L`inquinamento indoor negli edifici scolastici italiani

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L`inquinamento indoor negli edifici scolastici italiani
2016
L’inquinamento indoor
negli edifici scolastici italiani
Il patrimonio edilizio scolastico
necessita di urgenti interventi di
manutenzione. Gli edifici sono una
minaccia per la salute dei bambini.
Un vademecum a cura di Sonia
Minicozzi – Esperto in Edificio
SAlubre
Tecnici&Professione
Associazione Nazionale “Donne Geometra””
L’inquinamento indoor nel patrimonio edilizio scolastico italiano
Cosa è e cosa comporta?
a cura di Sonia Minicozzi geometra libero professionista Esperto in Edificio Salubre
Gli edifici delle scuole italiane sono una minaccia
alla salute degli studenti ed al loro apprendimento.
Infatti i livelli di anidride carbonica, polveri
sottili PM2.5, biossido di azoto ed altri inquinanti
irritanti superano i valori stabiliti dalle autorità
sanitarie in materia di inquinamento indoor. I dati
provengono dal Progetto Ccm Indoor School,
finanziato dalla Commissione Europea e coordinata
dall’Istituto Superiore di Sanità.
Le malattie cronico-degenerative sono tra le
principali cause di morbosità e mortalità in tutto il mondo e l’ aumento non dipende solamente
dall’invecchiamento della popolazione – ma anche da fattori legati a stili di vita, alla propensione
delle popolazioni occidentali a vivere gran parte del tempo in ambienti chiusi e poco ventilati, con
microclima caldo-umido e presenza di elevati livelli di inquinanti chimici e di allergeni.
Le costruzioni, i materiali le tecniche costruttive degli ultimi cinquanta anni sono antiquate e
condizionano il benessere e la salute della popolazione.
Recentemente l’Unione Europea ha potenziato le attività per fronteggiare le malattie croniche
nell’infanzia e nell’adolescenza promuovendo anche molte iniziative, per sensibilizzare le
istituzioni sanitarie affinché adottino nei loro programmi un approccio preventivo intersettoriale
della “salute in tutte le politiche”, fondato sulla creazione di sinergie tra politiche della salute,
dell’istruzione, dell’ambiente, del lavoro e della ricerca.
Questo percorso è oramai indispensabile anche nella filiera delle costruzioni.
I geometri, gli ingegneri, gli architetti, le imprese edili, l’industria, non possono rimandare una
informazione ed informazione adeguata per la tutela dell’utenza.
Possiamo certo affermare che la Categoria dei Geometri Italiani, grazie al progetto
dell’Associazione Nazionale “Donne Geometra”, avendo già da anni iniziato una ricerca
finalizzata alla salubrità degli edifici in relazione alla salute degli occupanti – ha dato già un valido
supporto alla risoluzione di tanti problemi, con la messa sul mercato degli Esperti in Edificio
Salubre.
Negli ultimi decenni, infatti l’attenzione del mondo scientifico e istituzionale ha convalidato la
connessione tra le problematiche di salute e la salubrità degli ambienti confinati e nelle scuole il
fenomeno è da “codice rosso”.
L’apparato respiratorio rappresenta, infatti, la porta d’ingresso di vari contaminanti indoor
aerodispersi; si tratta soprattutto di prodotti della combustione, agenti biologici/bioaerosol (virus,
batteri, funghi, prodotti di animali domestici, ecc.), Composti Organici Volatili (COV), radon (e
suoi prodotti di decadimento) e monossido di carbonio.
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I risultati del progetto hanno confermato che la Indoor Air Quality (IAQ) nelle scuole è
una problema rilevante di sanità pubblica sia perché la IAQ nelle scuole è influenzata da
numerosi fattori, strutturali, gestionali e comportamentali, sia perché ha un impatto sulla salute dei
bambini, soprattutto per problemi respiratori, asma e allergie, così come sulla partecipazione e
sulla performance scolastica.
Dall’indagine è emerso, che il
patrimonio edilizio necessita di
urgenti interventi di manutenzione.
Lo stato di pericolosità delle scuole
non è solo sismico, ma le gravi
criticità sono radicate nelle
condizioni
igienico-sanitarie
rilevate nella metà delle scuole
esaminate per lo sviluppo del
progetto, nella quasi inesistente
adesione delle scuole ai protocolli
operativi per le procedure di pulizia
e bonifica ambientale, alla scarsa
conoscenza delle problematiche e dei rischi tipici degli ambienti indoor da parte del personale
scolastico, degli studenti e delle loro famiglie. Infine un ulteriore grave dato rilevato è la mancanza
nella scuola di alcune certificazioni importanti per l’edilizia scolastica.
I ragazzi in età scolastica, frequentano scuole in cui si riscontrano l’umidità, la muffa, inoltre le
temperature non adeguate aggravano le vie respiratorie, scarsa ventilazione e servizi igienici
mal funzionanti, tutti fattori che poi contribuiscono all'assenteismo scolastico e far insorgere
malattie respiratorie, riducendo inoltre il benessere psico-fisico e il rendimento scolastico degli
alunni.
Le malattie respiratorie, le allergie e l’asma sono malattie multifattoriali, nelle quali giocano un
ruolo determinante le interazioni tra fattori genetici, ambientali e stili di vita.
Un importante studio ha dimostrato che in Europa il 4,6% delle morti per tutte le cause ed il 31%
delle inabilità (DALY)1 nei bambini da 0 a 4 anni di età sono attribuibili all’inquinamento dell’aria
indoor.
