sono aperte le iscrizioni!

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sono aperte le iscrizioni!
elfo puccini
c.so buenos aires 33
biglietteria
tel. 02.00.66.06.06
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lunedì - sabato 10.30/19.30
domenica 14.30/17.30
ufficio promozione e scuole
tel. 02.00.66.06.31/33
lunedì - venerdì
10.00/13.00 | 15.00/17.00
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l’elfo
è un trimestrale edito da
Teatridithalia Società Cooperativa
Teatro dell’Elfo Impresa Sociale
corso buenos aires 33 - 20124 milano
direttore responsabile
barbara caldarini
redazione
flora cucchi, nicola manfredi
veronica pitea, diana sartori
federica clemente
progetto grafico
plum (plumdesign.it)
registrazione tribunale di milano,
n. 5 del 4 gennaio 2010
stampa arti grafiche bianca e volta
via del santuario – 20060
trucazzano (milano)
marzo 2012
distribuzione gratuita
al lavoro!
Un mese di spettacoli - il mese di maggio - dedicato al lavoro
delle e per le nuove generazioni, raccontato dai drammaturghi
di oggi, trenta-quarantenni che scrivono per compagnie indipendenti.
La scelta di essere teatro d’arte contemporanea ci richiama
all’urgenza di testimoniare le tensioni del presente e di promuovere
giovani autori, attori e registi - in una parola lavoratori - con gli occhi
ben aperti sul futuro.
È la filosofia con cui abbiamo programmato Nuove storie, la
stagione della sala Bausch. Dal 2 maggio si avvicendano quattro
spettacoli - The italian factory, Tu (non) sei il tuo lavoro,
Le mattine dieci alle quattro e Brugole - che già dai titoli
tracciano i contorni delle storie che vedremo in scena, affrontate
con umorismo e leggerezza, con grande incisività e con molto
divertimento per il pubblico.
Sono storie reali o inventate nelle quali il senso di separazione
da sé e di inutilità si salda all’instabilità economica e sociale, che
diventa precarietà esistenziale, erompendo nelle vite dei protagonisti.
Una riflessione sull’identità di una generazione, che lascia
intravedere speranze e progetti, ambizioni e grandi sogni in una
società per cui il domani è attesa, ma non si costruisce nulla.
la pazzia di orlando
Dal rocambolesco
proliferare di avventure
e personaggi che anima la gran giostra
fiabe senza tempo
Tre appuntamenti
per bambini, ragazzi e adulti
senza età. Difficile scegliere il 24 marzo tra
dell’Orlando Furioso di Ariosto, ho scelto di
seguire una sola traccia, quella che permette
al poema di dispiegarsi e vivere: le orme che
Angelica lascia sul terreno, quella è la traccia
da seguire. È un suono che accompagna tutte
le storie, un galoppare di cavalli in corsa,
in lotta, in inseguimento, in volo.
Orlando crede che per il solo fatto che è lui
ad amare Angelica, lei debba essere sua, da
sempre e per sempre, e non sopporterà che
possa essere di un altro... Allora scatta la pazzia,
la furia dell’amore non corrisposto, la stessa che
riempie le nostre quotidiane cronache.
Ma qui gli inseguimenti e la gelosia e la pazzia
vengono risolti con la leggerezza della rima,
del gioco sonoro di citazioni e assonanze,
perché le storie servono sì a parlare del mondo
ma anche a renderlo meno terribile.
Stefano Accorsi è al contempo molti volti
e cuori e multiformi voci e diversificati corpi,
ed è il cambio di registro interpretativo o vocale
o ritmico a restituire il gioco ariostesco.
gli spettacoli proposti. In sala Shakespeare
Sogno di una notte di mezza estate
di Mendelssohn nella versione di Francesco
Micheli per la Filarmonica della Scala: non
musica “per bambini” ma un gioco, serissimo
come tutti i giochi più belli, per esplorare
insieme la foresta dei suoni.
La sala Fassbinder, per i 40 anni della Libreria
dei Ragazzi, accoglie Il circo delle nuvole
del grande artista e illustratore Gek Tessaro.
È la storia del signor Giuliano, che vorrebbe
comprare tutto, anche il cielo! Un libro che
si anima, si colora e si racconta nella grande
suggestione data dal buio, coinvolgendoci in
una vera e propria performance di “teatro
disegnato”, capace di incantare piccoli e grandi.
