Adesso alla Caritas ci vanno gli italiani
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Adesso alla Caritas ci vanno gli italiani
Anno I - Numero 8 - Giovedì 18 ottobre 2012 Direttore: Francesco Storace Roma, via Filippo Corridoni n. 23 A casa i marò o a casa Terzi In vista del Gran Premio d’India del 28 ottobre, il gruppo “Ridateci i nostri Leoni”, attivissimo sui social network, lancia un appello accorato. “La Ferrari ci riporti i Marò”. La richiesta è diretta ai dirigenti di Maranello e ai piloti Alonso e Massa. (Fraschetti a pag. 4) L’EDITORIALE Se ne vadano Bersani e D’Alema di Francesco Storace a disfida di Burletta, potremmo definirla. Perché sembra davvero uno scherzo l'improvviso scontro tra i due pesi massimi del Pd impauriti dal ciclone Renzi. Ormai è gara: ti caccio io o scappi da solo? Eppure, non è che D'Alema sia più “vecchio” di Bersani. All'anagrafe ha solo due anni di più, Baffino ha 63 anni, il segretario del partito 61 (e io che mi sentivo vecchietto a 53...). Ma sul piano della rappresentanza politica, se i dati sono esatti, Bersani scompagina Max. È vero che D’Alema è entrato in Parlamento nel 1987 mentre Bersani vi è arrivato nel 2001 (dopo due anni da ministro). Ma è da ricordare che quest’ultimo entrò alla regione Emilia Romagna nel 1980 a fare l’assessore fino al 1990, quando ne divenne vicepresidente. Ascese alla presidenza nel 1995. Non proprio un infante, diciamo. A voler moltiplicare gli incarichi nazionali di entrambi, la somma darebbe a fine legislatura 2008-2013 la bellezza di 40 anni in due. I diciannove anni trascorsi in regione da Bersani portebbero la cifra totale a 59 anni. Il più pulito, si dice a Roma, c’ha la rogna. Quel che voglio dire con queste cifre è che si sta affermando un principio che non salverà nessuno tra i protagonisti della prima Repubblica, quali sono coloro che si sono affacciati alla politica istituzionale prima del 1994. Tutto questo per un senso di giovanilismo che rischia di non avere logica se prescinde dal merito. Abbiamo visto all’opera tanti ladruncoli in età giovincella per poter farci contagiare dall'entusiasmo. Abbiamo più bisogno di etica e di stile. Che non tutti posseggono. E se Renzi è cresciuto così è colpa vostra, cari Bersani e D’Alema. E solo questo sarebbe il motivo per cui dovreste andare a casa entrambi. Avete tentato di sfruttare l’antipolitica che vi si ritorce contro. Avete pensato a lucrare consensi dai ribaltoni di Palazzo e ora ne pagherete le conseguenze. Se la politica non conta più nulla e arrivano i tecnici che nessuno ha votato, è ovvio che il popolo volti le spalle anche a voi. Complimenti. L SONO SCONVOLGENTI I DATI FORNITI DALL’ORGANIZZAZIONE CATTOLICA Adesso alla Caritas ci vanno gli italiani Sicilia Musumeci pronto al rilancio dell’isola pag. 2 di Barbara Fruch Europa Fondi ai terremotati Bruxelles dice no pag. 3 Ai Centri di aiuto richieste anche per la pura sopravvivenza Elezioni Lazio Al voto a Natale ma con regole vecchie pag. 6 di Robert Vignola Stati Uniti Obama recupera, Romney non molla pag. 8 di Federico Campoli Argomento 6 Titolazione 2 righe del sommarione Sono sempre più numerosi gli italiani poveri, costretti a rivolgersi ai Centri Caritas per ricevere un pacco-viveri e sfamare così la famiglia, per il pagamento delle bollette ed evitare di restare al buio e al freddo, per farsi pagare l’affitto e non subire lo sfratto. Se prima ‘la fila alla Caritas’ la facevano solo gli stranieri, ora 1 su 3 è italiano. E la percentuale è in ulteriore crescita. Lo dice, impietosamente, il Rapporto povertà 2012 redatto dalla stessa Caritas Italiana. Sono cifre che fanno male, basate sulle persone che nel corso del 2011 e nei primi sei mesi del 2012 si sono rivolte ai Centri di ascolto promossi dalle Caritas diocesane italiane che hanno aderito alla rete di rilevazione della stessa organizzazione cattolica. Notevole l'aumento delle casalinghe (+177,8%), degli anziani (+51,3%) e dei pensionati (+65,6 A livello complessivo, si conferma la pre- N senza di una quota maggioritaria di stranieri rispetto agli italiani, ma questi ultimi sono aumentati in misura esponenziale negli ultimi due anni e soprattutto nei primi sei mesi del 2012, quando hanno raggiunto il 33,3%. Povertà economica, lavoro e casa i principali bisogni per i quali si è chiesto aiuto alla Caritas. Il Rapporto non risparmia stoccate alla politica: per la Caritas c'è una "evidente incapacità" dell'attuale sistema di welfare a farsi carico delle nuove forme di povertà, delle nuove emergenze sociali derivanti dalla crisi economico-finanziaria. Chi si rivolge ai centri Caritas non è necessariamente un emarginato o un barbone. A chiedere aiuto sono più le donne. Gli interventi per fornire beni materiali per la sopravvivenza (sì, avete letto bene: SOPRAVVIVENZA) sono aumentati, nei primi sei mesi del 2012, del 44,5% rispetto al 2011. I ‘nuovi poveri’, soprattutto cassintegrati, persone in mobilità e lavoratori espulsi dal ciclo produttivo attorno ai 50 anni, chiedono in particolare alimenti e prodotti per neonati, apparecchiature e materiale sanitario, biglietti per viaggi, buoni pasto, servizi di igiene personale, mensa, mezzi di trasporto, mobilio, attrezzature per la casa, vestiario, viveri. Al secondo posto figura la voce Ascolto, che viene richiesta dal 16,4% degli utenti. "La richiesta di sussidi economici – spiega il rapporto della Caritas - è molto piu' diffusa tra gli italiani (20,4%) rispetto a quanto accade tra gli stranieri (7,4%), e questo a causa di vari fattori: l'eta' media più alta degli utenti italiani, la maggiore diffusione tra i nostri connazionali di situazioni di disagio sociale legato a condizioni di disabilita' o varie patologie socio-sanitarie. Igor Traboni di Firma Del Giornale pag. 7 Società Politici alle prese con Fb e Twitter di Ceccarelli-Parisi pag. 9 Sport Dieci ragazze oltre le ingiustizie di Federico Colosimo pag. 10 Argomento 9 ROSSO e NERO FORNERO, AUTOCRITICA SENZA LACRIME sempre un buon segnale quando qualcuno che conta ammette È di aver sbagliato. La promessa del ministro Elsa Fornero di smantellare almeno metà della sua discussa riforma pensionistica, iusto, evitiamo le lacrime. Ne stanno già versando a fiumi gli G esodati e gli altri pensionati vittime della riforma della professoressa torinese Ma non prendiamoci in giro. Qui non si tratta rientra in questo novero. La responsabile del Welfare, dopo le toppe per il caos degli esodati, ha annunciato modifiche significative anche in tema di limiti ai contratti dei precari: non più intervalli di tre mesi, al massimo saranno di trenta giorni. In questo modo, si salveranno almeno mezzo milione di posti di lavoro. Prossimi passi indietro, la detassazione degli aumenti di produttività e la risistemazione delle partite IVA. Quando ci si accorge degli errori, l’importante è non perdere la calma, evitando possibilmente le lacrime. di errorucci da matita rossa. L’autocritica della Fornero tocca troppi punti qualificanti del provvedimento. Quando si sbaglia in maniera così clamorosa, non c’è altro da fare che dimettersi. È l’unico modo di fare bella figura, altro che storie. E ha ragione il Presidente della Confindustria, Giorgio Squinzi, ad attaccare a testa bassa Monti sull’assenza di provvedimenti per la crescita, ma anche la Fornero perché ora faccia presto. Ad andarsene. Cicerone Catilina 2 Giovedì 18 ottobre 2012 Attualità Continua la sua battaglia per risollevare l’isola Musumeci in lotta su due fronti Un piano contro le nuove povertà puntando anche alla valorizzazione dei prodotti locali n piano contro le nuove povertà e la valorizzazione del made in Sicilia. Continua, instancabilmente, ad annunciare i punti del suo programma il candidato de La Destra Nello Musumeci. "Attueremo un piano contro le nuove povertà con l’obiettivo di individuare, anche con il ricorso al Fondo Sociale Europeo, un ampio programma di interventi a favore delle fasce deboli della popolazione – spiega Musumeci - Nel nostro programma abbiamo previsto l'istituzione di un tavolo di lavoro con il mondo del volontariato sociale e con il personale delle cooperative impegnate nell’assistenza, al fine di introdurre criteri di trasparenza nella gestione delle risorse e garantire una maggiore presenza delle Istituzioni