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UBBLICAZIONI
I nuovi codici deontologici italiano e
di Ester Masarati
I.P. DUI
Chirurgia d’urgenza
Az. Osp. Niguarda
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canadese a confronto
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In Italia, il primo Codice deontologico risale al 1960 “...criticabile sotto molti aspetti, (...) esso
rappresenta comunque una tappa importante della professionalizzazione di questa categoria di
operatori.” (C. Calamandrei - L. D’Addio, pag. 23). Nel giugno del 1977 viene approvato dalla
Federazione Nazionale dei Collegi IPASVI un nuovo Codice in cui l’aspetto etico viene
esaminato dal punto di vista umano, sociale ed operativo. Nel 1999 viene pubblicato il testo del
nuovo Codice deontologico che risulta essere il più approfondito e dettagliato dei tre e che
viene preceduto da un nuovo documento: “Il patto infermiere - cittadino” in cui l’infermiere si
impegna a garantire un comportamento corretto nei confronti dell’utente.
Per quanto riguarda il Canada, si tratta del quinto Codice deontologico, poiché, dalla prima
stesura del 1954, sono state effettuate ben quattro revisioni, nel 1980, nel 1985, nel 1991 e infine
nel 1997. Esse hanno naturalmente offerto l’opportunità di una rinnovata riflessione sugli aspetti
puramente etici della professione.
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Premessa e finalità
Negli ultimi anni il mondo sanitario è stato investito da una serie di cambiamenti che hanno
riguardato lo sviluppo delle biotecnologie, la multietnicità, l’aziendalizzazione, l’invecchiamento
della popolazione, l’incremento delle necessità assistenziali sul territorio e, in particolare per
l’Italia, il passaggio alla formazione universitaria degli infermieri e l’abolizione del mansionario.
Tutti questi cambiamenti hanno comportato, nei Paesi europei e extra-europei, l’esigenza di una
rinnovata riflessione etica sull’attività e il comportamento degli infermieri. Tale riflessione si è
concretizzata nella revisione di diversi Codici deontologici.
Di fronte a questo rinnovamento, è parso interessante prendere in considerazione il Codice
deontologico canadese e metterlo a confronto con quello italiano. Il riferimento ad un Codice
extra-europeo è giustificato dal fatto che la professione infermieristica ha avuto fin dalle origini
una dimensione internazionale (si veda l’importanza e la diffusione dell’attività della
Nightingale) sia perché il Codice deontologico canadese viene riconosciuto come uno dei più
completi e validi.
La finalità principale di questo lavoro è quindi di portare a conoscenza dei Colleghi l’ultimo
Codice deontologico canadese, che è stato quindi tradotto e posto in allegato. Dalla conoscenza
di questo Codice sono spontaneamente scaturite delle riflessioni di confronto con il nostro.
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Uno spirito diverso per contenuti analoghi
Analisi dei due Codici
Da un primo esame dei Codici italiano e canadese risulta che i loro contenuti generali sono
sostanzialmente simili ed entrambi si ispirano alla vita pratica ed alle esperienze concrete degli
infermieri al fine di trarre, come è proprio dell’etica, delle linee di comportamento. Entrambi
pongono, come valori (così li chiama il Codice canadese) o principi etici della professione
(Codice italiano) la centralità dell’individuo, il rispetto del diritto dell’uomo ad essere assistito
nel migliore dei modi indipendentemente dalle sue necessità assistenziali, dalla sua
razza, religione, condizione sociale ed economica e la partecipazione al processo assistenziale.
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Confronto tra i due Codici
Nonostante una base comune di contenuti generali, esiste in realtà una certa differenza nello
spirito che anima i due Codici: mentre quello italiano considera in egual misura la componente
etica e quella normativa delle problematiche assistenziali, il Codice canadese esclude
deliberatamente l’aspetto giuridico. Quest’ultimo enuncia infatti: “I problemi complessi che pone la
pratica infermieristica hanno una dimensione etica e insieme giuridica. In campo sanitario, il diritto
e l’etica si sovrappongono perché l’uno e l’altra tendono a far sì che i professionisti rispettino con
la loro condotta il benessere, la dignità e la libertà dei loro clienti. L’ideale sarebbe un sistema
giuridico compatibile con l’etica, cioè un sistema che, nell’applicazione, non potesse mai entrare in
conflitto con le regole dell’etica. Il diritto e l’etica restano tuttavia due cose distinte ed è per questo
motivo che il Codice non tratta che le responsabilità legate all’etica.”
La ragione fondamentale di questa differenza può essere ritrovata nel fatto che in Italia è stato
abolito il mansionario. Per questo, il nuovo Codice deontologico, oltre alle direttive morali doveva
fornire, insieme ai profili professionali e agli ordinamenti didattici, delle chiare linee guida riguardo
agli ambiti di competenza della professione infermieristica e alle responsabilità professionali. Da
ciò deriva che il Codice italiano non poteva escludere l’aspetto giuridico, cosa che è stata possibile
per il Codice canadese in quanto in Canada rimane in vigore una legge, paragonabile al nostro
mansionario, che contiene un elenco preciso e dettagliato degli atti che l’infermiere può compiere.
Ciò non esclude che il Codice canadese faccia a volte riferimento alla “legge”. Ma lo fa
esclusivamente al fine di evitare un “conflitto” tra questa e la scelta morale dell’infermiere.
