In carrozza - tradizione attacchi

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In carrozza - tradizione attacchi
“In carrozza”
Associazione friulana appassionati carrozze
“ In Carrozza” n° 3/2016 Sommario pag.2
Real Friuli è la garanzia per realizzare il vostro sogno e renderlo visibile ed appassionante. L'ampia
collezione di carrozze d'epoca, tutte perfettamente restaurate, vi darà la garanzia di offrire al vostro
giorno più bello l'inconfondibile tocco di classe dell'eleganza. Quella d'altri tempi.
Real Friuli di Roberto Marasco Via Giosuè Carducci, 54 - 33100 - Udine (UD)
Sommario
Pag. 1
Pag. 2
Pag. 3
Pag. 4
Pag. 7
Pag. 10
Pag. 13
Pag. 14
Pag. 16
Pag. 17
Pag. 19
Pag. 21
Pag. 22
Pag. 25
Pag. 30
Pag. 31
Pag. 33
Pag. 36
Pag. 40
Copertina
Sommario
Ripartiamo in bellezza.
Cena sociale 2015
Tradizione a Percoto
Colorét di Pràt
Sfilata Sacile
Viaggi: Il Vetturino
Villa Manin
La pagina rosa
Cuts 2016
Biblioteca A.F.A.C.
Sport Attacchi
Alfabeto vincente
Noleggiami
Consigli utili
Pagina veterinaria
Soci A.F.A.C
Mercatino
In Carrozza”
Tradizione, Sport e Turismo equestre
opuscolo informativo occasionale
riservato ai Soci.
Direttore Responsabile:
Giuliano Comici
Autorizzazione Tribunale di Udine n° 4
del 13/03/2015
Direzione e Redazione
A.F.A.C
Associazione Friulana Appassionati Carrozze
sede: Cervignano del Friuli via Chiozza 20
Collaboratori
Giuliano Maule, Bruno Cotic,
Adelio Arreghini, Chiara Donati,
Battista Battiston, Flavia Bomben,
Sara Busechian, Fabrizio Canali
Fotografia: Milos Sustersic
e-mail: [email protected]
Gli autori non si assumono responsabilità per danni a
terzi, derivati da uso improprio delle informazioni
riportate o da errori relativi al loro contenuto.
Progetto grafico: tradizioneattacchi.eu
A Mortegliano, nel cuore del Friuli, Ivan e Sandro, sono lieti di ospitarvi nell’ Albergo
Ristorante Da Nando per un magico incontro fra la migliore tradizione enogastronomica
Friulana e la calorosa ospitalità tipica “Da la Nestre Tiare”
“ In Carrozza” n° 3/2016 Editoriale pag.3
ripartiamo in bellezza
Cari Soci-e, siamo nuovamente ai nastri di partenza dopo aver
chiuso in bellezza il 2015. Anno denso di attività che ha
allargato come non mai la nostra Associazione, sempre
attivamente presente sul territorio del Friuli Venezia Giulia.
Il 2016 è iniziato con l’elezione del nuovo Direttivo A.F.A.C,
per scadenza di termini di mandato. Sono stati votati: Marco
Andrian, Renato Bolzon, Bruno Cotic, Daniele Maiero,
Giuliano Maule, Natalino Milanese e Samuel Muccin. Il nuovo
Direttivo riconfermava Giuliano Maule Presidente, Renato
Bolzon Vice presidente, Bruno Cotic segretario tesoriere,
Andrian Marco, Maiero Daniele, Milanese Natalino e Muccin
Samuel, membri. La lettura del bilancio consuntivo, quest'anno ottimo, è stata la conferma
che il lavoro e le iniziative messe in campo hanno perfettamente centrato l'obiettivo: far
conoscere, crescere e prosperare la nostra Associazione. Presentato il calendario attività 2016,
che come sempre è ricco di iniziative di Sport, di Tradizione e di svago. Presentato
ufficialmente il IV CIAT Internazionale di Villa Manin, evento fiore all'occhiello della nostra
Associazione che in pochi anni ha proposto l'A.F.A.C a livello Europeo quale valido
riferimento per Concorsi Internazionali di un certo pregio, permettendoci di far conoscere sia
la bellezza del nostro territorio che la cordialità della nostra Associazione. Per l'occasione è
stata presentata l'ultima novità in campo editoriale A.F.A.C, un prezioso: Manuale di
avviamento agli attacchi, redatto dal Professor Giuseppe Del Grande, Giudice, istruttore,
tecnico attacchi sport e tradizione. Anche se molte volte pensiamo "di saper già tutto sugli
attacchi" leggendolo scopriamo delle novità interessanti sotto molteplici aspetti, per questo vi
consiglio di acquistarlo, abbiamo anche in questa occasione stabilito un prezzo contenuto per
facilitarne la diffusione. Confermata anche la pubblicazione del nostro giornale informativo
"in Carrozza" che, visto l'ottimo gradimento ottenuto, diventerà ancora più ricco e corposo.
Ringraziando ancora una volta tutti voi, per la fiducia accordatami con la riconferma alla
carica di Vostro Presidente, posso solo augurarci che il 2016 e gli anni che verranno possano
essere pieni di soddisfazioni per tutti noi.
Il Presidente - Giuliano Maule
“ In Carrozza” n° 3/2016 Attualità pag.4
Cena Sociale AFAC 2015
di Fabrizio Canali
CODROIPO 2015 ristorante “Al Doge”
Villa Manin: al termine di questo 2015
zeppo di attività, ci siamo ritrovati per la
tradizionale cena sociale di fine anno per
brindare tutti quanti insieme. Per poter
soddisfare la grande richiesta di
partecipazione pervenuta al Direttivo, ha
implicato un cambio di “location”.
Occorreva recuperare una sala più ampia
per contenere tutti i nuovi associati che in
questo fruttuoso 2015 hanno aderito alla
nostra Associazione. Si è dunque optato
per un luogo in cui l’A.F.A.C è già di
casa; il ristorante “al Doge” ubicato
nell’ala del complesso di Villa Manin.
Ancora una volta la perfetta macchina
organizzativa del nostro Direttivo ha
superato ogni aspettativa. La geniale
mente del “re della Mainizza” conferiva
come sempre un tocco magico alla serata,
iniziata sulle note ridondanti di una nota
opera sinfonica. Come sempre la
cordialità di questo evento ha fatto salire in
pochi attimi, complice l’aperitivo di
apertura la temperatura degli animi già ben
predisposti all’allegria e alla convivialità.
Tenere uniti e coesi oltre un centinaio di
persone/amici, impegnate in molteplici
attività, non è assolutamente cosa facile di
questi tempi, soprattutto per la grande mole
di lavoro che essa richiede, per questo il
primo pensiero va a chi ha dato, è proprio
il caso di dirlo, il proprio cuore all’Afac;
Giuliano Maule.
Il commovente abbraccio tra i due amici di
sempre, scatenava un vero e proprio tifo da
stadio, a dimostrazione di quanto tutti i
Soci siano uniti al proprio Presidente.
“ In Carrozza” n° 3/2016 Attualità pag.5
La serata è quindi proseguita come da copione
con le raffinate portate di vere specialità
culinarie, molto gradito il dolcetto omaggio
riservato ad ogni commensale, un ferro da
cavallo in grandezza naturale di cioccolato, in
una confezione con tanto di logo A.F.A.C.
Un gentile omaggio pensato e realizzato per
l’occasione dalle leggiadre donzelle del team
Cotic; Chiara, Marika e Cristina.
Altra simpatica novità della serata è stato il
magnifico calendario 2016 realizzato con i
migliori scatti di Milos, fotografo ufficiale
degli eventi targati A.F.A.C che ci
ricorderà per tutto il 2016 le passate
manifestazioni, ma soprattutto ci ricorderà
gli avversari da battere alle prossime sfide.
La serata è proseguita con le premiazioni
dei vincitori delle varie categorie, che nel
corso dell’anno li hanno visti partecipi con
è il caso di dirlo “le redini fra i denti” per
aggiudicarsi la vittoria nei
numerosi eventi sportivi. Ad
iniziare dal derby di Murelle,
Mondelli Stable, Mortegliano,
Ceroglie, Brugnera, Gonars e
Castelfranco.
Le classifiche ufficiali di gara assegnavano
a Renato Bolzon il 1° posto nei singoli, con
a ruota per il 2° posto Renzo Pezzuto con il
mitico Gigio, tallonato al 3° posto a pari
merito da due veterani: Adelio Arreghini e
Alessandro Cattarin che promettono ardua
battaglia per il futuro. Nella categoria
pariglie il podio è indiscussamente del
super Marco Andrian, seguito al 2° posto
da Bruno Cotic plurivincitore negli attacchi
di Tradizione, che dichiarava che per
quest’anno aveva voluto essere benevolo,
ma di aver già pronta una nuova pariglia
per le prossime gare. 3° posto indiscusso
ad una lunghezza per Ivan Pernarcich.
Una bella serata in compagnia, proseguita
con i riconoscimenti a tutti quanti nel corso
dell’anno si sono prodigati per organizzare,
gestire, dar lustro all’associazione, di tutti
vogliamo riportare i loro nominativi:
Alessandro Cattarin, Pierino Bonessi,
Davide Pavanello, Giuseppe Casasola,
Maurizio Zili, Andrea Cazzin, Marco
Andrian, Aniello Testa, Vittore Piani,
Marco Vescovo, Ottone Orzan, Renato
Todone, Ivan Pernancich, Renato Bolzon ,
Grig Flebus, Adelio e Giulia Arreghini,
Flavia Bomben, Matteo Pellizzer, Battista
Battiston, Fabrizio Canali, Giuliano
Comici, Antonio Lippi, Milos Sustersic,
Enrico Tortella, Ermes Dall’Olio.
“ In Carrozza” n° 3/2016 Attualità pag.6
Finalmente il “Mike Bongiorno” della
Mainizza si impossessava del microfono
per la tanto attesa lotteria finale, che oltre
a numerosi premi minori portava al
primo posto un finimento per cavallo
singolo. Numerosissimi gli oggetti in
palio che venivano assegnati via via che
la valletta, Chiara Donati, introducendo
la “graziosa manina” nel bussolotto
estraeva i numeri fortunati.