regionali nella gestione dei servizi". Il candidato parla poi della valorizzazione dei prodotti locali e lo fa in occasione della visita agli operatori del mercato ortofrutticolo di Vittoria. “Il mercato ortofrutticolo di Vittoria è un pilastro dell'economia ragusana, tra i più grandi d'Italia, ed è compito della Regione attivare politiche di sostegno dei produttori e di tutela del Made in Sicily - afferma Musumeci - Abbiamo due questioni da affrontare: quello del controllo dell'originalità dei prodotti etichettati come siciliani e il loro posizionamento dentro il mercato della grande distribuzione. Rispetto al primo proporrò l'istituzione di una task force che verifichi che non venga venduto come siciliano prodotto importato dall'estero; per il secondo, oltre alla filiera corta ed alla produzione a U Sicilia Sguardo alle regionali Mentre il candidato de La Destra continua ad annunciare i punti del suo programma si accende la campagna elettorale e Storace risponde alle provocazioni del segretario regionale Fallica chilometri zero, già presenti nel nostro programma, penso ad un confronto con la grande distribuzione per arrivare ad una riduzione dei tempi di pagamento e alla garanzia di prezzi di acquisto più rispettosi del lavoro dei produttori, insieme alla presenza dei prodotti siciliani in tutti i punti vendita dell'Isola". A ormai poco più di una settimana dal voto si accende la scena politica siciliana e arrivano anche gli attacchi del parlamentare nazionale di Grande Sud e segretario regionale del movimento arancione in Sicilia Pippo Fallica, che accusa il leader nazionale Francesco Storace dicendo che lo stesso mette in dubbio la vincita di Musumeci. Affermazione inesatta. “L’on. Fallica è un simpatico folletto che ha un disperato bisogno di vedersi confermare il seggio alla Camera - ribatte Storace - Ho detto al Pdl milanese di smetterla di litigare per non danneggiare la campagna elettorale siciliana. Ma Nello Musumeci vince e alla grande con una lista che prenderà tre volte i voti del piccolo sud di Miccicché”. Barbara Fruch Intervista a tutto campo a Mario Baccini, leader nazionale dei Cristiano Popolari “Legge di stabilità un saccheggio” “Se la politica non recupera autonomia e qualità, Monti avrà ancora ragione di esistere” di Igor Traboni che l’attuale classe dirigente non sia adeguata a tutelare gli interessi dei moderati. Il centro destra ha un problema di rigenerazione”. l futuro del centro destra in Italia passa soprattutto attraverso un tratto di penna, un trattino per la precisione, tra le parole ‘centro’ e ‘destra’. Così Mario Baccini, leader dei Cristiano Popolari, inquadra per il Giornale d’Italia uno dei temi forti dell’attualità politica. “Occorre – spiega meglio Baccini – un centro-destra, ovvero una destra autorevole, europea, e un centro che rappresenti davvero i moderati, ovvero tutti quegli italiani oggi saccheggiati dalla Legge Finanziaria”. I Un saccheggio che però il governo Monti chiama addirittura Legge di Stabilità… “Ma quale stabilità! Proprio in queste ore, anche in Commissione alla Camera, sto leggendo quello che hanno fin qui prodotto i tecnici nel loro tentativo di recuperare il disavanzo sulla previsione di bilancio, però non c’è altro che un continuo attacco al ceto medio, a chi lavora, alla proprietà privata, con una tassazione dietro l’altra. Davanti ad un quadro del genere, i parlamentari del centro destra sono chiamati non tanto e non solo ad una protesta nei confronti del governo, ma a proporre altre scelte nei confronti di questo saccheggio”. E il centro-sinistra, che momenti vive? “Se il centro destra ha questo problema di rigenerazione, che può anche rivelarsi positivo, dall’altra parte hanno un grande problema di posizionamento. Lo spostamento a sinistra, verso la sinistra populista e demagogica di Sel, mi pare irreversibile. Con un progressivo allontanamento del centrismo casiniano, di fatto isolato. Checché ne dicano i giornali schierati, bisogna prendere atto della crisi irreversibile del centro-sinistra e creare in Italia un grande Partito Popolare Europeo”. Ad esempio? “Attaccare il patrimonio di chi in Italia tutti i giorni muove capitali e speculazioni”. Eppure diversi di questi parlamentari del centro destra che ha appena chiamato in causa, non paiono disdegnare l’ipotesi del Monti-bis. Cosa ne pensa? “Monti sta facendo esattamente il suo mestiere. Quello che manca è la politica. Se c’era la politica, con uomini di qualità, a quest’ora non c’era Monti. Se la politica non recupera autonomia e qualità, se non la smette di confondere l’etica con l’etichetta, Monti ha ragione di esistere ed esisterà ancora”. Trattino a parte, cosa sta accadendo allora nel centro destra? “Noi riteniamo che si tratti di un’area culturale, prima ancora che sociale, economia e politica. E Altro tema caldissimo: la legge elettorale… “Bisogna assolutamente evitare che continui questo furto nei confronti degli italiani. L’attuale legge elettorale impedisce agli italiani di esercitare il sacrosanto diritto di scegliersi i propri parlamentari. E’ un abuso di potere dei partiti o pseudo tali, che perseverano nel mantenere questo stato di cose. Il Governo deve rispondere al Parlamento e il Parlamento al popolo. Ma ora il popolo italiano è fuori da qualsiasi tutela e il Parlamento risponde solo ai padroni che lo hanno nominato. Noi cristiano popolari vogliamo una legge elettorale con le preferenze. E nessuno ci venga a dire che questo è un sinonimo di voto di scambio. Perché i danni prodotti dalle non preferenze sono sotto gli occhi di tutti”. 3 Giovedì 18 ottobre 2012 La parentopoli al Comune di Torino Dimissioni per la dirigente che avrebbe favorito il figlio L’inchiesta si allarga ad altri casi di favoritismi familiari. E il capoluogo si consola con la nomina a capitale dello sport 2015 Italia DAL NORD La super manager Anna Martina è al centro della vicenda per gli incarichi affidati senza gare di appalto alla società “Punto Rec” nna Martina, dirigente del Comune di Torino, si è dimessa. La super manager, era al centro della vicenda degli incarichi affidati senza gare di appalto alla società “Punto Rec”, che vede, tra i soci fondatori (per il 44%), il figlio, Marco Barberis. Dimissioni consegnate nelle mani del sindaco, Piero Fassino, con effetto “immediato ed irrevocabile”. La “regista” delle Olimpiadi del 2006 e di Italia 150, si è detta “soddisfatta e contenta”. Per poi aggiungere: “da giorni ero infangata sui giornali. Mi sento sollevata”. Con le sue dimissioni, ha ammesso, indirettamente, gli errori commessi. Parole al miele sono arrivate dal primo cittadino di Torino, che ha voluto ringraziare la Martina “per la dedizione e la competenza profusa in questi anni”. “Si è sottratta al rogo. Ma non credo che questo placherà la sete di sangue del Palazzo. La Martina è una vittima sacrificale”. Così, Silvio Viale, esponente del Pd. Di tutt’altro parere, il capogruppo della Lega nord in consiglio comunale, Fabrizio Ricca: “le dimissioni di Martina ci costringono a pensare che un sistema Torino effettivamente esista”. E incalza: “Fassino esprime piena fiducia riguardo all’indagine affidata al dg Vaciago. Peccato che giri voce sul fatto che anche il city manager di Torino avrebbe ben quattro nipoti che lavorano tra Palazzo Civico e partecipate del Comune, assunti sotto la sua direzione. A questo punto ci domandiamo: chi controllerà il controllore”? Affermazioni forti, che aprono nuovi scenari sulla “parentopoli di Torino”. Come si difenderà, Fassino, da queste nuove accuse? Entusiasti delle dimissioni della super manager, i “Grillini”, che accusano: “le dimissioni della dirigente sono il minimo gesto che si potesse compiere. Rappresentano il fallimento politico di un ventennio: la nomina era infatti fiduciaria”. Nel momento più duro dell’era Fassino, Torino batte intanto Cracovia per 9 voti a 0. Come capitale europea dello sport 2015, quando ci sarà l’Expo (a Milano). Lo ha deciso l’ ”Aces” (associazione che assegna, annualmente i riconoscimenti di capitale, città e Comune europeo). Entusiasti i dirigenti del Comune. Altri parenti si apprestano a ricevere nuovi incarichi? di Federico Colosimo A Bloccato a Novara pericoloso latitante di Lamezia “Pentito” figlio di un boss. Arrestato il killer Basile