WOSII – Ultima Release
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WOSII – Ultima Release Gli italiani al Mit che progettano il futuro Parlare di immigrazione culturale non ha più senso, perché la conoscenza è ormai condivisa in rete BOSTON - Nessuno di loro si chiama Leonardo, ma la genialità italica sembra avere lo stesso dna del maestro rinascimentale. Per dimostrare il loro talento hanno dovuto attraversare l’oceano e insediarsi al Massachusetts Institute of Technology, ma non si sentono cervelli in fuga. CITTÀ DEL FUTURO - «Oggi non ha senso parlare di immigrazione culturale perché la conoscenza è ormai condivisa in rete, quindi virtualmente potrei trovarmi a Singapore o Milano invece di Boston. Sempre più spesso le persone che lavorano a un progetto si trovano in luoghi diversi del pianeta perché il campo di azione in molti casi è diventato il mondo intero», dice a Corriere.it Carlo Ratti. Architetto piemontese, 41 anni, Ratti dirige il SenseAble City Lab da lui fondato nel 2004. Un centro di eccellenza internazionale che studia e progetta le città del futuro, analizzando i dati che provengono da un numero crescente di sensori e dispositivi elettronici. L’idea è che si possa costruire una città intelligente studiando con un approccio multidisciplinare il comportamento delle persone: cosa fanno, dove si spostano, come si muovono. La città di domani non cambierà radicalmente, almeno dal punto di vista estetico, niente scenari alla Blade Runner, ma sarà più efficiente, più sostenibile e più funzionale alle esigenze dei cittadini. ORECCHIO BIONICO - Elettronica per l’uomo 2.0 E se miglioreremo la qualità della nostra vita il merito spetta anche ad altre innovazioni, come quelle messe a punto nei laboratori di elettronica del Mit da scienziati come Lorenzo Turicchia, uno dei padri dell’orecchio bionico e di altre protesi evolute. «Matrix non è più fantascienza, oggi la tecnologia ci consente di fare cose straordinarie e nei prossimi anni assisteremo a progressi inimmaginabili», ci dice il ricercatore italiano. Dopo aver messo a punto l’orecchio elettronico e un sofisticato surrogato del tratto vocale che consente di far parlare chi ha perso la voce o è privo di questa funzionalità, oggi Turicchia è impegnato in esperimenti di frontiera: far muovere le protesi con la forza del pensiero. «È difficile dare stime precise su quando questi dispositivi saranno effettivamente disponibili, ma succederà sicuramente e consentirà alle persone con disabilità importanti di vivere una vita decisamente migliore». AUTO ELETTRICA - Cambiare il mondo con un’invenzione era anche il sogno di Riccardo Signorelli, per otto anni al Mit e ora a capo della sua società FastCup che ha deciso di aprire a poca distanza dal campus di Cambridge. Il suo ambizioso progetto è quello di fare la concorrenza alla benzina mettendo a punto un sistema per migliorare le prestazioni delle batterie elettriche. A rendere possibile questo traguardo è un oggetto piccolo ma rivoluzionario, un ultracapacitore, una specie di pila 15/20 più potente di quelle tradizionali. Realizzato con nanotubi in carbonio, questo dispositivo può caricarsi e scaricarsi istantaneamente, quasi all’infinto, consentendo di risolvere un problema non da poco: rendere decisamente più economiche le batterie delle auto ibride-elettriche. Non solo, ma i vantaggi di questo ultracapacitore possono avere impatti significativi anche in altri campi industriali, soprattutto nell’ambito delle energie rinnovabili. Proprio per questa ragione Signorelli ha ricevuto un finanziamento di 5,5 milioni di dollari dal governo americano per sviluppare la sua idea a cui se ne sono aggiunti altri 2 da parte di investitori privati. Mark Perna FORSE NON TUTTI SANNO CHE: Inchiostro simpatico L'inchiostro simpatico reversibile "Il sale idrato perde col calore l’acqua di cristallizzazione e si converte in una sostanza azzurra che è il sale anidro. Se colla soluzione rosea diluita di cloruro di cobalto si scrive in un pezzo di carta si