Si vedano, a questo proposito, il punto 5 di “Scelte” (... le infermiere non sono tenute a soddisfare
i desideri dei loro clienti allorché ciò le obbligasse a contravvenire alla legge.”) e il punto 1 di
“Responsabilità” (Le infermiere si conformano ai valori e responsabilità enunciati nel presente
Codice deontologico delle infermiere autorizzate così come alle norme e alle leggi che reggono la
loro professione.”). Il Codice italiano presenta invece diversi punti normativi soprattutto nelle
sezioni “Norme generali”, “Rapporti professionali con colleghi e altri operatori”, “Rapporti con le
istituzioni”, che culminano nell’articolo 7.1 delle “Disposizioni finali” che enuncia: “Le norme
deontologiche contenute nel presente codice sono vincolanti: la loro inosservanza è punibile con
sanzioni da parte del Collegio professionale.”
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Entrambi i Codici individuano gli strumenti attraverso cui raggiungere un’assistenza di qualità, quali
l’uso ottimale delle risorse, la formazione, l’aggiornamento e la ricerca, la collaborazione con tutta
l’équipe sanitaria, il rispetto delle norme di sicurezza.
Preoccupazione comune di entrambi i Codici è anche il rispetto della dignità e delle scelte morali
dell’infermiere come nel caso dell’obiezione di coscienza.
La scelta esclusivamente etica del Codice canadese si rivela chiaramente nell’interesse per il
travaglio morale interiore che l’infermiere può dover affrontare e nella guida che il Codice stesso
offre. Infatti ogni valore che costituisce il Codice è spiegato da un tipo diverso di enunciato che
può avere:
carattere prescrittivo: quando è chiaro che un atto o l’assenza di tale atto comporta la violazione
delle regole etiche;
carattere consultivo: quando la situazione crea un problema o un dilemma etico e cioè quando
nei confronti di un determinato atto non esistono risposte assolute o precostituite, ma vi sono
ragioni favorevoli e contrarie. In questo caso il Codice aiuta l’infermiere nella riflessione che lo
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porterà a fare la scelta più adeguata.
È simile il caso del disorientamento etico che si verifica quando la
situazione crea sentimenti di colpa, inquietudine o malessere
nell’infermiere. In questo caso, il carattere dell’enunciato è meno
imperativo, ma guida l’infermiere a rifarsi, nelle sue scelte, ai
principi etici. Il breve accenno che il Codice italiano fa ai “dilemmi
etici” (3.4.) lascia l’infermiere solo di fronte alle sue decisioni
(... l’infermiere si attiva per l’analisi dei dilemmi etici vissuti
nell’operatività quotidiana...” o lo sollecita a rivolgersi a consulenti
professionali o istuzionali..)
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Al fine di aiutare l’infermiere a risolvere tutti i problemi etici che
può dover affrontare, il Codice canadese fornisce inoltre una
casistica molto ampia riguardo ai valori morali che sono stati
inizialmente esposti. Per esempio, nel caso del coinvolgimento nel
processo assistenziale, entrambi i Codici riconoscono il diritto del
paziente ad essere informato e a fare, nei limiti del possibile, delle
scelte personali, ma il Codice canadese offre un approfondimento
riguardo alle volontà espresse e non espresse. Infatti ai punti 7 8 e 9
del valore “Scelte”, il codice canadese considera la possibilità che il
paziente sia totalmente, parzialmente o per nulla capace di intendere
e di volere e che questo abbia lasciato o meno delle volontà scritte.
Il Codice italiano risulta più sbrigativo ai punti 4.2 e 4.5, anche se si
preoccupa, cosa che il Codice canadese non fa, dell’opinione del
minore al punto 4.11 e del diritto a rifiutare l’accanimento
terapeutico da parte dell’essistito (4.15).
Conclusioni
L’esame fin qui condotto può fare apparire i due Codici in contrasto
fra loro. In realtà siamo di fronte ad un problema che ha sempre
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Il problema del segreto professionale, illustrato dal nostro Codice al
punto 4.6, viene maggiormente elaborato in “Riservatezza”, 1.5 del
Codice canadese, che contempla anche il caso delle eventuali
modalità di infrazione del segreto professionale stesso (“Quando il
segreto professionale deve essere imperativamente infranto, le
infermiere fanno tutto ciò che è in loro potere per indicare ai loro
clienti quali informazioni saranno divulgate, a chi saranno
comunicate e per quali ragioni.”) e quello, più legato ai nostri tempi,
di informazioni riservate conservate in banche-dati informatizzate (le
infermiere si augurano che si installino delle politiche e dei mezzi di
salvaguardia che permettano di proteggere e di conservare le
informazioni riservate sui clienti ed esse intervengono se la sicurezza
di queste informazioni è messa in pericolo da lacune del sistema,
per esempio da direttive di salvaguardia e da procedure di utilizzo
delle banche-dati informatizzate).
Anche per quanto riguarda la partecipazione alla formazione, il
Codice italiano spiega brevemente che “l’infermiere partecipa alla
formazione professionale...” ), 3.1, mentre il Codice canadese fa
rientrare anche questo problema in un ambito di solidarietà e di
generosa condivisione delle competenze personali (“Ambienti di
lavoro...”, 2), soprattutto nei confronti degli studenti-infermieri.
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Bibliografia di riferimento
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interessato gli studiosi di etica. Vicino a noi nel tempo (1864-1960), il sociologo Max
Weber afferma: “Dobbiamo renderci chiaramente conto che ogni agire orientato in senso
etico può oscillare fra due massime radicalmente diverse e inconciliabilmente opposte:
può esser cioè orientato secondo l’etica della convinzione oppure secondo l’etica della
responsabilità. Non che l’etica della convinzione coincida con la mancanza di responsabilità e
l’etica della responsabilità con la mancanza di convinzione. Non si vuol certo dir questo.
