Lettera rarissima di Cristoforo Colombo
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Lettera rarissima di Cristoforo Colombo
e slata Piombo lllust ? AB. McKEW PARR COLLECTION MAGELLAN and the AGE of DISCOVERY PRESENTED TO BRANDEIS UNIVERSITY • 1961 LETTERA RARISSIMA D l CRISTOFORO COLOMBO RIPRODOTTA E ILLUSTRATA DAL CAVALIERE AB. MORELLI BIBUOTEC. REGIO IN VENEZIA. IN BASSANO NELLA STAMPERIA REMONDINIANA M. DCCC X. . ni PREFAZIONE Uono vantissime sì famose le scoperte rile- da Cristoforo Colombo nel Nuovo Mondo fatte , che certamente non è facile a trovarsi alcuno di colto inge- gno ma mo mo , quale non ne abbia contezza il ben è poi difficile che di quell' ; uo- immortale nominanza degnissi- , d' , anche da' più curiosi ricercatori Lettere Relazioni Ricordi, o altre simili scritture siano state vedute ; e così deve loro essere mancata quella sorte di documenti, che l'ingenuità delle in- tenzioni F andamento degli , stato delle circostanze mostrano azioni e sicura Una sua Spagna , , affari recare grandi sogliono Lettera al regio Tesoriere scritta ?144 lo pienamente di- a giudicare delle scorta , da Lisbona nell' di anno IV sm u primi * i49 2 rica allora fotti lo nel Latino, , scoprimenti dell'Ametradotta dallo Spaglino- comparve due edizioni anche nel ti come conosciute di titolo differen- ma che sono Roma e forse all' senza data veruna , stampa con a ; , anno seguente appartengono, traduzione fatta cuni anche so (a) . , e secondo , e , come unico di altri scritto del che mentre viveva Co- sia stato da- comunemente riguardaDa Antonio Gallo Genovese scrit, contemporaneo nelP operetta tore Navigatioìie Columbi per inaecessum tea al- originale n è stato impres- to al pubblico ta vede fu poi essa con opere : riprodotta lombo 1' si in cui la Oceanum nenti alli (b) Lettere sue viaggi addotte s' De ari- concer- incontrano , senza aversi cenno a chi quelle fosse- (a) Murr Histoire biplom. de Martin Behaim. Strasbourg fan Paris 1802 p. 63 (b) Muratori Scrìptor* Rer. Ita/. T* XXIII* p* 3<H ,, to scritte; né più altro, che ce cia conoscere re di lui mai saputo s è , non poche Re alli di . le fac- Lette- Spagna Memorie e Giornali de' Viaggi ne allega Fernando suo figlio nell'Istoria della Yita e dei menti (a) : ma in tori contentarsi di te all' opera sua vole e , anche ne Italiana e pezzi , muovono gran vedere interi que' monu- ancora ne riporta, desiderio di del padre fatti , i quali vece conviene quanto egli frammet- non sempre autorealla traduzio- di stare Alfonso Ulloa di a' let- stampata in Venezia , nel 1671 non potendosi ; di- scernere se al testo originale essa cor- risponda esattamente lo , per essere quel- ovvero da più anni andato perduto o pure rimaso nascosto Due . Lettere a Niccolò Oderico ambasciatore Genovese in Ispagna San Giorgio (a) , in e una Genova agli Ufficiali alle Capì ir. XII. XXIX. XXXVL XXXVIL LVIIL stampe vi XXXL LXIII . di XXXII. VI sono di ; però quanto lieve interesse ad avere notizia de' viaggi e , esse di sincerità abbastanza né pur comprova- ta (a). Di questa , quale piuttosto per acci- la dentali circostanze che , per scelta di Re Spagna Ferdinando V. e alla Regina dalla Giamaica addì 7 Luglio Isabella studio , ora io riproduco , scritta al di , i5o3, ha dato indizio, col trarne fuori alcune notizie, Antonio Herrera nelF Istoria dei Viaggi e delle Conquiste degli Spagnuoli nelle Indie Occidentali stampata in Madrid nelP anno 1601 nei seguenti (b) 9 e di quanto egli vi riportato se ne valsero anche cipali scrittori lombo : ma li moderni intorno nessuno di essi , e ha prin- al Co- mai fece uso dell'intera Lettera, ne ch'ella fosse già a stampa in Ispagnuolo e in Ita- (a) Della Patria di Cristoforo Colomba Firenze 1S08 pag. 3°* j e seg. (b) Decade L Libro VL Capo III* . . VII liano linguaggio s'è accorto, certamente somma a motivo della rarità degli esemplari Non v'ha però dubbio che la stam- pa Spagnuola stata fatta non sia tro- , vandosene da Antonio de Leon nell'JSpitome de la Biblioteca Orientai ì Occidental Nautica in i Geografica , impressa Madrid nel 1629 in to questo registro : lon descubridor del a carte 61 4. Don Cristoval Co- Nuevo-Mundo mirante primero de sus mares una Carta suya escritta de Tulio de i5o3 , ge , del guai fat- . Ai- i Hallase en Iamaica a quefue su ultimo 7 via- embiada a los Reyes Catholicos impr. 4 uéunque Don Lorenco Ramirez de P rado , delConseio es relacion > . • de Indias , con su curio sidad , la tiene MS. La impressa de Don estava en la Libreria Juan de Saldierna Della traduzione Italiana stampata è poi toccato a me sieme colla novità farne acquisto dell' edizione : e inil no- Vili me del traduttore e tutto ciò che que- nuovo mi è riuscito a savolumetto composto di car- sto riguarda persi E . te otto be to si il 1' , ultima delle quali da am- vuota forma di quar- le facce è , in in carattere semigotico , suole , zio questo titolo : et Regina di Spagna et luoghi dire Copia de la Lettera per Colombo mandata a Re come , e porta a guisa di frontispi- per loi tronate Serenissimi li de : . le insole Nel rovescio della carta che questo titolo contiene la , seguente Lettera dedicatoria del tra- duttore si legge ; scrittura originale, gio del testo , do la quale secondo la onde serva ricopiata di sag- . Con stantio Bay nera Bressano Al Magnìfico et Clarissimo Francesco Bragadeno Podestà di Bressa S. Aili anni proximi passali mentre io era in Spagna : rande che tempi nostri sono trona- te : intesi alli tra le altre cose ad/ni- anchora de la naoigatìone de IX Columho Vice Re le insule natore de di Spagna et gouer-* Indie per lui noua- mente trouate per una lettera per lui mandata alla Sacra Malesia del Re et de la Regina de Spagna. La quale let- essa se tera per le cose mirabile che in contengono hauendo io traducta de Hi- spana in nostra Italica lengua : uo- et lendola pubblicare si per sentirne alchumiei amici : che cum grande instan- ìli tia me la domandauano per fare cosa grata a : corno anchora quelli tutti che sono desiderosi de cose none : et degne da essere lede et sapute: l ho dedicata dea tua Magnificentia la quale scio se nolecta de historie degne : etpresertim uè: quale questa marauigliosa et inauamodita. Poi anchora per monstrarli l re mio et seruitu in epsa si nefica soi in uirlute : me corno per le li be- grande de quale e ornafissima. Quale historia se più longa fosse tieri per : più uolen- Iharei a tua Magnificentia dedi- . Ma siami lìcito excusarmi con quel" tata. lo dicto Verum . et Diis lacte multaeque gentes supplicant tantum ra salsa litant ; rustici et : : mola qui non habent thu- Vale . Viene poi la Lettera del quel medesimo titolo sente ristampa Ve ne questa data si Colombo con che nella pre- , premesso, trova : e nel fi- Stampata in Venetia (a nome de Constantio Bajuera citadino di Bressa) per Simone de Louere. a diq diMazo. i5o5. cum prillilegio . E finalmente intorno al titolo che in quella stampa , la Lettera porta, s'aggiunge così: Aduerte lectore a non legere Colombo Vice Re legerai solum Vice Re de di Spagna le : ma insule Indie . Frattanto che V edizioni Spagnuola e Italiana di questa Lettera erano rimase affatto Francese pa , all' , da una Gazzetta di Letteratura in lingua sprit des oscuro venne a stam- pure Francese Journaux al mese , di nelY E- Maggio XI fjSG dal p. come 259 una Lettera Colombo al Re di Spagna scritta dalla Gia- maica nel Settembre dell'anno i5o3, col dirvisi eh' era stata trovata alla Gia- maica in un vecchio Manoscritto viaggiatore Inglese to allegato : Long , dal più volte sta- e fu poi ella istessamente in Francese riprodotta l'anno 1806 nella Collezione p. 408 , Archwes Litteraires T. X, col ripetervisi eh' ella proveni- va dal Manoscritto suddetto, di cui il Long nella pregevole sua opera intorno alla Giamaica grande uso fatto aveva , che e dall' Inglese nella France-r se lingua era stata camente tradotta sione si , disse ; con esattezza ma d' altra che ne fosse stata . Come prima duta, quella medesima fatta anche impres, nulla la Lettera fu vesi riputò che Y Herrera aveva distintamente di tal parere fu e fran- il riferita : e Tiraboschi , iì quale peraltro non lasciò di far osser- vare che qualche differenza vi trova~ XII va (a) È però . il vero , che l' una Let- tera dall' altra è allatto diversa ben- , ché querele medesime di mali tratta- menti Colombo al e a' suoi e suppli- , che per redintegrazioni e per sovve^i- menti in ambedue egualmente A tengano. Lettera bene te che non so poi se in ogni sua , più breve , al incomparabilmen- , e assai , scritta , e meno importan- Regina alla sola Isabella sembra dopo è indiritta; la quale mezzo di e alla nuove , che Regina sul bel prin- nominato come appore di relazioni alla Corte Ora dunque che mediante , uomini molto eruditi , Colombo nuovo splendore (a) Istoria della Lett. 247 ed. , allo scrivere dell' Diego Mendez cipio neir altra dii d' Spagna a que' Sovrani mandata fu per , tatore di , di di questa Re Fernando insieme Herrera queha farvi riflesso, parte sincera ella sia te con- si Modena 1790 hai . fervidi s(u- al nome s' è arreca- T. FI. P. /. del pag* , XIII to , merita va edizione conosciuta prezzo dell'opera una nuo- il di questa Lettera né ciò soltanto onde ma- : nifestamente si vegga che non va confusa con Y altra ma ; perciocché a conoscere la vita del Colombo essa , male sì , più ancora e opinioni cosmografiche vicende di le a meglio intendere di navigazione epoche del- 1' e ella le le , che teneva sue teorìe , la pratiche manie- ra di suo pensare in fatto di religione e di varii altri soggetti, e a più preci- samente sapere ciò che risguaida timo viaggio , da lui fatto negli l' ul- anni i5o2 e i5o5, lumi particolari e notizie di osservazione degnissime schiettamente e nella più autentica forma ne pre- senta; e conseguentemente li forti stimo- aggiunge a ricercare monumenti nuo- vi e incontrastabili compiuta co' quali Y istoria di quell' insigne scopritore nalmente avere Quanto , alla si possa fi- . traduzione Italiana, sem- bra die coli' altrettanto originale conformità sua la a' lettori raccomandare la debba, quanto per conto della detta- non può tura triviale e negletta ella in pregio aversi. Io ne ho solamente dotto il testo ad ortografìa, non facen- dovi cambiamento importanza d' alterandovi frasi o voci prii, i li : né nomi prò- pi , e ; o con le lettere nella possano meglio in somma , biamento nella ri- dei temli numeri prima stampa affinchè di qual peso vavansi, : o con , ho , così pure le date come Arabici, te , quali nelle vecchie scritture vo- gliono ritenersi assolutamente copiati ri- tro- essere ho riprodotnon facendo mai camsi vegga sintassi , , ho tolta sol- tanto alla dicitura quella rozzezza eh* ella seco portava e , stra nella Lettera di no vede di cui una mo- dedicazione ognu- . Del traduttore questo suo scritto il , nome non mi , fuorichè per è noto : nieii- , XV uomo ben tedimene* 3 ducato siccome a persona di nobile , famiglia detta , eh' egli fosse comunemente Baiguera , da qualche e cedentemente che dell' illustrata opera da , lui conveniva , e di farlo degne degli piuttosto rando . ; , , col sì fatte cose con adeguate ricerche alla Lettera avessi quanto tempo simo sono aggiun- maniera adope- altra comento fare intero voluto se di non comuni studiosi di che in Che deb- si acconciamente mettervi notizie relative, e e Alcune an- . notazioni ho stimato bene , , posta nel tradur- abbastanza è chiaro gervi già altro letterato pre- re la Lettera sapergliene grado ba e- non di cui scarsis- , mai dovuto in avrei E questa fattura impiegare? se di ri- dire ciò che da' conoscitori delle geo- grafiche cose facilmente vessi assunto V incarico il pregio mai dell' ; si sa io mi a- quanto lieve opera mia non sarebbe egli stato ? Aggradito sia ciò che XVI In mezzo a più occupazioni mi è sovvenuto di dire e : letterarie abbiasi la ristampa di questa Lettera come frutto della sollecita cura, che pre presa , mi sono sem- di raccogliere libricciuoli di merito, e di tenerli cari; bramoso an- cora di trattare a bella posta con qual- che scritto Della grande libri piccioli soventemente XX utilità che da si trae . Copia della Lettera che scrisse Don stoforo Colombo Vice Re di Spagna mirante e Cri- Ai- delle Isole Indie alli Cristianis- simi e potenti Re stri Signori, nella e Regina di Spagna no- qual gli manifesta quan- to li sia accaduto nel suo viaggio , e le ter- re provincie città fiumi e altre cose degne di ammirazione trovano le , e ancora le terre dove si minere di oro in grande quanti- tà, e altre cose di grande valore e ricchezza Serenissimi e molto potenti Principi Re D 'a e Regina nostri Signori Calese (i) passai nelle isole dette Canarie in quattro giorni, e da lì passai alle isoLe chiamate Indie in giorni sedici; do-> ve scrissi Vostre Maestà che mia inten- a zione era di darmi pressa nel mio cammi- no, per rispetto che io aveva li navigli noben forniti di vittualie e di gente, e che mia volontà era tendere nella isola chiamata Ianaica (2). Nella isola chiamata Dominica scrissi questo fin donde sempre avei il tempo a domandare a bocca Questa medesima notte che quivi intrai fu con grande fortuna e tormento , che sempre ^a poi vi . mi perseguitò Quando . arrivai sopra la i- nominata mandai un mazzo di lettere a Vostre Maestà, nelle quali gli domandava di grazia un naviglio con miei danari perchè un altro che io ne asola Spagnola così , , : veva, era già fatto innavicabile soflria le vele: le quali lettere stà saperanno se le hanno sposta che Vostre Maestà questa, che io non , e già non Vostre Mae- ricevute . La me mandarono volessi andare, ri- fa né stare ^ per in terra, io qual cosa cascò lo animo la gente che con mi erano alle li menar voleva , di lungi, per paura che dicendo che &e alcun caso o pericolo gli accadesse sariano remediati , che non anzi saria di loro fatto ; poca estima e a cui parve disseno che le che io guadagnassi , Vostre Maestà le farian provedere di altra persona , che di me. La fortuna era grande, e in quella not, terre te mi smembrò in sua parte , li ognuno menò navigli, e senza alcuna speranza altro , morte: ognuno teneva per corto che li altri fusseno persi Chi nascette senza quietare (3) lob che non fusse morto disperato che in tal tempo, per mia salvazione e di un mio piccolo figliolo e fratelche di , . , ; lo e amici , mi va a Spagna por- li sudando sangue ? che la fortuna grande quando a Dio piacquali aveva Torno levati mi que le fusse difesa la terra e quali per divina volontà guadagnati ave- ti, me alli , navigli, , li restituitte . Il naviglio innavicabi- avevalo posto in mare, per scampare fin alla isola Galliega chiamata ; il qual persa barca e ancora gran parte delle vittualie. Quello nel quale io andava era travagliato a la gran maraviglia: Iddio, per sua pietà, che non avei alcun danno quello sospettoso era , lo mio fece salvo fratello, il . In quale . dopo , Dio, fu suo remedio, Con questa di mi andai appresso Iamutò di alto mare in calma gran corrente, e mi menò fino al Giar- fortuna così in gattone naica, e quivi e si din della Regina senza mai vedere terra , e di qui quando puotti navicai ma , : alla terra fer- dove mi e vento si incontrò corrente terribile opposi to, con quali combattetti all' con loro giorni 60 in fine non puotti guadagnarli altro che leghe 70 che sono miglia 35o perchè una lega per acqua è mi: , , ; glia gni cinque fiata , per terra è quattro dunque o, che trovarai leghe cavarai , ; lettore , per discrezione quanti miglia saranno (4) In tutto questo tempo non puotti intrare né mai mi lassò fortuna del mané acqua dal cielo , e troni , e folgori continuamente che pareva essere il fine del in porto, re , , mondo. Andai il quale di qui al fine, e ringraziai Iddio, mi dette prospero vento, e corrente: questo fu Erano vea passati la terribile 12 a' dì di Settembre. ottantaotto dì, che non mi fortuna mai abbandonato mente che nò sole , ne stelle , né le : li a- tal- altro pia- tempo conobbero navigli mi aveva aperti neta in tutto quello chi miei , gli , oc- le ve- rotte, e perse ancore e sarte, e barche, e ogni fornimento e tutta contrita , ; la gente molto inferma e molti con voti di santa , 8 religione non nissuno senza e , o peregrinaggio tro molte : fiate l' altro voto uno ? e P al- erano confessati, dubitando e di ora la morte. Molte altre for- si in ora espettando tune hanno si viste, ma non durare tanto, né con tanto tormento; molti di nostri, quasi perdeli avevamo per più forti marinari vano di animo E quello che più mi dava , . passione io aveva era il dolore del figlio (5) , che , con meco; e tanto più, quanto era anni i3; e vederlo du- per essere di età di rare tanta fatica e passare tanta passione , e durare ancora più che nissuno di noi altri : Dio animo le : non , altri opere sue : mi infermo feci dava tello , aggionto te era fare in il gli dette tal faceva core e era tale vicato ottanta anni re; onde io stato , lui alli altri e i , , animo nel- se avesse na* mirabile cosa da crede- rallegrava alquanto. Io era molte fiate al segno di morda una camera piccola che , cima coperta viaggio. come fortezza di della E, come ho nave, comanditto, mio fra- era nel più tristo naviglio e più peri- grande dolore era il mio, e molto maggiore per averlo menato contra sua volontà perchè per mia disventura poco mi ha giovato vinti anni di servizio, quali io ho servito con tanta fatica e pericolo, che oggidì non abbia in Castillia una tezza, e se coloso : , ; Voglio disnare o cenare o dormire, non ho, salvo la ostarla , ultimo refugio; e il più del- mi manca per pagar il scotto (6) mi dava grande dolore che era Don Diego mio figlio che io lassai in Spagna tanto orfano e privo di onobenché teneva per certo che re e facoltà Vostre Maestà come giusti e non ingrati Principi, gli restituisse con accrescimento, Arrivai ad una terra Cariai nominata, do- ie volte * Altra cosa ancora , , ; , mi restai a remediare le navi , e ogni preparamento necessario , e dare riposo alla affannata gente , qual per la longa fae io insieme con tica era già venuta manco ve qua : loro tesi si riposammo nove quivi minere delle . di In questa terra inoro della provin- la qual io andava due uomini della loro nazione, quali mi menarono ad un altra dove le genti chiamata Garambarù terra cia di Ciamba cercando . così ditta Quivi , tolsi ; , portano al collo un specchio di oro , il quale per nissun modo vogliono in questo luogo vendere, né barattare. vanno nude , e E mi nominarono in loro lingua molti altri luo- mare, dove mi diceano esminere: lo ultimo luogo e grande oro sere da lì 25 leghe Per lungi era Beragna ditto qui con animo di di partitti la qual cosa mi era aggionto al che quasi cercarli tutti; e ghi alla costa del , . ,, IO mezzo, mino vi come intesi , cam- manSimon e deliberai Il vespero di Santi cbe avevamo da partire , in quenotte si levò tanto mare e vento, che fu darle a vedere e a due giornate di era minere di oro Giuda sta . , necessario di correre dove lui volse e quelli : due uomini sempre venneno con me per mostrarmi le minere In tutti questi luoghi dove io era stato . , trovai essere verità tutto quello aveva inte- mi e questo che fusse la veri* Ciguare ditta, quale secondo loro è distrutta, ed è nove giornate di cammino per terra verso Ponente Lì affermano che sia infinito oro , e mi dicono che portano corone di oro in testa anelli alli bracci e alli piedi ben grossi di oro e so tà : certificò della provincia . , ; che di oro le careghe casse scono e fodrano , come noi , di ferro. ne di li , tavole forni- portavano collari facciamo altri Ancora mi disseno che le femmi- appiccati dalla te- fino alle spalle pendenti di oro In queluogo, che io dico, tutta la gente di questi luoghi concordano essere così la verità e dicono esservi tanta ricchezza che io ne saria contento della decima parte Quivi portavamo con noi pevero tutta questa gente lo conobbero In Ciguare fanno mercanzie sta . , sto , . : . e fiere , come noi : lutti costoro così me lo , II hanno affermato e mi insegnavano II mo<? do e la l'orma che teneno nel loro vendere e barattare Ancora dicono che navicano co, . me noi, e che barde no , archi come vestiti navi loro portano bom^- le frezze , , spade noi, e corazze , hanno e van- ; cavalli , e u- portano ricche vestiture Dicono ancora che il e hanno bone case sano guerreggiare , . mare bolle nella ditta provincia di Cigliare, il fiume GanPare che queste terre stiano con Bcragna come sta Torlosa con Fonterabia , o Pisa con Venezia Quando io mi partii da Carambarù e aggionsi a questi luoghi che ho ditto trovai la gente a quello medesimo uso , salvo che gli specchi di oro, che avevano, gli davano per 3 sonagli q!i sparaviero per uno, ancora che pesassino dieci o quindici ducati 1' uno In tutti suoi usi sono come quelli della Spagnola ì» sola Lo oro ricoglieno con allra arte, benche e l'una e l'altra non abbia a fare con e che di lì a giorni dieci vi è ges appellato . . , , . . la arte nostra . Questo che io ho ditto è ho udito da queste gente dire Quello che io ho visto e so adesso vi conquello che . , tarò . Lo anno 24 de nonanta quattro navicai in gradi verso Ponente in termino di nove ore; che non gli fu fallo, perchè in quel- 12. la ora fu Ecìipsi Luna Ariete in . , il Sole era in Libra e la Tutto questo che parole intesi da queste gente io saputo meo longamente per ben credette lui avere rino, e adesso si io per già lo aveva scritto . satisfatto trova sua scrittura Toloa Ma- ben pro- pinqua al vero. Tolomeo mette Catigara a 12 linee lungi dal suo Occidente, quai all'ermo essere sopra Capo Santo Vincenzo in Marino Portogallo due gradi e un terzo in i5 linee constituitte la terra. Questo me^ desimo Marino in Etiopia