Scarica - Collegio Geometri Genova

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Scarica - Collegio Geometri Genova
il geometra
ligure
4
ottobre
novembre
dicembre
2010
Tariffa Regime Libero:
“Poste Italiane S.p.A.” Sped. abb. post. 70% - DBC Genova
In caso di mancato recapito restituire a:
Collegio Geometri Viale Brigata Bisagno, 8/1-2 – 16129 Genova
che si impegna al pagamento della tariffa
Contiene I.R.
il geometra
ligure
anno 59° - 4 ottobre novembre dicembre 2010
Tariffa Regime Libero: “Poste Italiane S.p.A.”
Sped. abb. post. 70% - DBC Genova
Tassa pagata Autorizzazione del Tribunale di Genova n. 318 del 29/11/54
Direttore Responsabile
Arnoldo Juvara
Foto di copertina geom. Adolfo Morasso
Segretario di Redazione
Marco Russello
Redattori
Roberta Arena
Pier Emilio Copello
Alessio Danovaro
Paolo De Lorenzi
Ettore Fieramosca
Filippo Finocchiaro
Franco Garbarino
Mauro Mattei
Andrea Merello
Adolfo Morasso
Liliana Olcese
Alessandro Ombrina
Roberto Ombrina
Adriano Rodari
Lorenzo Traverso
Porto Antico
ottobre
novembre
dicembre
2010
sommario
Servizio fotografico e Coordinatore dell’immagine
Adolfo Morasso
Direzione Amministrazione
Redazione e Distribuzione
16129 Genova
Viale Brigata Bisagno, 8/1-2
Tel. 010.5700735
[email protected]
www.collegio.geometri.ge.it
Hanno collaborato a questo numero
avv. Pier Paolo Capponi
geom. Alberto Marcenaro
rag. Almiro Ramberti
La presente pubblicazione è distribuita gratuitamente agli iscritti
all’albo professionale della Provincia di Genova ed ai Collegi Geometri
e Geometri Laureati d’Italia. La riproduzione degli articoli, schizzi e
fotografie è permessa solo citando la fonte. Le opinioni espresse dagli
Autori, Redattori, Corrispondenti non impegnano né la Direzione, né
la Redazione, né il Collegio di cui il periodico è l’organo.
Stampato nel mese di dicembre 2010
dalle Grafiche Fassicomo
Via Imperiale, 41 - 16143 Genova
Questo periodico è associato alla Unione Stampa Periodica Italiana
4
138
Pensieri di fine anno
141
Due dozzine di acini d’uva
144
I Geometri e l’alluvione
di Sestri Ponente
145
Ripartizione dellespese
di manutenzione straordinaria
147
Il degrado delle murature ed i problemi di compatibilità degli intonaci
153
Tabelle Millesimali
156
La deontologia
157
Giurisprudenza
159
Legislazione dello Stato
163
Comunicazioni dal Consiglio Nazionale
Geometri e Geometri Laureati
165
Cultura Ligure: Genova com’era...
173
Salvate dall’oblio due preziose
testimonianze storiche
176
Assogeo a Rondanina
178
Lettere in redazione
PENSIERI
DI FINE ANNO
Geom. Arnoldo JUVARA - Direttore Responsabile della rivista
P er molti mesi sono rimasto lontano da
queste amate pagine, almeno per me
e spero un po’ anche per Voi che mi leggete,
ma non per mia colpa, quanto perché ho nuovamente vissuto – seppure diversamente – un
“blackout”, come si ama oggi dire, legato ad
un evento di salute che – grazie a Dio – è
ormai sostanzialmente risolto. Dico questo,
non per giustificare la mia assenza nei Vostri
confronti, quanto per far presente che – nella
malattia – ho avuto più tempo per pensare,
meditare, osservare l’intorno, vivere l’Amicizia, l’Amore e tante, tante altre situazioni
che arricchiscono la persona dentro.
Subito voglio dire che ho avuto ulteriore
conferma che “vivere” vuol dire condividere,
cioè vivere con gli altri e per gli altri, anche
se per molti di noi il lavoro ci ha sempre
talmente assorbito che lo identificavamo quasi
con la vita. Ho vissuto l’esperienza di Amici
molto impegnati nella loro vita di lavoro e
di famiglia, che hanno trascorso ore con me,
dandomi una forza che mi ha aiutato enormemente a sopportare lo stato di malato ma
soprattutto mi ha fatto sentire amato, oltre la
famiglia che ha fatto miracoli, capendo che
dovevo guarire anche per loro, non solo per
me, per mia moglie, i miei figli ed i miei
nipoti.
Da queste pagine voglio ringraziare tutti
coloro, e tanti sono stati i Colleghi, che mi
sono stati vicino e dire loro del grande aiuto
che mi hanno dato.
Non voglio proseguire su questi “pensieri”
che trovano, tra l’altro, una ben più elevata
collocazione nello scritto del nostro Amico,
Collega, Decano della Categoria e redattore
della nostra rivista, Geom. Lorenzo Traverso.
Ecco, due esperienze
simili ma a livelli ben diversi di sofferenza, di causa
e di epoca, che hanno in
comune l’Uomo e la sua
parte migliore: la bontà e
l’altruismo.
La solidarietà e la condivisione sono certamente
realtà ancora molto presenti
ma poco o punto raccontate, sia dalle persone che dai
cosiddetti “media”, per cui
vediamo, anziché il meglio,
il peggio che ci fa pensare
ad una forma di decadimento, di egocentrismo,
Walter Leistikow, Gru in volo, 1899. Litografia
Pensieri di fine anno
Il geometra ligure
139
Karl Schmoll von Eisenwerth, Novembre, 1903. Autotipia
di violenza che sembra non avere confini, in
ogni settore.
Non credo che solo nella malattia e nelle
grandi sofferenze debba nascere il “fiore”
dell’umanità buona e disponibile. Ciò, invero, è sempre presente ma poco palesato
e la circostanza mi addolora e disorienta al
punto di pensare quasi che questo non sia
più il nostro mondo perché ne conosciamo
prevalentemente la violenza, la cattiveria, il
tradimento, l’interesse, insomma le espressioni
più deleterie dell’animo umano. Lo ha detto
recentemente anche Papa Ratzinger.
Ma cosa succede da tempo?
Non faccio esempi di quanto male avviene
e ci viene raccontato in continuazione dai
“media” nei TG, nei dibattiti ed altro, perché a tutti noto, ma mi domando: dobbiamo
continuare a subire questo diseducativo modo
di informare? dobbiamo continuare a vedere
politici che si insultano, si detestano, si fanno
del male, dicono le peggiori bugie, pur di
superare l’avversario? dobbiamo continuare ad
avere paura per il bene dei nostri nipoti e per
l’educazione che ricevono o per i compagni
che frequentano?
Purtroppo sembra di sì. Poco vedo nei
comportamenti di molti e nella volontà politica, che faccia sperare in un cambiamento,
seppure lento, ma positivo.
Il fatto è che veniamo continuamente informati di fatti di violenza su cui i giornali
e la TV lavorano in modo morboso. Ma questa morbosità è in parte colpa nostra perché
diamo loro lettura ed ascolto e quindi - per
l’“audience” o la “tiratura” - si sentono in
“dovere” di rimarcare le brutture della vita.
Ce n’è per tutti, allora che fare? Credo che
cambiare canale televisivo quando insistono
fuori misura su fatti di cronaca, cercare le
trasmissioni più equilibrate e dare loro merito con il nostro contributo di visione sia
indubbiamente un buon segnale come non
comprare quei giornali che enfatizzano i fatti
negativi della vita quotidiana e non si limitano
ad informare.
Ciò vuol dire, in pratica, che non si dovranno più guardare la televisione o leggere
i giornali, il che è ovviamente impossibile
giacché, comunque sia, all’informazione non
si può né deve rinunciare, magari cerchiamo di
incoraggiare nicchie di informazioni che più si
avvicinano al nostro pensiero educativo. Ed è
proprio sotto il profilo educativo che possiamo
fare molto perché, in buona parte, dipende
da noi e non dagli altri. Non mi voglio certo
cimentare su questo argomento, mi limito a
dire che è sufficiente essere di buon esempio
per i nostri figli, nipoti, amici, conoscenti e
per il mondo che ci circonda, per contribuire
140
Pensieri di fine anno
Il geometra ligure
Studi di Alfred Sisley
più di quanto sembra alla crescita educativa di
tutti. Purtroppo, spesso, facciamo il contrario,
cioè ci adeguiamo ai comportamenti negativi
degli altri piuttosto che confermare con forza
i nostri, sani e costruttivi. Famosa in questo
senso la commedia Shakespeariana a titolo
“Così fan tutti”. D’altra parte, se vogliamo
iniziare a cambiare dobbiamo in qualche modo
far capire che così non va. Pensiamo ai nostri
bambini, che vivono per molto tempo realtà
televisive non vere, violente e che poco o
nulla insegnano di buono. Guardiamo molti
ragazzi che hanno vissuto in questo modo
e che hanno comportamenti che spesso non
riusciamo a giustificare ed hanno in loro il
senso della prepotenza e spesso della violenza.
Solo noi possiamo fare da contrasto positivo,
con il controllo e l’amore, l’educazione e
– come detto – l’esempio.
Dobbiamo cambiare e presto, il “buonismo”, confuso per “democrazia”, ha fatto
danni enormi e continua a farli. Il falso senso
di “libertà”, trasformato in “licenza”, non fa
comprendere che si è liberi nella misura in
cui si consente anche agli altri di esserlo parimenti. La libertà individuale, insomma, finisce
dove può calpestare quella degli altri.
Si è visto cosa è successo a Genova durante
la “non disputata” partita, Italia-Serbia, si vede
continuamente che politici, addirittura il Papa,
non possono esprimersi per l’intolleranza di
taluni, si vedono tutti i giorni tra i “nostri”
politici le continue vicendevoli intolleranze,
ecc.. Ecco, con la nostra rivista, seppure in
misura minima, cerchiamo anche di rinverdire
i buoni sentimenti di tutti, di ricordare che
innanzi tutto v’è l’Uomo, come persona che
deve essere rispettato ed amato, di trascurare
le cattiverie ed esaltare i sentimenti buoni. Ci
sforziamo di ricordare che vivere, come detto,
vuol dire “condividere” e, in una Categoria
professionale come la nostra, ciò è ancora,
non solo più vero, ma importante.
E’ un sogno vedere migliore il mondo che
ci circonda ed il nostro? No, perché tutti noi
possiamo dare un micro- contributo, che unito
ad altri darà certo grandi risultati.
Finiamo questo anno 2010, per molti aspetti
più difficile di altri, senza dimenticarlo perché
ogni esperienza, anche negativa, ci arricchisce
perché ci insegna, come le “due dozzine di
acini d’uva” che in queste pagine racconta
l’Amico Traverso. Sfruttiamo queste esperienze per migliorare noi e l’anno nuovo che
ci attende che, auguro a tutti noi, sia foriero
di una ripresa economica ma soprattutto che
costituisca l’inizio, anzi la continuazione, dalla
nascita dell’Uomo, come va effettivamente inteso, cioè espressione ed immagine di Dio.
Un abbraccio a tutti ed auguri, auguri,
auguri ...
Due dozzine di acini d’uva
geom. Lorenzo Traverso
Il 23 ottobre ricorrerà il 68° annniversario dell’inizio della battaglia di El Alamein, una
delle battaglie cardine della seconda guerra mondiale, quali furono Stalingrado, lo sbarco
in Normandia, i combattimenti navali del Pacifico, ecc.
è stata una battaglia durissima, che ha portato all’eliminazione del fronte dell’Africa
Settentrionale, lungo il quale erano schierati italiani e tedeschi da una parte e inglesi,
australiani, neozelandesi, francesi, sudafricani e sudanesi dall’altra.
Ci siamo rivolti al collega Lorenzo Traverso, il decano dei geometri genovesi in attività
di lavoro, che era laggiù in quei momenti quale (allora...) giovanissimo sergente paracadutista della Divisione FOLGORE e là gravemente ferito con conseguente pesante mutilazione.
