FiloStraTa n° 51

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FiloStraTa n° 51
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®
RIVISTA FILOSTRATA
GENNAIO 2016
SOPRAVVIVENZA,
INNOVAZIONE E SVILUPPO
filostrata
Quadrimestrale di informazione Anno XIX - N° 1 - GENNAIO 2016
Sped.Abb.Post / 70% Filiale di Padova da P D C.M.P.
A cura di Claudio Frasson
La nostra ventennale esperienza nell’ambito della formazione, consulenza e coaching, messa con successo al servizio di migliaia di persone, centinaia di imprenditori e qualche decina di aziende, ci consente di esprimere il nostro pensiero anche negli aspetti maggiormente legati al mondo del business, della finanza e del controllo di gestione
delle imprese. Un tema che talvolta abbiamo affrontato, anche grazie al supporto di qualificati partner, nei vari progetti di ricambio generazionale o manageriale ma ancor
più frequentemente in quelli di sviluppo organizzativo.
Nel mio ruolo di business ed executive coach, mi trovo tra l’altro a confrontarmi spesso su questi argomenti, soprattutto negli ultimi tre anni. In particolare, da quando affianco
più intensamente gli imprenditori nella ricerca del modo di affrontare gli sviluppi futuri delle varie attività che gestiscono, noto in loro un certo disorientamento. Una difficoltà
causata prevalentemente dalla “crisi” che sta provocando molta frustrazione, tensione e insicurezza ma anche dalla situazione di grande “incertezza del mercato”, una difficoltà
che si vive in Italia ancor più che in altre parti del mondo.
Per molte aziende mettere insieme risposte adeguate alle necessità di sopravvivenza con quelle di innovazione e di sviluppo, è qualcosa di molto arduo da affrontare. Il
desiderio di estendere le riflessioni su questo tema è quindi molto forte per tutti gli imprenditori; per noi, lo scopo è come sempre quello di fornire alcuni spunti che siano
utili sia a coloro che usufruiscono già di
adeguati servizi di consulenza, sia ad altri
che potrebbero trovarsi più o meno e per
i più diversi motivi in questa situazione. Di
questi tempi, in Italia e a maggior ragione
nel Nord Est, anche i modelli di business
della PMI, relativi a molti settori artigianali,
commerciali, industriali e professionali,
dovrebbero diventare oggetto di una
profonda rivisitazione. Questa necessità
che sta diventando sempre più impellente, riguarda soprattutto quelle aziende
che scoprono di essere in ritardo, rispetto
alle necessità di cambiamento che si
stavano manifestando negli ultimi dieci
anni. La crisi economica, strutturale e
GRUEMP
politica che stiamo attraversando nel nostro paese, sta evidenziando quanto sia determinante imprimere una
forte accelerazione nel considerare lo stato dell’arte attuale delle imprese, in rapporto alle reali e concrete possibilità di sviluppo futuro del business. Oggi, operando a maggior ragione in contesti poco rassicuranti, gli imprenditori non possono più essere lasciati soli ad affrontare l’incertezza e ad interpretare i fenomeni che scaturiscono
dalle influenze esterne ed interne alla
loro organizzazione; la maggior parte
di loro deve scoprire assolutamente
quale può essere il modo più realistico, e sottolineo “realistico”, per recuperare competitività nel mercato globale in armonia con i valori del fare
impresa a livello locale (GLOCAL
SITUATION).
Per ulteriori informazioni visitate il sito WWW.GRUEMP.IT
FILOSTRATA - Anno XX - N° 1 Gennaio - dal 1996 51^ ed.
Rivista quadrimestrale - Autorizzazione del Tribunale di Padova n. 1490 del 12.12.1995 Sped. Abb. Post. - 70% filiale di Padova
Editore, direzione, amministrazione e redazione:
Via G. Fortin 6-7 - 35128 Padova - tel. 049.80.25.103 - fax 049.80.37.049 - Mail: [email protected]
Direttore editoriale: Claudio Frasson
Direttore responsabile: Erika Bollettin
Comitato di direzione: Claudio Frasson e Damiano Frasson
Segreteria di redazione: Silvia Vettore
Redazione grafica: Andrea Frasson
Stampa: Grafiche Leone - Noventa Padovana (PD) / Flyeralarm SrL - Bolzano
I marchi e le denominazioni FiloStraTa, GRUEMP, Corsa Nella Luce, Avventura Vincente, Uomini Eccellenti, SODIART, Cliente-A.MI.CO., GRUEMP
MEDIAFORM, formazioneAmica, e altri sono registrati © dal 1996 GRUEMP snc - Padova.
Scritti e disegni pubblicati rimangono di proprietà esclusiva e riservata della rivista. I manoscritti non pubblicati non vengono restituiti. Il contenuto
degli articoli non redazionali, non impegna il pensiero della Direzione.
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GRUEMP HA SEDE A PADOVA E SI OCCUPA DI
FORMAZIONE, CONSULENZA, COUNSELLING E
COACHING. IL PROGETTO NASCE NEL 1993 CON I
FRATELLI CLAUDIO E DAMIANO FRASSON,
FORMATORI, CONSULENTI E COACH, ESPERTI IN
SISTEMI E STRATEGIE FINALIZZATI ALLO SVILUPPO
PERSONALE E PROFESSIONALE.