scrive sopra la linea equinoziale più di 24 gradi ; e adesso che li Portogallesi lì navicano lo trovano essere vero Tolomeo disse che la terra più Australe è il primo termino , e che non abIl monbassa più di 1 5 gradi e un terzo do è poco quello che è sutto cioè la terra, è sei parti: la settima solamente è coperta di acqua : La esperienza già è stata vista e a Vostre Maestà la scrissi per altre mie, con adornamento della Sacra Scrittura ancora con il sito del Paradiso terrestre , quale Chiesa Santa prova Dico cha . , . . , : , , . mondo non il voU un grado della linea equipresto si noziale è miglia 56 e due terzi toccherà con mano (7). Di questo non è mio proposito in tal materia parlarne, sai- il go dice , è tanto grande, come e che : 4 i3 vo conto del mio duro e di darvi so viaggio, ancora -che sia utilissimo affatico*, più nobile e . Dico che il da scorsi dove vespero di Santi Simon e Giuil vento mi levava , senza po- lare resistenza in terli il un porto, nel quale schivai dieci giorni di gran fortuna di mar- re e dal cielo. Quivi deliberai di non ritor- minere , e lassaile stare come cosa guadagnata: partii per seguire mio viaggio piovendo. Come Dio volse , arrivai ad un porto dimandato Bastimentos, dove intrai non di bona volontà . La fortuna e gran corrente mi serrò in ditto porto per spazio di giorni quattordici da poi ancora che non con bon tempo , di quivi mi parnare a dietro alle , : titti . Quando mi trovai aver fatto circa i5 sforzatamele mi ritornò in dietro il vento e corrente furioso. Ritornando io al pqrto di dove era salito , trovai in cammino un altro porto nominato Retrete dove mi ritrassi con assai pericolo e disturbo, e ben faticato io la gente e li navigli In queche così volse sto porto mi stetti molti dì il crudel tempo; e quando mi credetti ave- leghe , , . , re finito , allora mutai proposito mi trovai cominciare di voler ritornare . alle Ivi mU nere, e far alcuna cosa, fin che venisse tem£o per ritornare al mio viaggio ; dove che ,, i4 appresso il porto a quattro leghe ritornò gran* e mi faticò tanto e tanto , dissima fortuna che io medesimo non sapeva di me. Quisi mi rinfrescò del male la piaga nove giorni andai perso senza alcuna speranza di vi : vita nò occhi mai vedeltero mare tanto alto : cosi brutto, ma assai : il come allora era, buttava spu- vento non era per andare in- ne ancora mi dava luogo per andasalvo che mi deteneva in questo mare fatto come sangue boileva còme caldera per gran fuoco. Il cielo giammai fu visto così spaventoso un dì e una notte ardette come forno , e buttava ne più né manco la fiamma con li folgori che ogni fiata stava guatando se mi avesse arso li mastelli con le vele venivano questi folgori con tanta furia e spaventevoli , che tutnanzi , re verso alcuna parie , : : , : ti si gli lo : , esistimavano dovessino affondare in tutto questo non per rassomigliava mai cessò acqua dire che piovesse un altro diluvio , : era tanto faticata e penosa, che se la li navi- dal cie- non che gente già ognuno per morte, per uscire di tanto martiro li navigli due fiale già avevano perso le barche, le ancore, le corde, senza vele, erano ancora aperti. Quando piacque a Dio , ritornai ad un porto dimandato Porto Grosso , dove meglio se desioso era di : i5 che puotti mi preparai di ogni cosa mi età necessario , un altra mio cammino e tornai Beragna per il io era in ordine per navicare erano si fiata , verso dì ancora che : tuttavolla mi vento e corrente contrarli. Aggion- il quasi dove prima era aggionto, e un'al- tra mi venne vento fiata contro non , e corrente all' e tornai un' altra fiata al porto in- che opposizion avei ardimento aspettare la ; Saturno con Marte , tanto disbaraltato in lo più delle volte me, perchè na tempesta, o forte tempo. Questo fu di di costa brava Messa Tornai un' altra dove che era uscito con molta fatica: Natività a ora di volta e passato l'anno . novo tornai a tentare e per- per andare a mio cammino; che an- fidiare cora mi fusse fatto bon tempo li navigli innavicabili , già aveva e la gente inferma e morta Il dì della Epifania senza alcuna forza aggionsi a Beragna qui Iddio mi preparò un fiume sicuro porto benché nella . : : intrala fondo , non avesse più, con fatica intrai dì seguente na , qual se un mi altra 14 vei loco di intrare in . la fortu- trovato fuora , Piovette senza non mai Febbraro, che mai a né pigliare alcuna cosa Essendo già sica- cessare fino a remedio . volta ritornò avesse avria possuto intrarvi che dieci palmi di nel ditto fiume Il di in la terra . , t6 a 24 di Gennaro venne il fiume all' improvviso molto grande e forte, ruppemi le jro gomene e prese vasse navigli li e poco , mancò che non e certo io ; li le- vedetti in più pericolo, che mai. Iddio mi remediò, co- me sempre fece . Non so sei sia stato alcu- no con più martiro, né più pena A della mia. diFebbraro, sempre piovendo , mandai settanta uomini addentro della terra cinque leghe e trovarono molte minere di oro Li Indii, cioè quelli due uomini che andavano con loro gli menarono ad un monte molto alto , e di quivi gli mostrarono in tutte le partì quanto gli occhi potevano vesei , . , dere, dicendo che in ogni parte vi era oro Ponente aggiongevano e nominavano le le minere vinti giornate dove più e manco sì terre ville e luoghi trovava oro Da poi intesi io che il Quibian ( che così dimandano il Signore della terra) il qua! mi aveva dati questi due Ingli aveva comandato che mi mostrasdii sero le minere che erano più lontane , e di un altro Signore suo contrario e che di dentro del suo popolo ricoglievano ogni di quando lui voleva oro e che un uomo solo in giorni dieci ricoglieva una mazzata assai , e che fino al ; , . , ; ; di oro cjuesto Gli Indii suoi famigli testimonii dì . menai con mi dentro di questo pò- , 17 polo dove , le barelle aggiongono Tornò . e tulti con eon questa gente che avevano ricolto in spazio di oro oro quattro; che non tardarono più. La quantità è grande, avuto rispetto che nissuno di costoro mai aveva viste minere, e il più di perchè loro per avventura mai vedette oro mio fratello , , , mare più parte di loro era gente di la quasi tutti , e grimetti. Io aveva grande appa- recchio e ordine per edificare , e molte vite con mia gente feci mio assento tualie , : e edificai legnami e presenQuibian cioè il Signo- certe case di tai di molte cose il , , Io ben vedeva e giudicava che non era loro enostra concordia per durar molto molto gente imnostra , rustici molto rano re . : portuna , e ancora mi me appossessionava in suo termino Da poi che vedette le case fatte e il traffico così abbondante e generale . , ammazzarne in contraMolto fusscmo quanti noi altri perchè come proposito suo rio li venne deliberò di abbruciarle tutte e . , ; piacque a Dio, restò preso lui, moglie, fi- glioli, e famiglia; benché la disgrazia volse Il Quibian che restasse poco tempo preso al qual degno certo uomo si fugitte ad un di uomiguardia lui se gli aveva offerto con un maestro ad fuggirono ni Gli figliuoli si di naviglio, il quale li menò a luogo sicuro. . , . 3 i8 Nel mese Gennaro di ca di questo fiume . sì era serrata la boc- Nel mese di Aprile li navigli erano tutti mangiati da pruina e bru- ma non poteva e , In questo tempo nale , per il sostenerli sopra l'acqua, il detto fiume fece un ca- quale cavai tre di loro con gran- de pena svoli le barche tornarono dentro per sale e acqua e altre cose il mare venne molto grande e brutto, e non le lassò cavarle fuora. Li Indii erano molti, e gioirti insieme combatterono le ditte barche in Mio fratello e l'alfine furono tutti morti tra gente tutta era in una nave che era ree io solo di fuora in tanto stala nel fiume con forte febbre , e tanta faticosta brava , ca, che la speranza di scampare era già morPur come meglio puotti , montai suso ta chiamando con volo più alto della nave e piangendo molto a pressa , ce timorosa maestri della guerra di Vostre Maestà; e li ancora chiamando tutti quattro li venti per : : : . ; . , , soccorso : ma mai mi risposeno . Stracco mi addormentai Gemendo, una voce molto pieO slol tosa sentii, che diceva queste parole . : to e tardo a credere e a servire dio e Iddio di Moisè nascesti quando e per lui , ti tutti ! Che il tuo Id- fece egli più per David suo servo ? Da poi che ave di te sempre gran cura : vedette in età della qual fu con- 19 tento, maravigliosamente fece sonare tuo no- me nella terra del mondo Le . Indie tu le hai ripartile dove dette potenzia per tarlo mare Oceano così forte , che sono parte ha date per tue: , così ricca, te le ti donò dito in tante terre , serrati chiave le , e ti Delli ligamenti dei che erano , è piaciuto ti . con catene ubbe- e fusti ; e dalli Cristiani ricupe- bona fama Qual e onorevole (8) popolo di Israele quando lo cavò dì Egitto ? né ancora per David , che di pastore lo fece Re di Giudea ? Torna a lui e cognosci lo error tuo che sua rasti così cosa fece più . al , ; misericordia è infinita . Tua vecchiezza non impedirà a tutte cose grande: molte eredità grandissime sono a suo potere Abraam passava anni cento, quando ingenerò Isaac, . nò anche Sara era giovene Tu chiami per Respondimi chi ti ha afflitto tanto e tante volte Dio , o il mondo ? Li privilegi e promissioni che Dio dà, non gli rompe mai ad alcuno né mai dice dopo di aver ricevuto il servizio che sua intenzione non era questa, e che si intenda di altra forma né dà martiro per dare colore alla forza . Lui va in capo del testo : tutto ciò che promette attende con accrescimento questa è sua usanza Io ti ho detto quanto il Creatore abbia fatto per te e . soccorso incerto , . , i , , , : . , 20 Adesso mi mostrò il guidarfa con tutti done e pagamento d^ tuoi affanni e perico. che hai passati ad li, così non mezzo morto altri puotti riavere resposta re a parole così certe , E servendo. , io ma mai sentiva ogni cosa; per responchj- salvo piangere per li miei errori. Costui fornii te di parlare, chi voglia che sì fusse, dicendo: Confidati e non temere , che tribulazioni stanno scritte in pie- marmore non senza cagione Levaimi quando puotti e al fine di nove giorni fece bonaccia ma non per cavare li di tra . , , , fiume Feci ricolta della gente che era in terra, e di tutto il resto che mi fu possibile perchè non erano bastanti per navigli del . , navigli Io mi popolo con tutta mia gente, se Vostre Maestà avessino questo saputo La paura che mai quivi veniriano navigli alcuni mi determinò a dovermi di qui partire e ancora il conto è questo , che restare , nò per navicare saria restato a sostenere li . il . : quando abbia a provedere di soccorso, si provede di tutto quanto fa bisogno Partimmi in nome della Santa Trinità la notte di Pasqua con li navigli marcii e muffolenti tulli fatti pieni di buchi. Lassai uno il più tristo lì in Beleem con assai cose ili Bel Porto feci il simile Non mi rimasene si . , : , . salvo che due in