Adesso alla Caritas ci vanno gli italiani

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Adesso alla Caritas ci vanno gli italiani
Anno I - Numero 8 - Giovedì 18 ottobre 2012
Direttore: Francesco Storace
Roma, via Filippo Corridoni n. 23
A casa i marò o a casa Terzi
In vista del Gran Premio d’India del 28 ottobre, il gruppo “Ridateci i nostri Leoni”,
attivissimo sui social network, lancia un appello accorato. “La Ferrari ci riporti i Marò”.
La richiesta è diretta ai dirigenti di Maranello e ai piloti Alonso e Massa. (Fraschetti a pag. 4)
L’EDITORIALE
Se ne vadano
Bersani
e D’Alema
di Francesco Storace
a disfida di Burletta, potremmo definirla. Perché sembra davvero uno
scherzo l'improvviso scontro tra i due pesi
massimi del Pd impauriti dal
ciclone Renzi. Ormai è gara:
ti caccio io o scappi da solo?
Eppure, non è che D'Alema
sia più “vecchio” di Bersani.
All'anagrafe ha solo due anni
di più, Baffino ha 63 anni, il
segretario del partito 61 (e
io che mi sentivo vecchietto
a 53...).
Ma sul piano della rappresentanza politica, se i dati sono
esatti, Bersani scompagina
Max. È vero che D’Alema è
entrato in Parlamento nel 1987
mentre Bersani vi è arrivato
nel 2001 (dopo due anni da
ministro). Ma è da ricordare
che quest’ultimo entrò alla regione Emilia Romagna nel 1980
a fare l’assessore fino al 1990,
quando ne divenne vicepresidente. Ascese alla presidenza
nel 1995. Non proprio un infante, diciamo. A voler moltiplicare gli incarichi nazionali
di entrambi, la somma darebbe a fine legislatura 2008-2013
la bellezza di 40 anni in due. I
diciannove anni trascorsi in
regione da Bersani portebbero
la cifra totale a 59 anni.
Il più pulito, si dice a Roma,
c’ha la rogna.
Quel che voglio dire con queste cifre è che si sta affermando un principio che non
salverà nessuno tra i protagonisti della prima Repubblica, quali sono coloro che
si sono affacciati alla politica
istituzionale prima del 1994.
Tutto questo per un senso di
giovanilismo che rischia di
non avere logica se prescinde
dal merito. Abbiamo visto all’opera tanti ladruncoli in età
giovincella per poter farci
contagiare dall'entusiasmo.
Abbiamo più bisogno di etica
e di stile. Che non tutti posseggono. E se Renzi è cresciuto
così è colpa vostra, cari Bersani
e D’Alema. E solo questo sarebbe il motivo per cui dovreste
andare a casa entrambi.
Avete tentato di sfruttare l’antipolitica che vi si ritorce contro.
Avete pensato a lucrare consensi dai ribaltoni di Palazzo e
ora ne pagherete le conseguenze. Se la politica non conta
più nulla e arrivano i tecnici
che nessuno ha votato, è ovvio
che il popolo volti le spalle
anche a voi. Complimenti.
L
SONO SCONVOLGENTI I DATI FORNITI DALL’ORGANIZZAZIONE CATTOLICA
Adesso alla Caritas
ci vanno gli italiani
Sicilia
Musumeci pronto
al rilancio dell’isola
pag. 2
di Barbara Fruch
Europa
Fondi ai terremotati
Bruxelles dice no
pag. 3
Ai Centri di aiuto richieste anche per la pura sopravvivenza
Elezioni Lazio
Al voto a Natale
ma con regole vecchie
pag. 6
di Robert Vignola
Stati Uniti
Obama recupera,
Romney non molla
pag. 8
di Federico Campoli
Argomento 6
Titolazione 2 righe
del sommarione
Sono sempre più numerosi gli italiani poveri, costretti a rivolgersi
ai Centri Caritas per ricevere un
pacco-viveri e sfamare così la famiglia,
per il pagamento delle bollette ed evitare
di restare al buio e al freddo, per farsi
pagare l’affitto e non subire lo sfratto. Se
prima ‘la fila alla Caritas’ la facevano
solo gli stranieri, ora 1 su 3 è italiano. E
la percentuale è in ulteriore crescita. Lo
dice, impietosamente, il Rapporto povertà
2012 redatto dalla stessa Caritas Italiana.
Sono cifre che fanno male, basate sulle
persone che nel corso del 2011 e nei
primi sei mesi del 2012 si sono rivolte
ai Centri di ascolto promossi dalle Caritas
diocesane italiane che hanno aderito
alla rete di rilevazione della stessa organizzazione cattolica. Notevole l'aumento
delle casalinghe (+177,8%), degli anziani
(+51,3%) e dei pensionati (+65,6
A livello complessivo, si conferma la pre-
N
senza di una quota maggioritaria di stranieri rispetto agli italiani, ma questi ultimi
sono aumentati in misura esponenziale
negli ultimi due anni e soprattutto nei
primi sei mesi del 2012, quando hanno
raggiunto il 33,3%. Povertà economica,
lavoro e casa i principali bisogni per i
quali si è chiesto aiuto alla Caritas.
Il Rapporto non risparmia stoccate alla
politica: per la Caritas c'è una "evidente
incapacità" dell'attuale sistema di welfare
a farsi carico delle nuove forme di povertà, delle nuove emergenze sociali derivanti dalla crisi economico-finanziaria.
Chi si rivolge ai centri Caritas non è necessariamente un emarginato o un barbone. A chiedere aiuto sono più le donne.
Gli interventi per fornire beni materiali
per la sopravvivenza (sì, avete letto bene:
SOPRAVVIVENZA) sono aumentati, nei
primi sei mesi del 2012, del 44,5% rispetto al 2011.
I ‘nuovi poveri’, soprattutto cassintegrati,
persone in mobilità e lavoratori espulsi
dal ciclo produttivo attorno ai 50 anni,
chiedono in particolare alimenti e prodotti
per neonati, apparecchiature e materiale
sanitario, biglietti per viaggi, buoni pasto,
servizi di igiene personale, mensa, mezzi
di trasporto, mobilio, attrezzature per la
casa, vestiario, viveri. Al secondo posto
figura la voce Ascolto, che viene richiesta
dal 16,4% degli utenti.
"La richiesta di sussidi economici – spiega
il rapporto della Caritas - è molto piu'
diffusa tra gli italiani (20,4%) rispetto a
quanto accade tra gli stranieri (7,4%), e
questo a causa di vari fattori: l'eta' media
più alta degli utenti italiani, la maggiore
diffusione tra i nostri connazionali di situazioni di disagio sociale legato a condizioni di disabilita' o varie patologie
socio-sanitarie.
Igor Traboni
di Firma Del Giornale
pag. 7
Società
Politici alle prese
con Fb e Twitter
di Ceccarelli-Parisi
pag. 9
Sport
Dieci ragazze
oltre le ingiustizie
di Federico Colosimo pag. 10
Argomento 9
ROSSO e NERO
FORNERO, AUTOCRITICA SENZA LACRIME
sempre un buon segnale quando qualcuno che conta ammette
È
di aver sbagliato. La promessa del ministro Elsa Fornero di
smantellare almeno metà della sua discussa riforma pensionistica,
iusto, evitiamo le lacrime. Ne stanno già versando a fiumi gli
G
esodati e gli altri pensionati vittime della riforma della professoressa torinese Ma non prendiamoci in giro. Qui non si tratta
rientra in questo novero. La responsabile del Welfare, dopo le toppe
per il caos degli esodati, ha annunciato modifiche significative
anche in tema di limiti ai contratti dei precari: non più intervalli di
tre mesi, al massimo saranno di trenta giorni. In questo modo, si
salveranno almeno mezzo milione di posti di lavoro. Prossimi passi
indietro, la detassazione degli aumenti di produttività e la risistemazione delle partite IVA. Quando ci si accorge degli errori, l’importante è non perdere la calma, evitando possibilmente le lacrime.
di errorucci da matita rossa. L’autocritica della Fornero tocca
troppi punti qualificanti del provvedimento. Quando si sbaglia
in maniera così clamorosa, non c’è altro da fare che dimettersi.
È l’unico modo di fare bella figura, altro che storie.
E ha ragione il Presidente della Confindustria, Giorgio Squinzi,
ad attaccare a testa bassa Monti sull’assenza di provvedimenti
per la crescita, ma anche la Fornero perché ora faccia presto.
Ad andarsene.
Cicerone
Catilina
2
Giovedì 18 ottobre 2012
Attualità
Continua la sua battaglia per risollevare l’isola
Musumeci in lotta
su due fronti
Un piano contro le nuove povertà puntando
anche alla valorizzazione dei prodotti locali
n piano contro le nuove povertà e la valorizzazione
del made in Sicilia. Continua, instancabilmente, ad annunciare i punti del suo programma il candidato de
La Destra Nello Musumeci. "Attueremo un piano contro
le nuove povertà con l’obiettivo di individuare, anche
con il ricorso al Fondo Sociale Europeo, un ampio programma
di interventi a favore delle fasce deboli della popolazione –
spiega Musumeci - Nel nostro programma abbiamo previsto
l'istituzione di un tavolo di lavoro con il mondo del volontariato
sociale e con il personale delle cooperative impegnate nell’assistenza, al fine di introdurre criteri di trasparenza nella gestione
delle risorse e garantire una maggiore presenza delle Istituzioni
regionali nella gestione dei servizi".
