Il LEGNANINO pittore saronnese di fine `600
Transcript
Il LEGNANINO pittore saronnese di fine `600
ANNO XII - N.6 SETTEMBRE 2011 VARESEFOCUS Il LEGNANINO pittore saronnese di fine ‘600 Poste Italiane s.p.a. - Spedizione in Abbonamento Postale - D.L. 353/2003 (conv. in L. 27/02/2004 n° 46) art. 1, comma 1, DCB (VARESE) Nuova Audi A6 Avant con tecnologia Audi ultra. La vera forza sa essere leggera. Audi Credit finanzia la vostra Audi. ve®ba Se pensavate di desiderare la nuova Audi A6 Avant per la sua forza, la sua eleganza, il suo spazio e la sua robustezza, oggi c’è un motivo in più per farlo. Per la prima volta Audi A6 Avant è costruita con tecnologia Audi ultra, una combinazione di alluminio e acciaio che rende la vettura più leggera e garantisce minori consumi ed emissioni, una maneggevolezza mai provata prima e una sensazione di controllo della strada che solo un’Audi all’ennesima potenza può darvi. www.audi.it Venite a scoprirla negli Showroom Audi. Consumo di carburante circuito combinato (l/100 km) da 5,0 a 8,2; emissioni CO2 (g/km) da 132 a 190 Audi Zentrum Varese Concessionaria per Varese e Provincia Viale Belforte 151 - Varese - Tel. 0332/274001 - www.audizentrumvarese.it Editoriale L’emergenza debito pubblico L e turbolenze che si sono manifestate durante gli ultimi mesi nei mercati finanziari internazionali sembrano aver avuto, a differenza del passato, una causa comune: la fuga da quei paesi il cui debito pubblico ha raggiunto dimensioni tali da far dubitare sia della possibilità degli stessi di far fronte a nuovi prestiti, sia di quella di riuscire ad attivare meccanismi di crescita economica per ricominciare a disporre delle risorse utili ad onorare i debiti. In altri termini, per la prima volta, almeno nella storia economica recente, e in forma globale, è diventato vincolante lo stretto legame esistente tra debito degli Stati e andamento economico di questi ultimi. Viene da domandarsi se sia ancora valida la ricetta di John Maynard Keynes, che in contrasto con la teoria economica neoclassica aveva sostenuto la necessità dell'intervento Vittorio Gandini pubblico nell'economia qualora un’insufficiente domanda aggregata non riuscisse a garantire un adeguato sviluppo. Un’idea che ha ispirato la politica economica dal secondo Dopoguerra riuscendo indubbiamente a favorire il rilancio dei sistemi economici grazie, ad esempio, alle politiche di investimento pubblico. Un errore? Probabilmente l’errore non sta nell’idea, ma nell’applicazione che ne è stata fatta. E’ stata cioè la distorsione di quell’intervento, dilatatosi sia nella sua funzione originaria (andando cioè ad invadere impropriamente la sfera dell’economia privata), sia nella sua dimensione (divenuta abnorme sul fronte della spesa) ciò che ha causato i guai che ci troviamo oggi di fronte. Le esagerazioni sono sempre sbagliate e producono conseguenze dannose, al di là delle buone intenzioni. Il rientro dal debito pubblico è dunque, oggi, la priorità per il nostro e per tanti altri paesi. Grave errore sarebbe però quello di trovare sempre nuovi equilibri di bilancio solo alzando a dismisura l’asticella delle entrate per pareggiare le uscite, lasciando queste ultime sostanzialmente invariate. Ed è altrettanto evidente che, nel momento in cui occorre tirare i remi in barca, i sacrifici devono essere equi e condivisi. Occorre avere responsabilità, coraggio, visione del futuro. Occorre distogliere lo sguardo da preoccupazioni elettoralistiche di breve periodo. Necessita in primis - come la recente manovra di finanza pubblica si è del resto proposta di fare - recuperare l’evasione fiscale. Ciò che è però assolutamente importante è tenere ora la barra dritta in direzione della riduzione progressiva dei costi dello Stato e della riduzione non simbolica dei costi della politica. Ciò che è stato fatto in queste ultime settimane è solo l’inizio. Ora devono seguire decisioni per una decisiva riduzione delle uscite mediante interventi strutturali, compresi quelli relativi agli assetti istituzionali. Inoltre, interventi che favoriscano la crescita economica. L’eliminazione delle spese improduttive non può infatti limitarsi a ripianare i buchi di bilancio. Essa deve essere tesa anche a salvaguardare una soglia accettabile di spese per investimenti, sia per evitare la marginalizzazione del paese quanto a dotazione infrastrutturale, sia per sostenere l’economia. Altrimenti, tirare i remi in barca equivarrebbe ad una rinuncia a vogare verso acque più sicure lasciandosi ingoiare dai vortici della tempesta. Anno XII - n.6/2011 - VARESEFOCUS 1 S O M VARESEFOCUS Periodico di economia, politica, società, costume, arte e natura in provincia di Varese. Presidente Giovanni Brugnoli Direttore editoriale Vittorio Gandini Direttore responsabile Mauro Luoni Direzione, redazione, amministrazione Piazza Monte Grappa, 5 - 21100 Varese Tel. 0332 251000 - Fax 0332 285565 [email protected] Reg. n. 618 del 16/11/1991 - Trib. Varese 6 Richiedi il tuo abbonamento gratuito online collegandoti al sito Focus www.varesefocus.it 6 Impaginazione Olga Moia - Gavirate (Va) Tel. 0332 742552 Longobardi e palafitte: patrimonio mondiale Fotolito e stampa Litografica S.r.l. Via L. Da Vinci, 9 - 20012 Cuggiono (Mi) Tel. 0331 889601 Gestione editoriale Servizi & Promozioni Industriali Srl Via Vittorio Veneto, 8/E 21013 Gallarate (Va) - Tel. 0331 774345 In copertina, ritratto di Stefano Maria Legnani detto il Legnanino. Olio su tela, 1710 Pubblicità Servizi & Promozioni Industriali Srl [email protected] Tel. 0331 774345 - Fax 0331 771701 Questo numero di “Varesefocus” è stato chiuso il giorno 16 settembre 2011. Il prossimo numero di “Varesefocus” sarà in edicola con “Il Sole 24 Ore” di lunedì 7 novembre 2011. “Varesefocus” ospita articoli e opinioni che possono anche non coincidere con le posizioni ufficiali dell’Unione degli Industriali della Provincia di Varese. Valore di abbonamento annuo Euro 20,00 (nell’ambito dei servizi istituzionali dell’editore) Interventi e contributi di: Luigi Bignami, Giornalista; Andrea Della Bella, Giornalista; Maria Grazia Gasparini, Giornalista; Marco Giovanelli, Giornalista; Federica Lucchini, Giornalista; Luisa Negri, Giornalista; Eugenio Peralta, Giornalista; Riccardo Prando, Giornalista; Stefania Radman, Giornalista; Paola Provenzano, Giornalista; Sergio Redaelli, Giornalista; Verena Vanetti. In redazione: Laura Bardelli, Davide Cionfrini, Silvia Giovannini, Mauro Luoni. Fotografi: Archivi aziendali vari, Archivio Gruppo Speleologico Prealpino, Archivio Musei Civici di Varese, Archivio Reuters, Franco Garbin, Mauro Luoni. Segreteria di redazione: Viviana Maccecchini, Maria Postiglione. Si ringrazia Parlamondo Srl di Gallarate per le traduzioni in inglese. M A R Economia Vita associativa 15 46 Private Equity a misura di PMI 49 L’innovazione passa per l’Europa 50 Chimica e Gomma-Plastica le imprese rialzano la testa Le biotecnologie al servizio della qualità alimentare Inchiesta 18 La gente del Varesotto: “Siamo il pennone della nave Italia” 18 High Tech 23 Social network pro business Costume 26 Mediazione civile Giustizia “alternativa” 33 Le rivoluzioni di Whirlpool Territorio Università Cattaneo Due lauree in una, la scommessa della LIUC 40 Carlo Cattaneo e l’Ipposidra Formazione 42 Una formazione attiva, al volo e blended O 74 53 Varese sotterranea Gita a... 56 Macchine, invenzioni (ed errori) di Leonardo Provincia da scoprire 60 Una Fondazione per gli ospedali varesini 61 La storia sulle lapidi di Palazzo Estense 63 Una Vergine che fa Primavera 66 Legnanino, grande saronnese 69 Università 37 I 74 78 Com’è verde la mia valle I quattro punti cardinali Storia 82 I cimeli garibaldini di Villa Mirabello? Spostiamoli al “museo” di Belforte Arte 87 Fabbri e Fancello: la scultura e il mestiere di vivere 90 Quando l’Amore vince 93 Mostre e appuntamenti Sport 96 Scienza 69 Alla ricerca del bosone di Higgs, particella di Dio Foto dal mondo 72 Pescatori Venezuelani ispezionano i granchi blu pescati sul Lago Maracaibo REUTERS/Isaac Urrutia Scocca la freccia Motori 99 Due ruote varesine 101 Il comfort sportivo dell’Audi A6 Avant In libreria 102 Sulle ali del vento Anno XII - n.6/2011 - VARESEFOCUS 5 FOCUS Focus Longobardi e palafitte: patrimonio mondiale A fine giugno, la notizia tanto attesa: i riconoscimenti Unesco premiano il territorio varesino, in particolare Castelseprio - Torba e l'Isolino Virginia. Cresce il nostro palmares di beni Patrimonio dell'Umanità e, così, crescono le opportunità di marketing turistico. E la responsabilità per tutti di valorizzare queste ricchezze. UN OSCAR PER L’UMANITA’ La notizia si diffonde rapida a fine giugno e la soddisfazione è collettiva: i recenti riconoscimenti dell'Unesco a siti varesini segnano una tappa importante per il patrimonio del territorio. Motivo d'orgoglio e, insieme, stimolo a valorizzare quanto di bello ci è dato per sorte con un occhio di riguardo alla promozione in chiave turistica. Ma cos'è l'Unesco? E, soprattutto, cosa sono questi tanto attesi riconoscimenti che portano all'inserimento nella Lista del Patrimonio dell'Umanità? Una forma di Oscar dei beni storico artistici, con tanto di nomination e Un patrimonio che commissione-giuria? In parte, include beni la similitudine calza (con immateriali (la rispetto parlando). Di sicuro, Dieta Mediterranea) non piovono dal cielo: in e biosfere (la Valle primis, vanno richiesti e, per meritarli, occorre rispondere a del Ticino). 6 VARESEFOCUS - Anno XII - n.6/2011 determinati criteri, come ben sanno Pavesi e Monzesi, delusi dall'ultima assegnazione. Andiamo con ordine, seguendo il sito internet dell'Unesco, che introduce ad un viaggio virtuale nel mondo dei beni dell'umanità ricco di sorprese. Sapevate ad esempio Il patrocinio è la che la tutela si estende anche ai beni immateriali e che di recente è forma più prestigiosa di stata inserita nella prestigiosa lista anche la Dieta Mediterranea? O sostegno ad un che dagli anni ’70 esiste un evento o ad una programma Man and the manifestazione. Biosphere per migliorare il rapporto tra uomo e ambiente che ha portato al riconoscimento di 533 aree internazionali, di cui 8 in Italia e tra queste anche la “nostra” Valle del Ticino? Com'è noto, il sistema delle Nazioni Unite, intorno al nucleo dell'ONU, si articola in una decina di istituzioni intergovernative, ognuna dedicata ad un settore. FOCUS Focus L’Isolino Virginia L'UNESCO, costituita L'Italia: il Paese con formalmente a Parigi nel 1946, maggior numero di è una di queste. La sua attività nomi in una lista che si articola in 5 aree: conta anche le Educazione, Scienze naturali, Piramidi d’Egitto. Scienze umane e sociali, Cultura, Comunicazione ed informazione. Tra le missioni dell'istituzione c'è tutelare il patrimonio, culturale e naturale, dell'umanità e sulla base della Convenzione internazionale del 1972 vengono “riconosciuti” i siti meritevoli di questa forma di protezione: attualmente il nostro è il Paese con il maggior numero di nomi nella lista, che include meraviglie come le Piramidi d’Egitto. Per quanto riguarda il patrocinio, invece, è “la forma più prestigiosa di sostegno che l'Organizzazione o la Commissione Nazionale per l'UNESCO possano apportare a un evento o ad una manifestazione. Manifesta la volontà politica assolutamente discrezionale di appoggiare moralmente un'attività o un progetto. Il Resti del Castrum a Castelseprio Patrocinio dell’UNESCO, o della Commissione Nazionale, viene concesso nei confronti di iniziative che abbiano un alto valore sul piano scientifico, educativo o culturale, secondo i principi elencati nelle Linee Guida”. Per richiederlo, dunque esiste un iter preciso, seguito da una valutazione approfondita. L'inserimento nella lista dei Patrimoni dell'Umanità è dunque un impareggiabile “marchio di garanzia” - e indubbiamente un valore anche in termini di pura visibilità -: l'Unesco si impegna a sostenere e preservare il “suo” patrimonio, supportando i singoli Stati in quest'attività. PERLE VARESINE La nostra provincia, forte della propria ricchezza storico artistica, vanta più di un nome nella lista: il Sacro Monte di Varese (tra i nove Sacri Monti del Piemonte e della Lombardia) e il Monte San Giorgio (“patrimonio condiviso” Nella nostra provincia, oltre alle nuove entrate, il Sacro Monte di Varese e il Monte San Giorgio. Anno XII - n.6/2011 - VARESEFOCUS 7 FOCUS Focus con la Svizzera). il 500 a.C. Una novità che rinforza la Ai Longobardi, a torto Ma la notizia estiva che ha acceso gli presenza di Varese nella lista mondiale e detti barbari, il merito entusiasmi è quella relativa ai due nuovi siti di aver dato origine ad che rappresenta per le autorità un motivo entrati nel prestigioso elenco: due preziosità di comprensibile orgoglio, ma anche uno una cultura nazionale. storiche - veri e propri percorsi culturali e non stimolo a guardare avanti. La Provincia ha “categorie” come erroneamente molti annunciato a breve una cartellonistica ad intendono, forse rifacendosi alla similitudine col premio hoc per evidenziare i beni Unesco e un relativo sito Oscar - all'interno delle quali spiccano perle nostrane. Internet con il contributo della Fondazione Comunitaria del Il primo è “I Longobardi in Italia. I luoghi del potere (568Varesotto e collegato a quello del Sistema Museale 774 d.C.)”, che raccoglie le più importanti testimonianze Simarch. longobarde esistenti in Italia: sette centri che si snodano LA VIA DEI LONGOBARDI lungo tutta la penisola. Oltre due secoli di storia, arte, Per chi non ne fosse al corrente, una premessa è cultura. d'obbligo: la via dei Longobardi, non è “lombarda”. Passa Il secondo è quello dei villaggi palafitticoli preistorici da Castelseprio, Torba e anche da Brescia, ma tocca il dell'arco alpino, che si estende sui territori di sei paesi Friuli, Perugia, il Gargano e Benevento. In pratica, quella (Svizzera, Austria, Francia, Germania, Italia e Slovenia) e via di Ducati, costruiti dopo lo stanziamento in Italia comprende 19 aree archeologiche, databili fra il 5.000 e Le tappe dell’Italia Langobardorum 1 2 1- il tempietto longobardo a Cividale del Friuli (UD), uno degli edifici più originali ed anche tra i più noti della tarda età longobarda, con i resti del Complesso Episcopale rinnovato da Callisto ed il Museo Archeologico Nazionale, dove sono esposti i preziosi corredi delle necropoli longobarde cividalesi; 2 - il complesso monastico di San Salvatore - Santa Giulia a Brescia, oggi sede del ‘Museo della città’, uno straordinario palinsesto architettonico che ingloba il monastero femminile edificato dal duca Desiderio prima di diventare re, con l’adiacente complesso archeologico monumentale dove si conservano i maggiori edifici pubblici di età romana del nord Italia; 3 - il castrum di Castelseprio-Torba (VA), che conserva significativi esempi di architettura militare, con la rinomata chiesa di S. Maria foris portas, ubicata fuori dalle mura nell’area occupata dal borgo altomedievale, sulle cui pareti si conserva uno dei più alti testi pittorici di tutto l’Alto Medioevo; 4 - il tempietto del Clitunno a Campello (PG), il famoso, piccolo edificio 4 che, per la sua forma classica e i numerosi spolia utilizzati per la sua realizzazione, fin dal Rinascimento è stato oggetto dell’attenzione dei più grandi architetti che ne hanno immortalato l’immagine nei secoli; 5 - la basilica di S. Salvatore a Spoleto (PG), un edificio eccezionale per il linguaggio romano classico con cui fu concepito, che ancora conserva all’esterno e all’interno significativi frammenti di decorazione architettonica antichi ed elementi decorativi abilmente scolpiti dai lapicidi medievali; 6 6 - la chiesa di Santa Sofia a Benevento - una delle strutture longobarde più complesse e meglio conservate dell’epoca, che sulle pareti mostra ancora importanti brani dei cicli pittorici altomedievali, testimonianza più alta della cosiddetta “pittura beneventana” - con l’attiguo chiostro che oggi ospita il Museo del Sannio; 7 - il santuario garganico di San Michele a Monte Sant’Angelo (FG), che dal VII secolo divenne il più importante luogo del culto micaelico, influenzando profondamente la diffusione della devozione per San Michele in tutto l’Occidente e divenendo un modello per i centinaia di santuari costruiti nel resto d’Europa, compreso il più famoso Mont Saint Michel in Bretagna. 1 3 5 7 www.italialangobardorum.it 8 VARESEFOCUS - Anno XII - n.6/2011 Il Castro del Seprio con la chiesa di S. Maria Foris Portas e il Monastero di Torba. lavoro condiviso che, come ha sottolineato l'assessore (seguito ad un lungo alla Cultura e Turismo della Provincia, Francesca periodo di migrazione Brianza, “ha reso sempre più fruibile l'area ai visitatori, attraverso i paesi del nord con interventi che non si sono limitati a Santa Maria Europa), che costituirono Foris Portas ma a tutta l'area archeologica.” Progetti, una sorta di spina dorsale interventi e iniziative che negli anni hanno dato nuova per quella che sarebbe vita alla chiesa con i suoi meravigliosi affreschi e a tutto stata poi la nostra Nazione. L'attenzione il contesto del castrum militare. In particolare, il dell'organizzazione internazionale nasce dal rilievo per la monastero di Torba a Gornate Olona, ai piedi del parco formazione italiana e universale del contributo dei archeologico di Castelseprio, complesso monumentale Longobardi, ingenerosamente ricordati come barbari: a testimone di una vicenda più che loro si deve di fatto il merito di aver integrato, millenaria, già patrimonio del Fai. Non con i propri valori d'origine, la tradizione 111 villaggi preistorici tutti soddisfatti, però. A Pavia e Monza romana, la spiritualità cristiana e gli influssi in 6 paesi, selezionati città ritenute longobarde per eccellenza bizantini dando vita ad un'unica e unitaria tra 1.000 - si respira aria grama per l'esclusione cultura. Castelseprio, dunque, scelto come dall'elenco: la polemica passa anche da gioiello alto-medioevale. Qui l'Unesco avrebbe testimonianze: tra riconosciuto anche impegno e risultati di un questi, l'isolino Virginia. Facebook. La scelta, però, dipenderebbe FOCUS Focus La Cripta del Peccato Originale a Matera A pochi km da Matera, lungo la Appia antica in una delle gravine (canyon) che caratterizzano il territorio della Murgia, si incontra uno dei luoghi più suggestivi del Sud Italia che meriterebbe di entrare tra i siti dell'Italia Longobardorum. Una cavità rocciosa a strapiombo sulla rupe di calcarenite, ospita un ciclo affrescato risalente al IX sec. d.C., periodo in cui quelle località erano sotto il dominio Longobardo, prima della conquista da parte degli Arabi avvenuta nella seconda metà dell'800. A ribattezzarla "Cripta del Peccato Originale" nel lontano maggio del 1963, fu un gruppo di giovani appassionati escursionisti che volevano ridare valore al patrimonio culturale e cultuale della Basilicata; entrando in quella grotta nel primo pomeriggio del primo maggio, ridiedero vita ad un luogo cultuale di estrema importanza per Matera, riutilizzato fino ad allora come ricovero per un gregge di pecore. I pastori la conoscevano come "La grotta dei cento Santi", ma a noi sono arrivati solo una parte di quei meravigliosi affreschi, probabilmente di manifattura benedettina beneventana. D'intesa con l'Istituto Superiore per la Conservazione e il Restauro e un valido gruppo di professionisti locali, la Fondazione Zétema di Matera è riuscita a ridare la giusta fruizione alla Cripta, mettendo a punto un protocollo scientifico di recupero divenuto oggi un collaudato codice di pratica per le attività di tutela e di riuso delle testimonianze rupestri, che la Fondazione sta prontamente applicando ad altri importanti luoghi in Basilicata. Questo sogno è stato possibile in particolar modo grazie alla passione e alla tenacia dello scopritore della grotta, oggi presidente di Zétema, l'avv. Raffaello de Ruggieri, al prof. Michele D'Elia, già direttore dell'I.C.R., a all'avv. Giuseppe Guzzetti, Presidente della Fondazione Cariplo, che ha creduto nell'iniziativa sin dal primo momento, finanziando il progetto di recupero. Oggi la grotta, tra le più antiche delle oltre 150 chiese rupestri presenti in Basilicata, è visitabile quotidianamente grazie allo sforzo di una giovane impresa culturale, la Cooperativa Artezeta, che affianca la Fondazione nella realizzazione del Distretto Culturale dell'Habitat Rupestre della Basilicata. La fruizione avviene con un sistema di prenotazioni (cell 3205350910, www.artezeta.it) che garantisce il controllo del numero di visitatori a favore della conservazione della grotta e si auto sostiene nei costi di gestione. A breve la Fondazione Zétema pubblicherà il testo scientifico che racconta l'avventura della Cripta, dal ritrovamento alla procedura applicata durante il restauro (2001-2005), e sarebbe opportuno che venisse proposta quale luogo simbolo della presenza longobarda in Basilicata, che già vanta la presenza dei Sassi di Matera, patrimonio Unesco dal 1993. Anno XII - n.6/2011 - VARESEFOCUS 9 Focus Il più antico insediamento palafitticolo dell'Arco Alpino: un museo che racchiude un museo! FOCUS da criteri che valutano la presenza di siti fisici, non la memoria storica e la conservazione originale dei monumenti. Quindi, custodire la Corona Ferrea non basterebbe come plus e lo splendido Duomo brianzolo, modificato negli anni, non si potrebbe definire longobardo al 100%. PATRIMONIO IN PALAFITTA S. Maria Foris Portas Nelle foto, Natività e Crocefisso traslati da Castelseprio alla parrocchiale di Carnago Tutt'altra epoca è quella che accomuna i beni archeologici dell'arco alpino: in questo caso, un elenco transfrontaliero. Centoundici villaggi preistorici distribuiti in sei paesi, selezionati tra circa mille testimonianze. E, tra queste, il nostro Isolino Virginia nel lago di Varese: una sorta di triangolo di poco più di 9.000 mq a pochi metri dalla riva di Biandronno, donato nel 1962 dal Marchese Gianfelice Ponti al Comune di Varese. L'isola, abitata dall’uomo preistorico dal primo Neolitico (ultimi secoli del VI millennio a.C.) alla fine dell’età del Bronzo (900 a. C. circa) è il più antico insediamento palafitticolo dell'Arco Alpino. Il riconoscimento UNESCO “è una grande soddisfazione - ha commentato il sindaco di Varese Attilio Fontana - negli ultimi anni, nonostante le difficoltà economiche, l'amministrazione comunale ha sostenuto scavi che hanno permesso nuove scoperte, come le pavimentazioni del 4.800 a.C. e la varie stratificazioni”. “Ora - ha aggiunto - lavoriamo con la Provincia per una maggiore valorizzazione dello splendido museo a cielo aperto”. La chicca dell'isolotto, in effetti, è proprio quella di racchiudere un museo archeologico (dipendente da quello civico di Villa Mirabello a Varese) e di essere, contemporaneamente, essa stessa un museo archeologico (e area ambientale vincolata). Per un obiettivo di valorizzazione turistica, l'opportunità è evidente: qui si conciliano perfettamente natura e arte in una scenografia di una suggestione unica. Non ultimo, qui si possono ammirare piante rare (Taxodium Distichum, il cipresso calvo delle paludi e ontani neri) e incontrare animali selvatici come anatre, germani, gallinelle, ecc. Silvia Giovannini www.unesco.it www.simarch.org 10 VARESEFOCUS - Anno XII - n.6/2011 THE LONGOBARDS AND PILE DWELLINGS:WORLD HERITAGE Our province, which has its own historic and artistic wealth, boasts more than one name one Unesco's world heritage list: the Sacro Monte “Sacred Mountain” of Varese (one of nine “Sacred Mountains” in Piedmont and Lombardy) and Monte San Giorgio (“shared heritage” with Switzerland). However, the exciting news this summer is that two new sites have been added to this prestigious list: two places of historic importance which represent little gems in our area. The first if which is “The Longobards in Italy. Places of Power (568-774 A.D.)” which testifies to the most important Longobard achievements in Italy: seven centres which wind their way through the entire peninsula. More than two centuries of history, art and culture. The second is that of prehistoric pile dwellings around the Alps. They are scattered throughout six countries (Switzerland, Austria, France, Germany, Italy and Slovenia) and include 10 archaeological sites which date back to between 5000 and 500 B.C. Monastero di Torba FOCUS Focus A Varese il Museo Civico Archeologico Buona parte dei reperti della civiltà palafitticola del lago di Varese è conservata al Museo Civico Archeologico di Varese, all’interno di Villa Mirabello, oltre che nell’antica villa ubicata sull’Isolino Virginia. Il Museo ha una tradizione strettamente legata al proprio territorio e alla ricerca archeologica. Villa Mirabello conserva infatti i materiali preistorici del Varesotto che vanno dal Neolitico all’età del Bronzo. Va menzionato, oltre il ricordato Isolino Virginia sul lago di Varese, l’abitato del Pizzo di Bodio a Bodio Lomnago, scoperto nel 1982 e oggetto di campagne di scavo dal 1985. Per quel che riguarda la Protostoria, è ben rappresentata la cultura di Golasecca alla quale appartiene l’eccezionale corredo della tomba principesca del Guerriero di Sesto Calende con resti del carro e finimenti per due cavalli. Sono poi numerosi i reperti delle necropoli e degli abitati di età romana. Alcuni esempi sono la celebre testina muliebre in terracotta da Angera, il peso in bronzo a forma di astragalo da Biandronno e la raffinata Coppa Cagnola, ottenuta con un delicato lavoro di intaglio a ruota e trapano (da qui il nome diatreta). Villa Mirabello possiede anche un lapidario d’età romana che raccoglie iscrizioni di grande interesse storico, economico e sociale. Infine va ricordata la Mummia dei Musei di Varese, primo esempio di musealizzazione, in forma didattica, dei risultati scientifici scaturiti dall’analisi autoptica del reperto e dal concorso di scienze come la fisica e l’antropologia, delle quali spesso l’archeologia si avvale. Ricostruzione di palafitta Scavi all’Isolino Virginia Per informazioni: Museo Civico Archeologico di Villa Mirabello - Piazza della Motta, 4 - Varese Tel. 0332 255485 e fax: 0332 281460 E-mail: [email protected] Anno XII - n.6/2011 - VARESEFOCUS 11 Focus FOCUS Punti di ristoro Trattoria a Torba Monastero di Torba Ristorante Isolino Virginia All’Isolino Virginia l’omonimo ristorante offre piatti a base di pesce di lago e carne, come ad esempio: pesce in carpione, ravioli di luccio perca, risotto al persico, lavarello, filetto di persico, tagliolini al ragù di germano, casoncei alle noci, tagliata di manzo. Il ristorante assicura il trasporto con imbarcazioni proprie tra il pontile a Biandronno e l’isola (tel. 0332 766268). A Torba ci si può rifocillare o al ristorante dell’ex monastero, ora di proprietà del FAI, o alla vecchia trattoria del borgo. Il primo organizza anche cene a tema con visita guidata al complesso architettonico e concerti con liuto e ghironda per rievocare atmosfere remote (tel. 0331 830301). La seconda, in via Cesare Battisti 2, dal curioso arredamento tra il rustico e il liberty, offre una cucina casalinga a base di gnocchi all’ortica con gorgonzola, crespelle alle verdure dell’orto e formaggio, spaghetti con pomodorini, salsiccia, ricotta salata e peperoni, pollo arrosto, coniglio alle olive, tagliata fiorentina e un vasto assortimento di crostate (tel. 0331 820180). ECODRY &'"( "' #$% )*) + ' "* *') + ) )' )'' " ,-' !" BL Il Leasing della Banca di Legnano BL La crescita programmata della vostra azienda Offriamo formule di leasing particolarmente vantaggiose e su misura con un notevole contenimento dei costi. www.bancadilegnano.it ?V]^RcVUV]]RcVeV ]¹Z^a`ceR_eVVddVcVec`gReZ =R]fTV]RRTTV_UZR^`_`Z A`ceR]ZHVSm64`^^VcTVm:_eVc_VeGZUV`mHVS>Rc\VeZ_X Ac`U`eeZZ_eVcReeZgZm5ZXZeR]ZkkRkZ`_V:_eVcReeZgRAc`U`eeZ 6UZe`cZR]ZV4ReR]`XYZmAc`UfkZ`_ZGZUV`m4`_df]V_kR IDINI CONSULTING GROUP Via Santa Maria, 90 Cologno Monzese (MI) LEADER DELLA COMUNICAZIONE INTEGRATA www.idini.tv - [email protected] ECONOMIA Economia Le biotecnologie al servizio della qualità alimentare Le biotecnologie moderne iniziano nel 1953 quando viene scoperta la struttura del Dna. Negli ultimi 60 anni, grazie alla sempre più accurata comprensione di questa molecola si è potuto con sempre maggior precisione leggere il linguaggio della vita. L otta alla contraffazione, controllo della qualità, sicurezza alimentare, ma anche tutela del Provolone Val Padana e - nel futuro - una mela made in Italy che richiederà meno pesticidi per crescere senza “macchie”: sono questi solo alcuni esempi di dove “vanno a colpire” le biotecnologie applicate al settore agro-alimentare. Gli studi, avviati con la scoperta della struttura del Dna, hanno aperto sempre nuove frontiere riguardo la qualità di ciò che portiamo in tavola, ma anche la sicurezza alimentare e la sfida dell’Expo 2015, ossia quella di nutrire un pianeta sempre più in difficoltà. Ad affrontare l’argomento ci pensa Davide Ederle del parco tecnologico di Lodi, un polo di eccellenza in fatto di Biotecnologie. Le biotecnologie moderne iniziano nel 1953 quando viene scoperta la struttura del Dna. Negli ultimi 60 anni, grazie alla sempre più accurata comprensione di questa molecola si è potuto con maggior precisione leggere il linguaggio della vita. Si pensi che il progetto genoma umano, completato nel 2004, è costato 3 miliardi di dollari, mentre oggi il sequenziamento di un genoma può costare anche poche migliaia di euro. Questa crescente capacità di comprendere il linguaggio del DNA sta portando ad una rivoluzione che cambierà radicalmente la medicina, ma anche il settore agroalimentare. C’è però confusione e anche un po’ di preoccupazione quando si parla di biotecnologie… La gente di solito pensa subito agli OGM, ma in realtà essi rappresentano solo una piccolissima parte delle potenzialità delle biotecnologie. Ad esempio, il nostro Che cosa si intende oggi per biotecnologie? Possiamo fare qualche esempio? La gente di solito pensa subito agli OGM, ma in realtà essi rappresentano solo una piccolissima parte delle potenzialità delle biotecnologie. Anno XII - n.6/2011 - VARESEFOCUS 15 ECONOMIA Economia centro ricerche ha partecipato al sequenziamento del genoma bovino, pubblicato nel 2009 con tanto di copertina dalla rivista Science. Grazie a quei dati siamo stati in grado di identificare 35 mila piccole differenze genetiche che ci permettono di distinguere Queste nuove conoscenze permettono di tutelare le produzioni locali e tipiche perché si è in grado di identificare con precisione l’origine genetica di un prodotto. tra loro i singoli animali e le circa 800 razze presenti nel mondo. Questo sta fornendoci dati sui geni collegati alla produzione, alla qualità, alla longevità, alla resistenza alle patologie e alla fertilità. In quale maniera dunque le biotecnologie sono utili per la qualità e la sicurezza alimentare? Le informazioni che ricaviamo dai genomi ci permettono, ad esempio, di disegnare incroci mirati per ottenere animali non solo più produttivi, ma anche con caratteristiche di resistenza alle malattie e di qualità superiori. Queste nuove conoscenze ci permettono inoltre di tutelare le produzioni locali e tipiche perché siamo in grado di identificare con precisione l’origine genetica di un prodotto. Questo peraltro vale non solo per la carne, ma anche per il latte e i prodotti derivati (abbiamo ad esempio un progetto anticontraffazione attivo con il Provolone Val Padana) oltre che per i prodotti di origine vegetale (si pensi solo alle frodi legate al Si può inoltre riso basmati). Possiamo inoltre verificare, sempre verificare, sempre per via per via genetica ed genetica ed in poche ore, la in poche ore, la presenza di eventuali patogeni presenza di eventuali negli alimenti scongiurando o gestendo più efficacemente crisi patogeni negli alimenti. come quella cui abbiamo 16 VARESEFOCUS - Anno XII - n.6/2011 assistito la scorsa primavera in Germania. Quali sono le prossime sfide in fatto di biotecnologie ? Sul fronte della ricerca stiamo completando le analisi dei genomi e cominciamo ad entrare nella “post-genomica”, un mondo ancora tutto da scoprire che ci permetterà di collegare le conoscenze genetiche (che sono statiche) con tutto quanto invece