Ad aprile Cristina Crippa torna in scena con
Il bambino sottovuoto di Christine
Nöstlinger. Indossando i panni della strampalata
ed eccentrica Signora Bartolotti, ci racconta la
favola sorprendente di Marius che, da prodotto
di punta di una multinazionale che fabbrica
figli liofilizzati, pian piano si conquista
il suo essere bambino.
Marco Baliani
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fede
passione
vizio
amore
e giustizia
In una scena essenziale,
abitata solamente da panche, corde,
pupazzi e grucce/croci, César Brie affida al
corpo degli attori, alla loro fisicità, la creazione
di un teatro intensamente poetico. Il regista
argentino esalta il lascito etico e spirituale di uno
dei capolavori della letteratura russa attraverso
una messinscena corale, nata da un impegnativo
laboratorio attoriale, che ha dato vita a una
partitura di immagini suggestive e condensato il
testo in intensi e fulminanti aforismi. Le diverse
sfumature dell’animo umano si rispecchiano nel
difficile rapporto di un padre con i figli: Alekséj
è la bontà e la purezza, Dimitrij la passione e
l’istinto, Ivan la ragione e il dubbio, Smerdjakov
il risentimento e la vendetta contro la cattiveria,
il sentimentalismo, l’egoismo e l’edonismo di
Fëdor, il padre. César Brie cerca leggerezza
e ironia per rappresentare questa commedia
umana, tragica, farsesca e ridicola e per svelare
con risate amare la nostra cocciuta idiozia.
La storia, sintetizzata e sublimata in due ore
e mezzo di spettacolo, naviga tra le grandi
domande sull’esistenza di dio e sul dolore
degli uomini, sull’amore e i rapporti tra gli
esseri umani, i tradimenti, l’invidia, la rivalsa,
il sesso, la morte, la ricerca impossibile della
felicità e quella ancor più ardua di un senso.
Massimo Marino, Corriere di Bologna
i fratelli Karamazov a teatro
7
fuori programma
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senza sogno
non c’è vita
Si può coniugare rigore
ed eleganza, scetticismo e passione?
La risposta, affermativa, è nell’allestimento
del Principe di Homburg di Kleist, curato da
Cesare Lievi nel duecentesimo anno della morte
dell’autore tedesco. Uno spettacolo che riesce
a fare il punto sulla tenuta culturale e poetica
di uno tra i più sconvolgenti drammaturghi del
passato. E che riesce a raccontare la modernità
del dramma di chi è dilaniato tra sentimento e
legge, libertà e obbedienza, inconscio e norma.
L’attualità della proposta kleistiana è
dirompente: da ogni conflitto si esce grazie
a un sogno.
Non importa se è destinato a cedere e crollare
sotto il principio di realtà. Questa non è assoluta:
in essa si può annidare un altro sogno in grado
di metterla in discussione, e così via all’infinito.
Senza sogno, senza la sua forza, non c’è vita.
In uno spazio neoclassico, sospeso e irreale,
dieci attori danno vita, con la fluidità, la
precisione e la vaghezza tipica dei sogni, a
questa vicenda drammatica e incalzante, in
cui l’immaginazione si presenta come forza
fondamentale per decidere la vita, il suo senso
e il suo destino.
il teatro
a partire
da 10 euro
prezzi stagione
intero €30.50
ridotto €16
<25 anni - >60 anni
convenzioni (feltrinelli,
coop, arci)* €27
*per ottenere la riduzione è necessario presentare
una tessera per biglietto al momento del ritiro.
Tutte le convenzioni attive sono indicate
sul sito www.elfo.org
martedì posto unico €20
rassegna nuove storie
posto unico €15
carnet 5 ingressi €40
advance tickets
ridotto a €20 per chi acquista
i biglietti 15 giorni prima
del debutto dello spettacolo
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biglietteria elfo puccini
lunedì/sabato 10.30/19.30
domenica 14.30/17.30
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acquisto con carta di credito
telefonando alla biglietteria del teatro
(senza costi aggiuntivi)
prenotazioni online
scrivendo a [email protected]
o compilando il form sul sito
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(da ritenersi valide dopo risposta
di conferma)
prevendita online
biglietti e abbonamenti
sono acquistabili sul sito
e nei punti vendita Vivaticket
carta regalo
2 biglietti utilizzabili senza vincoli
per tutti gli spettacoli della stagione
(€61)
sentieri
selvaggi
ritratti e
paesaggi
Ritratti e paesaggi è la stagione 2012
di Sentieri selvaggi, in scena da marzo a
giugno: un cartellone di 7 concerti dedicato ad autori e musiche di generazioni e
percorsi creativi estremamente differenziati,
da Michael Gordon a Franco Donatoni, da
Mark-Anthony Turnage a Ludovico Einaudi.
sala shakespeare
26 marzo ore 21.30
ritratto di
michael
gordon
Timber
Ensemble Slagwerk Den Haag
sala fassbinder
2 aprile ore 21
ritratto di
mark-anthony
turnage
Three Farewells, Five processional
Twisted blues with twisted ballad, Grazioso!
