articolo pdf della rassegna stampa di dialogic srl
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13/10/2010 - PAG. 23 ||| ||| ||| LA STORIA DEL CECE DI NUCETTO DA UN... NUCETTESE DI ADOZIONE Riceviamo e pubblichiamo: Il territorio di Nucetto, per la sua conformazione è divisibile in due zone; la prima pianeggiante, adiacente allo scorrimento del Tanaro e la seconda, inizialmente collinosa, continua a salire in forma decisamente boschiva, dove regna, quale re incontrastato, il castagno. In passato la zona collinosa, dotata di terreno povero a basso tenore di calcio, era la patria di paralleli filari di vite, distanziati fra loro di oltre 2 metri e, questo spazio, essendo l’agricoltura fortemente intensiva, veniva seminato a ceci. Questo legume che cresce rigoglioso anche con l’endemica mancanza d’acqua, incamera nel suo baccello due prodigiosi semi che, con le castagne, i fagioli, le patate e la polenta, era parte integrante dell’alimentazione, certamente povera, dei vecchi tempi. Oggi il cece è curato e coccolato. L’origine di questa operazione, risale al 2004 con la forte spinta del neo eletto sindaco Ivo Debernocchi che, in collaborazione con la Coldiretti, la Comunità Montana Alta Val Tanaro e il G.A.L. Mongioie, crea la “Associazione Tutela e Valorizzazione del Cece di Nucetto”. L’Associazione, intellettualmente e manualmente sostenuta dall’opera di Pier Lorenzo Nicolino (presidente), Ugo Novello (vice-presidente), Roberto Nicolino (segretario), Piero Ferrero, Angelo Fresia, Giorgio Nicolino, Daniele Pastorino e Leo Patrone ai quali, si aggiungono in casi di necessità, Riccardo Gazzano e Piero Giachino, ad inizio 2005 procede alla prima semina. La coltivazione avviene su terreni di proprietà degli associati e su altri, presi in uso, previ compensi forfetari. Ed il primo raccolto permette la commercializzazione di 15 quintali di eccellente prodotto. Incoraggiati dall’iniziale successo, l’anno successivo (2006), si allarga il bacino di semina ed il prodotto raddoppia quantificandosi in 30 quintali. Nel 2007 la produzione è da considerarsi lanciata, ma l’Associazione, nella fase di commercializzazione, sente la mancanza di una “insacchettatrice” che al prodotto regali un’accattivante veste. Grazie ad una continuativa ed oculata amministrazione finanziaria, l’Associazione è in grado di disporre della quasi totalità del capitale necessario per l’acquisto del macchinario e, in tal senso, procede. A questo punto, Ugo Novello, inventore nel 2005 della “macchina da semina”, rivela l’urgente necessità di una mietitrebbia e, con forza, ne spinge l’acquisto. Nuova discesa in campo dell’Associazione e del sindaco per il reperimento di contributi e, dopo lunghe istanze burocratiche, il raccolto del 2008 vede in azione la sospirata “mietitrebbia”. La macchina, ideata per la raccolta del grano, con i ceci presenta alcune imperfezioni e nell’inverno 2008/2009, grazie alla competente opera di Ivo Genta, Ugo Novello e Leo Patrone, viene opportunamente modificata e totalmente revisionata. La commercializzazione ora avviene su larga scala. E non solo sono richiesti gli eleganti sacchetti di ceci, ma si afferma anche sotto forma di “farina”. La trasformazione avviene presso il “Mulino a pietra di Gigi”, a Paroldo. Il continuo sviluppo della coltivazione che, nella presente annata 2010, supera i 120 q., presenta come nuova lacuna, la mancanza di una “essiccatrice”. L’attiva Associazione con l’indispensabile intervento del sindaco si mette in moto e, reperiti i vitali contributi, procede alla compera. Il nuovo macchinario, assieme agli altri, viene posizionato al piano terreno della dimessa Stazione Fs ottenuta in comodato d’uso gratuito. Dopo anni di crescente commercio, i ceci, richiedono una più ampia reclamizzazione. E la fantasia associativa crea nella seconda dome- nica di ottobre la Sagra paesana denominata “La festa del cece” che ospita autorità comunali, provinciali e regionali e in segno di riconoscimento, a loro riserva l’ambìto premio “Il cece d’oro”. Terminata la fase istituzionale la festa si completa con uno squisito pranzo le cui portate sono esclusivamente a base di “ceci”. E il particolare menù, variato ogni anno, viene dettato dalla fantasia dell’esperta nucettese Olga Gambone. La preparazione è compito delle volontarie facenti parti del “Circolo Polisportivo” locale. La “Festa del cece”, creata nel 2005, quest’anno giunge alla 6ª edizione. Il suo sostanzioso albo d’oro, annovera nell’ordine, quali assegnatari del “Cece d’oro” il dott. Beppe Ballauri, vice presidente della Fondazione C.R.C. e presidente del G.A.L. Mongioie; il prof. Giovanni Quaglia, vice presidente della Fondazione C.R.T.; l’avv. Raffaele Costa, presidente della Provincia di Cuneo; la prof.ssa Mercedes Bresso, presidente della Regione Piemonte e, nel conclusivo 2009, la prof.ssa Bruna Sibille, assessore regionale della Montagna. PAGINA AD USO ESCLUSIVO DEL DESTINATARIO Il nucettese di adozione, Lorenzo Garro PAG 1