avviene in tempo reale negli organismi. Per capirci, il DNA del bruco e quello della farfalla sono uguali, cioè che li rende così diversi è il modo in cui viene letto. La post-genomica si occupa di capire questi meccanismi. Quali saranno i cambiamenti sul fronte pratico? Sul fronte pratico nei prossimi 5-10 anni cambieranno molte cose, ad esempio avremo una mela italiana che richiederà meno chimica per controllare malattie come la ticchiolatura (oggi la varietà che va per la maggiore è la Golden delicious che però è stata sviluppata negli USA ormai un secolo fa), varietà di riso nostrane resistenti al brusone, una malattia che può devastare interi raccolti, sistemi di tracciabilità e antifrode che ci permettano di salvaguardare sul serio il Made in Italy, strumenti per garantire in tempi rapidi la sicurezza alimentare. Questo solo per quanto riguarda casa nostra. Per quanto riguarda il pianeta, l’Expo2015 ci sfida a lavorare per nutrire il pianeta. Questo sarà molto più complesso da fare, ma la ricerca sta già dando e può dare un importante contributo. Non va infatti dimenticato che, specie in Africa, le rese per ettaro sono molto lontane da quelle nostrane e questo, oltre a creare insicurezza alimentare, genera anche devastazione ambientale. Esiste oppure no un problema di tipo normativo? Il tema normativo è centrale. Le applicazioni che ho citato, in termini di qualità e sicurezza alimentare, sono già disponibili oggi, ma finché la normativa non riconoscerà loro un valore legale non ci potranno essere molto d’aiuto. Faccio un esempio. L’estate scorsa ci sono arrivate delle mozzarelle rosse da analizzare per verificare l’assenza di patogeni. Con la nostra piattaforma genomica in 24 ore abbiamo verificato che non esistevano rischi collegati al loro consumo. Purtroppo però, non avendo questa analisi valore legale, abbiamo dovuto ripeterla con i metodi classici che invece richiedono diversi giorni. Ovviamente il risultato è stato il medesimo, nessun pericolo, ma se un pericolo ci fosse stato? Paola Provenzano Soluzioni innovative per le vostre risorse umane Sede Centrale Via Adele Martignoni, 25 - 20124 Milano Tel.: 02 479647 11 - Fax: 02 479647 99 Sedi operative Corso Filippo Turati, 53 - 10134 Torino - Tel. 011 0541232 Via della Ferriera, 4 - 40133 Bologna - Tel. 051 7401911 Via Vincenzo Lamaro, 43 - 00173 Roma - Tel. 06 94671311 www.right.com/it INCHIESTA Inchiesta La gente del Varesotto: “Siamo il pennone della nave Italia” L’alto grado di soddisfazione per la qualità della vita. La paura del futuro. La consapevolezza dell’importanza dell’industria, nella quale però pochi vorrebbero veder lavorare i propri figli. Aspirazioni e sentimenti di un territorio che l’Unione Industriali ha sondato tramite l’istituto Ipsos. C osa pensi del territorio in cui vivi? Il 69% degli intervistati si dice umori della “gente” del territorio. Cosa Se ponete la domanda ai residenti soddisfatto della qualità della pensano i varesini e i varesotti delle loro della provincia di Varese otterrete città e della loro provincia? Che idea vita nel proprio comune. riflessioni come queste: “La nostra è hanno dell’industria che li circonda? Cosa una zona che produce e si si aspettano dal proprio futuro? Cosa caratterizza per il senso del lavoro”. “Nonostante la crisi pensano delle prospettive di crescita del sistema non mancano né case, né soldi, per ora”. “Chi stava manifatturiero? peggio di noi varesini adesso sta malissimo, noi almeno A rispondere sono stati studenti, neolaureati, casalinghe, abbiamo un passato florido”. Che sarebbe un po’ come professionisti, insegnanti, operai, impiegati e sacerdoti. Sia dire: “La crisi si è sentita meno rispetto ad altri territori: attraverso interviste telefoniche a campione. Sia attraverso agli occhi di altre realtà siamo ricchi”. C’è, però, chi focus group mirati. Puntate antenne e microfoni il sostiene che: “Non ci si rende conto che la ricchezza può messaggio riavuto indietro è che la gente del Varesotto sta finire, bisognerebbe aver paura”. Altro punto di vista è bene, ma prevede di stare peggio in futuro e, soprattutto, quello di chi pensa che “il Varesotto non andrebbe avanti stava molto meglio qualche anno fa. senza industria… andrebbero tutti a lavorare a Milano, Vedere in questa sintesi il bicchiere mezzo pieno o mezzo Varese sarebbe una città dormitorio”. L’obiezione di vuoto dipende dalle inclinazioni ottimistiche o meno di risposta: “Non ci sono solo gli industriali!” Anche perché ciascuno. Stando ai numeri nudi e crudi, però, mentre in “tante industrie hanno delocalizzato e diminuisce la generale il 58% degli intervistati non è contento di come quantità di manodopera”. vadano le cose in Italia, allo stesso tempo il 69% si dice Non sono ipotesi di pensieri, più o meno probabili. Queste soddisfatto della qualità parole sono state dette, ascoltate e registrate. Per poi della vita nel proprio Solo il 19% del campione ha essere studiate e analizzate. L’orecchio è quello dell’istituto territorio, contro il 20% di dichiarato di stare meglio di ricerche di mercato Ipsos che per conto dell’Unione insoddisfazione. I varesini oggi che in passato. degli Industriali della Provincia di Varese ha sondato gli hanno, dunque, una 18 VARESEFOCUS - Anno XII - n.6/2011 Il 90% ritiene che la certezza: difficilmente vivrebbero meglio in altri settori”, “Ci sarebbe meno benessere”, “Il commercio funziona solo se funziona altre parti d’Italia. L’erba del vicino, per chi sta provincia varesina non possa fare a l’industria”. Sentimenti diffusi, che si in provincia di Varese, non è più verde. Anzi. meno dell’industria. “La bellezza geografica” per i più, concentrano soprattutto intorno a Gallarate e “l’efficienza dei servizi” per molti, talvolta Busto Arsizio. Un po’ diversa la visione dei “l’orgoglio per i successi sportivi”, ma soprattutto l’essere luinesi: “Qui l’industria non si può espandere più di tanto, parte di una sistema economico efficiente alimentano un la geografia non lo consente”. Eppure quelle stesse persone che vedono nelle imprese manifatturiere un elemento forte senso di appartenenza al territorio: “Siamo gente che si dà da fare”, “C’è una provincialità sana, in cui c’è fondamentale per la crescita del territorio, non ancora la voglia di stare insieme perché le dimensioni non manderebbero mai un proprio figlio a lavorarci. Luoghi dalla bassa crescita professionale, poca mobilità, un più sono eccessive, ma vivibili”. Fin qui la fotografia del presente. Perché se lo sguardo dal alto rischio di perdere il posto. È questa la visione della contingente passa ad un’analisi dell’andamento negli ultimi gente sul lavoro nell’industria. A meno che la prospettiva anni della qualità della vita i numeri cambiano. Solo il non sia quella di esserne a capo. Quale lavoro 19% dei residenti in provincia dice di stare meglio oggi di consiglierebbe oggi a un giovane? Di fare l’imprenditore è ieri. A dominare, con una quota del 49%, è chi pensa ad stata la risposta nel 49% dei casi, il bancario (19%), un trend negativo. Da una parte, dunque, la percezione l’impiegato amministrativo (18%), l’impiegato pubblico positiva del presente: “Siamo una provincia che produce e (18%). Posto fisso o titolare d’impresa, dunque. E le che si caratterizza per il senso del lavoro”, “C’è l’Insubria aspirazioni dei giovani tra i 18 e i 34 anni non sono molto a Varese e la Liuc a Castellanza, non è da tutti avere due diverse. “Entrerei nell’industria solo come dirigente, l’industria è triste, ci lavorerei solo per soldi”. D’altronde i università in provincia, con Milano così vicina che fa consigli dei genitori indicano la strada: “Mio padre mi dice concorrenza”. Dall’altra, però, la paura di una trasformazione in peggio: “Si sta bene solo di studiare e di non finire a fare economicamente”, “Le industrie stanno riducendo il l’operaio come lui”. Ma non tutto il L’insegnamento dei lavoro nell’industria è visto personale da decenni”, “C’erano industrie, ristoranti, genitori: “Mio padre negativamente. Il 40% dei ragazzi hanno chiuso tutti per mancanza di infrastrutture”. E poi la mi dice di studiare e sensazione di vivere tra gente che “pensa solo a se stessa, varesini ne riconosce le maggiori di non finire a fare senza calore umano”, “gente troppo dedita al lavoro, occasioni di crescita professionale l’operaio come lui”. poco cordiale”, “poca vita mondana”. Queste alcune delle per i non laureati, se il confronto frasi pronunciate durante le interviste svolte all’interno dei viene fatto con il mondo focus group. occupazionale del commercio (31%) o dei servizi (20%). Ma è soprattutto sulla percezione delle imprese Ma quanto le persone conoscono dell’industria varesina di manifatturiere che l’Unione Industriali si è voluta oggi? Poco, in realtà. I nomi più famosi presenti sul concentrare. Cosa pensa la gente di noi, si sono chiesti gli territorio sono, sì, patrimonio comune, ma altrettanto non si imprenditori. Risposta: il 90% del campione ritiene che la può dire del tessuto manifatturiero in generale, se è vero provincia di Varese oggi non possa fare a meno che molti credono ancora nell’esistenza in provincia di un dell’industria. E se la domanda è rivolta al futuro, la quota distretto calzaturiero legato al mitico Calzaturificio di di chi ritiene indispensabile il mondo della fabbrica anche Varese. Tutti sono a conoscenza dell’importanza del tessiletra vent’anni è, pur in calo, sempre alta: 75%. La visione abbigliamento, del metalmeccanico, dell’aerospazio. Ma dell’industria tra i varesini è più che altro positiva: “Non pochi hanno la stessa percezione capillare della presenza c’è tanto in inquinamento, essendo industrie leggere i dell’industria farmaceutica, della plastica, del comparto danni al territorio sono moderati”. Nemmeno l’impatto trainante della macchine utensili. L’industria varesina è vista ambientale, spesso visto nell’immaginario collettivo come importante, fondamentale, ma solo pochi sanno cos’è nazionale come uno degli svantaggi di essere una realtà realmente. La fotografia è ferma al passato. All’epoca dei cumenda, in stile Giovanni Borghi. Il presente è fatto più di industriale, offusca l’immagine del sistema manifatturiero sensazioni che di conoscenza nei fatti del tessuto tra i varesini. Anzi, “la questione ambientale - spiegano gli esperti di Ipsos nell’analizzare l’indagine - emerge più economico. Sensazioni che, però, fanno dire al varesino: “La mia zona è l’ultima che andrebbe a picco, se l’Italia è come svantaggio teorico che come problema effettivo” e viene percepita più che altro in relazione all’intenso traffico la nave, la provincia di Varese è sul pennone”. Il problema, però, è ora capire come Varese possa riconfermarsi anche veicolare. nei prossimi anni una delle realtà trainanti dell’economia La realtà è che una provincia di Varese senza industria fa nazionale. paura: “Senza industria manifatturiera la ricchezza Davide Cionfrini sarebbe zero, impossibile riconvertire la forza lavoro in Anno XII - n.6/2011 INCHIESTA Inchiesta - VARESEFOCUS 19 INCHIESTA Inchiesta Giovanni Brugnoli: “Un indice di popolarità da non dissipare” Nella ricerca Ipsos condotta per conto della nostra Unione Industriali c’è un dato su tutti che colpisce chi nelle imprese manifatturiere ci vive ogni giorno: la percezione sostanzialmente positiva che ne ha la gente del territorio. Spesso i colleghi imprenditori di altre province devono fare i conti con un’opinione pubblica ostile. Un’avversione all’industria basata soprattutto sulla questione ambientale, sull’impatto dei siti industriali. Qui nemmeno questo elemento è ritenuto un problema per i nostri concittadini. Il pensiero diffuso è che la provincia di Varese non possa oggi e non potrà in futuro fare a meno dell’impresa manifatturiera: “Il territorio varesino non andrebbe avanti senza industria”, è stato detto. Altri hanno aggiunto: “Porta occupazione, crescita economica, possibilità di carriera”, “Crea un ciclo di lavoro continuo nel tempo”. Opinioni che ci devono spingere ad andare avanti nel progettare un futuro del territorio ancora basato sulla fabbrica e le sue attività produttive. Anche perché ben accetta dalla stessa popolazione, l’industria deve continuare a rappresentare una priorità per qualsiasi politica di sviluppo provinciale. Dal manifatturiero, d’altronde, dipendono gran parte delle ambizioni dei nostri giovani. Su questo fronte, però, abbiamo di che rimboccarci le maniche. Se la percezione dell’industria è positiva, non altrettanto possiamo dire dell’opinione che la nostra gente ne ha in termini di opportunità occupazionali per i propri figli. Solo il 18% dei varesini consiglierebbe ad un giovane Opinioni che ci devono spingere di diventare un operaio specializzato. Al di là delle attitudini. “Mio padre mi dice di ad andare avanti nel progettare studiare e di non finire a fare l’operaio come lui”. È il solito problema della un futuro del territorio ancora valorizzazione dell’istruzione tecnica per la quale l’Unione Industriali si batte ormai da basato sulla fabbrica e le sue anni. In realtà, però, anche su questo fronte qualcosa tra i ragazzi sembra smuoversi. attività produttive. Anche perché Dalla stessa analisi Ipsos emerge come i ragazzi del Varesotto tra i 18 e i 34 anni ben accetta dalla stessa vedano nel lavoro in fabbrica una maggior possibilità di crescita professionale per i popolazione, l’industria deve non laureati. Ed emerge chiaramente come, proprio per chi arriva al diploma di laurea, sia un’ambizione diventare dirigente di azienda o imprenditore. Il sistema continuare a rappresentare una manifatturiero deve essere sostenuto proprio per poter alimentare e non deludere priorità per qualsiasi politica di queste giuste aspirazioni personali. Le imprese possono e devono continuare a sviluppo provinciale. rappresentare luoghi di progressione sociale. Oggi possiamo riuscirci con maggior lucidità proprio perché gli stereotipi e, in parte le ideologie del passato, sembrano far sempre meno breccia. L’imprenditore locale è visto dagli stessi ragazzi come coraggioso, audace. Cattura un certo fascino tra gli studenti: “E’ una persona dinamica, carismatica, brillante e motivata, sempre pronta a risolvere problemi”. Ciò dimostra, al contrario di quanto si possa pensare, che la cultura d’impresa in provincia di Varese ha radici anche tra le giovani generazioni, in grado quindi di poter crescere. Anche perché alimentata dai miti storici della storia industriale locale. E qui sta, se non un problema, quanto meno un aspetto su cui lavorare dal punto di vista comunicativo. La visione dell’industria è positiva, ma ancora stereotipata, legata troppo alla storia industriale locale, più che al suo presente. Ciò è dovuto ad un sistema manifatturiero fatto in gran parte da imprese non brandizzate. Un tessuto di realtà produttive legate alla subfornitura, alle lavorazioni per altri settori dell’industria e dunque poco visibile, ma tecnologicamente avanzato. Soprattutto ricco di storie incredibili di successo, anche se poco conosciute. Dalla ricerca Ipsos emerge chiaramente che di questa realtà i varesini conoscono poco o nulla. Eppure ne sentono chiara e forte la presenza e l’importanza: “Senza industria manifatturiera la ricchezza sarebbe a zero”. Non se ne può fare a meno dicono in coro i varesini. La provincia di Varese è industriale o non è. L’industria è una leva sociale che deve essere costantemente alimentata: “La ricchezza può finire, bisognerebbe aver paura”. Non dare nulla per scontato è già un modo per non rimanere immobili. Il secondo passo deve essere quello di lavorare su questo stretto rapporto che lega l’impresa manifatturiera al mondo che la circonda, alle persone del territorio. Il sistema manifatturiero deve Quell’indice di popolarità tra la gente (messo in evidenza da Ipsos) e che ne ha essere sostenuto proprio per costituito i successi passati e presenti e sul quale costruire quelli futuri. Magari poter alimentare e non deludere lavorando di più sulla conoscenza reciproca. Dall’ignara, ma positiva percezione, al queste giuste aspirazioni consapevole, e per questo, ancor più convinto sostegno. Perché i varesini non personali. Le imprese possono e vedano nell'industria un generico patrimonio del territorio, ma, soprattutto per devono continuare a quanto riguarda i giovani, una reale ricchezza per il proprio futuro. rappresentare luoghi di progressione sociale. 20 VARESEFOCUS - Anno XII - n.6/2011 Giovanni Brugnoli - Presidente Unione degli Industriali della Provincia di Varese Vittorio Rizzi Titolare di VIR HR Human Resources VIR HR Human Resources, opera nella consulenza per la Valorizzazione del Capitale Umano, in particolare nella Ricerca e Selezione del Personale, nella Consulenza Organizzativa e nella Formazione. Nel campo della Ricerca e Selezione tratto distintivo di VIR HR Human Resources è la capacità di fornire un servizio qualitativamente elevato, in tempi brevi ed a costi competitivi, garantendo alla propria clientela un'elevata personalizzazione dell'attività di ricerca, un'accurata assistenza in tutte le fasi della selezione - dalla definizione dei fabbisogni, alla presentazione di una valida short list, alla scelta del candidato - ed un attento monitoraggio dell'inserimento del neo assunto. Il patrimonio di esperienza e professionalità dei consulenti di VIR HR Human Resources assicura l'accesso ad una vasta gamma di contatti e la capacità di compiere valutazioni attendibili sui candidati; l'utilizzo della totalità delle fonti e dei canali di reclutamento disponibili - dagli strumenti tecnologicamente più avanzati alla vasta rete personale di relazioni - consente di ottenere rapidità, efficacia e certezza di risultato in ogni progetto di ricerca. VIR ORGANIZZAZIONE, società dedicata alla Consulenza Organizzativa, mette a disposizione dei propri Clienti qualificate competenze di analisi e progettazione di strutture e processi aziendali oltre a consolidate capacità realizzative in grado di affrontare con successo studi strategici e progetti operativi. Nel settore della formazione la divisione dedicata VIR FORMAZIONE, si propone l’obiettivo di supportare - con l’utilizzo sia di metodologie classiche sia delle tecnologie più innovative - i processi di sviluppo e cambiamento delle imprese, in maniera pragmatica, concreta ed orientata alla soddisfazione dei bisogni reali degli individui e delle organizzazioni, contribuendo così alla massima valorizzazione del patrimonio professionale, esperienziale ed umano presente in azienda. Il nostro team è composto da 10 consulenti specializzati nelle diverse aree, che operano presso le due Sedi di Saronno e di Milano. VIR HR HUMAN RESOURCES – VIR ORGANIZZAZIONE www.virhr.it - www.virorganizzazione.it - [email protected] Via Parini, 1 - 21047 SARONNO (VA) - Tel. 02-9622694 - Fax 02-96198588 Via Sebastiano del Piombo, 5 - 20149 MILANO - Tel. 02-48199379 - Fax 02-48105059 Social network pro business I social network, da luogo di incontro per sviluppare relazioni tra persone, diventano anche un catalizzatore per sviluppare il business delle imprese. Ma attenzione a non improvvisare. P Nissan, Fiat, Moleskine altre azioni ad alcuni grandi marchi: è sufficente fanno “social media vedere, ad esempio, le monitoring” cioè pagine ufficiali monitorano cosa si dice di internazionali su Facebook loro in rete e se trovano di Coca Cola e Nutella. commenti negativi o dubbi Per questo sempre più il danno chiarimenti. suggerimento di chi si occupa di comunicazione è: “spazio a Facebook, Twitter e al nuovo nato Google+: solo con l’utilizzo continuo e appassionato di questi strumenti le aziende saranno capaci di attrarre più clienti e quindi più fatturato - spiega sul suo blog Enrico Porro, consulente di comunicazione tra i più attivi in rete (http://www.enricoporro.it/) e specializzato in progetti di web marketing -. In particolare, le aziende che hanno deciso di investire HIGH TECH High Tech rima hanno cambiato il modo di relazionarsi tra ragazzi, poi hanno fatto riscoprire i vecchi amici agli adulti, poi hanno cominciato a diventare un metodo alternativo per ricevere le notizie. Ora, quello che viene definito web 2.0 e i siti di “social networking”, quelli che cioè creano su internet una rete sociale, sono diventati una realtà così concreta da non poter essere ignorati anche a livello professionale. Facebook, Twitter, You Tube, Vimeo, Linkedin, Fiendfeed, Netlog, Myspace, il nuovissimo Google+: questi sono solo alcuni dei social network noti ed utilizzati in Italia. I primi tre, in particolare, hanno creato una vera e propria rivoluzione informativa: a giugno 2011 Facebook in Italia ha toccato il traguardo dei 20 milioni di account (erano 18 milioni a gennaio, 15 nel Una recente ricerca spiega come due internauti 2010 - fonte: osservatorio europei su tre verifichino su internet la bontà del Facebook, Vincosblog), su Twitter proprio acquisto prima di procedere. ormai ci sono i customer care delle principali aziende di telefonia, You sul commercio elettronico, dovranno fare in modo di attivare Tube è ormai diventato il canale televisivo delle giovani questa tipologia di vendita anche sulle reti sociali, con la generazioni. convinzione che, oggi, il mercato ha piantato le tende (e le L’uso che i navigatori fanno di questi siti è non solo ludico: “Una recente ricerca spiega come due internauti europei bancarelle) anche lì, sui Social Network”. Non è tutto così semplice, però: si tratta di mezzi delicati, su tre verifichino su internet la bontà del proprio acquisto che se usati male possono fare seri danni all’azienda. Il prima di procedere - spiega Luca Mascaro, esperto di utilizzo aziendale del web e socio di Sketchin, azienda di peggiore errore in assoluto è: “Mentire - spiega senza mezzi termini Mascaro -. Perchè in internet è facilissimo consulenza aziendale con sede ticinese, specializzata farsi scoprire: e se gli utenti si rendono conto nell’usabilità e nello sfruttamento di internet come mezzo di dell’esagerazione o dello sbaglio, non si può fare niente comunicazione -. Con mezzi sempre più sofisticati: prima si limitava a cercare recensioni del prodotto, ora per bloccare il linciaggio mediatico”. In compenso, per chi crede intensamente nel proprio prodotto: “L'opportunità più domanda direttamente in rete. Un pericolo, ma anche una grande è quella di comunicare oltre la comunicazione grande opportunità per intercettare umori e “dominarli”, tradizionale - conclude Mascaro - con questi mezzi è tant’è vero che ci sono aziende come Nissan, Fiat, possibile infatti far conoscere veramente il valore dei Moleskine, che fanno “social media monitoring” cioè prodotti, discutendo ‘one to one’, a tu per tu con l'utente monitorano cosa si dice di loro in rete e se trovano finale”. commenti negativi o dubbi che li riguardano danno Il rischio insito nei social network sembra perciò pari alle chiarimenti”. Il successo di questi siti ha imposto queste e Anno XII - n.6/2011 - VARESEFOCUS 23 High Tech HIGH TECH loro opportunità: e, in fondo, non tutti i social network sono nati al di fuori di una logica produttiva. Uno dei più conosciuti, Linkedin, è nato infatti ad uso specificamente professionale: da anni fa da collettore aggiornato di curriculum provenienti da tutto il mondo e da connettore internazionale di Non è tutto così collaborazioni mirate. semplice, però: si “Linkedin, per le persone che tratta di mezzi lavorano per le aziende è delicati, che se usati importante perché crea una male possono fare rete, ed è perfettamente in seri danni all’azienda. linea con il cambiamento di modello nei rapporti professionali tra individui - spiega Giacomo Buonanno, preside del corso di ingegneria gestionale all’Università Liuc -. Il rapporto di lavoro tra dipendente e azienda, nel nuovo mercato, tende a essere svolto nello sviluppare una propria competenza: i dipendenti diventano una sorta di “consulenti fissi” per l'organizzazione per cui lavorano. In quest'ottica per ognuno è importante creare una rete di competenze e relazioni per portare avanti il proprio compito: e Linkedin aiuta a farlo” Stefania Radman Processi da governare. L’opinione di Luca Conti Aziende e social network non sono mondi incompatibili, ma hanno bisogno di essere governati. Come? L’opinione di Luca Conti, autore di “Fare business con facebook” e “Comunicare con twitter”, nonchè curatore della collana di Hoepli “Web & Marketing 2.0”, ha un blog del Sole 24 ore e scrive dell’argomento su Nova 24. Quali sono i rischi, e quali sono le opportunità per le aziende nell'utilizzo dei social network? Il rischio è di entrare in una dinamica fuori controllo: se non sei una azienda aperta alle critiche e hai prodotti con difficoltà, o se lo stai facendo solo per moda, essere sui social network senza consapevolezza può risultare un boomerang. Prima di entrarci ci vuole una strategia, e si deve agire consapevoli dei pro e dei contro. L’opportunità più grande, invece, è poter avere per la prima volta un contatto con i propri clienti diretto e spontaneo: è molto utile per migliorarsi, fidelizzare e avere una idea precisa di quale percezione abbia il mercato della propria azienda. A questo si aggiunge il fatto che i social network sono a basso costo, se confrontati con altre forme di comunicazione o promozione. Anche se non sono gratis. A basso costo ma alto impegno, si può dire? Sì. Costano in termini di tempo, lavoro e apprendimento, oltre che di coinvolgimento. Non si possono aprire e richiudere senza danni, insomma. La partecipazione deve essere continua nel tempo, se si vogliono ottenere risultati positivi. Sennò è il solito boomerang... Come per tutti i mezzi usati senza consapevolezza e pianificazione. Ci sono social network più o meno adatti a una azienda? Per dire: bene Linkedin e male Facebook, niente Google Plus ma sì You Tube? Linkedin è ottimo per il recruitment. Facebook per coinvolgere i propri clienti con una pagina ufficiale, google plus è troppo acerbo ancora, Youtube è ottimo se si è capaci di comunicare con i video. Ogni network può aggiungere qualcosa, dipende dagli obiettivi e dal proprio business. Lavorare con i social network è un affare solo per multinazionali o è accessibile anche alle piccole o medie aziende? Le aziende più grandi spesso arrivano per prime perché sono meglio strutturate, ma i piccoli possono usare i social network come leva, per competere allo stesso livello dei grandi. Di esempi in merito ce ne sono tanti. Come si deve comportare l'azienda con i dipendenti e i social network? Paga di più impedire o lasciare? E’ arrivato il momento di regolamentare Facebook? Il punto è interessante: bloccare tutto comincia a non valere più la pena: sarebbe come non dare telefono o email ai dipendenti perché “distraggono”. Impedirne la consultazione è un gesto anacronistico: meglio pensare a una policy, che limita senza bloccare, suggerisce come usarli senza proibire, incentiva ma limita i potenziali problemi di immagine che il dipendente può dare quando parla sui suoi profili personali Dei consigli, per questa policy, si possono già dare? Certo che si può. Suggerisco: aprire i social network in alcune ore del giorno, come nella pausa pranzo e a inizio e fine giornata, invitando i dipendenti a partecipare alla vita dei social network dell'azienda. Con alcune accortezze, tipo: non rivelare dati riservati e comportarsi in linea con l’immagine aziendale in ogni contesto pubblico: compreso il social network. Ma offrendo, insieme a questi limiti, la possibilità di twittare, bloggare eccetera. Anche sul sito dell’ azienda, magari, specie se il ruolo del dipendente è pubblico: come manager, persone del settore comunicazione, Ceo, Top management in generale. Più sono attivi meglio è. (S.R.) 24 VARESEFOCUS - Anno XII - n.6/2011 COSTUME Costume Mediazione civile Giustizia “alternativa” La mediazione è l’attività, comunque denominata, svolta da un terzo imparziale e finalizzata ad assistere due o più soggetti sia nella ricerca di un accordo amichevole per la composizione di una controversia, sia nella formulazione di una proposta per la risoluzione della stessa. L’ input arriva nel 2008 dall’Unione Europea con la Direttiva sulla mediazione che ha l’obiettivo di regolare le controversie transfrontaliere tra gli stati membri per facilitare le attività dei cittadini e delle imprese. La Direttiva inoltre incoraggia gli Stati membri a spingersi oltre, se lo desiderano, nella convinzione che la risoluzione alternativa delle controversie o ADR (Alternative Dispute Resolution) sia il metodo migliore per risolvere molti dei problemi legati all’accesso alla Giustizia per i cittadini e per le imprese di tutta l’Europa. Il legislatore italiano, tra i primi in Europa, ha scelto di applicare la Direttiva europea anche in ambito nazionale con l’obiettivo primario di ridurre il numero di cause in ingresso nel sistema Giustizia e alleggerire il carico di lavoro dei Tribunali che sta paralizzando la giustizia civile, offrendo ai cittadini uno strumento efficace con enormi vantaggi in termini di tempi e di costi. L’arretrato in materia civile ammonta a 5,6 milioni di cause pendenti. Il Ministero della Giustizia ha calcolato che con la mediazione si potrebbe ridurre l’arretrato di circa la metà in 5 anni con una previsione di 280.000 procedimenti di mediazione civile e commerciale stimati nei primi 12 mesi dall’entrata in vigore delle norme che la rendono obbligatoria per determinate materie. Al 30 aprile 2011 sono stati 1.336 i procedimenti civili definiti con mediazione su quasi 6.000 tra quelli iniziali e 26 VARESEFOCUS - Anno XII - n.6/2011 quelli iscritti dal 21 marzo 2011, giorno dell’entrata in vigore della condizione di procedibilità. Di questi 1.336 solo 304 si sono conclusi positivamente. Il dato però è fortemente influenzato dalle mancate comparizioni della controparte al procedimento di mediazione. Il tasso di successo, infatti, sale al 71% in caso di partecipazione di tutte e due le parti. In Italia, secondo il rapporto della Banca Mondiale sull’efficienza della giustizia civile, nel quale noi figuriamo al 157° posto su 183 Paesi, basterebbe un tasso di successo della mediazione del 4% per ottenere risparmi di tempo e del 28% per avere risparmi anche sui costi rispetto all’ipotesi di ricorrere direttamente al tribunale. Sembrerebbe quindi necessario incentivare la diffusione della mediazione per offrire ai cittadini e alle imprese vantaggi in termini di tempi e costi. Ma c’è di più. Al giorno d’oggi la vita è conflittuale, c’è un abbassamento della soglia di tolleranza e un aumento delle liti. In tribunale l’oggetto del conflitto perde importanza a vantaggio della rivalità esasperata. La mediazione invece aiuterebbe a sviluppare una nuova cultura delle relazioni interpersonali diminuendo così la conflittualità, a formare un nuovo modo di pensare basato sul rispetto delle persone, a trovare soluzioni creative insegnando a trattare con gli “altri”. Inoltre la mediazione permette alle parti di mantenere, una volta risolta la lite, le loro relazioni di natura commerciale o personale, di ristabilire relazioni compromesse e porre le basi per nuovi tipi di rapporto. Il vantaggio di non compromettere le relazioni preesistenti è per la Confindustria un elemento fondamentale nei rapporti tra le imprese, che, per loro natura, sono destinati a durare nel tempo. Confindustria è infatti favorevole a promuovere la mediazione e considera il principio di obbligatorietà essenziale per favorirne la diffusione, soprattutto nella fase iniziale, e deflazionare il carico dei tribunali la cui lentezza sta penalizzando la competitività del paese. Così si legge nel documento “Scenari economici” del Centro Studi Confindustria del giugno 2011, che prosegue dando indicazioni per ottenere il successo della mediazione che “a lungo andare, è comunque legato alla professionalità e all’affidabilità che sapranno garantire gli organismi di formazione dei mediatori e i mediatori stessi. È dunque necessario che il Ministero della Giustizia verifichi adeguatamente la competenza di questi soggetti. Questo però non basta. Affinché la mediazione obbligatoria si imponga è anche necessario che si realizzi un vero e proprio cambiamento di