Oli essenziali - Secondo Natura

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Oli essenziali - Secondo Natura
Oli essenziali
Gli oli essenziali sono sostanze molto complesse, prodotte da diverse piante.
Essi vengono generati e immagazzinati in particolari cellule, simili a piccole vescicole, che
possono trovarsi su foglie, fusti, radici, frutti o fiori.
Quando, per esempio, si strofinano le dita sulle foglie delle piante aromatiche, queste
vescicole si rompono e il profumo che si sente poi sulle mani, è dato proprio dall’olio
essenziale. Una cosa simile succede anche quando si schiacciano le bucce degli agrumi: lo
spruzzo che si vede è l’olio essenziale.
Il colore delle essenze varia secondo i loro componenti. La maggior parte di esse hanno
tinte pastello, come per esempio l’olio essenziale di camomilla che è azzurro pallido; altre
invece hanno tinte più intense, come per esempio l’olio essenziale di patchouli che è
marrone.
Gli oli essenziali sono molto utili alle piante in quanto esplicano diverse funzioni:
• Attrarre gli impollinatori: non solo attraverso il colore ma anche attraverso l’odore,
le piante attraggono gli insetti responsabili del trasporto dei pollini da un fiore
all’altro. Lo fanno imitando l’odore degli ormoni sessuali.
• Competizione pianta-pianta: vi siete mai chiesti come mai sotto certe piante non
crescono altri vegetali? Tramite la pioggia gli oli essenziali prodotti da queste piante
si posano e penetrano nel terreno, impedendo ad altri semi di germogliare,
cautelando così la specie.
• Difesa dagli animali: gli oli essenziali possono anche dare un odore o un sapore
sgradevole alle piante, impedendo così di essere mangiate dagli erbivori.
• Difesa dagli insetti: alcuni oli essenziali sono prodotti dalle piante per proteggersi
dagli insetti parassiti. Per esempio, l’essenza di basilico agisce sul sistema ormonale
di alcuni insetti, impedendone lo sviluppo sessuale e quindi la riproduzione.
• Attività antibiotica: gli oli essenziali proteggono le piante da micosi e infezioni.
Come si estraggono gli oli essenziali
A seconda del tipo di materia prima da utilizzare (se foglie, cortecce, fiori, frutti …), varia
il metodo estrattivo degli oli essenziali:
• Distillazione in corrente di vapore: nel distillatore il vapore acqueo passa
attraverso la materia prima vegetale, possibilmente fresca, trasportando con sé
l’olio essenziale. Passando poi attraverso una serpentina di raffreddamento, il
vapore condensa andando ad accumularsi in un contenitore collegato, chiamato
“fiorentina”.
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Qui l’olio essenziale, essendo più leggero, si separa dall’acqua che a questo punto
viene chiamata “idrolato” o “acqua aromatica”. Essa contiene le sostanze idrosolubili
presenti nella pianta di origine, più una piccola parte degli oli essenziali estratti.
• Pressione a freddo: questo metodo viene utilizzato per estrarre le essenze dalle
bucce degli agrumi e consiste nell’incidere, grattare e pressare le scorze di questi
frutti.
• Enflourage: questa tecnica, anche se ormai poco usata perché troppo lunga, viene
usata per estrarre gli oli essenziali dalle parti più delicate delle piante, quindi
soprattutto dai fiori. Questi vengono posti su lastre di vetro spalmate di grasso, per
un periodo che va dalle 12 alle 72 ore. L’operazione viene ripetuta per più giorni,
sostituendo man mano i fiori, fino a quando il grasso si satura di essenza (ci
possono volere anche 2-3 mesi). A questo punto il grasso viene separato
dall’essenza tramite lavaggio con alcool vegetale e si procede poi con la
distillazione per allontanare l’alcool.
• Estrazione con alcool: le parti vegetali contenenti l’olio essenziale vengono messe a
macerare in alcool. La distillazione poi servirà per separare l’alcool dall’essenza.
