RS ICT per PDTA
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sanita.ilsole24ore.com Notizia del: 11/12/2014 Foglio: 1/3 Sezione: DICONO DI NOI Accedi Inserisci i termini da cercare... multimedia shopping24 Home Dal Governo In Parlamento Regioni e Aziende In Europa e dal mondo Lavoro e professione Giurisprudenza Imprese Medicina e scienza Home Lavoro e professione NEWSLETTER LAVORO E PROFESSIONE Percorsi Pdta: con l'Ict vince l'appropriatezza Iscrivendoti alla Newsletter puoi ricevere una selezione delle principali notizie pubblicate. E' necessaria la registrazione 11 dicembre 2014 Cronologia articolo di Fiaso Iscriviti gratuitamente » Tweet Diffusione e caratteristiche dei Pdta. L'individuazione e lo sviluppo dei Percorsi diagnostico terapeutici e assistenziali sta assumendo sempre maggiore rilievo come strumento finalizzato alla presa in carico stabile del paziente. Ma il modo di concepire i Pdta varia sensibilmente sia a livello nazionale che internazionale. Lo dimostrano le 80 definizioni date allo scopo. Per questo la ricerca, prima di mapparne diffusione e caratteristiche parte da una definizione standard di Pdta, intesi come "una sequenza predefinita, articolata e coordinata, di prestazioni erogate a livello ambulatoriale e/o di ricovero e/o territoriale, che prevede la partecipazione integrata di diversi specialisti e professionisti, oltre il paziente stesso, al fine di realizzare la diagnosi e la terapia più adeguate". Partendo da questa definizione complessivamente i Pdta dichiarati attivi o di prossima attivazione dalle aziende campione sono ben 338 e di questi 293 risultano pienamente funzionanti, mentre altri 45 lo saranno entro l'anno. La loro diffusione è maggiore al Nord. La parte del leone la fa la Lombardia (con 129 Pdta), seguita dall'Emilia Romagna (67), la Toscana (40) e il Lazio (26). Nel Sud sono complessivamente 44 i Pdta rilevati su però solo 8 aziende campione. Indice di una diffusione quindi già soddisfacente. Le aree cliniche maggiormente coinvolte sono quelle dell'oncologia (65 Pdta), della cardiologia (47), della neurologia (35) e della endocrinologia (31), seguita a stretto giro dall'area delle malattie respiratorie (24), mentre quella ortopedica segue a 18. Sono invece 16 i percorsi dedicati alle malattie rare. Entrando nello specifico il maggior numero di Pdta risulta attivo per le seguenti patologie: diabete, scompenso cardiaco, Bpco, malattie rare, carcinoma mammario, Stroke/ictus, malattie renali, malattie neurologiche, frattura del femore e Sfoglia Sanità in PDF Ultima uscita nr. 45 9-15 dic. 2014 Sfoglia PDF » SCARICA COPIA SAGGIO GRATUITA » Uscite precedenti: nr. 442-8 dic. 2014 nr. 4325 nov. 2014 Consulta l'archivio » Gestisci abbonamento » Quaderni PDF La consultazione dei quaderni di Sanità è riservata agli abbonati. Se non sei abbonato puoi acquistare il singolo quaderno La vaccinazione anti-HPV universale Sfoglia PDF » Sanità risponde Invia alla nostra redazione le tue domande e consulta l'archivio dei quesiti. Invia un quesito » Ultimi quesiti: Servizi di Media Monitoring http://www.sanita.ilsole24ore.com/art/lavoro-e-professione/2014-12-11/percorsi-pdta-lict-vince-130953.php?uuid=AbpukulK Il presente documento è ad uso esclusivo del committente. -9925428 Gli strumenti Ict migliorano i processi di cura, soprattutto sotto l'aspetto della documentazione e dell'adesione del paziente alle terapie secondo il 68% delle aziende. Ma solo il 16% dei Pdta si avvale di supporti informatici. Si scrivono Pdta, si leggono «Percorsi diagnostico terapeutici e assistenziali» e sono l'arma vincente per l'appropriatezza. Quella che può far risparmiare almeno 8 miliardi al nostro Ssn di prescrizioni improprie, secondo stime del Ministero della Salute. Garantendo contemporaneamente cure a misura di paziente. Una best practice fino a qualche tempo fa. Una realtà che inizia a consolidarsi tra le nostre aziende sanitarie, soprattutto al Centro-Nord del Paese. Con una lacuna ancora in larga parte da colmare: lo scarso supporto di soluzioni informatiche, che garantiscono maggiore efficienza ancora solo al 16% dei Pdta. È questa la fotografia sul supporto dell'Ict nei Pdta scattata dalla ricerca condotta da Fiaso, la Federazione di Asl e ospedali, insieme alla School of Management del Politecnico di Milano e grazie al supporto non condizionato di Celgene. L'indagine ha coinvolto in totale 43 aziende, delle quali 26 Asl, 14 Aziende ospedaliere, 2 Irccs e un'Azienda regionale per l'emergenza sanitaria. Un campione significativo della nostra rete assistenziale, anche perché le Aziende sono dislocate