Gli abbiamo chiesto di scrivere per la nostra rivista qualche ricordo di quei giorni. E lui,
pur riluttante alla pubblicazione, dopo molte insistenze ci ha mandato il pezzo che pubblichiamo qui sotto, scritto vent’anni dopo quegli eventi, in ricordo di un gesto nobilissimo
di alta umanità che mai potrà essere dimenticato.
“I sentimenti coi quali ho scritto queste
righe sono gli stessi, ancora oggi profondi
e vivissimi, esattamente come 68 anni fa” ci
ha detto il nostro amico Lorenzo.
N el grande capannone sul porto di
Marsa Matruh, in Egitto, dove era
allogato il Centro Chirurgico del R. Esercito,
l’afa era pesante e il caldo insopportabile.
La febbre martellava le tempie e rendeva
il respiro affannoso; il rantolo incessante,
monotono ed esasperante di alcuni moribondi
riempiva l’animo di infinita tristezza per la
loro sofferenza e per l’incognita del domani
di noi momentaneamente ancora vivi.
Eravamo in attesa della nave ospedale
che, a Dio piacendo, ci avrebbe riportato in
Italia, a casa.
La sete era spaventosa: le labbra disseccate
e spaccate, la lingua rigonfia e patinosa, le
fauci inaridite, le mucose della bocca piene
di grosse afte biancastre, dolorosissime.
Continua, ossessiva, allucinante la visione
di bicchieroni d’acqua ghiacciata, di fontanelle
Lorenzo Traverso al corso allievi paracadutisti della
“Regia Scuola Paracadutisti Tarquinia” (Viterbo).
Settembre 1941.
142
Il geometra ligure
Due dozzine di acini d’uva
ma subito avidamente ingollata
sino all’ultima goccia, senza
spegnere l’arsura.
Il soldato di Sanità addetto al
servizio di barbiere mi si avvicina e mi dice: “Devo radervi i
capelli, sergente: il Colonnello
vuole che tutti quelli che arrivano dal deserto siano rasati per
evitare i pidocchi.”
“Fai pure.”
Il personale di quel nucleo
Chirurgico era costituito tutto
da militari triestini e friulani,:
dal Tenente Colonnello medico
che lo dirigeva sino all’ultimo
piantone; e una caratteristica
di quel reparto, oltre la grande efficenza professionale,
era l’estrema pulizia che vi
regnava.
L’Egitto è il paese delle
mosche, da sempre: la Bibbia,
nel libro della Genesi, racconta
della quarta piaga che ha colppito
quel paese, l’invasione dei
Africa settentrionale 1942, il fronte a sud di El Alamein. Schieramenti
sul campo di battaglia. “mosconi”, come li chiama la
Scrittura. Eppure in quel capannone e sotto le tende che lo circondavano non
chioccolanti sotto alberi ombrosi.
c’era un insetto!
In particolare non mi si staccava dalla menFuori di lì bastava aprire la bocca per inte la visione di due grosse bocce di cristallo, goiarne mezza dozzina almeno di insetti.
l’una piena di aranciata e l’altra di orzata,
Il ragazzo, più o meno mio coetaneo,
freschissime, ghiacciate, che sovrastavano il compie delicatamente e in silenzio il suo
banco del bar di Salita San Matteo dove la lavoro: era parrucchiere da borghese, sapeva
mamma ci portava da piccoli a bere appunto come fare.
l’aranciata dopo aver giocato tutto il pomeMentre sta finendo mi chiede: “Sergente,
riggio alla Villetta Dinegro.
perché non avete mangiato?”
Quel locale esiste ancora, anche se dentro
“Perché con la bocca in queste condizioni
è tutto cambiato: le due bocce di cristallo non posso mandare giù quella roba salata.”
non ci sono più.
Il barbiere non dice altro, pulisce, riassetta,
Sul comodino accanto alla branda due saluta, si allontana.
ciotole in alluminio, una ancora piena, intatta,
Dopo un paio d’ore ritorna: tra le mani ha
con lo spezzatino del rancio fatto con la carne una scatola da scarpe, di cartone, una di quelle
in scatola; l’altra, vuota, aveva contenuto la comunissime scatole che tutti conosciamo.
scarsa razione di acqua: acqua dallo strano
Si avvicina e me la porge: dentro, sul
sapore di disinfettante, calda, un vero schifo, fondo, ci saranno stati si e no una ventina di
Due dozzine di acini d’uva
Il geometra ligure
143
acini d’uva, più o meno, a malapena un paio ritornava: la cambusa e le celle frigorifere
erano vuote, il primo scalo dopo Marsa Madi dozzine; una manciata di roba.
“è tutto quello che ho potuto racimolare: truh sarebbe stato l’Italia.
il sommergibile, non era diretto in missione,
Sentito cosa il barbiere cercava e perché,
stava rientrando in Italia. Ma è fresca, perché il marinaio gli aveva aperto lo stesso le celle:
era in frigorifero.”
e lì, “ravattando” sul fondo, aveva raccattato
Avevo la febbre altissima, oltre i 40°; mi quella manciata di acini caduti dai grappoli.
pareva di non capire, perché mi parlava di
Il barbiere mi aveva portato tutto quello
un sommergibile?; ma l’uva era lì davvero, che aveva trovato.
la vedevo, anche se non mi rendevo conto se
Non ricordo il suo nome e me ne ramfosse allucinazione o realtà.
marico continuamente: ricordo soltanto che
Ho messo in bocca quegli acini, erano era friulano, della “bassa”, di San Giorgio
freschi, dolci, succosi. Non credo di aver di Noga o di Latisana o di qualche paese lì
mai provato in vita mia un sollievo simile, intorno.
sentire andar giù quella fresca
dolcezza ghiottamente succhiata e ingoiata.
Sono passati vent’anni, tanti,
ma sento ancora quella intensa
volutà, mai più provata, che mi
faceva rivivere. Succhiavo e
avevo gli occhi pieni di lacrime
di gratitudine infinita.
Da dove veniva quell’uva?
La spiegazione è molto
semplice.
Ogni settimana attraccava
alla banchina di Marsa Matruh
un nostro sommergibile: proveniva dall’Italia, era diretto
in missione nel Mediterraneo
Orientale. Arrivava, sbarcava un
pò di materiale, ripartiva subito
dopo, questione di mezz’ora o
poco più.
Provenendo dall’Italia aveva
le celle frigorifere piene di
frutta e di verdura per l’equipaggio.
Uno dei marinai era compaesano del barbiere: ad ogni
scalo lo faceva salire a bordo
e gli regalava un pò di quel
ben di Dio.
Questa volta però c’era stata
Depressione di El Qattara nei pressi del Qaret el Hymaimat (1942),
una variante: il battello non
luogo di inizio della battaglia, dove Lorenzo Traverso è stato ferito con
era diretto in missione, ma ne
conseguente mutilazione.
144
Il geometra ligure
Cosa lo aveva spinto a quel piccolo, grande gesto che, ne sono sicuro, ha contribuito
a salvarmi la vita? Non per la sostanza di
quello che avevo ingoiato, che era ben poca
cosa, ma per la sensazione di sollievo e di
riconoscenza, che hanno fatto rifiorire in me
la speranza e la voglia di vivere.
Non sa quel ragazzo, e probabilmente non
lo ha neppure mai immaginato, che il suo gesto spontaneo e umanissimo, indice di innata,
unica civiltà, mi ha aiutato a sopravvivere.
E se oggi, vent’anni dopo, sono qui a
scrivere di questo fatto lo devo anche a lui;
Due dozzine di acini d’uva
col conforto della Fede, che mi ha incessantemente sostenuto e per l’educazione ricevuta,
ottimista per natura, non mi sono mai “lasciato
andare” e ho sempre caparbiamente sperato;
ma so che quando si è in un abisso di sofferenza, soli, a più di duemila chilometri da
casa, in piena guerra, un gesto del genere,
al di là del suo valore materiale, solleva lo
spirito, incoraggia, ravviva la speranza, aiuta
a lottare per sopravvivere!
Metto giù queste righe, vent’anni dopo, con
perenne, imperturbabile riconoscenza.
Genova, ottobre 1962
I Geometri e l’alluvione
che ha colpito la delegazione
di Sestri Ponente
I l Collegio dei Geometri e con lui l’Assogeometri e tutta la Categoria, non potevano
far passare nell’indifferenza i gravi fatti alluvionali verificatisi in Liguria e che hanno
particolarmente colpito Sestri Ponente.
Hanno così preso accordi affinché i Geometri che lo ritengono, possano effettuare senza oneri le perizie necessarie per
ottenere i rimborsi che si spera vengano erogati dal Comune
o chi per lui.
Molti Colleghi hanno aderito, però taluni hanno lamentato
la sottrazione di lavoro retribuito. Ci limitiamo a ricordare che
la solidarietà e gratuità vanno insieme e, se costa sacrificio,
assumono un valore ancor superiore.
Grazie quindi a tutti i Colleghi genovesi: a chi opera ed a
chi rinuncia, da parte del Collegio, dell’Assogeo, della Redazione e da tutti i Sestresi.
LA REDAZIONE
La ripartizione delle spese
di manutenzione straordinaria del cortile condominiale
che copre le autorimesse.
Avv. Pier Paolo Capponi
Per le spese di riparazione del cortile di accesso all’edificio condominiale non si applica l’art. 1126 c.c.,
ma per analogia l’art. 1125c.c.
è
oramai nella consapevolezza di ciascuno,
o almeno di molti, che le spese relative
alla manutenzione straordinaria di un lastrico
solare o di una terrazza a livello (equiparata al
primo dalla giurisprudenza della Cassazione, cfr.,
ex plurimis, Cass. 13 dicembre 2007 n. 26239) si
ripartiscono secondo il criterio “un terzo – due
terzi”: vale a dire, un terzo della spesa a carico di
chi è proprietario o ha l’uso esclusivo del lastrico
solare o della terrazza a livello, e due terzi della
spesa a carico di coloro che sono coperti da tali
manufatti.
Il Tribunale di Genova, conformemente peraltro
alla Cassazione, ha più volte ribadito che tale
principio trova la sua ragione d’essere proprio
nella funzione di copertura del manufatto, di tal
che, tutte le volte che esista per l’appunto una
“copertura”, deve adottarsi il predetto criterio di
spesa.
Anzi, il nostro Tribunale ha avuto cura di
precisare che è assolutamente indifferente la destinazione dei due manufatti in questione: quello
che copre e quello coperto.
Cosicchè in un caso sottoposto al suo giudizio
si è completamente disinteressato del fatto che una
terrazza a livello era adibita a spazio di ricrea-
146
Il geometra ligure
zione di una prestigiosa scuola, con quindi suo
indiscutibile ed apprezzabile valore economico,
mentre al di sotto di essa, ad essere coperto, vi
fosse un locale fatiscente, con quindi nessuno o
minimo valore economico, ed ha conseguentemente suddiviso le spese di riparazione della terrazza
secondo il principio “un terzo – due terzi” sopra
riportato (Trib. Genova, sentenza n. 417 del 14
febbraio 1996).
Tale situazione ha più volte fatto ritenere agli
addetti ai lavori - e si crede che in tanti siano
giunti alle stesse conclusioni – che lo stesso
principio non possa che applicarsi anche al cortile
condominiale che copre le autorimesse o qualsiasi
altro locale di sorta: insomma, che tale principio
debba applicarsi tutte le volte in cui ci si trovi
di fronte ad una “copertura”.
Sennonchè la Suprema Corte, con la sentenza n. 10858 del 5 maggio 2010 ha ritenuto che
“In materia di condominio, qualora si debba
procedere alla riparazione del cortile o viale di
accesso all’edificio condominiale, che funga anche
da copertura per i locali sotterranei di proprietà
esclusiva di un singolo condomino, ai fini della
ripartizione delle relative spese non si può ricorrere ai criteri previsti dall’art. 1126 c.c. (n.d.r.:
quello, per intenderci, “un terzo – due terzi”),
ma si deve, invece, procedere ad una applicazione
analogica dell’art. 1125 c.c., il quale accolla per
intero le spese relative alla manutenzione della
parte della struttura complessa identificantesi con
il pavimento del piano superiore a chi con l’uso
esclusivo della stessa determina la necessità della
inerente manutenzione”.