ottengono dei segni appena visibili, che solo col calore divengono nettamente azzurri (inchiostro simpatico)." (Dal Trattato di chimica inorganica (versione italiana del 1895) di Victor Richter) L'inchiostro simpatico è una sostanza utilizzata per la scrittura, che è invisibile, al momento dell'applicazione o subito dopo, e che in seguito può essere resa visibile tramite varie forme di intervento. L'inchiostro simpatico, o invisibile, è una forma di steganografia ed è stato utilizzato nello spionaggio. Altri impieghi includono l'anticontraffazione, la marcatura di proprietà, giochi per bambini, e la marcatura per l'identificazione nel settore manifatturiero. Sostanze per scrivere in maniera invisibile possono essere il succo di limone o il latte. Lo Zibaldone Da Canal indica anche il salammonio [1], mentre il manoscritto Pal. 998 aggiunge a questo il salgemma, il latte di fico, il succo di cipolla, [2]. Una volta asciugata la carta, si può leggere il messaggio avvicinando la carta al calore di una candela. Col cloruro di cobalto si prepara un inchiostro simpatico che è reversibile, ossia ha la particolarità di risultare visibile col calore ma di ritornare invisibile appena la carta si raffredda. Note 1. ^ Zibaldone Da Canal, Manoscritto mercantile del sec. XIV a cura di Alfredo Stussi, Il Comitato Editore, Venezia 1967; pagina 93; originariamente c.54v.13-20 2. ^ A cura di Alfredo Stussi "Op. Cit."; pagina XXXIII delle Note Intoduttive Pennarello ad inchiostro invisibile (security marker) Viene usato per marcare con un inchiostro invisibile beni di valore; la scritta può essere resa visibile esponendola alla radiazione ultravioletta, pertanto, un bene rubato e poi recuperato può essere identificato dal suo proprietario grazie a questo inchiostro. Questa tecnologia viene anche applicata a particolari giocattoli (es. diari segreti o articoli simili) per "nascondere" ad occhi indiscreti i messaggi scritti con essa. PENNA MAGICA INCHIOSTRO INVISIBILE LUCE LED UV Indirizzo Web: http://cgi.ebay.it/ws/eBayISAPI.dll?ViewItem&item=130687912727 A che scopo creare un virus letale? Un virus mortale riesce a fuggire dalle asettiche provette di un laboratorio; il contagio è rapido, il decorso della malattia non lascia tempo di intervenire: è lo scenario apocalittico più ricorrente nei film prodotti negli USA negli ultimi anni. Se ai tempi della guerra fredda, il Dottor Stranamore, di Kubrick, rifletteva la paura della bomba, oggi sembra che la fine dell’umanità possa partire solo da pericolosi esperimenti di laboratorio sfuggiti al controllo dei loro artefici. Quello che ho appena descritto non sembra poi molto fantascientifico quando sfogliamo le pagine della rivista scientifica Nature, quando leggiamo che gli scienziati annunciano, fieri dei loro risultati, la creazione di virus mutanti e altamente letali. È proprio quello che è successo nei laboratori dell’Università del Wisconsin-Madison (Usa), ad opera di un gruppo di studiosi guidati da Yoshihiro Kawaoka. Gli Stati Uniti non sono gli unici però a produrre esperimenti del genere: anche nel cuore dell’Europa, i laboratori olandesi dell’Erasmus Medical Centre di Roterdam sono arrivati a risultati analoghi. Le polemiche su questo tipo di ricerche hanno riempito le pagine dei giornali e le bocche di quanti si indignano per i risultati di una scienza che non viene più vista in un’ottica di smisurato positivismo. Ma proviamo ad analizzare gli scopi e i presupposti di questo genere di esperimenti. I virus influenzali sono i più diffusi e multiformi che si conoscano, hanno la particolare caratteristica di adattarsi e mutare rapidamente, inoltre risultano infettivi per quasi tutte le specie animali, incluso l’uomo. In quest’ultimo decennio abbiamo assistito al diffondersi di piccole epidemie di virus influenzali altamente pericolosi e letali, fortunatamente non vi è mai sta una vera e propria epidemia, ma l’eco mediatico che hanno avuto ha scatenato non poche paure. L’influenza suina e aviaria, hanno messo la comunità