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RS ICT per PDTA
sanita.ilsole24ore.com
Notizia del: 11/12/2014
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Percorsi Pdta: con l'Ict vince l'appropriatezza
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11 dicembre 2014 Cronologia articolo
di Fiaso
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Diffusione e caratteristiche dei Pdta. L'individuazione e lo sviluppo dei Percorsi diagnostico
terapeutici e assistenziali sta assumendo sempre maggiore rilievo come strumento finalizzato alla
presa in carico stabile del paziente. Ma il modo di concepire i Pdta varia sensibilmente sia a livello
nazionale che internazionale. Lo dimostrano le 80 definizioni date allo scopo. Per questo la ricerca,
prima di mapparne diffusione e caratteristiche parte da una definizione standard di Pdta, intesi
come "una sequenza predefinita, articolata e coordinata, di prestazioni erogate a livello
ambulatoriale e/o di ricovero e/o territoriale, che prevede la partecipazione integrata di diversi
specialisti e professionisti, oltre il paziente stesso, al fine di realizzare la diagnosi e la terapia più
adeguate".
Partendo da questa definizione complessivamente i Pdta dichiarati attivi o di prossima attivazione
dalle aziende campione sono ben 338 e di questi 293 risultano pienamente funzionanti, mentre altri
45 lo saranno entro l'anno. La loro diffusione è maggiore al Nord. La parte del leone la fa la
Lombardia (con 129 Pdta), seguita dall'Emilia Romagna (67), la Toscana (40) e il Lazio (26). Nel
Sud sono complessivamente 44 i Pdta rilevati su però solo 8 aziende campione. Indice di una
diffusione quindi già soddisfacente. Le aree cliniche maggiormente coinvolte sono quelle
dell'oncologia (65 Pdta), della cardiologia (47), della neurologia (35) e della endocrinologia (31),
seguita a stretto giro dall'area delle malattie respiratorie (24), mentre quella ortopedica segue a 18.
Sono invece 16 i percorsi dedicati alle malattie rare. Entrando nello specifico il maggior numero di
Pdta risulta attivo per le seguenti patologie: diabete, scompenso cardiaco, Bpco, malattie rare,
carcinoma mammario, Stroke/ictus, malattie renali, malattie neurologiche, frattura del femore e
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Il presente documento è ad uso esclusivo del committente.
-9925428
Gli strumenti Ict migliorano i processi di cura, soprattutto sotto
l'aspetto della documentazione e dell'adesione del paziente alle
terapie secondo il 68% delle aziende. Ma solo il 16% dei Pdta si
avvale di supporti informatici. Si scrivono Pdta, si leggono «Percorsi
diagnostico terapeutici e assistenziali» e sono l'arma vincente per
l'appropriatezza. Quella che può far risparmiare almeno 8 miliardi al
nostro Ssn di prescrizioni improprie, secondo stime del Ministero
della Salute. Garantendo contemporaneamente cure a misura di
paziente. Una best practice fino a qualche tempo fa. Una realtà che
inizia a consolidarsi tra le nostre aziende sanitarie, soprattutto al
Centro-Nord del Paese. Con una lacuna ancora in larga parte da colmare: lo scarso supporto di
soluzioni informatiche, che garantiscono maggiore efficienza ancora solo al 16% dei Pdta.
È questa la fotografia sul supporto dell'Ict nei Pdta scattata dalla ricerca condotta da Fiaso, la
Federazione di Asl e ospedali, insieme alla School of Management del Politecnico di Milano e
grazie al supporto non condizionato di Celgene. L'indagine ha coinvolto in totale 43 aziende, delle
quali 26 Asl, 14 Aziende ospedaliere, 2 Irccs e un'Azienda regionale per l'emergenza sanitaria. Un
campione significativo della nostra rete assistenziale, anche perché le Aziende sono dislocate in
14 Regioni.
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Notizia del: 11/12/2014
Foglio: 2/3
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carcinoma polmonare. Per queste 10 patologie – è la stima dei ricercatori della Fiaso - è
prevedibile che in breve termine oltre la metà delle Aziende sanitarie adotti dei Percorsi terapeutici
e assistenziali.La maggior parte dei Percorsi è definita a livello di singola azienda (52% dei casi) o,
al più, da gruppi di aziende (34%), che collaborano per definire percorsi diagnostico-terapeutici
comuni. Solo in un caso si evidenzia un Pdta definito a livello nazionale, quello del colon retto attivo
in una Asl lombarda. Nel 14% dei casi le aziende utilizzano soluzioni messe a punto a livello
regionale. La componente ospedaliera è praticamente sempre coinvolta, erogando i servizi
connessi ai percorsi nel 41% dei casi attraverso più Unità operative o Dipartimenti e, nel 52% dei
casi, integrandosi con i servizi del territorio.