Ma v’è una differenza incolmabile tra l’agire secondo la massima dell’etica della
convinzione (...) e l’agire secondo la massima dell’etica della responsabilità, secondo la
quale bisogna rispondere delle conseguenze (prevedibili) delle proprie azioni (Max Weber,
pag. 109). Nel primo caso, l’uomo risponde solo alla sua coscienza e, semmai, a Dio; nel
secondo caso, egli risponde alla comunità e quindi alle sue leggi.
Nel nostro caso specifico il Codice deontologico italiano ci sembra rappresentare in buona
parte l’etica della responsabilità che tiene conto anche delle conseguenze del proprio agire
e che quindi non esclude l’aspetto vincolante delle leggi. Ciò non toglie che grande rilievo
sia dato al convincimento etico. Il Codice canadese rappresenta piuttosto l’etica della
convinzione per cui l’agire è dettato esclusivamente da un credo morale. Ciò non esclude
che, in altra sede, non siano specificate le leggi cui l’infermiere deve sottostare. Nessuno si
illude infatti che la separazione di questi due “aspetti” dell’etica sia percorribile senza il
grave pericolo di cadere o nel fanatismo e nell’ipocrisia ( “...nessuna etica può determinare
quando e in qual misura lo scopo moralmente buono “giustifichi” i mezzi e le altre
conseguenze moralmente pericolose” (Max Weber, op. cit., pag. 110) o in un cieco e
sterile rispetto della legge.
La pratica professionale esige che “etica della convinzione” e “etica della responsabilità”
vengano entrambe prese in considerazione dal professionista, per evitare “un’ottusa
accettazione del mondo e della professione” (Max Weber, op. cit., pag. 120) e al fine di
raggiungere un equilibrio tra convincimenti personali e rispetto della società.
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Marsico G., “Per una bioetica al femminile”, Rivista di teologia morale,
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CODICE DEONTOLOGICO DELLE INFERMIERE AUTORIZZATE - 1997
Associazione delle infermiere e degli infermieri del Canada
Canadian nurses association
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PREAMBOLO
Il Codice deontologico delle infermiere autorizzate facilita le
decisioni da assumere in materia di etica, vuole essere uno strumento
di autovalutazione e di riflessione per quello che riguarda il rispetto
dell’etica nella pratica infermieristica e serve di base alle iniziative di
valutazione tra pari. Il codice non solo informa le infermiere (1) sulle
loro responsabilità etiche, ma informa altresì altri professionisti della
salute e il pubblico sull’atteggiamento morale che ci si aspetta dalle
infermiere.
I problemi e le preoccupazioni di ordine etico, così come il
disorientamento etico vissuto a livello personale, possono provenire
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L’Associazione delle Infermiere e degli Infermieri del Canada (AIIC)
rivede regolarmente il suo Codice per adattarlo ai cambiamenti che
riguardano lo stato, i bisogni e i valori della società e che mettono
alla prova la capacità dell’infermiera di esercitare la sua professione
conformemente all’etica. Tra questi fattori, si citeranno le implicazioni
dei problemi economici, l’uso accresciuto della tecnologia nelle cure
sanitarie e l’evoluzione dei modi di prestare le cure infermieristiche
come la tendenza verso le cure comunitarie. Le infermiere potranno
ispirarsi a questo nuovo Codice deontologico delle Infermiere
autorizzate per prendere delle decisioni ed esercitare
quotidianamente nel rispetto dell’etica professionale allorché
dovranno vivere questo genere di tendenze e condizioni.
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da decisioni prese ai livelli locale, regionale, provinciale e federale. Le responsabilità, le
competenze e i modi di reagire al cambiamento possono anche variare in funzione del
cliente (2), del luogo di lavoro e della situazione sociale. In tutti i contesti, il codice guida
le infermiere preoccupate di conformarsi all’etica e che si impegnano a portare un
contributo all’elaborazione, all’esame e alla revisione delle politiche, così come a
parteciparvi.
I problemi complessi che pone la pratica infermieristica hanno una dimensione etica e
insieme giuridica. In campo sanitario, il diritto e l’etica si sovrappongono perché l’uno e
l’altra tendono a far sì che i professionisti rispettino con la loro condotta il benessere, la
dignità e la libertà dei loro clienti. L’ideale sarebbe un sistema giuridico compatibile con
l’etica, cioè un sistema che, nell’applicazione, non potesse mai entrare in conflitto con le
regole dell’etica. Il diritto e l’etica restano tuttavia due cose distinte, ed è per questo
motivo che il Codice non tratta che le responsabilità legate all’etica.
ELEMENTI DEL CODICE
Un valore è qualcosa al quale si attribuisce un alto prezzo o al quale si tiene molto,
qualcosa di cui ci si preoccupa al massimo grado. Questo codice è organizzato intorno a
sette valori principali che sono essenziali ad una pratica infermieristica in conformità
all’etica:
Salute e benessere
Scelte
Dignità
Riservatezza
Equità
Responsabilità
Ambienti di lavoro adatti a cure che garantiscono la sicurezza, appropriati e conformi
all’etica.
Ogni valore è spiegato da un enunciato sulle responsabilità che ne precisa l’applicazione e
che fornisce una direttiva più netta. Quando è chiaro che un atto o l’assenza di un atto
comporterebbe una violazione delle regole etiche (vale a dire una infrazione ad un
obbligo morale), l’enunciato corrispondente ha carattere prescrittivo. Esso ha per oggetto
di indicare all’infermiera e ad altri ciò che è accettabile sulla base dell’etica e ciò che non
lo è. Allorché la situazione genera un problema o un dilemma etico (3) l’enunciato
corrispondente assume la forma di un consiglio. Non esistono risposte precostituite, ed è
importante riflettere per poter prendere una decisione appropriata. Se la situazione crea un
sentimento di colpa, inquietudine o malessere, si parla di disorientamento etico. Nel caso
di disorientamento etico, l’enunciato delle responsabilità diventa meno imperativo, ma
tocca sempre all’infermiera esaminare la situazione in rapporto alle disposizioni del codice.