scientifica difronte a un fatto che ha destato non poche preoccupazioni: in natura questi virus hanno la capacità di trasformarsi in veri e propri killer in brevissimo tempo. Salvo eventuali speculazioni, l’obbiettivo primario è stato quello di correre ai ripari. Cercare un vaccino per le forme virali in circolazione diventa sempre più inefficace vista la rapidità di mutazione. Una strada alternativa da percorre a riguardo può essere quella di anticipare i tempi, di prevedere le nuove forme virali più pericolose e produrne in anticipo i vaccini. Se si vuole considerare questo punto di vista, le ricerche sopra citate non possono che rientrare nell’ottica della prevenzione di possibili pandemie e catastrofi. Si mostra, insomma, la parte “buona” della scienza, quella che tende sempre al progresso dell’umanità e alla sua salvaguardia. Questa prospettiva è in fondo quella a cui siamo abituati a pensare la scienza: una freccia che viaggia in un’unica direzione, cioè quella del progresso. Tornando ai recenti esperimenti, leggiamo sulle riviste Nature e Scienze che il virus modificato – l’H5N1 – unisce la mortalità dell’aviaria con la rapidità dell’influenza suina. Negli studi effettuati su cavie – sono stati utilizzati dei furetti – il tasso di mortalità si aggira intorno al 60% ed è contagioso anche per l’uomo. Quando il virus riesce ad attecchire nell’uomo è quasi sempre mortale perché sconosciuto al suo sistema immunitario. Le mutazioni effettuate sull’H1N1, per ottenere il super-virus sono appena quattro, il che sottolinea con quale facilità sia stato possibile ottenere l’H5N1 in laboratorio e che le stesse mutazioni sarebbero potute avvenire con altrettanta semplicità in natura. I risultati di laboratorio sono stati sottoposti al controllo delNational Science Advisory Board for Biosecurity statunitense, il quale ha dato poi via libera alla pubblicazione dei risultati, scatenando le polemiche di una parte consistente della comunità scientifica, la quale ha accusato che ciò potrebbe favorire potenzialmente il bioterrorismo. Adesso non resta che dare uno sguardo all’altra faccia della medaglia. La scienza non è solo la scoperta incondizionata delle leggi e dei processi naturali: dietro ogni provetta di laboratorio, ogni acceleratore di particelle, o dietro l’ultimo ritrovato della tecnologia c’è sempre la mano umana. Le esperienze storiche e scientifiche degli ultimi settanta anni hanno lasciato un marchio indelebile sulle nostre capacità di critica. Non possiamo pensare alla creazione di un virus letale in laboratorio dissociandolo dal pensiero degli effetti catastrofici che potrebbe, in linea teorica, generare. Così come, ancora oggi, non riusciamo a dissociare la scoperta dell’energia nucleare dalle migliaia di morti di Hiroshima. Forse ci siamo resi conto che l’errore umano, il cattivo uso della scienza e l’interesse di pochi a scapito dell’umanità è sempre in agguato; e forse è anche più temibile di un’ipotetica e futura epidemia naturale di virus letali. Domande etiche a parte, non possiamo che accettare il fatto ormai compiuto, l’H5N1 sta li, nella sua trasparente provetta, nel super protetto laboratorio olandese o statunitense in attesa ricevere il suo significato: pericolosa bomba appena innescata, o futuro antidoto a una velenosa epidemia. Graziella Marturano VILLE & CASALI Speciale porte Blindate Effepi accorgimenti reali Le porte Blindato Effepi srl sono robuste difese e qualificati componenti d'architettura, sono il risultato di trent'anni di esperienza, di attenzione verso il particolare, di innovazione tecnologica costante, di brevetti, di conformità alle normative vigenti e sono un valido deterrente all'effrazione ed un sicuro ostacolo all'azione dolosa di malintenzionati. I prodotti Blindato Effepi srl sono il risultato di materiali di qualità abbinati a soluzioni costruttive evolute, tecnologie frutto di esperienza e di ricerca, design unito alla caratterizzazione formale anche degli accessori e soprattutto da e tangibili. Porte blindate