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spesso chiamati dei consulenti i quali si...
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Il supporto dell'Ict. I risultati in termini clinici ed economici dei Pdta indicati dalla ricerca sono di
una riduzione del 18% dei giorni di ricovero per le infezioni e del 20% per le polmoniti, mentre è del
42% la riduzione delle complicazioni prevenibili in ospedale, grazie proprio al miglior trattamento di
infezioni, polmoniti ed emorragie. Questo nell'ipotesi di integrare i Pdta con la cartella sanitaria
elettronica, invece ancora poco diffusa. Come in genere è l'apporto dell'Ict ai Percorsi diagnostico
terapeutici e assistenziali. «Eppure molti dei processi presenti nelle cure integrate possono
sussistere solo con il supporto di soluzioni informatizzate, che permettono un effettivo
monitoraggio dello svolgimento del percorso attraverso strumenti di misurazione adeguati»,
precisa Marco Paparella, senior advisor dell'Osservatorio Innovazione Digitale in Sanità della
School of Management del Politecnico di Milano. «Inoltre l'ICT - prosegue - facilitando la
comunicazione tra gli operatori sanitari, da un lato facilita la continuità di cura e dall'altro elimina
doppioni di test e procedure». I software, sottolinea la ricerca, sono in grado di funzionare come
cruscotti, che pur lasciando autonomia al medico o all'operatore sanitario, indicano l'aderenza a un
percorso terapeutico e assistenziale.
Rispetto al totale dei Pdta rilevati dalla ricerca però, solo il 16% risulta supportato dall'informatica e
ben 18 aziende su 43 non hanno nemmeno un percorso informatizzato. Solo tre aziende
dichiarano di avere tutti i loro Pdta informatizzati, mentre nelle altre il supporto dell'Ict varia dall'8 al
75%. Le aree cliniche dove si conta un maggior numero di Pdta informatizzati sono quella
oncologica, cardiologica e neurologica. Ma si tratta anche delle aree dove i percorsi sono più
numerosi. Le fasi maggiormente supportate dall'ICT sono quelle di gestione e monitoraggio (circa
la metà del campione). Nella maggior parte dei casi la realizzazione di soluzioni Ict a supporto dei
Pdta è demandata a fornitori esterni (nel 56% dei casi per la gestione vera e propria dei percorsi e
nel 53% per il monitoraggio degli stessi). Fornitori che sviluppano soluzioni ad hoc per ogni singolo
PDTA anziché personalizzare il supporto per ogni azienda.
Il commento Fiaso. «La ricerca evidenzia e documenta che senza strumenti informatici è
pressoché impossibile garantire la presa in carico totale del paziente e la continuità del percorso di
cura", commenta Walter Locatelli, vicepresidente Fiaso e coordinatore della ricerca, nonché Dg
della Asl di Milano. «Le soluzioni Ict a supporto dei percorsi –prosegue Locatelli- promettono
benefici sia in termini economico-organizzativi che clinici, in alcuni casi sono già raggiunti e
dimostrati». «Si tratta –conclude- di rendere ora più pervasivo l'uso dell'Ict pensato per i Pdta,
adattando l'informatica alla specificità dei percorsi».
«Quando parliamo di Ict in sanità –commenta il presidente Fiaso, Francesco Ripa di Meana- è
bene sempre ricordare in premessa che le nostre aziende vantano il più alto tasso di
informatizzazione di tutta la pubblica amministrazione». «Fino ad oggi però – prosegue Ripa di
Meana - l'Ict ha dato vita a sistemi strutturati in senso rigido e verticale. Una logica che può essere
ora ribaltata, dal momento che partendo da un semplice codice fiscale è possibile ricostruire costi
e percorsi assistenziali di ogni singolo assistito. Questo apre alla possibilità di costruire sistemi
informativi orizzontali, finalmente in grado di leggere i comportamenti dei professionisti in ospedale
e nel territorio rispetto al percorso terapeutico di ogni singolo paziente.» «E questo – aggiunge il
presidente Fiaso - apre nuove prospettive per la sanità del futuro, sia in termini di conoscenza
dell'intero sistema organizzativo che di efficacia dell'assistenza, di equità nell'accesso alle
prestazioni e di sostenibilità economica, attraverso la tracciabilità dei costi». «È un modello sul
quale puntiamo con decisione per una sanità sempre più efficiente e che-conclude- non dovrebbe
essere difficile costruire, grazie ai dati e alle informazioni già raccolti dalle aziende».
