Elezioni, chi manterrà davvero le promesse?
Transcript
Elezioni, chi manterrà davvero le promesse?
I S S N 2 0 3 8 -5 4 8 X In abbinamento obbligatorio con “il Giornale”, non vendibile separatamente (Economia Nordest + “il Giornale” 1,30 euro). Prezzo in edicola 2.50 euro | Trentino Alto Adige | Veneto | Friuli Venezia Giulia | Croazia | Slovenia | Carinzia | FEBBRAIO 2013 case history l’editoriale economia distretti Colonizzazione inversa Kuhnke torna tricolore Bormioli rilancia Firme di Vetro Tassazione record sulle nostre pmi L’export rallenta ma non frena la corsa Antonino padovese | a pagina 08. massimiliano crosato | a pagina 09. paolo sammarzano | a pagina 10. paolo fontana | a pagina 11. di Sergio Luciano Tabacchicultura veneta una nuova Caporetto Quasi diciassettemila lavoratori agricoli in Veneto sono ad alto rischio di disoccupazione o sottoccupazione perchè lavorano nella filiera del tabacco e nei prossimi anni – tra il 2014 e il 2020 – l’Unione europea taglierà gli aiuti al settore, e li taglierà addirittura del 90%: è la previsione che il ministro uscente per le Politiche agricole Mario Catania ha formulato in un recente convegno sul tema a Bovolone, in provincia di Verona. Delle tre regioni “tabacchicole” italiane, il Veneto – oltre all’Umbria e alla Campania – è quella che rischia di soffrire di più perchè, sempre a detta di Catania, “non ha implementato le necessarie misure di sviluppo”. 23. l’analisi imprese di Daniele Marini Internazionalizziamoci o saremo marginalizzati L’anno da poco chiuso è stato – finora – decisamente quello più complicato e duro dall’avvio della crisi nel settembre 2008. La difficoltà del 2012 è determinata sicuramente dalle condizioni economiche generali, ma soprattutto dalla persistenza della crisi, che sta mettendo a dura prova la resistenza e le risorse disponibili da parte dei diversi attori economici e sociali. Il Nord Est pur presentando generalmente performance leggermente più positive (o meno negative) rispetto alla media, tuttavia mantiene quel processo di allineamento agli indicatori nazionali iniziato con il nuovo millennio. In altri termini, permane un buon livello di effervescenza, ma i fattori competitivi che l’avevano caratterizzato in passato, oggi non sono sufficienti a sostenere un processo di ripartenza nel nuovo quadro competitivo. 23. verso il voto. Le richieste delle categorie produttive e gli impegni dei partiti a due settimane dalle politiche Elezioni, chi manterrà davvero le promesse? Istanze di associazioni e imprenditori e programmi dei candidati nostrani è il governo dei sogni per il dopo Monti S olo un mese fa da tutti gli schieramenti politici si levava il grido unanime “austerità”, l’unica via per salvare il Paese dalla bancarotta. Ma le campagne elettorali fanno miracoli: zero tasse sulle assunzioni, due sole aliquote Irpef più contenute, condono tombale sulle imposte non pagate, abolizione dell’Imu e addirittura restituzione di quella versata. Promesse, progetti, parole affollano il campo della campagna elettorale più strana della storia recente del Paese. Con un bipolarismo mai realmente raggiunto e che appare ora alla sua prova finale, una disputa tra forze politiche fino a ie- ri riunite nell’insolita maggioranza del governo tecnico e lo stesso presidente “tecnico” che sceglie di entrare in prima persona nell’agone. Con programmi elettorali che sembrano somigliarsi, per quel che è possibile conoscere. Già, perché forse la vera sorpresa di questa che doveva essere la campagna elettorale delle idee, dei progetti concreti, delle proposte chiare, delle promesse verificabili capaci di produrre risultati misurabili è il ritrovarsi di fronte all’abituale gioco della piccola polemica, delle dichiarazioni e delle contro dichiarazioni, delle “sparate” fini a sè stesse, dei programmi concreti messi sistematicamente in secondo piano. 04. metaregione categorie Passante Alpe Adria c’è l’ok della Giunta Chisso: migliorerà i collegamenti con l’A27 Dopo Tomat, Zuccato Un rivoluzionario alla presidenza di Confindustria manfredi bersanti | a pagina 14. carlo zagaria | a pagina 16. primo piano. Grandi (e frenetiche) manovre nei salotti buoni i giochi dei dogi della finanza risiko generali, domino areoporti Gli imprenditori guidati da Palladio vogliono le mani libere per l’assemblea del 30 aprile, ma Crt resiste e Greco condanna a morte “il leone da salotto”. Benetton e Safe intanto muovono sullo scacchiere scali: Gemina verso la fusione con Atlantia, Amber mette 50 milioni nella cassaforte della famiglia Marchi. 2. meeting & convegni. Nonostante vi siano segnali di flessione Nel turismo congressuale il Veneto ci crede e rilancia C AT TO L I C A L a nostra regione vanta 345 strutture. Con Venice Region Bureau Network, Tavolo delle Sinergie e MiceinItalia Zaia punta a sostenere il comparto e ad archiviare quindi le problematiche legate alla stagionalità. carlo zagaria | a pagina 17. normative 13. Irap: ecco finalmente i rimborsi sull’Ires a partire dal 2007 contributi 15. Reti energetiche europee in arrivo da Bruxelles 22 miliardi di euro www.cattolica.it www.cattolicaprevidenza.com ECONOMIA NORDEST febbraio 2013 | www.economianordest.it primo piano la zampata di del Vecchio al defenestrato Perissinotto Leonardo Del Vecchio aveva avuto parole di fuoco per l’ex ad: ho letto con amarezza la lettera di Giovanni. Da essa traspare chiaramente che da tempo l’attuale Ceo non è adeguato a gestire Generali | il fatto del mese | A due settimane dal voto è promessopoli 2 milioni di utile per ferak 27,8 Soprattutto da manovre finanziarie e dividendi 4. inquietudine. Gli imprenditori guidati da Palladio vogliono le mani libere per l’assemblea del 30 aprile, ma Crt resiste Risiko Generali: tensione sulla Torino-Vicenza Greco condanna a morte il Leone da salotto: siamo una compagnia assicurativa, non è nostro mestiere speculare sui mercati è terzo socio alle spalle di Mediobanca e Bankitalia (in procinto di cedere al Fondo strategico italiano): gli accordi tra Crt e Ferak prevedono un’alternanza nel diritto di nomina, e dopo che i primi hanno designato nel 2010 Angelo Miglietta per il consiglio, quest’anno sarebbe il turno di Ferak. camilla conti S “ iamo una compagnia assicurativa. Non è nostro mestiere speculare sui mercati o essere azionisti strategici, ma gestire prudentemente i nostri investimenti per controbilanciare le passività”, ha tuonato il 14 gennaio l’amministratore delegato delle Generali, Mario Greco, presentando il nuovo piano triennale agli analisti della City di Londra. Il traiding di ferak sul leone le partecipazioni Tradotto: basta con il Leone da salotto, basta con la compagnia “di sistema”. Nel futuro ci dovranno essere più disciplina, semplicità e focus sulle polizze. Perché il ruolo assegnato negli ultimi anni al principale gruppo assicurativo italiano, finito spesso ostaggio del cosiddetto capitalismo di relazione, non serve a fare profitti. Anzi, zavorra la crescita del gruppo a livello globale ma anche nazionale, soprattutto in vista del riassetto del business con lo sbarco sul mercato italiano di un competitor agguerrito come la nuova Unipol-Fonsai. L’ad si riferiva al matrimonio finito? In vista del 30 aprile veneti e piemontesi cercano l’intesa Fondazione Crt e Ferak cercano l’intesa per non farsi male e decidere come porre fina al matrimonio in Effeti, la società cui fa capo il 2,2% di Generali. I vertici della torinese e della veneta, si incontreranno nelle prossime settimane per individuare una soluzione che consenta ai due soci di proseguire ognuno sulla propria strada ma al tempo stesso di ridurre al minimo l’impatto sui rispettivi bilanci. L’attenzione di entrambi è rivolta alla prossima assemblea Generali del 30 aprile. L’ad: “Abbiamo detto al Cda e al comitato audit che porteremo la valutazione di tutti gli asset. Lo scopo non è trovare colpe del passato ma avere certezza sullo stato attuale” bouquet di partecipazioni del Leone che è ancora molto ricco: dal 2% di Mediobanca al 30% di Telco (la cassaforte di Telecom Italia), dal 3,7% di Rcs al 4,4% di Pirelli, dal 3% di Gemina al 3,15% di Intesa Sanpaolo. Sui pacchetti da vendere, Greco deciderà “caso per caso”. Anche laddove il Leone è presente nei patti di sindacato, ovvero nei salottini fra grandi soci. le ripercussioni in veneto Ma è chiaro che la rivoluzione targata Greco è destinata a pesare anche sugli equilibri fra i soci del gruppo triestino. Compresi quelli veneti. Perché la defenestrazione del suo predecessore, Giovanni Perissinotto, ha destabilizzato i poteri al Nordest: per i personaggi coinvolti, per le motivazioni all’origine della guerra mossa al capoazienda, per gli intrecci di rapporti personali e partecipazioni azionarie nei “salotti” Palladio Finanziaria, Ferak, Finint. Vicenza e Venezia. Ovvero gli affari di Roberto Meneguzzo, degli Amenduni, di Enrico Marchi e Andrea de Vido. Un terremoto che ha coinvolto anche Carlo Carraro, rettore di Ca’ Foscari, consigliere indipendente in rappresentanza dei fondi d’investimento azionisti del Leone di Trieste. Il suo voto pro-Perissinotto, sia pure sganciato da un qualsiasi legame diretto con altre vicende, è rappresentativo degli umori dominanti nella finanza veneta. Né Marchi né Meneguzzo né, a quanto pare, Veneto Banca sono stati contenti del ribaltone ai vertici operativi della più grande compagnia italiana di assicurazioni. Non solo per una questione di amicizia personale. Perissinotto ha funzionato da catalizzatore di una serie di alleanze e operazioni comuni. Generali è socio al 10% di Finint (e nel 2004, Perissinotto ha sottoscritto un bond decennale convertibile da 50 milioni che se esercitato potrebbe condurre fino al raddoppio della partecipazione), ed è anche azionista di minoranza di Agorà Investimenti, la controllante (attraverso Marco Polo Holding) della Save. Nel ramo private equity di Finint, i tre fondi targati Neip hanno avuto Generali tra i principali sottoscrittori. Il socio di Marchi, Andrea De Vido, siede nel consiglio di amministrazione di Banca Generali, la cui quotazione in Borsa è stata curata da Finint nei panni di advisor. Il filo che lega le due parti insomma ha una andata e un ritorno, ossia partecipazioni incrociate. no. Meneguzzo di Palladio Finanziaria, prima della pausa natalizia, aveva informalmente manifestato la disponibilità da parte di Ferak di chiudere la vicenda rilevando il pacchetto di Generali in capo alla fondazione. La proposta, allora, venne respinta. Ma il divorzio, o una soluzione da separati in casa che consenta di congelare le minusvalenze ma al tempo stesso di votare separatamente alla prossima assemblea Generali, sarebbe solo questione di tempo. Sulla strada del divorzio, però, ci sono due ostacoli: il primo è dato appunto dalle minusvalenze che un eventuale scioglimento porterebbe in dote ai due. L’altro ostacolo è costituito dal rappresentante che spetta a Effeti nel board Generali, di cui Nel frattempo, la holding veneta si consola con il trading sul Leone. Ferak ha infatti chiuso il bilancio al 30 giugno 2012 con un utile consolidato superiore ai 27,8 milioni di euro. “Il risultato di esercizio - si legge nella relazione sulla gestione firmata dal presidente Maurizio Amenduni - è prevalentemente costituito dai profitti netti da operazioni finanziarie e dai dividendi incassati da Assicurazioni Generali e Mediobanca”. Il dato consolidato assegna ai profitti da operazioni finanziarie 37,9 milioni, mentre alla voce dividendi e altri proventi risultano 6,7 milioni di euro. Il flusso cedolare era stato più florido nel 2011, con 18,9 milioni di euro di proventi da dividendi delle partecipazioni. Insomma nonostante l’alta volatilità del titolo Generali e la riduzione dei dividendi, Ferak grazie alle sue strategie di trading è riuscita a chiudere con profitti di tutto rispetto. A livello di partecipazioni, anche se i titoli sono in portafoglio a valori ben più alti dei corsi di mercato, non si è provveduto ad effettuare alcuna svalutazione. I titoli delle Generali hanno un valore medio di carico a 23 euro per un complessivo della partecipazione a 758 milioni. E, come si legge nella nota integrativa, la parteci- sponda vicentina Sulla sponda vicentina, Generali è un forte investitore in Vei Capital, il fondo costituito dalla merchant Palladio Finanziaria, a sua volta azionista di Ferak (dove siedono anche Finint, gli Amenduni e Veneto Banca) che possiede direttamente l’1,7% del gruppo assicurativo e insieme a Fondazione Crt è socio paritetico in Effeti, che ha in mano un altro 2,2%. I riflettori sono accesi sui rapporti che legano Ferak e gli ex-amici di Crt. Ormai da mesi la convivenza dei due azionisti in Effeti è diventata difficile, soprattutto dopo le indagini interne sulle operazioni condotte da Generali proprio con i soci veneti di Ferak. E a quanto pare il redde rationem è vici- quota contesa 2,2 Detenuto da Effetti, veicolo in Generali di Ferak e fondazione Crt pazione è detenuta a scopo “di stabile investimento”. Tra le altre partecipazioni figurano, a servizio dell’attività di trading tramite strumenti derivati, un’altra manciata di titoli Generali e Mediobanca, per un valore complessivo di poco superiore ai 5,2 milioni di euro. E poi c’è il 5% del bond convertibile emesso da Effeti a copertura parziale dell’esposizione nei confronti di Veneto Banca, che sostenne l’acquisto del pacchetto Generali con un finanziamento per 340 milioni di euro. L’obbligazione, emessa a luglio del 2011, per 100 milioni di euro con sottostanti titoli del Leone (per un massimo, in caso di conversione, pari allo 0,3% del capitale di Generali), è stata sottoscritta per il restante 95% da Crt. la resa dei conti I protagonisti della finanza veneta dovranno dunque fare i conti con il nuovo mantra del capoazienda delle Generali, più profitti e meno salotti, accompagnato da una revisione complessiva delle poste di bilancio all’attivo, principalmente per capire se lì si nascondono buchi o perdite importanti. Revisione che, chiedono a Nordest, dovrà riguardare anche le operazioni effettuate negli ultimi anni da Generali con tutte le sue parti correlate, da Mediobanca a De Agostini a Caltagirone e Del Vecchio I risultati della ricognizione a 360 gradi si conosceranno solo con la pubblicazione del bilancio 2012. Dal canto suo Greco, dovrà fare i conti anche i soci vicentini e veneziani quando arriverà il momento di decidere cosa fare delle partecipazioni in Pirelli, Telco e Rcs (per altro alle porte di un inevitabile aumento di capitale). Il nuovo management, infatti, non può sottovalutare la formazione di un fronte di azionisti sempre più consistente teso a controbilanciare la forte presenza di Mediobanca e dei soci privati (Del Vecchio, De Agostini, Caltagirone) che negli ultimi due anni hanno gestito le partite chiave del gruppo, dall’uscita di Geronzi all’arrivo dello stesso Greco. Gli equilibri sono importanti. Soprattutto in vista dell’assemblea di aprile che dovrà confermare l’amministratore delegato e rinnovare tutto il consiglio di amministrazione. Il Leone da salotto si può sedare, ma non uccidere. Minusvalenza temibile Lo scioglimento del matrimonio tra Ferak e Crt porterebbe in dote alla fondazione torinese e alla holding veneta minusvalenze che è meglio congelare ECONOMIA NORDEST primo piano febbraio 2013 | www.economianordest.it 3 i dogi della finanza. Gemina e Atlantia verso la fusione, una holding unica per Autostrade e Adr controllata da Ponzano Benetton e Safe muovono il domino aeroporti Il fondo Amber con 50 milioni si è preso il 14% della cassaforte di famiglia di Marchi, alle prese con la grana Alitalia N on ci sono solo le polizze delle Generali a tenere banco nei salotti dei “Dogi” della finanza. I poteri del Nordest devono infatti fare i conti con il risiko aeroportuale. A muovere non i carrarmati ma gli aeroplanini sono i Benetton e di riflesso anche la Save di Enrico Marchi. Ronchi dei legionari fa gola L’aeroporto del Friuli Venezia Giulia di Ronchi dei Legionari è fra i 31 scali italiani di interesse nazionale: la conferma nel Piano nazionale di sviluppo degli aeroporti varato dal governo. La sfida per l’aeroporto partecipato al 100% dalla Regione è ora quella di completare il processo per l’ingresso nell’azionariato di un socio industriale che possa garantirne lo sviluppo futuro. Dallo scorso settembre la società di gestione degli aeroporti di Venezia e Treviso, Save, è l’unica in gara per lo sviluppo di un progetto industriale che tenga conto di un traffico in crescita, arrivato a oltre 830 mila passeggeri nei primi 11 mesi del 2012. balzo in borsa La prima mossa l’ha fatta, a dicembre, il governo con lo sblocco delle tariffe a Fiumicino deciso a poche ore dalle dimissioni. In sostanza un aumento di 8,5 euro del prezzo pagato da ogni passeggero per usufruire dei servizi del Leonardo da Vinci. Ennesimo balzello per i viaggiatori, per le associazioni dei consumatori. Adeguamento agli standard europei nonché risorse da destinare all’“ammodernamento” dello scalo romano, per la società di gestione Adr presieduta da Fabrizio Palenzona e posseduta dalla holding Gemina a sua volta controllata dalla cassaforte Sintonia dei Benetton. Non a caso all’indomani della notizia Gemina è finita sotto i riflettori di Piazza Affari con una fiammata di oltre il 30 per cento. A spingere il titolo in Borsa non era stato però solo il regalo di Natale di Monti e del ministro Passera. Il Sole24Ore aveva rilanciatoinfatti l’ipotesi di un accorciamento della catena societaria della galassia Benetton, con la creazio- scelta governativa La Catullo Spa si è persa Montichiari Addio allo scalo merci Dopo l’annuncio del riordino del sistema aeroporti in Italia, con l’Atto di indirizzo per la definizione del Piano nazionale per lo sviluppo aeroportuale che ha “escluso” Montichiari dagli scali considerati di “rilevanza strategica” a livello Ue, la “Catullo Spa”, società che gestisce le strutture di Brescia e Verona chiede lumi sul “congelamento” della concessione aeroportuale per lo scalo monteclarense, affidato temporaneamente alla Regione Lombardia. Un danno enorme, visto che su Brescia c’è tutto il traffico merci. L’esecutivo prima delle dimissioni ha sbloccato le tariffe del Leonardo da Vinci, regalando 8,5 euro a passeggero, necessari per ammodernare lo scalo di Fiumicino ne di una holding unica a capo di Adr e Autostrade per l’Italia (Atlantia), anch’essa controllata dalla famiglia di Ponzano Veneto. fusione in arrivo La proposta di fusione tra Gemina ed Atlantia, sarà formulata entro due mesi. Gli aspetti finanziari sono da approfondire, così come il contenuto industriale del progetto. Di certo, se l’operazione dovesse andare in porto, infatti, le poltrone chiave sono già state assegnate. Giovanni Castellucci, al momento amministratore delegato di Atlantia, è il candidato unico al timone della holding che nascerà dall’aggregazione. Complice anche il fatto, evidentemente, che è Atlantia stessa il promotore del progetto di fusione per incorporazione. Quanto a Carlo Bertazzo, amministratore delegato di Gemina, per lo storico manager di casa Benetton sarà previsto, probabilmente, un rientro a tempo pieno alla base. Bertazzo è infatti anche direttore generale di Edizione e proprio in virtù di questo ruolo ha tenuto le redini di Gemina nella fase delicata del rinnovo delle tariffe. Infine, è assai probabile che Fabrizio Palenzona, presidente di Aeroporti di Roma, resterà al vertice della società operativa anche a valle della fusione. roma e gli altri scali Di certo, il futuro di buona parte degli altri scali si gioca a Roma: non solo perché intorno alla capitale ruota il più grande bacino di passegge- ri della penisola (42,4 milioni l’anno scorso, il 3,7% in più del 2010), ma anche perché Fiumicino è l’hub di un’Alitalia arrivata ormai al capolinea e per il cui salvataggio si ipotizza anche un inedito asse con le Fs di Mauro Moretti. E tra i soci della compagnia di bandiera, che fin d’ora appoggerebbero con entusiasmo la “carta Moretti”, in prima fila figurano i Benetton, azionisti di Fiumicino e, con Ferrovie, di Grandi Stazioni. Gli stessi Benetton sono inoltre al centro della partita che si sta giocando più a nord e che vede seduto attorno al tavolo un altro dei protagonisti del risiko aeroportuale, Vito Gamberale. Il suo fondo di investimento F2i ha conquistato per circa 35 milioni il 28% di Sagat, la società che gestisce lo scalo di Torino, messo in vendita dal Comune e nei giorni scorsi ha firmato il contratto per acquistare anche il 24,4% in mano a Sintonia. In questo modo, Gamberale allargherà il raggio di azione anche a ad altri due aeroporti del Centro Italia: Firenze e Bologna. Sagat controlla infatti il 55,4% di Aeroporti Holding che a sua volta detiene il 33,4% della quotata Aeroporti di Firenze e il 7,2% del Guglielmo Marconi di Bologna. Con la conquista