Associazione Don Bosco 3A Onlus Operazione Mato Grosso Arte e

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Associazione Don Bosco 3A Onlus Operazione Mato Grosso Arte e
Da sabato 7 a domenica 22 novembre è possibile visitare a Novara l'esposizione "ARTE E CARITA’ - Mostra di mobili,
arredi e tessuti, di giovani artisti peruviani", organizzata dall'Associazione Don Bosco 3A e dall'Operazione Mato
Grosso (OMG).
Nelle sale della BARRIERA ALBERTINA (Viale XX Settembre), mobili fatti interamente a mano da giovani falegnami
peruviani stupiscono i visitatori per bellezza, originalità e cura dei particolari.
L'Operazione Mato Grosso è nata nel 1967 come movimento educativo e missionario ad opera del sacerdote
valtellinese padre Ugo De Censi, desideroso di aiutare le popolazioni delle zone di montagna del Perù. Nel 1976 si è
trasferito a Chacas per ricoprire il ruolo di parroco. Di fronte alla grande povertà del luogo, ha coltivato il sogno di dare
un futuro migliore alle giovani generazioni locali, trasformandole in artisti delle Ande.
Nel 1979, con l'aiuto di un maestro di Cuzco e in seguito degli scultori di Ortisei (Bolzano), ha dato vita alla prima
scuola di falegnameria; oggi ne esistono ben 13. I ragazzi che le frequentano sono scelti in base alla povertà delle loro
famiglie e nei cinque anni della durata del corso vengono ospitati gratuitamente ricevendo istruzione e formazione
professionale.
Alla fine del corso, riconosciuto ufficialmente dal Governo, ogni ragazzo riceve in regalo gli attrezzi per continuare a
lavorare e può scegliere se iniziare un'attività in un altro luogo o entrare a far parte della Familia des Artesanos Don
Bosco, che attualmente dà lavoro a 700 giovani.I mobili prodotti dai ragazzi, ha ricordato padre Ugo De Censi, sono
"veri capolavori d'arte", arrivati in Italia dopo un viaggio avventuroso durato alcuni mesi; il solo trasporto fino a Lima
è un'impresa: a spalla o a dorso d'asino per i sentieri delle Ande, poi, da dove la strada è carrozzabile, in camion fino
alla città".Come il legno con cui sono realizzati naviga controcorrente sui fiumi che dalla Cordigliera Bianca scendono
verso la foresta amazzonica, anche i ragazzi che li producono sono invitati ad andare controcorrente: per loro sarebbe
infatti più facile, una volta appreso il mestiere, emigrare a Lima, ma il laboratorio Don Bosco "li aiuta a rimanere nella
loro terra, vicino alle loro famiglie, ai loro vecchi, ai poveri".
"Cerchiamo di dar loro lavoro per tenerli vicini alla loro terra, alla loro gente, ai valori, perché siano buoni, gratuiti spiega padre Ugo -; aiutino chi ha ancora più bisogno di loro; non si lascino conquistare dal mondo moderno, dal falso,
dall'inganno delle luci artificiali".
I ragazzi della Familias de Artesanos costruiscono i loro mobili in legni pregiati, sostituendo chiodi e viti con incastri a
coda di rondine e seguendo ogni pezzo dal progetto alla realizzazione completa. Accanto ai mobili, realizzano
complementi d'arredo, sculture in legno e pietra, vetrate artistiche e oggetti sacri.
Scuole e Familias Maria Auxiliadora Visti i risultati ottenuti con i ragazzi, si pensò all'idea di creare un lavoro simile con
le ragazze più povere e nel 1982 nasce una scuola di tessitura in Yanama. In seguito si sono aperte altre scuole:
Sapchà, Huaypan, San Luis, Tinti, San Martin e Totora, dove studiano circa 300 alunne.
Anche con le ragazze uscite da questa scuola è stata costituita una cooperativa che porta il nome di "Maria
Auxiliadora" dove si preparano maglioni di alpaca lavorati a mano che sono esportati soprattutto in Italia. Si è iniziata
anche la scuola di ricamo.
Oltre alle scuole di falegnameria e intaglio, l'Operazione Mato Grosso svolge numerose attività a favore delle
popolazioni più povere dell'America Latina, gestendo attualmente più di cento missioni.
A sostegno della Familia de Artesanos e dell'OMG è nata l'Associazione Don Bosco 3A, i cui membri lavorano
gratuitamente allestendo mostre per la vendita delle opere dei giovani falegnami peruviani e sostenendo le missioni
dell'Operazione Mato Grosso. Tutto il ricavato della vendita dei mobili torna interamente agli artigiani e ai poveri.(le
spese di allestimento vengono coperte mediante l’autotassazione dei volontari)
L'arte, quindi, diventa veicolo di solidarietà, permettendo di aiutare i ragazzi a rimanere nella propria terra e di donare
nuova speranza alle loro famiglie.
"Ho sempre sentito questo proverbio: non devi dare il pesce ma devi insegnare a pescare - dice padre Ugo
raccontando com'è nato il progetto -. E' quello che stiamo facendo. Ma la cosa più importante che voglio insegnare ai
miei ragazzi è quella di regalare il pesce che hanno pescato. Vorrei insegnare loro a lavorare al meglio per amore di
Dio, con pazienza, meticolosità e aiutando il prossimo".
La mostra è visitabile giovedì e venerdì dalle 16 alle 19
Sabato e domenica dalle 10 alle 12,30
dalle 14,30 alle 19.
L'ingresso è libero.