in 14 Regioni. sanita.ilsole24ore.com Notizia del: 11/12/2014 Foglio: 2/3 Sezione: DICONO DI NOI carcinoma polmonare. Per queste 10 patologie – è la stima dei ricercatori della Fiaso - è prevedibile che in breve termine oltre la metà delle Aziende sanitarie adotti dei Percorsi terapeutici e assistenziali.La maggior parte dei Percorsi è definita a livello di singola azienda (52% dei casi) o, al più, da gruppi di aziende (34%), che collaborano per definire percorsi diagnostico-terapeutici comuni. Solo in un caso si evidenzia un Pdta definito a livello nazionale, quello del colon retto attivo in una Asl lombarda. Nel 14% dei casi le aziende utilizzano soluzioni messe a punto a livello regionale. La componente ospedaliera è praticamente sempre coinvolta, erogando i servizi connessi ai percorsi nel 41% dei casi attraverso più Unità operative o Dipartimenti e, nel 52% dei casi, integrandosi con i servizi del territorio. TAGLI AI PERMESSI SINDACALI DELLE RSU Subito dopo l'adozione del Dl di riforma della Pa è nata una questione piuttosto delicata e... I DOVERI DEI CONSULENTI Nella struttura ospedaliera dove esercito vengono spesso chiamati dei consulenti i quali si... Vedi tutti i quesiti » Il supporto dell'Ict. I risultati in termini clinici ed economici dei Pdta indicati dalla ricerca sono di una riduzione del 18% dei giorni di ricovero per le infezioni e del 20% per le polmoniti, mentre è del 42% la riduzione delle complicazioni prevenibili in ospedale, grazie proprio al miglior trattamento di infezioni, polmoniti ed emorragie. Questo nell'ipotesi di integrare i Pdta con la cartella sanitaria elettronica, invece ancora poco diffusa. Come in genere è l'apporto dell'Ict ai Percorsi diagnostico terapeutici e assistenziali. «Eppure molti dei processi presenti nelle cure integrate possono sussistere solo con il supporto di soluzioni informatizzate, che permettono un effettivo monitoraggio dello svolgimento del percorso attraverso strumenti di misurazione adeguati», precisa Marco Paparella, senior advisor dell'Osservatorio Innovazione Digitale in Sanità della School of Management del Politecnico di Milano. «Inoltre l'ICT - prosegue - facilitando la comunicazione tra gli operatori sanitari, da un lato facilita la continuità di cura e dall'altro elimina doppioni di test e procedure». I software, sottolinea la ricerca, sono in grado di funzionare come cruscotti, che pur lasciando autonomia al medico o all'operatore sanitario, indicano l'aderenza a un percorso terapeutico e assistenziale. Rispetto al totale dei Pdta rilevati dalla ricerca però, solo il 16% risulta supportato dall'informatica e ben 18 aziende su 43 non hanno nemmeno un percorso informatizzato. Solo tre aziende dichiarano di avere tutti i loro Pdta informatizzati, mentre nelle altre il supporto dell'Ict varia dall'8 al 75%. Le aree cliniche dove si conta un maggior numero di Pdta informatizzati sono quella oncologica, cardiologica e neurologica. Ma si tratta anche delle aree dove i percorsi sono più numerosi. Le fasi maggiormente supportate dall'ICT sono quelle di gestione e monitoraggio (circa la metà del campione). Nella maggior parte dei casi la realizzazione di soluzioni Ict a supporto dei Pdta è demandata a fornitori esterni (nel 56% dei casi per la gestione vera e propria dei percorsi e nel 53% per il monitoraggio degli stessi). Fornitori che sviluppano soluzioni ad hoc per ogni singolo PDTA anziché personalizzare il supporto per ogni azienda. Il commento Fiaso. «La ricerca evidenzia e documenta che senza strumenti informatici è pressoché impossibile garantire la presa in carico totale del paziente e la continuità del percorso di cura", commenta Walter Locatelli, vicepresidente Fiaso e coordinatore della ricerca, nonché Dg della Asl di Milano. «Le soluzioni Ict a supporto dei percorsi –prosegue Locatelli- promettono benefici sia in termini economico-organizzativi che clinici, in alcuni casi sono già raggiunti e dimostrati». «Si tratta –conclude- di rendere ora più pervasivo l'uso dell'Ict pensato per i Pdta, adattando l'informatica alla specificità dei percorsi». «Quando parliamo di Ict in sanità –commenta il presidente Fiaso, Francesco Ripa di Meana- è bene sempre ricordare in premessa che le nostre aziende vantano il più alto tasso di informatizzazione di tutta la pubblica amministrazione». «Fino ad oggi però – prosegue Ripa di Meana - l'Ict ha dato vita a sistemi strutturati in senso rigido e verticale. Una logica che può essere ora ribaltata, dal momento che partendo da un semplice codice fiscale è possibile ricostruire costi e percorsi assistenziali di ogni