A mio parere tale decisione non è condivisibile.
L’art. 1125 c.c. riguarda i soffitti che separano
un piano dall’altro: fattispecie completamente
differente da quella in esame nella quale si è in
presenza di una copertura del tutto assimilabile
al lastrico solare o alla terrazza a livello e non
certo ad un soffitto che divide due piani.
Nella parte sovrastante il cortile condominiale,
infatti, non vi è alcun “piano”, ma il vuoto.
Non credo neppure che possa avere qualche
rilievo la circostanza che il cortile condominiale
è usato da tutti i condomini mentre il lastrico
solare o la terrazza a livello sono usati (ai fini
dell’applicazione dell’art. 1126 c.c.) solo da
uno o più condomini: a parte il fatto che non
è necessariamente sempre così - ben potendo il
cortile condominiale essere usato solo da alcuni
Ripartizione delle spese di manutenzione straordinaria.
condomini (i proprietari delle autorimesse, ad
esempio, come spesso accade, potrebbero avere
un altro, diverso, accesso all’edificio) - l’unica
conseguenza sarà quella che al terzo della spesa
concorrerà l’intero condominio.
Né mi sembra neppure rilevante l’altra considerazione contenuta nella citata sentenza: quella
che il cortile condominiale viene usato per il
transito o la sosta degli autoveicoli.
A parte che anche ciò - al pari della poc’anzi
citata circostanza, non sempre accade - la conclusione più logica e conforme al diritto non può
che essere quella di valutare questa, eventuale,
“maggiore usura” come causa che potrebbe andare
ad incidere - nel caso concreto, ma non in via
astratta ed assoluta - sul riparto della spesa.
Di certo non può avere la forza di condurre
addirittura, come ha fatto la Cassazione, all’applicazione, seppure in via analogica, di un’altra
norma del codice civile.
Una nota conclusiva.
Come sempre - è oramai un ritornello, ma
non è mai inutile sottacerlo, se non altro per far
comprendere, se mai ve ne fosse bisogno, come
la legge non è equiparabile, per “certezza”, alla
matematica – va detto che esiste un’altra sentenza,
sempre della Cassazione, la n. 11283 del 10 novembre 1998, che in una fattispecie del tutto analoga, ha invece ritenuto applicabile, con la piena
condivisione del sottoscritto, l’art. 1126 c.c. “ In
mancanza di titolo, la natura del diritto su di un
manufatto dipende dalla struttura o destinazione
all’uso o al servizio dei piani o delle porzioni di
piano del fabbricato condominiale; pertanto se un
cortile dà aria e luce a questo ed ha la funzione
di consentirne l’accesso, ancorchè costituisca
copertura di un sottostante locale costruito fuori
della proiezione verticale dei piani sopraelevati,
ha natura condominiale e perciò l’assemblea dei
condomini, con la partecipazione del proprietario del locale in proporzione ai corrispondenti
millesimi è legittimata a deliberare i lavori di
manutenzione necessaria per la conservazione
del piano di calpestio, fungente altresì da soffitto
del predetto locale, mentre la ripartizione delle
conseguenti spese va effettuata secondo l’omologo
criterio stabilito per la terrazza a livello dall’art.
1126 c.c., sì che il proprietario di questo deve
contribuire per due terzi e i condomini per un
terzo”. Centro Studi A.p.e. - Confedilizia Genova
Il degrado delle murature ed i
problemi di compatibilità degli
intonaci. Prima parte
geom. Adriano Rodari
M i sono deciso a scrivere questo
articolo dopo numerose verifiche
su murature deteriorate, a distanza di poco
tempo dal termine di interventi per la loro
manutenzione, per riscontrare diverse fenomenologie e problematiche di degrado,
anche grave, causate, in parte da una errata
applicazione di materiali non appropriati ed
in parte per supporti già aggrediti da sostanze
chimiche inquinanti.
Una preventiva analisi delle cause dello
stato del degrado ed una attenta valutazione
delle murature avrebbero consentito interventi
propedeutici di preparazione dei supporti e
l’applicazione di materiali mirati, evitando
danni sia per la committenza che per le imprese esecutrici con successivi contenziosi,
con grave dispendio economico. I diversi fenomeni del degrado degli
intonaci sono essenzialmente correlati alla
presenza di acqua nelle murature oltre che
di sostanze inquinanti, che possono essere
presenti nelle costruzioni per diverse cause,
le più comuni sono:
a) L’umidità derivante dal sottosuolo, attratta
nelle murature per capillarità o da forze
elettro-osmotiche.
b) Umidità di costruzione, presente negli edifici molto antichi quando gli spessori dei
muri sono molto forti e, di conseguenza,
le malte aeree contenute negli strati più
interni e non lambiti dall’anidride carbonica
dell’aria non hanno ancora completato la
presa rimanendo allo stato molle.
c) L’umidità dell’atmosfera, che può conden-
sare nei materiali costituenti la muratura
o in superficie, in parte per la differenza
termica superficiale delle murature ed in
parte per la presenza di sali igroscopici.
d) La pioggia, non sufficientemente raccolta
ed incanalata, che penetra in diversa misura
nelle murature.
e) L’umidità derivante da cause impreviste,
come la rottura di fognature, condotte
pluviali, serbatoi d’acqua, ecc.;
f) Sostanze chimiche presenti nell’atmosfera
e/o veicolate all’interno della muratura per
la presenza di acqua.
Azione dell’umidità
sulle murature
Fra i più gravi inconvenienti che l’acqua
può provocare vi è il deterioramento delle
superfici quando l’acqua, presente all’interno
delle murature per diverse cause, si congela; in
tali condizioni aumenta il volume esercitando
una forte pressione meccanica sulla superficie
dei pori causando il distacco e l’espulsione
delle parti superficiali, via via sempre più
profonde, di legante e di materiale lapideo e/o
laterizio; il fenomeno risulta particolarmente
attivo con pietre gelive o materiali porosi.
La permanenza dell’umidità nei muri produce anche fenomeni secondari nei confronti
del degrado, ma assai importanti rispetto l’abitabilità; per esempio la resistenza alla trasmissione del calore si riduce fino oltre metà in
funzione della quantità d’acqua contenuta con
i ben noti inconvenienti di natura igienica ed
economica (locali ad elevata umidità, muffe,
aumento delle spese di riscaldamento, ecc.).
148
Il geometra ligure
Il degrado delle murature ed i problemi di compatibilità degli intonaci.
L’umidità in concorso con altri composti di
natura chimica od organica presente nelle
strutture murarie, nell’atmosfera o nel sottosuolo, conduce alla formazione di macchie o
di efflorescenze le quali, a lungo andare, provocano il distacco di materiale dai paramenti
per cristallizzazione e/o disgregazione.
Umidità derivante
dal sottosuolo
Questa è la causa principale delle manifestazioni di umidità nelle vecchie murature,
nei piani cantinati e anche a livello appena
superiore al piano stradale o al piano di campagna: l’ingresso e la diffusione di questo
tipo di umidità è dovuto essenzialmente al
fenomeno fisico della capillarità.
Con questo termine si indica un fenomeno
che si manifesta in modo inverso rispetto alla
legge di gravità.
Secondo questa legge, infatti, il liquido
contenuto in due vasi comunicanti rimane
allo stesso livello; quando uno dei due vasi
ha dimensioni minime, detti anche capillari,
il liquido sale nel vaso più stretto, tanto più
alto quanto più è piccola la sua sezione.
Muratura in pietra e calce già deteriorata da umidità
proveniente dal terreno per effetto osmotico e dalla
pioggia, con ulteriore degrado per gli interventi
manutentivi con malte a base cementizia con ridotta
traspirabilità.
L’altezza di risalita dell’acqua quindi è
inversamente proporzionale al diametro dei
pori del materiale da costruzione usato.
Il contenuto dell’acqua trattenuta per capillarità può raggiungere e superare, in materiali molto igroscopici come le malte e la
maggioranza dei materiali da costruzione, il
30% del volume: per ogni mc. di muratura è
quindi possibile che vengano trattenuti anche
300 kg. di acqua. Nella pratica si riscontra
comunque che la forza di capillarità aumenta
leggermente in presenza di temperature più
basse, ed aumenta in modo più evidente in
presenza di sali. Queste indicazioni spiegano
la diversa capacità di risalita capillare che si
può riscontrare in un edificio costruito con gli
stessi materiali perché influenzato dal terreno
e/o dall’esposizione.
Caratteristiche dell’umidità
proveniente dal terreno
Può essere alimentata o da acqua dispersa
accidentalmente nel terreno o da falda freatica. Nel primo caso l’edificio può avere delle
manifestazioni di danni notevoli ed è difficile
individuarne la provenienza; di solito però
si localizza in una parte specifica o in un
gruppo di edifici vicini. Una volta stabilito
che il danno è causato da acqua dispersa,
l’unica difficoltà è individuarne la fonte ed
interromperla. Normalmente si tratta di perdite
di fognature, acquedotti, pozzi, acqua piovana
raccolta in modo inadeguato, che provocano
imbibizioni del terreno a contatto con le murature di fondazione.
In casi del genere bisogna effettuare delle
indagini specifiche:
- Effettuando degli scavi intorno al perimetro
della muratura umida;
- Controllando i pozzi, le cisterne e le fognature vicine in modo da rilevarne eventuali
perdite;
- Verificando che le acque meteoriche siano
convogliate in modo opportuno.
Per quanto riguarda il secondo caso, è noto
che l’acqua piovana penetra con molta facilità
Il degrado delle murature ed i problemi di compatibilità degli intonaci.
Il geometra ligure
149
nel terreno permeabile andando in profondità,
se incontra uno strato impermeabile come può
essere un banco di argilla satura, si accumula,
formando una specie di “fiume sotterraneo”,
detto falda freatica.
Quando la falda freatica non ha profondità
eccessiva e incontra un terreno meno permeabile di quello attraverso il quale è discesa,
come un terreno argilloso, può risalire.
Comportamento dei materiali
per l’umidità ascendente
dal sottosuolo
Abbiamo già parlato di come cambi l’altezza di risalita capillare dell’acqua secondo
le caratteristiche fisiche del materiale da costruzione. Queste caratteristiche del materiale
di base, usato nella costruzione di un muro,
determinano la diversità di comportamento
dell’intera costruzione all’effetto dell’umidità.
In particolare, se i giunti di malta presenti
nella muratura sono sottili, il comportamento
della muratura stessa tende ad identificarsi con
quello del materiale impiegato: il laterizio ha
una capacità di adescamento da 3 a 5 volte
superiore a quello della malta aerea, in una
muratura ben fatta, con giunti sottili la risalita
dell’acqua è quindi facilitata.
Se la muratura è costruita invece con pietrame anticapillare, ad esempio il calcare, la
risalita dell’umidità per capillarità sarà molto
ridotta, perché avrà come via di risalita solo
gli strati di malta.
Nel punto in cui il tasso di risalita capillare
è uguale al tasso di evaporazione si manifesta sul muro con un segno di demarcazione
che divide la parte inferiore umida da quella
superiore ancora intatta e asciutta: questa
macchia umida, che sale in modo continuo
dal pavimento, non supera in genere il metro
di altezza.
Nel caso in cui si rilevino macchie eccessivamente alte, per esempio superiori a 2 metri,
bisognerà verificare che le zoccolature, gli
arredi fissi o altri elementi non impediscano
una normale ventilazione nelle parti basse
Vistosa linea di demarcazione con effetto di ampio
degrado dell’intonaco per umidità da risalita.
della muratura. Le murature degli scantinati
o delle fondazioni in genere, immerse nel
terreno assorbono l’acqua in esso contenuta trasportandola in alto in maniera tanto
maggiore quanto più forte è lo spessore dei
muri a parità di altre condizioni: infatti, ad
un eguale contenuto percentuale d’acqua i
muri di maggior spessore ne contengono una
quantità maggiore e la superficie esterna dei
paramenti, da cui può evaporare, è indipendente dallo spessore dei muri medesimi, per
cui la quantità d’acqua trattenuta risulta tanto
maggiore quanto più spessi sono i muri.