Rilassatevi, il fortunato biglietto vincitore
era già nelle dolci mani della signora
Bolzon, la quale, lanciando un urlo di
gioia che sovrastava tutto il vociare della
sala, faceva notare di avere il biglietto
fortunato della serata. La famiglia Bolzon
si aggiudicava così la bellezza di due
finimenti, essendosene già aggiudicato
uno, il marito Renato, quale vincitore
della categoria singoli.
Optavano così per mettere all’asta il
secondo finimento vinto, devolvendo il
ricavato nelle casse dell’Associazione.
Sinceramente era quello che tutti ci
aspettavamo, il rivedere nuovamente
all’opera il caro Bruno Cotic nelle vesti
di banditore d’asta. Un ruolo che guarda
caso gli calza a pennello, quasi fosse la
sua vera professione, di ammaliante
imbonitore, un vero professionista delle
telenovele AFAC. In breve si innescava
una girandola di offerte al rialzo, l’occhio
attento del banditore coglieva ogni
minimo accenno degli astanti, rilanciando
con voce imperiosa la cifra man mano
che lievitava. Finendo con l’aggiudicare
il prezioso finimento in palio con una
speciale benedizione ad acqua minerale
per una ragguardevole cifra molto
preziosa per la nostra cassa sociale.
Si concludeva così questa serata di
gioiosa allegria, nella quale un gruppo di
amiconi con una passione comune, tanti
progetti e tanta voglia di divertirsi, si
riconoscono parte di una identità che in
Friuli Venezia Giulia è sinonimo dello
sport degli attacchi nelle sue varie forme.
Facendomi portavoce di tutti i Soci
AFAC, ringraziamo tutto il Direttivo, che
nel corso dell’anno trascorso si è fatto
veramente in quattro per farci divertire.
GRAZIE “RAGAZZI”
“ In Carrozza” n° 3/2016 Tradizione a Percoto pag.7
Alla scoperta di antiche dimore
di Alessandro Cattarin
Splendida, la prima domenica di primavera
per la prima uscita dell'Afac a Percoto in
occasione di San Giuseppe. Alla scoperta di
antiche dimore, è il testo coniato da
Alessandro Cattarin e Pierino Bonessi,
splendidi e indomabili organizzatori
dell'evento. Un particolare itinerario che ci
permette di visitare vecchi borghi ed anche
uno dei “borghi più belli d’Italia”, nonché
territori di bassa pianura dove si affacciano
antiche ville, in un ambiente ricco di
fascino d’altri tempi, di origine romane.
Percoto vide qui passare tutti i vari popoli
che attraversarono queste regioni; la prima
attestazione del capoluogo e della frazione
di Percoto (Percût) risale al 1135, quando i
due paesi erano sotto la giurisdizione della
pieve di Buttrio ed insieme ad essa furono
donate dal patriarca Pellegrino di Ortenburg
all'abbazia di Rosazzo. Percoto, termine
dialettale per guado, è la resa locale del
sostantivo sloveno prehòd (passaggio, in
riferimento al guado sul torrente Torre).
Un concorso di Tradizione con quattro
ostacoli sistemati uno per ogni Villa. Dal
bicchiere al rimessaggio in retro, passando
per l'indietreggiata. Tra i punti di interesse
vanno ricordati la casa quattrocentesca nota
come Colombera, la chiesa di San Martino
vescovo, la villa Della Frattina-Caiselli e la
caratteristica casa Pozzo. Non va dimenticata poi villa Kechler, presso la quale
soggiornarono diverse personalità di spicco,
tra cui lo scrittore statunitense Ernest
Hemingway. Una passerella applauditissima al centro della Festa di San Giuseppe a
Percoto ha dato il via alla colonna dei
partecipanti che ordinatamente si sono
incolonnati alla partenza. Prima tappa Villa
della Porta (già Villa Kechler) dove gli
equipaggi affrontano la prima prova, il
bicchiere, ad attenderci i signori Dorigo,
attuali proprietari. La Villa, risalente al
secolo XVII, è formata da un imponente
corpo centrale che si innalza su tre piani e
da due ali laterali più basse.
“ In Carrozza” n° 3/2016 Tradizione a Percoto pag.8
Una scala esterna, vigilata da due teste
leonine, conduce su di un grande poggiolo
balaustrato, da cui si accede al salone del
piano nobile del nucleo centrale. Davanti al
complesso si apre una grande corte dalla
quale si accede al brolo recintato da alte
murature; due ampi portali dalla volta
arcuata consentono l’accesso alla corte.
Esternamente, inglobati nella villa, si
possono notare i rustici che in passato
venivano utilizzati come “foladôrs”,
caratterizzati dagli ampi portoni.
Annessa alla proprietà, sul lato ovest della
villa è ubicata la chiesetta di Sant’Ulderico
coeva alla villa; presenta un campanile a
vela con bifora campanaria. Superata la
prova del bicchiere che ha permesso ai
concorrenti di rinfrescarsi la gola e
riscaldare il cuore, via al gran trotto verso la
seconda tappa della giornata: Villa Florio –
Maseri, risalente con molta probabilità al
1700. La costruzione è posta esattamente al
centro del borgo e presenta il corpo centrale
rialzato su due piani con due ordini di
finestre. Ad est, inglobata in un’ala della
villa è situata la cappella di famiglia, in
passato dedicata a Sant’Ignazio di Loyola.
Sul retro della villa si sviluppa un ampio
parco. Qui per i guidatori iniziano le prime
difficoltà, li attende infatti l'indietreggiata,
forse più difficile a dirsi che a farsi. Sarà
stata la complicità del fresco bicchiere di
vinello che ha elettrizzato i concorrenti
permettendo a tutti di superare agevolmente
la seconda prova.
Proseguiamo nel nostro viaggio itinerante
tra le ville Friulane, poco più a nord
incontriamo Lauzacco, attuale sede
comunale con la sua chiesa dedicata a
Sant'Agata e la vicina settecentesca Villa
Beretta, nostra terza tappa, con lì annessa
cappella gentilizia oggi intitolata a San
Nicolò e il retrostante parco cintato da mura
merlate. Ad attenderci per gli onori di casa i
Conti Antonio e Francesco Beretta con
Signora, qui i concorrenti si sfidano nella
prova di andatura con sottofondo musicale
con ripetuti passaggi delle carrozze,
nell’elegante e vasto cortile di Villa Beretta.
Immancabile come da copione il tavolo con
il buffet, sempre presente negli eventi
A.F.A.C dove anche lo stomaco vuole la
sua parte e prosciutto e salame non manca
mai. “Tempus fugit”, il tempo fugge, e via
verso la 4° e ultima tappa, destinazione
AGRITURISMO “Al GELSO” della
Famiglia Petris." Il gelso, un albero che è la
testimonianza del nostro passato e racconta
una storia, che ha profonde radici nel
territorio friulano".
“ In Carrozza” n° 3/2016 Tradizione a Percoto pag.9
Tutto comincia dalla terra, dal lavoro
quotidiano nei campi che ci dà la forza di
guardare avanti sempre con rinnovato
entusiasmo, stagione dopo stagione. Ed è
qui che veramente la giornata diventa
impegnativa, non solo per la pausa pranzo,
la prova del "rimessaggio" sgrana la
classifica mettendo in risalto le qualità del
nostro Bruno Cotic che con un’abile
manovra si piazza al primo posto della
classifica generale. Da queste parti le
classifiche non sono molto importanti,
l'importante è divertirsi e stare in
compagnia e non c'è niente di meglio che
un buon pranzo preparato da Roberta e
Alessandro Petris. Come sempre è tempo di
ripartire, gli equipaggi riprendono la via del
ritorno, i cavalli trottano in scioltezza sulla
mano leggera dei Drivers. Si torna a Villa
Frattina Caiselli a Percoto, punto di
partenza e di arrivo.
Siamo tutti soddisfatti, è stata una bella
giornata per tutti, grazie a tutti coloro che
gentilmente hanno collaborato in vario
modo per la riuscita di questo evento che si
sta consolidando negli anni, con una
formula molto gradita da tutti. Un
ringraziamento particolare ad Alessandro
Cattarin e Pierino Bonessi, rispettivamente
Presidente e Vice Presidente dell’Ass.ne
Culturale “IN CARROZZA” di Manzano
(UD) che veramente si sono prodigati al
massimo per la buona riuscita di questa
manifestazione. Una buona partenza di
inizio anno per l'A.F.A.C che fa ben
presagire per le manifestazioni future.
“ In Carrozza” n° 3/2016 Colorét di Pràt
pag.10
“Tipicamente
Friulano”
Renato Bolzon
Qualche anno fa la Regione Friuli Venezia
Giulia ha coniato uno slogan per promuovere i prodotti, la cultura e le
tradizioni friulane che era: “Tipicamente
Friulano”. Ebbene, secondo me, la Briska
(Briscje in furlan) è forse uno dei manufatti
più tipici e rappresentativi della tradizione
friulana. La Briska si può considerare una
carrozza o Break da servizio privato, usata
per il trasporto di piccole merci durante la
settimana e per il trasporto della famiglia
nei giorni festivi. Potrebbe essere rapportata all’attuale pick-up in quanto
serviva per il trasporto promiscuo di
persone e materiali oppure ad una comoda
vettura per rappresentanti commerciali.
Nelle famiglie contadine il veicolo veniva
impiegato per recarsi al mercato per la
vendita dei prodotti dell’azienda agricola.
Dal mercato, dopo la vendita di quanto
prodotto nell’azienda familiare, ritornava
carico di merci delle qualità più varie per
soddisfare tutti i bisogni della famiglia.
Oppure veniva caricato di animali
dell’azienda agricola per il trasporto legato
alle esigenze di accoppiamento. Quasi tutti
i bottegai possedevano una Briska e un
cavallo. Per quanto invece riguarda l’uso
familiare, la Briska veniva utilizzata specialmente la domenica, quando era
consuetudine recarsi alla messa o in visita
parenti. Allora sul sedile anteriore,
prendevano posto la moglie ed il marito,
mentre sul piano retrostante, seduti su una
balla di fieno o su una coperta, sedevano i
figli. Era tradizione utilizzare la Briska
anche in occasione delle nozze, un
momento per incontrarsi e festeggiare,
dimenticando le tribolazioni quotidiane.