EDITORIALE
- A cura di Claudio e Damiano Frasson
DI CORSA VERSO IL FUTURO
Nuovi scenari si stanno affacciando sulla scena della nostra vita quotidiana e tutto il mondo è attraversato da profondi cambiamenti che noi tutti ci auguriamo riportino la “persona”
al centro di ogni interesse e in ogni ambito. Si sta facendo strada una maggiore consapevolezza che, senza considerare “l’umano” al centro di ogni sapere, scoperta, tecnologia, azione
di cura o di aiuto alla sua vita personale e professionale, il futuro dell’umanità rischia di oscurarsi entrando in tenebre dai risvolti apocalittici. Molte sono le conoscenze biologiche, della
fisica, della medicina, delle scienze umane che stanno ormai convergendo, pur con diverse finalità e tecniche, su identici principi e valori. Tra i tanti punti di convergenza uno, che
ormai ha messo d’accordo l’intera comunità scientifica, è il principio olistico (dal greco olos cioè: tutto, intero). Questo principio spiega come sia molto più utile e corretto considerare
l’uomo nella sua interezza a 360° invece che diviso tra corpo e mente o come singolarità delle sue funzioni. Un altro principio molto importante, anch’esso non nuovo e che sta
finalmente aprendo a nuovi scenari, è il principio “sistemico”. Questo principio spiega, tra l’altro, come tutti gli esseri viventi siano anche dei sistemi aperti in comunicazione gli uni con
gli altri capaci di influenzarsi reciprocamente attraverso processi di informazione e comunicando. Siamo dunque esseri umani che vivono, amano, confliggono, collaborano, interagiscono, comunicano, lavorano, studiano e crescono in uno straordinario momento di rinascita della comunità umana. Le moderne scienze umane e della formazione sono indirizzate
da tempo nella direzione di aiutare bambini, giovani, adulti, lavoratori, anziani a formarsi una nuova formamentis, una nuova cultura che sviluppi e potenzi la genialità che risiede in
ognuno di noi adattandola flessibilmente con l’ambiente sociale e il contesto di vita. Per andare di corsa verso questo nuovo futuro, serve mettere se stessi, le proprie relazioni con gli
altri e con il mondo al centro dei nostri interessi, allenando e sviluppando quelle capacità note come “competenze trasversali” ma che possiamo ormai chiamare esistenziali.
COMUNICAZIONE
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ISCRITTI NEL REGISTRO FORMATORI PROFESSIONISTI
AIF (Associazione Italiana formatori).
GRUEMP SIGNIFICA GESTIONE RELAZIONI UMANE E
MOTIVAZIONE PERSONALE, DICHIARANDO COSÌ,
CON IL NOME STESSO DELLA SOCIETÀ, IL FORTE
ORIENTAMENTO UMANISTICO SULLA CENTRALITÀ
DELLA PERSONA IN COSTANTE RELAZIONE CON
ALTRE PERSONE, AMBIENTI, CONTESTI E RISORSE
TECNOLOGICHE CHE LA CIRCONDANO.
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CONSAPEVOLEZZA SUL VALORE DEL “CAPITALE
UMANO”, VISSUTO NELL'IMPORTANTE RAPPORTO
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A cura di Annalisa Tria
La formazione sulla comunicazione efficace, assertività e ascolto attivo, ci può aiutare a prevenire molte situazioni di difficoltà
relazionale. Aiuta ad acquisire informazioni, conoscenze e situazioni di apprendimento che facilitano l’ascolto di sé e la comprensione anche di questi meccanismi e funzionamenti che spesso ci provocano ansia e preoccupazione. Attraverso una
buona formazione sulla comunicazione si impara a riconoscere le nostre emozioni, a gestire positivamente eventuali paure e
a migliorare il rapporto con se stessi e con gli altri.
Molte persone intervistate sulle loro capacità di comunicazione, riferiscono tendenzialmente la responsabilità del loro insuccesso comunicativo all’atteggiamento degli altri nei loro confronti, mettendo poco in risalto eventuali proprie lacune.
Ci si aspetta sempre di essere ascoltati ma si da poca importanza all’essere buoni ascoltatori, mentre in ogni buon corso sulla
comunicazione l’ascolto riveste un ruolo cruciale. La comunicazione è un’importantissima competenza che permea tutta la
nostra quotidianità ma riconoscere e gestire le sue regole risulta complesso, criteri studiati e definiti scientificamente in innumerevoli studi.
Abbiamo quasi la sensazione che cambiando interlocutore ciò che eravamo riusciti ad esprimere a qualcun altro non funzioni
più e così attribuiamo all’altro la responsabilità dell’inefficacia, al suo carattere, ai suoi comportamenti, ma non è sempre così.
Una competenza per essere tale deve essere espressa
con determinati risultati, quindi se non abbiamo determinati risultati significa che non siamo così competenti
come crediamo o vorremmo essere.
Per ottenere risultati, anche nella comunicazione come in ogni altro ambito della vita serve esercitarsi, serve
acquisire per un lungo periodo la capacità, serve mantenere allenato il muscolo, serve appunto acquisire quella
che chiamiamo “padronanza”, serve sapersi adattare a persone diverse, a contesti diversi, a situazioni diverse,
serve essere situazionalmente focalizzati su ciò che vogliamo ottenere dalla nostra comunicazione.
La velocità degli eventi, la complessità di interazioni sociali, la varietà di strumenti comunicativi rendono sempre
più importante fare una buona formazione per acquisire competenze comunicative sia interpersonali che attraverso i media, perché il grande gioco della comunicazione favorisce o penalizza molti dei risultati che otteniamo
nella nostra vita personale, professionale, sociale.