Il candidato parla poi della valorizzazione dei prodotti locali e
lo fa in occasione della visita agli operatori del mercato ortofrutticolo di Vittoria. “Il mercato ortofrutticolo di Vittoria è un
pilastro dell'economia ragusana, tra i più grandi d'Italia, ed è
compito della Regione attivare politiche di sostegno dei produttori
e di tutela del Made in Sicily - afferma Musumeci - Abbiamo
due questioni da affrontare: quello del controllo dell'originalità
dei prodotti etichettati come siciliani e il loro posizionamento
dentro il mercato della grande distribuzione. Rispetto al primo
proporrò l'istituzione di una task force che verifichi che non
venga venduto come siciliano prodotto importato dall'estero;
per il secondo, oltre alla filiera corta ed alla produzione a
U
Sicilia
Sguardo alle regionali
Mentre il candidato de La
Destra continua ad annunciare
i punti del suo programma si
accende la campagna elettorale
e Storace risponde alle
provocazioni del segretario
regionale Fallica
chilometri zero, già presenti nel nostro programma, penso ad un confronto con la
grande distribuzione per arrivare ad una
riduzione dei tempi di pagamento e alla
garanzia di prezzi di acquisto più rispettosi
del lavoro dei produttori, insieme alla presenza dei prodotti siciliani in tutti i punti
vendita dell'Isola".
A ormai poco più di una settimana dal voto
si accende la scena politica siciliana e arrivano anche gli attacchi del parlamentare
nazionale di Grande Sud e segretario regionale del movimento arancione in Sicilia
Pippo Fallica, che accusa il leader nazionale
Francesco Storace dicendo che lo stesso
mette in dubbio la vincita di Musumeci. Affermazione inesatta. “L’on. Fallica è un simpatico folletto che ha un disperato bisogno
di vedersi confermare il seggio alla Camera
- ribatte Storace - Ho detto al Pdl milanese
di smetterla di litigare per non danneggiare
la campagna elettorale siciliana. Ma Nello
Musumeci vince e alla grande con una
lista che prenderà tre volte i voti del piccolo
sud di Miccicché”.
Barbara Fruch
Intervista a tutto campo a Mario Baccini, leader nazionale dei Cristiano Popolari
“Legge di stabilità un saccheggio”
“Se la politica non recupera autonomia e qualità,
Monti avrà ancora ragione di esistere”
di Igor Traboni
che l’attuale classe dirigente non sia
adeguata a tutelare gli interessi dei
moderati. Il centro destra ha un problema
di rigenerazione”.
l futuro del centro destra
in Italia passa soprattutto
attraverso un tratto di penna, un trattino per la precisione, tra le parole ‘centro’ e ‘destra’. Così Mario Baccini,
leader dei Cristiano Popolari, inquadra per il Giornale d’Italia
uno dei temi forti dell’attualità
politica.
“Occorre – spiega meglio
Baccini – un centro-destra,
ovvero una destra autorevole,
europea, e un centro che
rappresenti davvero i moderati,
ovvero tutti quegli italiani oggi
saccheggiati
dalla
Legge
Finanziaria”.
I
Un saccheggio che però il
governo Monti chiama
addirittura Legge di
Stabilità…
“Ma quale stabilità! Proprio in
queste
ore,
anche
in
Commissione alla Camera, sto
leggendo quello che hanno fin
qui prodotto i tecnici nel loro tentativo di
recuperare il disavanzo sulla previsione di
bilancio, però non c’è altro che un continuo
attacco al ceto medio, a chi lavora, alla
proprietà privata, con una tassazione dietro
l’altra. Davanti ad un quadro del genere, i
parlamentari del centro destra sono chiamati
non tanto e non solo ad una protesta nei
confronti del governo, ma a proporre altre
scelte nei confronti di questo saccheggio”.
E il centro-sinistra, che momenti
vive?
“Se il centro destra ha questo problema di
rigenerazione, che può anche rivelarsi
positivo, dall’altra parte hanno un grande
problema
di
posizionamento.
Lo
spostamento a sinistra, verso la sinistra
populista e demagogica di Sel, mi pare
irreversibile. Con
un
progressivo
allontanamento del centrismo casiniano, di
fatto isolato. Checché ne dicano i giornali
schierati, bisogna prendere atto della crisi
irreversibile del centro-sinistra e creare in
Italia un grande Partito Popolare Europeo”.
Ad esempio?
“Attaccare il patrimonio di chi in Italia tutti i
giorni muove capitali e speculazioni”.
Eppure diversi di questi parlamentari del
centro destra che ha appena chiamato in
causa, non paiono disdegnare l’ipotesi
del Monti-bis. Cosa ne pensa?
“Monti sta facendo esattamente il suo mestiere.
Quello che manca è la politica. Se c’era la
politica, con uomini di qualità, a quest’ora non
c’era Monti. Se la politica non recupera
autonomia e qualità, se non la smette di
confondere l’etica con l’etichetta, Monti ha
ragione di esistere ed esisterà ancora”.
Trattino a parte, cosa sta accadendo
allora nel centro destra?
“Noi riteniamo che si tratti di un’area culturale,
prima ancora che sociale, economia e politica. E
Altro tema caldissimo: la legge
elettorale…
“Bisogna assolutamente evitare che
continui questo furto nei confronti degli
italiani. L’attuale legge elettorale impedisce
agli italiani di esercitare il sacrosanto diritto
di scegliersi i propri parlamentari. E’ un
abuso di potere dei partiti o pseudo tali,
che perseverano nel mantenere questo
stato di cose. Il Governo deve rispondere al
Parlamento e il Parlamento al popolo. Ma ora il
popolo italiano è fuori da qualsiasi tutela e il
Parlamento risponde solo ai padroni che lo
hanno nominato. Noi cristiano popolari vogliamo
una legge elettorale con le preferenze. E
nessuno ci venga a dire che questo è un
sinonimo di voto di scambio. Perché i danni
prodotti dalle non preferenze sono sotto gli
occhi di tutti”.
3
Giovedì 18 ottobre 2012
La parentopoli al Comune di Torino
Dimissioni per la dirigente
che avrebbe favorito il figlio
L’inchiesta si allarga ad altri casi di favoritismi familiari. E il
capoluogo si consola con la nomina a capitale dello sport 2015
Italia
DAL NORD
La super manager
Anna Martina è al centro
della vicenda per
gli incarichi affidati
senza gare di appalto
alla società “Punto Rec”
nna Martina, dirigente del Comune di Torino, si è dimessa. La super
manager, era al centro della vicenda degli incarichi affidati senza gare
di appalto alla società “Punto Rec”, che vede, tra i soci fondatori (per
il 44%), il figlio, Marco Barberis. Dimissioni consegnate nelle mani del
sindaco, Piero Fassino, con effetto “immediato ed irrevocabile”. La “regista” delle Olimpiadi del 2006 e di Italia 150, si è detta “soddisfatta e contenta”.
Per poi aggiungere: “da giorni ero infangata sui giornali. Mi sento sollevata”. Con
le sue dimissioni, ha ammesso, indirettamente, gli errori commessi. Parole al miele sono arrivate dal primo cittadino di Torino, che ha voluto ringraziare la Martina “per la dedizione e la competenza
profusa in questi anni”.
“Si è sottratta al rogo. Ma non credo che
questo placherà la sete di sangue del Palazzo. La Martina è una vittima sacrificale”.
Così, Silvio Viale, esponente del Pd. Di tutt’altro parere, il capogruppo della Lega
nord in consiglio comunale, Fabrizio Ricca:
“le dimissioni di Martina ci costringono a
pensare che un sistema Torino effettivamente esista”. E incalza: “Fassino esprime
piena fiducia riguardo all’indagine affidata
al dg Vaciago. Peccato che giri voce sul
fatto che anche il city manager di Torino
avrebbe ben quattro nipoti che lavorano tra
Palazzo Civico e partecipate del Comune,
assunti sotto la sua direzione. A questo
punto ci domandiamo: chi controllerà il
controllore”? Affermazioni forti, che aprono
nuovi scenari sulla “parentopoli di Torino”.
Come si difenderà, Fassino, da queste
nuove accuse? Entusiasti delle dimissioni
della super manager, i “Grillini”, che accusano: “le dimissioni della dirigente sono il minimo gesto che si potesse compiere.
Rappresentano il fallimento politico di un ventennio: la nomina era infatti fiduciaria”. Nel momento più duro dell’era Fassino, Torino batte intanto Cracovia per 9
voti a 0. Come capitale europea dello sport 2015, quando ci sarà l’Expo (a Milano). Lo ha deciso l’ ”Aces” (associazione che assegna, annualmente i riconoscimenti di capitale, città e Comune europeo). Entusiasti i dirigenti del Comune.