singolo assistito. Questo apre alla possibilità di costruire sistemi informativi orizzontali, finalmente in grado di leggere i comportamenti dei professionisti in ospedale e nel territorio rispetto al percorso terapeutico di ogni singolo paziente.» «E questo – aggiunge il presidente Fiaso - apre nuove prospettive per la sanità del futuro, sia in termini di conoscenza dell'intero sistema organizzativo che di efficacia dell'assistenza, di equità nell'accesso alle prestazioni e di sostenibilità economica, attraverso la tracciabilità dei costi». «È un modello sul quale puntiamo con decisione per una sanità sempre più efficiente e che-conclude- non dovrebbe essere difficile costruire, grazie ai dati e alle informazioni già raccolti dalle aziende». Servizi di Media Monitoring http://www.sanita.ilsole24ore.com/art/lavoro-e-professione/2014-12-11/percorsi-pdta-lict-vince-130953.php?uuid=AbpukulK Il presente documento è ad uso esclusivo del committente. -9925428 I benefici dell'Ict applicata ai Percorsi. Se dunque per l'Ict applicata ai percorsi si può parlare di lavori ancora in corso, i benefici attesi dagli strumenti informatici rilevati dalla ricerca sono considerevoli. In generale gli strumenti Ict hanno migliorato i processi di cura, soprattutto sotto l'aspetto della documentazione e dell'adesione del paziente alle terapie (68% di miglioramenti in entrambi i casi). Dove invece si attendono maggiori miglioramenti grazie al supporto informatico ai Pdta è nell'empowerment del paziente (ossia nella sua capacità di adottare comportamenti favorevoli alla salute), implementabili nel 66% dei casi. Ampi anche i margini di riduzione dei costi aziendali (78%) e degli errori clinici (58%). quotidianosanita.it Notizia del: 11/12/2014 Foglio: 1/4 Sezione: DICONO DI NOI Redazione | Pubblicità | Contatti Quotidiano on line di informazione sanitaria Studi e Analisi Home Cerca Cronache Governo e Parlamento Regioni e Asl Lavoro e Professioni Scienza e Farmaci Studi e Analisi Giovedì 11 DICEMBRE 2014 Archivio segui quotidianosanita.it Tweet stampa Ict. Ricerca Fiaso e Politecnico Milano. Informatizzato soltanto il 16% dei Pdta. Al top Oncologia, Cardiologia, Neurologia. Nei Percorsi diagnostico terapeutici assistenziali l'informatizzazione supporta soprattutto (circa la metà dei casi) le procedure di gestione e di monitoraggio. Su 338 aziende indagate, soltanto 3 dichiarano di aver tutti i loro Pdta informatizzati, mentre nelle altre il supporto Ict varia dall'8% al 75%. 11 DIC - I Percorsi Diagnostico Terapeutici e Assistenziali (PDTA) possono generare risparmi per almeno 8 miliardi al nostro Ssn in prescrizioni improprie, secondo stime del Ministero della Salute. Garantendo contemporaneamente cure a misura di paziente. Si tratta di una realtà che inizia a consolidarsi tra le nostre aziende sanitarie, soprattutto al Centro-Nord del Paese. Con una lacuna ancora in larga parte da colmare: lo scarso supporto di soluzioni informatiche, che garantiscono maggiore efficienza ancora soltanto al 16% dei PDTA. E’ questa la fotografia sul supporto dell’ICT nei PDTA scattata dalla ricerca condotta da Fiaso, la Federazione di Asl e ospedali, insieme alla School of Management del Politecnico di Milano e grazie al supporto non condizionato di Celgene. L’indagine ha coinvolto in totale 43 Aziende, delle quali 26 Asl, 14 Aziende ospedaliere, 2 Irccs e un’Azienda regionale per l’emergenza sanitaria. Un campione significativo della nostra rete assistenziale, anche perché le Aziende sono dislocate in 14 Regioni. Partendo da questa definizione complessivamente i PDTA dichiarati attivi o di prossima attivazione dalle Aziende campione sono ben 338 e di questi 293 risultano pienamente funzionanti, mentre altri 45 lo saranno entro l’anno. La loro diffusione è maggiore al Nord. La parte del leone la fa la Lombardia (con 129 PDTA), seguita dall’Emilia Romagna (67), la Toscana (40) e il Lazio (26). Nel Sud sono complessivamente 44 i PDTA rilevati su però solo 8 aziende campione. Indice di una diffusione quindi già soddisfacente. Le aree cliniche maggiormente coinvolte sono quelle dell’oncologia (65 PDTA), della cardiologia (47), della neurologia (35) e della endocrinologia (31), seguita a stretto giro dall’area delle malattie respiratorie (24), mentre quella ortopedica segue a 18. Sono invece 16 i percorsi dedicati alle malattie rare. -9925412 Entrando nello specifico il maggior numero di Pdta risulta attivo per diabete, scompenso cardiaco, Bpco, malattie rare, carcinoma mammario, Stroke/ictus, malattie renali, malattie neurologiche, frattura del femore e carcinoma