Cor_Aviat_1-2 2015.web - ANUA Associazione Nazionale

Transcript

Cor_Aviat_1-2 2015.web - ANUA Associazione Nazionale
PERIODICO DELL’ASSOCIAZIONE NAZIONALE UFFICIALI AERONAUTICA (ANUA) FONDATO NEL 1953 DA LUIGI TOZZI
Anno LXII - Poste Italiane S.p.A. - Spediz. in abb. post. - D.L. 353/2003 (conv. in L. 27/02/2004 n. 46) art. 1, comma 1, DCB Roma
Direzione-Redazione-Amministrazione: 00192 Roma - Via Marcantonio Colonna, 25 - Tel. 0632111740
1915
Nascita del Corpo Aeronautico Militare
e suo impegno nella Grande Guerra
Nell’opera pittorica di Marcella Mencherini, proprietà di Casa Reale del Belgio, è raffigurato, in una
mirabile sintesi di valori storici ed umani dell’Aeronautica, uno dei primi cinque Assi dell’Aviazione
Italiana nella Prima Guerra Mondiale: Fulco Ruffo di Calabria, (v. richiami in 3^ di copertina).
N.1- 2 / 2015
In questo numero:
Dal dire ...2015... al fare
p. 1
La verità di Ustica raccontata da uno degli investigatori
Periodico dell’Associazione Nazionale
Ufficiali Aeronautica (ANUA)
fondato nel 1953 da Luigi Tozzi
N. 1-2 Gennaio-Febbraio 2015
Ufficio Presidenza Nazionale
Direzione - Redazione - Amministrazione
00192 Roma - Via Marcantonio Colonna, 25
Tel. 06 32111740 - Fax 06 4450786
E-mail: [email protected]
“Il Corriere dell’Aviatore”
E-mail: [email protected]
Direttore editoriale
Mario Majorani
Direttore responsabile
Mario Tancredi
Redazione
Giuliano Giannone, Guido Bergomi, Angelo Pagliuca
Responsabile Amministrativo
Cesare D’Ippolito
Autorizzazione Tribunale di Roma 2546 del 12-2-52
ANUA/Centro Studi Editrice proprietaria
Associato all’U.S.P.I.
Iscrizione al R.O.C. n. 10496
Impaginazione e Stampa: STILGRAFICA srl
00159 Roma • Via Ignazio Pettinengo, 31/33
Tel. 0643588200 • Fax 064385693
www.stilgrafica.com • [email protected]
Stampato nel mese di dicembre 2014
Numero a 56 pagine
I contributi scritti sono forniti a titolo gratuito ed in formato elettronico; essi
non debbono superare le tre cartelle e devono essere liberi da vincoli
editoriali. La Direzione si riserva di pubblicarli o meno in funzione delle
proprie esigenze. La responsabilità di quanto pubblicato su questo periodico
è attribuita per intero agli autori il cui scritto rispecchia le idee personali e
non quelle dell’ANUA. Elaborati e foto, che si intendono inviati a titolo di
liberalità, non si restituiscono, anche se non pubblicati. La Direzione del
periodico risponde, soltanto, di quanto previsto dalla legge sulla stampa.
Il periodico non è in vendita, ma viene inviato ai Soci in regola
con il versamento della quota associativa annuale di Euro 40,00.
I “Non Soci” possono richiederne copia.
La riceveranno gratuitamente con l’invito ad associarsi all’ANUA.
Le modalità di pagamento della quota associativa sono:
- c/c postale n° 7356880
- bonifico bancario: IBAN IT98T0760103200000007356880
Intestati a:
ANUA-Associazione Nazionale Ufficiali Aeronautica
Via Marcantonio Colonna 25 - 00193 R O M A
Per la pubblicità di carattere aeronautico su questo periodico,
a colori, le tariffe in vigore per l’anno 2015, per complessive
3 edizioni, sono le seguenti:
- pagina intera
€ 1.500,00
- mezza pagina
€ 800,00
- quarto di pagina € 400,00
p. 2
Le Celebrazioni in onore della Santa Patrona degli Aviatori
I nonni dell’Anua per i loro nipotini
“Incontro fra i Generali del Ruolo delle Armi”
Notizie al Volo ...nel tempo recente
Adesione italiana allo EATC
Italia polo di mantenimento per gli F35-JSF europei
La Spagna studia il nuovo addestratore italiano
Accordo tra Aeronautica, Carabinieri e Polizia
ASAAT Shindand: "Missione compiuta"
Corsi di Criminologia ed Intelligence, Terrorismo
ed Eversione presso il 72° Stormo
70° anniversario dei voli su Varsavia
1° premio per il video spot
L’ANPAC in visita a Palazzo AM
Cambio al vertice della Joint Air Task Force
Seminario sull’aerospazio al Politecnico di Bari
FINMECCANICA - PER IL FUTURE COMBAT AIR SYSTEM
Il Capo di SMA incontra i Capitani dell’80° Corso Normale
Il Capo delle Forze Armate del Qatar in visita al CSV
Incontro al Pentagono tra l’AM e l’USA
Delegazione A.M. nei Paesi Baaltici
Centro Studi
Il difficile equilibrio Militare (Pelliccia)
Intervista al Brig. Gen. Garn Giogio Sechi
Per una riflessione sull’attualità
Riflessioni senili (Pelliccia)
In questi mesi ricordiamo... (Bergomi)
Nel mese di gennaio: Il B.E. 2c, Il Sikorski XR 4,
Lo Shooting Star, Il primo Macchino
Nel mese di febbraio: Arturo Ferrarin, Messerschmitt M 20,
Il Setteduesette, Il D.C.9
Aerei poco conosciuti: DORNIER Do 335 Pfeil
Un’ora nel cielo (Canham)
Birra del Borgo sul tetto del mondo
Sentimenti e partecipazione
Valori del ricordo (Cerosimo)
La Società abbandona gli anziani? (M.G.Ortenzi)
Incontro tra Orione 2 e Orione 5 (G. Castaldi)
Dopo 50 anni il corso "Centauro III” è tornato in Accademia
Il valore di un Sorriso
Il Calendario AM 2015
Aeronautica Militare, la tua squadra che vola'
VOLARE… 166 giorni con @astro_luca
p. 6
p. 8
p. 10
p. 11
p.
p.
p.
p.
p.
11
11
12
13
14
p.
p.
p.
p.
p.
p.
p.
p.
p.
p.
p.
15
16
17
17
18
18
19
20
20
21
22
p. 23
p. 23
p. 26
p. 26
p. 28
p. 30
p. 31
p. 33
p. 34
p. 35
p. 36
p.
p.
p.
p.
p.
36
36
37
38
39
p. 40
p. 40
p. 41
Il Generale S. A. Carlo Unìa e la III a Regione Aerea p. 42
Volati più in Alto
p. 45
Gen. Finizio; Gen. Scarinci; M.O.V. Gorrini; Gen. Andrea Baroni; Gen. Bonalumi
Recensione libro su Pomigliano d’Arco
Dalle Sezioni Territoriali
Milano: Ai 13 Aviatori Italiani Caduti a Kindu
MEDAGLIE D’ORO AL VALOR MILITARE
Taranto
Firenze: La Dama d’onore Lilia Sciaudone Ramaldi
mantiene il ricordo della Sezione ANUA
Verso il giuramento dello Sparviero 5°
Leonardo Bargoni, un pilota del 23° gruppo caccia terrestre
Nascita del Corpo Aeronautico Militare
e suo impegno nella Grande Guerra
p. 49
p. 50
p. 46
p. 47
p. 52
p. 53
p. 55
3^ di cop.
Dal dire ... 2015 ... al fare
Editoriale
N
el precedente numero, ultimo del 2014, abbiamo auspicato un procedere verso il nuovo anno con la forza del Leone consapevoli che l’energia umana e professionale della Forza Armata è capace di realizzare un nuovo anno denso di soddisfazioni.
L’auspicio, nello spirito solidale dell’ANUA, era ed è ovviamente dedicato a quanti vivono nel mondo aeronautico militare come attori in attività di servizio o partecipi
in attività di volontariato. E l’augurio si spera fortemente che diventi realtà di risultati per il bene dell’Aeronautica Militare e del Paese. Va da sé che la “forza leonina” è
quella che ci si augura densa di risultati anche per il nostro Sodalizio, nel senso che le menti che si impegnano
per tenerlo in vita e farlo progredire riescano a raggiungere gli obiettivi prefissati. Questi hanno fatto parte dell’intenso dire dello scorso anno e vorremmo che il dire si
traducesse in azione concreta nell’anno appena iniziato
per gustarne i frutti quanto prima.
Proprio nel Consiglio Direttivo Nazionale dello scorso
dicembre se ne è fatta una sintesi per porli nell’attualità
dell’agenda lavori. Ne richiamiamo quindi i titoli principali per evidenza di memoria:
a) Promozione e realizzazione di strutture residenziali/assistenziali per Aviatori della 4^ età.
b) Sinergia fra Associazioni aeronautiche per i rapporti
con la Forza Armata e gli Enti della Difesa.
c) Sostegno e Coordinamento di attività di ricerca sulle fonti di energia con l’utilizzo di impianti aeronautici e con particolare interesse scientifico verso
studi ed esperimenti sulla “fusione fredda”.
d) Attività di volontariato per diffondere cultura aeronautica ed incrementare, a favore dei giovani, opportunità di lavoro nel mondo aeronautico.
e) Iniziative per la difesa dell’onore e della rispettabilità del personale che si è posto al servizio dello Stato
in uniforme azzurra.
f) Sviluppo di iniziative che pongano in evidenza i valori delle tradizioni nei rapporti tra nonni e nipoti.
Con riferimento ai dettagli di predetti argomenti e programmi la Redazione di questo Corriere dell’Aviatore è
impegnata a fornire, nel corso delle periodiche pubblicazioni, ampia informazione ai Soci ANUA ed ai relativi amici e sostenitori.
In questo primo numero e con riferimento agli ultimi
due punti si vuole intanto dare risalto a due eventi, uno
effettuato e l’atro programmato a breve.
1 I risultati del Convegno effettuato per la presentazione del libro “USTICA” di Goran Lillja, di cui si riporta resoconto nelle pagine a seguire, consentono di
restituirci finalmente l’orgoglio della nostra divisa.
2 L’annunciato Concorso a premi per produzioni “artistiche” dei nipotini dei Soci ha stimolato gratificanti considerazioni fra chi ha avuto le prime informazioni sull’iniziativa. La Redazione si pregia di citare quelle espresse al nostro Presidente dalla Signora
Elisabetta Preziosa, consorte del Generale Pasquale
Preziosa, Capo di SMA, e Nonna di due nipotini:
... “nel leggerla, con l’attenzione e l’entusiasmo che una
nonna non può che avere per una simpatica iniziativa rivolta ai propri nipoti, è spuntato improvvisamente sul mio
volto un gran sorriso, perché divertita al solo pensiero di vedere all’opera i nostri tanti passerotti, rondinelle e aquilotti.
L’Associazione che Lei presiede deve essere orgogliosa di
questo progetto che, esulando dalle tradizionali attività tipiche dei sodalizi, si proietta in una dimensione totalmente innovativa, improntata al genuino, spontaneo e coinvolgente divertimento che, trasparendo dagli occhi innocenti e gioiosi dei nostri amati nipotini, inevitabilmente
coinvolge l’animo di ciascuno di noi.
Mi perdoni per l’eccessiva franchezza, ma Le parlo da nonna e come tale sono fermamente convinta che il futuro sia
dei giovani, della loro spensieratezza, della loro voglia di
vivere, di sognare, di conoscere, di crescere e guardare al domani con maggiori speranze. È per questi miei principi che
appoggio con assoluto trasporto la Sua encomiabile iniziativa, alla quale sarò ben lieta di dare il massimo contributo
affinché i disegni, i pensieri, le poesie e le vignette che saranno presentati al concorso possano far comprendere ai più
piccoli l’importanza di imparare a confrontarsi avendo rispetto del prossimo e agli adulti che non e ‘è gioia al mondo
più grande che vedere felici chi si ama con tutto il cuore.
L’ANUA esprime alla Sig.ra Preziosa
sentimenti di assoluta gratitudine
Ritornando alla generalità dei temi accennati, dopo tanto dire e bel fare, sembra pertinente un’ultima riflessione:
questa rivista viene inviata a 2300 destinatari e si stima
che per ogni destinatario ci siano almeno cinque lettori.
Allora, l’auspicio dell’ANUA è che fra le migliaia di ipotizzati lettori siano davvero tanti coloro che vogliano offrire contributi divulgativi e di sostegno al Sodalizio.
Il Corriere dell’Aviatore N. 1-2/2015 1
La Verità di Ustica raccontata
da uno degli investigatori
Mercoledì 26 novembre, presso la sala delle Colonne della Camera dei Deputati, l’ANUA, assieme all’Associazione Arma Aeronautica ed all’Associazione Nazionale Personale Aeronavigante, ha organizzato la presentazione del libro
“ USTICA - Il mistero e la realtà dei fatti”.
Alla presenza di molti politici , tra cui l’On. COSTA Vice Ministro di Giustizia, il Sen Giovanardi, il Sen. Zamberletti, l’On. Misiti, dopo il saluto rivolto al pubblico dal Presidente dell’ANPA
(Adalberto Pellegrino), ha preso la parola il Gen. Vincenzo Manca che ha aperto l’evento ricordando le fasi principali della vicenda USTICA a partire dal quel fatidico 27 giugno
1980 - data della tragedia- attraverso le varie Commissioni d’Indagine, per finire alle sentenze di piena assoluzione
dei 4 Generali dell’Aeronautica accusati di Alto Tradimento ed alle vicende processuali civili - tuttora in corso - che
vedono i ministeri della Difesa e dei Trasporti condannati al risarcimento dei danni ai parenti delle vittime.
La Commissione Luzzati, nominata nel 1984 dal Giudice Bucarelli, concluse i lavori escludendo il cedimento strutturale, ma lasciando aperte entrambe le ipotesi di esplosione all’interno del velivolo e di impatto missilistico. Per completare le indagini fu necessario recuperare tutto il relitto ed effettuare una nuova indagine.
Nel 1990 venne nominata la Commissione Misiti, composta da membri nazionali e da membri provenienti da paesi internazionali NATO e non appartenenti alla NATO. Il nuovo Collegio potè disporre del 94% dei resti del velivolo, nel
frattempo riportati in superficie. Nel 1994 la Commissione Misiti ha escluso l’ipotesi del missile ed ha individuato quale
causa più attendibile del disastro quella dell’ esplosione interna al velivolo. Nonostante ciò i 4 Generali vennero rinviati a
giudizio per aver intralciato le indagini. In 1° grado due di essi, prosciolti per prescrizione, hanno rinunciano a questo diritto e sono stati completamente scagionati, assieme agli altri due, nei successivi processi d’appello e di cassazione. Nel frattempo, però, è continuato il processo civile. Il 28 gennaio 2013 la Corte di Cassazione Civile, non recependo la sentenza
penale, è tornata ad ammettere l’ipotesi del missile ed ha condannato i Ministeri della Difesa e dei Trasporti al pagamento
dei danni ai familiari delle vittime. L’enfasi dei media ha indotto l’opinione pubblica a ritenere che finalmente con questa
sentenza si sia fatta luce sulla tragedia. Il libro che viene qui presentato, invece, ci riporta alla nuda verità dei fatti.
Ha preso, quindi, la parola l’Ing. Frank Taylor esperto di indagini su incidenti aerei, membro della Commissione
Lockerbie e della commissione Misiti. Dopo aver ringraziato l’Ing. LILJA per aver pubblicato il libro, l’Ing. Taylor ha messo in luce una anomalia che, all’epoca dell’indagine, gravava sull’Italia, unico paese a non aderire alle
norme ICAO che, in materia di investigazione incidenti, prevedono la totale indipendenza della Commissione
dagli organi della Magistratura. Questi debbono essere chiamati in causa solo successivamente e, sulla base delle
risultanze dell’inchiesta, debbono accertare colpe e definire pene. La Commissione, invece, operò alle dirette dipendenze della Magistratura che, spesso, chiedeva pareri e perizie prima che fossero conclusi i lavori e, cosa ancora più inusuale, prima che si potesse disporre della quasi totalità del relitto. Al termine dei lavori era stata redatta
una relazione completa e razionale ma, viceversa, le risultanze furono riportate solo sommariamente. Ciò conferma l’ assoluta esigenza di scindere decisamente i due percorsi dell’indagine: uno tecnico per accertare i fatti ed
uno giudiziario per giudicare le colpevolezze.
2 Il Corriere dell’Aviatore N. 1-2/2015
Ha quindi preso la parola l’autore del libro Ing. Goran Lilja, anch’egli
membro tecnico della Commissione Misiti, che ha chiarito, per prima cosa, di essere stato spinto a scrivere il libro dalla costatazione che le risultanze dell’indagine erano state generalmente poco conosciute e, spesso, travisate. La Commissione ha preso corso dal principale quesito rimasto precedentemente irrisolto: missile o bomba a bordo? L’autore, dopo essersi soffermato sui metodi di conduzione tecnica degli accertamenti (tracciati radar, ricostruzione ed esami chimici dei reperti, individuazione di nuovi reperti situati in zone di mare non battute sino a quel momento, etc) ha
chiarito che sono state accertate le tracce di un pannello divelto dall’interno verso l’esterno, e ciò non lascia dubbi sul fatto che all’origine della tragedia vi sia una esplosione interna. Anche i danni prodotti sulla toilette di
coda sono riconducibili solo a questo tipo di dinamica.
L’autore, Göran Lilja, svedese, ingegnere aeronautiTutte le considerazioni fatte dai tecnici sono state riunico, è stato membro della Commissione Misiti. Ha
te in una griglia, a suo tempo già pubblicata sulla Rivisvolto la propria attività nei seguenti campi: sicusta VOLARE e ripresa nel libro (vds Tabella compatibilirezza del volo, sicurezza dei sistemi, insegnamento
tà), dalla quale si desume facilmente che tutte le prove
della meccanica del volo, analisi operativa civile e
effettuate ed i reperti ritrovati sono compatibili unicamilitare, ricerche nel settore della minaccia terrorimente con l’ipotesi di una esplosione all’interno del vestica nei confronti dell’aviazione civile. Questo mix
livolo.
Quanto provato dalla Commissione Tecnica MIdi esperienze si è dimostrato valido sia in quest’inSITI
cancella,
quindi, definitivamente l’ipotesi del misdagine tanto complessa, sia per quanto concerne le
sile
e
lascia
accreditata
solo quella dell’ordigno. Ma ciò
riflessioni e questioni che possono sorgere considenon è stato mai recepito dal nostro Paese , ed è per querando i postumi della vicenda.
sto che ha deciso di scrivere il libro.
A questo punto la parola è passata all’Avv. penalista Stefano Forzani, noto per aver partecipato anche al processo
per Piazza Fontana. L’Avvocato ha esposto le principali differenze intercorrenti fra il processo penale – ove vige il
principio del dovere di prova “ oltre ad ogni ragionevole dubbio”- e quello civile, ove è accolta la tesi del “più probabile”. Il procedimento civile, inoltre, può giudicare solo in base alle prove prodotte dalle parti nei tempi e secondo le procedure previste. Tali differenze strutturali hanno reso possibili le palesi discrasie tra i due giudicati:
quello penale , sulla scorta degli esiti della Commissione ha assolto pienamente gli imputati dall’accusa di Alto
Tradimento, mentre quello civile non ha recepito come prova gli esiti del processo penale ed ha, pertanto, condannato i due Ministeri al pagamento dei danni su base aggiornata.
Il Sen Giovanardi, prendendo la parola, ha constatato che i due tecnici stranieri ci debbano guardare come dei
marziani afflitti da una giurisdizione incomprensibile: anziché indagare su chi ha compiuto il disastro aereo si
continua da 30 anni a mettere sotto accusa come mandante l’Aeronautica Militare. Il Senatore ha chiesto come
sia giudicato all’estero il caso Ustica. L’ing. Taylor ha rilevato che in vari symposium ha esposto le risultanze dell’indagine senza incontrare mai alcuna contrarietà tecnica. L’autore del libro, invece, ha affermato che il caso
Ustica - poco conosciuto all’estero, a causa del gran bailamme fatto dai mass media italiani è normalmente citato
come “Il caso dell’aereo abbattuto dal missile”.
Dai presenti sono quindi pervenute numerose domande che hanno chiarito ancor più l’esigenza di dare piena divulgazione alle risultanze dell’Inchiesta, le cui scarse conoscenze hanno consentito il proliferare nell’opinione
pubblica delle ipotesi più infondate e fantasiose. Anche la conduzione della difesa nel corso del processo civile
non ha consentito di dare efficace valenza a quanto acclarato in sede penale.
A conclusione dell’evento Il Gen. Manca ha salutato tutti i partecipanti e ringraziato le Associazioni che hanno reso possibile un dibattito così completo ed approfondito su una tematica tanto delicata per la nostra Forza Armata.
Gen. D. A. Arturo Zandonà
Il Corriere dell’Aviatore N. 1-2/2015 3
Le impressioni di un “vecchio” ufficiale
Arturo Zandonà
Da giovane Tenente Colonnello appena sbarcato allo Stato Maggiore viaggiavo quotidianamente in treno nella
tratta Nettuno - Roma.
Ero solito viaggiare in divisa sia per motivi di comodità ( evitavo di dovermi cambiare in ufficio) sia forse anche
per mostrare con orgoglio quell’uniforme alla quale dedicavo gran parte della mia esistenza e per la quale spesso
avevo sacrificato anche la mia famiglia.
Poi , però, ho deciso di viaggiare in borghese: ero stanco di essere considerato come responsabile di quel “ muro
di gomma” che buona parte dell’opinione pubblica ci imputava ingiustamente durante il Processo Ustica; anni di
sacrifici, di pericoli, di lavoro e di responsabilità erano stati d’improvviso cancellati, spazzati via da una valanga di
insinuazioni e di accuse talmente lontane dal nostro modo di essere, da risultare difficilmente contrastabili soltanto perché eravamo inadatti a farlo!
Questo libro ci restituisce finalmente l’orgoglio della nostra divisa; il piacere di presentarsi ancora come ufficiale
dell’Aeronautica Militare, a viso alto, senza se e senza ma. Esso fornisce a tutti noi le giuste “Norme di linguaggio” da utilizzare quando ancora qualcuno, in cerca di facili profitti, cercherà di infangare il nostro azzurro.
L’Associazione Nazionale degli Ufficiali dell’Aeronautica ha acquistato 40 copie del libro di Goran Lilja, che sono state inviate a tutte le
Sezioni ANUA in modo da renderne possibile la lettura. Coloro che desiderino invece acquistare una copia del libro potranno farlo via
INTERNET all’indirizzo http://www.logisma.it/aeronautica
4 Il Corriere dell’Aviatore N. 1-2/2015
I Conferenzieri
da sinistra: Com.te Pellegrini, Avv. Forzani, On.Sen. Giovanardi, Gen. S.A. On. Manca, Ing. Taylor, Ing. Lillja
L’Uditorio
In prima fila a destra: gen. S.A. Sciandra, Com.te Pellegrini, Gen. S.A. Majorani, Dott. d’Ippolito
Il Corriere dell’Aviatore N. 1-2/2015 5
Le Celebrazioni in onore della Santa Patrona degli Aviatori
Mercoledì 10 dicembre l’Aeronautica Militare ha celebrato
la Madonna di Loreto, “Celeste Patrona” di tutti gli Aviatori
Presso la Basilica Papale di
Santa Maria Maggiore, hanno
avuto luogo le celebrazioni in
onore della Beata Vergine
Lauretana, Santa Patrona degli Aviatori.
Alla celebrazione eucaristica, presieduta
dall’Arcivescovo Ordinario
Militare per l’Italia, S.E.
Monsignor Santo Marcianò,
hanno partecipato il Capo di
Stato Maggiore dell’Aeronautica Militare, Generale di
Squadra Aerea Pasquale Preziosa, i vertici dello Stato
Maggiore dell’Aeronautica,
gli addetti militari esteri accreditati per l’Aeronautica,
una rappresentanza del personale della Forza Armata e degli Istituti di formazione nonchè degli Istituti tecnici aeronautici Nobile e De Pinedo.
Nel corso dell’omelia, Mons.
Marcianò ha sottolineato
quanto i militari dell’Aeronautica debbano essere profeti di pace.”Di quale Parola, di quale verità potete e dovete essere profeti voi? - ha continuato “Credo che una sola risposta le riassuma tutte: profeti di pace”.
Ha poi voluto sottolineare quanto la dedizione sia un valore cardine del personale dell’ Aeronautica Militare, dis-
6 Il Corriere dell’Aviatore N. 1-2/2015
posto a sacrificare la vita per servire la propria missione.
“Il nostro pensiero va ai colleghi e amici della Base Aerea di
Ghedi”, ha aggiunto Marcianò, “esempio di chi ha saputo
scomparire dietro la grandezza della missione che stava svolgendo o che si preparava a svolgere”.
Le Celebrazioni in onore della Santa Patrona degli Aviatori
Al termine della celebrazione, il Generale Preziosa, nel
corso del suo intervento, ha affermato quanto “la devozione verso la Madonnina è universale, va oltre la componente
cattolica, è un momento di riflessione profonda, in cui si sente il bisogno di poter credere in qualcosa di trascendente”.
“Questo episodio - ha poi continuato il Capo di Stato
Maggiore- è tanto più acuto quando si rischia la vita come
lo fanno le donne e gli uomini di questa Forza Armata. Per
noi, quindi, la Madonna di Loreto è una seconda madre, e
alle mamme si dedica sempre il pensiero più grande e gli auguri più sinceri “.
Il Capo di SMA ha poi concluso il suo intervento citando le parole del Sergente pilota Angelo Zanaria alla madre: “Se dovesse succedermi qualcosa non piangete troppo,
noi aviatori quando moriamo siamo già in cielo, non ci accorgiamo di niente, solo restiamo per sempre in compagnia
della Madre di sempre.”