Altri parenti si apprestano a ricevere nuovi incarichi?
di Federico Colosimo
A
Bloccato a Novara pericoloso latitante di Lamezia
“Pentito” figlio di un boss. Arrestato il killer Basile
Era fuggito dalla Calabria appena saputo della collaborazione con la giustizia di Giuseppe Giampà
uovi colpi di scena nell’indagine che ha portato
all’arresto l’assessore alla
casa della Regione Lombardia,
Domenico Zambetti. L'Aler,
azienda regionale delle case
pubbliche, finisce nell'occhio
del ciclone. Oltre all'assunzione della figlia del presunto
boss della ’ndrangheta Eugenio Costantino, Teresa, spunta
un contratto di locazione, sempre a nome della ragazza, per
un appartamentino. Affitto datato primo ottobre. Pochi giorni
prima dell'arresto di Zambetti
e di Costantino padre. Intanto,
ecco un nuovo arresto, sempre
per ‘ndrangheta: ieri mattina,
è finito in manette Francesco
Basile, 32 anni, arrestato a Novara dalla squadra mobile di
Catanzaro. E’ ritenuto dagli
inquirenti, “il più pericoloso
killer della cosca Giampà”,
‘ndrina di Lamezia Terme. Gli
investigatori sono riusciti ad
identificare il malvivente, tramite le dichiarazioni del collaboratore di giustizia, Giu-
N
seppe Giampà, arrestato nel
giugno scorso, insieme alla
moglie ed altre 36 persone,
nell’operazione denominata
“Medusa”. Giampà, è figlio
del boss Francesco, in carcere
da oltre 10 anni a scontare
l’ergastolo. Da alcuni mesi, è
diventato un collaboratore di
giustizia. Basile, subito dopo
l’inizio della collaborazione
del “pentito”, si era allontanato
da Lamezia Terme. Temeva
gli inevitabili provvedimenti
cautelari emessi dell’autorità
giudiziaria. Basile, è accusato
di essere l’esecutore degli
omicidi di Vincenzo e Francesco Torcasio. Avvenuti a Lamezia Terme rispettivamente
nel giugno e nel luglio del
2011. Torcasio, cugino di primo grado del boss dell’omonima famiglia, venne ucciso
sotto gli occhi di numerose
persone mentre stava assistendo, a bordo campo, ad
una partita di calcetto. Omicidio avvenuto nella totale indifferenza dei presenti Il figlio,
un mese dopo, venne ammazzato mentre stava parcheggiando la propria automobile. In segno di disprezzo,
l’omicida, lanciò la pistola
nell’abitacolo dell’automobile.
E i possibili intrecci tra le cosche della Lombardia e della
Calabria, potrebbero non finire
qui.
F. Co.
EMILIA
San Felice Panaro,
dopo il terremoto
l’amianto
San Felice sul Panaro,
provincia di Modena,
erano partiti i lavori per
realizzare municipio, chiesa e
A
traboccare il vaso. Un’altra
volta i fatti ribadiscono l’incompetenza di una giunta, incapace di gestire la situa-
centro commerciale del
paese devastato dal terremoto: ma le ruspe hanno trovato i terreni disseminati di
lastre di eternit, contenenti
amianto. Così i lavori sono
stati bloccati e Francesco Malavasi, della federazione provinciale di Modena de La Destra, è sbottato: “ La scoperta
dell’amianto nella ghiaia è la
goccia (e che goccia) che fa
zione. Chi doveva controllare
i lavori? Chi dovrebbe occuparsi della tutela della salute
dei cittadini? La Destra chiede
soluzioni immediate, anche
per rispetto dei negozianti
che nonostante tutto cercano
di ripartire e la si smetta di
gestire ogni situazioni con
una superficialità dilettantesca e di scarsissima lungimiranza”.
R.V.
4
Giovedì 18 ottobre 2012
Acque indiane mai molto tranquille, però...
Terzi non conosceva
nulla del contesto
Da un diplomatico di carriera
ci saremmo aspettati molto di più
Focus
Ogni anno la Guardia Costiera
dello Sri Lanka ammazza almeno
500 pescatori del Kerala e dintorni per salvaguardare le zone
di pesca nazionale e lo Stato del
Kerala prende atto (delle uccisioni) e tace. Non fa la guerra.
di Gianni Fraschetti
ermiamoci adesso un attimo a riflettere. Siamo
nel Porto di Kochi, la
nave e’ accostata in banchina, Massimiliano Latorre e Salvatore Girone, il Comandante ed il suo Vice della squadra
di Fucilieri di Marina incaricati di
proteggere la Enrica Lexie, sono
stati appena portati via dalla Polizia
dello Stato del Kerala. Sono prigionieri. Per capirci meglio e’ come
se fossero stati catturati da Walker
Texas Ranger ed il Presidente
Obama dicesse che sono problemi
del Texas, con il quale l’ Italia non
intrattiene , ovviamente, relazioni
diplomatiche. E’ come se un militare indiano fosse stato fatto prigioniero dalla Polizia Provinciale di
Roma, da Zingaretti insomma e Mario Monti dicesse all’Ambasciatore
“ma che volete da me, dovete parlare con Zingaretti....”. Lo Stato del
Kerala, una roba tutta da ridere a
pensarci bene. Lo Stato del Kerala,
ogni anno la Guardia Costiera
dello Sri Lanka ammazza almeno
500 pescatori del Kerala e dintorni
per salvaguardare le zone di pesca
nazionale e lo Stato del Kerala
prende atto (delle uccisioni) e tace.
Non fa la guerra. Abbozza. Percge’
e’ lo Stato del kerala, vale a dire il
nulla. La difesa delle zone di pesca
viene effettuata da barchini Arrow
singalesi, armati con mitragliatrici
russe Pk, che sparano proiettili calibro 7.62x54r ex sovietico. Ricordiamoci questo particolare. Anche
la Guardia Costiera indiana
quando va per mare, comunque,
non guarda tanto il capello. Quindici giorni prima della vicenda
maro’ una vedetta indiana ( del Ke-
F
Il popolo web alla
Ferrari: “Coccarda per
i Marò al GP d’India”
rala ? ) aveva attaccato un peschereccio thailendese che navigava
sereno ma che gli indiani supponevano invece in mano ai pirati. I
nostri maro’ spararono venti colpi
di piccolo calibro in acqua, a scopo
intimidatorio. La vedetta indiana o
keralese che si voglia, prese invece il peschereccio direttamente
a cannonate. E quando ce vo’, ce
vo’, dicono a Roma. Risultato, quindici morti. E scusate se e’ poco. Gli
indiani, che si sentono ormai la potenza regionale di quei mari, non
chiesero nemmeno scusa. Insomma, non sono propriamente
acque tranquille quelle dove si
svolsero i fatti e venti colpi di fucile
e due poveri cristi
morti erano cronaca
quotidiana. Se giri
per quei mari, quelli
sono i pesci che
trovi.La guerra della
pesca fa molte vittime.Quotidianamente. E nessuno
mena scandalo. Un
problema tutto loro,
certamente ma nell’occasione e’ finito
col diventare un problema tutto nostro.
Un problema talmente grosso dal divenire insormontabile. Altro che Sonia
Gandhi e le elezioni,
questa e’ la spiegazione che darebbe
ErBatman ma che
non possiamo accettare da Giulio Terzi.
Da un diplomatico di
carriera ci aspettiamo di piu’ e di meglio. Ci aspettiamo
una conoscenza profonda del contesto
l web non dimentica. Twitter non si ferma. Facebook
si mobilita. Così in vista
del Gran Premio d’India del 28
Ottobre, il gruppo “Ridateci i
nostri Leoni”, attivissimo sui
social network, lancia un appello accorato. “La Ferrari ci riporti i Marò”. La richiesta è
direttamente ai dirigenti di
Maranello, ai piloti Alonso e
Massa. Non si può perdere
anche questa occasione. Si
deve lanciare un messaggio
forte. Sì, perché se il Ministro
Terzi continua con gli inutili
“balletti diplomatici”, il popolo
di internet vuole che i due mi-
I
geopolitico, della mentalita’, delle
frizioni locali in atto. Ci aspettiamo
che abbia capito tutto, che abbia
compreso che ci si avvia ad un
confronto drammatico, sull’onda di
un “casus belli” occasionale e di
scarsa importanza per gli indiani,
ne ammazzano 500 all’anno di quei
poveri disgraziati di pescatori ma
di importanza capitale per noi che
ci siamo trovati a dovere consegnare due militari in servizio.
Siamo dunque tutti convinti che
Terzi, diplomatico in carriera, ex
Ambasciatore nelle sedi piu’ prestigiose, si muovera’ con la destrezza e l’agilita’ di un felino sul
terreno di caccia. Tutto dunque ci
saremmo aspettati meno che ordinasse, “fate come vi dicono”.
