Chirurgia toracica mininvasiva videoassistita: dieci anni di esperienza
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Chirurgia toracica mininvasiva videoassistita: dieci anni di esperienza
Chirurgia Vascolare Roma Chirurgia toracica mininvasiva videoassistita: dieci anni di esperienza Sergio Nicola Forti Parri. Unità operativa di chirurgia toracica, Presidio ospedaliero Bellaria-Maggiore, Azienda USL Città di Bologna Giuseppe Casablanca. Unità operativa di chirurgia toracica, Presidio ospedaliero Bellaria-Maggiore, Azienda USL Città di Bologna Daniela Degasperi. Unità operativa di anestesia e rianimazione I, Presidio ospedaliero Bellaria-Maggiore, Azienda USL Città di Bologna Gabriella Corneli. Unità operativa di chirurgia toracica, Presidio ospedaliero Bellaria-Maggiore, Azienda USL Città di Bologna Nicola Lacava. Unità operativa di chirurgia toracica, Presidio ospedaliero Bellaria-Maggiore, Azienda USL Città di Bologna Calogero Porrello. Unità operativa di chirurgia toracica, Presidio ospedaliero Bellaria-Maggiore, Azienda USL Città di Bologna Marco Alifano. DEU Chirurgie Thoracique, Hôpital Hôtel Dieu, Paris Maurizio Boaron. Unità operativa di chirurgia toracica, Presidio ospedaliero Bellaria-Maggiore, Azienda USL Città di Bologna [email protected] Riassunto Abstract Alla luce di dieci anni di esperienza personale e della revisione della letteratura, abbiamo analizzato l'evoluzione della chirurgia toracica videoassistita. La VATS (Video-Assisted Thoracic Surgery) ha modificato l'approccio a molte patologie del torace: rappresenta infatti il «gold standard» per la diagnosi e il trattamento del pneumotorace, del versamento pleurico e del nodulo polmonare solitario; per altre patologie garantisce buoni o eccellenti risultati, mentre nelle resezioni oncologiche maggiori di polmone ed esofago il rapporto costo/beneficio non appare, per la maggioranza degli autori, favorevole. In molte circostanze, inoltre, l'utilizzo di una minitoracotomia videoassistita associa i vantaggi della mininvasività alla sicurezza della chirurgia a torace aperto. Attualmente si suppone che tutti i chirurghi toracici abbiano un'adeguata esperienza in VATS, e che circa il 20% della chirurgia toracica debba essere eseguito con questa tecnica. In the light of a ten-year personal experience and literature, the evolution of Video Assisted Thoracic Surgery has been retrieved. VATS changed the approach to many diseases of the chest dramatically. VATS actually represents the gold standard for diagnosis and treatment of pneumothorax, pleural effusions and resection of pulmonary nodules, in other cases it offers good or excellent performances, whilst in major oncological resections of lung or esophagus the cost/benefit ratio does not appear favorable to most authors. In many instances the employment of a video-assisted minithoracotomy couples the advantages of mini-invasivity with the safety of open chest surgery. Nowadays every thoracic surgeon is supposed to have a training in VATS and about 20% of thoracic surgery should be performed by this technique. Parole chiave: VATS, toracoscopia, chirurgia toracica, chirurgia mininvasiva Key words: VATS, thoracoscopy, thoracic surgery, minimally-invasive surgery Introduzione La videotoracoscopia è nata nel 1991, allorché sono comparsi sul mercato i primi videotoracoscopi con i relativi strumenti operativi. Nonostante le difficoltà correlate alla novità di questa tecnica e alla disponibilità di strumenti operativi essenziali e poco sofisticati, la VATS (Video Assisted Thoracic Surgery) ha conosciuto, parallelamente alla videolaparoscopia, un successo e una diffusione importanti sia per i reali vantaggi della mininvasività , sia per uno spirito di emulazione creatosi fra i chirurghi, sia per la «pressione» dell'industria. Il periodo compreso tra il 1992 e il 1995 è stato caratterizzato da un incredibile entusiasmo per questo nuovo strumento operativo, e quasi tutti gli interventi tradizionali sono stati rielaborati e sperimentati in versione mininvasiva; di pari passo anche lo strumentario videotoracoscopico è stato continuamente ampliato e rinnovato, per far fronte alle più disparate esigenze tecniche. Superata la fase pionieristica, è sopraggiunta la fase