mentalità rispetto al tradizionale approccio conflittuale al processo da parte di tutti i soggetti coinvolti e in particolare della classe forense. Un cambiamento verso un nuovo modello più moderno e liberale del sistema giustizia.” I Paesi anglosassoni, ormai da decenni, adottano metodi ADR per la risoluzione delle controversie con tassi di successo molto elevati: dall’80 al 90% di soluzioni positive in tempi brevissimi (massimo 2 mesi). Anche il rispetto degli accordi è molto elevato poiché conviene ad entrambe le parti. In questi Paesi il ricorso al tribunale è sempre l’ultima spiaggia. I problemi vengono di solito prevenuti con consulenze legali e clausole contrattuali che prevedono ex-ante le conseguenze di eventuali inadempienze contrattuali, rendendo in tal modo quasi sempre superfluo il ricorso alla giustizia. OBBLIGATORIETA’ E MATERIE Dal 20 marzo 2011, per determinate materie, è obbligatorio ricorrere alla mediazione prima di poter iniziare un processo. La mediazione obbligatoria riguarda: Diritti reali, Divisione, Successioni ereditarie, Patti di famiglia, Locazione, Comodato, Affitto di aziende, Risarcimento dei danni derivanti da responsabilità medica, Risarcimento dei danni derivanti da stampa o altro mezzo di pubblicità, Contratti assicurativi, Contratti bancari e Contratti finanziari. L’obbligatorietà per queste materie è “condizione di procedibilità” cioè non è possibile andare direttamente in giudizio se prima non si è tentata la via della composizione amichevole della controversia. Ci sono altre 2 materie previste dal legislatore la cui obbligatorietà verrà introdotta a partire dal 20 marzo 2012 e riguardano il Condominio e i Danni derivanti dalla circolazione di veicoli e natanti. La mediazione facoltativa o delegata dal giudice è invece utilizzabile dal 20 marzo 2010 per qualunque controversia civile e commerciale. COSTUME Costume ITER Chiunque può accedere alla mediazione per la conciliazione di una controversia civile e commerciale vertente su diritti disponibili. La domanda di mediazione deve essere presentata presso uno degli organismi accreditati dal Ministero della Giustizia (l’elenco è disponibile sul sito www.giustizia.it) e deve indicare l’organismo prescelto, le parti, l’oggetto della pretesa e le relative ragioni. In caso di più domande, la mediazione si svolgerà davanti all’organismo presso cui è stata presentata la prima domanda. Dal momento del deposito della domanda di mediazione, l’organismo ha 15 giorni di tempo per scegliere un mediatore e fissare il primo incontro tra le parti. La domanda e la data del primo incontro devono essere comunicate all’altra parte con ogni mezzo idoneo ad assicurarne la ricezione. Se il convenuto non si presenta il mediatore redige il verbale di fallimento del Spese di mediazione L’importo delle spese dovute agli organismi pubblici è indicato nella tabella A allegata al decreto ministeriale n. 180 del 2010 VALORE LITE SPESA PER CIASCUNA PARTE Fino a € 1.000: da €1.001 a € 5.000: da € 5.001 a € 10.000: da € 10.001 a € 25.000: da € 25.001 a € 50.000: da € 50.001 a € 250.000: da € 250.001 a € 500.000: da € 500.001 a € 2.500.000: da € 2.500.001 a € 5.000.000: oltre € 5.000.000: € € € € € € € € € € 65; 130; 240; 360; 600; 1.000; 2.000; 3.800; 5.200; 9.200. Gli organismi di mediazione in provincia • Prontiaconciliare s.r.l. - Registrazione n. 136 • Me.Co. mediazione-conciliazione Srl - Registrazione n. 153 • Organismo di conciliazione forense di Varese - Registrazione n. 174 • Società in accomandita semplice B & B Professione Mediatore Registrazione n. 358 • Organismo Forense di Conciliazione - Registrazione n. 387 • Servizio di Conciliazione della Camera di Commercio di Varese Registrazione n. 399 Anno XII - n.6/2011 - VARESEFOCUS 27 COSTUME Costume tentativo. La mediazione si ritiene conclusa e, in caso di condizione di procedibilità per la materia del contendere, si potrà proseguire con il giudizio ordinario. Dalla mancata partecipazione senza giustificazione al procedimento di mediazione, il giudice può trarre elementi di prova nel successivo giudizio. In caso di avviata mediazione, il mediatore può organizzare uno o più incontri con lo scopo di assistere le parti nella ricerca di un accordo. Il mediatore rimane comunque privo del potere di rendere giudizi o decisioni vincolanti per le parti. Il procedimento di mediazione deve concludersi in 4 mesi. Se è raggiunto un accordo amichevole il mediatore redige il processo verbale, al quale è allegato il testo dell’accordo, che deve essere sottoscritto dalle parti. Il verbale di accordo può essere omologato dal giudice su richiesta di una parte e diventare titolo esecutivo. Nel caso di mancato accordo il mediatore può formulare una proposta di risoluzione della lite (obbligatoria nel caso sia richiesta congiuntamente dalle parti). Le parti sono libere di accettare o rifiutare la proposta ma in caso di rifiuto, in un successivo giudizio, la parte che ha rifiutato la proposta dovrà pagare le spese processuali anche in caso di vittoria, quando il contenuto della sentenza del giudice corrisponde a quello della proposta. RISERVATEZZA Le dichiarazioni rese e le informazioni date dalle parti durante il procedimento di mediazione sono riservate. L’obbligo di riservatezza vale anche per le dichiarazioni e le informazioni date in seduta privata da una parte nei confronti dell’altra. Tutte le informazioni riservate non possono essere utilizzate in giudizio e il mediatore non può essere tenuto a deporre sul loro contenuto. COSTI L’indennità da corrispondere agli organismi di mediazione comprende le spese di avvio del procedimento e le spese di mediazione. Le spese dovute da ciascuna parte agli organismi pubblici sono stabilite dal decreto del Ministero della Giustizia sulla base di scaglioni definiti dal valore della lite: da 65 a 9.200 euro per le liti con valore oltre i 5 milioni di euro. Gli importi minimi per ciascun scaglione di riferimento sono derogabili. Gli organismi privati possono stabilire importi diversi che sono comunque soggetti ad approvazione da parte del Ministero della Giustizia. Gli importi adottati dagli organismi sono soggetti a riduzione/aumento a seconda delle caratteristiche e dell’andamento del procedimento di mediazione. Il legislatore, inoltre, ha determinato in 40 euro l’importo dovuto da ciascuna parte per le spese di avvio La mediazione è gratuita per i soggetti che nel processo beneficiano del gratuito patrocinio. AGEVOLAZIONI FISCALI Alle parti che corrispondono l’indennità agli organismi di mediazione è riconosciuto un credito di imposta fino a concorrenza di 500 euro in caso di successo della mediazione, 250 euro nel caso di insuccesso. Il verbale di accordo è esente dall’imposta di registro sino alla concorrenza del valore di 50.000 euro. Laura Bardelli La giustizia più veloce accelera l’economia “I tempi lunghi e incerti della giustizia civile italiana penalizzano la competitività del Paese, riducono la fede nel rispetto dei contratti, scoraggiano gli investimenti, anche dall’estero, e la stessa crescita dimensionale delle imprese. La rimozione di questo ostacolo può dare un forte impulso allo sviluppo.” Così termina la presentazione dello studio del Centro Studi Confindustria, Scenari Economici, di giugno 2011. Il direttore Luca Paolazzi parla della riforma della giustizia e snocciola dati: 533 giorni necessari nel 2008 per la definizione di un processo civile di primo grado mettendo l’Italia in testa per la durata dei processi; 1.210 giorni per risolvere una controversia commerciale con un costo pari al 30% del suo valore contro 331 giorni e 17% in Francia; 2.842.668 domande di procedimenti civili di primo grado giunte nel 2008 (meno di 300.000 le domande nel Regno Unito); esplosione del numero degli avvocati iscritti agli albi. Nel documento si stima una crescita del PIL italiano dello 0,3% più alta se la durata dei processi fosse analoga a quella della Francia. In sostanza se la giustizia è lenta, ha sostenuto Paolazzi sul Il Sole 24 Ore, “viene meno la certezza del rispetto degli obblighi contrattuali e i tribunali cessano di essere i luoghi dove si fanno valere le proprie ragioni e diventano il fortino in cui si rifugia chi ha torto e vuole far desistere la controparte, fiaccandola con oneri gravosi e sproporzionati rispetto all’oggetto del contendere”. E ancora, parlando dell’elevato ricorso ai tribunali in Italia rispetto agli altri Paesi, correlato all’esplosione del numero di avvocati: “la loro parcella dipende proprio dalla complessità della causa e quindi dalla sua durata, e non da quanto veloci sono a portarla a termine e con quale risultato per il cliente”. Nel documento viene quindi individuata una serie di azioni necessarie per migliorare il sistema giustizia in Italia, ”per una giustizia civile degna di un paese civile”. (L.B.) 28 VARESEFOCUS - Anno XII - n.6/2011 Il parere degli operatori del diritto COSTUME Costume Abbiamo domandato ai presidenti dei due Tribunali di Varese e di Busto Arsizio, nonché ai presidenti dei rispettivi Ordini degli avvocati, una valutazione sulla novità legislativa della mediazione civile. Emilio Curtò, presidente Tribunale Varese: “L’esperienza non incoraggia previsioni ottimistiche”. Ritiene che l’introduzione della mediazione contribuirà a snellire l’attività dei tribunali? L’esperienza del passato non sembra incoraggiare previsioni entusiastiche sugli effetti deflattivi sperati dal legislatore; il tentativo obbligatorio di conciliazione, lontano parente della mediazione, previsto un tempo per il processo lavoristico e tuttora per particolari controversie, ha dato risultati complessivamente modesti. Ciò non toglie, però, che la nuova mediazione, se correttamente interpretata e soprattutto se condivisa dagli operatori giudiziari che ne sapranno cogliere la convenienza, potrebbe avere migliore fortuna. Da quando è entrato in vigore l’istituto della mediazione avete già potuto misurare una diminuzione delle nuove cause civili? Il calo c’è stato, ma potrebbe essere solo apparente perché dipendente dal momentaneo stop imposto per certi tipi di controversie, ad esempio in materia locatizia e di diritti reali, per le quali la mediazione è una condizione per potere proporre una causa davanti al giudice. Un primo bilancio potrà essere fatto tra qualche tempo, magari a fine anno, quando saranno noti i numeri delle mediazioni conclusesi con un accordo. L’accesa litigiosità sembra essere una caratteristica intrinseca degli italiani. Pensa che la mediazione riuscirà a cambiare questo atteggiamento? Il cittadino italiano, tra quelli dell’Unione Europea, è il più litigioso, favorito dalle troppe leggi e dalle norme non sempre chiare, dall’eccessivo numero di avvocati e, paradossalmente, dalla stessa lentezza della giustizia, che incoraggia gli abusi del processo e consente ai debitori riottosi di “finanziarsi” a basso costo a scapito del creditore, intraprendendo cause inutili o resistendo in giudizio senza valide ragioni. La mediazione converrà a chi non ha voglia di perdere tempo o a chi ha interesse a non interrompere, per fatto giudiziario, un rapporto commerciale, magari collaudato. Alla lunga, se sarà colta come una opportunità, la mediazione potrebbe incidere in senso positivo sulla nostra mentalità di ostinati causidici. Sergio Martelli, presidente Ordine Avvocati del foro di Varese: “Varese all’avanguardia nel costituire organismo di mediazione”. L’ex Ministro Alfano ha accolto la richiesta di introdurre l'assistenza tecnica necessaria degli avvocati nei procedimenti di mediazione. Cosa ne pensa? L'ex Ministro della Giustizia ha riconosciuto la necessità dell'assistenza tecnica dell'avvocato nella mediazione perchè la tutela dei diritti e degli interessi legittimi, costituzionalmente garantita, è un cardine della stessa democrazia che non può essere trascurato. Anzi è un valore che va salvaguardato ad ogni costo. In tale ambito la funzione sociale dell'avvocato, svolta per il fine di giustizia, non può essere esclusa dalla delicatissima fase della mediazione. Bisognerebbe spiegare ai cittadini a quali rischi vanno incontro, se non adeguatamente consigliati, quando dispongono dei loro beni. Gli avvocati chiedono l'eliminazione dell'obbligatorietà che è stata introdotta per favorire la diffusione della mediazione. In quale altro modo ritiene possibile incentivare il nuovo istituto? L'obbligatorietà della mediazione come fase pregiudiziale per una serie numerosa di materie è un evidente segno di sfiducia nella libera capacità, di avvocati e giudici, di raggiungere un accordo stragiudiziale, oppure nel corso di un processo in cui si è avuto modo di approfondire le posizioni delle parti, in origine apparentemente inconciliabili. Il sistema della mediazione così com'é attualmente, non garantisce un elevato numero di soluzioni prima del processo. La finalità smaccatamente deflattiva della mediazione rende l'istituto poco credibile. Occorrerebbe invece incentivarlo culturalmente, prima che con l'imposizione e le sanzioni, accentuandone la terzietà e la professionalità, che allo Anno XII - n.6/2011 - VARESEFOCUS 29 COSTUME Costume stato sono ancora da verificare sul campo e che le attuali norme non garantiscono. Occorrerà che gli Ordini non solo costituiscano gli Organismi di Conciliazione (ed a Varese siamo stati all'avanguardia), ma che, soprattutto, formino gli iscritti perchè operino fattivamente nelle mediazioni, preparando la categoria a questa nuova sfida sociale ed economica. Va anche detto che la mediazione non è l'unico sistema per risolvere le controversie; esistono altre possibilità, come la negoziazione assistita, che si stanno diffondendo e per le quali verrà presto chiesta una adeguata regolamentazione normativa. Quali caratteristiche dovrebbe avere un buon mediatore civile? Non esiste la ricetta per creare il buon mediatore civile. All'inizio dell'esperienza dell'Organismo di Conciliazione costituito presso l'Ordine degli Avvocati di Varese posso dire che le caratteristiche vincenti, visto l'alto numero di domande di mediazione finora pervenute, sono la professionalità (che non è solo efficienza o rapidità), la forte motivazione sociale dei colleghi mediatori, la rinuncia alla ricerca del guadagno individuale, il coordinamento con gli altri analoghi organismi presso gli Ordini degli Avvocati (165 in Italia), per garantire un sistema il più possibile omogeneo e improntato alle finalità culturali che si intendono perseguire. Del resto a Varese un coordinamento tra la Camera di Commercio ed alcuni Ordini professionali si occupava di mediazione prima che il legislatore la imponesse. Antonino Mazzeo, presidente Tribunale Busto Arsizio: “Se funziona lo scopriremo tra un anno” Il Tribunale di Busto Arsizio è al centro dell’area più densamente popolata del Varesotto quanto a persone e imprese. Ritiene che la mediazione civile potrà alleggerire il carico giudiziario? Dare un giudizio su quanto lo strumento della mediazione civile possa alleggerire il lavoro dei nostri uffici è ancora prematuro. Certo, ci auguriamo che l’impatto sia consistente, ma per comprendere l’entità e fare un primo bilancio bisognerà aspettare almeno un anno. Le prime cause arriveranno tra qualche mese e poi bisogna attendere il pronunciamento della Corte Costituzionale sull’obbligatorietà del ricorso alla mediazione civile per alcune fattispecie, che l’Ordine degli Avvocati vorrebbe invece facoltativo. Sono tutte variabili che devono essere prese in considerazione per avere un quadro completo e reale delle conseguenze. Solo l’esperienza ci può dire quanto lo strumento sia 30 VARESEFOCUS - Anno XII - n.6/2011 efficace. Vi sono dei settori nei quali vi aspettate un maggiore ricorso al nuovo istituto? Se rimarrà l’obbligatorietà c’è tutta la serie di contenziosi riguardanti la responsabilità professionale, gli incidenti stradali, le liti condominiali. Per quanto riguarda il ricorso facoltativo alla mediazione civile ci aspettiamo che le parti scelgano questa strada nelle liti dal valore economico più basso, quelle in cui le cifre non giustificano la strada degli alti costi processuali. Quanto potrà incidere la mediazione civile nel contenere i tempi della Giustizia? Cosa si dovrebbe fare ancora? Se funzionerà la mediazione potrà fare molto per la velocità della Giustizia Civile. Come dicevo prima, però, ciò dipenderà molto dalla prova sul campo. Di certo, comunque, per ottenere tempi sempre più rapidi la riforma della Giustizia deve puntare su due strade fondamentalmente: da un lato bisogna garantire ai tribunali un potenziamento degli organici, sia per quanto riguarda i magistrati, sia per ciò che concerne il personale amministrativo; dall’altro c’è bisogno di una razionalizzazione della geografia della Giustizia attraverso l’eliminazione delle sezioni distaccate, al di sotto di un certo numero di magistrati. Quelle con meno di dieci, con magari sette o otto, sono incompatibili con un normale funzionamento, danno vita a uno spreco di risorse e vanno, inoltre, a scapito della professionalità e della specializzazione degli stessi magistrati. Andrea Buffoni, presidente Ordine Avvocati del foro di Busto Arsizio: “Nella legge, un eccesso di delega” Gli avvocati hanno manifestato delle critiche sul provvedimento che riguarda la mediazione. Quali? Le critiche avanzate non sono pregiudiziali all’Istituto della mediazione - che tra l’altro nasce da Direttiva europea disattesa per molti anni - ma derivano da una riforma per così dire all’italiana. E cioè con la prevalente motivazione della “rottamazione della giustizia civile”, ritenendo con essa di eliminarne il mostruoso e incivile ritardo. Il che non è, stante la sua obbligatorietà (l’Italia è l’unico Paese dove la mediazione civile è obbligatoria), che di fatto crea ulteriore grado di giudizio. L’ex Ministro della Giustizia Alfano sembra aver dato delle risposte alle vostre riserve. Le condividete? All’ex Ministro Alfano, nell’Assise del Congresso Nazionale Forense di Genova, l’Avvocatura aveva proposto modifiche, disposta a collaborare: in primis l’abolizione della “obbligatorietà” in quanto non contemplata dalla delega al Governo (da qui i ricorsi per “eccesso di delega”) e la previsione della difesa tecnica a tutela dei cittadini e delle parti più deboli anche mediante il (non previsto nella normativa) “gratuito patrocinio”. L’ex Ministro Alfano, nonostante alcune aperture verbali, non ha però sin qui dato concretamente seguito, forse perché impegnato su altri temi. Nella tradizione di altri Paesi la mediazione funziona da tempo con buoni risultati. Sarà così anche in Italia? Non conosco le statistiche degli altri Paesi, constato però che in Italia, guarda caso, sono nati come funghi Organismi di conciliazione i più disparati da parte di enti, associazioni e quant’altro sia nella fase della cosiddetta formazione dei mediatori, accreditati dal Ministero con grande generosità. Per quanto riguarda il Consiglio dell’Ordine di Busto Arsizio, in aderenza a quanto deliberato dal Consiglio nazionale Forense, abbiamo ritenuto di istituire un Organismo di Conciliazione con sede presso il Tribunale varando un “Regolamento attuativo”, approvato dal Ministro, che tiene conto di quanto sopra esplicitato, che ha iniziato a funzionare ed i cui risultati saranno da verificare nel tempo. COSTUME Costume Bilancio di responsabilità sociale: esperienza pilota al Tribunale di Varese Migliorare l’efficienza degli uffici giudiziari? “Il Tribunale di Varese – dichiara il suo Presidente Emilio Curtò – ha in atto da alcuni anni un progetto che coinvolge tutti gli uffici per il progressivo smaltimento degli arretrati.” Ma non ci si ferma qui. Il Tribunale di Varese ha presentato quest’anno il Bilancio di Responsabilità Sociale(BRS) preventivo 2011. Solitamente, sia da parte delle imprese, sia da parte delle amministrazioni pubbliche, si è soliti presentare il BRS consuntivo. Un’iniziativa pregevole, intendiamoci, ma un bilancio preventivo richiede più coraggio perchè ci si prende degli impegni con il territorio. E se, a fine anno, come si conta di fare, verrà presentato il consuntivo, si tratterà del primo caso in Italia in tutta l’amministrazione della Giustizia. Grande aspettativa, dunque, nei confronti di questo Tribunale, anche perchè le best practices ricavabili dall’esperienza varesina potrebbero essere riutilizzate per molti altri fori in quanto quello di Varese ha una dimensione in linea con quella media del paese. Si tratta di una attività non isolata, appartenente ad un progetto di riorganizzazione dei processi lavorativi degli uffici giudiziari denominato “Innovagiustizia”. Nato con il patrocinio della Regione Lombardia e con l’utilizzo del Fondo Sociale Europeo, allo scopo di realizzare un processo di change management all’interno di sette sedi giudiziarie lombarde: Milano, Brescia, Monza, Varese, Cremona, Lecco, Crema. L’introduzione del modello del BRS nel Tribunale di Varese si propone di raggiungere i seguenti obiettivi: - miglioramento organizzativo, mediante recupero dell’efficienza e utilizzo ottimale delle risorse a disposizione; - miglioramento di processo, cioè snellimento delle procedure, semplificazione burocratica e diminuzione dell’utilizzo di documenti cartacei; - miglioramento dell’informatizzazione, cioè diffusione della trasmissione telematica dei dati tra Tribunale ed utenti; - miglioramento della infrastruttura logistica, per aumentare la fruibilità dell’accesso alle strutture del Tribunale. (M.L.) Anno XII - n.6/2011 - VARESEFOCUS 31 ENERGICAMENTE BUSINESS COME ACCENDERE LA TUA AZIENDA DIPENDE ANCHE DA TE. NUMERO VERDE 800-771100 WWW.CARIPARMA.IT A P E RT I A L T U O M O N D O . MESSAGGIO PROMOZIONALE. TASSI E CONDIZIONI ECONOMICHE APPLICATE AL PRESENTE SERVIZIO SONO RIPORTATI NEI FOGLI INFORMATIVI DISPONIBILI IN FILIALE. COSTUME Costume Le rivoluzioni di Whirlpool Il racconto di un tour giornalistico alle radici della multinazionale a cento anni dalla sua nascita. Veduta di Chicago Pierre Ley e Marco Giovannelli uando Lou Upton perse il suo impiego nel 1910, come compenso gli venne offerto di portarsi via dall’ufficio quello che voleva. Scelse di non prendere nulla di “fisico”. Non gli interessavano mobili, attrezzature o suppellettili dell’azienda fallita, ma si portò via un brevetto, un “sogno” al quale intendeva dare vita. Era quello di una lavatrice a manovella, che lui pensava di poter dotare di un motore elettrico; rappresentava solo un’idea, un valore intangibile, ma in qualche anno lo proiettò al primo posto tra i giganti planetari dell’industria degli elettrodomestici. La forza della Whirlpool nasce dal valore dell’innovazione, delle idee e delle persone che le interpretano. Ad oggi questi valori rimangono immutati. Come immutati sono rimasti i settemila chilometri di distanza tra Comerio e Benton Harbor dove Whirlpool ha i propri quartier generali di tutta Europa, Stati Uniti e dell’intera Corporation. Le due cittadine si specchiano entrambi sull’acqua. Gli statunitensi sorriderebbero di fronte a questa affermazione perché il lago Michigan ha una superficie attraverso quattro stati: Illinois, Indiana, Michigan e di 58.000 km quadrati. Quello di Varese, con i suoi Ohio; quattro città: Chicago, Benton Harbor, Greenville 14,5, a confronto appare poco più che una bacinella. e Clyde; tre notti in altrettante diverse strutture. Eppure, ognuno di loro ha il proprio fascino. Stendhal, A comporre il team di giornalisti c’erano una cinese, arrivato in cima a una collina, guardando dall’alto lo quattro indiane, tre francesi, un italiano, cinque spettacolo fino al Monte Rosa ne restò incantato, e brasiliani, un guatemalteco, due argentini. Con loro poi scrisse di aver visto uno dei panorami più belli del tre americane dello staff e Pierre Ley dell’ufficio stampa mondo. Chi entra tutte le mattine a lavorare a Comerio della direzione europea di Whirlpool. vede quello scenario dalla parte Una vera Babele di lingue ed esperienze. opposta, ma la meraviglia è la Una vera immersione alla scoperta delle Quando Lou Upton perse il stessa. origini e delle ragioni che fanno di suo impiego nel 1910, come Con queste emozioni abbiamo Whirlpool una delle aziende più compenso gli venne offerto di importanti al mondo in fatto di superato l’oceano per andare a portarsi via dall’ufficio quello raccontare la Whirlpool vista da innovazione. che voleva. Scelse di non dentro. La Corporation ha invitato Lo abbiamo raccontato tutto in un blog su prendere nulla di “fisico”. Si alcuni giornalisti di tutto il mondo Varesenews, aggiornato quasi sempre in portò via un brevetto. a visitare i luoghi della propria tempo reale. storia iniziata cento anni fa. Come spesso capita, la storia della nascita L’international media tour è stato di una azienda ha qualcosa di epico. Lou un vero viaggio lungo 554 miglia (882 chilometri) Upton, suo fratello Fred e lo zio Emory iniziarono a Q Anno XII - n.6/2011 - VARESEFOCUS 33 COSTUME Costume In queste e nelle pagine seguenti, immagini del tour tra gli stabilimenti Whirlpool negli Usa Lou Upton, suo fratello Fred e lo zio Emory iniziarono a produrre i primi pezzi di quelle che sarebbero diventate le lavatrici elettriche l’11 novembre del 1911 a Benton Harbor nel Michigan. produrre i primi pezzi di quelle che sarebbero diventate le lavatrici elettriche l’11 novembre del 1911 a Benton Harbor nel Michigan. Un prodotto che, da lì a qualche anno, avrebbe rivoluzionato la vita delle donne liberandone tanto tempo, come racconta con maestria anche Mario Calabresi nel suo ultimo libro “Cosa tiene accese le stelle”. La lavatrice è uno dei prodotti che rende orgogliosi i 17.500 lavoratori della Whirlpool negli Stati Uniti, e in particolare gli oltre 3.000 di Clyde dove si produce un esemplare ogni quattro secondi. L’international media tour si è concluso proprio all’interno di quella 34 VARESEFOCUS - Anno XII - n.6/2011 imponente fabbrica Ancora oggi la lavatrice grande più di è uno dei prodotti che cinquanta campi da rende orgogliosi i calcio in fila. 17.500 lavoratori della Quattro giorni prima Whirlpool negli Stati eravamo partiti dal Uniti, e in particolare cuore di Chicago con gli oltre 3.000 di Clyde una serata informale al dove si produce un “World of Whirlpool”. esemplare ogni quattro Lou Upton aveva secondi. iniziato da poco la sua nuova attività quando vennero posate le prime pietre dell’attuale Reid Murdoch Center. Il “padre” della futura corporation non poteva pensare che da lì a 99 anni, il 9 novembre del 2010, la torretta e una parte di quel palazzo storico sarebbero diventate la vetrina dei suoi futuri prodotti. La struttura un tempo era un deposito di prodotti alimentari, da lì è possibile ammirare una delle zone più suggestive della città. La costruzione è proprio sul fiume che attraversa il centro, e in ogni direzione sono i grattacieli a far da protagonisti. Nel tour i protagonisti invece sono le persone che lavorano in Whirlpool a vario titolo. “In cento anni abbiamo avuto solo sei presidenti, questo è un chiaro segno che crediamo in valori condivisi. Un secolo di crescita, e noi continuiamo a innovare e a cambiare per restare i primi”. Jeff Noel, responsabile delle comunicazioni interne ed esterne, ha aperto così il suo incontro con i giornalisti al “World of Whirlpool” a Chicago. Un sistema di valori e di marchi consolidati, una distribuzione curata in ogni aspetto e una cura del rapporto tra costi e ricavi sono le ricette del successo. Un’azienda che ha saputo valorizzare l’esperienza di grandi imprenditori come Lou Upton e FL Maytag negli Stati Uniti, Miguel Etchenique in America Latina e Giovanni Borghi e Gottob Bauknecht in Europa. Una tappa fondamentale del tour è stata poi Benton Harbor, il mitico quartier generale, dove si sono tenuti diversi incontri al massimo livello a partire da Jeff Fettig. Con lui erano previsti quarantacinque minuti e il presidente li ha rispettati accogliendo i giornalisti. Il numero uno della Corporation si è detto sicuro che il punto fondamentale per la crescita di Whirlpool sia l’innovazione. Occhi azzurri profondi, solo per un attimo ha accennato un sorriso. Non si è perso niente di quanto successo nella “executive dining room”. Ha osservato e ascoltato con attenzione. Per lui la presenza di tanti giornalisti da ogni luogo del mondo è un fatto importante. Al termine dell’incontro il presidente ha preso in mano il libro di Nancy Tennant Snyder “Unleashing innovation”, letteralmente “scatenando l’innovazione” e lo ha regalato a Samidha, una giovane giornalista indiana. “Best wishes”, con gli “auguri migliori” sono le parole che ha scelto per la sua dedica. Una scena spontanea dalle chiare tinte simboliche. Uno dei manager più potenti del pianeta, di una delle multinazionali più importanti, ha passato l’emblema del successo, grazie al coraggio del cambiamento, a una giovane donna di un paese emergente, che per Whirlpool acquista sempre maggiore importanza. Jeff Fettig è ai vertici della corporation dal 2004. Prendere il posto di David Withwam, presidente per diciassette anni, e passato alla storia come l’uomo che aveva avviato una vera rivoluzione nell’azienda, non era facile. In più ci si mise una pesante crisi economica con i prezzi delle materie prime che crescevano a due cifre. Fettig però dimostrò una forte visione del futuro incentivando l’internazionalizzazione di Whirlpool, scelta che si rivelò vincente. Quando il presidente ha sentito parlare di Varese si è illuminato perché ha vissuto per un periodo a Luvinate, proprio a due passi dal campo da golf, una delle sue passioni. “L’innovazione riguarda tutti i nostri lavoratori che siano operai alla produzione, come quelli di Cassinetta, impiegati o manager di Comerio. Valorizziamo le idee e le proposte di tutti sia che arrivino da In cento anni solo sei momenti formali che presidenti, un chiaro informali”. Per Jeff segno che l’azienda Fettig di fronte alla crede in valori “stella polare” della condivisi. Un secolo di sua azione fa poca crescita, e Whirlpool differenza la classe continua a innovare e a sociale o lo status dei cambiare per restare la lavoratori. Tutti prima. possono essere importanti. Un’idea su cui, la sera prima si era soffermata a lungo Nancy Tennant, vicepresidente e vera anima delle strategie in materia di innovazione. “Nel 1999 il presidente David R.Withwam mi chiamò nel suo ufficio chiedendomi una nuova strategia di crescita fondata sull’innovazione. Aveva le idee molto chiare perché sosteneva che questa sarebbe dovuta arrivare da tutti e in ogni tipo di lavoro”. Lei oggi va in giro per il mondo a raccontare la storia del più radicale cambiamento di un’azienda. “Allora si pensava che l’innovazione fosse affare di pochi e l’intuizione del nostro presidente veniva considerata una cosa inaudita. Invece fu l’idea migliore e vincente. Allora nei negozi c’era un muro di bianco con gli elettrodomestici tutti uguali. Andava cambiato e Anno XII - n.6/2011 RUBRICHE Costume - VARESEFOCUS 35 Costume RUBRICHE “Fantascienza” industriale. Progetti dove la cucina diventa il centro della vita della casa, ma senza pensare agli spazi tradizionali. Fornelli con a fianco la connessione a Internet e oggetti parlanti. Spazi dove la socialità, quella reale e quella virtuale, è considerata l’anima della casa. in fretta”. Da allora di strada ne è stata fatta, e Whirlpool è una delle azienda che punta di più sull’innovazione. “Questa per noi, - continua Nancy Tennant - deve avere tre requisiti. Deve essere unica e significativa. Deve creare un vantaggio reale e competitivo e da ultimo deve essere talmente nuova che il consumatore sia disposto a pagare qualcosa in più per avere quel prodotto. La percezione di cosa sia l’innovazione è cambiata negli ultimi anni. Noi siamo orgogliosi di avere rivoluzionato le regole del gioco, poi la crisi ci ha un po’ distratti, ma riprenderemo a lavorare ancor di più in quella direzione. Ci siamo resi conto che avevamo un linguaggio comune tra noi, ma con interpretazioni diverse. Decidemmo così di introdurre nuovi concetti condividendoli tra noi e applicandoli in tutte le regioni. Un altro punto importante, visti i nuovi mercati, è che l’innovazione non deve essere cara. Può essere pensata e agita anche per le masse con materiali low tecnology introducendo prodotti entry level che permettano a una fetta di popolazione, che non avrebbe potuto mai acquistarne, di averli. Questa innovazione richiede la stessa inventiva e competenza, Il viaggio in un instant book Un blog che racconta “I cento anni della Whirlpool” diventa un “diario di viaggio”. Da qui l’idea di un instant book che tiene insieme tradizione (la carta) e innovazione (internet). Un chiaro segno di un’epoca che cammina spedita verso i cambiamenti. 