Quei militari, i nostri, andavano
litari sequestrati sappiano che
l’Italia migliore non li ha abbandonati e lotta per loro. La
notizia si diffonde in pochissimo e così, in soli 5 giorni
sono già migliaia gli appelli
sulla pagina facebook dedicata a Massimiliano Latorre e
Salvatore Girone. La Ferrari
dovrebbe soltanto esporre un
fiocco giallo con lo stemma
della Marina Militare (vedi
foto)per manifestare la solidarietà della “Rossa” ai due marò
e mandare un segnale forte
all’India, all’Unione Europea e
al capo della diplomazia itaM. P.
liana.
protetti in tutti i modi. Su questo
spero che non ci piova. Anche gli
italiani, di solito abbastanza restii
ad impuntarsi su questioni di principio, lo avevano capito. Tutto ma
proprio tutto si doveva fare meno
quel che poi si e’ fatto. Consegnarli
in quel modo vergognoso. Comprendo che come diceva il Manzoni nei Promessi Sposi e riferendosi a Don Abbondio “...se uno il
coraggio non lo ha mica se lo puo’
dare ...” ma il nostro imbelle pretino
faceva il Parroco di campagna. Non
era il Ministro degli Esteri di quella
che fino a non molto tempo fa era
la quinta potenza industriale del
mondo. Il nostro amabile curato
puo’ permettersi di non avere coraggio nei “Promessi Sposi”, Terzi
no. Altrimenti cambia mestiere.
5
Giovedì 18 ottobre 2012
Italia
Nuova tegola sulle popolazioni che hanno fatto i conti con il sisma
Bruxelles ordina: vietato
aiutare i terremotati
La Commissione Ue blocca le agevolazioni accordate
alle aziende colpite in Molise, Umbria, Marche e Abruzzo
gevolazioni fiscali bloccate nelle
zone colpite dal terremoto. È questo
l’effetto dell’indagine aperta dalla
Commissione europea per verificare se le agevolazioni concesse
dall'Italia alle imprese delle zone colpite da
calamità naturali, come terremoti e alluvioni,
sono in linea con le norme dell’Unione Europea
sugli aiuti di stato. E mentre i burocrati sono al
lavoro a pagarne i danni sono proprio le aziende. Già, perché pur ammettendo che ci possa
essere qualche “furbetto” che ha approfittato
della situazione, risulta inspiegabile la scelta,
imposta da Bruxelles a Roma, di “chiudere il
rubinetto” bloccando tutte le agevolazioni fin
tanto che non sarà accentata la compatibilità.
Secondo quanto si legge in una nota distribuita
oggi dall'Esecutivo europeo, l'Antitrust Ue
"teme" che "le agevolazioni non si limitino a
compensare il danno realmente subito, come
invece previsto dalle norme Ue ". Già, perché
il dubbio di Bruxelles è che “non tutti i beneficiari degli aiuti siano imprese che hanno
subito realmente un danno causato da una
calamità naturale, che in alcuni casi il danno
non sia stato causato unicamente da una calamità naturale e che gli aiuti non si limitino
sempre a compensare questo danno". L'indagine si riferisce alle leggi che hanno consentito
aiuti a seguito delle calamità naturali che
hanno colpito l'Italia dal 1990 fino al 2011, dal
terremoto in Sicilia del 1990 fino al terremoto
in Abruzzo nel 2011. Dopo il terremoto del
1990 in Sicilia e le inondazioni del 1994 in
Italia settentrionale, l’Italia ha adottato una
serie di leggi che permettevano di sospendere
e prorogare il versamento di imposte e contributi da parte delle imprese situate nelle
A
Al centro della discussione odierna
l’analisi politica e le manovre sociali
nalisi politiche, mutuo sociale e il fantasma “Equitalia” questi e altri temi saranno al centro del tour odierno di Francesco Storace in
Umbria.
Diversi infatti gli appuntamenti
nell’arco della giornata che
terranno impegnato il segretario de La Destra nazionale.
A partire dalle 10, quando a
Perugia, il leader di partito
rilascerà un’intervista a Retesole con il Direttore Giampiero Tasso su “Analisi Politica
Attuale - Proposte De La Destra”.
Alle 12 invece prevista una
conferenza stampa De La Destra Gubbio a Palazzo del
Comune sulle Proposte che
federazione cittadina sta portando avanti in Consiglio Comunale con la collaborazione
del Consigliere Comunale
Angelo Riccardini (eletto nel
Pdl ex Destra Sociale). In par-
Europa matrigna
Bel Paese nel mirino
Ecco un’altra invenzione
dei burocrati di Bruxelles:
sostenendo le imprese messe
in ginocchio dalle catastrofi,
l’Italia avrebbe “violato”
le norme sugli aiuti di Stato
zone colpite. La Commissione tiene in considerazione il fatto che nel 2002-2003 “l'Italia
ha introdotto misure che riducono del 90% il
debito fiscale e contributivo delle società interessate". Tra il 2007 e il 2011 l'Italia ha
adottato altre leggi simili che prevedono agevolazioni del 60% a favore delle società situate
nelle zone colpite da altri terremoti, come
quelli dell'Umbria e delle Marche nel 1997, di
Molise e Puglia nel 2002, e dell'Abruzzo nel
2009. Provvedimenti che l’Italia non ha mai
notificato a Bruxelles. E quindi nel mirino sono
finite le agevolazioni fiscali e previdenziali del
90% (50-60% nel caso di quelle più recenti)
che non sono direttamente collegate a una
specifica calamità o all'entità del danno effettivamente subito. Ma cosa succederà nel malaugurato caso che vengano accertata la non
compatibilità con le norme? Se, alla fine dell’indagine approfondita, la Commissione stabilisce che le misure sono incompatibili con
la normativa dell’Unione sugli aiuti di Stato,
l’Italia dovrà recuperare gli aiuti versati ai beneficiari. Ed è proprio per evitare che lo Stato
italiano continui a sostenere una spesa che
potrebbe dover recuperare in un secondo
momento che la Commissione ha chiesto all’Italia di bloccare le misure fino a quando
non ne avrà accertato definitivamente la compatibilità (ingiunzione di sospensione). Quindi?
Oltre ad avere bloccato il tutto si profila anche
la possibilità che le aziende debbano restituire
dei soldi allo stato. Soldi che nel frattempo,
ovviamente, sono stati investiti per riparare i
danni. Ma d’altra parte, la burocrazia fa il suo
corso….
Tour in Umbria
per Francesco Storace
A
DAL CENTRO
ticolare i temi verteranno sul
dibattuto Mutuo Sociale, una
proposta approvata in Consiglio all’unanimità ed ora in
Commissione; sulla proposta
“Fuori da Equitalia” presentata in Consiglio per la riscossione diretta di Imu e
Tarsu e sull’etica degli eletti,
proposta presentata in Consiglio al fine di promuovere
il Test antidroga a tutti gli
eletti in ogni livello.
Pranzo militante con tutti rappresentanti locali La Destra
e Consiglieri per poi alle 15
concludere la giornata, sempre a Gubbio, con Intervista
a Trg (Tele Radio Gubbio)
sull’analisi della politica attuale ed in particolare le dieci
battaglie per la sovranità.
Insomma, tutte tematiche di
estrema attualità improntate
a far emergere programmi e
prospettive di un partito in
crecita.
B. F.
Barbara Fruch
A PROPOSITO DEL RIORDINO DELLE PROVINCE
Marche,
quale il futuro?
i avvia alle battute finali la
questione del riordino delle province che entro la
fine del mese dovrebbe cambiare l’assetto territoriale attuale. Da Nord a Sud c’è quindi
un grande scompiglio dovuto
alle posizioni più o meno campanilistiche che le varie città
rivendicano. La situazione non cambia
nelle Marche dove non si riesce ad arrivare ad un accordo tra Regione e Province sul piano da presentare al Cal e
quindi al Governo. "La giunta regionale
delle Marche – dice Gian Mario Spacca,
Presidente della regione Marche (PD) –
“si è rimessa alle decisioni del Cal che
S
Ancora forte indeterminatezza
sull’assetto della regione
però ha espresso un parere a maggioranza. Ora la parola passa al consiglio,
dove ci sono sei proposte diverse, e
che con tutta responsabilità si esprimerà
anch'esso "a maggioranza. A quel punto”
– aggiunge Spacca- “il Governo farà
quello che ha sempre detto" cioé un assetto a tre Province con Pesaro-Urbino,
Ancona e la macro provincia Marche
Sud(Macerata, Fermo, Ascoli Piceno).
Sostanzialmente identica la posizione
di Walter Stafoggia, segretario regionale
de La Destra, che ha sottolineato la totale
confusione riguardo il riassetto delle
province che potrebbe arrivare
a conclusione solo a fine mese
con le risoluzioni del Cal e quindi del Governo. “Si può di certo
affermare solo che l’opinione
più comune e avallata – spiega
Stafoggia- “è quella di una ripartizione in due zone di influenza che sia o Marche Nord
e Sud o due macro province che racchiudano in una le città di Pesaro e Ancona e nell’altra Macerata, Fermo e
Ascoli Piceno. Nonostante la ferma volontà di fare e avere chiarezza non manca
comunque anche nella stessa popolazione un certo localismo che richiede a
gran voce il rispetto e il mantenimento
non solo delle proprie caratteristiche
territoriali, ma anche dei servizi che
devono essere garantiti, qualunque sia
il futuro della propria città”.
