Marzo - Parrocchia di Sarnico Bergamo

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Marzo - Parrocchia di Sarnico Bergamo
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Calendario parrocchiale
Sommario
mese di APRILE 2007
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1 Dom
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3 Mar
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7 Sab
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12 Gio
14 Sab
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17 Mar
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20 Ven
22 Dom
23 Lun
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Il prossimo numero sarà in distribuzione dal 28 aprile. La Redazione
raccomanda la consegna degli articoli in formato word e delle
immagini in formato Jpeg, entro e non oltre sabato 14 aprile 2007. Il
materiale pervenuto oltre il limite stabilito non potrà essere pubblicato se non nel mese successivo. Grazie per la collaborazione.
Calendario parrocchiale
Editoriale: La gioia di un abbraccio
Chiesa universale
Dalla Diocesi
Don Salvoldi: Vestire gli ignudi
Frammenti di un’esperienza
Il patrimonio parrocchiale
Missioni: Progetto 2007
Circolazione di saperi e sapori
I Sagrestani
Sarnicese di alta, rara integrità morale
Ricordando p. Ruggeri a un anno dalla scomparsa
Musica e bollicine per il Coro Callido
Bergamo ha molte eccellenze sanitarie
Roma: Premio agli studenti di Sarnico
Www.parrocchiasarnico.it
Pollini, naturrali donatori di vita, ma anche di ...
Tematiche in Pinacoteca
Associazioni
Dal Comune
Anagrafe parrocchiale
Orario Sante Messe
Festivo
8.00-9.30-11.00-18.00-20.00
Feriale
8.00-16.00-20.00
Vigilia di Festa
16.00 (Casa di Riposo)- - 20.00 (Parrocchia)
Numeri utili
NUMERI DI TELEFONO
Parrocchia
035 910056
don Luciano
348 9049113
Oratorio
035 912078
don Loris
328 3932361
Bellini don Gianni 035 913672
Centro Pr. Ascolto 035 910916
Sacristia
035 914041
Sala Giochi-Meulì 035 912107
Sala Junior
035 910916
Sala Junior(Picco) 380 7240316
Centro Quader
035 912420
Centro Famiglia
035 911252
Casa di Riposo
035 911385
Il Battello
035 914421
Carabinieri Sarnico 035 910031
Emergenza sanitaria118
Guardia Medica
035 914553
Ospedale Sarnico 035 306 2111
Sito Parrocchiale:
www.parrocchiasarnico.it
E-mail Redazione IL PORTO:
[email protected]
E-mail Parroco:
[email protected]
E-mail don Loris:
[email protected]
Conto Corrente Postale Parrocchia:
N. 49089303
Direttore responsabile: GIUSEPPE VALLI - Redazione e amministrazione: don LUCIANO RAVASIO
Casa parrocchiale: Tel. 035 910 056 - Autorizzazione Tribunale di Bergamo n. 1 del 14.01.1971
Stampa: Tipografia Sebina Sarnico - Hanno collaborato: don Luciano Ravasio, don Loris Fumagalli, don G.
Bellini, L. Cuni, M. Dometti (CIVIS), G. Franco Gaspari, D. Giudici, P. Gusmini, S. Marini, R. Modina, G. Schivardi Progetto grafico: Studio Példy - Ufficio abbonamenti: Segreteria Casa parrocchiale - Tel. 035 910 056 Inserzioni pubblicitarie: Tipografia Sebina Sarnico - Tel. 035 910 292 - Foto di copertina: Silvano Marini
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Editoriale
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a cura di don LUCIANO RAVASIO
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La gioia di un abbraccio!
Signore, dove sei?
Ho sentito, con insistenza e sofferenza, risuonare questa domanda dentro di me quando ho raccolto,
come in un otre prezioso, le lacrime di una mamma che mi confidava le sue pene. E’ significativo che le
pene non vengono mai da sole. Accanto alla bellezza della vita, dello stupore di ogni giornata, riconosco
la mia impotenza di fronte alla sofferenza di tante persone. Proprio quando vivo queste esperienze mi è
più facile gustare il ricordo di una passeggiata della mia giovinezza tra i sentieri delle Dolomiti. Non vole
vo vedere nessuno, mi ero trovato in una di quelle giornate in cui tutto sembrava cadermi addosso, ero
preso dalla tristezza per la malattia di una persona a me cara e dalla delusione per un amore non corri
sposto (ho detto che le difficoltà pare si mettano insieme). Feci alcuni passi su un sentiero erboso fino a
che arrivai in una radura, in quelle zone belle, dove si respira l’infinito. Appena fuori dal centro di Moena,
percorsi una mulattiera che mi permetteva di allontanarmi un poco dall’abitato, e di poter ammirare le
vette vicine a tal punto che, a volte, mi pareva persino di poterle prendere per mano.
Continuai nella mia passeggiata; conservo ancora una diapositiva con la luce del sole che filtrava dalle nubi creando un’atmosfera che sapeva di magia come fosse un grande concerto su un
organo cosmico. Ai piedi di un crocifisso, opera lignea di ignoto
scultore, di cui spesso le montagne sono arricchite, riposai leggendo un libro. A un certo punto mi prese un forte desiderio di
alzarmi per incontrare il mio sguardo con quello del crocifisso: un
evento che mi cambiò la giornata. Stando lì, in piedi, di fronte alla
croce, sentii la gioia di essere amato e ho respirato la misericordia del Signore che mi diceva: “Ma di che cosa hai paura? Non
staccare gli occhi da me e troverai sempre te stesso”. Stava lì,
con le braccia spalancate, inchiodate dalle cattiveria e dalla violenza di chi credeva di aver ragione e come se ciò fosse la soluzione ai problemi. Certo, la storia ha dell’incredibile!
Dammi, Signore, la gioia di incontrare un amore così grande che
dia pace al mio cuore soprattutto nei giorni di angoscia e di tristezza perché ad ogni dolore non manchi mai la speranza e ogni
uomo, incontrandomi, possa sperimentare la misericordia come
forza vera della vita. Spesso faccio fatica ad amare perché penso
che debba fare degli sforzi, delle rinunce. Ribalto la prospettiva!
Mi inebrio al pensiero che io vivo nella tua misericordia, che
quelle braccia spalancate sono lì per me, che io sono sempre
abbracciato perché smetta di chiudermi in me stesso. La Pasqua
è inebriarmi dell’abbraccio di Cristo perché spontaneamente le
mi braccia si alzino, il mio cuore si apra, il mio amore possa vive
re nella riconoscenza di poter abbracciare un fratello non perché
io sia buono e faccia un’opera buona, ma perché io sono stato
amato da un Dio che mi sostiene nel cammino e mi dà la forza
di dare pienezza alla mia vita. “Se vuoi essere perfetto…” dice il
Vangelo, ma in greco la parola perfetto vuol dire completo: se
vuoi dare pienezza ai tuoi giorni, alla tua vita…
Incontriamo Cristo in questi giorni santi e troveremo la nostra
pienezza mettendo noi stessi sulla strada di quell’amore che,
abbracciandoci, ci dà ogni giorno la gioia di essere salvati. Buona
Pasqua perché se noi siamo felici rendiamo bella la nostra vita,
ma Buona Pasqua perché se sperimentiamo la gioia dell’abbrac
cio di Cristo diventiamo anche noi per qualcuno un abbraccio
così che, nei giorni difficili della sua esistenza, non si senta solo.
Don Luciano
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Chiesa
universale
Da “L’Avvenire” Quotidiano di ispirazione cattolica
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1 Cei, a Bagnasco il dopo Ruini
Benedetto XVI ha scelto l’arcivescovo di Genova quale successore del cardinale
che per 16 anni ha guidato la Chiesa Italiana
Sedici anni nel «cantiere Italia» La sfida della Cei di Ruini: testimoniare il Vangelo in
tempi di mutamenti radicali e drammatici
Quell’8 marzo del 1981, sulle prime pagine di tutti i giornali riferivano di «Monsignor Camillo
Ruini» nuovo presidente della Cei…. Sono questi anni, complessi e difficili, che il cardinale Ruini
si trova a governare. Tenendo saldo il timone di una Conferenza episcopale italiana che, contem
poraneamente, arriva ad acquisire un peso crescente non solo in relazione ai nuovi compiti deri
vanti dagli accordi di revisione del Concordato, ma, soprattutto proprio dalla profondità della crisi
che il Paese si trova ad attraversare. Qualcosa che forse nemmeno lo stesso porporato, quando
quel 7 marzo Giovanni Paolo II lo volle alla Presidenza della Conferenza episcopale italiana, pote
va immaginare… «….Al termine del mio mandato di presidente della Conferenza Episcopale
Italiana, desidero esprimere la mia più profonda gratitudine anzitutto ai Sommi Pontefici Giovanni
Paolo II di venerata memoria, che per tre volte ha voluto conferirmi questo incarico, e Benedetto
XVI, che mi ha ulteriormente confermato in esso…. Al nuovo presidente, monsignor Angelo
Bagnasco, va il mio augurio più fervido e affettuoso per l’opera che lo attende…»
Angelo Bagnasco nuovo presidente della Cei
Da Genova le sue prime parole: «Quando il Papa chiama, si risponde»
Nel salone dell’episcopato del capoluogo ligure ha comunicato la scelta di Benedetto XVI alla
Curia e ai giornalisti: «Dopo il grande cardinale ora tocca a un “cireneo”… Spero di poter anda
re a Roma tutte le settimane, ma l’ottima organizzazione degli uffici centrali della conferenza epi
scopale è comunque garanzia di sicurezza e tranquillità». Angelo Bagnasco è nato a Pontevico,
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provincia di Brescia il 14 genna
io 1943 da genitori sfollati da
Genova . La famiglia è rientrata
subito a Genova dove Angelo ha
frequentato il ginnasio e il liceo
classico presso il Seminario arci
vescovile. Il 29 giugno1966 è
stato ordinato sacerdote. Si è
laureato in filosofia presso
l’Università statale di Genova
nel1979. Dal 1980 al 1998
docente di metafisica e ateismo
contemporaneo alla Facoltà teo
logica dell’Italia settentrionale,
sezione di Genova. Il 3 gennaio
1998 è nominato vescovo di
Pesaro ; il 29 agosto 2006 è
nominato arcivescovo di Genova.
«… Sono certo che Genova sen
tirà questa scelta come atto di
stima e di apprezzamento da
parte del Santo Padre, ma anche
come motivo di una più intensa
responsabilità ecclesiale e civile.
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Affido il mio compito alla
Madonna della Guardia, venera
tissima a Genova e in liguria Sia
Lei a guardare con occhi mater
ni il mio servizio, a guidare e a
sostenere i miei passi e il cam
mino delle Chiese che sono in
Italia… »
2 America latina,
riscopri le ragioni
della speranza
Celam: verso la quinta
Assemblea, che si terrà a
maggio ad Aparecida.
Parla il cardinale Geraldo
Majella Agnelo, presidente
dei vescovi del Brasile
«Credo che mai un’assemblea
generale del Celam abbia avuto
un cammino di preparazione
tanto intenso e partecipato dalla
comunità ecclesiale a tutti i livel
li:merito anche del tema, così
pertinente rispetto alla realtà
attuale e alle sfide che ci atten
dono»… «..E sarà Benedetto XVI
ad aprire l’incontro: «Così come
è stato lui a scegliere la sede e il
tema dell’assemblea» Per este
so: Discepoli e missionari di
Gesù Cristo perché i nostri
popoli in Lui abbiano vita».
«Perciò è bello e importante il
tema – spiega Agnelo - , Tante
volte abbiamo parlato di evange
lizzazione, ora cerchiamo di
andare ancor più all’essenziale:
e cioè che l’evangelizzazione
deve fare di voi veri discepoli di
Gesù Cristo per poter essere suoi
credibili missionari». «…Molti e
gravi sono i problemi. La povertà
ad esempio. Le ingiustizie socia
li. La violenza urbana. Le soffe
renze dei popoli indigeni. La sal
vaguardia del creato…». «…E’
questa la nuova evangelizzazione
di cui ha bisogno e che vogliamo
rilanciare assieme al Papa…»
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3 Cristiani, «lievito» d’Europa
Azione Cattolica, ecumenismo, cultura e politica quali «orizzonti d’impegno» dei
credenti. Se ne parla a Madrid, al quarto «incontro Europa-Mediterraneo» del
Forum internazionale dell’associazione
Che cosa chiede l’evangelizzazione in Europa all’inizio del terzo millennio? Il titolo del quarto incon
tro continentale Europa-Mediterraneo del Fiac – il Forum Internazionale di Azione Cattolica – aper
tosi a Madrid, contiene una domanda e addita gli orizzonti della risposta: Dove va l’Europa?
I cristiani, valore e speranza di futuro.
I rappresentanti dei cinque Paesi del segretariato generale Fiac (Argentino- Burundi – Italia –
Romania e Spagna) con quelli di alcuni paesi europei (Austria- Malta – Polonia – Svizzera –
Bulgaria – Croazia - Bosnia – Erzegovina –Portogallo) confronteranno idee e esperienze.
Spiccano le sfide «del dialogo fra culture, religioni, confessioni» e del «significato della fede in un
contesto di secolarismo accentuato», mentre appare fondamentale «costruire un modello di civiltà
aperta al futuro, attraverso l’attenzione alle giovani generazioni»…
4 Santa Sede-Vietnam: il dialogo si rafforza
Si è conclusa la visita della delegazione vaticana. Hanoi: «Lavoriamo per riaprire
le relazioni diplomatiche»
Esito positivo per la visita della delegazione vaticana in Vietnam. Il comunicato della Santa Sede
che riassume temi e contenuti dei colloqui ad alto livello, sottolinea che sono stati compiuti passi
avanti sulla strada della normalizzazione delle relazioni diplomatiche. Il testo specifica poi che «le
sessioni di lavoro, si sono svolte in un clima di cordialità, franchezza e rispetto…»La delegazione,
ha celebrato Messa nella cattedrale di San Giuseppe di Hanoi e nella parrocchia di Hon Gai, a Ha
Long, nella Diocesi di Hai Phòng, vicino alla Cina, e ha visitato numerose case religiose,opere di
carità, internati e scuole materne di una Chiesa, che «non cessa di suscitare ammirazione per il
suo coraggio, la sua vitalità e il suo dinamismo…».
5 Putin dal Papa, un incontro «cordiale»
Affrontate le questioni dei rapporti Vaticano-Patriarcato ortodosso e le crisi inter
nazionali
Un colloquio ampio, in un clima «molto positivo». Durante il quale, oltre ai «temi bilaterali di comu
ne interesse» come per esempio quelli delle relazioni tra il Vaticano e il Patriarcato ortodosso di
Mosca, sono state affrontate un po’ tutte le questioni che affollano le agende internazionali…
Sempre secondo il comunicato «i colloqui, svoltisi in un clima molto positivo, hanno permesso di
rilevare i cordiali rapporti esistenti fra la Santa Sede e la Federazione Russa, nonché la volontà reci
proca di svilupparli ulteriormente, anche con specifiche iniziative di carattere culturale….»
6 Loreto: guarda oltre l’Adriatico l’Agorà 2007
All’incontro dei giovani italiani con il Papa l’1 e 2settembre ai piedi del santuario
marchigiano prenderanno parte anche coetanei da tutti i paesi dei Balcani.