36 VARESEFOCUS - Anno XII - n.6/2011 e forse è ancora più difficile da sviluppare”. Una visione che mette al centro i processi aziendali senza necessariamente pensare alla scoperta di prodotti che rivoluzionino il mercato. “Un’innovazione che non sia fatta solo di oggetti come l’iPod, ma anche di piccoli cambiamenti incrementali che non cambiano radicalmente la vita, ma migliorano il risultato finale”. A questo riguardo un grande fascino viene dalla visita negli uffici e laboratori dove si lavora al design. “L’automobile - spiega Richard Gresens, responsabile del Global Consumer Design - ha fatto scuola e il prodotto non è più solo un fattore funzionale, ma un elemento sempre più emozionale. Whirlpool sta così centrando l’attenzione verso questo cambiamento. C’è attenzione alle culture e agli stili e lavoriamo sul design sensoriale, per dare risposte alla intuitiva usabilità”. L’ultima parte della visita è dedicata alla “fantascienza” industriale. Progetti dove la cucina diventa il centro della vita della casa, ma senza pensare agli spazi tradizionali. Fornelli con a fianco la connessione a Internet e oggetti parlanti. Spazi dove la socialità, quella reale e quella virtuale, è considerata l’anima della casa. Marco Giovannelli www.whirlpool.com THE WHIRLPOOL REVOLUTIONS When Lou Upton lost his job in 1910, to compensate, his employers said that he could take anything he wanted from the office. He decided not to take any “material” goods away and opted for a patent instead. On November 11th 1911 in Benton Harbor, Michigan Lou Upton, his brother Fred and his uncle Emory began to produce the first parts for what would later become electric washing machines. To this day, the washing machine is still one of the products which Whirlpool's 17,500 employees in the United States are proud of. This is particularly true for the over 3,000 Clyde employees who manufacture one every four seconds. This article is the fruit of journalistic research into the multinational's beginnings some one hundred years ago. UNIVERSITA’ Università Cattaneo Due lauree in una, la scommessa della LIUC Grazie al programma per il doppio titolo, attivo dal 2008 presso l’Università castellanzese, è possibile conseguire contemporaneamente la laurea in Italia e in un paese straniero. L a mobilità degli studenti all’estero è una delle carenze storiche delle università italiane, un po’ per l’approccio culturale che ha a lungo contraddistinto il nostro sistema scolastico, e in gran parte anche a causa delle complicazioni burocratiche e delle difficoltà di interazione a cui sono andati incontro per molto tempo gli studenti che decidevano di tentare l’avventura in altri paesi. Negli ultimi anni, per fortuna, le cose sono cambiate, grazie alle iniziative di alcuni atenei italiani che hanno agito in direzione della semplificazione e della collaborazione con le omologhe strutture estere, spianando la strada a scambi internazionali assai proficui dal punto di vista culturale e professionale. Tra le università più attive in questo campo c’è senza dubbio la LIUC di Castellanza: l’ateneo intitolato a Carlo Cattaneo si distingue infatti per una serie di progetti dedicati alle relazioni con l’estero, dai programmi Erasmus alle Summer e Winter Schools, dagli stage all’estero ai progetti “freemover”. Nel 2008 l’offerta della LIUC si è poi arricchita con il programma per il doppio titolo di laurea, che consente agli studenti di trascorrere un intero anno accademico in un ateneo estero, con l’obiettivo di conseguire, oltre al titolo italiano, anche quello del paese prescelto. Una possibilità che naturalmente esisteva anche in passato, ma era condizionata da mille ostacoli: le divergenze tra i piani di studi, la scarsa comunicazione tra gli uffici universitari, le complesse pratiche burocratiche da completare. Oggi le cose sono decisamente più facili, grazie alla partnership tra la LIUC e una serie di istituti universitari stranieri: la University of Kent e la Robert Gordon University di Aberdeen in Gran Bretagna, la Universidad de Belgrano in Argentina, La Trobe University in Australia, il Management Center di Innsbruck in Austria, Il doppio titolo di laurea consente agli studenti di trascorrere un anno accademico in un ateneo estero, con l’obiettivo di conseguire, oltre al titolo italiano, anche quello del paese prescelto. l’Université Catholique de Lille-Ieseg in Francia, l’Universitatea Babes-Bolyai di Cluj-Napoca in Romania e la Florida International University degli Stati Uniti. Per prendere parte al programma, attivo al momento nelle facoltà di Economia e di Ingegneria, è sufficiente aderire all’apposito bando pubblicato ogni anno nel mese di marzo; la partecipazione è aperta agli studenti del terzo anno di laurea triennale e a quelli del primo anno di laurea magistrale. Tra settembre e ottobre viene pubblicato il bando integrativo, che mette a disposizione i posti rimasti liberi; nel frattempo, l’Ufficio Relazioni Internazionali organizza una serie di incontri per informare gli studenti interessati sulle università partner. Chi aspira a un anno di studi all’estero deve inoltre sottoporsi a un test linguistico, per valutare la conoscenza della lingua prescelta (sono a disposizione anche corsi integrativi di lingua inglese) e, una volta chiuso il bando, a un colloquio motivazionale che lo indirizzerà verso la destinazione più adeguata. Il piano di studi viene naturalmente definito prima della partenza e, se completato, consente allo studente di conseguire il titolo estero, in genere contemporaneamente al diploma di laurea italiano. Il notevole successo dell’iniziativa nei suoi primi tre anni di vita si può misurare dal numero di adesioni: gli studenti stranieri coinvolti nel progetto di doppio titolo di laurea magistrale sono stati ad oggi 25 e si preparano ad arrivare Anno XII - n.6/2011 - VARESEFOCUS 37 UNIVERSITA’ Università Cattaneo altri 10. Gli studenti LIUC coinvolti sono I doppi titoli funzionano se c'è un ritorno in Italia non ho avuto nessun ottimo lavoro di squadra non solo problema a recuperare i pochi esami stati invece 30 e si preparano a partire altri 16. La destinazione preferita è al tra tutti gli uffici - i servizi Relazioni che mi mancavano. Credo sia stata momento il Regno Unito, a seguire la internazionali, Segreteria studenti, una tappa fondamentale anche dal Francia, l’Argentina, l’Australia e la Diritto allo studio e Placement - ma punto di vista professionale: dopo la Romania, ma i primi studenti sono in anche tra i docenti che elaborano i laurea ho ricevuto molte richieste da partenza per i nuovi accordi in Austria e piani studi e seguono gli studenti aziende interessate proprio al mio negli Stati Uniti. percorso internazionale, e durante i durante il percorso. Tra chi ha completato il progetto di colloqui ho sempre riscontrato molto doppio titolo c’è anche Alessia Pisani, interesse su questo tema”. laureatasi in Economia Aziendale nel 2010 a Castellanza “Avere il doppio titolo sul curriculum è davvero un plus e, nello stesso periodo, anche presso l’Université Catholique importante” conferma Mattia De Bernardi, laureatosi a dicembre del 2010 in Ingegneria Gestionale alla LIUC e di Lille: “È stata davvero un’esperienza importante commenta la laureata dell’Università Carlo Cattaneo - ci alla University of Kent, che aggiunge: “È stato un anno tenevo a studiare all’estero e il risultato è stato ancora decisamente positivo, certo ho compiuto un percorso migliore di quanto mi aspettassi. Devo dire che sia gli uffici leggermente diverso dai colleghi di Castellanza, ma in della LIUC, sia quelli dell’università francese sono stati compenso mi sono specializzato su altri temi, e ho sempre a disposizione per superare qualsiasi tipo di imparato l’inglese come non sarei mai riuscito a fare in ostacolo: del resto, era il primo anno in cui il progetto altro modo. In più ho acquisito importanti competenze veniva attivato, perciò da parte di tutti c’è sempre stato un tecniche grazie a una serie di attività pratiche che in Italia grande desiderio di migliorarsi e di limare le eventuali spesso vengono trascurate, e che invece si stanno difficoltà”. Attenzione però al luogo comune che descrive i rivelando molto utili anche nel mio lavoro”. corsi di laurea all’estero come più facili di quelli in Italia: “I doppi titoli sono progetti impegnativi, non solo per gli “Non è assolutamente così - dice Alessia Pisani - anzi, mi studenti ma anche per le università partner” - commenta sono trovata di fronte a un programma ferreo e a Fiona Hunter, responsabile del servizio Relazioni scadenze molto precise. Ciò nonostante, il piano di studio internazionali dell’Università - “Richiedono molta attenzione e collaborazione e possono funzionare solo se era stato pianificato molto accuratamente e dunque al La LIUC scala le classifiche nazionali sulla qualità L’Università Carlo Cattaneo – LIUC avanza nelle graduatorie degli atenei italiani. Non importa quale sia la rivista o l’istituzione che l’abbia stilata. Sia le classifiche di Campus, sia di Repubblica, sia di Almalaurea fanno registrare balzi in avanti importanti rispetto ai già lusinghieri piazzamenti degli anni scorsi. Il mensile Campus ha assegnato alla LIUC un punteggio di 99,94 che le è valso il terzo posto sul totale delle Università considerate (prima vengono solo l’Università Bocconi di Milano e la LUISS di Roma). Un balzo in avanti di non poco conto rispetto al quinto posto di un anno fa. Risultato trainato soprattutto dalla voce “Strutture” nella quale, secondo la rivista, la LIUC non ha quasi rivali in Italia: primo posto al pari dell’Università di Bolzano, dell’Università per Stranieri di Siena e dello IULM di Milano. Nella Grande Guida dell’Università del quotidiano Repubblica, invece, la LIUC ottiene il secondo posto tra le università non statali per quanto riguarda la Facoltà di Economia, che l’anno scorso si era piazzata terza. Stesso miglioramento, dal secondo al terzo posto, per la Facoltà di Giurisprudenza. A superare la LIUC sono rispettivamente solo l’Università LUISS (per Economia) e l’Università di Siena (per gli studi in legge). Nessun piazzamento per la Facoltà d’Ingegneria Gestionale, che non è stata presa in considerazione per mancanza di competitor. Come dire: non c’è gara perché non ci sono concorrenti tra gli atenei privati. Positiva anche la fotografia che emerge dai dati di Almalaurea, il consorzio che raggruppa 64 università italiane, sia pubbliche, sia private. Uno per tutti lo scatto fatto sulla Facoltà di Economia che sforna laureati con un’età media di 25,2 anni, contro la media nazionale di 26,3 e con una percentuale di occupazione a tre anni dalla laurea del 94,6%, il secondo miglior dato registrato nel Paese. Tempi rapidi anche per gli studi in Ingegneria Gestionale: alla LIUC la laurea magistrale arriva dopo 2,3 anni contro la media nazionale di 2,7. Con l’occupazione garantita dopo una ricerca di appena 3,3 mesi. 38 VARESEFOCUS - Anno XII - n.6/2011 c'è la volontà da parte di tutti i coinvolti di farli funzionare e se c'è un ottimo lavoro di squadra non solo tra tutti gli uffici - i servizi Relazioni internazionali, Segreteria studenti, Diritto allo studio e Placement - ma anche tra i docenti che elaborano i piani studi e seguono gli studenti durante il percorso. Bisogna lavorare sempre con uno spirito di apertura e flessibilità per imparare nuovi approcci e innovare i propri metodi di lavoro. E' così che il grosso impegno viene ripagato in termini di soddisfazione e crescita professionale per tutte le persone coinvolte. Con questo bagaglio di esperienze stiamo contattando altre università partner per elaborare nuovi doppi titoli e per permettere a un maggior numero di studenti di partecipare a questi progetti.” Eugenio Peralta UNIVERSITA’ Università Cattaneo Il Master MAPI al via nel segno dell’innovazione Ha preso il via alla LIUC, nel segno dell’innovazione, la nuova edizione del master in Management della Piccola e Media Impresa - MAPI, da quest’anno rinnovato e rilanciato grazie alla stretta collaborazione del Comitato Piccola Industria di Confindustria. La lezione inaugurale si era svolta prima delle vacanze estive: un’occasione per conoscersi tra studenti e docenti e per “dare il là” alla nuova configurazione del master incentrato, come detto, sull’innovazione nelle piccole e medie imprese. “Questo evento - ha spiegato il Rettore della LIUC, Andrea Taroni - intende mettere a fuoco il tema dell'innovazione, di particolare interesse per le PMI del territorio e di tutto il paese. Gli imprenditori devono avere il coraggio di innovare per reagire alla crisi. Puntare sui giovani e sulla formazione è senza dubbio uno strumento efficace per perseguire l’obiettivo in maniera coerente e ponderata. In questo senso, il MAPI si presenta come una proposta vincente, anche in virtù dello stretto rapporto con Piccola Industria di Confindustria e con una formula, quella delle lezioni concentrate in una settimana intensiva al mese, che tiene conto delle esigenze lavorative dei partecipanti”. “Non c’è solo l’innovazione legata alla ricerca tecnologica e l’innovazione di prodotto - ha osservato Alberto Testa, presidente del Comitato Piccolo Industria dell’Unione Industriali varesina - Non c’è solo l’immagine della grande industria che insegue continui nuovi spunti di crescita e competitività. In Italia c’è tutta un’innovazione che non solo sfugge alla percezione dell’opinione pubblica, ma anche a quella ben più attenta delle statistiche e dei numeri. È l’innovazione che ogni giorno viene portata avanti nei capannoni e negli stabilimenti delle piccole e medie imprese. Dove anche i piccoli accorgimenti che velocizzano un passaggio del processo produttivo, dove un’informale riunione tra collaboratori su un preciso aspetto del lavoro, possono portare ad un miglioramento. Un qualcosa di nuovo e, dunque, di innovativo, a vantaggio della competitività di un’azienda”. Valter Lazzari sarà il nuovo Rettore dal 1° novembre Cambio della guardia ai vertici dell’Università Carlo Cattaneo - LIUC. Il consiglio di amministrazione dell’Università ha designato il nuovo Rettore per il biennio 2011- 2013 nella persona del professor Valter Lazzari, attuale Preside della Facoltà di Economia. Il professor Lazzari succederà al professor Andrea Taroni, che ricopre la carica di Rettore dal 2007. L’avvicendamento avrà luogo il prossimo 1° novembre. Valter Lazzari è nato a Piacenza nel1963. Si è laureato in Economia all’Università Bocconi di Milano nel 1987 ed ha conseguito nel 1990 il M.A. e nel 1993 il Ph.D. in Economia presso la University of Washington negli Stati Uniti. Dal 2000 è professore ordinario di Economia degli Intermediari Finanziari all’Università Carlo Cattaneo - LIUC di Castellanza, ove ricopre dal 2006 anche la carica di Preside della Facoltà di Economia. Dal 1996 è anche docente di Banking and Finance presso la SDA Bocconi di Milano, ove ricopre dal 2004 la carica di Direttore del Master in Business Administration (MBA). In precedenza è stato ricercatore (1994-1998) e professore associato presso l’Università Bocconi di Milano (1998-2000), ove ha promosso e coordinato il Ph.D. in Economics and Business (1996-2002) e il Master in Quantitative Finance and Insurance (1999-2000). E’ stato anche visiting professor di Finanza Aziendale presso l’Università della Svizzera Italiana a Lugano (1998), docente presso la University of Washington di Seattle, WA, USA (1989-1992) e consulente economico per Assonime in materia di governance e mercati finanziari. E’ autore di numerosi saggi, articoli, libri in materia di economia, finanza e credito. Ha esperienza di amministratore indipendente e di membro di comitati di investimento in società quotate e intermediari finanziari. Anno XII - n.6/2011 - VARESEFOCUS 39 UNIVERSITA’ Università Cattaneo Carlo Cattaneo e l’Ipposidra Donato alla LIUC il disegno originale del progetto della “ferrovia delle barche”. L’ Università di Castellanza ha avuto in donazione un documento prezioso. Si tratta del disegno originale del 40 VARESEFOCUS - Anno XII - n.6/2011 progetto di Carlo Cattaneo relativo all’Ipposidra, un progetto che testimonia il poliedrico ingegno del grande pensatore lombardo che è stato, al tempo stesso, uomo d’azione e al quale, proprio per la sua attitudine a coniugare lo studio con il fare, di dedicarsi cioè ad un sapere pratico, i fondatori dell’Università di Castellanza, ossia gli imprenditori industriali della provincia di Varese, decisero vent’anni or sono di intitolare l’Ateneo. Con il termine Ipposidra, che prende il nome dai termini greci utilizzati per cavallo e acqua, si intende una ferrovia particolare, inaugurata nel 1858 e adibita al trasporto delle barche utilizzando cavalli. Essa congiungeva via terra le due località di Tornavento (frazione di Lonate Pozzolo) e di Sesto Calende, entrambe sulla riva lombarda del Ticino, nel tratto in cui il fiume non era navigabile. Le barche provenienti da Milano attraverso il Naviglio Grande venivano caricate a Tornavento su carri trainati da cavalli che percorrevano una via ferrata a binari realizzata nella brughiera. Giunte a Sesto Calende, venivano nuovamente calate in acqua. I trasporti fluviali lungo il Ticino e i canali derivati, si sa, sono sempre stati un vanto del ducato di Milano. Da Sesto Calende a Tornavento, con il favore della corrente, si impiegavano 90 minuti e da Tornavento a Milano 8-9 ore. In senso inverso, andando controcorrente, si formavano convogli di barche che venivano trainate da cavalli lungo le sponde. Prima della costruzione della strada alzaia, da Milano a Tornavento occorrevano 15 giorni. In seguito, ne occorsero solo 3, ma il tratto da Tornavento a Sesto Calende continuava a presentare grandi problemi per la forte pendenza e le numerose rapide. Così Carlo Cattaneo, che era anche studioso di trasporti, progettò un sistema che prevedeva un percorso a terra, su strada ferrata a trazione animale. L'opera venne realizzata con il concorso di notabili della zona. Nel 1844 venne costituita la Società che arrivò a contare 84 soci. Il preventivo di investimento fu di quasi 1.700.000 lire austriache, pari a oltre 7 miliardi attuali. Il primo esperimento di traino fu eseguito il 9 febbraio 1858. Dopo soli 7 anni di attività, nel 1865, quest’opera, per ingegno unica in Europa, fu sostituita dalle linee ferroviarie Arona-Novara e Milano-Sesto Calende, che vennero utilizzate anche per il traffico merci e che sottrassero quindi molto carico alla navigazione fluviale. Sia a Tornavento, sia a Sesto Calende, esistono tuttora le tracce degli scivoli lungo i quali le imbarcazioni venivano trainate in superficie e calate in acqua. Nella brughiera, tra le due località, esistono poi tracce dei ponti costruiti in mattoni, sui quali erano stati posti i binari della strada ferrata laddove era necessario superare gli avallamenti del terreno, soprattutto in presenza dei vari corsi d’acqua che attraversano la boscaglia. Il disegno originale del progetto di ipposidra è stato donato all’Università Carlo Cattaneo dalla Signora Antonella Candiani. Mauro Luoni Anno XII - n.6/2011 UNIVERSITA’ Università Cattaneo - VARESEFOCUS 41 FORMAZIONE Formazione Una formazione attiva, al volo e blended Terza tappa del viaggio di Varesefocus nel mondo della formazione interna alle imprese, attraverso tutti i settori e, si può ben dire, le idee creative. Iniziative per valorizzare le risorse: interne ed esterne, giovani o meno. Con lo sguardo proiettato al futuro. Lo sviluppo di questo percorso nell’ottica del miglioramento continuo, inserito nel ciclo di Deming dei sistemi di gestione (PLAN, DO, CHECK, ACT), ha portato al passo successivo: l’integrazione delle competenze di leadership con attività di “Coaching”. Nel 2008 è stato promosso, infatti, un nuovo progetto chiamato B4S (Behave For Safety) con l'obiettivo di ATTIVAMENTE HUNTSMAN supportare le attività aziendali, sviluppando nuovi Nel mercato internazionale della chimica, il marchio strumenti per accrescere le competenze di gestione EHS. Huntsman è da sempre considerato un'eccellenza. Come? Con una sorta di videogioco interattivo - C.A.R.E: L'azienda, operando in un settore delicato, accanto Computer Assisted Risk Assessment - in cui il all'attività produttiva ha da sempre sviluppato una protagonista è proiettato virtualmente nel proprio ambito sensibilità e progetti per proteggere l'ambiente e la di lavoro (gli ambienti sono ricostruiti fedelmente) dove salute e garantire la sicurezza. Iniziative che puntano deve eseguire le sue normali attività di routine. Un soprattutto (ma non solo, naturalmente) sulla formazione. addestratore in tutto e per tutto che insegna, in primis, Obiettivo: creare competenze a tutti i livelli e, in ad attivare strumenti di prevenzione come l’uso dei particolare, a quelli manageriali. A questo scopo, nello dispositivi di sicurezza, la pulizia dei luoghi di lavoro, stabilimento varesino di Ternate è stato sviluppato un accanto alle regole più generali. E, come in un vero percorso ad hoc finalizzato videogame, ad ogni comportamento all’ampliamento delle competenze insicuro, vengono attribuite delle Una sorta di videogioco: gestionali e di leadership in campo EHSQ penalità. Lo strumento ha riscosso un ad ogni comportamento (Environmental Health Safety and Quality; grande successo non solo in termini di insicuro, vengono attribuite coinvolgimento ma anche di risultati cioè, relative ad ambiente, salute, sicurezza e qualità) attraverso metodologie delle penalità. tangibili e viene, quindi, usato con buoni innovative e con la collaborazione di frutti per l’addestramento dei neoassunti. insegnanti di alto livello. E' nato così il Accanto a questi obiettivi prioritari, programma battezzato, in maniera ben augurale, l’azienda sviluppa annualmente percorsi di formazione Attivamente. per sviluppare le competenze del personale a tutti i livelli Attiva - profeticamente! - è anche la risposta dei organizzativi con l’obiettivo di valorizzare al massimo le destinatari: i corsi non sono obbligatori, ma l'alta risorse umane. adesione ha portato l'azienda a valutarla come www.huntsman.com parametro positivo, inserendolo nel premio di partecipazione. I corsi, infatti, rappresentano uno SEA, UNA FORMAZIONE... AL VOLO strumento di sviluppo e crescita personale, un valore Quella dell'aeroporto è una realtà ricca e complessa: riconosciuto dai dipendenti. 42 aVARESEFOCUS - Anno XII - n.6/2011 Un invito ad assumere comportamenti green. Anche in ufficio. impresa e luogo fisico, snodo infrastrutturale ma anche meta vera e propria. Ben lo sa chi la “amministra”: per quanto riguarda gli aeroporti di Malpensa e Linate, la Sea, società presieduta dal varesino Giuseppe Bonomi. Le attività formative realizzate in e dall'aeroporto sono, di conseguenza, molteplici e studiate su misura. Difficile sintetizzarle, ma, a pochi giorni dall'inizio dell'anno scolastico, cogliamo l'occasione per parlare dell'attenzione specifica dell'azienda alle scuole, come caso esemplare di valorizzazione del territorio e delle giovani leve, attraverso iniziative formative. In particolare, un accordo con la Direzione Scolastica di Regione Lombardia ha l'obiettivo di favorire lo scambio tra territorio e realtà aeroportuale per uno sviluppo comune, non solo economico, ma anche sociale, culturale, attraverso la formazione di professionisti qualificati che rappresentino domani un bacino occupazionale. In pratica, l’avvio della riforma degli istituti tecnici, con specializzazione in trasporti e logistica, ha dato l'input ad un’iniziativa (che ha coinvolto anche Orio al Serio) in collaborazione con tre Istituti lombardi a vocazione aeronautica (l'Itis Ponti di Gallarate, l'Istituto Clerk di Milano e l'Aeronautico Locatelli di Bergamo): è stato attivato un vero e proprio percorso biennale, con ore dedicate alla logistica e alla gestione aeroportuale, insegnanti dall'aeroporto e tutor scolastici, attività in aula e direttamente sul campo. Sempre per quanto riguarda le scuole, l'attenzione della Sea si concretizza, però, su più fronti, sempre in collaborazione con le istituzioni scolastiche territoriali: si va dalle visite guidate in aeroporto (solo per fornire un dato: nell'anno scolastico 2010/2011 hanno aderito 21 istituti, 77 classi per oltre 2.000 ragazzi), alle attività di orientamento, ai tirocini brevi per gli studenti delle classi terze e quarte di istituti scolastici con indirizzo informatico. Iniziativa sui generis e particolarmente innovativa è, poi, quella recente rivolta ai ragazzi dei comuni della “cintura” di Malpensa, per finanziare i corsi di recupero per gli studenti in difficoltà. Sul fronte interno, invece, le attività formative e di attenzione alle risorse umane sono numerose. Per citare un recente progetto, la campagna Energy S(e)aving è nata proprio con l'obiettivo di sensibilizzare i dipendenti (ma anche i cittadini, con una serie di iniziative che escono dall'aeroporto) ad assumere comportamenti green di risparmio energetico e rispetto ambientale con suggerimenti e buone pratiche per la vita d'ufficio. Simpatica l'idea della maglietta-gadget che invita simbolicamente a rinunciare alla cravatta in cambio di un innalzamento della temperatura del condizionatore. FORMAZIONE Formazione www.seamilano.eu Anno XII - n.6/2011 - VARESEFOCUS 43 FORMAZIONE Formazione Momenti di insegnamento tenuti dai “sommi capi”. Tra questi, Bracken Darrell. IN WHIRLPOOL LA FORMAZIONE SI FA BLENDED Virtuale e reale. Là dove il mondo della casa e della tradizione incontra il massimo dell'evoluzione e dell'alta tecnologia - cioè nel regno degli elettrodomestici di qualità “griffati” Whirlpool - le iniziative formative sono perfettamente in linea: blended. Ovvero miste, rappresentate, cioè, dall'incontro di una forma di apprendimento più classica (in soldoni: ore di lezione in aula) e di una modernissima attività di e-learning. Quest'ultima con evidenti potenzialità in termini di apprendimento “a distanza”. In più - innovazione nell'innovazione - il plus dell'iniziativa Whirlpool è che i momenti di insegnamento vero e proprio sono tenuti dai “sommi capi” dell'azienda, che smessi i panni della dirigenza, vestono quelli da docenti, raccontando (e raccontandosi) agli “studenti”- dipendenti la propria attività. Anche la seconda parte, quella propriamente di e-learning, vanta una docenza eccellente e sui generis: il programma si chiama Harvard Manage Mentor e prevede contenuti attinti appunto direttamente dall'Università di Harvard, sinonimo riconosciuto di alta qualità. Duecentodieci le persone coinvolte quest'anno nell'attività formativa, distribuite in vari insediamenti europei. Obiettivi mirati: migliorare gli skills manageriali, ampliare la capacità di leadership, migliorare i risultati dell'engagement, supportare il modello di leadership. Nell'ambito del programma, gli “studenti” possono scegliere tra oltre trenta corsi ma il focus è concentrato su cinque: Coaching, Leading & Motivating, Managing Upwards, Strategy Execution, Change Management. Facile indovinare in che lingua siano tenuti! La prima sessione ha visto in aula sessanta dipendenti di Comerio e Cassinetta ed è stata condotta, dal presidente Whirlpool EMEA ed Executive Vice President Whirlpool Corporation Bracken Darrell in persona. Ottimo anche il riscontro dei partecipanti, che hanno apprezzato gli interventi, sia come fonte di ispirazione al cambiamento e miglioramento, sia in termini di applicabilità pratica dei contenuti trattati. Silvia Giovannini www.whirlpool.it L’Orientagiovani a Varese punta sul settore metalmeccanico Come ogni anno, con le prime settimane di scuola, torna Orientagiovani, l’iniziativa del Sistema Confindustria per promuovere tra gli studenti le opportunità offerte dall’industria manifatturiera. La Giornata Nazionale si terrà quest’anno l’11 ottobre a Milano, con un evento promosso da Confindustria, Assolombarda e Federchimica all’Hangar Bicocca per valorizzare il contributo che il settore offre non solo in termini di qualità della vita per la collettività, ma anche di occasioni di carriera e studio per i più giovani. Sul territorio varesino l’Orientagiovani vedrà come protagonista il settore metalmeccanico. A ridosso dell’evento nazionale di Milano, infatti, sarà presentato il progetto “Generazione di Industria”, promosso dai Gruppi merceologici delle imprese “Meccaniche” e “Siderurgiche, Metallurgiche e Fonderie” dell’Unione degli Industriali della Provincia di Varese. L’obiettivo è quello di dare il via a un programma di attività pluriennali in grado di coinvolgere da una parte le imprese del settore, dall’altra gli Itis e gli Ipsia di Luino, Varese, Gazzada Schianno, Tradate Saronno, Castellanza, Gallarate e Sesto Calende. Verranno dunque impostate collaborazioni stabili tra mondo dell’industria e quello della scuola basate sulla formazione degli studenti in stage aziendali, il coinvolgimento di rappresentanti aziendali in lezioni d’aula negli istituti e iniziative di formazione e aggiornamento del corpo docente all’interno delle stesse imprese. (D.C.) 44 VARESEFOCUS - Anno XII - n.6/2011 o e n a t t a C o l r a C à t i s r e Univ IA M O N A I O R EC EGNE DENZA ING RISPRU GIU tà che ti preepaprraofessioni. rl rsi e e p v i e n L’U imprese per le A T R E P 1 1 A 0 À 2 T I e r S b R E 0 otto V I N U edi 2 giov MO! TIA T E P TI AS test c.it / t i . c liu liu www.tamento@ 00 orien 331.572.3 tel. 0 GS12011B C U I L VITA ASSOCIATIVA Vita associativa Private Equity a misura di PMI Varese Investimenti entra nel capitale di Artexe di Caronno Pertusella, impresa protagonista dell’innovazione nell’Information and Communication Technology per il settore servizi. Quarto investimento per la holding di partecipazione costituita dall’Unione degli Industriali della Provincia di Varese e da Intesa Sanpaolo. L’obiettivo principale di Varese Investimenti è quello di sostenere lo sviluppo di Artexe soprattutto sotto il profilo dell’organizzazione commerciale e del supporto e assistenza alla clientela. Come per le altre operazioni portate avanti dalla holding di partecipazione, anche in questo caso l’intervento è suddiviso tra aumento di capitale e prestito obbligazionario, per un totale di 550.000 euro. La quota di capitale di Artexe in mano a Varese arese Investimenti ha perfezionato la sua quarta Investimenti è del 20%, e potrà crescere a seguito della operazione. La holding di conversione delle obbligazioni. Un partecipazione costituita dall’Unione rappresentante di Varese Investimenti è entrato L’intervento è suddiviso degli Industriali della Provincia di nel consiglio di amministrazione della società. Varese e da Intesa Sanpaolo è tra aumento di capitale e In occasione dell’aumento di capitale legato entrata nel capitale di Artexe, prestito obbligazionario, all’operazione, Artexe si è trasformata da un’azienda di Caronno Pertusella che per un totale di 550.000 società a responsabilità limitata a società per sviluppa soluzioni tecnologiche azioni. euro. innovative per l’accoglienza e la Artexe è in fase di sviluppo. Significativi i gestione delle attese. risultati ottenuti anche attraverso Attiva da molto tempo nel settore degli “elimina code” l’aggiudicazione delle forniture per i nuovi ospedali di tradizionali e pioniera nel campo del digital signage in Desio-Vimercate e Legnano, per l’intero network degli Italia (noto anche come segnaletica o cartellonistica Istituti Clinici di Perfezionamento di Milano e per il digitale), Artexe ha sviluppato negli ultimi anni una nuovo ospedale Sant’Anna di Como. Quest’ultima piattaforma software tecnologicamente molto avanzata realizzazione, tra l’altro, ha ricevuto di recente dal che, oltre ad indirizzare