Era fuggito dalla Calabria appena saputo della collaborazione con la giustizia di Giuseppe Giampà uovi colpi di scena nell’indagine che ha portato all’arresto l’assessore alla casa della Regione Lombardia, Domenico Zambetti. L'Aler, azienda regionale delle case pubbliche, finisce nell'occhio del ciclone. Oltre all'assunzione della figlia del presunto boss della ’ndrangheta Eugenio Costantino, Teresa, spunta un contratto di locazione, sempre a nome della ragazza, per un appartamentino. Affitto datato primo ottobre. Pochi giorni prima dell'arresto di Zambetti e di Costantino padre. Intanto, ecco un nuovo arresto, sempre per ‘ndrangheta: ieri mattina, è finito in manette Francesco Basile, 32 anni, arrestato a Novara dalla squadra mobile di Catanzaro. E’ ritenuto dagli inquirenti, “il più pericoloso killer della cosca Giampà”, ‘ndrina di Lamezia Terme. Gli investigatori sono riusciti ad identificare il malvivente, tramite le dichiarazioni del collaboratore di giustizia, Giu- N seppe Giampà, arrestato nel giugno scorso, insieme alla moglie ed altre 36 persone, nell’operazione denominata “Medusa”. Giampà, è figlio del boss Francesco, in carcere da oltre 10 anni a scontare l’ergastolo. Da alcuni mesi, è diventato un collaboratore di giustizia. Basile, subito dopo l’inizio della collaborazione del “pentito”, si era allontanato da Lamezia Terme. Temeva gli inevitabili provvedimenti cautelari emessi dell’autorità giudiziaria. Basile, è accusato di essere l’esecutore degli omicidi di Vincenzo e Francesco Torcasio. Avvenuti a Lamezia Terme rispettivamente nel giugno e nel luglio del 2011. Torcasio, cugino di primo grado del boss dell’omonima famiglia, venne ucciso sotto gli occhi di numerose persone mentre stava assistendo, a bordo campo, ad una partita di calcetto. Omicidio avvenuto nella totale indifferenza dei presenti Il figlio, un mese dopo, venne ammazzato mentre stava parcheggiando la propria automobile. In segno di disprezzo, l’omicida, lanciò la pistola nell’abitacolo dell’automobile. E i possibili intrecci tra le cosche della Lombardia e della Calabria, potrebbero non finire qui. F. Co. EMILIA San Felice Panaro, dopo il terremoto l’amianto San Felice sul Panaro, provincia di Modena, erano partiti i lavori per realizzare municipio, chiesa e A traboccare il vaso. Un’altra volta i fatti ribadiscono l’incompetenza di una giunta, incapace di gestire la situa- centro commerciale del paese devastato dal terremoto: ma le ruspe hanno trovato i terreni disseminati di lastre di eternit, contenenti amianto. Così i lavori sono stati bloccati e Francesco Malavasi, della federazione provinciale di Modena de La Destra, è sbottato: “ La scoperta dell’amianto nella ghiaia è la goccia (e che goccia) che fa zione. Chi doveva controllare i lavori? Chi dovrebbe occuparsi della tutela della salute dei cittadini? La Destra chiede soluzioni immediate, anche per rispetto dei negozianti che nonostante tutto cercano di ripartire e la si smetta di gestire ogni situazioni con una superficialità dilettantesca e di scarsissima lungimiranza”. R.V. 4 Giovedì 18 ottobre 2012 Acque indiane mai molto tranquille, però... Terzi non conosceva nulla del contesto Da un diplomatico di carriera ci saremmo aspettati molto di più Focus Ogni anno la Guardia Costiera dello Sri Lanka ammazza almeno 500 pescatori del Kerala e dintorni per salvaguardare le zone di pesca nazionale e lo Stato del Kerala prende atto (delle uccisioni) e tace. Non fa la guerra. di Gianni Fraschetti ermiamoci adesso un attimo a riflettere. Siamo nel Porto di Kochi, la nave e’ accostata in banchina, Massimiliano Latorre e Salvatore Girone, il Comandante ed il suo Vice della squadra di Fucilieri di Marina incaricati di proteggere la Enrica Lexie, sono stati appena portati via dalla Polizia dello Stato del Kerala. Sono prigionieri. Per capirci meglio e’ come se fossero stati catturati da Walker Texas Ranger ed il Presidente Obama dicesse che sono problemi del Texas, con il quale l’ Italia non intrattiene , ovviamente, relazioni diplomatiche. E’ come se un militare indiano fosse stato fatto prigioniero dalla Polizia Provinciale di Roma, da Zingaretti insomma e Mario Monti dicesse all’Ambasciatore “ma che volete da me, dovete parlare con Zingaretti....”. Lo Stato del Kerala, una roba tutta da ridere a pensarci bene. Lo Stato del Kerala, ogni anno la Guardia Costiera dello Sri Lanka ammazza almeno 500 pescatori del Kerala e dintorni per salvaguardare le zone di pesca nazionale e lo Stato del Kerala prende atto (delle uccisioni) e tace. Non fa la guerra. Abbozza. Percge’ e’ lo Stato del kerala, vale a dire il nulla. La difesa delle zone di pesca viene effettuata da barchini Arrow singalesi, armati con mitragliatrici russe Pk, che sparano proiettili calibro 7.62x54r ex sovietico. Ricordiamoci questo particolare. Anche la Guardia Costiera indiana quando va per mare, comunque, non guarda tanto il capello. Quindici giorni prima della vicenda maro’ una vedetta indiana ( del Ke- F Il popolo web alla Ferrari: “Coccarda per i Marò al GP d’India” rala ? ) aveva attaccato un peschereccio thailendese che navigava sereno ma che gli indiani supponevano invece in mano ai pirati. I nostri maro’ spararono venti colpi di piccolo calibro in acqua, a scopo intimidatorio. La vedetta indiana o keralese che si voglia, prese invece il peschereccio direttamente a cannonate. E quando ce vo’, ce vo’, dicono a Roma. Risultato, quindici morti. E scusate se e’ poco. Gli indiani, che si sentono ormai la potenza regionale di quei mari, non chiesero nemmeno scusa. Insomma, non sono propriamente acque tranquille quelle dove si svolsero i fatti e venti colpi di fucile e due poveri cristi morti erano cronaca quotidiana. Se giri per quei mari, quelli sono i pesci che trovi.La guerra della pesca fa molte vittime.Quotidianamente. E nessuno mena scandalo. Un problema tutto loro, certamente ma nell’occasione e’ finito col diventare un problema tutto nostro. Un problema talmente grosso dal divenire insormontabile. Altro che Sonia Gandhi e le elezioni, questa e’ la spiegazione che darebbe ErBatman ma che non possiamo accettare da Giulio Terzi. Da un diplomatico di carriera ci aspettiamo di piu’ e di meglio. Ci aspettiamo una conoscenza profonda del contesto l web non dimentica. Twitter non si ferma. Facebook si mobilita. Così in vista del Gran Premio d’India del 28 Ottobre, il gruppo “Ridateci i nostri Leoni”, attivissimo sui social network, lancia un appello accorato. “La Ferrari ci riporti i Marò”. La richiesta è direttamente ai dirigenti di Maranello, ai piloti Alonso e Massa. Non si può perdere anche questa occasione. Si deve lanciare un messaggio forte. Sì, perché se il Ministro Terzi continua con gli inutili “balletti diplomatici”, il popolo di internet vuole che i due mi- I geopolitico, della mentalita’, delle frizioni locali in atto. Ci aspettiamo che abbia capito tutto, che abbia compreso che ci si avvia ad un confronto drammatico, sull’onda di un “casus belli” occasionale e di scarsa importanza per gli indiani, ne ammazzano 500 all’anno di quei poveri disgraziati di pescatori ma di importanza capitale per noi che ci siamo trovati a dovere consegnare due militari in servizio. Siamo dunque tutti convinti che Terzi, diplomatico in carriera, ex Ambasciatore nelle sedi piu’ prestigiose, si muovera’ con la destrezza e l’agilita’ di un felino sul terreno di caccia. Tutto dunque ci saremmo aspettati meno che ordinasse, “fate come vi dicono”. Quei militari, i nostri, andavano litari sequestrati sappiano che l’Italia migliore non li ha abbandonati e lotta per loro. La notizia si diffonde in pochissimo e così, in soli 5 giorni sono già migliaia gli appelli sulla pagina facebook dedicata a Massimiliano Latorre e Salvatore Girone. La Ferrari dovrebbe soltanto esporre un fiocco giallo con lo stemma della Marina Militare (vedi foto)per manifestare la solidarietà della “Rossa” ai due marò e mandare un segnale forte all’India, all’Unione Europea e al capo della diplomazia itaM. P. liana. protetti in tutti i modi. Su questo spero che non ci piova. Anche gli italiani, di solito abbastanza restii ad impuntarsi su questioni di principio, lo avevano capito. Tutto ma proprio tutto si doveva fare meno quel che poi si e’ fatto. Consegnarli in quel modo vergognoso. Comprendo che come diceva il Manzoni nei Promessi Sposi e riferendosi a Don Abbondio “...se uno il coraggio non lo ha mica se lo puo’ dare ...” ma il nostro imbelle pretino faceva il Parroco di campagna. Non era il Ministro degli Esteri di quella che fino a non molto tempo fa era la quinta potenza industriale del mondo. Il nostro amabile curato puo’ permettersi di non avere coraggio nei “Promessi Sposi”, Terzi no. Altrimenti cambia mestiere. 