stato dclli altri , e senza 21 barche, né provisìone alcuna, por avere da passare sette mille miglia di mare e acqua; o morire in cammino io con il povero figlio, e fratello, no adesso tali e riprendere dicendo non così ? perchè vernavi costì tra è nulla Cataio ; averia voluti avere li li aspetti : Maggio Mago, la e di quivi di subito in ovvero nostra aggionsi nella pro- qual parte con quella del mi partii per la Navicai due dì con tempo hono la. là . di tredici vincia di Perchè non facevi tu ? perchè non ti go- : Io ben credo che un' al- altro sapere di Fede A' . , colà Io ? questa giornata gente. Respondache soleno opponere e tanta questi mi si voltò contrario . Il Spagno, il qual cammi- no che io faceva era per disimbrattarmi di numero di isole e non imbarazzarmi nelli loro bassi Il mar bravo mi fece forza dove mi fu forza ritornare addietro senza vele Sorgetti in una isola dove tre ancore in una fiata persi e alla mezza nottanto , . , , , , te , si il mondo facesse fine gomene all' altro naviglio: e come non si facessino in pez- che pareva che ruppeno le fu maraviglia , perchè 1' uno venne addosso con grande impeto: Dio ne aiutò Una ancora sola fu quella che mi sostenne da poi del Divino ausilio. In capa zi tutti all' altro . , due , 22 giorni 6, che era già fallo bonaccia nel di mare li tornammo , navigli , e tulli giati, nostro viaggio così con al quali erano tali da vermi man- , uno foracchiati però più, che ave che fanno mele e la genanimo, che quasi eradi così poco fatla te innanzi Passai non mollo di quelno persi dove la fortuna mi rilo avea fatto prima panaro di il ; . , tornò a dietro porto più sicuro la in ni tornai alla via gno : in capo iso- di otto gior- medesima In fine di Giusempre con venti , . aggionsi a Ianaica traversevoli con medesima ritornai nella : tre , e li bombe navigli in peggior stato tine e caldere, con : tutta la non poteva revincere l'acqua che nelnave in tra va né vi era altra cura o remedio di questo Messimi nel cammino per venire tutla fiala , approssimando alla Spagnola, che sono 28 leghe; e non vorria a» L' altro naviglio scorse a vere cominciato Io volsi controvar porto, quasi annegato gente, la , . . . trastare la volta del mare: il naviglio sì mi annegò, che miracolosamente Iddio mi mandò a terra Chi crederà quello che io scrivo? Dico che delle cento parie non ho la . una scritta in questa presente leltera qual cosa quelli che furono in mia gnia lo testifìcaranno . ; della compa- Se a Vostre Maestà piace di farmi grazia di soccorso un navi- 20 che passi di LXIIII tonelle gl'io 200 botte con na altra , quintali di biscotto provisione ; che sono e , alcu- me basterà per portarmi e questa povera gente a Spagna. Dalla Spa- gnola in Ianaica già dissi che non vi sono che 28 leghe. Io non saria però andato alla Spagnola , benché Vi navigli fusseno stati boni , perchè già dissi come mi fu comandato da Vostre Maestà che non andassi in terra: se questo vato, Dio via e mano il comandamento abbia sa. Questa lettera gio- mando per Indù: grande maraviglia aggionge. rà, se la dei sa- Del mio viaggio dico che con me e m mia compagnia veniva ccnfo e cinquanta uomini fra quali vi erano persone assai suf, per piloti e grandi marinari: non però alcuno può dare ragione certa per dove fummo, nò per donde ritornammo La raficienti . gione è presta to del Brasil mi nominato . Io partii disopra il por- Spagnola: non mi lassò la fortuna andare al cammino che io voleva anzi mi fu forza correre dove il vento volse In questo dì cascai io molto infermo. Nessuno aveva navicato verso quel nella , . la parte. Cessò il vento e il mare di lì a e mutossi , la fortuna in calma e grande corrente. Fui a battere in una i certi giorni sola, quale si dice De Jas Pozzas, e di lì 24 Nissuno può dare conto veperchè non vi è ragione che basti perchè sempre andammo con correnti , senza mai vedere terra, tanto numero di a terra ferma ro questo di . , , giorni arte Seguitai . questa nissuno : costa della terra ferma la : assentò e misurò con compasso e si vi che dica è Quando parte del cielo sia. di basso mi io quivi per venire alla Spagnola, li qual da pen- partii piloti savano venire a mettere capo nella isola di San Giovanni e ci trovammo in terra dì Mago che vi sono 400 leghe di più di quello loro giudicavano verso il Ponente Ri; , . spondano, se sanno dove sia il sito di Beragna ? Dico che non ponno dare altra ragione né conto salvo che furono a certe terre dove vi era molto oro e certificaronlo ma per ritornarvi saria bisogno tornar a discoprirle come di prima che il cammi, , : ; no è ignoto logia vi è errare . , Un . eonto e ragione quale è certissima Chi la visione proletica intende questo poppa me , non è di astro- non può si basti gli non navicano per alcuni vogliono e rassomiglia questo. si navi delle Indie se a , , la a Le che salvo loro malfattezza : , co- né eziandio per essere molto grande Li correnti terribili insieme con il vento che ivi occorre, fanno che nissuno navichino di altra sorte, perchè in un . , 25 giorno perdonano quello che avessìno gua-» dagnato: nò anco eccettuo caravelle, ancoche per ra che siano Latine e Portogallese , mali tempi detengono alcuna volta si e sei né è maraviglia poiché altrettanto accade volte molte in Spagna scrive Papa Pio Seconche di La gente otto mesi in porto : , . do (9), lato di il silo ma non , oro : né e segnali cavalli , ma in fretta ivi vi richie- più presto pescatori tali freni , perchè mare non vuoisi restarmi a cercare dava molto , è par- si pettorali è maraviglia alcuna, le terre delia costa del de esse, di delli cavalli né io ; cose, perchè an- In Cariai e in quelle . sono grandi incanaverianmi dato quantatori e molto spaurosi to avessi saputo addimandare, perchè non vi terre di sua giurisdizione : Quando un'ora. fussi restato continente mi mandarono due nate di ricchi vestimenti non saria di sntte; tutte atti , aggionsi : la fanciulle or- più di tempo età di anni undici , Y altra di tanta pratica, contanti due con e tanto vedere in- , , che saria bastato fossero state puttane pubbliche vinti portavano con esse loro polvere se , anni : incanta- di Come menti , e altre cose della loro arte furono aggionte , comandai che fusseno adomate di nostre cose, e le mandai subito Ivi vedetti una sepoltura dentro alla terra . . ,, 26 monte grande come una Bel con grande rata suttilmente corpo casa e lavo» , artifìcio , e un sopra discoperto, quale guar- vi stava dando dentro pareva che stesse: di altre arte mi disseno quivi essere di più eccellenza Animali grandi . e piccoli vi e molto diversi dalli nostri vi vedetti porci un cane spettarli animale Con una . ha non si un rassomiglia a gatto- come volto di uomo : avevalo passato da parte oltre con una saetta minciando che , ardiva a- salvo che è molto più grande, e faccia la assai quali io li balestra aveva ferito che proprio maimone, sono forma spaventevole di quelli di Irlanda di , fra ; co- , dal petto fino la coda; e perchè era ferocissimo , gli tagliai un pie dinanzi che più presto parevano mani, e uno di dieLi porci vedendo questo cominciarono tro ad incresparsi e fuggirono tutti con gran paura vedendo il sangue di quelF altro animale Io quando vedetti questo, fecili buttare le vegare certi animali che così le chiamano dove elio stava e approssimandomi a lui così stando alla morte, e la saetta sempre nel corpo gli butto la coda per li lab*bri della bocca, e gli amarro (io) molto forte, e con l'altra mano vi era restata lo piglio dietro la coppa come a nemico Lo atto così grande e novo, e bella campagna, . , , . , , ; , , . 27 mi fece scrìvere questo a Di molle forme di animali erano, ma tutti morono di diverse malat- e monteria (i i) Vostre Maestà vi tie ni : , . vedetti animali di più sorte assai, leo- cervi, e altri animali scorsi quasi rasso- miglianti e così augelli volatili , vedetti gal- : molto grandi, che le piume loro erano Quando io come lana né più ne manco andava per quello mare in pena e affanno , in alcuni intrò certa fantasìa nella testa che line . , Rissimo da costoro stati incantati; e oggidì Trovai ancora altra gente che mangiavano uomini come noi al- stanno in proposito mangiamo tri to tal : la altri deformità . animali delli ; loro e questo è cer- e fattezze lo visi conferma (12). Ivi dicono che vi sono grande minere di rame e torce di rame e altre cose lavorate saldate e gittate avei da loro e vi è ancora tutto suo di orefici . Ivi vanno apparecchio vestiti; : come e in quella pro- vincia vedetti lenzuoli grandi di bombaso la- ne vedetti dipinti mollo sultilmente con colori e pennelli. Dicono che nella terra a dentro verso il Cataio li lenzuoli loro sono tessutici vorali di suttilissimi lavori ; e altri oro. Di tutte queste terre e delle cose diper mancamento verse che in elle vi sono , di lingua, non si può sapere popoli benché siano spessi, così presto tutti . Li hanno* drf- 28 ferenziata lingua , e tanto dico differenzia- che l'uno l'altro non intende più, che noi ci intendiamo con quelli ól Arabia e a mio giudicio credo che qucs!o sia nella ta , : gente che sta dietro è quasi come a dentro alla silvestre , costa dei mare, che ma non nella terra . Quando discopersi le Indie dissi , a Vo- stre Maestà che erano della più ricca signoio dissi dell' oro ria che nei mondo fusse : perle pietre preziose spezierie e , di tratti perchè tutte queste cose così in un tratto non venneno a luce, fui scandalizzato onde per quefiere mercanzie e altre cose ; e : ammonizione, adesso mi sto castigo e non dica , ne scriva , salvo quello Di una uditti dalli naturali della terra. sco dovere scrivere , fa che che io ardi- perchè molti mi sono testimonio, che io vedetti in queste terre di Beragna maggior segnai ni primi che non abbia , la in quattro anni giurisdizione : e di oro in due giorSpagno- visto nella ancora non poriano le terre di sua essere più belle, né più lavorate di quello che sono , né le genti più codarde e di poco animo di quello che sono , né il porto poria essere megliore di quello che è , e il fiume bellissimo, e più dei mondo difensibile. Tutto questo è sicurtà e certezza di signoreggiare a' 29 di onore, e Cristiani, con grande speranza Cristiaaccrescimento della sacra Religione sappiano Vostre Maestà die il camanmino per andarvi sarà così breve , come esda ha dar alla Spagnola, perchè questo na il . con vento sono Maestà Vostre lo sere navicalo Tan- di altra forma certi di essere signo- . terre , come di Spari e patroni di queste gna e Granala. Sue navi che vi andaranno, e di poranno dire che vadino a casa sua ; Nelle altre terre, per lì cavaranno oro assai. di quelli avere oro , è forza Fidarsi di uno vi o per avere di quelle cose che salvatichi sensono, conviene averle per forza, e non ; loro . za grandissimo pericolo della vita dire J$ià di lasso io che cose Le altre ne mi afferdissi la causa. INon dico così, che mai quello tutto di tridoppio mo con il nò scritto; e dico questa è la fon, abbia ditto sono. Veneziani Genovesi e bit* che abbiano perle pietre preziose te genti portano fino li e altre cose di valore , tutti e venderbarattarle per mondo in capo del Lo (i3) oro in convertirle finalmente te, dove io , le , . e eccellentissimo, oro è metallo sopra gli altri e chi lo tiene tesori li , fanno e dell' oro si e fimondo, nel vuole fa e opera quanto aggionge a mandare nalmente Paradiso . Li signori di le anime al quelle terre del ter- 3o ritorio di Beragna quando muoiono sotter- rano li corpi loro con quanto oro che abSalomone biano ; e così è sua usanza portarono in una volta seicento e cinquantasei quintali di oro, senza quello che portarono li marinari e mercatanti, e senza quello che pagarono in Arabia. Un quintale pesa i5o lire. Di questo oro Salomone fece . 