efficacemente gli utenti, Politecnico di Milano il premio per l’innovazione ICT in consente in tempo reale di ottimizzare le priorità e sanità per la sezione “Soluzioni per un miglior servizio utilizzare al meglio le risorse umane disponibili. al cittadino”. Il fatturato Artexe nel 2010 è stato di circa 1,4 milioni euro. La società impiega dodici persone oltre ai tre soci amministratori. “Con l’investimento in Artexe - ha dichiarato l’Amministratore Delegato di Varese Investimenti, Giovanni Frigieri, durante la conferenza stampa di presentazione dell’operazione - la nostra Società ha costituito un piccolo ma significativo portafoglio di partecipazioni in aziende di settori assai diversi tra loro, ma caratterizzate da un forte orientamento all’innovazione e allo sviluppo. Queste sono le caratteristiche che abbiamo da sempre sostenuto, dato che rappresentano la condizione essenziale per la crescita del sistema delle PMI e della nostra economia”. Ruggero di Maulo, Presidente di Artexe, ha V 46 VARESEFOCUS - Anno XII - n.6/2011 Gli interventi sono indirizzati al sostegno della crescita aziendale. Ad oggi, quattro investimenti: Gemelli (dispositivi antirumore per elicotteristica), Ellamp (allestimento di mezzi di trasporto), Arioli (macchine per il finissaggio tessile) e Artexe (gestione delle attese). commentato: “In uno scenario estremamente difficile, Artexe ha saputo investire sui giovani e sull’innovazione delle proprie soluzioni e servizi. In pochi anni ci siamo posizionati tra i leader in Italia per i sistemi di accoglienza e gestione delle attese di nuova generazione, e abbiamo obiettivi di crescita ambiziosi, cui l’intervento di Varese Investimenti può contribuire in modo determinante. Oltre al contributo puramente finanziario abbiamo L’obiettivo principale di Varese apprezzato lo Investimenti è quello di spirito sostenere lo sviluppo di Artexe propositivo e lo soprattutto sotto il profilo stimolo critico dell’organizzazione che caratterizzano commerciale e del supporto e un vero partner”. assistenza alla clientela. “Varese Investimenti - ha dichiarato il Presidente dell’Unione degli Industriali della Provincia di Varese, Giovanni Brugnoli - dimostra con questa quarta operazione di essersi ormai affermata come uno strumento a sostegno della crescita di un intero territorio. Quella che anni fa VITA ASSOCIATIVA Vita associativa era solo un’intuizione lungimirante, oggi è diventata una realtà parte integrante di quelle iniziative che il sistema imprenditoriale locale rappresentato dalla nostra Unione Industriali ha saputo costruire a salvaguardia della propria capacità di fare impresa. Ciò era già avvenuto sul fronte dell’istruzione con la nascita, vent’anni fa, dell’Università LIUC, sul fronte dell’energia con la creazione del Consorzio Energi.Va prima e della società di trading Espansione Srl poi, sul fronte dei mercati esteri con il Consorzio Export-Import Provex. Con Varese Investimenti siamo riusciti a creare, insieme a Intesa Sanpaolo, una nuova finanza al servizio delle Pmi”. Varese Investimenti Spa nasce su iniziativa dell’Unione degli Industriali della Provincia di Varese (che detiene il 60% del capitale) e di Intesa Sanpaolo Spa (40%) per interventi in capitale di rischio delle piccole e medie imprese della provincia. Gli interventi sono indirizzati al sostegno della crescita organica e/o per acquisizioni; ad oggi sono stati effettuati 4 investimenti: Gemelli (dispositivi antirumore per elicotteristica), Ellamp (componenti per l’allestimento di mezzi di trasporto), Arioli (macchine per il finissaggio tessile) e, appunto, Artexe. Davide Cionfrini www.univa.va.it Completati i vertici dell’Unione Industriali Durante la scorsa Assemblea Generale dell’Unione degli Industriali della Provincia di Varese (v. Varesefocus n. 5/2011) sono stati eletti, per il quadriennio 2011-2014, il nuovo presidente Giovanni Brugnoli e i due vicepresidenti Tiziano Barea e Riccardo Comerio. Successivamente, la giunta dell’Unione Industriale ha provveduto a completare la “squadra” della presidenza mediante l’elezione dei due consiglieri previsti dallo statuto associativo. Si tratta di Davide Cova e di Marco Monzeglio, ai quali il presidente Brugnoli, avvalendosi di una facoltà prevista dallo statuto, ha attribuito la qualifica di vicepresidenti. Completano il consiglio direttivo il presidente del Comitato Piccola Industria, Alberto Testa, e quello del Gruppo Giovani Imprenditori, Roberto Caironi. (D.C.) Anno XII - n.6/2011 - VARESEFOCUS 47 B R O K E R D I A S S I C U R A Z I O N I ANNI DI ESPERIENZA AL SERVIZIO DELLE IMPRESE [email protected] - WWW.ERAMOASSOCIATI.IT VIA ALBUZZI 2/B, VARESE - TEL 0332.283123 (4 LINEE R.A.) - FAX 0332.830868 VITA ASSOCIATIVA Vita associativa L’innovazione passa per l’Europa Bruxelles stanzierà nei prossimi anni 80 miliardi per progetti di Ricerca & Sviluppo. La sfida per le imprese lombarde è di coglierne le opportunità attraverso le reti d’impresa e i cluster produttivi. Antonio Tajani Il Vice Presidente della Commissione Europea, Antonio Tajani: “Dobbiamo concentrarci di più sulla ricerca applicata all’industria”. verranno offerte più dal contesto continentale che da quello domestico”, ha spiegato agli imprenditori il Presidente di Confindustria Lombardia, facendo icerca & Innovazione sono termini usati spesso riferimento ai fondi europei per l’innovazione che insieme, uniti da quell’’And’ che li vorrebbe parti di verranno messi a disposizione nei prossimi anni. A una stessa realtà”. Fin qui l’auspicata teoria. Perché, poi, profilarne il quantitativo è stato lo stesso Vice Presidente nei fatti “troppo sovente, nel nostro Paese, Ricerca e della Commissione Europea, Antonio Tajani: “Parliamo di Innovazione sono binari paralleli che non si toccano mai”. 80 miliardi per i prossimi anni fino al 2020”. Con un Da una parte la ricerca senza innovazione, quella che obiettivo su tutti: “Puntare anzitutto sulla ricerca applicata, rimane chiusa nei laboratori, senza applicazione pratica quella che incide sull’economia reale: dobbiamo spendere tempo e risorse in maniera più efficiente, con indicatori di nell’industria. Dall’altra l’innovazione senza ricerca, quella efficacia e di risultato tarati soprattutto sulla capacità di portata avanti nelle piccole e medie imprese italiane e promuove Ricerca & Sviluppo, innovazione e basata sulla “capacità di ingegnarsi” di imprenditori e collaboratori. Compartimenti stagni che competitività”. Tajani come Brugnoli, dunque. L’accento sia per quanto devono diventare uno la logica Il Presidente dell’Unione riguarda l’esponente di Bruxelles, sia per conseguenza dell’altro. Vasi Industriali, Giovanni Brugnoli: quanto riguarda il Presidente dell’Unione comunicanti di una stessa realtà. La “Ricerca e innovazione devono Industriali varesina è posto su tutto sfida è stata lanciata dal Presidente diventare parti integranti di quell’”And” in grado di “trasferire i dell’Unione degli Industriali della una stessa realtà, senza saperi tecnologici in progetti concreti Provincia di Varese, Giovanni compartimenti stagni”. nelle imprese volti a migliorare la Brugnoli, a Ispra dal Joint Research produttività”. In poche parole: Centre della Commissione Europea. “Industrializzazione del sapere”. Su questo la strada L’occasione è stata il convegno “Innovazione passaggio per indicata durante il convegno svoltosi al centro ricerche di l’Europa” organizzato da Confindustria Lombardia. Dal Ispra è quello della valorizzazione dei Cluster. A indicarla palco lo stesso Presidente degli industriali lombardi, è stato, non solo Tajani in qualità di Commissario europeo Alberto Barcella, ha denunciato il ritardo del sistema all’industria, ma lo stesso Brugnoli: “La formula della rete italiano sugli indicatori d’innovazione: “La spesa italiana in ricerca & sviluppo - è stato il primo rammarico - è ferma tra imprese deve esser utilizzata anche sul fronte della ad un valore pari solo all’1,2% del Pil”. Troppo poco. E la ricerca applicata all’innovazione. Siamo chiamati a Lombardia, pur ritagliandosi da sola, con i suoi 4 miliardi, creare quei network in grado di mettere a sistema una una quota del 21% della spesa nazionale su questo fronte, tendenza al nuovo che è comunque insita nelle nostre “rimane comunque lontana dalla vetta delle classifiche imprese”. Anche da qui passa la sfida di cogliere al continentali”. In termini di tasso di occupazione nel settore meglio le opportunità offerte dalle risorse che nei prossimi Hi-tech, ad esempio, non va oltre il 47esimo posto sulle anni verranno messe a disposizione da Bruxelles. Davide Cionfrini 244 regioni europee, è stata la denuncia di Barcella. C’è un gap da recuperare. Anche per la locomotiva www.univa.va.it industriale del Paese. “Con regole e opportunità che “R Anno XII - n.6/2011 - VARESEFOCUS 49 VITA ASSOCIATIVA Vita associativa Chimica e Gomma-Plastica le imprese rialzano la testa D a una parte il comparto dei prodotti chimici che ha subito nel 2009 una forte contrazione del fatturato (-7,7%), ma che è subito tornato a crescere già nel 2010. Dall’altro quello della gomma-plastica che, dopo la crisi, tornerà nel 2011 ai livelli di produzione raggiunti nel 2008. È questa la fotografia scattata sulle imprese varesine dei due settori da una ricerca realizzata dall’unità Business Intelligence di Centrobanca, la Corporate e Investment Bank del Gruppo UBI. Il rapporto, realizzato sondando un campione di 81 imprese del territorio, è stato presentato durante un convegno organizzato nella sede varesina della Banca Popolare di Bergamo, in collaborazione con l’Unione Industriali. Risultato: il fatturato stimato per il 2011 è di 2,5 miliardi di euro. Sia per quanto riguarda l’industria chimica, sia per quella della gomma e della plastica, le imprese stanno rialzando la testa dopo il difficile 2009, ma le prospettive per il futuro hanno contorni diversi. Per le aziende chimiche varesine si parla di “una condizione di produzione di valore”. Un dato che deve essere 50 VARESEFOCUS - Anno XII - n.6/2011 consolidato e migliorato attraverso un aumento della redditività nei prossimi anni, “unica via per continuare a restare sul mercato”. Per le attività produttive della gomma-plastica del Varesotto, invece, “nei prossimi due anni dovrebbe manifestarsi un nuovo recupero, ma nel complesso la redditività del comparto rimane modesta”. “Questa ricerca - ha commentato il Presidente dell’Unione Industriali, Giovanni Brugnoli - può rappresentare un ulteriore stimolo a proseguire, così come è già stato fatto per altri settori, sulla strada delle aggregazioni e delle reti anche per ciò che concerne la realtà della chimicafarmaceutica e della gomma-plastica. A unire tutte queste imprese è il sapere tecnologico. È su questo fattore, che dobbiamo lavorare per arrivare a una via condivisa di sviluppo”. Il senso della ricerca è dato, invece, dalle parole del Vice Presidente della Banca Popolare di Bergamo, Antonio Bulgheroni: “Siamo una Banca e un gruppo storicamente presente in questo territorio da un lato affiancando famiglie, risparmiatori e investitori, dall’altro stando accanto alle imprese offrendo prodotti e servizi, ma anche stimoli culturali e temi di dibattito. A Bergamo e a Varese vi sono le radici della nostra Banca, sono il cuore del territorio dove operiamo da oltre 140 anni e siamo consapevoli di condividere appieno le vicende che ne caratterizzano il tessuto sociale, economico e civile”. Davide Cionfrini Nuova Audi A7 Sportback. www.audi.it Audi Credit finanzia la vostra Audi. ve®ba L’ispirazione nasce da un foglio bianco. Per creare qualcosa di completamente nuovo. Consumo di carburante circuito combinato (l/100 km) da 5,1 a 8,2; emissioni CO2 (g/km) da 135 a 190. Audi Zentrum Varese Concessionaria per Varese e Provincia Viale Belforte 151 - Varese - Tel. 0332/274001 - www.audizentrumvarese.it A n d y Wa r h o l © / ® / TM T h e A n d y Wa r h o l F o u n d a t i o n f o r t h e V i s u a l A r t s , I n c . drink responsibly A N DY WA R H O L First solo gallery exhibition. Po p A r t i s b o r n . N E V E R S TO P R E A C H I N G F O R T H E S TA R S w w w. d o m p e r i g n o n . c o m Varese sotterranea Ci fecero entrare in quella galleria e poi la milizia bloccò le porte dall’esterno, non ci aprirono più se non dopo alcune ore, alla fine dei bombardamenti. TERRITORIO Territorio I rifugi antiaerei della seconda guerra mondiale. Quello sotto la collina di Villa Mirabello, bonificato a cura del Gruppo Speleologico Prealpino con il proposito di esplorare la Storia. F orse non tutti sanno che anche la città di Varese, come altre, è percorsa nel sottosuolo da una serie di ambienti la cui vista è normalmente impedita ma di cui conoscono l’esistenza e conservano il ricordo almeno le persone più anziane. E’ il caso, ad esempio, dei rifugi anti-aerei costruiti per proteggere la popolazione dai bombardamenti in occasione della Seconda Guerra Mondiale. Uno di questi cunicoli è stato recentemente bonificato dal Gruppo Speleologico Prealpino, con un duro e pesantissimo lavoro per rimuovere materiali ed attrezzature depositate all’interno delle gallerie, la pulizia delle pavimentazioni e delle scale verso l’uscita di sicurezza e l’abbattimento di opere murarie interne per rendere il percorso più agevole. Si tratta, in particolare, del rifugio sotterraneo presente sotto la collina di Villa Mirabello, il primo realizzato in Varese e costruito in tutta fretta tra l’ottobre 1943 e i primi mesi del ‘44, a cui poi ne seguirono altri. Si tratta di un tunnel in cemento armato della lunghezza di oltre 140 metri, alto poco più di due e largo tre, con due lunghe file di panche sui lati della galleria che potevano ospitare sino a 600 persone, le quali affluivano attraverso due ingressi principali dotati di pesanti porte in cemento, oltre ad un’uscita di sicurezza raggiungibile risalendo per una quindicina di metri una scala a chiocciola, sino a sbucare nella zona superiore dei Giardini Estensi. Anno XII - n.6/2011 - VARESEFOCUS 53 TERRITORIO Territorio Là sotto la cittadinanza si precipitava cercavano di calmare quelli Poi all’alba finalmente udimmo il ogni qualvolta suonava l’allarme, e le colpiti da crisi di nervi, con il rumore dei chiavistelli che avevano testimonianze dell’epoca parlano di mormorio delle donne che bloccato quelle pesanti porte e una momenti di calca e di folla impaurita. I pregavano con in mano il volta riaperte ritornammo a casa. racconti di chi ha vissuto quelle ore Così mi preparai per andare a scuola, rosario. Poi all’alba tremenede sono densi di emozione. finalmente udimmo il rumore dopo una notte insonne e di paura. Parlano dello svegliarsi di soprassalto dei chiavistelli che avevano nel cuore della notte al suono delle bloccato quelle pesanti porte sirene, la fuga precipitosa nei rifugi dove si rimaneva e una volta riaperte ritornammo a casa. Così mi rinchiusi in attesa della fine del pericolo, con il pianto di preparai per andare a scuola, dopo una notte insonne e bimbi terrorizzati e i lamenti di vecchi, donne e persone di paura; ricordo ancora bene quei drammatici spaventate. momenti, anche se ero solo una ragazzina!”. Questa è “Ci fecero entrare in quella galleria e poi la milizia la testimonianza di un’anziana donna che, durante la bloccò le porte dall’esterno, non ci aprirono più se non visita ai rifugi, ha rivissuto quei tragici momenti dopo alcune ore, alla fine dei bombardamenti, durante i raccontandoli ancora con intensa emozione agli quali sentivamo terribili boati che facevano tremare tutta speleologi che l’accompagnavano. Varese venne infatti la galleria mentre la luce andava e veniva; qualcuno bombardata varie volte, soprattutto verso la fine del andò in crisi, urlava e piangeva perché voleva scappar 1944, quando le famose “fortezze volanti” americane fuori dal bunker ma nessuno gli apriva, mentre altri colpirono gli stabilimenti dell’Aermacchi, seminando morte e distruzione su gran parte della città. Mauro Luoni Le immagini dei rifugi antiaerei di Varese sono pubblicate nel sito Internet: www.speleoprealpino.it A Saronno una mostra e un convegno su storia e attualità dell’industria Le Sale delle Nevere presso Casa Morandi a Saronno (viale Santuario), ospiteranno dal 15 al 30 ottobre 2011 una mostra dal titolo “Le industrie a Saronno tra ‘800 e ‘900: un binario tra fabbriche e ciminiere”. La mostra è il risultato di un anno di ricerca, attraverso in particolare le pratiche edilizie dell’archivio storico comunale, sulla storia delle industrie saronnesi e sul ruolo avuto dalle stesse nel contesto socio-economico dell’area. Ricerca effettuata da alcune classi di studenti dell’Istituto Arcivescovile Castelli e dell’ITC Zappa, con il coinvolgimento di alcune imprese storiche locali. Nella mostra saranno esposte immagini, documenti e manufatti di industrie che hanno reso Saronno una città fiorente tanto da dar lavoro, negli ultimi due secoli a diverse migliaia di operai ed impiegati. Per l’occasione l’Associazione Culturale Tramway emetterà un annullo postale e riprodurrà cinque cartoline con foto dell’epoca. Sarà disponibile il catalogo della mostra. Ingresso libero, con apertura tutti i giorni escluso il lunedì. In occasione della mostra si svolgerà il lunedì 17 ottobre, alle ore 17.30, presso la sede dell’Unione Industriali (via Gaudenzio Ferrari, 13), un convegno nel quale verrà ripercorso il tema della storia industriale per arrivare a trattare quello dell’attualità economica del Saronnese. (M.L.) 54 VARESEFOCUS - Anno XII - n.6/2011 www.intesasanpaolo.com Sosteniamo chi crede nell’ambiente. FINANZIAMENTI ECOCREDITO Soluzioni di finanziamento economiche e flessibili, dedicate in modo specifico agli investimenti in energia pulita e in risorse sostenibili, effettuati da famiglie, professionisti, imprese ed enti che scelgono la tutela dell’ambiente. Messaggio Pubblicitario con finalità promozionale. Per le condizioni contrattuali consultare i Fogli informativi a disposizione in Filiale e sul sito internet della Banca. La concessione del finanziamento è soggetta alla valutazione della Banca. TERRITORIO Territorio Macchine, invenzioni (ed errori) di Leonardo Roberto Vasconi, disegnatore meccanico di Varano Borghi, costruisce per hobby le “macchine leonardesche” e ne rivela i difetti. nche Leonardo commetteva degli errori. IN CAMION A MOSCA 35 modelli in scala Nel corso di una festa tenutasi nella sala seguendo alla lettera le Delle macchine progettate dal grande toscano, Vasconi conosce tutti i segreti e a verde del Castello Sforzesco di Milano ai (rare) indicazioni del volte ne scopre addirittura i difetti: “Già tempi di Ludovico Il Moro e riferita dal Maestro: come l’uomo allora esisteva lo spionaggio industriale tra sovrintendente Antonio Monti in un libro del di Vitruvio, l’ala i vari committenti e Leonardo si 1931, il genio di Vinci creò sul palcoscenico battente, l’inclinometro. preoccupava di non far capire come il una volta raffigurante il Paradiso con astri, prototipo effettivamente funzionasse. A divinità e angeli e al culmine fece issare un volte ci scherzava sopra, forniva dati sbagliati in un foglio bambino vero, nudo e verniciato d’oro. Voleva stupire gli per correggerli in un altro. E non sempre le sue invenzioni invitati ma il risultato fu che il bimbo, gravemente avevano la riprova scientifica. Secondo lui era sufficiente ustionato, morì di lì a poco fra atroci spasimi. che il paracadute avesse ‘un padiglione di panno lino Infortuni professionali a parte, Leonardo fu l’eclettico intasato (inamidato) di dodici braccia per dodici’ (circa inventore, scienziato, architetto, pittore, sette metri), sorretto da un telaio di legno, per potersi scultore e urbanista che tutto il mondo gettare da qualunque altezza. Di certo fu la prima c’invidia e gli apparati scenografici intuizione del moderno paracadute”. sono le uniche “macchine” che egli I modellini di Vasconi si possono ammirare nel sito costruì effettivamente: “In tutti gli altri casi si limitò a mettere su carta i propri www.macchinedileonardo.net, compaiono su You Tube e progetti”, spiega Roberto Vasconi, 60 sono stati richiesti per numerose mostre, dalla Triennale di anni, artigiano e disegnatore Milano nel 2002 al Castello Visconteo di Somma meccanico di Varano Borghi che Lombardo, dal museo della fortezza di San Pietroburgo riproduce per hobby le macchine alla fiera di Mosca nel 2009, una lunga trasferta che leonardesche e le espone in Italia e richiese un delicato trasporto su camion. Già segnate in all’estero. In vent’anni, Vasconi ha carnet sono possibili nuove mostre a Kiev (Vasconi vanta costruito trentacinque modelli in scala affezionati estimatori nei Paesi ex Urss grazie a locali seguendo alla lettera le (rare) operatori culturali) e nel Sudamerica. indicazioni del Maestro: come l’uomo WINDSOR E BILL GATES di Vitruvio, che studia le proporzioni del corpo umano e Delle “macchine” leonardesche restano oggi le migliaia di che compare sulla moneta da un euro della Zecca di Stato disegni contenuti nei vari Codici che - via via dispersi, o come l’ala battente, visionaria intuizione della tecnica smembrati, poi riuniti e di nuovo scomparsi in mani private del volo; e come l’inclinometro, un pendolo all’interno di - sono oggi conservati in varie parti del mondo: nella una campana di vetro che misura l’assetto orizzontale. A 56 VARESEFOCUS - Anno XII - n.6/2011 I modellini si possono ammirare nel sito www.macchinedileonar do.net, compaiono su You Tube e sono stati richiesti per numerose mostre nel mondo. Scavatrice Biblioteca Ambrosiana di Milano e all’Istituto di Francia di Parigi, nella collezione Windsor in Inghilterra, nella Biblioteca Nazionale di Madrid e nel Codice Hammer di Bill Gates. E’ appena un quarto dell’intero “corpus” vinciano, che in larga parte è andato disperso. Quando morì in Francia nel 1519, il genio toscano affidò i preziosi manoscritti al fedele Francesco Melzi che li conservò con devozione, mentre il figlio Orazio non ne ebbe altrettanta cura. Dopo una prima dispersione, una parte del materiale fu ricomposta dal collezionista d’arte Pompeo Leoni che, lavorando di forbici e colla, organizzò i 400 fogli del Codice Atlantico con disegni tecnici e scientifici riuniti senza un preciso ordine logico o cronologico. Il testo è oggi conservato all’Ambrosiana. “Negli ultimi anni la riproduzione di macchine leonardesche si è un po’ inflazionata e la qualità dei modelli dipende dalla fedeltà storica con cui si lavora - dice Vasconi - al bando le moderne viti autofilettanti, è meglio usare le “spine” di legno e gli incastri a coda di rondine come nei primi del ‘500. E’ troppo facile utilizzare il vinavil, meglio la colla di pece o la resina di pino scaldata al fuoco; e, ancora, niente soluzioni pasticciate ma corde di canapa, ingranaggi dentati a lanterna per la trasmissione del moto, ecc”. TERRITORIO Territorio Paracadute LA GRU DI BRUNELLESCHI Carro coperto per assalto Il campionario dei disegni di Leonardo è praticamente sterminato: strumenti per la tessitura e ingegnose soluzioni a problemi idraulici, macchine militari (balestre giganti, carri falcianti, ponti girevoli) e congegni per gli orologi, pulegge, riflettori, anatomie umane e gru “rubate” agli studi di Brunelleschi per il duomo di Firenze. A volte sono appunti tratti da altri autori, rapidi schizzi presi in officina o idee abbozzate per migliorare macchine esistenti: “Per me - osserva Vasconi - l’intuizione più utile per l’uso che poi la scienza ne ha fatto sono i cuscinetti a sfera che Leonardo studiò per risolvere il problema dell’attrito. Altre opere meccaniche di pubblica utilità sono il tornio, le escavatrici che anticipano le odierne ruspe, il torchio per spremere l’olio e l’igroscopio per studiare l’umidità, una piccola bilancia con un batuffolo di bambagia su un piatto che s’imbeve e diventa più pesante all’arrivo del brutto tempo”. Sergio Redaelli I modelli in mostra a Taino I modelli delle macchine leonardesche di Roberto Vasconi sono in mostra a Taino dal 25 settembre al 16 ottobre 2011, presso il Centro dell’Olmo in piazza Paietta. La mostra è visitabile mercoledì, venerdì e sabato dalle ore 16 alle 18 e la domenica dalle 10 alle 12 e dalle 16 alle 18 o su prenotazione: [email protected] - tel. 0331 957402. Ingresso libero. Anno XII - n.6/2011 - VARESEFOCUS 57 TERRITORIO Territorio Una Fondazione per gli ospedali varesini Si chiama Circolo della Bontà e ha come obiettivo quello di rilanciare la cultura della donazioni e dei lasciti a favore della sanità pubblica. U n guru della pubblicità, Gavino Sanna, e l’ex sindaco di Milano Gabriele Albertini, ma in veste di attore, autore e imitatore, in campo per Il Circolo della Bontà, la Fondazione che si propone di aiutare e sostenere i cinque ospedali dell’azienda di Varese: Circolo, Del Ponte, Luino, Cittiglio e Cuasso. Entrambi sono stati protagonisti a Villa San Martino di Barasso di un evento benefico davanti a una platea di imprenditori, banchieri, professionisti. Obiettivo: rilanciare la cultura della donazioni e dei lasciti a favore della sanità pubblica. Presente, con il comitato organizzatore presieduto dal giornalista Gianni Spartà, il direttore generale degli ospedali varesini Walter Bergamaschi. Sanna ha firmato la campagna pubblicitaria che promuove un’iniziativa alla quale guardano con interesse i vertici della sanità lombarda. Protagonisti e ospiti della serata di lancio del “Circolo della Bontà” 60 VARESEFOCUS - Anno XII - n.6/2011 Cerchiamo “donatori di cuore” per aiutare Varese Un comitato civico che mi onoro di presiedere e nel quale siedono personaggi significativi della storia della città e dell’ospedale si è dato un anno di tempo per tenere a battesimo una Fondazione a sostegno dello sviluppo degli ospedali di Varese, quindi dell’azienda nella sua complessità. Aver potuto parlare di questo progetto nella cerimonia di intitolazione a Giovanni Valcavi di un reparto strategico del Circolo, il Punto prelievi, è stata circostanza felice perché il personaggio rappresenta il paradigma di quello che vogliamo fare. I motivi sono presto detti: Valcavi ha amato Varese e le sue istituzioni, si è speso e ha dato molto a questo ospedale di cui fu presidente e se fosse ancora vivo sarebbe dei nostri in questa missione. Vi si butterebbe a testa bassa com’era nelle sue abitudini. Lo conoscevo bene, averlo seguito da cronista nella sue battaglie mi ha aiutato a capire un’epoca. Vogliamo chiamare “Circolo della Bontà” questa Fondazione perché ce lo ha suggerito Gavino Sanna, un grande della comunicazione, decidendo di aiutarci in assoluta gratuità e perché in questo brand c’è l’elogio buonista di un sentimento svalutato, la bontà, in un mondo che spesso premia la cattiveria, il cinismo. Bontà è sinonimo di solidarietà, di partecipazione, di sussidiarietà. Ma chiamarla bontà senza giri di parole ci sembra immediato, comprensibile a tutti. C’erano una volta le grandi famiglie che hanno costruito i nostri ospedali a Varese, a Luino, a Cittiglio. Se leggete sui frontespizi degli antichi padiglioni del Circolo scorgerete nomi amati, Cattaneo, Dansi, Macchi Zonda, Bassani. Sono cambiati i tempi, ma c’è ancora, ne siamo convinti una città alla quale da una posizione terza dobbiamo trasmettere questo messaggio: la sanità è un bene pubblico, la manteniamo con le tasse, ma se la vogliamo migliore, più attrezzata soprattutto sul piano delle risorse umane e della loro formazione, occorre che il privato torni a occuparsi di lei, ad aiutarla. Pensiamo a un patrimonio disponibile da far fruttare, (abbiamo avuto il lascito di un appartamento da una benefattrice e il Cral del Circolo ci ha donato 25mila euro), pensiamo all’impiego di questi frutti per i problemi che la sanità pubblica fatica ad affrontare. Ma pensiamo anche a persone che, entrando nella fondazione come consiglieri, ci aiutino a riportare la città nei suoi ospedali, a ricostruire un ponte tra le une e gli altri. Siamo in cammino, per dirla con Sanna: cerchiamo donatori di cuore per aiutare Varese. E siccome si tratta di salute, per aiutare noi stessi. Gianni Spartà TERRITORIO Territorio La storia sulle lapidi di Palazzo Estense “Il lapidario di Palazzo Estense a Varese - Storie di uomini e di eroi”, edito dal Comune per il 150° dell’Unità d’Italia, ha un grande potenziale educativo. T recento copie a disposizione del sindaco Attilio Fontana come cadeau di rappresentanza, non è in vendita nelle librerie ed è consultabile solo in biblioteca: è “Il lapidario di Palazzo Estense a Varese - Storie di uomini e di eroi”, edito dal Comune di Varese per il 150° dell’Unità d’Italia, un volume che racconta le vite di personaggi che rappresentano l’orgoglio civico della città e che, proprio per questo, sono ricordati nel porticato del palazzo comunale. Un volume dal quale le scolaresche elementari, medie e liceali potrebbero trarre spunto per compiervi istruttive visite guidate. Le lapidi ricordano i patrioti varesini di tutte le guerre Le lapidi ricordano i patrioti varesini di tutte le guerre, i sindaci che hanno tenuto alto l’ideale nazionale, notabili dell’Italia liberale e liberty, artisti, religiosi e anche personaggi non varesini che hanno dato la vita per un nobile scopo. come Emilio Morosini ed Enrico Dandolo caduti a Roma nel 1849 e il partigiano Giuseppe “Claudio” Macchi, comandante della 121° Brigata Garibaldi, sindaci che hanno tenuto alto l’ideale nazionale come Carlo Carcano e Federico Della Chiesa, notabili dell’Italia liberale e liberty, artisti, religiosi e anche personaggi non varesini che hanno dato la vita per un nobile scopo: “Modelli che non tramontano mai - scrive nella prefazione il sindaco Fontana - e che ieri come oggi rappresentano un ideale a cui anelare”. Anno XII - n.6/2011 - VARESEFOCUS 61 TERRITORIO Territorio IL PREZZO DELLA LIBERTA’ Emilio Morosini Il libro è curato da Serena Contini, già valente studiosa di Piero Chiara e Innocente Salvini, con schede di Francesca Boldrini, Daniele Cassinelli, Elisabetta Ghiringhelli, Piero Mondini e della stessa Contini, che ha indagato tutte le fonti possibili: “Tra la metà dell’Ottocento e i primi decenni del Novecento il senso civico di appartenenza a un luogo e alla sua storia era fortissimo - spiega la curatrice - e ricordare pubblicamente i migliori concittadini era una pratica ricorrente. A ogni lapide o busto presente nel portico, abbiamo dedicato una scheda con la trascrizione fedele dell’iscrizione, la biografia dei personaggi e le vicende inerenti la commissione, la realizzazione e l’inaugurazione del monumento”. Il libro, spiegano Giuseppe Armocida e Robertino Ghiringhelli nella prefazione, “è uno strumento nuovo di conoscenza della storia di Varese e uno studio ben aderente al principio di fedeltà documentaria”. La consultazione di alcune carte ha richiesto contatti in archivi lontani: Non tutti i personaggi celebrati sono varesini, ma qualcosa li lega indissolubilmente alla città. DA RADETZKY ALLA MAFIA Vincenzo Dandolo “Della medaglia d’oro Antonio Gorini, caduto sul Montello nel 1918, a Varese c’era poco - spiega la Contini - ma nell’archivio storico di Pavia, dove aveva studiato medicina, sono conservati i fascicoli personali degli studenti morti in guerra tra cui il suo, assolutamente inedito. Ad Agrigento sono stati rintracciati i fogli matricolari di Calogero Marrone, il capo dell’ufficio anagrafe di Varese che morì nel campo di sterminio nazista di Dachau nel 1945 per aver aiutato a espatriare ebrei e perseguitati politici. A Lugano sono state fatte ricerche sul patriota risorgimentale Emilio Morosini e nella parrocchia di San Vittore a Varese abbiamo recuperato interessanti fonti sul prevosto Benedetto Crespi, un personaggio quasi dimenticato. In generale, l’archivio storico comunale è stato prezioso”. 