Presentazione del nuovo libro di Gianfranco Rebora
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Presentazione del nuovo libro di Gianfranco Rebora
Spettacoli 47 Corriere della Sera Venerdì 17 Aprile 2009 La prima del Maggio Il direttore parla della stagione che si inaugura il 29 e del nuovo Teatro che si prepara Mehta: Firenze avrà il Parco della musica «Ora un grande Wagner nonostante i tagli e nel 2010 il debutto di Ozpetek» Un «Crepuscolo degli dei» da guerre stellari nell’allestimento curato dalla Fura dels Baus «Sigfrido siamo tutti noi» DAL NOSTRO INVIATO FIRENZE — Siamo a una delle prime prove di scena del Crepuscolo degli dei che il 29 aprile chiude il Ring wagneriano e apre il Maggio Musicale Fiorentino. Zubin Mehta ha lo sguardo sul futuro: il prossimo anno il vecchio Comunale verrà venduto e monetizzato, la musica si trasferisce nell’ex stazione Leopolda al di là del viale alberato: due nuove sale, una per la lirica da 1800 posti che Mehta dovrebbe inaugurare con l’Aida allestita da Ferzan Ozpetek al suo debutto nell’opera, l’altra da 1200 per la sinfonica. Gli architetti vogliono chiamarlo Parco della musica (come a Roma), e i musicisti Teatro del Maggio Fiorentino. Il direttore dà indicazioni che il regista Carlus Padrissa della Fura dels Baus (lodatissime le puntate precedenti) fa subito sue. Sugli schermi scorre la realtà virtuale, la verità di Brunilde prima dea e poi donna ignara del suo destino si scopre ruotando le immagini, è la visione hi-tech, il Wagner da fantascienza di Padrissa che vuol esaltare, attraverso «la maledizione In scena Un momento delle prove del «Crepuscolo degli dei, diretto da Zubin Mehta (più a sinistra). Sopra Ferzan Ozpetek, che debutterà nell’opera a Firenze l’anno prossimo dell’oro», la crisi economica e del capitalismo, il degrado suicida della natura; la città è talmente contaminata che l’acqua del fiume è fatta di bottiglie di plastica; Sigfrido come Terminator, che poi muore avvolto in un sudario con su scritto in varie lingue «Sigfrido siamo tutti noi». I cantanti in abiti contemporanei, solo la spada ci riporta al Walhalla. Un Wagner riletto con gli occhi di oggi. «Ma nel pieno rispetto della partitura», dice Zubin Mehta che anticipa: «Siamo in una famiglia di nuovi ric- chi tedeschi, privi di gusto. Già nel suo tempo Wagner cominciò tutto questo. I banchieri erano suoi amici e nemici. Come uomo era un mascalzone senza morale, in funzione della musica prendeva tutto ciò che gli serviva, ha preso perfino la moglie ❜❜ Non vogliamo essere trattati come orfani Non sarebbe giusto privilegiare solo Milano e la capitale del suo migliore amico». Mehta è al suo secondo Ring nel teatro di cui è direttore principale: «Non ci sono quattro battute senza un mio segno nelle parti dell’orchestra per aggiustare il suono. Certe volte con Wagner quando si legge a prima vista, nell’incertezza, è meglio. Perché poi si ha la tentazione di suonare tutto forte». Compie 73 anni proprio il 29; lunedì farà un concerto a favore dell’Abruzzo terremotato; nel suo ufficio c’è una lettera appena arrivata da Vienna, il francobollo è la sua effigie del Concerto di Capodanno 2007 e lui non è sorpreso della cosa; dentro, le foto di lui con i Wie- ner, tutti con le collane di fiori al collo, in tournée nella «sua» India. Ma i tagli non le tolgono il buonumore? Se le cose non cambiano, Firenze — costretta a tagliare Macbeth e Billy Budd — avrà 9 milioni in meno dallo Stato. Maestro, lei scrisse una lettera al ministro Bondi... «Non vogliamo essere trattati come orfani. Mi ha risposto che, per lui, questo teatro è uno dei più grandi in Italia e in Europa. Bondi non è colpevole, ha i suoi ordini dal ministro delle Finanze Tremonti». Però si riparla delle due realtà «eccellenti», Scala e Santa Cecilia... «Io non credo che sarà così, secondo me hanno capito che i teatri di serie A e di serie B non portano bene a nessuno». In Germania ora la cultura sta meglio, in Gran Bretagna la situazione è più disastrosa che in Italia: ma è qui che non si deve tagliare la cultura. Anzitutto dovete detassare le risorse dei privati. A Firenze non abbiamo le industrie di Milano. Dobbiamo stanarli e incentivarli noi, nel nuovo teatro avremo palchetti per gli imprenditori coi loro ospiti». Nel 2011 festeggia 50 anni di rapporto con la Israel Philharmonic. Ce la farà a dirigere un’opera di Wagner a Tel Aviv? «Non credo. Come uomo lo capisco, come musicista no. Ma il governo non ha mai vietato Wagner, alla radio si ascolta. È una democrazia, Israele». Brevi DOWNLOAD GRATIS Mtv lancia il giorno della musica libera MILANO Mtv fa il «download day» e si spinge sempre più verso il futuro: non solo tv, ma «una piattaforma multimediale», come la definisce Antonio Campo Dall’Orto, presidente di Mtv Italia. Oggi, ed è la prima volta, cadono le barriere tra operatori: per tutta la giornata, con qualsiasi