5 Giovedì 18 ottobre 2012 Italia Nuova tegola sulle popolazioni che hanno fatto i conti con il sisma Bruxelles ordina: vietato aiutare i terremotati La Commissione Ue blocca le agevolazioni accordate alle aziende colpite in Molise, Umbria, Marche e Abruzzo gevolazioni fiscali bloccate nelle zone colpite dal terremoto. È questo l’effetto dell’indagine aperta dalla Commissione europea per verificare se le agevolazioni concesse dall'Italia alle imprese delle zone colpite da calamità naturali, come terremoti e alluvioni, sono in linea con le norme dell’Unione Europea sugli aiuti di stato. E mentre i burocrati sono al lavoro a pagarne i danni sono proprio le aziende. Già, perché pur ammettendo che ci possa essere qualche “furbetto” che ha approfittato della situazione, risulta inspiegabile la scelta, imposta da Bruxelles a Roma, di “chiudere il rubinetto” bloccando tutte le agevolazioni fin tanto che non sarà accentata la compatibilità. Secondo quanto si legge in una nota distribuita oggi dall'Esecutivo europeo, l'Antitrust Ue "teme" che "le agevolazioni non si limitino a compensare il danno realmente subito, come invece previsto dalle norme Ue ". Già, perché il dubbio di Bruxelles è che “non tutti i beneficiari degli aiuti siano imprese che hanno subito realmente un danno causato da una calamità naturale, che in alcuni casi il danno non sia stato causato unicamente da una calamità naturale e che gli aiuti non si limitino sempre a compensare questo danno". L'indagine si riferisce alle leggi che hanno consentito aiuti a seguito delle calamità naturali che hanno colpito l'Italia dal 1990 fino al 2011, dal terremoto in Sicilia del 1990 fino al terremoto in Abruzzo nel 2011. Dopo il terremoto del 1990 in Sicilia e le inondazioni del 1994 in Italia settentrionale, l’Italia ha adottato una serie di leggi che permettevano di sospendere e prorogare il versamento di imposte e contributi da parte delle imprese situate nelle A Al centro della discussione odierna l’analisi politica e le manovre sociali nalisi politiche, mutuo sociale e il fantasma “Equitalia” questi e altri temi saranno al centro del tour odierno di Francesco Storace in Umbria. Diversi infatti gli appuntamenti nell’arco della giornata che terranno impegnato il segretario de La Destra nazionale. A partire dalle 10, quando a Perugia, il leader di partito rilascerà un’intervista a Retesole con il Direttore Giampiero Tasso su “Analisi Politica Attuale - Proposte De La Destra”. Alle 12 invece prevista una conferenza stampa De La Destra Gubbio a Palazzo del Comune sulle Proposte che federazione cittadina sta portando avanti in Consiglio Comunale con la collaborazione del Consigliere Comunale Angelo Riccardini (eletto nel Pdl ex Destra Sociale). In par- Europa matrigna Bel Paese nel mirino Ecco un’altra invenzione dei burocrati di Bruxelles: sostenendo le imprese messe in ginocchio dalle catastrofi, l’Italia avrebbe “violato” le norme sugli aiuti di Stato zone colpite. La Commissione tiene in considerazione il fatto che nel 2002-2003 “l'Italia ha introdotto misure che riducono del 90% il debito fiscale e contributivo delle società interessate". Tra il 2007 e il 2011 l'Italia ha adottato altre leggi simili che prevedono agevolazioni del 60% a favore delle società situate nelle zone colpite da altri terremoti, come quelli dell'Umbria e delle Marche nel 1997, di Molise e Puglia nel 2002, e dell'Abruzzo nel 2009. Provvedimenti che l’Italia non ha mai notificato a Bruxelles. E quindi nel mirino sono finite le agevolazioni fiscali e previdenziali del 90% (50-60% nel caso di quelle più recenti) che non sono direttamente collegate a una specifica calamità o all'entità del danno effettivamente subito. Ma cosa succederà nel malaugurato caso che vengano accertata la non compatibilità con le norme? Se, alla fine dell’indagine approfondita, la Commissione stabilisce che le misure sono incompatibili con la normativa dell’Unione sugli aiuti di Stato, l’Italia dovrà recuperare gli aiuti versati ai beneficiari. Ed è proprio per evitare che lo Stato italiano continui a sostenere una spesa che potrebbe dover recuperare in un secondo momento che la Commissione ha chiesto all’Italia di bloccare le misure fino a quando non ne avrà accertato definitivamente la compatibilità (ingiunzione di sospensione). Quindi? Oltre ad avere bloccato il tutto si profila anche la possibilità che le aziende debbano restituire dei soldi allo stato. Soldi che nel frattempo, ovviamente, sono stati investiti per riparare i danni. Ma d’altra parte, la burocrazia fa il suo corso…. Tour in Umbria per Francesco Storace A DAL CENTRO ticolare i temi verteranno sul dibattuto Mutuo Sociale, una proposta approvata in Consiglio all’unanimità ed ora in Commissione; sulla proposta “Fuori da Equitalia” presentata in Consiglio per la riscossione diretta di Imu e Tarsu e sull’etica degli eletti, proposta presentata in Consiglio al fine di promuovere il Test antidroga a tutti gli eletti in ogni livello. Pranzo militante con tutti rappresentanti locali La Destra e Consiglieri per poi alle 15 concludere la giornata, sempre a Gubbio, con Intervista a Trg (Tele Radio Gubbio) sull’analisi della politica attuale ed in particolare le dieci battaglie per la sovranità. Insomma, tutte tematiche di estrema attualità improntate a far emergere programmi e prospettive di un partito in crecita. B. F. Barbara Fruch A PROPOSITO DEL RIORDINO DELLE PROVINCE Marche, quale il futuro? i avvia alle battute finali la questione del riordino delle province che entro la fine del mese dovrebbe cambiare l’assetto territoriale attuale. Da Nord a Sud c’è quindi un grande scompiglio dovuto alle posizioni più o meno campanilistiche che le varie città rivendicano. La situazione non cambia nelle Marche dove non si riesce ad arrivare ad un accordo tra Regione e Province sul piano da presentare al Cal e quindi al Governo. "La giunta regionale delle Marche – dice Gian Mario Spacca, Presidente della regione Marche (PD) – “si è rimessa alle decisioni del Cal che S Ancora forte indeterminatezza sull’assetto della regione però ha espresso un parere a maggioranza. Ora la parola passa al consiglio, dove ci sono sei proposte diverse, e che con tutta responsabilità si esprimerà anch'esso "a maggioranza. A quel punto” – aggiunge Spacca- “il Governo farà quello che ha sempre detto" cioé un assetto a tre Province con Pesaro-Urbino, Ancona e la macro provincia Marche Sud(Macerata, Fermo, Ascoli Piceno). Sostanzialmente identica la posizione di Walter Stafoggia, segretario regionale de La Destra, che ha sottolineato la totale confusione riguardo il riassetto delle province che potrebbe arrivare a conclusione solo a fine mese con le risoluzioni del Cal e quindi del Governo. “Si può di certo affermare solo che l’opinione più comune e avallata – spiega Stafoggia- “è quella di una ripartizione in due zone di influenza che sia o Marche Nord e Sud o due macro province che racchiudano in una le città di Pesaro e Ancona e nell’altra Macerata, Fermo e Ascoli Piceno. Nonostante la ferma volontà di fare e avere chiarezza non manca comunque anche nella stessa popolazione un certo localismo che richiede a gran voce il rispetto e il mantenimento non solo delle proprie caratteristiche territoriali, ma anche dei servizi che devono essere garantiti, qualunque sia il futuro della propria città”. Francesca Ceccarelli 6 Giovedì 18 ottobre 2012 Italia Comincia a delinearsi la reale situazione. Al ministero il compito di eliminare gli ostacoli posti davanti ad elezioni regionali in tempi brevi. L’opposizione fa demagogia, ma intanto leva le tende dalla sede di via Cristoforo Colombo Urne sotto l’albero, Cancellieri permettendo DA ROMA E DAL LAZIO Voto nel Lazio Pasticciaccio al Viminale Il parallelismo con la situazione in Lombardia consente un’accelerazione sulle