Cona, telenovela infinita Stop contratto con ProgEste

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Cona, telenovela infinita Stop contratto con ProgEste
20 marzo 2013
Il Resto del Carlino
«Cona, telenovela infinita
Stop contratto con ProgEste»
LA VICENDA del cedimento all’interno del pronto soccorso dell’ospedale di Cona approda
in consiglio regionale. A portare davanti alla giunta di viale Aldo Moro il caso è il
consigliere ex grillino Giovanni Favia. «Il crollo al pronto soccorso di Cona è solo l’ultimo
degli ormai continui disservizi — sbotta —. E’ ora di risolvere il contratto con ProgEste ed
avviare un’azione legale risarcitoria». Quello che serve a questo punto, secondo Favia, è
«un intervento che ci dica lo stato reale in cui versa l’ospedale, dopo 21 anni di lavori e
500 milioni di euro. Il continuo ripetersi di crolli, smottamenti, rotture, uniti ai grandissimi
disagi che i cittadini utenti della struttura subiscono ogni giorno confermano che ci
troviamo di fronte ad uno sperpero gigantesco. Il progetto — incalza — è nato già vecchio
e con problemi enormi dovuti all’insufficiente portanza dei terreni. E’ stato più volte
rimaneggiato, con demolizioni di parti realizzate e modifiche alla localizzazione di cliniche,
accessi e viabilità. E’ frutto di una progettazione datata con dotazioni non al meglio».
QUANTO è accaduto al pronto soccorso «una tubatura otturata fino a provocarne la
rottura con la frantumazione di ben tredici pannelli, precipitati al suolo dal soffitto, insieme
a liquami, materiali di scarico e residui organici «mettendo a rischio la salute e l’integrità
fisica di pazienti, operatori e visitatori, è solo l’ultima puntata di una bruttissima
telenovela». E secondo il grillino ‘ribelle’ la lista dei problemi si allunga di giorno in giorno:
Favia parla infatti di «problemi all’impianto di condizionamento, che ha creato diffusi
fenomeni di condensa, problemi con le scale di sicurezza, con serramenti non funzionanti
e che hanno comportato numerosi interventi di manutenzione, non sempre risolutivi,
problemi con le sale operatorie, problemi connessi alle infezioni nosocomiali». Un lungo
elenco di nodi da sciogliere che spinge il consigliere regionale a ribadire che «ormai non è
più rinviabile un’analisi che ci dica lo stato reale in cui versa l’ospedale con la conseguente
recessione dal contratto in essere con ProgEste e, soprattutto, con l’avvio di un’azione
legale risarcitoria verso i responsabili di tutto ciò». Necessità che Favia ha voluto
sottolineare non solo con l’interpellanza in consiglio, ma anche con una risoluzione.
.
CARO CARLINO,
il 19 marzo mi sono recata nel reparto di oculista (fortunatamente ubicato ancora presso il
vecchio Sant’Anna) per eseguire un esame di fluorangiografia con liquido di contrasto.
Ultimo esame prescrittomi dal mio oculista per riuscire a diagnosticare il mio caso che
risulta difficile e atipico. Il personale infermieristico e medico gentilissimo, se pur in
affanno, per il numero considerevole di pazienti (molti molto anziani). Il medico esegue
con precisione e competenza il suo esame (anche se la macchina non era in ottime
condizioni), parliamo del mio caso poi alla fine... con il viso un pò arrossato e visibilmente
imbarazzato mi dice: «Mi dispiace signora io posso darle il referto ma non la stampa delle
fotografie dell’esame perchè abbiamo finito la carta... capisco che avere solo il referto sia
molto limitativo, ma siamo come nel terzo mondo». A questo punto gli chiedo quando
fosse possibile avere le fotografie e mi risponde: «Forse fra un mese..». Peccato che io ne
abbia bisogno urgente perchè è quasi un anno che giro per fare esami e senza queste non
è possibile fare una diagnosi precisa. Con la speranza che il computer non vada in tilt,
perchè ci sono in memoria le immagini del mio esame! Chiedo da cittadina e contribuente,
chi si deve sollecitare perché riforiniscano il reparto della carta? Io l’esame l’ho già pagato,
naturalmente. Capisco di sembrare noiosa, tutti si lamentano, ma non sono ancora
completamente rassegnata.. Laura Negrin
Gentile lettrice, troppo spesso i politici e gli amministratori della sanità parlano di
eccellenze, di progetti faraonici e di macchinari all’avanguardia (che magari poi restano nei
magazzini) dimenticando che, spesso, la buona sanità è anche quella che sorride ai
pazienti, smaltisce in fretta le liste d’attesa e...fornisce la carta per stampare i referti.
Questa lettera fa male, spero che qualcuno - leggendola - possa provvedere di
conseguenza.