per tutte le esigenze, soluzioni di design abbinabili a prestazioni particolari tipo, quali l’isolamento termico, l'abbattimento acustico con il kit insonorizzazione, optional per comandi a distanza o componenti per usi specifici: qualità personalizzabile garantita dal marchio Blindato Effepi. Tutte le porte sono accompagnate da un Certificato di Qualità. Blindato Effepi srl, azienda con una lunga storia di primati e di ricerca nel settore delle porte blindate, ha introdotto, attraverso la ricerca ed il design, la cura e la caratterizzazione formale delle porte blindate e dei suoi accessori; ha migliorato le caratteristiche tecniche dei prodotti con numerose innovazioni e brevetti ed ha partecipato con altri, alla definizione delle norme per il collaudo prestazionale dei prodotti. L’attenzione verso il particolare, l’aspetto estetico, i tempi e modi di posa, la ricerca tecnica, fanno di una porta blindata Blindato Effepi un prodotto sicuro e di facile posa, una Vera Sicurezza a protezione della casa. Atelier Effepi nasce con l’intento di fornire un laboratorio artigianale, all’interno dell’azienda, capace di elaborare ogni soluzione personalizzata sulle porte blindate e di creare dei prodotti nati specificatamente sul progetto dei clienti. I primi esempi sono: Vespucci: il rivestimento per porte blindate Vespucci si ispira dichiaratamente agli stili e ai materiali della più nobile marineria italiana, ad iniziare dal nome, che rende un tributo alla più importante nave scuola della marina militare. Il rivestimento è proposto in Mogano con una lavorazione a persiana che ricorda i colori e le atmosfere del mobilio delle più prestigiose imbarcazioni. Riva: anche questo rivestimento si ispira agli stili e ai materiali della marineria italiana ed è realizzato a somiglianza della coperta (il pavimento delle imbarcazioni) con doghe in mogano fugate da esili profili in acero bianco. Per prima ha introdotto, attraverso il design, la cura e la caratterizzazione formale delle porte blindate e dei suoi accessori, ha migliorato le caratteristiche tecniche dei prodotti con numerose innovazioni e brevetti, ha partecipato, con altri, alla definizione delle norme per il collaudo prestazionale dei prodotti. Attualmente il mercato della sicurezza è affollato da proposte contraddittorie, da soluzioni ed atteggiamenti che eludono il vero compito della porta blindata. La Effepi è oggi l’unica azienda che vanta il sistema di sicurezza TR1CiLiND3R. Il sistema consiste in una chiave particolarissima, quasi impossibile da replicare. La chiave inserita nel sistema di serratura particolare, fa apparire nel display il codice di apertura. Un sistema possiamo affermare molto innovativo ed assolutamente sicuro. E’ il pregio dell’azienda, e la stella che la fa brillare nei mercati internazionali del lusso. Qui vi raffiguriamo un esempio di chiave per dimostrarne la complessità del sistema. La porta blindata non può assicurare, come per ogni altra situazione, la sicurezza assoluta, ma può costituire un valido deterrente all'effrazione ed un sicuro ritardante all'azione dei malfattori. Affinchè la porta offra un valido grado di sicurezza occorre valutare le reali qualità dei materiali impiegati e le soluzioni tecniche costruttive adottate. Ville e Casali vi invita a visitare la effepi ed ad acquistare i suoi prodotti per la sicurezza delle vostre proprietà e dei vostri cari. "Ahmadinejad è di origine ebraica" Lo rivela una foto del suo passaporto Il cognome originale, di origini ebraiche, del presidente iraniano non è Ahmadinejad ma Sabourjan. A fine gennaio lo aveva denunciato Mehdi Khazali, figlio dell'ayatollah Abulqassim al Khazali, critico del presidente. Ora il britannico Daily Telegraph pubblica una foto in cui Ahmdinejad stesso, mostrando nel marzo del 2008 il proprio documento di identità ha involontariamente rivelato il suo cognome originario. Il cognome, pur riportato in farsi, è di "chiara origine ebraica", spiega il Telegraph, e significa "tessitore del talled" (il tradizionale