Il Risorgimento a Mestre 2
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Il Risorgimento a Mestre 2
Via Antonio Olivi L’ufficiale Antonio Olivi, durante la Sortita del 27 ottobre 1848, venne ucciso in combattimento nel punto di incrocio tra il Borgo dei Cappuccini e quello delle Monache. A suo ricordo, dopo l’Unità, gli venne intitolata la strada con il convento dei Cappuccini, vicina all’attuale via Poerio. La strada dove si svolse il combattimento, chiamata Contrada delle Monache per la presenza fino al 1806 di un monastero di benedettine, fu intitolata per l’appunto ad Alessandro Poerio, un giovane poeta e impavido volontario napoletano che, dopo aver subito l’amputazione di una gamba in seguito alle ferite riportate durante gli scontri del 27 ottobre, morì qualche giorno più tardi. Grazie alle vittorie riportate con il sacrificio di molti patrioti, Mestre fu liberata dagli occupanti messi in fuga verso Treviso. Ma, data la sproporzione tra le forze veneziane e quelle austriache, Mestre fu poi riconquistata definitivamente e tra il 4 e il 26 maggio e il Forte Marghera venne tenuto sotto assedio. Sulla sinistra di via Poerio, per chi proviene da piazza Barche, si possono vedere alcuni edifici, le cui facciate conservano l’aspetto che avevano nel 1848. In questa via si trovava anche l’albergo alla Campana, che era l’albergo più noto di Mestre nella prima metà dell’Ottocento. Qui vi alloggiarono nel 1825 l’imperatore Francesco I e il suo seguito. I proprietari, orgogliosi di averli ospitati, murarono una lapide in una stanza della locanda, oggi adibita a magazzino. Nel 1848 l’albergo ospitò alcuni ufficiali delle truppe di passaggio, come il generale Giovanni Durando, capo dell'esercito pontificio nella Prima guerra di indipendenza italiana, e Massimo d'Azeglio patriota, pittore e scrittore italiano. Cinquant’anni dopo l’episodio della Sortita dal Forte Marghera il fiume che scorreva sotto il ponte della Paglia era ancora visibile. Oggi, invece, il fiume scorre sotto il piano stradale. Il fiume è visibile sulla destra ALESSANDRO POERIO (approfondimento) Alessandro Poerio, nato a Napoli il 27 agosto 1802, è stato un patriota e letterato italiano. Combatté nel 1820 a fianco dei napoletani contro gli Austriaci a Rieti. Nel 1848 contribuì alla difesa di Venezia, durante la quale riportò gravi ferite nello scontro della Sortita di Forte Marghera il 27 ottobre 1848. A causa delle ferite riportate gli venne amputata una gamba, ma pochi giorni dopo la situazione si aggravò e morì (Venezia, 3 novembre 1848). Ancora ai giorni nostri, in centro a Mestre, per ricordare il luogo in cui il giovane patriota venne mortalmente ferito una via - l’antico Borgo delle Monache porta il suo nome. Il poeta è celebrato anche per le sue poesie, specialmente quelle di argomento patriottico. La piazzetta adiacente a Piazza XXVII ottobre deve il suo nome alla conquista di Forte Marghera da parte dei patrioti mestrini, che ebbe luogo il 22 marzo 1848. Pochi uomini di diversi ceti sociali (farmacisti, preti, ingegneri, ufficiali e semplici soldati, cittadini) si distinsero nelle giornate dei moti insurrezionali per il loro coraggio, condiviso da tutta la comunità di Mestre dell’epoca, in sintonia con quanto stava accadendo nella vicina Venezia e in altre parti d’Italia. Il 22 marzo 1848 gli insorti veneziani guidati da Daniele Manin occuparono l’Arsenale, cacciando gli austriaci dalla città e lo stesso Manin proclamò la Repubblica Veneta (o Repubblica di San Marco). Nel pomeriggio dello stesso giorno la notizia giunse nell’entroterra veneziano. I patrioti mestrini catturarono un soldato austriaco che stava portando l’ordine al comando di Forte Marghera di posizionare dei contingenti militari per presidiare il Forte stesso. A fronte di ciò gli insorti mestrini, nella notte tra il 22 e il 23 marzo, marciarono dalla Piazza del Mercato di Mestre (oggi Piazza Ferretto) fino al Forte lungo la strada del Cavallino (via Forte Marghera) e lo occupò, costringendo la guarnigione austriaca alla resa e all’evacuazione della roccaforte. Lapide tra Via Cappuccina e Via Olivi Il primo scontro della sortita del 27 ottobre 1848 avvenne presso il palazzo Taglia, non più esistente, che sorgeva allora tra le attuali via Olivi e via Ca’ Savorgnan. Gli austriaci che si erano asserragliati nei pressi del palazzo vennero attaccati da un gruppo di volontari veneziani che sparavano da dietro una barricata formata da decine di botti in mezzo la strada. Dopo qualche ora di combattimento gli austriaci dovettero ritirarsi. Durante questo