critica, tuttora in atto, in cui tutti gli interventi videotoracoscopici codificati, e i relativi risultati, sono stati riesaminati: in alcuni casi la VATS si è affermata come gold standard, in altri è risultata vantaggiosa rispetto alla chirurgia tradizionale, in altri non ha dimostrato utilità se non per impieghi estremamente selettivi. In alcuni casi, infine, la letteratura mondiale è tuttora divisa sull'opportunità di un suo utilizzo. E' dimostrato come la VATS sia estremamente utile in determinate situazioni quali l'esplorazione dello stretto toracico superiore, quando la perfetta definizione e l'ingrandimento dell'immagine del campo operatorio consentono interventi di estrema precisione anche in zone difficilmente raggiungibili; è altresì dimostrato che la mininvasività consente ridotte degenze post operatorie con minor traumatismo, dolore e danno estetico per il paziente. Il rovescio della medaglia è rappresentato da alcuni inconvenienti peculiari di questa tecnica: la necessità di un training specialistico; la mancanza di visione stereoscopica; la difficoltà o impossibilità di operare in assenza di ventilazione mono-polmonare o in presenza di tenaci aderenze pleuriche; l'impossibilità di eseguire una reale palpazione chirurgica; la difficoltà di dominare emorragie importanti; la difficoltà a eseguire la stadiazione chirurgica di neoplasie avanzate. Un altro inconveniente, evidenziatosi nel tempo, è la saltuaria persistenza di dolore post operatorio, analogo a quello della chirurgia convenzionale in assenza di spiegazione evidente o correlazione con fattori chirurgici: un intervento videotoracoscopico può essere prospettato http://www.chirurgiavascolareroma.com Realizzata con Joomla! Generata: 19 March, 2017, 18:33 Chirurgia Vascolare Roma come pressoché privo di dolore nella gran maggioranza dei casi, ma è corretto ricordare come questo sia un evento altamente probabile ma non garantito. Materiali e metodi Ogni distretto del torace è aggredibile in VATS, a scopo diagnostico e terapeutico con indicazioni la cui validità varia: dal trattamento del pneumotorace, in cui la VATS rappresenta il gold standard, alla chirurgia oncologica maggiore del polmone e dell'esofago, attualmente considerata discutibile dalla grande maggioranza degli autori. Fra questi due estremi, vi è un'ampia gamma di indicazioni che esamineremo per organo o distretto, nell'intento di dare una valutazione critica dei vari interventi, vagliata da anni di esperienza, piuttosto che una descrizione tecnica, ormai facilmente reperibile perfino nella letteratura divulgativa. Patologia pleurica Versamenti recidivanti Il versamento pleurico, la cui eziopatogenesi non sia stata precisata dopo indagini radiologiche, esami biochimici, batteriologici, citologici ed eventualmente dopo un'agobiopsia pleurica, rappresenta una delle più comuni indicazioni alla VATS; attuabile sia in anestesia locale sia generale, permette di drenare il liquido presente e di eseguire biopsie pleuriche con altissima sensibilità e specificità diagnostica. Pleuriti acute e subacute fibrino-purulente Nel periodo che va mediamente dalla seconda alla quarta settimana di una pleurite acuta, l'essudato fibrino-purulento non è asportabile con un drenaggio, anche se di grosso calibro, e l'impiego di fibrinolitici presenta inconvenienti e risultati parziali. In queste circostanze, un intervento videotoracoscopico permette di eseguire una toilette pleurica perfetta, consentendo l'asportazione dei blocchi di fibrina tenacemente adesi alle pleure1. Occasionalmente, soprattutto dopo la quarta settimana, l'organizzazione della fibrina è in stadio talmente avanzato da impedire un'accurata detersione del cavo pleurico: in questi casi si potrà eseguire un peeling pleurico e completare la pulizia con un fibrinolitico. Nella nostra esperienza, questi interventi si sono dimostrati relativamente lunghi, sicuramente tediosi, ma in compenso assolutamente gratificanti per l'immediata e completa riespansione del polmone e per il miglioramento clinico. Pleuriti croniche Il trattamento delle pleuriti croniche, con particolare riferimento alle pachipleuriti, è ovviamente appannaggio della chirurgia convenzionale, tuttavia accade con relativa frequenza di dover trattare