Marco Cavallo sullo schermo al Torino Film Festival

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Marco Cavallo sullo schermo al Torino Film Festival
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Cultura e Spettacoli
LUNEDÌ 10 NOVEMBRE 2014 IL PICCOLO
25
Marco Cavallo sullo schermo al Torino Film Festival
Prima nazionale il 24 novembe nella sezione “Diritti e Rovesci” del film sul viaggio attraverso l’Italia e nei manicomi giudiziari
di Arianna Boria
◗ TRIESTE
Il viaggio di Marco Cavallo è diventato un film. I quattromila
chilometri lungo l’Italia percorsi in tredici giorni da questo animale di cartapesta, simbolo della battaglia per il riconoscimento della pienezza dei diritti ai reclusi nei manicomi giudiziari,
sono stati raccolti e documentati in una pellicola di cinquanta
minuti firmata dalla triestina
Erika Rossi. Il film - di cui si sta
mettendo a punto il suono, in
pratica appena sfornato - debutterà in prima nazionale il 24 novembre fuori concorso al Torino Film Festival, dove è stato selezionato nella sezione “Diritti e
Rovesci”, sugli schermi del Cinema Massimo 2 alle 17.30. Lo introdurranno Paolo Virzì e il direttore del festival, Emanuela
Martini e sarà seguito da un dibattito con il pubblico. Il giorno
dopo, martedì 25, “Il viaggio di
Marco Cavallo” andrà in replica
alle 12.30 al Cinema Reposi 5.
A produrlo sono le Edizioni alphabeta Verlag di Merano - che
realizzano anche la Collana
180-Archivio critico della salute
mentale - mentre la fotografia è
firmata da Daniel Mazza, che ha
documentato “Piccola Patria”
di Alessandro Rosetto. Erika
Rossi, autrice di documentari a
carattere sociale, si è già misurata sul terreno della malattia
mentale: il suo “Trieste racconta Basaglia” del 2012 ha vinto il
Trieste film festival ed è stato selezionato per le rassegne internazionali di Roma, Napoli, Glasgow, Split e Buenos Aires. Insieme a lei, come assistente alla regia, Giuseppe Tedeschi, che ha
alle spalle, oltre a “Piccola Patria”, esperienze al fianco di
Pappi Corsicato, Luca Miniero,
Carlo Vanzina, Giacomo Battiato.
Quattromila chilometri, sedici città italiane, tra cui le sei sedi
di ospedali psichiatrici giudiziari, un percorso guidato da Marco Cavallo, e dallo psichiatra
Peppe
Dell’Acqua,
che
“materialmente” e idealmente
ne tiene le redini, per chiedere
la chiusura dei manicomi giudiziari, scongiurare la loro sostituzione con “mini manicomi” regionali e battersi per l’apertura
di centri di salute mentale operativi ventiquattr’ore al giorno.
Perchè il viaggio di Marco Cavallo, sostenuto da molte istituzioni e premiato con la medaglia
del presidente della Repubblica, prima macinando chilometri, adesso sugli schermi, vuole
Marco Cavallo, Peppe Dell’Acqua e tanti giovani nella tappa del viaggio ad Aversa, dove c’è uno degli ospedali psichiatrici giudiziari
far conoscere a tutti che cosa e
come si vive “dentro”, dietro i
cancelli dei manicomi giudiziari - dove in Italia ci sono ancora
meno di un migliaio di internati
- e come devono cambiare,
“fuori”, un’anacronistica psichiatria e una obsoleta legislazione, per garantire a tutti dignità e speranza di futuro.
L’umanità e gli spazi (alcuni
in condizioni igienico-sanitarie
pessime) che scopriamo intorno a Marco Cavallo, sono il cuore del racconto e, per la regista,
l’impatto più forte dell’esperienza e il senso ultimo del viaggio e
del film, che - dice - «sono stati
molto importanti rispetto alla
legge approvata il 28 maggio
scorso».