Ensemble Sentieri selvaggi
direttore Giovanni Mancuso
sala fassbinder
26 aprile 2012 ore 21
sala shakespeare
15 maggio ore 21
sala bausch
30 maggio ore 19.30
Edgar Allan Poe
Ensemble Sentieri selvaggi
direttore Carlo Boccadoro
con la partecipazione di
Jonathan Moore
Armando Gentilucci Gesti e risonanze
Luciano Berio Sequenza VIII
Nicola Campogrande Istruzioni per il cielo
Francesco Antonioni Tre preludi diatonici
Carlo Galante Tre gradi dell’invocazione
Luca Francesconi Impulse II
Ensemble Sentieri selvaggi
sala fassbinder
21 maggio, ore 21
sala fassbinder
19 giugno ore 21
ritratto di
ludovico
einaudi
Per vie d’acqua, Ottetto, Corale,
ritratto di
franco
donatoni
Fili, Soft, Alamari, Nidi, Arpège
Ensemble Sentieri selvaggi
direttore Carlo Boccadoro
ritratto di
anna
clyne
Rapture, Roulette, Fits and stars,
paesaggio I
paesaggio
II
Filippo Del Corno Musica profana
David Lang Dance/drop
Giovanni Mancuso Farsa Italia
Lorenzo Ferrero Three simple songs
Michael Daugherty Sinatra Shag
Carlo Boccadoro Soul Brother n°1
Ensemble Sentieri selvaggi,
direttore Carlo Boccadoro
www.sentieriselvaggi
prezzi: €16.50, €10, €5
Paint box, Approach, Steelworks
Ensemble Sentieri selvaggi
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Attore fino al 1997, poi
regista di punta della scena italiana,
il teorema
dell’inganno
la matematica
dell’amore
Antonio Latella rilegge la figura archetipica
di Don Giovanni: “vampiro della vita che dove
vede amore si butta per nutrirsi e vivere, non
per amare, ma per innamorarsi di quello
slancio di amore ancora incontaminato
e possederlo, per poi gettarlo via una volta
posseduto. Linfa, ossigeno, carne fresca
da togliere ai denti di altri”.
Come fa Don Giovanni ad amare Dio se tutti
amano Dio, si chiede Latella. “È come se egli
stesso volesse essere quel corpo da venerare,
e solo così ottenere la vittoria sulla preda
inerme; e fino a quando non avrà vinto non
troverà pace. Ma anche se si dispererà, sarà
nell’illusione di soffrire pene d’amore.
È un teorema spietato sull’inganno e sulla
matematica dell’amore e non sul sentimento
dell’amore. L’amore è il divino: io credo che
nell’amore esista Dio. Nell’amore è racchiusa
la possibilità più alta dell’uomo: l’amore è un
dono divino che non chiede e non pretende
nulla in cambio”. Traspaiono in filigrana
tanto Molière quanto Mozart e con loro le
innumerevoli variazioni sul tema che attraverso
i secoli arrivano fino a noi, fino a questo
Don Giovanni, a cenar teco che è anche una
riflessione sul teatro e sulla rappresentazione,
sul potere delle parole.”
Don Giovanni secondo Latella
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elfo puccini
programma
2012
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ogni pennellata
contiene una tragedia
ritratto di un artista bisbetico
Pittura ed estetica, etica
e spiritualità, istinto e percezione,
apollineo e dionisiaco, arte effimera e necessaria,
quadri come merci e prodotti. Temi importanti,
che nel testo di John Logan diventano materia
teatrale drammatica e struggente, calata nello
scontro umano e concreto tra un allievo e il suo
maestro, un giovane alla ricerca di un “padre”
e un uomo maturo, costretto a fare i conti con se
stesso, emblemi di due generazioni d’artisti.