polmonare. Per queste 10 patologie, rileva la stima dei ricercatori della Fiaso, è prevedibile che in breve termine oltre la metà delle Aziende sanitarie adotti dei Percorsi terapeutici e assistenziali. La maggior parte dei PDTA è definita a livello di singola azienda (52% dei casi) o, al più, da gruppi di aziende (34%), che collaborano per definire percorsi diagnostico-terapeutici comuni. Solo in un caso si evidenzia un PDTA definito a livello nazionale, quello del colon retto attivo in una Asl lombarda. Nel 14% dei casi le Aziende utilizzano soluzioni messe a punto a livello regionale. La componente ospedaliera è Servizi di Media Monitoring http://www.quotidianosanita.it/studi-e-analisi/articolo.php?articolo_id=24863 Il presente documento è ad uso esclusivo del committente. Il modo di concepire i PDTA varia sensibilmente sia a livello nazionale che internazionale. Lo dimostrano le 80 definizioni date allo scopo. Per questo la ricerca, prima di mapparne diffusione e caratteristiche parte da una definizione standard di PDTA, intesi come “una sequenza predefinita, articolata e coordinata, di prestazioni erogate a livello ambulatoriale e/o di ricovero e/o territoriale, che prevede la partecipazione integrata di diversi specialisti e professionisti, oltre il paziente stesso, al fine di realizzare la diagnosi e la terapia più adeguate”. quotidianosanita.it Notizia del: 11/12/2014 Foglio: 2/4 Sezione: DICONO DI NOI praticamente sempre coinvolta, erogando i servizi connessi ai percorsi nel 41% dei casi attraverso più Unità operative o Dipartimenti e, nel 52% dei casi, integrandosi con i servizi del territorio. I risultati in termini clinici ed economici dei PDTA indicati dalla ricerca sono di una riduzione del 18% dei giorni di ricovero per le infezioni e del 20% per le polmoniti, mentre è del 42% la riduzione delle complicazioni prevenibili in ospedale, grazie proprio al miglior trattamento di infezioni, polmoniti ed emorragie. Questo nell’ipotesi di integrare i PDTA con la cartella sanitaria elettronica, invece ancora poco diffusa. Come in genere è l’apporto dell’ICT ai Percorsi diagnostico terapeutici e assistenziali. “Eppure molti dei processi presenti nelle cure integrate possono sussistere solo con il supporto di soluzioni informatizzate, che permettono un effettivo monitoraggio dello svolgimento del percorso attraverso strumenti di misurazione adeguati - precisa Marco Paparella, Senior Advisor dell'Osservatorio Innovazione Digitale in Sanità della School of Management del Politecnico di Milano - Inoltre l’ICT - prosegue - facilitando la comunicazione tra gli operatori sanitari, da un lato facilita la continuità di cura e dall’altro elimina doppioni di test e procedure”. I software, sottolinea la ricerca, sono in grado di funzionare come cruscotti, che pur lasciando autonomia al medico o all’operatore sanitario, indicano l’aderenza a un percorso terapeutico e assistenziale. Rispetto al totale dei PDTA rilevati dalla ricerca però, solo il 16% risulta supportato dall’informatica e ben 18 aziende su 43 non hanno nemmeno un percorso informatizzato. Solo 3 Aziende dichiarano di avere tutti i loro PDTA informatizzati, mentre nelle altre il supporto dell’ICT varia dall’8 al 75%. Le aree cliniche dove si conta un maggior numero di PDTA informatizzati sono quella oncologica, cardiologica e neurologica. Ma si tratta anche delle aree dove i percorsi sono più numerosi. Le fasi maggiormente supportate dall’ICT sono quelle di gestione e monitoraggio (circa la metà del campione). Nella maggior parte dei casi la realizzazione di soluzioni ICT a supporto dei PDTA è demandata a fornitori esterni (nel 56% dei casi per la gestione vera e propria dei percorsi e nel 53% per il monitoraggio degli stessi). Fornitori che sviluppano soluzioni ad hoc per ogni singolo PDTA anziché personalizzare il supporto per ogni Azienda. I benefici attesi dagli strumenti informatici rilevati dalla ricerca sono considerevoli. In generale gli strumenti ICT hanno migliorato i processi di cura, soprattutto sotto l’aspetto della documentazione e dell’adesione del paziente alle terapie (68% di miglioramenti in entrambi i casi). Dove invece si attendono maggiori miglioramenti grazie al supporto informatico ai PDTA è nell’empowerment del paziente (ossia nella sua capacità di adottare comportamenti favorevoli alla salute), implementabili nel 66% dei casi. Ampi anche i margini di riduzione dei costi aziendali (78%) e degli errori clinici (58%). “La ricerca evidenzia e documenta che senza strumenti informatici è pressoché impossibile garantire la presa in carico totale del