Una delegazione della nostra Conferenza episcopale si è fatta 3mila chilometri in 11
giorni per invitare ragazzi di Albania, Slovenia, Serbia, Kosovo, Macedonia, Bosnia e
Croazia.
L’aria internazionale è garantita
Dal 2001 è nato l’Agorà del Mediterraneo un appuntamento ideato dai due uffici della Cei (il ser
vizio nazionale per la Pastorale Giovanile e l’Ufficio missionario e la cooperazione tra le Chiese, in
collaborazione con il Centro Giovanni Paolo II) che vede radunarsi ogni anno nei primi giorni di set
tembre giovani provenienti dai paesi che si affacciano al Mediterraneo impegnati nel campo gio
vanile e missionario.
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dalla
DIOCESI
Da “L’Eco di Bergamo”
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Auguri, don Roberto
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Il 16 marzo 1957 monsignor Amadei fu ordinato sacerdote
Presenza, ascolto e libertà lo stile di un prete-vescovo
13 febbraio 1933: nasce monsignor Roberto Amadei, nella cascina Zacagna a Verdello, nel 1938 si tra
sferisce a Pognano.
Dopo gli studi in Seminario il 16 marzo 1957 viene ordinato sacerdote dal Vescovo Giuseppe Piazzi. Nello
stesso anno, viene inviato nel Pontificio Seminario Romano per perfezionare gli studi teologici, che si
concludono con la licenza in Sacra Teologia e in seguito con la laurea in Storia ecclesiastica alla
Gregoriana.
1960-‘90: docente di storia ecclesiastica in Seminario; 1968-1981: preside di teologia in Seminario;
1981-1990: rettore del Seminario diocesano.
21 aprile 1990: viene nominato vescovo di Savona-Noli. Ordinato vescovo il 2 giugno in Seminario.21
Novembre 1991: nominato vescovo di Bergamo, succedendo a Giulio Oggioni. Fa il solenne ingresso
domenica 26 gennaio 1992.
«…Roberto Amadei, vescovo di Bergamo, il 16 marzo festeggia i 50 anni di sacerdozio, o più semplice
mente «di Messa», come si usa dire dalle nostra parti. Ma già scrivere che «monsignor Amadei festeg
gia» è una frase ardita. Sono piuttosto gli altri, i suoi preti, i suoi amici a voler celebrare l’anniversario:
lui, schivo com’è ne farebbe molto volentieri a meno. Gli evviva, gli applausi, i riconoscimenti, i compli
menti non fanno per lui…. Alla parola «io» ha sempre preferito mettere al centro altre parole, come Cristo
o Chiesa. «La mia persona conta niente» disse Papa Giovanni nel famoso discorso della Luna: Per carat
tere e per educazione monsignor Amadei appartiene alla stessa scuola. …. Ma cinquant’anni di fedeltà
alla propria vocazione sono una grazia per la quale vale la pena di fare un «torto» al nostro vescovo, per
raccontare la gratitudine della sua gente verso una persona a cui Dio ha dato un compito grande. Auguri,
don Roberto. »
Numeri utili
UFFICI COMUNALI
tel. 035 924111 - Fax 035 924165
Uffici amministrativi
(anagrafe, stato civile, leva, elettorale) 035 924126
da lunedì a venerdì
9.00 - 12.30
lunedì martedì giovedì
17.30 - 18.30
Ufficio tecnico - tel. 035 924145
mercoledì venerdì
9.00
-
12.30
Ufficio polizia municipale
tel. 035 924 114 - 335 44846
da lunedì a venerdì
9.00 - 12.30
15.00 - 18.00
Ufficio assistente sociale- tel.035 924 152
lunedì
17.30 - 18.30
mercoledì e giovedì
9.00 - 12.30
Ufficio tributi - tel.035 924 112
lunedi mercoledi venerdì
9.00 - 12.30
giovedì
17.30 - 18.30
«Ascoltiamo gli
ultimi del mondo»
83° Convegno missionario dio
cesano. Anche qui c’è bisogno
di testimoni
Il messaggio del vescovo
Amadei: impegno quotidiano
nella fede e nella carità
«La missione non è propaganda
di un’idea, Dio non è una bella
canzone da mandare a memoria.
Il cristianesimo è un dono che si
fa missionarietà quando unito
all’annuncio del Vangelo c’è uno
stile di vita immerso nella carità.
Non c’è missionarietà legata solo
ai paesi lontani, essa è ovunque,
anche a Bergano: siamo chiama
ti sempre a testimoniare quella
bellezza infinita che è l’more di
Dio per l’uomo»…Parole chiare,
un messaggio affettuoso ma
pieno di tensione emotiva. Sono
Biblioteca Comunale - Tel. 035 912 134
Lun
chiuso
Mar
14.30 - 19.00
Mer
15.00 - 19.00
Gio
9.00 - 12.30
15.00 - 19.00
Ven
15.00 - 19.00
Sab
9.00 - 12.30
15.00 - 17.00
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le parole del vescovo Amadei intervenuto alla celebrazione eucaristica che ha chiuso l’83°
Convegno diocesano missionario.
Numerosi i rappresentanti dei gruppi missionari parrocchiale che hanno partecipato all’83°
Convegno diocesano missionario. A confronto l’esperienza di due missionari: Padre Marco
Gambardella, a lungo missionario in Costa d’Avorio, e don Alberto Brignoli, per nove anni in
Bolivia. E’ intervenuto anche padre Ilario Bianchi, superiore del PIME di Sotto il Monte.
«Il Convegno ha rimarcato quanto la missione non è un concetto da riservare a certe aree geo
grafiche ma è ovunque – afferma don Giambattista Boffi, direttore dell’Ufficio missionario dioce
sano – La presenza di 31 sacerdoti Fidei donum, su circa 750 missionari, religiose e laici berga
maschi nel mondo sono una ricchezza per il nostro essere Chiesa. Uno scambio di esperienze di
fede che aiutano ogni credente e le comunità a crescere e a comprendere che il messaggio di
Gesù è universale».
3
MESSAGGIO DEL VESCOVO PER LA QUARESIMA
La Messa è l’incontro col Risorto, non una lezione
«Convertiti e credi al Vangelo: è l’invito rivolto dal Signore a ciascuno di noi e alle comunità all’ini
zio di ogni quaresima…»
«…..Il modo in cui viene vissuto il giorno del Signore e celebrata l’Eucaristia domenicale deve far
crescere nei fedeli un’animo apostolico, aperto alla condivisione della fede, generoso nel servizio
della carità, pronto a rendere ragione della speranza….»
«Perché l’Eucaristia possa realizzare tutto questo occorre viverla non come un obbligo da soddi
sfare alla svelta, né come una lezione dove si apprendono nuove idee, ma come l’incontro sem
pre nuovo con il Crocifisso Risorto che con la sua vita vuole arricchire la nostra perché cammi
ni verso la pienezza e diventi segno e strumento della sua presenza nella storia….»..«…Vivendo
così l’Eucaristia domenicale e cercando di tradurre nel quotidiano ciò che il Signore ci ha detto e
dato in tale incontro, al termine della quaresima saremo più capaci di meglio comprendere l’ine
sauribile amore di Dio manifestato nella morte in croce e nella resurrezione di Gesù, sapremo
meravigliarci dell’altissima nostra dignità e della speranza che illumina ogni passo del nostro
cammino, anche il temuto passo della morte. ….Guarderemo gli altri con la benevolenza e la
condivisione con la quale il Signore ci guarda; comprenderemo meglio l’importanza e la missine
della parrocchia e la sentiremo come realtà che ci ha generati e ci genera alla fede, e alla quale
possiamo ogni giorno offrire il contributo della nostra testimonianza…».
4
37° Sinodo
Com’è moderno l’oratorio dell’800
Il bello di educare alla vita
Il Vescovo Roberto Amadei:
Oratorio «Casa aperta a tutti dove i ragazzi possono trovare ciò che non trovano altrove»
«Non è possibile parlare della
realtà degli Oratori senza tratta
re il tema delicato dell’educa
zione».
Monsignor Amadei ha auspica
to la nascita di alleanze fra le
diverse agenzie educative. «La
famiglia, fondata sull’amore, è
importante ma non basta.
Occorre che ad essa si aggiun
gano la scuola, i gruppi e la
parrocchia e lo strumento che
questa ha a disposizione nella
sfida educativa è l’Oratorio»
«Tutti coloro che vi operano,
catechisti, animatori, baristi,
allenatori – ha precisato - pos
sono educare con il loro com
portamento che deve comuni
care amore, accoglienza e
attenzione» .
«L’Oratorio è una casa
che
deve essere aperta a tutti – ha
continuato – Nel rispetto di
alcune norme necessarie tutti
devono avere la possibilità di
entrare e di incontrare qualcuno
che non è lì per giudicarli ma
per ascoltarli…»
Gli adulti non vivano di nostal
gia – ha auspicato- ripensando
al passato. La realtà attuale è
diversa e non è solo da critica
re. Occorre darsi da fare tutti, in
uno spirito di collaborazione,
per il bene delle nuove genera
zioni…Tutti quelli che vi lavora
no – ha concluso – sentano la
bellezza e la responsabilità
della collaborazione, in uno spi
rito di accoglienza e di ascolto.
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donSALVOLDI
donSALV
VALENTINO SALVOLDI intervistato da LUCA RE
Vestire gli Ignudi
Luca. Quale è il valore che la Chiesa intende preservare quando esige dai cristiani di vestire gli ignu
di?
quei sentimenti che Dio ha sug
gerito a Mosè: “Togliti i sandali
perché questo terreno è sacro”.
Valentino. Con questa opera di misericordia siamo invitati al massimo rispetto per il corpo umano. Ogni corpo è terreno sacro, da
Corpo dell’uomo che è il corpo stesso di Dio, da quando egli è diventato come noi, carne della nostra rivestire del massimo amore.
carne, per farci diventare come lui. Ogni essere umano che incontriamo diventa un rimando essen
ziale a Dio. Un invito ad uscire da noi stessi, per immergerci nell’Amore.
E quale è il peccato che la
Chiesa intende denunciare
“Solo se esci dal tuo io,
quando i cristiani non solo non si
sia pure per gli occhi belli di una zingara,
preoccupano di vestire gli ignudi
sai che cosa domandi a Dio
ma fanno di tutto per denudare
e perché corri dietro a Lui”.
soprattutto il corpo femminile?
Così il teologo greco ortodosso, Christos Yannaras, ci sfida per invitarci ad uscire dal nostro piccolo
mondo e aprirci agli altri, sedotti da una bellezza che sia rimando al Creatore di ogni cosa bella e Ti rispondo con tre affermazioni
buona. Con questa immagine, con questi occhi belli della zingara, siamo invitati a considerare ogni che spero siano chiare in se
corpo come tempio dello Spirito Santo, facendo dell’eros la forza per entrare in quell’amore di cui stesse. Sono precise denunce
che la Chiesa non si è mai stan
continua a parlarci Benedetto XVI.
cata di rinnovare:
Sulle orme del Papa, in ascolto del suo messaggio per la quaresima 2007, non arrossisco a parla - La mercificazione del corpo. Il
re dell’eros di Dio nei nostri confronti, del bisogno che egli ha di noi, della valorizzazione che Egli fa nudo usato per pubblicità di ogni
di ciascuno di noi, della nostra persona, del nostro corpo. Ci chiama nel deserto per stare con lui e genere.
capire che, grazie alla fede in Lui, si dilatano i nostri orizzonti. Lui che non solo non è geloso dei - La riduzione ad oggetto del
nostri amori, ma ne è il garante, quando lo poniamo al primo posto. Lui, che ci ha insegnato a misu corpo della donna: lungi dall’es
sere considerato come tempio
rare il nostro amore verso il Padre con l’amore verso il prossimo, da rispettare con
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dello Spirito Santo il suo corpo è svilito e
strumentalizzato per fini consumistici e
per istupidire persone poco equilibrate e
fissate sulla sessualità ridotta a genitalità
e null’altro.
- L’immoralità della grande finanza che
fa affari imponendo, per moda, vestiti che
non nobilitano il corpo, ma lo svuotano
ulteriormente: il corpo diventa prezioso
non perché Dio l’ha plasmato a sua
immagine e somiglianza, ma solo per gli
abbigliamenti con “firma”.
Come formuleresti quest’opera di miseri
cordia in modo da renderla attuale per quei
cristiani che vogliono ascoltare la Chiesa e
contemporaneamente avere un linguaggio
accettabile da parte dei nostri contempora
nei?
sitari del mistero della vita, sia come amore, sia come procreazione. Questo riserbo, pro
prio della nostra cultura, sia pure nelle forme più diverse, esiste in qualunque cultura,
anche primitiva.
Non credo che questo "riserbo" ora possa essere allegramente squalificato in nome della
libertà, o inalberando il vessillo della lotta contro "moralismi stantii", difesi da "religioni
arcaiche", come la nostra Chiesa.
Però il processo di banalizzazione universale, che pretende di appiattire tutti i valori,
svuotandoli del mistero, trionfa anche in questo campo. Assistiamo inermi al trionfo della
mediocrità. Non si ricorre alle grandi menti, ai maestri di vita, ai santi e agli uomini e alle
donne di giustizia e di pace, come esempi, come testimoni.
Di fronte a tanti stimoli provocatori che esaltano la nudità, come concretizzeresti l’invito
della Chiesa a vestire gli ignudi?
A questo punto rivestire gli ignudi diventa un'opera titanica. Non si tratta più di fornire di
vestiti chi non ne ha o di coperte chi ha freddo. Si tratta di rivestirci dei valori di cui ci
hanno privato, in nome del progresso o della libertà. La libertà che invoco con questa
opera di misericordia corporale consiste nel garantire a ogni persona il diritto di essere se
stessa. Libertà di poter pensare con la propria testa e non secondo le mode culturali di
Reputo che sia un comune dovere il rive chi manovra la cosiddetta cultura. Libertà di accedere alla verità e non a informazioni truc
stire gli esseri umani di ciò che hanno cate. Libertà di affacciarsi all'orizzonte delle cose belle e buone. Libertà di reagire contro
perduto: il senso del pudore. Del pudore una valanga proposte che non sanno offrirci altro che violenza e sesso.
dice testualmente l'enciclopedia Zani
chelli:"Sentimento di riserbo e vergogna Vestire gli ignudi allora è rivestire i nostri fratelli e noi stessi, di quei valori che fanno gran
nei confronti di quanto riguarda la sfera de l'uomo o più semplicemente gli permettono di dirsi uomo veramente. Circondare del
sessuale". Io l’ho definito:”L’arte di riser rispetto che meritano i valori più grandi, quelli che disegnano la nostra autentica dignità.
vare il proprio corpo alla persona amata”. Senza dimenticare ciò che diceva Pascal :"Un solo dei tuoi pensieri vale più di tutto l'uni
verso fisico". A tutto ciò ci richiama l’apostolo S.Paolo, che ci invita a rivestirci ogni gior
Non so quanti concordino con questa no dei veri valori:"Fratelli, rivestitevi, come eletti di Dio, santi e amati, di sentimenti di
definizione. Di fatto trionfa la moda di misericordia, di bontà, di umiltà, di mansuetudine, di pazienza...Non conformatevi alla
spogliarci, senza pudore, specie nel mentalità di questo mondo"(Col.3,12s).
mondo dello spettacolo. Un giornalista
commentava argutamente la frase di una Alle tue riflessioni teologiche posso aggiungere una affermazione di qualche psicologo: “Il
prosperosa ragazza-squillo che bazzicava coprire il corpo serve anche a favorire un sano desiderio sessuale”?
negli ambienti della TV in odore di ricatti
sessuali alle aspiranti attrici. La frase Coprirsi vuol dire rispettare il mistero di ciò che siamo. In tutte le grandi religioni del
era:"Non ho nulla di cui vergognarmi". E' mondo, l’esperienza della rivelazione di Dio passa sempre attraverso la contemplazione
vero, diceva il giornalista, che non hai del mistero. L’incarnazione di Gesù per opera dello Spirito San la transustanziazione del
nulla di cui vergognarti. Ma il motivo è pane e del vino nel corpo e sangue di Cristo, la Sua resurrezione e ascensione in cielo….
che non sai più vergognarti, in quanto hai Situazioni queste che il fedele visita con il cuore e con la mente, che contempla in quan
perso il senso del pudore, il rispetto di te to fonte inesauribile di intima unione con il supremo Mistero dal quale attingere fede, spe
stessa, quindi non hai vergogna. ranza e carità ma che non può comprendere.