di Sagat, il fondo F2i punta a replicare il rilancio di Gesac, acquistata due anni fa, che controlla l’aeroporto napoletano di Capodichino. Nel risiko lo stesso Gamberale gioca anche sul tavolo milanese: chiusa l’asta sul 14,5% di Sea (la società che gestisce Malpensa e Linate e di cui F2i possiede già quasi il 30%) indetta dalla Provincia di Milano, l’unica offerta arrivata è quella del fondo che ha messo sul piatto 147 milioni rispetto a una base d’asta di 160 milioni. Alla collezione potrebbe presto aggiungere lo scalo di Cagliari così come potrebbe muoversi su Bologna, sulla società Aeroporti del Garda ( Verona e Brescia) e su Genova. Non a caso lo scorso 27 novembre, intanto, Gamberale ha creato una società ad hoc, F2i Sistema Aeroportuale Lombardo, cui potrebbe essere conferito il pacchetto della Sea ma anche even- 100% tuali quote acquistate in scali cosiddetti minori. galassia save Delle grandi manovre di Gamberale non si potrà non tenere conto a Nordest la veneziana Save guidata da Enrico Marchi che a Natale ha aperto il capitale a nuovi soci: il fondo Amber ha rilevato il 14% del Comune di Venezia diventando così il secondo azionista dopo la Finanziaria Internazionale (holding del presidente Marchi vicina a quella Palladio Finanziaria entrata di recente Voli Tagliati 800 La spending review di Alitalia si è abbattuta sull’aeroporto Marco Polo nella partita Fonsai e in quella Generali) e scavalcando la Provincia di Venezia (9,567%), che sta progressivamente cedendo quote. Sul piatto Amber ha messo 50 milioni, cifra che valuta l’intero gruppo 350 milioni. La logica dell’investimento, è quella di puntare su un’azienda sottovalutata a livello di fondamentali. Nella speranza che in un futuro non troppo lontano (come successo per Impregilo, altra società entrata in passato nel mirino di Amber) le fibrillazioni tra i soci valorizzino ulteriormente la partecipazione. E viste le grandi manovre sullo scacchiere degli aeroporti italiani, la scommessa del fondo americano potrebbe rivelarsi azzeccata. il bubbone alitalia Nel frattempo l’aeroporto Marco Polo deve però fare i conti con la “spending review” di Alitalia: dall’entrata in vigore dell’orario invernale a inizio gennaio sino a fine marzo, sono ben 800 i voli tagliati dalla Compagnia di bandiera e dalla controllata AirOne da e per Venezia. La causa, sono gli eccessivi costi di molti voli nazionali, giudicati insostenibili viste le difficoltà economiche dell’azienda. Brindisi è sparita come lo scorso anno, Palermo e Catania verranno coperte solo da AirOne, mentre le cancellazioni più pesanti sono quelle di Bari e Napoli. “Con l’avvio della stagione estiva, a fine marzo, Alitalia riporterà a regime l’operativo dei voli da e per Venezia”, promettono dalla compagnia. E dalla Save ricordano che l’offerta complessiva sul mercato nazionale è rimasta invariata, in particolare grazie a Volotea. In attesa della bella stagione In attesa che Alitalia riporti a regie i voli da e per Venezia, ci ha pensato la compagnia Volotea a tenere in piedi l’offerta ECONOMIA NORDEST febbraio 2013 | www.economianordest.it il fatto del mese | case history | Colonizzazione invertita, Kuhnke torna tricolore in corsa per roma 27 liste Per la Camera, nella circoscrizione Veneto 1 (Padova, Vicenza, Verona, Rovigo) si sono presentate 27 liste; 23 in Veneto 2 (Venezia, Treviso, Belluno). Per il Senato 27 raggruppamenti 4 la truppa nostrana 75 Avremo 2 deputati in più per un totale di 51, 24 i senatori 8. 24 e 25 febbraio. Le richieste delle categorie produttive trovano piena soddisfazione negli impegni dei candidati A due settimane dal voto è promessopoli Quando il sondaggio precede e ispira la politica. Se i programmi si fondono e confondono: via tasse e burocrazia tro dichiarazioni, delle “sparate” fini a sè stesse, dei programmi concreti messi sistematicamente in secondo piano. ugo petersoli S olo un mese fa da tutti gli schieramenti politici si levava il grido unanime “austerità”, l’unica via per salvare il Paese dalla bancarotta. Ma le campagne elettorali fanno miracoli: zero tasse sulle assunzioni, due sole aliquote Irpef più contenute, condono tombale sulle imposte non pagate, abolizione dell’Imu e addirittura restituzione di quella versata. Promesse, progetti, parole affollano il campo della campagna elettorale più strana della storia recente del Paese. Con un bipolarismo mai realmente raggiunto e che appare ora alla sua prova finale, una disputa tra forze politiche fino a ieri riunite nell’insolita maggioranza del governo tecnico e lo stesso presidente “tecnico” che sceglie di entrare in prima persona nell’agone. Con programmi elettorali che sembrano somigliarsi, per quel che è possibile conoscere. Già, Un tentativo di fare chiarezza Un mese di campagna elettorale compressa ha regalato spettacoli molto simili a quelli caricaturali di alcuni film perché forse la vera sorpresa di questa che doveva essere la campagna elettorale delle idee, dei progetti concreti, delle proposte chiare, delle promes- se verificabili capaci di produrre risultati misurabili è il ritrovarsi di fronte all’abituale gioco della piccola polemica, delle dichiarazioni e delle con- In controtendenza, alla ricerca di proposte concrete e di soluzioni mirate, abbiamo messo a confronto i rappresentanti dei principali schieramenti politici in corsa. Un confronto alla pari, che parte da due semplici domande, le stesse per ciascun candidato. Prima domanda: può individuare tre leve capaci di far ripartire l’economia italiana e in particolare quella veneta? La seconda, più che una domanda, è la richiesta di un impegno concreto per il Veneto da portare subito nel prossimo Parlamento. I risultati sono quelli che si possono leggere nelle prossime pagine e che ciascun lettore può giudicare autonomamente. Colpisce, in ogni caso, come sia difficile individuare risposte “di destra” o “di sinistra”, colpisce la trasversali- tà di alcune proposte: dalla revisione della spesa pubblica ai tagli dei costi per la politica, dall’abbattimento della pressione fiscale al taglio della burocrazia che divora giornate su giornate di lavoro in ogni impresa. Fino alla revisione del patto di stabilità, in modo da permettere alle amministrazioni che hanno denaro in cassa ma non lo possono spendere di prevedere investimenti capaci di generare lavoro e di redistribuire ricchezza sul territorio. tutti “uguali” Proposte bi- o tripartisan che in buona parte coincidono con le richieste del mondo imprenditoriale veneto: lo si può osservare scorrendo le dichiarazioni dei rappresentanti delle associazioni di categoria e ancor di più leggendo le testimonianze degli uomini d’impresa che abbiamo incontrato. Purtroppo l’esperienza insegna che non è la proposta politica a costruire il consenso, ma il consenso delineato dai sondaggi a far scrivere i programmi: tutti i candidati dicono ciò che ciascuno vorrebbe sentirsi dire, ma non si pongono il problema di come attuare le azioni proposte. Non c’è quindi bisogno di proporre una ricetta “di destra” o “di sinistra”, liberale o progressista: basta promettere il paese dei balocchi. Con questi presupposti, non resta che sperare che il prossimo Parlamento, qualunque sia la sua maggioranza, trovi finalmente il coraggio di mettere in atto quelle riforme di cui il Paese ha bisogno, tagliando burocrazia e privilegi e dando il giusto sostegno all’Italia (e al Veneto) che lavora e produce. Un patrimonio nazionale di imprese e di lavoratori che già oggi, nonostante difficoltà e impedimenti, riescono a tenere duro e spesso continuano a mietere successi nel mondo. E che domani, in un’Italia più giusta, meno irta di ostacoli e capace di valorizzare le proprie ricchezze, potrebbero produrre un incredibile salto in avanti. categorie. Tomat: “Il primo bisogno è di avere un governo forte”. Coldiretti: “Nessuna indicazione, l’agricoltura vuole fatti” visione e concretezza per salvare il sistema veneto Confartigianato: “Ridurre la spesa pubblica non con tagli lineari e abbassare la pressione fiscale”. Turismo: “Serve vera governance” Q ual è il primo auspicio degli industriali veneti in vista delle prossime elezioni? Che il Paese non sia costretto alla zavorra di una maggioranza incerta. “L’ingovernabilità o una governabilità debole – spiega il presidente uscente di Confindustria Veneto Andrea Tomat – costituiscono il problema che oggi maggiormente temiamo noi imprenditori, perché in questo momento i problemi non sono né di destra né di sinistra, ma richiedono una forte capacità di risoluzione: vorremmo che effettivamente si riuscisse a comporre delle visioni chiare e delle capacità di governo forti”. confartigianato: spending review Scende nel concreto il presidente di Confartigianato Veneto Giuseppe Sbalchiero: “La pre-condizione di qualsiasi intervento di natura sia fiscale che economica è che il Berlusconi Show Il Cavaliere in campagna elettorale “odora di santità”, come lui stesso disse a Bruno Vespa. E le sue proposte toccano la sensibilità del Veneto che produce: via l’Imu, restituzione di quella pagata, assunzioni detassate (“come in nero”), taglio dell’Irpef e rimodulazione su due aliquote, condono tombale per i contenziosi con il fisco. Solo dal 26 sapremo se riuscirà a fare ciò che per 20 anni lui stesso ha detto di non aver potuto realizzare. nuovo governo si impegni in un vero processo di controllo, ristrutturazione, riqualificazione e riduzione della spesa pubblica. Una spending review che non si basi su tagli lineari ma sulla revisione del perimetro stesso della funzione pubblica e della sua ridondante complessità di livelli istituzionali ed amministrativi. Dopo di che, ridurre il peso del fisco scongiurando prima di tutto l’ulteriore scatto Iva, escludere dall’Imu gli immobili strumentali delle imprese, assicurare lo smobilizzo dei crediti nei confronti della Pa, procedere a passi spediti con le semplificazioni e la riduzione dei costi energetici. Sul fronte del lavoro garantire gli ammortizzatori, favorire la bilateralità e l’internazionalizzazione delle imprese”. coldiretti: servono fatti “Sosterremo quei candidati che nell’agire quotidiano si sono impe- turismo: progettualità seria Zuccato, nuovo presidente di Confindustria Veneto: “Occorre fare lobby in maniera diversa, con progetti di crescita” gnati a favore dell’agricoltura condividendo il nostro modello di agroalimentare e la nostra idea di sviluppo, che pone al centro del temi basilari quali l’esigenza di un governo globale dei beni comuni e la difesa della risorsa-cibo minacciata da una globalizzazione senza regole”. Con queste parole sgombra il campo sulle preferenze alle prossime elezioni Giorgio Piazza, presidente di Coldiretti Veneto. Chiede attenzione per il comparto turistico Giorgio Palmucci, Ad della padovana Hotelturist e presidente nazionale delle imprese alberghiere di Confindustria. “Tutti parlano del turismo come di una grande risorsa per il Paese e per il Veneto, ma è giunto il momento di passare dalle parole ai fatti”, esorta Palmucci. Che squaderna le richieste al governo che verrà: “Ridurre l’imposizione: l’Imu ha aggravato la già elevata pressione fiscale sugli alberghi e prevediamo che la nuova Tares, che sostituirà le vecchie Tia e Tarsu, possa pesare fino al doppio rispetto alle vecchie tariffe. Ma chiediamo anche che la governance del turismo sia ripensata, concentrando le risorse in un’unica progettualità nazionale anziché disperderle in mille rivoli, dalle Regioni alle Provincie fino alle Pro Loco: è vitale soprattutto per far conquistare all’Italia quella leadership sul turismo mondiale di cui ha pieno diritto”. ECONOMIA NORDEST il fatto del mese febbraio 2013 | www.economianordest.it 5 imprenditori. Le aziende che non hanno smesso di correre adesso si aspettano dallo Stato più chiarezza e meno balzelli “Basta scartoffie, regole certe, aiuti all’export” Con il mercato interno in recessione, Roma deve sostenere chi si lancia alla conquista dell’estero importando ricchezza C he cosa vogliono gli imprenditori veneti dal mondo della politica e dal prossimo governo? Quali misure – nel corso della prossima legislatura – potrebbero accompagnare le aziende sulla strada della ripresa? Lo abbiamo chiesto ad un gruppo di uomini d’impresa della regione, operanti in comparti diversi, ma accomunati da una visione sostanzialmente omogenea e da poche, chiare richieste: meno burocrazia, risposte certe dallo Stato, incentivi alle aziende virtuose, sostegno a chi imbocca la strada (per molti obbligata) dell’internazionalizzazione. Zanardo servizi logistici “Certezza del diritto e sburocratizzazione” Giustizia rapida, burocrazia zero: Damaso Zanardo, alla guida della Zanardo Servizi Logistici di Marghera – sul mercato dal 1961 – li ritiene i due fattori chiave per far tornare competitivo il sistema produttivo del territorio. “Che sia penale o civile, il Paese ha bisogno di una giustizia capace di scelte univoche, rapide, certe. Sono troppi i furbi – puntualizza Zanardo – che approfittandosi di un sistema giudiziario farraginoso e arretrato creano danni enormi a quanti, cittadini e imprese, scelgono di restare nella legalità”. Secondo comandamento: sburocratizzare. “Come imprenditori siamo chiamati a decisioni rapide, scelte tempestive, reattività assoluta. Se uno vuole cogliere una nuova opportunità di mercato in giro per il mondo non può che muoversi rapidamente. La stessa capacità di reazione la pretendiamo dalla pubblica amministrazione: servono decisioni veloci, non possiamo più aspettare anni per una concssione edilizia e mesi per lo sblocco di una pratica amministrativa. Ci hanno chiesto di fare sacrifici e noi li abbiamo diligentemente fatti, ma ora è tempo che lo Stato ricambi la nostra fedeltà e ci permetta di competere alla pari con i nostri concorrenti stranieri”. Stone italiana “Una rete di sostegno per chi internazionalizza” Roberto Dalla Valle è l’amministratore delegato di Stone Italiana, attiva nella produzione quarzo e marmo ricomposto. Con oltre 160 dipendenti divisi tra Zimella ( Verona) e Villesse (Gorizia), l’azienda ha chiuso il 2012 con un un fatturato di 34 milioni di euro: l’export negli 80 Paesi raggiunti ne rappresenta il 60%. Non a caso, è proprio sullo scenario internazionale che Dalla Valle punta i riflettori: “La nostra esperienza è esemplare: in oltre 35 anni di attività ci siamo quasi sempre dovuti arrangiare. Quando Stone Italiana si è aggiudicata dalla Qatar Foundation una commessa da 4 milioni per l’edificazione dell’Education City di Doha ma denuncia: “Ci siamo sempre dovuti arrangiare” abbiamo avuto a che fare con l’Ice o con altre strutture simili, il contributo non è andato molto oltre l’organizzazione di un paio di appuntamenti. Per questo, a chi avrà responsabilità legislative e di governo vorrei chiedere di creare una rete di supporto per le aziende italiane che vogliono internazionalizzare. Penso per esempio a quanto sarebbe utile in questo particolare momento storico ed economico un appoggio in Medioriente”. Sul fronte interno “l’edilizia è a dir poco ferma. Se almeno lo Stato snellisse le procedure per ottenere licenze e procedure, potremmo trovare un po’ di beneficio”. la2r elettroimpianti “Meno scartoffie e regole che non cambiano in corsa” Da più di 25 anni LA2R elettroimpianti opera nel campo della quadristica elettrica, dell’impiantistica industriale e civile e, più di recente, dell’installazione di impianti domotici. Per il titolare Renato Tronchin, il prossimo Parlamento dovrà cambiare molte cose. A partire da una forte semplificazione della struttura burocratica: “Abbiamo 17 dipendenti e di questi ben 5 lavorano nei nostri uffici, alle prese tutto il giorno con procedure complesse, nuovi balzelli, moduli, richieste. Tutto questo è semplicemente inaccettabile: al Paese non serve burocrazia, ma semplificazione e poche regole chiare”. Un ragionamento che si aggancia al delicato tema dei pagamenti: “Non chiediamo che tutti i pagamenti siano a 30 giorni – prosegue Tronchin –: quello che pretendia- mo è che i termini di pagamento siano certi e rispettati”. La stessa certezza che si chiede al governo che verrà sul fronte degli incentivi: “Pensiamo ad esempio al fotovoltaico: provvedimenti e ripensamenti, marce indietro e nuovi cambiamenti hanno messo in ginocchio il comparto. È impensabile per un imprenditore dover tener sempre conto che le regole di oggi potrebbero finire stravolte domani o dopodomani”. omniaweb italia “Digitalizzare la Pa e tagliare le tasse in busta paga” Parla di burocrazia anche Victor Vassallo, titolare di Omniaweb Italia, web agency padovana nata nel 1998 specializzata nel posizionamento sui motori di ricerca. “Grazie al digitale – spiega Vassallo – la burocrazia come la conosciamo oggi potrebbe sostanzialmente scomparire. Con un click si potrebbe fare qualsiasi cosa. Qualcosa è stato fatto, ma la strada è ancora lunga e procede a rilento. Il prossimo governo dovrebbe tener conto dei molti fattori di crescita e di aumento della produttività che la digitalizzazione può portare, alla macchina pubblica quanto alle imprese”. Non manca un forte invito al rinnovamento: “Chiunque salga al governo deve avere il coraggio di dare un taglio netto a tutto, a partire dai costi della politica e dai finanziamenti pubblici ai partiti, e di garantire aiuti concreti alle imprese, obbligando per esempio le banche a fare il loro mestiere, vista la completa inaccessibiltà generale al credito tradizionale. E le buste paga devono diventare più “pesanti” grazie a un taglio deciso al carico fiscale: in questo modo le famiglie ritroveranno serenità e potere d’acquisto e l’economia interna potrà riprendersi”. fratelli poli “Lo stato scommetta su chi vale davvero” “Negli ultimi tempi – racconta Claudio Manca, amministratore delegato della Fratelli Poli, industria metalmeccanica di Breganze ( Vicenza) – stiamo pensando di assumere nuovi collaboratori e ci siamo resi conto che crollo del giro d’affari 80% la riforma del mercato del lavoro ha di fatto cancellato gli incentivi previsti per le aziende che assumevano lavoratori in mobilità. Nel nome della flessibilità, insomma, ci siamo ritrovati con un sistema ancora meno flessibile: questo aspetto va risolto al più presto”. Manca reclama poi un nuovo modello di finanziamento alle imprese: “Lo Stato deve dimostrarsi capace di scommettere sulle aziende che propongono progetti, innovazione, sviluppo reale. Un modello di finanziamento simile a quello messo a punto dall’Unione europea, che taglia i finanziamenti a pioggia e punta tutte le risorse su chi dimostra di saperle far fruttare”. Non manca una riflessione sull’internazionalizzazione: “La creazione di una rete di sportelli a sostegno delle imprese, magari agganciati alle nostre rappresentanze diplomatiche nel mondo, sarebbero una formidabile arma per le aziende che cercano di spingersi in nuovi mercati”. gfn forniture nautiche “Stop al terrorismo del redditometro” “Al prossimo governo avremmo tanto da chiedere” esordisce Silvano Gibellato, titolare della GFN Forniture Nautiche di Campodarsego (Padova). Un’azienda che, come molte altre del comparto nautico, ha sofferto pesantemente per gli effetti delle nuove norme in materia fiscale e in particolare per il redditometro. “Il nostro settore per colpa del governo ha subito un calo dell’80 per cento – osserva Gibellato – e tutti i giorni sentiamo di nuove ditte che chiudono, che falliscono, o che finiscono in mani straniere. Questo in un settore che non aveva mai chiesto niente al governo e non aveva mai fatto un’ora di cassa integrazione”. La richieste al governo che verrà sono chiare: “Bisogna smetterla con il clima di terrorismo contro chiunque possegga un’imbarcazione, anche piccola. Non è giusto che il possesso di una barca da 30mila euro funga da allarme per il redditometro, mentre un camper dello stesso valore giustamente non viene conteggiato. Le maglie dei controlli fiscali vanno allargate, bisogna uscire da questo clima di terrore”, conclude Gibellato. fratelli bianchini «Dieci anni per una pratica: ora basta» Burocrazia ed estero sono i temi caldi per Bruno Bianchini, patron della Fratelli Bianchini di San Pietro di Morubio ( Verona), azienda leader nel comparto dell’arredo di qualità. “Quello che anche in questi giorni ci assilla e ci dilania – racconta Bianchini – è la burocrazia: troppe carte, troppi professionisti da pagare perché seguano le nostre pratiche. È difficile prendere iniziative e fare nuovi progetti: sono 10 anni che aspettiamo la chiusura di una pratica per ottenere un incentivo legato a un ampliamento dei nostri impianti”. E anche dall’imprenditore veronese arriva la richiesta di sostegno alle aziende che vanno all’estero: “Ogni volta che affrontiamo un nuovo mercato ci rendiamo che spagnoli, francesi, tedeschi possono contare su una rete pubblica di assistenza e consulenza, mentre noi dobbiamo arrangiarci e fare sforzi molto più grossi. Se anche noi avessimo dallo Stato un aiuto di questo tipo, l’export italiano si metterebbe a correre”. nautica in ginocchio col redditometro Gibellato di Gfn Forniture Nautiche contesta Molte ditte della nautica chiudono “terrorismo” e disparità del redditometro: “Chi ho vengono comprate da stranieri ha una barca è ricco, chi ha un camper no” ECONOMIA NORDEST il fatto del mese febbraio 2013 | www.economianordest.it 6 centrodestra. Berlusconi tira la volata ma potrebbe fare “solo” il ministro dell’Economia. Aspirante premier? Alfano (per ora) Brunetta: tasse tagliate di 5 punti in 5 anni Il federalismo non c’è più nelle priorità della Lega, ma compare in quelle di Fratelli d’Italia. Il Carroccio: stop al credit crunch programma in 2 domande la corruzione non esiste A tutti i candidati veneti abbiamo posto le stesse domande: In Italia la corruzione ha assunto una “natura sistemica” che “oltre al prestigio, all’imparzialità e al buon andamento della pubblica amministrazione pregiudica l’economia della nazione” ha detto il presidente della Corte dei conti, Luigi Giampaolino, il 5 febbraio all’inaugurazione dell’anno giudiziario. La corruzione costa al paese 60 miliardi l’anno, ma nessun partito ne parla: quando si tratta di indicare gli strumenti per recuperare risorse si parla solo tagli della spesa legale e lotta all’evasione. 