• Estrazione con solventi volatili: la materia prima vegetale viene messa a contatto
con un solvente organico (esano, benzene, acetone o toluene) che estrae sia
l’essenza sia le cere, ottenendo una sostanza chiamata “concreta”. La concreta
viene trattata con alcool per separare e quindi eliminare le cere. L’alcolato viene
successivamente distillato per separare l’alcool e ottenere l’olio essenziale.
Controlli di qualità
È importante che gli oli essenziali che si utilizzano siano al 100% naturali e puri.
Soprattutto è importante capire qual è l’origine delle materia prima, perché se durante la
coltivazione sono stati usati insetticidi ed erbicidi, questi poi li ritroveremo anche nell’olio
essenziale. Le piante devono quindi essere coltivate seguendo il metodo biologico o
biodinamico o provenire da raccolta spontanea in luoghi controllati e certificati sicuri.
In Italia sono nove i marchi che si possono trovare come garanzia di provenienza
biologica: AIAB, ECOCERT, IMC, BIOAGRICERT, BIOS, CCPB, CODEX, QC e I, SUOLO e
SALUTE.
Come garanzia di provenienza biodinamica c’è invece il marchio DEMETER.
Adulterazioni
Spesso, a causa del loro costo, gli oli essenziali vengono adulterati.
Possono essere riprodotti sinteticamente, diluiti in un olio vegetale (in questo modo
possono essere etichettati come 100% naturali) o “tagliati”, cioè diluiti in uno dei loro
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componenti, estratto però da un’essenza più economica (per esempio la rosa viene diluita
con geraniolo, estratto dal geranio). Un’essenza può anche essere ricostruita interamente
in laboratorio con componenti estratti d piante più economiche (quindi anche in questo
caso può essere etichettato come 100% naturale).
Il caso più eclatante è quello dell’olio essenziale di rosa, molto costoso e quindi molto
contraffatto.
Per riprodurlo artificialmente di solito utilizzano la seguente formula:
- citronella 38%
- geraniolo 14%
- neroli 7%
- β-feniletanolo 3%
- eugenolo dimetiletere 3%
- farnesolo 1%
- ossido di rosa 1,86%
- β-damascenone 0,14%
-
totale 68%
L’olio essenziale così composto odora effettivamente di rosa, ma il 32% di sostanze
mancanti (oltre 100 sostanze chimiche) sono quelle che contribuiscono a conferire all’olio
essenziale di rosa le sue eccezionali capacità di agire in modo positivo sulle pelle e sulla
psiche.
Il nostro naso non riesce a distinguere un’essenza sintetica da una naturale, ma il nostro
cervello è molto più sensibile.
Vi è mai capitato di uscire col mal di testa da una profumeria o da un negozio di saponi e
prodotti per il corpo profumati? Questo succede perché le sostanze sintetiche “irritano” il
cervello, il quale reagisce con dolore.
Etichettatura
Consiglio sempre di controllare le etichette di ciò che si desidera acquistare, che siano essi
cibi, cosmetici o capi di abbigliamento.
L’etichettatura deve essere sempre chiara ed esauriente, indice di serietà dell’azienda
produttrice.
Prima di comprare un’essenza quindi, assicuratevi che sulla confezione ci siano sempre le
seguenti informazioni:
- parte della pianta utilizzata;
- nome della pianta;
- nazione di origine;
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-
organismo di certificazione;
metodo di coltivazione;
metodo di estrazione;
anno di produzione;
numero di lotto;
norme di conservazione;
indicazioni di sicurezza;
volume contenuto;
produttore.
Come agiscono gli oli essenziali
Gli oli essenziali agiscono sia a livello fisico sia psichico.
Quando annusiamo un profumo, le sue molecole raggiungono la nostra mucosa olfattiva
(sita in cima alla cavità nasale) la quale è ricoperta di “ciglia”. Queste altro non sono che
cellule olfattive che trasformano il profumo in impulso elettrico, trasportandolo al
cervello, dove si lega a una precedente impressione olfattiva (anche a livello inconscio).