La decisione da prendere viene influenzata da questo o quel contesto particolare.
L’infermiera deve riflettere su ciò e giudicare secondo i principi etici per determinare in
quale misura si applica questo o quel valore o responsabilità.
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È probabile che non tutte le infermiere saranno d’accordo
sull’importanza relativa ai diversi principi e valori etici. Parecchi
degli interventi proposti possono essere conformi all’etica e ad un
buon esercizio delle cure infermieristiche. Il dibattito facilita molto
la definizione dei problemi etici. Conviene che vi partecipino, a
seconda del caso, i clienti, le infermiere e i professionisti di altre
discipline, le associazioni infermieristiche e altri esperti. Oltre al
codice, le leggi e le norme della pratica, così come le politiche e le
direttive emesse dalle associazioni infermieristiche, possono aiutare
a risolvere i problemi (4).
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I valori considerati nel codice si inscrivono nel rapporto
professionale che esiste tra l’infermiera e il cliente e indicano gli
aspetti di questo rapporto che sono importanti per l’infermiera.
Fare della salute e del benessere un valore, per esempio, significa
affermare che le infermiere si preoccupano della salute e del
benessere dei loro clienti. Questo rapporto presuppone un certo
grado di fiducia da parte del cliente. La preoccupazione nei
confronti del cliente e la fiducia di quest’ultimo dunque si
completano. L’una e l’altra derivano dai valori enunciati in questo
codice. Mettendo questi valori in pratica, le infermiere conquistano
e conservano la fiducia delle persone che esse curano. Per ciascuno
di questi valori, il campo delle responsabilità definite supera
l’ambito individuale per includere le famiglie, le collettività e la società.
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VALORI
Salute e benessere
Le infermiere vegliano alla salute e al benessere dei loro clienti e
aiutano a raggiungere uno stato di salute ottimale, sia che i clienti
vivano una situazione normale, sia che siano malati, feriti o
morenti.
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Scelte
Le infermiere rispettano e favoriscono l’autonomia dei clienti e li
aiutano a esprimere i loro bisogni e i loro valori e ad ottenere le
informazioni e i servizi appropriati.
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Dignità
Le infermiere danno un grande valore alla dignità della persona
umana e al rispetto di sé e se ne fanno promotrici.
Riservatezza
Le infermiere salvaguardano la fiducia dei clienti garantendo loro
che le informazioni che essi forniscono nell’ambito professionale
non saranno divulgate all’esterno dell’équipe sanitaria se non con il
permesso del cliente o allorché la legge lo esiga.
Equità
Le infermiere applicano e difendono i principi di equità e di
giustizia affinché i clienti siano trattati con la massima obiettività e
affinché ottengano una parte dei servizi sanitari e delle risorse in
rapporto ai loro bisogni.
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Ambienti di lavoro adatti a cure che garantiscono la sicurezza, appropriati e conformi all’etica
Le infermiere si augurano che si instauri un ambiente dotato delle risorse e dei meccanismi di
sostegno amministrativo e umano necessari affinché esse possano esercitare in modo sicuro,
con competenza e in conformità all’etica.
SALUTE E BENESSERE
Le infermiere vegliano alla salute e al benessere dei loro clienti e aiutano a raggiungere uno
stato di salute ottimale, sia che i clienti vivano una situazione normale, sia che siano malati,
feriti o morenti.
SALUTE E BENESSERE
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Responsabilità
Le infermiere agiscono in modo compatibile con le loro responsabilità professionali e con le
norme della pratica.
1. Le infermiere prodigano delle cure che
tendono innanzi tutto e prima di tutto alla
salute e al benessere del cliente.
2. Le infermiere riconoscono che la salute
è più che l’assenza di malattia o infermità,
ed esse aiutano il cliente a raggiungere il
miglior stato di salute e di benessere
possibili.
3. Le infermiere riconoscono che lo stato
di salute può essere influenzato da diversi
fattori. Pur restando nell’ambito delle loro
funzioni e responsabilità professionali, le
infermiere hanno il dovere di fare
attenzione ai fattori istituzionali, sociali e
politici che influenzano la salute e le cure
sanitarie.
4. Le infermiere sostengono e difendono i
principi di un vero continuum dei servizi
sanitari, il quale comprende servizi di promozione della salute e di prevenzione della malattia,
di diagnostica, di riabilitazzione, di riadattamento e di cure palliative.
5. Le infermiere riconoscono e rispettano i valori delle conoscenze e delle competenze che altri
professionisti portano all’equipe sanitaria, e si sforzano di sostenere questi professionisti e di
collaborare con loro affinché i clienti ricevano le migliori cure possibili.
6. Le infermiere provvedono al benessere dei loro clienti allorché la vita non può più essere
prolungata, alleviando le loro sofferenze e aiutandoli a morire in modo degno e tranquillo.
7. Le infermiere forniscono le migliori cure che le circostanze stesse permettono, anche quando
una situazione di urgenza si presenta al di fuori dell’ambito di lavoro.
8. Le infermiere partecipano, nel miglior modo che è loro possibile, a ricerche e ad altre attività
che contribuiscono all’ampliamento continuo delle conoscenze professionali. Le infermiere che
fanno ricerca seguono le direttive professionali, così come altre regole etiche applicabili alla
ricerca.