Pensionato morì per un’ischemia acuta
Il giudice: nessuna responsabilità medica
NESSUN responsabile per la morte di Argeo Zannini. Con decreto datato 30 gennaio,
infatti, il gip Silvia Marini ha disposto l’archiviazione per i sei sanitari dell’ospedale del
Delta e del San Camillo indagati per omicidio colposo. «La perizia medico legale —
scrivono in una nota gli stessi medici sottoposti ad indagine — non ha infatti evidenziato
comportamenti censurabili o inadeguati da parte dei sanitari in merito al trattamento al
quale fu sottoposto Zannini». La stessa perizia, aggiungono, «infatti ha stabilito che: il
decesso è stato causato da una ischemia miocardica acuta collocabile in un tempo di circa
due ore prima del decesso; l’arresto cardiaco successivo e le gravi patologie croniche di
cui lo steso Zannini risultava affetto non permisero il suo recupero; la condotta dei sanitari
è da considerarsi esente da critiche ed il paziente è stato seguito in maniera consona».
ARGEO Zannini, 77 anni, residente a Comacchio, era stato ricoverato il 23 giugno
dell’anno scorso per un’infezione agli arti inferiori e il suo cuore ha smesso di battere
quattro giorni più tardi in un letto dell’ospedale del Delta. Tutto dovuto a una puntura, un
graffio contro un arbusto appuntito - secondo quanto riferirono i familiari -, che si procurò
mentre camminava assieme al figlio nella valletta che aveva in gestione dal Comune,
vicino a Porto Garibaldi. Ma quell’omone grande e «pieno di salute», così lo ricordano
ancora gli amici, pescatore di valle da quando aveva memoria, molto amato e conosciuto,
«non meritava una fine così». PARTÌ la denuncia ai carabinieri; poi l’inchiesta. Il pubblico
ministero Ombretta Volta, come atto dovuto, indagò sei sanitari, tutti coloro cioè che lo
ebbero in cura tra il Delta e il San Camillo. «Papà stava facendo una passeggiata con mio
fratello e si è punto — raccontò addolorato uno dei figli —. Stava sanguinando, così lo ha
fasciato. Vai a casa, gli ha detto». Ma la mattina dopo le sue condizioni si aggravarono.
«IL 27, al risveglio, aveva molto dolore; la gamba si era gonfiata, stava diventando nera —
continuò —. Così gli abbiamoconsigliato di andare all’ospedale». L’anziano si presentò al
punto di emergenza di Valle Oppio. «Aveva fitte acute, l’hanno tenuto al pronto soccorso.
Gli hanno detto che aveva un’infezione nel sangue, dopo aver verificato i valori dal
prelievo. Ma non gli hanno fatto né un’ecografia né un ecodoppler per approfondire, capire
se c’era in atto qualcos’altro». Nel frattempo la situazione non migliorò, la gamba diventò
blu. Venne ricoverato a Comacchio e al Delta, il suo calvario durò quattro giorni poi spirò.
«Mio padre è morto alle 17. Hanno tentato di rianimarlo, ma non c’era già più niente da
fare». COSÌ il giudice: «Non è risultato che, fino all’arresto cardiaco, vi fossero rilievi clinici
che imponessero un trasferimento urgente in struttura di livello superiore». La tragedia,
chiarisce, «è stata causata da una ischemia miocardica acuta collocabile in un tempo di
circa due ore prima del decesso».
Sanità, in sala civica assemblea con la Cgil
E’ la riorganizzazione della sanità a essere al centro dell’assemblea pubblica in
programma stasera alle 20.30 in sala civica. L’iniziativa, che replica domani sera a
Comacchio, è promossa dalla Cgil, dai pensionati e dai dipendenti pubblici che ne fanno
parte. Il tema dei tagli ha dato nuovo vigore alla partecipazione civile soprattutto nel Basso
ferrarese, dove dopo il progressivo smantellamento del San Camillo si è assistito alla
chiusura del servizio pediatrico 24 ore su 24 di Valle Oppio, dove tra l’altro è stata
preannunciata la smobilitazione della sala di emodinamica che pur facendo capo a
Ferrara, ha rappresentato un fiore all’occhiello della cardiologia. Il Delta, primo ospedale
accreditato dalla Regione, è il punto di riferimento di 9 comuni, il suo ruolo è importante al
punto da giustificare la nascita di un comitato per la raccolta delle firme contro la chiusura
del servizio pediatrico 24 h cui hanno aderito i sindaci. Il tema è diventato il cuore di un
consiglio comunale a cui hanno preso parte i comuni interessati dando corpo alla paura di
un ripiegamento generale verso il polo sanitario di Cona a scapito degli abitanti del Basso
ferrarese. Gli incontri pubblici sono diventati un indispensabile momento di confronto.