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RIVISTA FILOSTRATA
GENNAIO 2016
RIVISTA FILOSTRATA
GENNAIO 2016
ASCOLTATI BENE CHE
PARLANDOTI… PASSA
A cura di Damiano Frasson
Noi non parliamo soltanto agli altri ma anche a noi stessi: dimentichiamo troppo spesso che le prime due orecchie che sentono quello che diciamo sono le nostre. Anche
quando non esprimiamo verbalmente alcuna parola, il nostro pensiero forma nel nostro cervello le parole che pensiamo o immagini simboliche corrispondenti, quindi siamo
sempre in comunicazione almeno con noi stessi. Le parole che utilizziamo e le immagini che pensiamo contribuiscono a modificare la percezione che noi abbiamo dei fatti
che ci accadono, delle sensazioni che proviamo, delle emozioni che ci coinvolgono. Non soltanto le parole incidono su questo aspetto, ma le parole e il parlare a se stessi
sono il focus di questo articolo. Facciamo una prova: immaginiamo, appunto, che stiamo assistendo alla Televisione ad una notizia di una tragedia familiare accaduta in un
paese vicino al nostro, e noi, mentre la Tv commenta la notizia, pensiamo o bisbigliamo dicendoci così:
Oddio senti cos’è successo, che tragedia – mi tremano le gambe all’idea che possa accadere a me – potrebbe proprio capitare anche a me di perdere la testa così…e cosa faccio? – Come
reagirei? – Mio dio… che dramma… mi viene già l’ansia…senti che tachicardia – Appunto senti che ansia che mi ha messo questa notizia – dappertutto notizie tragiche e qua vicino
a casa mia, mi verrà male alla testa oggi – ma come mai penso queste cose? – forse ho proprio paura che accada anche a me… e se capita cosa faccio? – mamma mia che Ansia.
Questo circolo vizioso quando è innescato può farci fare anche un pericoloso
corto circuito dagli effetti imprevedibili. Perché ce lo siamo innescati da soli?
92 parole usate in una sequenza di 10 frasi di cui 4 Domande/con dubbio, il
tutto contenente all’interno le parole: 3 Ansia, 2 Tragedia, 1 Tremare, 1 perdere, 1
dramma, 1 tachicardia, 1 male, 2 Oddio; trasmettendo senso di impotenza, pericolo imminente, forte potenzialità e vicinanza dell’evento.
Pensi che stiamo semplificando troppo? Non è così, questo è un semplice
esempio di come si creino “inutilmente” effetti negativi sul nostro sistema
psicofisico, attraverso un uso scorretto delle parole e della nostra comunicazione interpersonale e intrapersonale.
Di fronte allo stesso evento/notizia cosa avremmo potuto dire o dirci più
correttamente?
Caspita purtroppo anche oggi un notizia brutta e triste, mi spiace per quelle persone a cui è accaduto un fatto così grave – per fortuna non è accaduto a persone di
mia conoscenza o a me – mi auguro proprio di continuare a stare bene come ora
nella mia famiglia – chissà quali saranno i motivi… – io amo la mia famiglia e i
miei figli e farò di tutto perché non accadano mai, tra noi, cose così brutte o spiacevoli – dedico un pensiero o una preghiera a quelle persone che hanno subito questa
brutta situazione.
I pensieri che noi facciamo sulle nostre percezioni e le parole che utilizziamo per descriverci o comunicare la nostra realtà, sempre più caotica e complessa, determinano le
nostre emozioni e quindi poi le nostre condizioni psicofisiche e comportamentali. Ascoltarsi bene è dunque necessario e utile, a patto che poi ci si impegni anche a parlarsi
costruttivamente e positivamente, mettendoci in condizione di agire per il meglio. Per allenare queste capacità contatta GRUEMP e il tuo life coach di fiducia.
PREVENZIONE E FORMAZIONE
... PIÙ DI UNA RIMA
A cura di Damiano Frasson
A tutti i livelli si è consapevoli di quanto “prevenire sia meglio che
curare”, ma purtroppo la prevenzione non è ancora entrata a fare
parte in modo diffuso della nostra cultura e più tipicamente della
cultura occidentale. Solitamente ci si attiva per intervenire quando un
problema è molto evidente, è praticamente già esploso nelle sue
spesso spiacevolissime e gravi conseguenze. Così facendo però ci si
allarma a tal punto che si vorrebbe anche avere una qualche forma di
bacchetta magica che ci tolga velocemente da stress, ansia, paura.
Nonostante non siano mai finiti i soggetti che in diversi modi rischiano di illudere le persone o gli imprenditori di possedere “bacchette
magiche” o “strategie miracolose” o “segreti” e “panacee”; si inizia a
respirare in giro una nuova consapevolezza che punta di più sulla
formazione, sul coaching, sul counselling, o altro per fare una forte,
efficace e continuativa azione formativa e quindi anche preventiva
sulla vita personale e professionale giungendo così anche a poter
risolvere specifici problemi. Sempre più spesso accadono eventi eccezionali, difficili e stressanti come: forti cambiamenti personali/professionali, relazioni conflittuali in famiglia o
nel lavoro, momenti di demotivazione o disorientamento personale/professionale, difficoltà ad analizzare problemi e prendere decisioni. Questi episodi necessitino proprio di
professionisti capaci di proporre interventi adeguati di formazione, consulenza, coaching, counselling. Altre volte invece ci sono situazioni personali particolarmente “critiche”,
come stati depressivi, disturbi della personalità, attacchi di panico, forti disturbi alimentari, dipendenze varie, che necessitano di specifici percorsi di assistenza medica, psichiatrica,
terapeutica; in questi casi ci si trova nella necessità di affidarsi ad uno psichiatra o ad un medico, o ad un terapeuta per curare, giustamente, patologie, disagi interiori, emotivi,
psichici, fisiologici che si manifestano in forma molto acuta.