Ipotesi di Kettenacker
è naturale pensare che in presenza di una
maggiore ventilazione o di un’azione diretta del sole si verifichi sulla superficie del
muro un prosciugamento uniforme. Secondo
Kettenacker invece il prosciugamento inizia
dall’alto, mentre al di sotto della linea di
demarcazione dell’umidità, il tasso di umidità
presente nella muratura rimane invariato.
L’ipotesi si basa su queste considerazioni:
- In un materiale umido in cui venga forzata
l’evaporazione superficiale con la ventilazione e con il calore del sole, l’incremento
dell’acqua evaporata porta un aumento
dell’acqua assorbita dal basso;
- In un muro avviene il fenomeno analogo,
150
Il geometra ligure
Il degrado delle murature ed i problemi di compatibilità degli intonaci.
aumentando la velocità di evaporazione
aumenta la velocità di risalita;
- Il prosciugamento inizierà a verificarsi solo
quando la velocità di evaporazione sarà
maggiore di quella di risalita; iniziando
quindi sempre dall’alto.
Danni tipici provocati
da umidità ascendente
Macchie alla base delle costruzioni;
- Distruzione degli intonaci e della malta di
connessione per la formazione di solfati e
loro successivo distacco;
- Ambiente malsano e fioriture di muffa;
- Aumento della dispersione di calore dell’edificio dall’interno;
- Murature più fredde dove si possono
verificare con molta facilità fenomeni di
condensa;
- Distacco dello strato superficiale in alcune
pietre e nei laterizi per effetto della cristallizzazione dei sali.
L’atmosfera ad una certa temperatura,
contiene una certa quantità di acqua che,
generalmente, è espressa come percentuale
rispetto alla quantità (100 %) che satura l’aria
alla medesima temperatura.
Esiste, ad una data temperatura, un certo
grado igrometrico dell’aria, espresso come
rapporto fra la concentrazione realmente esistente di acqua e la concentrazione necessaria
alla saturazione. Più l’aria è umida, ad una
determinata temperatura, e più facilmente si
raggiunge il grado di saturazione (condensazione), in pratica il grado igrometrico corrispondente al 100 %, con l’abbassarsi della
temperatura ambiente.
Quanto sopra mette bene in evidenza il
ruolo che riveste l’ambiente che circonda
l’edificio nei riguardi della sua conservazione
e del suo degrado. In un ambiente umido e in
condizioni di scarsa ventilazione si raggiungerà
più facilmente la temperatura di condensazione specialmente nelle pareti esposte al nord o
scarsamente soleggiate. Nei lavori di restauro
dovrà, di conseguenza, essere particolarmente
curata la difesa delle murature dall’umidità
proveniente dall’esterno, specie in quelle parti
esposte ad un maggiore raffreddamento, ad
esempio con prodotti idrorepellenti.
Umidità da infiltrazione
di pioggia
Particolare dell’aggressione di licheni su materiale
lapideo agevolata dalla presenza di umidità da
condensazione.
Umidità da atmosfera
L’ambiente atmosferico che circonda un
edificio contiene una certa quantità di acqua
per cui, trascorso un certo tempo dall’ultimazione dei lavori, si stabilisce un equilibrio tra
il contenuto di acqua nelle murature e quello
dell’aria circostante.
Nelle vecchie costruzioni, specie in quelle
in stato di avanzata fatiscenza, si può affermare che sia sempre presente umidità nelle
murature, derivante da infiltrazione della pioggia: l’acqua meteorica penetra orizzontalmente
nel muro grazie alla pressione del vento ed
alla capillarità del materiale. Il vento quindi
porta la pioggia a contatto con le pareti,
ma la penetrazione è dovuta principalmente
all’assorbimento per capillarità, quindi alle
qualità proprie del materiale. La penetrazione può avvenire attraverso i
tetti, quasi sempre deformati nelle loro falde
per i dissesti e la degradazione dell’ossatura
portante in legname oltre alla fatiscenza del
Il degrado delle murature ed i problemi di compatibilità degli intonaci.
manto impermeabile (tegole rotte e fuori posto). Un’altra causa frequente di infiltrazione
risiede nelle fessurazioni e nei dissesti in genere delle superfici orizzontali, quali ad esempio
le cornici, i marcapiani, le soglie e i timpani
delle porte e delle finestre, elementi tutti realizzati generalmente in pietra da taglio e che
lasciano penetrare l’acqua per rotture dovute
a movimenti della costruzione o per degrado
dei giunti e degli allettamenti di malta. Nelle
pareti verticali esterne la pioggia si infiltra
più frequentemente fra i giunti di malta che
legano i mattoni o i blocchi di pietra.
Le malte, infatti, fra i componenti della
muratura sono quelle che presentano, nella maggior parte dei casi, un più precoce
invecchiamento con conseguente perdita di
consistenza e di coesione.
Contribuiscono alle infiltrazioni i distacchi fra i giunti di malta ed elementi lapidei,
causati dagli sbalzi termici e dai movimenti
di dissesto (cedimenti differenziali nelle fondazioni, spinte delle volte, ecc..).
Alterazioni causate o indotte
dall’umidità
Una muratura, conservatasi a lungo tempo a contatto di atmosfera sana, trovandosi
immersa in un’atmosfera industriale, pregna
di fumi e di vapori acidi, sarà sottoposta ad
un rapido degrado delle superfici.
L’umidità può ugualmente propagarsi nell’interno delle murature per diverse cause,
come accennato in precedenza, ed alterarne,
in concorso con gli elementi corrosivi presenti
nell’atmosfera, la sua compattezza.
I sali solubili presenti nella massa muraria, che possono essere introdotti con
l’acqua d’impasto delle malte o trasportati
direttamente dall’umidità saliente o da quella atmosferica, producono anch’essi delle
manifestazioni che si traducono in semplici,
anche se gravi, inconvenienti di aspetto o, al
contrario, in vere e proprie alterazioni della
materia che possono compromettere anche la
stabilità della costruzione.
Il geometra ligure
151
Disgregazione del paramento in mattoni causato
dall’azione del gelo che ha polverizzato il laterizio.
Il degrado delle murature è prodotto anche
da azioni fisiche, che possono risultare particolarmente dannose quando siano associate a
quelle di natura chimica che, come abbiamo
visto, hanno come veicolo principale l’umidità. I principali fenomeni fisici che contribuiscono a danneggiare le murature sono: gli
sbalzi termici, con la conseguente dilatazione
ed il successivo ritiro delle masse; il gelo,
che produce disgregazione delle superfici
imbevute di acqua per l’aumento di volume
di quest’ultima allo stato solido.
Il vento, che con il trasporto di polvere
produce una specie di “sabbiatura” delle superfici esposte usurandone progressivamente,
anche se lentamente, la faccia a vista.
Chimica del deterioramento
Il potere deteriorante dell’umidità è accresciuto dal fatto che l’acqua crea le condizioni per cui si verifica un attacco chimico e
biologico sulla muratura. Oltre alle macchie
d’umidità si trovano spesso sui muri delle
efflorescenze biancastre o delle erosioni
superficiali che indicano la presenza di un
deterioramento chimico. Questo è prodotto
dalla reazione tra i materiali murari, l’acqua
ed i composti inquinanti che possono essere
presenti sia nell’acqua che nell’atmosfera
152
Il geometra ligure
Il degrado delle murature ed i problemi di compatibilità degli intonaci.
oppure nel paramento murario. Vediamo ora più precisamente come avviene questo deterioramento ed in particolare la formazione di alcuni sali; i carbonati, i solfati, i nitriti ed i nitrati. Una caratteristica fondamentale di questi sali è l’igroscopicità. Si usa suddividere i sali in due categorie:
- I sali non igroscopici che assorbono acqua;
- I sali igroscopici che oltre all’acqua assor-
bono anche l’umidità atmosferica.
Questa caratteristica è molto importante nei lavori di risanamento dell’umidità: eliminando la fonte d’acqua i sali non igroscopici cedono l’acqua che contenevano all’atmosfera. Se sono presenti sali igroscopici nelle murature, il sistema di isolamento può essere reso inutile dalla capacità, caratteristica di questi sali, di assorbire vapore atmosferico e convertirlo in acqua riducendo quindi il potere isolante delle murature.
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Sulla sentenza delle Sezioni
Unite della Cassazione in tema
di maggioranze per l’approvazione delle Tabelle Millesimali.
Geom. Arnoldo Juvara
è
certo ormai a tutti nota la Sentenza n° 18477 del 9 Agosto
2010 emessa dalle Sezioni Unite della
Cassazione, con cui si afferma che “... le Tabelle millesimali non”
“devono essere approvate con il” “consenso unanime dei condomini,” “essendo sufficiente la maggioranza” “qualificata di cui all’art. 1136 CC.,” “comma 2 ...” cioè la maggioranza
degli intervenuti all’Assemblea che
rappresenti almeno la metà del valore
dell’edificio.
L’importante sentenza si è basata
sul principio che “la deliberazione” “che approva le tabelle millesimali” “non si pone come fonte diretta” “dell’obbligo contributivo del con-” “domino, che è nella legge prevista,” “ma solo come parametro di quanti-” “ficazione dell’obbligo, determi-” “nato in base ad una valutazione” “tecnica; caratteristica propria del” “negozio giuridico è la conforma-” “zione della realtà oggettiva alla” “volontà delle parti: l’atto di ap-” “provazione della tabella, fa capo” “ad una documentazione ricogni-” “tiva di tale realtà, donde il difetto” “di note negoziali.”
Questa sentenza contiene in sé due
Semaforo verde all’approvazione a maggioranza delle tabelle
aspetti fondamentali:
millesimali
• è totalmente innovativa rispetto al
costante indirizzo giurisprudenziale che voleva l’unanimità dei condomini,
sazione per cui costituisce provvedimento forte
considerando le Tabelle Millesimali di natura
e difficilmente modificabile, quanto meno nel
negoziale;
medio periodo.
• è stata emessa dalle Sezioni Unite della Cas-
154
Il geometra ligure
Cerchiamo ora di valutare la portata e le
conseguenze di tale decisione.
In “primis” è di tutta evidenza che l’approvazione delle T.M. è ora più agevole, ma risulta
anche meno difficoltoso opporsi alla loro approvazione. Si deduce, infatti, che il dissenziente
può impugnare la delibera, secondo le normali
procedure, senza coinvolgere ‑ come avveniva
prima ‑ ogni condomino citandolo in causa individualmente.
Pertanto potrà non essere confermato che
questo provvedimento giurisprudenziale riduca
(alcuni dicono elimini) le liti in condominio.
Maggioranze per l’approvazione delle Tabelle Millesimali
Fatta questa prima, rapida e certo sommaria
considerazione, va ricordato che rimane in vita,
in tutto il suo significato, l’art. 69 della Disp.
Att. C.C., che indica in quali casi è possibile
variare o rifare le T.M. e cioè: in base ad un
errore o alla modificazione, per innovazione di
vasta portata, di parte del Condominio.
Ne consegue che solo in quei casi, i cui
limiti sono certo ben definiti, possano essere
modificate o rifatte le T.M., in difetto i Condomini dissenzienti avrebbero ampia possibilità di
tutela impugnando la delibera di approvazione,
probabilmente senza limiti di tempo, se ed in
quanto in contrasto con una norma
cogente quale è il citato art. 69.
