E se le cinture di sicurezza fossero la causa del cancro? | 1

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E se le cinture di sicurezza fossero la causa del cancro? | 1
E se le cinture di sicurezza fossero la causa del cancro? | 1
Pier Luigi Lopalco
Sul perché le bufale sono così dure da smontare. A causa della bufala “vaccinazione
antimorbillosa-autismo”, ancora oggi ci troviamo nella necessità di impegnare ingenti
risorse per contenere epidemie di morbillo evitabili e ad affrontare i costi di studi
epidemiologici altrettanto evitabili.
È degli ultimi giorni la notizia che nuove epidemie di morbillo stanno creando serie
preoccupazioni nel Regno Unito: il numero di casi registrati nella sola area di
Swansea nel Galles sfiora il migliaio. Circa 80 casi gravi ed un probabile decesso[1].
Il Regno Unito si trova a pagare, a quasi vent’anni di distanza, il prezzo del cosiddetto
“affare Wakefield” (leggi qui MMR e autismo. La truffa svelata e MMR e autismo. La
frode. Atto secondo) una brutta storia di una frode scientifica che ha avuto un serissimo
impatto sulla sanità pubblica e di cui si è a lungo discusso su questo blog in precedenza.
Intanto, sempre nello stesso periodo, vengono pubblicati i risultati di un ulteriore
studio, fatto dai Centers for Disease Control and Prevention (CDC) americani, in
cui si ribadisce l’assenza di correlazione fra autismo e vaccinazioni dell’infanzia[2].
Questi due fatti, avvenuti in rapida successione, mi suggeriscono alcune riflessioni.
Immaginate che un bel giorno una prestigiosa rivista scientifica (mettiamo The
Lancet) pubblichi i risultati di una ricerca in cui gli autori alla fine dichiarino: “Benché il
nostro studio non fornisca prove dirette, l’uso di cinture di sicurezza potrebbe essere
associato ad un aumentato rischio di tumore al polmone. Se questo fosse vero si dovrebbe
osservare un aumento di tumore al polmone dopo l’introduzione dell’obbligo di usare le
cinture, ma i dati tuttora disponibili non permettono di verificare questo aumento”.
A questo punto la notizia viene ripresa da un paio di riviste molto popolari e da quel
momento in TV non si fa che parlare d’altro. Si creano subito due fazioni: da una parte le
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associazioni delle vittime degli incidenti stradali che insorgono contro questa ipotesi,
dall’altra numerose organizzazioni che rivendicano la libertà di scelta e accusano il governo
di essere in combutta con i produttori di cinture di sicurezza.
Il risultato è che in pochi mesi sono in tanti a smettere di usare le cinture; la polizia non è
più in grado di controllare il fenomeno e il numero di incidenti mortali aumenta a dismisura.
Come se non bastasse la lobby del tabacco prende la palla al balzo per confutare le evidenze
che associano il fumo al tumore al polmone. Anche la campagna anti-fumo accusa un
importante rallentamento.
Ovviamente sanità pubblica e comunità scientifica reagiscono con forza: milioni di euro
vengono spesi per finanziare studi che accertino la verità e, come era da aspettarsi, sono
numerosissimi gli studi epidemiologici in cui l’associazione fra tumore al polmone e cinture
di sicurezza risulta falsa. Il mondo scientifico è tendenzialmente compatto, ma
ciononostante il dubbio su questa associazione resta fisso nell’immaginario collettivo. Il web
pullula di siti che supportano questa falsa associazione. Insomma la storia continua per
anni… Finché un giornalista comincia a scavare nei meandri della ricerca che aveva
generato tutto questo problema e scopre che l’autore dell’articolo aveva in realtà falsificato
alcuni dati ed era in pieno conflitto di interessi (non dichiarato).
The Lancet ritira l’articolo, il suo autore viene accusato di malpractice e radiato dall’albo dei
medici inglesi.
Tutto assurdo, vero? Bene, credo di poter affermare che la (vera) storia su cui si
basano le voci tuttora circolanti sulla associazione fra vaccino trivalente contro
morbillo-rosolia-parotite e autismo è andata esattamente così. Un’ipotesi scientifica
basata su una ricerca largamente falsificata ha scatenato in tutto il modo una corsa da parte
della sanità pubblica a provare che quella associazione non esisteva[3-9]. Come se non
bastasse, alla voce che l’autismo potesse essere provocato dal vaccino trivalente MPR si
sono aggiunte quelle che tiravano in ballo la presenza di mercurio nei vaccini (quindi non
l’MPR) e poi l’uso troppo precoce e ravvicinato di diversi vaccini nell’infanzia.
Ebbene, non è così che dovrebbe funzionare la scienza. Uno studio epidemiologico ha senso
quando venga sollecitato da robuste osservazioni sperimentali e non da congetture o ipotesi
astruse. Se oggi dovessi avviare un studio per verificare l’associazione fra cinture di
sicurezza e tumore ai polmoni, avrei seri problemi metodologici da affrontare: una
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popolazione enorme da arruolare ed una infinità di effetti confondenti da controllare (le
cinture prodotte da BMW hanno lo stesso effetto di quelle prodotte da Fiat? Con pretensionatore o senza?). Insomma un incubo per ogni epidemiologo. Inoltre, ci sarebbe
sempre qualcuno che nonostante gli sforzi ed i soldi spesi per larghi studi, avrebbe da ridire
e continuerebbe ad alimentare la bufala. In questo senso, purtroppo, il web non aiuta
poichè risulta difficile a molti (soprattutto non addetti ai lavori) riconoscere
l’attendibilità delle fonti; e poi, errare humanum, le teorie del complotto attirano
molto di più di un noioso articolo scientifico.
In ogni caso, ci troviamo ancora oggi nella necessità di impegnare ingenti risorse
per contenere epidemie di morbillo evitabili e ad affrontare i costi di studi
epidemiologici altrettanto evitabili. Medicina e prevenzione basate sulle evidenze sono
l’unica arma contro tali incidenti. Il mondo scientifico ha delle regole precise. Seguire tali
regole non garantisce l’infallibilità, ma riduce al minimo il rischio di divulgare bufale.
Pier Luigi Lopalco, ECDC Stoccolma
Bibliografia
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DeStefano F, Price CS, Weintraub ES. Increasing exposure to antibody-stimulating proteins
and polysaccharides in vaccines is not associated with risk of autism. The Journal of
Pediatrics, 2013.
Taylor B, Miller E, Farrington CP, et al. Autism and measles, mumps, and rubella vaccine:
no epidemiological evidence for a causal association. Lancet. 1999; 353(9169):2026-9.
Madsen KM, Hviid A, Vestergaard M, et al. A population-based study of measles, mumps,
and rubella vaccination and autism. N Engl J Med. 2002; 347(19):1477-82.
Smeeth L, Hall AJ, Fombonne E, Rodrigues LC, Huang X, Smith PG. A case-control study of
autism and mumps-measles-rubella vaccination using the general practice research
database: design and methodology. BMC Public Health. 2001;1:2.
Farrington CP, Miller E, Taylor B. MMR and autism: further evidence against a causal
association. Vaccine 2001; 19(27):3632-5.
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case-control study using data from the UK General Practice Research Database”. BMJ 2002;
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325 (7361): 419–21.
Smeeth L, Cook C, Fombonne E, Heavey L, Rodrigues LC, Smith PG, Hall AJ. MMR
vaccination and pervasive developmental disorders: a case-control study. Lancet 2004;
364(9438):963-9.
DeStefano F, Thompson WW. MMR vaccine and autism: an update of the scientific evidence.
Expert Rev Vaccines 2004; 3(1):19-22.
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