paziente e la continuità del percorso di cura - commenta Walter Locatelli, Vice presidente Fiaso e coordinatore della ricerca, nonché Dg della Asl di Milano - Le soluzioni ICT a supporto dei percorsi –prosegue Locatelli- promettono benefici sia in termini economico-organizzativi che clinici, in alcuni casi sono già raggiunti e dimostrati. Si tratta di rendere ora più pervasivo l’uso dell’ICT pensato per i PDTA, adattando l’informatica alla specificità dei percorsi”. “Quando parliamo di ICT in sanità –commenta il Presidente Fiaso, Francesco Ripa di Meana- è bene sempre ricordare in premessa che le nostre Aziende vantano il più alto tasso di informatizzazione di tutta la Pubblica Amministrazione. Fino ad oggi però – prosegue Ripa di Meana - l’ICT ha dato vita a sistemi strutturati in senso rigido e verticale. Una logica che può essere ora ribaltata, dal momento che partendo da un semplice codice fiscale è possibile ricostruire costi e percorsi assistenziali di ogni singolo assistito. Questo apre alla possibilità di costruire sistemi informativi orizzontali, finalmente in grado di leggere i comportamenti dei professionisti in ospedale e nel territorio rispetto al percorso terapeutico di ogni singolo paziente". “E questo – aggiunge il Presidente Fiaso - apre nuove prospettive per la sanità del futuro, sia in termini di conoscenza dell’intero sistema organizzativo che di efficacia dell’assistenza, di equità nell’accesso alle prestazioni e di sostenibilità economica, attraverso la tracciabilità dei costi. E’ un modello sul quale puntiamo con decisione per una sanità sempre più efficiente e che-conclude- non dovrebbe essere difficile costruire, grazie ai dati e alle informazioni già raccolti dalle Aziende”. 11 dicembre 2014 © Riproduzione riservata Piccoli ospedali. Ma chiuderli “fa bene alla salute”? Poche certezze e molti dubbi Diabete. Il workshop di Meridiano Sanità. Tra 2003 e 2013 casi diabete in Italia da 2,4 a 3,6 mln. Il bilancio a due anni dal Piano nazionale 12° Rapporto Aiop. Nel 2013 disavanzo Ao e Ospedali gestiti da Asl a quota 6 mld. Con taglio 4 mld a Regioni a rischio sistema universalistico Parti. Istat: Italia con 36,3% si conferma ‘maglia nera’ Ue per quota cesarei L’import-export delle cure transfrontaliere e la necessità di 'allineare' sanità nazionale e regionale -9925412 Rapporto Istat. Stipendi Ssn. Dal 2010 una perdita "secca" di 1.000 euro in busta Servizi di Media Monitoring http://www.quotidianosanita.it/studi-e-analisi/articolo.php?articolo_id=24863 Il presente documento è ad uso esclusivo del committente. Altri articoli in Studi e Analisi Panorama della Sanità Tutti i colori della sanità http://www.panoramasanita.it Ricerca Fiaso-Politecnico di Milano: Con l’Ict nei percorsi assistenziali più aderenza alle terapie e minori costi Date : 11/12/2014 I Pdta dichiarati attivi o di prossima attivazione dalle 43 Aziende campione sono ben 338 e di questi 293 risultano pienamente funzionanti, mentre altri 45 lo saranno entro l’anno. Risparmio stimato dal Ministero della salute solo di prescrizioni improprie: 8 miliardi. Gli strumenti Ict migliorano i processi di cura, soprattutto sotto l’aspetto della documentazione e dell’adesione del paziente alle terapie secondo il 68% delle aziende. 1/4 Panorama della Sanità Tutti i colori della sanità http://www.panoramasanita.it Ma solo il 16% dei Pdta si avvale di supporti informatici. Si scrivono Pdta, si leggono “Percorsi Diagnostico Terapeutici e Assistenziali” e sono l’arma vincente per l’appropriatezza. Quella che può far risparmiare almeno 8 miliardi al nostro Ssn di prescrizioni improprie, secondo stime del Ministero della Salute. Garantendo contemporaneamente cure a misura di paziente. Una “best practice” fino a qualche tempo fa. Una realtà che inizia a consolidarsi tra le nostre aziende sanitarie, soprattutto al Centro-Nord del Paese. Con una lacuna ancora in larga parte da colmare: lo scarso supporto di soluzioni informatiche, che garantiscono maggiore efficienza ancora solo al 16% dei Pdta. È questa la fotografia sul supporto dell’Ict nei Pdta scattata dalla ricerca condotta da Fiaso, la Federazione di Asl e ospedali, insieme alla School of Management del Politecnico di Milano e grazie al supporto non condizionato di Celgene. L’indagine ha coinvolto in totale 43 Aziende, delle quali 26 Asl, 14 Aziende ospedaliere, 2 Irccs e un’Azienda regionale per l’emergenza sanitaria. Un campione significativo della nostra rete assistenziale, anche perché le Aziende sono dislocate in 14 Regioni. Diffusione e caratteristiche dei Pdta L’individuazione e lo sviluppo dei Percorsi