pleuriti saccate in pazienti ad alto rischio: in queste circostanze, è possibile eseguire una pleurectomia parziale, previo drenaggio e bonifica del versamento settico, sufficiente ad abolire il cavo, in minitoracotomia videoassistita, con un intervento relativamente modesto. Empiemi pleurici Il trattamento degli empiemi pleurici ricalca quello delle pleuriti fibrinose, per la necessità di sbrigliare le saccature pleuriche e ottenere un cavo pleurico privo di concamerazioni, nel quale eseguire lavaggi continui attraverso i drenaggi, fino alla detersione del processo infettivo1. Negli empiemi post pneumectomia, accanto alla rimozione del materiale purulento, la VATS può essere di notevole utilità nel trattamento locale di fistole di piccolo calibro. In questo caso, la condizione indispensabile per il successo della tecnica è l'assoluta asepsi del cavo pleurico. Neoplasie pleuriche benigne (exeresi) Le neoplasie pleuriche benigne riscontrate radiologicamente, che possono entrare in diagnosi differenziale con varie neoplasie toraciche, sono spesso peduncolate e comunque, se di dimensioni ridotte, facilmente asportabili in VATS. Neoplasie pleuriche maligne (biopsia e pleurodesi) Nelle neoplasie pleuriche maligne primitive e secondarie la videotoracoscopia ha un ruolo spesso definitivo per la diagnosi o la stadiazione. Nel mesotelioma maligno in stadio precoce, non altrimenti dimostrato, la VATS permette la diagnosi circostanziata e la conseguente programmazione, in casi selezionati, di terapie multimodali1, 2. Le neoplasie pleuriche maligne secondarie si presentano prevalentemente con versamento pleurico recidivante, spesso una malattia nella malattia, costringendo a ricorrenti toracentesi. La pleurodesi assume un ruolo fondamentale nel trattamento del versamento quando la pleura viscerale non risulti così compromessa da impedire la riespansione del sottostante polmone. Le tecniche di pleurodesi sono molteplici, ma a nostro giudizio (peraltro ampiamente condiviso), il «talcaggio» toracoscopico è la più efficace, con un eccellente rapporto costo/beneficio1. Patologia polmonare Pneumotorace Vi è un generale consenso sul principio che la VATS sia indicata al secondo episodio di pneumotorace spontaneo: dopo il primo episodio il rischio di recidiva è, infatti, di circa il 35%. Esistono sostenitori dell'indicazione chirurgica subito dopo il primo episodio, ma nella nostra esperienza abbiamo limitato questo trattamento ai casi complicati da mancata riespansione del polmone o da perdite aeree persistenti oltre il settimo giorno con drenaggio pleurico3. L'intervento può http://www.chirurgiavascolareroma.com Realizzata con Joomla! Generata: 19 March, 2017, 18:33 Chirurgia Vascolare Roma essere resettivo, in presenza di bolle enfisematose superiori ai due centimetri di diametro, ma fondamentalmente si basa sul «talcaggio pleurico»: 1,6-2 grammi di «talco» vengono insufflati nel cavo pleurico per causare una pleurodesi chimica; questa tecnica ha sostituito quella di pleurodesi meccanica o termica, precedentemente adottata, gravata da minor percentuale di successo e maggiore aggressività chirurgica. Nel pneumotorace secondario la videotoracoscopia può rappresentare una tecnica eccellente per il suo modesto traumatismo in pazienti a volte molto gravi; spesso però può risultare difficoltoso identificare il limite fra tessuto sano e tessuto bolloso, con il rischio o di suturare tessuto malato, con prolungate perdite aeree post operatorie, o di asportare un eccesso di parenchima sano con ulteriore danno respiratorio per il paziente. Per questi motivi preferiamo una minitoracotomia videoassistita. Enfisema Gli interventi di riduzione del volume polmonare per il trattamento dell'enfisema hanno numerosi sostenitori dell'approccio VATS, giustificato dai buoni risultati e dall'apparente minor morbilità correlata a questa tecnica. Studi comparativi fra VATS bilaterale versus sternotomia hanno dimostrato una minor mortalità e una più rapida ripresa clinica e miglioramento del FEV1 nel gruppo VATS, a parità di tutti gli altri parametri obiettivi4, 5, 6. Patologia interstiziale (pneumopatie diffuse) Nell'iter diagnostico delle interstiziopatie la open lung biopsy e la resezione bioptica VATS sono considerate