Terminata la celebrazione presso la Basilica di Santa Maria
Maggiore, il Generale Preziosa ha presieduto a Palazzo Aeronautica la cerimonia di svelamento dell’iscrizione dei
nomi dei quattro Ufficiali caduti nei cieli delle Marche lo
scorso 19 agosto presso il Lapidario dei Tre Archi. Alla cerimonia hanno preso parte i familiari dei Caduti nonchè il
Prefetto di Ascoli Piceno e il Vice Sindaco di Venarotta.
Ufficio Pubblica Informazione
Cap. Stefano Testa, Ten. Simone Antonetti
Il Corriere dell’Aviatore N. 1-2/2015 7
I Nonni dell’ANUA per i loro Nipotini
ovvero:
“L’Aeronautica dei miei sogni”
La maggior parte dei membri della nostra Associazione (Soci Ordinari, Soci
Aggregati ed Onorari , Dame d’Onore) hanno in comune due
cose: l’età, non più imberbe, quasi sempre caratterizzata dall’essere
nonni, ed una passione smisurata per i propri nipotini. Ci siamo,
perciò, chiesti come poter manifestare compiutamente, attraverso
l’ANUA, questa nostra passione per i nostri nipotini spesso “trascurati” pe gli onerosi impegni derivanti dall’attività di servizio.
L’idea che ci è venuta è quella di stimolare la “creatività” dei
nostri nipotini facendoli partecipare ad un concorso organizzato apposta per loro.
La cerimonia di premiazione ci darà l’occasione di incontrarci tutti assieme qui a Roma con i nostri nipotini e, magari, di organizzare per loro qualche bella sorpresa per intrattenerli durante i lavori congressuali.
Ci aspettiamo una partecipazione di massa da parte di tutti i
nonni aviatori, così come dei nostri colleghi non ancora entrati nell’ANUA: quale migliore occasione per incentivarli a
venire tra noi?
Vi aspettiamo. Gen. D A Arturo Zandonà
Si pensava a gare sportive, ad esibizioni canore, ad allestimenti scenografici, ma la difficoltà di metterli tutti insieme
e , soprattutto, di organizzare per loro l’evento , ci hanno
consigliato di promuovere, invece, un concorso a premi per
tutti i nipotini in grado di farci pervenire disegni, poesie,
vignette, racconti a sfondo aeronautico.
Abbiamo così suddiviso i nostri ragazzi in tre classi di età,
corrispondenti ai tre consueti cicli scolastici:
I “Passerotti” dai 3 ai 6 anni, corrispondenti ai
frequentatori della scuola materna;
Le “ Rondinelle” dai 6 agli 11 anni , frequentatori delle Scuole Elementari;
Gli “Aquilotti” studenti delle Medie fra gli 11
ed i 14 anni.
I compiti loro affidati, ovviamente, vanno da un disegno per i
più piccini, alla composizione di una poesia per gli intermedi, all’allestimento di un piccolo racconto per i più grandicelli. A fattor comune per tutti la possibilità di esprimersi con
una vignetta ma, ovviamente, sempre su temi incentrati sull’aeronautica. I lavori ( uno per ogni nipotino iscritto) saranno pubblicati sul corriere dell’Aviatore con il nome e cognome dell’artista ( comprensivo di quello del nonno/nonna
socio ANUA se diverso dall’autore) e la categoria di concorso.
Le premiazioni avverranno a Roma, in occasione della prossima Assemblea Nazionale dei Soci in giugno 2015, a scuole
chiuse. Serviranno dei volontari per formare le giurie, e su
questo ci aspettiamo la collaborazione di tutti. Certo ogni
nonno che iscrive il proprio nipotino dovrebbe essere disponibile a far parte della giuria delle altre categorie (evitiamo i
conflitti di interesse!).
8 Il Corriere dell’Aviatore N. 1-2/2015
Per la partecipazione si seguano
le seguenti indicazioni:
Tutti i Soci dell’ANUA possono iscrivere i propri nipotini al Concorso a Premi “ L’Aeronautica dei miei
sogni” inviando, entro la data del 28 marzo 2015, all’ANUA - [email protected] - i lavori prodotti. Per problemi editoriali non saranno accettati lavori pervenuti in “cartaceo”.
Per ogni nipotino iscritto (senza alcuna limitazione
numerica per i nonni particolarmente fortunati!) dovranno essere versati all’Associazione 10 € necessari
per acquisire i premi e per organizzare la festa di premiazione prevista a Roma per la metà di giugno 2015,
in concomitanza con l’Assemblea Annuale dei Soci.
“Tutti i concorrenti che interverranno saranno premiati individualmente.
Un’apposita Commissione assegnerà ulteriori premi
(Viaggi, Abbonamenti, Equipaggiamenti, etc , da definire più avanti in ragione del numero di partecipanti)
ai lavori giudicati particolarmente significativi.
Consegnate le borse di studio agli studenti ONFA
Giovedì 11 Dicembre, nella “Sala Madonna di Loreto” di Palazzo Aeronautica a Roma, alla presenza del Capo di
Stato Maggiore dell’Aeronautica Militare, Generale di Squadra Aerea Pasquale
Preziosa, si è svolta l’annuale cerimonia
di consegna dei Premi di Studio assegnati dall’Opera Nazionale dei Figli degli Aviatori (ONFA) agli assistiti che si
sono particolarmente distinti al termine
del percorso universitario e scolastico.
Quest’anno sono stati premiati 53 ragazzi, di cui 16 a Roma durante l’odierna cerimonia, gli altri riceveranno
il premio direttamente dai Comandanti dei Reparti dell’Aeronautica Militare più vicini ai luoghi di residenza.
stoforetti nello spazio, piuttosto che con
la capacità di evacuazione aeromedica
in biocontenimento”.
Rivolgendosi poi direttamente ai ragazzi presenti, il Capo di SMA ha detto loro: “[...] e voi, che siete il futuro,
dovrete essere migliori di noi, affinchè
anche voi possiate scrivere la vostra storia; questo significa progredire”.
L’ONFA assiste, per tutto il periodo
formativo, dall’asilo all’università, i figli del personale militare deceduto per
qualsiasi causa e dalla sua formale costituzione nel 1937 ha garantiti l’istruzione a oltre 6.300 orfani.
UPI - Cap. Marco Bevilacqua
Il Presidente dell’ONFA, Generale di
Squadra Aerea (A) Tommaso Ferro, durante il suo intervento, ha ricordato come
l’Aeronautica Militare “oggi come ieri celebra l’impegno dei suoi orfani ai quali è sempre vicina”, evidenziando che “[...] l’ONFA
è lo strumento attraverso il quale la Forza Armata porta solidarietà”.
Il Generale Preziosa, alla presenza delle
Autorità di vertice della Forza Armata, si è
congratulato
con
i
premiati,
ricordando che “l’Aeronautica Militare si
impegna tutti i giorni a scrivere un passo della sua storia, con il Capitano Samantha CriIl Corriere dell’Aviatore N. 1-2/2015 9
“Incontro fra i Generali del Ruolo delle Armi”
Il giorno 11 dicembre 2014 si è tenuto il tradizionale incontro del Generale del Ruolo delle Armi con i suoi predecessori e i Generali del Ruolo in servizio.
L’evento, presso i locali del C.R.D.D., oltre allo scambio degli auguri natalizi, è stato l’occasione
per qualche spunto di riflessione sui profondi mutamenti in atto, molti dei quali avranno un forte impatto sul Ruolo delle Armi in termini di rivisitazione dell’impianto del ruolo stesso e di rappresentanza nei gradi di vertice e dirigenziali. Gli ex Capi del Ruolo hanno evidenziato, senza
nascondere il loro profondo rammarico per i citati scenari, i grandi sacrifici fatti in passato dai
colleghi nel dare l’odierna connotazione ad una componente che nei numeri, nelle professionalità e nella presenza nelle varie espressioni della Forza Armata, ne costituisce parte integrante e
fondamentale. Gli studi in atto sulla riorganizzazione del Ruolo, che porteranno ad una classificazione a solo sette specialità, mirano a valorizzare e ottimizzare i percorsi di formazione e di impiego per rendere gli Ufficiali del Ruolo delle
Armi sempre più pronti ad adattarsi attivamente alla rapida evoluzione degli scenari operativi. Gli incarichi ricoperti in
passato dai Generali in congedo e quelli attualmente ricoperti dai Generali in servizio sono testimonianza della presenza del Ruolo nell’irreversibile processo di “Interforzizzazione”, che evolve in chiave “Interagency” ed “Internazionale”, comprendendo anche “capacità di nicchia” strategiche. In tale contesto, il Ruolo delle Armi, chiamato a svolgere
attività che vanno da quelle logistiche stanziali a quelle di proiezione, dall’area prettamente operativa e combat a quella
logistica di combat support o combat service support, nel garantire il giusto contributo alla Mission dell’Aeronautica
Militare, costituisce di fatto la “giunzione sinaptica” delle attività della Forza Armata.
(Col. FD Rizzo)
Da sx: Ciniglio Appiani, Lolli, Massara, Mazzone, Berti, Tancredi, Baldacci, Iodice, Cannillo, Li Causi, Gianfranceschi, Fornari,
Martinelli, Parizzi, Proietti, Rizzo, Bertelè, Rizzo.
10 Il Corriere dell’Aviatore N. 1-2/2015
V
Notizie al Volo ...nel tempo recente
Semestre di Presidenza europeo: adesione italiana
allo European Air Transport Command (EATC)
Il 4 dicembre u.s. è stato siglato, alla presenza del Ministro della Difesa Roberta Pinotti, il documento che sancisce l’adesione dell’Italia all’European Air Transport
Command (EATC): comando che si inquadra nell’ambito della Common Security
and Defence Policy (CSDP) e, dal 2010, coordina nello spazio aereo europeo l’attività di un determinato numero di assetti aeronautici con capacità di trasporto, appartenenti ai 6 Paesi attualmente aderenti: Belgio, Francia, Germania, Paesi Bassi, Lussemburgo e Spagna.
Un risultato concreto conseguito nel Semestre di Presidenza per valorizzare le capacità di trasporto aereo militare nazionale ed europeo, che contribuirà a facilitare
la revisione dello Strumento Militare sancita dalla legge
244 del 2012, attraverso una riorganizzazione della catena di comando e controllo delle forze di supporto secondo criteri di sostenibilità, efficienza ed efficacia. Il
Comando Europeo per il Trasporto Aereo, sebbene non
faccia parte della struttura dell’Unione Europea, rappresenta un modello di riferimento senza precedenti, perché consente di applicare il concetto di ‘pooling & sharing’ al settore del trasporto aereo militare, replicabile
anche in altri segmenti della difesa europea.
Il valore aggiunto dello European Air
Transport Command è, di fatto, la possibilità di esprimere capacità planning, di
pianificazione della missione, tasking,
di assegnazione della missione e controlling and reporting, di controllo e
verifica della missione, fino al suo completamento.
Il pilastro fondamentale alla base di
questo trittico di capacità, è la delega
di autorità delle Nazioni facenti parte
del pool, delega che consente allo European Air Transport Command di disporre direttamente in merito ad interoperabilità, standardizzazione nell’impiego, addestramento e supporto
logistico delle forze, circostanze che, in sinergia, comportano lo scambio di expertise nazionali, l’armonizzazione
delle procedure E.A.T.C. con quelle nazionali, il conseguente sviluppo della policy comune di settore, costituiscono un passo sostanziale in avanti verso il concetto di “Forze Armate Europee”.
Italia polo di mantenimento per gli F35-JSF europei
L'annuncio è stato dato dal Ministro della Difesa, Roberta Pinotti
12/12/2014 - L’Italia è stata scelta per essere polo di manutenzione dei velivoli F35 schierati in Europa sia di quelli acquistati dai paesi europei sia quelli USA operanti in Europa. La decisione americana di utilizzare la base dell’Aeronautica
Il Corriere dell’Aviatore N. 1-2/2015 11
V
Notizie al Volo ...nel tempo recente
di Cameri come unica sede europea per
assicurare il supporto
del velivolo F-35 è di
grande rilevanza per
il nostro Paese e consentirà di valorizzare
gli investimenti già
effettuati per la FACO in infrastrutture
ed equipaggiamenti
industriali.
L’annuncio è stato
dato dal Ministro della Difesa, Roberta Pinotti, al termine di un incontro svoltosi con l’ambasciatore statunitense a Roma, John R. Phillips , a Palazzo Baracchini.
“E’ un risultato straordinario” - ha dichiarato il Ministro - “che premia la credibilità del nostro paese, l’azione del nostro governo e riconosce le capacità tecnologiche nazionali”.
La scelta di Cameri porterà al concretizzarsi di ricadute enormi per l’Italia. L’F35 rimarrà infatti in attivi-
tà per 30 anni con revisioni periodiche. L’Italia, nel progetto partito nel 1998, ha deciso di essere partner non
acquirente. Oggi ce l’ha fatta.
“Abbiamo dimostrato di essere un Paese credibile. Il
parlamento ci ha detto che dobbiamo andare avanti nel
programma con un impatto finanziario minore, avere
quindi maggiori ricadute economiche. Il risultato di oggi ci dice proprio questo”.
Lo stabilimento di Cameri è stato concepito fin dall’inizio per ospitare sia le attività di produzione (FACO)
che quelle di manutenzione, riparazione, revisione e aggiornamento (MRO&U-Maintenance Repair Overhaul
& Upgrade) del velivolo F-35.
“E’ un successo industriale fortemente voluto della Difesa - ha concluso il Ministro - a fronte di una competizione internazionale fortissima siamo riusciti ad ottenere la
manutenzione per l’Europa e per gli aerei USA che saranno schierati nel nostro continente. La Faco di Cameri
a pieno regime aumenterà notevolmente le persone impegnate direttamente e saranno circa 90 le piccole e medie imprese italiane coinvolte a questo progetto, tra i più
avanzati al mondo”.
La Spagna studia
il nuovo addestratore italiano
Giovedì 4 dicembre, a Palazzo Aeronautica, una delegazione dell’Aeronautica Militare spagnola guidata dal Generale di Brigata
Aerea Miguel Ángel Martín Pérez ha incontrato il Generale di Brigata Aerea Gianni Candotti al fine di acquisire maggiori informazioni relativamente a come l’Aeronautica Militare italiana stia sviluppando il nuovo sistema di addestramento Integrated Pilot
Training System (IPTS) 2020 e sul futuro addestratore M345HET (High Efficiency Trainer Program).
La delegazione spagnola, dopo una visita alle sale storiche
di Palazzo, ha ricevuto una presentazione sulla collaborazione tra l’Aeronautica Militare italiana e l’Alenia Aermacchi S.p.A. per
lo sviluppo del futuro addestratore
M345HET.
Il Capo di Stato
Maggiore, Generale di Squadra Aerea Pasquale Preziosa, è poi intervenuto per dare il benvenuto al Generale Martín
Pérez, e ha colto l’occasione per sottolineare l’importanza, per le due nazioni, di lavorare insieme. (SMA-UPI: S.ten.
Emanuela de Marchi)
12 Il Corriere dell’Aviatore N. 1-2/2015
V
Notizie al Volo ...nel tempo recente
Accordo tra Aeronautica,
Carabinieri e Polizia
L’accordo prevede l’utilizzo
del Predator dell’A.M. per attività
istituzionali della Polizia di Stato
e dell’Arma dei Carabinieri
Mercoledì 26 novembre, a Palazzo
Aeronautica a Roma, è stato siglato
un accordo che prevede il concorso
con Aeromobili a Pilotaggio Remoto
Predator dell’Aeronautica Militare ad
attività istituzionali della Polizia di
Stato e dell’Arma dei Carabinieri.
I protocolli d’intesa, frutto di una sinergia e di un processo di analisi già
in atto tra comparti della Pubblica
Amministrazione, sono stati siglati
dal Capo di Stato Maggiore dell’Aeronautica Militare, Generale di
Squadra Aerea Pasquale Preziosa, rispettivamente con il Capo della Polizia - Direttore Generale della Pubblica Sicurezza, Prefetto Alessandro
Pansa, e con il Comandante Generale dell’Arma dei Carabinieri, Generale di Corpo d’Armata Leonardo Gallitelli.
Il velivolo Aeromobile a Pilotaggio
Remoto (APR) Predator (nelle versioni A e B) del 32° Stormo dell’Aeronautica Militare, con sede ad
Amendola (Fg), viene impiegato per
l’effettuazione di missioni di ricerca,
sia puntiforme che d’area, grazie all’impiego di avanzati sistemi di scoperta elettro-ottici ed infrarosso,
diurno e notturno, radar per l’individuazione di obiettivi di superficie
con capacità NRT FMV (Near Real
Time e Full Motion Video).
Il Predator costituisce, di fatto, un
“On Scene Eye”. Una delle caratteristiche più importanti degli APR è la persistenza, cioè la capacità di rimanere
in volo per lungo tempo (oltre 20 ore)
nell’area di operazione, con possibilità
di essere dirottato in volo in qualsiasi
momento verso nuovi obiettivi.
Il sistema Predator viene impiegato
per svolgere missioni di ricognizione,
sorveglianza e acquisizione obiettivi.
Il velivolo ha capacità di volo a media ed alta quota, garantisce una
grande autonomia di volo, permettendo di ottenere elevate prestazioni
sia nella condotta di missioni di sor-
veglianza e ricognizione, e sia nell’ambito di operazioni di Pattugliamento, Ricerca e Soccorso.
I Predator dell’Aeronautica Militare
sono in grado di assolvere un’ampia
gamma di compiti dimostrando elevate doti di flessibilità, versatilità ed
efficacia. È possibile, ad esempio,
rilevare la presenza di minacce quali
ordigni esplosivi improvvisati che
rappresentano il pericolo più insidioso e diffuso nei teatri operativi
odierni. Possono inoltre essere effettuate missioni in ambienti operativi
ostili, in presenza di contaminazione nucleare, biologica, chimica o
radiologica, oppure acquisire dati
ed informazioni relativi ad obiettivi
di piccole e grandi dimensioni in
zone potenzialmente oggetto di
operazioni.
I velivoli Predator permettono, inoltre, di contribuire in modo unico alla
creazione e mantenimento della cosiddetta “Situational Awareness”, ovvero al controllo dell’evoluzione della
situazione da parte delle autorità responsabili del comando delle attività.
Le caratteristiche di autonomia, velocità, persistenza e raggio d’azione,
unite ai bassi costi di esercizio, rendono il Sistema uno degli strumenti
migliori per il controllo dei confini,
il monitoraggio ambientale, il supporto alle forze di polizia e l’intervento in caso di calamità naturali.
Il Predator si è rivelato alquanto versatile ed è stato impiegato anche in
attività non tipicamente militari in
supporto di altre componenti sia del
Dicastero Difesa sia di altri Dicasteri. Difatti, è stato impiegato per
contribuire alla sicurezza interna in
occasione di alcuni “grandi eventi”
(ad esempio il vertice intergovernativo Russia–Italia, tenutosi a Bari
nel marzo 2007 o del G8 dell’Aquila del 2009).
SMA UPI
Cap. Marco Bevilacqua
Il Corriere dell’Aviatore N. 1-2/2015 13
V
Notizie al Volo ...nel tempo recente
ASAAT Shindand:
“Missione compiuta”
Con queste parole il Capo di SMA ha accolto il personale
che ha partecipato alla missione in Afghanistan
Mercoledì 26 Novembre, il Capo di Stato Maggiore dell’Aeronautica Militare, Generale di Squadra Aerea Pasquale Preziosa, ha incontrato a Palazzo Aeronautica (Roma), il
personale dell’Aeronautica Militare che ha partecipato alla
missione Airbase Support Air Advisory Team a Shindand,
in Afghanistan.
Il Generale Preziosa rivolgendosi direttamente al personale
schierato ha sottolineato: “avete esportato conoscenza e applicato sul campo il concetto del Comprehensive Approach. [...] Ci
avete insegnato che non basta un corso per trasferire conoscenza
ad un Paese straniero ma occorre convivere e condividere valori
con quei cittadini, quei soldati, partendo dal rispetto verso gli
altri”. Il Capo di SMA, infine, ha evidenziato il grande successo della missione italiana riconosciuto dagli Stati Uniti.
La missione addestrativa dell’Aeronautica Militare, conclusasi ufficialmente il 3 ottobre 2014, è durata quattro anni
ed ha rappresentato l’unica iniziativa addestrativa italiana a
favore delle forze aeree afgane nell’area ovest del Paese.
Iniziata nel novembre 2010,
la missione degli advisors
italiani ha consentito di addestrare il personale della
neonata forza aerea afgana
per supportare la costituzione di una forza armata professionale, autonoma e sostenibile nel tempo. Gli advisors dell’Aeronautica Militare, in particolare, unitamente ai partner americani ed
14 Il Corriere dell’Aviatore N. 1-2/2015
ungheresi presenti a Shindand, hanno avuto il compito di
sviluppare e consolidare la locale leadership afghana per gestire in autonomia lo Shindand Air Wing, ovvero l’unità
dell’Afghan Air Force designata quale polo addestrativo di
spicco dell’intera aeronautica afghana. Il personale italiano,
proveniente da diversi reparti Cap. Marco Bevilacqua dell’Aeronautica Militare, ha svolto attività di advising finalizzata allo sviluppo di autonome capacità gestionali ed abilità
tecnico-professionali in tutti i settori tipici di uno stormo
di volo o di unità addestrativa: operazioni aeree, logistica,
gestione amministrativa e finanziaria, gestione delle infrastrutture, telecomunicazioni ed informatica, previsioni metereologiche, firefighting, force protection, maintenance,
food service, billeting, medical clinic. I numeri più significativi relativi alla missione: otto diversi teams di istruttori,
ognuno composto da circa trenta fra ufficiali, sottufficiali e
graduati, 68 piloti e istruttori formati sull’elicottero MI 17,
59 crewchief e 38 flight engineers qualificati, 37 persone
indottrinate in personnel management, 150 soldati abilitati
alla patente di guida militare, circa 1000 persone informatizzate, 50 militari abilitati per il soccorso e il trasporto di
personale ferito, circa 200 soldati addestrati in materia di
protezione e gestione della sicurezza aeoportuale.
A margine della cerimonia, il Generale Preziosa ha tributato
al Generale di Squadra Aerea
Maurizio Lodovisi, Comandante la Squadra Aerea, un encomio solenne per la sapiente
e attenta gestione di tutte le fasi che hanno seguito il tragico
incidente occorso il 19 agosto
2014 a due Tornado in missione di addestramento costato la
vita a quattro giovani colleghi.
SMA UPI
Cap. Marco Bevilacqua
V
Notizie al Volo ...nel tempo recente
Corsi di criminologia ed Intelligence,
Terrorismo ed Eversione
presso il 72° Stormo di Frosinone
Una preziosa opportunità aperta al personale dello Stormo
e delle altre Forze Armate e Corpi Armati dello Stato
Nel mese di novembre, presso il 72° Stormo “Marcello De Salvia”,
si sono svolti il corso di “Criminologia ed Intelligence, approccio
multidisciplinare a fenomeni critici ed analitico investigativi” e il corso di “Terrorismo ed Eversione: fenomeni di conflittualità non convenzionali, criticità, strumenti di prevenzione e contrasto”, a cui hanno
partecipato oltre al personale militare dello Stormo, anche gli appartenenti ad altre Forze Armate e Corpi Armati dello Stato.
I corsi, della durata di due giorni ciascuno, sono stati organizzati
dal 72° Stormo in collaborazione con l’Ente di Formazione Ricerca
e Studi sulla Pace “Jus et Pax” di Frosinone. Il programma didattico
è stato articolato in due giorni di lezioni frontali tenute da docenti
universitari ed esperti nel settore.
Le attività sono iniziate con il saluto di benvenuto a tutti i frequentatori
presso l’Aula Multimediale dell’Aeroporto “G. Moscardini”. Il Col.
Leonardo Barone, Comandante del 72° Stormo ha evidenziato l’importanza di queste attività didattiche quale approfondimento della preparazione tecnico-professionale del personale militare su tematiche di stringente attualità e di rilevante importanza che hanno portato all’impiego
dello strumento militare in operazioni fuori dai confini nazionali.
Le lezioni sono state tenute dal Professor Maurizio Carboni, docente universitario e consulente di intelligence e sicurezza, e dal Dottor Alessandro
D’Aristotile, psicologo e consulente del Ministero di Grazia e Giustizia.
I corsi hanno riscosso grande interesse e attenzione da parte dei frequentatori che hanno rivolto numerose domande, richiedendo approfondimenti sulle diverse tematiche di interesse generale.
Il 72° Stormo, dipendente dal Comando Scuole dell’Aeronautica Militare/3^
R.A. di Bari, ha come principale compito istituzionale quello di formare i piloti
di elicottero di tutte le Forze Armate e Corpi Armati dello Stato, nonché della
formazione e del mantenimento delle qualifiche dei propri Istruttori di Volo e
inoltre dell’esecuzione dell’Attività di Volo Minima per i piloti di elicottero impiegati presso gli Stati Maggiori e gli Alti Comandi della Forza Armata. Ulteriori compiti assegnati allo Stormo, in tempo di pace, sono il concorso in Operazioni SAR (Search And Rescue) e di Protezione Civile ed il rischieramento fuori area per missioni umanitarie. In tempo di crisi, gli elicotteri del 72° Stormo, forniscono il supporto alla difesa delle basi e delle istallazioni militari, attività di collegamento e ricognizione.
Cap.Pil. AArnn Carla Angelucci
Il Corriere dell’Aviatore N. 1-2/2015 15
V
Notizie al Volo ...nel tempo recente
70° anniversario dei voli su Varsavia
Durante una cerimonia presso il Distaccamento Aeroportuale di Brindisi è stata
scoperta una targa a ricordo del sacrificio degli aviatori polacchi che da Brindisi
decollarono per portare aiuti ai compatrioti insorti contro i nazisti
Martedì 25 Novembre, nella ricorrenza
del 70° Anniversario dei voli su Varsavia, presso il Reparto salentino, alla
presenza del Comandante Logistico
dell’A.M., Generale di S.A. Gabriele
Salvestroni, e di una Delegazione interministeriale polacca composta dai Ministri, Prof. Andrzej Krzysztof Kunert e
Krzysztof Strzalka, è stata scoperta una
targa dedicata ai piloti polacchi ed Alleati che compivano dall’aeroporto di
Brindisi nel 1944 missioni d’aiuto per
l’Armata Nazionale e per i combattenti
insorti nella Capitale polacca.
Il Generale Salvestroni, al suo arrivo a
Brindisi è stato ricevuto dal Comandante del Reparto, Colonnello Luca
Bianciardi.
All’evento, oltre al Prof. Leonardo Losito, storico militare e promotore dell’iniziativa, sono intervenute le Autorità religiose, civili e militari della Città capoluogo.
Particolarmente toccanti sono stati i
discorsi delle Autorità intervenute,
che hanno rievocato una pagina di storia fra le più atroci (l’insurrezione della
capitale polacca ai nazisti comportò la
morte di oltre 200 mila civili) e della
nobile e strenua azione di sostegno agli
insorti, che da Brindisi si concretizzava in un ponte aereo con numerosissimi e continui voli del 301° Bomber
16 Il Corriere dell’Aviatore N. 1-2/2015
Squadron, il reparto di volo della Royal
Air Force britannica, attribuito ai piloti
polacchi, che proprio a Brindisi, presso
“Campo Casale” aveva la sua base.
L’Aeronautica Militare, con la cerimonia odierna, ha voluto rendere un
omaggio duraturo e perenne alla memoria di quanti seppero e vollero sfidare
avversità di ogni genere, per portare in
volo a più riprese da Brindisi a Varsavia
ai loro compatrioti gli aiuti di cui avevano necessità.
La lapide marmorea, incisa con un toccante testo bilingue, riporta testualmente:
“L’aeronautica militare italiana ricorda
ed onora gli eroici piloti polacchi ed alleati della 1586^ squadriglia polacca,
148^ e 178^ divisione britannica e 31^
sudafricana, che dall’ aeroporto militare
di Brindisi volarono dal dicembre 1943
verso la Polonia invasa dal nemico, con
aiuti per i patrioti combattenti. I soccorsi
aerei ebbero un significato speciale per
coloro che il 1° agosto 1944 insorsero
contro gli occupanti nazisti, a Varsavia:
prima capitale europea ad essersi sollevata in armi per la riconquista della liberta’, in nome della solidarieta’ e della
collaborazione tra i popoli d’Europa”.
NEL 70° ANNIVERSARIO
DELL’INSURREZIONE
DI VARSAVIA
(1 AGOSTO - 5 OTTOBRE 1944)
Dopo lo scoprimento della targa e la rituale benedizione da parte del Cappellano della Brigata Marina San Marco,
Don Pietro Folino Gallo, è stata celebrata una messa in suffragio, officiata da S.E.R. Monsignor
Domenico Caliandro, Arcivescovo di Brindisi–Ostuni.
Al termine della funzione religiosa il Generale Salvestroni si è intrattenuto con le
autorità religiose, civili e militari della Città capoluogo,
che sono intervenute alla cerimonia.
Lgt. Michele Candeloro
V
Notizie al Volo ...nel tempo recente
1° premio per il video spot
“Aeronautica Militare, la tua squadra che vola”
Ha avuto luogo sabato 15 novembre la cerimonia di premiazione dei filmati, video spot e documentari in concorso per la 24^
Rassegna Cinematografica Internazionale “Eserciti e Popoli”,
patrocinata dalla Presidenza del Consiglio dei Ministri, kermesse
che presenta un’ampia panoramica delle produzioni audiovisive
realizzate dalle Forze Armate di Paesi di ogni cultura e latitudine.
Nella splendida cornice del Museo Storico AM di Vigna di Valle, alla presenza di Autorità Diplomatiche di alcuni dei 19 Paesi
partecipanti, di rappresentanti delle rispettive Forze Armate estere ed italiane e Autorità locali, il Comitato organizzatore ha
proceduto alla consegna dei premi, suddivisi per categorie: storica, funzione sociale, tradizione, pubblicità, attualità, operazioni
umanitarie, addestramento, didattica, salvaguardia della pace.
Tra i filmati selezionati dalla Giuria Internazionale, guidata dal
produttore-regista Leonardo Tiberi, per la categoria “Pubblicità” il premio 1° Classificato è stato assegnato all’AM per il video spot “Aeronautica Militare, la tua squadra che vola”, realizzato nel 2014 dall’UCOM (produzione: Micromegas SPA, regia:
Cristiano D’Alisera). A ritirare il premio, su delega del Capo di
Stato Maggiore Aeronautica, il Gen.D.A. Stefano FORT.
Lo spot, pubblicato il 25 giugno 2014 e trasmesso in TV in
corrispondenza dei mondiali di calcio, è stato anche veicolato
attraverso i siti e i social di AM e della Difesa:
Suggestivo ed emozionante, attraverso la felicità semplice e coinvolgente di bambine e bambini che si incontrano per improvvisare una partita di pallone, il video cattura un momento di
gioia pura, che si replica tutti i giorni in ogni centro cittadino
di una qualsiasi provincia d’Italia. L’Aeronautica Militare si racconta senza farsi vedere. Così come accade nella concreta realtà
di tutti i giorni, quando con i suoi uomini e le sue donne è impegnata senza sosta ad assicurare servizi fondamentali per la salvaguardia e la difesa del benessere dei cittadini e del Paese.
Ma, ancora di più, colorando via via di azzurro le maglie dei
bambini al suo passaggio nel cielo, l’Aeronautica Militare diviene energia positiva, stimolo propulsivo, che unisce tutti nello
spirito di una squadra unica.
La Rassegna Cinematografica è un’iniziativa dell’Associazione
“Eserciti e Popoli”, costituita nel 1989, con lo scopo di “contribuire attivamente alla promozione conoscenza e studio della
storia degli eserciti nelle società nazionali” (art. 2Statuto)
UPI - 1°M.llo Antonio Galotta
L’ANPAC in visita a Palazzo AM
Lunedi 17 novembre, una rappresentanza dell’Associazione Nazionali Piloti Aviazione Commerciale (ANPAC), con i rispettivi
familiari, ha visitato le aree di rappresentanza della sede istituzionale dell’Aeronautica Militare, a Roma.
La delegazione, formata da circa 40 persone e accompagnata dal
fautore dell’iniziativa, Com. Elio Colasanti, già Ufficiale dell’Arma Azzurra, è stata accolta al suo arrivo da un Ufficiale dell’Ufficio Generale del Capo di Stato Maggiore, che ha iniziato
la visita con l’illustrazione dell’ingresso monumentale dei Tre
Archi ove sono riportati, incisi su lastre di travertino, i nomi di
tutti gli aviatori che hanno sacrificato la propria vita, sia in pace
sia in guerra, dal 1907 in poi.
La visita è proseguita con un tour delle sale storiche del Palazzo Aeronautica, nel corso del quale gli ospiti hanno potuto ammirare da
vicino i dipinti murali e gli arredi che le caratterizzano; tra queste, in
particolare, le Sale delle Crociere Atlantiche, imprese aviatorie di cui
il Maresciallo dell’Aria Italo Balbo, astro ed asso dell’Aviazione Italiana, commissionario del progetto dell’edificio, fu uno dei protagonisti e che legano le origini del palazzo a quelle della Forza Armata.
Nel corso della visita i presenti hanno ricevuto il saluto del Capo di Stato Maggiore dell’Aeronautica, Generale di Squadra Ae-
rea Pasquale Preziosa, in una delle più prestigiose sale del palazzo – la Sala degli Eroi – dove un tempo erano custoditi i ritratti
degli Eroi dell’Arma Azzurra. Nell’occasione il Generale Preziosa ha voluto rimarcare gli straordinari risultati che l’Aeronautica
Militare ha ottenuto e sta ottenendo nel campo scientifico e industriale, contribuendo a rendere l’Italia leader in alcuni settori
fortemente tecnologici, come quello aerospaziale.
SMA.UGC - 1° M.llo Alessandro Restante
Il Corriere dell’Aviatore N. 1-2/2015 17
V
Notizie al Volo ...nel tempo recente
Cambio al vertice
della Joint Air
Task Force
Dopo sei mesi di comando,
il Colonnello Morelli
lascia il posto al
Colonnello Latini
La JATF si articola sulle seguenti unità: il Task Group
“Albatros”, con velivoli da trasporto C-130J e C-27J JEDI della 46^ Brigata Aerea di Pisa, il Task Group “Astore”, che opera con velivoli a pilotaggio remoto MQ-9A
“Predator B” del 32° stormo di Amendola, e il Task Unit
“EWS” che garantisce la protezione alle forze di terra attraverso la neutralizzazione delle comunicazioni avversarie e il contrasto alla minaccia di ordigni esplosivi improvvisati (C-IED).
Seminario sull’aerospazio
al Politecnico di Bari
Il Reparto Sperimentale Volo del CSV verso l’aerospazio
19/11/2014 - Si è svolta nei giorni scorsi, presso l’aeroporto militare di Herat, la cerimonia di avvicendamento
alla guida della Joint Air Task Force (J.A.T.F.), la componente ad ala fissa, da cui dipendono gli assetti aerei dell’Aeronautica Militare impiegati in Afghanistan, del Train
Advise Assist Command West (TAAC W).
Il Colonnello Michele Morelli ha ceduto al Colonnello
Paolo Latini il comando della J.A.T.F., dopo un impegno
di sei mesi durante i quali sono state svolte circa 2500 ore
di volo di cui oltre 1500 dai velivoli C130J e C27J e più
di 1000 dai velivoli a pilotaggio remoto Predator, che nel
mese di ottobre hanno fatto registrare, per la prima volta
durante una missione operativa, un volo ininterrotto di
20 ore consecutive.
La cerimonia è avvenuta alla presenza del Generale di
Brigata Maurizio Angelo Scardino, Comandante del
TAAC-W, il comando multinazionale a guida italiana su
base Brigata “Garibaldi”.
Il Generale, nel congratularsi con il Colonnello Morelli
per l’encomiabile lavoro svolto e nel dare il benvenuto al
Colonnello Latini, rivolgendosi agli uomini e alle donne
schierati ha aggiunto “sono grato alla JATF per l’assoluta
competenza dimostrata, che con grande impegno, professionalità e determinazione, ha puntualmente supportato
la missione del TAAC-WEST”.
La Joint Air Task Force (JATF), con più di 100 militari
dell’Aeronautica Militare, è stata costituita per gestire
l’impiego degli assetti di volo ad ala fissa schierati presso
la base diHerat.
18 Il Corriere dell’Aviatore N. 1-2/2015
Lunedì 17 novembre, presso l’aula magna “Attilio Alto”
del Politecnico di Bari, una delegazione del Reparto Sperimentale Volo (RSV) ha condotto un seminario sul tema
“Il Reparto Sperimentale Volo verso l’aerospazio, tra i traguardi di oggi e le sfide di domani”.
L’evento è stato organizzato al fine di condividere le conoscenze tecniche legate alle peculiarità della sperimentazione sui sistemi aeronautici ed aerospaziali con gli studenti del Politecnico.
Il seminario è stato introdotto dal Magnifico Rettore Prof.
Eugenio Di Sciascio, che ha ringraziato il Comandante e il
personale del RSV per la disponibilità e la professionalità
dimostrata nella preparazione dell’evento. Inoltre ha evidenziato il fatto che quest’incontro costituisce un’importante opportunità per avvicinare gli studenti ai grandi temi
di ricerca nel campo dell’aero-spazio e potrebbe contribuire a costruire opportunità di collaborazione tra le due istituzioni, al fine di raggiungere obiettivi condivisi per l’innovazione e lo sviluppo tecnologico del Paese.
Subito dopo ha preso la parola il Comandante del Reparto Sperimentale Volo, Colonnello Gianluca Ercolani,
che ha offerto
una presentazione
del Reparto illustrando in particolare la vision, la
mission e l’organizzazione del
RSV. Nel corso
del suo intervento
il Col. Ercolani
ha messo in risalto la spiccata vocazione all’innovazione
tecnologica che contraddistingue la natura dell’operato
del RSV, soffermandosi su alcune delle attività condotte
recentemente dal Reparto ed evidenziandone l’applicazione duale militare/civile. A titolo di esempio è stata citata la recente certificazione di sistemi bio-contenitivi e
V
Notizie al Volo ...nel tempo recente
dei relativi apparati elettro-medicali adibiti al trasporto
di malati altamente infettivi. La stessa creazione del
Gruppo Ingegneria per l’Aero-Spazio rappresenta un
esempio di volontà di sviluppo di capacità duali, testimoniata dal valore altamente interdisciplinare insito nei
servizi innovativi offerti dal comparto aero-spaziale.
Successivamente, è intervenuto il Tenente Colonnello Roberto Ambra, Capo Servizio Coordinamento Prove del
RSV illustrando le metodologie e le procedure di prove
sperimentali impiegate presso il Reparto, le tipologie di
task eseguite soffermandosi poi su alcune attività specifiche
attualmente in corso, come l’attività di sperimentazione a
terra ed in volo per l’integrazione su velivolo Tornado di
un Targeting POD allo scopo di incrementare l’efficacia e
la precisione nelle missioni di attacco riducendo al minimo
i danni collaterali.
Il Maggiore Ferdinando Dolce, Capo del Gruppo Ingegneria per l’Aero-Spazio (GIAS), nel suo intervento ha
messo in evidenza le varie sfaccettature del concetto di
spazio: come fattore abilitante per le capacità operative
della Forza Armata, come estensione del dominio aeronautico oltre la quota di 60.000 piedi e come frontiera
tecnologica con una forte accezione multidisciplinare e
innovativa. Di seguito ha presentato le attività tecniche
già intraprese dal neo-costituito gruppo, tra le quali la
Space Situational Awareness, le analisi preliminari di
Operational Test & Evaluation (OT&E) effettuate sul sistema satellitare Cosmo Sky-Med e gli studi preliminari
sui voli sub-orbitali realizzati con l’ausilio degli strumenti
di Modelling & Simulation.
L’ultimo intervento del RSV è stato effettuato dal Capitano Gabriele Aiolfi, pilota sperimentatore del Gruppo Ingegneria per l’Aero-Spazio, che ha illustrato le varie fasi
del volo sub-orbitale modellato dal GIAS e ha concluso
con la condivisione di un’esperienza addestrativa effettuata presso la Test Pilot School di Edwards (USA) finalizzata
alla riproduzione della fase di rientro di un velivolo suborbitale attraverso l’impiego di un velivolo convenzionale
trainer T-38.
In chiusura dell’evento il Dott.
Giuseppe Acierno,
Presidente del Distretto Tecnologico Aerospaziale
Pugliese ha effettuato un saluto ai
presenti presentando i programmi in corso e le sfide future nel settore aerospaziale delle realtà industriali regionali,
evidenziando in particolare le opportunità offerte agli studenti per la partecipazione ai progetti di ricerca e di formazione attivati dal distretto nel settore aerospaziale.
RSV - 1° M.llo Gaetano Citarella
FINMECCANICA-SELEX ES e THALES
insieme per il Future Combat Air System
Il 5 novembre Laurent Collet-Billon, responsabile dell’agenzia di procurement della Difesa francese (DGA), e
Bernard Gray, responsabile del procurement presso il Ministero della Difesa britannico, hanno lanciato l’avvio della fase di fattibilità del programma FCAS (Future Combat
Air System), che ha lo scopo di definire le specifiche del
futuro velivolo da combattimento a pilotaggio remoto anglo-francese. Il valore complessivo del contratto relativo a
questa fase guidata da BAE Systems e Dassault è di 150
milioni di euro. In questo contesto a Finmeccanica – Selex ES e Thales è stato assegnato un contratto, della durata di due anni, per definire la suite di sensori multifunzione e i sotto-sistemi di comunicazione del FCAS.
Le due aziende europee lavoreranno sul progetto con una
ripartizione dei carichi di lavoro al 50%. Oltre alle specifiche sui sensori e sui sistemi di comunicazione del futuro
velivolo, le società definiranno i tempi e i costi operativi
associati alla produzione del FCAS. La cooperazione
comprende anche le attività propedeutiche alla fase di
progettazione. Saranno inoltre coinvolte altre realtà industriali nel Regno Unito e in Francia in base alle esigenze.
Nel campo dei sensori di bordo, Finmeccanica – Selex ES
e Thales sono partner di riferimento dei Ministeri della
Difesa britannico e francese, così come di BAE Systems e
Dassault Aviation. L’accordo crea quindi una partnership
europea senza pari nel settore dell’elettronica per la difesa, che aprirà la strada per Gran Bretagna e Francia alla
capacità di operare efficacemente velivoli da combattimento a pilotaggio remoto in contesti critici. Grazie a soluzioni sensoristiche innovative, Finmeccanica – Selex ES
e Thales sosterranno e svilupperanno una sovranità tecnologica e una solida base di competenze nelle due nazioni da cui trarranno beneficio sia le piattaforme da combattimento pilotate sia quelle non pilotate.
(pubblicato da Analisi Industria)
Il Corriere dell’Aviatore N. 1-2/2015 19
V
Notizie al Volo ...nel tempo recente
Il Capo di SMA incontra
i Capitani dell’80° Corso Normale
Lunedì 17 novembre il Capo di Stato Maggiore dell’Aeronautica Militare, Generale di Squadra Aerea Pasquale
Preziosa, intervenuto presso l’Istituto di Scienze Militari
Aeronautiche in occasione del Seminario per Generali di
Brigata, ha incontrato i Capitani frequentatori del 80°
Corso Normale.
Il Capo di SMA, accolto dal Comandante dell’Istituto di
Scienze Militari Aeronautiche Generale di Divisione Ae-
rea Gian Franco Camperi, ha immediatamente condiviso
il proprio apprezzamento per le attività e per l’impegno
quotidianamente espresso dai Capitani dell’80° Corso
per gli eccellenti risultati didattici già conseguiti. Il Generale Preziosa, rivolgendosi ai frequentatori, ne ha stimolato la curiosità chiedendo loro “Cosa vorreste sapere dal
vostro Capo di Stato Maggiore”, i Capitani non hanno
esitato a cogliere l’opportunità offerta nel rivolgere quesiti di carattere operativo, tecnico ed amministrativo.
Dagli interventi è emersa particolare attenzione riguardo
al futuro operativo ed alla trasformazione della Forza Armata, non solo per l’impegno che l’Aeronautica dedica allo Stato ed al cittadino, ma come la stessa Arma Azzurra
sia assolutamente partecipe nelle attività di cooperazione
internazionale per lo sviluppo aerospaziale. “In un periodo di ristrettezze economiche e pieno di sfide l’antidoto è
sapersi adattare ai cambiamenti, con metodo e disciplina,
e trovare soluzioni sempre nuove grazie alle idee di chi oggi si applica nell’elaborare concetti innovativi, attraverso
uno studio sistematico ed analitico. L’impegno vostro è
necessario per costruire e realizzare un futuro migliore” afferma il Generale Preziosa rivolgendosi ai Capitani; “l’Aeronautica Militare accresce tutte le sue componenti, quali
ad esempio la Difesa Aerea, la Meteorologia, la Comuni20 Il Corriere dell’Aviatore N. 1-2/2015
cazione puntando all’eccellenza, ove per eccellenza si intende una profonda attitudine mentale in cui l’applicazione e lo studio assicurano un efficace processo delle idee”.
Il Capo di SMA ha altresì sottolineato come l’Aeronautica Militare abbia sviluppato e mantenuto una elevata capacità nel trattamento del bio-contenimento, con medici
e paramedici altamente addestrati, equipaggi pronti al
trasporto e mezzi tecnologicamente all’avanguardia per il
trattamento nelle aree di crisi, tanto che tale capacità è
oggetto di studio ed esempio per numerose forze straniere. Il Generale Preziosa ha infine sottolineato che per superare ogni momento difficile è indispensabile l’aggregazione di tutto il personale in azzurro concentrandosi sulla
competenza, la passione e l’etica. “È necessario sostenere
il proprio impegno con professionalità, sacrificio e con
un attento lavoro di squadra, ponendo la verità al centro
di ogni interesse per arricchire il presente e per affrontare
con successo le sfide che riserva il futuro”.
Il Corso Normale ha l’obiettivo di fornire ai Capitani frequentatori le conoscenze e le capacità necessarie ad assolvere i ruoli che possono essere loro assegnati nei diversi contesti di impiego, nazionali ed esteri, con riferimento principale al Servizio di Stato Maggiore, alla Dottrina ed all’Impiego delle Forze, alla Logistica ed alle Tecniche di Gestione e
Manageriali. Il percorso degli studi si conclude con il conseguimento di un Master Universitario di 2° livello in “Leadership ed Analisi Strategica” coordinato dall’Università degli Studi di Firenze – Dipartimento di Scienze Politiche.
ISMA - Capitano Andrea Lanzilli
Il Capo delle Forze Armate del Qatar
in visita al CSV
Martedì 18 novembre, il Capo delle Forze Armate del Qatar, Staff Major General Ghanim Bin Shaheen Al-Ghanim,
nell’ambito dello scambio di visite istituzionali fra il Capo
di SMD ed il Capo di SM delle Forze Armate del Qatar,
ha effettuato, unitamente ad una propria delegazione, visita al Centro Sperimentale di Volo di Pratica di Mare.
La delegazione qatarina è giunta in aeroporto accompagnata dal Generale di Divisione EI Maurizio Fioravanti,
Escort Officer dello Stato Maggiore della Difesa.
Il programma degli incontri, dopo il benvenuto del Generale di Divisione Aerea Fabio Molteni, Comandante del
CSV, è proseguito con un briefing sulle attività del CSV e
la visita presso la linea volo del Reparto Sperimentale Volo, dove il Generale Ghanim Bin Shaheen Al-Ghanim ha
mostrato notevole interesse per gli assetti presenti.
Al termine della visita la delegazione si è dichiarata molto
soddisfatta ed il Capo Delegazione si è congratulato con
V
Notizie al Volo ...nel tempo recente
il Comandante del Centro per la professionalità con cui
vengono svolte le molteplici attività svolte dal CSV nei
diversi settori di interesse aeronautico.
Il CSV rappresenta l’unico Ente di consulenza dell’Amministrazione della Difesa per le prove in volo dei velivoli
e dei sistemi d’arma, l’analisi e la valutazione chimico-fisica dei materiali strutturali e di consumo, l’addestramento aerofisiologico e la sperimentazione nel settore della
medicina aeronautica e spaziale, la gestione del software
operativo e la verifica operativa dei sistemi d’arma.
Il possesso della certificazione ISO 9001.2008, in 5 settori di accreditamento, fanno del CSV Ente di eccellenza
della F.A., in linea con la Politica della Qualità dettata dal
Comandante.
Incontro al Pentagono
tra l’AM e l’USAF
Giovedì 13 e venerdì 14 novembre si sono tenuti, presso
il Pentagono a Washington (USA), gli Operator Engagement Talks (OET) tra l’Aeronautica Militare e l’United
States Air Force (USAF). Gli OET rappresentano un momento in cui gli Stati Maggiori delle due forze aeree si
confrontano sui principali temi che qualificano la cooperazione in atto.
La delegazione italiana è stata guidata dal Capo del
3° Reparto ‘Pianificazione dello Strumento Aerospaziale’
dello Stato Maggiore dell’Aeronautica (SMA), Generale
di Brigata Aerea Gianni Candotti. Elevata è l’importanza
attribuita dalla Forza Armata agli OET e più in generale
alla cooperazione con l’USAF, che rappresenta la forza aerea di riferimento per l’area euro-atlantica.
L’USAF ha partecipato ai lavori con una numerosa e
qualificata delegazione guidata dal Major General John
T. Winters, Mobilitation Assistant to the Deputy Chief
of Staff for Operations, Plans and Requirements, HQ
USAF, Washington D.C. La delegazione USAF ha offerto una panoramica globale su vari settori di interesse
e sottolineato con forza, in diversi ambiti ed a vari livelli, l’assoluto apprezzamento per lo sforzo compiuto dall’Aeronautica Militare nei diversi teatri operativi. L’USAF ha affermato la necessità di una cooperazione internazionale rafforzata tra i due Paesi, alla luce del complesso scenario geopolitico di riferimento che vede numerose minacce alla sicurezza e “strategic tensions” in
svariati settori geografici.
Gli incontri hanno consentito inoltre di analizzare lo stato di alcuni programmi di comune interesse, facendo
emergere la volontà di entrambe le Parti di intensificare
le forme di cooperazione già esistenti e di crearne ulteriori per ottenere, in prospettiva, nuove efficaci sinergie. In
particolare, tra i risultati conseguiti, spicca la convergente
volontà di condividere esperienze a livello aeronautico sul
programma Joint Strike Fighter e nel settore RPAS (Remotely Piloted Aircrafts).
Da evidenziare, infine, le promettenti prospettive identificate nel settore spaziale, dove si ritiene perseguibile una
collaborazione nel settore SST (Space Surveillance and
Tracking), capacità di lancio di micro e nano satelliti, volo sub-orbitale e sperimentazione su materiali ipersonici.
In tale contesto è stato ricordato come l’A.M. sia stata da
sempre all’avanguardia nel settore dello studio e dell’esplorazione spaziale, sin dai tempi del progetto S. Marco
varato nel 1964.
Il progetto S. Marco era un programma di collaborazione bilaterale che vide già impegnati Italia e Stati Uniti nella ricerca scientifica e nella sperimentazione nello spazio.
I colloqui hanno in definitiva consentito di sottolineare
ancora una volta l’importanza che riveste la cooperazione
tra le due aeronautiche che, anche per i programmi comuni in corso, potranno in futuro contribuire in modo
significativo allo sviluppo dell’Air Power ed alla promozione dello Space environment a favore di una rinnovata
stabilità per la Comunità Internazionale.
SMA – 3° Reparto - Capitano Diego Bolchini
Il Corriere dell’Aviatore N. 1-2/2015 21
V
Notizie al Volo ...nel tempo recente
Delegazione A.M.
nei Paesi Baltici
la cooperazione in atto con
i tre Paesi ed hanno permesso di chiarire i lineamenti tecnici essenziali del
prossimo rischieramento
italiano nei Baltici per l’Air
Policing. Inoltre, i colloqui,
svoltisi in un clima di particolare cordialità, si sono
inseriti coerentemente nelle
attività c.d. di “confidence
building”, ritenute importanti per facilitare la cooperazione aeronautica e favorire l’inserimento del contingente italiano.
Da martedì 28 a giovedì 30
ottobre una delegazione dell’Aeronautica Militare, guidata dal Capo del 3° Reparto
dello Stato Maggiore, Generale di Brigata Aerea Gianni Candotti, ha partecipato
ad una fitta agenda di incontri con autorità diplomatiche
e militari nelle Repubbliche
Baltiche in vista ed in preparazione delle attività di Air Policing (operazioni di
difesa dello spazio aereo nazionale), cui
l’A.M. prenderà parte nell’area nei primi mesi del 2015.
In particolare è da sottolineare lo sforzo che l’Aeronautica italiana sta compiendo per assistere l’Aeronautica lituana nel suo
processo di crescita e di familiarità con compiti e
procedure NATO. Infatti,
La delegazione italiana, composta tra
gli altri dal Colonnello Marco Bertoli,
prossimo Capo rischieramento del
contingente dell’Aeronautica che nei
Baltici garantirà la missione di Sorveglianza e Difesa aerea, è stata ricevuta
dall’Ambasciatore d’Italia in Lituania,
S.E. Stefano Taliani De Marchio e
dall’Ambasciatore d’Italia in Lettonia,
S.E. Giovanni Polizzi, presso le rispettive residenze. Inoltre, presso l’aeroporto militare di Amari in Estonia, la
delegazione dell’Aeronautica ha potuto incontrare l’Ambasciatore d’Italia
in Estonia, S.E. Marco Clemente.
Con i tre Alti rappresentanti nazionali sono stati approfonditi i termini
e l’importanza dell’impegno del Paese a supporto del sistema di difesa
della NATO. L’Aeronautica, storicamente impegnata nella difesa aerea
della Slovenia e dell’Albania, ha svolto nel 2013 il servizio di sorveglianza
dello Spazio Aereo anche a favore
dell’Islanda e si appresta ora a svolgere la stessa attività per i Paesi
Baltici con velivoli Eurofighter F-2000,
che saranno rischierati in Lituania.
Appositi incontri si sono avuti anche
con il Comandante della Forza Aerea
Lituana, Col. Navickas e il Comandante
22 Il Corriere dell’Aviatore N. 1-2/2015
della Forza Aerea Lettone, Col. Mezors,
nonché con il Comandante della Base
Aerea di Amari in Estonia, T.Col. Sirk.
Gli incontri in parola hanno permesso di fare un punto di situazione circa
durante appositi
“Staff Talks”, sono
stati affrontati i temi dell’addestramento che l’Aeronautica italiana
svolge a favore di
piloti lituani su
piattaforma C-27J,
dei corsi nel settore della Difesa Aerea per controllori lituani, di supporto alle capacità operative e di una
potenziale cooperazione anche per
gli Aeroplani a Pilotaggio Remoto.
SMA. 3° Rep: Ten. Col. Roberto Impegno
CENTRO STUDI
IL DIFFICILE EQUILIBRIO MILITARE TRA LE SUPERPOTENZE
NELL’ERA NUCLEARE E SPAZIALE
di Antonio Pelliccia
Nel febbraio 1945 i tre capi di stato americano, inglese e
sovietico si riunirono a Yalta per definire l’organizzazione
del mondo nel periodo post-bellico. In quella riunione
Stalin tracciò i nuovi confini tra la Polonia e la Germania
e stabilì la zona d’influenza sovietica dal Baltico ai Balcani. Berlino fu divisa in quattro zone di occupazione: americana, inglese, francese e sovietica e la Germania divisa in
due: Repubblica Federale di Germania con capitale Bonn
e Repubblica Democratica Tedesca con capitale Berlino
Est. Il 5 marzo 1946, durante la visita negli Stati Uniti, il
primo ministro inglese Winston Churchill, in un discorso
a Fulton, dichiarò che una “cortina di ferro” era scesa sui
paesi dell’Europa Orientale occupati dalle truppe sovietiche. Iniziò così la contrapposizione politica, ideologica e
militare, definita “guerra fredda”, tra Stati Uniti e Unione
Sovietica, i due Stati che maggiormente avevano contribuito alla vittoria contro la Germania. La prima capitalista e democratica, la seconda comunista e dittatoriale.
Il 17 marzo 1948 fu costituita l’Alleanza Atlantica tra Stati
Uniti, Gran Bretagna, Francia, Belgio, Olanda e Lussemburgo
per prevenire il bellicismo tedesco e il 4 aprile 1949 l’Organizzazione del Trattato del Nord Atlantico (NATO) come sostegno
politico-diplomatico di base per
la costituzione del sistema difensivo occidentale. Questo perché
il potenziamento dell’apparato
militare e dell’industria bellica sovietica e dei Paesi del Patto di
Varsavia (sarà costituito a maggio
del 1955 in contrapposizione alla
NATO) aveva assunto caratteri
preoccupanti. Il possesso dell’armamento nucleare da parte degli
Stati Uniti costituì un elemento
rassicurante per gli alleati europei
perché una eventuale aggressione
sovietica avrebbe provocato l’immediata reazione atomica americana: la cosiddetta strategia della
risposta massiccia.
Il monopolio dell’armamento atomico aveva dato nuove e
più valide argomentazioni agli scrittori per riaffermare la validità della dottrina del generale Gìulio Douhet per cui la politica americana decise di fare affidamento soltanto sul potere
aereo per contenere l’offensiva politica sovietica. In risposta ai
nuovi apologisti douhettiani il generale Maxwell Taylori Un-
certain Trumpet , Harper, 1959 criticò aspramente la nuova
politica perché essa consentiva soltanto due alternative: la
guerra nucleare generale o il compromesso e la ritirata e non
era valida per le guerre limitate nello spazio e nel tempo. La
perdita del monopolio atomico, 1949, l’inferiorità quantitativa e qualitativa dell’armamento missilistico, la superiorità sovietica nel campo dell’armamento convenzionale imponevano, secondo Taylor, una dottrina capace di impedire sia una
guerra nucleare generale, sia una guerra limitata. Tale dottrina doveva essere la strategia della risposta flessibile.
Dopo aver fatto riferimento al rapporto sui bombardamenti aerei sulla Germania nella seconda guerra mondiale
per invalidare la dottrina Douhet, Taylor scrisse che si era
formata negli Stati Uniti la convinzione che la bomba atomica avesse messo nelle mani dell’USAF una nuova arma
assoluta che avrebbe consentito agli Stati Uniti di imporre
al mondo una specie di “Pax Americana”. Di conseguenza
la forza armata dell’aria continuò a guadagnare importanza, prestigio e trattamento di favore nelle assegnazioni di
bilancio. Diventato capo di stato maggiore dell’Esercito
Taylor preparò un “programma
militare nazionale” nel quale propose in modo organico e dettagliato la sua strategia della risposta flessibile. La proposta fu bocciata dal Comitato dei Capi di
Stato Maggiore e dal Segretario
di Stato per La Difesa Wilson il
quale disse: Maximize air power
and minimize the foot soldier.
Le idee del generale Taylor uscirono dall’ambiente militare, divennero di dominio pubblico e
provocarono una serie di articoli
a firma dei maggiori analisti
americani a favore della sua strategia. Dopo l’elezione del Presidente Kennedy, Taylor fu richiamato in servizio e nominato
Presidente del Comitato dei Capi di Stato Maggiore per attuare
i princìpi della sua strategia.
Che consisteva, nell’ipotesi di un attacco sovietico condotto con armi convenzionali, nel rispondere con le stesse armi. Ciò avrebbe assicurato una pausa politica prima
di passare a quella successiva delle armi atomiche tattiche, nella speranza di non dover passare alla fase ultima,
all’impiego dei missili intercontinentali nucleari (ICBM).
Il Corriere dell’Aviatore N. 1-2/2015 23
CENTRO STUDI
Gli alleati europei furono sorpresi e preoccupati dalla nuova
strategia americana principalmente perché temettero che gli
Stati Uniti rinunciassero a garantirli con il loro potere nucleare. Per calmare la loro inquietudine il governo americano propose di associarli alla costituzione di una forza nucleare distinta da quella americana in funzione dissuasiva
antisovietica, la cosiddetta “Forza Multilaterale”, ma la
proposta non fu accettata. Il I marzo 1954 gli Stati Uniti
effettuarono la seconda e più potente esplosione della bomba termonucleare (H) sperimentata due anni prima. Il lancio dello “Sputnik” sovietico nell’ottobre del 1957 determinò una svolta strategica: l’Unione Sovietica possedeva un
missile intercontinentale capace di colpire gli Stati Uniti.
Per neutralizzare Il suo vantaggio il governo di Washington
impiantò basi di missili intermedi in Turchia, in Italia e in
Gran Bretagna. Con la costruzione in breve tempo di missili intercontinentali “Titan” e “Atlas” si ristabilì il meccanismo della dissuasione reciproca (MAD – Mutual Assured
Destruction). Per renderla efficace e credibile bisognava però “proteggerli” e renderli capaci di sopravvivere a una aggressione nucleare e di infliggere all’aggressore una punizione catastrofica. Le prime armi costruite a questo scopo furono il missile “Polaris” in dotazione ai sottomarini a propulsione atomica e il missile intercontinentale “Minuteman” nei siti sotterranei nella prateria americana raggiungibili soltanto in elicottero. In breve tempo anche i sovietici
armarono i sottomarini con missili capaci di garantire il secondo colpo. Nel 1970 divennero operativi i MIRV (Multiple Indipendently-Targetable Reentry Vehicle) con tre testate nucleari con raggio d’azione di tredicimila chilometri e
il “Poseidon” con dieci testate sui sottomarini.
Due anni dopo (1972) i due governi, americano e sovietico, firmarono a Mosca il negoziato SALT (Strategic Arms
Limitation Talks) nel quale fu sancita la rinuncia ai grandi
sistemi antimissilistici in base al principio che l’equilibrio
dovesse reggersi sulle armi offensive e sulla loro capacità di
rappresaglia. Con l’annesso codice di comportamento al
quale le due superpotenze dovevano attenersi nelle crisi
mondiali. Fu il trionfo, si disse, della distensione tra di loro. Nel 1979 fu concordato il SALT 2 che sanciva il raggiunto equilibrio e la fine della corsa agli armamenti sempre più potenti e micidiali, ma il Congresso americano
non lo ratificò perché nel frattempo i sovietici avevano invaso l’Afganistan. Inoltre avevano istallato negli Urali missili SS.20 a testata multipla con una gittata di cinquemila
chilometri capace di colpire qualsiasi obiettivo dell’Europa
Occidentale. Il governo americano corse ai ripari istallando in Europa il missile Pershing 2 e il Cruise nonostante
le polemiche, le discussioni e i tentativi sovietici tendenti
a dividere gli alleati dagli Stati Uniti. Il 23 marzo 1983 il
Presidente Ronald Reagan, in un suo messaggio, disse:
“Faccio appello alla comunità scientifica del nostro paese, a
quelli che ci diedero le armi nucleari, affinché adesso dedi24 Il Corriere dell’Aviatore N. 1-2/2015
chino i loro grandi talenti al servizio dell’umanità e della pace mondiale, dandoci gli strumenti per rendere queste armi
impotenti e superate…so che è un compito tecnicamente formidabile, che può non essere assolto prima della fine di questo secolo. Eppure, le attuali tecnologie hanno raggiunto un
tale livello di sofisticazione, che è ragionevole per noi cominciare questo sforzo”. Nella conclusione affermò:”Non cerchiamo la superiorità né vantaggi politici. Il nostro scopo,
che tutti gli uomini condividono, è di cercare le strade per ridurre i pericoli di una guerra nucleare”.
Dopo il discorso di Reagan furono istituiti due gruppi di
lavoro: “Future Strategic Strategy Study Team” e il Defensive Technology Study Team”. Dieci mesi dopo fu ufficialmente varata la Strategic Defense Initiative (SDI). Negli Stati Uniti vi fu molto scetticismo sulla fattibilità e sull’efficacia del progetto; vi fu principalmente avversione al concetto di difendersi collocando armi nucleari nello spazio. Non
solo per il fatto in sé ma anche perché lo scoppio in quota
di quelle armi avrebbe provocato un “fall-out” di plutonio
sulle regioni sottostanti. Si era convinti inoltre che il sistema di difesa spaziale avrebbe provocato una nuova corsa
agli armamenti e il rischio di una guerra nucleare.
A quasi tutte le argomentazioni contrarie all’SDI rispose l’al-
Il Reparto Sperimentale Volo del CSV verso l’aerospazio
lora direttore del programma, il generale James Abrahamsonche abilmente dissipò le preoccupazioni di carattere politico e
finanziarie esistenti in seno al Congresso e tra gli alleati europei. Precisò che si trattava di ricerca scientifica e che il sistema
avrebbe protetto anche gli alleati. Aggiunse, infine, che sarebbero stati perseguiti sia gli obiettivi di ammodernamento delle forze dissuasive e sia quelli del raggiungimento di accordi
equi e verificabili con i sovietici per la riduzione degli armamenti. Per quanto riguardava i dubbi sulla fattibilità tecnica
del progetto, il generale fece riferimento ai lavori della commissione Fletcher-Thayer che aveva ritenuto fattibili le tecnologie necessarie per approntare una difesa strategica.
Per fugare ogni dubbio in proposito elencò i progressi fatti
in materia di SDI relativamente ai quattro livelli difensivi.
CENTRO STUDI
Per ognuno il sistema avrebbe svolto con efficacia le classiche cinque missioni: sorveglianza nello spazio, avvistamento del bersaglio, discriminazione, inseguimento, distruzione e controllo. Abrahamson sostenne che per la fine del secolo sarebbero stati disponibili i mezzi per rilevare i missili in fase di lancio, per discriminare oggetti volanti nello spazio durante la loro traettoria balistica e sarebbero stati, inoltre, sperimentati sensori all’infrarosso in
orbita nello spazio per individuare e inseguire oggetti in
fase di rientro nell’atmosfera. Tutte cose che sono state
puntualmente realizzate. Accennò pure all’esperimento
per verificare il potenziale di un raggio laser lanciato da
terra riflesso da uno specchio nello spazio (esperimento
Discovery), alle ricerche sul laser a fasci di elettroni liberi e
su quelli chimici a onde corte.
Ai progressi fatti nella produzione di energia cinetica e agli
esperimenti in atto per dimostrare la possibilità di intercettare i missili in tutte e quattro le fasi di volo. Da allora, soprattutto a causa della disgregazione dell’impero sovietico,
non si è più parlato di SDI ma di GPALS (Protezione Globale Contro Attacchi Limitati), continuando le ricerche in
tutta segretezza. Il ruolo della tecnologia è stato esaltato al
punto da richiedere la definizione di una vera e propria
È da notare che a livello internazionale si è creata un’atmosfera di cooperazione tra le grandi potenze che induce a ben sperare nel successo degli sforzi dell’ONU per
creare le basi giuridiche di uno stato di fatto nel quale
sia possibile impedire o limitare al massimo lo sfruttamento dello spazio per scopi militari.
A proposito delle attività aerospaziali si deve rilevare anche l’impegno dell’India nello specifico settore.
strategia tecnologica. In questo processo evolutivo i fattori
nuovi che sono intervenuti. e sui quali bisognerà impostare
lo studio del carattere e della forma della futura guerra, sono la conquista dello spazio. le nuove fonti di energia e
l’automazione. Una cosa è certa, nel futuro la guerra nello
spazio offrirà possibilità operative non ancora completamente esplorate e di un valore tale da decidere in pochi
minuti le sorti di una nazione. Consapevole di ciò, nel
1995, il ministero della Difesa degli Stati Uniti nominò un
Architetto dello Spazio avente alle dipendenze un Architetto
delle Missioni Spaziali e un Architetto del Sistema Spaziale.
Inoltre creò il Joint Space and Missile Defense Warfare Center sulla base di Falcon (Colorado) integrato da uno Space
Technology Development Center.
Alle 7:41 a.m. ora Indiana Media del 24 settembre 2014 (le
4:11 ora italiana) la Mars Orbiter Mission (MOM), conosciuta anche come Mangalyaans (‘Veicolo per Marte, in sanscrito),
è entrata in orbita attorno a Marte e la tensione del centro di
controllo indiano di Bangalore è stata spezzata dagli applausi
soltanto 18 minuti più tardi quando la telemetria della sonda
ha raggiunto la Terra, confermando il successo della manovra.
“L’India ha raggiunto Marte con successo!” ha dichiarato il Primo Ministro Narendra Modi, che osservava l’evento dalla galleria di osservazione del centro controllo di Bangalore.
La missione marziana rende l’India la quarta entità a
mettere con successo un veicolo spaziale in orbita attorno
a Marte dopo gli Stati Uniti, l’Unione Sovietica e l’Agenzia Spaziale Europea.
“Siamo andati oltre i confini dell’immaginazione e delle
imprese umane,” ha detto Modi.
“Abbiamo portato con precisione il nostro veicolo spaziale a navigare su una rotta conosciuta da pochi e lo abbiamo fatto da una distanza così grande che i segnali di comando che inviamo impiegano più tempo di quanto ci
mettano i raggi del Sole a raggiungerci.”
Il Corriere dell’Aviatore N. 1-2/2015 25
CENTRO STUDI
INTERVISTA DI ANGELO PAGLIUCA
AL BRIG. GEN. GARN GIORGIO SECHI
La legge 490/97, nel fissare la nuova disciplina in materia di avanzamento degli Ufficiali dell’A.M., ha
stabilito, tra l’altro, la riunificazione degli ex ruoli GAri, GArc e
GArf (Ufficiali ingegneri, chimici e
fisici) in un unico Ruolo Normale,
tracciando comuni profili di sviluppo di carriera. Tuttavia, le differenti
procedure di arruolamento (Accademia per gli ingegneri, nomina diretta per i chimici e i fisici), la diversità di età di ingresso nella FA e
la non uniformità di preparazione
militare/professionale, crearono già
all’epoca dubbi sulla reale parità tra
le tre categorie confluite nel Ruolo Normale, tanto che fu
necessario prevedere un lungo periodo transitorio prima
dell’applicazione della legge succitata.
Per conoscere quale è la situazione attuale, sono state
rivolte alcune domande al Brig. Gen. Giorgio Sechi che è
attualmente l’Ufficiale in servizio più elevato in grado
della “Categoria Chimica”.
1) Quale è stata storicamente la funzione degli Ufficiali
Chimici dell’A.M.
I “Chimici” in Aeronautica nascono solo pochi mesi dopo
la Fondazione della Forza Armata: col Decreto Commissariale del 2 giugno 1924, che prevede la costituzione di una
Sezione Chimica nella Direzione Superiore del Genio, ne
vengono anche indicate le funzioni: “Lo Studio, Analisi e
Collaudo dei materiali usati in Aeronautica”. Funzioni rimaste sostanzialmente costanti fino ai giorni nostri.
Lo Studio, cioè l’ individuare i materiali più idonei per le
specifiche applicazioni, definirne le caratteristiche tecniche con la stesura di specifiche e norme di impiego, il seguire i materiali durante l’impiego per prevenire malfunzionamenti, e nel caso individuarne le cause e proporre i
rimedi adeguati.
Il Collaudo, per verificare che i sistemi e i materiali acquisiti rispondano alle specifiche tecniche; ciò per garantire da una parte la Sicurezza del Volo e dall’altra per tutelare il corretto impiego dei soldi pubblici.
E l’ Analisi, ovvero la misura delle caratteristiche chimiche
e fisiche di un materiale, che è, per eccellenza, lo strumento operativo con cui il Chimico studia e valuta i materiali.
26 Il Corriere dell’Aviatore N. 1-2/2015
2) Come si sono evoluti i compiti
e l’organizzazione dei Laboratori?
Come accennato la prima “Sezione
Chimica”nasce nell’ambito della Direzione Superiore del Genio e Costruzioni Aeronautiche, diventando
poi la “Divisione Chimico-Tecnologica” della Direzione Superiore Studi ed Esperienze, che opererà a Guidonia fino a tutto la durata della seconda Guerra mondiale. Nel 1938
vennero invece costituiti i Laboratori Chimici Carburanti e Lubrificanti
di Zona Aerea Territoriale.
Nel dopoguerra tutte questi assetti chimici confluirono
nella Direzione Laboratori A.M. che operava nella 3 sedi
di via Tuscolana, Forte Appia e Fiumicino e con le sezioni staccate di Padova, Parma, Bari Mungivacca, CagliariDecimomannu e Trapani.
L’ultima trasformazione, nel 1984, porta alle articolazioni
attuali: I Reparti (Chimico ed Armamento) del Centro
Sperimentale Volo di Pratica di Mare ed i sei Laboratori
Tecnici di Controllo di (Padova, Fiumicino, Mungivacca,
Parma, Decimomannu e Trapani) dipendenti dal Servizio dei Supporti del Comando Logistico.
I compiti, come accennato, sono rimasti aderenti a quelli
originari; sicuramente tecniche, strumenti impiegati e
procedure sono aggiornate alle esigenze attuali del mezzo
aereo e rappresentano, in tanti settori specializzati, un
“unicum” del panorama tecnologico nazionale.
Inoltre recentemente, nel corso degli ultimi due decenni,
sono poi stati sviluppati altri due campi di azione:
• a misura degli agenti nocivi per la Salute e la Sicurezza sul
Lavoro: sostanze nocive aerodisperse, rumore, vibrazioni,
rischi di esplosioni ecc. Tutte misure che la legge impone
ai Datori di Lavoro, cioè ai Comandanti degli enti, e che i
Laboratori Chimici eseguono con professionalità, puntualità e, perché no, notevoli risparmi per l’ Amministrazione rispetto al ricorso a professionisti esterni.
• a misura dell’inquinamento ambientale, sistematico o
occasionale, prodotto dalle attività della Forza Armata:
infatti soltanto con la misura e la conoscenza è possibile prevenire, mitigare e porre rimedio all’impatto che
le attività militari hanno sull’ambiente circostante.
CENTRO STUDI
3) Dopo la legge 490/97 che ha riunificato i tre ruoli
preesistenti del Genio Aeronautico (Ingegneri, Chimici,
Fisici), quale è la situazione attuale della Categoria Chimica del Ruolo Normale, quali sono le problematiche e
quali sono le prospettive d’impiego per il futuro?
Il primo effetto della legge 490/97 è stata una contrazione
degli organici, fenomeno tuttavia necessario e comune a
tutti i ruoli, data la riduzione complessiva del personale
delle Forze Armate: precedentemente erano previsti 60
Ufficiali del GArc mentre, al momento, sono in servizio
41 ufficiali della categoria Chimica. Per quanto riguarda
progressioni e sviluppi delle carriere non sono stati ancora
riscontrati i temuti svantaggi nei confronti delle categorie
degli ingegneri, che provengono dai corsi normali dell’
Accademia e seguono profili di impiego più articolati e
forse di maggior “prestigio” Aeronautico. In realtà questo
timore è stata invece la spinta per diversificare l’impiego
di giovani ufficiali, che hanno portato in organizzazioni,
prima “precluse” per un chimico, un contributo prezioso e
originale derivante anche dalla esperienza nei laboratori.
E per il futuro credo che dovremo continuare in questa
direzione, evitando di chiuderci nei nostri laboratori, ma
diventando una risorsa “eclettica” per la Forza Armata.
L’Europa
ha compiuto
progressi nella
scienza dei
materiali e ha
differenziato
le proprie capacità
di ricerca e
l’industria in
questo campo.
Si deve ora
garantire che gli
studenti imparino
su questo nuovo
campo in maniera
coinvolgente al
fine di sostenerne
lo slancio.
Per una riflessione
sull’attualità
di certe vicende
nazionali
CURRICULUM VITAE
Brig.Gen. G.A.r.n. Chim. SECHI Giorgio
Laureato in Chimica Industriale presso l’Università degli Studi di Cagliari si è arruolato in Aeronautica nel
1983 frequentando il 32° corso Ten. in S.P.E. presso la
Scuola di Applicazione A.M. .
Ha operato fino al 1997 nel settore Carburanti e Lubrificati del Reparto Chimico di Pratica di Mare svolgendo gli incarichi di Capo Laboratorio e Capo Sezione.
Nel 1997 è trasferito al Servizio dei Supporti del Comando Logistico dove svolge gli incarichi di Capo Sezione e Capo Ufficio.
Promosso Colonnello nel 2005, nel 2007 ritorna al Centro Sperimentale Volo di Pratica di Mare prima come Capo del Reparto Armamento e poi del Reparto Chimico.
Attualmente, con il grado di Brigadier Generale, è a Capo
del 2° Reparto del Servizio dei Supporti del Comando Logistico.
Ha svolto incarichi di insegnamento presso la Scuola di
Applicazione A.M. per le materie “Chimica applicata” e
“Materiali di consumo avio”, presso l’Istituto Superiore
Sicurezza Volo” per la materia “ Indagini chimiche “,
presso l’Università degli Studi di Roma “La Sapienza”
per la materia “Chimica e Biochimica”.
Il Corriere dell’Aviatore N. 1-2/2015 27
Riflessioni senili
Sono nato nel 1921 a
Santa Maria Capua
Vetere (Ce).
Generale di squadra
aerea in congedo, ho
prestato servizio in
due Stormi da Caccia
e negli stati maggiori
dell’Aeronautica, della Difesa e della Nato. Ho pubblicato libri di storia militare,
di dottrina di guerra
aerea e biografie.
Antonio Pelliccia
C
laudio Costa è un documentarista che sta raccogliendo le testimonianze di reduci della seconda
guerra mondiale delle tre forze armate. Finora ha intervistato, dell’Aeronautica Militare, i generali Genta, Bernardini e me. Sono autobiografie (visionabili presso
l’Ufficio Storico dell’Aeronautica Militare) in cui gli autori narrano episodi della loro vita aeronautica, qualcuno come me ricorda anche l’origine della passione per
il volo e della vocazione aviatoria. In un articolo che
pubblicai sul Corriere dell’Aviatore narrai la nascita, a
tre anni, dell’una e dell’altra osservando le affascinanti
evoluzioni delle rondini. e descrissi le complicate vicende legate alla realizzazione della mia vocazione. James
Hillman (“La forza del carattere”) sostiene che alla nascita ci viene assegnato un “daimon”, un angelo custode che ci accompagna, ci protegge e ci aiuta a realizzare la nostra vocazione. È vero e lo prova la mia biografia e anche la mia seconda vocazione di scrittore (ho
pubblicato undici libri e svolgo un’intensa attività pubblicistica) nata da un libro di filosofia che mi capitò tra
le mani nell’adolescenza (nonostante mio padre mi
avesse fatto seguire gli studi tecnici mentre io ero portato per quelli umanistici). Hillman invece lo prova citando molti casi di personalità che hanno realizzato la propria vocazione nonostante vari ostacoli e le difficoltà
psicofisiologiche, ambientali e sociali: dalla cantante Ella Fitgerald, al torero Manolete, al violinista Menuhin,
al caudillo Franco, al Maresciallo Rommel. Le hanno
realizzate grazie all’intervento del “daimon”. Questo
“spirito immaginale che per la psicologia greca era anche il
destino personale di ciascuno”. (Hillman, op. cit. pag.
318)
In merito alle biografie Hillman sostiene che gli scrittori in particolare sembrano refrattari ad esse perché ritengono che siano un’attività spionistica, voyeristica e addirittura predatoria. I biografi di professione sarebbero
paragonabili alle iene. Gli esempi citati da Hillman sono casi particolari e i loro pareri esagerazioni che non
28 Il Corriere dell’Aviatore N. 1-2/2015
di Antonio Pelliccia
trovano riscontro nella storia e nella letteratura. Hillman, inoltre, ritiene che questi comportamenti anomali
siano dovuti a qualcosa in noi che non vuole che i biografi spiino troppo da vicino. Personalmente, come
scrittore, non sono refrattario alle biografie. Ne ho pubblicato tre: del generale Giulio Douhet, teorico della
guerra aerea e autore del “Dominio dell’Aria”, del Maresciallo dell’Aria Italo Balbo, creatore della moderna
aviazione militare italiana e del suo successore generale
d’armata aerea Giuseppe Valle. Le ho scritte basandomi
sulla vasta documentazione esistente negli archivi, sui
loro libri, sulle loro imprese aviatorie, su testimonianze
attendibili. La mia intervista è stata un’altra rivisitazione della mia vita aeronautica descritta nei miei libri e
nei miei articoli, una riconciliazione con i fantasmi del
passato, un compendio in immagini della mia vita, un
motivo di meditazione sulla vecchiaia e sulla solitudine.
Secondo Hillman per spiegare la vecchiaia ci rivolgiamo
di solito alla biologia, alla genetica e alla fisiologia geriatrica, ma per comprendere la vecchiaia abbiamo bisogno di qualcosa di più: dell’idea di carattere “di quella
specifica configurazione di tratti, manie, predilezioni e
adesioni ideali, di quella riconoscibile figura che porta il
nostro nome, la nostra storia e una faccia che rispecchia un
“me””. (Hillman, op. cit. pag.15 e 27)
Bisogna inoltre considerare “ gli anni della vecchiaia alla
stregua di uno stato dell’esistenza e il fenomeno vecchiaia
come un fenomeno archetipico con i suoi miti e i suoi significati”. In genere invece di pensarlo come un simbolo
della durata, della ricchezza di vita accumulata noi interpretiamo il termine vecchio come il risultato dell’opera
distruttrice del tempo, come una fase della vita connessa
alla morte. Secondo Hillman i vecchi sono come immagini in bella mostra che traspongono la vita biologica
nell’immaginazione, nell’arte. E si chiede: “Invecchiare:
una forma d’ arte?”
Giorgione, Le tre età dell’uomo.
Riflessioni senili
Invecchiare non è un mero processo fisiologico:
è una rara forma d’arte, e solo coltivandola
potremo fare della nostra vecchiaia
una “struttura estetica” possente e memorabile,
e incarnare il ruolo archetipo dell’avo,
custode della memoria e tramite
della forza del passato.
Le ricerche scientifiche hanno accertato che dopo i cinquant’anni in ogni decennio il cervello perde il due percento del suo peso, la regione frontale della corteccia, sede della capacità motoria, perde dal venti al cinquanta
percento dei suoi neuroni, la zona preposta alla visione
ne perde circa il cinquanta percento come quella che è sede della sensibilità. La scienza medica sta provando ad arrestare o a rallentare questo deperimento organico con il
risultato di aumentare l’età media. La longevità, condizione umana naturale, è incrementata dal progresso
scientifico, sociale, ambientale e soprattutto dalla nanotecnologia. Vecchiaia e longevità comportano la solitudine. Col passare degli anni si perdono persone care, parenti, amici e conoscenti, si resta soli con se stessi, soli con i
problemi di salute, con i ricordi belli e brutti, con le inevitabili contrizioni, con la malinconia indotta da un oggetto, da una foto, da un profumo, da una canzone, da
un motivo che risuona all’improvviso nelle orecchie.
di Antonio Pelliccia
James Hillman
(Atlantic City,12 aprile 1926 – Thompson,
27 ottobre 2011) è
stato uno psicoanalista, saggista e filosofo
statunitense. Psicologo
analista junghiano,
americano di nascita
ma europeo di cultura,
ha partecipato alla seconda guerra mondiale nella
sanità militare della US Navy (1944-46) e come
cronista della radio militare (US Forces Network)
in Germania. È stato autore di numerose opere e
saggi in materia.
Copertine di alcuni libri
scritti dal Gen.S.A. Antonio Pelliccia
Minerva, dett. del Trionfo della Virtù di Andrea Mategna (1449-1502)
Il Corriere dell’Aviatore N. 1-2/2015 29
In questi mesi ricordiamo...
a cura di Guido Bergomi
Nel mese di gennaio
Il B.E. 2c
È nel gennaio del 1914 che fa la comparsa il velivolo del Royal Aircraft Factory (RAF): il B.E.
2c destinato subito dopo ad entrare in servizio
nella I^ Guerra Mondiale. È un biplano biposto
dalle linee abbastanza moderne per quei tempi e
munito inizialmente di un motore R.A.F. da 70
cavalli portati poi in seguito a 90 con qualche
raro esempio di motorizzazione da 105 o addirittura 150 cavalli. Il pilota siede posteriormente
mentre avanti vi è l’osservatore munito di una
mitragliatrice che però si rivela quasi impossibile da usare tra la strutture di ali, montanti e tiranti vari per cui in seguito verrà abolita. Nonostante le scarse qualità belliche venne costruito in numerosi esemplari
rimasti in servizio fino al 1918.
Il Sikorski XR 4
13 gennaio 1942: vola il primo elicottero utile , il Sikorski XR
4. Motorizzato con un radiale Warner R-500-3 da 165 cavalli è
un biposto leggero costruito in tubi d’acciaio saldati e ricoperto
in tela con un rotore di 11,58 metri di diametro ed un’elichetta
stabilizzatrice in coda. Modificato poi con un motore di maggior potenza ed un rotore maggiorato, fu protagonista di alcuni
particolari primati e cioè: fece il primo appontaggio su di una
nave in mare nel 1943, ebbe il battesimo di fuoco nel 1944
quando recuperò l’equipaggio di uno Stinson abbattuto nel cielo di Burma e finito in una giungla vicino ai giapponesi e fu il
primo elicottero in servizio nella Royal Air Force. Venne costruito in 131 esemplari che fecero in tempo, come già accennato, a partecipare in azione nella II^ Guerra Mondiale.
Lo Shooting Star
8 gennaio 1944: e’ la data del primo volo del caccia Lockeed P 80 Shooting Star. È il primo vero caccia a reazione di costruzione americana. Con un reattore Allis Chalmers J36 subito sostituito con un General Electric I-40 da 1.698. Kg. spinta e
poi con altri motori. Può volare ad una velocità massima di 965 Km/h. ed ha una autonomia di 1.930 Km. È armato con 6 mitragliatrici da 12,7 mm: e può portare due bombe
da 450 Kg. Viene impiegato, con scarso successo a dir la verità, nel conflitto di Corea, soprattutto nelle missioni di attacco al suolo. La
produzione totalizzò 1.714 esemplari e il suo
servizio, iniziato nel 1.945 terminò nel 1.974.
Da questo velivolo venne poi ricavata la versione biposto che ebbe un enorme successo
presso le aeronautiche di mezzo mondo utilizzato come addestratore: il T 33.
30 Il Corriere dell’Aviatore N. 1-2/2015
In questi mesi ricordiamo...
a cura di Guido Bergomi
Il primo Macchino
Il prototipo I-FABR nel brumoso gennaio nordico
19 gennaio 1947: pilotato dal collaudatore Mario Carestiato prende il volo dal campo di Venegono uno dei primi aerei
da turismo e scuola del dopoguerra: il famoso Macchi/Bazzocchi MB. 308 subito soprannominato Macchino. È un
monoplano biposto interamente in legno con l’ala alta e potenziato da un motore C.N.A.d4 da 60 cavalli con un elica
bipala a passo fisso ed il carrello triciclo fisso anteriore, vera novità per quei tempi. Dimostra subito ottime caratteristiche di volo unite ad una certa facilità di pilotaggio nonché sicurezza e privo di vizi che ne faranno un velivolo ideale soprattutto per le Scuole di Volo di primo periodo degli Aero Club oltre che per l’Aeronautica Militare che si stanno approntando per formare i nuovi piloti dopo il periodo bellico. Mantenendo invariata la struttura verrà poi nella serie potenziato con un Continental da 65 od 85 o 90 cavalli ed in alcuni casi anche con potenze superiori. Venne costruito in
182 esemplari.
Nel mese di febbraio
Arturo Ferrarin
Il 12 febbraio 1895 nasce a Thiene (Vicenza) uno dei più
famosi piloti italiani, Arturo Ferrarin che gli amici chiamavano “il moro” per la sua carnagione scura. Si è brevettato
pilota a Cameri nel 1916 e subito fa l’istruttore a Cascina
Costa, poi si arruola nelle squadriglie da caccia e durante la
guerra partecipa a molti combattimenti ed abbatte due aerei nemici, ma la sua fama venne quando riusci a compiere
assieme al motorista Capannini la grande impresa del raid
Roma-Tokio con uno SVA residuato bellico partendo il 14
febbraio 1920 da Centocelle ed arrivando a Tokio il 30
maggio. Quindi nel 1928 assieme a Carlo del Prete sullo
speciale velivolo S.64 stabilì il record mondiale di durata e
distanza in circuito chiuso con 58 ore e 43 minuti di volo e
7.666 Km. nonché, sempre nel 1920 il primato mondiale
di distanza in linea retta, sempre con l’S.64 e con del Prete
partendo da Montecelio ed arrivando a Natal, Brasile con
7.181 Km. percorsi.
Il Corriere dell’Aviatore N. 1-2/2015 31
In questi mesi ricordiamo...
a cura di Guido Bergomi
Messerschmitt M 20
26 febbraio 1928: Prende il via un aereo moderno per quei tempi, il Messerschmitt M 20.
È un monomotore per trasporto passeggeri in numero di dieci in cabina chiusa e ampiamente sfinestrata e con una cabina di pilotaggio per due piloti. Il motore è un lineare BMW Vla da 500 cavalli.
È di costruzione interamente metallica con un’ala alta priva di montanti e con carrello fisso e grandi ruote.
Il Setteduesette
9 febbraio 1963: vola il prototipo del Boeing 727, velivolo commerciale trimotore come successore del
707 ed entrato in servizio nell’anno successivo con le
maggiori aerolinee americane. Dopo un certo numero di velivoli venne in produzione la serie 200 che ottenne un notevole successo. Con tre motori turbofan,
tutti sistemati nella coda, Pratt & Whitney JT8D9A/17 poteva portare fino a 189 passeggeri alla velocità massima di 999 Km/h. con una autonomia di
4.000 Km.
Nelle 4 versioni venne costruito in un totale di 1.831
esemplari utilizzati da molte compagnie mondiali fra
cui anche l’Alitalia.
Il D.C. 9
25febbraio 1965: è la volta del Douglas
D.C.9 velivolo bimotore per rotte di
corto e medio raggio. Costruito poi in
varie versioni di cui la più nota è la 30
ed alla quale si riferiscono i dati qui riportati e cioè motori turbofan Pratt &
Whitney JT8D-15da.031 con 6.350
Kg. di spinta, velocità di crociera 917
Km/h. e autonomia 2.631 Km, da 80
fino a quasi 100 passeggeri a seconda
della sistemazione interna. Ottenne un
grandissimo successo nonostante le difficoltà economiche della Douglas che si dovette associare in un secondo tempo alla Mc Donald dando vita a delle versioni successive denominate appunto M.D. 80 (Mc Donald Douglas) e seguenti. Il D.C. 9/30 venne ordinato anche
dall’Alitalia che all’epoca, (dicembre 65), ne ordinò di colpo 28, al momento un numero maggiore di qualsiasi altra società, aggiornati poi a 30 ed in seguito ordinò anche lo M.D.80 che rimase in servizio fino a poco tempo fa.
32 Il Corriere dell’Aviatore N. 1-2/2015
Aerei importanti ma poco conosciuti...
a cura di Guido Bergomi
DORNIER DO 335 Pfeil (Freccia)
Dopo un certo numero di prove e di prototipi a cavallo degli anni 30-40, la Dornier progettò e costruì un caccia veramente inusuale e dalle caratteristiche eccezionali. Si trattava di un bimotore con due motori Daimler Benz DB 603G,
dodici cilindri a V di 1.900 cavalli ciascuno posizionati entrambi in fusoliera. Uno sul muso con elica trattiva ed uno a
metà fusoliera che tramite un lungo asse dava il moto ad un’elica propulsiva in coda.
Il prototipo volò la prima volta nell’autunno del 1943 e la produzione di serie iniziò in novembre 1944 che , fino alla
fine della guerra riuscì a produrre 90 velivoli di cui 60 volarono ed un certo numero andarono presso reparti operativi
ma senza essere impiegati.
Parecchi furono i prototipi sperimentali con varie configurazioni ed armamenti ma fondamentalmente le versioni finali
furono due: un caccia diurno monoposto ed un caccia notturno biposto con l’aggiunta di un operatore radar in un posto sopraelevato dietro a quello del pilota.
L’armamento era costituito da un cannone da 30 mm. sparante attraverso il mozzo dell’elica oppure tre, sempre da 30
mm. di cui due nelle ali più due mitragliatrici da 15 o 20 mm. e vi erano anche attacchi subalari per bombe nelle missioni di caccia bombardiere.
La velocità massima continuativa era di 665 Km/h. ma in emergenza arrivava a 765 Km/h. e l’autonomia, a seconda
delle varie versioni, spaziava da 2.050 Km. pulito, cioè col solo serbatoio in fusoliera, fino a 3.750 con serbatoi supplementari sganciabili. La quota massima era di 11.410 metri per il monoposto e 10.190 per il biposto. Come si può notare le prestazioni erano considerevoli.
La costruzione , molto robusta, prevedeva un carrello triciclo anteriore, naturalmente retrattile e una lunga pinna inferiore in coda per proteggere l’elica posteriore.
Particolare interessante era l’adozione, per la prima volta, di seggiolini eiettabili per ovvie ragioni dovute all’elica in coda.
Per la prima volta venne adottato anche il reverse per l’elica anteriore, anche questa una novità tecnica importante.
Non ci sono notizie di eventuali successi nell’impiego dei pochi esemplari che riuscirono ad essere usati prima della fine delle ostilità ma comunque rimane il fatto che di un velivolo eccezionale si trattava.
Guido Bergomi
Il Corriere dell’Aviatore N. 1-2/2015 33
Un’ora nel Cielo di Guglielmo Canham
L’
articoletto narra di
una prova velivolo di
appena 53/54 anni fa.
Spero che vada bene. Sono
stato per molti anni pilota
combact-ready, istruttore e,
comunque, operativo, ma
non mi ha mai abbandonato la componente psicologica di “turista dell’
aria”. I panorami del cielo
e dal cielo hanno sempre
parlato al mio cuore, sempre mi hanno ammaliato,
ed anche ora cerco di ricordare e di ricostruire.
Primi anni sessanta.
Ho decollato nel tardo pomeriggio per un ritardatissimo volo di prova. Corsa
sulla pista con la “ben nota
geografia aeroportuale che,
sempre più veloce, corre
all’indietro. Rotazione.
Carrello dentro. Retrazione dei flaps. Velocità in rapido aumento.
Trecento. Trecencinquanta. Trecensettantacinque nodi.
Assumo l’assetto di salita e mi concedo uno sguardo
tutt’intorno. Il sole fa capolino dietro un sipario di nubi rotte e rosseggianti E. la luce irradia la scena di colori
superbi. Cinquemila piedi. Disingaggio il lanyard del
paracadute. Salita al 97%. Il velivolo si avvicina al tappeto color del croco.
Non c’è traffico riportato nell’area ed io inizio a virare
verso Sud-Ovest per raggiungere la zona S.64,nostro
abituale luogo di lavoro. Prima dei diecimila piedi entro
nel banco disuguale di nubi rossastre che lasciano intravvedere l’azzurro del cielo alto. Sono in volo da tre
minuti circa e lontano 15 miglia da Cameri.
Ora entro ed esco dal banco di nubi che, tuttavia, verso
Sud-Ovest sono quasi del tutto dissolte e lasciano scorgere una sequenza di colline ricoperte di boschi ed incise da verdi valli. Più lontano, verso Ovest, rilievi isolati
emergono dalla linea delle colline. Mi sembra di vivere
una magica atmosfera. Ancora una volta, il meraviglioso mestiere di pilota mi concede di godere di sensazioni
visive sublimi. Tutto mi sembra immerso in un’atmosfera d’autunno, malinconica e romantica, con i suoi dolci
colori e con profumi che sanno di tarda estate. Salendo,
attraverso i quindicimila piedi con velocità scalare di
trecentodieci nodi.
Sono passati circa cinque minuti dal decollo. Se non si
34 Il Corriere dell’Aviatore N. 1-2/2015
tiene conto dell'ampia
virata verso Sud-Ovest,
dovrei essere a 25 miglia dalla pista. Fatta eccezione per una piccola
pulsazione del percento
motore, tutti i parametri di volo richiesti dalla
prova sono coincidenti
con quelli reali.
Proseguo la salita nell'atmosfera chiara dove
il sole, ormai prossimo
a raggiungere la linea di
un orizzonte frastagliato, manda raggi fulvi
che sembrano di metallo fuso ed orlano di luce le nubi che adornano
il cielo con forme bizzarre.
Secondo il programma
di prova, continuo la
salita fino a raggiungere
i trentamila piedi. Sono
in volo da dodici minuti, ad una settantina di
miglia dalla base. Ora avverto pienamente la magia degli ampi spazi, dell'atmosfera più chiara, della luce più
intensa. Compio una virata di 360 gradi, con trenta
gradi di inclinazione alare. Il muso scivola con fluida
dolcezza lungo la linea dell'orizzonte, quella linea irregolare formata dal profilo dei monti e dal piano che,
agli occhi umani, divide il cielo dalla terra. Una magia
sottile.
Quelle cime sono ancora illuminate da un sole quasi al
termine del suo arco. La luce inonda le vette e genera
un pulviscolo di rame e di opale.
Adesso provo tutti i comandi di assetto e la risposta è
sempre pronta e fluida : anche alle alte quote la stupenda maneggevolezza dell' F86 non cessa di sorprendere.
Dò un'occhiata al profilo del Monviso, gigante di pietra
costruito dalle forze occulte del tempo, poi controllo i regimi di massima autonomia oraria e di massima autonomia
chilometrica. Compio un'accurata indagine sul funzionamento di tutti i comandi e di ogni strumento, poi dò ancora un'occhiata al sole, ormai all’occaso. Gli ultimi raggi
illuminano quasi tutta l'estensione della corona alpina.
Attraverso un ampio squarcio tra le nubi ,scorgo il Po
che forma pigri meandri. Ma è quasi ora di tornare. Riduco al 78%. Aerofreni fuori. Velocità 280 nodi. Il muso va a trenta gradi sotto l'orizzonte. Una sensazione di
buio si addensa nel cuore. Ciao Sole!
Un’ora nel Cielo di Guglielmo Canham
Fermo la discesa a 15.000 piedi. Non ci sono più
colori. Giro in tondo in questo mondo divenuto
triste e grigio. Volo in tondo a quindicimila piedi,
circa cinquemila piedi al di sopra del banco nuvoloso. Anche questo deserto bellissimo ed irreale,
dalle prospettive sfumate di orizzonti lontani,
emana un suo recondito fascino. È come un ribollire di un mare in tempesta dal diffuso bagliore
d’argento, dalle onde in forma di draghi e di fantasmi. Mare di vapori. Crocevia di solitudini immense.
Ho ancora abbastanza combustibile e mi prendo
la libertà di fare qualche capriola. Dopo un rovesciamento ed un paio di tonneau, penso sia ora di
far ritorno. Indugio ancora un paio di minuti, poi
decido di tornare alla base “all’antica” ,senza procedure standard, in modo estrosamente inventivo, trovando la strada di casa attraverso quello squarcio tra le nubi e
l’osservazione del terreno sorvolato. Aerofreni fuori. 78 per cento. Giù nello squarcio dalle pareti grigie.
Terra scura di un paesaggio ben noto tra Vercelli e Novara. Volo verso Est, sui canali dai colori smorti, fumi di case isolate, tralicci di elettrodotti. Più lontani gli abitati di Galliate e di Cameri. Novanta gradi a sinistra e sono sull’inizio pista. Apertura con 60 gradi di inclinazione. Sono sottovento. Con velocità inferiore ai i80 nodi estraggo il carrello e,
successivamente, i flaps. Velocità in decremento fino ai 160 nodi per entrare in virata finale. Ulteriore riduzione a 130
nodi. Atterraggio senza storia.
Ora sono al parcheggio. Uno degli specialisti mi dice una frase scherzosa. Ridiamo insieme, poi guardo la coltre nuvolosa messaggera dell’autunno imminente. L’aria è ormai piena d’ombre.
G.P.Canham (Zio Willie)
Birra del Borgo sul tetto del mondo
Medaglia d’oro, in Germania,
per la ReAle Extra
Mercoledì 12 Novembre, a Norimberga, si è svolta la
premiazione di uno dei concorsi birrari
più importanti al mondo: l’European Beer Star Award.
La ReAle Extra si è aggiudicata la medaglia d’oro nella
categoria India Pale Ale, una delle
categorie più ambite del momento, lasciandosi alle spalle mostri sacri americani ed inglesi.
Una grande emozione per Leonardo Di Vincenzo, fondatore e birraio di Birra del Borgo.
“Da anni ci impegniamo per creare prodotti unici e dal carattere inimitabile, questo riconoscimento per noi è molto importante, alla soglia del nostro decimo compleanno, per non smettere mai di innovare e di fare ricerca.”
Qualche numero per capire la grandezza del concorso:
1.613 le birre giudicate da tutto il mondo
41 i paesi partecipanti da tutti i continenti
52 diverse categorie
105 giurati da tutto il mondo
L’European Beer Star Award è stato creato ben 11 anni
fa ed è uno dei concorsi più ambiti a livello mondiale.
Nel 2014 c’è stato un incremento del 7%, rispetto al
2013, delle birre partecipanti che sono state giudicate
dai giurati in degustazioni anonime per: colore, aroma,
gusto ed impressioni generali. Esattamente come un
consumatore valuta una birra.
Per il meritato traguardo raggiunto da Leonardo, figlio
del Dott. Antonino Di Vincenzo, assiduo e generoso
membro dell’Associazione Nazionale Ufficiali Aeronautica, la Presidenza ANUA augura loro con vivo compiacimento ulteriori brillanti successi.
Il Corriere dell’Aviatore N. 1-2/2015 35
Sentimenti e... Partecipazione
La società abbandona
gli anziani?
Valori
del ricordo
C
arissimo Direttore, complimenti per l’ultimo numero
del “nostro” Corriere, appena ricevuto. Consente di
spaziare sovranamente fra i Reparti AM ed i suoi Comandanti, appena subentrati, a tutti i livelli. Come sempre, particolarmente interessanti i contributi del Gen. SA Antonio
Pelliccia ed Angelo Pagliuca, ma una sorpresa è stata per me
il ricordo, dettagliato e ricco di ricordi del figlio dal Gen.
SA Vittorio Minguzzi, che mi ha permesso di ricordare la
partecipazione alla “Campagna di Russia” di mio Padre, allora Sergente Maggiore in servizio alla Scuola di Volo di Foligno, dove era nata, il 22.02.1941, mia sorella. La partecipazione di mio padre aveva avuto termine ai primi di febbraio del 1942, per una fortunosa circostanza, che non lo
aveva più fatto rientrare in Russia a causa della nuova situazione venutasi nel frattempo a creare su quel difficile fronte
di guerra e che ci aveva permesso di riaverlo, all’improvviso,
fra noi quel 22.02.1942, primo compleanno di quella birbona di mia sorella, con la quale eravamo ospiti dei nonni
materni in Calabria, sempre privi di Sue notizie, con grande
disappunto della mamma, che non voleva credere al Suo ritorno in Patria. È la “micro-storia” vissuta da ciascuno di
noi, che qualche volta “ritorna”! Mi è, comunque, gradita
l’occasione per formulare fervidi voti augurali di … SERENO ANNO NUOVO, foriero di sempre maggiori soddisfazioni per tutti noi.
Con la più viva cordialità,
Gianni Cersòsimo
Caccianova (agro di Cassano Jonio), proprietà del nonno materno:
22 febbraio 1942 Gianni (geloso custode del fodero della macchina
fotografica del papà) e Laura Cersòsimo,che cerca di distruggere la
scatola che ha tra le mani, con i cugini Lillina, Roberto e Maria
36 Il Corriere dell’Aviatore N. 1-2/2015
N
ella società profondamente cambiata nei valori, ove
anche la famiglia appare modificata nella sua condizione e stile di vita, quale ruolo occupa oggi l’anziano? Una
risposta ci viene dalle parole pronunciate da Papa Francesco
il 28 settembre 2014 in piazza San Pietro “Si scartano gli
anziani con la pretesa di mantenere un sistema economico
equilibrato al centro del quale c’è il dio denaro.”
Infatti non c ‘e’ tempo per ascoltare i problemi di chi è
costretto a vivere, come una mortificante emarginazione,
l’allontanamento dal mondo produttivo, né c’è volontà di
supporto psicologico, sociale e familiare.
Il disinteresse e l’insensibilità della società sono così evidenti da suscitare la provocatoria ironia dello scrittore Andrea Camilleri che, nel suo racconto di fantascienza, propone di far uccidere dagli alieni tutti gli uomini che abbiano superati i 60 anni, perché considerati inutili.
Certamente gli anziani possono sentirsi inutili, perché
non sono più custodi di valori condivisi e perché non riescono più a proporre dialoghi fra generazioni, inutili
perché non sono più testimoni riconosciuti del sapere.
La sensazione di inutilità favorisce l’isolamento, creando
malessere fisico e fragilità mentale.
A questo punto, se la società è disinteressata, i servizi sociali inefficienti, i giovani sono distratti, la soluzione è da
ricercarsi tra gli anziani stessi che adoperandosi ed attivandosi, senza rimpianti per il passato, possono impegnarsi nella solidarietà.
Gli old young, anziani più giovani, possono mettere le loro
abilità a sostegno delle esigenze, delle necessità, degli anziani
più vecchi. La vita dell’anziano, può acquisire miglioramenti
nella qualità, con l’interesse per l’evoluzione e le innovazioni
scientifiche, sia nel campo medico, che tecnologico.
In particolare, l’uso di tablet e smartphone può consentire
una agevole e celere risoluzione delle necessità quotidiane,
permettendo l’ accesso a numerosi siti di informazione, così
come una adeguata prevenzione e una regolare attività fisica possono dare l’opportunità, di mantenere a lungo il suo
stato di benessere e la sua integrità. In questo ambito, il futuro per l’anziano può diventare una piacevole aspettativa,
soprattutto se non si sottovalutano l’importanza degli stimoli e degli interessi che nascono dalla ricerca di nuove forme di aggregazione.
L’aggregazione costituisce uno dei principali obbiettivi
dell’ A.N.U.A. che promuove molte attività ricreative e
cultuali, accogliendo favorevolmente un numero sempre
maggiore di partecipanti al sodalizio. In tale contesto possono trovare soluzione anche i problemi degli anziani, venendo a questi offerta la possibilità di ritrovare motivazioni ed interessi.
Maria Rosaria Ortenzi
Sentimenti e... Partecipazione
Incontro tra i Corsi Orione 2° e Orione 5°
60° anniversario dell’entrata in Accademia dell’Orione 2°
Nei giorni 10 ed 11 Novembre scorsi presso l’Accademia Aeronautica
hanno avuto luogo due eventi di rilevante significato: il sessantennale
dell’ingresso in Accademia Aeronautica del Corso Orione 2° e la consegna dei gradi di sottotenente agli Aspiranti del Corso Orione 5°.
Il Generale SA Vincenzo Manca, capocorso dell’Orione 2°, è stato il promotore degli eventi, ne ha coordinato tutte le complesse attività di pianificazione e realizzazione, avvalendosi della valida collaborazione dei comandanti Ugo Squarciafichi, Luciano Forzani e Giovanni Carpentieri (riconosciuta “guida” nelle gite culturali del Corso). Particolarmente fattivo è stato il contributo della commissione ad hoc, costituita dal Corso Orione 5°
e voluta dal suo comandante, Maggiore Giovanni Luca Nicoletti.
Grazie soprattutto alla disponibilità del Comandante delle Scuole,
Generale SA Franco Girardi, e del Comandante dell’Accademia, Generale SA Fernando Giancotti, che hanno presenziato a tutte le varie
fasi degli eventi, le due celebrazioni sono state entusiasmanti per il calore umano sprigionato tra “allievi” di generazioni così lontane.
Il Corriere dell’Aviatore N. 1-2/2015 37
Sentimenti e... Partecipazione
La stretta vicinanza tra l’Orione 2° e l’Orione 5°, coltivata
da lungo tempo, ha permesso di stabilire un travaso di emozioni e di solidarietà che può essere considerato un valore
aggiunto alla formazione dei giovani ufficiali e una sensazione di perdurante utile “presenza” per gli ufficiali anziani.
Il valore del rapporto consolidato tra i “veci” e i giovani è
stato evidenziato anche dal Capo di SMA Generale S.A. Pasquale Preziosa, che ha voluto salutare gli Orionidi, trovandosi di passaggio a Napoli, con una breve ma significativa
presenza, durante la quale ha manifestato il suo apprezzamento per l’efficacia dell’incontro tra le diverse generazioni
dei Corsi dell’Accademia.
Dopo la commovente celebrazione della Santa messa e la deposizione di una corona presso il monumento ai caduti, il
capo Corso dell’Orione 2°, sottotenente Andrea Legovini, e
il comandante dell’Accademia hanno preso la parola per illustrare un tema di estremo interesse:”L’Accademia di ieri, di oggi e di domani”. In questo contesto il Gen. Manca ha
ricordato, con cenni spesso commoventi, il periodo trascorso in Accademia negli anni 1954 - 1957 e le emozioni vissute dagli allievi. Il sottotenente Legovini ha evidenziato il progresso fatto dalla struttura addestrativa, rilevando la analogia di emozioni provate da chi, nel passato e nel presente, affronta un difficile processo di formazione per diventare un
ufficiale dell’Aeronautica. Infine il generale Giancotti ha lasciato intravedere le prospettive di un ulteriore salto in avanti della capacità formativa dell’Ente ed ha evidenziato la necessità che rapporti del tipo realizzato tra i due Corsi Orione
vengano prese a modello per i Corsi futuri.
I gradi ai neo nominati sottotenenti sono stati consegnati dal Comandante delle Scuole ( che proviene dall’Orione 3°) ,
dal Comandante dell’Accademia, dai generali di SA Vincenzo Manca e Giovanni Tricomi, dell’Orione 2°, dal maggiore
Alberto Surace dell’Orione 4° e dal comandante Salvatore Vastola , estratto a sorte tra tutti i partecipanti dell’Orione 2°.
L’evento si è concluso, dopo un sobrio pranzo, auspicando di perpetuare modalità di rapporti tra Corsi come quelle
sperimentate in questa circostanza.
Gen. Gaetano Castaldi
Dopo cinquant’anni il corso “Centauro III” è tornato in Accademia
Dal 5 al 7 novembre, si è svolto, a Pozzuoli, il raduno
del Corso Centauro III in occasione del cinquantennale dell’ingresso in Accademia Aeronautica.
Il Generale Squadra Aerea Giulio Mainini, Capo
Corso del Centauro III, ha guidato i radunisti che sono stati ricevuti dal Comandante dell’Accademia Aeronautica, Generale di Squadra Aerea Fernando Giancotti.
Tra le numerose attività svolte durante il raduno, l’Alza Bandiera sul Piazzale delle Medaglie d’Oro, un briefing sulle attività dell’Accademia, una visita guidata alle aule didattiche, ai simulatori dei velivoli SF.260-EA
e AMX, ai corridoi storici con i gagliardetti delle cinque generazioni dei corsi accademici, gli impianti sportivi e alla Cappella dell’Istituto dove è stata celebrata
per l’occasione la Santa Messa.
Particolarmente sentito il momento del ricordo degli appartenenti al Corso Centauro che sono giunti fino all’estremo
sacrificio della propria vita per la Patria.
Altro momento significativo l’incontro con i giovani Allievi per condividere con loro i valori aeronautici e i principi
guida che ispirano l’attività di tutti gli appartenenti alla Forza Armata: Eccellenza professionale, Rispetto, Esemplarità, Dedizione al servizio, Integrità Morale (E.R.E.D.I. – SMA-ORD 001)
38 Il Corriere dell’Aviatore N. 1-2/2015
Sentimenti e... Partecipazione
Momenti significativi e fotografia ricordo con le consorti
Il Presidente dell’Associazione Nazionale Ufficiali Aeronautica, Gen. S.A. Mario Majorani - ex allievo del Corso Centauro III, non ha potuto partecipare, si è sentito moralmente presente ed ha rinnovato, dedicandolo ai suoi vecchi amici compagni di corso, un pensiero composto nel 1999, quando era in sevizio al CASD:
Un sorriso non costa nulla
ma vale molto.
Arricchisce chi lo riceve
e chi lo dona.
Non dura che un istante,
ma il suo ricordo è talora eterno.
Nessuno è così ricco
da poterne fare a meno.
Nessuno è così povero
da non poterlo dare.
In casa porta felicità;
nella fatica infonde coraggio.
Un sorriso è un segno d’amicizia;
un bene che non si può comprare,
ma solo donare.
Se voi incontrerete
chi un sorriso non vi sa dare,
datelo voi,
perchè nessuno
ha tanto bisogno
di un sorriso
come colui che non sa darlo ad altri.
M.M.
Il Corriere dell’Aviatore N. 1-2/2015 39
Il Calendario AM 2015
‘Aeronautica Militare, la tua squadra che vola’
Desideriamo riprendere i concetti espressi in occasione della presentazione
del calendario AM 2015 avvenuta lo scorso novembre, presso la sala Madonna di Loreto di Palazzo Aeronautica, alla presenza del Sottosegretario
di Stato alla Difesa, On. Domenico Rossi e del Capo di Stato Maggiore
dell’Aeronautica, Generale di squadra aerea Pasquale Preziosa.
Ciò perché il filo conduttore del calendario, con lo slogan ‘Aeronautica Militare, la tua squadra che vola’ vuole evidenziare l’impegno e la
professionalità degli uomini e delle donne in “azzurro” al servizio del
Paese; e quindi è un piacere, oltre che dovere, offrirne risalto ai lettori
di questo periodico.
In particolare, mese dopo mese, è possibile cogliere, da differenti angolature, l’essenza di un’organizzazione impegnata senza soluzione di continuità a garantire un bene primario per il Paese, la sua sicurezza. E con
essa, divenire fattore trainante per lo sviluppo sociale, culturale, industriale, economico dell’Italia.
Nelle 12 istantanee sono rappresentate le peculiarità dello strumento aereo: dalle missioni in campo sia nazionale che
internazionale, dove al compito primario della difesa aerea si affiancano le attività di trasporto e soccorso nelle emergenze, di addestramento, di supporto all’industria e alla Difesa per la ricerca tecnologica e la sperimentazione, a quelle
svolte fuori dai confini nazionali, dove le capacità di ricognizione e informazione, deterrenza e proiezione dello strumento aereo nel suo complesso risultano componenti essenziali per il successo delle azioni militari e diplomatiche.
“Il personale dell’Aeronautica Militare, così come tutto quello della Difesa - ha dichiarato il Sottosegretario Rossi nel corso del
suo intervento - svolge quotidianamente il proprio lavoro su tre principi fondamentali: dovere, sacrificio e altruismo. Valori cardine che muovono gli uomini e le donne dell’AM ogni giorno e che mese dopo mese si ritrovano nelle immagini del calendario”.
Il Generale Preziosa durante il suo intervento ha voluto sottolineare quanto “il calendario non si limita più a ricordarci i
giorni della settimana, ma rappresenta quello che siamo. Dodici immagini che hanno il compito di illustrare una Forza Armata avanzata e tecnologica, composta da uomini e donne che s’impegnano quotidianamente per il Paese, al servizio di tutti”. Al termine del suo intervento, il Capo di SMA ha voluto ricordare i quattro Ufficiali caduti lo scorso 19 agosto nei
cieli delle Marche mentre effettuavano attività addestrativa a bordo di due velivoli Tornado.
40 Il Corriere dell’Aviatore N. 1-2/2015
Il Calendario AM 2015
Il calendario dell’Aeronautica Militare 2015 si prefigge anche quest’anno una missione nobile a favore dell’Ospedale
Bambino Gesù. Dopo aver contribuito al progetto “Mettici il cuore” con la precedente edizione, quest’anno i proventi
derivanti del Calendario 2015 saranno destinati a finanziare il progetto ‘Ospedale Senza Dolore’ promosso dall’Ospedale
pediatrico di Roma.
L’Ospedale senza dolore non è solo una buona intenzione o una buona idea - ha dichiarato il dott. Giuseppe Profiti, Presidente Ospedale Pediatrico Bambino Gesù - È innanzitutto un diritto dei bambini. Alleviare il dolore dei bambini, quello
fisico e quello emozionale, significa alleggerire, almeno in parte, l’angoscia e le preoccupazioni di chi gli sta vicino, dei suoi
genitori. Perché quando un bambino si ammala, anche i genitori hanno bisogno di cure. E noi dobbiamo quindi curare i
bambini ma anche aver cura dei genitori. Questo è il senso della nostra campagna, che anche grazie al sostegno degli uomini
e delle donne dell’Aeronautica Militare, mira a promuovere questa consapevolezza e a raccogliere fondi per acquistare in particolare una nuova TAC di ultima generazione per la nostra sede di Palidoro, che consentirà non solo di migliorare la capacità diagnostica ma anche di limitare il ricorso all’anestesia nei piccoli pazienti, riducendo e contenendo la paura, l’ansia e lo
stress sia nei piccoli pazienti che nei loro genitori.
VOLARE... 166 giorni con @astro_luca
Lunedi 1 dicembre 2014, A PALAZZO AERONAUTICA,
il Magg. pil. Luca Parmitano astronauta ESA ha presentato il 1° libro
scritto nello spazio durante la missione “VOLARE” dell’ASI
“Le terre emerse si confondono l’una nell’altra, i confini, arbitrari e immaginari, sono
del tutto inesistenti da qui mentre li guardo dalla Cupola. Osservo le terre degli uomini”
Così il Magg. pil. Luca Parmitano ci ha incantanti, ha catturato la nostra attenzione, ci ha portato in orbita per 166 giorni ed oggi continua questo “lavoro” di divulgazione con il suo libro
“VOLARE… 166 giorni con @astro_luca” che sarà presentato lunedì 1 dicembre 2014, alle ore
10.30, presso la “Sala Madonna di Loreto” di Palazzo Aeronautica, nell’ambito delle attività previste dal Semestre di Presidenza italiana del Consiglio dell’Unione Europea... “Semestre” del
quale Parmitano è “Ambasciatore”.
Progetto editoriale promosso dalla Presidenza del Consiglio dei Ministri è un percorso di 144 pagine e 32 tavole fotografiche a
colori, con il quale l’autore continua a rendere partecipi i suoi lettori del “meraviglioso” senso provato la missione spaziale, dal
28 maggio all’11 novembre 2013, prima di lunga durata dell’Agenzia Spaziale Italiana, nell’ambito dell’Expedition ISS 36/37.
Presieduto dal Ministro della Difesa, Sen. Roberta PINOTTI, l’evento sarà presentato dalla giornalista Federica Gentile con
gli interventi del Capo di Stato Maggiore dell’Aeronautica, Generale di Squadra Aerea Pasquale Preziosa e del Sottosegretario
di Stato con delega alle Politiche Comunitarie, Sandro Gozi. Presente l’Autore, recentemente nominato “Goodwill Ambassador” dell’UNICEF.
Per la prima volta presenti a Palazzo A.M. anche 20 follower prescelti con una “call to action” riguardante il maggiore Parmitano ad @IT2014EU che prenderanno parte alla presentazione del libro ed animeranno il live-twitting dell’evento, proponendo
anche domande all’astronauta, raccolte via twitter.
Luca Parmitano, fin dall’aprile 2013, ha cominciato a condividere con il suo pubblico, composto inizialmente da pochi affezionati “cultori della materia” - oggi nutrita schiera di follower
- tutte le emozioni ed “il quotidiano” trasformato, con linguaggio semplice e diretto, in un
racconto, in una storia accessibile, calda e familiare.
Scegliere di iniziare a leggere queste pagine, spinti dalla curiosità di capire chi poteva essere... il
“sesto astronauta tricolore”, permette di “cadere” in una sorta di trappola, imparando a decifrare acronimi oscuri, a riconoscere i differenti moduli che compongono la Stazione Spaziale
Internazionale, a chiamarli per nome, ad affezionarsi alla Cupola, alle albe ed ai tramonti che
per sedici volte si rincorrono nel tempo della... “giornata terreste”, in una sola frase: “impara a
sognare ed a condividere quel sogno”!
A rendere più semplice l’avventura di orientarsi nella volta celeste, la pubblicazione annovera
un capitolo dedicato alla Terra vista dall’alto, ai suoi mari, ai suoi deserti, alle sue città illuminate di notte che sembrano reti neurali, allo spettacolo ed alla potenza della natura...
(Ten. Col. Orfeo Rossi)
Il Corriere dell’Aviatore N. 1-2/2015 41
Il Generale S.A. Carlo Unìa Comandante la III Regione Aerea a Bari
quando l’Aeronautica era dotata di missili “Jupiter”
di Giovanni Battista Cersòsimo
Carlo Unìa, nato a Torino il 10
marzo 1906, entra nella Regia Aeronautica con il Corso “Centauro”
dell’Accademia e il 1° ottobre 1929
è nominato “Sottotenente Pilota in
Servizio Permanente Effettivo”.
Assegnato alla specialità “bombardamento”, dopo il comando della
Squadriglia di volo, a dicembre del 1939, già maggiore, è
Comandante del 32° Gruppo del 10° Stormo “Bombardamento Terrestre”.
Tre mesi dopo, promosso tenente colonnello, è Comandante
del 1° Nucleo Addestramento Siluranti, che conserva per
l’intera durata del conflitto contro gli Anglo-Americani, contribuendo in misura determinante alla formazione di questa
specialità e partecipando
nel 1942 e 1943 agli attacchi degli aerosiluranti
contro le forze navali avversarie, che gli fanno
meritare più di una decorazione al Valor Militare.
L’8 settembre 1943, nel grado di Colonnello è sorpreso
in territorio controllato dalle truppe tedesche, fatto prigioniero, è liberato solo nel 1945.
Dopo il II Conflitto Mondiale, promosso Generale di Brigata Aerea, è “Addetto Aeronautico” prima a Lisbona e poi
a Washington. Promosso Generale di Divisione Aerea, il 1°
agosto 1955 subentra al pari grado Sergio Lalatta quale Vice Comandante delle Forze Alleate del Sud Europa (AFSOUTH) a Napoli - Bagnoli, che il 30 novembre 1956 cede al Generale di Divisione Aerea Luigi Bianchi. Il Generale D. A. Carlo Unìa, trasferito a Roma, assume l’incarico di
“Ispettore all’Addestramento ed all’Impiego” presso lo Stato
Maggiore dell’Aeronautica e con decorrenza 31 dic. 1957 è
promosso Generale di Squadra Aerea.
Il 1° febbraio 1958 è nominato Capo
di Stato Maggiore dell’Aeronautica il
Generale S.A. Silvio Napoli quando la
F.A. sta per essere dotata di “missili terra-aria” NIKE, dislocati nel settore
Nord - Est e di “missili a medio raggio”
I.R.B.M. Jupiter, dislocati nel fianco
Sud della N.A.T.O.
Il Generale S.A. Carlo Unìa il 1° settembre 1959 è trasferito a Bari, ove subentra al Generale D.A. Achille Fanelli
al Comando della IV Zona Aerea Territoriale, destinata
ad assumere a breve termine la denominazione di “Comando della III Regione Aerea”.
I tre Comandi di Regione Aerea di Milano, Roma e Bari
costituiscono la nuova organizzazione territoriale dell’Aeronautica Militare, in particolare, la I Regione Aerea è responsabile dell’aerea già di competenza della I Z.A.T. di Milano
e della II Z.A.T. di Padova, la II Regione Aerea è responsabile dell’aerea già di competenza della III Z.A.T. di Roma e
42 Il Corriere dell’Aviatore N. 1-2/2015
del Comando Aeronautica della
Sardegna, mentre la III Regione
Aerea è responsabile dell’area già
di competenza del Comando
della IV Z.A.T. di Bari e del Comando Aeronautica della Sicilia,
che aveva sede sull’aeroporto di
Palermo - Boccadifalco (1).
I tre Comandi di Regione Aerea
di Milano, Roma e Bari hanno il controllo “operativo” e
“logistico” di tutti i Reparti aeronautici dislocati nel territorio di rispettiva competenza.
Il 1° dicembre 1959 il Colonnello pilota Edoardo Medaglia, rientrato dagli Stati Uniti d’America ove ha frequentato un corso di qualificazione
sul sistema d’arma Jupiter, è trasferito
a Gioia del Colle per assumere il Comando del “Nucleo I.R.B.M.” che
con decorrenza 1° maggio 1960 è elevato al rango di “Comando della 36a Aerobrigata Interdizione Strategica”, armata con missili I.R.B.M. Jupiter.
Questo lo stemma araldico della neo
costituita Aerobrigata: “tagliato di
campo di cielo e di azzurro, nel secondo
il cielo stellato e l’atomo di Bohr, simbolo del suo armamento nucleare, sul tutto
la cicogna del 36° Stormo Trasporti”.
L’Aerobrigata prevede due Comandi di Reparto Missili
(2), ciascuno dotato di cinque Gruppi Missili Jupiter,
destinati a divenire via via operativi e ciascun Comando
di Gruppo è dotato di tre “Equipaggi di Lancio”, in servizio H24 al comando di un “Launch Control Officer”,
tutti qualificati sul sistema d’arma Bari, Taranto e Matera, sono in grado di colpire con i missili nucleari in dotazione le basi che il “Patto di Jupiter a Redstone Arsenal, U.S.A. (3).
I Comandi di Gruppo, disseminati tra le province di Varsavia” ha schierato nell’Europa dell’Est (4).
I missili della 36a Aerobrigata I. S. con le altrettanto sofisticate apparecchiature missilistiche in dotazione al Patto
di Varsavia costituiscono, in quegli anni di “guerra fredda”, un importante “deterrente nucleare” che i due schieramenti si augurano di non essere mai costretti ad usare.
Il Generale S.A. Carlo Unìa Comandante la III Regione Aerea a Bari
quando l’Aeronautica era dotata di missili “Jupiter”
di Giovanni Battista Cersòsimo
I paesi della N.A.T.O. in Europa e quelli del Patto di Varsavia ad Est
L’8 febbraio 1961 il Generale S. A.
Carlo Unìa presiede sull’aeroporto di
Gioia del Colle la cerimonia del passaggio delle consegne tra il Colonnello
pilota Edoardo Medaglia - trasferito
alla Direzione Generale del Personale
a Roma ove lo raggiungerà successivamente la promozione al grado superiore - e il Generale di Brigata Aerea M.O.V.M. Giulio Cesare Graziani del Corso “REX” (5).
La presenza del Generale di Squadra Aerea Carlo Unìa,
Comandante della III Regione Aerea sull’aeroporto di
Gioia del Colle è frequente e costante durante tutto il periodo della sua permanenza a Bari a conferma dell’interesse e della cura che l’Aeronautica al momento ripone a
favore di quella importante Unità della N.A.T.O.
Il MIG/17
bulgaro, che
ha appena
concluso la
sua azione di
spionaggio
presso l’area di
lancio del
Gruppo I.S.
di Acquaviva
della Fonti (8)
Nel mese di ottobre del 1962 un aereo spia della C.I.A.
fotografa i siti dei missili balistici che i sovietici stanno
installando sull’isola di Cuba.
I missili russi, una volta operativi, saranno in grado di colpire per la prima volta nella storia il territorio statunitense.
Il 24 ottobre 1962 il “blocco navale” delle navi russe decretato dal Presidente Kennedy porta il pianeta sull’orlo
di un terzo e più grave conflitto mondiale, forse l’ultimo
per il genere umano a causa del possibile uso delle armi
nucleari da parte degli eventuali belligeranti.
La “crisi” è scongiurata dopo quei momenti di grave tensione, grazie agli accordi diretti tra il Presidente John F.
Kennedy ed il Segretario Generale delle Repubbliche Socialiste Sovietiche, Nikita Krushev.
Il 1° settembre 1961 il Generale Silvio
Napoli lascia in anticipo l’incarico di
Capo di Stato Maggiore dell’Aeronautica per motivi di salute ed a lui subentra
il Generale Aldo Remondino, del Corso “Drago”.
Il Generale S.A. Carlo Unìa il 15 settembre 1962 presiede ancora una volta
la cerimonia del passaggio delle consegne tra il Gen. B.A. MOVM Giulio
Cesare Graziani e il Gen. B.A. Oreste
Genta del Corso “Leone” (6).
Al momento i Gruppi dell’Aerobrigata sono tutti operativi e destinati ad un lungo periodo di intensa attività, che
la violazione dello spazio aereo d’interesse, operato dal
sottotenente pilota bulgaro Milush Solakof con un
MIG/17 di fabbricazione sovietica, dotato di sofisticate
apparecchiature fotografiche, andato a schiantarsi nei
pressi di uno dei Gruppi della Brigata, non ha scalfito
minimamente.
Quel 20 gennaio del 1962 la missione assegnata a quel
giovane pilota del Patto di Varsavia aveva lo scopo di fotografare - a “volo radente” per eludere la sorveglianza dei
“Centri radar” al momento in dotazione all’Aeronautica
Italiana - quella importante “base missilistica” della
N.A.T.O. (7).
Nelle circostanza, Kennedy e Krushev hanno concordato,
fra le clausole più delicate e segrete, lo smantellamento
dei missili “Jupiter” schierati in Europa subito dopo il ritiro dei missili russi da Cuba, ma la “segretezza assoluta”
che ha caratterizzato quella “clausola specifica” ha fatto sì
che nulla sia trapelato in proposito.
Il personale in servizio alla 36a Aerobrigata Jupiter di
Gioia del Colle, che al momento della “crisi” ha assunto
lo “stato di massima prontezza operativa”, superata la crisi ha tratto un sospiro di sollievo e, ignaro degli accordi,
continua ad assicurare, con serietà e determinazione, la
piena efficienza ed operatività del sistema d’arma in dotazione, che sembra essersi confermato un utile deterrente,
in grado di scongiurare ogni conflitto.
Fra loro c’è anche l’autore, che, dopo il Corso di qualificazione negli Stati Uniti d’America, è “Launch Control
Officer” del Comando del Gruppo Missili di Acquaviva
delle Fonti, lo stesso della violazione dello spazio aereo
nazionale da parte del MIG/17 del Patto di Varsavia appena ricordato.
Il Corriere dell’Aviatore N. 1-2/2015 43
Il Generale S.A. Carlo Unìa Comandante la III Regione Aerea a Bari
quando l’Aeronautica era dotata di missili “Jupiter”
di Giovanni Battista Cersòsimo
Sull’aeroporto di Gioia del Colle, sotto la data del 1° luglio 1963, è costituito il “Comando della Base Aerea”, al
quale è designato il Colonnello pilota Gaetano Mastrodicasa, già Vice Comandante dell’Aerobrigata Missili.
Una “base aerea” posta in
una posizione strategicamente così importante per
il controllo delle rotte aeronavali nel Mediterraneo
orientale non può, infatti,
essere abbandonata in un
periodo fortemente segnato
dalla contrapposizione est-ovest e l’aeroporto di Gioia del
Colle continua ad essere un importante riferimento con i
suoi F-86K, monoreattori “ogni tempo” con ala a freccia,
carrello a triciclo retrattile.
un gruppo di L.C.O. qualificati in U.S.A.
da sx Vito Buquicchio, Franco Raia, Giuseppe Coppi,
Paolo Lauteri, Walter Quadri, Antonio Balla e l’autore
Lo smantellamento dei missili ha inizio già dal 1° aprile
1963, la delicata operazione si protrae fino a tutto il mese
di giugno e il 1° luglio 1963 la 36a Aerobrigata Interdizione Strategica è posta in posizione “quadro”.
I sacrifici sostenuti e l’arduo lavoro svolto per raggiungere
e mantenere adeguati livelli di “preparazione e prontezza
operativa” hanno cementato gli uomini dell’Aerobrigata.
Le “Memorie storiche” del II trimestre del 1963, a cura
del Generale B.A. Oreste Genta, ultimo Comandante
della Brigata, danno il senso compiuto del livello di coesione raggiunto.
Questo scriveva, fra l’altro, il Generale Genta: “Nonostante
il profondo senso di sconforto abbattutosi su tutti i componenti l’Aerobrigata in conseguenza dello smantellamento,
sconforto constatato personalmente dallo scrivente ogni qualvolta si recava sulle postazioni, il personale, con il consueto
alto senso del dovere e spirito di sacrificio, ha risposto in pieno alle varie e non semplici esigenze relative alla evacuazione
dei missili. La rapidità, la precisione e la puntualità con cui
si sono svolte tutte le varie operazioni dimostrano che la 36a
Aerobrigata costituiva un complesso ben saldo moralmente e
ottimamente preparato dal punto di vista tecnico”.
Il Generale Oreste Genta - già Comandante della 36a Aerobrigata I. S. dal 15.9.1962 al 1.7.1963 e successivamente, dal
18.10.1969 al 1.2.1972, Comandante della III Regione Aerea di Bari nel grado di Generale di Squadra Aerea - è tuttora
la più autorevole “memoria storica” dell’importante periodo
di vita aeronautica vissuto in
pace e in guerra, che ama ricordare sempre volentieri.
31 ottobre 2013: il Gen. S.
A. (c) Oreste Genta
in visita al Gen. Pasquale
Preziosa CSM - AM
44 Il Corriere dell’Aviatore N. 1-2/2015
Subito dopo la “crisi di Cuba”, il Generale S.A. Carlo Unìa, il 15 novembre
1962 ha ceduto il Comando della III
Regione Aerea al pari grado Alessandro
Bavassano, già Direttore Generale del
Demanio e, trasferito a Roma, ha assunto la responsabilità della “Direzione
Generale dei Servizi, del Materiale e degli Aeroporti”, questo il suo ultimo incarico, prima di lasciare il “servizio permanente effettivo” per
raggiunti limiti d’età, secondo le disposizioni allora vigenti.
n o t e:
cfr “La città di Bari e l’Aeronautica dalla IVa Z.A.T. alla IIIa Regione Aerea” a
firma dell’autore, vds N. 5/2003 del nostro Corriere, pag. 4
il I Reparto è al comando del Col. Pil. Mario Spreafico (1960-1962) e Col.
Pil. Gino Giordanino (1962-1963), mentre il II Reparto è al comando del
Col. Pil. Aldo Buzzanca (1960-1061), Ten. Col. Pil. Gino Bogoni (1961) e
Ten. Col. Pil. Battista Mura (1961-1963)
i Gruppi sono rispettivamente al comando del Magg. Pil. Enrico Dallari Ten. Col. Pil. Gino Bogoni (56° Gr. Gioia del Colle), Ten. Col. Pil. Valentino
Nizzero - Ten. Col. Pil. Vito Tornese (57° Gr. Mottola), Ten. Col. Pil. Enzo
Mulas - Ten. Col. Pil. Danilo Tomolillo (58° Gr. Laterza), Magg. Pil. Fernando Peroni - Magg. Pil. Fulvio Simiani (59° Gr. Acquaviva), Magg. Pil. Carlo
Servetto - Ten. Col. Pil. Enzo Mulas (60° Gr. Gravina), Magg. Pil. Tommaso
Spasari (108° Gr. Altamura/A), Magg. Pil. Vittorio Privitera - Ten. Col. Pil.
Vasco Pagliarusco (109° Gr. Spinazzola), Ten. Col. Pil. Ferdinando Cims Magg. Pil. Vito Greco (110° Gr. Irsina), Magg. Pil. Arnaldo Bartoli (111° Gr.
Altamura/B), Ten. Col. Pil. Gioacchino Russo - Cap. Pil. Vittorio Baldin
(112° Gr. Matera)
cfr “Le Murge. Il fronte della guerra fredda” a firma dell’autore, vds N. 5-67/2010 del nostro Corriere, pag. 18
cfr “Giulio Cesare Graziani, un eroe di guerra, un Comandante carismatico” a
firma dell’autore, vds N.3-4/2007 del nostro Corriere, pag. 27
cfr “Il Generale Oreste Genta del Corso “Leone”, Aviatore simbolo di un secolo di
storia italiana” a firma dell’autore, vds N.3-4/2011 del nostro Corriere, pag. 5
cfr “C’era una volta la guerra fredda quando un MIG 17 del Patto di Varsavia
violava clamorosamente il nostro spazio aereo” a firma dell’autore, vds N.
3/2002 del nostro Corriere, pag. 6
vds “Murge il fronte della guerra fredda”, un documentario di Fabrizio Galatea, prodotto da “Zenit Arti Audiovisive” di Torino, trasmesso il 26 marzo
2013 dal programma RAI/TRE “La storia siamo noi” di Giovanni Minoli.
Volati più in Alto
Roma - 11 ottobre 2014
È venuto a mancare il Gen. Isp. G.A.r.n. (r) Carlo Finizio (Classe 1941)
Figura insigne di Meteorologo
e Ufficiale é stato indiscusso
protagonista della storia dello
sviluppo del Servizio Meteorologico dell’A.M. e della Meteorologia Europea degli Anni 8090 del XX secolo. Laureatosi all’università di Roma, entrò nel
Servizio quale Tenente G.A.r.n.
in SPE con concorso a nomina
diretta nel 1967. distinguendosi subito per l’eccezionale preparazione scientifica e l’instancabile capacità produttiva.
Sempre attento alle principali
problematiche meteorologiche
per il Paese, in quegli anni aveva anche messo a punto insieme all’allora T.Col Palmieri un
modello per la previsione dell’acqua alta a Venezia che dava
utili indicazioni operative della
componente non astronomica dell’alta marea sul bacino
dell’Adriatico.
L’allora capitano Finizio aveva cominciato a seguire i lavori di previsioni numeriche svolti negli Stati Uniti e particolarmente in Gran Bretagna da Bushby, formulando
dapprima un modello barotropico alle equazioni primitive integrato con uno schema numerico semi-implicito.
Successivamente nell’attesa dell’acquisizione di computer
di nuova generazione aveva diretto lo sviluppo di modelli
a griglia fine con particolare attenzione ad esperimenti
sulla ciclogenesi determinate dall’Arco Alpino.
Il successo di tali modelli di previsione sottolineava l’esigenza di una rappresentazione orografica accurata per la
previsione della ciclogenesi sul Golfo di Genova. Utilizzando l’ampio bagaglio di conoscenze, aveva diretto lo
sviluppo della definizione oggettiva del campo delle velocità verticali con gli strumenti fisico-matematici disponibili. Sempre attento alle peculiarità degli eventi estremi
del clima mediterraneo aveva studiato in dettaglio, sia
con analisi soggettive che oggettive, insieme a Michele
Conte e Massimo Capaldo, la tragica alluvione di Trapani del 1976. Pochi sanno che a quel lavoro risale la definizione del termine “bomba meteorologica”.
Tale termine, forse abusato negli anni attuali, stava ad indicare una particolare configurazione meteorologica caratterizzata da un jet stream a livelli bassi, tracciante di
un’area di intenso sviluppo baroclino e foriera di precipitazioni intense e concentrate nel tempo. Allo scopo poi
di meglio sfruttare la previsione meteorologica svolse una
intensa attività di studio, culminata nella definizione scientifica
ed operativa del cosiddetto Sistema ARGO, che sviluppato
insieme a Costante De Simone e
Massimo Ferri, ha rappresentato
per numerosi anni il nucleo sostanziale delle forniture del Servizio Meteo dell’AM. Divenuto
Capo del Servizio Meteorologico e Rappresentante Permanente
dell’Italia presso l’Organizzazione Meteorologica Mondiale
(OMM) nel 1994, aveva presieduto numerosi comitati in ambito CEPMMT ed EUMETSAT fino ad essere nominato Vice-Presidente di entrambi i
Consigli di queste fondamentali
organizzazioni della meteorologia mondiale. Al culmine della
sua carriera da meteorologo, infine, aveva ricoperto il ruolo di Presidente della Regione
VI dell’OMM che sovrintende al coordinamento dei 50
Stati europei che ne fanno parte e, in tale veste, era stato
Membro di diritto del Consiglio Esecutivo dell’organizzazione.
Anche se la Meteorologia ha costituito il più prolungato
impegno per il Gen. Finizio, culminato con la ristrutturazione del Servizio Meteo all’atto della creazione del Comando di Squadra Aerea, si deve qui evidenziarne la dedizione con cui aveva svolto altri prestigiosi incarichi di
Forza Armata.
Chiamato, nel 1999, a ricoprire l’incarico di Direttore
del Centro Militare di Studi Strategici, si era impegnato
con maturata esperienza ed ineguagliabili capacità individuali al fine di far progredire il CEMISS nel quadro dei
suoi compiti istituzionali. Per la Sua vasta cultura ed
esperienza aeronautica, infine, egli ha contribuito con alcuni saggi alla VII Appendice dell’Enciclopedia Italiana
di Scienze, Lettere ed Arti, la Treccani.
Tutti coloro che hanno avuto il privilegio e l’onore di
collaborare con il Gen. Finizio non possono non sentire
un profondo rammarico per l’improvvisa scomparsa del
gentiluomo, della sua cordialità, della capacità di partecipare e di simpatizzare con tutti e della sua lucidità e spirito costruttivo in ogni circostanza.
Tutti si stringono attorno alla Sua famiglia per esprimere
alla moglie Giuseppina e ai figli Marco e Giuseppe la sentita partecipazione al loro dolore.
(fonte: www.meteoam.it)
Il Corriere dell’Aviatore N. 1-2/2015 45
Volati più in Alto
Roma - 5 novembre 2014
Il Gen. S.A. Giuseppe Scarinci lascia nei cuori di quanti lo hanno conosciuto
ricordi di allegria, arguzia e generoso risolutivo impegno in ogni sua attività.
Nasce Rozzano (MI) il 6 agosto 1919.
Dopo aver completato gli studi presso il
Collegio Militare “Nunziatella”, frequenta l’Accademia Aeronautica di Caserta
negli anni 1937-1940 con il Corso Sparviero e nominato Sottotenente il 18 giugno 1940.
Dopo il conseguimento del brevetto di
Pilota d’Aeroplano su Breda BA 25, nel
settembre 1939, consegue il brevetto di
Pilota Militare il 4 maggio 1940 su velivolo Ro. 41 e successivamente inviato
presso la Scuola di Punskella (Pola) per la
transizione su idrovolanti e abilitato su
velivolo Cant. Z. 501. Nel giugno 1940 è
assegnato all’Aviazione per la Regia Marina presso l’83° Gruppo Autonomo di Ricognizione Marittima Lontana (R.M.L.)
presso l’aeroporto di Augusta in Sicilia.
Dal giugno 1940 al giugno 1942 partecipa alle operazioni belliche nel Mediterraneo Medio Orientale su velivoli Cant Z
501, Cant Z 506, R.S. 14, volando più
di 600 ore di guerra.
Per l’attività svolta è insignito nel marzo
1943 di Medaglia d’Argento al Valore
Militare con la seguente motivazione:
“Primo pilota da Ricognizione Marittima
compiva numerose missioni di guerra. Noncurante dei rischi, si prodigava instancabilmente
nell’adempimento del proprio dovere. Contribuiva alla riuscita di ogni missione dimostrando
sempre perizia, ardimento e spirito di sacrificio
- Cielo del Mediterraneo giugno 1940 - giugno
1942”.
Nel giugno 1942, il Ten. Scarinci è trasferito
presso la Scuola Addestramento Caccia di Gorizia ed abilitato pilota da caccia dopo aver completato l’addestramento sui velivoli: FIAT CR
30, FIAT CR 42, FIAT G 50, Macchi 200,
FN. 305, FN. 325.
Assegnato al Gruppo Riserva Forze Navali da Battaglia presso l’aeroporto di Grottaglie, presso la 1° Sq. C.T., è trasferito nel dicembre
1942 dapprima presso l’aeroporto di Capodichino (NA) e successivamente all’aeroporto di Sarzana (SP) seguendo gli spostamenti della Squadra Navale effettuando missioni di protezione su allarme con
velivolo Reggiane RE 2000. Nel giugno 1943 effettua l’abilitazione
su velivolo Ro 43 e successivamente su velivolo Re 2001.
L’8 agosto del 1943 è trasferito al 160° Gruppo Autonomo Caccia
presso l’aeroporto di Venafìorita (Olbia) operando con il velivolo
46 Il Corriere dell’Aviatore N. 1-2/2015
Reggiane Re 2001. Dopo l’armistizio
dell’8 settembre 1943 il Ten. Scarinci è incorporato nel 51° Stormo ricostruito sull’aeroporto di Lecce nel raggruppamento
Caccia con il 4° e 5° Stormo. Con velivoli
Re 2001, Macchi MC 202, MC 205, SpitfìreV, effettua missioni belliche sul fronte
balcanico (Grecia, Albania, Jugoslavia).
Promosso Capitano per meriti di guerra è
nominato dal 1° gennaio 1944, fino al termine delle operazioni belliche, Comandante Interinale del 155° Gruppo del 51°
Stormo.
Nel 1951, è inviato dapprima in Inghilterra
presso la Central Instructor Flying School
dellla R.A.F. a South Cerney e successivamente all’Advanced Course presso Little
Rissington ove consegue l’abilitazione di Pilota Istruttore. Le esperienze maturate in
questo periodo gli saranno preziose nei successivi incarichi connessi alla sviluppo delle
scuole di volo della Forza Armata. Tra il
1947 ed il 1954 presso basi nazionali ed
estere effettua l’abilitazione su numerosi velivoli tra i quali: Harvard T 6, P 51 Mustang, Spitfìre IX, DH 100 “Vampire”,
Gloster “Meteor”, Trojan T 28, LocheedT.
33.
Dal 1954 al 1957 è, presso la Base di Amendola
(FG), al Comando della Scuola di Tiro e Tattiche e successivamente del Gruppo Servizio Tecnico Logistico. Dal 1958 al 1961 svolge incarichi di Stato Maggiore presso il 1° e il 3° Reparto
dello S.M.A.. Nel 1962, è trasferito nel 1963
presso la Scuola di Volo Basico di Amendola ove
assume prima l’incarico di Vice Comandante e il
1° luglio 1964 di Comandante. Nello stesso anno, la Scuola di Lecce, viene dotata dei velivoli
Macchi MB 326. Dopo un’esperienza presso lo
S.M.A., Reparto Affari Generali, Giuseppe Scarinci, dal 1967 fino al 1971, svolge l’incarico di Addetto Militare
Aeronautico e Navale, con sede a Buenos Aires, per Argentina,
Ecuador, Bolivia, Paraguay, Uruguay, Perù, Chile e promosso
Generale di Brigata Aerea. Rientrato in Patria svolge ulteriori incarichi consultivi per il Ministro della Difesa fino al congedo, nel
1979, con il grado di Generale di Squadra Aerea. Il Generale
Giuseppe SCARINCI nella sua lunga carriera ha volato su oltre
50 differenti velivoli: monomotore, plurimotori, idrovolanti, con
motore a pistoni ed aviogetti ed in ultimo ultraleggeri, non interrompendo mai l’attività di volo.
Volati più in Alto
Alseno (PC), 11 novembre 2014
La scomparsa della Medaglia d’Oro al Valor Militare,
Luigi Gorrini (12 lug.1917 - 8 nov. 2014) Valoroso Guerriero dei Cieli
Autorità civili e militari insieme ad una folla commossa hanno partecipato ai
funerali dell’asso della seconda guerra mondiale che
si sono tenuti nella chiesa
di San Biagio a Castelnuovo Fogliani di Alseno (PC).
Il Presidente della Repubblica, Giorgio Napolitano,
appresa la notizia della
scomparsa della Medaglia
d’Oro al Valor Militare, Luigi Gorrini, ha espresso ai familiari il sentito cordoglio ricordando il valoroso aviatore
che ha servito la Patria con onore e spirito di sacrificio.
Il Capo dello Stato ha altresì inviato al Presidente del
Gruppo Medaglie d’Oro al Valor Militare, Generale Umberto Rocca, un messaggio nel quale sottolinea la dedizione e il senso del dovere
di Luigi Gorrini.
Alla cerimonia hanno presenziato il Generale Squadra Aerea Roberto Corsini, Direttore per l’Impiego del Personale Militare,
e il Generale di Divisione
Aerea Nicola Lanza de
Cristoforis, Comandante
delle Forze da Combattimento. Il 50° Stormo, ultimo Reparto di servizio
prima del congedo avvenuto nel 1969, ha presenziato ai funerali del compianto
Gorrini con una rappresentanza; il
Comandante dello Stormo, Colonnello Giorgio Foltran, ha partecipato ai familiari il profondo senso
di cordoglio di tutto il personale
del Reparto.
Il Capo di Stato Maggiore dell’Aeronautica Militare, Generale di
Squadra Aerea Pasquale Preziosa, e
tutta la Forza Armata hanno
espresso - con una nota stampa sentimenti di profondo cordoglio
e vicinanza ai familiari del compianto Luigi Gorrini, l’ultimo
grande Asso dell’Aeronautica
Militare.
Dopo l’arruolamento nella
Regia Aeronautica nel
1937, prestò servizio come
sergente pilota al 18°
Gruppo del 3° Stormo
Caccia Terrestri.
Durante la seconda guerra
mondiale gli sono accreditati 19 aerei abbattuti, 15
con la Regia Aeronautica e
4 con l’Aeronautica Nazionale Repubblicana, (ma alcuni autori gliene attribuiscono 24) e 9 danneggiati, tra
Curtiss P-40, Spitfire, P-38 Lightning, P-47 Thunderbolt e B-17 “Fortezze volanti”. Le sue vittorie sono state
conseguite ai comandi del biplano Fiat C.R.42 e dei monoplani Macchi M.C.202 Folgore e M.C.205 Veltro. Gorrini è stato il principale asso sui Veltro, con i quali abbatté
ben 14 aerei nemici e ne
danneggiò sei.
Nella foto, il M.llo Gorrini, nel corso di una cerimonia solenne a Milano,
riceve dal Generale Lucini
la Medaglia d’Oro al Valor
Militare concessagli, in data 28 gennaio 1958, dal
Presidente della Repubblica Italiana On. Giovanni
Gronchi su segnalazione
del Ministro della Difesa
On. Paolo Emilio Taviani.
“Bruciammo la nostra giovinezza
ma obbedimmo. I nostri caduti sono testimoni della nostra fede, della
nostra passione, del nostro credo. A
questo Gruppo, ho dato gli anni
verdi della mia giovinezza che allora si viveva in un’altra dimensione.
212 combattimenti, 24 vittorie aeree individuali, 5 lanci con il paracadute. Cose che rifarei per un’Italia migliore”.
Questo il messaggio che volle lasciare al Suo 18° Gruppo in occasione dell’ultima visita al Reparto,
parole che echeggiano oggi più che
mai in tutta la Sua Forza Armata.
Il Corriere dell’Aviatore N. 1-2/2015 47
Volati più in Alto
Roma - 14 novembre 2014
Il Generale Andrea Baroni, Ufficiale Meteo tra i più popolari
dell’Aeronautica Militare si è spento a Roma all’età di 97 anni
Il Generale Andrea BARONI è noto al grande pubblico per aver condotto per molti anni la storica rubrica televisiva RAI Che tempo fa,
alternandosi con il suo grande amico e collega Edmondo Bernacca.
Marchigiano di nascita (era nato a
Fabriano, AN il 14 febbraio 1917)
e romano di adozione, conseguì il
diploma di perito industriale.
Arruolatosi nel 1939 nell’allora Regia Aeronautica e vinto il concorso
in servizio permanente effettivo per
il ruolo del Genio Aeronautico, partecipò al secondo conflitto mondiale in ausilio alle truppe schierate sul
fronte nord-africano, fornendo
supporto meteo di prim’ordine per i
mezzi del tempo; nel ‘41 a Tobruk, in Libia, ebbe il compito di reimpiantare tutte le stazioni meteorologiche distrutte dagli alleati nel corso dei conflitti sino a Demia,
sulla via Balbia.
Rientrato in patria fu assegnato come Ufficiale previsore
meteo degli Assi delle aerosiluranti sull’aeroporto di Istres
in Francia, dove operavano aerei sia italiani che tedeschi.
Dopo l’8 settembre 1943 fu catturato dai tedeschi e internato in vari campi di prigionia nazisti in Ucraina, Polonia e Germania, per un totale di venti mesi. Il 14 marzo 1945 trovò il modo di fuggire
dal campo di Magdeburgo e tornò
a Roma a piedi, camminando
ininterrottamente per due mesi.
Al termine del conflitto ricoprì in
Aeronautica Militare numerosi incarichi operativi fino al 1958, anno
in cui, data anche la sua ottima conoscenza dell’inglese e del francese,
assunse l’incarico di Segretario della Rivista di Meteorologia Aeronautica e, successivamente, con la
promozione al grado di Colonnello, quello di Direttore della stessa,
dopo una breve parentesi come
Capo dell’Ufficio Meteo della II
Regione Aerea. Nei lunghi anni alla Rivista il Ten.Col. Baroni ebbe
modo di scrivere numerosi articoli
48 Il Corriere dell’Aviatore N. 1-2/2015
e di curare la traduzione di molti lavori stranieri, contribuendo alla crescita ed all’aggiornamento culturale
del personale meteo della Forza Armata, della comunità scientifica italiana, ma anche dei numerosi appassionati abbonati alla Rivista.
Nel 1973 fu chiamato a preparare
una scaletta per la realizzazione di
un film sull’impiego dei palloni per
radiosonde meteorologiche. Nel
film, dal titolo Io vagabondo, il pallone sonda raccontava le proprie
avventure e quelle della sua amica
“radiosonda” nel volo sui cieli di
tutta Italia; il cortometraggio riscosse un vero e proprio successo.
Come già ricordato, nel 1973 iniziò a condurre, ancora
in servizio, la più seguita trasmissione della RAI “Che
tempo fa”, insieme al collega e pioniere Gen. Edmondo
Bernacca.
Il successo fu immediato e anche frutto della sua volontà
di far nascere nel grande pubblico televisivo l’emozione
per un argomento quasi sconosciuto che andava però
“raccontato” come l’arte di prevedere il tempo.
Concluse il suo servizio attivo nel 1976, anno del collocamento in congedo per raggiunti limiti di età, mentre continuò a collaborare con la RAI sino alla fine del 1993.
Nel 1990 ricevette la promozione
onorifica al grado di Generale per
aver partecipato alla Resistenza
come internato militare nei campi
di concentramento.
Nel libro Il Cavaliere delle rose e
delle nuvole, l’autrice Annalisa
Venditti afferma:”il Generale Baroni è stato un uomo moderno
d’altri tempi. Un uomo cioè sempre al passo, aggiornato costantemente sui fatti del mondo e sulla
materia che tanto ha amato nella
sua vita, la Meteorologia, ma anche una persona dai modi gentili,
garbati, dall’aria forse un po’ austera, ma dal cuore d’oro”.
Volati più in Alto
Camisano Vicentino, 15 novembre 2014
Il Generale S.A. Luciano Bonalumi - già Capo Corso del Leone II - Accademia Aeronautica
1951-1954. Pilota dei Lancieri Neri - ci ha lasciati dopo una lunga malattia
Figura di grande rilievo cui si vorrà dedicare ulteriori ricordi nei
prossimi numeri.
Pilota dell’8° Gruppo della 2A Aerobrigata schierato a Montichiari nel giugno 1957, entrò a far parte nel 1960 della pattuglia
acrobatica della Seconda Aerobrigata, chiamata Lanceri Neri.
Bonalumi si segnalò subito per le eccellenti doti di aviatore, accurato negli allenamenti e instancabile nel programmare ed eseguire le diverse figure a bordo del suo caccia Canadair F 86 Sabre. Nonostante la sua meticolosità non mancarono, nel periodo
vissuto in pattuglia, episodi vivaci e pieni di pathos, legati anche
all’impeto con cui venivano affrontate le missioni di volo.
Durante uno dei voli di allenamento nell’incrocio della “bomba”
Bonalumi che passava alla quota più bassa, d’improvviso senti
una botta sull’ala. A bordo niente di anormale. Tutto “OK” e rimaneva in formazione.
A terra al parcheggio, il crew chief gli faceva notare una bozza sul
bordo dell’ala destra. Cosa avesse urtato era un mistero. Dopo affannose ricerche trovarono l’oggetto misterioso: Era il cartello piantato su un raccordo che recitava: «Vietato attraversare la pista». Bonalumi pagò da bere per il divieto non rispettato. Ma anche
perché gli era andata veramente bene! Bonalumi, divenuto colonnello, comandò nel 1975 la base aerea di Ghedi.
Recensione
Quante persone ricordano
l’aeroporto di Pomigliano d’Arco?
Quanti di loro sanno che per ventinove anni (dal 1939
al 1968) questa pista ha visto volare il meglio dell’industria aeronautica civile e militare?
Gli eventi bellici hanno visto l’aeroporto conteso tra le
forze dell’Asse e quelle Alleate e, nel dopo guerra, è stato, per undici anni (dal 1951 al 1962), la sede della
Scuola di Volo dell’Accademia Aeronautica.
Qui è nato il primo velivolo supersonico italiano (1956
e 1957), invidiatoci persino dalle industrie americane.
Questo libro vuole raccontare questi e molti altri episodi,
storie vere di piloti e di tecnici che hanno reso per quasi
trent’anni Pomigliano un simbolo di eccellenza a livello internazionale, scrivendo una parte della storia di questa città
e dell’Aeronautica Militare italiana, di cui andare orgogliosi.
Gli autori
Fiorentino Panico, Gen. di B.A. Pilota (r), pomiglianese,
è laureato in Scienze Aeronautiche presso l’Università degli Studi Federico II di Napoli e in Scienze Politiche presso l’Università degli Studi di Trieste. Ha svolto attività di
volo, servizio e incarichi di comando presso il 41° Stormo di
Sigonella, l’aeroporto
di Comiso, lo Stato
Maggiore Marina,
l’Ambasciata Italiana
al Cairo, lo Stato
Maggiore Aeronautica e il Reparto Generale Sicurezza dell’AMI.
Luigi Iodice, Commendatore della Repubblica Italiana, è
stato Ufficiale dell’Aeronautica Militare dove ha svolto
funzioni di controllore del traffico aereo. È stato Direttore Centrale della Pianificazione e Sviluppo di ENAV
e, successivamente, si è occupato di Ricerca Tecnologica
in ambito Europeo per conto di aziende di Finmeccanica. Ha finalizzato l’adesione italiana al programma europeo di navigazione satellitare e quello per la realizzazione del Cielo Unico Europeo.
Il Corriere dell’Aviatore N. 1-2/2015 49
Dalle Sezioni Territoriali
MILANO
Ai 13 Aviatori Italiani Caduti a Kindu
MEDAGLIE D’ORO AL VALOR MILITARE
Anche quest’anno, in occasione dell’anniversario dell’eccidio di Kindu (11 novembre 1961), le Sezioni A.N.U.A.
ed A.A.A. di Milano hanno voluto ricordare il tragico avvenimento.
Domenica 09 novembre presso la Chiesetta della 1^ Regione
Aerea di Via Gaio, è stata celebrata una S. Messa di suffragio.
La S. Messa è stata officiata dal Cappellano Militare Capo Don Enrico PIROTTA che all’Omelia ha ricordato,
con commoventi parole, il sacrificio dei 13 Aviatori Italiani inviati in Congo in missione di Pace.
Al termine della S. Messa don Enrico ricordando nuovamente il tragico evento, ha letto i nomi delle 13 Medaglie
d’Oro e il Brigadiere Generale Augusto Dal Lago Vice Presidente della Sezione, “La Preghiera dell’Aviatore”.
Al termine della cerimonia religiosa, presenti numerosi soci delle due Associazioni, il Generale D.A. Antonino Pasquali
(98 anni compiuti), Comandante del Contingente Italiano a Kindu all’epoca dei tragici avvenimenti, accompagnato
dal Presidente della Sezione A.N.U.A. di Milano Generale D.A. Otello ORLANDI, dal Presidente della locale Sezione
A.A.A. Generale di Brigata Riccardo Merlino hanno deposto una Corona di alloro presso la targa ricordo situata nei
giardini di piazza Guardi, giardini dedicati alla memoria dei 13 Aviatori caduti a Kindu. Il silenzio è stato suonato da
un trombettiere della banda musicale della 1^ Regione Aerea.
50 Il Corriere dell’Aviatore N. 1-2/2015
Dalle Sezioni Territoriali
TARANTO
Novembre 2014 - La Dama d’Onore ANUA prof.ssa Violante Rotondo DE FAZIO ha donato alla Biblioteca
della Scuola Volontari Truppa AM moltissimi Libri del marito Gen. S.A. Salvatore DE FAZIO.
E’ stata pertanto organizzata una semplice ma suggestiva e simbolica cerimonia di ringraziamento, nella quale il Col
Roberto Leo, Comandante della SVTAM, ha consegnato alla Dama d’Onore, un attestato di riconoscimento per la donazione. Nell’occasione il Col. Leo ed il Prof. Aldo Marturano Presidente della Sez. ANUA Taranto hanno tratteggiato
il significato culturale del lascito di volumi nei quali si raccolgono valori e tradizioni storiche dell’ Aeronautica Militare
Italiana che costituiranno un ulteriore arricchimento non solo per gli allievi della scuola.
Il Corriere dell’Aviatore N. 1-2/2015 51
Dalle Sezioni Territoriali
FIRENZE
La Dama d’Onore Lilia Sciaudone Ramarli mantiene il ricordo
della Sezione ANUA fiorentina con l’auspicio che in questo anno 2015
siano stimolate nuove adesioni per una ripresa di iniziative a favore del Sodalizio.
Ricorrendo il centesimo anniversario della Grande Guerra ha inviato un suo contributo storico:
... mando la lettera che mio zio, Enzo Ferri, Sergente Maggiore Pilota, scrisse al fratello Bindo (detto Bobi)
già valoroso ufficiale nell’84° Fanteria, ferito due volte (nel 1916 sul Monte Sabotino e nel 1917 sul Monte
Cucco) nella quale descrive come, con altri compagni, partì da Aiello per raggiungere D’Annunzio a Fiume.
Enzo Ferri, il minore di due fratelli di mia madre, partì “per la guerra” nel 1915 a diciotto anni e mai, miracolosamente, era stato ferito. morì nel gennaio 1920 a Fiume (d’Italia) per incidente.
D’Annunzio pronunciò un discorso alla notizia della morte ( lo abbiamo). Penso quindi che se interessa potrebbe essere eventualmente pubblicato. Grazie dell’attenzione e dell’amicizia. Lilia Sciaudone
Biplano da
bombardamento
(Guerra 15-18 )
della 39^ squadriglia
con Cap. Pietro Pinna
e Serg. Mag. Enzo Ferri
52 Il Corriere dell’Aviatore N. 1-2/2015
Verso il giuramento dello Sparviero 5°
A
pprossimandosi il
giuramento di fedeltà alla Patria ed alle
Istituzioni da parte degli 84
Allievi del Corso Sparviero
V , due Padrini dello Sparviero 2° dedicano a loro alcuni spunti di riflessione,
nello spirito che unisce le
cinque generazioni di appartenenti ai Corsi Sparviero
(1937, 1957, 1976, 1995,
2014 ) - Accipiter velut
Esplose la gioia a Roma come si sparse la notizia che la
guerra contro l’Egitto dei
Tolomei era vinta, con il
suicidio di Antonio e Cleopatra, già sconfitti poco
tempo prima sul mare. L’egemonia dei discendenti di
Romolo non era più a rischio e poteva iniziare l’età
della pax romana. La notizia
fu portata in città da Marco
Tullio Cicerone, figlio dell’omonimo illustre oratore, che
anni prima era stato assassinato dai sicari di Antonio.
Correva l’autunno del 30 a.C. e la lieta novella potrebbe
essere giunta nella città negli ultimi giorni di ottobre,
magari proprio il 26, genetliaco del Corso Sparviero**.
Orazio, travolto dall’entusiasmo, nella sua famosa ode dedicata a quella preziosa vittoria, verseggiò con impeto “
Nunc est bibendum, nunc pede libero pulsanda tellus...”
e più avanti, orgogliosamente, raffigurò Ottaviano che
implacabile incalzava la sconfitta regina “...come lo Sparviero fa con le tenere colombe...” (... accipiter velut mollis columbas...).
Chi decise nel 1937 di battezzare il quindicesimo corso
della Regia Accademia Aeronautica con il nome del rapace, che i latini chiamavano accipiter, si proponeva di forgiare una generazione di baldi aviatori, determinati a difendere dal cielo la pace e la libertà della Patria. Mai
avrebbe però potuto immaginare, mentre apriva le porte
della Regia di Caserta agli allievi dello Sparviero, che
quei giovani avrebbero davvero difeso con coraggio la patria in guerra e che la gran parte di loro, sprezzando il pericolo, avrebbe immolato la propria gioventù, onorando
con il sangue il giuramento di fedeltà al popolo e allo
Stato d’Italia.
Così come fu in quegli anni di guerra, sia anche ora e per
sempre onore e gloria ai caduti dello Sparviero.
Voltata la pagina, Accipiter
Velut fu assegnato anche alla
banda di giovanotti che il 26
ottobre del 1957, superate le
prove d’ammissione e l’asiatica, si guadagnarono l’accesso
all’Accademia Aeronautica di
Nisida, dando vita allo Sparviero 2°.
Dal 1937 a oggi sono trascorsi tanti anni. Sia come
sia, i capelli degli appartenenti ai primi Corsi Sparviero sono nivei, le coscienze tranquille e, grazie al Signore, in buon numero sono ancora sotto i raggi del
sole. I baldi giovani dello
Sparviero Quarto sono nel
pieno della loro vita aeronautica e uno di loro, non
sazio dell’atmosfera terrestre, si è spinto nello spazio
siderale ed è stato il primo
italiano a fare una escursione fuori dalla Stazione Spaziale Internazionale (SSI) ormai denominata nell’ambiente Stazione Sparviero Internazionale.
Ora, cari amici, parafrasando l’antico vate, per noi “è tempo
di bere, di ballare, battendo i piedi liberi sulla terra” e di ringraziare la Provvidenza, perché noi dei primi quattro Corsi
Sparviero, vittoriosi nella vita a capo di tanti anni di travagli,
delusioni, dolori, ma anche di gioie e soddisfazioni, abbiamo
la fortuna di aver visto entrare in Hdemia Aeronautica i giovanissimi allievi dello Sparviero Quinto che andremo a battezzare a Pozzuoli all’inizio della prossima primavera.
Lo Sparviero Secondo è, a parer nostro, un Corso speciale, perché è un insieme di persone, che fin dal primo
giorno se le sono dette e cantate in faccia, con cruda e
talvolta sfrontata lealtà, ma sempre con una vena di umano affetto. Per tal fatto nessuno ha mai nascosto il suo carattere, la propria indole allegra, o triste, o litigiosa. Autentici rompiballe, che però nelle contingenze della vita
mai a nessuno sono stati secondi per generosità e solidarietà. Un gruppo di italiani che in oltre dieci lustri talvolta si è disunito, altre volte si è stretto a falange ed ha
mandato nel Vvaffaghanistan quelli di sopra e quelli di
sotto, senza guardare in faccia nessuno, così come avviene
nelle migliori famiglie quando è in gioco la dignità.
Insomma, questo è lo Sparviero Secondo: una schiera di
vecchi turbolenti con una robusta discendenza di Accipitres impegnati nei cieli d’Italia e del mondo, e anche oltre.
Il Corriere dell’Aviatore N. 1-2/2015 53
Verso il giuramento dello Sparviero 5°
Così nella storia dei corsi dell’Accademia Aeronautica, ogni Sparviero possiede e custodisce in sé una molecola
dell’identità collettiva di appartenenza, la quale resiste e resisterà al trascorrere del tempo, per divenire imperitura come è avvenuto per quella
dei nostri colleghi, che hanno già attraversato il portale della vita.
A loro spetta la nostra riconoscenza e
l’onore del nostro fraterno affetto,
mentre la magia del ricordo li riporta
in mezzo a noi più giovani e più forti,
perché la memoria di loro, che è anche la nostra, trasforma il nostro
gruppo nell’unico irripetibile Corso
Sparviero di appartenenza.
A Palazzo Aeronautica, voluto ed eretto per merito del nostro padre fondatore, il Maresciallo dell’Aria Italo BALBO, nei locali sotterranei sono sopravvissuti due stupendi
dipinti murali a tempera, opera dell’impareggiabile Marcello Dudovich. Essi sono visibili, ancora oggi, sulle pareti
di un’angusta stanzetta, dove corre voce si appartasse, di
tanto in tanto, il fondatore della nostra Arma Azzurra.
La scena del primo dipinto è dominata da un ammasso di
alte e torreggianti nuvole, che si apre al centro, per lasciare
intravedere, più in basso verso la terra, uno squarcio di
cielo azzurro, come una porta di casa, spalancata in attesa
dei suoi padroni. Alcuni aviatori si danno da fare intorno
ad un paiolo per preparare il desinare, al fuoco di una
manciata di stelle rilucenti. Attendono nuovi commensali.
Poco discosto, un terzo, comodamente seduto sulla vetta
di un cumulo sta spennando un’aquila appena catturata,
mentre altre svolazzano atterrite in lontananza. Il cielo ha
nuovi signori: “I piloti della Regia Aeronautica”.
La scena del secondo dipinto utilizza di nuovo le nuvole
per rappresentare la vita dei piloti. I vapori sono scuri e
inquieti. Appaiono più chiari solo al centro della raffigurazione e, dove si diradano, il cielo è notturno, appena illuminato da una falce di luna calante, che s’intravede nell’angolo inferiore destro del dipinto. Elegantemente vestiti due piloti giocano a scacchi. Un terzo, avvolto in una
mantella nera e in piedi alle spalle di uno dei due giocatori, osserva attento. Al loro fianco, su un tavolino affondato nei vapori, s’intravede un giornale, dove troneggia
in grassetto il nome della Patria: Italia. Il centro del murale mostra gli impennaggi tricolori di un aereo in ripida
salita. Da uno squarcio, che sembra spingersi oltre il dipinto, scende da un’altezza mai raggiungibile un fascio di
luce, che inatteso rischiara la sommità destra della com54 Il Corriere dell’Aviatore N. 1-2/2015
Rappresentanti delle prime quattro generazioni: da sx a dx:
S****Mag. Luca Parmitano, gli ultimi dello “Sparviero”
GSA Cesare Palmieri (classe 1917!) e GSA Giuseppe Scarinci (classe 1919!), “S**” GSA Gianni Franco Scano e GSA
Fabio Colussi, S*** Gen.Giacomo De Ponti (in2^ fila).
posizione. Verso quella luce, che rassicura, si dirige deciso
un aviatore, che tranquillo abbandona dopo aver compiuto la sua ultima missione.
Il capolavoro, sopravvissuto al furore dell’iconoclastia antifascista, riflette la filosofia e la poesia di tempi eroici
oramai lontani, ma è sempre dolce e confortante l’idea di
un “paradiso dei piloti”, riservato ai nostri caduti.
Fra pochi mesi ci incontreremo a Pozzuoli e con noi saranno presenti anche i camerati Sparvieri che sono già
volati più in alto. La memoria di loro salderà il presente
con il nostro lontano passato comune.
Il nostro ricordo di superstiti si fermerà sui rispettivi Comandanti di Corso che trasformarono il branco appena
entrato in Hdemia in un Corso di allievi brillanti, volenterosi e fidati.
E ora, nell’attesa d’incontrare tutti gli altri Sparvieri in primavera a Pozzuoli per il battesimo dei ragazzi dello Sparviero Quinto, un saluto a tutti con gran calore, augurando
che il motto oraziano “Accipiter Velut” che ci distingue accompagni tutti gli Sparvieri, compresi quelli della quinta
generazione, ai quali va il fausto vaticinio di tanta fortuna,
perché la buona sorte e il successo di loro apparterranno
anche agli altri Sparvieri, all’Aeronautica e all’Italia.
Gianni Franco Scano
e Federico Castronovo - Sparviero Secondo
Verso il giuramento dello Sparviero 5°
REGIA AERONAUTICA
UN PILOTA DEL 23° GRUPPO CACCIA TERRESTRE
LEONARDO BARGONI
Il figlio, Ing. Roberto, ha voluto ricordare suo padre inviando alla Presidenza dell’ANUA una lettera che viene qui parzialmente riportata:
…ho avuto sottomano casualmente la Vs rivista n. 9-l0/I4 che ho letto attentamente.
Mi è quindi venuto il desiderio di inviarle un volumetto di poche pagine che ho scritto in ricordo di mio padre.
Leonardo Bargoni (1918 - 2009) corso Sparviero (1937-40) inviato in Sicilia in forza al
23° Gruppo C.T a pilotare un CR 42 sul quale non era mal salito prima.
…Quando appresi che finalmente al museo di Vigna
di Valle avevano recuperato un CR 42 non esitai ad
accompagnare mio padre a vederlo. Si emozionò moltissimo e rimase alcuni minuti da solo, senza parole,
ad anmmirarlo.
Chissa quante persone e quanti avvenimenti turbinarono nella sua mente.
…Ricordiamoci ogni tanto di questi giovani piloti entusiasti mandati al macello (lo Sparviero ebbe il 50%
di caduti) pilotando mezzi inferiori e poco numerosi;
eppure si batterono con ardore e amor di Patria.
…Le invio in allegato, a degno coronamento dell’opuscolo, una foto del 2005.
Dal “volumetto” estraiamo in questa occasione solo alcune frasi:
• (in Accademia) “Oltre a studiare molto, si fa sport e si familiarizza tra noi; un’amicizia che non verrà mai meno e
posso dirvi che, ormai vecchio, mi ricordo di tutti i miei compagni: da Bacchi e Bastogi, compagni di cameretta,
al grande Riparbelli, campione di boxe e medaglia d’argento negli aerosiluranti”.
• “Il sei maggio 1940 sono ufficialmente pilota militare. Il 21 maggio, il mese prima dell’entrata in guerra, sono nominato Sottotenente in SPE; pronto, secondo loro, per la guerra”.
• (poco dopo, durante un breve addestramento sul
CR 32, biplano protagonista della guerra di Spagna
del 36) a Castiglione del Lago “conosco una graziosa
e spiritosa ragazza ad una festa danzante nei locali del
Comune e della quale mi innamoro subito: Norma;
sarà mia moglie e madre dei nostri tre figli, Roberto,
Stefania e Riccardo”.
• (a Comiso da luglio 1940 nella 75^ squadriglia del
23° Gruppo, con il motto <Canto XIII-Inferno> “come veltri ch’uscisser di catena” ) ... Numerose sono le
nostre azioni; ricordo per esempio quella del 17 settembre quando decolliamo in 19 CR 42 al comando
di Falconi per scortare 12 Stuk su Malta. C’è un
cruento scontro con gli Hurricane dal quale usciamo
vittoriosi a dimostrare come la nostra inferiorità non
ci fa rinunciare alla lotta.
Il Corriere dell’Aviatore N. 1-2/2015 55
Le Sezioni Territoriali
BRESCIA - Pres. Vanni Scacco
Via Livorno 7 - 25125 (BS)
Tel. 3779539324 ([email protected])
CAGLIARI - Pres. Santo Vittorio Rossi
Via Palestro 31 - 09011 Calafetta (CG)
Tel. 070 400311 ([email protected])
CATANIA - Pres. Luigi Barzaghi
Via Antonio Gramsci 62 - 95030 Gravina di Catania (CT)
Cell. 330 833 165 ([email protected])
FOGGIA - Pres. Leonardo Colonnello
Via Fiume 42 - 71121 (FG)
Tel. 0881 723072 ([email protected])
LATINA - Pres. Antonio Pompeo Muccitelli
Via Picasso 13 - 04100 (LT)
Tel. 0773 601743 ([email protected])
MILANO - Pres. Otello Orlandi
Piazza Novelli 1 - 20129 (MI)
Tel. 02 73906795 ([email protected])
NAPOLI - Pres. Giuseppe Lenzi
Via S. Lucia 97 - 80132 (NA)
Tel. 081 7643929 ([email protected])
PADOVA - Pres. Vittorio Martignani
Corso Umberto Primo 100 - 35122 (PD)
Tel. 049 8722618
RIMINI - Pres. Piero Rohr
Via Parmense 14 - 47900 (RC)
Tel. 0541 773571 ([email protected])
ROMA - Pres. Raffaele Cariglia
Via Marcantonio Colonna 25 - 00192 (RM)
Tel. 06 3254924 ([email protected])
TARANTO - Pres. Aldo Marturano
Viale Magna Grecia 108 - 74100 (TA)
Tel. 099 7365622 ([email protected])
TORINO - Pres. Domenico Boschini
Via Duc.a Jolanda 21bis - 10127 (TO)
Tel. 011 19707873 ([email protected])
VERONA - Pres. Piero De Piero
Via Cardinal Massaia 2 - 37138 (VR)
Tel. 0458 103405 ([email protected])
VICENZA - Pres. Francesco Ranieri
Via S. Antonino - 36100 (VI)
Tel. 0444 922489 ([email protected])
56 Il Corriere dell’Aviatore N. 1-2/2015
Nascita del Corpo Aeronautico Militare
e suo impegno nella Grande Guerra
Il 7 gennaio 1915 nasceva con Regio Decreto il Corpo Aeronautico Militare
Il 24 maggio l'Italia, dichiarando guerra all'Austria, entrava nella Prima Guerra Mondiale.
Quattro squadriglie del neocostituito Corpo (27^, 91^, 10^ e 87^) impegnate arduamente nella Grande Guerra operarono con brillanti azioni di combattimento, tanto che i loro simboli furono poi autorizzati dal Presidente Saragat, il 25 gennaio 1971, per comporre lo stemma dell’Aeronautica Militare.
Una commissione dei servizi segreti, nota come commissione Bongiovanni, verificò gli abbattimenti rivendicati dai piloti italiani durante la guerra e pubblicò il 1 febbraio 1919 un elenco ufficiale di 45 Aviatori. Gli Aviatori che conseguirono il maggior numero di vittorie sono:
Francesco Baracca 34 abbattimenti; Silvio Scaroni 26 abbattimenti; Pier Ruggero Piccio 24 abbattimenti;
Flavio Torello Baracchini 21 abbattimenti; Fulco Ruffo di Calabria 20 abbattimenti ( stesso ordine delle foto).
Fulco Ruffo di Calabria (Napoli, 12 agosto 1884 – Ronchi di Apuania, 23 agosto 1946) è stato un nobile, aviatore e
politico italiano, eroe ed asso del Servizio Aeronautico del Regio Esercito nella prima guerra mondiale durante la quale conseguì 20 vittorie aeree ottenendo una promozione per meriti di guerra e venendo insignito di una medaglia d'oro al valor
militare, di due d'argento, quattro di bronzo e di altre onorificenze italiane e straniere.
Figlio di Fulco Beniamino Ruffo di Calabria e di Laura Mosselman du Chenoy (Il padre era stato per qualche anno sindaco di Napoli. La madre, proveniva da una nobile famiglia belga) portò in vita i titoli di XVIII conte di Sinopoli, VI duca di
Guardia Lombarda, nobile dei Principi di Scilla e patrizio napoletano. Divenne principe sul cognome il 15 marzo 1928.
Effettuati gli studi nel collegio di Mondragone, presta il 22 novembre 1904 si arruola come volontario a Foggia nel
XI Reggimento cavalleria leggera "Foggia", alla Scuola ufficiali di complemento. Nel maggio 1905 è promosso caporale, nel novembre 1905 sergente, nel febbraio 1906 sottotenente. Successivamente si trasferisce in Somalia dove rimane tre anni presso una società italo-belga che si occupa di commercio fluviale. Allo scoppio della prima guerra
mondiale rientra in Italia e si arruola volontario nel Battaglione aviatori. Conseguito il brevetto al Centro di formazione di Torino-Mirafiori nel 1915, viene inviato sul teatro di guerra. Dopo le prime esperienze di volo in una Squadriglia di ricognitori, nel 1916 viene assegnato ai Reparti da caccia.
Nel 1917 viene assegnato alla 91ª Squadriglia aeroplani da caccia, la famosa "Squadriglia degli Assi" comandata da
Francesco Baracca, alla cui morte, nel giugno 1918, ne subentra in comando. Il 20 ottobre 1918 viene abbattuto mentre è in volo oltre le linee austriache, miracolosamente riesce ad atterrare e a riattraversare il fronte. Pochi giorni dopo l'Austria chiede l’armistizio. Finita la guerra Fulco Ruffo di Calabria rimane nel Regio Esercito fino al 1925 congedandosi con il grado di primo capitano. Sposa la contessa Luisa Gazzelli dei conti di Rossana (1896-1989) e dal matrimonio sono nati sette figli (4 donne e 3 maschi) tra il 1920 a Roma(principessa Maria Cristina) ed il 1937 a Forte
dei Marmi (principessa Paola regina dei Belgi, 1993-2013, con Alberto II del Belgio).
Dopo il congedo si dedica alla propria azienda agraria ed a studi sulle piante. Anche in questo campo lascia un segno della sua presenza in quanto scopre una varietà di trifoglio, il trifolium vesiculosum Savi, conosciuto con il nome
volgare di "trifoglio Ruffo". Nel 1934 viene nominato senatore del Regno d'Italia. Muore a Ronchi di Apuania nella
sua casa il 23 agosto 1946.

Documenti analoghi

Corriere dell`aviatore 2012/11-12

Corriere dell`aviatore 2012/11-12 Direttore responsabile Mario Tancredi Ha collaborato a questo numero Giuliano Giannone Responsabile Amministrativo Cesare D’Ippolito Autorizzazione Tribunale di Roma 2546 del 12-2-52 ANUA/Centro St...

Dettagli

aeronautica 1/2012 - Sezione di Treviglio

aeronautica 1/2012 - Sezione di Treviglio il patrimonio culturale e spirituale dell'Aeronautica Militare.

Dettagli