1. Può individuare tre leve capaci di far ripartire l’economia italiana e in particolare quella veneta? 2. Può formulare un impegno concreto per il Veneto da portare subito nel prossimo Parlamento? R iduzione della spesa pubblica e della pressione fiscale e sostegni all’occupazione: sta in queste tre leve la “ricetta” del Popolo della Libertà secondo Renato Brunetta, veneziano, capolista alla Camera ( Veneto 2). Si parte con la “riduzione della spesa pubblica e in particolare dei costi della politica, con abolizione del finanziamento pubblico dei partiti, abolizione delle province e dimezzamento degli eletti in Parlamento e nei Consigli regionali e comunali”. La seconda leva riguarda la pressione fiscale: “riduzione di 5 punti in 5 anni, per passare dal 45% al 40%, ridando fiato a famiglie e imprese. In questa prospettiva si inserisce un piano di abbattimento del debito pubblico, per riportarlo al di sotto del 100% rispetto al Pil”. L’ex mini- Addio alla Capitale? Maroni mira al Pirellone e per i Padani, passati in un anno dall’11% al 4% a livello nazionale, potrebbe realizzarsi il sogno della “Macroregione del Nord” stro conclude con “un piano straordinario per l’occupazione, riconoscendo alle imprese, per le nuove assunzioni di giovani a tempo indeterminato, una detrazione dei contributi per i primi 5 anni. E valorizzando, tra l’altro, le professioni, riconoscendone le funzioni sussidiarie di pubblico interesse”. Un pia- no per l’Italia che secondo l’esponente Pdl è un piano per il Veneto: “se riparte il Veneto, dove si concentra una parte significativa dell’attività industriale e della produzione del paese, riparte l’Italia”. Bitonci, lega nord Massimo Bitonci, deputato padova- no e capolista al Senato per la Lega Nord, parte dal credit crunch: “La stretta creditizia deve trovare, con l’intervento del governo, soluzioni sul territorio: le banche devono tornare a puntare sull’economia reale anziché sulla finanza drogata”. Seconda leva: “Sbloccare il patto di stabilità, permetten- 60 mld do ai Comuni di investire in opere pubbliche: un volano per l’economia del territorio che non possiamo perdere”, spiega Bitonci. Al terzo posto, le tasse. “Nel 1980 Reagan vinse le elezioni dimostrando che un alto livello di tassazione fa scendere le entrate fiscali. Per questo, e per dare respiro a cittadini e imprese, la pressione fiscale deve essere gradualmente ridotta”. Un impegno per il prossimo Parlamento? “Una nuova spending review, che non tagli tanto sugli enti locali, che danno servizi, quanto sulla macchina burocratica statale, centrale ed elefantiaca”. Maschio, fratelli d’italia Per Ciro Maschio, consigliere comunale a Verona e candidato alla Camera ( Veneto 1) nelle liste di Fratelli d’Italia, “il motore dell’economia italiana, soprattutto al nord, sono le Pmi, ora soffocate da un’insostenibile pressione fiscale e da un rigore senza crescita. Le leve principali sono dunque taglio di spechi e spesa pubblica; semplificazione della burocrazia; riduzione della pressione fiscale soprattutto per chi investe, creando occupazione e innovazione”. Sull’impegno concreto nel prossimo Parlamento, Maschio non ha dubbi: “Senza mettere in discussione l’unità e la solidarietà nazionale, per noi fondamentale, occorre riprendere le riforme per il federalismo fiscale interrotte dal governo Monti, perché il Veneto ha dimostrato di saper gestire meglio di altre regioni le proprie risorse ed è giusto che i cittadini possano controllare da vicino come vengono spesi i soldi pubblici”. centro. Per Zuana, candidato di Scelta Civica, la credibilità del Professore tranquillizza i mercati garantendo tassi d’interesse calmierati i montiani: ridurre le province per liberare risorse L’Udc: “Completare le infrastrutture fondamentali per la Regione”. Fli: “Potenziare il sistema energetico per abbattere i costi” Q uali leve per la ripresa si possono trovare nell’Agenda Monti? Per il professor Gianpiero Dalla Zuanna, capolista al Senato di Con Monti per l’Italia, la prima è “la ritrovata credibilità internazionale dell’Italia, garantita dalla figura del presidente Monti e da un governo radicalmente riformista: permetterà l’innesco della ripresa, grazie soprattutto alla diminuzione dei tassi di interesse, con conseguente incremento dei crediti disponibili per le imprese”. Seconda leva, la riduzione della spesa: “Solo un governo radicalmente riformista potrà ridurre le spese dello Stato superando gli interessi particolari che hanno frenato, negli anni passati, l’azione di governo. Ad esempio, la riduzione delle Province si è impantanata in Parlamento per i veti incrociati dei partiti”. Terza leva: “Generare nuovo lavoro, con la ripresa economica e gli alleggerimenti fiscali resi possibili dalla riduzione della spe- province sull’altalena Il centrodestra nel 2008 aveva promesso l’abolizione delle Province, poi le resistenze della Lega avevano fatto accantonare il progetto. Monti era riuscito a varare un decreto che prevedeva la riduzione da 86 a 51: tra gli accorpamenti previsti anche quelli tra Verona e Rovigo e tra Padova e Treviso. La fine travagliata della legislatura ha fatto saltare la conversione in legge. Ora tutti i partiti promettono un intervento. conte, Fli sa, ma anche con una nuova organizzazione del mercato del lavoro, più attenta alle esigenze delle imprese e alla protezione dei cittadini meno garantiti”. Un impegno concreto per il Veneto? “Le potenzialità del manifatturiero e dei servizi della regione sono in gran parte inespresse e compresse dalla burocrazia. Nei primi 100 giorni verranno individuate 100 procedure e da semplificare o eliminare con priorità assoluta”. valdegamberi, udc Stefano Valdegamberi, consigliere regionale in lista alla Camera (Veneto 1) per l’Udc, indica al primo punto “la riduzione della spesa: servono tagli drastici, strutturali, a partire dalle Province. Provvedimenti dagli effetti non immediati, che per questo vanno accompagnati da incentivi fiscali capaci di far ripartire l’economia”. Poi, una revisione del patto di stabilità: “Allargare le maglie dei bilanci comunali Ha fatto parte della Giunta Galan, con Zaia è passato all’opposizione, ora Valdegamberi andrà alla Camera per investire in opere pubbliche può rimettere in moto le imprese del territorio”. Terza leva: semplificazione burocratica. “Più enti ci sono, più ostacoli si creano. Bisogna semplificare i livelli di governo, ridurre i passaggi”. Primo impegno concreto in Parlamento: “Completare le infrastrutture logistiche venete programmate e solo in parte avviate: una rete infrastrutturale all’altezza renderà più competitive le nostre imprese”. Per Giorgio Conte – che corre per una riconferma alla Camera nelle liste di Futuro e Libertà (Veneto 1 e 2). – la prima leva “deve essere la politica della competitività: un Paese competitivo è un Paese sano, in cui regole e leggi sono rispettate. Vanno previste anche azioni di contrasto al lavoro nero e illegale, allo sfruttamento dell’immigrazione, alla contraffazione”. La seconda leva è “la riduzione del carico fiscale abbassando progressivamente l’Irap, che penalizza i posti di lavoro e soffoca l’innovazione”. La terza azione “deve mirare ad attrarre investimenti esteri: la partita della competitività internazionale si gioca anche in casa”. L’impegno concreto: “Il potenziamento del sistema energetico, sia in termini di produzione che di trasporto e di collegamenti transnazionali, al fine di consentire una significativa riduzione dei costi dell’energia per le produzioni industriali”. ECONOMIA NORDEST il fatto del mese febbraio 2013 | www.economianordest.it 7 fuori dagli schieramenti. Bocchini illustra i piani di Giannino: colpire il debito pubblico con cessione di asset statali Veneto Stato: in Parlamento non ci andremo Grillini: “Roma paghi i 90 miliardi che deve alle imprese”. Borghesi: “Moratoria che vieti alla banche di imporre rientri a Pmi” N “ on ci sono bacchette magiche e provvedimenti salvifici”, esordisce l’ingegner Franco Bocchini, capolista al Senato con Fare per Fermare il declino. Che mette al primo posto tra le leve per rilanciare l’economia “l’abbattimento del debito pubblico: necessario per abbassare l’ingente spesa per gli interessi, ma anche per aumentare la credibilità del Paese e abbassare lo spread. Un abbattimento del debito che deve passare per una cessione di parte degli asset immobiliari e industriali statali”. Al secondo punto “un drastico taglio sulla spesa corrente, senza toccare i livelli di welfare: dobbiamo fermare le pensioni d’oro e tagliare il numero e i compensi dei dirigenti pubblici, troppo elevati rispetto al resto d’Europa”. Terza leva tutta dedicata alle imprese: “bisogna mettere mano agli oltre 30 miliardi di cosiddetti trasferimenti statali alle imprese, che al 90% servono a ripianare i conti delle aziende pubbliche (Poste, Ferrovie e così via). Con quei denari si potrebbe eliminare è l’Irap, che incide pesantemente proprio sulle Pmi”. Un impegno concreto per il prossimo Parlamento: “Un provvedimento che incide poco sulla spesa pubblica, ma molto sul piano dell’etica: riduzione drastica dei privilegi della classe politica. Sarebbe un importante segnale di un cambio di rotta”. Businarolo, Movimento 5 stelle Tiene a precisare che le sue risposte sono “il risultato di un ragionamento formulato assieme ad altri candidati del M5S” Francesca Businarolo, veronese e capolista alla Camera (Veneto 1) del Movimento 5 Stelle. Che mette al primo posto tra le leve per lo sviluppo “il saldo dei crediti che le aziende vantano nei confronti della pubblica amministrazione (90 miliardi circa), o comunque cominciare una drastica riduzione. E lo Stato dovrebbe pagare massimo a 60 giorni”. Al secondo posto “defiscalizzare il lavoro dipendente con un sistema di incentivi a proporzionalità diretta rispetto all’età degli assunti. I finanziamenti dovranno essere ricercati nei tagli agli sprechi presenti nelle pieghe del bilancio dello Stato, dando finalmente attuazione alla definitiva cancellazione di inutili e costose sovrastrutture”. Terza leva: “La liquidazione Iva per cassa. Questa semplice azione, che non grava sul bilancio dello Stato, può realmente liberare risorse per le Pmi”. Un impegno concreto? “Il rilancio del turismo in Veneto, tenuto conto che a livello nazionale questo significa la produzione del 10% del Pil”. Via, dunque, a “un insieme di provvedimenti che deve concretizzarsi in servizi ed opportunità tali che il turista possa usufruire dei siti e dei paesaggi che rendono il Veneto una delle regioni più rinomate al mondo”. nomia”. Un impegno per il prossimo Parlamento? “Anche se eletti – dichiara Guadagnini – non parteciperemo ai lavori del Parlamento, tutto sarebbe inutile. Dobbiamo arrivare all’indipendenza veneta”. borghesi, rivoluzione civica Guadagnini con l’Udc aveva guidato la rivolta dei sindaci per trattenere il 20% dell’Irpef. Ora è segretario degli indipendentisti e punta solo al referendum per la “liberazione” guadagnini, veneto stato Antonio Guadagnini è capolista alla Camera ( Veneto 1 e Veneto 2) per Veneto Stato, del quale è anche segretario nazionale. “Il nostro movimento – spiega – ritiene che la precondizione essenziale per far ripartire l’economia sia l’indipendenza del Veneto, da raggiungersi attra- verso un referendum in cui i cittadini possano dire la loro. Abbiamo visto governi di ogni colore alternarsi nei decenni, con risultati equivalenti e drammatic: è evidente che il problema non è il pilota, ma la macchina Italia che non può funzionare. Una volta raggiunta l’indipendenza faremo votare i cittadini an- che sull’appartenenza all’Europa, che riteniamo dannosa per il Veneto. Quindi azzereremo quei 20 miliardi di euro di avanzo tra le tasse pagate e quelle investite in Veneto, cancellando Irpeg, Irap e Irpef che stritolano imprese e lavoratori. Infine smonteremo l’apparato burocratico inefficiente che imbriglia l’eco- Antonio Borghesi, deputato veronese eletto nel 2008 con l’Idv, ha seguito Antonio Di Pietro nella fusione con Rivoluzione Civile dell’altro ex pm Antonio Ingroia. “La prima leva da attivare per dare fiato all’economia veneta l’abbiamo già esposta in una controproposta alla legge di stabilità di Monti: tagliare le tasse abbattendo i costi della politica e gli sprechi della pubblica amministrazione. Quindi occorre ridurre e semplificare l’apparato burocratico che soffoca le Pmi. Infine agevolare la vita a cittadine e aziende, nemmeno puntando più su sportelli unici, ma addirittura abolendoli del tutto, puntando sia per il rapporto con gli enti, sia per l’amministrazione della giustizia sulla completa informatizzazione”. Per Borghesi però la priorità assoluta è dare ossigeno alle imprese, allentando la morsa del credit crunch: “Proporremo al parlamento di varare una moratoria che vieti alle banche di imporre rientri alle imprese almeno per un anno”. la curiosità centrosinistra. Puppato ha sfidato Bersani alla primarie, ora guida la lista dei democratici per il Senato Amministratori in ballo: Sono 1363, 250 sindaci Con il Cavaliere ben 701 pd: “agire sul cuneo fiscale per creare lavoro” Il centro-destra è lo schieramento con il maggior numero di sindaci e amministratori in lista (701) seguito dal centro-sinistra che ne conta 304. Più indietro le coalizioni di Monti (250 candidati) e Rivoluzione Civile con Ingroia (96 amministratori); “Fare per fermare il declino” ne ha solo 13. Sono 1.363 gli amministratori comunali (250 i sindaci) in corsa per l’elezione in Parlamento. L’esperienza pregressa negli enti locali potrebbe essere un valore aggiunto, ma di contro il doppio incarico sarà di certo un fardello per chi lo conserverà. Zan (Sel): “Incentivare sviluppo sostenibile e riqualificazione edilizia rilancerà il settore delle costruzioni” A bbattimento del cuneo fiscale, definizione di tempi certi nei rapporti tra imprese e pubblica amministrazione, compensazione tra debiti e crediti nel rapporto azienda-pa. Sono queste le tre leve per riportare il Paese e il Nordest a crescere secondo Laura Puppato, capolista al Senato per il Partito Democratico, già capogruppo in Regione e sfidante di Bersani alle primarie. “Siamo un Paese con 22 milioni di lavoratori – spiega – cioè ogni cittadino che lavora ne mantiene due, mentre in Germania il rapporto è uno a uno. È evidente che la forza lavoro va aumentata: questo significa abbattere il cuneo fiscale, garantendo alle imprese un minor costo del lavoro e ai lavoratori una maggiore disponibilità economica”. Secondo tema caldo, quello del rapporto con la burocrazia: “Dobbiamo ridimensionare il peso amministrativo – continua l’esponente veneta del Pd – il che vuol dire avere obiettivi chiari: portare a 30 giorni il termine di risposta negli atti di qualsiasi amministrazione pubblica e a 180 giorni la durata di un grado di giudizio. Il pubblico deve diventare uno strumento del cittadino, non un vessatorio ostacolo”. Terza leva: “Le istituzioni pubbliche non si devono più macchiare del reato del debito verso un’azienda, visto che lo stesso Stato pretende che i propri crediti siano subito onorati. E se la Pa non paga, l’azienda deve poter usare quel credito per pagare le imposte”. Un impegno concreto da portare subito in Parlamento? “Un progetto di legge che finanzi le metropolitane di superficie per tutto il territorio veneto, arrivando a coprire tutti e 4 gli stralci che sono rimasti lettera morta negli ultumi 10 anni. Per far vivere i cittadini in un territorio meno inquinato – conclude Puppato – ed evitare i pesanti costi dei mezzi privati”. Capogruppo in Regione, è arrivata quarta dietro ai big nella battaglia per la leadership dello schieramento progressista Zan, sel Parte dalla green economy il candidato di Sinistra Ecologia e Libertà alla Camera ( Veneto 1) Alessandro Zan, attualmente assessore del Comune di Padova. “Il governo deve trovare nuove strade per favorire uno sviluppo sostenibile e un maggior rispetto del territorio. Nelle città si consuma il 70% dell’energia complessiva di un Paese: incentivare iniziative di efficientamento energetico degli edifici potrebbe essere oltretutto un grande volano per l’edilizia, che sta mandando a casa un sacco di lavoratori”. Secondo obiettivo: “Modificare il patto di stabilità per sbloccare gli investimenti, che oggi frenano lo sviluppo delle piccole e medie imprese e delle imprese artigiane del nostro territorio”. Terza leva: fare squadra tra Pmi: “Abbiamo ancora una forte vocazione manifatturiera – osserva Zan – ma le aziende devono fare sempre più rete e aggregarsi in distretti, nei quali deve essere trovato spazio per la ricerca applicata, capace di innovazione e di competitività sul mercato globale. Lo Stato deve favorire questi processi di integrazione”. L’esponente di Sel conclude con l’impegno concreto per il Veneto: “Prevedere politiche di forte defiscalizzazione e incentivo alle Pmi che in questo momento soffrono, ma hanno la capacità produttiva e creativa per superare brillantemente la crisi”. ECONOMIA NORDEST febbraio 2013 | www.economianordest.it case history L’export vale l’80% Tra i principali mercati della Bsg ci sono Germania, Austria e Svizzera. Dopo lo sbarco negli Stati Uniti, la padovana pianifica l’aggressione al Nordafrica. La Cina non rientra negli obiettivi | economia | Unioncamere: troppe imposte sulle imprese venete 8 fatturato del 2012 9,2 Nel 2011 il bilancio aveva chiuso a 11 milioni 10. il caso. Mentre i pezzi pregiati dell’industria nostrana vengono acquistati dal colossi stranieri, c’è chi compra dai tedeschi Colonizzazione invertita, Kuhnke torna tricolore Bertagnon si riprende l’azienda di Limena e la “internazionalizza”: precisione tedesca, genio italico, organizzazione nipponica antonino padovese I n un momento storico in cui molte aziende medio-grandi passano di mano a investitori stranieri, c’è una realtà a nord di Padova dove un imprenditore italiano coraggioso ha strappato di mano la fabbrica ai tedeschi. Non una fabbrica qualsiasi, ma quella fondata dal padre 36 anni fa il padre, venduta ai tedeschi negli anni Novanta. È stata una scelta di affetto ma anche di rischio imprenditoriale quella di Simone Bertagnon, 40 anni, sposato, papà di Lisa Marghertia (6 anni) e Anna Vittoria (3 anni). È entrato nel gruppo tedesco Kuhnke alla fine degli anni Novanta, ne è diventato il responsabile Finance e dal 2008 amministratore delegato. Il 30 novembre 2012 ha perfezionato l’acquisto di tutte le quote dell’azienda di Limena, comune con meno di ottomila abitanti nella cintura di Padova, attraverso una lunga e faticosa trattativa curata dal consulente direzionale Luigi De Vita con la controllante tedesca. il giusto mix La Bsg Kuhnke Solution è un’azienda leader nel campo degli attuatori pneumatici (valvole e cilindri) e nella accessoristica. Si muove principalmente in tre settori: le tecnologie medicali, la mobile application e l’automazione industriale in genere. “Oggi possiamo orgogliosamente dire – spiega l’amministratore unico – che sappiamo coniugare il rigore tedesco con l’estro imprenditoriale di casa nostra. Dopo che l’intero controllo dell’azienda è tornato in Italia, abbiamo trasformato la Bsg in una real- sinergia con cuoa La Bsg Kuhnke ha adottato il sistema organizzativo importato da Toyota in italia, rendendo la struttura molto più flessibile e attenta all’abbattimento dei costi. Per applicare il metodo Lean l’azienda padovana si è avvalsa dell’aiuto di Cuoa, la business school di Altavilla Vicentina accreditata tra le quattro