200 lancie un tavolato fare e trecento scuti re di oro, che gli A , e fecesi fa- aveva da sta- re in cima loro, tutto di oro, adornato dì e ancora fecesi fare molte pietre preziose vasi grandi questo oro molte altre cose di molti adornati similmente di pietre preziose ricchissima cosa GiosefTo de Antiquitatibus Iudaeorurn lo scrive; e ancora nel Paralipomenon , e nel Libro dei Re si scrive questo Gioseflo vole che questo oro si ; , . , . avesse nella isola Aurea appellata (14) : la qual cosa se così fosse, dico che quelle mi- medesime che si Beragna perchè come vi dissi , si allonga al Ponente giornate, e sono in una distanza lungi dai Salomone compolo e anche dalla linea nere della Aurea sono contengono con queste , le di ; , XX . prò tutto quello oro pietre preziose e argento da mercatanti Vostre Maestà lo ponno ad ogni sua requisizione far ricogliere, se gli piace, senza alcuno pericolo. David : 3i nel suo testamento di lassò oro delle Indie isole aiutar ad edificare scrive GiosefTo sime terre e Sion, si legge quintali Salomone Tempio David era e così , Monte il , il mille tre a e ; , per , secondo medeGerusalemme di queste . come si scrive, ha da esmano di Cristiano Chi ? Dio per bocca del Pro- sere reedificato per . ha da essere questo feta nel decimo quarto Salmo così lo dice Lo Abate Ioachim disse che questa persona aveva da essere di Spagna Santo Geronimo a quella santa donna gli mostrò il cammino per doverlo fare. Lo imperatore . . del Calaio già molti giorni domandò e fe- ce gran cosa per avere uomini intelligenti, gli insegnassino nella Fede di Cristo Chi sarà colui che se li offerisca a farceli avere ? Se Iddio mi porta con bene a Spagna io prometto a Vostre Maestà e mi obbligo condurceli io, con l'aiuto di Dio, sa- che , , , ni e salvi me lo : e così la metterò in opera , co- dico. la Questa gente quale è venuta con me, quelche è ritornata ha passato grandissimi sten- ti e pericoli della loro vita : domando di gra- Vostre Maestà che si facciano pagare incontinente, a causa che sono poveri, e che secondo la loro condizione Vostre Maezia a stà gli facciano qualche grazia , acciò un al- 32 abbiano a servire Vostre Maestà di Ira volta bon core che a mio giudicio a quanto credo, gli portano le megliori novelle che mai portasse uomo in Spagna. Lo oro che aveva il Signore di Beragna benché secondo informazione fusse molto, e ancora deili suoi sudditi e terre circonvicine, non mi ; , parve doverglielo torre per via di latrocinio; né ancora non era servizio di Vostre Maestà di pigliarlo per via di robamento Il boa ordine eviterà scandalo e mata fama di Vostre Maestà e con bon modo a/Tatto il cavaremo, e lo faremo ritornare al tesoro di Vostre Maestà , che non vi mancherà grano , per quanto che'l sia grande quantità. Con un mese di bon tempo io avria fini. ; to tutto il mio viaggio e per mancamennon volsi stare ad aspettare per , to di navigli tornarvi zio sia : di ma per ogni cosa , che in servi- Vostre Maestà, mi ofFero, e spe- ro in quello onnipotente Iddio, che mi fece dandomi sanità trovare cose e vie a, , Vostre Maestà con tutne allegraranno e faranno festa meritamente. Io credo che Vostre Maestà si debbano arricordare che io voleva far fare certi navigli di nova forma; ma la brevità del tempo non mi lassò perchè io già aveva visto quello gli era bisogno per scondite ta , delle quali la Cristianità se , , . » 3 vi no dovere navicare, per rispello che mare metteremo di sorti altre e venti . ivi so- Se a Dio in opera, come sia piacendo a Vostre Maestà lo ho in più estimazione questa t'accenda di queste terre e minere con questa scache tutlo l' altro che ho fatla e signoria piacerà, lo aggiorno . , , Non è figlio questo Della Spaper dar a nutrire a matrigna gnola , della Paria e delle altre terre non me ne arricordo mai , che le lacrime non mi cadano dagli occhi (i5). Credevami io to nelle Indie isole . . , che lo esempio queste dovesse essere per di Al contrario loro stanno con benché non muoiono La infermità è incurabile , o molto longa Chi fu causa di questo venga adesso , se può , o se sa, a curarle A discomporre ma a comporre pochi ognuno è maestro queste altre 3a bocca . in giuso , . . . ; maestri vi si trova . Le grazie e accresci- menti sempre si sogliono dare a chi ha poné è rasto il corpo e la vita al pericolo gione che chi è stato tanto contrario in quené suoi eredi sta negoziazione le godano Quelli che si fuggirono delle Indie per fuggir fatiche, dicendo male di loro e di me, tornarono con commissioni e così adesso si ordinava di Beragna malo esempio e senza utile di questa impresa per rispet; , ; : , . 4 E 34 mondo t© della giustìzia del con altri mandare casi assai mi , , questa paura fece e constrinse do- grazia a Vostre Maestà di che , anzi che io venissi a discoprire queste isole me e terre ferme, le me volessino a las- suo nome reale Piacqueli , e mi fu concesso con privilegio e ase con sigillo e giuramento: e mi insento titolarono di Vice Re Almirante e Goversare governare in . , natore generale del tutto e mi assegnarono il termino sopra la isola delli Astori cen, to leghe r Capo Verde e quelle del , che polo a polo per linea e di quepassano sto e di tutto quello che ogni dì sì discoprisse: e mi diedeno ancora potere ampio, di come la : scrittura parla . Altro negozio famosissimo ci aperti chiamando adesso. Sette anni stre sa Maestà si , che a : sta stetti li brac- io in corte di Vo- quanti di questa impre- parlava, tutti ad una voce diceano che eran ciance e pataraggie (16): fino con Forestiero è stato fan li sartori e calzolari al presente domandano di gra- Vostre Maestà per discoprire terre E da credere che vanno assaltando e se Vostre Maestà gli concedeno che , con molto pregiudicio della impresa e del mio onore, recuperino cosa alcuna bona cosa è dare a zia a . : ; Dio il suo, e a Cesare quello gli apparile- 35 fte : e questa è giusta sentenza Le , e di giusto che obbediscono e oqgnoMaestà per suoi superiori di scono Vostre queste isole sono più che tutte le altre de' Cristiani, ricchissime, da poi che io per Divina volontà più presto, che per sapere , le Principe. terre , ho poste sotto la sua reale e alla signoria; e poste dico in termino per avere Vostre Maestà di esse grandissime intrate. Alla irnprovisa aspettando io la nave per me do- mandata Vostre Maestà per venire al suo con vittorie e grande nove di oro e di diverse ricchezze molto allegro e sicuro tenendomi essere ; fui preso e messo in un naviglio con due fratelli, caricato di ferri, nudo in corpo, con mollo male trattamento, senza essere chiamato, né ancora vinto per giustizia Chi vorrà credere che un povero forestiero si avesse voluto alzarsi in tal luogo contro Vostre Maesenza causa e senza braccio alcuno di stà altro Principe? Massimamente essendo io solo in mezzo tutti questi, che con mi erano, suoi vassalli e naturali di regni di Vostre Maestà: e ancora avuto rispetto che io a allo conspetto , , . , , teneva te. tutti li figlioli miei in sua real cor- Io venni a servire Vostre Maestà di tem- po di anni 28, non sia canuto, non ho capello che corpo debile e infermo e adesso il 36 Quanto io aveva portata da costoro mi fu tolto ogni cosa miei fratelli fino il saio ; senza esriè visto, con grande mio dissere né udito e tutto dannato con me a me e onore . , , E . da credere che questo non come è, dico, la si fa- mandamento: e se cosi restituzione del mio ono- cesse per suo reale re e de' miei danni, e castigamento a chi lo ha fatto tatto il , faranno Vostre Maestà sonare per mondo : e altrettanto di coloro che mi hanno rubato le ricchezze e mi hanno fatto danno nel mio Àlmirantado. Grandis, fama e virtù con esempio sarà a VoMaestà se questo fanno, e resterà in Spagna e in ogni altro luogo gloriosa mecome aggradevoli e giusti moria di loro Principi. La intenzione bona e sana, quale sempre ebbi al servire di Vostre Maestà,, sima, stre , , , disonore e remerito tanto diseguale non dà luogo all'anima che taccia, benché io voglia: della qual cosa domando a Vostre Maee il stà , perdono . Io sono restato così, perso e disfatto. Io che Vostre MaePianga abbiano misericordia (17) adesso il cielo, e pianga per me la terra che non ho sola una quatnel temporale ho pianto fin qui per stà gli altri, . , trina , restato lo sono forma cha per far offerta in spirituale qua nelle Indie isole della . 37 ho sópra ditta, isolalo, in gran pena e inaspettando ogni dì la morte, e cir- fermo , condato da innumerabili selvaggi pieni di e così lungi da crudeltà e nemici nostri che Sacramenti della Santa Madre Chiesa ; , se del smenticherà questa anima Pianga per me chi ha corpo esce fuora Io non venni a carità verità o giustizia questo viaggio a navigare per guadagnare questo è certo , perchè la onore né roba ma vi vensperanza era del tutto già persa credo si , . . : ; ni per servire a Vostre Maestà con sana in- tenzione e bon zelo di carità: e non menSupplico a Vostre Maestà che se Dio to , . che mi vobene che per abbiano e vuole che possa di qua salirmi gliano concedere io vada a Roma , e altre peregrinazioni. e vite e alto stato la Data Cui Santa Trinità consernelle Indie nella isola vi e accresca di Ianaica a 7 di Iulio del . , i5o3. 