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Il presente documento è ad uso esclusivo del committente.
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I benefici dell'Ict applicata ai Percorsi. Se dunque per l'Ict applicata ai percorsi si può parlare di
lavori ancora in corso, i benefici attesi dagli strumenti informatici rilevati dalla ricerca sono
considerevoli. In generale gli strumenti Ict hanno migliorato i processi di cura, soprattutto sotto
l'aspetto della documentazione e dell'adesione del paziente alle terapie (68% di miglioramenti in
entrambi i casi). Dove invece si attendono maggiori miglioramenti grazie al supporto informatico ai
Pdta è nell'empowerment del paziente (ossia nella sua capacità di adottare comportamenti
favorevoli alla salute), implementabili nel 66% dei casi. Ampi anche i margini di riduzione dei costi
aziendali (78%) e degli errori clinici (58%).
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Ict. Ricerca Fiaso e Politecnico Milano.
Informatizzato soltanto il 16% dei Pdta. Al top
Oncologia, Cardiologia, Neurologia.
Nei Percorsi diagnostico terapeutici assistenziali l'informatizzazione supporta
soprattutto (circa la metà dei casi) le procedure di gestione e di monitoraggio. Su
338 aziende indagate, soltanto 3 dichiarano di aver tutti i loro Pdta
informatizzati, mentre nelle altre il supporto Ict varia dall'8% al 75%.
11 DIC - I Percorsi Diagnostico Terapeutici e Assistenziali (PDTA) possono
generare risparmi per almeno 8 miliardi al nostro Ssn in prescrizioni improprie,
secondo stime del Ministero della Salute. Garantendo contemporaneamente
cure a misura di paziente. Si tratta di una realtà che inizia a consolidarsi tra le
nostre aziende sanitarie, soprattutto al Centro-Nord del Paese. Con una lacuna
ancora in larga parte da colmare: lo scarso supporto di soluzioni
informatiche, che garantiscono maggiore efficienza ancora soltanto al
16% dei PDTA.
E’ questa la fotografia sul supporto dell’ICT nei PDTA scattata dalla ricerca
condotta da Fiaso, la Federazione di Asl e ospedali, insieme alla School
of Management del Politecnico di Milano e grazie al supporto non condizionato di Celgene.
L’indagine ha coinvolto in totale 43 Aziende, delle quali 26 Asl, 14 Aziende ospedaliere, 2 Irccs e un’Azienda
regionale per l’emergenza sanitaria. Un campione significativo della nostra rete assistenziale, anche perché
le Aziende sono dislocate in 14 Regioni.
Partendo da questa definizione complessivamente i
PDTA dichiarati attivi o di prossima attivazione dalle
Aziende campione sono ben 338 e di questi 293 risultano
pienamente funzionanti, mentre altri 45 lo saranno entro
l’anno. La loro diffusione è maggiore al Nord. La parte
del leone la fa la Lombardia (con 129 PDTA), seguita
dall’Emilia Romagna (67), la Toscana (40) e il Lazio (26).
Nel Sud sono complessivamente 44 i PDTA rilevati su
però solo 8 aziende campione. Indice di una diffusione
quindi già soddisfacente. Le aree cliniche
maggiormente coinvolte sono quelle dell’oncologia
(65 PDTA), della cardiologia (47), della neurologia
(35) e della endocrinologia (31), seguita a stretto giro
dall’area delle malattie respiratorie (24), mentre quella
ortopedica segue a 18. Sono invece 16 i percorsi
dedicati alle malattie rare.
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Entrando nello specifico il maggior numero di Pdta risulta attivo per diabete, scompenso cardiaco,
Bpco, malattie rare, carcinoma mammario, Stroke/ictus, malattie renali, malattie neurologiche,
frattura del femore e carcinoma polmonare. Per queste 10 patologie, rileva la stima dei ricercatori della
Fiaso, è prevedibile che in breve termine oltre la metà delle Aziende sanitarie adotti dei Percorsi terapeutici
e assistenziali.