3
PROMUOVERE LO
“STARE BENE” CON LE
COMPETENZE TRASVERSALI
A cura di Damiano Frasson
Da più parti cresce la consapevolezza che serve integrare
con forti azioni preventive un’idea del vivere oggi in
epoca di società liquida, che miri soprattutto al capire,
trattare e curare la sofferenza o i disturbi psicologici o fisici
superando un’accezione “esclusivamente medicalizzata”,
per dare spazio, valore e dignità anche all’integrazione
con ciò che previene, anticipa, circoscrive, depotenzia,
fronteggia, placa, riduce determinati malesseri promuovendo lo “star bene” dando una “forma migliore” al benessere. Per quanto riguarda le scienze della formazione,
allenando le nostre “competenze trasversali” dette anche
“soft skills” siamo in grado di attivare meglio tutto il
potenziale che risiede in noi. Possiamo essere in grado di
attivare le nostre virtù formando preventivamente una migliore “consapevolezza” sulla nostra esistenza umana,
giungendo così, con maggiore autonomia, a ridurre di molto, o in certi casi persino ad eliminare eccessi di
stress, stati ansiosi, difficoltà emotive, fumo, uso di droghe leggere, alcuni disturbi psicosomatici, lievi disordini
alimentari, disordini relazionali, confusione di pensiero, demotivazione, bassa autostima. Quando lasciamo che
le sensazioni, le emozioni, le abitudini, i nostri pensieri e i comportamenti si consolidino negativamente, stiamo
aprendo una porta verso un percorso ben più arduo, lungo
e maggiormente difficoltoso, nel quale rischiamo di vederci costretti, giustamente, a “curarci” da alcune “malattie/patologie”. Possiamo dunque affermare che una formazione
focalizzata su come migliorare le nostre potenzialità, attraverso il coaching, il counselling e altre metodologie esperienziali attive, permetta un’efficace azione preventiva sulla
nostra vita. Partecipando a specifici e qualificati corsi di
formazione sullo sviluppo personale, si può da un lato
ridurre la percentuale di possibilità che alcune difficoltà del
momento si trasformino nel tempo in disagi cronici o
malattie, dall’altro si abbassa il costo sanitario personale e
sociale dovuto a determinati stili di vita. Ecco allora che le
persone stanno riscoprendo il valore di una “via vantaggiosa” per migliorare il “capitale umano” e cioè attraverso la
formazione e lo sviluppo personale che può contribuire a
creare opportunità utili a formare maggior benessere
individuale, familiare, organizzativo, sociale.
NEL MARE
DELL’INCERTEZZA…
FLESSIBILITÀ
E COMPETENZA
A cura di Claudio Frasson
Siamo immersi costantemente nelle onde dell’incertezza, in un’epoca liquida, in cui tutto
cambia continuamente, dove “del doman non v’è certezza” è diventato un Must, in cui
cambiamento e trasformazione sono l’unica costante della nostra quotidianità personale
e professionale. Per gestire meglio questo complesso grado di incertezza serve che sviluppiamo una nuova forma mentis più aperta, flessibile, possibilista, creativa. Certamente
l’imprevisto sempre dietro l’angolo logora le nostre certezze e stressa il nostro autocontrollo, ma anche involontariamente siamo per lo più noi che con le nostre condizioni favoriamo lo svilupparsi di sensazioni negative d’ansietà accentuata, di sensazioni di soffocare,
peso allo stomaco, dolori corporei o intorpidimento: a questo punto lo stress si è impossessato del nostro essere pscicofisico dominandoci. Anche una semplice difficoltà di
concentrazione, o la sensazione di avere mille pensieri in testa, o di essere poco presenti o
distratti può essere interpretata dalle persone come un segnale di “perdita della testa,
impazzimento”. Ecco perché è importante imparare a distinguere tra una “più oggettiva
percezione fisica” e l’interpretazione e il significato che noi attribuiamo a ciò che percepiamo. Alcuni avvenimenti sono dichiaratamente e oggettivamente difficili, dolorosi, duri,
pensanti, drammatici da gestire, ma per la maggior parte delle persone non si presentano
ogni giorno della nostra vita. Ecco allora che attivarsi facendo formazione per imparare a
conoscere e gestire i propri pensieri, le proprie emozioni e quindi anche i propri comportamenti, diventa un grande fattore di successo e di benessere. Per questo è fondamentale acquisire conoscenze, strumenti e competenze utili proprio ad imparare a gestire e non subire questa condizione, proprio come un buon marinaio deve imparare a fare,
solcando il mare tracciando e seguendo rotte e correnti, venti e clima, per raggiungere il suo porto di destinazione. Nessun buon marinaio si metterebbe in mare senza la
consapevolezza di poter governare la sua nave da un porto all’altro ma per saperlo fare si è preparato, si è formato. Nessun buon marinaio si avventurerebbe in mare aperto
quando è in atto un tifone o un forte temporale, attenderebbe che le condizioni migliorassero e nel frattempo studierebbe il percorso possibile e predisporrebbe le risorse e i
mezzi per il futuro viaggio che lo aspetta. Quando la rotta è lunga e si prevedono imprevisti un marinaio sceglie di fermarsi in porti intermedi, che trova lungo la rotta tracciata
e che permettono di riprendere forze e rimpiazzare le risorse già utilizzate e fare manutenzione. Un marinaio che solca giornalmente i mari incerti della vita, conosce se stesso,
la sua nave, il suo equipaggio, i suoi obbiettivi e le sue capacità. Un buon comandante si fa trovare pronto sia a godere della quiete dei mari che favoriscono una pesca abbondante, sia nell’essere attento e risoluto nel salvaguardare se stesso, equipaggio, passeggeri e tutto il suo carico durante le tempeste improvvise. Per percepire e navigare una
realtà sempre nuova e sempre diversa serve dunque allenarsi molto per conoscere, affrontare e gestire diversi tipi di realtà.