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1. Le infermiere si sforzano di far partecipare i clienti
all’organizzazione delle cure e alle decisioni che vi afferiscono.
2. Le infermiere forniscono ai loro clienti le informazioni e il
sostegno necessari perché possano, nel
miglior modo, soddisfare essi stessi i
loro bisogni sanitari e curativi. Le
informazioni comunicate sono esatte,
affidabili, veritiere e comprensibili.
Allorché non possono fornire le
informazioni richieste, le infermiere
aiutano i loro clienti ad ottenerle da
altra fonte che offra garanzie.
3. Le infermiere si mostrano sensibili
alla volontà o al bisogno dei clienti di
ottenere informazioni sul loro stato di
salute o sulle cure possibili. Le
infermiere rispettano i desideri delle
persone che rifiutano di essere
informate sul loro stato di salute, o che
non sono pronte per essere informate.
4. Le infermiere rispettano la scelta
informata delle persone che rifiutano
una cura e che assumono le
conseguenze della loro decisione. Tuttavia, le infermiere non sono
tenute a soddisfare i desideri dei loro clienti allorché ciò le obblighi
a contravvenire alla legge. Se il servizio domandato va contro le
convinzioni morali dell’infermiera, delle cure appropriate saranno
assicurate fino a che non si trovi una soluzione sostitutiva che
risponda ai bisogni del cliente.
5. Le infermiere sono coscienti della posizione di forza relativa che
posseggono nell’ambito dei loro legami professionali con i clienti,
clienti di cui si impegnato a favorire l’autodeterminazione. Le
infermiere hanno idee sufficientemente chiare sui valori personali per
reperire e trattare in modo conveniente gli eventuali conflitti di
questo tipo.
6. Le infermiere rispettano le decisioni prese e le legittime direttive
date da un cliente, sotto forma scritta o orale, prima che diventi
incapace di intendere, a proposito di cure sanitarie che egli desidera
ricevere.
7. Le infermiere si sforzano di fare partecipare alle decisioni i clienti
le cui facoltà sono ridotte, nella misura in cui ne sono capaci.
Le infermiere continuano a privilegiare l’autonomia del cliente anche
quando la sua capacità di autodeterminazione è limitata dalla
malattia o da altri fattori: esse gli permettono, per esempio, di fare
una scelta sugli aspetti della sua vita a proposito dei quali rimane
capace di prendere una decisione.
8. Le infermiere si sforzano di ottenere il consenso di un’altra
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SCELTE
Le infermiere rispettano e favoriscono l’autonomia dei clienti e li
aiutano a esprimere i loro bisogni e i loro valori e ad ottenere le
informazioni e i servizi appropriati.
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DIGNITÀ
Le infermiere danno un grande valore alla dignità della persona umana e al rispetto di sé e se ne
fanno promotrici.
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persona abilitata quando un cliente è incapace di prendere una decisione, quando non ha fatto
conoscere i suoi desideri prima di diventare incapace di intendere o se, per qualunque ragione,
non è chiaro quali sarebbero stati i desideri del cliente in circostanze particolari. Quando si
ignora quali fossero i desideri del cliente prima che diventasse incapace di intendere, o se questi
desideri non fossero chiari, conviene prendere la decisione nel maggiore interesse del cliente,
una decisione fondata su ciò che il cliente avrebbe voluto, per quanto lo si possa sapere.
1. Le infermiere considerano tutte le persone che esse curano come persone degne di rispetto,
ed esse si sforzano in permanenza di conservare questo rispetto e di manifestarlo ad ogni
individuo.
2. Le infermiere si mostrano sensibili ai bisogni, valori e scelte di ogni cliente. Le loro cure sono
concepite per soddisfare i bisogni biologici, psicologici, sociali, culturali e spirituali dei clienti. Le
infermiere si rifiutano di approfittare della
debolezza dei loro clienti nel proprio
interesse o a loro vantaggio, sia sul piano
sessuale, affettivo, sociale, politico o
finanziario.
3. Le infermiere rispettano l’intimità dei loro
clienti quando dispensano loro delle cure.
4. Le infermiere trattano la vita umana
come un valore prezioso e degno di
rispetto. Esse manifestano questo rispetto
cercando di conoscere e di esaudire i
desideri espressi dai loro clienti al fine di
condurre una vita decente. Ogni decisione
che riguarda il mantenimento delle funzioni
vitali risulta da un equilibrio delicato tra
questi fattori.
5. Le infermiere intervengono se altri non
rispettano la dignità dei clienti.
6. Le infermiere difendono la dignità dei clienti
di fronte all’impiego della tecnologia in ambito
curativo.
7. Le infermiere favoriscono le condizioni sanitarie e sociali che permettono alle persone di
vivere e di morire nella dignità; esse lo fanno in modo compatibile alle loro funzioni e
responsabilità professionali.
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DIGNITÀ
RISERVATEZZA
Le infermiere salvaguardano la fiducia dei clienti garantendo loro che le informazioni che essi
forniscono nell’ambito professionale non saranno divulgate all’esterno dell’équipe sanitaria se
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non con il permesso del cliente o
allorché la legge lo esiga.
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1. Le infermiere si organizzano per
preservare il carattere riservato delle
informazioni sullo stato di salute di
ogni cliente e sulle cure prodigate.
2. Le infermiere intervengono se altri
membri del sistema sanitario non
rispettano il segreto professionale.
3. Le infermiere non divulgano
informazioni riservate se non nel caso
in cui siano autorizzate dal cliente, a
meno che la salute del cliente o di
altre persone sia gravemente
minacciata, o che la legge le obblighi a
infrangere il segreto professionale. Se
la divulgazione si giustifica, la quantità
delle informazioni svelate e il numero
delle persone ammesse al segreto sono
il più possibile limitati.