Lo stato di fatto
Il rapporto dell’Organizzazione Mondiale della Sanità “School environment: policies and current
status" ha raccolto i dati raccolti delle indagini di livello sia internazionale – condotte da OMS e UE
- che nazionale, volte a indagare sulle politiche di miglioramento dell’ambiente scolastico o a
valutare le esposizioni a rischi ambientali nelle scuole.
La principale fonte di dati per l’elaborazione del rapporto, è stata l’indagine OMS del 2014, che ha
coinvolto anche l'Italia e ha focalizzato l’attenzione su varie tematiche fra cui: servizi igienici e
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DALY (Disability-adjusted life years) è un indice che combina morbosità e mortalità, comunemente impiegato dall’OMS per misurare l’impatto
globale delle malattie (le malattie respiratorie croniche ne rappresentano una parte rilevante)
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igiene nelle scuole e asili nido, la qualità dell'aria indoor (IAQ) sempre in scuole e asili nido, la
prevenzione delle malattie legate all'amianto. Altri dati sono stati desunti dal progetto “Schools
Indoor Pollution and Health: Observatory Network in Europe” (SINPHONIE). In 23 paesi dell’UE
è stata monitorata l’esposizione a certo numero di inquinanti chimici e biologici e condotta
successivamente una valutazione dello stato di salute degli alunni, in un piccolo campione di scuole
per ogni paese (da 3 a 6) significativo delle diverse sottoregioni geografiche dell'Europa. Nello
studio sono citate altre indagini sulla qualità dell’aria indoor nelle scuole, fra cui quelle del progetto
“School Environment and Respiratory Health of Children” (SEARCH), condotta in 10 paesi fra cui
l'Italia, come mostra la tabella sottostante.
Lo studio di valutazione della “Qualità dell’aria indoor nelle scuole”, ha fatto risaltare che:
 nella maggior parte dei paesi esistono politiche volte a migliorare la qualità dell’aria indoor nelle
scuole e asili; nei paesi ad alto reddito si trovano più facilmente norme che regolano il massimo
ammissibile di livelli di inquinanti indoor;
 gli stati membri hanno una varietà di linee guida o norme in materia di ventilazione applicabili
alle aule. Il ricambio d'aria minimo o tasso di ventilazione sono definiti usando metodi di
valutazione diversi a seconda del paese, per cui i massimi livelli di CO2 consigliati nelle aule
variano da 1000 ppm a 1500 ppm.;
 la scarsa ventilazione e l'aria chiusa nelle aule scolastiche è un problema comune ad alcuni paesi
durante la stagione invernale e questo si riscontra in modo particolare nelle regioni ad altomedio reddito del sud-est europeo dove in molti edifici scolastici manca il riscaldamento.
 la maggior parte dei paesi hanno norme sulla minima e/o massima temperatura dell'aria nelle
scuole. Purtroppo però, come già detto, la mancanza di riscaldamento centralizzato in molti
edifici nei paesi dell’Europa sud-orientale ad alto-medio reddito associa al disagio per la bassa
temperatura una scarsa ventilazione e una elevata umidità durante la stagione fredda;
 i dati relativi all’acustica delle aule, ai livelli di rumore, alla illuminazione e ad altri fattori fisici
sono piuttosto scarsi, pertanto la valutazione dell'esposizione ai fattori fisici dovrebbe essere
promossa come un passo ulteriore verso la creazione di un ambiente scolastico confortevole che
faciliti l’apprendimento.
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Cosa fare
Nonostante la legge n° 107/2015 su "La Buona Scuola”, entrata in vigore il 16 luglio 2015, preveda
misure specifiche che riguardano l’edilizia scolastica e altrettante scadenze che gli Enti locali
devono rispettare per beneficiare delle misure contenute nel provvedimento, è necessario essere
ancora più tassativi nel definire i sistemi costruttivi, la definizione di regole per la progettazione,
gestione e manutenzione dei sistemi di ventilazione e di climatizzazione, e le misure cautelative da
adottare nella scelta dei materiali. Inoltre, è opportuno prevedere di inserire tra le attività
dell’Osservatorio e dell’Anagrafe dell’edilizia scolastica (previsti dall’ex L. 23/96) anche
informazioni specifiche sull’ IAQ. Sarebbe indispensabile inoltre, consentire l’attività edilizia
esclusivamente a tecnici ed operatori aggiornati obbligatoriamente sulle materie.
La scelta dei materiali deve ricadere inoltre solo su materiali certificati che seguono criteri
specifici e standard prestazionali, con caratteristiche tali da essere duraturi, facilmente pulibili e con
livelli di inquinamento accettabili.
Attualmente, a livello europeo, esiste il marchio di qualità
Ecolabel (Regolamento CE n. 66/2010), che è uno strumento
volontario, selettivo che ha come scopo principale quello di
informare ed aiutare i consumatori a scegliere prodotti in base
alle loro caratteristiche ambientali.
L'obiettivo non è di mettere al bando alcuni materiali nocivi,
ma piuttosto di promuovere la diffusione di quei prodotti che
abbiano effetti trascurabili sulla salute e sul comfort.
Per raggiungere questo obiettivo deve essere promossa una
etichettatura "positiva" che identifichi i prodotti "salubri".
I materiali dovrebbero essere privi di formaldeide, non
dovrebbero contenere COV, deve essere applicato un adeguato impianto di ventilazione durante
l’istallazione o la manutenzione dei materiali che emettono inquinanti indoor, rimuovere ogni causa
di umidità per evitare le muffe, evitare materiali contenenti asbesto o formaldeide per i soffitti.
Una “buona scuola”, parte sicuramente da una “sana scuola”.
Sonia Minicozzi
Geometra Esperto in Edificio Salubre
Iscritta al Collegio dei Geometri e Geometri Laureati di Benevento
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