operazioni per far partire in tempi brevi la macchina organizzativa per le consultazioni Rampelli (Pdl): se gli Interni non sbloccano subito la situazione, seggi aperti entro Natale. Storace: ormai impossibile tagliare il numero dei consiglieri di Robert Vignola inita la rimpatriata sulla Cristoforo Colombo dei consiglieri d’opposizione, i problemi restano tutti sul tappeto. Perché il voto del Lazio, continua, imperterrito e cocciuto come la verità, ad essere un pasticciaccio che sta al Viminale sbrogliare. E a nessun altro. Certamente, in questi giorni così frenetici a qualcuno costa troppo perdere tempo a documentarsi, magari alzando il telefono e verificando con uno degli introvabili “tecnici” ministeriali cos’è che non consente di portare le urne ai seggi del Lazio. Meglio per costui, o costoro, affondare le dita nell’anti-politica come fosse un gustoso vasetto di marmellata e giocare ad un remake di “Compagni di Scuola” occupando la sede regionale, nonostante la carta d’identità sconsigli a F molti di loro di abbandonarsi a fregole di stampo liceale. Però, dietro le manifestazioni, tutt’altro che oceaniche, inscenate anche ieri, comincia ad emergere chiaro il quadro che Il Giornale d’Italia ha già disegnato dalla passata settimana: al voto a dicembre non si può a dare se prima non si dirime il pasticciaccio: compito al quale che spetta al Consiglio regionale adempiere. Peccato che il Consiglio non ci sia più. Quindi, al voto si va a 70 deputati regionali e con gli odiosi listini, oppure ci si riunisce nell’aula della Pisana (come intende fare Formigoni in Lombardia) e ci si dà regole diverse. In tutto questo, considerando anche i dati mancanti sul censimento 2011 e lo stress da evitare tanto agli apparati giudiziari che alla frequenza e ai programmi scolastici. Finalmente però anche al Pdl sembrano rendersi conto che traccheggiare non è possibile. Ecco Fabio Rampelli: “Se non arriverà, anche dal ministero competente, una risposta certa sulla possibilità di modificare la Legge elettorale riducendo a 50 il numero dei consiglieri ritengo necessario stabilire una data certa e andare a votare entro Natale. Nessuno capisce e condivide questa attesa -sottolineala stampa non la spiega, i cittadini la giudicano con sospetto e noi invece non abbiamo nulla da nascondere e vogliamo ridare subito la parola al popolo. Cosi facendo, dopo aver già intaccato il nostro largo consenso, rischiamo di prosciugarlo. Perché ci isoliamo, mentre dovremmo fare l'esatto opposto, rilanciare con un appello e un manifesto programmatico l'alleanza tra centrodestra, Udc e Destra riprendendo il filo del governo della Regione da dove Fiorito l'ha interrotto", è la conclusione del dirigente del Pdl. Una dichiarazione che viene valorizzata dal commento di Francesco Sto- race, leader de La Destra. “Al di là della polemica dell’on. Sammarco contro la sinistra, credo che non si debba sottovalutare la presa di posizione di Fabio Rampelli. L’orientamento favore- vole al voto in tempi rapidi non vede più solo la nostra disponibilità. E del resto sono stati i pasticci di governo e i capricci della sinistra ad imporci il voto per 70 consiglieri regionali”. Manca il numero legale Il caso Vincenzo Maruccio II Municipio: La Destra sventa l’assalto dei palazzinari al mercato Fondi regionali Idv, domani l’interrogatorio vendere uno storico mercato rionale in cambio di appartamenti popolari. Togliere il punto di riferimento per un quartiere, per lasciare spazio ad una spianata di parcheggi interrati. I consiglieri de La Destra del II Municipio, Massimo Inches e Pietro Cassiano si sono opposti alla delibera 129, in cui si prevede che il Comune di Roma ceda alla Cam Srl, ennesima società del P.U.P, programma urbano di parcheggi, il mercato di via Chiana. La prospettiva era demolirlo e ricostruirlo con vari piani, alcuni destinati a parcheggi interrati ed altri ad abitazioni popolari soprastanti l’area mercatale. La scarsa presenza in aula, ieri, dei consiglieri di maggioranza, ha fatto sì che l’opposizione de La Destra fosse decisiva. Da tempo impegnati nella difesa degli interessi del cittadino, i due consiglieri riescono a portare avanti numerose iniziative sul territorio. “Oltre a questo immobile”- ha commentato Massimo Inches, in un comunicato ufficiale- S “dovremo batterci per impedire che la stessa sorte tocchi anche ai mercato di via Antonelli e via Magnagrecia. Rientrano tutti, infatti, in un’ unica strategia del sindaco Alemanno. Conte- stiamo la procedura adottata per l’assegnazione dell’appalto alla società Cam, senza una bando pubblico di gara, ma con affidamento diretto, fatto grave che solleva dei dubbi sulla regolarità dell’intera operazione”. C. P. iprenderà domani, dopo lo choc per l’improvvisa scomparsa del procuratore aggiunto Alberto Caperna, l’inchiesta sull’utilizzo dei fondi regionali del gruppo consiliare di Italia dei Valori. Sarà infatti interrogato l'ex capogruppo dell'IdV alla Regione Lazio, Vincenzo Maruccio, che dovrà rispondere alle domande dei magistrati che lo indagano per peculato nell'ambito dell'inchiesta sulla gestione dei fondi pubblici per finalità politiche. I titolari dell’inchiesta, il procuratore aggiunto Nello Rossi ed il sostituto Stefano Pesci, intendono in particolare fare luce su una decina di suoi conti correnti di circa 700 mila euro provenienti dal conto Idv alla Pisana. Maruccio respinge l'accusa di peculato sostenendo di aver utilizzato quei fondi per finalità politiche, ma dovrà spiegare perché è R titolare di tanti conti correnti, documentando anche le ragioni della movimentazione di denaro registrata. R. V. 7 Giovedì 18 ottobre 2012 Roma I fiumi della Capitale: discariche a cielo aperto Roma come Delhi E la Polizia Fluviale si ferma a Ponte Milvio… Controllano i senza fissa dimora che hanno scelto come casa uno dei tanti ponti del Tevere”. Questo si legge sul sito www.poliziamoderna.it (il mensile della Polizia di Stato), quando si cercano informazioni sulla Polizia Fluviale di Roma Capitale. Se, incuriositi, si scende un po’ più giù, si scopre che “Ogni giorno i dieci specialisti di questo nucleo si mettono in acqua, a turno, per percorrere le acque del Tevere in due direzioni: dall’Isola fino a Fiumicino e dall’Isola fino a Ponte Milvio”. Benissimo. Non è un mistero che senza tetto, rom, zingari, nomadi abbiano scelto i ponti del ” biondo Tevere” (che oramai è diventato grigiastro), come loro abitazione. E cosa succede al di sopra delle rapide del ponte dei lucchetti, limite invalicabile per i potenti mezzi della fluviale? Il Tevere è di tutti. Almeno dovrebbe esserlo. Lo era all’epoca dei legionari e dei centurioni. Oggi, nella Roma moderna e multietnica, non è più così. Chiunque provi a farsi una corsa, una pedalata in bici, una “vogata” sul lungofiume, non potrà fare a meno di incappare in alcune dozzine di baracche, praticamente dei piccoli villaggi multietnici. Da queste abitazioni improvvisate, provengono odori paragonabili solo agli effluvi dei quartieri degradati di New Delhi. Il contrasto fra i verdi prati all’inglese dei circoli più esclusivi che si affacciano sull’acqua e le tendopoli a cielo aperto -a poche decine di metri- è notevole. Sì, perché mentre da una parte si gioca golf e si fa un brunch, poco più in giù, i nomadi si dedicano alla pesca del “pregiatissimo” (e “sanissimo”) pesce d’acqua dolce. Il problema, però, non riguarda solo il più grande fiume della Capitale. Se per errore doveste avventurarvi in canoa alla foce dell’Aniene, verreste letteralmente aggrediti da un’altra categoria di “pescatori”. Questi non con semplici lenze e canne, ma proprio con delle reti. E voi, con il vostro remare, disturbereste la loro attività. L’Aniene, fra l’altro, è il fiume più inquinato del Lazio. Più del Tevere. Infatti, lungo le sue sponde, spuntano tendopoli come funghi. E tutti i rifiuti prodotti dagli abitanti finiscono gettati nell’acqua, che diventa la migliore delle discariche. Basta girare, anche solo in macchina, per inspirare dei “salubri” fumi che salgono fino alla Salaria. L’odore della gomma bruciata permea l’intera zona di Prati Fiscali (e dintorni). I cumuli di spazzatura prodotta ed accatastata lungo gli argini si vede senza difficoltà, specialmente da Viale di Tor di Quinto. Tutti i