migliori d’Italia. ca. Per l’80%, il fatturato viene realizzato all’estero. “In questi anni abbiamo cercato di far cambiare mentalità al cliente – rileva Bertagnon – e non ci limitiamo a presentare solo il componente automatico ma presentiamo un’offerta sistemica per risolvere tutte le problematiche. Ai clienti, insomma, non vendiamo la pizza ma una festa di matrimonio”. Tra i settori di maggiore sviluppo c’è quello legato alle tecnologie medicali. La Bsg Kuhnke Solutions produce valvole e componenti per tutte le funzionalità delle sedie odontoiatriche e per gli impianti utilizzati per la dialisi. i nuovi obiettivi Fondato nel 1977, lo stabilimento padovano era stato assorbito nel 1992. Dal 30 novembre scorso è ritornato sotto il controllo della Bsg tà snella, rivolta alla diversificazione e alle risorse umane. Siamo attenti alla crisi ma non ci pieghiamo di fronte alle difficoltà. E lo facciamo con un pizzico di orgoglio nazionalistico verso i tedeschi”. la storia L’azienda Kuhnke nasce nel 1928 in Germania. Nel dopoguerra l’azienda produce il primo relé universale, alla base degli interruttori moderni. Tra la fine degli anni Cinquanta e l’inizio degli anni Sessanta vengono attivate due linee produttive, quella dei magneti rotanti e della pneumatica miniaturizzata. Quest’ultima area conosce in 30 anni notevoli sviluppi e si espande in altri paesi europei come l’Italia. Nel 1977 Giorgio Bertagnon, padre di Simone, fonda un’azienda di attuatori pneumatici entrata subito in rapporti commerciali buoni con la multinazionale tedesca. Nel 1992 le strade delle due realtà si uniscono all’interno di una Spa il cui controllo è rimasto per 20 anni in mano ai tedeschi. “Poi è successo che noi avevamo fiducia nel settore della automazione industriale – spiega l’attuale amministratore unico – mentre la controllante in Germania voleva limitarsi solo alla commercializzazione. I dirigenti tedeschi non volevano investire altro capitale nella progettazione e nella produzione”. Così è nata la trattativa che ha portato Simone Bertagnon a comperare tutte le quote dell’azienda fondata dal padre 20 anni dopo la vendita ai tedeschi. La Bsg oggi Ora la Bsg (Bertagnon Simone Giorgio) solutions srl è una società posseduta al 75,5% direttamente dal rampollo del fondatore mentre il 24,5% è in mano a una società controllata sempre dall’ingegnere, che ha provveduto, con la creazione di una Srl a semplificare gli organi direttivi della società: via il cda, resta l’amministratore unico, via il collegio sindacale, resta il sindaco per il controllo dei bilanci. Il rigore tedesco applicato all’azienda “di famiglia” si deve alla lunga formazione dell’attuale titolare in Germania. Otto anni di percorso tra studio e stage in azienda per una laurea ot- lean tenuta in Germania in Ingegneria aziendale (simile al nostro corso di Ingegneria gestionale). Per quattro anni è stato assunto dalla Kuhnke in Germania dove ha imparato il metodo di lavoro e il rigore dei tedeschi. Poi la multinazionale l’ha inviato in Italia nello stabilimento di Limena dove il padre era rimasto dopo la cessione del 1992 con incarichi direttivi fino al recente pensionamento. la riorganizzazione Bertagnon, una volta in Italia, ha provveduto a semplificare e a razionalizzare il lavoro sui principi della Lean production che la Toyota ha importato in Italia e che molto aziende stanno seguendo. Catene di comando corte, attenzione agli sprechi, poco magazzino, razionalizzazione delle spese. L’azienda si avvale da alcuni anni della consulenza degli esperti del Cuoa, il Centro universitario di organizzazione aziendale di Altavilla Vicentina, dove si è sviluppato un polo di eccellenza del metodo Lean in Italia attraverso una partnership con le aziende, le associazioni degli industriali e l’università. In tre anni ha chiuso un percorso di mobilità interna al termine del quale sono rimasti 39 dipendenti. Mentre i fatturati sono tornati a essere ai livelli che segnavano prima della crisi: 8,6 milioni nel 2011, 9,2 milioni nel 2012. gli sbocchi Il mercato di riferimento resta quello di lingua tedesca: Germania, Austria e Svizzera. Poi ci sono i Paesi scandinavi, la Francia, l’Inghilterra e gli Stati Uniti d’Ameri- Tra i possibili mercati di espansione oggi c’è tutta l’area mediterranea, dal Nord Africa (Egitto, Tunisia e Algeria) alla Turchia con cui sono stati avviati già promettenti contatti commerciali. In seconda battuta l’azienda si affaccerà anche al mondo dei Paesi arabi mentre al momento la Cina pare non rientrare fra gli interessi del gruppo. la tendenza Alfa, Unicredit e Ansaldo con i saldi per crisi i teutonici fanno spesa Per un’azienda che torna italiana, ce ne sono molte altre che la crisi ha “regalato” alla Germania. E gli artigli tedeschi sono pronti ad afferrare altri pezzi pregiati dell’economia nostrana. Su Alfa Romeo c’è Volkswagen, nonostante Marchionne abbia ribadito come non abbia la minima intenzione di cedere l’Alfa, specialmente ai tedeschi. Anche UniCredit, che ha bisogno di ricapitalizzarsi, potrebbe far gola ai teutonici, se non altro per evitare i 1.000 licenziamenti che la banca ha annunciato per le filiali tedesche. C’è infine il possibile assalto tedesco a Finmeccanica. L’azienda è fortemente indebitata e potrebbe mettere sul mercato pezzi pregiati come Ansaldo Energia. ECONOMIA NORDEST febbraio 2013 | www.economianordest.it imprese gli industriali veneti preferiscono ca’ foscari La maggior parte delle aziende venete ha detto di ritenere l’Università di Venezia di qualità. La maggior parte di esse ne ha sentito parlare attraverso quotidiani e periodici locali | distretti | L’export rallenta ma non ferma la sua corsa 9 la percentuale gradimento 55,5% Dell’ateneo veneziano 11. a Salzano. Il nipote della famosa vetreria di Parma ha acquisito l’azienda da Alcedo Sgr che voleva fare subito cassa Bormioli prepara il rilancio di Firme di Vetro “Questo sarà un anno di consolidamento per tentare di crescere nel 2014”. Il fatturato infatti è crollato di un terzo ti emergenti dei Bric, del Far East e dell’Africa, dove finora Fdv è stata poco presente, a differenza di Nord America ed ex Unione Sovietica. “In un mercato che vale 1,2 miliardi di euro Fdv è perfettamente in grado di ritagliarsi un suo stabile e riconoscibile spazio – spiega Nardi Dei – però prima bisogna cominciare dalle pulizie di casa”. massimiliano crosato C omincia una nuova vita per il gruppo Firme di Vetro, uno dei nomi forti dell’illuminazione architettonica e decorativa da interni italiani. Rocco Bormioli, nipote e omonimo del fondatore della famosa vetreria di Parma da cui è completamente uscito, a ottobre ha completato l’acquisizione dell’azienda di Salzano ( Venezia) da Alcedo Sgr che dopo 6 anni di gestione ha preferito passare la mano puntando a un immediato realizzo. Un affare per il neopresidente Bormioli, che già nel 2010 era entrato personalmente con il 20% delle quote, ma anche “un investimento di passione” l’ha definito. E di passione il nuovo amministratore delegato Gherardo Flaccomio Nardi Dei dovrà mettercene parecchia, dato che il fatturato di Fdv è crollato da 45 a 30 mi- eccessiva frammentazione L’attuale proprietario è il nipote del grande capitano d’industria però non ha più legami con la casa madre lioni di euro. Il giovane manager ha già messo a punto il nuovo piano industriale che prevede sostanzialmente da un lato una forte razio- nalizzazione di marchi e cataloghi, dall’altro nuove e più marcate divisioni di prodotto associate a canali di vendita propri per i merca- Nel mirino innanzitutto l’eccessiva frammentazione dei marchi con cui Fdv in questi anni si è presentata sui mercati di riferimento: sette sono troppi. “E tutti ottimi. Ma che anche lavorando bene insieme non permettono di essere percepiti come unica entità. Fdv finora è stata una sorta di federazione di marchi, ciascuno con una propria identità, alcuni più conosciuti come Leucos (in “scuderia” dal 2008) altri meno, a volte creando una certa ambiguità che non ci ha fatto affatto bene. Produzione italiana Il neopresidente Bormioli, che già nel 2010 era entrato personalmente nell’azienda di Salzano con il 20% delle quote, facendo quello che lui definisce “un investimento di passione” l’ha definito. Il nuovo amministratore delegato è Gherardo Flaccomio Nardi Dei che ha il compito di risollevare il fatturato che è crollato da 45 a 30 milioni di euro. Il 95% della produzione è realizzato in Italia ma ci sono diverse sovrapposizioni di marchi che vanno sistemate per evitare inutile dispersione di risorse. 95% Inoltre ci sono duplicazioni che oggi sono un lusso, specie se si considera che per il 95% il nostro è un prodotto totalmente fatto in Italia”. E l’intenzione è quella di mantenerlo tale, anche per non perdere il prezioso contributo di un indotto locale formatosi in decenni e difficilmente rimpiazzabile. Sebbene le idee sul rilancio di Fdv siano fin troppo chiare, nessuno negli uffici di Salzano si nasconde che il 2013 sarà un anno difficile e dedicato a conservare vendite e quote di mercato in attesa che gli effetti del cambio di passo comincino a farsi sentire realisticamente dal 2014. “Per come è strutturato il nostro settore e considerando anche il prolungato fermo delle costruzioni e quindi dei contractor, per noi un canale di vendita importante, un paio di anni ci vorranno tutti”, confida Nardi Dei mentre sceglie con quale vestito buono presentare Fdv nella nuova stagione, quella del rilancio. materiali elettrici. L’impresa di Marostica è entrata in possesso del 100% della società padovana in cui era entrata nel 2008 con il rilevamento di elvox ora nasce il vimar group Nella nuova struttura convergeranno le reciproche esperienze mentre il catalogo dei prodotti sarà uniformato C on la fine dell’anno la vicentina Vimar ha perfezionato l’acquisizione del 100% della padovana Elvox, 40 milioni di ricavi totali, dando corpo a una realtà nuova anche nel nome ( Vimar Group) che a regime viaggerà sopra i 230 milioni di euro di fatturato. L’azienda di Marostica completa così un’acquisizione cominciata già nel 2008. Quell’anno la società per azioni della famiglia vicentina Viaro rilevò un primo 25% per poi salire gradualmente anno dopo anno, e sempre a colpi di porzioni del 25% del capitale azionario, fino a diventare a fine 2012 l’unico azionista dell’azienda di Campodarsego. affinità particolari Una collaborazione che era già nata anni fa a livello strategico, quando le due aziende, molto simili per tradizione, storia, localizzazione, anzianità e leadership sui propri mer- export: obiettivo 20% Vimar Group puntia ad arrivare almeno al 20% di export a cominciare dai mercati esteri di riferimento che rimangono quelli dell’Africa del Nord, della regione del Golfo e dell’Est europeo. Vimar Group può contare su sette sedi nel mondo, 1300 collaboratori tra diretti ed indiretti, un centinaio di paesi serviti e 9000 articoli per usi civili e domotici. cati di riferimento, decisero di cominciare a pensare i rispettivi prodotti in modo tale che fossero integrabili gli uni con gli altri, operando la Vimar nella produzione di sistemi domotici e di materiale elettrico per gli impianti di casa e ufficio, e la Elvox nella citofonia, negli automatismi apricancello e apriporta, ed entrambe prime aziende in ambito nazionale. Per Vimar, fondata nel 1945, e ora guidata dalla seconda generazione rappresentata dal presidente Gualtiero Viaro, azionista al 55%, e dall’amministratore delegato Piero Camillo Gusi col resto delle quote, il completamento dell’acquisizione si inserisce in un piano di sviluppo strategico “che nell’ultimo anno ha visto una sempre maggior integrazione delle due aziende che ora condivideranno il catalogo dei prodotti e una rete vendita unificata in grado di proporre un pacchetto completo e in- L’industriale vicentino Gualtiero Viaro ha fondato la sua ditta nel 1945. La guida la seconda generazione tegrato di soluzioni sia per l’interno che per l’esterno dedicato al settore residenziale e terziario”. piena potenza di fuoco Oltre a tale fattore nient’affatto se- condario, il nuovo peso dimensionale dovrebbe anche facilitare una più decisa presenza sui mercati esteri, dal momento che le percentuali di vendita rimangono abbastanza sbilanciate sul mercato do- mestico, dove si realizza circa l’85% delle vendite, mentre l’export pesa solo per il 15%. “È la nostra priorità – conferma Giovanni Maffeis, direttore commerciale di Vimar – e presentandoci come un unico interlocutore per tutto quanto serve per la casa puntiamo ad arrivare almeno al 20% di export a cominciare dai nostri mercati esteri di riferimento che rimangono quelli dell’Africa del Nord, della regione del Golfo e dell’Est europeo”. Del resto la potenza di fuoco adesso c’è tutta. Vimar Group può contare su sette sedi nel mondo, 1300 collaboratori tra diretti ed indiretti, un centinaio di paesi serviti, novemila articoli per usi civili e domotici, di building automation, di automazione cancelli e videocitofonici, per arrivare alle conosciutissime spine e prese elettriche per una produzione di addirittura 183 milioni di pezzi l’anno. ECONOMIA NORDEST febbraio 2013 | www.economianordest.it economia friuli venezia giulia: imprenditorialità in crisi A fronte di 5.840 iscrizioni alle Camere di commercio, sono state 6.678 le cancellazioni, calo percentuale del lo 0,76%. In totale le imprese registrate a fine 2012 erano 108.530. | consulenti | Dall’università all’impresa con un elevator pitch 10 un saldo negativo -838 La diminuzione delle imprese 12. Unioncamere. Il report diffuso a febbraio parla di ricavi in diminuzione dell’8,2% ma propone anche dati confortanti Troppe imposte soffocano le imprese venete Tiene il rapporto capitale proprio/capitale acquisito ma le aliquote sono ben superiori al massimo di legge del 31,4% PAOLO SAMMARZANO N el 2011 i ricavi di vendita medi per azienda in Veneto si sono attestati a circa 2,7 milioni di euro, il 96,4% del valore della produzione. Prima della crisi, nel 2007, l’indicatore era pari a 3 milioni di euro, quindi si è registrata una diminuzione dell’8,2%. Anche il valore aggiunto medio per azienda ha registrato una contrazione del 6,9%, che corrisponde ad una perdita pari a 43mila euro. Ciononostante l’indicatore si è dimostrato ancora in grado di assorbire i consistenti costi di personale e gli oneri finanziari e ha pure assicurato un, modesto, margine di redditività netta per i conferenti il capitale di rischio. UN TERRITORIO CHE TIENE DURO È quanto emerge dal primo report dell’Osservatorio sui bilanci azien- La crisi non è riuscita a scalfire la solvibilità di breve termine che resta ancora inferiore alla media nazionale dali, realizzato dal Centro Studi di Unioncamere Veneto. Dai risultati emerge che, nonostante la crisi in atto, i principali indici di bi- lancio non sono stati compromessi, in quanto la solidità patrimoniale complessiva è ancora buona, che il rapporto capitale proprio/capita- le acquisito totale è soddisfacente e in aumento: sale infatti dal 26,4% del 2007 al 31% del 2011) e che la redditività del capitale investito (ROA al 3,7% nel 2011) evidenzia una situazione economica minima ed in evidente contrazione (6% nel 2007), ma ancora positiva. L’esposizione alla competizione poi (intesa come incremento della quantità venduta necessario a controbilanciare una riduzione di un punto percentuale del prezzo di vendita) è pressoché costante (14,6%) e ciò implica che le imprese venete hanno mantenuto intatta la loro capacità di affrontare strategie di prezzo aggressive messe in atto dalle concorrenti. Scendendo più nel dettaglio, se si considerano alcune specifiche caratteristiche, rilevanti soprattutto in fasi come quella in corso, si può ritenere che per le società di capitali venete la solvibilità di breve termine tutto sommato non è pregiudicata e la pressione che la Bianchi: “Resistiamo” “La recessione che ha colpito l’economia del Veneto a partire dalla seconda metà del 2011 ha avuto un forte impatto sui bilanci aziendali, ma sotto l’aspetto finanziario ed economico il sistema produttivo rappresentato dalle società di capitale ha tenuto. Dall’analisi del 90% dei bilanci depositati presso le Camere di Commercio del Veneto, emerge che nel 2011 i ricavi e i valori aggiunti hanno continuato ad aumentare, pur attestandosi ancora al di sotto dei valori ante-crisi. I dati inoltre indicano, da un lato, la difficoltà delle imprese a recuperare i livelli di redditività pre-crisi e, dall’altro, un’elevata esposizione alle fasi congiunturali negative”. 90% stessa impone alla liquidabilità del magazzino si aggira attorno al 50% dello stesso, dato ben inferiore alla media nazionale e il rischio complessivo incorporato nelle società venete è inferiore a quello prevalente nel resto del Paese. IMPOSIZIONE STRANGOLANTE Dal report dell’Osservatorio emerge anche un dato sull’imposizione fiscale, che negli anni della crisi si è rivelata estremamente penalizzante per le imprese. Le aliquote effettive infatti sono risultate ben superiori a quelle nominali: di fronte a un’aliquota cumulata (Ires+Irap) fissata dalle norme al 31,4%, le imprese venete hanno sostenuto un onere effettivo ben superiore e crescente, visto che tra il 2007 e il 2011 è passato dal 50,2% al 57,8%. Per l’effetto combinato degli oneri indeducibili e della maggiore base imponibile Irap, i redditi più bassi sono stati più penalizzati. vino d’eccellenza la polemica. Il ministro Mario Catania ha attaccato la gestione territoriale di un settore ancora chiave L’Amarone stabile tra i vini rossi più amati dai buyer tabacco: è scontro tra ministro e regione Oltre 2.000 amanti dell’Amarone della Valpolicella hanno partecipato ad Anteprima Amarone 2009. Numeri buoni per i produttori del pregiato vino veronese. Secondo un sondaggio l’Amarone della Valpolicella fa ormai parte dei grandi vini rossi che gli operatori vorrebbero trovare a Vinitaly. In particolare, il blocco Amarone, Barolo, Brunello rappresenta il 34% del totale dei vini citati; l’Amarone da solo il 12%. A questo si può aggiungere un altro 20% sul totale dei vini segnalati appresentato da Valpolicella e Ripasso della Valpolicella. Risponde l’assessore Manzato: “Misure ridefinite del tempo, da Roma si parla a spese della verità” Mansueto SCARPELLIN “A l 99% caleranno gli aiuti per ettaro erogati dall’Unione europea ai tabacchicoltori”. Questa la previsione di Mario Catania, ministro per le politiche agricole, sull’esito della riunione del Consiglio europeo che ha iniziato a discutere il quadro di bilancio europeo per il periodo 2014-2020. “La Commissione europea – ha spiegato Catania intervenendo al convegno “Il tabacco italiano: quale futuro tra Pac e mercato”, a Bovolone, nel Veronese – vuole che gli aiuti ai diversi comparti produttivi siano livellati, ciò significherebbe una riduzione del 90% degli aiuti ai tabacchicoltori, qualcosa di inaccettabile”. LE RIVENDICAZIONI Riguardo al proprio impegno nel sostenere il settore del tabacco, Catania ha ricordato che “anche prima di essere ministro mi sono sempre occupato delle problematiche legate a questo settore industriale”. Per aiutare l’industria del tabacco Catania ricorda di aver effettuato alcuni interventi mirati a razionalizzare la filiera, con il risultato che “oggi abbiamo due terzi delle associazioni in meno, meno sprechi di valore, meno intermediazioni, insomma meno costi”. Il ministro sottolinea anche come la crisi abbia comportato per le manifatture “esborsi notevoli per restare sul mercato. Abbiamo trovato in genere una buona collaborazione da parte delle manifatture”. Concludendo la propria relazione, Catania ha identificato i danni causati all’industria del tabacco dalla congiuntura economica sfavorevole nella “perdita di occupazione e di imprese”, sottolineando come ciò “sia grave soprattutto in Veneto, regione che prima era quella di punta, mentre adesso è quella che sof- sistema orientato al mercato. Il Veneto non l’ha fatto per niente, non capisco il perché”, ha concluso strappando l’ultimo applauso. la risposta della politica locale “Al 99% gli aiuti per ettaro erogati dall’Unione Europea caleranno, per questo occorre farsi sentire a Bruxelles” fre di più”. Il motivo della situazione veneta è individuato dal ministro nel fatto che “il Veneto non ha implementato le necessarie misure di sviluppo, cosa che la Campania ha fatto male e l’Umbria così così. Nel 2010 andavano disegnate nuove misure di sviluppo rurale che sarebbero state finanziate dall’Unione Europea direttamente nel quadro della politica agroambientale, servivano ad aiutare la transizione dal sistema assistito al La risposta dell’assessore all’Agricoltura Franco Manzato non si è fatta attendere: “Il Veneto ha ridefinito per tempo le misure agroambientali per lo sviluppo rurale. Per farlo, abbiamo dovuto bloccare il PSR per un anno a causa del mancato