62 VARESEFOCUS - Anno XII - n.6/2011 Se il Famedio di Milano rende onore ai grandi meneghini, il porticato di Palazzo Estense potrebbe diventare il Famedio varesino? Non tutti i personaggi celebrati sono varesini, ma qualcosa li lega indissolubilmente alla città. Il trentino Cesare Battisti, deputato al Parlamento di Vienna e patriota, tenne una conferenza al teatro Politeama di Varese nel 1915, su invito di Giulio Moroni, presidente della società Dante Alighieri, pochi mesi prima di morire impiccato per mano austriaca. E fu la giunta guidata da Raimondo Fassa a ricordare nel 1993 Giovanni Falcone e Paolo Borsellino vittime della mafia, sull’onda dell’indignazione per il duplice assassinio. Sfilano nella “galleria dei benemeriti” i patrioti della Repubblica Cisalpina, il leggiunese Giuseppe Ossola fucilato a vent’anni dagli austriaci nel 1849, i garibaldini Domenico Adamoli, Alessandro Cattaneo, Felice Orrigoni, i fratelli Comolli e Cortellezzi, i caduti del gruppo partigiano del monte San Martino nella seconda guerra mondiale. Nell’elenco figurano non solo eroi, ma anche cittadini distintisi per meriti civili: come l’imprenditore e scienziato veneziano Vincenzo Dandolo che migliorò l’agricoltura varesina ai primi dell’800, come l’ingegnere Enea Torelli che progettò la ferrovia Varese-RobarelloCampo dei Fiori e che è ricordato da una lapide del 1925, come il possidente Cesare Veratti che cedette al Comune il palazzo di Francesco III d’Este che oggi è sede municipale e l’imprenditore Giacomo Limido che trasformò Villa Morosini nel Grand Hotel Excelsior nel 1874, poi meta di principi, regnanti e uomini di cultura. IL FAMEDIO VARESINO Se il Famedio di Milano rende onore ad Alessandro Manzoni, Carlo Cattaneo, Agostino Bertani e ad altri grandi meneghini, il porticato di Palazzo Estense potrebbe diventare il Famedio varesino? “In passato era sentito proprio in questo modo - risponde Serena Contini - di certo sensibilizza la cittadinanza a ricordare i suoi figli migliori e può contribuire a formare i cittadini di domani”. Sergio Redaelli Una Vergine che fa Primavera TERRITORIO Territorio Natività. A fianco, la chiesetta di Molina a Barasso Nella chiesa di Molina a Barasso, durante il restauro degli affreschi, spunta una Natività rinascimentale nella quale la Vergine presenta tratti simili a quelli della Primavera di Botticelli. E rano offuscati dalla patina del tempo, dall’umidità che impregnava la piccola chiesa di sant’Ambrogio a Molina di Barasso, dallo strato di calce che in parte li ricopriva. Eppure, si intuiva la loro bellezza nascosta e la ricchezza di temi devozionali cari ai fedeli. Ora, dopo l’intervento di restauro sotto l’egida della Soprintendenza di Milano, è di grande interesse ammirare gli affreschi sulla parete esposta a sud ovest dell’edificio, arricchiti di una Natività, che fino allo scorso giugno era celata da uno strato di pietre. Grazie all’impegno finanziario del Comune e della Provincia, i visitatori hanno davanti agli occhi una storia di fede dei nostri antenati, ben conservata per le future generazioni, patrimonio artistico di considerevole valore. Era una chiesa frequentata quella di Molina, di cui già si parla in un documento risalente al 15 aprile 1181 (cfr. n.3/2009 di Varesefocus). Ammirare questo ciclo pittorico significa rivivere l’intenso momento di preghiera dei fedeli che qui venivano supplici, il loro dialogo muto con i santi, motivo di ausilio e di conforto nei I visitatori hanno davanti momenti difficili. agli occhi una storia di I lavori sono iniziati fede dei nostri antenati, nell’aprile scorso un patrimonio artistico di ad opera della considerevole valore. restauratrice di Gli affreschi restaurati Anno XII - n.6/2011 - VARESEFOCUS 63 TERRITORIO Territorio L’affresco più “eloquente” del ciclo rappresenta il santo che proteggeva dalla morte improvvisa nell’iconografia tradizionale: gigantesco, sorregge Gesù mentre con il bastone attraversa le acque. Beni Culturali Maria Pia Navire di Oltrona al Lago, frazione di Gavirate, coadiuvata da Silvia Fugazza. “Dapprima - spiegano le due operatrici - è stata rimossa la parte cementizia attorno agli affreschi, messi nel frattempo in sicurezza con bende di sostegno. S. Ambrogio Da subito abbiamo notato come in passato sia stato tolto maldestramente lo scialbo (lo strato di calce che nascondeva gli affreschi) intaccando la pellicola pittorica. L’operazione successiva ha riguardato la riadesione generale dell’intonachino, la parte su cui vengono stesi i colori, costituiti da minerali, per resistere all’azione caustica della calce, da carbonati, ossidi e terre”. La prima parte dell’operazione di restauro ha fatto emergere un elemento importante: una data - 1534 - nella parte superiore dell’affresco raffigurante San Cristoforo, accanto ad una scritta Dit la BeA di Civello, una iscrizione di difficile decriptazione, ma che comunque, come suggerisce Anna Maria Ferrari, docente di Storia dell’Arte, presso il Liceo “Cairoli” di Varese, fa riferimento ad un cognome comune nella nostre terre, probabilmente quello del committente. Come ricorda la studiosa, coloro che promuovevano la realizzazione degli affreschi, si sentivano legati al santo da una particolare devozione, oppure portavano il suo stesso nome. L’affresco più “eloquente” del ciclo rappresenta il santo che proteggeva dalla morte improvvisa nell’iconografia tradizionale: gigantesco, sorregge Gesù mentre con il bastone attraversa le acque in cui compaiono anguille, scorpioni ed altre specie ittiche indefinite. Un particolare: le restauratrici hanno individuato sul Bambino dei graffi, segni intesi a rovinare la figura. Non si ha modo di individuare il perché di tale gesto; questa parete interamente affrescata si mostra ricca, nel suo intenso spessore, di motivi religiosi, ma solo l’approfondimento degli studiosi ci rivelerà altri motivi di interesse. Cura particolare da parte delle restauratrici è stata dedicata a un san Michele Arcangelo, delle stesse dimensioni del precedente affresco, attraversato da una profonda crepa, legata ad un assestamento della parete, che poggia direttamente sul terreno. “La qualità di notevole spessore di questo dipinto - spiega la Navire - la si può leggere nella ricchezza di particolari sulla corazza del santo”. In bella evidenza è comparso un Signum Christi, il trigramma 64 VARESEFOCUS - Anno XII - n.6/2011 di san Bernardino da Siena J.H.S. (Jesus Hominum Salvator), la cui devozione si era diffusa nelle nostre zone, in particolare dopo il suo arrivo a Varese, attorno al 1418/20. Altri affreschi - una martire che sorregge la palma e un santo pellegrino - non permettono finora la loro identificazione. In un secondo tempo, sotto l’affresco che rappresenta la santa Casa di Loreto, sono apparsi, gli angeli, di un rosso vivo. Poi la sorpresa: grazie all’attenzione delle due restauratrici, che hanno notato come l’intonaco degli affreschi di san Michele e di san Cristoforo proseguisse all’interno del muro, levate le pietre che formavano un tutt’uno con la parete, è emersa una Natività, realizzata per il fonte battesimale ora scomparso. La mano felice dell’autore ha saputo rappresentare il viso della Vergine con la grazia della Primavera del Botticelli, i capelli raccolti in un nastro bianco, un abito riccamente adornato, i pizzi raffinati lungo la scollatura e i polsini. Con due colpi di pennello ha saputo definire gli occhi socchiusi, che rivolgono una tenerezza infinita verso Gesù steso ai suoi piedi. A lato san Giuseppe dalle fattezza ben definite. Resta da appurare perché un dipinto così Poi la sorpresa: una gradevole sia stato Natività realizzata per il occultato. A questo proposito la Navire fonte battesimale ora formula un ipotesi scomparso. I capelli raccolti giudicata interessante in un nastro bianco, un dalla Soprintendenza: abito riccamente adornato, “Può darsi che i pizzi raffinati lungo la l’abbigliamento della scollatura e i polsini. Vergine (sprovvista di velo, con i lunghi capelli ricci, sciolti sulle spalle e sul petto, riccamente abbigliata …) e la nudità del Bambino siano stati giudicati, durante una visita pastorale, poco consoni con l’iconografia tradizionale dei personaggi della Natività. Da qui l’ordine di occultare il dipinto. D’altronde il rigore della Riforma Cattolica nell’epoca borromaica difficilmente avrebbe accettato una simile rappresentazione. Ringraziamo che sia solo stata murata e non cancellata (forse che la monaca di Monza non era stata murata viva? Ed era una persona …)”. “A breve inizierà ufficialmente la campagna ‘Adotta un affresco’ - spiega il sindaco di Barasso Antonio Braida I finanziamenti, assieme a quelli della Provincia, ci serviranno per proseguire i lavori strutturali (eliminazione della parti cementizie tra le pietre) ed impiantistici dell’edificio”. Federica Lucchini Oltre 9.000 posti auto, videosorvegliati e con assistenza 24h su 24. Parcheggiare in aeroporto a Milano Malpensa è più comodo e sicuro del box di casa tua. www.milanomalpensa1.eu www.milanomalpensa2.eu TERRITORIO Territorio Legnanino, grande saronnese Stefano Maria Legnani nel 350esimo anniversario dalla nascita. La “riscoperta” di un grande saronnese che ha lasciato opere d’arte importanti nella propria città, in particolare in alcune cappelle laterali del Santuario. secondo il gusto dell’Accademia bolognese. Sono anni in cui il lavoro non gli manca se poi, come nel caso di Stefano Maria, è seguito da una buona fama, tant’è che gli commissionano la facciata di una cappella del sacro Monte di Varese, con la scena dell’”Ecce Homo”. Anche il padre continua a dipingere e, quasi certamente, agli inizi della carriera artistica del figlio, lo introdusse tra i committenti dell’epoca e, presumibilmente, lo zio paterno ono passati 350 anni dalla nascita di Stefano Maria di Stefano Maria, vicario rettore di Santa Maria del Monte Legnani, meglio conosciuto come Il Legnanino, ma un sopra Varese, gli fece avere proprio la commessa per grande artista non si dimentica mai. Le sue quegli affreschi dove anche il padre stava opere sono lì, davanti a chi le guarda e sono dipingendo un’Annunciazione nella vive, nonostante i secoli trascorsi.Testimonianze Il Santuario di Saronno cappella delle Romite del Sacro Monte ce ne sono molte perché il Legnanino è stato un ospita alcune sue opere varesino. Lo scrittore storico saronnese gran lavoratore, un artista eclettico data la sua Vittorio Pini, ha raccolto anni fa, in due nelle cappelle laterali versatilità nell’affrescare e dipingere storie di Sant’ Anna e di San piccoli ma esaustivi libri, tutta la storia della religiose o, profane, secondo i committenti, famiglia Legnani con dovizia di dati e da Giovanni. riuscendo sempre a trasmettere un racconto questi libri si evince la grande laboriosità di “dettagliato e completo”. questa famiglia di artisti e soprattutto del Come spesso accade, quando un personaggio famoso è alla giovane Stefano che è chiamato anche a Milano nella ribalta, c’è il gusto di attribuirne la discendenza, vantando Chiesa di S. Angelo, per la quale gli viene commissionata natali spesso dubbi. Nel caso del Legnanino, è pur vero che nel 1687 l’incoronazione della Vergine. Le esperienze è nato a Milano ma come afferma il docente ed esperto di bolognesi e romane sono state sicuramente fondamentali storia dell’arte, prof. Sergio Beato: ”La famiglia Legnani è per la sua arte, avendo visto e ammirato i capolavori dei saronnesissima! Il nonno Tommaso ha dipinto opere in San suoi predecessori nell’Italia centrale. Dipinge anche per il Francesco, il padre Ambrogio aveva dipinto S. Anna e duomo di Monza e poi in San Gaudenzio a Novara, ma Maria bambina, oggi nel Museo del Santuario e Stefano non dimentica il suo territorio d’origine nel quale lascia Maria ha lasciato opere bellissime visibili in Santuario nelle espressivi esempi della sua arte. A Uboldo per i marchesi cappelle laterali di S. Anna e di S. Giovanni”. E’ scontata quindi l’appartenenza a Saronno della stirpe dei Legnani, anche se la sua famiglia spostò diverse volte la residenza: la prima quando nacque appunto il grande pittore barocco il 6 aprile del 1661. Dopo due anni il padre torna con la famiglia a Saronno dove Stefano muove i primi passi nella cerchia del Santuario e, dopo soli quattro anni, fa ritorno a Milano. Con un back ground simile, il ragazzo non poteva che avere dimestichezza con colori e pennelli e a 21 anni il padre lo autorizza ad “andare a bottega” presso il pittore Carlo Cignani a Bologna dove affina la sua arte per passare poi nella bottega di Carlo Maratti, questa volta a Roma. “A Bologna e poi a Roma, si perfeziona nella pittura sempre improntata su canoni classicistici - spiega il prof. Beato - S 66 VARESEFOCUS - Anno XII - n.6/2011 TERRITORIO Territorio Opere del Legnanino a Milano nella chiesa di Sant’Angelo, in San Gaudenzio a Novara, al Sacro Monte di Varese, a Uboldo nella cappella della famiglia Crivelli. Crivelli affresca la cappella di famiglia oltre alle storie di Cosma e Damiano. La sua fama sta diffondendosi ed è del 1692 l’esecuzione del suo autoritratto ad olio che, come citato nel libro edito dal Circolo Numismatico di Saronno, “fu mandato in galleria da Cosimo III de’ Medici il 5 marzo 1693”, dove è tuttora esposto. Lo troviamo a Torino per affrescare la cappella della Pia Congregazione dei banchieri ma trova anche il tempo per sposarsi con la saronnese Caterina San Pietro, proprio nella Chiesa del Santuario. E’ diventato un artista celebre e lo chiamano ancora a Torino, questa volta non più per pitture di tipo religioso, ma per affrescare dodici stanze e una galleria a palazzo Carignano, con soggetti mitologici, commissionatigli da Emanuele Filiberto il “Muto” (in questi mesi è allestita la mostra dedicata a Stefano Maria Legnani, autore di quasi tutte le decorazioni a fresco di Palazzo Carignano). Qui chiama in aiuto anche il fratello Tommaso, anch’egli pittore di buona scuola. Si reca a Genova dove dipinge il Presbiterio dell’Oratorio di S. Filippo Neri. La Pinacoteca di Savona possiede due sue opere, sempre di carattere religioso. Del resto, in quell’epoca barocca, i committenti migliori erano gli ecclesiastici, i quali potevano pagare lautamente i pittori più validi o erano i ricchi nobili che passavano così, in un certo modo, alla storia. Una vicenda, conclusasi a lieto fine, la racconta il prof. Beato. “La famiglia Calderara Brambilla di Milano chiamò il Legnanino per far eseguire le pitture ad olio di quattro grandi teleri (grandi tele orizzontali dipinte) con le storie di Bacco e Arianna. Durante l’ultimo conflitto mondiale, il palazzo fu bombardato pesantemente e dei quattro In questi mesi a Torino teleri se ne persero le è allestita la mostra tracce… ritrovate all’asta di dedicata a Stefano dipinti dal XV al XIII secolo Maria Legnani, autore battuta da Finarte nel di quasi tutte le 1987.Con una mossa decorazioni a fresco strategica, che li ha salvati dal ‘taglio e smembramento’, di Palazzo Carignano. l’Amministrazione comunale di Saronno se li aggiudicò e i quattro grandi teli dipinti arrivarono a Saronno”. Dopo un lungo e sapiente restauro, sono ora esposti nella biblioteca civica. Il racconto del prof. Beato lascia ancora una curiosità: “Un vezzo del Legnanino - racconta - erano le acconciature delle donne, che raffigurava sovente con turbanti di foggia moresca e i putti con i riccioli e boccoli. Quasi una firma…”. L’artista morì a Milano a 52 anni e fu seppellito nella Chiesa di S. Angelo, vicino alle sue pitture. Maria Grazia Gasparini Anno XII - n.6/2011 - VARESEFOCUS 67 UNI EN ISO 9001:2000 Certificato N. 9122. ASIL CASA SVIZZERA PER IL SOGGIORNO DI ANZIANI DAL 1971 971 VIA P. LAZZARI 25 - 21046 MALNATE (VA) TEL. 0332 426101 - FAX 0332 861072 [email protected] - WWW.LARESIDENZA.IT Una bella e moderna costruzione immersa in un parco di 12.000 mq a 40 Km da Milano. Così si presenta ai suoi visitatori la residenza di Malnate, casa svizzera per anziani autosufficienti. Qui, in una splendida zona incorniciata dalle Alpi, al riparo da rumori e inquinamento, si godono le condizioni ideali per una serena vita in comune, nel rispetto della privacy, delle esigenze e delle abitudini di ciascuno. Anche per brevi soggiorni post-ospedalieri ❁ Servizio medico Servizio infermieristico La sollecita e attenta assistenza agli ospiti della Residenza è affidata a personale specializzato con un servizio infermieristico notturno all’interno della casa ed è garantita la reperibilità di un medico 24 ore su 24 per qualsiasi necessità. Stile di vita Uno stile di vita libero per vivere tranquilli e senza preoccupazioni La giornata alla residenza è organizzata in modo tale da favorire gli incontri tra le persone, pur garantendo rispetto delle abitudini e ritmi di ciascuno. Un bene prezioso a tutte le età: l’amicizia Per incoraggiare e favorire la vita in comune dei suoi ospiti, la Residenza mette a loro disposizione sale e luoghi di ricreazione per gli hobby, la lettura, la musica. ❁ Cucina e camere Una cucina sana e genuina Al ristorante della Residenza si dedica molta cura alla preparazione dei pasti che sono per tutti gli ospiti un gradito appuntamento con il piacere di stare in compagnia. Soluzioni abitative consone alle proprie abitudini Camera singola o doppia con servizi indipendenti e telefono o piccoli appartamenti con camera a due letti, soggiorno e bagno per chi vuole ricreare qui le stesse comodità di casa propria. Alla ricerca del bosone di Higgs, particella di Dio SCIENZA Scienza Ripreso al Cern di Ginevra il lavoro alla ricerca del bosone di Higgs, la particella elementare madre della materia, definita come la “particelle di Dio” dal Nobel Leon Lederman, per la sua importanza nel comprendere i fenomeni più profondi della fisica. N ha commentato Michel Spiro, presidente del Council del el 2008 se ne era parlato tanto, in occasione CERN - ora la macchina è in grado in sole 12 ore di dell’inaugurazione, perché poteva essere la produrre la stessa quantità di dati che macchina che avrebbe inghiottito la Terra in sono stati realizzati in tutto il 2010”. un buco nero oppure lo strumento che La macchina si propone Questo è il punto della situazione della avrebbe potuto svelare la “particella di di scoprire particelle che macchina più grande al mondo mai Dio”. Al momento il nostro pianeta è vivo e potrebbero spiegare costruita. vegeto e quindi le ipotesi catastrofiche non l’esistenza della Ma per chi non è esperto di fisica si sono avverate, mentre ci si avvicina “materia oscura“ e della atomica, per capire quanto sopra, è sempre di più alla possibile scoperta del necessario fare un passo indietro per “bosone di Higgs”, come è chiamata dai ”energia oscura” ricordare perché venne costruito l’LHC e fisici la particella di Dio. Anzi siamo sempre presenti nell’Universo. come funziona. La macchina si propone di più vicini al momento clou dell’avventura di scoprire particelle che potrebbero LHC, il Large Hadron Collider. Lo ha spiegare l’esistenza della “materia oscura“ e della comunicato poche settimane fa il CERN in occasione ”energia oscura” presenti nell’Universo. Si tratta di forme della riunione del Council dell’organizzazione. Questa di materia e di energia di cui conosciamo l’esistenza previsione è arrivata dopo aver raggiunto un “femtobarn perché influiscono sul comportamento della materia con inverso”, una misura che sta ad indicare 70 miliardi di cui ci rapportiamo abitualmente, ma non conosciamo di miliardi di collisioni di particelle, a cui si è arrivati a cosa sono fatte e quali particelle le governano. Facendo metà giugno. Tale risultato è sufficiente per esplorare con scontrare particolari particelle a velocità prossime a LHC la nuova fisica e per confermare o smentire quelle dalla luce, queste si frantumano e da tale scontro definitivamente l'esistenza della particella di Higgs. “Un anno fa ho pensato che arrivare a un ‘femtobarn potrebbero emergere proprio quelle che spiegherebbero inverso’ nel 2011 sarebbe stato un obiettivo ambizioso quelle misteriose che stiamo cercando. Ma un obiettivo Anno XII - n.6/2011 - VARESEFOCUS 69 SCIENZA Scienza Il bosone di Higgs è una primario dell’LHC è anche quello di comparire dal nulla per disperdersi in cercare il bosone di Higgs, la particella particella elementare, cioè ogni direzione. E’ a quel punto che che secondo la teoria attuale permette a indivisibile, che dovrebbe intervengono gli scienziati. Essi cercano tutte le particelle di avere una massa. di individuare gli eventi che, stando alla essere la responsabile L’LHC è un anello posto a circa 100 metri teoria, dovrebbero portare alla della massa di tutte le sottoterra lungo 27 km e composto da formazione dei bosoni di Higgs, la altre particelle. 1.232 magneti superconduttori che particella che fu definita come la producono un campo magnetico di decine “particelle di Dio” dal Nobel Leon di migliaia di volte superiore a quello terrestre e che sono Lederman, per la sua importanza nel comprendere i posti all’interno di altrettanti cilindri raffreddati a fenomeni più profondi della fisica. Il bosone di Higgs -271,25°C, una temperatura inferiore a quella che si infatti, se esiste, è una particelle elementare, cioè trova nel vuoto dell’Universo (qui temperatura è di indivisibile che dovrebbe essere la responsabile della -270° C), condizione indispensabile per far funzionare i “massa” di tutte le particelle. Ad oggi la particella non è magneti. Questi ultimi, paragonabili a gigantesche mai stata né osservata né percepita da alcun calamite hanno il compito di mantenere in traiettoria i esperimento, ma vi sarebbero delle prove a favore della fasci di particelle che vanno a scontrarsi senza che sua ipotetica esistenza. Il suo nome lo si deve a Peter queste vadano a sbattere contro le pareti dei cilindri. Higgs che nel 1964 la ipotizzò, mentre il termine All’interno dei magneti verranno fatti correre due fasci “bosone” identifica una particolare classe di particelle paralleli di protoni, che sono, insieme ai neutroni, le subatomiche. Ma esiste un solo bosone di Higgs o ve ne particelle che compongono il nucleo degli atomi. Ogni sono più d’uno? Le ipotesi sono molteplici e al momento fascio è composto da centinaia di migliaia di miliardi di tutto è demandato all’LHC. I fisici indagheranno nei tali corpuscoli suddivisi in 2.808 pacchetti che viaggiano milioni e milioni di eventi ritenuti interessanti tra il come treni alla distanza di 7,5 metri uno dall’altro. In tali miliardo di eventi che avverranno ogni secondo nella condizioni i protoni si scontreranno alla velocità prossima grande macchina. a quella della luce, in 4 punti ben precisi dell’LHC dove E la paura del “buco nero” che avrebbe inghiottito la vi sono sofisticatissimi rilevatori di ciò che succede. Terra? Tutto nacque dal fatto che alcuni ricercatori Per uno di questi rilevatori, cuori dell’LHC, c’è molta sostenevano che dalla macchina si sarebbero potuti tecnologia italiana. Sono stati i fisici italiani dell’INFN formare dei “buchi neri”, incontrollabili con conseguenze (Istituto Nazionale di Fisica Nucleare) ad averlo proposto catastrofiche. Gli scienziati dell’LHC avevano sempre quando tutto il mondo pensava che sarebbe stato sostenuto invece, che ciò è impossibile perché anche se impossibile costruire un rivelatore così sofisticato. l’energia in gioco avrebbe permesso la creazione di un All’impresa hanno partecipato oltre 100 fisici ed buco nero (cosa alquanto improbabile), la materia ingegneri. attorno ad esso sarebbe stata così poca che il buco nero Anche se gli scontri tra i fasci di protone farebbero sarebbe morto nel momento stesso in cui nasceva. E di pensare che l’energia messa in gioco è gigantesca, la buchi neri, al momento, non se ne è vista proprio realtà è un po’ diversa. Ogni scontro infatti, racchiude l’ombra. Luigi Bignami l’energia non superiore a quella che potrebbe sviluppare una mosca che, volando, va a sbattere contro un muro. Ma poiché un protone è miliardi di miliardi di volte più THE QUEST FOR THE HIGGS BOSON, THE GOD piccolo di una mosca l’energia così concentrata diventa PARTICLE qualcosa di mostruoso. Nell’istante dello scontro, che i Work has resumed at CERN in Geneva to find the Higgs Boson. fisici chiamano “evento”, avviene qualcosa previsto dalla This massive elementary particle which Nobel Prize winner Leon Teoria della Relatività di Einstein, ma che sembra Lederman also defines as “the God particle” is thought to hold the totalmente al di fuori dei canoni della vita quotidiana: key to understanding the most fundamental questions in Physics. If l’energia dello scontro infatti, si trasforma in materia, certain particles are forced to collide at a speed which is almost cioè in tante particelle che apparentemente sembrano that of light, they smash together and the resulting particles might just be the mysterious ones they are looking for. The Large Large Hadron Collider è un anello posto a circa Hadron Collider lies in a tunnel some 100 metres beneath the 100 metri sottoterra lungo 27 km e composto da ground. It is 27 km long and has 1,232 superconducting magnets 1.232 magneti superconduttori che producono which create a magnetic field tens of thousands of times higher un campo magnetico di decine di migliaia di than that of the earth. volte superiore a quello terrestre. 70 VARESEFOCUS - Anno XII - n.6/2011 FOTO DAL MONDO Pescatori Venezuelani ispezionano i granchi blu pescati sul Lago Maracaibo REUTERS/Isaac Urrutia 72 VARESEFOCUS - Anno XII - n.6/2011 FOTO DAL MONDO Anno XII - n.6/2011 - VARESEFOCUS 73 RUBRICHE Gita a … Com’è verde la mia valle Un’ora o poco più, tanto basta per fare un tuffo nel passato a metà strada fra Varese e Gallarate, dove l'agricoltura è ancora viva. S i può passeggiare in tranquillità fra boschi e prati pur se in una zona fortemente urbanizzata? Il triangolo di territorio provinciale compreso dentro la forcella formata dalle autostrade E 62 e A 8 e delimitato dalla Si parte da Azzate verso provinciale che collega Brunello, dove si trova la Varese con Sesto Calende chiesa di S. Maria dimostra che non solo è Annunciata, monumento possibile, ma che nazionale. rappresenta una piccola, 74 VARESEFOCUS - Anno XII - n.6/2011 piacevole scoperta per il Il sagrato è un balcone turista in bicicletta, amante verdissimo sulla piana degli spazi aperti, del verde, che corre incontro al delle strade poco trafficate. Campo dei Fiori. Al contrario di altri itinerari proposti in queste pagine, non ci si aspetti grandi incontri sotto il profilo artistico, a parte il Monumento Nazionale che segna la partenza. Piuttosto, la possibilità di un itinerario semplice, davvero adatto a tutta la famiglia. RUBRICHE Dall’alto: le partenze ad Azzate; prati e vestigia del Romanico a Quinzano Prati e boschi tra Brunello e Caidate AL COSPETTO DEL GIUDIZIO UNIVERSALE Lasciata ad Azzate la strada provinciale girando (per chi proviene dal capoluogo) a sinistra, in pochi istanti siamo a Brunello, dove comincia la nostra pedalata. Il punto di Si prosegue per Caidate, partenza è la bellissima chiesa di Santa Maria Annunciata, le borgo di origini medievali dominato dal castello cui fondamenta risalgono al visconteo. Poi si scende 1545 ed è arricchita con un verso Albusciago. ampio ventaglio di affreschi Anno XII - n.6/2011 - VARESEFOCUS 75 RUBRICHE Gita a... Sullo sfondo il Castello di Caidate UN CONTESTO DI PRATI E CAMPI Castello e torre campanaria a Besnate Un contesto ancora agricolo, con case sparse affogate nei campi ed un senso di pace assoluta. Poi via verso Quinzano san Pietro. in particolare il Giudizio Universale sull'arco del presbiterio sotto lo splendido soffitto a cassettoni. Il sagrato è un balcone verdissimo sulla piana che corre incontro al Campo dei Fiori. In genere, possiamo visitarla solo la domenica mattina, ma d'estate il portale è aperto più spesso e, in ogni caso, il custode abita a due passi. E' giustamente considerata fra le testimonianze più preziose di storia, arte e fede in tutto il territorio compreso fra la porzione meridionale di Varese ed il Ticino. 