39 ANNOTAZIONI Pag. 5 Calese (i) Partì Colombo da Cadice per questo suo quarto de viaggi fatSpagna addì IX ti d ordine dei Re di secondo che^ Maggio dell' anno Vita di nella scrivono il figlio Fernando dei nell'Istoria lui Cap. 88, e l' Herrera 9 MDII , Viaggi' e delle Conquiste degli SpagnuoDeca I. Lio. 5 li neir Indie Occidentali Cap. 2 . Calese è già da intendersi Cadice , nominato Caliz da Fernando suddetto nel Per Capo 88 , e Calis da Americo Vespucci nelle Lettere de' suoi Viaggi (p. 6, 32, 35, Oviedo nelV 40, 71 , ed. Fior. 1745 ) , dall' Istoria dell'Indie Cap. I, e da altri. Ne' bassi tempi volgarmente Cades dire si soleva ; siccome ne vecchi Portolani trovasi e ancora in due mie Carte Nau, da Veneziani; V una che porlavorate tiche nel secolo seguente posi368, anno ta V scritto seduta dalli Certosini di Fiorenza per testamento di Niccolò Corbizzi; V altra con me le parole Iachobus de Ziroldis de Venetiis riferianno Dui M. CCCC. XXVI Letnella Carli inaldo Gianr ta dal Conte fecit , - 4o ali'Ab. Testa intorno alla scoperta altrimenti Cadice si nomina in un Trattato generale di Navigazione composto l'anno 1444 da Pietro di fera dell' America * Né , Versi Veneziano , che io parimente in un codice di quel tempo posseggo t)i quesf opera sconosciuta giovi ora sapere eh' è intitolata : Alcune Raxion de Mariti eri de mi Piero di Versi e che essendone stato V autore uomo di marina, sic. , come bene apparisce, è dettata nel linguag- gio della gente di quel mestiere . Vi sono al principio la Bagione dell' Epatta , la Tregge del levare del tramontare e dell' e il modo di sapere le ore ià della Luna del giorno in mare e quello di trovare la , , de Cristiani come degli Ebrei, con più altre osservazioni astronomiche alla navigazione appartenenti Sono poifiscioè qué giorni ne' sati li Punti di Stella quali, col levarsi alcune stelle che vengono chiamate co nomi diversi dagli odierbonaccie sogliono accadeni burrasche re: e a maggior intelligenza segue un Cache comincia da Marzo lendario annuo e finisce in Febbraio colli punti medesimi contrassegnati Viene appresso il Portola- Pasqua , si . , , 9 , , . no , che Mari le posizioni e distanze dei porti de* tutti allora soliti ad essere navigati f è 4* nta per miglia ora per leghe, dinota; il quale dal nostro porto comincia coli' usarvisì precisione maggiore, che quanto ad neli' insegnarne V uscita e f entrata, altri conforme alla veduta di varie altezze Vi è poi notato il tempo del flusso e riflusso del mare né"porti di Spagna, di Fiandra, d Inghilterra e d! Irlanda : e quanto alla Fiandra con minuti contrassegni messi an~ e or a si veggono li fondi e li scandagli dell' acqua né canali, onde poter evitare le secche, e incontrare il fondo maggiore per tut, , . 1 ti qué porti : inoltre si registrano le spese e le gabelle , che nel farsi scala dalle Ga- paSuccedono gli Ordini sulla discipliy na delle Galere Veneziane stabiliti nell anno 1428 da Andrea Mocenico Capitano Generale; né quali sovente spese giornaliere di mantenimento provigioni, salarli ed usanze, come provenute ab anti9 quo, osservate vi s incontrano : poi regole misure e conteggi si mettono per formare Alla fine v' è ogni sorte di vele Latine La Raxion chiamada del Martoloio per navegar a mente Questo Ammaestramento ancora in altri codici a penna, contenenti V opera medesima o tutta o in parte, senza però il nome di Pietro Versi , s' lere P^eneziane a quella parte occorreva gare . , , , . . , 42 già veduto e in ; uno specialmente che dal Doge Marco Fo searini s' aveva, e dal Car- nella citata Dissertazione è allegato ; dal quale medesimo il Toaldo tutto ciò prese che su questo proposito contenevasi , e lo diede fuori ne' Saggi di Studii Veneti , operetta stampata in Venezia nelV anno li 1 782 : ma bene con più estesa dettatura il codice mio presenta e meglio fa conoscere quel modo usitato di navigare a mente ; ve- dendovisi ancora con la formola di esso molti problemi di cose nautiche francamenNella Carta Nautica d? Andrea te sciolti , esistente in questa Re, gia Biblioteca di Venezia , la Regola del Martologio t> è pure rappresentata ; succin- Bianco del 1436 ? tamente però , e come il Formaleoni V ha prodotta nel Saggio sulla Nautica antica dei Veneziani neW anno 1783 stampato; dove il parere mio si vede , che Martologio sia voce Greca , provenuta da O'^upra&óyiov, Homartologiuni, cioè Trattato o Discorso d'Accompagnamento. Ma sulla Nautica, salii Viaggi, sul Commercio dei Veneziani , anche dopo essersene tanto scritto , non poco ancora resta da sapersi , o da essere più acconciamente trattato Pag. 5. Ianaica (2) affatto da creder', . E si che non Iamaìca , x ma fanaica nelll ori* . 43 ghiaie Spaglinolo si trovi; abbenchè strana sembri questa denominazione Di fatto che Colombo zonse a una isola chiamata da pae. ma, come sani lamaica, Jui dice, cos- dalli Ianna mazor, legge si nel Camografi po quindicesimo del Libretto di tutta la naditta Re Spagna delle isole e terstampato in Vereni nuovamente trovali nezia per Alberto Vercellese da Lisona nel vigazione dei di , i5o4 4 in Questo rarissimo libricciuolo è scritto in linguaggio quasi del tutto Veneziano essendone la dettatura di Angelo Trivigiano Segretario di Domenico Pisani nel i5oi ambasciatore Veneziano in Ispagna , e fu tratto dalla prima delle Deche Latine di Pietro Martire d' Anghiera De rebus Oceanicis della quale non ancora rifatta e accresciuta dall' autore come ora con le , : , altre si trova , alcuni Bibliografi presso il Mazzucchelli (Scrittori d' Italia T. 1. P. IL P* 776 ) ne citano uri edizione di Siviglia de II' anno i5oo, da me non mai veduta, e per quello che qui appresso è da leggersi forse ne pure da altri. Ciò mi riuscì di conoscere coli esame di un testo a pen~ na di Lettere dal Trivigiano a Domenico Malipiero nostro gentiluomo scritte, dal Doge Foscarini riferito ( Lettera*. Venez, , 9 44 p. 427 ) il ; quale fu da me già veduto nel- la preziosissima biblioteca del defunto Sl- bate Canonici, e recentemente indicato ai chiarissimo Sig. Giuseppe Vernazza di Frency 9 cui tornò a proposito di accennarlo a carte 355 del libro della Patria di Colombo , nel 1 808 in Pisa impresso Da Granata addì 21 agosto dell' anno i5or . così il Trivigiano al Malipiero Io ho tenuto tanto mezzo pratica e gran amicizia con quale presente al sì scriveva : che ho presa . il Colombo; i! attrova qui in gran dcs» Re, e con poPer suo mezzo ho mandato a far far a Palos che è un luogo dove non abita salvo che marinari e uomini pratiche di quel viaggio del Colombo, una Carta ad instanza della Magnificenza Vostra la qua! mal dita, chi denari in grazia di questi . , , ; sarà benissimo fatta , e copiosa e particolar 9 quanto paese è scoperto Qui non ce n né è uomo salvo una di detto Colombo è che ne sappia far. Bisognerà tardar qualche giorno ad aver questa, perchè Palos, dove la se fa è lontano da qua 700 miglia e poi come la sarà fatta, non so come la potrò mandar, perchè l'ho fatta far del compasso grande perchè la sia più bella Dubito che '1 bisognerà che la Magn. V. aspetti la nostra venula, che di ragione non dodi . , , : , , . yeria tardar molto; che'l sarà presto no che siamo i'uora Circa . il uno ari* Trattato del Viaggio di detto Colombo, uno valentuomo composto, et è una diceria molto longa L' ho copiata e ho la copia appresso di me ma è sì grande che non ho modo di mandarla se non a poco a poco Mando al presente alla Magri. V. il primo libro, quale ho traslatato in volgare per maggior sua comodità. Il compositor di questa l'ha . , , ; . , è lo ambassator di ohe va nimo mostro, sì la Soldano al di ; presentarla con a- quale vien al Serenissimo Prencipe la farà lì stampar; e co- averà copia perfetta questo passo poteva ,' il qual penso il Magn. V. ne Re questi Serenissimi . Da Foscarini accorgersi che il compositore indicato era Pietra 1 Martire a Ringhiera; mentre egli medesimo di quella sua venuta a Venezia nel primo de libri, che scrisse intorno alla sua Legazione Babilonica , distinta ricordanza ne ha fatta Fu poi il testo del surn mentovato Libretto senza le Lettere del Trivigiano , che lo accompagnavano e rimasero sempre inedite , riprodotto come Libro Quarto nella prima Collezione di Viaggi stampata in Vicenza nel 1607 per opera di un Fracanzio che ivi professava Lettej''~j ed era nativo da Monte Ali oda o , ter*. il ' . , , , 7 46 Marea Anconitana ; non dì un Montalboddo Fracanzano Vicentino siccome scrittori anche di grande merito indotti furono a nominare quel raccoglitore ra nella , dalla guasta lezione, che il libro nella let- con altre molte d' importanza, presenta: le quali bene spesso ven* nero adottate da Fra Arcangelo da Madrignano nella sua traduzione Latina del testo Vicentino prima impressa in Milano nel 1 5o8 poi in Basilea e in Parigi nel i532 e di nuovo in Basilea nel i53y, tera dedicatoria , , , , fra lo le opere di diversi raccolte col tito- , Novus Orbis da Simone stampata Grineo , ri- . Pag. 6 quietare (3) Quietare dallo Spa- gnuolo Quitar, come nel Francese Quitter per Tralasciare è qui usato: senza tralascia, re Iob. Pag. 7 saranno (4) Quesf avvertenza al lettore forse fu posteriormente inserita netla Lettera di Colombo Spa- dall' editore gnuolo neir anno 1 5o3 Pag. 8 figlio (5) Fernando scrittore dell* Istoria di suo padre , che di essersi seco lui trovato in questo viaggio, insieme con . Bartolommeo fratello di Cristoforo nel Capo 88 racconta : di lui nel Libico della Patria di Colombo a carte 106, 287, ec« , 47 luone notizie si trovano ; né di Bartolo m°> ce lo facciano meo mancano memorie, che bene conoscere Pag. 9. scotto (6) Querelandosi il Colombo presso li Re di Spagna nell anno i5o3, che dopo venti anni di servizio loro prestato, in povero stato trovavasi, fa credere che circa il 1483 incominciato lo avesse; in altro luogo poi di questa medesima Lettera scrive: Io venni a servire Vostre Maestà di tempo di anni 28: e se queste due epoche ad un anno medesimo fossero da riferirsi, converrebbe credere eh* egli nascesse intorno al 14.55: quando però si sapesse trattarvisi di servizio non mai stato interrotto Ma se a quest'anno il na~ . f . scimento di Colombo si mette , due altre sue Lettere riferite dal figliuolo Fernando Vita p. 8. 9 quali il Robertson nella 507 t. ( oppongono ; dalle Ist. dell' Amer. T. I. si ed altri , che nel 1447 hanno dedotto : inoltre nel li* òro della Patria di Colombo p. 86. 