«Siamo entrati in tutti e sei gli
ospedali psichiatrici giudiziari racconta Erika Rossi - e abbiamo avuto sempre l’impressione
di un fortissimo anacronismo,
di ambienti dove non c’è nulla
di curativo nè di appartenente
al nostro tempo. In tutte le strutture abbiamo presentato Marco
Cavallo, e il senso dell’esperienza, la volontà di dar voce a chi
non ne ha. A volte - prosegue
concerto
Ilia Kim nelle variazioni di Beethoven
Domani la pianista coreana si esibirà al “Verdi” di Pordenone
◗ PORDENONE
La pianista Ilia Kim
Domani, alle 20.45, arriva al teatro Verdi di Pordenone Ilia
Kim, pianista coreana dal curriculum eccellente, ormai italiana (si è stabilita da noi dal
1998). Dopo aver iniziato l'attività concertistica a Seoul, e
aver debuttato negli Stati Uniti
(nel 1994 nella Carnegie Hall di
New York), Ilia Kim ha tenuto
concerti in tutto il mondo, eseguendo un vastissimo repertorio, da Bach ai contemporanei.
Il programma della serata,
preceduto da un'introduzione
del maestro Piero Rattalino
(che è suo marito), e dedicata
alla Classicità, prevede due monumenti della variazione pianistica, composti da Beethoven a
distanza di circa quindici anni.
Composizione interessante
ed esteticamente perfetta, le
Trentadue Variazioni in do minore, furono un tempo celeberrime e appartennero al repertorio di tutti i grandi pianisti,
mentre oggi la loro esecuzione
è piuttosto rara. Il loro autore
sembrò non stimarle molto,
perché le pubblicò nel 1807
senza assegnare loro un numero d'opera, anche se secondo
un curioso aneddoto un giorno
Beethoven, sentendole suonare in un salotto, chiese di chi
fossero e, sentito che erano
sue, rimase molto sorpreso. Alcuni anni dopo invece, tra il
1819 e il 1823, Beethoven compose una di quelle opere destinate all'immortalità. L'editore
viennese Anton Diabelli chiese
a molti compositori residenti
nell'impero asburgico di scrivere una variazione ciascuno a
partire da un suo semplice valzer di sedici battute. Beethoven
costruì intorno al tema iniziale
non una, ma trentatre variazioni: esse si rivelarono un'opera
talmente monumentale da
sganciarsi completamente dal
progetto originario di Diabelli,
che infatti nel giugno del 1823
le pubblicò separatamente. Biglietti e informazioni: tel.
0434-247624.
Rossi - abbiamo trovato un clima “istituzionale”, interventi
preparati e soggetti scelti ad
hoc. Ma altrove, come a Castiglione, si è sviluppato un confronto vero e proprio con gli internati. È stato un momento
chiarificatore. Li abbiamo sentiti parlare dei loro diritti regolarmente violati. La cosa più dura
da accettare, non solo come re-
gista ma soprattutto come persona, è scoprire che queste persone non sanno nè “se” nè
“quando” potranno uscire. Anche i permessi sono sepolti sotto una mole di burocrazia...».
Marco Cavallo, metafora
dell’incontro, ma anche delle
contraddizioni fra fuori e dentro. Fuori è sempre in movimento, percorre chilometri in autostrada, attraversa piazze, vicoli,
strade. Dentro, è immobile,
ascolta le voci, aspetta un segnale di cambiamento. «L’obiettivo
del film - commenta Dell’Acqua
- è di far conoscere questa storia
e i risultati concreti raggiunti
con il viaggio al maggior numero di persone possibili, cercando di contrastare la disinformazione e i luoghi comuni su una
questione tra le più difficili da
veicolare. Il film, inoltre, continua la campagna avviata lo scorso novembre, soprattutto per vigilare e denunciare le inadempienze che già numerose rischiano di tradire il portato della legge approvata nel maggio di
quest’anno». La selezione al Torino Film Festival - accolta con
«grande entusiasmo e soddisfazione» da Aldo Mazza, direttore
delle Edizioni alphabeta Verlag
- apre al film nuove prospettive
e la speranza di conquistare ora
i festival stranieri. Per continuare la strada di Marco Cavallo, oltre i nostri confini.
@boria_A
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