scontro persero la vita due giovani sergenti polacchi, Costantino Miskiewicz e Isodoro Dembowski, accorsi volontari alla difesa della città. Il loro eroismo è ricordato da una lapide commemorativa posta su un edificio tra via Cappuccina e via Olivi. Infatti, alla difesa di Venezia parteciparono non solo patrioti provenienti da altre regioni italiane, ma anche piccoli gruppi di volontari stranieri. “MISKIEWICZ E DEMBOWSKI/ nelle guerre della Polonia/ valorosi infelici/ per la liberazione d’Italia/ qui combattendo/ morirono /li 27 ottobre 1848’’ Insegna nell’ Hotel Venezia Piazza XXVII Ottobre Per molti secoli Piazza Barche è stato il principale punto di approdo per le imbarcazioni e di smistamento per le merci trasportate da Venezia alla terraferma lungo il Canal Salso, che fu l’unica via di collegamento alla città lagunare prima della costruzione del ponte ferroviario, inaugurato dagli Austriaci nel 1846. A dimostrazione dell’importanza di quest’area, al termine del Canal Salso vi erano diversi edifici e magazzini, di cui oggi rimangono solo poche testimonianze, che erano funzionali all’intensa attività commerciale. Questa piazza venne denominata Piazza XXVII Ottobre per commemorare la sortita compiuta dai veneziani in quella giornata del 1848. 3000 soldati, guidati dal generale napoletano Guglielmo Pepe, uscirono da Forte Marghera e, aiutati dalla nebbia, colsero di sorpresa il contingente austriaco che presidiava Mestre: le truppe italiane, dopo essersi congiunte a rinforzi provenienti dalla stazione, si scontrarono presso Piazza Maggiore all’altezza del Ponte della Campana. Lì era collocata l’artiglieria austriaca, di cui i patrioti riuscirono ad impadronirsi. Le truppe austriache Canaletto, Veduta di Piazza Barche furono messe in fuga. In Piazza Barche venne eretto un monumento commemorativo degli avvenimenti del 27 ottobre: la colonna originariamente sorgeva dove terminava il Canal Salso, successivamente interrato nella sua parte finale per agevolare la viabilità. Recentemente, per i lavori di posa delle rotaie del tram, la colonna è stata rimossa ma il comune di Venezia ha promesso che la ricollocherà nella sua posizione originaria. La colonna che commemora i fatti del 1848 Possibili Deviazioni 1. Forte Marghera Luigi Querena, Scoppio di una mina a San Giuliano, 400 x 251 cm Il forte di Marghera – situato a Mestre a circa 3 km da Venezia – è stato una fortezza ottocentesca ed in seguito una caserma, poi dismessa, dell'esercito italiano. Oggi sede di eventi e mostre, il forte è uno dei simboli del risorgimento. Nel 1848, la fortezza si trovava in una posizione strategica dalla quale poteva dominare sia l'area lagunare che la terraferma. Nella notte tra il 22 e il 23 marzo, un gruppo di popolani e soldati italiani, partì dall'attuale Piazza Ferretto alla volta del forte, dove irruppe costringendo i soldati austriaci alla resa. Pianta di Forte Marghera Quando la villa passò ai Papadopoli, al suo interno vi fu firmata la resa della Repubblica di San Marco agli Austriaci (come riporta una lapide conservata al suo interno). Nel 1935 la villa divenne dei Füstemberg e successivamente dei Nuvoletti, attuali proprietari, che ne hanno curato il restauro. 3. Batteria S. Antonio Dopo la caduta di Marghera e di San Giuliano in mano austriaca, la linea difensiva veneziana arretrò notevolmente fino a una serie di postazioni che fronteggiavano la terraferma. Il centro del sistema difensivo era costituito dalla batteria S. Antonio, una postazione di artiglieria allestita sul piazzale centrale del ponte ferroviario. Per impedire l'avanzata austriaca, vennero fatte saltare 17 arcate del ponte in direzione di Mestre. La batteria era costituita da 7 cannoni e da 2 mortai. Il 29 luglio le cannonate nemiche arrivarono a colpire il sestiere di Cannaregio raggiungendo poi anche il cuore della città: il 25 agosto 1849 le truppe austriache presero possesso di tutto il sistema difensivo veneziano. A ricordo dell’eroica resistenza, venne poi inaugurata la colonna spezzata affiancata da due fusti di cannone ed incoronata da due rami di palma, simbolo del martirio, che ancora oggi si può vedere a metà del ponte che collega Venezia alla terraferma. Sul fusto della colonna si può leggere la seguente iscrizione: Su questo ponte/ ultimo baluardo di sua difesa/ Venezia/ cogli Italiani d’ogni provincia/ da 27 maggio a 24 agosto 1849/eroicamente combattendo assicurava la futura riscossa/1866 Miriam Zoratto Martina Boraso Mariachiara Di Candia Camilla Bisconcin Marta Paoletti Barbara Breda 4° A Gritti I.T.T.S A.