cellulare è possibile scaricare gratuitamente tre brani in formato mp3 «liberi» dal catalogo musicale di Mtv Mobile. SU «IO DONNA» Rimpatriata degli amici di «Marrakech Express» MILANO A vent’anni dall’uscita del film di Gabriele Salvatores Marrakech Express, i quattro attori: Fabrizio Bentivoglio, Diego Abatantuono, Giuseppe Cederna, Gigio Alberti e il regista, posano insieme sulla copertina di Io Donna, in edicola domani. Una rimpatriata per vedere se i protagonisti sono cambiati e se il loro legame resiste ancora. Il film racconta di quattro trentenni ex compagni di università di Milano che partono per il Marocco con lo scopo di liberare un vecchio amico arrestato per droga. Valerio Cappelli Nomine Dalla Fenice al Teatro dell’Opera Il caso Manca ancora l’accordo Regione-Rai Roma punta su Chiarot per la Sovrintendenza A rischio «Agrodolce» la soap opera siciliana ROMA — Quello di Cristia- porti con i sindacati e sopratno Chiarot, responsabile della tutto ha incrementato enormedirezione marketing, commer- mente i ricavi della Fenice anciale e comunicazione della Fe- che attraverso la società creata nice di Venezia, è il nome più per questo scopo dal teatro di accreditato come sovrintenden- Venezia, società di cui è direttote del Teatro dell’Opera di Ro- re generale: su un bilancio di ma. L’incarico dovrebbe essere quasi 30 milioni di euro alla Fenice, un terzo oggi vieufficializzato dal sinne da privati e spondaco Gianni Alemansor. Quello che ci vuono entro pochi giorni. le per l’Opera di RoLa notizia è trapelata ma: anche se c’è stata ieri sera in un bollettiun’inversione di tenno interno del minidenza negli ultimi tre stero dei Beni Culturamesi, uno dei suoi li. Il secondo candidato era Maurizio Pie- Cristiano Chiarot punti deboli è rappresentato dagli scarsi trantonio, attualmente sovrintendente del Teatro Li- proventi dalla biglietteria. Nel 2007, gli incassi a Roma rico di Cagliari, «sponsorizzato» da esponenti di governo. sono stati 5 milioni 176 mila Ma la figura nuova su cui pun- contro i 25 milioni 275 mila ta il sindaco è quella di Chia- della Scala. Quanto ai contriburot, 56 anni, veneziano, laurea- ti privati, a Milano sono stati to in Filosofia, giornalista pro- 47 milioni, a Roma appena 3 fessionista, alla Fenice dal 1981 milioni 5oo mila. Va ricordato che l’Opera di Roma è commisall’85 e dal ’91 a oggi. Chiarot non ha mai fatto il sariata per tre mesi. Il deficit, sovrintendente prima d’ora ma tra 2008 e 2009, è di 13 milioni. V.Ca. ha una lunga esperienza di rap- Coppia Loredana Marino e Orio Scaduto in una scena della soap opera coprodotta dalla Rai Film erotico La locandina «censurata» MILANO — La locandina è scabrosa e la «censurano». È la denuncia del distributore di Valérie - Diario di una ninfomane (in uscita il 30 aprile), che si è visto negare gli spazi per le affissioni. MILANO — Nella lista delle conferme era accompagnata da un asterisco: senza i contributi della Sicilia, la Rai non poteva permettersela. Quell’asterisco rimane, perché Agrodolce finché non si firma l’accordo tra la Regione e la tv di Stato è a rischio. Come spesso succede, è una questione di soldi: circa 13 milioni di euro a testa. L’assessore ai Beni Culturali Antonello Antinoro assicura di avere a cuore le sorti della soap opera in onda su Raitre: «La Regione Siciliana vuole continuare a fare Agrodolce, la vuole fare al meglio e vuole farla con la Rai». Conferma: «La produzione della soap attualmente è ferma in attesa del perfezionamento dell’accordo» ma «abbiamo già individuato le somme» e «entro la prossima settimana perfezioneremo l’accordo». Viale Mazzini, tanto più in tempo di crisi, non può permettersi di correre da sola. In un momento in cui i tagli dei costi sulle prime serata di Raiuno viaggiano al 15%, i contributi per la coproduzione sono fondamentali. Ma il tempo stringe, perché se Raitre è «co- perta» fino a maggio quando Agrodolce andrà in pausa, per avere le puntate da mandare in onda a settembre bisogna iniziare a lavorare. Questione di soldi, ma anche questione di guerre interne a Palermo. Proprio Antinoro è stato spesso indicato come uno dei meno convinti dal progetto della Rai Educational di Giovanni Minoli, perché voleva capire «il rapporto tra i costi e i benefici». A punzecchiarlo Ivan Lo Bello, presidente della Confindustria dell’isola, che nei mesi scorsi ha sollecitato Antinoro al «rapido e automatico rinnovo della convenzione con la Rai senza ulteriori incagli burocratici». Perché se il ritorno d’immagine, anche per i bassi ascolti, è così così, i risultati ottenuti dalla ricaduta industriale e sull’indotto — 280 le maestranze impiegate sul set, mentre tra comparse e generici hanno lavorato 3.500 persone — varrebbero il prezzo. Ad Antinoro rimane un dubbio: «Poi se nonostante la nostra volontà non ci sarà la disponibilità della Rai, questo è un altro discorso». Renato Franco