diagnostico terapeutici e assistenziali sta assumendo sempre maggiore rilievo come strumento finalizzato alla presa in carico stabile del paziente. Ma il modo di concepire i Pdta varia sensibilmente sia a livello nazionale che internazionale. Lo dimostrano le 80 definizioni date allo scopo. Per questo la ricerca, prima di mapparne diffusione e caratteristiche parte da una definizione standard di Pdta, intesi come “una sequenza predefinita, articolata e coordinata, di prestazioni erogate a livello ambulatoriale e/o di ricovero e/o territoriale, che prevede la partecipazione integrata di diversi specialisti e professionisti, oltre il paziente stesso, al fine di realizzare la diagnosi e la terapia più adeguate”. Partendo da questa definizione complessivamente i Pdta dichiarati attivi o di prossima attivazione dalle Aziende campione sono ben 338 e di questi 293 risultano pienamente funzionanti, mentre altri 45 lo saranno entro l’anno. La loro diffusione è maggiore al Nord. La parte del leone la fa la Lombardia (con 129 Pdta), seguita dall’Emilia Romagna (67), la Toscana (40) e il Lazio (26). Nel Sud sono complessivamente 44 i Pdta rilevati su però solo 8 aziende campione. Indice di una diffusione quindi già soddisfacente. Le aree cliniche maggiormente coinvolte sono quelle dell’oncologia (65 Pdta), della cardiologia (47), della neurologia (35) e della endocrinologia (31), seguita a stretto giro dall’area delle malattie respiratorie (24), mentre quella ortopedica segue a 18. Sono invece 16 i percorsi dedicati alle malattie rare. Entrando nello specifico il maggior numero di Pdta risulta attivo per le seguenti patologie: diabete, scompenso cardiaco, Bpco, malattie rare, carcinoma mammario, Stroke/ictus, malattie renali, malattie neurologiche, frattura del femore e carcinoma polmonare. Per queste 10 patologie – è la stima dei ricercatori della Fiaso - è prevedibile che in breve termine oltre la metà delle Aziende sanitarie adotti dei Percorsi terapeutici e assistenziali. La maggior parte dei Pdta è definita a livello di singola azienda (52% dei casi) o, al più, da gruppi di aziende (34%), che collaborano per definire percorsi diagnostico-terapeutici comuni. Solo in un caso si evidenzia un Pdta definito a livello nazionale, quello del colon retto attivo in una Asl lombarda. Nel 14% dei casi le Aziende utilizzano soluzioni messe a punto a livello regionale. La componente ospedaliera è praticamente sempre coinvolta, erogando i servizi connessi ai percorsi nel 41% dei casi attraverso più Unità operative o Dipartimenti e, nel 52% dei casi, integrandosi con i servizi del territorio. 2/4 Panorama della Sanità Tutti i colori della sanità http://www.panoramasanita.it Il supporto dell’Ict I risultati in termini clinici ed economici dei Pdta indicati dalla ricerca sono di una riduzione del 18% dei giorni di ricovero per le infezioni e del 20% per le polmoniti, mentre è del 42% la riduzione delle complicazioni prevenibili in ospedale, grazie proprio al miglior trattamento di infezioni, polmoniti ed emorragie. Questo nell’ipotesi di integrare i Pdta con la cartella sanitaria elettronica, invece ancora poco diffusa. Come in genere è l’apporto dell’Ict ai Percorsi diagnostico terapeutici e assistenziali. «Eppure molti dei processi presenti nelle cure integrate possono sussistere solo con il supporto di soluzioni informatizzate, che permettono un effettivo monitoraggio dello svolgimento del percorso attraverso strumenti di misurazione adeguati», precisa Marco Paparella, Senior Advisor dell'Osservatorio Innovazione Digitale in Sanità della School of Management del Politecnico di Milano. «Inoltre l’Ict - prosegue - facilitando la comunicazione tra gli operatori sanitari, da un lato facilita la continuità di cura e dall’altro elimina doppioni di test e procedure». I software, sottolinea la ricerca, sono in grado di funzionare come cruscotti, che pur lasciando autonomia al medico o all’operatore sanitario, indicano l’aderenza a un percorso terapeutico e assistenziale. Rispetto al totale dei Pdta rilevati dalla ricerca però, solo il 16% risulta supportato dall’informatica e ben 18 aziende su 43 non hanno nemmeno un percorso informatizzato. Solo 3 Aziende dichiarano di avere tutti i loro Pdta informatizzati, mentre nelle altre il supporto dell’Ict varia dall’8 al 75%. Le aree cliniche dove si conta un maggior numero di Pdta informatizzati sono quella oncologica, cardiologica e neurologica. Ma si tratta anche delle aree dove i percorsi sono più numerosi. Le fasi maggiormente supportate dall’Ict sono quelle di gestione e monitoraggio (circa la metà