supporto della struttura ministeriale: lo schema di misure definito da Roma, infatti, era calibrato per l’Umbria e non per l’agricoltura e le esigenze del Veneto e del suo sistema di imprese. Io capisco che per un dirigente ministeriale divenuto ministro tecnico e fiondato candidato in una regione non sua sia complicato conoscere una realtà che non ha praticato – ha detto l’assessore regionale – ma non si può parlare a spese della verità”. ECONOMIA NORDEST febbraio 2013 | www.economianordest.it distretti la provincia autonoma tracinata da vino e mele I distretti del Trentino Alto Adige più in crescita per esportazione sono stati quello delle mele (cui si è riaffezionato il tradizionale sbocco della Germania) e quello dei vini rossi e bianchi | normative | Irap: finalmente arrivano i rimborsi sull’Ires 11 trentino a.a. l’impennata +20% Nel penultimo trimestre 2012 13. report. Secondo uno studio di Intesa Sanpaolo il Trentino Alto Adige ha ripreso a volare, mentre il Veneto è stabile L’export rallenta ma non ferma la sua corsa Il Friuli frena il Nordest: senza export non risce a ripartire. Per quanto riguarda i settori brillano hi-tech e occhialeria ne a esportare nei “nuovi” mercati ad alto potenziale, dove i distretti tradizionali triveneti, pur rallentando, hanno registrato un aumento dell’export del 9,8% tendenziale. Trainante la Russia dove le esportazioni hanno ripreso a correre (+28,2% la variazione tendenziale). Su livelli contenuti, ma in forte crescita, le esportazioni verso un altro Bric, il Brasile. paolo fontana N el terzo trimestre 2011 l’export dei 34 distretti tradizionali del Triveneto ha mantenuto un buon ritmo di crescita, registrando un aumento tendenziale del 7,7%. Nonostante l’evidente rallentamento, si tratta di un buon risultato, soprattutto perché viene dopo cinque trimestri di crescita a doppia cifra. L’export del trimestre lugliosettembre 2011 si è portato a quota 5,8 miliardi, con un guadagno netto di 415 milioni di euro rispetto al corrispondente periodo del 2010 (+1,1 miliardi rispetto al momento peggiore della crisi nel terzo trimestre 2009). Lo sottolinea il periodico Monitor dei distretti industriali del Triveneto aggiornato a fine settembre 201. Lo studio è stato curato del Servizio Studi e Ricerche di Intesa Sanpaolo per conto di Cassa di Risparmio Veneto, Carive, Ca- friuli a rilento Trainante la Russia che ha fatto segnare un incremento del 28% delle richieste dei beni del nostro territorio riFvg e Btb e monitora l’andamento dei distretti presenti in Veneto, Friuli Venezia Giulia e Trentino Alto Adige. bene il comparto hi-tech Nei settori ad alta tecnologia, molto bene i tre poli triveneti, che nel terzo trimestre 2011 hanno continuato a correre (+13,1% tendenziale). Spiccano, in particolare, il biomedicale di Padova e l’Ict veneto, trainati entrambi dal mercato tedesco. Ulteriormente cresciuta la propensio- Nel dettaglio numeri meno entusiasmanti arrivano dal Friuli Venezia Giulia dove ha pesato il forte calo delle esportazioni. I distretti veneti, pur rallentando il passo, hanno invece avuto un ritmo di crescita intorno al 2,5%. Quelli del Trentino Alto Adige hanno ripreso a correre nel terzo trimestre del 2012. In un contesto congiunturale difficile, il numero dei distretti triveneti in crescita è salito a quota 23 (dai 18 del secondo trimestre). Nel periodo luglio-settembre è, inoltre, tor- nato a salire il numero dei distretti in crescita tendenziale sui mercati esteri. In evidenza, soprattutto, l’occhialeria di Belluno (+15,2%) che è andata molto bene negli Stati Uniti, in Francia, nel Regno Unito e in Germania ma anche in Cina, Brasile ed Emirati Arabi Uniti. Nel sistema moda bene anche l’oreficeria di Vicenza e la concia di Arzignano. I distretti regionali del settore agro-alimentare hanno chiuso il terzo trimestre tutti in territorio positivo, con performance particolarmente brillanti per il prosecco di Conegliano-Valdobbiadene (bene in Germania, Austria, Regno Unito, Stati Uniti, Canada) e i dolci e la pasta veronesi (specie in Germania, Regno Unito). Segnali incoraggianti vengono anche dai distretti della regione specializzati in beni del sistema casa con un aumento delle vendite estere; tra questi il mobile di Treviso, il mobile d’arte del bassanese e il marmo e granito della Valpolicella. ELDORADO CINA E EMIRATI Per quanto riguarda i paesi emergenti nell’articolo a fianco abbiamo detto della Russia. Ora ci concentriamo su altri quattro paesi. Negli Emirati Arabi Uniti invece spicca l’oreficeria di Vicenza per la moda, e il mobile di Treviso per il sistema casa. In Cina vanno segnalati, in particolare, gli straordinari risultati conseguiti da alcuni distretti della moda: l’occhialeria di Belluno, il tessile e abbigliamento di Schio-Thiene-Valdagno, l’oreficeria di Vicenza e le calzature del Brenta. Gli imprenditori italiani stanno sfruttando al meglio la transizione dell’economia cinese verso un modello di sviluppo più incentrato sui consumi. La tecnologia del Veneto ha invece trovato un nuovo sbocco, con picchi di vendita notevoli, in Paesi come Stati Uniti e Svizzera. 4 Hai avviato la tua attività, lanciato il tuo sito web e attivato la tua campagna pubblicitaria. Ma ti stai accorgendo che non hai abbastanza visite e nessuno entra nel tuo negozio. Enbage fa al caso tuo. Uno strumento semplice che ti porta nuovi clienti. Enbage, il primo strumento digitale che attira clienti all’interno del tuo negozio | Enbage.it | +39 02 9475 3456 ECONOMIA NORDEST febbraio 2013 | www.economianordest.it consulenti confindustria padova lancia l’asl ASL Alternanza Scuola lavoro è il progetto di Confindustria Padova per stimolare l’“impresa formativa” in grado di stipulare convenzioni con scuole, proporre percorsi, formare risorse interne come tutor per studenti | metaregione | Passante Alpe Adria: c’è il via libera del Veneto 12 minuti a disposizione 5 Il tempo in cui bisogna saper presentare la propria impresa 14. opportunità. Parlare al mercato è più facile con le ultime tecnologie sfida. Google, Facebook e Twitter: nuovi mondi con regole ferree L’era del web impone un’introspezione Internet 2.0 richiede competenze precise per comunicare ciò che conta davvero solo chi saprà comprenderle sopravvivrà Il rischio latente è perdere di vista la propria identità Occorre saper valutare i risultati ottenuti in rete per dominarla “L a comunicazione è una delle attività più importanti per le aziende. Lo è sempre stata, ma oggi questa esigenza è ancora più sentita. Anche grazie alle nuove opportunità offerte dal web, che non è una moda ma un vero canale per lo sviluppo del business, e anche una scelta obbligata: non essere presenti equivale a scomparire dal mercato”. Niente meglio di Internet per aprire i confini e parlare col mondo, sottolinea Tiziana Recchia, formatrice e fondatrice di OpenUp by Cassiopea. Anche perché la tecnologia ha portato alla luce nuove forme di comunicazione integrata in aree che non esistevano: nuovi territori, nuovi format, nuovi clienti. Padroneggiare i meccanismi dei social network aiuta le aziende a superare la loro crisi di identità. “Per comunicare con i mercati emergenti non basta parlare alla clientela, ma è necessario analizzare risultati e tendenze e adattare i propri comportamenti. La Rete costringe le aziende a guardarsi allo specchio prima di guardare al pubblico: deve prima di tutto concepire la propria vision e mission, e solo dopo darsi una strategia nella quale la comunicazione abbia un peso rilevante”. la squadra conta Un altro scoglio da superare - ma possiamo definirla anche un’utile verifica - è condividere gli obiettivi e il processo attraverso il quale arrivarci. Più “alleati” avrà l’imprenditore e più la spinta al miglioramento sarà efficace. E nella comunicazione è il primo a dover esse- re convinto di voler cambiare modello è il leader, che stimola lo staff ad ascoltare i clienti e tradurre i loro bisogni in prodotti e servizi. “Anche per questo - conclude Tiziana Recchia – proprio con Paolo Errico stiamo lanciando Media Tutor, un nuovo percorso formativo orientato alla comunicazione delle imprese. Il principio è che le aziende hanno bisogno di guardare più lontano, per capire dove stanno andando, come svilupparsi e su quali risorse investire. Ed è proprio la tecnologia che sta proponendo alle aziende una nuova visione fatta di interattività e rapporti di fiducia”. tiziana recchia “Per comunicare con i mercati emergenti non basta parlare alla clientela, ma è necessario analizzare risultati e tendenze e adattare i propri comportamenti. La Rete costringe le aziende a guardarsi allo specchio prima di guardare al pubblico”. www.openupbycassiopea.com “O gni giorno che passa la tecnologia del web sta trasformando il rapporto tra le aziende, i prodotti e i clienti. La comunicazione delle imprese cambia volto a una velocità mai vista e non è facile capire se si sta facendo la cosa giusta... Soprattutto perché bisogna accettare che una volta iniziato questo cammino, è una strada che si dovrà percorrere per sempre”. Secondo Paolo Errico, fondatore e amministratore delegato di Maxfone, siamo ormai vicini ad affrontare una nuova rivoluzione copernicana: solo che questa volta invece di stelle e pianeti dobbiamo tenere d’occhio Google, Facebook e Twitter. I social network hanno fatto passi da gigante e oggi infatti condizionano il mercato, attribuendo un enorme valore non soltanto alla presenza di un profilo, ma anche ai contenuti. si in gioco? Sanno valutare i risultati che ottengono in rete? La grande attenzione verso i prodotti, le tendenze e i brand ha aperto scenari di grande sviluppo potenziale: però è un business ancora molto fluido, dove la scelta giusta o sbagliata può ribaltare la strategia delle vendite nel bene e nel male, e per questo occorre grande disponibilità alla formazione. “Un’azienda che dispone di nuovi strumenti e li sa usare può conquistare una posizione dominante. Ad esempio non basta avere tanti amici su Facebook, devono essere di valore: ma come si determina una qualità invisibile? Oppure: come intercettare i flussi di traffico con nuovo algoritmo di Google? Chi non si aggiorna perde ranking, reputazione, rilevanza”. Oggi più che mai per saper cogliere le opportunità è necessario impadronirsi di tecniche fino a ieri sconosciute, perché vince chi sa sfruttare i passi avanti della tecnologia, ormai quotidiani. Conclude Errico: “Le aziende devono decidere, ma in realtà la scelta è obbligata: fra cinque anni vuoi ancora esserci? Siamo tutti sullo stesso mare, con la stessa barca e lo stesso vento: solo che chi sbaglia resta indietro, irreparabilmente fuori dal mercato”. paolo errico “Un’azienda che dispone di nuovi strumenti e li sa usare può conquistare una posizione dominante. Ad esempio non basta avere tanti amici su Facebook, devono essere di valore”. una sfida da non perdere www.maxfone.it Ma le aziende sono pronte a metter- il progetto. Si chiama Contaminantion Lab la nuova creatura di H-Farm e Ca’ Foscari, un ibrido tra incubatore e acceleratore Dall’università all’impresa con un elevator pitch All’interno del campus di San Giobbe studenti, manager affermati e investitori costruiranno le aziende del futuro S i chiama Contamination Lab il nuovo generatore d’impresa creato dalla Ca’ Foscari e da HFarm. A metà tra un laboratorio universitario e un incubatore d’impresa, il Contamination Lab aiuterà giovani, studenti e non solo nello sviluppo di nuove idee progettuali al fine di favorire la nascita di nuove imprese già durante il percorso di studi universitari. Grazie a questo nuovo progetto, i ragazzi avranno la possibilità di continuare il proprio percorso di studi e contestualmente lavorare a una propria iniziativa imprenditoriale sfruttando al massimo le sinergie e le opportunità che si creeranno all’interno degli spazi dedicati. tra studio e lavoro Contamination Lab nasce per educare gli studenti alla cultura del rischio imprenditoriale, abituandoli alla contaminazione tra discipline diverse e im- prenditorialità. Gli attori sono impresa, università e studenti e il fine è quello di mettere i giovani laureandi e neolaureati di fronte a stimoli che possano far nascere possibili percorsi imprenditoriali. A differenza degli incubatori e degli acceleratori d’impresa, il Contamination Lab è un luogo dove le idee e le opportunità si incontrano con la creatività e progetti imprenditoriali. di Venezia, all’interno del campus universitario di Ca’ Foscari di San Giobbe. Sarà aperto sette giorni su sette. il ciclo mensile spazio vitale Il Contamination Lab, sarà un luogo fisico e una piattaforma digitale in grado di promuovere la formazione e l’incontro fra i partecipanti. Le risorse disponibili saranno principalmente digitali, utili per la generazione dell’idea, il networking, l’accesso a banche dati, i contatti con professionisti già operativi nel settore di interesse. Contamination Lab è uno spazio fisico che viene creato nel cuore del centro storico Per i ragazzi che vogliono mettersi in proprio la possibilità di trovare finanziatori e tutor d’esperienza L’attività sarà organizzata in cicli mensili: la prima settimana dedicata alla presentazione di grandi idee imprenditoriali che hanno già avuto successo e a lezioni specifiche sul tema del fare impresa. La seconda settimana è dedicata al confronto con imprese del territorio. La terza ospiterà workshop su vari temi legati all’innovazione mentre nella quarta gli studenti che hanno sviluppato un’idea la potranno illustrare e dovranno coinvolgere potenziali investitori a finanziarla. Nel tempo di un viaggio in ascensore, con il così detto “elevator pitch”. In cinque minuti i gruppi di studenti dovranno presentare la loro idea ad un pubblico di potenziali investitori e di altri proponenti. partnership Venetwork quando l’eperienza fa scuola L’iniziativa di H-Farm e dell’Università Ca’ Foscari ha già trovato alcuni partener di eccellenza. Per arricchire l’offerta a disposizione degli studenti che troveranno “casa” nel Contamination Lab ci sarà anche la collaborazione di Venetwork, network di imprenditori veneti che con il racconto delle loro esperienze e la forte presenza nel mercato, aiuteranno ad indirizzare le idee dei giovani studenti affinché possano diventare subito impresa o entrare in un’azienda. ECONOMIA NORDEST febbraio 2013 | www.economianordest.it normative PER IL VENETO PREVISTI trE GIORNI PER AGIRE Gli imprenditori veneti avranno tre click day: il 25 febbraio sarà dedicato alle persone fisiche, il 26 alle persone non fisiche di Belluno, Venezia, Padova e Rovigo; il 27 per le altre province | contributi | Reti energetiche europee: ci sono 22 miliardi 13 giorni per le domande 3 Si procederà in ordine di presentazione delle carte 15. imposte. Seppur con imperdonabile ritardo lo Stato procede a restituire i soldi pagati senza che fosse necessario Irap: finalmente arrivano i rimborsi sull’Ires Si potranno chiedere le somme ingiustamente versate solo fino al 2007, farà testo l’ordine di presentazione delle domande DANIELE GRANZOTTO S i è risolta finalmente, dopo tanti anni, un’anomalia nell’applicazione dell’Irap circa la deducibilità ai fini Ires dell’imposta applicata sul costo del lavoro. Scattano pertanto i potenziali rimborsi limitatamente agli anni per i quali non è ancora decorsa la prescrizione. In buona sostanza il rimborso è dovuto per le maggiori imposte versate dal 2007 al 2011. L’istanza va presentata telematicamente secondo un calendario prefissato dall’Agenzia delle Entrate. Si è partiti con i click days il 18 gennaio (nelle Marche) e si chiuderà il 15 marzo (nelle province di Brescia, Cremona e Mantova). L’Agenzia delle Entrate liquiderà le domande a partire dalle annualità più remote e la priorità dei rimborsi seguirà unicamente l’ordine di presentazione delle domande. I soggetti in- Dal 18 gennaio sono partiti i click days (con le Marche), si chiude il 15 marzo con Brescia, Cremona e Mantova teressati sono sia le imprese individuali e società personali sia le società di capitali per i periodi di imposta 2007/2011. I presupposti Il presupposto per il rimborso è la sussistenza del costo del lavoro includendo anche i compensi degli amministratori e dei collaboratori a progetto ed escludendo il costo degli apprendisti. Ma assumono rilevanza, oltre alle retribuzioni correnti e le spese di trasferta, anche i costi imputati a titolo di accantonamento al fondo trattamento di fine rapporto e alle retribuzioni differite (tredicesime, quattordicesime, ferie), oltre a quei costi straordinari come incentivi all’esodo nei casi di ristrutturazione aziendale. Per procedere al calcolo è necessario considerare la quota imponibile dei costi del personale in rapporto con la base di tassazione ai fini Irap. La percentuale così determinata va applicata a quanto versato sia a titolo di acconto che di saldo. Considerato che la base imponibile dell’Irap è essenzialmente rappresentata dal costo del personale e dagli oneri finanziari, questa percentuale assume normalmente un certo rilievo nell’ottica aziendale. Particolare attenzione va co- munque posta nei casi in cui il versamento dell’imposta sia avvenuto a seguito di ravvedimento operoso o di iscrizione a ruolo per effetto della riliquidazione per accertamento. Una volta calcolata la quota rilevante dell’imposta sostenuta sul costo del lavoro deve essere rideterminata l’Ires considerando come deducibile questa apposita parte dell’Irap. l’oggetto del desiderio La differenza con l’Ires già versata rappresenta l’oggetto del rimborso. Leggermente più complessi risultano invece i calcoli da fare per determinare l’imposta rimborsabile in caso di periodi in perdita fiscale, oppure oggetto di operazioni straordinarie o, infine, nel caso di opzione per il consolidato fiscale. Nel caso di perdite pregresse Ires dal ricalcolo emergerà una maggiore perdita da computare in diminuzione del reddito relativo al primo periodo d’imposta utile successivo, alle condizioni e nei limiti stabiliti dagli articoli 8 e 84 del Tuir (Testo unico imposte sui redditi). Se la perdita è già stata utilizzata si può chiederne il rimborso. Nel caso di operazioni straordinarie (fusioni, scissioni e altro) saranno i soggetti beneficiari ai quali spetterà di competenza l’istanza. Per il consolidato fiscale, infine, sarà la società consolidante a presentare la richiesta di rimborso in base agli imponibili Ires rideterminati dai singoli soggetti partecipanti, i quali devono, a loro volta, presentare l’istanza, anche se non vi è evidenziato alcun importo da rimborsare. A conclusione va detto che questo “ravvedimento” dello Stato sul tema della tanto discussa Irap, che rappresentava un vulnus non solo di natura giuridica, viene accolto con soddisfazione anche se, come spesso succede, è avvenuto con imperdonabile ritardo. agevolazioni. La legge di stabilità del governo ha riaperto i termini per quel che riguarda le partecipazioni societarie e i terreni rideterminazione acquisti: ecco come fare Anche il costo della perizia necessaria per partecipare alle procedure statali sarà deducibile C on la legge di stabilità (articolo 1, comma 473, L. n. 228/2012) si sono riaperti i termini per rideterminare i valori di acquisto di partecipazioni societarie e di terreni estendendone il beneficio ai beni posseduti ad inizio 2013. Questa agevolazione, considerate le croniche necessità di cassa dell’Erario, prevista per la prima volta nel 2001 (dagli articoli 5 e 7 della Legge 448), è stata riproposta in più fasi con numerosi interventi legislativi, da ultimo con il Dl 70/2011. Trattandosi di un’agevolazione finalizzata a ridurre le plusvalenze in caso di cessione, disciplinate dagli articoli 67 e 68 del Tuir, destinatari di questa norma sono le persone fisiche, le società semplici, gli enti non commerciali e i soggetti non residenti le cui plusvalenze sono imponibili in Italia. La rivalutazione riguarda nello specifico le partecipazioni societarie non quotate, sia qualificate (oltre il 20% dei diritti di voto in assemblea oppure superiore al 25% del capitale) sia non qualificate ed i terreni agricoli, edificabili e lottizzati, posseduti alla data dell’1 gennaio 2013. c’è anche la rateabilità costi deducibili La base imponibile sulla quale calcolare l’imposta agevolata rinviene da una perizia di stima asseverata redatta da professionisti abilitati entro il 30 giugno 2013 (1 luglio essendo il termine una domenica). Sul valore peritato si applica un’imposta sostitutiva nella misura del 4% per i terreni e le partecipazioni qualificate e del 2% per quelle non qualificate. Una novità introdotta dall’articolo 7, comma 2, lettera ee del Dl 70/2011 consente ai soggetti che si avvalgono della rideterminazione delle partecipazioni e dei terreni di scompu- le singole quote d’appartenenza dei soci. In caso di rivalutazione delle partecipazioni se la perizia è predisposta