Studio - Ilario Fioravanti

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Studio - Ilario Fioravanti
Studio
Ilario
Fioravanti
Sorrivoli
Ilario e Adele Fioravanti
sono lieti di invitarLa
maggio 2009
a cura di
Flaminio Balestra, Massimo Balestra
CASA DELL'UPUPA
piazza Roverella, 13
47020 Sorrivoli di Roncofreddo (FC)
tel. 0547 326064
www.ilariofioravanti.it
e-mail: [email protected]
sabato 16 maggio
ore 18
Giuseppe Zanotti
I CONFLITTI DELLA CREATIVITÀ
Il complesso rapporto tra sogno e realtà,
tra passione e impresa
In periodi di crisi, come la situazione attuale, l’impresa
potrebbe essere una zavorra per un creativo; ma la
creatività, anche se risultasse non determinante per le
esigenze odierne di mercato, rimarrebbe comunque una
preziosa fonte di riflessione e di stimolo nella vita di chi
cerca soluzioni e si prepara ad affrontare i differenti
percorsi e le nuove sfide della società contemporanea.
Un creativo non può e non deve rimanere senza sogni.
Giuseppe Zanotti
< foto di Patrick Demarchelier
Giuseppe Zanotti nasce nel 1957 a San Mauro Pascoli.
All’inizio degli anni Ottanta è un giovane che ama la musica,
frequenta i circoli culturali, le discoteche, le
radio libere. Ambienti eccentrici e carichi di energia nei
quali coltiva la passione per la musica, il design, l’arte, la
bellezza.
Questa forte passione rapidamente lo spinge verso il mondo
della moda. Si intrufola nelle sfilate a Milano e Parigi,
frequentate da artisti e stilisti divenuti poi delle vere icone
come Andy Warhol, Thierry Mugler, Keith Haring, Jean Paul
Gaultier, Antonio López ed altri. Affascinato dai piedi delle
donne e cresciuto in un paese dalla grande tradizione nella
produzione di scarpe dilusso, inizia la sua carriera come
free-lance designer di calzature femminili, collaborando
con grandi aziende italiane ed internazionali.
Il suo estro di designer doveva però sempre essere mediato
dalle richieste dei committenti che ponevano un freno alla
sua libertà creativa e si rifiutavano di produrre calzature
troppo complicate o costose.
Così, quando nel 1994 si presenta l’opportunità di creare
un marchio proprio, decide, insieme alla moglie Cinzia, di
rimettere tutto in gioco e accettare una scommessa:
diventare imprenditore per realizzare le scarpe dei suoi
sogni.
La Vicini era allora un piccolo laboratorio di una decina di
artigiani, ma immaginando il mondo della donna in un
piede, inizia a disegnare gioielli, tacchi, a lavorare la
seta, ricamare il velluto e sperimentare nuove tecniche di
costruzione per un nuovo modello di calzature
seducenti e per meglio interpretare i sentimenti e le emozioni
dell’universo femminile.
La prima collezione Primavera-Estate viene presentata a
New York, in una stanza dell’Hotel Plaza improvvisata
showroom. I buyer, anzitutto americani, la apprezzano e
premiano immediatamente, dando fiducia a questo
giovane che tanto aveva ancora da raccontare con il suo
lavoro.
Oltre ad aver l’onore di servire i più prestigiosi
department stores del mondo e vedere le proprie creazioni
indossate da numerose celebrities per show e
red carpet, viene insignito per ben tre volte (nel 2000,
2003 e 2007) del premio di “Designer of the year”.
sabato 23 maggio
ore 18
Vittorino Andreoli
L’ART BRUT (NON CULTUREL)
“Un movimento artistico che ha salvato dal nulla tante
opere che la pittura ufficiale nemmeno prendeva in
considerazione sulla base del pregiudizio che escludeva il
matto dal mondo dell’arte. Un a priori che non poteva
ammettere eccezioni: un dogma”.