"Vergogna" notava l'articolista viene da Come un profumo è racchiuso in un vaso che lascia evaporare il suo inesauribile aroma,
"vereor-gognam", cioè temo, ho paura così tutte le grandi verità sono racchiuse nel senso del mistero. E’ attorno ad esso che il
della "gogna", il luogo, il legno su cui senso della vita e del proprio essere prende forma. Chi lo profana va incontro alla morte.
venivano esposti al pubblico ludibrio gli Così hanno fatto Adamo ed Eva quando non hanno rispettato il monito di Dio che li invi
tava a non mangiare dei frutti dell’albero del bene e del male: “S’accorsero d’esser nudi”.
indegni, i malviventi.
Così succede all’uomo quando vuole volgarmente svuotare il mistero del corpo di una
Il primo vestito che dobbiamo offrire sarà donna e ne perde gradualmente il fascino: in lui muore la novità, lo stupore, il senso di
dunque il senso del pudore.Vestire gli meraviglia e l’attrazione. In questo senso la teologia si congiunge a quella sana psicolo
ignudi sarà restituire ad ogni persona il gia che invita l’essere umano a rispettare quest’opera di misericordia antica e tanto
rispetto di se stessa, l'amore verso se nuova. Rispettare il buon senso di ricorrere a quel pudore che, mi si permetta di ribadir
stessa, il rispetto del mistero della vita lo, consiste nel riservare il proprio corpo, la propria nudità alla persona amata. Con lei la
che ha ricevuto e di cui è responsabile. nudità non è indecenza, ma fonte di contemplazione, di preghiera, di adorazione del
Rispetto quindi di quelle parti del corpo mistero.
che trasmettono la vita, i genitali, depo
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Comunità
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VITAinFAMIGLIA
a cura di don GIULIANO VOLPI
Le parole
non dette
La parola serve per dichiarare un punto di vista personale tra per
sone che si conoscono, per manifestare un desiderio, per raccon
tare il motivo di una sofferenza e di una gioia. In pratica dà “un
volto”, un’immagine, ai sentimenti che fluiscono in uno scambio
relazionale. Il desiderio in ognuno di noi è quello di constatare che
le parole “non dette” o “ non date” all’altro, vengano confermate
come opportune per un chiarimento e quindi condivise. Tuttavia
l’esperienza che ciascuno di noi può avvertire è quella di consta
tare che “certe parole” – mentre si evolve la relazione – vanno
taciute, non dette per evitare una razione negativa al nostro inter
locutore. E la memoria ci ricorda che quando abbiamo pronunco
iate parole “non opportune” in “quel momento” con “quella per
sona” abbiamo spesso provocato una reazione di disapprovazio
ne tale da sentirci fraintesi e, per tale motivo, mortificati. Da quel
momento, o abbiamo tolto il saluto, o abbiamo deciso una rigida
vigilanza sulla nostra comunicazione verbale capace di ”frenare”
la pronuncia delle nostre parole che avrebbero potuto poi recarci
danno e critiche alle spalle. Così sono aumentate le diffidenze,
sono state annullate amicizie che magari duravano da tempo, è
stato tolto il saluto. In seguito è nata l’indecisione, la timidezza, il
disagio. E se il dramma di vedere condannata una frase è acca
duto nella prima infanzia, quando iniziavamo il lavoro emotivo per
spiegare con la parola il nostro vissuto del momento, quando cioè
era dominante il nostro bisogno di accoglienza, a poco a poco
abbiamo messo nello scrigno della nostra memoria emotiva la
paura di pronunciarci in determinati contesti relazionali, ci siamo
emotivamente convinti che la nostra parola, eventualemtne
“detta”, avrebbe avuto una scarsa considerazione da parte dei
nostri interlocutori.
Il danno delle parole “non dette” eppur sentite in noi
importanti
Quando una persona non riesce a comunicare verbalmente il
proprio vissuto, si impedisce IL CONFRONTO CON L’ALTRO
nella sua diversità. Senza confronto non si riesce a verifica
re e il nostro valore e l’importanza che l’ascolto dell’altro può
avere per ampliare le nostre conoscenze. Questo vissuto
nasce e si irrigidisce in un clima familiare dove c’é la per
sona dominante che vuol dire sempre l’ultima parola,
dove il clima familiare è pervaso da recriminazioni, insulti e
sopraffazioni verso chi è vissuto come debole. Si tace la paro
la ma la memoria del fatto, in cui si è avvertita l’impotenza del
verbalizzare, ha accumulato emozioni, ha costruito punti di
vista rigidi (convincimenti emotivi) nella visione del mondo
esterno. Non abbiamo parlato allora, adesso ci capita di esplo
dere abbandonando la logica di un ragionamento: ci innervo
siamo, ulriamo senza che vi sia una giustificazione tra l’episo
dio del momento e la reazione emotiva esagerata. E quando
questa manifestazione di sentimenti è trattenuta: cresce la sof
ferenza e si cerca nella “dipendenza” – da farmaci, da stupe
facenti, da alcool – una soluzione che – essendo provocata da
un bisogno emotivo – non si pone traguardi ...
CENTENARIO PER NONNA ANGELINA
Auguri a nonna Angelina Mussinelli di Sarnico,
ospite della nostra Casa di riposo,
la quale domenica primo aprile festeggia Il traguardo dei cento anni.
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Missioni
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a cura del CPAE
Il Patrimonio parrocchiale
Si ritiene opportuno comunicare che il patrimonio netto finanziario
della Parrocchia rilevato al 31 dicembre 2006 , complessivamente
di EURO 349.332,08 , verrà principalmente destinato alla copertu
ra delle spese per i lavori di conservazione e ristrutturazione della
chiesa parrocchiale. Sono stati presi contatti con l’apposito ufficio
della Curia Vescovile per poter avere dei consigli in merito ai lavori
che si intendono eseguire ed alle relative procedure. A tale riguardo
si informa che verrà dato incarico a due tecnici professionisti per la
realizzazione di due distinti progetti inerenti l’impianto elettrico e
l’impianto termico. Sono stati presi contatti anche con professioni
sti per i lavori di conservazione e consolidamento degli stucchi e
degli affreschi. Tenuto conto del preventivo delle spese già pubbli
cato su “ Il Porto “ del mese di aprile 2006 , è necessario integrare
le risorse finanziarie già disponibili. Si ricorda a tale riguardo che la
Parrocchia si affida alla generosità dei propri fedeli e che per i con
tributi provenienti da imprese e società è possibile rilasciare una
ricevuta fiscalmente deducibile nel rispetto delle norme vigenti.
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Comunità
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Missioni
a cura del GRUPPO MISSIONARIO
Progetto 2007
La fragilità chiede aiuto
Due sono gli appelli ai quali il Gruppo missionario dedica il progetto 2007 “La fragilità chie
de aiuto”: uno proveniente dal Mozambico e uno dallo Zimbabwe.
In Mozambico opera da molti anni Suor Maria Pedron, missionaria comboniana, ora impe
gnata con alcune consorelle alla periferia di Nampula, dove assiste ammalati di tubercolosi
e aids e bambini orfani: “L’Africa Subsahariana sta per essere decimata non solo per la
malaria, la fame e la tubercolosi, ma soprattutto per l’aids: qui c’è il 70% dei sieropositivi di
tutto il mondo! Riguardo alla tubercolosi, ogni anno sono diagnosticati quasi 4.000 casi
nuovi, senza contare quelli con ricaduta o tubercolosi associata all’aids. In questa zona il
numero dei bambini orfani aumenta sempre più”. Una vecchia chiesa sconsacrata è stata
allestita dalle suore comboniane come ambulatorio-dispensario, ma ha un’estrema e
costante esigenza di medicinali, dispositivi sanitari, alimenti, acqua. Suor Maria Pedron e le
sue consorelle sono un riferimento per la popolazione di Nampula in un contesto di povertà
assoluta, in un ambiente durissimo che aggrava la fragilità della malattia: “A causa della sic
cità, la fame fa soffrire molto. Per gli ammalati voi potete ben immaginare cosa voglia dire,
non avere il minimo per alimentarsi e cosí aumentano ancor piú le malattie con tutte le loro
conseguenze. In alcune zone non trovano neppure l'acqua per bere. Stano pure aumentan
do i casi di colera”. Un’attenzione particolare viene riservata dalle suore comboniane alle
donne e ai bambini sieropositivi, sia per quanto riguarda la diagnosi tempestiva, sia per l’aiu
to morale e materiale una volta accertato il contagio: “Il momento più duro per loro e per me
é quando devono comunicare il risultato del test. Qui poi, oltre che sapere questa malattia,
quando sono nella fase terminale, vengono abbandonati dalla famiglia. Ed é per questo che
adesso mi sto dedicando un po’ anche ad aiutare queste mamme a morire un po’ meglio...
dando loro qualche piccolo aiuto di cibo”.
Quanto sarà possibile raccogliere per aiutare Suor Maria Pedron verrà utilizzato per l’alimen
tazione e le cure di bambini da 0 a 6 anni e di adulti ammalati di tubercolosi e aids, nonché
per la gestione di una scuola materna per bambini dai 3 ai 6 anni, con un fabbisogno annuo
che oscilla dai 200 ai 250 euro per ogni assistito.
Mozambico
Indicatori sanitari di base:
Popolazione: 18,5 milioni
Superficie: 801.590 Kmq
Totale spesa sanitaria annuale procapite: 9 euro
Speranza media di vita: 42 anni
Bambini malnutriti: 30%
Mortalità infantile: 150 per mille
Sotto i 5 anni: 220 per mille
Copertura vaccini: 58%
PIL per sanità: 5,9%
Accesso acqua potabile: 25%
Popolazione rurale: 80% di cui il
65% nella miseria più nera
Popolazione urbana: 20%
Religione animista: 50%
Religione cristiana: 25%
Religione musulmana: 22%
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FamiglieSolidali
a cura di CARLA CASATI
Circolazione di saperi e sapori
Giovedì 15 marzo si è svolto il primo di
quattro incontri di un percorso che durerà
fino a fine maggio a cadenza mensile. Il
primo incontro ha visto Eva dalla Bulgaria e
Martina dalla Repubblica Ceca nelle vesti di
grandi chef e Assunta, Esmeralda, Hayet,
Rina e Carla nelle vesti di aiuto-cuoche. Nel
pomeriggio, nella cucina dell’ Oratorio, ci
siamo rimboccate le maniche e magistral
mente guidate da Eva e Martina abbiamo
iniziato a preparare i piatti tipici che le cuo
che hanno abilmente scelto per farci gusta
re i sapori delle loro terre. Dalla Bulgaria
una “Insalata del pastore” e “Ghiuvege” un
piatto tipico cotto in forno in ciotole di terra
cotta; dalla Repubblica Ceca il tipico
“Gulasch” e “Hrabencin strudel”, strudel
della contessa. Sembrava di essere in una
cucina di un grande albergo, tutto filava
tranquillamente, e tra un taglio e una
mescolata ci si scambiava gli usi, i costumi
e le curiosità delle terre in questione. Dalle
spezie che si usano abitualmente alle
bevande tipo lo yogurt, dalle feste tradizio
nali alle curiosità tipiche della quotidianità.
L’idea di mettere in programma un progetto
del genere è nato dal Laboratorio Famiglie
Solidali che
da tempo sta ponendo specifica attenzione
ai percorsi di integrazione e di inserimento
diretti a famiglie con appartenenze culturali
diverse e residenti nel nostro territorio.
Gli strumenti privilegiati messi in campo in
questi anni sono stati lo Spazio Gioco e la
Cena Multietnica, quest’ultima è una riuscita occasione di aggregazione e conoscenza reci
proca in quanto favorita dalla possibilità di potersi esprimere (da parte delle mamme utenti
dello Spazio Gioco) come protagoniste nel proporre i propri “sapori” che sono il frutto dei pro
pri “saperi” e quindi bagaglio culturale di ciascuna. L’aggregazione è una frontiera che nel
campo dell’immigrazione è stata poco frequentata: riteniamo che rispetto ad altre forme di
intervento (es. risposte a bisogni materiali, assistenza, ecc.) sia più efficace oltre che rispet
tosa della dignità delle persone. Questa percezione ci è stata indotta dal bisogno di cono
scersi e integrarsi espresso dalle mamme utenti dello Spazio, sia migranti che native. Proprio
tenendo conto di tutto ciò, si è pensato ad un “laboratorio” sperimentale quale contesto
dove, in modo soft e quasi informale, a questo bisogno si possa rispondere. Ecco che la cuci
na diventa luogo dove ogni donna:
- è regina dell’arte culinaria ereditata e acquisita,
- è portatrice di un proprio originale bagaglio di saperi e di sapori.
Ma non è finita qui, la sera poi la cucina diventa una grande sala da pranzo, dove le perso
ne sedute intorno al tavolo oltre che gustare i prelibati piatti continuano a far cir-colare sape
ri collegati ai sapori. Direi che come primo incontri gli obiettivi stabiliti e cioè favorire l’incon
tro, lo scambio, la conoscenza reciproca e l’aggregazione tra mamme di diversa apparte
nenza culturale residenti in Sarnico, a partire dalla legittimazione e valorizzazione delle stes
sa. Il laboratorio si struttura attraverso l’attivazione di occasioni di degustazione di piatti tipi
ci dei luoghi di provenienza delle mamme che avranno aderito alla proposta.
Quindi ogni volta si individuerà una mamma (o più) che vestirà, in cucina, i panni dello “chef”
e che, affiancata da altre mamme nelle vesti di “aiuto-cuoco”, preparerà un suo piatto tipi
co. Il successivo momento della degustazione verrà arricchito dalla spiegazione della ricet
ta, alla quale potranno seguire anche racconti, ricordi e spiegazioni legati al significato che
questo piatto ha per chi lo ha preparato.