per conto della società il relativo costo è deducibile dal reddito d’impresa in quote costanti per cinque esercizi. I contribuenti che si intendono avvalere dell’iniziativa devono indicarne i dati nella dichiarazione dei redditi relativa all’anno di perfezionamento dell’operazione stessa tare dall’imposta sostitutiva quella eventualmente già versata in occasione di precedenti procedure di rivalutazione o, alternativamente, richiedere il rimborso dei versamenti effettuati ai sensi dell’art. 38 del D.P.R. n. 602/1973. La perizia deve rappresentare il valore dell’intera società o cespite e non Al contrario se la perizia è commissionata per conto di uno o più soci il relativo costo è portato in aumento del valore di acquisto della partecipazione in maniera proporzionale al costo effettivamente sostenuto da ciascuno dei possessori. L’imposta sostitutiva deve essere versata entro il 30 giugno 2013 oppure, in alternativa, in tre rate la prima delle quali alla data sopra indicata mentre la seconda e la terza rispettivamente il 30 giugno 2014 ed il 30 giugno 2015, queste ultime maggiorate degli interessi nella misura del 3% annuo. Ovviamente i contribuenti che si avvalgono della normativa afferente la rivalutazione devono indicarne i dati nella dichiarazione dei redditi relativa all’anno di perfezionamento dell’operazione. ECONOMIA NORDEST FEBBRAIO 2013 | www.economianordest.it metaregione INGRESSO DEL 28°: MEMBRO MANCANO ANCORA QUATTRO OK A poco più di 5 mesi di distanza dall’ingresso ufficiale della Croazia nell’Unione europea manca ancora la ratifica del trattato di adesione da parte di quattro Stati: Germania, Danimarca, Olanda e Slovenia | categorie | Zuccato, un rivoluzionario a capo di Confindustria Veneto 14 LUGLIO DATA FONDAMENTALE 1 In quella data la Croazia entrerà nell’Unione europea 16. trasporti. La giunta si è pronunciata con parere favorevole sebbene siano state espresse delle specifiche prescrizioni Passante Alpe Adria: c’è il via libera dal Veneto L’assessore alla Mobilità Chisso: “Migliorerà sensibilmente i collegamenti con la A27”. Ma prima la palla deve andare al Cipe manfredi bersanti L a giunta veneta ha espresso parere favorevole, con prescrizioni, circa l’intesa con gli enti locali sulla localizzazione urbanistica del “Passante Alpe Adria–Prolungamento A27”. L’opera, la cui realizzazione è prevista con il metodo della finanza di progetto, interessa il territorio dei Comuni bellunesi di Ponte nelle Alpi, Longarone, Castellavazzo, Ospitale di Cadore e Perarolo di Cadore. Essa rappresenta il prolungamento dell’autostrada A27 “di Alemagna” da Pian di Vedoia, nel Comune di Ponte delle Alpi, fino a Perarolo, con successiva connessione alla Strada Statale n. 51 “di Alemagna” lunghezza 20,7 chilometri “L’intervento – ha detto l’assessore regionale Renato Chisso – ha L’opera sarà lunga quasi 21 chilometri, 11 dei quali che saranno percorrere in galleria con 3,5 in viadotto lo scopo di migliorare il collegamento da e per l’alto bellunese e il Cadore ed è compatibile con la più ampia proposta di collega- mento interregionale fra la A27 e la A23 “Udine-Tarvisio” e con soluzioni di ammodernamento e potenziamento della viabilità intervalliva dell’Alto Bellunese. L’utilizzo sarà gratuito per i residenti”. La lunghezza complessiva dell’infrastruttura sarà di circa 20,7 km, dei quali 11 in galleria e 3,5 con ponti e viadotti. Sono previsti svincoli a Pian di Vedoia, a Longarone e nel comune di Perarolo. L’opera è inserita nel 8° Programma delle Infrastrutture Strategiche nazionali e, dunque, nella Legge Obiettivo, la cui procedura prevede che la Regione si pronunci sulla compatibilità ambientale (la valutazione positiva di impatto ambientale è stata formalizzata nel 2010) e sulla localizzazione urbanistica dell’intervento, formalizzata positivamente sentiti gli enti locali. Il progetto preliminare è passato ora al Cipe, che deciderà a maggioranza, con il consenso del presidente della Regione, che si pronuncia sulla localizzazione sentiti i Comuni. “Si fa scempio del monte” Non ci sono solo persone favorevoli al Passante Alpe Adria. I rappresentanti di Mountain Wilderness Italia (M.W.I.) da anni denunciano (hanno anche scritto al ministero dell’Ambiente, a quello per i Beni e le Attività Culturali oltre che alla Regione Veneto) i rischi legati all’opera: “Essendo già stata migliorata di molto la viabilità nella Valle del Piave con allargamenti di carreggiata, viadotti di limitate proporzioni e circonvallazioni di centri abitati, è più opportuno continuare su questa strada della razionalizzazione e miglioramenti locali ed in base a queste scelte fatte negli anni passati. Il Monte Cridola è protetto dall’Unesco e il suo status di bene da proteggere”. M.W.I. le prescrizioni Le prescrizioni riguardano la possibilità di prevedere, nella progettazione definitiva, il terminale nord dell’intervento oltre la frazione di Caralte, con innesto sulla SS 51 “di Alemagna” tale da limitare l’occupazione territoriale e da portare il traffico di attraversamento fuori dall’abitato di Caralte; la possibilità di prevedere la realizzazione di interventi complementari di adeguamento della viabilità ordinaria a Ponte nelle Alpi e l’adeguamento funzionale della viabilità ordinaria di accesso al previsto casello di Longarone. E’ stato infine raccomandato di verificare, nelle successive fasi progettuali, la fattibilità di un nuovo intervento per migliorare il collegamento diretto tra la città di Belluno e la rete autostradale che anche una volta terminata l’opera resterà lontano dall’ottimale. balcani. Zagabria a luglio sarà a tutti gli effetti membro della Ue e Lubiana teme le possibili ripercussioni Eustafor croazia nell’unione: a tremare è la slovenia La reattività dei cugini è maggiore e questo la rende molto più appetibile per gli investimenti dall’estero L a Croazia potrà essere più attraente della Slovenia per gli investitori esteri dopo che il prossimo primo luglio aderirà in pieno all’Unione europea? Questa è la domanda che nelle ultime settimane si chiedono diversi media di Lubiana, non senza timori per il futuro dell’economia del Paese che negli ultimi anni ha visto una drastica contrazione degli investimenti esteri. PERDITA DI UNICITA’ Dalla prossima estate la Slovenia non sarà piu’ l’unico Paese dei Balcani occidentali a far parte dell’Ue, posizione che dal 2004 ha abilmente usato come una sorta di “ponte” per investitori nelle altre ex repubbliche jugoslave. La nuova star della regione potrebbe invece diventare la Croazia, non solo per l’effetto dell’adesione alla Ue, ma anche per un clima generale più favorevole. In Croazia gli investimenti vengono realizzati in modo più veloce e le CONTROMISURE Il governo sloveno ha varato un piano di graduale diminuzione delle imposte sul reddito, che dal 20% di alcuni anni fa scenderanno al 15% nel 2015. In programma anche la liberalizzazione del mercato del lavoro, dato che uno dei maggiori fattori ostili agli investimenti è la scarsa flessibilità e l’alto costo paragonato ai Paesi vicini, come appunto la Croazia. Annunciata anche una serie imponente di privatizzazioni. ambizioso, grazie ai vari incentivi fiscali nelle zone industriali e a una buona cooperazione tra la burocrazia centrale e gli enti locali, fattori che in Slovenia spesso mancano. Come esempio più evidente viene indicato l’inizio della costruzione di uno dei più grandi punti vendita di Ikea nei pressi di Zagabria, un investimento del valore di almeno 100 milioni di euro. Il gruppo svedese da anni mostra l’intenzione di aprire un simile stabilimento in Slovenia, ma senza esito, pare a causa dei prezzi troppo alti dei terreni edificabili vicino a Lubiana. D’altro canto, per favorire l’Ikea la Croazia costruirà le strade circostanti e sposterà di alcuni chilometri alcuni caselli autostradali. Intanto la compagnia aerea Ryanair, che ha cancellato la collaborazione con gli aeroporti di Lubiana e Maribor, ha annunciato che tra breve a Zara, in Dalmazia, intende stabilire il suo 54° punto base in Europa, investendo quasi 70 milioni di euro. Per venire incontro all’Ikea sono stati spostati i caselli autostradali nella zona di Rijeka. Ryanair punta su Zara NON PIU’ BENIAMINA DELL’AUSTRIA Secondo il presidente dell’associazione degli imprenditori sloveni, Samo Hribar Milcic, “La Slovenia è sempre meno attraente per gli investitori esteri, e sempre meno competitiva”. Dall’indipendenza raggiunta nel 1991 il Paese ha registrato un totale di 12 miliardi di euro di investimenti diretti, il 49% proveniente dall’Austria. Sebbene la Germania, l’Italia e la Francia siano i primi tre partner commerciali. I gestori di foreste di tutta Europa riuniti a Legnaro L’Anarf, Associazione Nazionale Attività forestali regionali, si è riunita a Legnaro nella sede di Veneto Agricoltura, che ne detiene la presidenza. L’incontro è servito per fare il punto sullo stato delle foreste nazionali ed europee, quest’ultimo con Eustafor, Associazione delle foreste produttive europee, con sede a Bruxelles. Tra i relatori Roland Kautz, austriaco, autorevole membro di Eustafor rpoveniente da quell’Alpe Adria che è la zona forestale più produttiva d’Europa. Eustafor ha presentato gli obiettivi dell’Associazione e le opportunità previste dai programmi dell’Unione Europea. Eustafor é presente in 19 paesi. Rappresenta 46 milioni di ettari di foreste, il 29% del totale Ue, dalle quali si ricavano a fini commerciali 117 milioni di metri cubi di legname. Una realtà che impiega, complessivamente, oltre 110 mila persone. Eustafor nata per fare attività lobbistica sulla Ue, associa i gestori delle foreste produttive per cercare di fare il meglio per il business. ECONOMIA NORDEST FEBBRAIO 2013 | www.economianordest.it contributi INFRASTRUTTURE PER LE STRADE DEL VICINO ORIENTE I rapporti con il vicino oriente sono vitali per la Ue. Per questo è stato lanciato un bando per la costruzione di infrastrutture in questi paesi. con aiuti alle aziende che vogliono lavorare là. | speciale meeting & convegni | Turismo congressuale, il Veneto ci crede e rilancia 15 euro milioni, fino al 25/2 2 Per maggiori informazioni scrivere una mail a: [email protected] . 17. Friuli innovazione. Possono accedere ai finanziamenti gli Stati direttamente ma anche tutte le azienda private La Regione appalta un lavoro nel canale di Lignano Sabbiadoro reti energetiche europee: ci sono 22 miliardi La Regione Friuli deve affidare l’esecuzione dei lavori di manutenzione straordinaria di dragaggio del canale di Lignano e refluimento del materiale dragato sulla spiaggia di Lignano Sabbiadoro per il ripascimento. L’importo dei lavori soggetto a ribasso d’asta è stimato in 291.750 euro. L’intervento interessa un tratto pericoloso per la navigabilità a causa dei bassi fondali del canale di ingresso a Porto Lignano che costituisce anche l’accesso alla Laguna di Marano Lagunare e Grado. Si prevede di dragare il tratto terminale a mare per garantire adeguati fondali per la navigazione in condizioni di sicurezza dei natanti da diporto e da pesca. C’è tempo fino all’11 febbraio. Per maggiori informazioni: adriana.sampietro@ regione.fvg.it . Soldi sia per gli studi (coperti fino al 50% dei costi ammissibili) che per i progetti definiti (fino al 10%) ta pressione per la diversificazione delle fonti e rotte di approvvigionamento di gas naturale verso l’Ue. carlo turci M uove i suoi primi passi il programma di lavoro 2013 che prevede la concessione di sovvenzioni alle reti transeuropee di infrastrutture energetiche. I 12,2 milioni di euro disponibili per quest’anno finanzieranno progetti riguardanti la riduzione delle strozzature, la congestione e i collegamenti mancanti. Ma anche lo sviluppo, la diversificazione e la connessione delle fonti energetiche rinnovabili; il miglioramento della capacità di stoccaggio sotterraneo di gas naturale e la rigassificazione di quello liquido, la costruzione di gasdotti ad al- CONDIZIONI DI ACCESSO AI FONDI I danari, dopo le opportune verifiche, saranno erogati dalla Bei. Si può partecipare fino all’8 marzo 2013 Altri 10 milioni saranno inoltre messi a disposizione per lo strumento di condivisione del rischio per “project bonds”. Le proposte di progetto possono essere presentate da uno o più Stati membri, o da imprese pubbliche o private o enti in accordo con lo Stato membro direttamente interessato dal progetto in questione e da organizzazioni internazionali, con l’accordo di tutte le parti interessate. I finanziamenti saranno concessi altri bandi europei “Azione Marie Curie” per l’inserimento giovani stanziati 25mila euro a ricercatore Nell’ambito del Settimo programma quadro di ricerca e sviluppo è stato pubblicato il bando 2013 relativo all’“Azione Marie Curie: Career Integration Grants (CIG)” che offre, ai ricercatori che vogliono lavorare in Europa, l’opportunità di gestire un proprio budget di ricerca, contribuendo in questo modo ad agevolarne l’inserimento professionale duraturo e il successo nella carriera scientifica. Si tratta di un’iniziativa di particolare rilievo nel contrastare la cosiddetta “fuga di cervelli” verso Paesi terzi. Il sostegno finanziario, un contributo forfettario annuale di 25.000 euro per ricercatore e per una durata massima di quatto anni, verrà accordato a progetti di inserimento professionale di ricercatori in un’organizzazione di ricerca stabilita in uno Stato membro Ue o per studi o lavori o in via trasversale mediante prestiti provenienti dalla Banca Europea degli Investimenti. L’importo del contributo finanziario è così definito: per gli studi il 50% dei costi ammissibili; per i lavori, un massimo del 10% dei costi ammissibili. Il termine per la presentazione delle proposte è l’8 marzo 2013. I richiedenti devono dimostrare di possedere la capacità tecnica e operativa per completare il progetto per il quale richiedono la sovvenzione. Per maggiori informazioni è possibile consultare il seguente sito Internet: http:// ec.europa.eu/energy/infrastructure/grants/20130308_ten_e_ en.htm . Veneto in un Paese associato. La proposta di progetto deve essere presentata congiuntamente dal ricercatore e dall’organizzazione di accoglienza. Per ottenere una sovvenzione occorre aver svolto almeno quattro anni di attività di ricerca a tempo pieno o essere in possesso di un diploma di dottorato. Occorre essere stati impegnati attivamente nella ricerca, ma non bisogna aver lavorato nel Paese dell’organizzazione di accoglienza per più di 12 mesi nel corso dei precedenti tre anni. Inoltre, non si deve aver mai beneficiato di un contributo europeo o internazionale per il reinserimento o di una sovvenzione per l’inserimento professionale. Il budget a disposizione di questo bando è di 40 milioni di euro. La scadenza per la presentazione delle proposte di progetto è al 7 marzo. lioni di euro; di progetti legati al sistema europeo di gestione del traffico ferroviario (con 100 milioni di finanziamento); progetti di servizi d’informazione fluviale (RIS), con un importo indicativo disponibile di 10 milioni di euro; progetti di gestione del traffico aereo (ATM), con un importo disponibile pari a 50 milioni di euro; progetti di autostrade del mare (MoS), con un importo importo indicativo disponibile di 80 milioni di euro; progetti di sistemi di trasporto intelligenti (STI) compreso il Servizio europeo di telepedaggio (SET) con un importo indicativo disponibile di 50 milioni di euro. Il termine ultimo per l’inoltro delle proposte è il 28 febbraio 2013. Circa un miliardo di euro per progetti di trasporti Proposte entro il 28 febbraio Sono stati pubblicati sei inviti a presentare proposte nell’ambito del programma di lavoro pluriennale per la rete transeuropea di trasporto (TEN-T) per il periodo 2007-2013, al fine di concedere sovvenzioni a progetti prioritari relativi ai trasporti su ferrovia, strada e sulle vie navigabili interne, con un importo indicativo disponibile di 731 mi- Gestione delle frontiere ecco pronti 11,1 milioni rimborsi fino al 90% dei costi Il Fondo Europeo per le Frontiere Esterne contribuisce all’or- ganizzazione dell’attività di controllo e di sorveglianza delle frontiere esterne, in modo da assicurare, da un lato, un elevato livello di protezione lungo quelle frontiere e, dall’altro, l’attraversamento senza problemi delle frontiere esterne conformemente a lle normative di Schengen. L’invito a presentare progetti è dotato di un budget pari a 11,1 milioni di euro ed è rivolto esclusivamente alle autorità pubbliche europee che hanno responsabilità nel campo dei visti, del controllo delle frontiere esterne e dei controlli sull’immigrazione. Le ONG possono partecipare solo come partner. Sono quattro le categorie di azioni che l’invito prevede di sviluppare quest’anno: l’avviamento e lo sviluppo di programmi cooperazione a livello consolare; l’istituzione e lo sviluppo delle attività dell’“Immigration Liaison Officers; la cooperazione e lo scambio di informazioni sui flussi migratori tra Stati Ue, con la possibilità di contatti con i paesi terzi con il proposito di controbilanciare l’immigrazione irregolare; l’organizzazione di corsi di formazione. I progetti otterranno un contributo comunitario pari al 90% dei costi eligibili. La documentazione deve essere inviata entro il 28 febbraio. Per info consultare http://ec.europa.eu/ homeaffairs/funding/borders/ funding_borders_en.htm . Fondo per l’integrazione dei Paesi terzi scadenza fissata al 26 febbraio Tre le priorità dell’invito a presentare progetti 2013 per “azioni comunitarie” finanziato dal Fondo europeo per l’integrazione dei cittadini di Paesi terzi. I progetti possono essere presentati da autorità nazionali, regionali o locali, ONG, organismi pubblici e privati, università e centri di ricerca. Il contributo dell’Unione Europea può coprire fino al 90% dei costi totali ammissibili del progetto. Il cofinanziamento richiesto deve essere compreso tra 400.000 e 1.000.000 di euro. I progetti devono coinvolgere almeno 4 partner distinti di differenti Stati Ue. C’è tempo fino al 26 febbraio. Per informazioni http:// ec.europa.eu/dgs/home-affairs/ financing/fundings/migrationasylum-borders/integrationfund/transnational-actions/index_en.htm. Due milioni stanziati per la valorizzazione dei centri storici La Regione Veneto ha lanciato il progetto strategico regionale per la rivitalizzazione dei centri storici e urbani e la riqualificazione delle attività commerciali. La normatiova di riferimento è l’articolo 7 della normativa relativa. Le finalità dei programmi integrati sono: migliorare la capacità di attrazione e l’accessibilità degli esercizi commerciali, anche attraverso l’individuazione e la realizzazione di aree o edifici da destinare a parcheggio; privilegiare la varietà dell’offerta commerciale; fornire servizi di supporto alle attività commerciali, funzionali alla loro particolare localizzazione; realizzare forme di coordinamento tra le attività commerciali e i servizi pubblici e collettivi di supporto, mediante partenariati tra soggetti privati, comune e altri soggetti pubblici. Il budget è di 2 milioni di euro. Scadenza il 29 marzo 2013. Per informazioni commercio@ regione.veneto.it . ECONOMIA NORDEST febbraio 2013 | www.economianordest.it categorie la nuova squadra regionale Vice presidenti di “diritto” Alberto Baban (presidente di Piccola industria) e Giulio Pedrollo (presidente dei Giovani dell’associazione). Gli altri due vice presidenti: il padovano Enrico Carraro e il trevigiano Luciano Miotto. 