76 VARESEFOCUS - Anno XII - n.6/2011 Si torna indietro di poche centinaia di metri e si imbocca la strada per Caidate, borgo di origini medievali dominato dal castello visconteo, più volte rimaneggiato e di proprietà privata. Raggiunta la parrocchiale, si imbocca via Trento e in un attimo ci troviamo ad Albusciago dove, incrociata la chiesa del paese, si prende per via San Giovanni Bosco e, allo stop, si gira a destra infilando una discesa che termina con l’indicazione stradale per Quinzano San Pietro, quindi (oltrepassata la rotonda) per via Concordia e via Colombo. Ci troviamo in un contesto ancora agricolo, con case sparse affogate nei campi ed un senso di pace assoluta. Sembra impossibile che ci troviamo a pochi chilometri in linea d'aria da una delle zone più urbanizzate ed industrializzate di tutto il nord-ovest italiano, con Varese e Gallarate a pochi minuti d'auto. Un tuffo nel passato per molti inatteso. Qui la pedalata è facile perché domina la discesa; imboccata via Kennedy ci troviamo nel piccolo borgo rurale di Quinzano San Pietro, dove a dominare sono la chiesetta omonima e il silenzio. La strada è poco trafficata e favorisce qua e là le soste. A centro paese si si volta a sinistra per via San Pietro per giungere in un paio di chilometri alle porte di Besnate, dove la parrocchiale dedicata a San Martino di Tours ospita le reliquie di sant’Eugenio Martire e si fa notare per il RUBRICHE Gita a... Qui e a fianco, Santa Maria Annunciata a Brunello campanile romanico e A Besnate ci si dirige copertura cinquecentesca; verso Centenate, vicino al cimitero si prende la Crugnola, Vinago, direzione delle frazioni Menzago, Sumirago Crugnola e Vinago, dove si e di nuovo Caidate svolta a destra per Vinago per fare ritorno al centro. Alla chiesa, una punto di partenza. salitella di due chilometri ci porta dapprima Menzago e poi a Sumirago; per via De Gasperi giungiamo in breve a Caidate, dove riprendiamo la strada per Brunello. Riccardo Prando WHAT A GREEN VALLEY I LIVE IN It doesn't take much more than an hour to take a step back in time between Varese and Gallarate where agriculture still thrives. The trip starts at Azzate in the direction of Brunello where you can find the church of Santa Maria Annunciata which is considered to be a national monument. The churchyard is a lush green balcony which overlooks the plain towards Campo dei Fiori. Then head towards Caidate, a medieval village which is dominated by a Visconti castle. After that, go down towards Albusciago. It's an exceptionally tranquil agricultural area with little houses scattered throughout the fields. Then head towards Quinzano san Pietro. At Besnate head towards Centenate, Crugnola, Vinago, Menzago, Sumirago and again Caidate where the trip began. L’occasione per un bel pic-nic La zona proposta nell’itinerario non presenta locali meritevoli di particolari segnalazioni sotto l’aspetto culinario. Abbondano un po’ ovunque le pizzerie, mentre per una scelta davvero d’altri tempi, in linea con l’atmosfera della passeggiata, ci si può indirizzare al Circolo di Caidate, in via Garibaldi (0331.909105), aperto tutti i giorni, dove un piatto semplice o un’infilata di affettati misti è sempre bene accetta e a prezzi modici. Per il resto, l’amenità del luogo può anche consigliare il classico pic-nic. (R.P.) LUNGHEZZA: 20 chilometri TEMPO: 1 ora e 15 minuti FONDO: quasi completamente asfaltato DIFFICOLTA’: nessuna, a parte un tratto di circa due chilometri con pendenza massima dell’8 per cento Anno XII - n.6/2011 - VARESEFOCUS 77 RUBRICHE Provincia da scoprire I quattro punti cardinali Con Varesefocus, passeggiando nel verde del parco pubblico di Taino, alla scoperta del monumento di Giò Pomodoro dedicato ai quattro punti cardinali. LA STORIA DEL PARCO: IDEE, PROGETTI, REALIZZAZIONE “un luogo per la contemplazione e la riflessione”, e di costruire “una grande piattaforma per la socializzazione, La storia del parco pubblico di Taino incomincia nel il ballo e le feste e una scalinata tra il Parco e il Cimitero, 1980, quando al Comune venne donata da parte di un tra Taino e la frazione di Cheglio”. generoso cittadino un’ampia area verde nel centro del Egli progettò un “parco pubblico inteso come area paese. urbana di compensazione” dove chi abitava e visitava Da questo grande spazio si godeva e si ammira anche Taino poteva riflettere, sostare e incontrare altre persone, oggi un panorama spettacolare, che affaccia sul Lago a stretto contatto con la natura ed il paesaggio Maggiore e che guarda verso la catena del Monte Rosa circostanti. e la Rocca d’Angera. La ricerca progettuale di Pomodoro durò una decina Tullio Berrini, allora Sindaco di Taino, in d’anni, dal 1981 al 1991; ogni intervento quell’occasione chiamò Giò Pomodoro: fu pensato, calcolato geometricamente e “Il progetto non è mai l’artista rimase affascinato da questo realizzato nel rispetto dell’ambiente, della l’opera”. (Giò Pomodoro). natura e dell’uomo, al fine di “formare “balcone naturale” e propose di realizzare 78 VARESEFOCUS - Anno XII - n.6/2011 RUBRICHE “Giò ci ha condotto per dieci anni in questa avventura straordinaria. Nella doppia spirale del suo invisibile caduceo di moderno Ermes ci ha intrigati in un percorso che ci è apparso facile e naturale; quasi riproponesse quel percorso che un giorno ha condotto i nostri antichi in questi luoghi per fermarvisi, incantati dalla bellezza di quel paesaggio e di quella natura ai quali il nostro parco vuole rendere omaggio.” (Tullio Berrini, ex Sindaco di Taino). una organica e articolata realtà unitaria, dove ogni nuova parte fosse in rapporto armonico con il tutto già esistente”. Per l’arista, infatti, fu importantissimo conservare l’armonia del luogo, rispettando i punti di direzione di quei tracciati che collegavano le varie parti del parco. Pomodoro, inoltre, nella realizzazione del progetto, utilizzò la pietra che si trovava nelle vicinanze di Taino (proveniente dalle vicine cave di Gravellona, i graniti di Montorfano e di Baveno), e rivalutò l’antica tecnica degli scalpellini. Dopo aver ideato il parco e l’area destinata a feste e spettacoli, decise di creare una scalinata. Essa doveva collegare il centro abitato di Taino con il cimitero sottostante, rendendo così possibile raggiungere quest’ultimo direttamente attraverso il parco, simbolo di unione “tra il paese dei vivi e quello dei morti”. Il progetto comprese anche la realizzazione di una monumentale scultura, il “Luogo dei quattro punti cardinali”: vennero eseguiti i terrazzamenti destinati ad accogliere l’opera e tutto il parco fu sistemato creando muri di contenimento e camminamenti in pietra; questo lavoro presentò aspetti tecnici elaborati per lo spostamento e la collocazione di massi dai pesi enormi. Dedicato ai caduti per la pace, come testimonia la stele di granito rosso all’entrata, il parco pubblico di Taino fu inaugurato nel 1991alla presenza del Sindaco Tullio Berrini, della moglie Franca e dell’Assessore ai lavori pubblici Gilberto Silocchi che qui vengono ricordati per l’impegno profuso in quest’impresa e per il loro amore verso Taino e l’arte. IL LUOGO DEI QUATTRO PUNTI CARDINALI Il monumento il “Luogo dei quattro punti cardinali” è un’opera complessa, ricca di riferimenti simbolici, regolata dai calcoli dell’astronomo Corrado Lamberti. È stata realizzata con granito bianco e grigio di Montorfano, granito rosa di Baveno, acqua e ferro. Pomodoro volle che le pietre utilizzate per i massi e i pilastri della scultura fossero quelle semilavorate o grezze di cava, lavorate successivamente solo in modo parziale. “Due valori si evidenzieranno: il grezzo e il tagliato,” disse l’artista “insieme e uniti da rapporti numerici molto Anno XII - n.6/2011 - VARESEFOCUS 79 RUBRICHE Provincia da scoprire precisi. Niente archeologia, solo il lavoro dei tagliapietre nudamente espresso e quello dei rapporti numerici dei volumi, assieme a valenze simboliche ed araldiche, con il sole come maggior attore, con la luce e l’ombra sempre mobili varianti”. Il “Luogo dei quattro punti cardinali” esalta l’orientamento astronomico, celebrando il solstizio d’estate: allude al luogo sacro ad Apollo Delfico dove si incontrano i quattro punti cardinali. Deve essere visto personalmente più che raccontato, sia per la sua bellezza che per il contesto in cui è ospitato. Sulla base quadrata sono incisi i quattro punti cardinali; al centro si eleva lo gnomone, alto pilastro dedicato ad Apollo, simbolo del sole e dell’universo maschile, il quale presenta, al suo interno, un foro in grado di catturare il sole ogni 21 giugno, oscurando il pilastro “Un luogo di qualità civile, spezzato ai suoi piedi che la gente possa abitare che segna il Nord. e fare suo col sentimento, L’ombra dello unendo scultura e natura” gnomone indica inoltre scrisse il critico d’arte altri riferimenti Dario Micacchi sulla astronomici: il solstizio d’inverno, gli equinozi scultura realizzata da e le date in cui le due Pomodoro a Taino. “L’intera costruzione è stelle più luminose concepita per intervento (Deneb e Capella) si trovano a mezzanotte di un astronomo per sullo zenit di Taino. incorporare il valore del Questo pilastro si tempo, dato il movimento specchia nell’acqua di apparente degli astri, e una vasca a forma di del sole, nella volta luna, simbolo della celeste”. (Giò Pomodoro). ciclicità, della fertilità e dell’universo femminile. Su questa base ci sono altri elementi simbolici: a Est la grande porta, simbolo di Chronos, il tempo che passa e consuma ogni cosa, con una parete in cui è incastrata una pietra con la scritta OPUS (l’opera intelligente dell’uomo che costruisce la civiltà). Dalla parte opposta, ad Ovest, si trova la grande TAU, fatta da due blocchi verticali ed uno orizzontale, simbolo della fatica umana. A Sud, invece, il cubo-sfera è l’immagine del sole ed il motto AD SIDERA invita l’uomo a rivolgere la mente e il cuore alle stelle. Verena Vanetti www.comuneditaino.it THE FOUR CARDINAL POINTS In the public park of Taino you can discover the monument which Giò Pomodoro dedicated to the four cardinal points. The entire sculpture was conceived with the help of an astronomer and incorporates the value of time, given the apparent movement of the stars, and of the sun in the sky. It's a civilised place which combines sculpture with nature and it's there for people to experience and make their own. L’ARTISTA Giò Pomodoro (Orciano di Pesaro 1930 - Milano 2002) è stato uno scultore tra i più importanti del panorama internazionale del XX secolo. Dopo una iniziale collaborazione con il fratello Arnaldo ed artisti come Fontana, elabora una personale ricerca scultorea di “rappresentazione razionale dei segni”. Nascono così i grandi cicli dedicati alla materia, al vuoto e alla geometria. I materiali che l’artista predilige sono la pietra e il bronzo, protagonisti dei suoi lavori più famosi, grandi opere monumentali, dalla forte valenza sociale, perché pensate e realizzate con la finalità di essere utilizzate dalla collettività. Oltre al “luogo” di Taino, ricordiamo il “Piano d’uso collettivo dedicato ad Antonio Gramsci” ad Ales in Sardegna ed il complesso monumentale “Sole/Luna/Albero” per la città Monza. (V.V.) 80 VARESEFOCUS - Anno XII - n.6/2011 RUBRICHE Provincia da scoprire TAINO Taino è un paese di circa 3.000 abitanti e sorge su una collina della provincia varesina tra Sesto Calende ed Angera. Si è sviluppato nel secolo scorso grazie alla presenza di alcune fabbriche ed all’iniziativa di piccoli imprenditori. È un piccolo centro da visitare per bellezze naturali e testimonianze artistiche, dove si può vivere ancora una vita tranquilla e serena, lontano dalle grandi città, godendo di luoghi e panorami incantevoli. Oltre al moderno monumento di Pomodoro nel parco pubblico, a Taino si possono visitare il palazzo Serbelloni con la chiesa di Santa Maria Nascente e la ghiacciaia; la chiesa parrocchiale di S. Stefano Protomartire; l’oratorio di S. Giovanni Battista e la cappelletta dei Santi Cosma e Damiano, a Cheglio. Nel 2009 è nato il Museo di Storia Locale in cui sono stati raccolti ed esposti oggetti, foto e documenti sulla storia di Taino a cura di Laura Tirelli, che ha organizzato anche diverse mostre sulla realtà tainese. Si può arrivare a Taino percorrendo l’autostrada A8/A26 Milano-Sesto Calende-Gravellona Toce. Uscire a Sesto Calende-Vergiate (a 9 km) e poi prendere la strada statale 629 per Angera; infine seguire le indicazioni per Taino. Con autobus: linea Varese-Taino. In treno: Ferrovia Milano-Domodossola: stazione di Sesto Calende. Ferrovia Novara-Laveno: stazione di Taino-Angera. (V.V.) Anno XII - n.6/2011 - VARESEFOCUS 81 RUBRICHE Storia I cimeli garibaldini di Villa Mirabello? Spostiamoli al “museo” di Belforte Uno scorcio della mostra e il suo curatore, Franco Prevosti Visita alla bella e semplice mostra “Varese verso l’Unità d’Italia” realizzata a costo zero. Il curatore Franco Prevosti: “Finora abbiamo avuto 500 visitatori, numerose scolaresche e tante richieste di ripristinare il museo del Risorgimento. Dove? Vicino al luogo della battaglia” S emplice, a costo zero, allestita con tanta buona volontà. Così è nata la bella mostra “Varese verso l’Unità d’Italia” in corso a Varese all’Ottagono di Villa Mirabello fino al 30 ottobre 2011 con una parte degli oltre mille reperti garibaldini usciti dai depositi dello smobilitato museo del Risorgimento. ”La mostra è frutto dell’iniziativa privata, i fondali tricolori sono stati donati dall’azienda Il Telaio di Luvinate e cuciti da volontari, anche mia moglie e un’amica hanno dato una mano con ago e filo - sorride il curatore Franco Prevosti, membro dell'associazione garibaldina 26 Maggio 1859 - Per le didascalie sono stato aiutato da Serena Contini che ringrazio pubblicamente. La mostra è il completamento di quella organizzata nella sala grande dell’oratorio di Biumo per il 150° della battaglia del 26 maggio 1859. Non c’era sistema d’allarme nè misure di sicurezza, così esponemmo fotocopie e ingrandimenti dei documenti originali e ora li abbiamo riutilizzati. E’ una mostra al risparmio, assolutamente Esposte le bandiere che dignitosa e con un sventolarono il 26 maggio bellissimo 1859 dalle case di Varese, le significato. Dimostra camicie rosse indossate dai che i varesini Cacciatori delle Alpi, i fucili, ebbero coraggio, ideali e forza le sciabole e le baionette. 82 VARESEFOCUS - Anno XII - n.6/2011 Villa Mirabello Castello di Belforte Storia d’animo per sostenere Garibaldi nella prima battaglia della seconda guerra indipendenza nazionale”. Sotto la volta dell’Ottagono, sono esposte le bandiere che sventolarono in quei giorni dalle case di Varese, le camicie rosse indossate dai Cacciatori delle Alpi, i fucili, le sciabole e le baionette: la società di Mutuo Soccorso dei Militari in Congedo, che ne è la proprietaria, li concesse in comodato d'uso al Comune; poi ci sono i “pezzi forti”, le lettere autografe del Generale, le carte del Risorgimento varesino, le stampe mai viste che provengono dall’archivio storico di Palazzo Estense. RUBRICHE L’intento della mostra è mettere in risalto i cittadini di Varese che furono protagonisti delle vicende locali, episodi forse poco eclatanti ma sempre importanti e significativi. Immagini dei combattimenti a Varese LO SCIALLE DI ZIA ZAZA’ E’ d’obbligo l’accenno ai “grandi della storia” Vittorio Emanuele II, Garibaldi, Cavour e papa Pio IX, che tante speranze suscitò nei patrioti varesini, nei fratelli Dandolo e in Emilio Morosini. Il pontefice è ricordato da un orologio di bronzo dorato nell’atto di concedere le leggi liberali nel 1850, prontamente ritirate poco dopo. C’è anche la bandiera del combattimento di Luino del 15 agosto 1848 che fu catturata dagli austriaci e riconquistata a più riprese. “L’intento della mostra - spiega Prevosti è mettere in risalto proprio i cittadini di Varese che furono protagonisti delle vicende locali, episodi forse meno dedicato il liceo classico Una dettagliata toponomastica eclatanti ma sempre importanti e cittadino; ma abbiamo ricordato risorgimentale ricorda le vie e le significativi. Chiediamo al visitatore un anche i vari Bolchini, Della piazze intitolate ai patrioti varesini attimo in più per riflettere sui manifesti, Chiesa e Larghi che si che ogni giorno inconsapevolmente le lettere e i proclami che comparvero arruolarono nei Cacciatori delle si percorrono: personaggi allora sui muri delle castellanze ma Alpi”. Varese fu la prima città italiana anche per leggere il commovente semisconosciuti o dimenticati. a nominare Giuseppe Garibaldi racconto della storia d’amore legata cittadino onorario e la prima a allo ‘scialle di zia Zazà’. Chi viene alla sventolare il tricolore. Sono impressionanti le fotografie mostra potrà conoscerla nel dettaglio. Abbiamo rivolto un ravvicinate del campanile della basilica di S. Vittore, doveroso richiamo alla famiglia Cairoli che perse a ridotto a una forma di gruviera dalle ventisei cannonate Varese il primo di quattro eroici fratelli, Ernesto, cui è Anno XII - n.6/2011 - VARESEFOCUS 83 Storia RUBRICHE Impressionanti le fotografie ravvicinate del campanile della basilica di S. Vittore, ridotto a una forma di gruviera dalle ventisei cannonate ricevute nei giorni della rivolta. Maggio 1859 ricevute nei giorni della rivolta: “La guerra non rispetta nulla, tantomeno i luoghi di culto e i sentimenti religiosi dei fedeli - osserva il curatore - Alcune brecce nel campanile contengono ancora le pesanti palle di piombo. Da quando l’abbiamo inaugurata, il 17 marzo, la mostra ha avuto più di mezzo migliaio di visitatori e numerose scolaresche che ci hanno riempito di gioia. La storia, infatti, come i musei, per essere utile deve rivolgersi ai giovani e fornire spunti per riproporre nuove ricerche”. LA CHIESA “POLVERIERA” Fra i pezzi più curiosi ed emozionanti c’è il plastico delle fortificazioni di Laveno nel 1859 con la chiesa di S. Maria in Cà Deserta imbottita d’esplosivi dagli austriaci e utilizzata come polveriera. Una dettagliata toponomastica risorgimentale ricorda le vie e le piazze intitolate ai patrioti varesini che ogni giorno inconsapevolmente percorriamo: personaggi semisconosciuti o dimenticati come i soldati Giuseppe Valder e Carlo Bossi che partirono con i Mille a Quarto e che non fecero più ritorno a casa, come il podestà Carlo Carcano che accolse Garibaldi come un salvatore e il sacerdote Giuseppe Della Valle testimone e “cronista” dell’insurrezione nel 1859. Manca il pezzo forse più pregiato della collezione, il grande quadro del pittore-soldato Eleuterio Pagliano, di proprietà dei Musei Civici di Varese, che riproduce il passaggio del Ticino a Sesto Calende dei Cacciatori delle Alpi il 23 maggio 1859. E’ un’enorme tela di due metri e trenta per sei di lunghezza in cui Pagliano, già sulle barricate di Milano nel marzo 1848, ritrae uno per uno, con scrupolo “fotografico”, i protagonisti dello sbarco, i volti e le figure di settantatre garibaldini, immortalati nell'attimo in cui i barconi e le chiatte attraccano nel porticciolo. Una legenda numerata sul retro svela le identità dei patrioti: ecco i fratelli Enrico, Benedetto ed Ernesto Cairoli, Nino Bixio, i generali Medici, Sacchi e Cosenz, i pittori Sebastiano De Albertis, Girolamo Induno e lo stesso Pagliano, il medico Agostino Bertani, il bergamasco Francesco Nullo e naturalmente lui, Garibaldi, avvolto nel poncho, in mezzo ai volontari. Il 84 VARESEFOCUS - Anno XII - n.6/2011 quadro è reduce dal prestito per la mostra allestita alle Scuderie del Quirinale a Roma. Ora è a Torino per l’esposizione dell'Unità d'Italia e in autunno sarà forse esposto anche a Varese. IL CASTELLO A STRAPIOMBO La mostra di Villa Mirabello dovrebbe essere la premessa per la riapertura stabile del museo del Risorgimento: “Molti visitatori ce lo chiedono, insistono perchè sia ripristinata la sezione risorgimentale dei Musei Civici come esisteva un tempo - ammette Prevosti - Il progetto c’è e una delle ipotesi riguarda Villa Baragiola che però ha bisogno di restauri. Meglio il castello di Belforte, che ha il vantaggio di trovarsi vicinissimo al luogo della battaglia. Il quadro di Pagliano starebbe divinamente nel monumentale corridoio all’ingresso. Il castello appartenne alla famiglia Biumi che nel ‘600 voleva farne la sua principale dimora. Il tetto è stato messo in sicurezza solo a metà grazie al contributo di 450 mila euro fornito dall’Iper, manca la parte tre-quattrocentesca, la più vecchia, mentre quella secentesca contiene il bellissimo affresco della Madonna con S. Sebastiano e S. Rocco in attesa di restauro. Sappiamo che una delle priorità del sindaco Attilio Fontana è ricavare il teatro nella caserma Garibaldi, ma salvare e utilizzare convenientemente il castello di Belforte è altrettanto importante, anche per ragioni di pubblica sicurezza: mi riferisco alla parte a strapiombo sulle auto che percorrono viale Belforte. Il problema dei costi è superabile, basta avere la volontà politica e un valido progetto per trovare le sovvenzioni. Non credo sia difficile”. La mostra è promossa dal Comune in accordo con l’associazione Varese per l’Italia - 26 maggio 1859 e la Società di Mutuo Soccorso fra Militari in Congedo. Hanno collaborato Toro Assicurazioni, Foto Soldano Varese, Al Telaio Comotessile Luvinate, Riganti Tappezziere Solbiate Arno, Comune di Crosio della Valle, Fondazione Molina, Comune di Induno Olona, Canesi Libreria Antiquaria Varese, Famiglia Bosina. Resterà aperta fino al 30 ottobre 2011 con questi orari: 1012.30 e 14-18. Chiuso il lunedì. Ingresso libero. Per informazioni: 0332/255485 www.comune.varese.it, www.varesecultura.it. Sergio Redaelli Varesefocus. Ovunque con te Diffuso in 17.000 copie cartacee, disponibile in versione sfogliabile sul sito varesefocus.it e, con un App dedicata, su iPad e iPhone, Varesefocus rappresenta un apprezzato strumento di informazione che, pur mantenendo intatta l’attenzione alla tradizione, volge lo sguardo alle nuove tecnologie. A disposizione degli inserzionisti accanto agli spazi tradizionali sulle copie cartacee, filmati, link e pubblicità dinamica nelle versioni elettroniche. Ovunque tu sei, Varesefocus è con te. Per informazioni: SPI Srl - [email protected] - tel. 0331 774345 - fax 0331 771701 Apple ed il logo Apple sono marchi di Apple Inc., registrati negli Stati Uniti ed in altre Nazioni. iPad è un marchio di Apple Inc.. App Store è un service mark di Apple Inc. www.studiogirasole.com Klkk`g\ilef% <E<I>@%M8g\iklkk`% Gifdfjjfe\c(000[XccËLe`fe\[\^c`@e[ljki`Xc`[\ccXGifm`eZ`X[`MXi\j\#<e\i^`%MX f^^`lef[\`dX^^`fi` Zfejfiq`[`XZhl`jkf[`]fek`\e\i^\k`Z_\`kXc`Xe\%Fcki\)''`dgi\j\#Z_\ZfejldXefg`[`-,'d`c`fe`[` bN_XccËXeef#gfjjfefZfekXi\jlgi\qq`\jki\dXd\ek\Zfdg\k`k`m`\jllej\im`q`f[`XjjfclkXhlXc`k~%KiXd`k\`c Zfejfiq`fc\`dgi\j\XZhl`jkXef`efcki\g`[`(''d`c`fe`[`d*[`^Xjd\kXef% G<ICË<E<I>@8;<CC8KL8@DGI<J8#@C:FEJFIQ@F<E<I>@%M8ßC8I@JGFJK8G@êJ@:LI8<:FEM<E@<EK< <E<I>@%M8 :fejfiq`fg\icË<e\i^`XMXi\j\$G`XqqXDfek\>iXggX,$)((''MXi\j\$K\c%'**)),(''' Fabbri e Fancello: la scultura e il mestiere di vivere RUBRICHE Arte Al Museo Bodini di Gemonio due artisti del Novecento nel dramma della guerra. L a mostra dedicata dal Civico Museo Floriano Bodini di Gemonio a “Salvatore Fancello e Agenore Fabbri anime del Novecento” rappresenta la continuazione di un percorso che da anni ricalca e ripropone in chiave critica il cammino della produzione artistica di esponenti di primo piano della scultura e della grafica del secolo scorso. Nelle sale del museo dedicato all’arte del maestro Bodini (1933-2005) approdato da Gemonio a Darmstadt, e poi ritornato in Patria - con il piacere di chi rientra dopo essersi allontanato per meglio capirsi sono sfilate nel tempo le prove scultoree di Lucio Fontana (era il 2006) e di Antonio Recalcati (2009), dopo i marmi di Adolfo Wildt (2007) e le terrecotte di Marino Marini, nel 2008. A questi si sono aggiunti altri non secondari nomi. Tocca ora all’arte breve ma folgorante di Fancello (Dorgali, 8 maggio 1916 - Bregu Rapit 12 marzo 1941) troncata dalla guerra a soli venticinque anni, e a quella solida e duratura di Agenore Fabbri, temprata a sua volta dalla sofferenza dei gravi e paralleli momenti storici, raccontare tempi e prodotti artistici segnati dai conflitti bellici del ventesimo secolo. Nato a Barba di Pistoia nel 1911, Fabbri morì nel 1998 a Savona. Proprio nel centenario della sua nascita, il curatore Astrologo Abadal, con la collaborazione di Montrasioarte, ha scelto di proporre nelle sale del museo di Gemonio alcuni tra i frutti più interessanti del suo percorso artistico. Ponendo accanto a Fabbri anche significative opere di Salvatore Fancello. I due si conobbero proprio in grazia della loro comune passione e scelta di vita. Fu insomma la sorte, sorretta dalle personali avventure umane e professionali, a decidere di farli incontrare in quel di Albissola, dove Fabbri fu per lunghi anni fondamentale punto di riferimento della bottega di Tullio Mazzotti, conquistandosi la stima e l’amicizia di Arturo Martini e di Lucio Fontana. Artista del popolo, scultore anti-retorica, così lo si dipinge, amico in gioventù di Ottone Rosai e dei poeti Rotture 1958 - legno cm 57x57x4 ermetici del caffè A Gemonio si è puntato per delle Giubbe Rosse Fabbri su di una decina di di Firenze, negli significative opere, anni Cinquanta tra cui la celebre serie dei Fabbri s’era poi rilievi in legno. trasferito a Milano. A Gemonio si è puntato per Fabbri su di una decina di significative opere, tra cui la celebre serie dei rilievi in legno, legni dipinti e lacerati (1958-1962), simbologia sofferta di un’umanità dilaniata dall’incapacità di darsi risposte, o meglio, la sola riposta possibile, quella dell’amore, unica moneta di scambio spendibile contro l’odio. “Personaggio lunare”, noto bronzo del 1958, è altra opera centrale dell’omaggio dedicato a Fabbri. Si tratta di un soggetto molto caro all’artista per i suoi numerosi riferimenti Anno XII - n.6/2011 - VARESEFOCUS 87 RUBRICHE Arte Delimitazione 1959 legno cm 61x50x3 Salvatore Fancello Cinghiale col suo piccolo La critica ha puntualmente sottolineato dell’opera di Fabbri la valenza narrativa drammatica, connotata da evidenti caratteri espressionisti, raffigurata nelle serie delle sue Donne e Madri, negli Animali feriti, nelle Risse, negli Insetti atomizzati, testimonianza quest’ultima del mondo in attesa di morte sotto l’incubo delle deflagrazioni atomiche. E davvero Fabbri è voce forte di chi soffre in sé la doppia ferita di un mondo prima offeso e tormentato dalla colpa della guerra e dell’atomica, poi reso dubbioso dalla crisi dell’occidente che stenta a risollevarsi dalle ceneri del lutto. Del nuorese Salvatore Fancello, penultimo di dodici figli, falciato precocemente dalla Del nuorese Salvatore guerra in Albania, sono esposte ottime Fancello sono esposte sculture in terracotta ottime sculture in terracotta policroma, policroma, espressione di espressione di quell’arte animalier a lui quell’arte animalier a molto cara. lui molto cara, e di cui fu, com’è noto, sensibile cultore. “Coccodrillo con il suo piccolo”, opera del 1938, è un alto esempio di abilità artistica e affabulatoria, in cui Fancello rivela in pieno la felicità di quel suo precoce dono di saper far dialogare con la matericità dell’impasto i toni cromatici. Il che pone l’inevitabile, ma inutile domanda, sugli esiti futuri di un’arte giovanile già così felice nelle sue premesse, racchiusa in soli due lustri. E fu arte davvero felice, come sottolinea il curatore, perché non si trattava di una risposta estetica ad una moda carezzata dai vezzi scultorei tra le due guerre, bensì di un’autentica, sentita rappresentazione della mitografia originaria della patria di Fancello, la terra sarda dai colori caldi dove la sua vita, breve ma fertile, s’era un giorno affacciata. Luisa Negri SALVATORE FANCELLO E AGENORE FABBRI anime del Novecento 3 luglio-2 ottobre 2011 Civico Museo Floriano Bodini - Via Marsala, 11 Gemonio (Varese) letterari (da Shakespeare, a Cervantes, a Pirandello), ma soprattutto per la personale visione di un’umanità figlia del caos, perennemente in bilico tra turbative cosmologiche e voglia di razionalità. Quella che, sul finire del percorso terreno, Fabbri riuscirà a intravedere di nuovo nel suo prossimo. 88 VARESEFOCUS - Anno XII - n.6/2011 Orari: Sabato e domenica 10.30-12.30/15.00-18.30 [email protected] rassegna parallela: Superfici in tensione In mostra opere di: Roberto Crippa, Anselmo Francesconi, Giuseppe Locati, Quinto Ghermandi, Alberto Ghinzani, Giò Pomodoro, Amilcare Rambelli 0j?ÝÁËË7Ë L’ENERGIA È LA CAPACITÀ DI UN CORPO O DI UN SISTEMA DI COMPIERE LAVORO” Il nostro lavoro? Dare forza alla vostra impresa. %30!.3)/.%32,6IA6ITTORIO6ENETO%'ALLARATE6!TFINFO ESPANSIONEENERGIAIT www.espansione-energia.it RUBRICHE Arte Quando l’Amore vince Il Guercino ritrovato è a Varese. D ue temi: la guerra e l’amore. E un’immagine: quella di un Amorino che trattiene Marte, il dio della guerra. Il messaggio è svelato. Racchiuso nel virgiliano ‘omnia vincit amor’, l’amore vince su tutto, si traduce nell’opera ritrovata “Marte furibondo trattenuto da Amorino”, un imponente olio di Giovanni Francesco Barbieri, detto il Guercino (1591-1666). Il soprannome fu dato all’artista per lo strabismo che l’afflisse fin dalla nascita, ma in realtà lo stesso aveva avuto in dono il non raro pregio di vedere e intrepretare luci e colori come pochi altri contemporanei seppero fare. Chi volesse incontrarsi con la citata opera del Guercino, se non l’avesse ancora fatto, ha tempo fino a gennaio, al Guercino, Marte con Castello di Masnago, seconda tappa di una mostra itinerante curata da Federica Gasparrini e Maurizio Marini e organizzata da Sphaerica. Al centro dell’opera s’avanza il dio della guerra, baldanzoso nella lucente armatura, tra fumi di polveri da sparo, sullo sfondo della mole di Castel Sant’Angelo, simbolo del potere papale. A trattenere l’impeto del dio è il tentativo timido, ma efficace, del figlio di Venere, l’Amorino che punta i piedi rosati sul cannone di guerra, che non verrà usato. L’allestimento dell’evento si avvale di otto cartelli didattici in italiano e inglese e di un video realizzato da Luca Verdone, fratello del più celebre regista Carlo, che documenta sulle curiosità relative al trasporto e alla conservazione di un ‘opera d’arte e sulle vicende avventurose del dipinto, rimasto nello studio dell’artista fino alla morte, e poi disperso. Da poco ritrovato ed esposto a Castel Sant’Angelo, come racconta Rosella Vodret, soprintendente del polo museale della città di Roma, rappresenta il prezioso punto d’attrazione e una straordinaria occasione per riflettere sulla figura di uno dei più importanti artisti della storia della pittura italiana del Seicento. Per Giuseppe Ussani d’Escobar, presidente di Sphaerica, è un ‘retablo de las maravillas’. “Nell’affermarlo - dice - mi ispiro allo stupore del Barocco, all’imprevedibilità di quel magico periodo del Bernini e del Borromini, a quella magica atmosfera che vive di provocazioni e suggestioni, dove la provocazione diventa più concreta ed altrettanto forte di quello che un Amorino, Cincinnati (Ohio), si presenta davanti ai nostri Cincinnati Art Museum occhi ed investe i nostri sensi”. Varese rappresenta, come abbiamo notato, la seconda tappa della mostra, così che ai visitatori del maniero varesino sarà consentito valutare in diretta, grazie alla collaborazione tra un collezionista privato e il Comune di Varese, un dipinto, siglato e documentato, la cui sorte La tela “Marte con Amorino” conservata a Cincinnati fu voluta dal committente al posto di quella originale, ora ritrovata, probabilmente per l’orientamento orizzontale. 90 VARESEFOCUS - Anno XII - n.6/2011 L’opera in mostra a Varese in cui il dio è trattenuto dall’amorino rimase per anni nello studio dell’artista e poi andò persa. L’esistenza dell’opera era stata più volte confermata dagli studiosi. L’opera in mostra a Varese: Marte furibondo ritenuto da un Amorino olio su tela, cm 170 x 136 siglato in basso a sinistra “F.B.” aveva posto molte domande. La sua esistenza era stata più volte confermata dagli studiosi e se ne trovava testimonianza anche in un’incisione dell’artista Giacomo Giovannini, parzialmente conforme al dipinto in oggetto. Commissionata al Guercino da Mario Mattei, barone di Paganica, la tela non era stata da questi ritirata ed era rimasta nello studio dell’artista, forse sostituita da una seconda, analoga opera, voluta dal comittente in orizzontale - anziché verticale, “Marte con un Amorino”, oggi all’Art Museum di Cincinnati (Ohio). Fu poi ritrovata nello studio dagli eredi, dopo la morte del pittore, e mostrata dai nipoti al futuro biografo Carlo Cesare Malvasia, che battezzò il quadro con la denominazione ancora attuale. Nato a Cento di Ferrara e morto a Bologna, il Guercino, RUBRICHE Arte allievo della bottega di Benedetto Gennari, è tipico rappresentante dell’arte del Seicento, l’età Barocca. Con Guido Reni, Lanfranco e Domenichino fu tra gli esponenti di spicco della “cosiddetta” scuola bolognese. Dove, dismesse le voglie di imitazione della Maniera di Michelangelo e Raffaello, si puntò a una sintesi tra il chiaroscuro della Natura caravaggesca e la pittura come Idea della scuola dei Carracci. Pupillo di papa Gregorio XV, l’artista è noto anche per l’affresco del Casino Boncompagni Ludovisi, detto l’Aurora, dall’opera che eseguì in concorrenza ideale con il collega Guido Reni, impegnato sullo stesso tema a Palazzo Rospigliosi. Il catalogo della mostra (De Luca edizioni d’arte) è curato da Federica Gasperrini e Maurizio Marini. Luisa Negri IL GUERCINO RITROVATO Quando Amore ferma la guerra 19 luglio 2011 - 8 gennaio 2012 Civico Museo d’arte Moderna e Contemporanea Varese, Castello di Masnago, Via Cola di Rienzo, 42 Orario estivo: 10.00-12.30/14.30-18.30 Orario invernale: 9.30-12.30/ 14.00-17.30 Anno XII - n.6/2011 - VARESEFOCUS 91 lll#hijY^d\^gVhdaZ#Xdb BUSINESS ALL’ESTERO? NON LASCIARE TUTTO IL PESO ALLA TUA AZIENDA Dal 1975 al fianco delle imprese che pensano che i confini non siano il traguardo ma l’inizio della propria attività CHIAMA IL NUMERO 0331 774377 OPPURE VISITA IL SITO WWW.PROVEX.IT Arte E A P P U N TA M E N T I 5 per Masolino Sono cinque gli artisti coinvolti in un progetto che trae ispirazione proprio dal borgo quattrocentesco, dagli affreschi di Masolino da Panicale ai monumenti più noti commissionati, nel Quattrocento, dal celebre Cardinale Branda Castiglioni. I soggetti raffigurati riproducono gli scorci più suggestivi dell’antico borgo però con evidenti differenze di codici espressivi, dal linguaggio rinascimentale di Masolino a quello espressionista, metafisico, surrealista di Bruno Bordoli, Giovanni Cerri, Marina Falco, Fuelpump (Fabio Valenti) e Giorgio Sovana, protagonisti di questa esposizione. Sino al 16 ottobre 2011 RUBRICHE M O S T R E When the impossibile happens Ryoji Ikeda, Nico Vascellari e Prurient, Michele Bazzana, Francesca De Isabella e Sara Leghissa, King Tongue e Yoshua Okón, Knowbotiq, Sergio Limonta, Giovanni Morbin, Societas Raffaello Sanzio, Ze Coeupel. Dall’8 ottobre al 13 novembre 2011 Inaugurazione sabato 8 ottobre, ore 18.30 Jesus Museo Civico Branda Castiglioni - Castiglione Olona Piazza G. Garibaldi 1 - tel. 0331 858301 Performance e progetto espositivo di Nico Vascellari che, sotto al diretto riferimento al Salvatore, celano per poi rivelarlo il richiamo alle affascinanti figure dell'attore Klaus Kinski e del musicista GG Allin, entrambi collegabili, in maniera diversa e controversa, alla figura di Gesù Cristo. Orari: da martedì a sabato 9.00-12.00 e 15.00-18.00, domenica 10.3012.30 e 15.00-18.00, domenica 9 e 16 ottobre 15.00-18.00 Ingresso: euro 3,00 intero; euro 2,00 ridotto Progetto espositivo dall’8 ottobre al 13 novembre 2011 Performance sabato 8 ottobre, ore 21.30 Lasciare il segno 2011 “Diario d’artista” Mostra itinerante negli spazi di Luino, Milano e San Bernardino. Obiettivo è quello di indagare il mondo del libro d’artista, quale risultato di una interazione tra linguaggi espressivi e comunicativi e darà la possibilità ai visitatori di visionare un interessante spaccato di quella che è oggi la produzione contemporanea dei libri- diari d'artista. Sino al 15 ottobre 2011 Masseria del parco di Villa Filippi - Luino Via San Pietro 43 - tel. 3388454952 Orari: visitabile su appuntamento. Ingresso libero MAGA - Museo Arte Gallarate - Via De Magri 1 tel. 0331 706011 - www.museomaga.it [email protected] Orari: da martedì a domenica 9.30-19.30. Ingresso gratuito SENBAU. Protagonisti del silenzio Carlo Senesi e Giacomo Bauccio, due artisti dalle personalità distinte, anni fa si sono incontrati, riconosciuti ed uniti in un duo artistico dando vita a SENBAU. Le loro opere, misteriose, profonde, suggestive, intriganti, donano