Francesca Ceccarelli
6
Giovedì 18 ottobre 2012
Italia
Comincia a delinearsi la reale situazione. Al ministero il compito di
eliminare gli ostacoli posti davanti ad elezioni regionali in tempi
brevi. L’opposizione fa demagogia, ma intanto leva le tende dalla
sede di via Cristoforo Colombo
Urne sotto l’albero,
Cancellieri permettendo
DA ROMA E DAL LAZIO
Voto nel Lazio
Pasticciaccio al Viminale
Il parallelismo con la situazione
in Lombardia consente
un’accelerazione sulle operazioni
per far partire in tempi brevi la
macchina organizzativa per le
consultazioni
Rampelli (Pdl): se gli Interni non
sbloccano subito la situazione,
seggi aperti entro Natale. Storace:
ormai impossibile tagliare il numero dei consiglieri
di Robert Vignola
inita la rimpatriata
sulla Cristoforo Colombo dei consiglieri
d’opposizione, i problemi restano tutti sul tappeto. Perché il voto del Lazio,
continua, imperterrito e cocciuto come la verità, ad essere un pasticciaccio che sta
al Viminale sbrogliare. E a
nessun altro. Certamente, in
questi giorni così frenetici a
qualcuno costa troppo perdere tempo a documentarsi,
magari alzando il telefono e
verificando con uno degli introvabili “tecnici” ministeriali
cos’è che non consente di
portare le urne ai seggi del
Lazio. Meglio per costui, o
costoro, affondare le dita
nell’anti-politica come fosse
un gustoso vasetto di marmellata e giocare ad un remake di “Compagni di
Scuola” occupando la sede
regionale, nonostante la
carta d’identità sconsigli a
F
molti di loro di abbandonarsi
a fregole di stampo liceale.
Però, dietro le manifestazioni, tutt’altro che oceaniche, inscenate anche ieri,
comincia ad emergere
chiaro il quadro che Il Giornale d’Italia ha già disegnato
dalla passata settimana: al
voto a dicembre non si può a
dare se prima non si dirime
il pasticciaccio: compito al
quale che spetta al Consiglio
regionale adempiere. Peccato che il Consiglio non ci
sia più. Quindi, al voto si va a
70 deputati regionali e con
gli odiosi listini, oppure ci si
riunisce nell’aula della Pisana (come intende fare Formigoni in Lombardia) e ci si
dà regole diverse. In tutto
questo, considerando anche
i dati mancanti sul censimento 2011 e lo stress da
evitare tanto agli apparati
giudiziari che alla frequenza
e ai programmi scolastici. Finalmente però anche al Pdl
sembrano rendersi conto
che traccheggiare non è
possibile. Ecco Fabio
Rampelli: “Se non arriverà, anche dal ministero
competente, una risposta
certa sulla possibilità di
modificare la Legge elettorale riducendo a 50 il
numero dei consiglieri ritengo necessario stabilire
una data certa e andare a
votare entro Natale. Nessuno capisce e condivide
questa attesa -sottolineala stampa non la spiega, i
cittadini la giudicano con
sospetto e noi invece non
abbiamo nulla da nascondere e vogliamo ridare
subito la parola al popolo.
Cosi facendo, dopo aver
già intaccato il nostro
largo
consenso,
rischiamo di prosciugarlo.
Perché ci isoliamo, mentre
dovremmo fare l'esatto opposto, rilanciare con un appello e un manifesto
programmatico l'alleanza tra
centrodestra, Udc e Destra
riprendendo il filo del governo della Regione da dove
Fiorito l'ha interrotto", è la
conclusione del dirigente
del Pdl. Una dichiarazione
che viene valorizzata dal
commento di Francesco Sto-
race, leader de La Destra.
“Al di là della polemica
dell’on. Sammarco contro la
sinistra, credo che non si
debba sottovalutare la presa
di posizione di Fabio Rampelli. L’orientamento favore-
vole al voto in tempi rapidi
non vede più solo la nostra
disponibilità. E del resto
sono stati i pasticci di governo e i capricci della sinistra ad imporci il voto per 70
consiglieri regionali”.
Manca il numero legale
Il caso Vincenzo Maruccio
II Municipio: La Destra sventa
l’assalto dei palazzinari al mercato
Fondi regionali Idv, domani l’interrogatorio
vendere uno storico mercato rionale in
cambio di appartamenti popolari. Togliere
il punto di riferimento per un quartiere, per
lasciare spazio ad una spianata di parcheggi
interrati. I consiglieri de La Destra del II
Municipio, Massimo Inches e Pietro Cassiano si sono opposti alla delibera 129, in
cui si prevede che il Comune di Roma
ceda alla Cam Srl, ennesima società del
P.U.P, programma urbano di parcheggi, il
mercato di via Chiana. La prospettiva era
demolirlo e ricostruirlo con vari piani, alcuni destinati a parcheggi interrati ed altri
ad abitazioni popolari soprastanti l’area
mercatale. La scarsa presenza in aula, ieri,
dei consiglieri di maggioranza, ha fatto sì
che l’opposizione de La Destra fosse decisiva. Da tempo impegnati nella difesa degli
interessi del cittadino, i due consiglieri riescono
a portare avanti numerose iniziative sul territorio.
“Oltre a questo immobile”- ha commentato
Massimo Inches, in un comunicato ufficiale-
S
“dovremo batterci per impedire che la stessa
sorte tocchi anche ai mercato di via Antonelli
e via Magnagrecia. Rientrano tutti, infatti, in un’
unica strategia del sindaco Alemanno. Conte-
stiamo la procedura adottata per l’assegnazione
dell’appalto alla società Cam, senza una bando
pubblico di gara, ma con affidamento diretto,
fatto grave che solleva dei dubbi sulla regolarità
dell’intera operazione”.
C. P.
iprenderà domani, dopo lo
choc per l’improvvisa scomparsa del procuratore aggiunto
Alberto Caperna, l’inchiesta
sull’utilizzo dei fondi regionali
del gruppo consiliare di Italia
dei Valori. Sarà infatti interrogato l'ex capogruppo dell'IdV
alla Regione Lazio, Vincenzo
Maruccio, che dovrà rispondere alle domande dei magistrati che lo indagano per peculato nell'ambito dell'inchiesta
sulla gestione dei fondi pubblici
per finalità politiche. I titolari
dell’inchiesta, il procuratore
aggiunto Nello Rossi ed il sostituto Stefano Pesci, intendono
in particolare fare luce su una
decina di suoi conti correnti
di circa 700 mila euro provenienti dal conto Idv alla Pisana.
Maruccio respinge l'accusa di peculato sostenendo di aver utilizzato quei fondi per finalità politiche, ma dovrà spiegare perché è
R
titolare di tanti conti correnti, documentando
anche le ragioni della movimentazione di
denaro registrata.
R. V.
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Giovedì 18 ottobre 2012
Roma
I fiumi della Capitale: discariche a cielo aperto
Roma come Delhi
E la Polizia Fluviale si ferma a Ponte Milvio…
Controllano i senza fissa dimora
che hanno scelto
come casa uno
dei tanti ponti del Tevere”.
Questo si legge sul sito
www.poliziamoderna.it (il
mensile della Polizia di
Stato), quando si cercano
informazioni sulla Polizia
Fluviale di Roma Capitale.
Se, incuriositi, si scende
un po’ più giù, si scopre
che “Ogni giorno i dieci
specialisti di questo nucleo
si mettono in acqua, a turno, per percorrere le acque del Tevere in due direzioni: dall’Isola fino a
Fiumicino e dall’Isola fino
a Ponte Milvio”. Benissimo.
Non è un mistero che senza tetto, rom, zingari, nomadi abbiano scelto i ponti
del ” biondo Tevere” (che
oramai è diventato grigiastro), come loro abitazione.
E cosa succede al di sopra delle rapide del ponte
dei lucchetti, limite invalicabile per i potenti mezzi
della fluviale?
Il Tevere è di tutti. Almeno
dovrebbe esserlo. Lo era
all’epoca dei legionari e
dei centurioni. Oggi, nella
Roma moderna e multietnica, non è più così. Chiunque provi a farsi una corsa,
una pedalata in bici, una
“vogata” sul lungofiume,
non potrà fare a meno di
incappare in alcune dozzine di baracche, praticamente dei piccoli villaggi
multietnici. Da queste abitazioni improvvisate, provengono odori paragonabili solo agli effluvi dei
quartieri degradati di New
Delhi. Il contrasto fra i verdi
prati all’inglese dei circoli
più esclusivi che si affacciano sull’acqua
e le tendopoli a cielo aperto -a poche
decine di metri- è notevole. Sì, perché
mentre da una parte si gioca golf e si fa
un brunch, poco più in giù, i nomadi si
dedicano alla pesca del “pregiatissimo”
(e “sanissimo”) pesce d’acqua dolce. Il
problema, però, non riguarda solo il più
grande fiume della Capitale. Se per
errore doveste avventurarvi in canoa
alla foce dell’Aniene, verreste letteralmente aggrediti da un’altra categoria di
“pescatori”. Questi non con semplici
lenze e canne, ma proprio con delle
reti. E voi, con il vostro remare, disturbereste la loro attività. L’Aniene, fra l’altro, è
il fiume più inquinato del Lazio. Più del
Tevere. Infatti, lungo le sue sponde, spuntano tendopoli come funghi. E tutti i rifiuti
prodotti dagli abitanti finiscono gettati
nell’acqua, che diventa la migliore delle
discariche. Basta girare, anche solo in
macchina, per inspirare dei “salubri”
fumi che salgono fino alla Salaria. L’odore
della gomma bruciata permea l’intera
zona di Prati Fiscali (e dintorni). I cumuli
di spazzatura prodotta ed accatastata
lungo gli argini si vede senza difficoltà,
specialmente da Viale di Tor di Quinto.