scialle indossato dagli ebrei quando pregano). Al quotidiano conservatore è bastato ingrandire il documento per trovare la conferma alle accuse di Khazali in una nota scarabocchiata, da cui emerge che la famiglia cambiò il suo nome in Ahmdinejad quando si convertirono all'Islam al momento della nascita di Mahmoud. In Iran ha sempre vissuto una folta comunità ebraica: prima della rivoluzione khomeinista si contavano 100.000 persone, mentre ora ne sono rimaste poco meno di 11mila. Link utili Rubrica del mese. La cartografia. L'azimut. Quando si parla di azimut molti pensano che questa parola significhi "direzione", ma questo è inesatto perché l'azimut non è una direzione ma un angolo. L'azimut di un certo oggetto (ad esempio una albero) rispetto a te, è l'angolo formato dalla direzione del Nord e dalla direzione nella quale tu vedi l'albero. In altre parole l'azimut dell'albero è l'angolo, del quale tu sei il vertice, formato fra la linea della direzione Nord e la linea che va da te all'albero. L'azimut si misura in gradi (in senso orario). Azimut 0° vuol dire che l'oggetto si trova esattamente a Nord rispetto a te, azimut 90° che a te si trova ad Est, azimut 180° che si trova a Sud e così via. Misurazione di un azimut Chiarito quindi, che uno dei due lati di un azimut è sempre la direzione Nord, vediamo come usare la bussola per determinare il valore di un azimut. Esistono vari tipi di bussola e quindi vari modi per farlo, qui spieghiamo un metodo, infatti con alcune la misurazione è diretta. Portare la bussola all'altezza degli occhi e, con l'aiuto del mirino, punta l'oggetto del quale vuoi misurare l'azimut. Fatto ciò ruota il cerchio graduato fino a far coincidere lo zero (0°) o la N con il Nord dell'ago della bussola. A questo punto leggi il valore dell'azimut sul cerchio graduato in corrispondenza del mirino. Per eseguire questa operazione senza perdere il puntamento dell'oggetto, devi servirti dello specchio, mettendolo in modo da vedere il cerchio graduato mentre traguardi nel mirino e ruoti il cerchio graduato. Descritte così, tutte queste operazioni ti possono sembrare complesse. Prendi la bussola e prova a misurare un azimut, seguendo le istruzioni. La prima volta incontrerai qualche difficoltà, poi, con la pratica, ti accorgerai invece che è abbastanza semplice. Occorre però essere molto precisi. Abituati a utilizzare spesso la bussola in modo da essere in grado di svolgere tutte le operazioni senza esitazioni. Azimut sulla carta topografica Per misurare l'azimut sulla carta topografica occorre il goniometro. Se vuoi misurare l'azimut di un oggetto da un certo punto, prendi una matita sottile e traccia una linea leggera fra il punto e l'oggetto del quale vuoi misurare l'azimut. Poi, sempre con la matita, traccia la direzione del Nord passante per il punto. Quindi, con un goniometro, misura l'angolo formato dalle due linee: questo angolo è l'azimut cercato. Redazionale a Pagamento CARATTERISTICHE GENERALI: La bbBio Co. è un produttore specializzato nella realizzazione di pallini per AEG di altissima qualità sin dal 2002. I calibri disponibili sono: 0.12g, 0.20g, 0.25g, 0.28g, 0.30g, 0.32g e diverse colorazioni tra le quali il bianco, il verde (tracciante), marrone, nero e a breve anche il trasparente che garantisce il totale occultamento del posizionamento di tiro. Grazie alle tecnologie più avanzate i pallini BB bio hanno raggiunto il più elevato stato qualitativo da essere ormai considerati i pallini professionali per eccellenza. Negli USA come in Australia sono ormai i più diffusi per le competizioni e grazie alla Airsoft Bio, che si fregia di distribuirli, anche i professionisti dell'Airsoft possono beneficiare dell'elevato grado di qualità e precisione dei pallini BB Bio. Sia la versione BIO che Normal presentano l'assoluta assenza di microbolle interne che ne garantisce un perfetto bilanciamento balistico e sono sottoposti ad un doppio trattamento di lucidatura e porcellanizzazione che riducono l'attrito con l'aria conferendogli