Infatti ‑ come detto ‑ la revisione
o modifica delle T.M. deve comunque ispirarsi a detto articolo che
val la spesa integralmente riportare; “I valori proporzionali dei vari piani” “o porzioni di piano possono essere” “riveduti o modificati, anche nell’in-” “teresse di un solo condomino, nei” “seguenti casi:
“1) quando risulta che sono conse-” “guenza di un errore;”
“2) quando, per le mutate condizioni” “di una parte dell’edificio, in conse-” “guenza alla sopraelevazione di nuo-” “vi piani, di espropriazione parziale” “o di innovazioni di vasta portata,” “è notevolmente alterato il rapporto” “originario tra i valori dei singoli” “piani o porzioni di piano.”
Non più il consenso unanime: ora nei condomini l’approvazione
dei millesimi è soggetta ad un nuovo ordinamento
La sentenza in esame non ha modificato l’art. 69 che, è il caso ripetere,
non è derogabile. Ne consegue che
una delibera assunta con le nuove
maggioranze ma in spregio all’art. 69,
è nulla e, come tale, impugnabile in
qualsiasi momento. Non è in questo
articolo che si vuole entrare nel merito
delle casistiche che sovrintendono alla
possibilità di revisione delle T.M., se
non con schematiche esemplificazioni
e principi:
‑
per errore si intende, in linea di
massima, quello materiale (calcoli errati,
omissioni di superfici da considerare,
ecc.), non sono considerati errori quelli
Maggioranze per l’approvazione delle Tabelle Millesimali
estimativi che soggiaciono alla valutazione
del tecnico, sempreché non risultino del tutto
“cervellotici” e quelli legati all’evoluzione
commerciale‑urbanistica nella zona;
‑ le “mutate condizioni”, sono di più facile intuizione e possono individuarsi nell’ampliamento
di unità immobiliari (creazione verande e/o
soppalchi abitabili, realizzazione di ascensore,
ecc.) purché di portata significativa e tali da
alterare i valori millesimali in essere.
Pertanto sono riparabili eventuali atteggiamenti prevaricatori, nel senso che la maggioranza dei
condomini si unisca per avere vantaggi da una
nuova T.M. a danno di altri. Rimane ovviamente
il peso, psicologico ed economico, di affrontare
una vertenza giudiziaria, quale è l’impugnativa di
un verbale, che va a sfociare, fatalmente, in una
consulenza tecnica, con oneri significativi.
Alcuni commentatori di questa sentenza assumono, come Matteo Rezzonico, “che, una volta modificate le tabelle,”
“potrebbe essere contestata qualsiasi decisio-”
“ne presa in precedenza con maggioranze”
“che, in seguito alla revisione, sono cambia-”
“te. Non rassicura più di tanto il fatto che le”
“delibere prese con maggioranze insufficienti”
“sono solo annullabili, se impugnate entro”
Il geometra ligure
155
“30 giorni da quando se ne è venuti a cono-”
“scenza. Infatti se l’impugnazione ci sarà, è”
“da prevedere che non riguarderà solo”
“l’oggetto della delibera, ma, in seconda”
“istanza, anche l’esattezza del calcolo dei”
“millesimi con cui è stata presa, con la”
“conseguenza che la revisione dei millesimi”
“diverrà in futuro uno degli argomenti”
“preferiti delle liti condominiali.”
Conclude l’autore di questo commento ipotizzando un incremento insperato di lavoro per
i tecnici, circostanza, per certi aspetti, per noi
auspicabile, ma che, credo, non cambierà molto
rispetto a quella che era la situazione precedente come lo stesso autore afferma scrivendo: “Va subito premesso che non è affatto una”
“novità la tesi che siano modificabili i”
“millesimi, anche se allegati a un regolamen-”
“to condominiale contrattuale, approvato da”
“tutti gli acquirenti gli appartamenti in”
“condominio. Si tratta anzi dell’indirizzo”
“prevalente tra i giudici, già consolidatosi”
“in passato con diverse sentenze, anche”
“della Cassazione.”
Sarà comunque necessario vivere le prossime
esperienze sul tema, per poterci esprimere in
modo più puntuale sull’impatto e conseguenze
della sentenza in esame.
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Parliamo un pò di...
Impariamo a scrivere
La deontologia come strumento
di affermazione professionale
Geom. Mauro Mattei
S ul numero 2/2010 della nostra rivista sono pubblicati i due articoli del
Colleghi Fieramosca e Verucci il cui rispettivo
titolo è qui riportato in epigrafe.
Trovo il primo estremamente attuale ed
importante visto che buona parte della nostra
attività professionale si traduce in relazioni,
lettere, ecc. rivolte a persone e/o professionisti
che debbono apprezzarle e valutarle, con tutti
i rischi del caso. Non voglio qui ergermi a
paladino della lingua italiana ben conoscendo
i miei limiti resi noti a tutti dai miei scritti
su queste pagine, con “streppelli” corretti,
quando ve ne è stata occasione, da Ettore (ma
quanti sono sfuggiti...). Non posso però che
rammaricarmi se penso alle brevi relazioni
illustranti i progetti predisposti dai candidati
agli esami di abilitazione alla professione a
dir poco penose se pensiamo trattarsi, appunto,
di elaborati finalizzati a dimostrare di essere
in grado di divenire professionisti.Proprio in
questi giorni un amico pre-pensionato, che si
è iscritto alla Facoltà di Lettere e Filosofia,
indirizzo di Storia dell’Università di Genova,
mi raccontava come tra gli esami il Ministero
abbia reso obbligatorio quello di italiano essendosi reso conto dell’ignoranza e dei limiti
degli studenti i quali, per la facoltà scelta, non
dovrebbero avere alcuna pecca in materia.
Il secondo articolo è di estrema importanza
trattando una materia che a noi iscritti più
anziani pare essere caduta nel dimenticatoio.
I giovani, non tutti per fortuna, dovrebbero
comprendere la necessità di corretti rapporti
con i terzi seguendo il principio che “la
correttezza paga”. Dovrebbe far parte della
deontologia anche l’abbigliamento, non inteso come obbligo di giacca e cravatta ma
certo non inteso come abbigliamento da
spiaggia. Proprio al Collegio, in occasione
di un incontro pubblico con una importante personalità del Tribunale, qualcuno si è
presentato con pantaloncini corti. In quel
momento il soggetto era li come appartenente
ad una categoria professionale che certo non
ha trovato giovamento dall’immagine fornita.
Come direttore del Centro di Formazione del
Collegio mi piacerebbe poter proporre un seminario su questi due argomenti (meglio un
corso per il primo) anzi, prossimamente, ne
sarà proposto uno sulla deontologia ma temo
andrà pressoché deserto trattandosi di materia
apparentemente improduttiva... mi piacerebbe
tanto essere smentito.
Logicamente, visti gli argomenti trattati, ho
chiesto all’amico Fieramosca di provvedere
alla correzione di questo scritto così da non
essere in futuro annoverato tra i più.
Dove viene meno l’interesse, viene meno anche la memoria.
Johann Wolfgang Goethe
Giurisprudenza
APRILE 2010
giugno 2010
Tecnica Legale
Comunione legale di beni
Azione di riduzione
CASSAZIONE CIVILE, SEZIONI UNITE, 28
ottobre 2009, n. 22755 ‑ CARBONE Presidente
‑ NAPPI Relatore ‑ PIVETTI PM. (diff.) ‑ Puleo
(avv. Salemi) Bonnici (avv. Cacopardo).
Famiglia (regime patrimoniale) ‑ Comunione
legale dei beni ‑ Dichiarazione del coniuge non
acquirente di assenso alla intestazione esclusiva
del bene a favore dell’altro ‑ Natura non nego‑
ziale - Inidoneità ad escludere l’acquisto dalla
comunione (C.c. artt. 177, comma 1, lett. a), 179,
comma 2).
Famiglia (regime patrimoniale) ‑ Comunione
legale ‑ Beni personali ‑ Esclusione ‑ Necessità
di dichiarazione espressa (C.c. artt. 177, comma
1, 179, comma 2).
In regime di comunione legale, la dichiarazione di
assenso del coniuge non acquirente all’intestazione
personale del bene all’altro coniuge non vale ad
escluderlo dalla comunione in mancanza dell’effettiva natura personale del bene.
Ai fini dell’esclusione dalla comunione legale dei
beni di cui all’art. 179, comma 1, lett. c), d) e f)
non è suffi­ciente la natura personale del bene, ma
è altresì necessario che essa sia dichiarata dall’acquirente con l’adesione dell’altro coniuge.
Maggio 2010
Tecnica Legale
Usucapione di bene comunale indisponibile
CASSAZIONE CIVILE, II SEZIONE, 24 marzo
2010, n. 7059 ‑ SCHETTINO Presidente ‑MIGLIUCCI Estensore ‑ MARINELLI PM. (conf.) ‑ Comune
di Paternò ‑ Caio.
La questione: i beni immobili comunali del patrimonio indisponibile possono essere usucapiti
dai privati se non sono effettivamente destinati al
servizio indicato?
La soluzione: il bene indisponibile è usucapibile se
manca la destinazione, in quanto non è sufficiente la
sola determinazione dell’Ente locale per imprimere
al bene il carattere di indisponibilità.
CASSAZIONE CIVILE, II SEZIONE, 24 novembre
2009, n. 24711 ‑ TRIOLA Presidente - MAZZACANE Relatore ‑ PRATIS P.M. (diff.) ‑ P.A. (avv.
ti Mezzetti, Colavecchio) ‑ P.P. ed altro (avv. Misciagna).
Successione legittima e testamentaria ‑ Azione
di riduzione - Stima dei beni donati - Valore di
mercato ‑ Procedimento di mutazione urbanistica
in itinere ‑ Incidenza (C.c. art. 556, 747, 750).
Nell’azione di riduzione, il valore dei beni donati
viene calcolato al momento dell’apertura della
successione, sulla base del valore di mercato e considerando l’incidenza di procedimenti di mutazione
urbanistica, ancorché in itinere.
Verbale di assemblea condominiale
CASSAZIONE CIVILE, II SEZIONE, 13 novembre
2009, n. 24132 ‑ TRIOLA Presidente ‑ GIUSTI
Rela­tore ‑ RUSSO PM. (diff.) ‑ T.E. (avv. Sabatini)
‑ Condominio A.
Cassa con rinvio App. L’Aquila, 2 novembre
2004.
Condominio ‑ Edifici ‑ Assemblea ‑ Deliberazioni
‑ Verbale ‑ Analitica indicazione dei partecipanti
‑ Necessità (C.c. artt. 1136, 1137).
Il verbale di assemblea condominiale deve contenere l’elenco dei partecipanti ed indicare i nomi dei
condomini assenzienti e dissenzienti, con i rispettivi
valori millesimali.
Recentissime dal Consiglio di Stato
Dia
CONSIGLIO DI STATO, IV SEZIONE, 24 maggio
2010, n. 3263 ‑ TROTTA Presidente ‑ CACACE
Estensore ‑ A. ‑ Comune di Potenza.
La questione: è possibile realizzare con la Dia un
intervento edilizio, per il quale sarebbe necessario
il permesso di costruire in quanto difettano piani
attuativi di dettaglio?
158
Giurisprudenza
Il geometra ligure
1. L’amministrazione comunale ordina ai responsabili di una società di capitali di non procedere alle
trasformazioni urbanistico‑edilizie, descritte in due
Dia, presentate in tempi diversi.
La società propone gravame avverso gli ordini, dei
quali chiede l’annullamento, e domanda la condanna
dell’amministrazione sia ad autorizzare le trasformazioni urbanistico - edilizie rappresentate con le Dia
sia al risarcimento dei danni subiti e subendi.
Il T.A.R. respinge il ricorso in quanto difetterebbero i presupposti per effettuare i lavori mediante Dia; in particolare il piano particolareggiato,
relativo alla zona, con tipologia «edilizia privata
nei comprensori», sarebbe privo delle disposizioni
«plano‑volumetriche» (definizione esatta in sagoma
degli edifici da realizzare, posizionamento rispetto
ai limiti delle opere di urbanizzazione primaria,
dei confini di zona e di proprietà) «tipologiche»
«formali» e «costruttive».
Tali carenze importano discrezionalità nella progettazione, per cui sarebbe necessario il permesso
di costruire.
La società propone appello.