“ In Carrozza” n° 3/2016 Colorét di Pràt
Era l’occasione per vestirsi a festa, vestire i
cavalli con i finimenti buoni, addobbare le
Briske con nastri e fiori colorati, i guidatori
si sfidavano dando dimostrazioni in prove
di obbedienza dei loro cavalli guidati alla
voce e in dimostrazioni di abilità nell'uso
della frusta. (Note prese da articoli scritti
da Diego Verzegnassi, Battista Battiston e
Adelio Arreghini). In Friuli era tradizione
utilizzare la Briska anche in occasione
delle nozze: di regola una settimana prima
della celebrazione lo sposo ed il testimone
di nozze si presentavano all’imbrunire alla
casa della sposa con la “Briscje” il cavallo
e “l’enciar” (il cocchiere), per prendere in
consegna la dote della sposa, che veniva
riposta in un grande baule. Il cocchiere
stava davanti al cavallo, con la frusta
appoggiata a terra. A carico ultimato,
acceso il lumino dietro la “Briscje” veniva
segnata a terra, con la frusta, una croce
beneaugurante per la famiglia che si
sarebbe formata; il convoglio rientrava poi
a casa dello sposo, dove di regola
attendeva un fisarmonicista per i
festeggiamenti. Uno dei progetti che
l’AFAC aveva nel cassetto era quello di
radunare e mettere in bella mostra queste
carrozze tipicamente friulane usate dal ceto
popolare
rurale. L’opportunità di
realizzare questo progetto ci è stata data
dall’Amministrazione Comunale di Pasian
di Prato, ed in particolare dall’Assessore
comunale Ivan del Forno. Assieme a lui
pag 11
abbiamo pensato che il momento più
adatto per mettere in mostra le Brische era
l’anniversario di fondazione della “Patrie
dal Friûl”, entità amministrativa politicoreligiosa esistita dal 1077 al 1420 legata al
Patriarcato di Aquileia, che ogni anno si
festeggia il 3 aprile. Nel Comune di Pasian
di Prato di questo evento è particolarmente
sentito perché la tradizione vuole che nei
pressi del piccolo abitato di Bonavilla nel
1350 venisse ucciso il Patriarca Bertrando
di San Genesio, storica figura di Patriarca
guerriero, forse una delle più rappresentative del Patriarcato di Aquileia. In questa
località si trova il cippo lapideo, con la
croce in ferro, che indica il luogo dove,
secondo la tradizione, sarebbe spirato il
Patriarca. Con il contributo della provincia
di Udine, dell’ARleF ( Agjenzie regjonâl
pe lenghe furlane), dell’ Amministrazione
Comunale, delle Pro loco di Colloredo e di
Pasian di Prato e con il
gruppo
Folcloristico locale siamo riusciti a
realizzare l’evento. Il tutto si è svolto
presso la Chiesetta detta “Madonna dei
Roveri” di Colloredo di Prato ed è iniziato
con la Santa Messa in lingua friulana
seguita dalla benedizione dei cavalli, delle
Brische e delle altre carrozze presenti.
“ In Carrozza” n° 3/2016 Colorét di Pràt
pag.12
diversi consiglieri regionali e provinciali.
Un archeologo della Società Friulana di
Archeologia ha illustrato ai presenti le
vicende legate alla nascita della patria del
Friuli. Ha allietato la festa il Gruppo
Folcloristico di Pasian di Prato che con
canti e balli popolari ha intrattenuto il
numeroso pubblico presente. Un giudice di
Diego Verzegnassi, grande appassionato di
cavalli e carrozze e cultore della tradizione
le ha ornate in modo da rappresentare gli
usi a cui erano adibite: trasporto cereali per
andare al mulino, trasporto del latte con i
classici contenitori in alluminio, trasporto
damigiane di vino, di oggetti particolari
come la macchina da cucire, i fiori per
l’addobbo della chiesa, ecc. Una carrozza
tuttofare che si prestava ad ogni esigenza
per sopperire a tutte necessità delle
famiglie contadine. Su una Briska era
caricato un cassone con il corredo di una
sposa, per simboleggiare e ricordare ai
giovani friulani le tradizioni passate, che
non vanno dimenticate ma continuate. Alla
rassegna delle Brische si è anche associato
un gruppo di carrozze moderne che in
corteo hanno attraversato le vie del paese;
tra esse c’era una carrozza trainata da
quattro cavalli bianchi che trasportava i
musicisti che con fisarmonica, clarinetto e
violino: hanno allietato la sfilata suonando
musiche tradizionali friulane, tra cui l’inno
degli udinesi “O ce biel cjscjel a Udin”.
Hanno portato il loro saluto il sindaco di
Pasian di Prato e dei comuni limitrofi e
eccezione, Battista Battiston, esperto in
questo tipo di legni, ha valutato le Brische
verificando la loro originalità, la
conformità del restauro, la qualità del
legno e delle tessiture. Sono state premiate
le tre Brische che hanno mantenuto
maggiormente le caratteristiche peculiari di
questa carrozza. A tutti i partecipanti è
stato consegnata una scheda con i consigli
del giudice oltre ad un targa ricordo ed un
omaggio di una azienda vinicola locale. La
classifica ha visto al terzo posto la Briska
di Valneo Banello di Chiopris Viscone, al
secondo posto la Briska presentata da
Dario Pravisani di Faedis e al primo posto
si è classificata la Briska di Bruno Cotic di
Gorizia. La giornata si è conclusa con il
pranzo offerto dalle locali Pro Loco
seguito da una passeggiata pomeridiana
guidata da un esperto della locale sezione
di Italia Nostra. Il percorso si è sviluppato
nel vicino parco del Lavia con visita al
cippo e la croce del Beato Bertrando ed
alla magnifica quercia secolare del biotipo
del Lavia. Ci auguriamo di poter ripetere
l’evento arricchendolo con ulteriori proposte, ringraziamo tutti per la presenza.
“ In Carrozza” n°3/2016 Sfilata Sacile pag.13
SERENISSIMA CAVALLI, CARROZZE e MOTORI
Un appuntamento ormai consolidato,
quello del 2 aprile alla Fiera degli uccelli
di Sacile. Sabato pomeriggio, la Serenissima Cavalli, in collaborazione con l’Associazione Friulana Appassionati Carrozze,
ha organizzato la sfilata delle carrozze
d’epoca. Tredici bellissime carrozze, dal
Maule, tra bambini con gli occhi luccicanti
dall’emozione, adulti ammirati e qualche
nonno anziano che quasi si commuoveva.
Successivamente, dopo un altro giro, tutti
si sono fermati in piazza per un brindisi
collettivo con dell’ottimo fresco prosecco,
permettendo così a tutti di fotografare le
tiro singolo alle pariglie di cavalli stupendi,
e molto bravi sono state condotte dai loro
esperti ed elegantissimi guidatori per le vie
del centro di Sacile in totale sicurezza.
Dopo un primo giro ogni carrozza è stata
descritta in piazza dal nostro Pres. Giuliano
carrozze, i cavalli e di ammirare anche le
tre auto d’epoca e l’originale furgone Ape
che hanno partecipato alla sfilata. Un
pomeriggio davvero emozionante, che ha
lasciato tutti molto soddisfatti, quindi,
appuntamento a tutti all’anno prossimo!
In Carrozza” n° 3/2016 Cultura pag.14
Viaggi: Il
vetturino
di Fabrizio Canali
Il vetturino; figura di cui ancor oggi
sentiamo parlare, a volte in bene a volte in
male, possiamo incontrarli nelle città d'arte
mentre attendono i moderni viaggiatori
che vogliono assaporare le bellezze
artistiche al dolce ritmo di un trotto
leggero. Ma chi era il vetturino dell'700
all'epoca del Gran Tour? Il vetturino, ossia
colui che conduce, spesso è il proprietario
dei cavalli e della carrozza, ed è quello che
comunemente si dice una persona onesta e
affidabile.
Se alcuni lo considerano un mezzo di
trasporto inferiore, occorre considerare il
fatto che essendo il vetturino proprietario
di carrozza e cavalli avrà di certo maggior
riguardo e assennatezza durante il viaggio.
Di contro ci sarà il fatto che se non
vogliamo pagare il prezzo pieno dovremo
attendere che costui abbia setacciato
mezza città per scovare altri clienti per
completare il tragitto. Si tratta di
un'attività che richiede non poco spirito di
iniziativa, infatti, i signori vetturini
devono sempre essere pronti ad una
qualsiasi ora a partire per un viaggio o un
tragitto per qualsiasi distanza o meta. La
carrozza è solitamente trainata da due
robusti muli o cavalli pesanti. I cavalli
italiani o francesi e più o meno tutti quelli
delle linee di viaggio sono ottimi cavalli
da tiro, assidui e assennati nel loro lavoro,
obbediscono alla voce e le redini servono
solo per maggior chiarezza. Non vengono
mai toccati dalla frusta
che è usata dal vetturino
solo da incitamento sotto
forma di schiocchi, per
avvertire
gli
altri
cocchieri del proprio
diritto di precedenza o
per avvertire gli abitanti
dei villaggi che si
stavano attraversando,
che persone di riguardo
li stanno onorando nella
loro transitoria presenza.
“ In Carrozza” n° 3/2016 Cultura pag.15
I vetturini italiani sono molto premurosi
con i loro cavalli e ne prendono massima
cura, in genere li mandano al piccolo trotto
che alla minima salita diventa un passo
assai lento. Quando si presentano salite
lunghe e ripide aggiungono alla pariglia un
altro paio di cavalli o di bovi, a seconda
del peso che devono trainare.
Al collo delle bestie vengono appesi dei
campanelli sia per rallegrare il viaggio che
per segnalare il loro approssimarsi. A metà
giornata fanno una lunga sosta nella quale
i cavalli vengono rifocillati con dell'avena
o pan secco. Strigliano i cavalli e la sera
quando tolgono di bocca loro il morso,
gliela sciacquano con acqua e aceto.
Corrono gravi rischi, se capita un'improvvisa azzoppatura o la morte di un
cavallo lontano da casa, rischiano di veder
rovinata o finita la loro attività. La forma
della vettura è simile ad un "Barouche"
con un sedile aggiunto in alto per due o tre
persone, riparate da un tettuccio in tela e
da un grembiale in cuoio, questo
scompartimento prende il nome di
"Cabriolet". La parte che chiamiamo
predella che si trova tra le ruote posteriori
risulta assai spaziosa per accogliere tre o
quattro bauli o i bagagli più ingombranti.
