Violeta Parra - Cinema Verdi
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Violeta Parra - Cinema Verdi
Cineforum G. Verdi Breganze www.cineverdi.it Violeta Parra went to heaven CAST TECNICO ARTISTICO Regia Andres Wood Sceneggiatura Eliseo Altunaga Fotografia Miguel Joan Littin Montaggio Andrea Chignoli Produttore Pablo Rovito Scenografia Bakhteyar Qaharov Distribuzione Monkey Creative S. Paese Cile 2011 Durata 110’ PERSONAGGI E INTERPRETI Violeta Parra Francisca Gavilan Thomas Durant Gilbert Fabré Christian Quevedo Nicador Parra Gabrilera Aquilera Hilda Parra Roberto Farias Luis Arce Juan Quezada Don Quillermo “Scrivi come ti piace scrivere, usa i ritmi che vengono fuori, prova strumenti diversi, siediti al piano, distruggi la metrica, urla invece di cantare, soffia nella chitarra e strimpella il corno. Odia la matematica, e ama i vortici. La creazione è un uccello senza piano di volo, che non volerà mai in linea retta” Violeta Parra Il volo di Violeta Parra, figura fondamentale della musica popolare e della cultura latino-americana, non ha avuto certamente un piano preordinato. La vita dell’artista cilena è stata randagia, intensa e tragica, vissuta visceralmente con passione e tormento, sempre accompagnata da una disperata vitalità ma anche da una lucidità Violeta Parra 14 gennaio 2014 intellettuale e culturale davvero incredibili per una artista cresciuta poverissima e completamente autodidatta. Il volo maestoso dello sparviero nel cielo andino e la lotta furibonda con la preda, immagini con cui si apre e si chiude il film, ben simbolizzano una personalità orgogliosa, complessa, indomabile e fragile nello stesso tempo. Violeta Parra viene considerata la “madre” del folk tradizionale, qualche critico la affianca persino a Bob Dylan, ma non è stata solo una straordinaria cantautrice, i suoi quadri e i suoi arazzi (tessuti ricamati) sono stati esposti al Louvre, prima volta per una artista sudamericana, senza contare le sue opere come scultrice e ceramista. Nei cinquant’anni in cui è vissuta, oltre a comporre più di tremila canzoni, è stata anche una instancabile animatrice culturale, ideatrice della “Nuova Cancion Cilena” e della “Universidad del folklore”. Ha collaborato con i maggiori artisti latino-americani come, per esempio, Pablo Neruda e Victor Jara. Per salvaguardare la memoria e la tradizione orale andina ha percorso a piedi i più sperduti pueblos cileni registrando racconti e ballate popolari tramandati a voce da secoli. Violeta Parra went to heaven, diretto dal regista cileno Andres Wood, non vuole essere un ritratto agiografico, tanto meno una biografia celebrativa. Cerca invece di restituire allo spettatore la contrastante personalità di Violeta, l’orgoglio e la vitalità, ma anche le numerose contraddizioni, l’anima inquieta e la tormentata intimità. Ispirato al romanzo biografico del figlio Angel, “Violeta se fue a los cielos”, il film di Wood non ha una narrazione lineare ma circolare, alterna piani temporali differenti intrecciando i momenti salienti della vita della cantante. Il filo conduttore è un’intervista del ‘62 alla televisione argentina in cui una esuberante e straripante Violeta risponde a tono alle provocazioni del giornalista. Il regista ha preferito soffermarsi sul personaggio più intimo e privato, focalizzando maggiormente la complessa personalità e le pene d’amore piuttosto che le battaglie politiche e sociali, lasciate invece sullo sfondo. Grazie all’indiscutibile bravura del cineasta cileno ed alla bellissima fotografia di Miguel Joan Littin molte scene del film sono veramente suggestive e memorabili. Dalle risse nelle osterie dove il padre alcolizzato suonava la chitarra con i figlioletti nascosti sotto ai tavoli alle peregrinazioni nei villaggi del sud del Cile per raccogliere i ricordi degli anziani, fino alla relazione tempestosa e disperata con il musicologo svizzero Gilbert Fabré, il tutto appare assolutamente sincero. Se l’intenso e appassionato ritratto che emerge da questo mosaico lo sentiamo come “vero” il merito maggiore deve esser riconosciuto alla straordinaria interpretazione di Francisca Gavilan. Violeta Parra sembra davvero rivivere nell’attrice cilena, sia fisicamente