rifiuti gettati nell’Aniene, vengono trascinati dalla corrente fino al Tevere e, Degrado in città L’Aniene e il Tevere sono diventati appannaggio esclusivo dei nomadi e dei loro rifiuti, mentre la pazienza dei residenti è ormai al limite “ da lì, il passo per arrivare al mare è breve. Insomma, il degrado è a livelli drammatici. Anche perché gli abitanti si vedono svalutare le case di mese in mese. Chi vorrebbe andare a vivere in quella che sembra la periferia di Calcutta? Nessuno si degna di lanciare un allarme. Niente dichiarazioni. Neppure da parte dell’intellighenzia di sinistra, per difendere “i poveri nomadi dal degrado”, così come hanno fatto per lo sgombero del Campo di Tor de’ Schiavi. Roma non è (e non deve diventare) Mumbai. E il Tevere, come l’Aniene, non deve fare la fine del Gange. Micol Paglia ✟ I consiglieri regionali de La Destra, Francesco Storace e Roberto Buonasorte, piangono increduli la scomparsa di ANGELINO ROSSI straordinaria figura della militanza romana che non dimenticheranno mai L’ALTRA FACCIA DELLA MEDAGLIA enza pensarci, si è tolto i vestiti e si è gettato nella melma. Unico pensiero, salvare le persone all’interno dell’auto che pochi secondi prima era finita in un canale della piana del Fucino. Il misterioso eroe è un marocchino che subito dopo l’arrivo dei soccorsi, è sparito nel nulla. Romina e suo marito Massimo erano, insieme al figlio di 5 anni, sulla Provinciale 20 fra Avezzano e San Benedetto dei Marsi. “Stavo percorrendo la provinciale e la visibilità era scarsa per la nebbia”- continua Romina Ricci, dal letto dell’ospedale di Chieti, dove ora è ricoverata- “Cercavo di pulire i vetri che si appannavano con un fazzoletto, ma non potevo accostarmi perché non c’era spazio. Sono arrivata al curvone senza accorgermene”. La macchina vola giù nel canale, sono attimi terribili. Il marito perde i sensi ed il bambino piange, tra le braccia della madre che lo raggiunge sul sedile posteriore. In quel momento l’in- S tervento provvidenziale dell’eroe clandestino. Riesce a tirarli fuori dall’auto, salvandoli tutti. E’ un giovane sui 25 anni, questi i ricordi della donna, insieme a lui un altro ragazzo ed una ragazza. “ Senza loro saremmo affogati, mi piacerebbe conoscere chi ci ha salvati e ringraziarli” è l’appello di Romina ai suoi salvatori. Il presidente della Provincia de L’Aquila, Antonio Del Corvo, ha lanciato un appello perché l’uomo si faccia vivo: “dev’essere uno di quei ragazzi che lavorano nel Fucino e sono qui per necessità”- ha dichiarato-“ ha perciò tutte le caratteristiche per rientrare nel processo di regolarizzazione in atto in questi giorni. Se si farà avanti intercederò presso la prefettura. Andrà sensibilizzato il suo datore di lavoro, vedremo chi è, questo ragazzo ne ha tutti i meriti. È la dimostrazione che tra gli immigrati ci sono tante brave persone.” Carola Parisi Roma, via Filippo Corridoni n.23 Tel. 06 37517187 - 06 37890101 email: [email protected] Direttore responsabile Francesco Storace Direttore editoriale Guido Paglia Società editrice Amici del Giornale d’Italia Amministratore Roberto Buonasorte Direttore Generale Niccolò Accame Marketing e Pubblicità Daniele Belli Art Director Raffaele Di Cintio Sito web www.ilgiornaleditalia.org Per la pubblicità su Il Giornale d’Italia Tel. 06 37517187 06 37890101 [email protected] La testata non usufruisce dei fondi per il finanziamento pubblico dell’editoria 8 Giovedì 18 ottobre 2012 Dal Mondo Elezioni Usa I democratici in rimonta Il dibattito va ad Obama ma non frena Romney La sfida diventa ardua per i due candidati, che ora si contendono le celebrità di Hollywood di Federico Campoli sondaggi della CNN sul dibattito televisivo tra il presidente USA e lo sfidante, danno Obama vincente con il 46% delle preferenze, contro il 39% per Romney. Finalmente un attimo di respiro per i democratici, che riescono così a dare un nuovo slancio alla campagna elettorale. Romney si è lasciato scappare una delle sue gaffes. Oggetto del fraintendimento sono le donne, che con fatica stava portando a sè. La domanda posta riguarda le disparità salariali tra uomini e donne e il tema lo porta a divagare un po’ troppo. “Mi sono impegnato a cercare delle donne che abbiano dei curricula qualificati, ho chiesto a gruppi di loro di aiutarci a trovare donne così. Ora ho i “Binder”- i raccoglitori ad anelli-pieni di donne”, questa la frase incriminata. Il candidato repubblicano intendeva dire che possiede già molti nomi femminili candidati a partecipare al suo governo. Ma questo non basta certo a fermare la satira, che impazza su internet. Questo sembra essere sufficiente per decretare già una mezza vittoria per Obama. Il confronto si accende poi sulla politica estera, tema su cui il candidato mormone aveva picchiato duro. Romney incalzava il presidente USA sulla questione del- I l’omicidio dell’ambasciatore americano in Libia. L’accusa mossa era di non aver definito l’assalto come attentato terroristico. Ma Obama non si fa trovare impreparato e legge una delle sue prime dichiarazioni in merito, smentendo le parole del candidato. Romney questa volta non può nulla. Ad apporre il carico da 90 ci penserà il Segretario di Stato Hillary Clinton, che si assume tutta la responsabilità sulla questione libica, togliendo un po’ di peso dalle spalle del presidente. La sfida continua sui temi di sempre. Obama gestisce bene gli argomenti come l’immigrazione e, battendo sul ferro caldo, sulla parità nei posti di lavoro. Non si trattiene nemmeno nel ritirare fuori alcune vecchie dichiarazioni del suo sfidante, come quella del “47% degli americani mantenuti dallo Stato”. Le risposte dalla controparte arrivano, come la lunga filippica sulle promesse non mantenute in campo economico e sui posti di lavoro. Ma i due scivoloni, alla fine, non lasciano scampo al repubblicano. Di certo Obama non ottiene il ribaltone rispetto al primo dibattito sostenuto, dove Romney aveva dato il meglio di sé, ma riesce almeno a riportarsi alla pari. Ora il presidente sfrutta la vittoria televisiva e si concentra sulle visite programmate nei due “swing States”, Iowa e Ohio, fondamentali per le elezioni. Romney in- ANCHE LE CELEBRITÀ SI SCHIERANO vece organizza il suo convegno in Virginia dove tenterà di aumentare il distacco. L’entusiasmo dei democratici è alle stelle, ma ci pensano i sondaggi nazionali a raffreddare gli animi. Nonostante la performance, l’inquilino della Casa Bianca si attesta ancora al 47%. Mezzo punto in meno dello sfidante, che si mantiente sul 47,5%. Si registra inoltre un netto distacco dei repubblicani in Stati come Florida, North Carolina e Virginia. Anche Stati-roccaforte dei democratici come il New Hampshire o il Wisconsin, si ritrovano in una situazione di incertezza. E mentre la campagna elettorale è colta da un nuovo slancio vitale, la battaglia si sposta sul fronte degli “sponsor elettorali”. Sì, perché anche le celebrità si sono attivate e i due contendenti trovano nuovi sostenitori per la loro causa. Si tratta delle celebrità americane, che in gran numero prendono parte allo scontro elettorale. Romney è il preferito dalle stelle di Hollywood come Clint Eastwood e Lindsay Lohan. Indecisi, invece, sembrano essere Denzel Washington e Ben Affleck, che alle scorse elezioni votarono per Obama. Dal canto suo, il vincitore dell’ultimo dibattito televisivo attira su di sé simpatie molto più piccanti. Una battaglia elettorale che, a poco più di due settimane dalla fine, sembra essere senza quartiere. Clint Eastwood Madonna Celebrità pro Romney Celebrità pro Obama Attori: Clint Eastwood, Lindsay Lohan, Stacey Dash, Chuck Norris Attori: Scarlett Johansson, Eva Longoria, Angelin Jolie Musicisti: Lynyrd Skynyrd, Kid Rock, Dave Navarro, Beach Boys, 50 Cent, Nick Minaj Pornoattrici: Jenna Jameson Musicisti: Katy Perry, Madonna Pornoattrici: Kayden Kross, Dana Dearmond, Kimberly Kane, Jessica Drake, Joanna Angel, Penny Pax Giovedì 18 ottobre 2012 9 Società Ci si esprime su tutto e tutti. Twitter non conosce tabù Il cinguettio della politica La top ten dei più attivi sul Social Network Tecnologia Oltre che comunicarci pensieri, eventi istituzionali o commenti sull’attualità, rispondono costantemente alle critiche e agli appunti che chiunque utente può fare. di Carola Parisi empre