200. documenti come certi s' allegano eh' egli nel 1437 sia nato Troppo a questo luogo sarebbe da dirsi se fuori di dubbio porre si volessero V epoche della vita di Colombo; essendovi intorno ad esse disparere anp. ed. di Pisa ) egli nascesse . , che fa li più accreditati scrittori, i quali 48 s" accordano nel fissare la sua morte 5o6 Osservo soltanto che in questa medesima Lettera , e ne ir altra ancora del 1 5o3 accennata nella Prefazione , egli solo al 1 . , scrive eh' era già vecchio; e nell'anno pre- cedente pure la sua età avanzata alla Corte di Spagna rappresentava , siccome VHerrera sulla fede di documenti veduti lasciò scritto ( Dee. I. LJb. V. Cap. I. ) di maniera che sembra ragionevole il sospettare che errore di stampa sia avvenuto nelle cifre numeriche messe a dinotare gli anni 28 ; dell' età in cui , Colombo a servire il Re di Spagna incominciato aveva ; mentre sult epoca delli venti anni di servizio alla Corte prestato anche l'Herrera s? accorda , col riportare V espressioni medesime che nella Lettera sono Pag. 12 si toccherà con mano (7) Del sapere di Colombo in fatto di cosmografia 9 di nautica , e di altre discipline a quelle appartenenti il figlio Fernando nel . Capo terzo della Vita scrive così: Nella sua pieciola età imparò lettere , e studiò in Pavia tanto i Cosmografi fezionato : che , , alla gli bastava per intendere cui lezione fu molto af- per lo qual rispetto ancora si die- de all'Astrologia e alla Geometria, perciocr <phè queste scienzie sono in tal maniera con-* 49 cafonate allra clic , una non può slare senza P 1' Tolomeo e ancora perchè : nel prin- cipio della sua Cosmografia dice che niuno può esser buon Cosmografo se ancora , non Disegno, sarà pittore, partecipò ancora del terre e formar i corpi cospiano e in tondo JLnzi lo stesso Colombo, se prestiamo fede ad una Lettera come di lui riportata da Fernan- per piantar mografici le in . do nel Capo quarto, Vanno 1 5oi alli Re di Spagna scriveva: Di età molto tenera io entrai in mare navigando e vi ho con, tinuato fin oggi e : l' inclina a arte istessa segue a desiderar di sapere i secreti di questo mondo e oggimai passano quaranta anni che io uso per tutte quelle parli che fin oggi si navigano: e i miei trafchi la : , e Greci, tini, ti di altri siderio trovai zio il sette E . stati come Indiani, e altre con gente LaMori, e con mol- sono e conversazione fichi savia, così ecclesiastici, secolari, e mio de- a questo nostro Signore mollo propi- e perciò ebbi da lui spirito d' intelli- ; genza Della Navigatoria mi fece molto in- . tendente, d'Astrologia mi diede quel che bastava ca lli . , e così di Geometria , e di Aritmeti- L'animo mi donò ingegnoso, atte le città a disegnar questa Sfera , i monti , e i fiumi , , le e e le ma- in essa isole , e i porti tutti nel loro convenevole silo. sto tempo vedere io tutti i ho veduto di libri ria, e di Filosofìa do che mano di mo il alle me, ìndie: e mandar di , e d'altre scienzie; di mo- nostro Signore aprì l'intelletto con palpabile a qua In que- messo studio in Cosmografia d' Istoe Scrittori che ad ciò il mi acciò ch'io navighi fece volonterosissi- esecuzione Colombo . Degli ne' suoi studii u- sava in questa Lettera egli ne dà indizio: de' quali però non sempre bene espressi lì sentimenti si veggono o per mancanza sua,, , o dell' interprete o pur anche dello stam- , patore Deve per altro esservi anche una sua Dichiarazione della Carta Nautica , scritta in Spagnuolo e insieme con un libro di certo Dottore Graiales sullo stesso argomento stata messa a stampa Non la vidi io giammai, né m' accorgo che altri ne faccia menzione , fuorichè Antonio di Leon neW Epitome della Biblioteca Orientale e Occidentale Nautica e Geografica , stampata in Madrid nel 1629 in 4, nella quale a carie 144 egli così, la registra : D. . , . CRISTQVÀL COI GIS. Declaracion de la Tab^a navigatoria. Hallase este breve tratado impresso con su Carta, que queda puesta. DOCT. Del uso de la imp. con el refendo traCarta de uavegar GRAJALES. , tado de Coioti : ri al principio esse operette e nel Catalogo degli auto- d'ella Biblioteca come ambedue impresse en Castellano mettono Gioverebbe quella del Colombo o qualche alleo simile scritto di lui a fare meglio conoscere quanto egli del suo mestiere per teoria ne sapesse giacché sii questo punto ne' libri degli scrittori parziali, o per lui, o per Americo Vespucci grandi esagerazioni si trovano. Pag. 19 onorevole (8) Trattando il Dottore Guglielmo Vincent nella Parte Seconda dell' opera sua recentemente pubblicata in Inglese sul Periplo del Mare Mediterraneo dei motivi die potevano determinare il Colombo a tentare un passaggio dal~ la Spagna alle Indie osserva che ancora dalle Tavole geografiche ad esso anteriori poteva ragionevolmente esservi indotto ; e di una esistente in Venezia secondo il Giornale Bibliografico di Milano Gennaro 1809 p. 55 scrive così: Vi ha ancora una circostanza più singolare relativa all' idea del passaggio dalla Spagna all' Insi . , ; , , , , , , , dia ; poiché io possedo , per favore di Lord Macartney , una copia della Mappa che si trova nel Palazzo del Doge a Venezia, delineata per P illustrazione dei Viaggi di Marco Polo o per lo meno certamente prima , Sz della scoperta pa non dell'America . ha, che mare, fra vi In questa la Map- Costa Orlen-» China e la Costa Occidentale deU e sebbene non vi sia segnata la la Spagna longitudine, noi possiamo valutarla, confron* tando questo spazio con altri della stessa carOra questo spazio mita, che ci sono noti surato col compasso è eguale alla distanza da Ceylan a Malacca; cioè io gradi invece di della tale : . i5o, ossia meno di 700 miglia in li^ogo di 10,000 e più. Io non posso assicurare che questa Carta sia realmente di Marco Polo ha delle aggiunte che non appartengono a : quell'età, e contiene delle cose che non po- tevano essere allora conosciute ; ma fu evidentemente composta ed adattata per li viag- Noi abbiamo pertanto in una guida per formar la nostra opinione sui geografi di quel tempo, e sulle idee che si erano formate delle parti sconosciute, e abbiamo egualmente l'origine elei Globo induzioni che determinarono Codi quelle tentare un passaggio per l' Occilombo a gi dell'America. essa , dente alle Indie . Ma per conoscere di quanta autorità sia la quale nella Sala Tavola qui allegata , Palazzo pubblico già detta della , con altre tuttora si vede , è da sa-? persi che usanza vecchia della Repubblica la del Scudo , *, è, ss ii in ora di a!tri Prèncipi , fu queliti di teucre esposte Tavole geografiche nel palazzo pubblico, per quel buon uso cti tàrtiè evidente potersene trarre . Fino dal secolo quattordicesimo se ne trovavano , se crediamo a Paolo Morosità, che dietro a voce divulgatasene , neW Istoria Veneziana lo scrisse 2o3 ) Certamente però in( p. nanzi alla metà del Secolo quindicesimo un trovandosi DePlanisferio dipinto vi era creto del Senato da me veduto col qua. , , , neir anno 1459 si ordinò : Quod in muro novo construendo ponantur et pingantur hìstoriae depictae In veteri muro, prò ipsius le historiae memoria antiquitatis coriservanda ; quae, antequam ipse murus, iri quo pictae sunt, diruatur , excipi et accopiarì debeant ut in muro novo ipsaernet instaurali et de- Et simiiiter refìciatur Descri- pingi pòssint. ptio Orbis sive Mappanmndus, qui in me- dio ipsarum piclurarum extare consueverat. E di fatto un Mappamondo rimesso vi era nel 1479, opera di Antonio Leonardi Prete Veneziano che donato V aveva al9 la Repubblica insieme con una Tavola dell Italia 72*?/ Palazzo parimente esposta ; e perciò con annuo beneficio n' era egli staio rimunerato ( Agostini Scrittori Veneziani T. I. p. 195): ma l'uno e P altra pea^ , , , s4 tono per incendio nelV anno 1488 seguito giusta la ricordanza lasciata da anonimo contemporaneo in una Cronaca Veneziana inedita, nella quale scrivesi che addì 14 Settembre di queir anno abbruciò la Sala delle due Nape, dipinta come il Doe il Mappamonge Moro andò in Ancona do e la Italia che lece Pre Antonio de Leomrdis. De' quali monumenti al certo graattesoché il Leonardi era ve fu la perdita que' lavori assai riputato : il Conper uomo nell'anno sìglio de T>ieci 1485 confermandichiarò che dogli Ja sua rimunerazione pinxit Italiani, cum tanta doctrìna et rerum scrittore , , , , sdentia et , diligenza ac labore cenfectam , demurn per ipsum Dominio nostro dou-tam, ut alia in toto mundo iudicata fue- et rit nec pulchrior stesso , nec speciosior ; e collo Decreto fece ancora partecipe della pubblica beneficenza Sebastiano Leonardi di lui allievo, quem habuil coadiutorem in nec minus de praesenti habet in selabore , cunda pictura Italiae longe augustiore et speopera anch' essa perita per fuoco ciosiore nel 1674, se era quella Tav ola d'Italia co; che diversi Prinne domandavano l'esemplare, la quale nella Sala detta Anticollegio , per testimonianza del Sanson'no , si vedeva ( Ve- si perfetta nelle sue misure, cipi 55 beala p. 122, ed. in patria , ma i58o): e non solamente fuori ip perizia grande altresì nome , per singola- Leonardi il s ti- ra acquistato; sapendosi che il Cardinale Francesco Piccolo mini ^Arcivescovo di Siena poi Papa Pio III, nel 1490 aveva , come premonumento, Cosmoeraohiain Ftoleniaei, quam Mapparn Mundi appellare, !intea tela depictam a clarissìmo Cosmographo lasciato alla Sagrestia di Siena, zioso Antonio Leonardi Presbytero Veneto, cuna jnsigniis Pii (II) in forma rotunda (Pecri Storia del Vescovado di Siena p. 344): e vedendosi il Leonardi per suoi lavori geografici da Giorgio Menila dal Sabellice da Filippo Callimaco Esperiente e da altri letterati a lui contemporanei assai commendato Ma per bellissima opportunità avutosi nel secolo sedicesimo /' insigne nostro Geografo Giovambattista E amasio deliberò la Si, , , . , gnoria die colla soprantendenza di lui nella Sala dello Scudo quattro grandi Ta, vole geografiche fossero poste ; le quali essere state le medesime , che sino al tempo nostro pervennero con tradizione costan; benché il Sanso vino nel i58o non scrivesse sennon che una parte fu sempre ie del mondo , tenuto nella sala del Doge si vedo- 56 va (p. 123), e lo Stringa nel 1604 soltanto aggiungesse ( p. 218): Nella sala del* lo Scudo veggonsì quattro quadroni , che occupano fino tutto soffitto al vano il , diligenza veggonsì mondo . Uopo due quasi , annerite , tutte in lacere , su con gran parti dei le secoli però quelle vole, siccome dipinte la delle spalliere ne' quali dipinte a tempera sopra Tate» e finalmente ridotte ad essere quasi d' uso nessuno ; /' insigne Doge Marco Foscarini la degna cura si che la Sala venisse adornata con prese Tavole geografiche dipinte a oglio le quali insieme d? illustrazione a Ili famosi Viaggi de Veneziani servissero Di questa fattura compita neir anno 1762 , Francesco uomo più franco a intraprenGriselini derla, che valente a bene condurla, ottenne di essere soprantenditore : ma quasi tutto colla scorta e adattazione di Carte ma* derne alle narrazioni dalli Viaggiatori lasciate, e con lumi presi da altri scrittoNon lasciò tuttavia di vanri , egli fece tarsi che distinto merito in queir operazio'ne si avesse acquistato ( Genio di Fra Pao, , . , , . lo T. I. p. 6, ed. Ven. 1789 ) ; e nella Mi- nerva d'Italia (Decembrc 1762) vantaggiosamente, benché frammessevi false notizie ancora , della medesima venne scritta? anzi con un opuscolo stampato in Venesotto il titolo di zia neW ti n no seguente Succinta Descrizione uVlle bellissime Tele , Geografiche ora rinovate ed accresciute nelSala del Palazzo Ducale di San Marco della dello Scucio, si volle far credere che delle quattro vecchie Tavole , tre si pretendevano derivate sino dal secolo quattorcon rifacimenti però e alteraziodicesimo ni ; la quarta era stata aggiunta dal Ramusio nel i55o; e di tutte poi, mediante i opera del Griselini , la rinovazione era stala eseguila con tulta la necessaria diligenza ed accuratezza in modo tale, che copiate fedelissimamente le auliche quali erano negli originali le presenti si possano dire quelle medesime , benché rifalle Niente però di meno , che