l'ultima opzione, qualora abbiano fallito le altre tecniche minimamente invasive (broncolavaggio, biopsia transbronchiale). Per nostra esperienza riteniamo elettiva la VATS in questo tipo di indicazione, considerando l'impiego della open lungbiopsy nei casi di sospetta sinfisi pleurica e nei pazienti «funzionalmente al limite», ovvero impossibilitati a sopportare la ventilazione monopolmonare intraoperatoria7, 8, 9, 10. Noduli (biopsia escissionale) La biopsia escissionale dei noduli periferici rappresenta uno dei punti di forza della VATS. Infatti, è noto che la biopsia di noduli piccoli e periferici per via transbronchiale o percutanea è gravata da un alto tasso di insuccessi o di falsi negativi che ne limitano l'indicazione; la pratica del wait and see è assolutamente inaffidabile. In questo contesto, la VATS ha risolto molti problemi con la biopsia escissionale e l'esame estemporaneo del nodulo. La localizzazione del nodulo può presentare delle difficoltà , superabili con vari accorgimenti, fra i quali il più pratico è probabilmente l'impiego di un filo guida posizionato sotto controllo TC. Metodologie più sofisticate sono l'impiego di una sonda ecotomografica, o l'iniezione intralesionale di un tracciante radioattivo e la localizzazione con un detector in analogia con la tecnica del linfonodo sentinella. La necessità di semplificare le tecniche e di abbreviare i tempi operatori ci ha indotto il più delle volte a palpare il polmone con un dito attraverso una microtoracotomia, aiutati da pinze atraumatiche. I vantaggi di questa applicazione sono tali da farla considerare uno dei gold standard della VATS. Patologie benigne (exeresi) Le lesioni benigne non nodulari possono richiedere un intervento bioptico, una resezione atipica o regolata: in queste circostanze la VATS è spesso inadeguata per la difficoltà a delimitare le lesioni flogistiche, per la frequente coesistenza di tenaci aderenze pleuriche o di parenchima ispessito e rigido, che aumenta il rischio di non corretta chiusura delle suturatrici endoscopiche. In questi casi la soluzione ottimale può essere la minitoracotomia videoassistita. Neoplasie (staging, exeresi radicale) Il ruolo della VATS nello staging e nel trattamento chirurgico delle neoplasie polmonari è tuttora oggetto di discussione: non vi è dubbio che quando la neoplasia si presenta come nodulo polmonare solitario, la sua exeresi videotoracoscopica è un passo fondamentale nel trattamento precoce. Questo ha una validità ancora maggiore in presenza di una neoplasia nota e di un nodulo controlaterale di dubbia natura. Per quanto concerne lo staging clinico la VATS può essere, in casi selezionati, di indubbia utilità sia per la valutazione del parametro «T» sia del parametro «N». La mediastinoscopia resta l'intervento fondamentale per la stadiazione linfonodale, dato che permette l'esplorazione delle stazioni paratracheali bilateralmente e di quelle ipocarenali, prognosticamente più significative. La mediastinotomia anteriore mantiene la sua validità per la valutazione dei linfonodi premortici e sottoaortici. L'esplorazione delle altre stazioni mediastiniche può essere eseguita solo in VATS, ma è indicata solo in casi inconsueti o in corso di trial oncologici ove sia richiesta una stadiazione ottimale. Nella nostra esperienza è inoltre relativamente frequente in casi di dubbia operabilità , l'esecuzione di un'esplorazione videotoracoscopica del cavo pleurico prima di procedere alla toracotomia: solo nel 5% dei casi, però, abbiamo riscontrato criteri di inoperabilità con modesto vantaggio della VATS in questo contesto, a fronte di un significativo incremento di spesa e tempo impiegato11, 12, 13, 14, 15. Per quanto riguarda l'exeresi radicale videotoracoscopica di neoplasie polmonari, la maggior parte degli autori è concorde nel ritenere sfavorevole il rapporto costo/beneficio e pertanto la tecnica è stata abbandonata dalla maggior parte dei centri; non mancano tuttavia autori che continuano a sostenerla, supportandola con dati incoraggianti16, 17. Patologia mediastinica Il mediastino è un distretto particolarmente vantaggioso per l'impiego della VATS: il tessuto cellulo-adiposo scarsamente http://www.chirurgiavascolareroma.com Realizzata con Joomla! Generata: 