La maggior parte dei PDTA è definita a livello di singola azienda (52% dei casi) o, al più, da gruppi di
aziende (34%), che collaborano per definire percorsi diagnostico-terapeutici comuni. Solo in un caso si
evidenzia un PDTA definito a livello nazionale, quello del colon retto attivo in una Asl lombarda. Nel 14% dei
casi le Aziende utilizzano soluzioni messe a punto a livello regionale. La componente ospedaliera è
Servizi di Media Monitoring
http://www.quotidianosanita.it/studi-e-analisi/articolo.php?articolo_id=24863
Il presente documento è ad uso esclusivo del committente.
Il modo di concepire i PDTA varia sensibilmente sia a livello nazionale che internazionale. Lo dimostrano le
80 definizioni date allo scopo. Per questo la ricerca, prima di mapparne diffusione e caratteristiche parte da
una definizione standard di PDTA, intesi come “una sequenza predefinita, articolata e coordinata, di
prestazioni erogate a livello ambulatoriale e/o di ricovero e/o territoriale, che prevede la partecipazione
integrata di diversi specialisti e professionisti, oltre il paziente stesso, al fine di realizzare la diagnosi e la
terapia più adeguate”.
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Notizia del: 11/12/2014
Foglio: 2/4
Sezione: DICONO DI NOI
praticamente sempre coinvolta, erogando i servizi connessi ai percorsi nel 41% dei casi attraverso più Unità
operative o Dipartimenti e, nel 52% dei casi, integrandosi con i servizi del territorio.
I risultati in termini clinici ed economici dei PDTA indicati dalla ricerca sono di una riduzione del
18% dei giorni di ricovero per le infezioni e del 20% per le polmoniti, mentre è del 42% la riduzione
delle complicazioni prevenibili in ospedale, grazie proprio al miglior trattamento di infezioni, polmoniti ed
emorragie. Questo nell’ipotesi di integrare i PDTA con la cartella sanitaria elettronica, invece ancora poco
diffusa. Come in genere è l’apporto dell’ICT ai Percorsi diagnostico terapeutici e assistenziali.
“Eppure molti dei processi presenti nelle cure integrate possono sussistere solo con il supporto di soluzioni
informatizzate, che permettono un effettivo monitoraggio dello svolgimento del percorso attraverso strumenti
di misurazione adeguati - precisa Marco Paparella, Senior Advisor dell'Osservatorio Innovazione Digitale in
Sanità della School of Management del Politecnico di Milano - Inoltre l’ICT - prosegue - facilitando la
comunicazione tra gli operatori sanitari, da un lato facilita la continuità di cura e dall’altro elimina doppioni di
test e procedure”.
I software, sottolinea la ricerca, sono in grado di funzionare come cruscotti, che pur lasciando autonomia al
medico o all’operatore sanitario, indicano l’aderenza a un percorso terapeutico e assistenziale. Rispetto al
totale dei PDTA rilevati dalla ricerca però, solo il 16% risulta supportato dall’informatica e ben 18
aziende su 43 non hanno nemmeno un percorso informatizzato. Solo 3 Aziende dichiarano di
avere tutti i loro PDTA informatizzati, mentre nelle altre il supporto dell’ICT varia dall’8 al 75%.
Le aree cliniche dove si conta un maggior numero di PDTA informatizzati sono quella oncologica,
cardiologica e neurologica. Ma si tratta anche delle aree dove i percorsi sono più numerosi. Le fasi
maggiormente supportate dall’ICT sono quelle di gestione e monitoraggio (circa la metà del campione). Nella
maggior parte dei casi la realizzazione di soluzioni ICT a supporto dei PDTA è demandata a fornitori esterni
(nel 56% dei casi per la gestione vera e propria dei percorsi e nel 53% per il monitoraggio degli stessi).
Fornitori che sviluppano soluzioni ad hoc per ogni singolo PDTA anziché personalizzare il supporto per ogni
Azienda.
I benefici attesi dagli strumenti informatici rilevati dalla ricerca sono considerevoli. In generale gli strumenti
ICT hanno migliorato i processi di cura, soprattutto sotto l’aspetto della documentazione e dell’adesione del
paziente alle terapie (68% di miglioramenti in entrambi i casi). Dove invece si attendono maggiori
miglioramenti grazie al supporto informatico ai PDTA è nell’empowerment del paziente (ossia nella sua
capacità di adottare comportamenti favorevoli alla salute), implementabili nel 66% dei casi. Ampi anche i
margini di riduzione dei costi aziendali (78%) e degli errori clinici (58%).