Rosso, inedito in Italia, negli Stati Uniti è stato
un caso. Premiato con sei Tony Award nel
2010, ha decretato il successo del suo autore,
drammaturgo nonché sceneggiatore al fianco
dei più importanti registi americani: da
Scorsese (The Aviator e Hugo Cabret) a Tim
Burton (Sweeney Todd) fino a Spielberg, per
cui ha scritto Lincoln con Tony Kushner.
Il testo s’ispira alla biografia del pittore
americano Mark Rothko, maestro
dell’espressionismo astratto, che alla fine degli
anni Cinquanta ottenne la più importante
commissione della storia dell’arte moderna,
una serie di murales per il ristorante Four
Season di New York.
Ne emerge il ritratto di un uomo ambizioso,
egocentrico e vulnerabile, uno dei più grandi
artisti-filosofi del ‘900, per il quale “la pittura
è quasi interamente pensiero. Metter il colore
sulla tela corrisponde al dieci per cento del
lavoro. Il resto è attesa”.
Per Ferdinando Bruni è l’occasione per una
prova d’attore a 360 gradi, in cui il gesto
pittorico e quello teatrale si completano e
confondono. A dirigerlo Francesco Frongia
che già aveva firmato in prima persona una
delle sue interpretazioni più applaudite,
sdisOré di Giovanni Testori, oltre alle regie a
quattro mani della Tempesta di Shakespeare,
L’ignorante e il folle e L’ultima recita di Salomé.
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in questo mondo
c’è una specie
di doloroso progresso
niente è perduto per sempre
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La versione integrale di
Angels in america, una maratona di sette ore
rappresentata per la prima volta in occasione
dell’inaugurazione dell’Elfo Puccini nel 2010,
torna a Milano per poi trasferirsi al Teatros
del Canal di Madrid. Chi c’era la ricorda con
grande emozione, inevitabile riproporla ancora
un’ultima volta “nella regia illuminista, ma
anche carica di sentimento, firmata a quattro
mani da Bruni e De Capitani”. Lo spettacolo sa
coinvolgere profondamente anche chi sceglie di
vederlo diviso nelle due “puntate” - Si avvicina
il millennio e Perestroika - che intrecciano le
vite di uomini semplici e disarmati con quelle
di angeli barocchi, di allucinazioni psicotiche e
di personaggi della recente storia degli States.
Un’umanità che fatica a riconoscersi e accettarsi
con consapevolezza e dignità, ma che infine
trova, proprio nelle differenze culturali, religiose
e sessuali, la strada per un doloroso progresso.
Bestseller del teatro americano, pluri-premiato
sia nella versione scenica che in quella
televisiva, Angels in America di Tony Kushner
ha trionfato anche in Italia nell’allestimento del
Teatro dell’Elfo vincendo tutti i più importanti
riconoscimenti.
È con enorme emozione che si vede e si vive,
tra il riso e il pianto, la prima parte di Angels
in America, ricreata in uno show di oltre tre
ore dal Teatro dell’Elfo. Si sovrappongono le
situazioni intime e i dialoghi, in uno spettacolo
ricco di fantasia e voglia espressiva che supera
i vincoli ambientali, importa fantastiche visioni
registrate e ridondanti sonorità.
Franco Quadri, la Repubblica
Il corpo è il luogo delle
emozioni umane e ci può
mostrare le dinamiche della nostra società:
corpo feroce
la danza ribelle
di Michela Lucenti
il corpo mostra tutto. Corpo Feroce è un focus
di quattro spettacoli ideati da Michela Lucenti
e dal suo Balletto Civile, che pone la
drammaturgia fisica al centro dell’azione scenica.
Il testo-cult di Georg Büchner, qui Woyzeck
ricavato dal vuoto, è ricostruito come un dramma
a stazioni, una via crucis contemporanea dove le
parole e il suono creato dalla voce viva, con la loro
portata visionaria, patteggiano con l’urgenza dei
corpi, propulsori di ogni riverbero emotivo. La questione generazionale dei trentenni di oggi
è al centro di due spettacoli e ci porta nel vivo
del lavoro di Balletto Civile. Col sole in fronte,
ispirato al delitto Maso, ci catapulta con ironia
graffiante in quel buco nero creato dalla filosofia
del “produci, consuma, crepa”; e lascia aperto una
domanda (già sollevata da Padre Turoldo): e se
quei figli, definiti mostri, fossero invece i frutti più
logici e coerenti del sistema di cui noi stessi siamo
protagonisti? se fossero la spia rossa che segna
l’urgenza di un cambiamento?