19 March, 2017, 18:33 Chirurgia Vascolare Roma vascolarizzato che circonda le strutture nobili, infatti, si presta a una dissezione videotoracoscopica ottimale. La finalità del procedimento può essere diagnostica o terapeutica e non di rado la biopsia escissionale di neoformazioni capsulate o benigne assomma i due aspetti. La precisione della exeresi consentita dalla visione magnificata della videocamera e dall'uso del coagulatore bipolare si presta a campi operatori particolarmente delicati quali lo stretto toracico superiore18 o i forami di coniugazione. Patologia flogistica acuta (mediastinite) La mediastinite acuta è un'affezione di estrema gravità , usualmente correlata a perforazioni esofagee o tracheali che di solito richiedono un ampio approccio toracotomico, o meglio una toracotomia anteriore con sternotomia traversa per lo sbrigliamento e soprattutto per la riparazione della lesione primitiva. La videotoracoscopia può essere assai utile quale unico accesso al torace nelle mediastiniti discendenti, per esempio quelle da flemmone odontogeno. Occasionalmente l'impiego della VATS si è rivelato estremamente utile anche a torace aperto per la sutura di lesioni tracheali o esofagee, situate sopra lo stretto toracico superiore. Biopsia di adenopatie e tumori maligni Per la biopsia di adenopatie o di tumori del mediastino ricorriamo usualmente a biopsie transtoraciche, privilegiando l'impiego di aghi taglienti, o a biopsie transtracheali-transbronchiali. In caso di insuccesso, la mediastinoscopia e la mediastinotomia anteriore consentono di eseguire facilmente e con grande semplicità ottimi prelievi. Il ruolo della VATS, data la sua complessità e l'elevato costo, è quindi limitato ai rari casi in cui le tecniche più semplici siano state inefficaci a quei pazienti con lesioni piccole e profonde, raggiungibili solo mediante accurata e sofisticata dissezione19. Exeresi radicale di cisti e tumori benigni Le cisti disontogenetiche, anche di grandi dimensioni, si prestano a trattamento videotoracoscopico perché in genere presentano un ottimo piano di clivaggio dalle strutture circostanti; biopsie escissionali VATS possono essere eseguite anche per piccoli tumori mediastinici benigni: in questo caso spesso il trattamento diagnostico e quello terapeutico coincidono. I tumori neurogeni sono assimilabili a neoplasie mediastiniche che originano frequentemente a livello dei forami di coniugazione. Si tratta prevalentemente di schwannomi o neurinomi, che ben si prestano alla exeresi videotoracoscopica, occasionalmente anche nella forma a clessidra19. Timectomia e miastenia Il trattamento ottimale della miastenia prevede l'asportazione del timo e del tessuto adiposo peritimico dal diaframma al collo. L'accesso usato normalmente è la sternotomia totale o parziale (cervicotomia con «split sternale»). La VATS ha consentito di realizzare timectomie allargate che hanno le stesse caratteristiche di radicalità degli interventi convenzionali, ma sono particolarmente vantaggiose per pazienti fragili come i miastenici. Tra i vari accessi mininvasivi proposti20, la cervicotomia associata a VATS bilaterale, anche per la ricca casistica prodotta, è il più convincente21. Il rilevante inconveniente di questa tecnica è comunque rappresentato dalla sua notevole complessità ; riteniamo che essa debba essere adottata solo in centri dove l'intervento sia eseguito con grande frequenza, così che l'operatore acquisisca e mantenga un'adeguata manualità . Questo tipo di intervento consente l'asportazione anche di piccoli timomi al primo stadio, ma questa indicazione rimane controversa alla luce della difficile valutazione del reale stadio della neoplasia in VATS e del rischio di disseminare il campo operatorio di cellule neoplastiche con alta probabilità di recidiva locale19. Chilotorace Il chilotorace è raramente correlato a un trauma con coinvolgimento della colonna vertebrale, e occasionalmente è secondario a neoplasie o displasie quali la linfangioleiomiomatosi. Nella maggior parte dei casi rappresenta una iatrogenia in corso di linfadenectomie mediastiniche o resezioni d'esofago. Quando non è indicato il trattamento conservativo (nutrizione parenterale totale o talcaggio pleurico) cioè per perdite di chilo costanti