Scarica - Collegio Geometri Genova
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il geometra ligure 4 ottobre novembre dicembre 2010 Tariffa Regime Libero: “Poste Italiane S.p.A.” Sped. abb. post. 70% - DBC Genova In caso di mancato recapito restituire a: Collegio Geometri Viale Brigata Bisagno, 8/1-2 – 16129 Genova che si impegna al pagamento della tariffa Contiene I.R. il geometra ligure anno 59° - 4 ottobre novembre dicembre 2010 Tariffa Regime Libero: “Poste Italiane S.p.A.” Sped. abb. post. 70% - DBC Genova Tassa pagata Autorizzazione del Tribunale di Genova n. 318 del 29/11/54 Direttore Responsabile Arnoldo Juvara Foto di copertina geom. Adolfo Morasso Segretario di Redazione Marco Russello Redattori Roberta Arena Pier Emilio Copello Alessio Danovaro Paolo De Lorenzi Ettore Fieramosca Filippo Finocchiaro Franco Garbarino Mauro Mattei Andrea Merello Adolfo Morasso Liliana Olcese Alessandro Ombrina Roberto Ombrina Adriano Rodari Lorenzo Traverso Porto Antico ottobre novembre dicembre 2010 sommario Servizio fotografico e Coordinatore dell’immagine Adolfo Morasso Direzione Amministrazione Redazione e Distribuzione 16129 Genova Viale Brigata Bisagno, 8/1-2 Tel. 010.5700735 [email protected] www.collegio.geometri.ge.it Hanno collaborato a questo numero avv. Pier Paolo Capponi geom. Alberto Marcenaro rag. Almiro Ramberti La presente pubblicazione è distribuita gratuitamente agli iscritti all’albo professionale della Provincia di Genova ed ai Collegi Geometri e Geometri Laureati d’Italia. La riproduzione degli articoli, schizzi e fotografie è permessa solo citando la fonte. Le opinioni espresse dagli Autori, Redattori, Corrispondenti non impegnano né la Direzione, né la Redazione, né il Collegio di cui il periodico è l’organo. Stampato nel mese di dicembre 2010 dalle Grafiche Fassicomo Via Imperiale, 41 - 16143 Genova Questo periodico è associato alla Unione Stampa Periodica Italiana 4 138 Pensieri di fine anno 141 Due dozzine di acini d’uva 144 I Geometri e l’alluvione di Sestri Ponente 145 Ripartizione dellespese di manutenzione straordinaria 147 Il degrado delle murature ed i problemi di compatibilità degli intonaci 153 Tabelle Millesimali 156 La deontologia 157 Giurisprudenza 159 Legislazione dello Stato 163 Comunicazioni dal Consiglio Nazionale Geometri e Geometri Laureati 165 Cultura Ligure: Genova com’era... 173 Salvate dall’oblio due preziose testimonianze storiche 176 Assogeo a Rondanina 178 Lettere in redazione PENSIERI DI FINE ANNO Geom. Arnoldo JUVARA - Direttore Responsabile della rivista P er molti mesi sono rimasto lontano da queste amate pagine, almeno per me e spero un po’ anche per Voi che mi leggete, ma non per mia colpa, quanto perché ho nuovamente vissuto – seppure diversamente – un “blackout”, come si ama oggi dire, legato ad un evento di salute che – grazie a Dio – è ormai sostanzialmente risolto. Dico questo, non per giustificare la mia assenza nei Vostri confronti, quanto per far presente che – nella malattia – ho avuto più tempo per pensare, meditare, osservare l’intorno, vivere l’Amicizia, l’Amore e tante, tante altre situazioni che arricchiscono la persona dentro. Subito voglio dire che ho avuto ulteriore conferma che “vivere” vuol dire condividere, cioè vivere con gli altri e per gli altri, anche se per molti di noi il lavoro ci ha sempre talmente assorbito che lo identificavamo quasi con la vita. Ho vissuto l’esperienza di Amici molto impegnati nella loro vita di lavoro e di famiglia, che hanno trascorso ore con me, dandomi una forza che mi ha aiutato enormemente a sopportare lo stato di malato ma soprattutto mi ha fatto sentire amato, oltre la famiglia che ha fatto miracoli, capendo che dovevo guarire anche per loro, non solo per me, per mia moglie, i miei figli ed i miei nipoti. Da queste pagine voglio ringraziare tutti coloro, e tanti sono stati i Colleghi, che mi sono stati vicino e dire loro del grande aiuto che mi hanno dato. Non voglio proseguire su questi “pensieri” che trovano, tra l’altro, una ben più elevata collocazione nello scritto del nostro Amico, Collega, Decano della Categoria e redattore della nostra rivista, Geom. Lorenzo Traverso. Ecco, due esperienze simili ma a livelli ben diversi di sofferenza, di causa e di epoca, che hanno in comune l’Uomo e la sua parte migliore: la bontà e l’altruismo. La solidarietà e la condivisione sono certamente realtà ancora molto presenti ma poco o punto raccontate, sia dalle persone che dai cosiddetti “media”, per cui vediamo, anziché il meglio, il peggio che ci fa pensare ad una forma di decadimento, di egocentrismo, Walter Leistikow, Gru in volo, 1899. Litografia Pensieri di fine anno Il geometra ligure 139 Karl Schmoll von Eisenwerth, Novembre, 1903. Autotipia di violenza che sembra non avere confini, in ogni settore. Non credo che solo nella malattia e nelle grandi sofferenze debba nascere il “fiore” dell’umanità buona e disponibile. Ciò, invero, è sempre presente ma poco palesato e la circostanza mi addolora e disorienta al punto di