Il Sacro della primavera è un incitamento,
inizialmente silenzioso e poi in crescendo, di
fisicità bruciante e furiosa, allo stallo di una
generazione che invecchia senza sbocciare, che
deve riappropriarsi del proprio tempo. Chiude il
cerchio L’amore Segreto di Ofelia di Berkoff. La
storia d’amore epistolare tra Ofelia e Amleto è
interpretata da Lucenti e Maurizio Camilli «in
ritmi intrecciati di speciale energia e sensualità,
parole e corpi, danza e recitazione fusi insieme nel
dire della passione, del dolore della separazione»
(Vittoria Ottolenghi).
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ph. by ichiocciodrilli.it
John Peter Sloan, l’insegnante d’inglese più famoso d’Italia,
l’autore dei grandi successi editoriali di “Instant English” e dei
cofanetti con DVD “Speak Now” e “Speak Now for Work” ha
aperto a Milano la sua prima Scuola d’inglese.
Dopo aver condotto per anni lezioni d’inglese in ambito aziendale, John – attore, autore e cantante, originario di Birmingham
(UK) - ha sviluppato un proprio metodo di insegnamento pensato proprio per gli italiani, in particolare per quelli convinti di
essere LORO il problema.
Con il metodo Sloan si impara divertendosi ma senza tralasciare il solido apprendimento della grammatica, grazie all’utilizzo dei building blocks. Le regole grammaticali sono infatti
spiegate con esempi originali e divertenti, il processo di apprendimento è facilitato attraverso sketch basati su concrete situazioni quotidiane. Da subito i verbi più usati (get, set, let..) – vero
incubo per gli italiani – si imparano senza sforzo, mettendoli
immediatamente in pratica.
I corsi sono disponibili, anche in American English, dal beginner all’advanced, con una scelta ampia di giorni e orari,
dai corsi di gruppo fino alla più completa personalizzazione: in
sede, nelle aziende, presso le scuole o via internet.
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Via Boscovich 61, ang.lo c.so Buenos Aires, Milano
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per gli italiani convinti di essere LORO il problema
sono aperte le iscrizioni!
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via Boscovich 61 (ang. c.so Buenos aires) 20124 miLano teL 02 20242154
we are on
vite senza istruzioni certe
al lavoro! un festival dedicato alle nuove generazioni
The Italian Factory, nato
nell’ambito di un laboratorio della Scuola d’Arte
Drammatica “Paolo Grassi”, è ispirato alla
vicenda degli operai della Mangiarotti Nuclear:
un gruppo di attori, drammaturghi e registi
ha scelto di incontrarli per raccontare una
storia che da particolare oggi sembra diventare
universale. Tre metalmeccanici e un camionista
innamorato, a due giorni da Ferragosto,
combattono per non essere ridotti a esuberi.
Dicono di avere il knowhow e rivendicano
il loro diritto al lavoro.
In Tu (non) sei il tuo lavoro successo di critica e di pubblico al Napoli Teatro
Festival 2010 - va in scena il cortocircuito di
una giovane coppia, estremi opposti di una
generazione in lotta per il proprio futuro: Lei che
è il suo lavoro e Lui che, senza lavoro, rischia di
essere “niente”.
Tre ragazzi di una borgata romana che
ogni mattina all’alba aspettano l’autobus che li
porterà al lavoro sono i protagonisti di
Le mattine dieci alle quattro.
Nella nebbiosa e buia strada c’è spazio per un
fulmineo quanto struggente innamoramento.
Luca De Bei, autore attento ai nodi umani
e sociali della contemporaneità, con questo
progetto è stato finalista al Premio Riccione,
al Premio Enrico Maria Salerno e ha ottenuto il
Premio Le Maschere del Teatro 2011.
Brugole è la storia di Giulio e Marta,
una giovane coppia, e soprattutto della Billy, il
mobile che li incatena. Montano la libreria Ikea
come oggi si monta la propria vita, senza un
progetto preciso, cambiandole forma per evitare
di darle un senso definitivo. In scena, trappola e
destino dei due protagonisti, lei: 7 assi, 54 viti e
2 brugole. E infinite possibilità.
suppellettili che fanno da superficie a quest’isola
in cui ognuno è libero di creare e ricreare la
propria identità, senza regole, senza barriere.
L’isola che non c’è, Peter Pan, il bambino che
non vuole crescere mai, Maria Antonietta,
impegnata in una stralunata Je ne regrette
rien e per ultima Neverland, la casa-parco dei
divertimenti della splendente e dolente icona
del pop, Michael Jackson... Sono solo alcuni dei
luoghi e delle immagini che vedremo in scena.