che per la magnifica recitazione in grado di esprimerne efficacemente la vitalità e la malinconia. Anche le 21 canzoni che compongono la colonna sonora sono state cantate e interpretate con grande bravura da Francisca Gavilan. Il 5 ottobre 1967, a solo cinquant’anni Violeta è andata in cielo. Un’esistenza breve ma vissuta intensamente, con grande generosità e idealità, una vita a cui lei stessa pochi anni prima aveva voluto rendere omaggio con la sua canzone più famosa, “gracias a la vida”. Sergio Dal Maso [email protected] Cineforum G. Verdi Breganze www.cineverdi.it Violeta Parra 14 gennaio 2014 la locandina IL REGISTA Violeta Parra NOME: Andres Wood DATA DI NASCITA: 1965 LUOGO DI NASCITA: Santiago del Cile (2011) Violeta Parra (2004) Machuca (2001) La fiebre del Loco L’ATTRICE NOME: Francisca Gavilan DATA DI NASCITA: 27/06/1973 LUOGO DI NASCITA: Santiago del Cile (2013) Las ninas Quispe (2011) Violeta Parra (2011) Ulises Curiosità Le composizioni di Violeta Parra sono state amate da più generazioni per i testi poetici e l’impegno sociale. Moltissimi artisti hanno voluto omaggiare la cantante cilena interpretando le sue canzoni, ne citiamo solo alcuni : Inti Illimani, Joan Beaz, U2, Faith No More, Pete Seeger, Shakira, Michael Bublé, Juanes, Alejandro Sanz, Laura Pausini,Juan Manuel Serrat, Mercedes Sosa, Silvio Rodriguez, Buena Vista Social Club, Miguel Bosé. Ultima ma non meno importante l’Orchestra a plettro “I demoni di Santa Cecilia” dell’indimenticato maestro Italo Brian di Breganze, grande conoscitore della cultura latino-americana. Gracias a la vida Grazie alla vita Gracias a la vida, que me ha dado tanto Me dió dos luceros, que cuando los abro Perfecto distingo, lo negro del blanco Y en el alto cielo, su fondo estrellado Y en las multitudes, el hombre que yo amo Grazie alla vita che mi ha dato tanto, mi ha dato due stelle che quando le apro perfetti distinguo il nero dal bianco, e nell'alto cielo il suo sfondo stellato, e tra le moltitudini l'uomo che amo. Gracias a la vida, que me ha dado tanto Me ha dado el oído, que en todo su ancho Graba noche y día, grillos y canarios Martillos, turbinas, ladridos, chubascos Y la voz tan tierna, de mi bien amado Grazie alla vita che mi ha dato tanto, mi ha dato l'ascolto che in tutta la sua apertura cattura notte e giorno grilli e canarini, martelli turbine latrati burrasche e la voce tanto tenera di chi sto amando. Gracias a la vida, que me ha dado tanto Me ha dado el sonido, y el abecedario Con el las palabras, que pienso y declaro Madre, amigo, hermano y luz alumbrando La ruta del alma del que estoy amando Grazie alla vita che mi ha dato tanto, mi ha dato il suono e l'abbecedario con lui le parole che penso e dico, madre, amico, fratello luce illuminante, la strada dell'anima di chi sto amando. Gracias a la vida, que me ha dado tanto Me ha dado la marcha, de mis pies cansados Con ellos anduve, ciudades y charcos Playas y desiertos, montañas y llanos Y la casa tuya, tu calle y tu patio Grazie alla vita che mi ha dato tanto, mi ha dato la marcia dei miei piedi stanchi, con loro andai per città e pozzanghere, spiagge e deserti, montagne e piani e la casa tua, la tua strada, il cortile. Gracias a la vida, que me ha dado tanto Me dió el corazón, que agita su marco Cuando miro el fruto del cerebro humano Cuando miro el bueno tan lejos del malo Cuando miro el fondo de tus ojos claros Grazie alla vita che mi ha dato tanto, mi ha dato il cuore che agita il suo confine quando guardo il frutto del cervello umano, quando guardo il bene così lontano dal male, quando guardo il fondo dei tuoi occhi chiari. Gracias a la vida, que me ha dado tanto Me ha dado la risa y me ha dado el llanto Así yo distingo dicha de quebranto Los dos materiales que forman mi canto Y el canto de ustedes, que es el mismo canto Y el canto de todos, que es mi propio canto Y el canto de ustedes, que es mi propio canto. Grazie alla vita che mi ha dato tanto, mi ha dato il riso e mi ha dato il pianto, così distinguo gioia e dolore i due materiali che formano il mio canto e il canto degli altri che è lo stesso canto e il canto di tutti che è il mio proprio canto. e il canto degli altri che è il mio proprio canto.