Per approfondire meglio la conoscenza reciproca e quella delle origini di ciascuno, queste
occasioni “a tema” potrebbero diventare occasioni anche per:
• la messa in mostra di elementi relativi alla cultura di appartenenza (oggetti, opere d’arte,
fotografie, capi di abbigliamento da far “sfilare”, ecc.);
• l’ascolto (anche come sottofondo della fase di degustazione) di musiche tipiche del luogo
di origine;
• l’ascolto della storia personale (favorita dall’esistenza di un contesto protetto e predispo
sto all’ascolto);
• la valorizzazione delle capacità artistiche presenti nelle mamme (spesso rimaste sopite a
causa della migrazione o della condizione di mamma).
Il percorso di questo laboratorio sfocerà in una nuova edizione della “Cena Multietnica” che,
grazie alla possibilità di co-costruzione tra tante mamme, potrà assumere i toni di una vera
“serata di gala” delle chef e di questo loro patrimonio artistico-culturale offerta a tutta la
popolazione.
Il percorso verrà accompagnato da un’accurata operazione di documentazione (foto, ricette,
interviste, ecc.) finalizzata a farne tesoro e a favorirne la diffusione.
RISULTATI ATTESI
• L’aumento del sentimento di integrazione di alcune mamme native e migranti in quanto si
sentono protagoniste di un momento e di uno spazio nel quale interagire “alla pari”.
• La creazione di un contesto nel quale, sentendosi a proprio agio, mettersi personalmente
e direttamente in gioco sperimentando il ribaltamento dei ruoli (raramente si creano le con
dizioni per cui chi è migrante sia in posizione “up – chef” e il nativo in posizione “down –
aiuto cuoco”).
• Una prossima edizione della Cena Multietnica più “ricca” e “appetibile” per tutta la cittadi
nanza.
• Una pubblicazione che documenta tutto quanto detto e fatto in questo laboratorio (ricette,
racconti, fotografie, ecc.).
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il PERSONAGGIO
a cura di CIVIS
I Sagrestani
Recentemente Pozzuoli, è stata sede del convegno dell’Unione Diocesana Addetti al
Culto/Sacristi di questa Diocesi una delle più antiche d’Italia, portando in evidenza che anche i
Sacristi, se ne contano ventimila nelle oltre venticinquemila Parrocchie italiane, hanno una loro
associazione, la “Fiudac/s”, con tanto di contratto nazionale di lavoro, una rivista specializzata
“Servire-S” e tiene anche corsi specifici di aggiornamento.
Nel convegno una delle questioni oggetto di discussione è la valorizzazione della figura del
Sacrista e del comportamento che deve assumere nella Chiesa d’oggi. E’ indubbio che ol sagrè
stà, al di la di ogni facile ironia che lo vede una delle figure più ricorrenti nelle barzellette e nella
satira, ha una funzione importante nell’assicurare materialmente, la celebrazione di tutti i riti del
l’anno liturgico.
Ma come è organizzata nella
nostra Parrocchia questa impor
tante funzione è soprattutto, a
chi è affidata?
Don Bonassi come sagrestano
ebbe per tanto tempo il buon
Giovanni Dossi, don Carminati e
don Ferraroli si affidarono la
Sacrestia a Luigi Stanzioni;
dopo le sue dimissioni arrivò
della figura esplosiva e per certi
versi travolgente della Rosi
Belotti, che rimase al timone
anche con il venticello primaveri
le don Romano e pure, con l’ura
gano don Luciano che, oltre alla
Parrocchia, ereditò anche la
Rosi.
Il resto è storia recente: a segui
to della malattia i medici le impo
sero riposo assoluto e, questa
non voluta defezione, ha scate
nato in Sacrestia un’anarchia
assoluta al limite del sovversivi
smo; una caccia al posto di
Sacrista che non ebbe paragoni
nemmeno per la successione al
trono di Spagna del 1700.
I contendenti in campo per acca
parrarsi il posto della Rosi sono
parecchi ma tutti trovano un
baluardo in Giuseppe, Pino
Santinelli che, alla stregua del
l’indimenticabile Sagrestano
Giovanni Dossi, anche lui uomo
…di poche parole ma di gran
disponibilità e dedizione, vuole
gestire personalmente questo
periodo di “regno vacante”
senza interferenze di alcun
genere; nemmeno Suor Giuliana
con l’autorità e il carisma che gli
riconosciamo può intervenire sul
suo operato.
Lui è il braccio lungo della Rosi,
il suo “alter ego” e, alla stregua
del Generale “George Casey”
comandante in capo delle truppe
americane in Iraq, risponde sola
mente a lei, alla “Condoleezza
Rice” di Via Veneto e solo lei può
dargli degli ordini; il più esplicito
è stato: « Ada chè so malàda mia
morta! La Sagrèstana so amò
me. Te d’öc piötòst ol Marini;
chèl le, al völ fam le scarpe:
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prima a me pò al Prèòst! »
Dalla sua postazione (primo posto del
secondo banco a destra vicino all’ingres
so della sacrestia), tiene tutto sotto con
trollo e, anche se apparentemente lo si
vede con la testa fra le mani in atto di
contrizione, il buon Pino non si è assopi
to, è il suo modo di sorvegliare e vigilare;
nulla gli sfugge. Se qualcuno osa entrare
in Sacrestia lui, lo controlla, lo pedina e
infine lo invita con eloquenti gesti a torna
re in Chiesa o, se necessario, andare al
Bar Acli. Ha in mente una zona di “prefil
traggio” con dei tornelli, come allo stadio
di San Siro.
Da protagonista della vita della
Parrocchia, ama farsi fotografare: appena
vede l’obiettivo si mette in posa, esigendo
poi le fotografie che gli sono state scatta
te. L’avvento del digitale, da questo punto
di vista, gli ha procurato alcuni problemi.
La candidatura del Pino è comunque con
trastata dalla frangia conservatrice che ha
nel Luigino Belussi l’aspirante più accre
ditato: dinamico, ne troppo vecchio ne
troppo giovane, legato all’ala moderata e
tradizionalista, ha nelle donne della pulizia
della Chiesa le sue accanite sostenitrici
che lo acclamano con un eloquente
«Luigino for church officer» (Vogliamo
Luigino Sagrestano).
Lui, come altri cittadini pensionati, vuole
comunque restare attivo e dedicare parte del suo tempo alla comunità ed avrebbe quin
di tutte le carte in regola per emergere nell’attività di Sagrestano; la sua candidatura si
porrebbe inoltre in netta contrapposizione con un altro aspirante del quale non riveliamo
il nome ma che, lavorando sott’acqua e, con apparizioni che limita alle grandi funzioni
liturgiche, sta cercando sostenitori. Le sue idee oltranziste unite al fatto di non abitare a
Sarnico però gli concedono poche chance. «Guai a otèr sé ‘l ve chèl le! » è stata questa
la reazione della Rosi alla notizia di una possibile candidatura.
Da qualche tempo però c’è una figura emergente fra gli aspiranti sagrestani: è ancora
una donna e, come la “titolare della cattedra”, anche lei si chiama Rosa e sta catturan
do le simpatie dei fedeli grazie al suo sorriso accattivante, al suo fare garbato (passan
do per i banchi per la questua, ringrazia coloro che fanno l’offerta) e alla scrupolosità
nell’indossare abiti in linea con le nuove tendenze che vedono oggi, anche gli anziani,
liberarsi dalle convenzioni e dal tradizionalismo.
Rosa è un po’ la “donna del mistero”; a parte per il suo impegno in Sagrestia nessu
no sa nulla di lei e, parlandone, mi colpisce una pur lieve forma della “sindrome di
Stendhal” che, notoriamente coglie chi osserva un'opera d'arte attorno alla quale si è
fatto un gran parlare, magari a vanvera, una sorta di effetto “Codice da Vinci". Ma lei è
la Rosa punto e basta, non occorre sapere altro e se anche la sua storia è avvolta dal
mistero, posso assicurare che non è Maria Maddalena... L'altra cosa che si può affer
mare con certezza, è che lei è la donna con il sorriso più misterioso della Parrocchia.
Rosa non è legata ad alcun contesto “politico” nel senso più ampio della parola (interes
sarsi operativamente della propria comunità, delle sue necessità, della sua crescita e del
suo sviluppo futuro... non quindi essere solo sindaco o assessore). Che sia proprio lei,
la Monnalisa della zona Lazzarini, la futura Sacrista?
Credo a questo punto che i miei amici Sagrestani mi perdoneranno se ho voluto un
scherzare un po’ con loro. Questo articolo vuole essere invece un omaggio a queste
“stupende persone”; la loro straordinarietà sta proprio nel mettersi al servizio della
comunità parrocchiale attraverso azioni umili e semplici, con senso di responsabilità,
sacrificio e generosità; di questo, ne è un eloquente esempio la Rosi Belotti che, nono
stante la malattia continua, per quanto possibile e valorosamente, ad essere il cuore, il
perno attorno al quale ruota l’attività della Sacrestia. Un incarico che vive proprio come
un’esperienza di servizio agli altri alla Chiesa ma soprattutto a Dio e di questo dobbia
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mo esserle grati.
Un giorno don Luciano in un’omelia nel corso della gita parrocchiale a Vicenza disse: «Devo dire
che sono molto soddisfatto dei miei collaboratori laici perché da loro mi sento stimolato e
sostenuto in tutte le iniziative proposte e mirate sempre all’annuncio Evangelico. Un Vangelo
vissuto e messo in pratica, nelle pieghe della nostra quotidianità. » E’ vero, sono anche le per
sone come Pino, Luigino, Rosi, Rosa, Silvano ed altri che si impegnano con costanza nella puli
zia dell’edificio sacro o nell’oscuro lavoro di lavanderia e di stiratura, che permettono alla Chiesa
di essere tale e fare per intero la sua missione. Bisogna quindi non abbassare la guardia e man
tenere sempre viva l’appartenenza alla Chiesa, ed alla Parrocchia che chiede sempre sostegno
e collaborazione.
Tutti siamo affezionati al Pino e di lui ne apprezziamo il suo impegno e la sua dedizione.
Sento spesso dire che i diversamente abili sono portatori di ricchezza proprio in virtù della loro
diversità. Sono convinto invece che il nostro Aiuto Sagrestano ne farebbe volentieri a meno di
questa ricchezza; casomai queste persone sono portatori invece di esigenze specifiche che,
sono tanto più gravi quanto meno trovano adeguati riscontri.
Sa gestire il suo lavoro in modo quasi del tutto indipendente e, anche se i suoi tempi a volte ten
dono a “dilatarsi”, la sua presenza in Chiesa è opportuna, costante e continua. Quindi non
diversamente abile, ma abile al punto che alcune persone “abili”, allo stesso modo, non lo
saranno mai.
A questa persona speciale dobbiamo gratitudine, rispetto e considerazione, non può essere
altrimenti. Essere sordi è un handicap, ma può essere un vantaggio perché non si ascoltano le
stupidaggini del mondo e non parlare può essere utile in quanto, poche persone sono in grado
di ascoltare realmente.
Grazie anche a Luigino Belussi, anche lui rientra in quella categoria di persone iscritte al “volon
tariato sommerso” per le quali il «non ho tempo» non ha alcun significato. Queste parole, abu
sate al punto tale da diventare un luogo comune, sono a volte un pretesto per giustificare il moti
vo per il quale “non si trova tempo …per gli altri”. Il passare del tempo spesso ci crea ango
scia, ma questa ansia è dovuta non tanto dal suo scorrere, ma dal modo in cui lo viviamo.
Un giusto apprezzamento anche a Silvano Marini (a volte vittima della mia benevole ironia) per
il suo prezioso lavoro al servizio della Chiesa e dei fedeli, un ruolo che svolge con costanza,
serietà e continuità. «La fede va trasmessa, va comunicata» diceva Giovanni Paolo II”; forse la
sensibilità di alcune persone deve ancora maturare alle novità dei tempi per poter percepirle in
rapporto alle consuetudini del passato.
Silvano non farà mai il Sagrestano, questo è certo, ma in Chiesa continuerà ad essere presen
te nella luce della sua fede e dando coerenza ed entusiasmo alla sua vocazione al servizio.
Concludo con la Rosa: con termine “donna del mistero” ho voluto riconoscere in lei il mito della
donna imperscrutabile ma fortemente determinata e in grado di portare avanti le sue idee, non
con le chiacchiere ma con la serietà del suo operare concreto e visibile a tutti.
Anche lei è parte integrante della Sagrestia e della nostra comunità che da oggi, ne sono certo,
imparerà a volerle ancora più bene e valutare in modo positivo il suo desiderio di farsi apprez
zare per poter costruire con gli altri relazioni più soddisfacenti. «Vorrei poter fare di più» dice
spesso a chi le è più vicino. Proviamo di accontentarla.
Vorrei infine, almeno per il momento, smentire coloro che mi hanno inserito tra i candidati alla
carica di Sagrestano. Il mio
imminente pensionamento, i
miei trascorsi di chierichetto e gli
attuali compiti che svolgo in
Parrocchia possono aver in qual
che modo alimentato questa
voce. Credo però che la comuni
tà parrocchiale non sia ancora
pronta ad avere, oltre che un
Parroco, anche un Sacrestano
“high technology” (a tecnologia
avanzata). Per il momento alme
no non mi proporrò e metterò nel
cassetto le idee futuristiche che
ho in mente: l’impiego di una
“carta di credito” personalizzata
per le offerte, l’utilizzo di internet
per prenotare messe e confes
sioni, le riunioni tramite telecon
ferenza, le candele ad accensio
ne elettronica e soprattutto
un’idea già sperimentata
all’estero: con la consulenza e
l’esperienza nel …campo(santo)
del mio socio Cesare Penta ed
ancora con l’ausilio di internet,
vorrei creare una sorta di
“Cimitero virtuale” dove, dopo
aver inviato la foto del defunto in
formato jpg, ad un indirizzo di
posta elettronica ed essere
opportunamente registrati, sarà
possibile visitare da casa vostra,
il caro estinto a qualsiasi ora, in
modo assolutamente privato e
deporre dinanzi a lui fiori e lumi
ni votivi (naturalmente virtuali).
La Home page potrebbe essere
questa: ”Benvenuti in Lux
Perpetua il sito web dedicato al
ricordo”: Premere la …bara spa
ziatrice per accedere.
Cose da matti!
porto marzo 2007
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Comunità
Testimoni
Sarnicese di alta,
rara integrità morale
Sono trascorsi quasi 15 anni dalla sua morte pre-annunciata da una diagnosi chirurgica terri
bile. A 21 anni la “chiamata”. Poi la faticosa preparazione per le vocazioni adulte e l’ordinazio
ne sacerdotale nel 1967. Dal ’68 missionario saveriano in Brasile.
Il “solito trio” di Sarnicesi (Bruno, Don John, Sandro) è stato a trovarlo a Barcamena. Con lui
abbiamo visitato tutti i villaggi che ha catechizzato lungo il Rio delle Amazzoni ed il lebbrosario
di Marituba. Lì ho “scoperto” Padre Sebastiano prete missionario, capace di soffrire in silenzio,
umile e dignitoso. Sacerdote esemplare, di schietta pietà. Schivo ed estraneo ai rumori del
mondo. Il suo parlare era scarno e dimesso, l’atteggiamento non curato, ma la sua parola coin
volgeva ed entusiasmava. Ha vissuto nelle difficoltà dell’Amazzonia riuscendo a conciliare fede
e ragione. Ha comunicato il Vangelo attraverso la formazione umana e spirituale delle persone,
con particolare attenzione ai bambini ed alla gioventù. In sintesi, era un prete semplice, corag
gioso, entusiasta, animato da una caratteristica preziosa: dedicarsi agli altri, ai poveri. Tutto fatto
con piccoli passi compiuti nell’ottica della solidarietà e della volontà di donare.