e superiori a 500cc/die, è opportuna la legatura del dotto toracico a livello del legamento polmonare fra i tessuti paravertebrali. In caso di campo integro, la VATS permette un intervento agevole e soddisfacente, in caso di campo flogosato o compromesso da precedente intervento si consiglia l'approccio minitoracotomico videoassistito19. Patologia esofagea Il reflusso esofageo, le ernie iatali e l'acalasia rappresentano uno dei gold standard tra le affezioni dell'esofago che si prestano al trattamento videochirurgico, ma poiché si riferiscono alla tecnica di video laparoscopia22, esulano da questa trattazione. Acalasia e spasmo idiopatico diffuso La miotomia esofagea può essere agevolmente eseguita in VATS, e in particolare la miotomia «lunga» per spasmo idiopatico diffuso, mentre per il trattamento della acalasia si preferisce la via laparoscopica (pur essendo possibile per via toracica), che consente una assai più facile funduplicatio. Diverticoli I diverticoli dell'esofago toracico sono stati trattati in VATS con risultati spesso insoddisfacenti per esito e numero di complicanze anche gravi, per cui la tecnica dovrebbe essere valutata ulteriormente, anche alla luce di un più recente approccio laparoscopico per quelli epifrenici22. http://www.chirurgiavascolareroma.com Realizzata con Joomla! Generata: 19 March, 2017, 18:33 Chirurgia Vascolare Roma Exeresi di leiomiomi I leiomiomi rappresentano una valida indicazione all'approccio videotoracoscopico se sono di dimensioni contenute. Di solito, si trova agevolmente il piano di clivaggio della lesione e il suo scollamento, per via smussa, può essere eseguito senza danni alla mucosa. L'intervento è reso più facile e sicuro eseguendone i passaggi più difficoltosi con un gastroscopio inserito in esofago a transilluminare la parete e verificare l'integrità della mucosa. Tumori maligni La VATS può essere utile alla stadiazione delle neoplasie esofagee con riferimento al parametro N, tuttavia questa impiego inconsueto riguarda solo centri dove si raccolgono grandi casistiche di patologia dell'esofago23. Gli interventi di exeresi videotoracoscopica di neoplasie esofagee sono stati abbandonati dalla maggior parte degli autori, in quanto estremamente complessi e gravati di morbilità e mortalità elevata a fronte di modesti vantaggi. Il videotoracoscopio, introdotto per via cervicale o attraverso lo iato, può rivelarsi utile in corso di esofagectomia transiatale per eseguire l'emostasi a livello dell'arco aortico, nella zona che non può essere controllata dalla visione diretta. Per questo impiego è stato realizzato da Buess24, 25 uno strumento apposito, che nella nostra esperienza è risultato ingombrante, poco pratico e di costo rilevante. Patologia del sistema nervoso autonomo Simpaticectomia toracica Con l'avvento della VATS la simpaticectomia è divenuta semplice, sicura e quindi proponibile anche per affezioni non gravi26 mentre in precedenza era eseguita, in visione toracoscopica diretta, solo da pochi operatori che avevano accumulato una grande esperienza specifica27. Il morbo e la sindrome di Raynaud e le ischemie critiche degli arti superiori hanno un giovamento modesto28 e transitorio dalla simpaticectomia che ha quindi limitatissime indicazioni. L'iperidrosi palmare o ascellare sono, nella nostra esperienza, la prima indicazione a questo tipo di trattamento: l'intervento è semplice, privo di rischi, e risolve il problema in modo immediato e definitivo. Anche l'eritrosi familiare del volto e la causalgia29 sono patologie che, con la simpaticectomia, consentono ottimi risultati. Splancnicectomia toracica La tecnica di blocco del plesso celiaco, principalmente usata per il trattamento del dolore pancreatico cronico ha gli inconvenienti di una significativa percentuale di insuccessi e complicanze, e di un risultato temporaneo. La tecnica VATS di splancnicectomia sinistra o bilaterale è semplice, efficace, sicura e offre risultati duraturi30. Patologia traumatica Traumi chiusi del torace Il traumatizzato toracico emodinamicamente stabile e in condizioni respiratorie tali da poter mantenere l'esclusione polmonare per un tempo adeguato può essere un buon candidato alla VATS; la principale indicazione è l'evacuazione di coaguli in