Tutti i rifiuti gettati nell’Aniene, vengono
trascinati dalla corrente fino al Tevere e,
Degrado in città
L’Aniene e il Tevere sono
diventati appannaggio esclusivo
dei nomadi e dei loro rifiuti,
mentre la pazienza dei residenti
è ormai al limite
“
da lì, il passo per arrivare al mare è
breve. Insomma, il degrado è a livelli
drammatici. Anche perché gli abitanti si
vedono svalutare le case di mese in
mese. Chi vorrebbe andare a vivere in
quella che sembra la periferia di Calcutta?
Nessuno si degna di lanciare un allarme.
Niente dichiarazioni. Neppure da parte
dell’intellighenzia di sinistra, per difendere “i poveri nomadi dal degrado”,
così come hanno fatto per lo sgombero
del Campo di Tor de’ Schiavi.
Roma non è (e non deve diventare)
Mumbai. E il Tevere, come l’Aniene,
non deve fare la fine del Gange.
Micol Paglia
✟
I consiglieri regionali de La Destra,
Francesco Storace
e Roberto Buonasorte,
piangono increduli la scomparsa
di ANGELINO ROSSI
straordinaria figura
della militanza romana
che non dimenticheranno mai
L’ALTRA FACCIA DELLA MEDAGLIA
enza pensarci, si è tolto i vestiti
e si è gettato nella melma.
Unico pensiero, salvare le persone all’interno dell’auto che pochi
secondi prima era finita in un canale della piana del Fucino. Il misterioso eroe è un marocchino che
subito dopo l’arrivo dei soccorsi,
è sparito nel nulla. Romina e suo
marito Massimo erano, insieme al
figlio di 5 anni, sulla Provinciale
20 fra Avezzano e San Benedetto
dei Marsi.
“Stavo percorrendo la provinciale
e la visibilità era scarsa per la
nebbia”- continua Romina Ricci,
dal letto dell’ospedale di Chieti,
dove ora è ricoverata- “Cercavo
di pulire i vetri che si appannavano
con un fazzoletto, ma non potevo
accostarmi perché non c’era spazio. Sono arrivata al curvone senza
accorgermene”. La macchina vola
giù nel canale, sono attimi terribili.
Il marito perde i sensi ed il bambino piange, tra le braccia della
madre che lo raggiunge sul sedile
posteriore. In quel momento l’in-
S
tervento provvidenziale dell’eroe
clandestino. Riesce a tirarli fuori
dall’auto, salvandoli tutti. E’ un giovane sui 25 anni, questi i ricordi
della donna, insieme a lui un altro
ragazzo ed una ragazza. “ Senza
loro saremmo affogati, mi piacerebbe conoscere chi ci ha salvati
e ringraziarli” è l’appello di Romina
ai suoi salvatori.
Il presidente della Provincia de
L’Aquila, Antonio Del Corvo, ha
lanciato un appello perché l’uomo
si faccia vivo: “dev’essere uno di
quei ragazzi che lavorano nel Fucino e sono qui per necessità”- ha
dichiarato-“ ha perciò tutte le caratteristiche per rientrare nel processo di regolarizzazione in atto
in questi giorni. Se si farà avanti
intercederò presso la prefettura.
Andrà sensibilizzato il suo datore
di lavoro, vedremo chi è, questo
ragazzo ne ha tutti i meriti. È la dimostrazione che tra gli immigrati
ci sono tante brave persone.”
Carola Parisi
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Giovedì 18 ottobre 2012
Dal Mondo
Elezioni Usa
I democratici in rimonta
Il dibattito va ad Obama
ma non frena Romney
La sfida diventa ardua per i due candidati,
che ora si contendono le celebrità di Hollywood
di Federico Campoli
sondaggi della CNN sul dibattito
televisivo tra il presidente USA e
lo sfidante, danno Obama vincente
con il 46% delle preferenze, contro
il 39% per Romney. Finalmente
un attimo di respiro per i democratici,
che riescono così a dare un nuovo slancio
alla campagna elettorale. Romney si è
lasciato scappare una delle sue gaffes.
Oggetto del fraintendimento sono le donne, che con fatica stava portando a sè. La
domanda posta riguarda le disparità salariali tra uomini e donne e il tema lo
porta a divagare un po’ troppo. “Mi sono
impegnato a cercare delle donne che
abbiano dei curricula qualificati, ho chiesto
a gruppi di loro di aiutarci a trovare
donne così. Ora ho i “Binder”- i raccoglitori ad anelli-pieni di donne”, questa
la frase incriminata. Il candidato repubblicano intendeva dire che possiede già
molti nomi femminili candidati a partecipare al suo governo. Ma questo non basta
certo a fermare la satira, che impazza su
internet. Questo sembra essere sufficiente
per decretare già una mezza vittoria per
Obama.
Il confronto si accende poi sulla politica
estera, tema su cui il candidato mormone
aveva picchiato duro. Romney incalzava
il presidente USA sulla questione del-
I
l’omicidio dell’ambasciatore americano
in Libia. L’accusa mossa era di non aver
definito l’assalto come attentato terroristico.
Ma Obama non si fa trovare impreparato
e legge una delle sue prime dichiarazioni
in merito, smentendo le parole del candidato. Romney questa volta non può
nulla. Ad apporre il carico da 90 ci
penserà il Segretario di Stato Hillary Clinton, che si assume tutta la responsabilità
sulla questione libica, togliendo un po’
di peso dalle spalle del presidente.
La sfida continua sui temi di sempre.
Obama gestisce bene gli argomenti come
l’immigrazione e, battendo sul ferro caldo,
sulla parità nei posti di lavoro. Non si
trattiene nemmeno nel ritirare fuori alcune
vecchie dichiarazioni del suo sfidante,
come quella del “47% degli americani
mantenuti dallo Stato”. Le risposte dalla
controparte arrivano, come la lunga filippica sulle promesse non mantenute in
campo economico e sui posti di lavoro.
Ma i due scivoloni, alla fine, non lasciano
scampo al repubblicano. Di certo Obama
non ottiene il ribaltone rispetto al primo
dibattito sostenuto, dove Romney aveva
dato il meglio di sé, ma riesce almeno a
riportarsi alla pari.
Ora il presidente sfrutta la vittoria televisiva e si concentra sulle visite programmate nei due “swing States”, Iowa e Ohio,
fondamentali per le elezioni. Romney in-
ANCHE LE CELEBRITÀ SI SCHIERANO
vece organizza il suo convegno in Virginia
dove tenterà di aumentare il distacco.
L’entusiasmo dei democratici è alle stelle,
ma ci pensano i sondaggi nazionali a
raffreddare gli animi. Nonostante la performance, l’inquilino della Casa Bianca
si attesta ancora al 47%. Mezzo punto in
meno dello sfidante, che si mantiente
sul 47,5%. Si registra inoltre un netto distacco dei repubblicani in Stati come
Florida, North Carolina e Virginia. Anche
Stati-roccaforte dei democratici come il
New Hampshire o il Wisconsin, si ritrovano in una situazione di incertezza. E
mentre la campagna elettorale è colta
da un nuovo slancio vitale, la battaglia si
sposta sul fronte degli “sponsor elettorali”. Sì, perché anche le celebrità si
sono attivate e i due contendenti trovano
nuovi sostenitori per la loro causa. Si
tratta delle celebrità americane, che in
gran numero prendono parte allo scontro
elettorale. Romney è il preferito dalle
stelle di Hollywood come Clint Eastwood
e Lindsay Lohan. Indecisi, invece, sembrano essere Denzel Washington e Ben
Affleck, che alle scorse elezioni votarono
per Obama. Dal canto suo, il vincitore
dell’ultimo dibattito televisivo attira su
di sé simpatie molto più piccanti. Una
battaglia elettorale che, a poco più di
due settimane dalla fine, sembra essere
senza quartiere.
Clint Eastwood
Madonna
Celebrità
pro Romney
Celebrità
pro Obama
Attori:
Clint Eastwood,
Lindsay Lohan, Stacey Dash,
Chuck Norris
Attori:
Scarlett Johansson,
Eva Longoria, Angelin Jolie
Musicisti:
Lynyrd Skynyrd, Kid Rock,
Dave Navarro, Beach Boys,
50 Cent, Nick Minaj
Pornoattrici:
Jenna Jameson
Musicisti:
Katy Perry, Madonna
Pornoattrici:
Kayden Kross,
Dana Dearmond,
Kimberly Kane, Jessica Drake,
Joanna Angel, Penny Pax
Giovedì 18 ottobre 2012
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Società
Ci si esprime su tutto e tutti. Twitter non conosce tabù
Il cinguettio della politica
La top ten dei più attivi sul Social Network
Tecnologia
Oltre che comunicarci pensieri,
eventi istituzionali o commenti
sull’attualità, rispondono costantemente alle critiche e agli appunti
che chiunque utente può fare.
di Carola Parisi
empre attaccati al telefonino, all’ipad o al computer, come fossero liceali
alla
prima
cotta.
