1 Scheletri e pitali - La Bacheca Di Effettotre

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1 Scheletri e pitali - La Bacheca Di Effettotre
Scheletri e pitali
Nel momento in cui, da Presidente del COCER Carabinieri, mi confrontavo aspramente con una
classe dirigente dell’Arma chiusa ad ogni apertura alle legittime esigenze del personale, un generale
dell’Arma mi disse che avevano cercato di trovare scheletri nel mio armadio per annientarmi.
Non trovarono nemmeno il pitale sotto il letto.
Pensate che cercarono di indagarmi perché avevo scritto un libro e quindi avrei utilizzato la carta
dell’ufficio. Siccome lo fanno diversi ufficiali, soprattutto quando i figli preparano la loro tesi di laurea,
ritenevano che lo avessi fatto anch’io.
Il Maresciallo del COCER, interrogato dal Procuratore militare, rispose che io il libro lo avevo scritto
con il mio computer e a casa mia.
Tentarono ancora un volta di fottermi, dopo che la banda dell’Arma aveva, in segno di omaggio alla mia
persona, eseguito una mia opera. Stavano per denunciarmi perché, eseguendo il mio brano, si sarebbero
consumati gli strumenti. Quindi, peculato d’uso.
Semplicemente ridicolo.
Ci provarono a sbattermi fuori dal governo per una condanna per diffamazione perché avevo detto che il
Comandante Generale dell’Arma non poteva essere scelto dai partiti.
Mi tennero sui carboni ardenti per ben cinque anni.
Un altro procuratore militare, aizzato dal Comando Generale, chiese alle Camere di procedere contro
di me per vilipendio avendo offeso, a suo dire, D’Alema, ritenendo che lui rappresentasse l’intero
parlamento. Ovviamente quel procuratore militare fu mandato a farsi benedire.
I Procuratori militari hanno cercato scheletri e pitali per usarli contro di me. Eppure non farebbero
tanta fatica se li cercassero in casa Gallitelli.
Basterebbe chiedergli come mai ha tenuto al comando del ROS un ufficiale condannato a 14 anni di
reclusione. Certo occorrerebbe indagare nei pressi della Fininvest e della Finmeccanica.
Basterebbe chiedergli che cosa è successo alla Scuola Ufficiali fra lui e il capitano Minniti. Eppure
erano presenti due generali dell’Arma, che hanno ascoltato tutto e potrebbero testimoniare quello che è
accaduto.
Basterebbe chiedergli come mai risultano indagati i generali Subranni e Mori per le trattative fra
Stato e mafia e nessuno del Comando Generale, pur dipendendo operativamente il ROS direttamente dal
Comando Generale stesso.
Basterebbe chiedergli come mai ha permesso la folle rotazione fra i Vice Comandanti Generali, che
alla fine quasi raddoppiavano la loro pensione, fatto censurato, a seguito della denuncia del SUPU, dalla
Corte dei Conti.
Basterebbe chiedergli come mai sotto il suo comando il numero dei suicidi nell’Arma ha toccato livelli
allarmanti.
Basterebbe chiedergli come è avvenuta la nomina del Comandante Generale dopo che è stato favorito
per la promozione un Generale, parente di un potente uomo politico.
Basterebbe chiedergli come ha ottenuto la proroga di un anno da parte di un governo, quello di Monti,
che stava raccogliendo le carte per andare via.
Basterebbe chiedergli se è vero che disse ad Antonio Pappalardo che se lui si fosse dimesso da
Presidente del COCER, dopo che era stato investito da taluni cialtroni del governo D’Alema, “a sua
moglie e a sua figlia ci avrebbe pensato lui”. La stessa tecnica usata nei confronti di Rommel per farlo
suicidare.
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Perché la stampa non mette il naso su queste vicende, che hanno squassato l’Arma?
Perché non si fa una bella tavola rotonda e non si discute di tutto questo?
Vi ricordate il film di Sergio Leone “C’era una volta il West”, in cui i due protagonisti alla fine si
misurano mettendo sul tavolo ogni fatto del passato?
Arriverà il momento della resa dei conti!
Ed è inutile che il Generale Gallitelli mi mandi i suoi ufficiali per rabbonirmi.
Lui, in quella poltrona, non può stare più nemmeno un secondo, perché l’Arma sta perdendo colpi
continuamente.
E lo dico nella mia veste di Presidente del SUPU, affinché il personale dell’Arma, almeno quello in
congedo, abbia un sindacato.
E’ vergognoso che si induca il personale, collocato in quiescenza, ad entrare nell’Associazione
Nazionale, senza che poi esso abbia alcuna tutela sindacale.
Il Presidente dell’Associazione, invece di girare il mondo e di fare iscrivere il personale all’ACI
dovrebbe stipulare un accordo con un sindacato per farlo tutelare.
Questa è la misura più importante che dovrebbe prendere il Generale Libero Lo Sardo a favore dei
suoi soci, le cui pensioni sono bloccate dal 2008, perdendo ogni anno potere di acquisto.
Scheletri e pitali, che strana combinazione è sorta questa notte!
E credetemi, è peggio di ogni film dell’orrore!
Antonio Pappalardo
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