2. La soluzione: la Dia è atto di parte che dà inizio
ad un procedimento; essa è basata su un’autocertificazione della stessa parte istante.
L’amministrazione è tenuta ad effettuare un controllo
sulla pertinenza e completezza della documentazione
e sulle attestazioni di professionisti abilitati nonché
sulle condizioni necessarie per la realizzazione di
quanto rappresentato con la Dia.
Le verifiche, che devono essere compiute dall’amministrazione, comprendono le osservazioni circa
l’esistenza di un piano attuativo (art. 1, comma 6,
lett. c), L. 21 dicembre 2001, n. 443 ‑ realizzabilità
di un intervento per il quale sarebbe necessario il
permesso di costruire).
La vigenza della pianificazione urbanistica di dettaglio può giustificare la praticabilità della Dia, in
alternativa al permesso di costruire; tale pianificazione permette di contenere la discrezionalità amministrativa o quella tecnica, per cui sono indispensabili
precise disposizioni plano‑volumetriche, tipologiche,
formali e costruttive.
In difetto di pianificazione di dettaglio gli interventi
consistenti in nuove costruzioni devono essere precedute da permessi di costruire.
La pianificazione urbanistica di dettaglio non deve
lasciare spazio alla discrezionalità in fase di progettazione.
luglio 2010
Arbitrato e tutela cautelare
CORTE COSTITUZIONALE, 28 gennaio 2010, n.
26­ - AMIRANTE Presidente ‑ CRISCUOLO Relatore ‑ T.M.E. s.p.a. ed altri (avv. Bussoletti) ‑ Veolia
Servizi Ambientali s.p.a. e altri.
Provvedimenti cautelari ‑Convenzione d’arbitrato
‑ Pendenza di giudizio arbitrale ‑Accertamento
tecnico preventivo ‑ Espletamento ‑ Esclusione
‑ Illegittimità costituzionale ‑Sussistenza (Cost.
artt. 3, 24; C.p.c. artt. 669 quinquies, 669 quaterdecies, 696,818).
è costituzionalmente illegittimo, per violazione degli
artt. 3 e 24 Cost., l’art. 669 quaterdecies c.pc. nella
parte in cui, escludendo l’applicazione dell’art. 669
quin­quies, impedisce, in caso di stipulazione di una
convenzione d’arbitrato o di pendenza di un giudizio
arbitrale, l’espletamento dell’accertamento tecnico
preventivo, di cui all’art. 696. I provvedimenti di
istruzione preventiva hanno natura cautelare e, visto
il divieto dell’art. 818, non possono essere concessi
dagli arbitri.
Distanze legali
CASSAZIONE CIVILE, II SEZIONE, 22 febbraio
2010, n. 4240 ‑ TRIOLA Presidente ‑ D’ASCOLA
Relatore ‑ CENICCOLA P.M. (conf.) ‑ O.S. (avv.
Carrara) ‑ N.F. (avv. Bettoni).
Cassa con rinvio App. Milano 27 agosto 2004, n.
2312.
Proprietà e confini ‑ Immobili ‑ Distanze legali
‑ Mantenimento di una costruzione a distanza
inferiore da quella legale ‑ Acquisto della relativa
servitù per usucapione ‑Ammissibilità (C.c. artt.
873, 874, 877, 1146).
è ammissibile l’acquisto per usucapione di una
servitù avente ad oggetto il mantenimento di una
costruzione ad una distanza inferiore rispetto a
quella stabilita dal codice civile o dai regolamenti
e dagli strumenti urbanistici locali.
Giurisprudenza
Il geometra ligure
Servitù
I.
CASSAZIONE CIVILE, II SEZIONE, 5 ottobre
2009, n. 21255‑ ROVELLI Presidente ‑ GIUSTI
Relatore ‑ MARINELLI P.M. (conf.) ‑ Delmarco
(avv.ti Rosa, Gigli) ‑ Vinante Costruzioni s.p.a. (avv.
ti Giovannini, Manzi).
Conferma App. Trento, 17 giugno 2004.
Servitù ‑ Acquistabilità per usucapione ‑ Requi­sito
di apparenza ‑Rilevanza (C.c. artt. 1061, 1167).
Servitù ‑ Passaggio coattivo ‑ Requisiti per la
sussistenza (C.c. artt. 1051, 1053).
Ai fini dell’usucapibilità di una servitù, per integrare
il necessario requisito dell’apparenza occorre la
concreta e fattuale sussistenza di opere inequivocamente destinate all’esercizio della servitù stessa.
(Nella specie, la Cassazione ha affermato che, con
riferimento ad una servitù di passaggio, benché
sia sufficiente ad integrarne l’apparenza l’esistenza
di un sentiero formatosi per effetto del calpestio,
occorre altresì che dal suo tracciato o da altra
opera o segno esistente si possa desumere, senza
incertezze e ambiguità, la sua funzione di accesso
al fondo dominante attraverso il fondo servente e
che il sentiero stesso esista in funzione dell’utilità
del fondo servente).
La determinazione del luogo di esercizio di una
servitù coattiva di passaggio deve essere compiuta
alla stregua dei criteri codicistici della maggiore
brevità dell’accesso alla via pubblica e del minor aggravio del fondo asservito, da valutarsi e
159
applicarsi mediante un opportuno ed equilibrato
contemperamento, tenendo presente che, vertendosi
in tema di limitazione del diritto di proprietà, va
applicato, in modo ancora più accentuato di quanto
avvenga per le servitù volontarie, il principio del
minimo mezzo.
II.
CASSAZIONE CIVILE, II SEZIONE, 3 novembre
2009, n. 23298‑ TRIOLA Presidente‑ BURSESE
Relatore Pratis P.M. (diff.) ‑ Pau (avv. Olla) ‑ Pau
(avv.ti Palermo, Luminoso).
Cassa e rinvia App. Cagliari; Sez. Sassari; 10 novembre 2003, n. 387
Servitù ‑ Servitù per destinazione del padre di
famiglia ‑ Requisito di apparenza ‑ Rilevanza
(Cc. artt. 1061, 1062).
La costituzione di una servitù per destinazione
del padre di famiglia è fattispecie non negoziale
che postula. per potersi configurare, l’esistenza
disegni e opere, visitabili e permanenti costituenti
indice non equivoco, ma oggettivo, del peso imposto al fondo servente, nonché necessariamente, l’originaria appartenenza dei due fondi in
oggetto ad un unico proprietario e il perdurare
di tale situazione di fatto fino alla separazione
della originaria unica proprietà, sempre che non
risulti una manifestazione di volontà contraria al
momento del negozio con il quale si attua detta
separazione.
i testi integrali sopra riportati sono a disposizione
degli iscritti presso il collegio
legislazione dello stato
DECRETO LEGISLATIVO 4 marzo 2010, n.28
Attuazione dell’articolo 60 della legge 18 giugno 2009, n. 69, in materia di mediazione
finalizzata alla conciliazione delle controversie civili e commerciali. (10G0050) (GU n. 53
del 5‑3-2010)
note: Entrata in vigore del provvedimento: 20/03/2010
160
Legislazione dello Stato
Il geometra ligure
MINISTERO DELL’ECONOMIA E DELLE FINANZE
DECRETO 9 marzo 2010
Aggiornamento dei coefficienti per la determinazione del valore dei fab‑
bricati, di cui all’articolo 5, comma 3, del decreto legislativo n. 504 del 1992,
ai fini dell’applicazione dell’ICI dovuta per l’anno 2010. (10A03405)
IL DIRETTORE GENERALE delle finanze
-Visto l’art. 5, comma 3, del decreto legislativo 30 dicembre 1992, n. 504, concernente
i criteri di determinazione del valore, agli effetti dell’imposta comunale sugli immobili (ICI), dei fabbricati classificabili nel gruppo catastale D, non iscritti in catasto,
interamente posseduti da imprese e distintamente contabilizzati;
-Visto il decreto legislativo 30 luglio 1999, n. 300, recante riforma dell’organizzazione
del Governo;
-Visto il decreto del Presidente della Repubblica 30 gennaio 2008, n. 43, che disciplina
l’organizzazione del Dipartimento delle finanze;
-Visto il decreto legislativo 30 marzo 2001, n. 165, recante norme generali sull’ordinamento del lavoro alle dipendenze delle amministrazioni pubbliche;
-Considerato che occorre aggiornare i coefficienti indicati nell’art. 5, comma 3, del
citato decreto legislativo n. 504 del 1992, ai fini dell’applicazione dell’ICI dovuta per
l’anno 2010;
-Tenuto conto dei dati risultanti all’ISTAT sull’andamento del costo di costruzione di
un capannone;
Decreta:
Art. 1
Aggiornamento dei coefficienti per i fabbricati
a valore contabile
1. Agli effetti dell’applicazione dell’imposta comunale sugli immobili (ICI) dovuta per
l’anno 2010, per la determinazione del valore dei fabbricati di cui all’art. 5, comma 3, del
decreto legislativo 30 dicembre 1992, n. 504, i coefficienti di aggiornamento sono stabiliti
Legislazione dello Stato
Il geometra ligure
nelle seguenti misure:
per l’anno 2010 = 1,02;
per l’anno 2009 = 1,03;
per l’anno 2008 = 1,07;
per l’anno 2007 = 1,11;
per l’anno 2006 = 1,14;
per l’anno 2005 = 1,17;
per l’anno 2004 = 1,24;
per l’anno 2003 = 1,28;
per l’anno 2002 = 1,33;
per l’anno 2001 = 1,36;
per l’anno 2000 = 1,40;
per l’anno 1999 = 1,42;
per l’anno 1998 = 1,45;
per l’anno 1997 = 1,48;
per l’anno 1996
per l’anno 1995
per l’anno 1994
per l’anno 1993
per l’anno 1992
per l’anno 1991
per l’anno 1990
per l’anno 1989
per l’anno 1988
per l’anno 1987
per l’anno 1986
per l’anno 1985
per l’anno 1984
per l’anno 1983
per l’anno 1982 e
161
= 1153;
= 1157;
= 1,62;
= 1,66;
= 1,67;
= 1,71;
= 1,79;
= 1,87;
= 1,95;
= 2,11;
= 2,27;
= 2,44;
= 2,60;
= 2,76;
anni precedenti = 2,92.
Il presente decreto sara’ pubblicato nella Gazzetta Ufficiale della Repubblica italiana.
Roma, 9 marzo 2010 Il direttore generale delle finanze Lapecorella
ISTITUTO NAZIONALE DI STATISTICA
Indici dei prezzi al consumo per le famiglie di operai e impiegati, relativi al mese di
aprile 2010, che si pubblicano ai sensi dell’articolo 81 della legge 27 luglio 1978, n. 392
(Disciplina delle locazioni di immobili urbani), ed ai sensi dell’articolo 54 della legge
del 27 dicembre 1997, n. 449 (Misure per la stabilizzazione della finanza pubblica).