Anche per questo motivo un profumo può o meno piacere, perché richiama emozioni più
o meno belle.
Le molecole degli oli essenziali hanno molta affinità con la pelle, quindi riescono molto
facilmente a penetrare attraverso la cute, arrivando in profondità e raggiungendo in pochi
minuti il circolo sanguigno, diffondendosi poi in tutto l’organismo.
Tutti gli oli essenziali, anche se in diversa misura, hanno potere antibiotico, antivirale,
antisettico e antinfiammatorio. Inoltre sono in grado di stimolare le nostre difese
immunitarie.
Ogni olio essenziale è poi dotato di una propria attività che lo caratterizza. L’olio
essenziale di rosmarino, per esempio, stimola la micro-circolazione e può essere utile in
caso di cellulite, smagliature, macchie della pelle, forfora o capelli deboli; è un ottimo
disintossicante epatico e, a livello psichico, è un tonificante, aumenta la lucidità di
pensiero, l’attenzione, la memoria e la voglia di fare, utilissimo quindi quando si studia o
si lavora.
In base all’intensità e alla persistenza del loro profumo, gli oli essenziali sono divisi in tre
diverse categorie:
- Note di testa: nelle miscele sono i primi profumi che si sentono ma anche i più
veloci a svanire perché evaporano più velocemente. Lavorano sulla parte alta del
corpo, sulla testa appunto, e aiutano ad alleggerire lo stress stimolando la lucidità
mentale. Fanno parte di questa categoria le essenze di agrumi e delle piante
aromatiche meno intense.
- Note di cuore: sono i profumi che nelle miscele si sentono in un secondo momento,
costituendone il “cuore”. Agiscono sulla zona centrale del corpo, quella del busto,
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lavorando sugli organi interni e sul metabolismo e aiutano a riportarci al presente.
Fanno parte di questa categoria le essenze di fiori, alcune spezie e le erbe aromatiche
più intense.
- Note di base: sono i profumi più pesanti e caldi, quelli che nella miscela si sentono
per ultimi perché sono i più lenti a evaporare. Agiscono sulle nostre radici, dalla
pelvi in giù, aiutandoci a tornare coi piedi per terra quindi tranquillizzandoci e
dandoci sicurezza. Fanno parte di questa categoria gli oli essenziali di legni e resine.
Conservazione
Gli oli essenziali sono molto delicati ma se ben conservati possono durare anche per anni.
È importante che non prendano luce o aria, quindi devono essere conservati in bottiglie di
vetro scuro, evitando di tenerle aperte più del necessario. È bene anche tenerli lontani da
fonti di calore.
Come si utilizzano
Essendo molto attivi, gli oli essenziali andrebbero usati sempre diluiti sulla pelle.
Fanno eccezione l’essenza di lavanda, camomilla, geranio e rosa che, all’occorrenza,
possono essere applicati puri.
Non essendo solubili in acqua gli oli essenziali possono essere diluiti in oli vegetali, burro
di karatè, argilla verde o bianca, fanghi e sali del Mar Morto, in proporzioni dell’ 1-3%
rispetto al vettore.
In questo modo si potrà unire l’attività del vettore a quella dell’olio essenziale, preparando
oli o creme per viso e corpo, maschere, impacchi o bagni personalizzati.
Allo stesso modo le essenze possono profumare, secondo le proprie necessità e i propri
gusti, shampoo, bagnoschiuma, saponi liquidi o creme neutre.
Gli oli essenziali possono essere utilizzati anche per profumare gli ambienti: è sufficiente
metterne poche gocce nelle lampade per aromi, negli umidificatori dei termosifoni o su un
batuffolo di cotone posto poi sopra il calorifero. Si può profumare il potpurri o dei
cartoncini assorbenti da porre poi in cassetti e armadi.