del campione). Nella maggior parte dei casi la realizzazione di soluzioni Ict a supporto dei Pdta è demandata a fornitori esterni (nel 56% dei casi per la gestione vera e propria dei percorsi e nel 53% per il monitoraggio degli stessi). Fornitori che sviluppano soluzioni ad hoc per ogni singolo Pdta anziché personalizzare il supporto per ogni Azienda. I benefici dell’Ict applicata ai Percorsi Se dunque per l’Ict applicata ai percorsi si può parlare di lavori ancora in corso, i benefici attesi dagli strumenti informatici rilevati dalla ricerca sono considerevoli. In generale gli strumenti Ict hanno migliorato i processi di cura, soprattutto sotto l’aspetto della documentazione e dell’adesione del paziente alle terapie (68% di miglioramenti in entrambi i casi). Dove invece si attendono maggiori miglioramenti grazie al supporto informatico ai Pdta è nell’empowerment del paziente (ossia nella sua capacità di adottare comportamenti favorevoli alla salute), implementabili nel 66% dei casi. Ampi anche i margini di riduzione dei costi aziendali (78%) e degli errori clinici (58%). Ripa (Presidente Fiaso): «Rivedere i confini dei Pdta per un territorio sempre più parte integrante» Locatelli (coordinatore Fiaso della ricerca): «Senza Ict impossibile la presa in carico totale del paziente» «La ricerca evidenzia e documenta che senza strumenti informatici è pressoché impossibile garantire la presa in carico totale del paziente e la continuità del percorso di cura», commenta Walter Locatelli, Vice presidente Fiaso e coordinatore della ricerca, nonché Dg della Asl di Milano. «Le soluzioni Ict a supporto dei percorsi –prosegue Locatelli- promettono benefici sia in termini economico-organizzativi che clinici, in alcuni casi sono già raggiunti e dimostrati». «Si 3/4 Panorama della Sanità Tutti i colori della sanità http://www.panoramasanita.it tratta –conclude- di rendere ora più pervasivo l’uso dell’Ict pensato per i Pdta, adattando l’informatica alla specificità dei percorsi». «Quando parliamo di Ict in sanità –commenta il Presidente Fiaso, Francesco Ripa di Meana- è bene sempre ricordare in premessa che le nostre Aziende vantano il più alto tasso di informatizzazione di tutta la Pubblica Amministrazione». «Fino ad oggi però – prosegue Ripa di Meana - l’Ict ha dato vita a sistemi strutturati in senso rigido e verticale. Una logica che può essere ora ribaltata, dal momento che partendo da un semplice codice fiscale è possibile ricostruire costi e percorsi assistenziali di ogni singolo assistito. Questo apre alla possibilità di costruire sistemi informativi orizzontali, finalmente in grado di leggere i comportamenti dei professionisti in ospedale e nel territorio rispetto al percorso terapeutico di ogni singolo paziente». «E questo – aggiunge il Presidente Fiaso - apre nuove prospettive per la sanità del futuro, sia in termini di conoscenza dell’intero sistema organizzativo che di efficacia dell’assistenza, di equità nell’accesso alle prestazioni e di sostenibilità economica, attraverso la tracciabilità dei costi». «È un modello sul quale puntiamo con decisione per una sanità sempre più efficiente e che-conclude- non dovrebbe essere difficile costruire, grazie ai dati e alle informazioni già raccolti dalle Aziende». 4/4 Powered by TCPDF (www.tcpdf.org) Edizione del: 12/12/14 Estratto da pag.: 3 Foglio: 1/1 Peso: 24% Servizi di Media Monitoring Il presente documento è ad uso esclusivo del committente. 068-116-080 Sezione: DICONO DI NOI Dir. Resp.: Marco Tarquinio Tiratura: n.d. Diffusione: n.d. Lettori: n.d. Politica e Sanità dic122014 Allarme Fiaso: Asl sposano percorsi terapeutici ma senza Ict niente benefici tags: Tecniche ed apparecchiature analitiche, diagn. e terap., Trattamenti terapeutici articoli correlati 11-12-2014 | Lentezza nella diagnosi di cancro: raramente la colpa è del generalista 08-07-2014 | Responsabilità civile da trattamento sanitario: un problema di prescrizione 12-02-2013 | Colite ulcerosa refrattaria: confronto fra ciclosporina e infliximab Per prima viene l’oncologia, poi la cardiologia e la neurologia, per ultima l’oncoematologia ma molte cose cambieranno mettendo in rete i centri ematologici: sono le specialità dove le malattie si curano adottando percorsi diagnostico terapeutici, sequenze sistematizzate di prestazioni effettuate tra ospedale e territorio. Fiaso - Federazione delle aziende sanitarie ed ospedaliere – ha provato a censire i “Pdta” con il Politecnico di Milano: ce ne sono 338 tra attivi e di prossima attivazione, rilevati su 43 Asl e ospedali. Dall’adozione in tutta Italia il Ministero della Salute