4. Per quanto possono, le infermiere informano i loro clienti, fin
dall’inizio delle cure, sui limiti del segreto professionale e sulle
circostanze nelle quali potrebbe essere infranto senza il loro
consenso. Quando il segreto professionale deve essere
imperativamente infranto, le infermiere fanno tutto ciò che è in loro
potere per indicare ai loro clienti quali informazioni saranno
divulgate, a chi saranno comunicate e per quali ragioni.
5. Le infermiere si augurano che si installino delle politiche e dei
mezzi di salvaguardia che permettano di proteggere e di conservare
le informazioni riservate sui clienti ed esse intervengono se la
sicurezza di queste informazioni è messa in pericolo da lacune del
sistema, per esempio da direttive di salvaguardia e da procedure
inadeguate di utilizzo delle banche-dati informatizzate.
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EQUITÀ
Le infermiere applicano e difendono i principi di equità e di giustizia
affinché i clienti siano trattati con la massima obiettività e affinché
essi ottengano una parte dei servizi sanitari e delle risorse in
rapporto ai loro bisogni.
1. Le infermiere prodigano cure per rispondere ad un bisogno,
indipendentemente da fattori quali la razza, l’origine etnica, la
cultura, i valori spirituali, la situazione sociale o matrimoniale, il
sesso, l’orientamento sessuale, l’età, lo stato di salute, il modo di vita
e le caratteristiche fisiche del cliente.
2. Quando le infermiere hanno ragioni fondate per temere atti di
violenza nei loro confronti, di altre persone o di beni, esse hanno il
diritto di usare mezzi di protezione ragionevoli.
3. Quando la ripartizione di beni e servizi che esse forniscono è di
loro competenza, le infermiere si sforzano di prendere decisioni
giuste a questo proposito.
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EQUITÀ
RESPONSABILITÀ
Le infermiere agiscono in modo compatibile con le loro responsabilità professionali e con
le norme della pratica.
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4. Le infermiere prevengono e difendono
gli interessi di ogni persona che curano.
A questo titolo, facilitano l’accesso di
individui e di gruppi a cure ragionevoli
che essi hanno scelto.
5. Le infermiere assicurano che si
dispensino, nei luoghi di cura e a livello
comunitario, cure appropriate e
conformi all’etica partecipando, per
quanto è possibile, all’elaborazione,
all’esecuzione e alla revisione regolare
delle politiche e delle procedure
concepite perché si sfruttino il meglio
possibile le risorse esistenti così come le
conoscenze e i risultati della ricerca.
6. Le infermiere si augurano, in modo
compatibile con le loro funzioni e
responsabilità, che si instaurino
politiche sanitarie e meccanismi
decisionali che siano equi e integrati e
che favoriscano una ripartizione giusta e completa delle risorse disponibili.
1. Le infermiere si conformano ai valori e responsabilità enunciati nel presente Codice
deontologico delle infermiere autorizzate così come alle norme e alle leggi che regolano la
loro professione.
2. Le infermiere si comportano con onestà e integrità.
3. Che esse lavorino in ambito clinico, amministrativo, della ricerca o della formazione, le
infermiere hanno come responsabilità professionale quella di garantire la qualità delle cure
prodigate dai pofessionisti. Questa responsabilità può variare, ma ha sempre come fine
ultimo la prestazione di cure infermieristiche sicure, di qualità e conformi all’etica.
4. Le infermiere, individualmente o in collaborazione con altri, prendono misure
preventive così come misure correttive per proteggere i clienti da cure che non
salvaguardano la sicurezza, che non sono sicure, appropriate o conformi all’etica.
5. Le infermiere esercitano la loro professione basandosi su conoscenze appropriate e
acquisiscono nuove competenze e conoscenze nel loro campo in modo continuo per
poter fornire cure sicure, competenti e conformi all’etica.
6. Che esse lavorino in ambito clinico, amministrativo, della ricerca o della formazione, le
infermiere rivolgono commenti opportuni e precisi alle loro colleghe che si occupano di
cure per favorire la prestazione di cure sicure e di qualità, e per contribuire
all’arricchimento delle conoscenze. Facendo ciò, esse rendono omaggio all’eccellenza nella
pratica.
7. Le infermiere in attività restano nell’ambito delle loro competenze. Allorché le cure
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richieste esulano dalla loro sfera di
competenza, esse si informano
altrove, chiedono aiuto o la
supervisione di un’infermiera
competente o domandano che
venga affidato loro un altro
lavoro. Sul momento, prodigano
le cure che sono nell’ambito della
loro competenza e che
conoscono.
8. Le infermiere si preoccupano in
primo luogo del benessere dei
loro clienti attuali e dei rischi che
potrebbero pesare sulla salute di
futuri clienti quando sospettano
che qualcuno contravvenga
all’etica, sia incompetente o lavori
in modo poco sicuro. Quando le
infermiere hanno ragioni valide di
preoccuparsi del comportamento
delle loro colleghe a questo proposito, o della sicurezza
dell’ambiente in cui esercitano, esse esaminano accuratamente la
situazione e prendono misure individuali o collettive per porvi
rimedio.
9. Le infermiere portano il loro sostegno alle loro colleghe che
agiscono in buona fede per mettere i clienti al riparo di una
incompetenza, di un comportamento non rispettoso dell’etica o di
una mancanza di sicurezza, e domandano che le infermiere siano
trattate con rispetto laddove intervengono.
