SCHEDA 2- Stralcio dal giornale “Le Saint
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SCHEDA 2- Stralcio dal giornale “Le Saint
SCHEDA 2- Stralcio dal giornale “Le Saint-Hubert” organo ufficiale francese della caccia. Settembre 1952 UNA NOVITA’: IL FUCILE AUTOMATICO BERNARDELLI Da trent’anni lo aspettavo! … Che cosa? Il fucile automatico a canna fissa, i cui pezzi metallici non si scuotessero ad ogni colpo tirato, e che si potesse adoperare a piena canna. Il Cielo mi guardi tuttavia dal dire male del vecchio Browing, invenzione geniale al suo tempo che, uscito dal cervello del suo creatore John Browing, ha esso stesso, o i suoi succedanei (tutti i fucili automatici apparsi in questi ultimi anni sono, infatti, del Browing più o meno contraffatti, più o meno alleggeriti, più o meno felicemente “aerodinamizzati”) compiuta per 45 anni la gloriosa carriera che tutti conosciamo, ma bisogna anche ricordare che le sue caratteristiche spiccate e poco modificabili e la sua forma massiccia l’hanno sempre posto in una classe separata un poco al margine degli abituali fucili da caccia, limitando la sua fama a un clan di fanatici e il suo impiego in usi speciali. Da molto tempo si sentiva la necessità di un’arma moderna a funzionamento meccanico, capace di realizzare un compromesso e di soddisfare nello stesso tempo l’occhio e la mano del cacciatore abituato alla rigidità con le linee pure e affilate del classico Hammerles, in cui era stato realizzato l’aerodinamismo qualche decina di anni prima che nell’automobile. C’era anche il “Cosmi”, fucile automatico a bascula il cui peso, tuttavia, il prezzo elevato, la produzione elevata, hanno impedito la diffusione. C’era stato il vecchio Sjogren dapprima (14) di cui più di un cacciatore della mia generazione ha conservato un caro ricordo. C’era stato anche, verso il 1930, l’automatico dei Fratelli Vidier, che era tanto piaciuto, ma la pusillanimità del capitalismo francese non gli permise mai una realizzazione industriale. C’è , d’ora in poi, e io voglio salutare la sua apparizione sul mercato francese, l’automatico italiano “Bernardelli”, che sembra possedere perfettamente ciò che i due ultimi citati, a cui assomiglia del resto in più d’un punto, ci avevano promesso. Grazie alla cortesia dell’importatore e agente generale per il nostro paese, ho potuto esaminare il primo esemplare che ha attraversato la frontiera e non esito a dire che sono stato conquistato dalla linea snella, dalla leggerezza, dall’equilibrio, dalla maneggevolezza di questo nuovo fucile di cui do qui le più interessanti caratteristiche: LEGGEREZZA: kg 2,900 soltanto, per un calibro 12, senza che questa leggerezza possa tradursi in uno scatto sgradevole, assorbito com’è del resto in parte come in tutti gli automatici, da un meccanismo di espulsione e di riarmo. SQUILIBRIO: l’arma è leggera, facilmente maneggevole e l’equilibrio non è mai compromesso dalla carica del caricatore, poiché qui il caricatore tubolare fisso, è sostituito da una scatola caricatore verticale amovibile, messa sotto la culatta e il centro di gravità. La prominenza di questa scatola caricatore, che ricorda un po’ troppo la forma di alcuni mitragliatori di cattiva memoria, è del resto uno dei principali rimproveri, d’ordine esclusivamente estetico è vero, che io sono disposto a fare a quest’arma, sembra tuttavia, abbastanza facile che si possa concepire, almeno per la carica a due colpi, un caricatore meno ingombrante e meno visibile del modello che mi è stato presentato. D’altra parte bisogna riconoscere che questo sistema del caricatore amovibile (ne esistono vari modelli intercambiabili e di varie capacità) assicura, oltre alla stabilità dell’equilibrio, la possibilità di riarmare il fucile con un solo colpo, per mezzo di un caricatore di riserva precedentemente preparato. La canna perfettamente diritta e con un rendimento che mi è sembrato eccellente, fa un corpo solo con la culatta che contiene, essa stessa, l’otturatore con tutti gli organi metallici. Nello smontaggio, il tutto si separa istantaneamente e facilmente dalla montatura di legno, che è di un sol pezzo (il calcio e la parte anteriore sono uniti come nei vecchi fucili a bacchetta) e non comporta alcun elemento ne armatura metallica. Ciò è molto importante, perché per la prima volta credo, in un’arma di questo genere, la montatura si presta ad ogni genere di flessione e di adattamento destinati, ad adattarlo al cacciatore, se ce n’è bisogno; conosco più di uno che sarà tentato di abusarne, io per primo. Il meccanismo mi è sembrato (ma qui io confesso la limitatezza delle mie competenze in meccanica) di un’estrema semplicità, e ciò costituisce una garanzia di grande facilità, di pulizia e di riparazione. Si monta con le mani, senza arnesi. Ha funzionato perfettamente in mano mia, con munizioni di carica diversa. L’arma comporta, infatti, e mi sembra questa una delle sue più interessanti caratteristiche, un semplice dispositivo (il giro di una chiavetta nella culatta che si fa istantaneamente senza ferri) che permette di regolarlo per cariche diverse, come la carica per i piccioni e la carica per i conigli. In breve, impressione estremamente favorevole per un primo contatto che ha fatto in modo che io mi augurassi che quest’arma sia ben presto fra le mani dei cacciatori e dei tiratori francesi. Resta evidentemente, come per ogni trovata meccanica, da vedere che cosa darà nell’uso. Il tempo solo permetterà di rispondere a questa domanda. E tuttavia il numero limitato come la perfetta intercambiabilità dei pezzi mi sembrano costituire per gli impieghi futuri una abbastanza sicura garanzia contro possibili inceppamenti. G.J. SELLIER (Fucile automatico Bernardelli – foto tratta dal sito Bernardelii) ( Brochure Bernardelli)