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RIVISTA FILOSTRATA
GENNAIO 2016
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ASCOLTATI BENE CHE
PARLANDOTI… PASSA
A cura di Damiano Frasson
Noi non parliamo soltanto agli altri ma anche a noi stessi: dimentichiamo troppo spesso che le prime due orecchie che sentono quello che diciamo sono le nostre. Anche
quando non esprimiamo verbalmente alcuna parola, il nostro pensiero forma nel nostro cervello le parole che pensiamo o immagini simboliche corrispondenti, quindi siamo
sempre in comunicazione almeno con noi stessi. Le parole che utilizziamo e le immagini che pensiamo contribuiscono a modificare la percezione che noi abbiamo dei fatti
che ci accadono, delle sensazioni che proviamo, delle emozioni che ci coinvolgono. Non soltanto le parole incidono su questo aspetto, ma le parole e il parlare a se stessi
sono il focus di questo articolo. Facciamo una prova: immaginiamo, appunto, che stiamo assistendo alla Televisione ad una notizia di una tragedia familiare accaduta in un
paese vicino al nostro, e noi, mentre la Tv commenta la notizia, pensiamo o bisbigliamo dicendoci così:
Oddio senti cos’è successo, che tragedia – mi tremano le gambe all’idea che possa accadere a me – potrebbe proprio capitare anche a me di perdere la testa così…e cosa faccio? – Come
reagirei? – Mio dio… che dramma… mi viene già l’ansia…senti che tachicardia – Appunto senti che ansia che mi ha messo questa notizia – dappertutto notizie tragiche e qua vicino
a casa mia, mi verrà male alla testa oggi – ma come mai penso queste cose? – forse ho proprio paura che accada anche a me… e se capita cosa faccio? – mamma mia che Ansia.
Questo circolo vizioso quando è innescato può farci fare anche un pericoloso
corto circuito dagli effetti imprevedibili. Perché ce lo siamo innescati da soli?
92 parole usate in una sequenza di 10 frasi di cui 4 Domande/con dubbio, il
tutto contenente all’interno le parole: 3 Ansia, 2 Tragedia, 1 Tremare, 1 perdere, 1
dramma, 1 tachicardia, 1 male, 2 Oddio; trasmettendo senso di impotenza, pericolo imminente, forte potenzialità e vicinanza dell’evento.
Pensi che stiamo semplificando troppo? Non è così, questo è un semplice
esempio di come si creino “inutilmente” effetti negativi sul nostro sistema
psicofisico, attraverso un uso scorretto delle parole e della nostra comunicazione interpersonale e intrapersonale.
Di fronte allo stesso evento/notizia cosa avremmo potuto dire o dirci più
correttamente?
Caspita purtroppo anche oggi un notizia brutta e triste, mi spiace per quelle persone a cui è accaduto un fatto così grave – per fortuna non è accaduto a persone di
mia conoscenza o a me – mi auguro proprio di continuare a stare bene come ora
nella mia famiglia – chissà quali saranno i motivi… – io amo la mia famiglia e i
miei figli e farò di tutto perché non accadano mai, tra noi, cose così brutte o spiacevoli – dedico un pensiero o una preghiera a quelle persone che hanno subito questa
brutta situazione.
I pensieri che noi facciamo sulle nostre percezioni e le parole che utilizziamo per descriverci o comunicare la nostra realtà, sempre più caotica e complessa, determinano le
nostre emozioni e quindi poi le nostre condizioni psicofisiche e comportamentali. Ascoltarsi bene è dunque necessario e utile, a patto che poi ci si impegni anche a parlarsi
costruttivamente e positivamente, mettendoci in condizione di agire per il meglio. Per allenare queste capacità contatta GRUEMP e il tuo life coach di fiducia.
PREVENZIONE E FORMAZIONE
... PIÙ DI UNA RIMA
A cura di Damiano Frasson
A tutti i livelli si è consapevoli di quanto “prevenire sia meglio che
curare”, ma purtroppo la prevenzione non è ancora entrata a fare
parte in modo diffuso della nostra cultura e più tipicamente della
cultura occidentale. Solitamente ci si attiva per intervenire quando un
problema è molto evidente, è praticamente già esploso nelle sue
spesso spiacevolissime e gravi conseguenze. Così facendo però ci si
allarma a tal punto che si vorrebbe anche avere una qualche forma di
bacchetta magica che ci tolga velocemente da stress, ansia, paura.