17
Ha voluto portare il Vangelo in
zone sempre più vaste; a popo
lazioni sempre più numerose,
penetrando in tutti gli strati della
gente come proposta d’amore.
Il suo obiettivo? Evangelizzare in
forma esplicita (annuncio, spie
gazione verbale, celebrazione).
Diceva: “Il mio Dio è un Dio a cui
posso parlare!”. E ripeteva
spesso: “Sono una goccia nel
vasto Rio delle Amazzoni e
spero che una goccia possa
abbassare o innalzare il livello di
tutto il fiume!”. Ha onorato i
missionari e Sarnico.
Grazie di tutto!
Nonno Sandro Arcangeli
Ricordando padre Ruggeri
a un anno dalla scomparsa
Mercoledì 7 marzo è stata celebrata una S.Messa nella Parrocchiale alla presenza di diversi suoi
confratelli, in ricordo del primo anniversario della scomparsa.
Crediamo sia cosa opportuna ricordarlo citando il penultimo capitolo del libro da Lui scritto dal
titolo “Vivendo Maria Donna di Nazareth”, perché l’opera è uscita proprio vent’anni or sono e
porta la prefazione scritta di proprio pugno dall’indimenticabile Card.Ugo Poletti.
Rileggere quelle pagine a distanza di vent’anni fa tanto bene perché sono di attualità , coinci
dendo con le celebrazioni dell’imminente Settimana Santa. Ecco il testo di Padre Ruggeri:
GESU’ AFFIDA LA MADRE, L’ACCOGLIE CHI E’ SUO DISCEPOLO
“E da quell’ora il discepolo
lo prese nella sua casa”. (Gv. 19,27)
Dopo le ultime parole del dono di Cristo, quella della sua umanità nella stretta dell’addio,
Giovanni traccia nel suo vangelo questa semplice espressione appena annunziata.
A tradurla in noi ci vuole una vita. E può riempire una vita. Giovanni vuol farci intendere ciò che
è avvenuto in lui. Comunica i sentimenti intimi, gli atteggiamenti che lo stringono per sempre
alla madre.
La prese “come sua”. L’accoglie in tutto ciò che gli è proprio. Stringersi a Maria per compiere
integralmente la missione. Senza distogliere da lei i giorni, le opere, l’amore. Così Giovanni ci
comunica l’esperienza dei credenti della prima chiesa.
Assicurarci come era ritenuta Maria, come era vista, accolta dalla prima generazione cristiana.
Ci dice come deve essere accolta da ogni discepolo del Signore. Sigillo della benevolenza divi
na, espressione della sua misericordia che ci avvolge, respiro nel cuore d’ogni uomo.
Possiamo percorrere la vita con
l’amore e gli stessi sentimenti di
Cristo verso la madre.
Dimorare in Maria
Accogliere Maria è dar luogo ad
una comunione ineffabile di vita
che si stabilisce fra il discepolo
e la madre. Comunione di vita.
Adempie alla consegna di
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Comunità
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Testimoni
Cristo. Ogni discepolo nel Signore, da una generazione all’altra, deve vivere questa consegna
con fedeltà per tutto il tempo della chiesa.
Prendere Maria come “nostra madre”. Dimorare in lei per essere in Cristo. Ciò significa sentire
nel profondo il desiderio del riparo materno. Questa comunione di spirito col grembo ci genera
ancora e sempre. Alimenta una vita in crescita perenne nella novità di Cristo.
“Da questo conosciamo di essere in Lui. Chi dice di dimorare in Cristo, deve comportarsi come
lui si è comportato” (Gv 2,6)
Dimorare in Maria è attingere il segreto dell’amore consegnato da Cristo stesso.
E’ accostare il cuore perché beva alle sorgenti della salvezza, alle scaturigini della vita.
“Chi vuole il frutto interamente maturo e completamente formato, deve possedere l’albero che
lo produce; chi vuole avere il frutto di vita, Cristo Gesù, dive possedere l’albero di vita, Maria.
Chi vuol avere in sé l’attività dello Spirito Santo, deve avere la sua sposa fedele ed indissolubi
le, la divina Maria” (Monfort: «Trattato» n°164).
In un tempo di incertezze come il nostro, una delle esigenze più sentite dal cristiano è la spiri
tualità. Tanti sono alla ricerca di una dimensione spirituale per oggi. Chi si chiede di essere,
come essere, come vivere nella
chiesa. Che fare della vita?
A questa esigenza di fondo di
una spiritualità evangelica sem
plice, risponde Maria, la madre
del nostro essere in Cristo.
Colei che ha vissuto liberamen
te e intensamente una vita
evangelica. Obbediente in tutto
allo Spirito “che muove tutte le
cose”. Che le anima e che è l’in
teriorità di tutto.
GianFranco Gaspari
Musica e bollicine per il Coro Callido
Un cocktail perfetto di vino,
musica, arte e natura è il risul
tato della domenica 4 marzo
trascorsa a Villa Baiana.
Provate infatti a trascorrere
una splendida e calda giorna
ta di sole di questa primavera anticipata in una delle verdi colline della franciacorta assaporando il fine vino della cantina,
accompagnati dal canto del coro “CALLIDO” e dall’inconfondibile tocco al pianoforte del Maestro Giancarlo Corna, il tutto all’in
terno del salone della Villa abbellito dai lavori dell’artista Remo Bianco. Scoprirete che vino, musica, arte e natura possono stare
molto bene da sole, ma, tutti insieme creano qualcosa di veramente magico . Certo non sarebbe stata la stessa cosa senza un
simpatico gruppo di bevitori e musicisti, che guardavano, ascoltavano ma soprattutto apprezzavano gli aromi di un vino ine
briante. Che dire quindi: “grazie maestro Corna per l’invito a nome mio e degli amici. Non si scordi di noi alla prossima occa
sione”
Ennio Vernuccio, Corale Callido
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Opinioni
Sanità
a cura di SANDRO ARCANGELI
Bergamo ha
molte eccellenze sanitarie
I mass-media ingigantiscono ogni insuccesso della sanità. Fa parte del loro mestiere (diritto di
cronaca!!). Non solo si accaniscono alla ricerca di vittime e capri espiatori sostituendosi ai giudi
ci, spesso sentenziano senza appello! Vogliono il mostro in prima pagina! Quando poi c’è
un’”eccellenza” italiana nel mondo della sanità, allora lasciano che sia la stampa specializzata a
parlarne! Non fa scoop!! Ciò non è corretto!! La terra bergamasca ha parecchie “eccellenze” sia
nelle strutture ospedaliere che in quelle private. Parlo da chirurgo di chiara “fame” punito dalle
coronarie troppo sollecitate da bolliti con zamponi e Barbera di 15 gradi. Sono fuori dal “giro”
della sanità da parecchi anni. Però non sono né cieco, né muto, né sordo. Girando nei vari repar
19
ti ospedalieri ho notato in parti
colare un’eccellenza: la neuro
chirurgia degli Ospedali Riuniti.
Campo difficile, con tanti rischi
per gli operatori e per gli utenti
dovuti alla difficile materia tratta
ta. Lì ho trovato il mio sogno: la
squadra! Perfetta, ben guidata,
con tecniche di avanguardia e
personale super-motivato che
usa anche il “cuore” nel seguire i
propri malati. I risultati ci sono
invidiati da tutti. In reparto sem
bra di trovarsi in un centro multiregionale e razziale, pur tra muri
antichi (era ora di costruire il
nuovo ospedale!) Ci si trova
bene. Non ho sentito una lamen
tela. Perché? Finalmente ha
vinto la professionalità.
Grazie Dr Biroli, ti voglio bene.
Nonno Sandro
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Attualità
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ilTerritorio
ilTe
a cura di LUCA CUNI - Fotoservizio San Marco Villongo
Roma:
il Consiglio nazionale dell’Ordine dei Giornalisti
premia gli studenti di Sarnico
Bel colpo, ragazzi. Vincere un premio giornalistico già sui banchi di scuola, dove spesso si è
ancora alle disperate prese con grammatica e consecutio, è una grande soddisfazione e maga
ri anche un buon viatico per chi vorrà intraprendere questa professione. I giornalini scolastici
sono una preziosa palestra di formazione. L’esempio più clamoroso è «La Zanzara», foglio del
liceo Parini di Milano, che tra i suoi redattori ha avuto fior di futuri cronisti come Vittorio Zucconi
e i compianti Walter Tobagi e Guido Vergani. «La Zanzara» balzò addirittura alla ribalta naziona
le nel 1966 (pleistocene per voi, vero?) quando pubblicò un’indagine sulla sessuologia tra gli
studenti di quella scuola. Roba che adesso, con tutto quel che si vede su giornali e tv, strappe
rebbe un sorrisetto di commiserazione, ma che allora fece scalpore e divise l’opinione pubblica
italiana.
Anche noi di seconda media a Sarnico, anno 1977 (sempre pleistocene), tentammo di dare vita
a un giornalino, una specie di imbuto dove finivano i nostri impulsi creativi. Era una pubblicazio
ne che odorava di sogni e di ciclostile (un arnese di archeologia tipografica che in quegli anni
caldi era un po’ il simbolo della controinformazione). Durò un paio di numeri, nulla più. Non so
nemmeno come l’avevamo battezzato, però mi ricordo ancora le «riunioni di redazione» coi com
pagni di banco durante l’intervallo tra una lezione e l’altra, e l’impaginazione artigianale, con i
fogli senza fotografie (per i nostri miseri mezzi di stampa sarebbe stato fantascienza), i disegni
in bianco e nero, qualche articolo battuto a macchina, gli altri scritti a mano, la testata traccia
ta col pennarello. Niente di pretenzioso, tutto circoscritto ai tre piani delle «Donadoni», i concor
si nazionali nemmeno esistevano all’epoca: il nostro premio erano le poche copie che faticosa
mente riuscivamo a vendere (100 lire l’una) agli studenti delle altre classi. Giocavamo a fare i
giornalisti. Poi qualcuno lo è diventato davvero.
Stefano Serpellini
Sarnico. il periodico di Sarnico
“Times Riva School on line”, sarà
premiato il 27 marzo 2007 a
Roma dal Consiglio Nazionale
dell’Ordine dei Giornalisti all’in
terno del progetto nazionale
“Fare giornale nelle scuole”. Il
concorso, giunto alla quarta edi
zione, ha come obiettivo primario
quello di focalizzare l’attenzione
sulla tematica: “La funzione dei
giornali scolastici nell’evoluzione
dei linguaggi giovanili”.
Il periodico “Times Riva School”,
realizzato internamente dagli
studenti dell’Istituto Statale
“Serafino Riva” di Sarnico, è
stato incluso nella lista delle 60
scuole vincitrici in una competi
zione che ha visto ai nastri di
partenza oltre mille periodici in
rappresentanza di altrettante isti
tuzioni scolastiche di tutta Italia
per l’anno formativo 2005
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2006. Lavori, presentati dalle
scuole di ogni ordine e grado e
sottoposti all’esame di gruppo di
lavoro organizzato presso
l’Ordine dei Giornalisti. Alla ceri
monia, che si terrà il 27 marzo
presso la Sala dello Stenditoio
del Complesso monumentale di
San Michele (Ministero dei Beni
Culturali) alla presenza di
Lorenzo del Boca, presidente
dell’Ordine e di Piero Marrazzo,
presidente della Regione Lazio,
parteciperà una delegazione dei
nostri studenti, ai quali sarà con
segnato un diploma e la meda
glia d’argento. I giornali premiati
sono risultati 60, suddivisi in
quattro
sezioni:
scuole
Elementari, Medie ed Istituti
Comprensivi, scuole Superiori,
sezione giornali video ed on line.
Nella nostra provincia, quello
attribuito a “Times Riva School
on line”, giornale peraltro redatto
anche in forma cartacea, è stato
l’unico riconoscimento assegna
to, mentre nell’intera Lombardia i
giornali selezionati sono risultati
complessivamente
quattro.
Veramente un buon risultato, che
premia il lavoro di una redazione tinta di rosa, coordinata dal prof. Anselmo Zamblera e com
posta da: Gian Luca Pantano, Claudia Belometti, Elena Galbussera, Enrico Fenaroli, Giulia
Lazzaroni, Daniela Cattaneo, Cristina Piras, Yvette Rapis, Elena Carrara, Martina Sorosina, Laura
Aldofredi, Stella Cantoni, Laura Svanetti ed infine Matteo Luzzari per l’edizione on line. “La sod
disfazione è grande ed inaspettata”, sottolinea il prof. Zamblera, “e gratifica l’impegno profuso
dai ragazzi dal 2005 e la vicinanza dei nostri sponsor, i quali ci permettono di sopportare le
spese di pubblicazione. Insomma, non abbiamo deluso le attese. Alla premiazione, invieremo a
Roma i giovani giornalisti del Liceo fondatori del periodico. Si tratta di un mezzo di comunicazio
ne interno al quale collaborano tanti studenti in rappresentanza dei diversi indirizzi formativi
dell’Istituto di Sarnico. Uno strumento di legame fra i vari indirizzi scolastici presenti a Sarnico”.
Il prossimo numero, giunto alla quinta edizione, sarà pubblicato in maggio e verrà distribuito
come sempre a tutti gli studenti e al personale docente e non partecipe alla vita dell’Istituto
Statale Serafino Riva. In aggiunta, sarà possibile leggere “Times Riva School” nell’edizione on
line all’indirizzo www.istsuperioreserafinirivasarnico.it. Sulle tematiche seguite dalla testata pro
segue Anselmo Zamblera: “Cerchiamo di mettere in risalto tutto quello che c’è di positivo nella
scuola. Spesso le cronache hanno mostrato in questi ultimi tempi vicende di violenza fatta di
aggressioni verbali, morali e anche fisiche. Ma è proprio così? Non scordiamoci che la maggior
parte degli allievi è composta da persone generose, altruiste, motivate allo studio e se qualcu
no avesse dei dubbi, basta sfogliare le 35 pagine del giornale, dove è palpabile il desiderio di
guardare al mondo con speranza, cercando di fare bene le piccole cose della vita”. Complimenti
alla redazione ed ai collaboratori, con la speranza che non si indeboliscano nel tempo le linee
guida che spettano al giornalista, tra le quali ricordiamo la necessità di chiarezza, il controllo
delle notizie, il rispetto per la verità e soprattutto lo scrivere nell’esclusivo interesse del lettore,
vero punto di riferimento per chi scrive con passione e professionalità. L.C
UN CAMMINO CONTINUO VERSO L’ECCELLENZA
PER L’ISTITUTO SUPERIORE “SERAFINO RIVA”
Il premio conseguito dai ragazzi dell’Istituto Scolastico Superiore Statale Serafino Riva, ci ricor
da i notevoli e positivi investimenti economici messi in campo dalla a Sarnico per creare un polo
di formazione autonomo di prim’ordine in provincia, calamita in particolare per il Basso Sebino
e la Valcalepio. Un patrimonio fortemente voluto dai nostri amministratori. Variegata l’offerta for
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mativa, peraltro potenziata negli ultimi anni: Istruzione Professionale, ITIS biennio e triennio,
Tecnico-Commerciale (ERICA-IGEA), liceale Scientifica e informatico Abacus. L’attività è regola
mentata da un documento che regola la vita dell’Istituto e che si ispira a cinque principi: Libertà,
Imparzialità, Qualità, Trasparenza e Sicurezza. Attualmente la struttura è composta da 505 stu
denti, 27 classi, 80 professori e 22 responsabili di servizio. A dirigere la preziosa realtà è
l’ing.Giuseppe Lillo. Fiore all’occhiello sono i laboratori specialistici di ultima generazione, tra i
quali il laboratorio linguistica, di fisica, informatica, elettronica, macchine utensili.