pensare quasi che questo non sia più il nostro mondo perché ne conosciamo prevalentemente la violenza, la cattiveria, il tradimento, l’interesse, insomma le espressioni più deleterie dell’animo umano. Lo ha detto recentemente anche Papa Ratzinger. Ma cosa succede da tempo? Non faccio esempi di quanto male avviene e ci viene raccontato in continuazione dai “media” nei TG, nei dibattiti ed altro, perché a tutti noto, ma mi domando: dobbiamo continuare a subire questo diseducativo modo di informare? dobbiamo continuare a vedere politici che si insultano, si detestano, si fanno del male, dicono le peggiori bugie, pur di superare l’avversario? dobbiamo continuare ad avere paura per il bene dei nostri nipoti e per l’educazione che ricevono o per i compagni che frequentano? Purtroppo sembra di sì. Poco vedo nei comportamenti di molti e nella volontà politica, che faccia sperare in un cambiamento, seppure lento, ma positivo. Il fatto è che veniamo continuamente informati di fatti di violenza su cui i giornali e la TV lavorano in modo morboso. Ma questa morbosità è in parte colpa nostra perché diamo loro lettura ed ascolto e quindi - per l’“audience” o la “tiratura” - si sentono in “dovere” di rimarcare le brutture della vita. Ce n’è per tutti, allora che fare? Credo che cambiare canale televisivo quando insistono fuori misura su fatti di cronaca, cercare le trasmissioni più equilibrate e dare loro merito con il nostro contributo di visione sia indubbiamente un buon segnale come non comprare quei giornali che enfatizzano i fatti negativi della vita quotidiana e non si limitano ad informare. Ciò vuol dire, in pratica, che non si dovranno più guardare la televisione o leggere i giornali, il che è ovviamente impossibile giacché, comunque sia, all’informazione non si può né deve rinunciare, magari cerchiamo di incoraggiare nicchie di informazioni che più si avvicinano al nostro pensiero educativo. Ed è proprio sotto il profilo educativo che possiamo fare molto perché, in buona parte, dipende da noi e non dagli altri. Non mi voglio certo cimentare su questo argomento, mi limito a dire che è sufficiente essere di buon esempio per i nostri figli, nipoti, amici, conoscenti e per il mondo che ci circonda, per contribuire 140 Pensieri di fine anno Il geometra ligure Studi di Alfred Sisley più di quanto sembra alla crescita educativa di tutti. Purtroppo, spesso, facciamo il contrario, cioè ci adeguiamo ai comportamenti negativi degli altri piuttosto che confermare con forza i nostri, sani e costruttivi. Famosa in questo senso la commedia Shakespeariana a titolo “Così fan tutti”. D’altra parte, se vogliamo iniziare a cambiare dobbiamo in qualche modo far capire che così non va. Pensiamo ai nostri bambini, che vivono per molto tempo realtà televisive non vere, violente e che poco o nulla insegnano di buono. Guardiamo molti ragazzi che hanno vissuto in questo modo e che hanno comportamenti che spesso non riusciamo a giustificare ed hanno in loro il senso della prepotenza e spesso della violenza. Solo noi possiamo fare da contrasto positivo, con il controllo e l’amore, l’educazione e – come detto – l’esempio. Dobbiamo cambiare e presto, il “buonismo”, confuso per “democrazia”, ha fatto danni enormi e continua a farli. Il falso senso di “libertà”, trasformato in “licenza”, non fa comprendere che si è liberi nella misura in cui si consente anche agli altri di esserlo parimenti. La libertà individuale, insomma, finisce dove può calpestare quella degli altri. Si è visto cosa è successo a Genova durante la “non disputata” partita, Italia-Serbia, si vede continuamente che politici, addirittura il Papa, non possono esprimersi per l’intolleranza di taluni, si vedono tutti i giorni tra i “nostri” politici le continue vicendevoli intolleranze, ecc.. Ecco, con la nostra rivista, seppure in misura minima, cerchiamo anche di rinverdire i buoni sentimenti di tutti, di ricordare che innanzi tutto v’è l’Uomo, come persona che deve essere rispettato ed amato, di trascurare le cattiverie ed esaltare i sentimenti buoni. Ci sforziamo di ricordare che vivere, come detto, vuol dire “condividere” e, in una Categoria professionale come la nostra, ciò è ancora, non solo più vero, ma importante. E’ un sogno vedere migliore il mondo che ci circonda ed il nostro? No, perché tutti noi possiamo dare un micro- contributo, che unito ad altri darà certo grandi risultati. Finiamo questo anno 2010, per molti aspetti più difficile di altri, senza dimenticarlo perché ogni esperienza, anche negativa, ci arricchisce perché ci insegna, come le “due dozzine di acini d’uva” che in queste pagine racconta l’Amico Traverso. Sfruttiamo queste esperienze per migliorare noi e l’anno nuovo che ci attende che, auguro a tutti noi, sia foriero di una ripresa economica ma soprattutto che costituisca l’inizio, anzi la continuazione, dalla nascita dell’Uomo, come va effettivamente inteso, cioè espressione ed immagine di Dio. Un abbraccio a tutti ed auguri, auguri, auguri ... Due dozzine di acini d’uva