Nonostante non siano mai finiti i soggetti che in diversi modi rischiano di illudere le persone o gli imprenditori di possedere “bacchette
magiche” o “strategie miracolose” o “segreti” e “panacee”; si inizia a
respirare in giro una nuova consapevolezza che punta di più sulla
formazione, sul coaching, sul counselling, o altro per fare una forte,
efficace e continuativa azione formativa e quindi anche preventiva
sulla vita personale e professionale giungendo così anche a poter
risolvere specifici problemi. Sempre più spesso accadono eventi eccezionali, difficili e stressanti come: forti cambiamenti personali/professionali, relazioni conflittuali in famiglia o
nel lavoro, momenti di demotivazione o disorientamento personale/professionale, difficoltà ad analizzare problemi e prendere decisioni. Questi episodi necessitino proprio di
professionisti capaci di proporre interventi adeguati di formazione, consulenza, coaching, counselling. Altre volte invece ci sono situazioni personali particolarmente “critiche”,
come stati depressivi, disturbi della personalità, attacchi di panico, forti disturbi alimentari, dipendenze varie, che necessitano di specifici percorsi di assistenza medica, psichiatrica,
terapeutica; in questi casi ci si trova nella necessità di affidarsi ad uno psichiatra o ad un medico, o ad un terapeuta per curare, giustamente, patologie, disagi interiori, emotivi,
psichici, fisiologici che si manifestano in forma molto acuta.
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PROMUOVERE LO
“STARE BENE” CON LE
COMPETENZE TRASVERSALI
A cura di Damiano Frasson
Da più parti cresce la consapevolezza che serve integrare
con forti azioni preventive un’idea del vivere oggi in
epoca di società liquida, che miri soprattutto al capire,
trattare e curare la sofferenza o i disturbi psicologici o fisici
superando un’accezione “esclusivamente medicalizzata”,
per dare spazio, valore e dignità anche all’integrazione
con ciò che previene, anticipa, circoscrive, depotenzia,
fronteggia, placa, riduce determinati malesseri promuovendo lo “star bene” dando una “forma migliore” al benessere. Per quanto riguarda le scienze della formazione,
allenando le nostre “competenze trasversali” dette anche
“soft skills” siamo in grado di attivare meglio tutto il
potenziale che risiede in noi. Possiamo essere in grado di
attivare le nostre virtù formando preventivamente una migliore “consapevolezza” sulla nostra esistenza umana,
giungendo così, con maggiore autonomia, a ridurre di molto, o in certi casi persino ad eliminare eccessi di
stress, stati ansiosi, difficoltà emotive, fumo, uso di droghe leggere, alcuni disturbi psicosomatici, lievi disordini
alimentari, disordini relazionali, confusione di pensiero, demotivazione, bassa autostima. Quando lasciamo che
le sensazioni, le emozioni, le abitudini, i nostri pensieri e i comportamenti si consolidino negativamente, stiamo
aprendo una porta verso un percorso ben più arduo, lungo
e maggiormente difficoltoso, nel quale rischiamo di vederci costretti, giustamente, a “curarci” da alcune “malattie/patologie”. Possiamo dunque affermare che una formazione
focalizzata su come migliorare le nostre potenzialità, attraverso il coaching, il counselling e altre metodologie esperienziali attive, permetta un’efficace azione preventiva sulla
nostra vita. Partecipando a specifici e qualificati corsi di
formazione sullo sviluppo personale, si può da un lato
ridurre la percentuale di possibilità che alcune difficoltà del
momento si trasformino nel tempo in disagi cronici o
malattie, dall’altro si abbassa il costo sanitario personale e
sociale dovuto a determinati stili di vita. Ecco allora che le
persone stanno riscoprendo il valore di una “via vantaggiosa” per migliorare il “capitale umano” e cioè attraverso la
formazione e lo sviluppo personale che può contribuire a
creare opportunità utili a formare maggior benessere
individuale, familiare, organizzativo, sociale.