“Cinguettano” pensieri e ci raccontano la loro vita. I politici si innamorano di Twitter. Ne sono dipendenti,
totalmente. Ogni cosa che fanno o pensano
devono dircela, a tutti i costi. Un enorme
confessionale, dove ci si confronta, ci si insulta, ci si scusa o si attacca. Un modo per
rendersi trasparenti, portando il privato
nello spazio pubblico. Twitter non conosce
tabù, ci si esprime su tutto e tutti e oltretutto
è un grande esercizio di sintesi perché bisogna stare nei 140 caratteri. Conversazioni
“fast word” da leggere in pochi secondi,
contro ogni purismo linguistico e grammaticale.
Il “cinguettio” globale sta cambiando radicalmente il modo di interagire e, soprattutto,
il modo di fare politica. Tutti presenti i politici italiani, tanto che il Sole 24Ore ha stilato
una lista dei più attivi nei tweettaggi quotidiani: cominciamo da chi si è guadagnato il
primo posto, Gianmario Mariniello, coordinatore nazionale di Generazione Futuro. Sicuramente i suoi 25 anni lo aiutano e anche
la necessità di trovare nuovi adepti per le
confuse scelte politiche del suo leader.
Al secondo posto il Pdl, @ilpdl,
che ci tiene a condividere
queste perle “Se tutte le Regioni fossero come la Lombardia...”, saremo messi peggio
di come siamo già. Terzo posto
per Davide Boni, consigliere regionale lombardo, che ci tiene a salutare,
quasi
tutte
le
mattine:
“Buongiorno uscito ora da casa... buona
giornata a tutti... Stamattina un po' più comoda...have a nice day”. In questi giorni al
Pirellone non devo essere proprio delle
buone mattinate. Avanti verso il quarto
posto, scesi dal podio troviamo il Sindaco
più ansioso di tutti, Gianni Alemanno. Dopo
giorni di allerta per l’arrivo di Cleopatra e
due ore di pioggia intensa, ha sottolineato
con un tweet: “Come previsto dalla Protezione Civile, la pioggia si è abbattuta su
Roma.” Pensava di essere spiritoso, ma non
l’ha capito nessuno. Anna Paola Concia, PD,
è al quinto posto con 1300 tweet. Nella
classifica anche il nostro direttore Francesco Storace, @FstoraceStorace, ormai cin-
S
Dal 26 ottobre, un nuovo appuntamento con la tecnologia
guettatore accanito.
Ma cosa fanno i nostri politici sulla rete?
Oltre che comunicarci pensieri, eventi istituzionali o commenti sull’attualità, rispondono costantemente alle critiche e agli
appunti che chiunque utente può fare. E’
come centralino sempre attivo in cui tutti
possono chiedere, lamentarsi e prenderli in
giro. Tutto questo ce li fa sentire più vicini,
più accessibili e a portata di tweet…
Microsoft lancia la sfida:
in arrivo Xbox Music
Trenta milioni di brani per rispondere a iTunes
di Francesca Ceccarelli
partito il conto alla rovescia per la Microsoft: il colosso americano ha deciso
di sfidare apertamente l’inarrivabile
iTunes di Apple con un nuovo prodotto che
arriverà sul mercato il prossimo 26 ottobre.
Si chiama Xbox Music , questo nuovo prodotto made in USA che almeno in fase sperimentale sarà disponibile solo negli States e
per coloro che sono in possesso dell’omonima console. La nuova Xbox affronta, supportata dal neonato Windows 8, un fiore
all’occhiello della Apple come iTunes, offrendo due modi diversi di fruire di ben 30
milioni di brani musicali a disposizione, ma
ecco la differenza sostanziale: l’utente avrà
una scelta musicale ancora più ampia con
l’aggiunta di altri 4 milioni di canzoni e uno
streaming totalmente gratuito grazie ai banner pubblicitari che il fortunato avventore
dovrà sopportare e inoltre potrà godere di
un ascolto senza limiti di tempo e di un servizio di stazioni radio che trasmettono musica in base ai propri gusti. Tutto questo al
modico prezzo di 9,99 dollari mensili, una
cifra che di sicuro non tarderà a fare proseliti
tra gli appassionati. Un vero azzardo per la
società di Bill Gates che di certo non vanta
È
dei successi in campo musicale: basta ricordare il clamoroso fiasco del prodotto Zune
che fu accolto molto freddamente dai consumatori mondiali che hanno continuato a preferire l’inossidabile iTunes. Ma questa volta
Xbox Music ha tanti validi pro a suo favore
che fanno ben sperare i suoi ideatori in un
successo sul mercato. Innanzitutto la chiara
volontà di puntare sullo streaming, premessa
ormi necessaria anche in ambito musicale, e
poi la capacità di concentrare più servizi
come Spotify, Rdio e community in un solo
prodotto come MOG. Inoltre è la condivisione il vero punto di forza: attraverso reti
sociali come So.cl sarà consentito agli utenti
condividere brani e gusti musicali sul web,
oltre che stringere amicizia tra di loro per
collaborare magari anche in progetti artistici. Per quanto riguarda lo scenario italiano
ancora non si sa molto: non esiste una data
ufficiale per il lancio del prodotto perché ancora sono in corso le trattative per il pagamento dei diritti d’autore. Di sicuro un
accordo verrà trovato entro l’anno, termine
ultimo anche per poter usufruire delle applicazioni per iOS e Android. In attesa della
leggendaria sfida… buon ascolto a tutti.
10
Giovedì 18 ottobre 2012
Sport
Nuoto sincronizzato:
un amore
oltre le ingiustizie
Storia di dieci giovani ragazze
della Nazionale italiana all’inseguimento
di un sogno chiamato Olimpiade
Le atlete della Nazionale
italiana di nuoto sincronizzato
di Federico Colosimo
o sport è divertimento,
passione, sacrificio, sogno, amore, rinuncia. Un
insieme di sensazioni irrinunciabili, non comandabili. Ci sono discipline conosciute solo ed esclusivamente per
il loro forte appeal mediatico. Altre, ritenute a torto “inferiori”, che
a stento vengono considerate
dall’opinione pubblica e dalla
carta stampata. Tra queste, ce n’è
una fantastica: il nuoto sincronizzato. Uno sport dove la fatica, la
pazienza e gli allenamenti non conoscono limite. È il caso delle
atlete della Nazionale italiana.
Ogni anno si trovano a combattere
ai confini dell’ Europa e del
mondo per i più grandi trofei in
palio, e non godono di alcuna considerazione. Atlete semplici, giovani e forti. Non solo a livello tecnico o atletico, anche mentale.
Storia di sportive che passano la
maggior parte del loro tempo lontano dagli affetti e dalle proprie
abitazioni. Per 11 mesi all’anno,
sonocostrette a fronteggiareallenamenti perenni. Duri, di oltre otto
ore, intervallati da un breve riposo
pomeridiano. Sedute serrate, alla
ricerca della perfezione. Perfezione apparentemente impossibile, in uno sport ove la sincronia
dei movimenti regna sovrana.
Sotto le stesse colonne sonore che
si ripetono fino all’esasperazione,
le ragazze si concentrano su quegli automatismiincredibili e incantevoli per stupire la platea presente sugli spalti delle piscine. E,
soprattutto, per convincere gli otto
e a volte terribili giudici di gara
(previsti dal regolamento della
F.I.N.A associazione di federazioni
nazionali). E’ la vitadi queste
atlete, chedopo 4 anni di allenamenti, per via di un regolamento
apodittico (che non premia la meritocrazia), hanno dovuto rinunciare al loro sogno: qualificarsi alle
recenti Olimpiadi di Londra 2012
con l’esercizio a squadre. Una delusione incredibile per queste ragazze, che per almeno il prossimo
quadriennio, dovranno abdicare a
quel traguardo sportivo cosìunico
nel suo genere. Vi sembrerà poi
assurdo, altresì, sapere che per le
atlete della nazionale, il solo poter
qualificarsi ai giochi olimpici,
senza avere alcuna possibilità di
vittoria, sarebbe il coronamento
di una vita sportiva. Un miraggio,
sì, perché consapevoli,appunto,
ancor prima di entrare in acqua,
di non poter arrivare sul più alto
gradino del podio. Proprio così,
L
Nazionale Italiana
nuoto sincronizzato:
perché in questo sport, molte nazionali, tra cui l’Italia, sono ritenute,a priori, (e quindi ancor
prima di svolgere il proprio esercizio),non al livello delle più
grandi potenze mondiali del nuoto
sincronizzato (Russia, Spagna,
Cina e Canada). Tutto ciòpotrebbe già bastare per comprendere la grande arretratezza e la
gigantesca crudeltà ed ingiustizia
di questa materia.Purtroppo,
però, il peggio deve ancora venire. Le sirene, come se non bastasse, hanno risentito, fino allo
scorso anno, della crisi generale
in cui versa il nostro Paese e lo
sport italiano. Al contrario di tutti i
comuni mortali, le ragazze azzurre, passando la giornata all’interno della piscina, nella maggior
parte dei casi (pochi e rarissimi),
non hannoneanche avutola possibilità di inseguire e conseguire un
titolo di studio che vada oltre al
diploma di licenza superiore. Potremmo quindi immaginare che,
per passar sopra a queste incredibili ingiustizie, queste giovani
atlete siano remunerate, da parte
della Federazione Italiana nuoto,
con un adeguato compenso mensile? Pura immaginazione. Solo
l’entrare a far parte dei gruppi
sportivi delle Fiamme Oro e della
Marina Militare (avvenuta lo
scorso anno), con un conseguente
stipendio mensile, ha consentito
alle atlete azzurre di continuare a
credere nella magia dello sport.