geom. Lorenzo Traverso Il 23 ottobre ricorrerà il 68° annniversario dell’inizio della battaglia di El Alamein, una delle battaglie cardine della seconda guerra mondiale, quali furono Stalingrado, lo sbarco in Normandia, i combattimenti navali del Pacifico, ecc. è stata una battaglia durissima, che ha portato all’eliminazione del fronte dell’Africa Settentrionale, lungo il quale erano schierati italiani e tedeschi da una parte e inglesi, australiani, neozelandesi, francesi, sudafricani e sudanesi dall’altra. Ci siamo rivolti al collega Lorenzo Traverso, il decano dei geometri genovesi in attività di lavoro, che era laggiù in quei momenti quale (allora...) giovanissimo sergente paracadutista della Divisione FOLGORE e là gravemente ferito con conseguente pesante mutilazione. Gli abbiamo chiesto di scrivere per la nostra rivista qualche ricordo di quei giorni. E lui, pur riluttante alla pubblicazione, dopo molte insistenze ci ha mandato il pezzo che pubblichiamo qui sotto, scritto vent’anni dopo quegli eventi, in ricordo di un gesto nobilissimo di alta umanità che mai potrà essere dimenticato. “I sentimenti coi quali ho scritto queste righe sono gli stessi, ancora oggi profondi e vivissimi, esattamente come 68 anni fa” ci ha detto il nostro amico Lorenzo. N el grande capannone sul porto di Marsa Matruh, in Egitto, dove era allogato il Centro Chirurgico del R. Esercito, l’afa era pesante e il caldo insopportabile. La febbre martellava le tempie e rendeva il respiro affannoso; il rantolo incessante, monotono ed esasperante di alcuni moribondi riempiva l’animo di infinita tristezza per la loro sofferenza e per l’incognita del domani di noi momentaneamente ancora vivi. Eravamo in attesa della nave ospedale che, a Dio piacendo, ci avrebbe riportato in Italia, a casa. La sete era spaventosa: le labbra disseccate e spaccate, la lingua rigonfia e patinosa, le fauci inaridite, le mucose della bocca piene di grosse afte biancastre, dolorosissime. Continua, ossessiva, allucinante la visione di bicchieroni d’acqua ghiacciata, di fontanelle Lorenzo Traverso al corso allievi paracadutisti della “Regia Scuola Paracadutisti Tarquinia” (Viterbo). Settembre 1941. 142 Il geometra ligure Due dozzine di acini d’uva ma subito avidamente ingollata sino all’ultima goccia, senza spegnere l’arsura. Il soldato di Sanità addetto al servizio di barbiere mi si avvicina e mi dice: “Devo radervi i capelli, sergente: il Colonnello vuole che tutti quelli che arrivano dal deserto siano rasati per evitare i pidocchi.” “Fai pure.” Il personale di quel nucleo Chirurgico era costituito tutto da militari triestini e friulani,: dal Tenente Colonnello medico che lo dirigeva sino all’ultimo piantone; e una caratteristica di quel reparto, oltre la grande efficenza professionale, era l’estrema pulizia che vi regnava. L’Egitto è il paese delle mosche, da sempre: la Bibbia, nel libro della Genesi, racconta della quarta piaga che ha colppito quel paese, l’invasione dei Africa settentrionale 1942, il fronte a sud di El Alamein. Schieramenti sul campo di battaglia. “mosconi”, come li chiama la Scrittura. Eppure in quel capannone e sotto le tende che lo circondavano non chioccolanti sotto alberi ombrosi. c’era un insetto! In particolare non mi si staccava dalla menFuori di lì bastava aprire la bocca per inte la visione di due grosse bocce di cristallo, goiarne mezza dozzina almeno di insetti. l’una piena di aranciata e l’altra di orzata, Il ragazzo, più o meno mio coetaneo, freschissime, ghiacciate, che sovrastavano il compie delicatamente e in silenzio il suo banco del bar di Salita San Matteo dove la lavoro: era parrucchiere da borghese, sapeva mamma ci portava da piccoli a bere appunto come fare. l’aranciata dopo aver giocato tutto il pomeMentre sta finendo mi chiede: “Sergente, riggio alla Villetta Dinegro. perché non avete mangiato?” Quel locale esiste ancora, anche se dentro “Perché con la bocca in queste condizioni è tutto cambiato: le due bocce di cristallo non posso mandare giù quella roba salata.” non ci sono più. Il barbiere non dice altro, pulisce, riassetta, Sul comodino accanto alla branda due saluta, si allontana. ciotole in alluminio, una ancora piena, intatta, Dopo un paio d’ore ritorna: tra le mani ha con lo spezzatino del rancio fatto con la carne una scatola da scarpe, di cartone, una di quelle in scatola; l’altra, vuota, aveva contenuto la comunissime scatole che tutti conosciamo. scarsa razione di acqua: acqua dallo strano Si avvicina e me la porge: dentro, sul sapore di disinfettante, calda, un vero schifo, fondo, ci saranno stati si e no una ventina di Due dozzine di acini d’uva Il geometra ligure 143 acini d’uva, più o meno, a malapena un paio ritornava: la cambusa e le celle frigorifere erano vuote, il primo scalo dopo Marsa Madi dozzine; una manciata di roba. “è tutto quello che ho potuto racimolare: truh sarebbe stato l’Italia. il sommergibile, non era diretto in missione, Sentito cosa il barbiere cercava e perché, stava rientrando in Italia. Ma è