10. Le infermiere chiamate a parlare in pubblico o davanti ad un
tribunale di problemi che riguardano la professione infermieristica e
la salute forniscono informazioni esatte e pertinenti.
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RESPONSABILITÀ
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AMBIENTI DI LAVORO ADATTI A CURE CHE GARANTISCONO LA
SICUREZZA, APPROPRIATI E CONFORMI ALL’ETICA
Le infermiere si augurano che si instauri un ambiente dotato delle
risorse e dei meccanismi di sostegno amministrativo e umano
necessari affinché esse possano esercitare in modo sicuro, con
competenza e in conformità all’etica.
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1. Le infermiere collaborano con le loro colleghe e con gli altri
membri dell’équipe sanitaria per favorire un ambiente curativo
propizio al rispetto dell’etica così come alla salute e al benessere dei
clienti e delle altre persone presenti. Esse agiscono in questo modo
in accordo con le loro funzioni e responsabilità professionali.
2. Nell’interesse dei clienti, le infermiere condividono quello che
sanno con altri membri dell’équipe sanitaria. Nei limiti delle loro
capacità, le infermiere forniscono l’'inquadramento e i consigli
necessari per permettere alle studentesse infermiere e alle altre
infermiere di perfezionarsi.
3. Le infermiere alla ricerca di un impiego forniscono una
descrizione precisa del loro campo di competenza e assicurano, in
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un modo ragionevole che le condizioni di lavoro permetteranno loro, di prodigare cure in
conformità ai valori e responsabilità enunciate nel codice e alle loro convinzioni in materia di
etica.
4. Le infermiere esercitano la loro professione nel rispetto dell’etica, sforzandosi di fornire le
migliori cure possibili, tenuto conto delle circostanze. Esse si sforzano anche, individualmente
o in collaborazione con altri, di migliorare gli ambiti della pratica, prendendo la difesa dei loro
clienti ogni volta che sia possibile. Le infermiere che pensano di partecipare ad un intervento
rivendicativo o che lavorano in ambienti in
cui ha luogo un intervento rivendicativo,
prendono misure perché la salute e la
sicurezza dei clienti siano protette durante
lo svolgimento di tale azione.
AMBIENTI
DOCUMENTI DI CONSULTAZIONE
Associazione canadese delle cure
sanitarie/Associazione medica
canadese/Associazione delle infermiere e
degli infermieri del Canada/Associazione
canadese cattolica della salute/ in
collaborazione con l’Associazione del
tribunale canadese (1955).
Dichiarazione congiunta sulla rianimazione.
Ottawa: autori.
Associazione canadese delle cure e dei
servizi a domicilio/ Associazione degli
ospedali del Canada/ Associazione
canadese di cure a lungo termine/
Associazione delle infermiere e infermieri
del Canada/ Associazione canadese di salute pubblica/ Sostegno a domicilio Canada (1994).
Presa di posizione congiunta sulle direttive preventive. Ottawa: autori.
Associazione delle infermiere e infermieri del Canada (1994). Una questione di rispetto:
l’infermiera e i dilemmi posti dalle cure ai morenti. Ottawa: AIIC.
Associazione delle infermiere e infermieri del Canada (1996). Un sostegno necessario per cure
infermieristiche che garantiscano la sicurezza. Ottawa: AIIC.
Associazione delle infermiere e infermieri del Canada (1992). Il ruolo dell’infermiera di fronte
all’impiego delle nuove tecnologie sanitarie. Ottawa: AIIC.
Società per la protezione delle infermiere e infermieri del Canada (1993). La riservatezza delle
informazioni personali riguardanti la salute: I diritti dei vostri clienti, Info Diritto, vol. 1, 2
(settembre). Ottawa: SPIIC.
Società per la protezione delle infermiere e infermieri del Canada (1994). Consenso alla cura: il
ruolo dell’infermiera e dell’infermiere, Info Diritto, vol 3, 2 (dicembre). Ottawa: SPIIC.
ALCUNI CONSIGLI CHE FACILITANO L’APPLICAZIONE DEL CODICE IN SITUAZIONI SCELTE
Misure da prendere in caso di incompetenza o di non rispetto delle regole di sicurezza e
dell’etica
Ottenere tutti i particolari desiderati sulla situazione e soppesare i rischi.
Verificare le leggi, le politiche, le direttive e le procedure in vigore prima di segnalare un
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incidente o un supposto caso di incompetenza e di non rispetto
dell’etica, poi segnalare, in caso di necessità, la situazione se si tratta
di un caso giuridicamente condannabile.
Se possibile, raccogliere informazioni direttamente dalla collega il
cui comportamento o il modo di esercitare è messo in causa.
Consultare, in caso di necessità, delle colleghe o i membri
dell’équipe, delle associazioni professionali infermieristiche o altre
persone capaci di aiutare a risolvere il problema.
Cercare di risolvere il problema nel modo più diretto possibile e
curando l’interesse di tutti gli interessati.
Tenere informati gli interessati sui punti non risolti e, se possibile,
spiegare alla collega in causa le ragioni dell’azione intentata.
Rifiutare di partecipare a tentativi fatti per ingannare il cliente sulla
causa dei torti o dei danni che si suppone risultare da un non
rispetto dell’etica o da una incompetenza.
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Le infermiere che si occupano di gestione, le associazioni professionali
e la sicurezza del cliente
Le infermiere che si occupano di gestione fanno tutto il possibile
per assicurare che le risorse esistenti e le competenze del personale
siano bene impiegate.
Le infermiere che si occupano di gestione intervengono per
limitare i rischi immediati e per prevenire i danni ulteriori allorché la
sicurezza dei clienti sia messa in pericolo da una mancanza di risorse o
per qualsiasi altra ragione.