Per i viaggiatori che non vanno di fretta
questo sistema di viaggio è migliore delle
carrozze di posta, il suo costo e il più
basso possibile, si è tutto il giorno per
strada, ma non si corre, si viaggia ad una
velocità tale che consente di osservare il
paesaggio e si ha l'occasione di imparare
la lingua del posto e conoscere i costumi
locali. Alla partenza venivano stipulati dei
contratti di viaggio, Bayard Taylor
trascrive quello stipulato per il trasporto da
Foligno a Roma: "Stabiliamo per
contratto di farci condurre a Roma per la
somma di venti franchi a testa, più la
buona mano, ove si ritenga di essere stati
ben serviti. Il vetturino, Giuseppe Nerpiti,
dovrà fornirci ogni sera, sinchè non
saremo giunti a Roma: la cena, una
camera con due letti e un buon fuoco. Io
Girolamo
Santarelli,
inserviente
all'osteria della Croce Bianca di Foligno,
attesto quale testimone la validità del
contratto di cui sopra."
Il vetturino
italiano è l'equivalente del voiturin
francese, nelle città vi erano vaste rimesse
piene di carrozze, pronte a partire
regolarmente. Erano cosi numerosi i
vetturini che spesso si accendeva fra di
loro una vivace competizione la quale
teneva i prezzi bassi e riduceva il
guadagno.
Si è voluto fare un po’ di luce, ampliando
la mia e vostra conoscenza su questo
personaggio, che strada facendo, da buon
viaggiatore sedentario, ho incontrato e che
ci accompagnerà nel nostro continuo
viaggio virtuale di come ci si spostava
nell'Italia del Gran Tour.
“ In Carrozza” n° 3/2016 Eventi pag.16
“ In Carrozza” n° 3/2016 La pagina rosa
pag.17
Le Dame in Carrozza
L’abbigliamento del gentil
sesso alle corse
di Chiara Donati
Una pagina di cronaca mondana da un giornale dell’epoca ci offre una minuziosa descrizione delle
toilette da signora ad un evento mondano come le corse dei cavalli. Riportiamo queste pagine per
la curiosità delle nostre appassionate lettrici che puntualmente seguono la nostra rubrica.
Alle corse, la donna si presenta armata di
eleganza da capo ai piedi, e alla luce del
giorno sfida le sue rivali a furia di sorrisi
provocanti, ritta in cima a un Break o a un
Drag, negli atteggiamenti più civettuoli.
Là, in alto, si disegna mirabilmente la
curva del suo seno e de’ suoi fianchi e la
linea della bellezza che scende giù dalla
nuca lungo i reni; là, in alto, si rivela il
pieduccio minuscolo ch’esce a far
capolino di sotto le valenciennes e
le malines delle sottane. Ogni
donna spera in quel punto che il
domani le cento bocche della
cronaca mondana le intuonino
l’inno della vittoria...
Le acconciature inedite non hanno
mancato anche quest’anno alle
nostre corse dei cavalli; c’era da
figurarselo; e avendo io preso
qualche appunto in proposito per le
mie amabili lettrici — innanzi
a’cui occhi mi studio di far passare
ogni novità — eccomi ad offrir
loro de’ modelli eleganti: quanto
ho potuto vedere di più elegante. Per
esempio: abito di trellis cangiante tutta
seta, misto di fili neri, mais, biancomandorla, ecc., che forma nell’insieme un
tono assai armonioso e tenue. Dappiede
alla gonna, degli smerli di guipure di
Venezia grezza cuciti con le punte in su.
Cintura di velluto nero, d’onde si partono,
a bustino, tre nastri del medesimo velluto, i
quali salgono, terminati in un nodo doppio,
fino a un empiècement inguainato di
crespo della China color mais. Cappottina
paillasson nera, con gruppi d’acacia rosea,
nodo aigrette e nastri per sotto la gola di
velluto nero. Manica a sboffo, d’un solo
pezzo, stretta al braccio dal gomito al
polso. Ombrellino di pizzo bianco con
molti falpalà di mussolina in seta color
mais. Questi falpalà dei nuovi ombrellini di
stagione si dispongono in tondo, a punte, a
festoni, in somma a capriccio; ma sono
squisitamente eleganti, dando ai parasoli
l’aspetto di tanti grandi fiori spampanati.
“ In Carrozza” n° 3/2016 La pagina rosa pag.18
i colli alla marinara, pe’ colletti assai variati
delle giacchette « di fantasia: » quelle che si
fanno non per semplice comodità, ma per
pura eleganza, quelle che si guarniscono di
complicati ricami e di piogge di giaietto.
Ho notato, sempre alle corse, una giacchetta
di panno ruggine guarnita di guipure color
isabella a smerli puntuti e di giaietto rubino,
che ho giudicata di un gusto eccellente.
I moerro, la ricca stoffa dalle ondulazioni
che sembrano muoversi, torna in gran voga,
e bisogna convenire che nulla é più bello
delle sue pieghe rivestenti un corpo
muliebre ben fatto e flessuoso.
Ho visto, appunto, un abito di moerro
dei meglio riesciti: fondo color
argento a righe di raso marrone.
Dappiede, un falpalà increspato a
gruppi di crespe; e tra un gruppo e
l’altro, nello spazio liscio, un motif
di passamaneria di giaietto marrone.
Corsetto aderente, con l’intera
pettorina composta di passamaneria.
Colletto di raso marrone. Ampia
manica mollemente drappeggiata.
Polsino di giaietto. Su questo vestito
è gettato un bavero a doppio ordine
di velluto marrone e raso argento,
fermato dinanzi con una triplice
girandola di giaietto simile a quello
dell’abito. Cappottina di paglia
argento con nastro di velluto marrone
e penne d’un pallido color di rosa.
Poi che ho nominato il moerro, amo
informarvi, o signore, ch’esso si
adopera a preferenza d’ogni altra
stoffa pe’ risvolti, d’ogni forma per
Certo, non si può indossarla a piedi e per
molti giorni di seguito; ho detto che queste
sono giacchette «di fantasia » e ho detto
tutto. Una specie di mantiglia, arieggiante
un pochino lo stile 1830, ha delle stole che
le pendono dinanzi. Comoda assai, questa
mantiglia di seta, da gettarsi su le spalle,
nella stagione cui andiamo incontro,
quando si sente, d’improvviso, verso sera o
in una carrozza che corre, passar un lieve
brivido per il corpo, coperto d’un abito
alquanto leggiero. Fino che non la
s’indossa, si può portarla, magari, sul
braccio... Molte, molte guarnizioni a smerli
acuti: alla cintura, come baschina; a uso
berta; su l’alto delle maniche ; dappiede alla
gonna. Ma non credo che questi «denti»
aguzzi piaceranno a lungo.
“ In Carrozza” n° 3/2016 Eventi: Cuts 2016 pag.19
METTLER e BATTISTON SOCI A.F.A.C
ALL’INTERNAZIONALE di CUTS
di Fabrizio Canali
Chi vuole avere una vaga idea del CIAT
di Cuts, deve fare riferimento alla reggia di
Versailles, riducendone le dimensioni,
mantenendone inalterata la configurazione.
Qui tra l'ordinato intrico dei giardini, le
simulazioni dei boschetti ed i giochi
d'acqua delle fontane si svolge il più
prestigioso Concorso Attacchi d'Europa,
giunto quest'anno alla 20° edizione. Un
tema obsoleto verrebbe da pensare a molti,
per nulla visto che qui ogni anno converge
il meglio degli attacchi di Tradizione. Qui
ogni anno si ripete un rituale ormai
consolidato, che ci riporta all'indietro nel
tempo, in cui cavalli e carrozze erano i re e
le regine della strada, sfilando nel rispetto
di un'etichetta con regole ben chiare che ne
determinavano ogni particolare. Regole
che si sono tramandate nel tempo per
conservare ciò che di più squisito si possa
assaporare al loro passaggio. Come in
un'opera sinfonica dove il pubblico assiste
rapito in un'estasi mistica, sfociando in
calorosi applausi di ringraziamento.
Finalmente, dopo varie partecipazioni, per
CHRISTIAN METTLER il cocchiere
svizzero, ma anche Socio A.F.A.C già da
alcuni anni, è arrivato il meritato successo.
Con grande determinazione e volontà è
giunto al traguardo più ambito, arrivare 1°
classificato nella categoria pariglie (tiri a
due). Numerosi i concorrenti pervenuti a
questo 20° CIAT di Tradizione in terra
francese, che con Christian hanno
disputato la categoria più affollata di
pretendenti. Nemmeno la pioggia sferzante
della giornata di domenica che ha ridotto il
campo gara ad una palude, ha potuto
fermare la galoppata dei suoi bravi cavalli.
“ In Carrozza” n° 3/2016 Eventi: Cuts 2016 pag.20
Una vittoria che va ad aggiungersi al suo
ben fornito palmares di successi
internazionali nel campo degli attacchi di
Tradizione. Complimenti a Christian a
nome di tutta l'associazione, dal Presidente
Giuliano, dallo staff di tradizioneattacchi
per il pieno successo ottenuto, con l'augurio
di continuare a lungo sulla strada della
vittoria.
Complimenti anche a Battista Battiston,
che si classifica al sesto posto nella
categoria singoli, anche questa molto
numerosa, zeppa di concorrenti armati sino
ai denti per difendere determinate posizioni.
Ben posizionato nella fase di Presentazione,
dove otteneva un punteggio minimo di 9
penalità, piazzandosi tra i primi posti della
classifica parziale. Seguiva un errore nel
percorso di campagna che gli costava ben
10 punti di penalità, una pallina nella prova
di abilità di guida gli costava altri 5 punti,
la somma delle penalità ne determinava la
sesta posizione nella classifica categoria tiri
singoli. “Dopo mesi di preparativi,
riflessioni, dubbi, c'è l'ho fatta!!! Ho
partecipato al 20° CIAT di Cuts, il sogno di
ogni guidatore di tradizione. Su insistito
gentile invito della Baronessa Antoinette De
Langlade che per il quarto anno consecutivo mi rinnovava il suo piacere ad una
mia partecipazione, quest'anno per il mio
50° compleanno il regalo è stato grande.