fresca, perché il marinaio gli aveva aperto lo stesso le celle: era in frigorifero.” e lì, “ravattando” sul fondo, aveva raccattato Avevo la febbre altissima, oltre i 40°; mi quella manciata di acini caduti dai grappoli. pareva di non capire, perché mi parlava di Il barbiere mi aveva portato tutto quello un sommergibile?; ma l’uva era lì davvero, che aveva trovato. la vedevo, anche se non mi rendevo conto se Non ricordo il suo nome e me ne ramfosse allucinazione o realtà. marico continuamente: ricordo soltanto che Ho messo in bocca quegli acini, erano era friulano, della “bassa”, di San Giorgio freschi, dolci, succosi. Non credo di aver di Noga o di Latisana o di qualche paese lì mai provato in vita mia un sollievo simile, intorno. sentire andar giù quella fresca dolcezza ghiottamente succhiata e ingoiata. Sono passati vent’anni, tanti, ma sento ancora quella intensa volutà, mai più provata, che mi faceva rivivere. Succhiavo e avevo gli occhi pieni di lacrime di gratitudine infinita. Da dove veniva quell’uva? La spiegazione è molto semplice. Ogni settimana attraccava alla banchina di Marsa Matruh un nostro sommergibile: proveniva dall’Italia, era diretto in missione nel Mediterraneo Orientale. Arrivava, sbarcava un pò di materiale, ripartiva subito dopo, questione di mezz’ora o poco più. Provenendo dall’Italia aveva le celle frigorifere piene di frutta e di verdura per l’equipaggio. Uno dei marinai era compaesano del barbiere: ad ogni scalo lo faceva salire a bordo e gli regalava un pò di quel ben di Dio. Questa volta però c’era stata Depressione di El Qattara nei pressi del Qaret el Hymaimat (1942), una variante: il battello non luogo di inizio della battaglia, dove Lorenzo Traverso è stato ferito con era diretto in missione, ma ne conseguente mutilazione. 144 Il geometra ligure Cosa lo aveva spinto a quel piccolo, grande gesto che, ne sono sicuro, ha contribuito a salvarmi la vita? Non per la sostanza di quello che avevo ingoiato, che era ben poca cosa, ma per la sensazione di sollievo e di riconoscenza, che hanno fatto rifiorire in me la speranza e la voglia di vivere. Non sa quel ragazzo, e probabilmente non lo ha neppure mai immaginato, che il suo gesto spontaneo e umanissimo, indice di innata, unica civiltà, mi ha aiutato a sopravvivere. E se oggi, vent’anni dopo, sono qui a scrivere di questo fatto lo devo anche a lui; Due dozzine di acini d’uva col conforto della Fede, che mi ha incessantemente sostenuto e per l’educazione ricevuta, ottimista per natura, non mi sono mai “lasciato andare” e ho sempre caparbiamente sperato; ma so che quando si è in un abisso di sofferenza, soli, a più di duemila chilometri da casa, in piena guerra, un gesto del genere, al di là del suo valore materiale, solleva lo spirito, incoraggia, ravviva la speranza, aiuta a lottare per sopravvivere! Metto giù queste righe, vent’anni dopo, con perenne, imperturbabile riconoscenza. Genova, ottobre 1962 I Geometri e l’alluvione che ha colpito la delegazione di Sestri Ponente I l Collegio dei Geometri e con lui l’Assogeometri e tutta la Categoria, non potevano far passare nell’indifferenza i gravi fatti alluvionali verificatisi in Liguria e che hanno particolarmente colpito Sestri Ponente. Hanno così preso accordi affinché i Geometri che lo ritengono, possano effettuare senza oneri le perizie necessarie per ottenere i rimborsi che si spera vengano erogati dal Comune o chi per lui. Molti Colleghi hanno aderito, però taluni hanno lamentato la sottrazione di lavoro retribuito. Ci limitiamo a ricordare che la solidarietà e gratuità vanno insieme e, se costa sacrificio, assumono un valore ancor superiore. Grazie quindi a tutti i Colleghi genovesi: a chi opera ed a chi rinuncia, da parte del Collegio, dell’Assogeo, della Redazione e da tutti i Sestresi. LA REDAZIONE La ripartizione delle spese di manutenzione straordinaria del cortile condominiale che copre le autorimesse. Avv. Pier Paolo Capponi Per le spese di riparazione del cortile di accesso all’edificio condominiale non si applica l’art. 1126 c.c., ma per analogia l’art. 1125c.c. è oramai nella consapevolezza di ciascuno, o almeno di molti, che le spese relative alla manutenzione straordinaria di un lastrico solare o di una terrazza a livello (equiparata al primo dalla giurisprudenza della Cassazione, cfr., ex plurimis, Cass. 13 dicembre 2007 n. 26239) si ripartiscono secondo il criterio “un terzo – due terzi”: vale a dire, un terzo della spesa a carico di chi è proprietario o ha l’uso esclusivo del lastrico solare o della terrazza a livello, e due terzi della spesa a carico di coloro che sono coperti da tali manufatti. Il Tribunale di Genova, conformemente peraltro alla Cassazione, ha più volte ribadito che tale principio trova la sua ragione d’essere proprio nella funzione di copertura del manufatto, di tal che, tutte le volte che esista per l’appunto una “copertura”, deve adottarsi il predetto criterio di spesa. Anzi, il nostro Tribunale ha avuto cura di precisare che è assolutamente indifferente la