sono incastonati, come protesi meccaniche, riflettori e amplificatori. Queste le forme, i colori e le linee che Antonio Latella ha scelto per condurre lo spettatore nella psiche turbata di Blanche DuBois, la protagonista di Un tram che si chiama desiderio. Il testo che Tennessee Williams compose nel 1947 racconta la via crucis di una donna profondamente segnata da un trauma che l’ha fatta scivolare nel baratro dell’alcolismo e della ninfomania. Ultima erede di una famiglia caduta in rovina, Blanche è costretta ad abbandonare la città in cui è cresciuta nella ricchezza e negli agi per sfuggire alla vergogna e ai debiti. È così che arriva a New Orleans, dove la sorella Stella vive con il marito Stanley, un giovane immigrato polacco dai modi burberi e violenti. Nella casa fatiscente di via dei Campi Elisi la coppia conduce un’esistenza felice anche se estremamente povera, molto lontana dalle sofisticatezze snob e aristocratiche di Blanche. La sua presenza infatti scatena fin da subito tensioni e conflitti che spezzano il suo già fragile equilibrio. Naufragata la speranza di sposare Mitch, un amico di Stanley, subisce la violenza del cognato e ripiega nella pazzia come atto estremo di salvezza. Un tram che si chiama desiderio non è soltanto un viaggio introspettivo nella mente di una donna ferita ma anche la fotografia di un conflitto tra due mondi inconciliabili: l’uno, aristocratico e decadente che si ostina a vivere nell’illusione di un passato glorioso (Blanche); l’altro, proletario e rampante che cavalca con fierezza il sogno americano (Stanley). Williams ambienta questo scontro all’interno di una società in pieno mutamento all’indomani della seconda guerra mondiale, descrivendone vizi e illusioni in graduale disfacimento. Ma soprattutto racconta l’America puritana, il Sud integralista in cui è cresciuto e che è stato teatro di uno degli eventi più tristi della sua vita. Infatti Un tram che si chiama desiderio è da considerarsi, insieme a Lo zoo di vetro, come uno dei testi più dolorosamente autobiografici dell’autore. Per sua stessa ammissione, il dramma è ispirato alla tragica vicenda di Rose, la sorella a cui era molto legato: quando Williams aveva 27 anni e frequentava l’Università dell’Iowa, la madre, una fervente puritana, la sottopose ad un intervento di lobotomia. In Un tram che si chiama desiderio Tennessee Williams ripercorre questa vicenda attraverso la lente del realismo simbolico, denso di metafore e immagini archetipiche. Inoltre, l’originalità del testo risiede nella capacità dell’autore di inserire, all’interno della forma drammatica, elementi tipici del romanzo, in particolare negli aspetti legati alla psicologia dei personaggi. Ed è proprio sulla psicologia della protagonista che Antonio Latella si concentra per la sua messinscena. Pur utilizzando il testo battuta per battuta, sceglie di capovolgerlo, partendo dal finale, vale a dire, dalla scena in cui Blanche viene ricoverata in un ospedale psichiatrico da cui probabilmente non uscirà più. Così facendo il regista opera uno spostamento che, conservando la successione cronologica degli avvenimenti, colloca il dramma all’interno della psiche della protagonista.