Gli indici dei prezzi al consumo per le famiglie di operai e impie­gati relativi ai singoli
mesi del 2009 e 2010 e le loro variazioni rispetto agli indici relativi al corrispondente mese
dell’anno precedente e di due anni precedenti risultano:
ANNI e MESI
2009
INDICI
(base 1995 = 100)
Variazioni percentuali rispetto
al corrispondente periodo
dell’anno precedente
di due anni precedenti
Aprile
134,8
1,0
4,3
Maggio
135,1
0,7
4,2
Giugno
135,3
0,4
4,2
Luglio
135,3
-0,1
3,9
Agosto
135,8
0,2
4,1
Settembre
135,4
0,1
3,8
Ottobre
135,5
0,2
3,6
Novembre
135,6
0,7
3,3
Dicembre
135,8
1,0
3,0
Media
135,2
162
2010
Legislazione dello Stato
Il geometra ligure
Gennaio
136,0
1,3
2,9
Febbraio
136,2
1,3
2,8
Marzo
136,5
1,5
2,5
Aprile
137,0
1,6
2,6
ISTITUTO NAZIONALE DI STATISTICA
Indici dei prezzi al consumo per le famiglie di operai e impiegati relativi al mese di
maggio 2010, che si pubblicano ai sensi dell’articolo 81 della legge 27 luglio 1978, n 392
(Disciplina delle locazioni di immobili urbani) ed ai sensi dell’articolo 54 della legge del
27 dicembre 1997, n 449 (Misure per la stabilizzazione della finanza pubblica)
Gli indici dei prezzi al consumo per le famiglie di operai e impiegati relativi ai singoli
mesi del 2009 e 2010 e le loro variazioni rispetto agli indici relativi al corrispondente mese
dell’ anno precedente e di due anni precedenti risultano:
ANNI e MESI
2009
2010
INDICI
(base 1995 = 100)
Variazioni percentuali rispetto
al corrispondente periodo
dell’anno precedente
di due anni precedenti
Maggio
135,1
0,7
4,2
Giugno
135,3
0,4
4,2
Luglio
135,3
-0,1
3,9
Agosto
135,8
0,2
4,1
Settembre
135,4
0,1
3,8
Ottobre
135,5
0,2
3,6
Novembre
135,6
0,7
3,3
Dicembre
135,8
1,0
3,0
Media
135,2
Gennaio
136,0
1,3
2,9
Febbraio
136,2
1,3
2,8
Marzo
136,5
1,5
2,5
Aprile
137,0
1,6
2,6
Maggio
135,1
1,5
2,2
Consiglio Nazionale
Comunicazioni dal Consiglio Nazionale
Geometri e Geometri Laureati
Roma, 27 luglio 2010
Prot. N° 08075
Oggetto: Studio di settore VKO3U. Attività tecniche svolte da Geometri.
II nuovo Studio di Settore che riguarda i Geometri Liberi Professionisti è stato validato
nei primi mesi dell’anno in corso e recentemente è stata pubblicata la “Nota Tecnica e metodologica” che riporta i criteri di costruzione, le metodologie, i parametri e i valori minimi
delle diverse prestazioni.
Il documento, preceduto da una sintetica illustrazione, è stato pubblicato sul sito della
Fondazione al fine di consentirne la consultazione da parte degli iscritti.
Il nuovo programma “GE.RI.CO 2010” è stato pubblicato con ritardo considerevole, con
l’inevitabile conseguenza della proroga di una ventina di giorni, comunicata dall’Agenzia
delle Entrate, per gli adempimenti fiscali riguardanti l’anno 2009.
La conoscenza approfondita della metodologia di costruzione degli Studi di Settore è indispensabile per consentire la corretta gestione del proprio studio professionale prima ancora che
per la regolare compilazione del modello annuale, allegato alla dichiarazione dei redditi.
La scarsa conoscenza da parte dei colleghi è stata generalmente superata con la delega
ad altri professionisti per la compilazione del modello, anche della parte più “tecnica”, con
conseguenze che spesso hanno prodotto risultati distorti nei confronti del singolo e, in seguito,
dell’intera categoria, a causa della rielaborazione periodica dei dati dichiarati.
Lo confermano i ripetuti e consistenti errori di compilazione del modello, compiuti per
poca conoscenza della materia o per colpevole leggerezza, che emergono continuamente
durante i periodici incontri di verifica e contraddittorio con l’Agenzia delle Entrate e Sose
(Società per gli Studi di Settore).
Ci si riferisce in particolare alla definizione e alla puntuale ripartizione delle tipologie
di attività, delle aree specialistiche e all’ indicazione dell’eventuale durata pluriennale degli
incarichi, elementi fondamentali per la corretta elaborazione dello studio, che non hanno
peculiare contenuto di tipo contabile da demandare all’esperto, ma sono di personale conoscenza del professionista.
La divulgazione dei criteri di costruzione dello Studio di Settore e dei parametri che
determinano i limiti della congruità e della coerenza è divenuta inevitabile e indifferibile,
anche in considerazione della previsione normativa della costruzione, entro il 2013, degli
Studi di Settore a carattere regionale.
La formazione di una rete di esperti provinciali e regionali consentirà una più facile
divulgazione delle variazioni apportate periodicamente allo studio e favorirà, nello stesso
tempo, la creazione di un gruppo di lavoro preparato ad affrontare i nuovi studi che dovranno
registrare meglio le realtà locali: sono obbiettivi obbligati per garantire la rappresentazione
fiscalmente corretta della nostra professione.
Il CNGeGL ritiene opportuno promuovere la conoscenza dello Studio di Settore tra gli
iscritti e la formazione di esperti locali, mediante la programmazione, da parte dei Comitati
Regionali c/o dei Collegi, di seminari durante i quali, esperti del CNCeGL e della Commis-
164
Il geometra ligure
Comunicazioni dal Consiglio Nazionale Geometri e Geometri Laureati
sione Problemi Fiscali, potranno illustrare compiutamente la materia.
Cordiali saluti
IL PRESIDENTE
(Geom. Fausto Savoldi)
Roma, 24 settembre 2010
Prot. N° 09361
Oggetto: SCIA ‑ Segnalazione Certificata di Inizio Attività
Come noto, l’articolo 49, comma 4‑bis del Decreto Legge 31 maggio 2010 n.78, convertito,
con modificazioni, dalla Legge 30 luglio 2010, n.l22 ha introdotto la Segnalazione Certificata
di Inizio Attività (SCIA), che sostituisce, integralmente, la disciplina della Dichiarazione di
inizio Attività (DIA). Con la SCIA è possibile iniziare l’attività immediatamente e senza
necessità di attendere la scadenza di alcun termine.
Nel merito si ritiene opportuno segnalare che, sul sito internet http://wwwsemplificazionenormativa.it è disponibile una nota esplicativa del Ministro per la Semplificazione Normativa,
inerente l’ambito di applicazione della suddetta normativa alla materia edilizia.
Cordiali saluti
IL PRESIDENTE
(Geom. Fausto Savoldi)
Cultura Ligure
Genova com’era...
geom. Alberto Marcenaro
Fotografie scattate dall’autore stesso
“P
iccun dagghe cianin”
è una canzone genovese degli anni 50 composta
nell’occasione delle demolizioni che hanno spazzato via
un intero quartiere della città:
Piccapietra.
Considerata dall’aspetto
urbanistico, l’operazione ha
portato un rivoluzionario rinnovamento in una zona centrale
cittadina, ma c’è anche un
aspetto sentimentale, sempre
legato alle vecchie cose che
se ne vanno.
La via principale era la Via
di Portoria e dell’ospedale, che
era rimasta com’era al tempo
del “che l’inse” del Perasso, il
Balilla, (foto 1) e nella piazza
dov’era eretto il suo monumento, (foto 2) ora in via di
demolizione, dove giocavano
i ragazzini anche nei vicoli
adiacenti (foto 3 e 3b) Vico
Pevere e Salita Cannoni.
La parte più nascosta e
intima del quartiere, era nei
cortiletti interni (foto 4 e 5)
ove si stendeva la biancheria e si coltivavano le piante aromatiche nei vasi
o nelle vecchie latte.
La fase delle demolizioni e degli
sbancamenti per la preparazione delle
nuove aree è documentata dalle foto
6, 7 e 8, con sul fondo la Chiesa di
S. Camillo e i resti dell’Ospedale di
Foto 1
Pammatone, mentre nella foto 9 le case
di vico Santi a lato dell’attuale palazzo
di giustizia, attendono il piccone e la
ruspa, con ritratti due operai durante
l’ora di colazione.
La foto 10 inquadra la zona adiacente
alla Villetta dell’Acquasola (ex Giardino d’Italia), ora Via XII Ottobre.
166
Il geometra ligure
Genova com’era...
Gli sventramenti hanno interessato nel 1974 anche la zona
di Via Madre di Dio e Via dei
Servi (foto 11), ove vedesi a sinistra in basso, parte dei vecchi
trogoli, ora ricostruiti sotto le
mura di Via del Colle, e nella
foto 12, una salita pedonale
(Vico Librai) che collegava con
la zona di Via Ravecca.
Questa Via Madre di Dio e
Via dei Servi, era la parte più
prettamente popolare dei quartiere, dove vi erano le osterie
e bottiglierie (foto 13 col vecchietto che “si fa il quartino”) e
le botteghe “du besagnin” (foto
15) in attesa di clienti.
Sotto il ponte di Carignano
(vico Pomogranato) ancora
esistente, si incontravano degli
artigiani con bottega all’aperto
(foto 16). Una panoramica degli sbancamenti e demo­lizioni
è rappresentata dalle foto 17
e 18.
Foto 2
Foto 3
Genova com’era...
Il geometra ligure
167
Foto 3 b
Foto 4
168
Genova com’era...
Il geometra ligure
Foto 5
Foto 6
Genova com’era...
Il geometra ligure
169
Foto 7
Foto 8
170
Il geometra ligure
Genova com’era...
Foto 9
Foto 10
Genova com’era...
Il geometra ligure
171
Foto 11
Foto 12
Foto 13
Foto 14
172
Genova com’era...
Il geometra ligure
Foto 15
Foto 16
Foto 17
Salvate dall’oblio due preziose
testimonianze storiche
Rag. Almiro Ramberti
Le due lapidi al tramonto
L’amico Almiro Ramberti mi ha segnalato di due lapidi storiche facenti parte della storia
di Genova, dimenticate e riesumate, oggi rese visibili. Gli ho chiesto di scrivere questo breve
articolo che Redazione ha ritenuto di pubblicare.
Geom. Mauro Mattei
R ivivono due preziose lapidi marmoree che
per lunghi anni hanno avuto degna sede
nell’androne d’ingresso del monumentale palazzo di
De Ferrari, allora prestigiosa sede della Società Italia
di Navigazione di Genova, ma destinate all’oblio a
seguito delle tristi vicende occorse a questa storica
Compagnia, caduta anch’essa vittima del profondo
processo di ristrutturazione che ha interessato l’industria mondiale dello shipping. Le due grandi lapidi, dimenticate in un buio
magazzino per un lungo periodo di tempo, portano
impressi i nomi dei lavoratori della “Navigazione
Generale Italiana” e della “La Veloce” che hanno
dato la vita per la Patria nella Prima Guerra Mondiale e rappresentano una pregevole testimonianza
sia storica che artistica.
Il tempo impietoso e soprattutto l’incuria degli
uomini rischiavano però di farne perdere per sempre
la traccia e con essa la memoria di coloro che hanno
sacrificato la vita per noi, in un tempo ormai lontano
ma che non deve essere dimenticato.
La gloriosa Società Italia
174
Il geometra ligure
L’interessamento di alcune persone ed enti,
profondamente convinti che la memoria storica
vada preservata ad ogni costo, ha però operato
un miracolo ed è perciò grazie alla sensibilità del dott. Vincenzo Andò, ex-funzionario
della Società Italia, e dello scrivente, nonchè
al fattivo interessamento del sig. Giuseppe
Anti, presidente dell’Associazione Marittimi
Marina Mercantile, che la Provincia di Genova
ha prontamente ed efficacemente attivato un
piano di recupero e valorizzazione delle lapidi.
Da pochi giorni esse sono nuovamente esposte
al pubblico, murate nel Parco Urbano della
Salvate dall’oblio due preziose testimonianze storiche
Lanterna, avendo così finalmente ritrovato
prestigiosa sede e visibilità.
La presentazione pubblica in data 4 novembre 2010, in concomitanza con la festa
della Vittoria. assume quest’anno particolare
importanza vista la commemorazione dei 150
anni dell’Unità d’Italia.
Se è vero che la Prima Guerra Mondiale
ha per noi Italiani valenza di Quarta Guerra
d’Indipendenza, mai come in questo momento
la memoria di coloro che sono caduti nell’immane conflitto deve essere onorata, e questa
è la giusta occasione.
La motonave Augustus con in secondo piano a sinistra la gemella Giglio Cesare
Navigazione Generale Italiana (Società Riunite Florio e Rubattino)
Fondata nel 1881 con un capitale
sociale di 100 milioni di lire dalla
fusione della siciliana Florio, che apporta 45 navi per 45.434 TSL, con
la genovese Rubattino, che apporta 38
navi, di migliore qualità, per 25.400
TSL. La sede legale è a Roma mentre
le sedi di armamento ed esercizio sono
a Genova e a Palermo.