La Nuova Ferrara
Mamme, parto cesareo per il 32%
ll Gruppo Salute Donna dell'UDI di Ferrara ha condotto un'indagine sul parto naturale e
cesareo sentendo 350 donne di Ferrara e Provincia, suddivise fra una sessantina che
frequentano il Percorso Nascita in via Boschetto, un'altra cinquantina seguita da Salute
Donna fino alle prime vaccinazioni dei loro bambini di tre mesi e le rimanenti fra le mamme
che hanno i loro figli al Nido e alle Materne. I risultati del questionario sono allarmanti. «In
Italia - ha riferito Luana Vecchi, che ha illustrato l’indagine - si arriva ad una media del
30% di interventi con punte del 60% al sud, del 29% in Emilia Romagna, del 32% in
provincia di Ferrara, con maggiore diffusione fra le donne italiane rispetto alle straniere. Il
parto cesareo era programmato per il 49%, non programmato per il 51%. Il Ministro della
Salute Balduzzi ritiene perciò”una truffa i parti cesarei ingiustificati " perchè ogni cesareo
può costare al sistema sanitario fino a 3000 euro in più rispetto a quello normale per il
quale si spendono circa 1300 euro. Ci è sembrato quindi utile promuovere questa iniziativa
affinchè si adottino politiche sempre più adeguate». I problemi emersi si riferiscono a una
carenza di informazioni sulle due tipologie di parto e sulle diverse tecniche utilizzabili che
precludono una decisione consapevole , della donna. Vi sono poi la difficoltà di accesso
alle tecniche di controllo- contenimento del dolore compresa la parto-analgesia durante il
parto fisiologico, uno scarso collegamento fra i percorsi proposti dall'Asl e l'ospedale che
provocano disorientamento, l'aumento dei contenziosi legali e la diminuzione della fiducia
tra medico e paziente. L'Udi ha comunque anche delle proposte tra cui quella di facilitare
la frequenza ai corsi di preparazione al parto di tutte le donne gravide, specie le più
svantaggiate diffondere e consolidare l'adozione delle linee guida regionali sul controllo
del benessere in travaglio di parto ottimizzando la pratica clinica, migliorare il rapporto con
l'ospedale dalla gravidanza al parto e fino al primo anno di vita del bambino. Va inoltre
sottolineato che è necessario una legislazione più certa che tuteli sia il medico che la
paziente fornendo risposte chiare a pazienti ed operatori. All'incontro sono intervenuti gli
assessori Chiara Sapigni e Caterina Ferri, Chiara Benvenuti dell' ASL, Liliana Pittini del
gruppo parto S. Anna.
I tagli partono dai dirigenti
Tagli e disagi. Per la sanità ferrarese (ma non solo) è tutt’altro che un periodo felice. E
mentre si attendono le misure di contenimento dei costi che dovrebbero garantire un
rientro di 30 milioni di euro nel giro di tre anni, circolano le prime notizie sugli interventi allo
studio ai piani alti dell’Asl. La direzione starebbe infatti mettendo a punto, sulla base delle
indicazioni regionali, una serie di misure per contenere il costo del personale. Si tratta, al
momento solo di una ipotesi di lavoro ma da quanto si è appreso porterebbe alla
soppressione di alcune posizioni di vertice. Sparirebbero, secondo quanto riportato in un
documento, i primariati di Ortopedia e Chirurgia di Argenta, ma sarebbe prevista anche la
soppressione della posizione di direttore di Igiene Epidemiologia e Sanità pubblica dell’Asl,
di direttore della Psichiatria del Dipartimento delle Attività integrate della Salute mentale e
Dipendenze patologiche, di direttore dell’unità operativa di Igiene e organizzazione
ospedaliera dell’ospedale di Argenta, di direttore dell’unità operativa della Medicina del
Lavoro e Sicurezza degli ambienti di lavoro. Rimangono in sospeso invece il primariato di
ortopedia del Delta, ma anche del pronto soccorso, dell’Urologia. Stessa situazione per
Veterinaria. Intanto in Regione si parla dell’ospedale di Cona. L’ex consigliere del
Movimento 5 Stelle, Giovanni Favia ha presentato un’interpellanza dopo lo sconcertante
episodio di alcuni giorni fa, quando sul pavimento del pronto soccorso sono precipitati
liquami dal soffitto a causa dello sfilamento di un tubo del piano superiore collegato ad un
impianto tritapadelle. Un caso grave, dice Favia, preceduto da altri episodi simili, sui quali aggiunge il consigliere - si è espresso anche il sindaco di Ferrara, che in una recente
intervista alla Nuova Ferrara ha chiesto di accelerare l’iter per la definizione del contratto
della manutenzione. Il consigliere ricorda anche «il cattivo funzionamento della camera
calda» dell’ospedale e chiede alla giunta e all’assessore Lusenti «se non si ritenga di
dover intervenire, con soluzioni immediate, volte a tutelare la salute e la sicurezza dei
pazienti, oltre che di operatori e visitatori, messe a rischio dai disservizi causati dai difetti
di progettazione e costruzione dell’ospedale, nonchè dalla cattiva manutenzione, e messe
a rischio dal contenzioso in atto tra la direzione della struttura ospedaliera e Prog.Este».
La conclusione del consigliere è contenuta nelle ultime due domande rivolte alla giunta e
all’assessore competente: «Se non si ritenga opportuno valutare la possibilità di risolvere il
contratto in essere con Prog.Este», e «se non si ritenga opportuno richiedere il
risarcimento dei danni causati dai difetti di costruzione e progettazione, nonchè dai
continui disservizi per la mancata o carente manutenzione della struttura avviando, se
necessario, un’azione legale».