“La ricerca evidenzia e documenta che senza strumenti informatici è pressoché impossibile garantire la
presa in carico totale del paziente e la continuità del percorso di cura - commenta Walter Locatelli, Vice
presidente Fiaso e coordinatore della ricerca, nonché Dg della Asl di Milano - Le soluzioni ICT a supporto
dei percorsi –prosegue Locatelli- promettono benefici sia in termini economico-organizzativi che clinici, in
alcuni casi sono già raggiunti e dimostrati. Si tratta di rendere ora più pervasivo l’uso dell’ICT pensato per i
PDTA, adattando l’informatica alla specificità dei percorsi”.
“Quando parliamo di ICT in sanità –commenta il Presidente Fiaso, Francesco Ripa di Meana- è bene
sempre ricordare in premessa che le nostre Aziende vantano il più alto tasso di informatizzazione di tutta la
Pubblica Amministrazione. Fino ad oggi però – prosegue Ripa di Meana - l’ICT ha dato vita a sistemi
strutturati in senso rigido e verticale. Una logica che può essere ora ribaltata, dal momento che partendo da
un semplice codice fiscale è possibile ricostruire costi e percorsi assistenziali di ogni singolo assistito.
Questo apre alla possibilità di costruire sistemi informativi orizzontali, finalmente in grado di leggere i
comportamenti dei professionisti in ospedale e nel territorio rispetto al percorso terapeutico di ogni singolo
paziente".
“E questo – aggiunge il Presidente Fiaso - apre nuove prospettive per la sanità del futuro, sia in termini di
conoscenza dell’intero sistema organizzativo che di efficacia dell’assistenza, di equità nell’accesso alle
prestazioni e di sostenibilità economica, attraverso la tracciabilità dei costi. E’ un modello sul quale puntiamo
con decisione per una sanità sempre più efficiente e che-conclude- non dovrebbe essere difficile costruire,
grazie ai dati e alle informazioni già raccolti dalle Aziende”.
11 dicembre 2014
© Riproduzione riservata
Piccoli ospedali. Ma chiuderli “fa
bene alla salute”? Poche certezze
e molti dubbi
Diabete. Il workshop di Meridiano
Sanità. Tra 2003 e 2013 casi
diabete in Italia da 2,4 a 3,6 mln. Il
bilancio a due anni dal Piano
nazionale
12° Rapporto Aiop. Nel 2013
disavanzo Ao e Ospedali gestiti da
Asl a quota 6 mld. Con taglio 4 mld
a Regioni a rischio sistema
universalistico
Parti. Istat: Italia con 36,3% si
conferma ‘maglia nera’ Ue per
quota cesarei
L’import-export delle cure
transfrontaliere e la necessità di
'allineare' sanità nazionale e
regionale
-9925412
Rapporto Istat. Stipendi
Ssn. Dal 2010 una perdita
"secca" di 1.000 euro in busta
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Tutti i colori della sanità
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Ricerca Fiaso-Politecnico di Milano: Con l’Ict nei percorsi
assistenziali più aderenza alle terapie e minori costi
Date : 11/12/2014
I Pdta dichiarati attivi o di prossima attivazione dalle 43 Aziende campione sono ben 338
e di questi 293 risultano pienamente funzionanti, mentre altri 45 lo saranno entro l’anno.
Risparmio stimato dal Ministero della salute solo di prescrizioni improprie: 8 miliardi. Gli
strumenti Ict migliorano i processi di cura, soprattutto sotto l’aspetto della
documentazione e dell’adesione del paziente alle terapie secondo il 68% delle aziende.
1/4
Panorama della Sanità
Tutti i colori della sanità
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Ma solo il 16% dei Pdta si avvale di supporti informatici.
Si scrivono Pdta, si leggono “Percorsi Diagnostico Terapeutici e Assistenziali” e sono l’arma
vincente per l’appropriatezza. Quella che può far risparmiare almeno 8 miliardi al nostro Ssn di
prescrizioni improprie, secondo stime del Ministero della Salute. Garantendo
contemporaneamente cure a misura di paziente. Una “best practice” fino a qualche tempo fa.