Una cittadella scolastica all’a
vanguardia, quella creata a
Sarnico, completata dal recente
completamento del nuovo Istituto
Comprensivo per le scuole del
l’obbligo. L.C.
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Comunità
viaRETE
a curo dello Webmaster
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www.parrocchiasarnico.it
Primo anno di vita
L’1 aprile 2007 il nostro sito web festeggerà il suo primo anno
di vita e come per altre attività è quindi tempo di bilanci e di
previsioni.
Come responsabile della sua gestione, sono moderatamente
soddisfatto, anche se ritengo che occorra prendere sul serio
l’invito che la Chiesa Cattolica Italiana, ha rivolto, attraverso il
Direttorio per le Comunicazioni Sociali, in un documento che da
alcune indicazioni operative sul rapporto tra Chiesa e massmedia, e nel quale si chiede ad ogni Parrocchia di dotarsi di un
proprio sito web anche per dialogare e comunicare con i fede
li.
Sul sito ufficiale della Conferenza Episcopale Italiana ci si rivol
ge inoltre alle Diocesi affinché formino degli "operatori pasto
rali della comunicazione" volontari laici che lavorino accanto ai
sacerdoti, ai catechisti, ai volontari per mettere al servizio della
Comunità Cristiana strumenti di comunicazione sociale e per
un’attività di riflessione, elaborazione e trasmissione culturale
all'interno della stessa.
Il mio moderato ottimismo è dovuto anche al fatto che ancora
non tutti i gruppi Parrocchiali, o che comunque gravitano attor
no alla Parrocchia, comunicano allo Web Master le loro attività
che dal sito potrebbero essere reclamizzate. Trovo a volte nella
bacheca alle porte della Chiesa avvisi di riunioni, corsi, attività
varie delle quali non ho ricevuto riscontro; ritenendole merite
voli comunque di essere fatte conoscere, mi costringono a
fotografare gli avvisi stessi col telefonino e riscriverli poi sul
Sito. Una maggiore collaborazione nella comunicazione in que
sto caso sarebbe più opportuna e farebbe perdere meno tempo
per la messa on-line della notizia.
Gli accessi sono comunque hanno quasi raggiunto quota 3.000
dei quali l’78% per accesso diretto il 16% da motori di ricerca
e il 6% tramite link da altri siti.
Gli accessi suddivisi per nazioni sono i seguenti: Italia 94,92%
Spagna 2,26% Brasile 1,13% Polonia 1,13% Francia
0,56 %. I periodi di maggior accesso al sito sono stati: maggio
2006, settembre 2006 e Gennaio 2007 (in occasione dello
spettacolo di S.Mauro) Novembre e Dicembre 2006 sono stai i
mesi di minore accesso. Il giorni della settimana più favorevoli
per le visite sono il lunedì e il venerdì i meno favorevoli sabato
e domenica.
Le novità più importanti del sito sono costituite dall’ottima col
laborazione fornita sia dal Gruppo Missionario e dalla Signora
Gabriella Cadei per la sezione Spiritualità. Sono visualizzabili
inoltre sul sito i filmati completi di Bergamo TV, Tele Più valli,
Tele Boario e Rai3, dei servizi dello spettacolo “Scior picaprede
e pescadùr”. Prosegue fino a fine marzo la carrellata delle bel
lissime foto dello spettacolo stesso scattate da Giuseppe
Zanchi (scansite da Bruno Faglia) e da Foto S.Marco. E’ inoltre
pubblicata per intero con possibilità di essere scaricata,
l’Esortazione Apostolica “Sacramentum Caritatis del Santo
Padre Benedetto XVI all'Episcopato, al Clero, alle persone con
sacrate e ai fedeli laici sull'Eucaristia fonte e culmine della vita
e della missione della Chiesa
Buona navigazione
Lo web master
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Cultura
e salute
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a cura di GIACOMO SCHIVARDINipote Riccardo
stiche conseguenze ed espressioni,
non per tutti, purtroppo, sempre
piacevoli.
Il riscaldamento del nostro pianeta
diventerà, sempre, il maggior nemi
co di chi è allergico ai pollini e, di
sicuro ne soffrirà sempre di più.
L’inverno mite e la scarsa piovosità
della stagione hanno aumentato
anche la quantità di pollini in circo
lazione, che le piogge, di solito,
spazzano via, ma che invece svolaz
zano sotto i nostri nasi.
Ho constatato che questo inusuale
periodo climatico, inoltre, sta crean
do un po’ a tutti, oltre ai paventati
disturbi allergici in misura maggiore
rispetto al passato, sbalzi di umore,
stati di euforia, di scoraggiamento,
svogliatezza, stanchezza, apatia.
POLLINI
naturali donatori di vita,
ma anche di malesseri
E’ un argomento che ho trattato diverso tempo fa, ma che ogni anno si presenta con le sue fastidiose, a
volte pruriginose, comunque turbative manifestazioni, tanto da essere sempre dii immediata attualità.
Questa realtà, che, ripeto, immancabilmente si presenta ad ogni primavera, mi ha incoraggiato a riproporre tale problema, opportunamente, aggiornato, che la situazione meteo di questo inverno, quest’anno, in pratica, mai esistito, ha fatto anticipare prepotentemente la stagione, con tutte le sue caratteri-
LE PRIME RAFFICHE DI STARNUTI
Vi sentite depressi e fisicamente
semidistrutti; il palato vi prude, gli
occhi vi lacrimano e il naso cola. Tra
uno starnuto e l’altro vi maledite e
cercate mentalmente di individuare
cosa avete o non avete fatto per
meritarvi tutto questo.
Eppure, voi non c’entrate proprio
niente. E’ “solo” arrivata la primave
ra. E come ogni anno l’arrivo della
bella stagione si accompagna alla
comparsa nell’aria dei pollini: quelle
impalpabili polveri che, liberate dai
fiori di numerosissime piante, ne
permettono la riproduzione.
Così, mentre per le piante si apre la
stagione degli “amori”, per noi,
comuni mortali, ha inizio il periodo
della “pollinosi”. Si tratta, per inten
derci, del cosiddetto “raffreddore da
fieno”, caratterizzato da rinite, con
giuntivite e qualche volta da difficol
tà respiratorie. In effetti si dovrebbe
chiamare “raffreddore da fieno”
solo la pollinosi causata dall’erba
dei prati e non invece da tutte le
varietà esistenti.
Le piante che producono pollini
allergizzanti sono infatti numerose e
comprendono le graminacee (per
es. la gramigna, il frumento, il gra
noturco), le urticacee (la famosa
parietaria), le leguminose (robinia,
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erba medica, acacia), le composte (margherite, girasoli, dalie, crisan
temi) e le piante arbocee (olivo, pioppo, betulla, castagno ecc.).
Ma, in sostanza, che cos’è mai il polline? Non tutti sanno che il pol
line è costituito da granelli del diametro variabile da 5 a 200 millesi
mi di millimetro (in media 30 o 40), i quali, trasportati dal vento oppu
re da insetti, vanno a fecondare i fiori di altre piante della stessa spe
cie. La maggioranza delle piante responsabili delle pollinosi liberano
il polline nell’aria; in questo modo i granuli possono allontanarsi
anche di molto dalla pianta ed essere facilmente inalati da una per
sona anche nel bel mezzo di una città. Si noti che non tutti i vegetali producono polline; le piante inferiori, come le alghe ed i funghi, ne
sono sprovviste.
UN DISTURBO STAGIONALE
L’allergia ai pollini si manifesta, ovviamente, solo nel periodo in cui
queste sostanze si spargono per l’aria. E’ evidente perciò che un
primo approccio di carattere preventivo consiste nel conoscere i
periodi di fioritura delle varie piante che producono i pollini ai quali
ciascuno è allergico.
La maggior parte delle piante fiorisce in primavera ed estate, ma
alcune sono praticamente in fioritura perenne, soprattutto in alcune
regioni del Sud con clima mite.
In Italia, circa l’8% della popolazione, vale a dire oltre quattro milioni
di persone è interessata dalla pollinosi; si è notato che tali allergie
sono più frequenti negli abitanti di città e nelle fasce di età compre
sa tra i 20 ed i 40 anni, specie nei consanguinei di allergici, dato che
esiste un’evidente familiarità per questo tipo di disturbi. In questi ulti
mi anni vi è stato un rialzo delle allergie dei pollini di piante apparte
nenti alle oleacee (olivo, frassino, ligustro), la cui fioritura ha inizio di
regola nel mese di aprile.
I SINTOMI E LE CAUSE
Nelle persone allergiche a un dato polline, il contatto anche con pic
colissime quantità di quel polline scatena starnuti, lacrimazione, pru
rito alle palpebre, ostruzione nasale, rinorrea (il naso “gocciolante”)
tosse stizzosa e qualche volta difficoltà di respirazione e attacchi
asmatici.
Possono anche comparire, sebbene con minore frequenza, febbre,
malessere generale e cefalea; ancor più raramente può essere inte
ressata la pelle (orticaria ed eczemi) o l’intestino (diarrea e dolori
addominali). Ma come è possibile che una polvere impalpabile possa
provocare sintomi così evidenti e fastidiosi?
La spiegazione è abbastanza semplice. Ogni granello di polline è for
mato da uno strato esterno poroso, fatto di sostanze grasse e zuc
cheri e da uno più interno costituito da proteine.
Quando il granulo nel suo insieme raggiunge la mucosa delle vie
aeree, gli enzimi presenti nel muco ne dissolvono lo strato esterno.
Così le proteine interne vengono liberate e si comportano come anti
geni, stimolano cioè una risposta immunitaria dell’organismo, che
riconosce immediatamente le proteine di quel granulo di polline,
come elementi estranei all’organismo.
Avviene che le proteine del polline, con attività di antigene, si legano
ad anticorpi corrispondenti situati sulla superficie di cellule speciali
del sistema immunitario, i mastociti. E i mastociti vengono stimolati
dall’antigene pollinico a liberare grandi quantità di istamina e di altre
sostanze ad azione infiammatoria.
E’ dunque l’istamina, insieme ad altre sostanze, a provocare tutte le
alterazioni responsabili dei sintomi tipici da pollinosi: dallo spasmo
bronchiale, all’irritazione delle congiuntive, al raffreddore, fino alla
semplice secrezione della mucosa nasale.
CONSIGLI E RIMEDI
Innanzitutto è bene dire che esistono alcune semplici norme di com
portamento, utili a mitigare gli effetti dannosi dell’esposizione ai pol
lini. Ad esempio, è bene:
- evitare di tenere aperte le finestre di casa nelle ore di massima
concentrazione dei pollini, vale a dire in quelle più calde della giorna
ta
- evitare l’apertura dei finestrini durante i viaggi in auto o in treno;
- la cosa migliore, ma nella maggior parte dei casi, inattuabile,
sarebbe il poter soggiornare in località con scarsa presenza di pian
te allergizzanti.
Per esempio, la parietaria, diffusissima in pianura e sulle coste, non
cresce oltre i mille metri di altezza. Nelle altre forme è genericamen
te indicato il soggiorno in località marine, soprattutto con venti pre
dominanti nella direzione dal mare alla terra ferma, quindi privi di pol
lini.
La prevenzione ed il trattamento delle pollinosi sono affidati ai vacci
ni desensibilizzanti (estratti a concentrazione crescente dei pollini
responsabili dell’allergia) e a farmaci che interferiscono con i mecca
nismi stessi dell’allergia. Per ciò che riguarda in specifico la preven
zione dell’asma, si noti che essa deve essere iniziata al più presto nel
paziente a rischio, specialmente in pediatria, onde evitare lo scate
narsi di fenomeni a livello sistemico che diventerebbero irreversibili
e, col tempo, difficilmente curabili.
A questo scopo l’utilizzo dei vaccini è una delle armi terapeutiche
migliori che il medico allergologo abbia a disposizione e che risolve,
se ben attuata, molti dei casi di patologie allergiche.
Per quanto riguarda invece il trattamento farmacologico si noti che
sono a disposizione prodotti, da assumere sotto controllo medico,
quali:
- antistaminici: bloccano i recettori sensibili all’istamina liberata dai
mastociti:
- stabilizzanti dei mastociti: impediscono preventivamente la libe
razione di istamina da parte dei mastociti;
- cortisonici: impediscono con vari meccanismi d’azione i processi
infiammatori che hanno luogo con la pollinosi.
Altri farmaci che possono essere utili, di caso in caso in relazione ai
sintomi, sono:
- Vasocostrittori locali: sotto forma di gocce o spray rinologici e
colliri, per alleviare i sintomi nasali e oculari;
- Broncodilatatori: per via orale (aerosol e spray) contrastano lo
spasmo bronchiale responsabile dell’asma.
Il riferimento continuo a un medico specialista allergologo è ovvia
mente dato per scontato nel corso della cura a questo tipo di pato
logia.
Con i cambiamenti climatici, cui stiamo assistendo, forse dovremo
ripensare anche a tutto il sistema di assistenza ai pazienti, la cui
allergia cessa di essere “stagionale” per divenire “perenne”.
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Cultura
e arte
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a cura di don
GIANNI BELLINI
Tematiche in Pinacoteca
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I quadri fanno sentire la loro voce cioè parlano.
Sta bene quindi vederli nel loro stile, studiare la loro epoca, e se possibile, arriva
re all’Autore.
Ma è cosa saggia ascoltarli e ritenere quanto insegnano.
La Galleria di Sarnico – è noto – non è «maggiore» ma essa pure racchiude una
antologia pittorica che coinvolge tutte le tematiche dell’arte figurativa; ogni imma
gine ed ogni gruppo ha qualcosa da dire e da proporre allo studioso e al visitato
re.
Ecco qui il Sommario dei temi scelti e svolti dagli artisti dal 1400 al 1700 compre
so.
1) L’ARTE SACRA
CRISTO nella figura singola e nel suo Vangelo.
MARIA SS. Dalla predestinazione al trionfo
I SANTI nella solitudine meditativa, negli episodi biografici, e nelle Sacre conversa
zioni.
L’Arte religiosa è quindi raffigurata nel gaudio, nel dolore, nella gloria!