un tiro più lungo e potente dei normali pallini. Altra importante caratteristica dei BB è la perfetta sfericità e la dimensione costante di 5.95mm con una variazione massima di ±0.01mm che evitano l'inceppamento dell'AEG. La mescola utilizzata è estremamente rigida e resistente, caratteristica che evita scheggiature nel pallino in fase di armamento e sparo. La versione BIO viene fornita corredata da Certificazione di Conformità allo Standard "EN 13432-2000"(Certificazione di Biodegradabilità e Compostabilità), requisito indispensabile per le competizioni ufficiali Europee. CARATTERISTICHE TECNICHE: Marca: BB Bio Modello: [AE047] Peso: 0.25g Peso busta: 1.0Kg Pallini per busta: 4000 ±0.5% Materiale: Biocomposto Colore: Bianco porcellana Dimensione: 5.95mm ±0.01mm Biodegradabilità: 100% Certificazione: EN 13432-2000 990 ( 990 è ) ’ 990 è à è “ Caratteristiche principali Frequenza operativa: 17 kHz Non motion Discriminazione audio Discriminazione regolabile Asta regolabile Bilanciamento al suolo manuale Alimentazione: 8 batterie 1,5V Piastra in dotazione: 8” Prezzo: € 725,18 +Iva Inizio modulo Quantita': 1 Vanga per i cercatori € 27,10 +Iva Fine modulo Spese di consegna ” Storia Militare: United States Navy Stemma dell'U.S.Navy Descrizione generale 13 ottobre 1775 Attiva Stati Uniti d'America Nazione Tipo Marina Militare Dimensione 500 000 effettivi Motto Non sibi sed patriae (non uff.) Marcia Eternal Father, Strong to Save Comandanti Capo delle Operazioni Navali Amm. Gary Roughead Comandanti degni di nota Chester Nimitz Simboli Naval Jack (insegna navale) [senza fonte] Voci di unità militari presenti su Wikipedia La United States Navy, comunemente abbreviata in U.S. Navy, o con l'acronimo USN, è la marina militare degli Stati Uniti, una delle forze armate degli Stati Uniti d'America. Responsabile della condotta delle operazioni militari navali, la missione principale della U.S. Navy è quella «di mantenere, addestrare ed equipaggiare forze navali pronte al combattimento e capaci di vincere le guerre, essere un deterrente per le aggressioni e mantenere la pace sui mari».[1] La marina militare statunitense, nell'anno fiscale 2008, conta 331.682 uomini e donne in servizio attivo e 124.000 nella Riserva Navale, opera con 283 navi e più di 3.700 aeroplani.[2] La marina militare degli Stati Uniti trae le sue origini dalla Marina Continentale (Continental Navy), fondata durante la guerra di indipendenza e smantellata nel 1790. La costituzione degli Stati Uniti d'America pose le basi per l'istituzione di una marina militare dando al Congresso il potere di «fornire e mantenere una Marina» («to provide and maintain a navy»).[3] Secondo la riorganizzazione della U.S. Navy condotta dall'ammiraglio Chester Nimitz, le flotte attive nel Pacifico sono designate da un numero dispari, quelle attive nell'Atlantico e nel Mediterraneo da un numero pari. Organizzazione Schema semplificato dell'organizzazione della USN. La US Navy ricade sotto la giurisdizione del Dipartimento della Marina (Department of the Navy), al cui vertice è posto il Segretario della Marina, un civile. L'ufficiale più alto nella catena di comando è il Capo delle Operazioni Navali (Chief of Naval Operations), un ammiraglio a quattro stelle (il più alto grado raggiungibile in tempo di pace) direttamente al di sotto del Segretario della Marina. Allo stesso tempo, il Capo delle Operazioni Navali fa parte dello stato maggiore congiunto, che è il corpo decisionale con più autorità, secondo solo al National Security Council, anche se svolge unicamente il compito di consigliere del Presidente degli Stati Uniti d'America e non rientra formalmente nella catena di comando. Il Segretario della Marina e il Capo delle Operazioni Navali sono responsabili dell'organizzazione, reclutamento di nuovi membri, addestramento ed equipaggiamento della Marina, affinché essa sia pronta per l'azione sotto il comando dei Comandi Combattenti Uniti (Unified Combatant Commanders). 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