attaccati al telefonino, all’ipad o al computer, come fossero liceali alla prima cotta. “Cinguettano” pensieri e ci raccontano la loro vita. I politici si innamorano di Twitter. Ne sono dipendenti, totalmente. Ogni cosa che fanno o pensano devono dircela, a tutti i costi. Un enorme confessionale, dove ci si confronta, ci si insulta, ci si scusa o si attacca. Un modo per rendersi trasparenti, portando il privato nello spazio pubblico. Twitter non conosce tabù, ci si esprime su tutto e tutti e oltretutto è un grande esercizio di sintesi perché bisogna stare nei 140 caratteri. Conversazioni “fast word” da leggere in pochi secondi, contro ogni purismo linguistico e grammaticale. Il “cinguettio” globale sta cambiando radicalmente il modo di interagire e, soprattutto, il modo di fare politica. Tutti presenti i politici italiani, tanto che il Sole 24Ore ha stilato una lista dei più attivi nei tweettaggi quotidiani: cominciamo da chi si è guadagnato il primo posto, Gianmario Mariniello, coordinatore nazionale di Generazione Futuro. Sicuramente i suoi 25 anni lo aiutano e anche la necessità di trovare nuovi adepti per le confuse scelte politiche del suo leader. Al secondo posto il Pdl, @ilpdl, che ci tiene a condividere queste perle “Se tutte le Regioni fossero come la Lombardia...”, saremo messi peggio di come siamo già. Terzo posto per Davide Boni, consigliere regionale lombardo, che ci tiene a salutare, quasi tutte le mattine: “Buongiorno uscito ora da casa... buona giornata a tutti... Stamattina un po' più comoda...have a nice day”. In questi giorni al Pirellone non devo essere proprio delle buone mattinate. Avanti verso il quarto posto, scesi dal podio troviamo il Sindaco più ansioso di tutti, Gianni Alemanno. Dopo giorni di allerta per l’arrivo di Cleopatra e due ore di pioggia intensa, ha sottolineato con un tweet: “Come previsto dalla Protezione Civile, la pioggia si è abbattuta su Roma.” Pensava di essere spiritoso, ma non l’ha capito nessuno. Anna Paola Concia, PD, è al quinto posto con 1300 tweet. Nella classifica anche il nostro direttore Francesco Storace, @FstoraceStorace, ormai cin- S Dal 26 ottobre, un nuovo appuntamento con la tecnologia guettatore accanito. Ma cosa fanno i nostri politici sulla rete? Oltre che comunicarci pensieri, eventi istituzionali o commenti sull’attualità, rispondono costantemente alle critiche e agli appunti che chiunque utente può fare. E’ come centralino sempre attivo in cui tutti possono chiedere, lamentarsi e prenderli in giro. Tutto questo ce li fa sentire più vicini, più accessibili e a portata di tweet… Microsoft lancia la sfida: in arrivo Xbox Music Trenta milioni di brani per rispondere a iTunes di Francesca Ceccarelli partito il conto alla rovescia per la Microsoft: il colosso americano ha deciso di sfidare apertamente l’inarrivabile iTunes di Apple con un nuovo prodotto che arriverà sul mercato il prossimo 26 ottobre. Si chiama Xbox Music , questo nuovo prodotto made in USA che almeno in fase sperimentale sarà disponibile solo negli States e per coloro che sono in possesso dell’omonima console. La nuova Xbox affronta, supportata dal neonato Windows 8, un fiore all’occhiello della Apple come iTunes, offrendo due modi diversi di fruire di ben 30 milioni di brani musicali a disposizione, ma ecco la differenza sostanziale: l’utente avrà una scelta musicale ancora più ampia con l’aggiunta di altri 4 milioni di canzoni e uno streaming totalmente gratuito grazie ai banner pubblicitari che il fortunato avventore dovrà sopportare e inoltre potrà godere di un ascolto senza limiti di tempo e di un servizio di stazioni radio che trasmettono musica in base ai propri gusti. Tutto questo al modico prezzo di 9,99 dollari mensili, una cifra che di sicuro non tarderà a fare proseliti tra gli appassionati. Un vero azzardo per la società di Bill Gates che di certo non vanta È dei successi in campo musicale: basta ricordare il clamoroso fiasco del prodotto Zune che fu accolto molto freddamente dai consumatori mondiali che hanno continuato a preferire l’inossidabile iTunes. Ma questa volta Xbox Music ha tanti validi pro a suo favore che fanno ben sperare i suoi ideatori in un successo sul mercato. Innanzitutto la chiara volontà di puntare sullo streaming, premessa ormi necessaria anche in ambito musicale, e poi la capacità di concentrare più servizi come Spotify, Rdio e community in un solo prodotto come MOG. Inoltre è la condivisione il vero punto di forza: attraverso reti sociali come So.cl sarà consentito agli utenti condividere brani e gusti musicali sul web, oltre che stringere amicizia tra di loro per collaborare magari anche in progetti artistici. Per quanto riguarda lo scenario italiano ancora non si sa molto: non esiste una data ufficiale per il lancio del prodotto perché ancora sono in corso le trattative per il pagamento dei diritti d’autore. Di sicuro un accordo verrà trovato entro l’anno, termine ultimo anche per poter usufruire delle applicazioni per iOS e Android. In attesa della leggendaria sfida… buon ascolto a tutti. 10 Giovedì 18 ottobre 2012 Sport Nuoto sincronizzato: un amore oltre le ingiustizie Storia di dieci giovani ragazze della Nazionale italiana all’inseguimento di un sogno chiamato Olimpiade Le atlete della Nazionale italiana di nuoto sincronizzato di Federico Colosimo o sport è divertimento, passione, sacrificio, sogno, amore, rinuncia. Un insieme di sensazioni irrinunciabili, non comandabili. Ci sono discipline conosciute solo ed esclusivamente per il loro forte appeal mediatico. Altre, ritenute a torto “inferiori”, che a stento vengono considerate dall’opinione pubblica e dalla carta stampata. Tra queste, ce n’è una fantastica: il nuoto sincronizzato. Uno sport dove la fatica, la pazienza e gli allenamenti non conoscono limite. È il caso delle atlete della Nazionale italiana. Ogni anno si trovano a combattere ai confini dell’ Europa e del mondo per i più grandi trofei in palio, e non godono di alcuna considerazione. Atlete semplici, giovani e forti. Non solo a livello tecnico o atletico, anche mentale. Storia di sportive che passano la maggior parte del loro tempo lontano dagli affetti e dalle proprie abitazioni. Per 11 mesi all’anno, sonocostrette a fronteggiareallenamenti perenni. Duri, di oltre otto ore, intervallati da un breve riposo pomeridiano. Sedute serrate, alla ricerca della perfezione. Perfezione apparentemente impossibile, in uno sport ove la sincronia dei movimenti regna sovrana. Sotto le stesse colonne sonore che si ripetono fino all’esasperazione, le ragazze si concentrano su quegli automatismiincredibili e incantevoli per stupire la platea presente sugli spalti delle piscine. E, soprattutto, per convincere gli otto e a volte terribili giudici di gara (previsti dal regolamento della F.I.N.A associazione di federazioni nazionali). E’ la vitadi queste atlete, chedopo 4 anni di allenamenti, per via di un regolamento apodittico (che non premia la meritocrazia), hanno dovuto rinunciare al loro sogno: qualificarsi alle recenti Olimpiadi di Londra 2012 con l’esercizio a squadre. Una delusione incredibile per queste ragazze, che per almeno il prossimo quadriennio, dovranno abdicare a quel traguardo sportivo cosìunico nel suo genere. Vi sembrerà poi assurdo, altresì, sapere che per le atlete della nazionale, il solo poter qualificarsi ai giochi olimpici, senza avere alcuna possibilità di vittoria, sarebbe il coronamento di una vita sportiva. Un miraggio, sì, perché consapevoli,appunto, ancor prima di entrare in acqua, di non poter arrivare sul più alto gradino del podio. Proprio così, L Nazionale Italiana nuoto sincronizzato: perché in questo sport, molte nazionali, tra cui l’Italia, sono ritenute,a priori, (e quindi ancor prima di svolgere il proprio esercizio),non al livello delle più grandi potenze mondiali del nuoto sincronizzato (Russia, Spagna, Cina e Canada). Tutto ciòpotrebbe già bastare per comprendere la grande arretratezza e la gigantesca crudeltà ed ingiustizia di questa materia.Purtroppo, però, il peggio deve ancora venire. Le sirene, come se non bastasse, hanno risentito, fino allo scorso anno, della crisi generale in cui versa il nostro Paese e lo sport italiano. Al contrario di tutti i comuni mortali, le ragazze azzurre, passando la giornata