Grazie alla mia famiglia che mi ha
sostenuto in questa mia passione, grazie al
mio accompagnatore Fabrizio Canali
insostituibile aiuto ed esperto di tradizione,
i preziosi consigli di Ivo Baldisseri, il mio
equipaggio Paola Bergamo e Carlo
Battiston ed infine Balans un cavallo
superlativo in una condizione che non ho
mai visto in lui, favoloso. Grazie a tutti il
mio sogno si è avverato.”
.
“ In Carrozza” n° 3/2016 Biblioteca pag.21
La BIBLIOTECA A.F.A.C.
“ In Carrozza” n°3/2016 Sport Attacchi pag.22
agonIsmo… perché no?
di Adelio Arreghini
sagra paesana, si prova anche a cimentarsi
in un semplice percorso tra i birilli,
scoprendo che questa esperienza, per
quanto elementare possa essere la gara, ti
senti crescere e salire il desiderio di
avventurarti in un cammino più
impegnativo, che alla fine ti può portare
all’agonismo vero e proprio.
La prima grande emozione che prova chi
si avvicina al mondo degli attacchi è
senz’altro il fascino di riuscire a guidare,
seduto comodamente a cassetta di una
carrozza, un cavallo che gli sta un paio di
metri davanti. In seguito l’evoluzione è la
stessa per quasi tutti i guidatori:
passeggiate in campagna da soli, prove su
strade più o meno trafficate, trottate in
gruppo con altri attacchi, sfilate di
tradizione e alla fine, in occasione della
A questo punto il guidatore intenzionato
seriamente ad intraprendere la strada
dell’agonismo ha la possibilità di accedere
a gare, sempre di tipo amatoriale, ma già
più impegnative, nelle quali può verificare
la sua capacità di driver e le potenzialità
del suo cavallo. Le occasioni non mancano
di sicuro; a livello nazionale il GIA
(Gruppo Italiano Attacchi) organizza
durante tutto l’anno diversi appuntamenti
di questo tipo aperti sia ai guidatori
esordienti che a quelli più esperti.
“ In Carrozza” n°3/2016 Sport Attacchi pag.23
E quando tutte queste esperienze non
pagano a sufficienza si passa all’agonismo
vero e proprio.
In Italia l’unica associazione riconosciuta
dalla FEI (Federazione Equestre Internazionale) per la pratica dell’agonismo è la
FISE
(Federazione
Italiana
Sport
Equestri).Da questo momento inizia per il
guidatore un percorso ben definito; il
primo
passo
è
rappresentato
dall’associazione ad un Circolo Ippico
affiliato Fise che rilascia la patente “A
Attacchi”.
In Friuli e in Veneto nell’ultimo decennio
l’AFAC (Associazione Friulana Appassionati Carrozze) ha messo in campo un
bel numero di gare amatoriali che si
rifanno, pur nella loro semplicità, alle gare
di Derby agonistiche.
Di natura diversa sono invece gli incontri
sportivi di orientamento organizzati
dall’ANTE (Associazione Nazionale Turismo Equestre) nei quali conta si l’abilità
del guidatore ma anche la capacità del
groom-navigatore di orientarsi in un
percorso indicato da mappe non sempre
facili da interpretare.
Successivamente, passati sei mesi, può
iniziare il percorso per il conseguimento
del Brevetto Attacchi che prevede
dapprima, su presentazione del candidato
da parte di un tecnico istruttore ad un
Giudice, il superamento di due prove di
guida (Primi Passi) e alla fine l’esame
teorico pratico tenuto da un Tecnico di II
livello.
Le due prove dei primi passi sono state
recentemente introdotte nel Regolamento
per verificare anche con un percorso più
impegnativo di una noiosa ed elementare
ripresa di dressage che il candidato fosse
veramente in grado di guidare un cavallo.
In Carrozza” n° 3/2016 Sport Attacchi pag.24
Con l’acquisizione del Brevetto Attacchi il
guidatore può accedere alle prove
agonistiche: dressage, ostacoli, derby e
maratona. Il passaggio alle categorie
superiori dell’agonismo ( 1° e 2° grado) si
ottiene con il superamento di 4 prove di
dressage, 4 prove coni e 2 prove di
maratona con penalità massime definite nei
concorsi riservati alle categorie di
partenza.
nelle volte, ad allungare e ad essere ripreso
facilmente quando gli viene richiesto e
anche a stare fermo e piazzato perfettamente negli alt; un cavallo così sarà per il
driver un soggetto “facilmente guidabile”
che sicuramente avrà la possibilità di
ottenere grandi risultati anche nella prova
coni e nella maratona. Sono caratteristiche
queste che sarebbe utile vedere anche nei
cavalli che gareggiano nelle prove di
tradizione ed eleganza oppure nelle più
semplici passeggiate o prove amatoriali.
Arrivare a buoni livelli non è facile e a
volte si può essere tentati di abbandonare
l’obiettivo, soprattutto quando ci si illude
di ottenere risultati in tempi brevi che
evidentemente non sono quelli necessari al
cavallo per recepire ciò che gli viene
richiesto. Del resto la scelta dell’agonismo
porta a una maturazione nel carattere del
guidatore, ad un miglioramento nei
rapporti con il proprio cavallo e a risultati,
certo non economici, che alla fine possono
dare grande soddisfazioni.
Chi intende intraprendere seriamente la
strada dell’agonismo deve, con un lavoro
costante, porsi come obiettivo da
raggiungere, il miglioramento continuo
delle performances del proprio cavallo; le
riprese di dressage che vengono richieste
nei concorsi, per quanto noiose, servono a
verificare non solo le capacità di guida del
driver ma soprattutto la preparazione del
cavallo.
Ottenere un ottimo punteggio nel dressage
significa avere un cavallo sempre “in
mano”, pronto a flettere armoniosamente
“ In Carrozza” n° 3/2016 Alfabeto vincente pag.25
Andrian - Bolzon che 2016
Vengono da storie e lavori diversi, ma si
sono ritrovati entrambi nello stesso posto
allo stesso momento. Stiamo parlando di
Marco Andrian e Renato Bolzon, citati in
rigoroso ordine alfabetico, come potete
vedere già dal titolo (sviluppato in un
modo un po’ goliardico) che sono i
vincitori del nostro torneo “sociale” per il
2015, fatto di passeggiate, sfilate e
kermesse di “sport attacchi”. Entrambi
friulani doc, Marco e Renato qui smettono
di avere in comune qualche altra
caratteristica perché per il primo si tratta di
un bis consecutivo dopo il primo alloro del
2014, mentre per l’altro questo è il primo
titolo AFAC; titolo che peraltro li vede poi
obbligatoriamente divisi anche per un altro
di Giuliano Comici
aspetto tecnico (e non poteva essere che
così): il nativo di Ruda oggi residente
vicino a Gorizia si è imposto nella
categoria Pariglie, l’altro, da sempre in
zona Gonars, ha vinto invece per la
categoria Singoli.
Vediamo allora, in breve, le due schede
tecnico-filosofiche dei nostri “più bravi”
2015. Iniziamo stavolta dalla “B”, perché
Bolzon ha portato a casa lo scudetto stando
a cassetta di una carrozza trainata da un
solo cavallo. Dunque: 10 presenze nel
calendario ufficiale AFAC per un totale di
253 punti, precedendo Renzo Pezzuto
(193), Alessandro Cattarin (169) ed Adelio
Arreghini (idem). Bolzon si avvale per la
gare di tradizione dei suoi Gladiater
“ In Carrozza” n° 3/2016 Alfabeto vincente pag.26
ed Olympus, propone una classica
Marathona ed ottiene il suo top a quota 39
points in quel di Villa Manin, ma anche i
24 arrivati alla fine della domenica
ottobrina di “sport attacchi” nella sua
Gonars sono una perla di stagione. Qui
perché dobbiamo farvi notare un altro
particolare: Renato ha organizzato
l’evento, non ne ha disegnato il percorso
per evidente fair play (compito svolto da
Cotic), ha però ricevuto il Sindaco del
paese ed ha avuto, assieme ai suoi validi
collaboratori, il peso della manifestazione
sulle spalle. Nel 2014 questo gli era costato
un po’ caro, quanto a concentrazione, tanto
da fargli sbagliare qualcosa in gara; l’anno
dopo Bolzon ha rimediato alla grande,
confermando che l’esperienza paga
sempre. Classe 1956, fisioterapista
prossimo “quasi” alla sessantina, ma
ancora giovane dentro e fuori, il nostro
capoclassifica Singoli è praticamente da
sempre a contatto con i cavalli, avendoli
conosciuti in famiglia già da bambino
quando erano impiegati con utilità dalla
famiglia e dal padre in particolare che gli
ha dato dunque l’imprinting. I cavalli però
tornano nella sua vita relativamente poco
tempo fa, nel 2008 ma solo da 4-5 anni
Renato gareggia con continuità Gli piace
condividere questo successo con Grig
Flebus e la mantovana Marika Franciosi,
che spesso si spinge fin dalle nostre parti
per esibire tutta la sua abilità e sensibilità
con i quadrupedi, tanto che Bolzon
vorrebbe si istituisse sin da subito anche
una classifica groom all’interno della
grande famiglia AFAC.
“ In Carrozza” n° 3/2016 Alfabeto vincente pag.27
Infine, ripercorrendo il film della sua
annata agonistica, trova anche un motivo di
rammarico, nonostante questo successo che
si gusta ancora: l’episodio è relativo al
secondo posto raccolto a Villa Manin. “Se
penso che mi è costato carissimo, cioè il
primo posto, l’errore fatto all’ultima porta
del percorso della mattina, un poco ancora
mi disturba, quella situazione. Sul
momento non ho pensato potesse essere
decisiva. D’accordo, non ha influito sulla
vittoria a fine d’anno, ma a Villa Manin di
certo non pensavo di arrivare fin qui,
sarebbe pure stata presunzione, mentre
vincere quella tappa, mancata per così
poco, in quel momento bruciava eccome!”.
Renato però s’è messo d’impegno e per la
sua annata sportiva c’è stato il lieto fine
con la premiazione di dicembre.