Magia che non ha potuto contagiare alcune ragazze, le quali
hanno dovuto rinunciare alla propria disciplina per garantirsi un
futuro degno. Futuro che la Federazione Italiana Nuoto non può
garantire, a causa di una piccolissima borsa di studio (di circa
€ 10.000,00 all’anno), concessa
a favore delle atlete non mensilmente, bensì in due rate annuali.
E’ il paradosso dello sport italiano. Cosa ha spinto, allora, queste atlete a continuare a coltivare
la loro passione sportiva? L’
amore per il nuoto. Le ragazze
della Nazionale, con la loro esperienza, ci hanno ricordato che i
sogni vanno inseguiti e raggiunti.
Il loro obiettivo, oggi, si chiama
Rio de Janeiro 2016 (sede dei
giochi olimpici del 2016). Contro
ogni ingiustizia e oscurità istituzionale, non molleranno. In questo articolo, un chiaro esempio di
triste quotidianità..
Federica Bellaria
(Fiamme Oro/Busto nuoto)
Elisa Bozzo
(Marina Militare/Aurelia Unicusano)
Beatrice Callegari
(Marina Militare/Veneto Banca Montebelluna)
Camilla Cattaneo
(Fiamme Oro/Carisa Savona)
Mariangela Perrupato
(Fiamme Oro/Aurelia Unicusano)
Giulia Lapi
(Fiamme Oro/Carisa Savona)
Manila Flamini
(Fiamme Oro/Aurelia Unicusano)
Sara Sgarzi
(Fiamme Oro/Uisp Bologna)
Benedetta Re
(Fiamme Oro/Aurelia Unicusano)
Dalila Schiesaro
(Fiamme Oro/Carisa Savona)
Giovedì 18 ottobre 2012
11
Rubrica
Lettere al Direttore
Guido Paglia risponde
Pensioni: il dramma degli esodati
► Caro Direttore,
sfogliando “Il GIORNALE D’ITALIA" (ormai è una piacevole consuetudine del mattino), devo dirti
che lo trovo molto interessante. Un grazie ed i complimenti vanno a te e alla redazione. Vorrei però
evidenziarti la necessità di seguire il tema ricorrente e doloroso degli “esodati” e delle altre
criminali modifiche dei criteri per le pensioni. Un tema fondamentale per centinaia di migliaia di
famiglie italiane.
Credimi, siamo di fronte ad una vera e propria truffa Monti-Fornero. Infatti con Decreto
Interministeriale del 1° Giugno 2012 pubblicato sulla G. U. n. 171 del 24 Luglio 2012 si cambiano i
requisiti previsti nella legge 214 art 24 comma 14 del 22 Dicembre 2011 prevedeva la salvaguardia
degli esodati, compresi i lavoratori prosecutori volontari. A questi ultimi, oltre alle autorizzazioni
antecedenti al 4 Dicembre 2011, vengono inseriti altri due requisiti:
1) Non essersi rioccupati dopo il pensionamento;
2) L’avere almeno un ulteriore “contributo volontario accreditato o accreditabile” al 6 Dicembre 2011.
A che servono queste ulteriori ristrettezze? Solo alla Fornero per dimostrare che le sue previsioni
(65.000) sugli esodati erano giuste. Perché è palese a tutti che, più paletti metti, meno italiani
vanno in pensione. È un’altra vergogna italiana se si pensa a quanti sforzi si fanno per trovare
lavoro ai giovani.
Io sono uscito dal lavoro il 31 Dicembre 2008 e ti domando: stando inoccupati per tutto questo
periodo, come si sarebbe campato?
Un saluto di vero cuore.
Aldo Falco
Elsa Fornero e Mario Monti
► Caro Falco,
hai perfettamente ragione. La riforma delle pensioni Monti-Fornero sta creando dei guasti
inimmaginabili. Soprattutto verso i più deboli: la vicenda delle centinaia di migliaia di esodati,
è obiettivamente allucinante. Vedrai, “Il Giornale d’Italia” se ne occuperà presto ampiamente,
denunciando le nefandezze più clamorose. E in questo chiediamo aiuto ai lettori come te:
segnalateci i casi più eclatanti.
Perché in via Corridoni?
► Caro Direttore,
tralascio gli scontati complimenti per l’impostazione data al “Giornale d’Italia” che sto prendendo
come primo appuntamento di tutte le mattine.
Ho saputo che la Redazione si trova in Via Filippo Corridoni. E da persona che si è sempre
impegnata nel Sindacato, non posso che essere felice di questa “coincidenza”…se di coincidenza
si tratta.
Nei 10 anni in cui ho avuto l’onore di dirigere la CISNAL romana e di collaborare, come suo vice,
con Ivo Laghi, storico Segretario Generale negli anni ’80, la figura di Corridoni è stata sempre un
punto di riferimento preciso ed imprescindibile per chi voleva militare in quel sindacato.
Oggi, vedere che questa storica testata ha sede nella via dedicata all’”Apostolo del Lavoro” (come
venne definito Corridoni), mi provoca oltre che emozione, un senso di riscossa che ho avuto modo
di esternare il 16 Luglio scorso nel convegno che Francesco Storace ha voluto dedicare alla figura
di Ivo Laghi e di cui sono stato relatore.
Di fronte all’azione iniqua e prepotente del Governo Monti, è necessario rispondere con quel
Sindacalismo Rivoluzionario che fu propugnato e predicato da Filippo Corridoni.
Penso che l’attualità del pensiero corridoniano sia più che mai riproponibile oggi, proprio dalle
pagine del Giornale d’Italia.
Essere Sindacalisti Rivoluzionari vuol dire essere “fuori dal coro”, in una logica di partecipazione
e non di contrapposizione con il Capitale. Ma che non può mai scadere nel liberismo sfrenato, che
oggi è rappresentato dal potere della finanza e delle banche.
Concludendo, penso che le “coincidenze” non esistano ma siano il risultato di scelte precise che
caratterizzano la vita di ognuno di noi e, ovviamente, in questo caso le scelte di una gloriosa testata
come il Giorrnale d’Italia.
Ancora auguri e “Ad Majora”.
Massimo Visconti
► Caro Visconti,
la scelta della redazione del Giornale d’Italia in via Filippo Corridoni non è affatto una coincidenza,
ma una mia scelta precisa. Da ex-sindacalista della FNSI (l’organismo dei giornalisti), ho sempre
avuto un’ammirazione sconfinata per la sua figura. Per il coraggio politico (fu fra i pochi
a scontrarsi con lo stesso Mussolini) e fisico (non a caso morì da eroe nella Prima Guerra Mondiale
e si meritò la medaglia d’oro al valor militare). Ma è soprattutto la figura del sindacalista
rivoluzionario anti-colonialista che mi ha affascinato. Perché in lui ho sempre visto il precursore
dei valori di una Destra Sociale e Popolare che oggi, con Francesco Storace, tiene alta la bandiera
della difesa dei più deboli.
Filippo Corridoni con Benito Mussolini nel 1915
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Giovedì 18 ottobre 2012
D
12
opo la bella manifestazione tenuta a Napoli il 9 Giugno
liani ormai da mesi ingiustamente trattenuti in India per colpa di un
scorso, la Destra si ritroverà il 4 novembre prossimo,
governo incapace di riportarli a casa.
Festa dell'Unita nazionale e delle Forze armate, unita in
E, ce lo auguriamo tutti di cuore, festeggeremo il nuovo Governatore
un evento di emozionanti significati.
della regione Sicilia, Nello Musumeci, uno dei fondatori del nostro
Tre motonavi allestite con il verde, bianco e rosso del nostro amato
partito. Figlio della Trinacria che solcherà idealmente il fiume col
tricolore partiranno dalla sponda emiliana del Po, lato Piacenza, per
tricolore, unendo Sud e Nord.
attraccare su quella lombarda, nel lodigiano. Un evento immaginato
Come é da nostra tradizione, sarà una manifestazione gioiosa, dove
e realizzato per evocare simbolicamente il legame indissolubile
famiglie, giovani e adulti insieme armoniosamente si ritroveranno
della nazione, unendo le sponde del fiume più grande d'Italia, sor-
uniti dal grande amore per l'Italia.
montato dalla nostra bandiera, e sostenuto dall'amore della nostra
La prossima settimana si riuniranno le federazioni de La Destra del
patria tutta.
Settentrione che coordineranno con Livio Proietti e Maurizio Bru-
Per l'occasione ricorderemo i nostri soldati caduti nelle missioni
giatelli gli ultimi dettagli al fine della buona riuscita di un evento
all’estero, e urleremo “Marò liberi” a sostegno dei due militari ita-
che, siamo sicuri, sarà memorabile.