Nata con l’obiettivo dichiarato di
meglio fronteggiare l’agguerrita concorrenza, le sue navi dal fumaiolo nero
con larga fascia bianca svolgono per
oltre cinquant’anni servizio di linea
Salvate dall’oblio due preziose testimonianze storiche
fra il Mediterraneo e gli Stati Uniti,
Canada, India, Estremo Oriente , Sud
America trasportando generazioni di
nostri emigranti.
Nel 1932 la N.G.I. confluisce, con il
Lloyd Sabaudo e la Cosulich Società
Triestina di Navigazione, nella Società
Il geometra ligure
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Italia Flotte Riunite con sede in Genova
e con un capitale sociale di 720 milioni di lire. Pochi anni dopo, nel 1936,
quest’ultima diverrà, in seguito ad un
ulteriore processo di accorpamento,
Società Italia di Navigazione.
Primi anni cinquanta, le turbonavi Andrea Doria e Cristoforo Colombo che
collegavano l’Europa a New York
“La Veloce” Navigazione a Vapore Italiana Società Anonima
Fondata a Genova da Matteo Bruzzo
nel 1884 con un capitale interamente
genovese di 15 milioni di lire, svolge
servizio di linea fra il Mediterraneo
e il Sud America inizialmente con
5 navi, dallo scafo dipinto in grigio
cenerino chiaro e fumaiolo in giallo
vivo con stella rossa. Affermata linea
marittima, accompagna nella loro avventura migliaia di nostri emigranti.
Per alcuni anni gode di una posizione
incontrastata e per quaranta anni riesce
a mantenere alta la propria bandiera,
anche se a scapito di una certa perdita
di indipendenza. Dopo la morte del
fondatore nel 1896, una progressiva
acquisizione azionaria consente infatti
ad alcune banche tedesche di prenderne
nel 1899 il controllo di fatto.
La Navigazione Generale Italiana
intraprende a sua volta una campagna
di acquisto azionario dai Tedeschi e
nel 1901 riesce ad ottenere il controllo
de “La Veloce”, fino alla sua messa in
liquidazione e definitivo assorbimento
nel 1924.
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Il geometra ligure
Salvate dall’oblio due preziose testimonianze storiche
Cantieri di Sestri Ponente,
lo scafo della Leonardo Da Vinci
scende in acqua, è il 7 dicembre 1958
Assogeo a Rondanina
Per il secondo anno consecutivo, l’Associazione Geometri ha partecipato al Raduno di
auto storiche di Rondanina. Durante questa edizione la nostra presenza è stata rappresentata
da un’auto apripista delle tre prove speciali, a partire dal paese di Rondanina verso e attorno
al Lago del Brugneto. Oltre al sottoscritto, in qualità di pilota, l’incarico di copilota è stato
affidato al collega Elio Picasso. Speriamo, in occasione della prossima edizione,di poter
ripetere l’evento con una più ampia partecipazione anche di altri colleghi. Nel prossimo futuro, inoltre, alcuni di noi hanno proposto
l’idea di un incontro motociclistico nella
Riviera Ligure del Levante, evento che
vuole ampliare e differire i momenti di
aggregazione dell’Associazione. Abbiamo
fiducia nella partecipazione numerosa da
parte di tutti i soci.
Vi aspettiamo al Raduno Rondanina
2011.
Genova, 10 ottobre 2010
geom. FABRIZIO CARTABIANCA
Il geometra ligure
Fabrizio Cartabianca
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Lettere in redazione
L’Amico e Collega Geom. G.B. Ponte – a tutti ben noto sia per la sua ormai “matura”
professionalità (è iscritto all’Albo dal 1967), che per la sua inesauribile esuberanza, da molto
tempo è più che attivo nel promuovere e coltivare iniziative umanitarie di notevole spessore,
nell’ambito del Lions Club di appartenenza - ci scrive raccontando ciò che fa e lanciando
anche un appello per raccolta fondi (chi è interessato può rivolgersi direttamente al Collega:
[email protected] – Tel. 010/54.04.16 – Fax 010/58.62.03).
Con piacere pubblichiamo la lettera del Collega riproducendo anche il “volantino” ad
essa allegato.
La Redazione
AMICI SERVICE ASSISTENZA PER IL TERZO MONDO
Geom. G.B. Ponte
Nell’immensa, meravigliosa Africa c’è una piccola regione che si affaccia sull’Atlantico:
il Benin, la cosiddetta “costa degli schiavi”. I villaggi più poveri di questa terra infelice
sono battuti da intermediari, i quali con false promesse ottengono l’affidamento di bambini
che, poi, deportano nelle miniere, nelle officine e nei campi di tek delle regioni confinanti.
Molti anni or sono nel Benin è nata una Missione dei Padri Camilliani, concepita per
difendere i bambini, nutrirli, vaccinarli contro malattie quali la febbre gialla e la meningite,
insegnare loro un mestiere oltre che a leggere ed a scrivere. Questo centro di vita e di speranza era il primo pensiero del mattino e l’ultimo della sera di Padre Tonino Lauro, religioso
camilliano e lion, il quale aveva creato a Genova un “Gruppo di appoggio” alla Missione che
raccoglieva le offerte dei Lions clubs, delle Istituzioni e dei privati. Dopo la Sua scomparsa
avvenuta il 29/01/2002, il “Gruppo” ha continuato ad operare sotto la direzione di Padre
Hubert e l’impegno di mamma Candida a Torino e Donella Sani a Genova. Gianni Ponte,
quale Delegato del Governatore del Distretto 108 1al2 per l’Assistenza al Terzo Mondo, ha
raccolto l’ultima amorevole e commossa raccomandazione del fraterno amico Padre Tonino
Lauro di assistere la Missione e di proteggere i suoi bambini. Oggi nella Missione oltre 1500
bambini, sottratti alla schiavitù ed alla morte, sorridono, giocano e studiano.
I Lions genovesi si sono adoperati da anni per portare ogni forma di aiuto comprese le
adozioni a distanza. I Padri si sono impegnati a difendere i bambini a nutrirli, vaccinarli,
ad insegnare loro un mestiere oltre che a leggere ed a scrivere, dando a loro una formazione
scolastica che in alcuni casi arriva anche a livelli superiori. Un gruppo di bambini affetti
da gravi malattie o malformazioni, dopo un lunghissimo viaggio, sono giunti all’ospedale
Giannina Gaslini di Genova dove sono stati curati e operati con successo e sono tornati
alla vita con tante speranze, clamorosi e quasi impossibili interventi chirurgici. Abbiamo
operato in Ghana, in Kenia ed anche in Bolivia mediante l’alta professionalità e l’accorata
partecipazione di emeriti oculisti, ginecologi e ortopedici italiani. Con la completa disponibilità della Compagnia di Navigazione IGNAZIO MESSINA ogni anno sono partiti due
container per l’Africa. Quest’anno inoltre è partito da Torino per i bambini della Missione
dei Padri Camilliani di Haiti un container di materiale sanitario. Presto partiranno aiuti
per i bambini in PAKISTAN con appoggio al Vescovo di FAISALABAD S.E. Mons. Joseph
Couttes. Dal novembre 2009, previa autorizzazioni da parte degli Enti preposti, si è dato
corso ad una lotteria benefica che prevede la vincita di una Autovettura Fiat Panda mediante
Lettere in redazione
Il geometra ligure
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l’acquisto di un biglietto del costo di Euro 10. La ruota della “Fortuna” è pronta a favorire
anche i Carissimi Colleghi Geometri. Ve ne sono grato sin d’ora. Vi prego, siate generosi,
la crisi si fa sentire, è vero, ma indubbiamente il nostro NATALE sarà anche quest’anno
un avvenimento per il quale non ci faremo mancare nulla, né per i nostri figli e nipoti, né
sulle nostre tavole. Facciamo si non ci si debba vergognare pensando a chi manca di tutto
e che abbiamo dimenticato.
Natale è ormai vicino, grazie Amici sin d’ora per quanto farete per “aiutarci ad aiutare”.
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Il geometra ligure
Lettere in redazione
Riceviamo dal Collega Simone VERUCCI lo sfogo, tutto riassunto nel titolo, che di buon
grado pubblichiamo, non tanto per scoraggiare chi lo legge, in specie i giovani colleghi
presenti e futuri, quanto per ricordare che il lavoro “libero professionale” comporta anche
le problematiche espresse dal Collega Redattore, per cui è doveroso metterle in conto e non
scoraggiarsi.
“A PAGARE E MORIRE C’E’ SEMPRE TEMPO” – Le nuove proporzioni
della difficoltà nella liquidazione. (Geom. Simone VERUCCI)
L’attività libero professionale dovrebbe essere articolata in due preminenti “fasi”: la
prima- cercare il lavoro, la seconda – eseguire il lavoro commissionato; attualmente e non
da poco tempo, le “fasi” sono aumentate e precisamente: cercare lavoro, eseguire il lavoro
e riscuotere il compenso dovuto. Se usassimo il tempo impiegato quale metro di riferimento
per l’evasione di ciascuna fase l’ordine cronologico di cui sopra verrebbe a ribaltarsi.
La serietà e l’impegno, caratteristiche con le quali ciascuno ordina la propria attività
che, nel caso della libera professione, spesso risultano inscindibilmente legate alla passione
ed al piacere nel suo svolgimento, non trovano oggigiorno la dovuta soddisfazione nella
materiale quanto necessaria liquidazione dell’onorario e delle spese sostenute, costringendo
il professionista a “mendicare” quanto in realtà gli è dovuto.
Spesso il lavoro di concetto trova difficoltà nella preventivazione, la liberalizzazione delle
tariffe non agevola il professionista e gli strumenti a tutela di quest’ultimo, nei confronti di
quella clientela insolvente sempre più numerosa, non contribuiscono a ratificare il rispetto
normalmente dovuto ad un “lavoratore” arrivando a ledere la dignità di una professione.
Se è vero che “Il lavoro nobilita l’uomo”, il professionista non appartiene più a questa
categoria, svilito dalla possibilità che alcuni clienti si arrogano il diritto di decidere le
modalità ed i tempi nei pagamenti.
La difficoltà nel ricevere quanto con fatica maturato è il riflesso di un fenomeno sociale
legato alle abitudini, consolidate negli ultimi anni, secondo le quali è opinione diffusa il
credere di potersi permettere qualsiasi cosa pagando prima o poi, a rate o addirittura “a
mai”. Il vecchio adagio popolare “a pagare e morire si è sempre in tempo” è purtroppo
diventato una litania quotidiana.
I ritardati e/o mancati pagamenti, oltre all’aspetto morale di indubbia importanza soprattutto per chi, come me, crede in quello che fa, corrispondono ad una difficoltà pratica
gestionale, rendendo difficili la pianificazione dei costi e delle spese. Il volano costituito da:
commesse in arrivo – commesse in evasione – incasso delle commesse evase, ha subito una
preoccupante dilatazione cronologica, con ripercussioni immediate e più gravose per chi,
giovane professionista, non ha ancora la disponibilità di un ampio portafoglio clienti.
La problematica è di indubbio interesse comune, tuttavia sembra che l’insoddisfazione
generale sia tacitamente accondiscesa, occorre una presa di coscienza seria e collettiva per
la quale il presente scritto dovrebbe suonare come campanello di allarme.
Qualcuno mi ha detto: ”Il problema è sempre esistito, tra alti e bassi”, è vero…. ad
essere cambiati sono i tempi e le fibre morali, pertanto io rispondo, soprattutto per chi è
giovane di professione: “E’ uno sporco lavoro, ma qualcuno lo deve pur fare!”. Quindi…
armiamoci di pazienza, non dimentichiamoci della correttezza, anche nel chiedere quello
che ci è dovuto e… non sottovalutiamo il problema ed il tempo che deve necessariamente
essergli dedicato!
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