a coloro che le avvicinano, forti emozioni che penetrano la coscienza suscitando emozioni che l’arte contemporanea, in questi ultimi anni, ha talvolta negato. Sino al 29 settembre 2011 Premio Riccardo Prina. Fotografia e parola Galleria Cascina dell’Arte - Busto Arsizio Via Vespri Siciliani 5/7 - per informazioni 333 4314289 In mostra le opere dei 15 finalisti. Vincitore è Laura Locatelli con l’opera fotografica “Tracce di paesaggi”. Menzione speciale a Simone Santilli con “431 characters”. Orari: da giovedì a domenica 16.00-19.00. Ingresso libero Sino al 16 ottobre 2011 Galleria Ghiggini - Varese - Via Albuzzi 17, tel. 0332 284025 - www.ghiggini.it - [email protected] Orari: da martedì a sabato 10.00-12.30 e 16.00-19.00. Ingresso libero Francesco De Rocchi, Mario Botta. Angeli La mostra comprende circa quaranta tra dipinti e disegni, che raccolgono tutti i principali lavori del maestro saronnese e del grande architetto svizzero su questo tema, su cui entrambi hanno profondamente riflettuto. Dal 30 ottobre al 13 novembre 2011 Inaugurazione sabato 29 ottobre, ore 17 Villa Gianetti - Saronno - Via Roma 20 - tel. 02 96710246 Orari: tutti i giorni 10.00-12.30 e 15.30-18.30. Ingresso libero Collezione ‘900 e contemporanei Sabato 24 settembre 2011 è stata inaugurata una nuova sezione del Museo Gianetti dedicata alla collezione di ceramiche del ‘900 e del contemporaneo, con l’intento di creare una continuità tra la ceramica antica e la ceramica contemporanea. Gli artisti presenti: Apruzzese E., Alberti R., Amrita, Ardini F., Atelier di ceramica “la linea”, Ballerani P.G., Bosini G., Calzavacca C., Clerici A., De Rosa M., Dusi F., Giovannini R., Guerri A., Masciarelli G., Meza M., Minotti M., Oliva E., Orini N., Pasqui W., Polloniato P., Quattrini A., Roma F., Robustelli G., Rosenberg M., Rotta C., Russo S., Scuola Cova, Spector G., Tapia M., Vanotti A., Venturi S., Weiss P., Zava D. Museo G. Gianetti - Saronno Via Carcano 9, - tel. 02 9602383 - www.museogianetti.it [email protected] Orari: martedì, giovedì e sabato 15.00-18.00. Ingresso nuova sezione gratuito Anno XII - n.6/2011 - VARESEFOCUS 93 RUBRICHE Arte M O S T R E E A P P U N TA M E N T I Diabolik & Eva Kant Giovani Talenti. Fotografia Italiana Contemporanea La mostra presenta 30 opere della Micromart Collection realizzate dai principali autori della serie: Sergio Zaniboni, Franco Paludetti, Enzo Facciolo, Elio Silvestri e Giuseppe Palumbo. L’iniziativa nasce con la finalità di valorizzare e promuovere giovani talenti, alcuni dei quali provenienti da scuole di fotografia, altri dalle letture dei portfolio, affidando a una serie di curatori la scelta degli autori da proporre e sostenere. Sino al 13 ottobre 2011 Banca intermondiale Suisse - Lugano (CH) Contrada Sassello 10 Dal 23 ottobre al 6 novembre 2011 Inaugurazione - domenica 23 ottobre ore 18.00 Orari: da lunedì a venerdì 10.00-17.30 Una finestra vista casa Galleria American Design & Art - Lugano (CH) Via Marconi 4 - tel. +41 (0)919225142 www.americandesignandart.com [email protected] Femminile Plurale Orari: da giovedì a sabato 11.00-19.00 o su appuntamento di Matteo Sauli. Progetto proposto da Claudio Argentiero - Archivio Fotografico Italiano In bicicletta nel mondo. A scuola nel mondo Fotografie di Carlo Meazza scattate in Africa, America Latina, Europa e Asia. Sino al 22 ottobre 2011 Canvetto Luganese - Fondazione Diamante Lugano (CH) Via R. Simen 14b - tel. +41 (0)919101890 www.f-diamante.ch - canvetto@ f-diamante.ch Orari: da martedì a sabato 8.30-24.00 LA DOMENICA IN FAMIGLIA CON IL Ricco calendario di iniziative pensate per lo svago e il relax di tutta la famiglia: genitori e bambini potranno, infatti, cimentarsi insieme in divertenti laboratori e partecipare a coinvolgenti percorsi-gioco alla scoperta dei Beni varesini del FAI. Monastero di Torba, Gornate Olona orario: dalle 10.30 alle 17.00; di Leda Mattavelli. Progetto proposto da Erminio Annunzi - docente Istituto Italiano di Fotografia di Mirta Kokalj - Wanda Perrone Capano - Desiree Sacchiero - Francesca Todde - Michela Bernasconi - Silvana Celentano - Noemi Belotti - Leda Mattavelli - Elisabetta Righi. Progetto proposto da Roberto Mutti - critico, consulente artistico e docente di fotografia Bagnanti NONLUOGHI di Susanna Pozzoli. Progetto proposto da Gigliola Foschi - Critico e storico della fotografia - docente all’istituto Italiano di Fotografia In montagna: paesaggi nascosti di Claudio Camisasca. Progetto proposto da Claudio Argentiero - Archivio Fotografico Italiano Villa Pomini - Castellanza - Via Don Testori 14 - tel. 0331 526263 www.archiviofotografico.org Orari: venerdì e sabato 15.00-19.00, domenica 10.00-12.00 e 15.0019.00. Ingresso libero Franco Rognoni. Favole e sogni La mostra comprende trenta opere, oli, disegni, incisioni e tecniche miste, alcune delle quali inedite e di particolare valore espressivo. Le opere provengono da importanti collezioni private e da strutture museali. Sino al 31 ottobre 2011 Sangalleria - Casalzuigno - Vicolo Malcotti per informazioni 339 5297073 Orari: giovedì e sabato 14.00-18.00, domenica 9.00-12.00 domenica 9 ottobre “Esploratori nel passato” Prenotazione obbligatoria al numero 0331 820301 Villa Della Porta Bozzolo,Casalzuigno orario: dalle 15.00; domenica 23 ottobre “ Flora tra dolcetti e scherzetti” Prenotazione obbligatoria al numero 0332 624136 Villa e Collezione Panza orario: dalle 15.00; domenica 16 ottobre “Atmosfere e colori d’autunno” domenica 6 novembre “Caccia ai colori domenica 13 novembre “Coloriamo le emozioni” domenica 27 novembre “Aspettando il Natale” Prenotazione obbligatoria al numero 0332 283960 Ingresso: 5,00 euro (adulti e ragazzi) Maggiori informazioni www.fondoambiente.it A cura di Laura Bardelli 94 VARESEFOCUS - Anno XII - n.6/2011 Settima Giornata del Contemporaneo Sabato 8 ottobre 2011 Grande evento dedicato all’arte contemporanea e al suo pubblico organizzato da AMACI - Associazione dei Musei d’Arte Contemporanea Italiani. Porte aperte gratuitamente in ogni angolo del Paese, per presentare artisti e nuove idee attraverso mostre, laboratori, eventi e conferenze. Un programma multiforme che regalerà al grande pubblico un’occasione per vivere da vicino il complesso e vivace mondo dell’arte contemporanea. L’elenco degli aderenti all’iniziativa è consultabile su www.amaci.org RUBRICHE Arte FRANCO RADICE La mostra presenta per la prima volta un percorso antologico alla scoperta della figura e dell'opera di Franco Radice (Roma 1938 Varese 1992), pittore di paesaggio, natura e scene di genere legate al mondo contadino della provincia, ma con un occhio attento anche alle problematiche sociali affrontate, negli stessi anni, dai maestri italiani impegnati nelle denunzie dei drammi del secondo dopoguerra.. Sino al 30 ottobre 2011 Museo Civico Parisi-Valle - Maccagno Via Leopoldo Giampaolo 1, tel. 0332 561202 www.museoparisivalle.it - [email protected] Orari: da giovedì a domenica 10.00-12.00 e 15.00-18.00. Ingresso gratuito Le zucche 1990 olio su tela Anno XII - n.6/2011 - VARESEFOCUS 95 RUBRICHE Sport Scocca la freccia La Compagnia Arcieri Città di Varese, realtà sportiva di nicchia che ha recentemente organizzato, in Città, la Coppa Italia delle Regioni. 96 VARESEFOCUS - Anno XII - n.6/2011 Fondata nel 1976, la acata, schiva e ferma nel sostenere la futuro. Qual è il segreto? Compagnia Arcieri Città Sinapi: Non è certo stato un percorso in discesa, sua posizione. Vulcanico, estroverso e ma siamo sempre riusciti a superare le difficoltà. difficile da tenere a freno. All’apparenza di Varese ha sede a agli antipodi, se non fossero marito e Calcinate degli Orrigoni. Non ultima, ma credo tra le più importanti per la nostra crescita, è stata quella di avere un moglie con una ferrea e comune passione campo gara. Il tiro con l’arco infatti necessita di per il tiro con l’arco. Mariangela Casartelli e Walter Sinapi sono l’anima, la testa e il cuore della grandi spazi e trovarne uno non è cosa da poco. Ci siamo Compagnia Arcieri Città di Varese: insieme l’hanno fondata riusciti. La nostra “casa” è a Calcinate degli Orrigoni: nel 1976, insieme l’hanno fatta crescere e oggi, sempre abbiamo un campo di 7 mila metri quadrati, attrezzato per il insieme, la guidano ricoprendo gli incarichi di presidente, tiro Fita e di Campagna. Una location ideale, alle pendici del Mariangela Casartelli e di segretario e commissario tecnico Campo dei Fiori. Direi il massimo per questo sport che si Walter Sinapi. pratica a contatto con la natura. Casartelli: Il propulsore di questa avventura è l’entusiasmo dei Chi ha fatto del tiro con l’arco una passione di famiglia? soci e degli atleti. In tutti questi anni abbiamo lavorato molto Casartelli: E’ stato mio marito a trasmettermi l’entusiasmo e alla costruzione del gruppo e dedicato grande attenzione alla l’amore per questo sport che prima nemmeno conoscevo. crescita tecnica. Attualmente abbiamo una trentina di arcieri e Sinapi: E’ una passione che non ho mai abbandonato. tra questi non mancano certo le promesse. Luca Maran, Nemmeno quando stavamo organizzando le nozze. O Giorgio Cazzaniga e Paolo Damiani sono nel giro della meglio, io andavo a tirare con l’arco e mia moglie pensava squadra nazionale e per una al matrimonio. realtà piccola come la nostra è un Una location ideale, risultato di cui andare fieri. alle pendici del Come e quando nasce il progetto della Compagnia Arcieri Campo dei Fiori. Il Fucina di campioni e società Varese? massimo per questo Casartelli: Siamo alla fine degli anni Settanta e per modello per l’organizzazione di sport che si pratica praticare questo sport dovevamo sempre andare ad grandi eventi. Vi definiti piccoli Appiano, Besozzo o Gallarate. Io e Walter riusciamo a far per modestia o paura di a contatto con la pubblicare un articolo su La Prealpina in cui spiegavamo crescere? natura. Casartelli: Il nostro sport, se si l’idea di voler dare vita a una società di tiro con l’arco. escludono le Olimpiadi, non avrà Abbiamo fatto la prima riunione mai le platea del calcio o del basket. Però la nostra nella sede del Coni e ci siamo Un campo per dimensione non può più essere un alibi. L’aver organizzato a trovati in cinque, ovvero il addestramento e distanza di pochi anni dalla prima volta un’altra edizione numero necessario per far gare di 7mila mq della Coppa Italia delle Regioni ci porta a voler consolidare la partire l’avventura. attrezzato per tiro nostra attività che coniuga i risultati sul campo in termini di Sinapi: L’Ar.Va. nasce nel 1976 Fita e di campagna. e un anno dopo è già affiliata medaglie, alla capacità di gestire appuntamenti di livello per lo meno nazionale. alla Federazione. Il primo Sinapi: Noi ci saremo sempre, ma a crescere non deve essere presidente è stato Enzo Busignani. solo la nostra realtà, ma tutto il movimento. Se guardo al Come venite accolti dal panorama sportivo dell’epoca? recente passato, infatti, credo che il tiro con l’arco, a livello Casartelli: La Compagnia ha subito rappresentato una provinciale, abbia perso qualche grande occasione. Mi novità, ma noi avevamo un illustre precedente, ma a quanto riferisco al fatto che non siamo pare tutti se l’erano dimenticato. riusciti a sfruttare al meglio la Attualmente la Sinapi: Ben prima che nascesse la nostra Compagnia, negli grande opportunità che Michele Compagnia ha anni Cinquanta, a Varese si sono disputati gli Europei. Ed Frangilli ci ha dato con i suoi era anche la prima volta che l’Italia organizzava la successi olimpici. Frangilli una trentina di competizione continentale. Il campo di gara fu allestito arcieri e tra questi potenzialmente è la persona giusta: all’ippodromo. L’evento è come se fosse entrato nel Dna dei campione in campo e disponibile non mancano varesini, i quali, pur non ricordandosene, hanno sempre certo le promesse. fuori. Non gareggia con la nostra dedicato al tiro con l’arco un’affettuosa attenzione. società, ma non ho alcun problema a sostenere che possa diventare il Far vivere una società sportiva non è cosa semplice, testimonial di questo sport. Andrea Della Bella soprattutto se si tratta di sport catalogati come minori. Oggi l’Ar.Va. ha un passato, un presente e soprattutto un P Anno XII - n.6/2011 RUBRICHE Sport - VARESEFOCUS 97 RUBRICHE Sport Uno sport di nicchia. Se si escludono le Olimpiadi, non avrà mai le platea del calcio o del basket. La Coppa Italia delle Regioni Avevano promesso spettacolo e spettacolo è stato. La Coppa Italia delle Regioni organizzata per la seconda volta dalla Compagnia Arcieri Città di Varese lascia a tutti coloro che l’hanno vissuta un bagaglio di emozioni intense e che difficilmente finiranno nel dimenticatoio. Tanto più che a trionfare è stata la Lombardia. Organizzazione logistica perfetta, scenari di gara unici nel panorama nazionale, oltre 500 arcieri in rappresentanza di 21 regioni e un pubblico di appassionati e curiosi incantati sia dalla competizione Fita, disputatasi a Calcinate del Pesce, che dal Tiro di Campagna, specialità meno conosciuta, ma più spettacolare, che si è disputata nel bosco della ditta Mazzucchelli di Castiglione Olona, campo base della Compagnia arcieri locali. Ed è proprio in questo suggestivo angolo di Varesotto, che il pubblico ha potuto ammirare l’abilità degli arcieri, messa a dura prova dall’impegnativo percorso costellato di ben 48 bersagli. Gli organizzatori però hanno voluto fare centro a tutti i livelli: agonistico e formativo. Accanto alla due giorni di gara, gestita su due sedi differenti (dettaglio non trascurabile per chi deve mettere a punto accoglienza e spostamenti), si è tenuto anche un seminario tecnico sul Compound visto dai professionisti. Un momento di approfondimento dedicato ai tecnici e che ha confermato la volontà della Compagnia Arcieri Città di Varese di dare un contributo sostanziale alla crescita di questo sport, che il grande pubblico si ricorda, purtroppo, solo nel momento in cui si accende il braciere olimpico. (A.D.B.) Tre volte campionessa del mondo: Baggiolini sbanca Sacramento “Ho un conto in sospeso con un’olandese”, aveva dichiarato, con la testa alla gara degli 800 metri, prima di partire per i Mondiali Master di atletica leggera di Sacramento, in California. A conti fatti, però, la rivincita di Emanuela Baggiolini è andata ben oltre: tre le medaglie d’oro. Un bottino, quello portato a casa dall’atleta varesina che corre con i colori del Cus Cagliari (e che di professione fa la funzionaria all’Unione degli Industriali della Provincia di Varese), iniziato con la conquista del gradino più alto del podio nei 400 metri ostacoli. La sua specialità per eccellenza. Poi la vittoria negli 800. Quella annunciata e voluta, con un secondo di vantaggio su Ingrid Grutters. “L’olandese” di cui sopra, tanto per intenderci. Poi il terzo titolo conquistato nei 400 piani. Ma la tripletta oro non esaurisce il medagliere della Baggiolini ai mondiali over 35. Per completarlo bisogna aggiungere due argenti in altrettante staffette. Bilancio finale per l’atleta allenata da Paolo Bertaccini, allievo di Antonio Cecconi: nove gare in nove giorni e cinque salite sul podio. Nemmeno il tempo di gioire e subito il ritorno sul campo d’allenamento di Calcinate degli Orrigoni. Per altre rivincite, già annunciate. Solo due settimane prima dei Mondiali Master a Sacramento c’era stato il quarto posto ai Campionati Italiani Assoluti di Torino: “Nel bronzo ci avevo sperato”. Finirà come con l’olandese? (D.C.) 98 VARESEFOCUS - Anno XII - n.6/2011 Due ruote varesine La stagione sta finendo, ma per i motociclisti incalliti che stanno pensando di cambiare ora il bolide, ecco due nuove moto varesine molto diverse, ma accomunate da temperamento sportivo: MV Agusta Brutale 1090 RR e Husqvarna TE 630. L a versione top della nuova gamma Brutale si chiama 1090 RR, una moto dall'allestimento estremo e componentistica racing, per regalare il massimo delle soddisfazioni a chi cerca in una moto, oltre a fascino ed eleganza, le super prestazioni. I 38 titoli mondiali piloti e 37 campionati marche conquistati nella storia di MV Agusta si rispecchiano in questo progetto, nato senza compromessi e soprattutto sulla nuova linea direzionale del “Made in MV”, ossia di un progetto nato e sviluppato in casa per la sua quasi totalità. Con 1.078 cc per 144 cv di potenza: il nuovo 4 in linea MV si pone in vetta alla classifica delle prestazioni per motocicli naked. Deriva dal propulsore base, quello della 990 R. Quindi, nessuna variazione del layout del motore e una riconfigurazione del motore che ha l’obiettivo di rendere più morbido l'uso del gas, con una risposta che vuole essere più progressiva, corposa e armonica rispetto Husquarna TE 630 a prima, specie nell'apri-chiudi e in accelerazione. Nonostante la sua impostazione estrema, si apprezza la posizione di guida più comoda e spaziosa. La sella lunga permette anche ai piloti di statura superiore alla media di “entrare” comodi, con le braccia che si allungano al manubrio su un piano più alto e confortevole. La sensazione è quella di guidare una moto cresciuta di un paio di taglie, quindi più ospitale. La 1090 RR è disponibile in tre colorazioni: rosso pastello/argento metallizzato; nero pastello/grigio graffite; bianco perla/nero pastello. Costo: 18.700 euro. Derivata dalla SMR 630, la Husqvarna TE 630 beneficia di molte parti in comune ai quattro tempi Husqvarna da enduro “racing”, ed è insieme alla WRE 125 l’unico modello della Casa 78 volte campione del mondo nel fuoristrada , nel segmento delle moto Dual Purpose, ovvero le moto che ti portano dappertutto. Con la TE 630 Husqvarna ha voluto ampliare il proprio raggio d’azione e raggiungere anche gli appassionati di enduro che utilizzano la moto tutti i giorni e esigono un mezzo più confortevole ma con lo stesso fascino delle moto “racing”. La TE630 abbina un carattere forte ed un look accattivante, a una parte ciclistica adeguata per un utilizzo quotidiano in fuoristrada, coadiuvati da un propulsore particolarmente brillante e facilmente fruibile anche ai medi e bassi regimi. La novità principale del nuovo TE 630 è nel motore ora da 600 cc grazie a un aumento dell’alesaggio da 98 mm a 100 mm. L’Husqvarna TE 630 è il sogno di chi vuole una moto con grinta ma anche di classe; è il miglior esempio di come una bellezza racing fuoristradistica possa essere plasmata al servizio del grande pubblico. Costo: 7.520 euro. (M.L.) RUBRICHE Motori MW Agusta Brutale 1090 RR Anno XII - n.5/2011 - VARESEFOCUS 99 www.studiogirasole.com Gif^\kk`[`Zi\jZ`kX6 :FE=@;@CfdYXi[`Xk`jfjk`\e\% Da quasi mezzo secolo il Consorzio di garanzia collettiva dei Fidi dell’Unione degli Industriali della provincia di Varese opera a fianco delle piccole e medie imprese rendendo più agevole ed economico l’accesso al credito. Con oltre 1300 imprese consorziate in provincia di Varese e 120 milioni di euro di finanziamenti garantiti erogati attraverso 13 istituti convenzionati, CONFIDI Lombardia è il partner ideale della tua impresa. Piazza Monte Grappa, 5 - 21100 Varese Tel. 0332 251000 - Fax 0332 285565 - [email protected] RUBRICHE Motori Il comfort sportivo dell’Audi A6 Avant Arriva in autunno anche sul mercato italiano la nuova versione del modello della casa automobilistica tedesca giunto alla settima generazione. S quadra che vince non si cambia. Sulla scia del motto sportivo sbarca anche sul mercato italiano la nuova Audi A6 Avant. Settima generazione di un’auto che si presenta con novità importanti, ma tutte improntate ad un obiettivo: “Riedizione di un modello vincente”. Che dal 1994 ad oggi ha venduto 86.000 vetture. Con quest’auto Audi si rapporti o del multitronic a variazione continua o Carrozzeria più leggera, una conferma pioniera nella del tiptronic a otto rapporti. struttura che concilia dinamismo costruzione leggera: il Per un amante della Avant un dettaglio sportivo a un comfort eccellente, un peso cala del 18%. importante è la capienza del bagagliaio: in design slanciato e lineare, funzioni questo caso si parla di 565 litri, che diventano di connettività difficilmente 1.680 se si reclinano gli schienali dei sedili posteriori. Per ritrovabili in altri modelli concorrenti del segmento: quanto riguarda l’abitacolo la nuova A6 Avant si queste le principali caratteristiche dell’Audi A6 Avant. contraddistingue per un design slanciato e lineare, e con Con la sua realizzazione la casa automobilistica dei una qualità delle finiture che, come si dice in questi casi, quattro anelli conferma il proprio ruolo di pioniera nella “è senza compromessi”, grazie anche ad un costruzione leggera. Grazie ad una carrozzeria costituita equipaggiamento ricco e un’ergonomia esemplare. per il 20% da componenti di alluminio il peso Punta di pregio, il sistema complessivo, rispetto al modello precedente, scende di 70 integrato che racchiude tutte chilogrammi. Ciò vuol dire che, in termini assoluti, nella Scendono anche i le funzioni di connettività: versione 2.0 TDI, il peso sarà di soli 1.640 chilogrammi. l’Audi Connect. Funzionalità consumi: nella Cala il peso e calano anche i consumi. “L’efficienza innovativa - dichiarano dalla casa tedesca - è al servizio speciali sono garantite dalla versione 2.0 TDI sono della potenza”. Tradotto in numeri, nella motorizzazione collaborazione con Google, di 5 litri di carburante 2.0 TDI il consumo medio di carburante ogni 100 mentre il sistema hotpost ogni 100 chilometri. chilometri sarà di 5 litri. La spiegazione sta nel fatto che permette ai passeggeri di “tutti i propulsori sfruttano tecnologie del sistema navigare su Internet e di d’efficienza modulare Audi, che hanno contribuito a accedere liberamente alla posta elettronica. I servizi on ridurre i consumi anche del 18%”. line di Audi, infine, permettono al guidatore di essere Sei le motorizzazioni proposte. Tutte a iniezione diretta: informato in tempo reale sulle condizioni di viabilità. due a benzina e quattro TDI. Per una potenza erogata E’ possibile trovare la nuova Audi A6 Avant all’Audi compresa tra i 177 cavalli (130kW) e i 313 (230kW). A Zentrum Varese, la concessionaria Audi per Varese e seconda del motore l’A6 Avant è dotata o di un cambio provincia. (D.C.) manuale a 6 marce, o dello sportivo S tronic a sette Anno XII - n.5/2011 - VARESEFOCUS 101 RUBRICHE In libreria Sulle ali del vento “La psicologia non dà risposte, solo avvertimenti” Alexander Lowen. Per (ri)partire con il piede giusto: con una mela al giorno o i consigli della life trainer o - perché no? - un buon libro! LICENZA DI “CHISSENEFREGA!” Elena Orlandi LICENZA DI “CHISSENEFREGA!” De Agostini, 2011 Lorenzo Franchini HASTA LA FIN DEL MUNDO ...IN VESPA! Acar Ed., 2009 Augusto Innocenti, Carlo Pruneti UNA MELA AL GIORNO: MA QUALE? Espress, 2011 Piermarco Cairoli CALIFORNIA 11 Pietro Macchione, 2011 Alberto Cavanna A PICCOLI COLPI DI REMO ArteNavale, 2011 102 VARESEFOCUS - Anno XII - n.6/2011 Il titolo non vi inganni: non è un manuale per insegnarvi a diventare cattivelli, ma piuttosto consapevoli. “La guida pratica ci sono anche gli esercizi!, ndr - per onesti egoisti” vi condurrà nel condominio del benessere: entrarci è questione di scelte, salire i piani è un po' faticoso (e il libro non lo nasconde) ma arrivati all'attico, scoprirete che ne vale la pena. Non aspettatevi la felicità, un picco occasionale, ma lo “stare bene” con voi stessi e, quindi, con gli altri. Il libro è stato un immediato successo. Questione di coincidenze, secondo l'autrice, life trainer saronnese. Di coincidenze, guarda caso, si parla. Ma anche di cambiamento, responsabilità, famiglia, e, ovviamente di amore. HASTA LA FIN DEL MUNDO ...IN VESPA! “Da Buenos Aires a Ushuaia cavalcando la Ruta 40”. Il libro non è fresco di stampa, ma continua a vivere sul web, da dove, in un certo senso, è nato. La cronaca di un’avventura, a dir poco impegnativa, di appassionati della Vespa che nella vita fanno tutt’altro: una lettura intrigante per tutti, ma soprattutto per chi ama la letteratura di viaggi e per chi sa gustare le storie vere di persone vere alle prese con le difficoltà vere e, spesso, con la comicità delle stesse. L’autore, che vive e lavora a Induno Olona (ai varesini dal cognome non sfuggirà la parentela noir), è un puro amante delle due ruote e non scrive di mestiere, ma se la cava bene per stile e capacità narrativa e per l’aver saputo inserire in maniera organica i contributi degli amici vespisti. UNA MELA AL GIORNO: MA QUALE? Brave massaie e, voi, che pensate di sapere tutto sul bio e le etichette, aprite questo libro - realizzato al 100% con carta riciclata e prodotto attraverso un processo a basso impatto - e scoprite, se c’è, qual è la strada alimentare giusta. Sani principi di buona alimentazione e nutrizione, che fanno i conti con una realtà nascosta, ad esempio, di additivi e di spaventosi termini in -ante o sigle volutamente criptiche. Salute e benessere passano necessariamente dall'alimentazione: se ne siete consapevoli, è la lettura per voi. Vi lascerà un amaro retrogusto. CALIFORNIA 11 Il secondo lavoro dell'autore comasco è un romanzo piacevole, a due letture. Una storia appassionante di amore, amicizia, avventura, natura, con un “cammeo” sul mondo dei cavalli, che colpirà gli appassionati. Sotteso il tema del cambiamento: protagonista e “comparse” sono alla ricerca di una risposta. La domanda c’è, ma quale? Un viaggio verso una meta, che è quella poi di tutti. Un finale relativamente aperto: a ciascuno il gusto di rispondere. Per i protagonisti e per se’. A PICCOLI COLPI DI REMO Permettete il paragone irriverente: questo libro, tra i vincitori del Premio Selezione Bancarella 2011, vi farà l'effetto nostalgia delle repliche dei film estivi anni ‘60 nel mese di settembre. Di mare si tratta: trenta racconti ambientati nel blu, tra navi e costa, nati dalla creatività ed esperienza dell’autore, ligure e uomo di mare, che cura la rubrica “Storie di Mare” su Arte Navale. Piccole perle che vi faranno sognare. Una menzione merita la copertina-oblò: ad onor del vero un po’ scomoda, ma indubbiamente di grande effetto. QUANDO IL SUO SGUARDO Il consiglio di Sara della Libreria del Corso è decisamente sui generis. Un romanzo a quattro mani, che sembra noir ma tende al thriller con sorpresa. Ambientato in una apparentemente tranquilla Varese (Rodighiero è varesino, Manarini milanese), durante i Mondiali di ciclismo 2008, ruota intorno alla vita di un protagonista, Fabrizio, anche lui apparentemente tranquillo. Ma qualcosa di segreto e spaventoso si nasconde. Tra quotidiano e soprannaturale, tra reale e immaginato, in un percorso di bene e male che è anche un po’ metafora. DON ENRICO BAGGIOLI (1873-1921) “Il movimento cattolico a Varese e ad Azzate.” L’ultimo lavoro del professore varesino è l’ennesimo personale, appassionato e documentato contributo alla ricostruzione delle vicende del movimento cattolico nel Varesotto, rappresentato da una ricca galleria di ritratti storici di parroci del territorio. Uno scorcio della città e della provincia a cavallo tra fine Ottocento e primi del ‘900. Con prefazione di Robertino Ghiringhelli. DISEGNARE IL VENTO Nel centenario della morte, un omaggio a Salgari, lo scrittore che con i suoi personaggi e le sue avventure, ha infiammato i lettori di tante generazioni e ispirato una saga che, anche uscita dai libri, è diventata “mito” per molte generazioni. Il pregevole autore torinese racconta “l’ultimo viaggio del capitano Salgari”: non una mera biografia, ma un vero e proprio appassionante romanzo. Gli ingredienti, in realtà, c’erano tutti, da una vita piena e sofferta, segnata da un tragico destino, arricchita da elementi leggendari. SUN TZU E L'ARTE DELLA SEDUZIONE “Strategie orientali per conquistare gli altri”. Seduzione come metodo per imporsi: la relazione tra individui sta alla base di un trattato, che diventa anche manuale per i leader contemporanei. Persuasione e dissuasione escono dall'ambito amoroso per diventare consigli nella vita politica o nel management. “Non avventuriamoci ad incontrare chi vogliamo sedurre senza un'adeguata preparazione.” Se siete sostenitori della spontaneità, astenetevi. Francesco Manarini, Massimo Rodighiero QUANDO IL SUO SGUARDO Eclissi Editrice, 2011 RUBRICHE In libreria Livio Ghiringhelli DON ENRICO BAGGIOLI (1873-1921) Pietro Macchione Ed., 2011 Ernesto Ferrero DISEGNARE IL VENTO Einaudi, 2011 FLYING DREAMS M-346 Un omaggio al mitico addestratore AleniaAermacchi, con le sue performance, versatilità e affidabilità. Nell'anno delle celebrazioni del 150esimo, perfetto simbolo dell'eccellenza dell'impresa di casa nostra, capace di portarne in alto, letteralmente, il nome. Un volume prestigioso, voluto da Finmeccanica, con una grafica preziosa ed un elegante cofanetto per un percorso prevalentemente per immagini (e con testi bilingue), grazie al contributo di talentuosi fotografi: Katsuhiko Tokunaga, Vincent Berg, Bruno Damascelli e Simone Raso. Curato da Marco Sotgiu, del quale ricordiamo anche la recente “Biografia di un aereo” dedicata sempre al M-346. Pierre Fayard SUN TZU E L'ARTE DELLA SEDUZIONE Ponte alle Grazie, 2011 M-346 FLYING DREAMS Pendragon 2011 Marco Sotgiu M-346 Utet, 2011 Anno XII - n.6/2011 - VARESEFOCUS 103 In libreria RUBRICHE COLPISCIMI Olivia Corio COLPISCIMI Alet, 2011 Una copertina che colpisce (per citare il titolo), con il nome della collana in trasparenza: iconoclasta. Incuriosisce così come il racconto, scritto con stile asciutto e anticonvenzionale. Un consiglio per chi non ama solo le fiabe a lieto fine ma si appassiona alle storie reali: qui troverete come una sorta di scatti fotografici, quasi racconti a se’, che si inseguono come una sorta di galleria, rapidi, a comporre un romanzo. Dialoghi serrati e poche indulgenze descrittive. Protagonisti complessi in un mondo complesso. Complesso. Silvia Giovannini (in collaborazione con la LIBRERIA del Corso di Varese) TRA FELICITA’ E FANTASIA MUSICA DA...SALA Al rientro dalle vacanze estive, torna la voglia di gustare bei film. Proposte per chi ama il grande cinema e la grande musica. Quintetto è l’ultimo cd di Nicola Piovani, famoso per aver collaborato con nomi del calibro di Fellini, Monicelli, i Taviani, Tornatore, Benigni. Qui si ripercorrono musiche come quelle per La vita è bella, con cui vinse nel 1999 il premio Oscar. Colonne sonore per tutti i gusti, però: chi preferisce i film d’azione saprà apprezzare l’energia delle musiche che hanno accompagnato le pellicole uscite quest’estate nelle sale: da Alexandre Desplat per l’ultimo Harry Potter ad Alan Silvestri per Captain America. SOLUZIONI GESTIONALI PER L’IMPRESA PAGHE www.elmecsipi.it Realizzata per fornire agli studi di consulenza del lavoro e alle aziende, gli strumenti per l’amministrazione del personale. ERP Soluzione gestionale per la media e grande impresa, realizzata sulla più recente tecnologia Microsoft .NET, copre in modo innovativo tutte le aree aziendali: amministrazione, commerciale, produzione, pianificazione, logistica, controllo di gestione, tesoreria, CRM, cruscotto interattivo per generazione statistiche. ARCHIVIAZIONE DOCUMENTALE Soluzione per gestire l’archiviazione sia di documenti cartacei che di files in formato digitale. Principali funzionalità: consultazione da WEB, OCR integrato (full test), archiviazione sostitutiva dei documenti con gestione firma digitale e marca temporale, gestione workflow e revisioni, possibilità di archiviare direttamente dagli applicativi Office ed Outlook. Nel 1996 Elmec Sipi Srl entra a far parte del Gruppo Elmec mettendo a disposizione la propria capacità di progettare e realizzare sistemi informativi gestionali che coprono le diverse aree aziendali quali: amministrazione e finanza, commerciale e logistica, produzione e controllo di gestione. Esperienza e professionalità abbinate a soluzioni gestionali consolidate offrono ampie garanzie di successo: Help Desk a 2 livelli Tracciabilità delle chiamate pendenti Ventennale esperienza consolidata nel settore paghe e gestionale accesso diretto al servizio di assistenza on-line con operatore dedicato soluzioni a progetto necessarie a quelle realtà complesse che cercano una soluzione su misura Elmec Sipi S.r.l. - Società del Gruppo Elmec - via Pret, 1 - 21020 Brunello (Varese) - www.elmecsipi.it - 0332 802223