Una realtà che inizia a consolidarsi tra le nostre aziende sanitarie, soprattutto al Centro-Nord
del Paese. Con una lacuna ancora in larga parte da colmare: lo scarso supporto di soluzioni
informatiche, che garantiscono maggiore efficienza ancora solo al 16% dei Pdta. È questa la
fotografia sul supporto dell’Ict nei Pdta scattata dalla ricerca condotta da Fiaso, la Federazione
di Asl e ospedali, insieme alla School of Management del Politecnico di Milano e grazie al
supporto non condizionato di Celgene. L’indagine ha coinvolto in totale 43 Aziende, delle quali
26 Asl, 14 Aziende ospedaliere, 2 Irccs e un’Azienda regionale per l’emergenza sanitaria. Un
campione significativo della nostra rete assistenziale, anche perché le Aziende sono dislocate in
14 Regioni.
Diffusione e caratteristiche dei Pdta
L’individuazione e lo sviluppo dei Percorsi diagnostico terapeutici e assistenziali sta
assumendo sempre maggiore rilievo come strumento finalizzato alla presa in carico stabile del
paziente. Ma il modo di concepire i Pdta varia sensibilmente sia a livello nazionale che
internazionale. Lo dimostrano le 80 definizioni date allo scopo. Per questo la ricerca, prima di
mapparne diffusione e caratteristiche parte da una definizione standard di Pdta, intesi come
“una sequenza predefinita, articolata e coordinata, di prestazioni erogate a livello ambulatoriale
e/o di ricovero e/o territoriale, che prevede la partecipazione integrata di diversi specialisti e
professionisti, oltre il paziente stesso, al fine di realizzare la diagnosi e la terapia più adeguate”.
Partendo da questa definizione complessivamente i Pdta dichiarati attivi o di prossima
attivazione dalle Aziende campione sono ben 338 e di questi 293 risultano pienamente
funzionanti, mentre altri 45 lo saranno entro l’anno.
La loro diffusione è maggiore al Nord. La parte del leone la fa la Lombardia (con 129 Pdta),
seguita dall’Emilia Romagna (67), la Toscana (40) e il Lazio (26). Nel Sud sono
complessivamente 44 i Pdta rilevati su però solo 8 aziende campione. Indice di una diffusione
quindi già soddisfacente.
Le aree cliniche maggiormente coinvolte sono quelle dell’oncologia (65 Pdta), della cardiologia
(47), della neurologia (35) e della endocrinologia (31), seguita a stretto giro dall’area delle
malattie respiratorie (24), mentre quella ortopedica segue a 18. Sono invece 16 i percorsi
dedicati alle malattie rare. Entrando nello specifico il maggior numero di Pdta risulta attivo per le
seguenti patologie: diabete, scompenso cardiaco, Bpco, malattie rare, carcinoma mammario,
Stroke/ictus, malattie renali, malattie neurologiche, frattura del femore e carcinoma polmonare.
Per queste 10 patologie – è la stima dei ricercatori della Fiaso - è prevedibile che in breve
termine oltre la metà delle Aziende sanitarie adotti dei Percorsi terapeutici e assistenziali. La
maggior parte dei Pdta è definita a livello di singola azienda (52% dei casi) o, al più, da gruppi
di aziende (34%), che collaborano per definire percorsi diagnostico-terapeutici comuni. Solo in
un caso si evidenzia un Pdta definito a livello nazionale, quello del colon retto attivo in una Asl
lombarda. Nel 14% dei casi le Aziende utilizzano soluzioni messe a punto a livello regionale. La
componente ospedaliera è praticamente sempre coinvolta, erogando i servizi connessi ai
percorsi nel 41% dei casi attraverso più Unità operative o Dipartimenti e, nel 52% dei casi,
integrandosi con i servizi del territorio.
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Il supporto dell’Ict
I risultati in termini clinici ed economici dei Pdta indicati dalla ricerca sono di una riduzione del
18% dei giorni di ricovero per le infezioni e del 20% per le polmoniti, mentre è del 42% la
riduzione delle complicazioni prevenibili in ospedale, grazie proprio al miglior trattamento di
infezioni, polmoniti ed emorragie. Questo nell’ipotesi di integrare i Pdta con la cartella sanitaria
elettronica, invece ancora poco diffusa. Come in genere è l’apporto dell’Ict ai Percorsi
diagnostico terapeutici e assistenziali.
«Eppure molti dei processi presenti nelle cure integrate possono sussistere solo con il supporto
di soluzioni informatizzate, che permettono un effettivo monitoraggio dello svolgimento del
percorso attraverso strumenti di misurazione adeguati», precisa Marco Paparella, Senior
Advisor dell'Osservatorio Innovazione Digitale in Sanità della School of Management del
Politecnico di Milano. «Inoltre l’Ict - prosegue - facilitando la comunicazione tra gli operatori
sanitari, da un lato facilita la continuità di cura e dall’altro elimina doppioni di test e procedure».