all’interno della piscina, nella maggior parte dei casi (pochi e rarissimi), non hannoneanche avutola possibilità di inseguire e conseguire un titolo di studio che vada oltre al diploma di licenza superiore. Potremmo quindi immaginare che, per passar sopra a queste incredibili ingiustizie, queste giovani atlete siano remunerate, da parte della Federazione Italiana nuoto, con un adeguato compenso mensile? Pura immaginazione. Solo l’entrare a far parte dei gruppi sportivi delle Fiamme Oro e della Marina Militare (avvenuta lo scorso anno), con un conseguente stipendio mensile, ha consentito alle atlete azzurre di continuare a credere nella magia dello sport. Magia che non ha potuto contagiare alcune ragazze, le quali hanno dovuto rinunciare alla propria disciplina per garantirsi un futuro degno. Futuro che la Federazione Italiana Nuoto non può garantire, a causa di una piccolissima borsa di studio (di circa € 10.000,00 all’anno), concessa a favore delle atlete non mensilmente, bensì in due rate annuali. E’ il paradosso dello sport italiano. Cosa ha spinto, allora, queste atlete a continuare a coltivare la loro passione sportiva? L’ amore per il nuoto. Le ragazze della Nazionale, con la loro esperienza, ci hanno ricordato che i sogni vanno inseguiti e raggiunti. Il loro obiettivo, oggi, si chiama Rio de Janeiro 2016 (sede dei giochi olimpici del 2016). Contro ogni ingiustizia e oscurità istituzionale, non molleranno. In questo articolo, un chiaro esempio di triste quotidianità.. Federica Bellaria (Fiamme Oro/Busto nuoto) Elisa Bozzo (Marina Militare/Aurelia Unicusano) Beatrice Callegari (Marina Militare/Veneto Banca Montebelluna) Camilla Cattaneo (Fiamme Oro/Carisa Savona) Mariangela Perrupato (Fiamme Oro/Aurelia Unicusano) Giulia Lapi (Fiamme Oro/Carisa Savona) Manila Flamini (Fiamme Oro/Aurelia Unicusano) Sara Sgarzi (Fiamme Oro/Uisp Bologna) Benedetta Re (Fiamme Oro/Aurelia Unicusano) Dalila Schiesaro (Fiamme Oro/Carisa Savona) Giovedì 18 ottobre 2012 11 Rubrica Lettere al Direttore Guido Paglia risponde Pensioni: il dramma degli esodati ► Caro Direttore, sfogliando “Il GIORNALE D’ITALIA" (ormai è una piacevole consuetudine del mattino), devo dirti che lo trovo molto interessante. Un grazie ed i complimenti vanno a te e alla redazione. Vorrei però evidenziarti la necessità di seguire il tema ricorrente e doloroso degli “esodati” e delle altre criminali modifiche dei criteri per le pensioni. Un tema fondamentale per centinaia di migliaia di famiglie italiane. Credimi, siamo di fronte ad una vera e propria truffa Monti-Fornero. Infatti con Decreto Interministeriale del 1° Giugno 2012 pubblicato sulla G. U. n. 171 del 24 Luglio 2012 si cambiano i requisiti previsti nella legge 214 art 24 comma 14 del 22 Dicembre 2011 prevedeva la salvaguardia degli esodati, compresi i lavoratori prosecutori volontari. A questi ultimi, oltre alle autorizzazioni antecedenti al 4 Dicembre 2011, vengono inseriti altri due requisiti: 1) Non essersi rioccupati dopo il pensionamento; 2) L’avere almeno un ulteriore “contributo volontario accreditato o accreditabile” al 6 Dicembre 2011. A che servono queste ulteriori ristrettezze? Solo alla Fornero per dimostrare che le sue previsioni (65.000) sugli esodati erano giuste. Perché è palese a tutti che, più paletti metti, meno italiani vanno in pensione. È un’altra vergogna italiana se si pensa a quanti sforzi si fanno per trovare lavoro ai giovani. Io sono uscito dal lavoro il 31 Dicembre 2008 e ti domando: stando inoccupati per tutto questo periodo, come si sarebbe campato? Un saluto di vero cuore. Aldo Falco Elsa Fornero e Mario Monti ► Caro Falco, hai perfettamente ragione. La riforma delle pensioni Monti-Fornero sta creando dei guasti inimmaginabili. Soprattutto verso i più deboli: la vicenda delle centinaia di migliaia di esodati, è obiettivamente allucinante. Vedrai, “Il Giornale d’Italia” se ne occuperà presto ampiamente, denunciando le nefandezze più clamorose. E in questo chiediamo aiuto ai lettori come te: segnalateci i casi più eclatanti. Perché in via Corridoni? ► Caro Direttore, tralascio gli scontati complimenti per l’impostazione data al “Giornale d’Italia” che sto prendendo come primo appuntamento di tutte le mattine. Ho saputo che la Redazione si trova in Via Filippo Corridoni. E da persona che si è sempre impegnata nel Sindacato, non posso che essere felice di questa “coincidenza”…se di coincidenza si tratta. Nei 10 anni in cui ho avuto l’onore di dirigere la CISNAL romana e di collaborare, come suo vice, con Ivo Laghi, storico Segretario Generale negli anni ’80, la figura di Corridoni è stata sempre un punto di riferimento preciso ed imprescindibile per chi voleva militare in quel sindacato. Oggi, vedere che questa storica testata ha sede nella via dedicata all’”Apostolo del Lavoro” (come venne definito Corridoni), mi provoca oltre che emozione, un senso di riscossa che ho avuto modo di esternare il 16 Luglio scorso nel convegno che Francesco Storace ha voluto dedicare alla figura di Ivo Laghi e di cui sono stato relatore. Di fronte all’azione iniqua e prepotente del Governo Monti, è necessario rispondere con quel Sindacalismo Rivoluzionario che fu propugnato e predicato da Filippo Corridoni. Penso che l’attualità del pensiero corridoniano sia più che mai riproponibile oggi, proprio dalle pagine del Giornale d’Italia. Essere Sindacalisti Rivoluzionari vuol dire essere “fuori dal coro”, in una logica di partecipazione e non di contrapposizione con il Capitale. Ma che non può mai scadere nel liberismo sfrenato, che oggi è rappresentato dal potere della finanza e delle banche. Concludendo, penso che le “coincidenze” non esistano ma siano il risultato di scelte precise che caratterizzano la vita di ognuno di noi e, ovviamente, in questo caso le scelte di una gloriosa testata come il Giorrnale d’Italia. Ancora auguri e “Ad Majora”. Massimo Visconti ► Caro Visconti, la scelta della redazione del Giornale d’Italia in via Filippo Corridoni non è affatto una coincidenza, ma una mia scelta precisa. Da ex-sindacalista della FNSI (l’organismo dei giornalisti), ho sempre avuto un’ammirazione sconfinata per la sua figura. Per il coraggio politico (fu fra i pochi a scontrarsi con lo stesso Mussolini) e fisico (non a caso morì da eroe nella Prima Guerra Mondiale e si meritò la medaglia d’oro al valor militare). Ma è soprattutto la figura del sindacalista rivoluzionario anti-colonialista che mi ha affascinato. Perché in lui ho sempre visto il precursore dei valori di una Destra Sociale e Popolare che oggi, con Francesco Storace, tiene alta la bandiera della difesa dei più deboli. Filippo Corridoni con Benito Mussolini nel 1915 Manda le tue lettere a: [email protected] - [email protected] Giovedì 18 ottobre 2012 D 12 opo la bella manifestazione tenuta a Napoli il 9 Giugno liani ormai da mesi ingiustamente trattenuti in India per colpa di un scorso, la Destra si ritroverà il 4 novembre prossimo, governo incapace di riportarli a casa. Festa dell'Unita nazionale e delle Forze armate, unita in E, ce lo auguriamo tutti di cuore, festeggeremo il nuovo Governatore un evento di emozionanti significati. della regione Sicilia, Nello Musumeci, uno dei fondatori del nostro Tre motonavi allestite con il verde, bianco e rosso del nostro amato partito. Figlio della Trinacria che solcherà idealmente il fiume col tricolore partiranno dalla sponda emiliana del Po, lato Piacenza, per tricolore, unendo Sud e Nord. attraccare su quella lombarda, nel lodigiano. Un evento immaginato Come é da nostra tradizione, sarà una manifestazione gioiosa, dove e realizzato per evocare simbolicamente il legame indissolubile famiglie, giovani e adulti insieme armoniosamente si ritroveranno della nazione, unendo le sponde del fiume più grande d'Italia, sor- uniti dal grande amore per l'Italia. montato dalla nostra bandiera, e sostenuto dall'amore della nostra La prossima settimana si riuniranno le federazioni de La Destra del patria tutta. Settentrione che coordineranno con Livio Proietti e Maurizio Bru- Per l'occasione ricorderemo i nostri soldati caduti nelle missioni giatelli gli ultimi dettagli al fine della buona riuscita di un evento all’estero, e urleremo “Marò liberi” a sostegno dei due militari ita- che, siamo sicuri, sarà memorabile.