“L’Art Brut è un movimento storico concluso. Non esiste
più. Non ha senso esista, essendosi superate quelle
posizioni preconcette e la negazione a priori del diritto di
accedere alla grande arte da parte di malati di mente e
di persone ai margini della società e della cultura.
Una delle traduzioni di Art Brut è stata «Outsiders» che
esprime bene lo stesso concetto. Si sono chiamati anche
«Irregolari». Oggi si è imposto il criterio per cui un’opera
va valutata indipendentemente dall’appartenere o no alla
follia. Il suo valore è intrinseco, potremmo dire, e non
condizionato dalle caratteristiche mentali del suo
compositore. Un criterio che se venisse ancora applicato
potrebbe capovolgere la situazione sia perché è mutato il
significato e la definizione stessa di follia, sia soprattutto
perché nessun artista ama sentirsi definire «normale»:
termine che suona spesso come «banale», «scontato».
Si è trattato di un movimento straordinario che va
chiuso dentro la storia: 1939-1976”.
“Si deve aggiungere che se la funzione del movimento è
stata enorme, il fondamento dei suoi principi era già
allora piuttosto fragile e ora appare superato, allo stesso
modo per cui non esistono più cubisti o dadaisti e se
alcuni pretendono di appartenervi sono soltanto dei
decadenti o degli impotenti.
È come se uno oggi sostenesse la teoria newtoniana,
quando bisogna tenere conto di Albert Einstein”.
I passi sono tratti da: Vittorino Andreoli, Carlo e il suo
psichiatra, in Carlo Zinelli. Catalogo generale, Marsilio, 2000.
Vittorino Andreoli, nato a Verona nel 1940, si laurea in
Medicina e Chirurgia all’Università di Padova con una tesi
di Patologia Generale sotto la guida del prof. Massimo Aloisi.
Continua la ricerca sperimentale presso l’Istituto
di Farmacologia dell’Università di Milano, dedicandosi ora
interamente all’encefalo. In particolare alla correlazione tra
biologia dell’encefalo e comportamento animale e umano.
Lavora in Inghilterra a Cambridge, al Department
of Biochemistry, e in seguito negli Stati Uniti:
prima alla Cornell Medical College di New York e
successivamente alla Harvard University, con il professor
Seymour Kety direttore dei Psychiatric Laboratories e
della Cattedra di Biological Psychiatry. In questo periodo si
evidenzia decisamente il suo interesse per il comportamento
nella sua dimensione patologica e si dedica alla psichiatria
al suo rientro in Italia.
È specialista in Psichiatria e successivamente in
Neurologia. Consegue la Libera docenza in Farmacologia e
Tossicologia. Dal 1972 diventa Primario di psichiatria
e da allora ha esercitato la professione nell’ambito delle
strutture pubbliche con i diversi cambiamenti succedutisi
dal punto di vista dei sistemi di assistenza al malato di
mente e fino al 1999. È co-fondatore e primo Segretario
della Società Italiana di Psichiatria Biologica.
Presiede per molti anni La Session on Psychopathology
of Expression della World Psychiatric Association di cui
attualmente è President of Honour.
Fondatore e co-direttore dei Quaderni Italiani di
Psichiatria per vent’anni.
Me mbro italiano al Safety Working Party della The
European Agency for the evaluation of Medicinal
Products dal 1998 al 2001. Docente di “Psicologia
generale” e di “Psicologia della crescita” presso
l’Università del Molise negli anni 1998-2001.
Pensiero
I contributi più significati si legano:
1. La plasticità del cervello come “luogo” per la patologia
mentale e in questo ambito sostiene che l’ambiente
(l’esperienza) contribuisce a strutturare il cervello.
2. Le comunicazioni non verbali in psichiatria come ampliamento
del rapporto tra paziente e medico, ma anche come espressione
che può giungere fino all’arte.