Su quest’isola si dà vita a un’infinita serie di
metamorfosi, travestimenti, giochi che fanno da
specchio, critico e straniante, all’infantilismo
della società dei consumi.
Dal lavoro di improvvisazione su tematiche
quali l’identità di genere, le relazioni e
i miti/prodotti della cultura di massa, i quattro
performer del Teatro delle Moire hanno creato
la loro visione. Ne emergono figure – buffe,
esposte, ferite, arrabbiate, graziose – tutte
alla ricerca di un riconoscimento, per quanto
effimero, e, in fondo, di un po’ d’amore. Difficile
stare al mondo, paiono dirci. In un mondo in
corsa che non ammette fragilità.
tutto declinato al maschile dalla compagnia
Kronoteatro, ma scritto dalla drammaturga
Fiammetta Carena, che indaga il rapporto
conflittuale tra generazioni. Il difficile rapporto
familiare, in assenza di madre, si consuma tra
silenzi, incapacità di comunicare, esplosioni
di rabbia, scontri generazionali. Un figlio che
rimprovera al padre l’impossibilità economica
di essere come il branco. Lo stesso branco che
richiama all’omologazione, alla violenza come
illusione di soluzione, di contenimento, di
estrema semplificazione. Due i registri narrativi:
da un lato la realtà scarna e afasica, dall’altra
il mondo astratto e onirico di un labirinto,
mondo di impulsi, di paure e desideri. I
protagonisti esprimono i loro sentimenti tramite
la fisicità, unico strumento di comunicazione
capace di trasmettere il tentativo represso di
autoaffermazione. Un teatro dove il corpo,
la musica e la parola si fondono insieme alle
immagini per raccontare delle storie che partono
da lontano, dal passato, dal mito, per arrivare
alla contemporaneità.
Da vecchi bauli di
teatranti saltano fuori abiti, accessori e
Padre, figlio e il branco
degli amici del figlio: un teatro
Il teatro è quello che ha bisogno di pochi
mezzi per raccontare ed evocare grandi
emozioni e può fare a meno di quasi tutto,
tranne che del talento.
Rita Cirio, L’Espresso
29
elfopass:
abbonarsi
conviene
l’anarchia dell’immaginazione
PhoebeZeitgeistTeatro
ricorda Fassbinder a trent’anni dalla
morte (12 giugno 1982) con un progetto
che coinvolge anche la Fondazione Mudima,
il Goethe Institut, la Cineteca italiana
per una retrospettiva di film e vede
la collaborazione di alcuni attori dell’Elfo.
pass
www.elfo.org
«La didascalia con cui si apre Sangue sul collo
del gatto di Fassbinder è già un compendio di
tutti i contenuti: Scena da boulevard. Phoebe
Zeitgeist siede immobile in una poltrona.
Dall’altoparlante una voce maschile: Phoebe
Zeitgeist è stata inviata sulla terra da una
stella lontana per scrivere un reportage sulla
democrazia tra gli uomini. Ma Phoebe Zeitgeist
ha qualche difficoltà: non capisce il linguaggio
umano benché ne abbia imparato le parole.
Questa “aliena-sociologa” ha già nel nome,
“spirito del tempo”, un particolare significato
simbolico. Giunta sulla terra nuda, patisce
il freddo e gli sguardi, a volte pruriginosi e
molesti, altre accusatori di coloro che incontra.
Nel giugno 2011 abbiamo realizzato cinque
happening (o azioni di strada): cinque diversi
performer di entrambi i sessi hanno interpretato
Phoebe Zeitgeist nella realtà di Milano.
Il materiale raccolto in questa prima fase è
stato rielaborato fino a divenire una video-foto
installazione teatrale abitabile che sarà esposta
all’interno dell’opera dell’artista tedesco Wolf
Vostell, La Quinta del Sordo, al piano interrato
della Fondazione Mudima».
elfopass, la carta in regalo con il tuo abbonamento
che ti offre vantaggi, sconti e convenzioni con:
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30
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ALBERGHI DOVE INCONTRARSI
non solo luoghi di soggiorno,
ma anche di incontro della cultura,
dell'arte, della musica e del tempo libero
Ristorante “Il Capriccio”
Caffè Doria “JC” Jazz Club
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TEATRO D’ARTE CONTEMPORANEA
STAGIONE 2010 / 2011
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