destinazione dei due manufatti in questione: quello che copre e quello coperto. Cosicchè in un caso sottoposto al suo giudizio si è completamente disinteressato del fatto che una terrazza a livello era adibita a spazio di ricrea- 146 Il geometra ligure zione di una prestigiosa scuola, con quindi suo indiscutibile ed apprezzabile valore economico, mentre al di sotto di essa, ad essere coperto, vi fosse un locale fatiscente, con quindi nessuno o minimo valore economico, ed ha conseguentemente suddiviso le spese di riparazione della terrazza secondo il principio “un terzo – due terzi” sopra riportato (Trib. Genova, sentenza n. 417 del 14 febbraio 1996). Tale situazione ha più volte fatto ritenere agli addetti ai lavori - e si crede che in tanti siano giunti alle stesse conclusioni – che lo stesso principio non possa che applicarsi anche al cortile condominiale che copre le autorimesse o qualsiasi altro locale di sorta: insomma, che tale principio debba applicarsi tutte le volte in cui ci si trovi di fronte ad una “copertura”. Sennonchè la Suprema Corte, con la sentenza n. 10858 del 5 maggio 2010 ha ritenuto che “In materia di condominio, qualora si debba procedere alla riparazione del cortile o viale di accesso all’edificio condominiale, che funga anche da copertura per i locali sotterranei di proprietà esclusiva di un singolo condomino, ai fini della ripartizione delle relative spese non si può ricorrere ai criteri previsti dall’art. 1126 c.c. (n.d.r.: quello, per intenderci, “un terzo – due terzi”), ma si deve, invece, procedere ad una applicazione analogica dell’art. 1125 c.c., il quale accolla per intero le spese relative alla manutenzione della parte della struttura complessa identificantesi con il pavimento del piano superiore a chi con l’uso esclusivo della stessa determina la necessità della inerente manutenzione”. A mio parere tale decisione non è condivisibile. L’art. 1125 c.c. riguarda i soffitti che separano un piano dall’altro: fattispecie completamente differente da quella in esame nella quale si è in presenza di una copertura del tutto assimilabile al lastrico solare o alla terrazza a livello e non certo ad un soffitto che divide due piani. Nella parte sovrastante il cortile condominiale, infatti, non vi è alcun “piano”, ma il vuoto. Non credo neppure che possa avere qualche rilievo la circostanza che il cortile condominiale è usato da tutti i condomini mentre il lastrico solare o la terrazza a livello sono usati (ai fini dell’applicazione dell’art. 1126 c.c.) solo da uno o più condomini: a parte il fatto che non è necessariamente sempre così - ben potendo il cortile condominiale essere usato solo da alcuni Ripartizione delle spese di manutenzione straordinaria. condomini (i proprietari delle autorimesse, ad esempio, come spesso accade, potrebbero avere un altro, diverso, accesso all’edificio) - l’unica conseguenza sarà quella che al terzo della spesa concorrerà l’intero condominio. Né mi sembra neppure rilevante l’altra considerazione contenuta nella citata sentenza: quella che il cortile condominiale viene usato per il transito o la sosta degli autoveicoli. A parte che anche ciò - al pari della poc’anzi citata circostanza, non sempre accade - la conclusione più logica e conforme al diritto non può che essere quella di valutare questa, eventuale, “maggiore usura” come causa che potrebbe andare ad incidere - nel caso concreto, ma non in via astratta ed assoluta - sul riparto della spesa. Di certo non può avere la forza di condurre addirittura, come ha fatto la Cassazione, all’applicazione, seppure in via analogica, di un’altra norma del codice civile. Una nota conclusiva. Come sempre - è oramai un ritornello, ma non è mai inutile sottacerlo, se non altro per far comprendere, se mai ve ne fosse bisogno, come la legge non è equiparabile, per “certezza”, alla matematica – va detto che esiste un’altra sentenza, sempre della Cassazione, la n. 11283 del 10 novembre 1998, che in una fattispecie del tutto analoga, ha invece ritenuto applicabile, con la piena condivisione del sottoscritto, l’art. 1126 c.c. “ In mancanza di titolo, la natura del diritto su di un manufatto dipende dalla struttura o destinazione all’uso o al servizio dei piani o delle porzioni di piano del fabbricato condominiale; pertanto se un cortile dà aria e luce a questo ed ha la funzione di consentirne l’accesso, ancorchè costituisca copertura di un sottostante locale costruito fuori della proiezione verticale dei piani sopraelevati, ha natura condominiale e perciò l’assemblea dei condomini, con la partecipazione del proprietario del locale in proporzione ai corrispondenti millesimi è legittimata a deliberare i lavori di manutenzione necessaria per la conservazione del piano di calpestio, fungente altresì da soffitto del predetto locale, mentre la ripartizione delle conseguenti spese va effettuata secondo l’omologo criterio stabilito per la terrazza a livello dall’art. 1126 c.c., sì che il proprietario di questo deve contribuire per due terzi e i condomini