16 migliaia di associati 11,5 Le imprese aderenti a Confindustria Veneto investitura il 13 febbraio. Designato unico già da ottobre, è stato nominato successore di Tomat dall’assemblea il 16 gennaio Zuccato, un rivoluzionario a capo di Confindustria Per l’ad di Ares Line “Servono nuovi schemi di gioco anche nei modelli associativi e nel modo di fare lobby” mo quadriennio esposto a Mestre davanti al Consiglio regionale degli industriali da Zuccato. “Oggi alle sfide economiche globali non partecipano solo le imprese - argomenta Zuccato - ma i sistemi d’impresa, i sistemi economici, i sistemi territoriali e le comunità. Dobbiamo quindi chiederci, consapevoli dell’eredità che riceviamo dalla nostra Regione, e dal suo modello economico, imprenditoriale e sociale, quale futuro vogliamo per il Veneto”. carlo zagaria M ercoledì 13 febbraio Andrea Tomat lascerà lo scettro da presidente regionale di Confindustria a Roberto Zuccato, 60enne, già alla guida degli Industriali vicentini, nonché presidente ed amministratore delegato della Ares Line, multinazionale dell’arredamento, leader nel settore delle poltrone per ufficio e per teatri e auditorium. Già a fine ottobre nel vertice tra la Commissione di designazione e i presidenti delle delegazioni provinciali riuniti nel Comitato ristretto con il presidente Andrea Tomat l’indicazione era stata univoca per il vicentino. Poco spazio di manovra dunque per l’assemblea regionale che si è riunita il 16 gennaio scoroso per ratificare la designazione, trasformandola in nomina. Tempo di rivoluzione Manca solo l’investitura ufficiale, Per l’ex presidente degli industriali di Vicenza la manifattura resterà centrale ma occorrerà ripensarla ma Zuccato ha le idee ben chiare, e a metà mese: è tempo di “rivoluzione”, sia negli assetti dell’associazione e nei servizi da garantire alle 11.500 imprese affiliate, sia nei rapporti con il resto del sistema economico-istituzionale. “Servono nuo- vi schemi di gioco anche nei modelli associativi. La globalizzazione e la pervasività di una crisi strutturale e non ciclica come quella che stiamo tutt’ora affrontando ci impongono di sviluppare un pensiero nuovo”. Questo il piano di battaglia per il prossi- Manifatturiero protagonista Per Zuccato l’economia regionale (e nazionale) continuerà a girare attorno alla manifattura, ma occorre riammodernare il sistema: “L’industria e il manifatturiero sono stati e sono l’asset più importante per lo sviluppo e la prosperità del Veneto e del Paese. Negli Usa, caso emblematico, si assiste all’insourcing, le fabbriche riportano in patria pezzi delle proprie produzioni. E il messaggio del Mit oggi è: back to manufacturing. Noi dobbiamo chiederci quale manifatturiero dobbiamo e vogliamo avere qui. Quali industrie, quali prodotti, quali competenze, quali sistemi produttivi dobbiamo avere e, se necessario, costruire per competere nel nuovo scenario dell’economia mondiale”. il ruolo dell’associazione Ma non è solo il modo di produrre da rivoluzionare, anche Confindustria deve ripensarsi: “L’Associazione è stata ed è un importante fattore e agente di sviluppo delle imprese e della società - spiega il presidente degli industriali veneti - Qual è allora il nuovo valore aggiunto che vogliamo offrire ai nostri associati e ai sistemi locali, in termini di strategia, rappresentanza e servizi? Confindustria deve assumere un ruolo di sintesi e di indirizzo strategico. Dobbiamo costruire noi, per primi, nuovi modelli organizzativi e un modo più moderno di fare associazione”. Nuovo modo di fare lobby “Confindustria - aggiunge Zuccato - deve cambiare anche facendo lobby in maniera diversa. La nostra non può essere solo una funzione rivendicativa: dobbiamo inserire le nostre richieste all’interno di un progetto di sviluppo e di crescita competitiva del sistema delle imprese. Dobbiamo dunque ripensare e rinnovare profondamente il nostro ruolo nella rappresentanza sindacale, nella produzione dei servizi e nelle politiche economiche e industriali”. “Per questo vi chiedo il mandato - chiosa Zuccato - a definire un disegno-quadro rivolto al sistema Confindustriale Veneto per una enunciazione innovativa dei valori identitari, una carta dei valori e dei principi associativi, un adeguamento degli statuti e dei modelli organizzativi, cui potersi collettivamente riconoscere e richiamare”. ECONOMIA NORDEST Febbraio 2013 | www.economianordest.it convegni & meeting Il riconoscimento del diner club international Per la rivista del club il Veneto, prima regione in Italia per l’economia turistica, è seconda in Europa solo al Lago di Costanza, sul fiume Reno al confine tra Germania, Svizzera e Austria, come regione turistica più bella 17 strutture sul territorio 345 Il patrimonio del Veneto congressuale investimento. I numeri del comparto rivelano una flessione figlia della congiuntura economica, ma solo così si batte la stagionalità Turismo congressuale, il Veneto ci crede e rilancia La regione raddoppia la posta in tre mosse: Venice Region Convention Bureau Network, Tavolo delle Sinergie e MiceinItalia ralberghi-Confturismo, FederturismoConfindustria, Federcongressi&Eventi. carlo Zagaria L a congiuntura economica negativa si fa sentire anche nel settore turistico, e soprattutto nella ramo congressuale. Ma i numeri restano di assoluto rilievo e puntare su meeting e convegni si dimostra l’arma vincente per superare le criticità legate alla stagionalità che affliggono molte località prestigiose anche nel Nordest di mare e montagna. La Regione Veneto vuole essere protagonista di questo cambio di prospettiva, come dimostra la costituzione del “Venice Region Convention Bureau Network” a giugno e del “Tavolo delle Sinergie per il turismo congressuale” a dicembre, nonché dalla partecipazione al progetto interregionale “MiceinItalia”. il ruolo della regione Per l’assessore, “il sistema dei Convention Bureau è ormai realtà operativa ma questo è solo il punto di partenza per dare concretezza alle proposte di ospitalità di meeting, assemblee, congressi, convention, capaci di generare nuova economia al di fuori delle tradizionali stagionalità turistiche e coinvolgendo il territorio in maniera vasta”. Per fare conoscere l’offerta regionale, è stata impostata una strategia di marketing nazionale e internazionale, della quale anche il tavolo delle sinergie, momento di consultazione e valutazione di strategie e operatività, diventa volano per creare, promuovere e portare eventi sul territorio, da accompagnare con iniziative collaterali che coinvolgono cultura, svago, enogastronomia e occasioni di visitazione. la congiuntura negativa Secondo i primi dati diffusi nel mese scorso dal nuovo Osservatorio Congressuale, nel 2011 si sono svolti in Italia 400mila eventi (-2,88%) per un totale di circa 33 milioni di partecipanti (-3,01%), 48,5 milioni di giornate di presenza congressuale (-13,10%) e 20 milioni di pernottamenti (-12,82%). I numeri evidenzano una riduzione significativa soprattutto nella durata degli eventi, che ha quindi generato meno giornate di presenza e meno pernottamenti. La durata media degli eventi che si svolgono in Italia si è attestata nel 2011 sulla media di 1,5 giorni, con un adesione di 121 partecipanti. Il progetto miceinitalia i numeri del veneto Nonostante questa flessione, registrata del nuovo Osservatorio costruito ad hoc, il Veneto rilancia la sua proposta di turismo congressuale, per il quale dispone di 345 strutture idonee di prestigio, costituite da 209 alberghi, 100 centri Congressi, 34 dimore storiche, 2 residenze turistico alberghiere. A giugno la Regione aveva presentato in quel di Rimini, il “Venice Region Convention Bureau Network”, struttura di coordinamento tra offerta del territorio e la domanda della potenziale clientela. Il nuovo tavolo di lavoro Lo scorso dicembre l’assessore Marino Finozzi ha ufficializzato la costituzione del Tavolo delle Sinergie per il turismo congressuale, strumento creato dalla Regione d’intesa con le categorie imprenditoriali interessate per realizzare un rapporto diretto tra i Convention Bureau e i segmenti economici coinvolti nella congressuali- tà. Alla riunione hanno partecipato i rappresentanti dei sette Convention Bureau provinciali (Dolomiti Belluno, Padova Terme Euganee Convention & Visitors Bureau; Convention Bureau Meet-in Polesine, Convention Bureau Marca Treviso, Welcome2Venice Convention Bureau, Verona & Lago di Garda Convention Bureau e Vicenza Convention Bureau, che dalla prossima riunione indicheranno un unico referente) ed esponenti di Unioncamere del Veneto, Assoturismo-Confesercenti, Fede- Per l’immediato futuro l’azione del Veneto si svilupperà anche con la partecipazione della Regione al progetto triennale di eccellenza MiceinItalia, a carattere interregionale, cofinanziato assieme allo Stato. Questa iniziativa punta alla qualificazione dell’offerta della filiera congressuale mediante il coordinamento e la partecipazione a Fiere specializzate, e alla qualificazione della commercializzazione mediante la realizzazione di workshop, sopralluoghi ed educational. ,l)4!,)!Ĝ),0!%3%0)ø"%,,/$%,-/.$/%5.!6),,!2).!3#)-%.4!,%Ĝ),-%',)/$%,,l)4!,)! 3IETESICURICHELARIUNIONE NELSEMINTERRATOVENTILAZIONE FORZATADIUNGRANDEALBERGO LUNGOLATANGENZIALE CONILPARCHEGGIOSOPRA LATESTASIAPIÚEFüCACE %6%.4)-EETINGp-ATRIMONIp&ORMAZIONE al piano nobile il SALONECENTRALEDIMQ che, unitamente alle adiacenti sale, permettono di allestire pranzi e cene di gala üNOAPERSONESEDUTE al piano superiore, sotto l’imponente capriata del tetto cinquecentesco, una SALARIUNIONIPERPERSONE SALEPERINCONTRI più riservati, fino a 30 persone la loggia e il porticato antistante la Villa sono ideali per eventi e cocktail all’aperto/coperto l’intero complesso è stato utilizzato per girare Film, spot pubblicitari, video, set fotografici etc. 3/'')/2.) per alloggio e camere nell’elegante B&B situato nel parco della Villa altre sistemazioni sono disponibili in Villa e nei dintorni !2%!"%.%33%2%%30/24 ampia piscina coperta dall’impatto scenico straordinario sauna e piccola palestra campo pratica di golf (driving range, putting green e bunker), situato lungo i 300 metri dell’imponente Viale di cipressi 6),,!#!l6%.$2)15).4/$)6%2/.!)4!,95 km da Verona centro e 10 minuti dall’uscita Verona Est della autostrada A44%, WWWVILLACAVENDRIITINFO VILLACAVENDRIIT ECONOMIA NORDEST convegni & meeting Febbraio 2013 | www.economianordest.it 18 gioiello. Esempio di quanto possa fare il pubblico a servizio dell’economia, l’isola è rinata grazie alla Provincia di Venezia San Servolo, eccellenza con vista su San Marco Il polo congressuale e formativo accoglie gli ospiti in spazi che profumano di storia ma con servizi d’avanguardia U n gioiello al centro della laguna di Venezia, di fronte a piazza San Marco. San Servolo è stata per molto tempo la sede di un convento di antiche origini e poi di un ospedale. Oggi è un centro congressuale e una sede istituzionale, un prestigioso luogo di studio e di formazione, un luogo affascinante e funzionale dove organizzare un evento formativo, congressuale o aziendale. L’isola è di proprietà della Provincia di Venezia, che ne ha curato il restauro e il recupero, restituendo alla cittadinanza un luogo pubblico, fruibile, accogliendo nei suoi spazi enti ed istituzioni nazionali e internazionali. L’offerta ricettiva Circondato da un verde parco, il complesso storico monumentale dispone di numerose sale convegni molto capienti (da 15 a 400 posti), piacevoli spazi per rinfreschi, colazioni di lavoro, cene aziendali ed eventi, terrazze con vista sulla laguna e un servizio recettivo con oltre 300 posti letto. Gli ospiti della struttura potranno godere anche delle delizie e del prestigioso servizio del San Servolo Restaurant e del San Servolo Cafè, nonché di due campi sportivi attrezzati. L’isola, a pochi minuti di vaporetto da piazza San Marco, periodicamente ospita anche mostre d’arte, eventi culturali e rassegne musicali. struttura poliedrica Le capienza delle numerose sale congressuali permette la realizzazione di eventi anche complessi integrando servizi e supporti tecnici all’avanguardia. Numerose istituzioni nazionali ed internazionali hanno già scelto San Servolo quale luogo adatto e funzionale per la realizzazione dei loro incontri o per tenervi festival e manifestazioni culturali di prestigio. Il Museo della Follia, un chiostro e un’incantevole chiesa del ‘700 completano l’offerta culturale di San Servolo che è oggi uno tra i principali centri congressuali e di formazione della città di Venezia. un intervento lungimirante Il restauro dell’isola di San Servolo costituisce uno degli interventi più complessi e impegnativi tra quelli portati a termine dall’amministrazione della Provincia di Venezia, sia per la qualità dei beni salvaguardati, sia per la destinazione assegnata a questo complesso, sia per l’impegno Uno scenario incantevole a pochi minuti dal centro e sale convegni da 15 a 400 posti adatte ad ogni esigenza finanziario che ha visto l’utilizzo di consistenti risorse economiche messe a disposizione per la maggior parte dai fondi della Legge Speciale per Venezia. Il progetto della Provincia aveva l’obiettivo di restituire l’isola alla città e alla comunità internazionale, con l’obiettivo di farla diventare un motore del rilancio dell’economia e della cultura nordestina attraverso iniziative che ne esaltino la vocazione al dialogo internazionale, al con- fronto tra culture ed esperienze. Non si è trattato solo di ridare l’antico splendore alle pietre attraverso un restauro conservativo, ma di riconsegnare alla città, alla comunità veneta tutta un patrimonio storico, architettonico e culturale di indiscusso valore. Un patrimonio che viene reso fruibile e funzionale attraverso la destinazione del complesso monumentale dell’intera isola a centro di formazione e di sviluppo culturale e sociale. Una nuova immagine del comfort, del business e dell’ospitalità ECONOMIA NORDEST convegni & meeting Febbraio 2013 | www.economianordest.it 19 Osservatorio Congressuale. Nel 2011 si sono tenuti 400mila eventi, con oltre 33 milioni di partecipanti. Ma la flessione c’è L’azienda resta il cliente tipo, ma spende meno Crollano il numero di giornate per manifestazione (-13,10%) e quello dei pernottamenti (-12,82%). Prezzi stabili L’ Italia, e il Veneto soprattutto, hanno nel turismo una leva significativa per la produzione di ricchezza. Ma l’“industria” dell’accoglienza è spesso condizionata da una stagionalità che impedisce alle località d’eccellenza di mare e montagna un significativo cambio di passo. Per questo la Regione Veneto ha investito per dare vita al “Venice Region Convention Bureau Network”, per rendere il territorio regionale ancora più attraente agli occhi del turismo congressuale. Un comparto, quello congressuale, che risente certamente del vento di recessione: si riducono i consumi e gli investimenti, e cala anche la domanda di ospitalità in tutti i segmenti di mercato. Ma i dati assoluti sono più che buoni. Questo il quadro che esce dai primi dati del nuovo Osservatorio Congressuale, realizzato in collaborazione con Exmedia, e condotto dall’Università di Bologna e dall’Associazione manager turistici di Rimini, su incarico di Federcongressi&eventi, titolare del marchio. i dati del comparto Punto di partenza della nuova indagine è l’aggiornamento e l’ampliamento del campione delle sedi, con ben 5.260 strutture di universo censito e l’abbassamento a 10 partecipanti della soglia di selezione degli eventi. Se- condo i dati ICCA (International Congress & Convention Association) nel 2011 l’Europa ha ospitato il 55% degli eventi internazionali, un’inversione di tendenza di cui hanno beneficiato Germania, Spagna, Francia, Inghilterra, ma non l’Italia, che non ha agganciato appieno questa opportunità. I dati percentuali registrati dall’Osservatorio non sono positivi: nel 2011, rispetto al 2010, si registra -2,88% di incontri (valore assoluto oltre 400mila), -3,01% di partecipanti (quasi 33 milioni), -13,10% di giornate di presenza congressuale (48 milioni e mezzo) e -12,82% di pernottamenti (oltre 20 milioni). Larga parte degli eventi si è svolta in spazi fieristici, in sedi universitarie, in sale di enti o aziende e in altre strutture non destinate in modo esclusivo all’attività congressuale. Nel comparto “core” dell’ospitalità congressuale un ruolo di primo piano continua a essere svolto dagli alberghi congressuali (34%), seguiti dai palacongressi (21%). i numeri per tipologia di strutture Calo delle presenze e del fatturato sono un comune denominatore, ma negli alberghi congressuali le flessioni sono minori (-7,20%, a fronte del -13,25% dei centri congressi) e si registra una tenuta sul numero degli incontri e dei partecipanti (rispettivamente +0,20% e +1,38%). I prez- Strategicamente posizionato a Verona Est, l’Holiday Inn Verona Congress Centre è un’ottima struttura per viaggi d’affari: ideale per organizzare congressi e incontri di lavoro, con un occhio di riguardo a tutti i servizi che garantiscono agli ospiti una permanenza di classe. Da poco ristrutturato, il centro congressi mette a disposizione 4 sale polifunzionali, con capacità massima di 220 persone, corredate da impianti di ultima generazione. gior parte dei loro eventi. In termini di presenze congressuali generate, il loro peso relativo scende però al 48,7%, e il segmento non corporate (associazioni e sistema politico) copre il 51,3% del mercato italiano. mappatura geografica Dalle imprese arriva il 64% della domanda, al secondo posto con il 13% le società scientifiche. Ma dal mondo del business arriva la contrazione più marcata (-10,1%) zi rimangono sostanzialmente stabili (+0,28%) ma le politiche di prezzo sono diverse: i centri congressi mostrano grande attenzione al bisogno di contenimento dei costi da parte del cliente (-7,09%), le sedi polivalenti evidenziano una tendenza all’aumento delle tariffe (+4,06) e gli alberghi mantengono una politica di prezzi per lo più stabili (+0,63%). giorni. Gli alberghi ospitano il 49% degli eventi corporate e dalle dimensioni medie più basse (meno di 50 persone ciascuno). I palacongressi hanno un posizionamento forte per gli eventi politici e scientifici e dalle dimensioni medie più alte (oltre 500 persone). Alle altre sedi gli eventi quantitativamente intermedi. la partecipazione la clientela Analisi della domanda Le aziende rimangono il cliente dominante in termini di eventi organizzati (64%) e sono anche il segmen- Le aziende hanno una marcata preferenza per le strutture congressuali alberghiere, ove svolgono la mag- In media gli eventi sono di 121 persone ciascuno, per una durata di 1,5 A questi spazi si è da poco aggiunta l’Orangerie: un’area polifunzionale di 80 mq con luce naturale, affacciata direttamente sul giardino. Le 132 camere sono dotate dei maggiori comfort necessari per lavorare in privacy e tranquillità. Il Ristorante Catullo Vi saprà deliziare con proposte enogastronomiche della tradizione italiana e con i piatti tipici della tradizione locale veronese. Holiday Inn Verona Congress Centre Viale del Lavoro, 35 37036 San Martino Buon Albergo - VERONA Tel 045 995000 | Fax 045 8781526 Mail: [email protected] WEB: www.holidayinn.it/veronacongr to che registra la flessione più marcata nel numero di eventi promossi (-10,1%); anche gli eventi promossi dagli enti si riducono del 4%, condizionati da stringenti vincoli di bilancio. In termini percentuali, la seconda fonte di domanda dopo le aziende sono le società scientifiche, a quota 13%. Dal punto di vista della provenienza dei partecipanti si evidenziano dati positivi, con un +3,20% di delegati dall’estero (a fronte di un -6,40% di nazionali): un’opportunità per attenuare gli effetti negativi della crisi economica interna. Le località marine hanno le migliori performance: aumentano gli eventi (0,08%) i partecipanti (0,37) e la flessione delle presenze è nettamente inferiore al dato complessivo (-7,87%). I centri urbani e le città d’arte/metropoli sono le destinazioni che maggiormente risentono della crisi (rispettivamente -5,22% e -2,57 % il numero degli incontri e -15,87% e -14,95% il fatturato). Nelle località turistiche la tendenza è quella a una riduzione dei prezzi (-5,83%), altrove si registrano incrementi che recuperano le flessioni degli anni precedenti ma sembrano influenzare negativamente il posizionamento competitivo (centri urbani a +2,77% e città d’arte/metropoli a +3,25%). Dal punto di vista delle destinazioni si conferma quindi una elevata correlazione tra dinamiche dei prezzi e presenze. ECONOMIA NORDEST convegni & meeting Febbraio 2013 | www.economianordest.it 20 eccellenza. Location strategica per meeting ed eventi Hotel Parchi del Garda c’è spazio per “tutto” Professionalità, flessibilità e comfort a 4 stelle Un’oasi immersa nella natura sulla sponda veronese del lago, a 500 metri da Gardaland e agevolmente raggiungibile dall’aeroporto o dall’autostrada H otel Parchi del Garda, 4 stelle sulla sponda veronese del Lago, è un’eccellente location in ogni stagione dell’anno. Strategicamente posizionato per essere facilmente raggiungibile con ogni mezzo grazie alla vicinanza delle due maggiori autostrade italiane, A4 Milano-Venezia e A22 Brennero-Modena, a pochi km dall’aeroporto Catullo di Verona e dalla stazione dei treni di Peschiera del Garda, l’hotel sorge a 500 metri da Gardaland e al centro dei parchi tematici dalla zona: Caneva World, Movieland, Parco Natura Viva & Zoo Safari, Giardino Sigurtà e molti altri. Nato per soddisfare le esigenze in continua evoluzione del segmento della Meeting Industry è il Congress Centre Hotel più grande del lago di Garda e del Veneto. Dall’ esterno si presenta ai suoi ospiti come un’oasi di totale relax: un elegante e colorato borgo gardesano, perfettamente integrato con il territorio circostante, una piscina Biodesign e un verde cortile interno impreziosito da fontane e giochi d’acqua. All’interno scopre la sua spiccata anima mice: otto sale di diversa ampiezza, numerose zone open space da dedicare ad expo e mini fiere, dotazioni tecniche all’avanguardia che permettono di realizzare video conferenze di alto profilo e videoproiezioni multiple ad elevato standard qualitativo, foyer luminosi per coffee break, 3 sale ristorante. Un hotel da grandi NUMERI - 