I software, sottolinea la ricerca, sono in grado di funzionare come cruscotti, che pur lasciando
autonomia al medico o all’operatore sanitario, indicano l’aderenza a un percorso terapeutico e
assistenziale.
Rispetto al totale dei Pdta rilevati dalla ricerca però, solo il 16% risulta supportato
dall’informatica e ben 18 aziende su 43 non hanno nemmeno un percorso informatizzato. Solo
3 Aziende dichiarano di avere tutti i loro Pdta informatizzati, mentre nelle altre il supporto
dell’Ict varia dall’8 al 75%.
Le aree cliniche dove si conta un maggior numero di Pdta informatizzati sono quella oncologica,
cardiologica e neurologica. Ma si tratta anche delle aree dove i percorsi sono più numerosi.
Le fasi maggiormente supportate dall’Ict sono quelle di gestione e monitoraggio (circa la metà
del campione).
Nella maggior parte dei casi la realizzazione di soluzioni Ict a supporto dei Pdta è demandata a
fornitori esterni (nel 56% dei casi per la gestione vera e propria dei percorsi e nel 53% per il
monitoraggio degli stessi). Fornitori che sviluppano soluzioni ad hoc per ogni singolo Pdta
anziché personalizzare il supporto per ogni Azienda.
I benefici dell’Ict applicata ai Percorsi
Se dunque per l’Ict applicata ai percorsi si può parlare di lavori ancora in corso, i benefici attesi
dagli strumenti informatici rilevati dalla ricerca sono considerevoli. In generale gli strumenti Ict
hanno migliorato i processi di cura, soprattutto sotto l’aspetto della documentazione e
dell’adesione del paziente alle terapie (68% di miglioramenti in entrambi i casi). Dove invece si
attendono maggiori miglioramenti grazie al supporto informatico ai Pdta è nell’empowerment
del paziente (ossia nella sua capacità di adottare comportamenti favorevoli alla salute),
implementabili nel 66% dei casi. Ampi anche i margini di riduzione dei costi aziendali (78%) e
degli errori clinici (58%).
Ripa (Presidente Fiaso): «Rivedere i confini dei Pdta per un territorio sempre più parte
integrante»
Locatelli (coordinatore Fiaso della ricerca): «Senza Ict impossibile la presa in carico
totale del paziente»
«La ricerca evidenzia e documenta che senza strumenti informatici è pressoché impossibile
garantire la presa in carico totale del paziente e la continuità del percorso di cura», commenta
Walter Locatelli, Vice presidente Fiaso e coordinatore della ricerca, nonché Dg della Asl di
Milano. «Le soluzioni Ict a supporto dei percorsi –prosegue Locatelli- promettono benefici sia in
termini economico-organizzativi che clinici, in alcuni casi sono già raggiunti e dimostrati». «Si
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tratta –conclude- di rendere ora più pervasivo l’uso dell’Ict pensato per i Pdta, adattando
l’informatica alla specificità dei percorsi».
«Quando parliamo di Ict in sanità –commenta il Presidente Fiaso, Francesco Ripa di Meana- è
bene sempre ricordare in premessa che le nostre Aziende vantano il più alto tasso di
informatizzazione di tutta la Pubblica Amministrazione». «Fino ad oggi però – prosegue Ripa di
Meana - l’Ict ha dato vita a sistemi strutturati in senso rigido e verticale. Una logica che può
essere ora ribaltata, dal momento che partendo da un semplice codice fiscale è possibile
ricostruire costi e percorsi assistenziali di ogni singolo assistito. Questo apre alla possibilità di
costruire sistemi informativi orizzontali, finalmente in grado di leggere i comportamenti dei
professionisti in ospedale e nel territorio rispetto al percorso terapeutico di ogni singolo
paziente». «E questo – aggiunge il Presidente Fiaso - apre nuove prospettive per la sanità del
futuro, sia in termini di conoscenza dell’intero sistema organizzativo che di efficacia
dell’assistenza, di equità nell’accesso alle prestazioni e di sostenibilità economica, attraverso
la tracciabilità dei costi». «È un modello sul quale puntiamo con decisione per una sanità
sempre più efficiente e che-conclude- non dovrebbe essere difficile costruire, grazie ai dati e
alle informazioni già raccolti dalle Aziende».