per un terzo”. Centro Studi A.p.e. - Confedilizia Genova Il degrado delle murature ed i problemi di compatibilità degli intonaci. Prima parte geom. Adriano Rodari M i sono deciso a scrivere questo articolo dopo numerose verifiche su murature deteriorate, a distanza di poco tempo dal termine di interventi per la loro manutenzione, per riscontrare diverse fenomenologie e problematiche di degrado, anche grave, causate, in parte da una errata applicazione di materiali non appropriati ed in parte per supporti già aggrediti da sostanze chimiche inquinanti. Una preventiva analisi delle cause dello stato del degrado ed una attenta valutazione delle murature avrebbero consentito interventi propedeutici di preparazione dei supporti e l’applicazione di materiali mirati, evitando danni sia per la committenza che per le imprese esecutrici con successivi contenziosi, con grave dispendio economico. I diversi fenomeni del degrado degli intonaci sono essenzialmente correlati alla presenza di acqua nelle murature oltre che di sostanze inquinanti, che possono essere presenti nelle costruzioni per diverse cause, le più comuni sono: a) L’umidità derivante dal sottosuolo, attratta nelle murature per capillarità o da forze elettro-osmotiche. b) Umidità di costruzione, presente negli edifici molto antichi quando gli spessori dei muri sono molto forti e, di conseguenza, le malte aeree contenute negli strati più interni e non lambiti dall’anidride carbonica dell’aria non hanno ancora completato la presa rimanendo allo stato molle. c) L’umidità dell’atmosfera, che può conden- sare nei materiali costituenti la muratura o in superficie, in parte per la differenza termica superficiale delle murature ed in parte per la presenza di sali igroscopici. d) La pioggia, non sufficientemente raccolta ed incanalata, che penetra in diversa misura nelle murature. e) L’umidità derivante da cause impreviste, come la rottura di fognature, condotte pluviali, serbatoi d’acqua, ecc.; f) Sostanze chimiche presenti nell’atmosfera e/o veicolate all’interno della muratura per la presenza di acqua. Azione dell’umidità sulle murature Fra i più gravi inconvenienti che l’acqua può provocare vi è il deterioramento delle superfici quando l’acqua, presente all’interno delle murature per diverse cause, si congela; in tali condizioni aumenta il volume esercitando una forte pressione meccanica sulla superficie dei pori causando il distacco e l’espulsione delle parti superficiali, via via sempre più profonde, di legante e di materiale lapideo e/o laterizio; il fenomeno risulta particolarmente attivo con pietre gelive o materiali porosi. La permanenza dell’umidità nei muri produce anche fenomeni secondari nei confronti del degrado, ma assai importanti rispetto l’abitabilità; per esempio la resistenza alla trasmissione del calore si riduce fino oltre metà in funzione della quantità d’acqua contenuta con i ben noti inconvenienti di natura igienica ed economica (locali ad elevata umidità, muffe, aumento delle spese di riscaldamento, ecc.). 148 Il geometra ligure Il degrado delle murature ed i problemi di compatibilità degli intonaci. L’umidità in concorso con altri composti di natura chimica od organica presente nelle strutture murarie, nell’atmosfera o nel sottosuolo, conduce alla formazione di macchie o di efflorescenze le quali, a lungo andare, provocano il distacco di materiale dai paramenti per cristallizzazione e/o disgregazione. Umidità derivante dal sottosuolo Questa è la causa principale delle manifestazioni di umidità nelle vecchie murature, nei piani cantinati e anche a livello appena superiore al piano stradale o al piano di campagna: l’ingresso e la diffusione di questo tipo di umidità è dovuto essenzialmente al fenomeno fisico della capillarità. Con questo termine si indica un fenomeno che si manifesta in modo inverso rispetto alla legge di gravità. Secondo questa legge, infatti, il liquido contenuto in due vasi comunicanti rimane allo stesso livello; quando uno dei due vasi ha dimensioni minime, detti anche capillari, il liquido sale nel vaso più stretto, tanto più alto quanto più è piccola la sua sezione. Muratura in pietra e calce già deteriorata da umidità proveniente dal terreno per effetto osmotico e dalla pioggia, con ulteriore degrado per gli interventi manutentivi con malte a base cementizia con ridotta traspirabilità. L’altezza di risalita dell’acqua quindi è inversamente proporzionale al diametro dei pori del materiale da costruzione usato. Il contenuto dell’acqua trattenuta per capillarità può raggiungere e superare, in materiali molto igroscopici come le malte e la maggioranza dei materiali da costruzione, il 30% del volume: per ogni mc. di muratura è quindi possibile che vengano trattenuti anche 300 kg. di acqua. Nella pratica si riscontra comunque che la forza di capillarità aumenta leggermente in presenza di temperature più basse, ed aumenta in modo più evidente in presenza di sali. Queste indicazioni spiegano la diversa capacità di risalita capillare che si