NEL MARE
DELL’INCERTEZZA…
FLESSIBILITÀ
E COMPETENZA
A cura di Claudio Frasson
Siamo immersi costantemente nelle onde dell’incertezza, in un’epoca liquida, in cui tutto
cambia continuamente, dove “del doman non v’è certezza” è diventato un Must, in cui
cambiamento e trasformazione sono l’unica costante della nostra quotidianità personale
e professionale. Per gestire meglio questo complesso grado di incertezza serve che sviluppiamo una nuova forma mentis più aperta, flessibile, possibilista, creativa. Certamente
l’imprevisto sempre dietro l’angolo logora le nostre certezze e stressa il nostro autocontrollo, ma anche involontariamente siamo per lo più noi che con le nostre condizioni favoriamo lo svilupparsi di sensazioni negative d’ansietà accentuata, di sensazioni di soffocare,
peso allo stomaco, dolori corporei o intorpidimento: a questo punto lo stress si è impossessato del nostro essere pscicofisico dominandoci. Anche una semplice difficoltà di
concentrazione, o la sensazione di avere mille pensieri in testa, o di essere poco presenti o
distratti può essere interpretata dalle persone come un segnale di “perdita della testa,
impazzimento”. Ecco perché è importante imparare a distinguere tra una “più oggettiva
percezione fisica” e l’interpretazione e il significato che noi attribuiamo a ciò che percepiamo. Alcuni avvenimenti sono dichiaratamente e oggettivamente difficili, dolorosi, duri,
pensanti, drammatici da gestire, ma per la maggior parte delle persone non si presentano
ogni giorno della nostra vita. Ecco allora che attivarsi facendo formazione per imparare a
conoscere e gestire i propri pensieri, le proprie emozioni e quindi anche i propri comportamenti, diventa un grande fattore di successo e di benessere. Per questo è fondamentale acquisire conoscenze, strumenti e competenze utili proprio ad imparare a gestire e non subire questa condizione, proprio come un buon marinaio deve imparare a fare,
solcando il mare tracciando e seguendo rotte e correnti, venti e clima, per raggiungere il suo porto di destinazione. Nessun buon marinaio si metterebbe in mare senza la
consapevolezza di poter governare la sua nave da un porto all’altro ma per saperlo fare si è preparato, si è formato. Nessun buon marinaio si avventurerebbe in mare aperto
quando è in atto un tifone o un forte temporale, attenderebbe che le condizioni migliorassero e nel frattempo studierebbe il percorso possibile e predisporrebbe le risorse e i
mezzi per il futuro viaggio che lo aspetta. Quando la rotta è lunga e si prevedono imprevisti un marinaio sceglie di fermarsi in porti intermedi, che trova lungo la rotta tracciata
e che permettono di riprendere forze e rimpiazzare le risorse già utilizzate e fare manutenzione. Un marinaio che solca giornalmente i mari incerti della vita, conosce se stesso,
la sua nave, il suo equipaggio, i suoi obbiettivi e le sue capacità. Un buon comandante si fa trovare pronto sia a godere della quiete dei mari che favoriscono una pesca abbondante, sia nell’essere attento e risoluto nel salvaguardare se stesso, equipaggio, passeggeri e tutto il suo carico durante le tempeste improvvise. Per percepire e navigare una
realtà sempre nuova e sempre diversa serve dunque allenarsi molto per conoscere, affrontare e gestire diversi tipi di realtà.
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RIVISTA FILOSTRATA
GENNAIO 2016
SOPRAVVIVENZA,
INNOVAZIONE E SVILUPPO
filostrata
Quadrimestrale di informazione Anno XIX - N° 1 - GENNAIO 2016
Sped.Abb.Post / 70% Filiale di Padova da P D C.M.P.
A cura di Claudio Frasson
La nostra ventennale esperienza nell’ambito della formazione, consulenza e coaching, messa con successo al servizio di migliaia di persone, centinaia di imprenditori e qualche decina di aziende, ci consente di esprimere il nostro pensiero anche negli aspetti maggiormente legati al mondo del business, della finanza e del controllo di gestione
delle imprese. Un tema che talvolta abbiamo affrontato, anche grazie al supporto di qualificati partner, nei vari progetti di ricambio generazionale o manageriale ma ancor
più frequentemente in quelli di sviluppo organizzativo.
Nel mio ruolo di business ed executive coach, mi trovo tra l’altro a confrontarmi spesso su questi argomenti, soprattutto negli ultimi tre anni. In particolare, da quando affianco
più intensamente gli imprenditori nella ricerca del modo di affrontare gli sviluppi futuri delle varie attività che gestiscono, noto in loro un certo disorientamento. Una difficoltà
causata prevalentemente dalla “crisi” che sta provocando molta frustrazione, tensione e insicurezza ma anche dalla situazione di grande “incertezza del mercato”, una difficoltà
che si vive in Italia ancor più che in altre parti del mondo.
Per molte aziende mettere insieme risposte adeguate alle necessità di sopravvivenza con quelle di innovazione e di sviluppo, è qualcosa di molto arduo da affrontare. Il
desiderio di estendere le riflessioni su questo tema è quindi molto forte per tutti gli imprenditori; per noi, lo scopo è come sempre quello di fornire alcuni spunti che siano
utili sia a coloro che usufruiscono già di
adeguati servizi di consulenza, sia ad altri
che potrebbero trovarsi più o meno e per
i più diversi motivi in questa situazione. Di
questi tempi, in Italia e a maggior ragione
nel Nord Est, anche i modelli di business
della PMI, relativi a molti settori artigianali,
commerciali, industriali e professionali,
dovrebbero diventare oggetto di una
profonda rivisitazione. Questa necessità
che sta diventando sempre più impellente, riguarda soprattutto quelle aziende
che scoprono di essere in ritardo, rispetto
alle necessità di cambiamento che si
stavano manifestando negli ultimi dieci
anni. La crisi economica, strutturale e
GRUEMP
politica che stiamo attraversando nel nostro paese, sta evidenziando quanto sia determinante imprimere una
forte accelerazione nel considerare lo stato dell’arte attuale delle imprese, in rapporto alle reali e concrete possibilità di sviluppo futuro del business. Oggi, operando a maggior ragione in contesti poco rassicuranti, gli imprenditori non possono più essere lasciati soli ad affrontare l’incertezza e ad interpretare i fenomeni che scaturiscono
dalle influenze esterne ed interne alla
loro organizzazione; la maggior parte
di loro deve scoprire assolutamente
quale può essere il modo più realistico, e sottolineo “realistico”, per recuperare competitività nel mercato globale in armonia con i valori del fare
impresa a livello locale (GLOCAL
SITUATION).
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FILOSTRATA - Anno XX - N° 1 Gennaio - dal 1996 51^ ed.