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Politica e Sanità
dic122014
Allarme Fiaso: Asl sposano percorsi
terapeutici ma senza Ict niente benefici
tags: Tecniche ed apparecchiature analitiche, diagn. e terap., Trattamenti terapeutici
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Per prima viene l’oncologia, poi la cardiologia e la neurologia, per ultima l’oncoematologia ma
molte cose cambieranno mettendo in rete i centri ematologici: sono le specialità dove le malattie si
curano adottando percorsi diagnostico terapeutici, sequenze sistematizzate di prestazioni effettuate
tra ospedale e territorio. Fiaso - Federazione delle aziende sanitarie ed ospedaliere – ha provato a
censire i “Pdta” con il Politecnico di Milano: ce ne sono 338 tra attivi e di prossima attivazione,
rilevati su 43 Asl e ospedali. Dall’adozione in tutta Italia il Ministero della Salute spera in un
risparmio di 8 miliardi di euro, oro colato per regioni che nel 2015 rinunceranno per ragioni di
bilancio a 1,5 miliardi dal fondo sanitario nazionale. Ma i percorsi non possono funzionare se non
c’è l’informatica a supportarli. «Ci sono ancora aziende che adottano una reportistica non
informatizzata, ma per misurare gli effetti dell’adozione di queste linee guida, protocolli, percorsi
occorre avere dei dati di processo e degli indicatori di risultato standardizzati che solo
l’informatizzazione può consentire», spiega Marco Paparella Osservatorio Innovazione digitale in
Sanità del Politecnico di Milano.
Solo il 16% dei percorsi tuttavia è informatizzato e 18 aziende sulle 43 intervistate non usano l’Ict
per valutare i Pdta, anche se la letteratura attribuisce all’informatizzazione una riduzione del 18%
dei giorni di ricovero per infezioni e del 20% per le polmoniti, e un quasi dimezzamento delle
complicanze prevenibili tra i degenti in ospedale. E’ stato poi chiesto alle aziende di indicare quale
obiettivo sia raggiungibile o già raggiunto con l’informatizzazione dei percorsi sanitari. Il “bit” può
molto nel far aderire i sanitari alle linee guida e nel collegare ospedale e territorio, meno nel rilevare
l’errore/evento avverso o nell’empowerment del paziente. Tutta da giocare la partita della riduzione
dei costi per le aziende. «Purtroppo siamo agli inizi di una vera informatizzazione», ammette
Paparella. «Anche a noi risulta, come al Ministero della Salute, che se ogni paziente seguisse un iter
condiviso senza duplicazioni di accertamenti o viaggi né differenze tra una cartella clinica e l’altra o
sprechi di tempo nelle prenotazioni e refertazioni si risparmierebbero miliardi. I benefici però sono
calcolabili principalmente in termini di tempo risparmiato e dedicabile a prestazioni ulteriori. Per
quantificare i risparmi l’Osservatorio ha affiancato delle Asl ma purtroppo i dati si ottengono dove
l’informatizzazione c’è e funziona. Oggi occorre che tutti gli attori della sanità si confrontino tanto
sugli standard da adottare quanto sui modelli e i software di riferimento, per evitare di continuare a
lavorare “a sylos”, mettendo al bando ogni autoreferenzialità».
Mauro Miserendino
Notizia del: 15/12/2014
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Locatelli -Fiaso-, con i percorsi assistenziali
il paziente è al centro
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Uno strumento per una migliore gestione delle risorse e per percorsi di cura 'cuciti addosso' ai
pazienti. Sono gli obiettvi che si possono raggiungere con i percorsi assistenziali. Per Walter
Locatelli, direttore generale dell'Asl di Milano e vice presidente Fiaso, coordinatore della ricerca
“Animali e musica”, i 5
momenti più divertenti
caricati su Vine
condotta da Fiaso con il Politecnico di Milano sul livello di 'informatizzazione' dei Percorsi
diagnostico terapeutico assistenziali in Italia, il primo vantaggio è proprio il coinvolgimento del
malato nella gestione della sua malattia.
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Lorella Cuccarini a teatro con
'Rapunzel': "Con Gothel ho
scoperto di poter essere
perfida"
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-10100093
A.A.A. vendesi castelli italiani
da favola
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http://www.adnkronos.com/salute/2014/12/15/locatelli-fiaso-con-percorsi-assistenziali-paziente-centro_63OJIEdmVXU791Hlja8qhM.html
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