Le associazioni professionali appoggiano individualmente le
infermiere e i gruppi di infermiere al fine di favorire una ripartizione
equa delle risorse. Esse lo fanno con mezzi conformi loro ruolo e
alle loro funzioni.
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Rapporti tra studenti, insegnanti e clienti
I rapporti tra lo studente e l’insegnante e tra l’insegnante e il
cliente costituiscono un punto importantissimo della formazione
infermieristica e sono stabiliti in conformità alle regole dell’etica e
della professione.
Quando la persona che cura è uno studente, il cliente ne viene
informato e si ottiene il suo consenso secondo norme riconosciute.
Gli studenti sono trattai con rispetto e onestà dalle infermiere, e
ricevono i consigli richiesti per acquisire le competenze necessarie.
Gli studenti sono messi al corrente delle disposizioni del codice e
vi si conformano.
Interventi rivendicativi
Gli interventi rivendicativi intrapresi dalle infermiere sono spesso
destinati a ottenere condizioni di impiego che permettano di
garantire ai clienti presenti e futuri cure sufficientemente sicure e
rispettose dell’etica. Tuttavia, esiste il pericolo che interventi condotti a
tal fine finiscano col comportare per i clienti dei disagi a breve termine.
Al momento di preparare o di condurre un intervento
rivendicativo, le infermiere hanno come prima preoccupazione la
protezione del cliente.
Le infermiere o i gruppi di infermiere che partecipano a interventi
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Storia del Codice deontologico
1954 - L’AIIC adotta come primo Codice deontologico quello del CII.
1980 - L’AIIC decide di adottare il suo proprio codice, che ha per titolo Codice deontologico dell’AIIC: I fondamenti di
un'etica professionale per il servizio infermieristico in Canada.
1985 - L’AIIC adotta un nuovo codice intitolato Codice deontologico della professione infermieristica.
1991 - Il Codice deontologico della professione infermieristica è revisionato.
1997 - Il Codice deontologico delle infermiere autorizzate è adottato come nuovo codice dall’AIIC.
NOTE
1. In questo documento, infermiera significa infermiera autorizzata.
2. In questo documento, il termine cliente significa i privati e i gruppi di persone come le famiglie e le collettività con le
quali l’infermiera ha dei legami professionali.
3. Un problema etico si pone allorché, nei confronti della deontologia, esistono delle ragioni favorevoli e contrarie (pro e
contro) una o diverse linee di condotta, e che si deve fare una scelta. Le cose possono complicarsi allorché non ci si
intende sulla natura e la quantità delle informazioni necessarie per giungere ad una decisione rispettosa della
deontologia.
4. L’AIIC e le associazioni-membri pubblicano enunciati di politica e linee direttrici su diversi argomenti: direttive
preventive, tecniche di rianimazione, rispetto dello spazio vitale del cliente, utilizzo delle nuove tecnologie nell'ambito
sanitario, qualità della vita sul lavoro, sostegno necessario per le cure infermieristiche che garantiscano la sicurezza, etc.
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rivendicativi sono, sul piano etico, tenuti a garantire la sicurezza del cliente. La diversità delle
loro responsabilità può condurle a concretizzare questo impegno in modi diversi ancorché tutti
giusti.
I clienti la cui sicurezza richiede cure permanenti o di urgenza hanno il diritto di riceverle
durante tutta la durata di interventi rivendicativi.
Il pubblico ha il diritto di conoscere le misure prese per assicurare la sicurezza del clienti
durante un intervento rivendicativo.
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Traduzione a cura di Laura Cova ed Ester Masarati
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Costituzione nucleo
provinciale di Milano
Lodi ed elezione
organi statutari CIVES
In data 11 Dicembre 1999,
come comunicatovi nella
lettera inviata a tutti gli
iscritti, sono stati convocati
presso la sede del Collegio
gli infermieri che hanno
scelto di iscriversi a CIVES al fine di costituire il
nucleo provinciale CIVES di Milano e quindi eleggere
rappresentanti degli organi istituzionali, ovvero il
Comitato Direttivo, il Collegio dei revisori dei Conti, il
Comitato di Garanzia.
Poiché i partecipanti all’assemblea Costitutiva erano in
numero sufficente si é potuto procedere alle elezioni.
Il Comitato Direttivo risulta essere composto da
Maurizio Neri, Anna Ferrari, Boni
Antonio, Lorenzo del Frate e Roberto
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Brescia; il Collegio dei Revisori da Francesco Fanari,
Simona Pizzi, Carfagno Salvatore; il comitato di
Garanzia da Giovanni Antonio Muttillo e M.Teresa
Pini. In seguito il neoeletto comitato direttivo si é
riunito per procedere alla nomina del referente
provinciale individuato nella persona di Anna Ferrari,
del vicereferente Maurizio Neri e del segretario
Roberto Brescia.
Il nucleo provinciale di Milano costituito oggi da
circa 40 soci va ad aggiungersi a quelli
precedentemente costituitisi di:
Trieste, Genova, Catania, Gorizia, Sondrio, Savona,
Udine, Firenze, Ragusa, Cuneo, Sassari, Cagliari,
Lecce e Mantova.
In quanto associazione non perseguente scopi a fini
di lucro ha la necessità di reperire fondi, si é quindi
pensato di organizzare prossimamente una
manifestazione con scopo benefico. Inoltre forte é
la convinzione della necessità di stabilire una rete
di collegamento tra le diverse associazioni affinché
vi sia proficua collaborazione mantenendo ciascuna
le proprie specificità.
Per informazioni contattare la segreteria del Collegio.
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