Gli oli essenziali, se puri al 100%, possono essere ingeriti in dosi di 3-4 gocce al giorno. Ma
vista la loro forte attività e quindi potenziale tossicità, sconsiglio di solito questo utilizzo,
in quanto, come detto prima, l’assorbimento cutaneo è molto elevato.
Si possono utilizzare per aromatizzare cibi e bevande (1 goccia è sufficiente per 100g/ml
di prodotto): gli oli essenziali di arancio, limone o vaniglia sono ottimi per i dolci,
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rosmarino e timo per sughi e arrosti, bergamotto o gelsomino per il tè…si può
sperimentare!
L’importante è sempre controllare, prima dell’acquisto, la qualità dell’olio essenziale,
soprattutto se lo si acquista per uso cosmetico o alimentare.
Le acque aromatiche
Come detto precedentemente anche le acque aromatiche sono un prodotto della
distillazione, perché altro non sono che il vapore condensato che ha estratto l’olio
essenziale.
Esse non contengono quindi i sali disciolti in origine nell’acqua (perché sono distillate) né
la frazione più irritante degli oli essenziali. Contengono invece le sostanze idrosolubili
della pianta d’origine e parte dell’essenza estratta.
Sono sicure a tutte le età, sia per uso interno sia per uso esterno e sono ottime da miscelare
all’argilla per preparare maschere e impacchi per viso, corpo e capelli, possono essere
usate come tonici per il viso, come alternativa ad oli o creme per il corpo, per fare sciacqui
orali o gargarismi in caso di disturbi di bocca e gola, per fare impacchi in caso di irritazioni
oculari, per aromatizzare cibi…
Per esempio l’acqua aromatica di melissa è ottima come tonico per le pelli grasse, quella di
amamelide, come quella di lavanda o camomilla, può essere utilizzata come dopo barba o
dopo sole, l’acqua di rose va benissimo per coloro che hanno problemi di capillari
fragili…per le coliche del bambino un cucchiaino di acqua di camomilla o lavanda può
essere molto utile.
Lo sapevate che…
Per estrarre 1 litro di olio essenziale di arancio sono necessari 200-300 kg di bucce di
questo frutto; per estrarre 1 litro di olio essenziale di neroli servono invece 1000-1500 kg di
fiori d’arancio; per estrarre 1 litro di olio essenziale di limone sono sufficienti 40 kg di
scorze.
Per estrarre 1 litro di olio essenziale di gelsomino servono 8 milioni di fiori.
Nell’antico Egitto erano i Sacerdoti a preparare i profumi. Le loro ricette erano
gelosamente custodite e con il loro utilizzo curavano ferite, malattie e disturbi della psiche.
Ogni faraone aveva i suoi profumi personali, uno per ogni occasione, in modo da
amplificare le emozioni che accompagnavano le diverse situazioni: quello stimolante da
indossare prima della battaglia, quello rasserenante da usare prima della meditazione e
molti altri. Anche ogni imbalsamatore, conoscendo le proprietà antisettiche e antibiotiche
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degli oli essenziali, aveva le proprie ricette segrete per arrestare il processo di
decomposizione dei corpi dei defunti.
Ad ogni dio egizio poi era associato un determinato profumo e, durante le cerimonie,
ungevano ogni statua col proprio profumo per attirare la benevolenza degli dei.
Nell’India antica, così come oggi, gli oli essenziali venivano utilizzati per curare le malattie
psicologiche. Ad ogni blocco emozionale corrispondeva un blocco energetico di uno o più
chakra e ad ogni aroma corrispondeva un’emozione. Annusando o massaggiando il
profumo affine, si riequilibrava il chakra.
Per approfondire
“Enciclopedia degli oli essenziali”, Julia Lawless, Ed. Tecniche Nuove
“Profumi di benessere”, Laura Savo, Ed. Daigo Press
“Aromaterapia”, Fabio Nocentini, Ed. Mediamax & Partners Comunicazione
“Oli essenziali”, Primavera Life
“Manuale di aromaterapia”, Danièle Ryman, Ed. Tecniche Nuove
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