Diversa per alcuni aspetti la storia di
Marco Andrian, professionista, da sempre
legato al mondo dei cavalli, oggi davvero
molto impegnato anche nel preparare i suoi
animali e nel agire a 360° intorno a loro,
interessandosi di mascalcia, di corretta
alimentazione,
di
minimi
standard
veterinari. Marco ha vinto largamente la
categoria Pariglie, bissando quindi il
successo del precedente anno sportivo, ma
confermando doti non comuni sia di
improvvisazione, a fine lettura capirete
perché, che di programmazione degli
impegni dei suoi animali, alcuni magnifici
esemplari di KWPN olandesi che ha
adattato in modo egregio alle varie caratteristiche tecniche degli impegni ai quali
ha preso parte. “Forse il vero segreto però
è avere la costanza di partecipare, se non a
tutte le prove, almeno al maggior numero
possibile, per portare continuativamente
punti in classifica.
.
“ In Carrozza” n° 3/2016 Alfabeto vincente pag.28
Non ero partito con questo proposito, poi
ho capito che era un aspetto molto
importante e mi ci sono dedicato con
maggior attenzione”. Con 340 punti e 14
presenze, quindi tutte meno una le
kermesse alle quali ha preso parte, il
forzuto e brillante Marco, sempre
scherzoso, sia che si tratti di disegnare un
tracciato o di discutere di un metodo di
allenamento, ha lasciato più discosti Bruno
Cotic (261) ed Ivan Pernarcich (174)
togliendo di fatto un po’ di pathos
all’annata, che ha visto quindi il suo netto
predominio al tirar dei conti. Il suo top di
punti (39) lo fa registrare in Sfilata a
Percoto, attribuisce al valore ed alla bontà
dei cavalli il merito del risultato e lo
condivide con Leo Marussi e Samuel
Muccin, suoi “spumeggianti” collaboratori,
con i quali compone un Team di sicuro
impatto agonistico.
Insomma non se la tira, lui è stato solo
l’esecutore finale di un lavoro fatto di
allenamento
ed
affiatamento
ed
evidenziato proponendo spesso una
splendida Maratona sui campi. Classe
1967, un passato anche nel trotto
agonistico di altissimo livello, tanto da
partecipare con una sua sfortunatissima
cavalla persino al Derby Italiano, Marco è
passato lasciando il segno da Murelle ad
Arta Terme ed ha iniziato quasi per
scherzo con l’intento di migliorare sempre
di più la combinazione fra cavalli e
carrozze. Coba e Desiree sono i nomi dei
due soggetti più impiegati nel corso dei
dodici mesi cui ci riferiamo, ma, quando
gli chiediamo di un momento particolare o
curioso da ricordare di questa… cavalcata
irresistibile, il nostro protagonista dice
assai banalmente ma onestamente che non
ha ricordi particolari.
.
“ In Carrozza” n° 3/2016 Alfabeto vincente pag.29
Tutto è filato liscio, non ci sono stati
incidenti o curiosità negative, fatti
strampalati o persone da ricordare, nelle
varie escursioni; non ce n’è stata una che
sia diventata “top” (o flop) sulle altre. “Un
episodio di cui sono abbastanza orgoglioso
però c’è - chiosa in fine di incontro - anche
se non è propriamente legato a quest’
annata sportiva. Risale al 2013, io avevo
iniziato da pochissimo a cimentarmi con le
maratone ed altri tipi di “legni”, spronato
in questo dalla passione dell’amico Bruno
(Cotic, n.d.r.). All’interno di Travagliato
Cavalli, Bruno mi butta letteralmente in
gara con una coppia di cavalli suoi,
praticamente mai visti, sapendo benissimo
lui del livello molto alto della competizione. Ed io ne esco frastornato perché
vittorioso con grandissima sorpresa di
molti addetti ai lavori. Mi hanno detto che
avevo fatto un percorso eccellente, come
non è spesso dato vedere. Per ora rimane il
ricordo
più
bello,
“avventuroso”,
imprevisto e dunque genuino”. Detto che
Andrian non disdegna di spingersi anche
nella vicina Slovenia, per conoscere scuole
e località alternative, per affinare la sua
preparazione e frequentare persone diverse
per impostazione, non ci rimane che
augurare a tutti, ma soprattutto agli
sconfitti, un buon 2016. Hanno perso da
avversari certamente meritevoli ed hanno
un motivo in più per provare la rivincita,
sia coloro che punteranno sulla categoria
del Singolo soggetto, sia coloro che si
avvicineranno alle Pariglie: quello di
provare ad esserci, qui, in questo spazio,
nel 2017.
Buon vento a tutti!....
“ In Carrozza” n° 3/2016 Noleggiami pag.30
Facile dire:
partecipiamo!!!
Tra il dire e il fare, molte volte c'é di mezzo
un carrello. Quante volte abbiamo pensato
di partecipare ad un evento con la nostra
carrozza e ci siamo sentiti bloccati da una
semplice domanda: come la trasporto la
carrozza? Se per un cavaliere il problema
esiste solo per il cavallo e la sella, per i
guidatori il problema è doppio, infatti, oltre
al cavallo abbiamo la nostra carrozza. Qui
s'innescano tutta una serie di ragionamenti
in stile copernicano, potrei chiedere ad un
amico se può fare due viaggi, ma non
Per coloro che fossero interessati,
per prenotazione, rivolgersi a:
Bruno Cotic 3483817241
sempre lui va, dove voglio andare io.
Acquistarlo per usarlo due volte l'anno non
conviene, noleggiarlo per due giorni costa
tanto quasi ad acquistarlo. Che fare?????
Sogno, desiderio, fantasia, poi per una volta
i selfie diventano realtà. A sopperire a
questa mancanza ci ha pensato
l'A.F.A.C, perché non acquistare un
carrello in nome dell'Associazione da
mettere a disposizione dei Soci che ne
avessero necessità? Il risultato si è
ben presto tramutato in realtà, il
poliedrico Bruno Cotic, in men che
non si dica ha recuperato un buon
mezzo in ottime condizioni. Da oggi, i
Soci che ne avranno bisogno potranno
"noleggiarlo" per il tempo necessario
ad una cifra convenzionata, utile per pagare
le spese di mantenimento: assicurazione,
bollo, manutenzione ecc. Un'altra goccia, in
quel fiume di oppor-tunità che l'A.F.A.C,
vuole offrire ai propri Soci.
“ In Carrozza” n° 3/2016 Consigli utili pag.31
Arnesi di riparo del tronco
Le coperte e le gualdrappe di Fabrizio Canali
" La coperta " un arnese che si mette sul
corpo degli animali per proteggerli contro il
freddo nell’inverno e contro gli insetti in
estate. Si mette la coperta sul cavallo nella
scuderia, quando questa è molto vasta e
fredda, quando il cavallo è ammalato, e
quando ritorna dal lavoro perché, ancora
sudato, e non si raffreddi. Fuori della
scuderia si mette, quando i cavalli sono
condotti a mano a passeggio o in viaggio o
all’abbeveratoio o dal maniscalco.
Si coprono pure i cavalli colla coperta
quando durante il lavoro devono fare delle
fermate. Nell’esercito, essa si adopera
ripiegata, per ammortizzare la pressione
della sella.
La coperta ha generalmente 1.50 di
lunghezza e 1.60 di larghezza quando deve
servire per animali grossi; altrimenti è
proporzionata alla taglia di essi. E’ tenuta
sul corpo degli animali mediante una sopra
cinghia, specie di cinghia provvista alla sua
estremità di due o tre fibbie e di un numero
corrispondente di corregge a sinistra.
La sopra cinghia non deve passare sul
garrese, ma dietro questo. Perché non
produca ferite sul dorso degli animali,
bisogna mettere ai lati della colonna
vertebrale due fascetti di paglia; questi
tengono sollevata la cinghia e non le
permettono
di
comprimere
troppo
energicamente le zone spinose delle
vertebre. Altrimenti si fanno delle sopra
cinghie provviste, a destra ed a sinistra
della regione d'appoggio sul dorso, di
piccoli cuscinetti che sostituiscono i fascetti
di paglia dei quali parlammo.
“ In Carrozza” n° 3/2016 Consigli utili pag.32
Queste coperte servono per tutti gli animali,
mentre nelle scuderie di lusso, la coperta è
generalmente più ampia e più complessa:
essa può coprire quasi tutta la superficie del
corpo, con astucci per le orecchie e delle
aperture per gli occhi.
Essa si compone di: 1° della coperta
propriamente detta, tagliata secondo la
conformazione del cavallo; 2° del falso
pettorale, fascia stretta cucita al bordo
anteriore destro della coperta ed avente due
fibbie che corrispondono a due coregge
cucite al bordo anteriore sinistro della
coperta; sovente il falso pettorale manca;
serve solamente a tenere a posto nella parte
anteriore la coperta; 3° il pettorale, pezzo di
stoffa più grande, che copre il petto del
cavallo e si attacca per mezzo di due fibbie
a due coregge, una a destra e l'altra a
sinistra, si trovano sulla coperta ai lati del
garrese; 4° il cordone posteriore che
contorna e protegge le natiche e la parte
superiore delle cosce. Le coperte possono
essere di tela impermeabile, per riparare
l’animale dalla pioggia, ovvero di stoffa,
per ripararlo dal freddo.
Le coperte di tela impermeabile sono
utilissime e prevengono molte malattie.
Devonsi applicare ai cavalli che stanno
tutto il giorno all'aperto, esposti al sole o
alla pioggia.
Le coperte di stoffa
possono essere di lana o di
tela. La lana è la stoffa
preferibile ogni qualvolta
noi si intenda proteggere
l’animale dal freddo e
dalla rapida evaporazione
della superficie del corpo
sudato e molto riscaldato.
La lana per sé è cattiva
conduttrice del calorico,
diminuisce la dispersione
di quello proveniente dalla
superficie cutanea, nel
medesimo tempo nel quale
assorbe il sudore e l’acqua
e permette una certa circolazione d'aria
nelle maglie del suo tessuto.