233 camere di cui 15 Suite e 4 camere a Tema in 4D - 3 sale ristorante (600 posti) - 2.000 mq dedicati al Mice, mercato eventi - 8 sale meeting dotate di luce naturale - 870 mq sala Benacus a campata unica, senza colonne con accesso diretto anche dal garage - 1500 posti a sedere totali - 2 desk dedicati alle segreterie organizzative - 4 postazioni internet point - 2 zone Bar interne - 500 m da Gardaland e al centro parchi tematici della zona Una soluzione completa “chiavi in mano” Posizione strategica, 233 camere, servizi ristorativi di ottimo livello, un Congress Centre di oltre 2000 mq per eventi fino a 1000 persone e uno staff professionale e customer oriented in grado di rispondere ad ogni esigenza, permettono di realizzare il desiderio di ogni Event Planner: il top di servizi e spazi in un’unica location. Questo il messaggio della campagna di comunicazione del 4 stelle di Lazise, rappresentato dalla metafora della lampada di Aladino. Qualità dei servizi offerti, uniti alla versatilità degli spazi e alla possibilità di personalizzare e brandizzare l’hotel secondo le logiche sempre diverse dei committenti, hanno reso questa struttura la location perfetta per realizzare con successo qualsiasi tipologia di evento. Grandi le soddisfazioni e numerosi i clienti che, in questi 3 anni di attività, lo hanno scelto e che nel tempo continuano a riconfermarlo. Full Service Europe lo ha scelto per il “Training Toyota nuova Yaris” dedicato alla forza vendita, grazie anche alla possibilità di posizionare all’interno del Congress Centre diverse auto, così come BMW che ha qui ambientato il training per la presentazione della MINI Countryman; “Week end dell’arte” durante il quale la Galleria Spagnoli ha riprodotto all’interno della sala un’ asta d’arte; Footlocker che con il suo originale evento ha ricreato nella sala Benacus il “terzo tempo” delle partite di rugby: un vero e proprio campo da football americano, con tanto di cheer leaders e chioschi di hamburger. E poi ancora l’annuale Achab Open Forum o il II° Congresso Nazionale Fee Only, organizzato dalla società di consulenza Consultique… solo per citarne alcuni. Forte dei risultati raggiunti in questi anni, Hotel Parchi del Garda guarda al futuro con grande entusiasmo, dinamicità e determinazione; la Benacus Spa infatti, società di gestione, non solo sta aprendo gli orizzonti a nuovi mercati emergenti, ma sta puntando sullo sviluppo del proprio business, ovvero la gestione di hotel nel territorio nazionale ed inernazionale. ECONOMIA NORDEST convegni & meeting Febbraio 2013 | www.economianordest.it criticità. MiceinItalia ha visto il governo metterci 4 mln Il nuovo Piano del turismo cancella il congressuale Poche righe riservate al comparto, operatori adirati Il ministro Gnudi il 18 gennaio ha presentato il disegno strategico dove si prevede la costituzione di un’Agenzia Nazionale del Turismo, entro 2 anni A marzo era nato MiceinItalia, l’accordo di programma per incentivare la competitività della meeting industry italiana, siglato tra il ministero del Turismo e otto regioni: Veneto, Toscana, Emilia Romagna, Puglia, Valle d’Aosta, Sicilia, Campania, Friuli Venezia Giulia e la Provincia autonoma di Trento. gli obiettivi di miceinitalia La valorizzazione dell’offerta di sistema, il sostegno alle azioni di commercializzazione e lo sviluppo di un turismo di qualità che aumenti l’indotto economico del terziario e destagionalizzi i flussi sono i principali obiettivi del progetto. Lo sviluppo di un sistema pubblico-privato capace di condurre l’offerta congressuale italiana a livello internazionale, l’offerta di servizi integrati, la formazione degli addetti le modalità per perseguire tale obiettivo. il congressuale dimenticato Nello specifico, il settore è menzionato nell’azione numero 33, intitolata Sviluppo del turismo congressuale. Il testo recita così: “... Rilanciare, attraverso la nuova Agenzia Nazionale del Turismo, una struttura finalizzata allo sviluppo di questo segmento che rappresenti il nuovo punto di riferimento per il settore MICE (Meetings, Incentives, Conferences, Exhibitions) e per i Convention Bureau locali, definire dei Poli congressuali da lanciare sul mercato internazionale e incentivare i privati a investire su questa attività, supportare i Convention Bureau locali a potenziare l’offerta sui segmenti di clientela più coerenti e colmare i principali gap competitivi”. Secondo il documento, l’azione è da realizzare entro 24 mesi, con priorità, quindi, non propriamente immediata. dotazione finanziaria e impegni La protesta del comparto Il costo complessivo dell’operazione ammonta a 3.610.000 euro, di cui 3.159.000 a carico dello Stato e 451.000 a carico delle Regioni aderenti. Obiettivo dichiarato: entro il 31 marzo 2015 “Mice in Italia” s’impegna ad aumentare le presenze congressuali annue nel nostro Paese dalle attuali 2 milioni e 700mila a 3 milioni e a incrementare gli eventi da 12mila a 14mila. Intende poi formare 80 operatori e certificare 20 destinazioni e 100 imprese d’eccellenza. Per Paolo Zona, presidente di Federcongressi&eventi, “È vergognoso dare un ruolo così secondario proprio al segmento del turismo cui le statistiche assegnano il primo posto nel giro d’affari, nella capacità di spesa degli utenti e nell’indotto”. Secondo Zona, il Ministero del Turismo sta peccando di leggerezza e di miopia: “Amareggia che Ministero ed Enit ci trattino come l’ultima ruota del carro”, dice, e risulta chiaro il motivo della recente chiusura del Convention Bureau Italia, che l’Enit non ha voluto prendere in carico demandando a Promuovitalia, l’azionista di riferimento, il compito di liquidarlo. “Contemporaneamente, però, il Piano strategico affida a una nuova struttura dell’Enit il compito di promuovere un’azione entro 24 mesi (due anni!)” protesta Zona. “O non sanno che cosa sia la meeting industry e quali potenzialità abbia, o la considerano una spesa inutile, oppure vogliono solamente utilizzare in modo diverso i 4 milioni di euro a suo tempo stanziati per il Convention Bureau”. l’inversione con il piano strategico Ma dal 18 gennaio, da quanto il governo ha presentato il Piano strategico per lo sviluppo del turismo in Italia, pare che la centralità del settore congressuale sia già stata dimenticata, data la quasi totale assenza di richiami al comparto meeting e convegni nel documento. Il Piano, presentato dal ministro Piero Gnudi lo scorso 18 gennaio, si compone di 7 linee guida e 61 azioni da intraprendere per rilanciare l’industria del turismo italiana, ma al congressuale è riservato solo poco più di un cenno. L’eleganza di un incontro in una villa veneta Una raffinata location alle porte di Treviso con hotel e ristorante, ideale per soggiorni d’affari o relax, meeting ed eventi aziendali, congressi, banchetti e matrimoni RELAIS MONACO Via Postumia, 63 - 31050 Ponzano Veneto - Treviso - Italy T. 0422 9641 - F. 0422 964500 - [email protected] - www.relaismonaco.it 21 TANTE ESPRESSIONI, UNO STILE UNICO CONSORZIO TUTELA VINO SOAVE E RECIOTO DI SOAVE [email protected] www.veneto.to FEASR FEASR REGIONE VENETO )RQGRHXURSHRDJULFRORSHUORVYLOXSSRUXUDOHO¶(XURSDLQYHVWHQHOOH]RQHUXUDOL Fondo europeo agricolo per lo sviluppo rurale: Fondo l’Europa europeo investe agricolonelle per lo zone sviluppo rurali rurale: l’Europa investe nelle zone rurali ,QL]LDWLYD¿QDQ]LDWDGDO3URJUDPPDGL6YLOXSSR5XUDOHSHULO9HQHWR2UJDQLVPRUHVSRQVDELOHGHOO¶LQIRUPD]LRQH&RQVRU]LR7XWHOD9LQLGL6RDYHH5HFLRWRGL6RDYH $XWRULWjGLJHVWLRQH5HJLRQHGHO9HQHWR'LUH]LRQH3LDQLH3URJUDPPLGHO6HWWRUH3ULPDULR ECONOMIA NORDEST dalla prima febbraio 2013 | www.economianordest.it 23 l’editoriale | di Sergio Luciano| |l’analisi di Daniele Marini| Tabacchicoltura veneta, nuova Caporetto Internazionalizziamoci o saremo marginalizzati A rischio 17mila lavoratori. Un altro settore sacrificato sull’altare dell’italianità Q uasi diciassettemila lavoratori agricoli in Veneto sono ad alto rischio di disoccupazione o sottoccupazione perchè lavorano nella filiera del tabacco e nei prossimi anni – tra il 2014 e il 2020 – l’Unione europea taglierà gli aiuti al settore, e li taglierà addirittura del 90%: è la previsione che il ministro uscente per le Politiche agricole Mario Catania ha formulato in un recente convegno sul tema a Bovolone, in provincia di Verona. Delle tre regioni “tabacchicole” italiane, il Veneto – oltre all’Umbria e alla Campania – è quella che rischia di soffrire di più perchè, sempre a detta di Catania, “non ha implementato le necessarie misure di sviluppo”. È rilevante che un colosso mondiale come Philip Morris – presente al convegno con il suo amministratore delegato Eugenio Sidoli – abbia ribadito di voler comunque “restare in Italia” rinnovando “l’accordo con il Ministero dell’Agricoltura” per “superare la crisi del settore e rilanciare l’occupazione”. Ma resta il fatto che anche su questo fronte, rilevantissimo per l’occupazione, il Veneto si ritrova a scontare i danni “sistemici” della crisi economico-finanziaria comunitaria e nazionale senza poter reagire attin- | Trentino Alto Adige | Veneto | Friuli Venezia Giulia | Croazia | Slovenia | Carinzia | Periodico di informazione economica anno 8 - numero 1 - febbraio 2013 (Nuova Serie) Proprietario: Centro Servizi Editoriali S.r.l. Editore: Gruppo Editoriale Omnibus S.r.l. gendo alle pur brillanti risorse del territorio. E finisca quindi col subire ripercussioni anche più gravi di due regioni del centro-sud come Umbria e Campania. È questo il paradosso al quale la situazione economica globale espone il Veneto e il caso del tabacco è solo un esempio. Una Regione con la testa solidamente inserita in Europa ma con aree economiche e territoriali ancorate a certe dimensioni tipicamente italiane, quindi oggi perdenti, senza concrete possibilità di emancipazione e riscatto locale. Una Regione, dunque, che patisce se non tutti molti dei problemi dell’“italianità”, che sono poi a loro volta mutuati dalle caratteristiche più critiche delle regioni del Sud, pur essendo vista dall’opinione pubblica nazionale e purtroppo anche dalla classe politica come un territorio ricco, fortino dell’evasione fiscale avida, sostanzialmente immeritevole di attenzione e sostegno. Questo paradosso deve finire. In realtà nessun bravo amministratore d’azienda ma anche nessun padre di famiglia si sognerebbe di imbrigliare lo sviluppo dei dirigenti, o dei figli, più bravi e dinamici per “non lasciare indietro” quelli più mediocri e torpidi. Invece la politica nazionale degli ultimi anSede amministrativa: Piazza Benco, 4 Trieste (TS) Redazione: Via A. Fleming, 17 37135 - VR - Tel. 045 9275024 [email protected] Direttore responsabile: Emanuele Bonora [email protected] Direttore editoriale: Sergio Luciano CARTOLINA DI ABBONAMENTO ANNUALE A: ni, compreso il governo sostenuto dalla Lega, è stata questa. E oggi nelle cosiddette “agende” elettorali se pudicamente non si sventola più una “questione meridionale” che sarebbe per molti, troppi leader, soltanto l’ennesima propaganda bugiarda, non si espone neanche – purtroppo – alcun pensiero convincente sulle linee-gui- Progetto grafico: Elena Bonuzzi Diretta Adv - Edizioni Regionali S.r.l. Sede Verona: Via A. Fleming, 17 37135 Zai - VR - Tel. 045 9275024 [email protected] Sede Treviso: Vicolo Venier, 8 31100 - Treviso - Tel. 0422 1566650 Hanno collaborato: Duilio Colonna, Camilla Conti, Massimiliano Crosato, Daniele Granzotto, Antonino Padovese, Ugo Petersoli, Carlo Turci, Carlo Zagaria Il mensile di approfondimento dello sviluppo economico, politico e finanziario che analizza le necessità delle imprese del Veneto e del Friuli V.G. Grandi tematiche nazionali e trasnazionali da necessarie per ridare impulso al Nord, e in particolare al Veneto e al Piemonte, cioè le due grandi regioni settentrionali che pur avendo un modello economico imperniato sull’industria manifatturiera e sull’export hanno comunque risentito della crisi e dovuto tagliare redditi e occupazione. Agende miopi, per non dire peggio. Fotografie: Archivio giornalistico e varie gentili concessioni Tipografia: Centro Stampa Editoriale S.r.l. via del Lavoro, 18 36040 - Grisignano di Zocco ( VI) Chiuso in redazione il 06/02/2013 La riproduzione anche parziale dei contenuti senza autorizzazione è vietata. Tutti i diritti riservati Trattamento dei dati personali ai sensi dell’art. 13 D. Lgs. 196/03. Con riferimento ai dati conferiti mediante compilazione della presente cartolina, gli stessi saranno trattati da Diretta Adv - Edizioni Regionali S.r.l., con sede in Verona, via Fleming, 17 - 37135 Verona - in qualità di titolare degli stessi, per la gestione dell’abbonamento attraverso strumenti manuali ed elettronici. La informiamo che il conferimento dei suoi dati è obbligatorio per dar corso al suo abbonamento. I suoi dati verranno, altresì utilizzati dal titolare del trattamento per tenerla aggiornata sulle novità relative alle proprie promozioni, per lo svolgimento di ricerche di mercato, comunicazioni commerciali, marketing diretto e l’invio di materiale pubblicitario, anche per conto di terzi. Inoltre, e solo con il suo esplicito consenso, da esprimere barrando le caselle qui sotto riportate, autorizzerà la nostra società ad utilizzare i suoi dati per le medesime attività sopra descritte avvalendosi di strumenti automatizzati e/o a comunicare i suoi dati ad aziende partner della nostra società e da queste utilizzati per attività di marketing diretto, ricerche di mercato, comunicazione commerciale. Per esercitare i diritti di cui all’articolo 7 D. Lgs 196/03 (ad esempio, per l’aggiornamento, la correzione, la cancellazione dei dati), per richiedere l’elenco completo dei responsabili del trattamento o i nominativi dei nostri partner cui sono stati comunicati i tuoi dati ovvero per esprimere il suo dissenso all’utilizzo dei suoi dati per finalità commerciali, potrà scrivere al titolare del trattamento all’indirizzo sopra indicato. Consento al trattamento con strumenti automatizzati Offerta valida solo per l’italia. Consento alla comunicazione dei dati a partner commerciali Si, voglio abbonarmi ad Economia Nordest per un anno (10 numeri). Avrò diritto allo sconto del 40%: Pagherò quindi solo € 15,00 anzichè € 25,00. Riceverò 4 numeri in Omaggio. Modalità di pagamento: Con i bollettini postali che mi invierete Con la mia carta di credito American Express Diners CartaSi MasterCard NOME CAP COGNOME TELEFONO NUMERO CARTA FIRMA DEL TITOLARE E-MAIL SCADENZA INDIRIZZO LOCALITÀ PROV. DATA NUM. Trasmetta questa Cartolina per fax al n. 045-8011925 oppure la invii tramite mail all’indirizzo [email protected] DESCRIVE, INDAGA E COMMENTA... L’anno da poco chiuso è stato – finora – decisamente quello più complicato e duro dall’avvio della crisi nel settembre 2008. La difficoltà del 2012 è determinata sicuramente dalle condizioni economiche generali, ma soprattutto dalla persistenza della crisi, che sta mettendo a dura prova la resistenza e le risorse disponibili da parte dei diversi attori economici e sociali. Il Nord Est pur presentando generalmente performance leggermente più positive (o meno negative) rispetto alla media, tuttavia mantiene quel processo di allineamento agli indicatori nazionali iniziato con il nuovo millennio. In altri termini, permane un buon livello di effervescenza, ma i fattori competitivi che l’avevano caratterizzato in passato, oggi non sono sufficienti a sostenere un processo di ripartenza nel nuovo quadro competitivo. Il Nord Est presenta ormai un profilo che, per molti versi, è diverso da quello che è rimasto nell’iconografia e nelle rappresentazioni mediatiche. Anche con significative discontinuità soprattutto sul piano culturale e dei comportamenti privati, più che su quelli economici. In questa sede, ne consideriamo due. La prima discontinuità attiene alle dinamiche demografiche. Il tasso di natalità – con l’inizio della crisi – prosegue lentamente a calare, dopo che nei primi anni del 2000 aveva conosciuto un percorso di leggera ripresa. Le stime del 2011 raccontano di un indicatore che per il Veneto è a 9,4 (era 10,0 nel 2008), nel Trentino Alto Adige a 10,3 (era 10,7 nel 2008), in Friuli Venezia Giulia a 8,2 (era 8,6 nel 2008). Com’è noto, gli effetti di questa rarefazione demografica avranno riverberi per molti anni in futuro, contribuendo a mutare la struttura della popolazione. A questa discontinuità col passato recente del Nord Est, si somma un’ulteriore trasformazione nei comportamenti delle famiglie e della loro formazione. Si diffonde rapidamente la pratica delle convivenze antecedenti al matrimonio medesimo: già nell’ultimo decennio del secolo scorso (1990-1999) nel Nord Est ogni matrimonio nel 20% dei casi era preceduto da una convivenza (in Italia l’11%). Nel decennio ultimo (2000-2009) tale soglia raggiunge il 47% dei casi (il 27% in Italia). Di più, aumentano i matrimoni celebrati con rito civile: nel 2009 costituiscono il 54,5% in Friuli Venezia Giulia, il 45,4% in Veneto, il 55,4% in Trentino Alto Adige (il 37,2% i Italia). Il 17,7% dei matrimoni (2009) è celebrato fra persone di nazionalità diversa in Friuli Venezia Giulia, il 21,2% in Veneto e il 21,5% in Trentino Alto Adige (il 13,9% in Italia). Dunque, è sul versante della popolazione e delle famiglie cui si sta assistendo un forte mutamento rispetto al passato. Senza, però, che si stia verificando un’altrettanto veloce risposta in termini di welfare e servizi alle nuove domande. La seconda discontinuità riguarda il sistema produttivo. Nel Nord Est il numero delle imprese attive nel secondo trimestre del 2012 ammontava a 652.988, con un calo dello 0,5% rispetto al medesimo trimestre dell’anno precedente. La crisi colpisce, più che proporzionalmente rispetto alla media dell’Italia, l’industria manifatturiera (-10,3% nel Nord Est; -5,1% in Italia) e le costruzioni (-3,3% nel Nord Est; -0,6% in Italia), ovvero nei settori su cui questa economia aveva costruito il suo asset principale. Per converso, il terziario offre indicazioni leggermente più positive rispetto alla media nazionale: crescono le imprese nei servizi dell’informazione e della comunicazione (+7,0%; +5,8% in Italia), nell’ambito della sanità (+17,0%; +15,2% in Italia), le attività finanziarie (+ 3,6%; +1,3% in Italia). Ciò non di meno, tali incrementi non riescono a compensare il calo registrato nei settori tradizionali. Dunque, prosegue il percorso di ristrutturazione del sistema produttivo nordestino che, ovviamente, non coinvolge solo la sua anagrafe, ma anche la sua composizione interna, la sua strutturazione, le figure professionali impiegate. Tuttavia, tale passaggio è complicato da una persistente frenata nei consumi interni: si stima – per il 2012 – che i consumi delle famiglie saranno diminuiti del 3,0%, gli investimenti delle imprese del 6,8% e quelli degli enti pubblici dell’1,3%. In definitiva, la domanda interna sarà calata del 3,5% (si era fermata allo 0% nel 2011). Unendo a quest’ultima una previsione del PIL per il Nord Est a -1,9%, con una performance leggermente migliore dell’Italia (-2,2%), è facile comprendere come il 2012 si è chiuso con situazioni di forte sofferenza, soprattutto per quelle imprese che operano in un mercato esclusivamente domestico. Dove ormai per domestico dobbiamo considerare l’ambito europeo. Infatti, sono le imprese che hanno sbocchi sui mercati esteri extraeuropei a segnalare una buona tenuta. L’export costituisce la vera e propria boccata d’ossigeno per il sistema produttivo nordestino e nel 2012 ha saputo presidiare, pur fra tutte le difficoltà, i mercati esteri: il 47% delle imprese del Nord Est (con più di 10 addetti) ha una proiezione internazionale (così è per il 45,4% di quelle del Nord Ovest; il 35,2% del Centro e il 29,5% del Mezzogiorno). Tuttavia, mentre le economie delle altre realtà macroregionali hanno leggermente incrementato la loro apertura verso l’estero, il Nord Est non è riuscito a conquistare ulteriori mercati. Bisognerà attendere successive rilevazioni per capire se la peculiare caratteristica delle imprese nordestine ad affacciarsi sui mercati internazionali verrà confermata oppure stiamo assistendo a una perdita di forza del sistema produttivo in questo campo. Sarà meglio riflettere attentamente su questa indicazione, viceversa il Nord Est rischia una progressiva marginalizzazione. Daniele Marini Università di Padova Direttore Scientifico Fondazione Nord Est BR N AIO 250 BIGLIETTI DA VISITA CARTA PATINATA MATT 350 GR. STAMPA FRONTE A COLORI REALIZZAZIONE GRAFICA COMPRESA 1000 +IVA VOLANTINI A6 CARTA USOMANO 90 GR. STAMPA FRONTE A COLORI REALIZZAZIONE GRAFICA COMPRESA 1000 Foorm FFormato matto 110x14,6 0x14, 4 6 cm +IVA FLYER A7 Formato Form Fo rm mato ato 7x10 7x10 cm m CARTA USOMANO 90 GR. STAMPA FRONTE A COLORI REALIZZAZIONE GRAFICA COMPRESA Via Baldissera, 16 (UD) Tel. 0432.26600 Fax 0432.1572096 www.puntoqui.it [email protected] [email protected] +IVA