3
1. Cristo porta-croce di Aurelio Luini
2. Apollo e Arianna di A. Bourdon, sec XXVII
3. Ritratto virile, maestro Galgario, sec. XVIII
2) L’ARTE PROFANA
La nostra raccolta in prevalenza è arte sacra con Cristo, Maria sua Madre e i Santi,
ma non dà l’impressione di una sacristia, tutt’altro!
Contiene numerosi soggetti pagani e mitologici a figura unica e in componimento.
Sono presenti:Promoteo, Lucrezia, Venere ed Apollo, Bacco e Arianna, e poi tutto
l’Olimpo.
Ci sta pure la «Famiglia del Fauno» e tanti vispi bambini. Mancano i Nudi.
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3) PAESAGGIO
Sono appesi molti paesaggi per lo più d’ambito veneto del
‘700. Spesso il paesaggio fa da sfondo alle varie scene siano
esse religiose, pagane, storiche, e mirabilmente le avvolge e le
completa.
Le Nature morte ( solamente due)
Le battaglie (tre in tutto)
LeVanitas (ancora due)
Anche in tempi passati era difficile reperire tali soggetti perché
rari e con altissima quotazione di mercato.
4) I FIORI
E spicca al secondo piano un bel filare multicolore. Serti, coro
ne, cascatelle, rallegrano gli spettatori al termine del loro per
corso. Due tele con fiori incorniciano il volto di Maria SS.
CONCLUSIONE
E prima di passare in rassegna i temi qui enunciati si consiglia
agli osservatori un minimo di apprendimento e cioè:
un po’ di catechesi, - un ripasso di storia, - un’infarinatura di
mitologia, - -*uno studio sui simboli.
Solamente così, dopo la visita al MUSEO, potranno dire con un
certo vanto d’aver arricchito la mente attraverso l’antica arte
figurativa.
5) I RITRATTI
Una saletta racchiude ritratti italiani e fiamminghi. Di notevole
importanza il «nobile» VandiKiano e la «Monachella» (Così l’ha
dipinta il Conte Mappelli)
Tutti questi volti meritano una menzione onorevole. A più tardi
un commento al ritrattismo su Cà Gervasoni.
6) SOGGETTI VARI
Sfuggono all’occhio perché poco rappresentanti nel nostro
Museo:
E’ in preparazione la TESI (Cfr da chi? E quando?)
Orbene se pubblicata (unitamente al Catalogo) aiuterà a dia
gnosticare le figurazioni in quanto tali ma anche i molteplici
significati in esse contenuti. Nel suo ruolo un Museo, anche
minore, ha un’anima, un carattere, una psicologia da non offu
scare o negare!
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Associazioni
Avis
a cura di
SERAFINO FALCONI
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Continua l’emergenza sangue
Pochi mesi fa il Presidente dell'Avis Provinciale dott. Tiziano Gamba lanciava l'allarme per la carenza di
sangue dovuta alle forti richieste per traumi, trapianti e malattie come l'anemia mediterranea, la leucemia
etc. Oggi più che mai la situazione è di emergenza, specialmente per il sangue raro come il gruppo 0 rh
negativo. In qualità di presidente dell'Avis di Sarnico e Basso Sebino mi sento in dovere di chiedere a tutta
la popolazione adulta di raccogliere questo nuovo allarme per far fronte a una situazione di grave carenza,
risolvibile solo con l’aumento del numero di donatori e di donazioni. E' un gesto semplice e di grande aiuto
al prossimo. Troppe persone che soffrono aspettano la nostra immediata risposta.
(Si dona tutti i venerdì dalle ore 7.30 alle ore 10.00 e tutte le domeniche prefissate presso l’Ospedale di
Sarnico – sede Avis)
ASSEMBLEA ANNUALE DELL’AVIS DI SARNICO
Il 18 febbraio scorso, presso l’auditorium comunale, si è svolta l’assemblea annuale ordinaria. Il presiden
te Serafino Falconi è intervenuto con la seguente relazione morale: “Quest’anno grazie al forte impegno di
tutti, dal Direttivo al neonato Gruppo Giovani, ai collaboratori e simpatizzanti, si è rivelato molto proficuo e
al di sopra di ogni più rosea aspettativa. Gli scopi prefissati all’inizio sono stati raggiunti ed i traguardi supe
rati.
La sensibilizzazione alla donazione di sangue è stata ottima, sia con la pubblicità che con il forte impatto
dei festeggiamenti per il 45° di Fondazione. Infatti, si è registrato un incremento del 12% nelle donazioni
(620 contro le 550 del 2005) e nei donatori attivi (560 contro 498). Proseguendo su questa strada, tra 2
anni a fine mandato del Direttivo, potremmo avere il 40% in più di donazioni e donatori lasciando ai più
giovani un’importante eredità.
Tutto il Direttivo sta indirizzando le proprie energie verso il Gruppo Giovani per aiutarlo e seguirlo nei nuovi
ruoli associativi, che andranno poi a coprire in un futuro ormai prossimo.
Continuo elencando le attività che ci hanno visti protagonisti.
Il nostro “45° di Fondazione”, dove abbiamo avuto ospiti d’onore il dott. Tiziano Gamba e il dott.
Domenico Giupponi, rispettivamente presidente e Direttore sanitario dell’ AVIS di Bergamo, la dott. ssa
Nadia Coffetti, dell’azienda ospedaliera di Seriate, don Antonio Mazzi, presidente della Fondazione Exodus,
il capitano dell’Atalanta Bellini Giampaolo, il campione mondiale di motocross Belometti Alex, il comico
Pietro Ghislandi, i cori di ben 3 paesi e altrettanti corpi musicali, e le maggiori autorità del Basso Sebino.
Un ringraziamento di cuore va al sindaco di Sarnico rag. Franco Dometti e al Presidente della Comunità
Montana sig. Bettoni Celestino, che hanno dato un forte appoggio e contributo. Sono state coinvolte le
scuole primarie e secondarie con 600 studenti e la consegna di ben 25 borse di studio. I festeggiamenti
sono terminati con la “Festa degli Auguri” che si è tenuta alla “Fattoria” di Capriolo, ospite eccezionale il
Gabibbo. Inoltre in tale occasione è stata istituita ufficialmente, a cadenza annuale, una borsa di studio del
valore di Euro 2.000 alla memoria dell’indimenticabile dott Serafino Tambuscio.
La “Giornata della Vita” a cui hanno partecipato tutte le Associazioni, un incontro molto forte e significa
tivo che unisce chi aiuta il prossimo senza distinzione di colore, di bandiera o di schieramento politico.
Non aggiungo altro, i fatti parlano da soli, aiutare il prossimo vuol dire anche sensibilizzare le persone ad
entrare nella grande famiglia dell’Avis, certamente un onore farne parte oltre ad essere un dovere. Di nuovo
grazie a tutti e buon 2007”.
Nella relazione sanitaria il responsabile medico Dr.Paris ha sottolineato che, oltre all’incremento delle
donazioni tradizionali, si è registrato un aumento del 33% della Plasmaferesi (prelievo mirato di alcuni com
ponenti del sangue) che ora si può effettuare anche presso il centro trasfusionale dell’Ospedale di Seriate,
prenotandosi alla Sede Avis di Sarnico.
E’ appena terminato lo screening per il tumore alla prostata con controllo del PSA su donatori con oltre
50 anni, che subito parte la vaccinazione contro l’epatite virale B, e questa è una priorità vista l’alta per
centuale di portatori sul nostro territorio. Ancora una volta l’Avis si dimostra viva, sensibile e attiva.
E’ costante l’impegno educazionale specie nelle scuole con il ripetersi della iniziativa delle borse di studio.
Quest’anno il tema, mutuando l’iniziativa del convegno provinciale, è “Il sangue non ha colore” come nuova
prospettiva di vera integrazione degli immigrati, non solo in termini di accoglienza e solidarietà ma anche
di tutela della salute. La maggior parte degli extracomunitari in regola con le leggi dello stato (nella nostra
realtà lavorativa sono il 9%), è rappresentata da giovani con un patrimonio di salute integro, non porta
microbi tropicali, non ha malattie sessuali né parassiti sul corpo; anzi dal punto di vista mentale sta meglio
di noi: niente schizofrenia, paranoia, ansia e depressione. Semmai le patologie sono rappresentate dalle
malattie da disagio e da alcune malattie infettive.
Pertanto si rinnova l’invito anche a loro di avvicinarsi all’AVIS.
L’assemblea ha poi approvato il conto consuntivo 2006 e il bilancio di previsione 2007.
Si ringraziano infine tutti gli avisini ricordando che dovrebbero essere proprio loro a ringraziare
l’Associazione per la possibilità civile, morale e concreta di esprimere la solidarietà nel donare il proprio
sangue.
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Associazioni Campionati Nazionali a squadre:
la Marcellini SESTA
Scherma
a cura di
GIANLUIGI BERTOLI
Nelle giornata di sabato e domenica 3 - 4 marzo si sono disputate a Monza tutte le gare del Campionato
Nazionale a squadre B1 e B2. La Sala Scherma Marcellini di Sarnico, dopo la promozione dell'anno scorso dalla b2 alla b1, era attesa ad una verifica nella nuova serie. La nostra sala schierava la sua squadra di
fioretto maschile composta dagli atleti Gianluigi Bertoli, Battista Bertoli, Francesco Cavallari e Federico Fico,
tutti autori di una prova maiuscola. La battaglia in questa serie è sempre alta, vista la presenza di equipe
molto forti come Torino, Mangiarotti e Jesi. La nostra, proveniente per promozione dalla serie B2, entrava
come 14.a in classifica fra le 16 squadre iscritte al torneo. Inserita nel 3.o girone, riusciva a condurlo molto
bene, battendo con facilità Caserta (45 a 35), Milano Piccolo Teatro (45 a 40) e perdendo solo con Jesi (45
a 35), squadra data per favorita alla finale. Con le due vittorie i nostri accedevano alla fase play off per la
promozione nella serie maggiore. Nella prima diretta, complice un pizzico di sfortuna, i nostri incontravano
subito la fortissima Torino alla quale cedevano 41 a 32 dopo un incontro combattuto con onore. Una bella
gara per confermarsi nella serie, posizionandosi al 6° posto assoluto. La finale vedeva impegnate le due
squadre di Jesi e Torino, con la vittoria di quest'ultima. Complimenti a tutti, ma soprattutto ai nostri eroici
atleti !
Associazioni La Pro-Loco Sarnico informa…
Per rendere più piacevole l’attesa che ancora ci divide dall’inizio della stagione estiva, su richieProLoco
sta di alcuni soci, abbiamo organizzato un fine settimana a Roma, con partenza venerdì 4 e
rientro domenica 6 maggio. Una guida nella capitale ci accompagnerà nei tre giorni alla scoper
ta o riscoperta, per chi già li conosce, degli angoli più suggestivi. Non mancherà una cena ai Colli
e la visita di Piazza San Pietro la domenica mattina per assistere alla Benedizione del Papa.
L’organizzazione del pacchetto è curata da Sebino Tours e l’Agenzia Viaggi da Intenditore.
Per informazioni e prenotazioni:
Pro-Loco Sarnico – Via Lantieri, 6 Sarnico
Tel. 035/910900
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Associazioni
Anziani &
Pensionati
a cura di
GIANFRANCO GASPARI
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XI° Anno Accademico
Mercoledì 14 febbraio si è aperto l’ XI° anno accademico della nostra Università per la terza età
che ha per tema: “La sapienza nell’uomo: sapere, saper fare, far sapere”. Erano presenti all’inaugurazione il Sindaco rag.Dometti, l’Assessore Romy Gusmini anche in rappresentanza della
Comunità Montana, il direttore dell’Antea Bergamo dr.Fiorendi con il dr.Giacomo Anfuso, assen
te per impegni pastorali il prevosto Don Luciano che ha mandato il suo saluto.
Ha aperto l’anno accademico il nostro Mons.Maurizio Gervasoni con una stupenda prolusione ed
al quale va la nostra riconoscenza per la sua presenza.
Come già pubblicato nella rubrica del mese scorso le lezioni seguiranno ogni mercoledì sino
all’incontro conclusivo del 16 maggio, con due incontri seminariali e due visite guidate in fase di
preparazione e che speriamo di effettuare con il solito concorso dei corsisti. La prima il 4 aprile
presso il museo d’arte moderna e contemporanea dove saremo accolti dalla nostra concittadina
Dr.ssa Maria Fratelli, la seconda il 2 maggio con la visita al Teatro “La Scala” di Milano dopo il
suo grandioso rifacimento.
Vogliamo concludere l’anno con la gita di 3 giorni a Salisburgo per la quale sono già stati distri
buiti i relativi dépliants. Ringraziamo infine i nostri “universitari” che anche quest’anno si sono
mostrati entusiasti e numerosi raggiungendo il numero di ben 150 iscritti. Benvenuti e buon
“Anno accademico”
Soggiorno al mare a CATTOLICA
Si informa che il soggiorno marino sarà presso l’Hotel King di Cattolica e precisamente dal gior
no 31 Maggio al 14 giugno. Prenotazioni in sede.
La nostra Assemblea annuale
Venerdì 23 febbraio, presso la nostra sala comunitaria, si è svolta l’assemblea annuale con la
presenza del Sindaco che ringraziamo per le sue parole di incitamento, grazie anche all’asses
sore Romy ed al Prevosto che ci hanno fatto pervenire i loro saluti ed auguri.
Dopo il ricordo dei soci defunti si è dato corso all’ordine del giorno con la relazione morale letta
dalla nostra Presidente Emy Ruggeri; di essa vogliamo qui citare i punti più interessanti:
Carissimi
A voi tutti il mio saluto e il mio grazie sentito per avervi qui e aver aderito al nostro consueto
appuntamento annuale.
Un grazie grande al Sig. Sindaco e all’assessore ai servizi sociali e alla amministrazione comu
nale tutta che è sempre tanto vicina e attenta ai nostri problemi.
Il sig. Parroco mi ha pregato di chiedervi scusa per la sua assenza ma l’inizio del Triduo e la man
canza del predicatore per oggi gli hanno proprio reso impossibile la partecipazione.
Diamo inizio alla relazione per l’attività svolta durante l’anno 2006.
Attività delegate
Continua su delega la gestione degli orti, dei pasti a domicilio e la collaborazione con l’iniziativa
“La Clessidra”.
L’iniziativa dei pasti a domicilio richiede molto impegno, disponibilità e responsabile continuità e
perché no, tanta pazienza, ma grazie agli operatori e ai volontari che danno la loro collaborazio
ne, tutto procede bene. Grazie di cuore.
Nell’anno 2006 sono stati ditribuiti n° 7995 pasti con una media giornaliera di 27/28.
Clessidra Taxi
I Km. Percorsi dai nostri volontari sono stati 2937.
Sono state servite 45 persone e impiegate 162 ore.
Non abbiamo tenuto conto dei servizi fatti in paese.
Casa di Riposo
E’ sempre con attenta collaborazione che siamo vicini alla nostra Casa di Riposo e nel limite del
possibile siamo pronti a sopperire a eventuali necessità, mentre il nostro gruppo del “ballo” rega
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la sovente agli ospiti pomeriggi di animazione coronati da abbondanti rinfreschi.
Assistenza sanitaria
Continua ogni mercoledì dalle ore 9,30 alle ore 10,30 il funzionamento del nostro ambulatorio e
grazie alla cortesia e disponibilità dei nostri volontari i fruitori di questo servizio sono contenti.