una soltanto possa credersene ricopiata, lo persuade l Inscrizione seguente , che tuttora sopra essa dipinta si legge: Tabulam hanc, quae sola ex Ramutheatrum \enetae negosianis falò evasit tiationis per Mare Mediterraneum exhibentem , Joannes Baplisla Ramusius descripsit, vir mulliplici eruditione et prima Itinerum colleclione solerler curata insignis. Fr. Griselini ex S.C. restituii. In vece de/li quattro gran quadroni , Tavole in maggior numero vi furono poste , affinchè dei- Viagla , , . , , 58 gi tutti -principali de nostri bella mostra sì facesse, e perciò le regioni e prò micie con distribuzione diversa dalla prima furono rappresentate In quella che . li viaggi di, Marco Polo e di Maffeo suo fratello contiene, li nomi dei paesi e dei luoghi è ben facile che dal libro del Polo vi siano staii trascritti : di più terre da loro conosciute non si vede fatta indicazione veruna : cose vi furono aggiunte, le quali non potevano essere allora note, siccome il Dottore Vincent se riè avvedutamente accorto ad : neziani illustrazione di fatto al Viaggi d'altri Veancora di quello e segnatamente , Mogol da colo diciassettesimo Niccolò , Manuzzi nel se- altre regioni distinta- mente vi furono rappresentate: ogni plaga poi, con evidente sconcio, a rovescio di quel" che comunemente vedere si suole , vi fu posta . Non è dunque la Tavola Veneziana di autorità bastante a fare che si creda ciò che al Dottore Vincent è sembrato potersi da essa desumere: ne è da maravigliarsi y come faceva neW anno 1 772 lo Svezzese JBioernstaehll, che nessun viaggiatore s ab l>ia data la briga di esaminare queste per la 1 la Navigazione, e per il Commercio cotanto notabili Carte (Lettere T.IIL Storia, per p. 184 ediz. di Poscliiavo 1785). -> sei\ II. (9) Cosmograpbia rerum ubique gcslarum locorumque Pag. 20 Pio Hisloria Dcscriptio Cap. , X. Pag. 26 amarro gnuolo , Amarrer in (io) Amarrar in SpaFrancese termine ma* , rincresco, che significa Legare. Pag. 27 monteria (n) Monteria, voce Spagnuola, che dinota Caccia di bestie selvaggie . Pag. 27 conferma (12) Curiosamente fh\ torno ad Antropofaghi scrive Francesco Caidicra Padovano in una Narrazione dell' acauisto di Malacca, neW anno i5t3. fatto da Alfonso di Albuquerque per il Re di Portogallo , e di altri fatti successivamen-. Vidi etiam Ulixbonae magnam multitudinem maximorum dentium elepbantium, qui ex India ligna autem ad et Aetbiopia illuc vehuntur tingendum apta vocantur lingua nostra Ver-, te nell'Indie Orientali avvenuti: ibi : portantur Ulixbonam, sicut reliqua ligna ex nemoribus nostris ad urbes. Ubi tasunt homines barbarissilia oriuntur ligna mi non penitus nigri ma berettini, sicuti nostro dicimus sermone se ad invicem co-* zin : , , , , rnedenles , cum se in praeliis capiunt. De- enim captivos certis diebus in carccet inde ribus bene pastos per tale tempus tinent , pos extrabunt, ac magna solemnitate , intcr tripudia et barbaricus cantilenas, interfitiunt palo ligneo circa caput : et interemptos tor- ex ossibusque tibiarum farent et comedunt nos eas vocamus Sigolotti : citint fistulas : : con tali Sigolotti io ho sortetelo béveva lo scrittore per qualche anno fatta dimora in Lisbona , e di là venuto a Roma nel i5i4, ivi distesa quella Narrazione, per varie notizie pregevole, presentata r aveva a Giovanni Toscano Vescovo di si quiia con lettera a cui si sottoscrive Franciscus Chaldiera de Padua, eccitandolo anche a farla stampare se gli fosse piaciu77 libri 'e duolo , che io tengo fra miei, ta è di sei carte soltanto , ma senza indizio veruno delV impressione; la quale pero io et . , . credo fatta in Roma nelY anno suddetto i5i4,' e sulfrontispizio insieme con l'arme del Regno di Portogallo ha Rerum questo titolo: regionum Indicarum per Serenissiniuni Emanuelem Porlugalliae Piegem partaru ni Narrati o brevissima. Nessun bibliografo , et che io sappia , d' esso libricciuolo fa menzione f ne quello stesso può riputarsi , per cui lo Scardeone se pure non ha egli grandemente equivocato fra li Padovani scrittori in lingua volgare ha dato luogo , , al Caldiera con queste parole ( qui!, urbis Patav. p. z5j ) : De Anti- Egregiam sui 6i quoque mcmoriam dereliquit Franciscus Caf- Pa- derius, scriba olim Cathedralis Ecclesiae iavinae cum qui ; peregrinandi cupidissimus et quam t patria relieta, , tunc ternporis Maximiliaui bellum in- Éestabat plenus spei bonae , profeclus est , ubi , quirens in , Hispaniam ut erat curiosus , de quae paulo ante a Golumbo , si- studiose multa per- novarum Insularum tu ingenii esset admirabilis , Pi- Cortesio repertae fuerant , et de rnoribus sirniliter incolarum libellum admo- sano , et duin gratum confecit ediditque, impressum transmisit ruit ut mihi videtur , ; , quo et in Italiani facto certe ptores nostros merito computari iilis eum regionibus non me- hic inter ceteros scri- admodum patria vidit amplius , . senex circa Obiit in , neque annum Do- mini miliesimum quingentesimum vigesimum quintum . Pag. 29 per convertirte in oro (i3) Dei molti Veneziani, che a motivo di commer* ciò ancora alle più rimote regioni viaggia- Bartolommeo EnneW anno 1462 in un Orazione detal Doge Cristoforo Moro rallegrando* per nome dei Pii Signori di Carpi del- re solevano, così parlava 1 righino ta si , la di lui esaltazione al unquam tam longinquas Dogado: Adibis ne et a nostro orbe ve- motas regione* sub utroquepolo, quin, quq , 62 te contuleris Venetos , Pete cadentem rias ? negotiantes repe- ibi pete orientem solem , Indura mare, verge ad Austrum Arcton ; omnes insulas tende ad , omnes angulos omnia maritima loca Vene- reperies prof'ecto , , piena, qui ex hac celeberrima urbe, quaex uberrimo l'onte scaiununt Leggesi ijuest Orazione con più altre in queir octìs si , . 9 easione medesima al Doge Moro recitate ambasciatori di Città suddite e di Principi forestieri, e con Lettere di molti Soirani, e cospicui soggetti a lui scritte; insieme poi state tutte raccolte da Leonarda- Sanudo do agente suo , e in un bellissimo Codice membranaceo di mia ragione ricopiate, né mai, fuorichè qualcuna, a stam- pa venute Pag. . So appellata (14) Risguarda questa passo di Gioseffo nelle Antichità Giudaiche Lio. VIIL Cop. VI. §. 4, il quale s adduce per provare , che un isola Aurea. ncW India fosse la Ophir di Salomone, sulla quale tanto gli eruditi questionano: ma anche dopo nuove osservazio* ni sulla testimonianza di quello scrittore, fatte da Tommaso Cristiano Tychscn (Gomment. Hist.Philol. Societ.Gotting. Voì.XVI. citazione il 9 p. 1 70 di autorevole se ne trae Il che della Ophir ardente- ) nulla Colombo però . , 63 meni e andava in cerca , Ver agita in cré« siccome il Paradiso terrestre ora qua, ora là gli pareva di vedere, facilmente indotto a crederlo di Imma fede dalle prodigiose e continuate scoperte, che andava facendo , e che ben abbagliarlo potevano Pag. 33 occhi (i5) Delle isole e terre scoperte dal Colombo li nomi non sono sempre li medesimi nelle Carte nautiche vecchie, e ne' Portolani disusati Pietro Coppa da Isola , terra dell Istria , in un suo Portolano stampato in Venezia nel 1628 per agostino di Sindoni in 24. ° questa indicazione , non però abbastanza esatta, ne meU te: Ghristopholo Coiumbo Zenovese nel anijo 1492 trovò navegando verso Ponente motte isole et cose nove, ma prima se trova le isole Gorgone Hesperide Iunonia la Pioviosia la Gavrera la Planaria la Nevosa Canaria al incontro de la Barbaria da poi lai-» £0 in mar sono isole Ventura Coiumbo Eiaai] Cavrera Ovo Porto Santo Mederà et certe isole dite deserte et altre dite Salvadege Lanciloto Coiumbo da poi oltra assai per Ponente el dito Chrislopholo trovò l' isola Spagnola Iamaiqua Cuba le isole dei Cani» bali la terra Paria over Mondo Novo et molte altre isole: la Spagnola è de longeza de (/epa di averla trovata ; . . . . &4 800. larga m. 33o. la Cuba disia da là Spagnola mia 70. nel provar che fece el CoJumbo in veder se Cuba era isola over terIn. el vete pur assai isole, et pose nonavigando a la riviera de Cuba sempre s sconosciuto questo Portolano , i3oo m. di cui gli esemplari, sì per la piceiolezza del libro, come per V uso fattone, devono essere mancati; giacche sarà esso a sub tempo stato pregiato , anche per avervi sette carte geografiche intagliate in legno, una delle quali il planisferzo col mondo tutto allora noto contiene. Altra operetta il Coppo fece Del Sito dell'Istria, stampala in Venezia per Francesco Bindoni e Maffeo Pasini nel 1 540 in 4 , nella quale ha deserti^ ed anche la rappre* la quella provincia sento con una tavola in legno parimente intagliata In Lettera premessa a Giosef fo Faustino Istriano suo condiscepolo presso il Sabellico dice eh' era sessagenario , e che aveva altre volte scritto e designato le provincie e lochi de tutta la terra a cerco in latino. in vero ho io veduta in un bel codice a penna presso privata persona, ma alla sfuggita, questa di lui opera alquan- ra ferma me E , . E to diffusa quatuor ; , intitolala De toto Orbe Libri nella prefazione della quale dice 1 die in età di cinquant anni V aveva scrii- C3 dopo avere viaggiato per tutta Italia % navigato quasi tutto il mare mediterraneo > ta , e letti recenti e accreditati itine? arii : e specialmente quanto air Italia v inserì egli non comuni notizie, apprese anco nella dimora che fatta aveva in Venezia , in Roma , dove trovo ssi a conversare con Pomponio Leto e nel regno di Napoli , in cui per diciotto mesi s' era trattenuto: alla jine poi con molte Tavole geoesatte e , grafiche generali e particolari , diligente-* mente lavorate , pregio ali'opera accrebbe , e più chiaramente il sapere suo ha dimostra-, U to oscurità in cui rimase questo Geografo Italiano, benché egli pure andato non sia esente da più errori , come non lo andarono tanti altri rinomati, fece che il ria» me suo io volentieri in luce qui ritornassi. . Pag. 34 pataraggie (16) Pataraggie, Spagnuola Patranas daU che significa Ciance , Chiacchiere ; nel qual senso usò quella voce anche omerico Vespucci scrìvendo a Pietro Soderini nel primo de' suoi Viaggi: E ancora che queste mie patragne la voce non siano convenienti (p. 4 ed. Fior. 1745). Pag. 36 alle , virtù misericordia (17) vostre ec, UHerrera ri- portando questo passo scrive così: „ Invo.» cava oltre a ciò il Cielo e la Iena per** 7> ì 66 ., che piangessero sopra di lui, dicendo „ Io ho pianto (in qui: abbia misericordia „ il Cielo, e pianga per me la Terra: pian,, ga per stizia ". me chi sente carità, verità, e gitiNon per questo io m'induco a „ credere che il traduttore Italiano le parole del Colombo alterasse, le quali colle precedenti e seguente stanno bene abbastanza r r anzi l lì errerà scrivendo, che Colombo invocava anche il Cielo a piangere sopra di se, autorizza la traduzione Italiana; sic- come dà a, vedere che espressioni discontinuate ha egli insieme congiunte, XX «V Lettera Cristo] RiprocU Dal Oa^ Jiorell: