Untitled - Esperienze CON IL SUD

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Untitled - Esperienze CON IL SUD
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Studio di fattibilità per lo sviluppo di una filiera della lana in Sicilia
INDICE
1) Obiettivi del presente studio…………………………………………………………………………..2
2) Introduzione sull'isolamento termico e i materiali isolanti …………………………….………..2
3) Isolanti in lana in Italia …………………………………………………………………………………8
4) La produzione di lana ovina in Sicilia: quantità e qualità ………………………………………10
5) Le possibilità di valorizzazione della lana ………………………………………………………...11
6) Il possibile impiego della lana nella bioedilizia ……………………………………………….…13
7) Il cantiere di Reti di Lana …………………………………………………………………………….17
8) Possibili prospettive per una filiera regionale ……………………………………………………22
9) Conclusioni…………………………………………...…………………………………………………25
PROGETTO RETI DI LANA – STUDIO DI FATTIBILITA’ PER LO SVILUPPO DI UNA FILIERA DELLA LANA IN SICILIA
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IRIS s.a.s. di Maurizio Bacci - Strategie per l’Ambiente
AMBIENTE – ENERGIA – TERRITORIO – ECOTURISMO - EDUCAZIONE
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1) Obiettivi del presente studio
Lo scopo del presente studio è quello di individuare modalità e prospettive per la ricostituzione della filiera
produttiva della lana in Sicilia, con particolare riferimento alla produzione di materiali isolanti in lana per l’edilizia ecocompatibile. Il progetto Reti di Lana si è principalmente basato sulla conoscenza delle esperienze esistenti e dei
soggetti presenti sul territorio, per cui allo stato attuale non ci sono gli elementi per individuare gli aspetti quantitativi
per la realizzazione di tale filiera, cosa che potrà essere fatta con azioni successive.
Tuttavia ci sono le basi per poter dire che mettere in piedi una filiera produttiva della lana sia possibile, perché è
stata fatta in altri territori. Sono necessari ulteriori approfondimenti per comprendere come questa filiera sia realizzabile
concretamente in Sicilia con caratteristiche di sostenibilità economica, ambientale e sociale, caratteristiche che
richiedono, tra le altre cose, il restituire un valore alla lana e al lavoro degli allevatori, cioè un valore al territorio rurale.
Nel presente studio si parte con un inquadramento sul tema dell’isolamento termico per poi analizzare gli aspetti
qualitativi e quantitativi della lana prodotta in Sicilia, le possibili applicazioni della lana in edilizia ed una panoramica
delle realtà esistenti, le diverse possibilità di valorizzazione della lana e le prospettive per uno sviluppo della filiera
siciliana.
È presente anche la descrizione dell’intervento di isolamento termico sperimentale realizzato nell’ambito del
progetto.
2) Introduzione sull’isolamento termico e i materiali isolanti
Per parlare di isolamento termico focalizziamo la nostra attenzione su tre punti cardine: Economia, Energia e
Ambiente. Si parla oggi di risparmio economico anche per far fronte alla crisi, di tutela ambientale necessaria per
fermare il degrado e di risparmio di energia il cui fabbisogno tende in generale ad aumentare, nonostante le fonti più
comuni di energia siano limitate.
Il settore dell’edilizia, in particolare di quella privata, è rilevante poiché oltre a muovere una bella fetta dell’economia
nazionale è fonte di inquinamento a vari livelli ed è responsabile di circa il 22% del consumo energetico totale in Italia
(fonte ENEA) –
Ecco perché oggi si punta tanto sul risparmio energetico ed è in atto un processo politico-giuridico che spinge verso
l’efficienza energetica, cioè anche verso l’isolamento termico degli edifici. Questo si ripercuote su tutto il mercato dei
prodotti isolanti e nello specifico sul settore dei materiali naturali, perché sta crescendo anche la sensibilità verso la
salubrità e l’ecologia. In questo comparto rientra la lana e le sue possibilità di impiego nella bioedilizia.
Per ridurre il fabbisogno energetico di un edificio si può agire o sull’impianto di climatizzazione o sull’involucro
esterno dell’edificio, cioè creare un sistema efficiente di infissi ed isolare termicamente l’involucro opaco, pareti, tetto e
pavimento. Cosa significa isolare termicamente un edificio?
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Significa ridurre il flusso di calore scambiato tra ambienti a temperatura differenti, cioè
il flusso di calore che passa, attraverso l’involucro, dall’ambiente interno riscaldato
all’ambiente esterno freddo.
Le tecniche ed i materiali per isolare termicamente un edificio sono le più svariate,
giusto a titolo di esempio l’immagine seguente rappresenta alcune modalità di
posizionamento dello strato isolante.
(1) L’efficienza energetica nel settore civile – ENEA – Luglio 2011
Fig. 1: Modalità di isolamento termico
Lo strato isolante può essere inserito in vari punti della parete o della copertura a seconda della destinazione d’uso
dell’edificio.
I materiali utilizzati per l’isolamento termico sono i più svariati, nell’immagine seguente si riassumono alcune
importanti caratteristiche.
Fig. 2: Caratteristiche generali dei materiali isolanti
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Fig. 3: Caratteristiche generali dei materiali isolanti
Ogni materiale isolante ha un suo impatto ambientale, dove con questo termine si indica l’impatto legato al
processo produttivo, l’interazione con l’ambiente in fase di esercizio (es. emissione di sostanze più o meno tossiche) e
l’impatto nella fase di smaltimento.
In generale i materiali di origine naturale possono avere nel loro complesso un minore impatto ambientale rispetto ai
materiali sintetici, nel senso che risultano più compatibili con gli organismi viventi, non danno luogo all’emissione di
sostanze tossiche e sono completamente biodegradabili.
A titolo esemplificativo di seguito si elencano i principali isolanti di origine sintetica ed alcuni isolanti di origine
minerale.
Isolanti sintetici
-
pannello in polistirene espanso (eps)
-
pannello in polistirene estruso (xps)
-
pannello in poliuretano (pur)
-
aerogel
-
materassino multistrato termo-riflettente
-
capsule termoisolanti a cambiamento di fase
-
fibra di poliestere
-
materassino termo-fonoisolante a base polipropilene
-
vacuum insulating panel
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Isolanti minerali
-
pannello in vetro granulare espanso
-
pannello in lana di vetro
-
pannello in vetro cellulare
-
fibra di lana di roccia
Fig. 4: Caratteristiche tecniche di alcuni materiali isolanti.
Nelle tabelle riportate sopra sono esposte le principali caratteristiche di alcuni materiali isolanti.
λ è la conduttività termica, più basso è il suo valore e maggiore è la capacità isolante del materiale, C è la capacità
termica, ρ la densità e µ il coefficiente di resistenza alla diffusione di vapore, più basso è il suo valore e più traspirante
è il materiale.
L’impatto ambientale degli isolanti sintetici è legato a tutte le fasi dei materiali: sono prodotti derivati dal petrolio ed
alcuni polimeri, come lo stirene, è altamente tossico. Questi materiali emettono sostanze tossiche in caso di incendio e
possono emettere gas propellenti lentamente durante la fase di esercizio, inoltre danno problemi nella fase di
smaltimento per via della possibilità dell’emissione di sostanze tossiche.
Gli isolanti di origine minerali indicati sopra invece hanno un impatto ambientale legato soprattutto alla fase
produttiva, che richiede a volte l’impiego di materiali non rinnovabili ed importanti consumi energetici. In alcuni casi
sono impiegate resine come leganti delle fibre a cui prestare attenzione.
I materiali isolanti naturali in generale non presentano componenti tossici che possono arrecare danno in fase di
lavorazione (es. emissione di polveri nelle operazioni di taglio), sono altamente compatibili con gli esseri viventi, sono
altamente traspiranti, cioè si lasciano attraversare dal vapore acqueo e sono biodegradabili o comunque facilmente
smaltibili, dunque non danno grossi problemi nella fase finale della loro vita.
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Di seguito una panoramica di isolanti naturali per diversa origine.
Isolanti minerali
-
argilla espansa granulare
-
calce cemento naturale
-
granuli di perlite espansa
-
granuli di pomice
-
granuli di vetro riciclato
-
isolante termico in vermiculite espansa
Isolanti vegetali
-
materassino in fibra di juta
-
pannello in fibra di lino
-
pannello in fibra di mais
-
pannello in canna palustre
-
pannello in fibra di cocco
-
pannello in fibre di legno pressate
-
pannello in lana di legno mineralizzata
-
pannello in fibre di kenaf e canapa
-
pannello in fibra di canapa
-
pannello o granuli in sughero
-
isolante in fibra o fiocchi di cellulosa
Isolanti animali
-
materassino in lana di pecora
-
materassino a base di piume animali
Ci sono poi gli isolanti compositi dove due o più materiali, sia naturali che sintetici, possono essere accoppiati per
dar luogo a prodotti con prestazioni particolari.
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Fig. 5: Caratteristiche tecniche di alcuni materiali isolanti a basso impatto ambientale.
La lana è una fibra di natura proteica di origine animale utilizzata dall’uomo fin da epoche antiche come indumento
e isolante. Presenta ottime capacità di isolamento termico e acustico, una buona resistenza e durata nel tempo, è un
materiale completamente biodegradabile e ignifugo, protegge dai campi elettromagnetici ed anche per il fatto di essere
una risorsa rinnovabile ha complessivamente un basso impatto ambientale. Inoltre è un materiale altamente
traspirante, può infatti assorbire sino al 35% del suo peso in umidità.
Il potere di isolante termico ed acustico della lana è dovuto alla struttura cava delle fibre, che trattiene l’aria ed
attenua il rumore.
La lana si è evoluta nel tempo con doti utili all’edilizia. È un regolatore naturale di umidità e temperatura,
assorbendo e rilasciando energia col vapore acqueo; si riscalda durante l’assorbimento e si raffredda quando il vapore
viene restituito in atmosfera. Questo meccanismo limita la formazione di condensa e rende stabile il potere
termoisolante, ogni fibra si comporta di fatto come un piccolo condizionatore (fonte Isolana).
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3) Isolanti in lana in italia
La lana è uno dei tanti materiali isolanti che può essere impiegato nell’edilizia e lo scopo di questo studio è proprio
quello di verificare cosa esiste già sul mercato ed individuare possibili strade per la valorizzazione della lana siciliana.
In Italia si contano oltre 13 milioni di capi ovini, che significa altrettanti kg di lana sucida prodotti ogni anno. Buona
fetta di questa popolazione è in Sardegna, dove si contano circa tre milioni di capi; forse non a caso due delle tre
aziende produttive di materiali isolanti per l’edilizia si trovano proprio in questa regione: Brebey - tecnologie con la lana
ed Edilana, che utilizzano la lana delle pecore autoctone di Sardegna.
Fig. 6: Estratto del sito web dell’azienda sarda Edilana.
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Fig. 7: Estratto del sito web dell’azienda sarda Brebey.
La terza azienda, che è anche la prima nata in Italia, è Isolana di Prato in Toscana, città dove è fortemente presente
la filiera industriale delle fibre tessili.
Fig. 8: Estratto del sito web dell’azienda Isolana di Prato.
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Le aziende producono materiali isolanti termo-acustici per l’edilizia in svariate forme, tra cui pannelli rigidi pronti alla
posa, materassini in rotolo e tappeti in feltro.
L’azienda Isolana adopera per la produzione di pannelli un tipo di lana robusta, che per le sue caratteristiche
rappresenterebbe una lana di scarto o di ultima qualità per l’industria tessile.
Questa robustezza consente tra l’altro una riduzione degli scarti di materiale nella fase di cantiere, in cui il materiale
può essere movimentato, calpestato e urtato senza un sostanziale danneggiamento, cosa che consente di ridurre o
azzerare gli scarti (fonte Isolana).
4) La produzione di lana ovina in Sicilia: quantità e qualità
Il numero di capi ovini registrati in Sicilia dai dati dell'ultimo censimento è di circa 900.000,00 unità, con netta
prevalenza di animali allevati per la produzione di latte e distribuiti in circa 7.500,00 allevamenti.
Le razze ovine presenti in Sicilia sono vocate principalmente alla produzione di latte, che si traduce in una qualità
della lana generalmente scadente. Le pecore hanno infatti un’attitudine esclusiva riguardante la produzione di latte o di
lana. Nel tempo gli allevatori di Sicilia hanno selezionato le razze unicamente sulla base della produzione di latte, non
prestando alcuna attenzione alla lana che costituiva un prodotto secondario.
Se fino a qualche decennio fa la lana delle pecore siciliane era comunque un prodotto pregiato per realizzare
materassi e filati, legato al saper fare artigianale ed un modo di vivere più legato alla terra, con l’avvento dei materiali
sintetici questa risorsa è stata completamente soppiantata divenendo di fatto un prodotto di scarto.
Ecco che in Sicilia ogni anno una quantità prossima al milione di kg di lana viene abbandonata nei terreni o nei
fiumi, oppure ceduta ai commercianti senza alcun guadagno per gli allevatori.
La lana siciliana non vanta buone caratteristiche per la produzione di filati per via della grossolanità delle sue fibre,
ma la sua tendenza a riprendere il volume iniziale una volta compressa la rende particolarmente idonea per la
realizzazione di riempimenti: cuscini, materassi, ecc.
In tutti i casi l’esperienza del progetto e gli incontri sul territorio hanno dimostrato che la qualità della lana dipende
molto dal modo in cui vengono gestite le operazioni di tosa: bastano dei piccoli accorgimenti operativi, come
mantenere pulita l’area della tosatura o separare i velli di diverso tipo (es. velli dei capi di giovane età da quelli anziani,
lana nera da bianca, ecc.) per migliorare di molto la qualità della lana, che acquisisce in tal modo anche un maggior
valore economico (Per ulteriori dettagli sull’argomento vedi “Disciplinare di Tosa”, Progetto Reti di Lana – a cura del
Consorzio Arianne).
Nella situazione attuale, in cui la lana è un onere per gli allevatori, non viene messo in atto alcun accorgimento di
questo tipo, motivo per cui esistono dei margini di miglioramento della qualità della lana locale.
Esiste quindi circa un milione di kg di lana prodotto ogni anno in Sicilia. La realtà del territorio è ancora distante
dalla possibilità di poter impiegare nel mercato locale questo quantitativo di lana, di fatto non esiste alcun mercato, e le
uniche vie di impiego locale sono rappresentate dagli artigiani che, principalmente per passione, si prendono la briga di
lavare e lavorare la lana siciliana per realizzare prodotti artigianali di un certo valore. Si tratta comunque di quantitativi
di lana non rilevanti rispetto al quantitativo prodotto in Sicilia, quantitativo che sino a qualche decennio fa veniva
sicuramente tutto impiegato quasi interamente localmente in quella che era una filiera diffusa della lana.
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5) Le possibilità di valorizzazione della lana
“La lana di scarto non esiste”, tutta la lana può essere utilizzata, è solo necessario comprendere di che tipo di lana
si tratta per indirizzarla al settore di impiego più idoneo.
Anche all’interno di uno stesso vello è possibile distinguere diverse tipologie di lana che possono essere utilizzate in
maniera diversa. Ad esempio, il Centro di raccolta lane di Biella, gestito dal Consorzio Biella The Wool Company,
seleziona la lana sucida che ogni anno arriva da tutta Italia in 7 categorie qualitative (Lunga, Feltroni, Pezzami,
Moretta, Bigia, CDMG, Punte crinose) più 5 categorie di lana di scarto (Paglioso, Scopature, Avariato, Caccole, Exmaterasso).
Ognuna di queste categorie, compreso quella “di scarto”, possiede specifiche caratteristiche che rendono idoneo
quel tipo di lana ad un determinato impiego per l’industria. Le categorie di lana di scarto hanno ovviamente dei costi di
trasformazione più elevati, per questo motivo il loro valore di mercato risulterà più basso.
In generale nei processi industriali che portano ai semilavorati o ai prodotti finiti, ogni tipologia di lana viene
mescolata con altre al fine di ottenere un prodotto che possa essere stabile nel tempo. Una maggiore mescolanza di
materiali e tipologie consente infatti di ottenere prodotti che possano risentire il meno possibile delle variazioni di
disponibilità di una singola tipologia di materiale.
Qui sotto alcune immagini del centro di raccolta lane di Biella estratte dal sito web del Consorzio Biella the Wool
Company.
Sacchi di lana in arrivo al centro di raccolta.
Mucchi di lana selezionata per tipologia.
Pressa per balle
Balle di lana pronte per la spedizione.
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Una caratteristica importantissima della lana è la finezza della fibra misurata in micron, detta appunto micronaggio.
Il grafico seguente rappresenta le possibili applicazioni della lana in base alla sua finezza.
Tappeti
Riempimenti
Tappezzeria
Coperte
Lavori a maglia con macchine
Lavori a maglia manuali con filati
Tessuti di lana
Tessuti in lana pettinata
Diametro delle fibre in micron
Fig. 9: Possibilità di impiego della lana in base al micronaggio (finezza della fibra –
fonte Consorzio Arianne).
La lana è oggi utilizzata principalmente nel settore tessile secondo la figura rappresentata di seguito:
Impiego della lana nell'industria tessile
11%
16%
25%
23%
11%
Abiti uomo
Abiti donna
14%
Maglieria
Altri abiti
Tappeti
Altri prodotti tessili
Fig. 10: Utilizzi della lana nell’industria tessile nel mondo (fonte Consorzio Arianne).
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Altri prodotti non tessili e sicuramente di minore importanza in termini di quantità di lana impiegata sono: materassi
e forniture per imbottiture, copertura di palle da tennis, martelletti per pianoforti, isolanti, feltri per cappelli e giocattoli.
Con la lana siciliana ciò che è possibile realizzare in un filiera industriale riguarda principalmente il settore
dell’arredamento, dunque tappeti, scendiletto, o anche rivestimenti e tappezzerie se ad essere utilizzate sono le parti
più nobili dei velli.
Oggi l’impiego della lana per rivestimenti in Italia è praticamente inesistente, mentre in Inghilterra ancora si usa
produrre rivestimenti di sedili per automobili e mezzi pubblici realizzati con lana per l’80% e nylon per il 20%.
Prima dell’ingresso dell’Italia in Europa l’utilizzo della lana italiana era favorito anche dai bandi pubblici che, ad
esempio per la realizzazione di prodotti come coperte e abbigliamento per l’esercito, prevedevano una percentuale
minima di lana italiana nei prodotti finiti.
Con l’ingresso dell’Italia in Europa questo non è più possibile, e la lana italiana viene messa nei mercati alla pari di
tutte le altre lane non risultando competitiva per via delle sue caratteristiche qualitative; questo è un caso in cui la
globalizzazione penalizza i produttori e le risorse locali.
6) Il possibile impiego della lana nella bioedilizia
Se per l’industria tessile è fondamentale avere la lana di ben determinate caratteristiche (es. colore, lunghezza e
finezza delle fibre), per il settore dell’edilizia qualsiasi tipo di lana può andar bene, poiché le qualità che interessano
sono intrinseche di questo materiale a prescindere dalla tipologia.
Come è stato specificato sopra, le lane non sono tutte uguali, è dunque possibile impiegare nell’edilizia la lana a
fibre corte o quella più grossolana, lasciando all’industria tessile quella con caratteristiche più pregiate (fibre lunghe e
maggiore finezza)
La principale caratteristica che rende la lana adatta ad essere utilizzata nell’edilizia è il potere isolante termico e
acustico. La lana è una risorsa rinnovabile, un materiale completamente naturale e duraturo nel tempo, e i vecchi
materassi utilizzati sino a qualche decennio fa che si trovano oggi ancora intatti ne sono una prova inconfutabile.
E’ un materiale a basso impatto ambientale per via della sua completa biodegradabilità, è ignifugo, protegge dai
campi elettromagnetici, assorbe alcuni gas tossici che possono essere presenti come i Composti Organici Volatili, ed è
traspirante. La lana può infatti assorbire sino al 35% del suo peso in umidità.
Tali caratteristiche rendono la lana un materiale perfetto per essere utilizzato nel settore della bioedilizia, ma a
fronte di questi vantaggi ci sono dei limiti legati alle operazioni di lavaggio e lavorazione. La lana sucida proveniente
dalla tosa deve infatti essere lavata prima di qualsiasi impiego e successivamente cardata, entrambe le operazioni
risultano piuttosto costose.
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Balle di lana (fonte Isolana).
La lavorazione meccanica della lana
(fonte Isolana).
Cardatura della lana (fonte Isolana).
Agugliatura della lana (fonte Isolana).
Materassini in rotolo pronti per l’uso
(fonte Isolana).
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Lavorazione della lana
La lana sucida è ricca di sostanze grasse e dall’odore forte tipico dell’animale da cui proviene. Il lavaggio è
un’operazione tanto delicata quanto necessaria per rendere la lana lavorabile ed utilizzabile in tutti i settori.
Esso può essere fatto a secco tramite l’utilizzo di solventi oppure in lavatrici tradizionali ad acqua.
In genere il lavaggio industriale per la produzione di pannelli isolanti per l’edilizia viene fatto con lavaggio ad acqua
con l’aggiunta di un prodotto antitarme, solitamente la permetrina, che rende la lana inattaccabile dagli insetti nel lungo
periodo.
Alcune prove di lavaggio condotte dall’Università di Camerino hanno mostrato che il consumo idrico richiesto è pari
ad almeno 4 litri d’acqua per kg di lana, ed il consumo di energia elettrica (che comprende il riscaldamento dell’acqua
di lavaggio a temperature massime di 60°C) circa 12-18 kw per 20 kg di lana (fonte Consorzio Arianne).
Nel processo produttivo dell’azienda Isolana la preparazione della fibra consiste nel lavaggio con antitarme, a
temperature che raggiungono massimo i 60°C ed un consumo di acqua limitato. Nell’indotto Pratese l’acqua viene
anche recuperata per un nuovo impiego industriale, inoltre i siti di produzione erano precedentemente già fruiti
dall’industria ed i macchinari sono stati modificati per un diverso utilizzo. I saponi impiegati nel lavaggio Isolana sono
naturali “tipo marsiglia” (fonte Isolana).
Al lavaggio segue la cardatura, necessaria ad allargare le fibre in modo tale che esse possano essere disposte in
strati omogenei e dunque lavorabili ulteriormente.
Nel settore tessile le operazioni che seguono la cardatura sono il carbonizzo, per l’eliminazione di residui vegetali
inevitabilmente presenti nella fibra, la tintoria e poi quelle meccaniche di filatura e tessitura. Nel campo dell’edilizia
invece la cardatura è seguita dall’agugliatura, che vede la fibra cardata passare da banchi di aghi metallici per la
formazione di materassini di spessore e densità omogenei adatti all’isolamento termico.
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Nella tabella seguente si confrontano alcuni tipi di isolanti a basso impatto ambientale con alcuni isolanti sintetici. I
materiali messi a confronto presentano caratteristiche simili, si tratta di pannelli per l’isolamento termoacustico del tipo
più semplice (ad eccezione della perlite che è un materiale sciolto) con una conducibilità termica equivalente o molto
prossima. I prezzi indicati sono orientativi e non esaustivi di tutto ciò che si può trovare sul mercato, e sono riportati per
fornire un ordine di grandezza.
Materiale
Lana di pecora
Fibra di legno
Lana di legno
Materassini in rotolo
3
(30-40 kg/m )
Pannelli rigidi
3
(110kg/m )
Pannelli rigidi
3
(500 kg/ m )
Pannelli rigidi
Sughero
3
(140-150 kg/m )
Fibre di canapa
Perlite
Caratteristiche
Pannelli flessibili
3
(38 kg/m )
Materiale sciolto
3
(90 kg/m )
Spessore (mm)
Prezzo (€/m2)
30
7,00-8,00
50
6,00-12,00
60
6,50
80
8,00
40
7,20-8,54
60
10,80-12,42
80
14,40-16,34
100
18,05-20,29
20
9,42
30
11,37
40
13,75
50
15,40
20
6,05
40
11,90
60
18,05
80
24,22
40
5,40
60
8,10
80
10,90
100
13,60
-
154,50 (€/m3)
Tab. 1: Confronto tra prezzi di mercato di alcuni isolanti naturali di caratteristiche simili.
Dalla tabella emerge che gli isolanti in lana hanno prezzi variabili in relazione alla ditta produttrice e che sia il valore
di mercato che le caratteristiche di isolamento termico sono confrontabili con quelle degli altri materiali.
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7) Il cantiere di Reti di Lana
Nell’ambito del progetto Reti di Lana è stato progettato e realizzato un intervento di bioedilizia in cui la lana è stata
impiegata come materiale isolante.
Si è trattato di una sperimentazione per testare l’utilizzo di lana con modalità semplici ed accessibili, gli interventi
avevano infatti le seguenti caratteristiche:
•
buone prestazioni di coibentazione
•
semplicità costruttiva
•
basso impatto ambientale
•
basso costo di realizzazione
con lo scopo di favorire in particolare l’auto-costruzione e l’accessibilità ad un ampio pubblico.
L’idea di questo intervento è stata anche quella di ridare valore ad una risorsa che attualmente è un rifiuto. Per
questo motivo si è scelto di utilizzare la lana di vecchi materassi, che sono stati sottratti alla discarica e nello stesso
tempo hanno fornito materiale già pulito con notevole semplificazione delle operazioni di lavaggio.
La lana dei materassi è stata sottoposta ad un lavaggio manuale con ammoniaca, come trattamento antitarme, ed
asciugata al sole.
L’intervento progettato originariamente prevedeva i seguenti interventi:
•
Isolamento di tubi esistenti
•
Isolamento di un pavimento
•
Isolamento di una parete
Nel corso dei lavori si optato poi per la realizzazione dell’isolamento della parete e del pavimento tralasciando gli
altri per mancanza di tempo e risorse disponibili del progetto. Per completezza in questa sede si riporta l’intera
progettazione degli interventi che potranno essere realizzati anche a seguito della chiusura del progetto Reti di Lana.
Isolamento tubi esistenti (lavori progettati non realizzati)
I tubi da isolare sono quelli di un impianto a pannelli solari. Si tratta di tubi in rame che collegano dei pannelli solari
collocati su un terrazzo con un boiler per l’accumulo del calore che si trova due piani sotto il terrazzo.
La parte di tubi all’esterno è priva di isolamento, questo causa una dispersione del calore in particolare nel periodo
invernale.
Essendo i tubi già posti in opera si sono ipotizzate due possibili soluzioni per l’isolamento applicabili senza
richiederne lo smontaggio.
Soluzione A
I tubi vengono isolati con lana talquale contenuta da un involucro esterno rigido, che per i tratti rettilinei è costituito
da un tubo in polietilene. Per l’inserimento del tubo di rame all’interno, il tubo in polietilene viene tagliato
longitudinalmente in modo che allargando la fessura sia possibile il passaggio. La fessura viene poi chiusa con un
nastro ed il tubo involucro fermato con fascette zincate.
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Tubo in
polietilene
Fessura da
nastrare
Tubo in rame
Fig. 11: Sezioni del tubo in rame da isolare. a. il tubo in polietilene viene allargato per l’inserimento del tubo in rame; b. il tubo in
rame è posto all’interno del tubo in polietilene.
Questo intervento viene realizzato a pezzi con tubi in polietilene lunghi al massimo un metro.
La lana sciolta viene infilata da uno dei due lati, mentre con un apposito distanziatore si fa in modo da mantenere il
tubo in rame equidistante dall’involucro, al fine di garantire l’uniformità dell’isolamento.
Fig. 12: Prospetti del distanziatore
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Distanziatore
Inserimento
lana
Fig. 13: Impiego del distanziatore durante l’inserimento della lana nel tubo in polietilene.
Lana
Nastro isolante
Fig. 14: Sezioni del tubo isolato con la lana.
Per l’isolamento delle parti curve e innesti con altri tubi e valvole si prevede di costruire dei pezzi speciali da definire
nel dettaglio in sito durante la realizzazione. In particolare si pensa di utilizzare:
- tubi corrugati flessibili per l’isolamento delle curve
- tetrabrick e lattine per innesti a T e attacchi a valvola
Da valutare l’impiego di rete e corda di agave per imbracature e fissaggi.
Soluzione B
Questa soluzione si presenta di più semplice realizzazione ma richiede l’utilizzo di lana lavorata. Si pensa infatti di
utilizzare come isolante una fascia di lana infeltrita che va ad avvolgere i tubi. La protezione dall’acqua viene poi
realizzata tramite un tettuccio di lamiera per lo sgrondo, ed eventualmente tramite l’avvolgimento dello strato isolante
con una pellicola adesiva e impermeabile.
Isolamento di un pavimento (in corso di realizzazione)
Il pavimento da isolare è quello di un locale che una volta completato sarà adibito a laboratori. Attualmente nel
locale la pavimentazione è costituita da un massetto in cemento realizzato in parte sulla roccia in parte su un vespaio
in massi.
Il livello finito del pavimento del locale sarà circa 10 cm più alto del livello attuale.
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Si prevede la realizzazione di un pavimento con tavole di legno da appoggiare su listelli fissati al massetto. Lo
spessore dei listelli è quello dell’intercapedine da riempire in lana sciolta per l’isolamento termico.
Tavola in legno pavimento
Listello in
legno
Livello del massetto
Lana
Fig. 15: Sezione del pavimento isolato a intercapedine con lana.
Isolamento di una parete
L’intervento realizzato riguarda una parete in cui la lana è stata posta come isolante a intercapedine tra la parete esterna da
isolare ed una struttura realizzata sul lato interno con listelli e rete di juta che è servita come supporto per applicare un intonaco in
terra cruda.
I costi dei materiali sono stati minimali, dal momento che le spese hanno riguardato unicamente i listelli in legno principali, la rete
di juta, la sabbia, la paglia, viti e tasselli. Per il resto sono stati impiegati la lana e le assi di vecchie pedane, materiale destinato alla
discarica, e la terra argillosa prelevata da un’area nei pressi del luogo di intervento.
L’intervento è stato come previsto di estrema semplicità di realizzazione: per prima cosa sono stati fissati a muro i listelli
principali, poi partendo dal basso si andava verso l’alto con le seguenti tre fasi:
•
realizzazione della struttura in listelli e rete di juta
•
riempimento con la lana
•
posa dell’intonaco in terra
Di seguito si riportano alcune foto dell’intervento realizzato.
La lana dei vecchi materassi recuperati.
Il lavaggio manuale della lana con
acqua e ammoniaca.
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L’asciugatura della lana al sole.
La parete da isolare pronta per la
lavorazione: si notano i listelli e la
finestrella per lasciare la visibilità della
lana anche dopo l’intonacatura.
La parete durante la lavorazione: le
La lana viene posizionata a
fasce di rete di juta sono appuntate ai
intercapedine tra la parete e la rete di
listelli e tra un listello e l’altro sono
juta.
fissate delle assi di legno prelevati da
pallet che fanno da sostegno sia alla
rete che allo strato di intonaco.
Fissaggio della rete di juta.
Fissaggio della rete di juta.
Applicazione dell’intonaco in terra cruda.
Applicazione dell’intonaco in terra cruda.
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Parete in fase di asciugatura.
Parete quasi asciutta.
8) Possibili prospettive per una filiera regionale
L’obiettivo del progetto Reti di Lana è contribuire a ridare valore ad una risorsa locale che adesso è totalmente un
rifiuto, la lana da tosa siciliana.
L’esperienza derivante dal progetto e le informazioni raccolte hanno portato a fare le seguenti considerazioni:
- in Sicilia viene prodotta una quantità consistente di lana, siamo nell’ordine del milione di kg ogni anno, che
attualmente è un rifiuto o comunque un sottoprodotto che per gli allevatori è un onere;
- attualmente l’unica alternativa all’abbandono o allo smaltimento illecito è rappresentata dai commercianti che
prelevano la lana per venderla nei mercati internazionali senza alcun ricavo per gli allevatori;
- la lana italiana e quella siciliana in particolare non è certamente pregiata, ma si presenta piuttosto grossolana e
con capacità di riprendere il volume una volta compressa;
- in Sicilia il sistema agricolo ed in particolare quello dell’allevamento ovino è in crisi;
- sino a qualche decennio fa la lana siciliana era considerato un prodotto pregiato, tanto che veniva dato in dote alle
figlie spose. Con la lana si facevano materassi, cuscini ed anche filati e manufatti legati ad un modo di vivere più vicino
alla terra ed al saper fare artigianale un tempo molto più diffuso. Attualmente questi oggetti sono prodotti
principalmente in materiali sintetici, derivati dal petrolio e contengono spesso sostanze tossiche che nuocciono alla
salute umana durante l’utilizzo e creano enormi problemi di smaltimento a fine vita (es. ingombro nelle discariche,
immissione di plastica nell’ambiente).
Sembra evidente, dalle considerazioni fatte sopra così come dai paragrafi precedenti, come l’evoluzione del
sistema economico-sociale verso un modello globale abbia nel caso specifico contribuito alla perdita di valore di una
risorsa – rinnovabile – un tempo considerata preziosa, e contestualmente ad una perdita di resilienza del sistema
locale. Per resilienza qui intendiamo la capacità di un sistema di far fronte ad una situazione di shock, che può essere
ad esempio una catastrofe naturale, un black-out energetico, una crisi economico-finanziaria, un forte aumento del
prezzo del petrolio.
Per questo motivo la ricerca di possibili soluzioni per il recupero e la valorizzazione di questa risorsa viene fatta in
questa sede nell’ampia prospettiva di una ri-localizzazione e di recupero di resilienza del territorio.
Un sistema è tanto più resiliente quanto maggiore è il numero di relazioni utili tra gli elementi dello stesso sistema,
questo passa necessariamente per una diversificazione degli impieghi della lana.
Il progetto Reti di Lana con i suoi tre ambiti d’azione (recupero della risorsa-lana, recupero dell’artigianato e
connessione con il turismo-via della lana, impiego nella bioedilizia) ha tentato di creare ponti, una rete tra gli elementi
del territorio (allevatori, artigiani, commercianti, mercati internazionali, cittadini, ecc.) che nel tempo hanno perso i
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collegamenti, spezzati dallo sviluppo economico. A valle di questa esperienza sono stati individuati dei possibili settori
di impiego della lana siciliana, descritti di seguito.
1) Le imbottiture. Guardando alle caratteristiche peculiare della lana siciliana sembra conveniente pensare di
riprendere la “via delle imbottiture” per tornare ad utilizzare, almeno in parte, prodotti in lana siciliana. Questo richiede
una lunga fase di transizione nella quale, tra le altre cose, andranno individuate soluzioni tecniche che consentano di
ridurre o evitare l’oneroso lavoro per la gestione dei materassi e cuscini in lana, che è stato il motivo principale per cui
sono stati abbandonati.
2) La bioedilizia può certamente essere un idoneo campo di impiego della lana, dal momento che la risorsa viene
rinnovata ogni anno in grandi quantità. Prendendo in considerazione l’idea di utilizzare le tipologie meno pregiate di
lana (fibre corte e meno raffinate) tale settore non andrebbe ad interferire con quello tessile che assorbe la maggior
parte del materiale. La valutazione esatta circa la fattibilità di una filiera siciliana per la produzione di pannelli isolanti in
lana necessita allo stato attuale di ulteriori approfondimenti.
Alcune domande chiave: gli allevatori fornitori di lana delle esistenti aziende produttrici dei pannelli isolanti sono
soddisfatti da questo rapporto commerciale? La loro lana e il loro lavoro vengono valorizzati adeguatamente?
È chiaro che il consenso sociale e l’equità nei rapporti commerciali dovrebbe essere alla base di una filiera
produttiva che si possa definire sostenibile e resiliente.
Ci troviamo in un ambito complesso poiché si tratta di un mercato internazionale che coinvolge numerosi stati in cui
le variabili da considerare sono diverse, tra cui: i costi della manodopera per la tosatura e la raccolta che cambiano da
paese a paese; la qualità della lana, che è funzione delle razze ovine, della gestione dei greggi e della gestione delle
operazioni di tosa; i costi di trasporto, gli andamenti variabili del mercato della lana, gli aspetti concorrenziali
relativamente agli altri materiali isolanti esistenti nel mercato dell’edilizia.
Quello che ci si auspica di poter approfondire in futuro è: risulta conveniente creare ex-novo una filiera regionale per
la produzione di pannelli isolanti, mettersi in rete con le aziende produttrici esistenti per la fornitura di lana lasciando
altrove la produzione, oppure una via di mezzo?
3) L’Arredamento è un altro aspetto importante che dal punto di vista quantitativo potrebbe assorbire una buona
fetta della produzione di lana siciliana. Per arredamento si intende infatti la produzione di coperte, tappezzeria,
riempimenti e tappeti, tutti oggetti che possono essere realizzati con lana dalle caratteristiche grossolane come quella
siciliana. Questo è un settore che può coinvolgere sia artigiani singoli che realtà di più grosse dimensioni come piccole
fabbriche di tessitura, maglifici, ecc.
4) Artigianato di qualità legato alle realtà locali. Questo è il settore che riguarda i prodotti che hanno una storia, che
è quella delle pecore e delle terre che le ospitano, delle aziende e delle mani sapienti che lavorano la lana. Si tratta di
un elemento secondario dal punto di vista di quantità di lana utilizzata, ma che può assumere una grande importanza
se collegato ad una valorizzazione del territorio intero. Uno degli obiettivi del progetto Reti di Lana era proprio quello di
fornire una traccia per la “via della lana”; a conclusione dell’esperienza è possibile confermare le grandi potenzialità di
questo settore mettendo in connessione i beni ambientali e culturali con le realtà rurali e quelle artigianali. Di seguito
riportiamo alcune foto di oggetti realizzati a mano da artigiani siciliani.
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Frutta in lana infeltrita realizzata da
Coperta ricamata in lana realizzata
Filodritto.
da Filodritto.
Fiori in lana infeltrita a mano realizzati
Elfi in lana infeltrita con ago realizzati da
da Giusi Lucchese.
Giusi Lucchese.
Cesti in lana infeltrita realizzati da The
wool box (Biella).
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9) Conclusioni
In conclusione, vogliamo identificare quelli che si ritengono gli elementi chiave per sviluppare e mettere in piedi un
processo di filiera della lana in Sicilia, filiera che riguarda tutti i possibili settori di impiego della lana.
1) Analisi di mercato e delle modalità programmatiche e tecnico-economiche per l’avviamento e l’implementazione
della filiera regionale della lana (raccolta, selezione, trattamento, manifattura).
2) Realizzazione di un centro di raccolta lane in Sicilia: si tratta probabilmente del primo passo da compiere verso la
ricostituzione della filiera corta in chiave moderna. Un centro che possa ben selezionare la lana per tipologie e
garantire già in partenza un materiale con caratteristiche specifiche; la sua realizzazione potrebbe essere una realtà
non distante nel tempo (vedi studio di fattibilità a cura del Consorzio Arianne).
3) Verifica degli elementi di sostenibilità sociale/economica della filiera produttiva di pannelli isolanti per l’edilizia.
4) Sviluppo di tecnologie e modalità per la produzione di materassi in lana sfruttabili nei tempi attuali: Si vuole
evidenziare questo punto poiché si tratta di un settore che assorbe potenzialmente grandi quantitativi di lana.
5) Progetti di ricerca, di sperimentazione e di sviluppo sull’artigianato del tessile ed in particolare della lana in Sicilia,
in collaborazione con gli artigiani e le realtà produttive già esistenti sul territorio (es. maglifici).
6) Progetti per la creazione e lo sviluppo della Via della lana, che mette in rete le diverse realtà rurali, artigianali con
il patrimonio naturalistico e culturale, ed utilizza i flussi turistici per la creazione di cultura ed economie locali.
7) Formazione professionale di operatori sia a livello tecnico (gestione filiera, direzione processi di lavorazione,
progettazione interventi, operatori di mercato) sia operativo (raccolta, selezione, lavorazione, distribuzione).
8) Continuare a diffondere la cultura della lana.
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RINGRAZIAMENTI
Marco Antonini, Consorzio Arianne
Sara Cuscunà, Progetto Saja, Paternò
Carmine De Luca, Biella The Wool Company
Ninni Fussone, Associazione Filodritto
Salvatore Giaccone, Progetto Saja, Paternò
Andrea Gori, Museo della Lana di Stia (AR)
Nirav, Casa delle Acque, Paternò
Alessandro Martini, Isolana, Prato
Tommaso Rovinelli, Consorzio Arianne
Nigel Thompson, Biella The Wool Company
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