Gestione tempo libero
Frequentati i pomeriggi al “bar” del Centro Sociale articolati nel gioco delle carte, della tombola
e delle bocce.
Anche le serate del sabato sera sono molto frequentate. Musica, quattro salti, un piccolo spuntino, ma soprattutto tanta allegria e familiarità.
…Ritorno alla gestione del tempo libero e voglio che i volontari che gestiscono questo servizio
sentano la mia riconoscenza ed abbiano il mio grazie di cuore.
Il lavoro è tanto e abbiamo bisogno di forze nuove. Avanti coraggio… c’è posto per tutti.
Festa Sociale
E’ iniziata con la S.Messa e un pensiero molto centrato per la nostra età; è proseguita poi con il
pranzo all’Albergo Stazione.
Il “Bandino” ha rallegrato con la sua musica tutta la copiosa compagnia.
Presenza in Sede
La presenza in sede è continua e attiva, pronta per ogni bisogno. E’ estremamente doveroso per
me soffermarmi su questo punto e rivolgere il mio grazie di cuore a tutti i componenti il direttivo
per il lavoro che svolgono.
Un grazie particolare anche a tutti i volontari che portano avanti i loro compiti con grande disponibilità. E termino amici con questo pensiero:
Troppe persone evitano di aiutare gli altri per timore di perdere la propria tranquillità.
Così soffocano i sentimenti profondi dell’anima, la morte interiore precede di gran lunga
quella fisica e la vecchiaia giunge circondata da squallido grigiore.
Cullarsi nella credenza che la razionalità e la tranquillità economica debbano avere il
sopravvento sugli affetti significa perdere la parte più preziosa che non ha prezzo.
Negare un aiuto significa guardare il cielo con gli occhi chiusi, perciò teniamoli aperti, ma
soprattutto teniamo aperta la porta del nostro cuore.
Grazie di tutto amici, stateci vicini, abbiamo bisogno di voi.
(La Presidente)
Chiudiamo la nostra rubrica con l’invito a tutti i soci che ancora non hanno potuto venire per il
rinnovo della tessera, a farsi vivi o chiedere l’intervento per soddisfare un loro dovere, ma soprattutto per dare sempre più prestigio e forza alla nostra Associazione che continua a godere di così
larghi consensi.
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Associazioni
Aido
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Domenica 4 febbraio alle 10.30, presso l’ Auditorium del Comune, si è svolta la consueta assemblea annuale del gruppo pluricomunale AIDO di SARNICO, di cui fanno parte anche gli iscritti di
FORESTO SPARSO, GANDOSSO, PARATICO e ADRARA S. MARTINO con ADRARA S. ROCCO.
Era presente, dopo qualche anno di assenza, il presidente provinciale e regionale dell’ AIDO cav.
LEONIDA POZZI che è stato nominato presidente dell’assemblea. In rappresentanza dell’amministrazione comunale era presente la vice-sindaco sigina Gusmini Romana, sempre molto attenta e disponibile verso la nostra associazione e impegnata a sostenerci anche economicamente,
come è avvenuto in occasione del concerto della COLUMBUS ORCHESTRA.
Il nostro presidente sig. MORA LEANDRO ha letto la relazione morale, chiedendo prima di tutto
un minuto di silenzio per ricordare i defunti fondatori DOB-AIDO del gruppo pluricomunale ed in
particolare il sig. UGO BUELLI, figura di fondamentale importanza nella storia dell’ AIDO del nostro
paese.
MORA ha ribadito l’importanza e la necessità di continuare l’opera di sensibilizzazione alla donazione con entusiasmo e perseveranza, innanzitutto con gli interventi nelle scuole di ogni ordine e
grado e poi con tutta una serie di attività (marce, fiaccolate, stand informativi, spettacoli ecc.),
senza lasciarsi prendere dallo scoramento se i risultati sono inferiori alle aspettative. Il 2006 ha
ricordato e festeggiato i 35 anni della fondazione DOB-AIDO con tutta una serie di manifestazioni che sono terminate il 22 dicembre con un grande “SPETTACOLO PER LA VITA” presso il teatro Donizetti di Bergamo.
Sarnico, invece, ha avuto l’onore di ospitare il 10 luglio scorso, presso le residenze sul PORTO,
la prestigiosa COLUMBUS ORCHESTRA di GENOVA che ha tenuto un concerto in memoria di
Cristina Bresciani, organizzato da YSE (your special events) e con il patrocinio del comune di SARNICO. Questo evento è servito moltissimo alla nostra associazione, sia per la pubblicità che per
l’informazione e la sensibilizzazione. Mora ha proseguito ringraziando i SOCI che sostengono
l’AIDO con il loro contributo, la parrocchia e l’amministrazione comunale che sempre ci manifestano il loro appoggio e la loro solidarietà.
Infine ha preso la parola il cav. LEONIDA POZZI che ha parlato della situazione dei trapianti e
donazioni in ITALIA e nella nostra provincia, dandoci una serie di informazioni assai utili e che ci
danno il coraggio e la forza per continuare nel nostro cammino. L’ITALIA è al secondo posto in
Europa per i trapianti, superata solo dalla Spagna ma è la prima nel mondo per la QUALITA’ dei
TRAPIANTI e con una sopravvivenza più lunga dopo il TRAPIANTO; altra bella notizia è che non
esiste più limite di età per la donazione degli organi! Recentemente infatti è stato prelevato il
fegato ad un ultraottantenne e i reni a ultrasettantenni, naturalmente organi in buono stato, oltre
alle CORNEE che, non essendo vascolarizzate, possono essere prelevate a qualunque età.
In particolare BERGAMO si distingue per la sua qualificata abilità nei trapianti pediatrici anche di
più organi, come nel caso del bambino di 17 mesi al quale sono stati trapiantati 5 organi contemporaneamente e che a tutt’oggi gode ottima salute. POZZI ha poi ricordato la sua seconda
“nascita” avvenuta 9 anni fa, grazie al trapianto di FEGATO al quale è stato sottoposto e che gli
ha salvato la vita. Avendo vissuto in prima persona questa esperienza “forte”, Pozzi è più che mai
convinto dell’importanza dell’AIDO che deve continuare senza sosta a fare opera di sensibilizzazione perché il concetto di DONAZIONE deve divenire parte integrante della mentalità, della cultura di ognuno ed esprimere il grado di civiltà di una SOCIETA’ nella quale viviamo con gli altri
ma anche per gli altri.
Ogni anno in ITALIA si fanno 3000 TRAPIANTI ma non sono sufficienti per salvare i 9885 pazienti in lista d’attesa. Grazie all’ AIDO l’80% delle DONAZIONI provengono da persone non iscritte
alla nostra associazione ma che, in vita, hanno recepito il messaggio del nostro operato!
L’assemblea è terminata verso mezzogiorno, pochi come al solito i partecipanti ma, rincuorati
dalle notizie positive e dai risultati ottenuti coi trapianti, ce ne siamo andati felici, facendo più che
mai nostra la frase del grande GIORGIO BRUMAT che dice “coraggio, non si può chiedere se non
si sa donare!”.
I migliori auguri di tanto bene a tutti dal DIRETTIVO AIDO.
La Segretaria
Manuela Brignoli
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Associazioni
CSI Sci
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CASPOLADA “al chiaro di luna” a Vezza d’Oglio
Cosa ci fanno 50 cittadini di Sarnico a Vezza d’Oglio una sera d’inverno?
Semplice, partecipano alla settima edizione della caspolada al chiaro di luna, ovvero una corsa
non competiva con ai piedi le “racchette da neve” a spasso tra i boschi e i sentieri della valle
camonica. Il gruppo, malgrado l’inesperienza dovuta dalla prima volta, ha partecipato talmente
numeroso, grazie al patrocinio dello SCI CLUB SARNICO, che ha vinto il premio del gruppo con
più iscritti. Un successo che sicuramente l’anno prossimo si ripeterà, grazie alle ottime prestazioni e posizioni in classifica generale ottenute da alcuni componenti del gruppo: Andrea, Bobo,
Pierandrea, Marzia, Laura, Fabio, Silvano, Vilma, Achille, Giovanna, Alessandro, Maurizio,
Alessandro, Katia, Renato, Laura, Alberto, Annalisa, Giuseppe, Claudio, Gianfranco, Massimo,
Anna, Ornella, Andrea, Michael, Rosolino, Angelo, Enrica, Tiziano, Romana, Mario, Angela, Diego,
Nicola, Persilia, Mario, Stefania, Tatiana, Carla, Fabrizio, Teresa, Guerino, Elisa, Dario, Federico,
Stefano, Roberto, Nicolò, Martino. Ciao a tutti. Andrea
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TERRITORIO
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dal COMUNE
a cura dell’Amministrazione Comunale
Come sempre...
sorprendenti e strepitosi, ragazzi del Battello!
Eh no, cari ragazzi, anche noi del Comune non possiamo
far finta che non sia successo niente in questo inizio
anno. Apparentemente la sede del Battello sembra
ancora quella della indimenticabile data di inaugurazio
ne; sono trascorsi solo due anni e mezzo e basta entrare
per capire immediatamente che c’è stata una rivoluzio
ne. Anche perché quando per le scale si incontra il miti
co sig. Ravelli seguito dai suoi generosi e allegri volon
tari, vuol dire che ci sono cambiamenti in atto. È ciò che
è capitato a me una decina di giorni fa, quando Carmen
e Margaret mi hanno invitato a dare una sbirciatina al
primo piano... Sono rimasta a bocca aperta e con il fiato
sospeso: il grande salone ora è diviso longitudinalmente
a metà e sul lato sinistro si affacciano meravigliose
camerette a due letti e una saletta-laboratorio, coloratis
sime e arredate a meraviglia. Nulla è stato lasciato al
caso, tutto è stato valutato attentamente nei minimi
particolari. Mi hanno riferito le due responsabili che a
turno i ragazzi trascorreranno weekend da sogno, viven
do insieme tre giornate lontano da casa, ma in assoluta
autonomia in compagnia degli amorevolissimi educato
ri.
Ed è inutile chiedersi quanto è costato realizzare tutto
questo, perché la risposta, quando c’è di mezzo il
Battello, è sempre la stessa: nulla... o meglio, se il para
metro è il numero di volontari, le ore dedicate gratuita
mente, l’elenco infinito degli sponsor e di chi, in qual
che modo ha contribuito a un risultato da albergo a cin
que stelle, allora il totale è incalcolabile.
Mi sto convincendo che quando si parla di “Solidarietà”
con la “S” maiuscola, di quella accompagnata dall’entu
siasmo, dal sorriso, dalla gratuità non c’è bisogno di
chiedere, perché ciò che serve arriva e anche moltiplica
to. Credo che questo dipenda da tante positività: a par
tire dalla grandissima nascosta ma presente e attenta
presidente che ha scelto di spendere il suo tempo libero
in una maniera inusuale; senza dimenticare il fervore e
l’incalcolabile energia della sua vice che farebbe di tutto
per i ragazzi... e poi i numerosi volontari e volontarie che
aiutano a sostenere la cooperativa. Ma penso che ci sia
un valore aggiunto che non sempre si trova in realtà di
questo tipo: l’alta professionalità senza dubbio favorita
dagli educatori attenti, preparati, esperti conoscitori dei
ragazzi e del territorio in cui operano.
Ma non c’è dubbio: il merito di questa spontanea solida
rietà trasversale è senz’altro vostro... Alessandro, Alessia,
Angelo, Catia, Chiara, Cristian, Daniele, David, Elena,
Elsa, Elsa, Emanuela, Fiorella, Francesco, Franco,
Gabriele, Giuseppe, Ines, Leonildo, Lorena, Lorena,
Loreto, Luca, Luisa, Marco, Maria Attilia, Matteo,
Mirko, Moira, Monica, Nicola, Nicola, Norberto,
Ottavio, Giovanni, Renato, Roberto... Voi siete i veri
pilastri! Voi ci insegnate a vivere! Grazie allora per i
vostri colori, le voci, i sorrisi, le specificità, le battute, la
simpatia. E un grande augurio: divertitevi, fate vostri gli
weekend prossimi e... continuate a sorprenderci.
Assessore ai Servizi Sociali
Romy Gusmini
Ps.
Se un giorno ci fosse un lettino libero mi ospitereste a
casa vostra?
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Arte e bollicine: un connubio vincente
Sarnico – Sono 35 i corsisti del Basso Sebino che hanno appreso l’abc
della degustazione del vino nel bellissimo contesto della sala della
Pinacoteca “G. Bellini” di Sarnico, resa disponibile dall’Associazione
“Amici della Pinacoteca”. Un ambiente ideale per conoscere intensità e
complessità del “nettare di Bacco” che abbraccia la cultura, la storia e
l’arte. Promotore delle sei serate tenute da esperti, il Centro territoriale
Permanente Educazione degli Adulti (Eda) di Villongo, che ha ottenuto il
patrocinio dell’Amministrazione comunale e la collaborazione
dell’Enoteca-Taverna di via Lantieri. I temi degli incontri sono stati i vini
delle regioni produttrici italiane più importanti. Sommellier ed enologi
concordano sul fatto che “apprendere una fidata metodologia di assag
gio è sicuramente il primo passo per comprendere e gustare appieno il
vino per distinguerne colore, profumo e sapore, corpo e retrogusto”.
Oltre al piacere di apprezzare i vini, la degustazione aiuta il consumato
re a selezionare i propri acquisti. “La significativa partecipazione a que
sto corso base – sottolinea la coordinatrice dell’Eda Cristiana Gusmini –
e ai due corsi di Tavernola svolti in collaborazione con la Biblioteca
comunale, insieme ad altre richieste, indicano che i gusti dei consuma
tori si sono raffinati e questo può essere un segnale importante anche
per i nostri ristoratori”.
Margary Frassi
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Associazioni
Bridge
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Comunità
Anagrafe
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Rinati alla vita della grazia
2)
Belotti Marta di Maurizio e di Colombo Michela,
nata il 10.10.2006 a Iseo.
Battezzata in questa Parrocchia il 18.02.2007.
Madrina: Biondi Maria.
3)
Mognetti Kevin di Oscar e di Poli Franca,
nato il 18.02.2006 a Iseo.
Battezzato in questa Parrocchia il 18.02.2007.
Madrina: Rossi Deborah.
4)
Bresciani Michela di Luca e di Picco Annalisa,
nata il 12.07.2006 a Iseo.
Battezzata a Villongo il 18.02.2007.
Madrina: Picco Giovanna.
Padrino: Brescianini Marco.
2
4
Nella casa
del Padre
5)
Belussi Cesare di anni 77.
Deceduto l’1.02.2007.
9)
6)
Besenzoni Serafina (detta Giulia) di anni 72.
Deceduta il 07.02.2007.
10) Mazza Tullio di anni 46.
7)
Muscelli Teresa di anni 73.
Deceduta il 10.02.2007.
8)
Consoli Giuseppe di anni 82.
Deceduto il 20.02.2007.
6
Vitali Gianluigi di anni 63.
Deceduto il 21.02.2007.
Deceduto il 28.02.2007.
Duci Santina di anni 78.
Deceduta il 14.02.2007.
7
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