La preghiera della tradizione - Seminario Vescovile di Padova

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La preghiera della tradizione - Seminario Vescovile di Padova
Se vi diciamo preghiera della tradizione a cosa pensate?...
Forse vi vengono alla mente quelle lunghe sequenze di parole imparate a memoria in chissà quale
occasione della vostra vita per rispondere non tanto ad un vostro desiderio ma ad un necessità altrui.
Sbaglio o è così?
Dal Salve Regina all’Atto di dolore, ci mettiamo dentro persino il Credo….a volte se ci mettiamo a pensare a
quello che stiamo dicendo non ci rendiamo nemmeno conto a che punto siamo arrivati in questa lunga
litania di parole. Così Gesù ci stupisce e ci rivela il segreto nascosto dentro le preghiere che chiamiamo
“della tradizione”. Nel Vangelo di Matteo 11, 25 Egli prega così: “ Ti rendo lode Padre, Signore del cielo e
della terra perché hai nascosto queste cose ai sapienti e ai dotti e le hai rivelate ai piccoli”.
Detto questo…………. Perché pregare con le preghiere della tradizione che ci vengono consegnate dai
dai nostri
Padri nella fede?
fede?
Ogni bambino impara dai propri genitori a camminare cercando protezione, afferrando la loro mano,
impara a mangiare da solo dopo essere stato imboccato e tante altre cose ancora…..e così impara anche a
parlare ascoltando le voci a lui famigliari , muovendo le labbra e sillabando……molti dicono che la prima
parola sia MAMMA!
La prima parola che insegna Gesù, invece, è Abbà….papà!
Se pensiamo alla prima volta in cui quel papà, Dio, parlò a Mosè dal roveto ardente, prima di istruirlo
sentiamo uscire dalla bocca del giovane ebreo una protesta simile a quella di un bambino: “ Io non sono un
buon parlatore” (Es 4, 10). E così anche il profeta Geremia, ricordando al Signore (quasi che Dio non lo
sapesse) di essere soltanto un giovane inesperto, sì sentì rispondere: “ Non dire: sono giovane! Ecco io
metto le mie parole sulla tua bocca” (Ger,1,7-9).
Le parole delle preghiere della tradizione sono per noi come uno scrigno che contiene tesori sempre antichi
e sempre nuovi. Questi tesori sono parole che contengono un mistero che affonda le sue radici nella
scrittura e nella tradizione. È compito nostro custodirle, insegnarle e tenerle sempre vive perché sono
L’ABC della nostra fede. Infatti, proprio come il bambino comunica con il mondo per mezzo delle parole che
ha imparato nella sua infanzia, così anche noi riceviamo dalla chiesa questo linguaggio essenziale che ci
aiuta a comunicare con il Signore; perché così quando i nostri capelli inizieranno a diventare bianchi e la
nostra fede avrà respirato la libertà potremo anche noi parlare a Dio aprendo i tesori del nostro cuore.