Rivista quadrimestrale - Autorizzazione del Tribunale di Padova n. 1490 del 12.12.1995 Sped. Abb. Post. - 70% filiale di Padova
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FRATELLI CLAUDIO E DAMIANO FRASSON,
FORMATORI, CONSULENTI E COACH, ESPERTI IN
SISTEMI E STRATEGIE FINALIZZATI ALLO SVILUPPO
PERSONALE E PROFESSIONALE.
EDITORIALE
- A cura di Claudio e Damiano Frasson
DI CORSA VERSO IL FUTURO
Nuovi scenari si stanno affacciando sulla scena della nostra vita quotidiana e tutto il mondo è attraversato da profondi cambiamenti che noi tutti ci auguriamo riportino la “persona”
al centro di ogni interesse e in ogni ambito. Si sta facendo strada una maggiore consapevolezza che, senza considerare “l’umano” al centro di ogni sapere, scoperta, tecnologia, azione
di cura o di aiuto alla sua vita personale e professionale, il futuro dell’umanità rischia di oscurarsi entrando in tenebre dai risvolti apocalittici. Molte sono le conoscenze biologiche, della
fisica, della medicina, delle scienze umane che stanno ormai convergendo, pur con diverse finalità e tecniche, su identici principi e valori. Tra i tanti punti di convergenza uno, che
ormai ha messo d’accordo l’intera comunità scientifica, è il principio olistico (dal greco olos cioè: tutto, intero). Questo principio spiega come sia molto più utile e corretto considerare
l’uomo nella sua interezza a 360° invece che diviso tra corpo e mente o come singolarità delle sue funzioni. Un altro principio molto importante, anch’esso non nuovo e che sta
finalmente aprendo a nuovi scenari, è il principio “sistemico”. Questo principio spiega, tra l’altro, come tutti gli esseri viventi siano anche dei sistemi aperti in comunicazione gli uni con
gli altri capaci di influenzarsi reciprocamente attraverso processi di informazione e comunicando. Siamo dunque esseri umani che vivono, amano, confliggono, collaborano, interagiscono, comunicano, lavorano, studiano e crescono in uno straordinario momento di rinascita della comunità umana. Le moderne scienze umane e della formazione sono indirizzate
da tempo nella direzione di aiutare bambini, giovani, adulti, lavoratori, anziani a formarsi una nuova formamentis, una nuova cultura che sviluppi e potenzi la genialità che risiede in
ognuno di noi adattandola flessibilmente con l’ambiente sociale e il contesto di vita. Per andare di corsa verso questo nuovo futuro, serve mettere se stessi, le proprie relazioni con gli
altri e con il mondo al centro dei nostri interessi, allenando e sviluppando quelle capacità note come “competenze trasversali” ma che possiamo ormai chiamare esistenziali.
COMUNICAZIONE
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ISCRITTI NEL REGISTRO FORMATORI PROFESSIONISTI
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GRUEMP SIGNIFICA GESTIONE RELAZIONI UMANE E
MOTIVAZIONE PERSONALE, DICHIARANDO COSÌ,
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DELLA PERSONA IN COSTANTE RELAZIONE CON
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A cura di Annalisa Tria
La formazione sulla comunicazione efficace, assertività e ascolto attivo, ci può aiutare a prevenire molte situazioni di difficoltà
relazionale. Aiuta ad acquisire informazioni, conoscenze e situazioni di apprendimento che facilitano l’ascolto di sé e la comprensione anche di questi meccanismi e funzionamenti che spesso ci provocano ansia e preoccupazione. Attraverso una
buona formazione sulla comunicazione si impara a riconoscere le nostre emozioni, a gestire positivamente eventuali paure e
a migliorare il rapporto con se stessi e con gli altri.
Molte persone intervistate sulle loro capacità di comunicazione, riferiscono tendenzialmente la responsabilità del loro insuccesso comunicativo all’atteggiamento degli altri nei loro confronti, mettendo poco in risalto eventuali proprie lacune.
Ci si aspetta sempre di essere ascoltati ma si da poca importanza all’essere buoni ascoltatori, mentre in ogni buon corso sulla
comunicazione l’ascolto riveste un ruolo cruciale. La comunicazione è un’importantissima competenza che permea tutta la
nostra quotidianità ma riconoscere e gestire le sue regole risulta complesso, criteri studiati e definiti scientificamente in innumerevoli studi.
Abbiamo quasi la sensazione che cambiando interlocutore ciò che eravamo riusciti ad esprimere a qualcun altro non funzioni
più e così attribuiamo all’altro la responsabilità dell’inefficacia, al suo carattere, ai suoi comportamenti, ma non è sempre così.
Una competenza per essere tale deve essere espressa
con determinati risultati, quindi se non abbiamo determinati risultati significa che non siamo così competenti
come crediamo o vorremmo essere.
Per ottenere risultati, anche nella comunicazione come in ogni altro ambito della vita serve esercitarsi, serve
acquisire per un lungo periodo la capacità, serve mantenere allenato il muscolo, serve appunto acquisire quella
che chiamiamo “padronanza”, serve sapersi adattare a persone diverse, a contesti diversi, a situazioni diverse,
serve essere situazionalmente focalizzati su ciò che vogliamo ottenere dalla nostra comunicazione.
La velocità degli eventi, la complessità di interazioni sociali, la varietà di strumenti comunicativi rendono sempre
più importante fare una buona formazione per acquisire competenze comunicative sia interpersonali che attraverso i media, perché il grande gioco della comunicazione favorisce o penalizza molti dei risultati che otteniamo
nella nostra vita personale, professionale, sociale.