Si rimprovera alla coperta di lana di
arruffare e di consumare il pelo dei cavalli
fini; l’uso di una coperta di cotone che si
adatta sotto quella di lana previene questo
inconveniente. Il cotone e la tela sono
preferibili, quando si vuole proteggere la
superficie del corpo dalle molestie degli
insetti, dalle polveri, dalle correnti brusche
in estate quando il cavallo è sudato, ecc. Per
riparare il cavallo semplicemente dagli
insetti, si adoperano anche coperte di velo o
di rete fatte a maglia. Le coperte sono utili,
rendono e mantengono lucente il pelo e
morbida la pelle. Se la temperatura
dell’ambiente è piuttosto elevata e
l’animale è sano, la coperta di lana è non
solo superflua, ma riesce nociva, perché si
espone l’animale, ogni volta
che esce dalla scuderia, ad
uno squilibrio brusco di
temperatura, che non può in
alcun
modo
riuscirgli
giovevole. In ogni caso,
quando gli animali lavorano
e la temperatura è sopportabile, la coperta è inutile, se
non nociva.
.
“ In Carrozza” n° 3/2016 La pagina veterinaria pag.33
Dottoressa
SARA BUSECHIAN
Coloro che volessero porre domande o richieste specifiche possono
inviarle: via e-mail alla redazione di: [email protected]
LA DIAGNOSTICA PER IMMAGINI:
L’ENDOSCOPIA
Tutti noi sappiamo molto bene come è
fatto un cavallo dall'esterno, lo esaminiamo
prima e dopo ogni uscita per controllare la
presenza di ferite o fiaccature, e lo stato
degli zoccoli e della ferratura. Ma quanti di
noi possono dire di aver visto un cavallo
nel suo interno? Una delle tecniche più
affascinanti (almeno dal mio punto di vista
personale) per fare questo è l’endoscopia,
che assieme alla ecografia, ci fornisce
informazioni sullo stato di salute dei nostri
amici a quattro zampe. Questa tecnica
viene utilizzata molto spesso in medicina
sia umana che veterinaria, in praticamente
tutte le specie: io mi occupo di endoscopia
dal 2008, e mi è capitato di usare questo
strumento sia nei piccoli che nei grandi
animali, ma anche in animali “non
convenzionali”, come rettili (serpenti e
caimani), delfini e orsi.
Gli endoscopi possono essere distinti in
ben quattro gruppi: rigidi e flessibili e
fibroscopi e video endoscopi. Tralasciando
le differenze tecniche, tutti funzionano più
o meno allo stesso modo: sono dei “tubi”
che contengono al loro interno delle fibre
ottiche che portano la luce fino alla punta
dello strumento e un microchip o delle
fibre ottiche, le quali riportano l'immagine
all'operatore, per permettergli di osservare
l'interno degli organi (endoscopi flessibili)
o nella cavità toracica, addominale o le
articolazioni (endoscopi rigidi). In questo
articolo parleremo di endoscopia flessibile,
con alcuni esempi di patologie, soprattutto
quelle più comuni nel cavallo.
“ In Carrozza” n° 3/2016 La pagina veterinaria pag.34
Apparato respiratorio
L’endoscopia può essere utilizzata per
valutare tutte le strutture dell’apparato
respiratorio, sia le vie aeree superficiali
(narici, faringe, laringe) che le profonde
(trachea e bronchi).
Una delle applicazioni tra le più comuni
dell’endoscopia nel cavallo in attività, è la
valutazione delle prime vie respiratorie in
animali che russano quando lavorano.
Nella foto (figura 1) vedi sopra, vediamo
un cavallo normale, dove le cartilagini del
laringe sono completamente aperte per far
passare l’aria in trachea e l’epiglottide
sovrasta il palato molle, la quale non è
visualizzabile. Esistono varie patologie che
possono causare rumore respiratorio
durante l’attività fisica intensa e sono
molto comuni nei cavalli da corsa. Le due
malattie più frequenti sono l’emiplegia
laringea (figura 2), e la dislocazione dorsale del palato molle.
La prima è causata da una difetto nel nervo
che arriva ad una delle due cartilagini
aritenoidi, che non si muove più in maniera
normale, e rimane “a penzoloni” davanti
all’ingresso della trachea, occludendola
parzialmente. La seconda invece è
caratterizzata da un palato molle che si
solleva, supera l’epiglottide e va a chiudere
del tutto o in parte l’adito laringeo; se va
avanti da molto tempo, sul margine libero
è possibile vedere una piccola ulcera, come
nella figura. Per quanto riguarda le vie
aeree profonde, l’applicazione più comune
dell’endoscopia è nei cavalli con tosse,
quando è possibile associarla al lavaggio
bronchiolo-alveolare: è possibile iniettare e
riaspirare del liquido nei polmoni
attraverso l’endoscopio, in modo da
“lavarne” una piccola porzione, il materiale ottenuto viene osservato al microscopio, per valutare le cellule in loco. In
questo modo, possiamo fare diagnosi di
bronchite, emorragia polmonare da sforzo
(sanguinamento dei polmoni dopo sforzo
intenso, tipico dei cavalli da corsa),
ostruzione ricorrente dei bronchi (quella
che in passato era chiamata bolsaggine),
tumori, etc. L’endoscopia, però, può essere
anche terapeutica: la possiamo usare per
asportare corpi estranei dai polmoni (fig.4),
dal naso, dallo stomaco o dall’esofago dei
nostri cani, ma può capitare talvolta che
anche il cavallo aspiri una spiga. In questo
caso, utilizzando una apposita pinza fatta
passare attraverso il canale di lavoro
dell’endoscopio possiamo rimuovere il
“forasacco”, e, dopo una idonea terapia,
l’animale può tornare a lavorare come
prima.
“ In Carrozza” n° 3/2016 La pagina veterinaria pag.35
Apparato digerente
A livello dello stomaco e dell’esofago
l’endoscopia può esserci utile per
diagnosticare varie patologie, come
l’ostruzione esofagea, e, soprattutto, le
ulcere gastriche. Nel primo caso, una volta
“stappato” l’esofago, possiamo controllare
con l’endoscopio, il danno alla mucosa, in
modo da poter decidere la terapia più
corretta: infatti può capitare, anche se
raramente, che il materiale alimentare che
ha bloccato l’esofago abbia causato una
lacerazione della parete anche a tutto
spessore, come nella figura 7.
E tutto per una carota! Le ulcere gastriche,
invece, sono una malattia che sta venendo
molto studiata in questo periodo: si
conosce da molti anni nel cavallo da corsa,
con una percentuale di animali colpiti che
raggiunge anche il 100%, ma negli ultimi
anni ci si sta rendendo conto che è
presente, anche in soggetti che prima non
erano considerati a rischio. Nel 2013 ho
cominciato a lavorare sulle ulcere gastriche
nei cavalli a basso livello di attività
sportiva (cavalle da riproduzione, animali
anziani a riposo, etc…), effettuando
gastroscopie in campo: sono state fatte
circa 200 endoscopie, con una percentuale
di animali colpiti di circa il 30%, e pochi di
questi avevano sintomatologia. Le lesioni
non erano mai gravi ma, valutando le
modalità di gestione abbiamo visto una
cosa curiosa: i cavalli che erano con
l’attuale proprietario da meno di sei mesi
erano più predisposti a sviluppare ulcere,
forse perché è un animale abitudinario, e
cambi di ambiente causano stress? Questo
non vuol dire che dobbiamo smettere di
portare i nostri amici a quattro zampe in
giro, soprattutto se stanno bene, ma se
cominciamo a trasportarli per lunghi
periodi, potrebbe valere la pena fornire un
aiuto al loro stomaco, sotto forma di
integratori alimentari protettivi della
mucosa gastrica. Parallelamente a questo
progetto, ne è partito un altro che si
concentra sulle ulcere nell’asino: anche
questo animale ne soffre, e abbiamo
trovato lesioni in circa la metà dei (pochi
fino a questo momento) soggetti che
abbiamo esaminato. Nello stomaco
possiamo anche trovare un parassita, la
larva di mosca, che non causa, normalmente nessun problema al nostro amico,
ma da’ una nota di colore quando ci
affacciamo con la sonda nello stomaco,
come documentato dalla figura 9.
Apparato urogenitale.
Molto meno usata, ma non per questo
meno importante, è l’endoscopia dell’apparato urinario e genitale. Nel primo caso,
andiamo a visualizzare soprattutto la
vescica, dove la patologia più comune sono
sicuramente i calcoli. Nel secondo,
possiamo associare alla sonda anche un
catetere per poter fare inseminazione
profonda, in cavalle che, per vari motivi,
non rimangono gravide. Questa tecnica
permette di aumentare la probabilità di
gravidanza o di diminuire la quantità di
seme che dobbiamo usare. I calcoli
vescicali nel cavallo, che sono abbastanza
rari, si possono vedere più frequentemente
nel maschio che nella femmina. La
diagnosi è facile, ma la terapia, purtroppo,
è quasi esclusivamente chirurgica. Se il
calcolo è di piccole dimensioni possiamo
provare a portarlo via con l’endoscopio,
utilizzando una pinza. L’endoscopia, come
detto, può venire utilizzata in quasi tutte le
specie.
“ In Carrozza” n° 3/2016 Personaggi pag.36
Soci alla Ribalta
interviste di Flavia Bomben
Il Consiglio Direttivo dell’A. F. A.C. ha pensato di dedicare uno spazio in
ogni numero della nuova rivista “IN CARROZZA” a due soci.
In questo numero è la volta di due soci Friulani DOC, che si sono avvicinati
al mondo del cavallo solo in età adulta ma con grande curiosità, passione e
dedizione. Ad entrambi si devono molte tra le migliori iniziative che sono
state realizzate dall’A.F.A.C. negli ultimi anni.
ALESSANDRO CATTARIN
Alessandro nasce a Udine nel settembre
1962. Il papà era operaio nel settore del
mobile, mentre la mamma era casalinga.
Maturando l’esperienza necessaria come
seggiolaio, mobiliere ed impagliatore di
sedie, il papà che, come Alessandro è
caratterizzato dal possesso di mani come si
dice dalle nostre parti “d’oro” dà vita ad
un’azienda a conduzione familiare.