emotorace non risolto da drenaggio pleurico. Il timing di questa esplorazione si colloca usualmente a 24-48 ore dal trauma, per avere da una parte una adeguata garanzia di «stabilità » e dall'altra un coagulo ancora poco organizzato e quindi facilmente asportabile. Naturalmente una accurata esplorazione dell'emitorace interessato potrà fornire ulteriori notizie su eventuali lesioni passate inosservate31. Ferite del torace Le ferite da arma bianca e raramente quelle da arma da fuoco possono rappresentare un'ottima indicazione alla VATS32: in pazienti stabili, in cui le caratteristiche dell'arma, il tragitto presumibile, il quadro clinico e di imaging prospettino un rischio di lesione paucisintomatica potenzialmente grave, un intervento videotoracoscopico ci consentirà di documentare lesioni diaframmatiche insospettabili o lesioni parziali della parete aortica o la presenza nel cavo pleurico di corpi estranei radio-trasparenti o altro ancora. Per questo motivo proponiamo la VATS in tutte le ferite penetranti da arma bianca, utilizzando eventualmente il foro di entrata come accesso, se non appare contaminato. In nessun caso si sono verificati problemi di tipo settico a seguito di tali interventi. Altre indicazioni Versamenti pericardici I versamenti pericardici possono essere di origine varia ma nella grande maggioranza dei casi che giungono alla nostra osservazione sono conseguenti a metastasi pericardiche da tumori della mammella o del polmone. Spesso sono asintomatici e documentati da una radiografia del torace eseguita per altra patologia o in corso di follow up per malattia neoplastica, diversamente possono esordire con il quadro di tamponamento cardiaco. La pericardiocentesi o il drenaggio percutaneo risolvono il problema acuto, ma nei versamenti recidivanti la soluzione più frequentemente adottata è la fenestrazione pericardica: l'accesso sottoxifoideo classico rimane, nella nostra esperienza, quello di scelta poiché la fenestrazione in VATS, nonostante la raffinatezza tecnica, non ha mostrato oggettivi vantaggi per il paziente a fronte di maggiori inconvenienti (decubito laterale e ventilazione monopolmonare in situazioni, spesso, di scarso compenso emodinamico). Ernie diaframmatiche traumatiche Le lacerazioni traumatiche del diaframma rappresentano un evento relativamente frequente e potenzialmente pericoloso http://www.chirurgiavascolareroma.com Realizzata con Joomla! Generata: 19 March, 2017, 18:33 Chirurgia Vascolare Roma quod vitam, soprattutto se misconosciute, in quanto possono complicarsi con strozzamento e necrosi di visceri erniati anche a distanza di anni. Per questo motivo ove sussista il dubbio di una lacerazione diaframmatica, l'esplorazione può essere eseguita in videotoracoscopia, tecnica che consente il più delle volte anche un'agevole riparazione della breccia32. Relaxatio frenica La relaxatio frenica è una patologia non rara, frequentemente dovuta a lesioni note, prevalentemente iatrogene del nervo frenico, ma spesso è idiopatica. La relaxatio è ben tollerata a destra, mentre a sinistra tende a dare una limitazione evolutiva della ventilazione, parallela alla progressiva risalita in torace degli organi dell'ipocondrio sinistro. L'intervento di scelta è la frenoplicatio, eseguibile mediante VATS, o minitoracotomia video-assistita, soprattutto in pazienti a rischio. Chirurgia dello stretto toracico superiore L'accesso transascellare allo stretto toracico superiore, è angusto e scomodo se eseguito cielo aperto, ma con l'ausilio del videotoracoscopio sono ben visualizzabili e trattabili le strutture anomale che sono alla base dell'omonima sindrome33. Patologia della colonna vertebrale La VATS può essere impiegata per la diagnosi e la terapia di patologie della colonna toracica. I processi flogistici più frequenti sono gli ascessi freddi, la cui frequenza sta aumentando in relazione alla recrudescenza della tubercolosi correlata all'immigrazione extracomunitaria. In VATS è agevole aprire, lavare e drenare tali ascessi. Per la biopsia di tumori della colonna, ove le agobiopsie siano state impossibili o inefficaci, la VATS ci ha consentito un agevole approccio bioptico. Nella chirurgia della colonna per discectomie e correzioni di scoliosi la VATS trova ampie