può riscontrare in un edificio costruito con gli stessi materiali perché influenzato dal terreno e/o dall’esposizione. Caratteristiche dell’umidità proveniente dal terreno Può essere alimentata o da acqua dispersa accidentalmente nel terreno o da falda freatica. Nel primo caso l’edificio può avere delle manifestazioni di danni notevoli ed è difficile individuarne la provenienza; di solito però si localizza in una parte specifica o in un gruppo di edifici vicini. Una volta stabilito che il danno è causato da acqua dispersa, l’unica difficoltà è individuarne la fonte ed interromperla. Normalmente si tratta di perdite di fognature, acquedotti, pozzi, acqua piovana raccolta in modo inadeguato, che provocano imbibizioni del terreno a contatto con le murature di fondazione. In casi del genere bisogna effettuare delle indagini specifiche: - Effettuando degli scavi intorno al perimetro della muratura umida; - Controllando i pozzi, le cisterne e le fognature vicine in modo da rilevarne eventuali perdite; - Verificando che le acque meteoriche siano convogliate in modo opportuno. Per quanto riguarda il secondo caso, è noto che l’acqua piovana penetra con molta facilità Il degrado delle murature ed i problemi di compatibilità degli intonaci. Il geometra ligure 149 nel terreno permeabile andando in profondità, se incontra uno strato impermeabile come può essere un banco di argilla satura, si accumula, formando una specie di “fiume sotterraneo”, detto falda freatica. Quando la falda freatica non ha profondità eccessiva e incontra un terreno meno permeabile di quello attraverso il quale è discesa, come un terreno argilloso, può risalire. Comportamento dei materiali per l’umidità ascendente dal sottosuolo Abbiamo già parlato di come cambi l’altezza di risalita capillare dell’acqua secondo le caratteristiche fisiche del materiale da costruzione. Queste caratteristiche del materiale di base, usato nella costruzione di un muro, determinano la diversità di comportamento dell’intera costruzione all’effetto dell’umidità. In particolare, se i giunti di malta presenti nella muratura sono sottili, il comportamento della muratura stessa tende ad identificarsi con quello del materiale impiegato: il laterizio ha una capacità di adescamento da 3 a 5 volte superiore a quello della malta aerea, in una muratura ben fatta, con giunti sottili la risalita dell’acqua è quindi facilitata. Se la muratura è costruita invece con pietrame anticapillare, ad esempio il calcare, la risalita dell’umidità per capillarità sarà molto ridotta, perché avrà come via di risalita solo gli strati di malta. Nel punto in cui il tasso di risalita capillare è uguale al tasso di evaporazione si manifesta sul muro con un segno di demarcazione che divide la parte inferiore umida da quella superiore ancora intatta e asciutta: questa macchia umida, che sale in modo continuo dal pavimento, non supera in genere il metro di altezza. Nel caso in cui si rilevino macchie eccessivamente alte, per esempio superiori a 2 metri, bisognerà verificare che le zoccolature, gli arredi fissi o altri elementi non impediscano una normale ventilazione nelle parti basse Vistosa linea di demarcazione con effetto di ampio degrado dell’intonaco per umidità da risalita. della muratura. Le murature degli scantinati o delle fondazioni in genere, immerse nel terreno assorbono l’acqua in esso contenuta trasportandola in alto in maniera tanto maggiore quanto più forte è lo spessore dei muri a parità di altre condizioni: infatti, ad un eguale contenuto percentuale d’acqua i muri di maggior spessore ne contengono una quantità maggiore e la superficie esterna dei paramenti, da cui può evaporare, è indipendente dallo spessore dei muri medesimi, per cui la quantità d’acqua trattenuta risulta tanto maggiore quanto più spessi sono i muri. Ipotesi di Kettenacker è naturale pensare che in presenza di una maggiore ventilazione o di un’azione diretta del sole si verifichi sulla superficie del muro un prosciugamento uniforme. Secondo Kettenacker invece il prosciugamento inizia dall’alto, mentre al di sotto della linea di demarcazione dell’umidità, il tasso di umidità presente nella muratura rimane invariato. L’ipotesi si basa su queste considerazioni: - In un materiale umido in cui venga forzata l’evaporazione superficiale con la ventilazione e con il calore del sole, l’incremento dell’acqua evaporata porta un aumento dell’acqua assorbita dal basso; - In un muro avviene il fenomeno analogo, 150 Il geometra ligure Il degrado delle murature ed i problemi di compatibilità degli intonaci. aumentando la velocità di evaporazione aumenta la velocità di risalita; - Il prosciugamento inizierà a verificarsi solo quando la velocità di evaporazione sarà maggiore di quella di risalita; iniziando quindi sempre dall’alto. Danni tipici provocati da umidità ascendente Macchie alla base delle costruzioni; - Distruzione degli intonaci e della malta di connessione per la formazione di solfati e loro successivo distacco; - Ambiente malsano e fioriture