Alessandro si diploma geometra, ma ben
presto capisce che c’è bisogno anche di lui
in azienda e vi si occupa. Quando il papà
invecchia sarà lui a prendere in mano le
redini ed a continuarne l’attività. In questo
momento gestisce l’attività di autotrasporti
a livello locale. In famiglia non c’erano
mai stati cavalli ma Alessandro, che sin da
piccolo maturava un’attenzione ed una
curiosità per questo mondo, a volte
costringeva i genitori ad accompagnarlo
dove si potevano ammirare i cavalli.
Confessa di aver visto e rivisto il film: IL
CONTE DI MONTECRISTO, interpretato
da Gerard Depardieu, non tanto per la
storia in sé quanto per l’abbondanza di
cavalli e per la varietà e la bellezza delle
carrozze che si muovevano nel film. E’
anche questa capacità di osservare i
particolari, unita come già detto, alla manualità che ne caratterizza il nostro protagonista a permettergli successivamente di
affrontare l’acquisto di una importante
carrozza a due ruote che restaurerà personalmente con ottimi risultati. Confermati
dai lusinghieri pareri emessi dai giudici di
tradizione ed eleganza in tutte le comparizioni nei Concorsi di Tradizione, a partire
dal Nazionale e dagli Internazionali di
Villa Manin cui ha partecipato. Infine a 30
anni fa il grande passo: in data 21 marzo
1992 realizza il suo sogno ed acquista una
cavalla ungherese di nome MAILA da un
noto commerciante di cavalli della zona.
“ In Carrozza” n° 3/2016 Personaggi pag.37
Ma di cavalli non sa nulla e il commerciante delude la sua aspettativa di
ospitare la cavalla per qualche tempo in
attesa di costruire una stalla. Le difficoltà
sono tante ma alla fine la cavalla viene
fortunosamente ospitata sotto la tettoia da
un conoscente. Sorgono dei problemi per la
costruzione della stalla nella zona abitata
dove vive e Alessandro, ricorrendo alla sua
esperienza di geometra risolve brillantemente il problema …………costruendo un
box mobile montato su ruote. La cosa
comunque scatena una serie di visite della
Polizia Municipale e dell’ U.S.L. ma alla
fine Alessandro ottiene i permessi: lui è
trasportatore ed il cavallo gli serve come
bene strumentale all’esercizio della sua
attività. Da allora si sono avvicendati in
famiglia una ventina di cavalli.
La trasmissione domenicale di RAI 1
“LINEA VERDE” condotta da Renato
Vannucchi chiede la sua collaborazione per
una puntata registrata al Castello di Udine
nel corso della quale vengono presentati i
legni presenti al Museo delle Carrozze di
Codroipo. Per anni presta servizio in
occasione del Natale in Piazza Unità a
Trieste ed è proprio lì, sentendo gli
affascinanti racconti di signore non più
giovani di Trieste che ricordavano come i
loro nonni appartenenti alla borghesia
“bene” si recassero da Trieste a Vienna con
le carrozze anche solo per andare agli
spettacoli teatrali, gli frulla nella testa
l’idea di ripetere l’esperienza sulla via
dell’Antico Postale Trieste - Lubiana Vienna.
Il resto è storia recente e conosciuta: la
fortunata circostanza di aver
trovato lo stesso interesse
negli amici delle carrozze, una
buona dose di determinazione
e di fantasia nel portare avanti
il progetto, la ricerca degli
sponsor, del patrocinio della
Presidenza della Repubblica,
dell’Ambasciata d’Italia a
Vienna, l’alacre e difficile
lavoro di organizzazione ed
infine la realizzazione del
SOGNO.
Progetti per il futuro?
Partecipa alla prima gara di carrozze sotto
l’egida dei C.I.F.O. a Manzano del 2002.
E’ tra i soci fondatori dell’A.F.A.C. nel
momento in cui gli appassionati delle
carrozze decidono di dare vita ad una realtà
che si occupi esclusivamente di attacchi.
L’entusiasmo da sempre profuso nel
settore degli attacchi gli ha portato nel
tempo molte soddisfazioni, a cominciare
dalle dodici puntate registrate con la Tv
TELEQUATTRO TRIESTE “4 SALTI”
allo scopo di far conoscere i maggiori
centri del Friuli Venezia Giulia, per seguire
con il film di RAI 1 “I COLORI DELLA
GIOVENTU’” girato sul Carso e nella città
di Trieste, che racconta la vita e la morte
del pittore futurista Umberto Boccioni.
Tanti ma uno in particolare:
esplorare la possibilità di poter ripetere
l’esperienza del Postale utilizzando una
tratta diversa, con partenza sempre da
Trieste ed arrivo in un'altra città
dell’Europa Centrale, Praga ad esempio.
Alessandro non si fa certo illusioni, il
viaggio realizzato qualche anno fa ha
trovato realizzazione in un periodo
favorevole, in cui noi tutti ci sentivamo
coinvolti dall’esperienza europeista; oggi,
con gli scenari politici che si presentano
per i paesi dell’Europa Centrale, ci sarà
qualche ostacolo in più da superare.
Ma…. Mai disperare.
I sogni in fondo non costano nulla e
qualche volta si realizzano……
“ In Carrozza” n° 3/2016 Personaggi pag.38
MARCO VESCOVO
Anche Marco Vescovo è un neofita degli
attacchi, nel senso che a differenza di molti
soci dell’A.F.A.C. che hanno respirato sin
dalla nascita “aria di attacchi” la passione
gli è nata a poco a poco, e il suo sogno ha
potuto realizzarsi solo in età adulta. Il
nostro amico in realtà non ha mai visto
lavorare il terreno con i cavalli, ma
sicuramente ce n’erano nella stalla del
nonno e quindi il “gene” era latente nel suo
DNA.
Marco, nasce a Trivignano Udinese nel
1954. La mamma è casalinga ed il papà,
come molti friulani in quegli anni, emigra
in Svizzera dove trova lavoro nell’industria
tessile. Appena le cose si sistemano però
non rinuncia a rientrare in Italia.
Marco ricorda che da bambino costringeva
i genitori ad accompagnarlo in bicicletta
nei maneggi o nelle aziende agricole della
zona dove erano presenti dei cavalli e che
in quelle occasioni il desiderio di averne
uno, lentamente prendeva corpo e forma, e
cresceva. Ma il terreno di proprietà era
però già insufficiente ai bisogni di una
famiglia numerosa quale quella di Marco,
che contava altri tre fratelli, e di conseguenza di convincere i suoi ad acquistare
un cavallo proprio non se ne poteva
parlare.
Nel 1994, contro il volere dei genitori
(persone pratiche per le quali il cavallo era
un “capriccio” che mangiava fieno a
quintali) realizza il suo sogno ed acquista
la prima cavalla, SHILA, di razza croata.
La sistemerà in una stalla talmente bassa
che le orecchie della cavallina in piedi
toccavano sotto il soffitto. Quindi sarà
sconsigliato ferrarla e difatti la cavalla
lavorerà tutta la vita senza ferri. Acquista
un calessino in precedenza usato da un
asinello e successivamente passa alle
brische, i mezzi di trasporto caratteristici
della nostra zona, approdando poi alla
classica e robusta maratona. Il secondo
cavallo, CHICCO (Flower) è un trotter
che arriverà alla veneranda età di 20 anni.
Poi arriva il GRANDE EMERSON
puledro di due anni che ancora adesso, che
di anni ne ha quattordici, lo accompagna
nelle gare. Marco ci confida che non gli
interessa una razza particolare di cavallo,
ma è attratto soprattutto dalla docilità e dal
rapporto con l’animale più che dalle
prestazioni sportive più o meno spinte.
“ In Carrozza” n° 3/2016 Personaggi pag.39
Risale al 1994 anche l’affiliazione all’A.F.
A.C. (allora C.I.F.O.) con le prime
esperienze sotto la guida dell’amico
Alessandro Cattarin e di Gino Tonello.
Oltre alle gare sociali ed ai trekking il
nostro protagonista è sempre disponibile a
partecipare alle iniziative di volontariato
presso asili, sagre paesane ecc..
Tanti sono i ricordi e gli episodi legati alle
sue esperienze con i cavalli, a cominciare
dalle notti passate all’aperto lungo l’Isonzo
dormendo con i figli piccoli sulla brisca
per spingersi il mattino presto fino a Grado
per ritirare il pesce appena pescato che
veniva sbarcato dai pescherecci.
Ed infine l’ultima passione, che si è
trasformata anche nella sua attività
economica prevalente: la Falconeria.
Marco alleva una ventina tra falchi e gufi,
la cui opera viene richiesta da varie
aziende del Friuli, dallo Stadio di
Monfalcone e da quello di Udine ecc. per
allontanare volatili di vario genere ed in
particolare i piccioni che possono causare
danno o pericolo alle attività economiche o
alla circolazione.
Progetti per il futuro?
Per non parlare della partecipazione alla
Trieste Lubiana Vienna nel 2009 con
l’equipaggio di Bruno Cotic..
Marco però nutre una grande passione
anche per altri aspetti del mondo animale
ed in particolare per i cani. Tutti ricordano
con simpatia i suoi fedeli ed educati
pastori scozzesi Lerna, Lara e Shila, quali
passeggeri a bordo delle carrozze durante
le gare o le passeggiate.
Nessun grande progetto in particolare ma,
molto saggiamente, il proposito di godere
delle piccole cose che la vita regala e tra
queste anche il rapporto con la famiglia, gli
amici e qui ci mettiamo anche l’affezione a
tutti i suoi animali. Anche Marco spera
nella possibilità di ripetere l’esperienza del
Postale che ha lasciato a tutti i partecipanti
di allora il desiderio di ripercorrere quelle
strade e di godere come allora del rapporto
con la gente e con i compagni di viaggio e,
perché no, di qualche allegra occasione
conviviale.
Questa pagina è dedicata a tutti coloro che vendono, cercano o vogliono scambiare
tutto quanto è inerente al mondo del cavallo. L’inserzione riservata ai Soci è gratuita.
Le richieste di pubblicazione vanno indirizzate via e-mail a:
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Vendo: prestigiosa carrozza modello
Phaeton di fabbricazione francese,
perfettamente restaurato, pronto all’uso per
attacco singolo o pariglia disponendo di
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perfettamente restaurato, pronto all’uso per
attacco singolo o pariglia disponendo di
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Cell. 3483817241 Bruno Cotic
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Cell. 3283776932 Fabrizio C.