applicazioni e inoltre, in alcuni interventi di particolare difficoltà , come le corporectomie, consente la legatura preventiva dei vasi intercostali all'origine, permettendo di aggredire la colonna solo per via posteriore evitando il classico accesso toracotomico34, 35. Drenaggio di ascessi subfrenici Gli ascessi subfrenici possono essere svuotati e drenati sotto guida ecografia o mediante relaparotomia. Occasionalmente, con una microtoracotomia video-assistita a ridosso del diaframma, abbiamo eseguito una frenotomia minima, per aggredire facilmente e con successo raccolte altrimenti difficilmente accessibili. Biopsia surrenalica transfrenica A dimostrazione della versatilità della tecnica riportiamo l'indicazione a biopsia surrenalica videotoracoscopica, utilizzata in pazienti con neoplasie polmonari e sospetto radiologico di metastasi surrenalica omolaterale; l'incisione del diaframma a livello dell'inserzione posteriore in sede paravertebrale consente, mediante esplorazione VATS, di raggiungere le logge surrenaliche per una valutazione diagnostica che precede l'intervento resettivo polmonare. Legatura del dotto arterioso La pervietà del dotto arterioso è una condizione patologica i cui effetti emodinamici e clinici dipendono dall'entità dello shunt che ne consegue. La sua chiusura è eseguibile in VATS, soprattutto in età pediatrica, con le sole eccezioni della concomitanza di malformazioni cardiache maggiori o di un diametro del dotto superiore a nove millimetri (lunghezza delle clip in titanio); negli adulti una precedente toracotomia o la presenza di calcificazioni e aneurismi sono le principali controindicazioni a intervento VATS. Preparazione dell'arteria mammaria interna per la rivascolarizzazione miocardica L'arteria mammaria interna è utilizzata di routine per la rivascolarizzazione miocardica. In VATS è possibile l'isolamento del peduncolo di arteria mammaria che sarà anastomizzata in minitoracotomia a cuore battente. Ne risulta una tecnica mininvasiva con bassissima mortalità operatoria e minime complicanze36. Conclusioni Nei suoi dieci anni di vita, la videotoracoscopia operativa ha dimostrato straordinaria validità nella grande maggioranza delle patologie toraciche di interesse chirurgico. La maggior parte delle indicazioni, delle tecniche e dei risultati sono dati acquisiti e accettati dalla comunità chirurgica. Altri settori, in particolare oncologici, meritano ulteriore esperienza e soprattutto l'avvallo di studi randomizzati. Tutto ciò consente di offrire ai pazienti prestazioni con un eccellente rapporto costo/beneficio, che spesso stupiscono per la loro straordinaria efficacia a fronte di un traumatismo minimo. E' ormai da tutti accettato che la videotoracoscopia debba far parte del patrimonio culturale e tecnico di ogni chirurgo toracico, ed è altrettanto chiaro che una buona conoscenza della chirurgia convenzionale è comunque indispensabile per operare in VATS. La possibilità di operare in minitoracotomia con assistenza videotoracoscopica, sintetizza il sempre più stretto legame tra le due tecniche operative: è così possibile, infatti, eseguire un intervento con tecnica e strumenti http://www.chirurgiavascolareroma.com Realizzata con Joomla! Generata: 19 March, 2017, 18:33 Chirurgia Vascolare Roma convenzionali e minima invasività , evitando soprattutto la divaricazione costale. E' indispensabile, però, una preparazione culturale e tecnica specifica per offrire le migliori prestazioni evitando che il fascino e l'apparente semplicità del metodo trasformi i chirurghi meno esperti in altrettanti apprendisti stregoni. Tabella 1. Numero di interventi in VATS, comprensivi degli accessi minitoracotomici videoassistiti, eseguiti presso il Presidio ospedaliero Bellaria-Maggiore di Bologna nel periodo 1991-2000 pneumotorace 182 noduli polmonari 154 patologia pleurica 134 diagnostica in patologia mediastinica 98 staging neoplasia polmonare 51 traumi 31 patologia del sistema nervoso autonomo 30 terapia in patologia mediastinica 27 interventi inconsueti o eccezionali 10 Potenziali conflitti d'interesse dichiarati: nessuno Bibliografia 1. Loddenkemper R. Thoracoscopy-state of the art. Eur Respir J 1998; 11(1): 213-21. 2. 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