spera in un risparmio di 8 miliardi di euro, oro colato per regioni che nel 2015 rinunceranno per ragioni di bilancio a 1,5 miliardi dal fondo sanitario nazionale. Ma i percorsi non possono funzionare se non c’è l’informatica a supportarli. «Ci sono ancora aziende che adottano una reportistica non informatizzata, ma per misurare gli effetti dell’adozione di queste linee guida, protocolli, percorsi occorre avere dei dati di processo e degli indicatori di risultato standardizzati che solo l’informatizzazione può consentire», spiega Marco Paparella Osservatorio Innovazione digitale in Sanità del Politecnico di Milano. Solo il 16% dei percorsi tuttavia è informatizzato e 18 aziende sulle 43 intervistate non usano l’Ict per valutare i Pdta, anche se la letteratura attribuisce all’informatizzazione una riduzione del 18% dei giorni di ricovero per infezioni e del 20% per le polmoniti, e un quasi dimezzamento delle complicanze prevenibili tra i degenti in ospedale. E’ stato poi chiesto alle aziende di indicare quale obiettivo sia raggiungibile o già raggiunto con l’informatizzazione dei percorsi sanitari. Il “bit” può molto nel far aderire i sanitari alle linee guida e nel collegare ospedale e territorio, meno nel rilevare l’errore/evento avverso o nell’empowerment del paziente. Tutta da giocare la partita della riduzione dei costi per le aziende. «Purtroppo siamo agli inizi di una vera informatizzazione», ammette Paparella. «Anche a noi risulta, come al Ministero della Salute, che se ogni paziente seguisse un iter condiviso senza duplicazioni di accertamenti o viaggi né differenze tra una cartella clinica e l’altra o sprechi di tempo nelle prenotazioni e refertazioni si risparmierebbero miliardi. I benefici però sono calcolabili principalmente in termini di tempo risparmiato e dedicabile a prestazioni ulteriori. Per quantificare i risparmi l’Osservatorio ha affiancato delle Asl ma purtroppo i dati si ottengono dove l’informatizzazione c’è e funziona. Oggi occorre che tutti gli attori della sanità si confrontino tanto sugli standard da adottare quanto sui modelli e i software di riferimento, per evitare di continuare a lavorare “a sylos”, mettendo al bando ogni autoreferenzialità». Mauro Miserendino Notizia del: 15/12/2014 Foglio: 1/5 Sezione: DICONO DI NOI 110820 227060 1091 sfoglia le notizie ACCEDI METEO ◄ SEGUI IL TUO OROSCOPO ► ◄ Milano ◄ Fatti Sanità Medicina REGISTRATI ► Ariete Soldi Salute Farmaceutica Intrattenimento Doctor's Life Salus tg Magazine Sostenibilità Immediapress AKI ► Salus tv Salute . Locatelli -Fiaso-, con i percorsi assistenziali il paziente è al centro SALUTE Multimedia Cerca nel sito Commenti 0 33 % 33 % 33 % Video Locatelli -Fiaso-, con i percorsi assistenziali il paziente è al centro Tweet Uno strumento per una migliore gestione delle risorse e per percorsi di cura 'cuciti addosso' ai pazienti. Sono gli obiettvi che si possono raggiungere con i percorsi assistenziali. Per Walter Locatelli, direttore generale dell'Asl di Milano e vice presidente Fiaso, coordinatore della ricerca “Animali e musica”, i 5 momenti più divertenti caricati su Vine condotta da Fiaso con il Politecnico di Milano sul livello di 'informatizzazione' dei Percorsi diagnostico terapeutico assistenziali in Italia, il primo vantaggio è proprio il coinvolgimento del malato nella gestione della sua malattia. Tweet TAG: Lorella Cuccarini a teatro con 'Rapunzel': "Con Gothel ho scoperto di poter essere perfida" Commenti -10100093 A.A.A. vendesi castelli italiani da favola Servizi di Media Monitoring http://www.adnkronos.com/salute/2014/12/15/locatelli-fiaso-con-percorsi-assistenziali-paziente-centro_63OJIEdmVXU791Hlja8qhM.html Il presente documento è ad uso esclusivo del committente. Per scrivere un commento è necessario registrarsi ed accedere: ACCEDI oppure REGISTRATI Edizione del: 29/12/14 Estratto da pag.: 18 Foglio: 1/1 Peso: 44% Servizi di Media Monitoring Il presente documento è ad uso esclusivo del committente. 110-114-080 Sezione: DICONO DI NOI Dir. Resp.: Domenico Parrella Tiratura: n.d. Diffusione: n.d. Lettori: n.d. Edizione del: 13/05/15 Estratto da pag.: 13 Foglio: 1/1 Peso: 13% Servizi di Media Monitoring Il presente documento è ad uso esclusivo del committente. 158-120-080 Sezione: DICONO DI NOI Dir. Resp.: Marcello Mancini Tiratura: n.d. Diffusione: n.d. Lettori: n.d. Edizione del: 13/05/15 Estratto da pag.: 6 Foglio: 1/1 Peso: 3% Servizi di Media Monitoring Il presente documento è ad uso esclusivo del committente. 158-120-080 Sezione: DICONO DI NOI Dir. Resp.: Paolo Ermini Tiratura: n.d. Diffusione: n.d. Lettori: n.d.