poster testimon-q.cdr - Campi estivi oratorio per ragazzi Oratori

Transcript

poster testimon-q.cdr - Campi estivi oratorio per ragazzi Oratori
Jacques Fesch, rampollo di una ricca famiglia belga
trapiantata a Parigi, è un giovane inquieto. Ha bisogno
di soldi, che il padre gli ha negato, per intraprendere un
viaggio alla ricerca di se stesso, dopo aver abbandonato
la moglie Pierrette e la figlioletta Veronique.
È il 24 febbraio 1954 quando entra nel negozio del
cambiavalute Alessandro Silberstein in rue Vivienne a
Parigi. Ordina 1kg di oro che passerà a ritirare nel
pomeriggio. Quando torna, però, invece di pagare la
somma dovuta, colpisce Silberstein alla testa con il
calcio della pistola rubata in casa del padre. L'uomo
reagisce chiedendo aiuto a squarciagola.
Jacques ha 24 anni, è giovane e inesperto. Non è un
ladro di professione, il suo è un gesto disperato. Preso
dal panico fugge e si infila nel primo portone aperto che
incontra. Nel frattempo le urla del cambiavalute hanno
attirato l'attenzione di diversi passanti e di un agente di
polizia che inseguono Jacques.
Il ragazzo si rifugia al quarto piano dello stabile, in
attesa che si calmino le acque. Dopo pochi minuti scende in strada come fosse
un inquilino qualunque. Qualcuno lo riconosce e lo indica all'agente Geroges
Vergnes che gli intima di fermarsi. Jacques si gira. Non estrae nemmeno la
pistola dalla tasca dell'impermeabile e spara. Un colpo dritto al cuore del
poliziotto che si accascia all'istante, senza vita. Neanche avesse preso la mira.
Il criminale scappa ma viene arrestato nei pressi della fermata della
metropolitana Richelieu-Drouot e tradotto in cella di isolamento al carcere della
Santé.
Dopo 8 mesi di detenzione, Jacques ha una specie di visione: una sera, assorto
Mon Dieu, mon Dieu! e come un
nella riflessione sulle sue sofferenze, grida «
«Mon
vento violento, che passa senza che si sappia donde viene, lo Spirito del Signore
mi prese alla gola»
gola».. Una voce gli rivela: ricevi le grazie della tua morte!
Così avviene la sua conversione che raccontanta entusiasta a parenti e amici in
numerose lettere. Prega, legge libri religiosi e partecipa alla Messa.
Il 6 aprile 1957 Jacques compie 27 anni e arriva la sentenza del processo a suo
carico apertosi 3 giorni prima: condannato a morte. Il 30 settembre sposa, in
carcere, con rito cattolico, la moglie Pierrette, già signora Fesch civilmente. Il
giorno dopo verrà ghigliottinato.
Jacques spiega la sua dipartita alla figlioletta Veronique in una lunga lettera che
Non mi accadrà alcun male e sarò portato diritto in Paradiso
si conclude così: «
«Non
con tutta la dolcezza che si conviene a un neonato»
neonato».. Vengono definite le parole
di un santo. L'avvocato difensore, nella sua arringa espone la triste vita del suo
assistito: nonostante la floridezza economica, la sua è stata un'esistenza priva
d'amore, senza ideali e scopi da raggiungere che l'hanno portato al delitto.