3. Il rapporto stretto tra cultura e psichiatria e dunque
la p s i c h i a t r i a c o m e d i s c i p l i n a c h e è p a r t e d e l l a
antropologia.
4. Si dedica allo studio dei comportamenti estremi e alla analisi
dell’omicidio con un contributo alla psichiatria applicata alla
giurisprudenza. In particolare sostiene la compatibilità tra
normalità e omicidio definendone le dinamiche.
5. Si dedica attualmente allo studio dei sentimenti, visti
come elemento essenziale per vincere la paura e dunque
anche per modificare i comportamenti sociali.
In particolare è attento al comportamento adolescenziale.
Opere
Per ognuna di queste aree ha pubblicato:
1. La terza via della psichiatria, Mondadori, 1980;
La Norma e la scelta, Mondadori, 1984; L’uomo folle,
Bur, 2007.
2. Il linguaggio grafico della follia, Masson, 1969.
3. Un secolo di Follia, Rizzoli, 1991; Istruzioni per essere
normali, Rizzoli, 1999; I miei matti, Rizzoli, 2004;
L’uomo di vetro: la forza della fragilità, Rizzoli, 2008.
4. La violenza, Rizzoli, 1993; Voglia di ammazzare,
Rizzoli, 1996; Delitti, Rizzoli, 2001; Il lato oscuro,
Rizzoli, 2002.
5. Giovani, Rizzoli, 1995; Cronaca dei sentimenti,
Rizzoli, 2000; Una piroga in cielo, Rizzoli, 2002; Fuga dal mondo, Rizzoli,
2003; Lettera a un adolescente,
Rizzoli, 2004; Lettera alla tua famiglia, Rizzoli, 2005; Lettera ad un insegnante,
Rizzoli, 2006; Racconti segreti, Rizzoli, 2005; L’alfabeto delle relazioni,
Rizzoli-Bur, 2005;
La vita digitale, Rizzoli, 2007; Silenzi, Rizzoli, 2007.
sabato 30 maggio
ore 18
Paolo Turroni
CHE GIOIA VEDERE UDIRE FIUTARE TUTTO
Marinetti e un secolo di Futurismo
Nel 1909 iniziò la prima vera avanguardia del Novecento,
l’ultima grazie alla quale l’Italia lasciò un segno duraturo
sulla cultura europea. Attraverso la vita e l’opera di Filippo
Tommaso Marinetti, con una breve ma intensa rassegna di
testi, fra Manifesti e opere poetiche, fino ai Radiodrammi
del 1941, si tenterà di tratteggiare il ritratto di un artista
fondamentale per la storia culturale d'Europa. In particolare
si segnalerà l’unicità futuristica all’interno delle varie
avanguardie del Novecento.
Paolo Turroni
L’incontro rappresenta il prologo alla sesta edizione dei “Suoni dello
spirito”, rassegna di spiritualità in musica e poesia diretta da Paolo
Turroni, che si svolgerà a Cesena durante il mese di agosto 2009.
Letture di Loris Canducci, Daniela Montanari, Paolo Turroni. Breve
intermezzo musicale a cura di Alessandro Emiliani, docente al Conservatorio
“Maderna” di Cesena.
Paolo Turroni (1974), è nato nel Veneto, ma fin da piccolo
ha vissuto a Cesena. Giornalista e insegnante, si occupa di
cultura e storia, cercando soprattutto di portare l’attenzione
del pubblico – siano studenti o lettori – verso l’arte e la
poesia. Scrive sulla Voce di Romagna e sul Corriere cesenate,
e collabora con la Società di studi romagnoli.
Ha scritto e fatto rappresentare con successo testi teatrali
(La commedia del baule, 2002; Leonardo a Cesena, che ha
esordito nel 2003 nel Chiostro grande dell’Abbazia del Monte
di Cesena) e dal 2004 ha organizzato la rassegna poetica
“I suoni dello spirito” all’Abbazia del Monte di Cesena.