di muffa; - Aumento della dispersione di calore dell’edificio dall’interno; - Murature più fredde dove si possono verificare con molta facilità fenomeni di condensa; - Distacco dello strato superficiale in alcune pietre e nei laterizi per effetto della cristallizzazione dei sali. L’atmosfera ad una certa temperatura, contiene una certa quantità di acqua che, generalmente, è espressa come percentuale rispetto alla quantità (100 %) che satura l’aria alla medesima temperatura. Esiste, ad una data temperatura, un certo grado igrometrico dell’aria, espresso come rapporto fra la concentrazione realmente esistente di acqua e la concentrazione necessaria alla saturazione. Più l’aria è umida, ad una determinata temperatura, e più facilmente si raggiunge il grado di saturazione (condensazione), in pratica il grado igrometrico corrispondente al 100 %, con l’abbassarsi della temperatura ambiente. Quanto sopra mette bene in evidenza il ruolo che riveste l’ambiente che circonda l’edificio nei riguardi della sua conservazione e del suo degrado. In un ambiente umido e in condizioni di scarsa ventilazione si raggiungerà più facilmente la temperatura di condensazione specialmente nelle pareti esposte al nord o scarsamente soleggiate. Nei lavori di restauro dovrà, di conseguenza, essere particolarmente curata la difesa delle murature dall’umidità proveniente dall’esterno, specie in quelle parti esposte ad un maggiore raffreddamento, ad esempio con prodotti idrorepellenti. Umidità da infiltrazione di pioggia Particolare dell’aggressione di licheni su materiale lapideo agevolata dalla presenza di umidità da condensazione. Umidità da atmosfera L’ambiente atmosferico che circonda un edificio contiene una certa quantità di acqua per cui, trascorso un certo tempo dall’ultimazione dei lavori, si stabilisce un equilibrio tra il contenuto di acqua nelle murature e quello dell’aria circostante. Nelle vecchie costruzioni, specie in quelle in stato di avanzata fatiscenza, si può affermare che sia sempre presente umidità nelle murature, derivante da infiltrazione della pioggia: l’acqua meteorica penetra orizzontalmente nel muro grazie alla pressione del vento ed alla capillarità del materiale. Il vento quindi porta la pioggia a contatto con le pareti, ma la penetrazione è dovuta principalmente all’assorbimento per capillarità, quindi alle qualità proprie del materiale. La penetrazione può avvenire attraverso i tetti, quasi sempre deformati nelle loro falde per i dissesti e la degradazione dell’ossatura portante in legname oltre alla fatiscenza del Il degrado delle murature ed i problemi di compatibilità degli intonaci. manto impermeabile (tegole rotte e fuori posto). Un’altra causa frequente di infiltrazione risiede nelle fessurazioni e nei dissesti in genere delle superfici orizzontali, quali ad esempio le cornici, i marcapiani, le soglie e i timpani delle porte e delle finestre, elementi tutti realizzati generalmente in pietra da taglio e che lasciano penetrare l’acqua per rotture dovute a movimenti della costruzione o per degrado dei giunti e degli allettamenti di malta. Nelle pareti verticali esterne la pioggia si infiltra più frequentemente fra i giunti di malta che legano i mattoni o i blocchi di pietra. Le malte, infatti, fra i componenti della muratura sono quelle che presentano, nella maggior parte dei casi, un più precoce invecchiamento con conseguente perdita di consistenza e di coesione. Contribuiscono alle infiltrazioni i distacchi fra i giunti di malta ed elementi lapidei, causati dagli sbalzi termici e dai movimenti di dissesto (cedimenti differenziali nelle fondazioni, spinte delle volte, ecc..). Alterazioni causate o indotte dall’umidità Una muratura, conservatasi a lungo tempo a contatto di atmosfera sana, trovandosi immersa in un’atmosfera industriale, pregna di fumi e di vapori acidi, sarà sottoposta ad un rapido degrado delle superfici. L’umidità può ugualmente propagarsi nell’interno delle murature per diverse cause, come accennato in precedenza, ed alterarne, in concorso con gli elementi corrosivi presenti nell’atmosfera, la sua compattezza. I sali solubili presenti nella massa muraria, che possono essere introdotti con l’acqua d’impasto delle malte o trasportati direttamente dall’umidità saliente o da quella atmosferica, producono anch’essi delle manifestazioni che si traducono in semplici, anche se gravi, inconvenienti di aspetto o, al contrario, in vere e proprie alterazioni della materia che possono compromettere anche la stabilità della costruzione. Il geometra ligure 151 Disgregazione del paramento in mattoni causato dall’azione del gelo che ha polverizzato il laterizio. Il degrado delle murature è prodotto anche da azioni fisiche, che possono risultare particolarmente dannose quando siano associate a quelle di natura chimica che, come abbiamo visto, hanno come veicolo principale l’umidità. I principali fenomeni fisici che contribuiscono a danneggiare le murature sono: gli sbalzi termici, con la conseguente dilatazione ed il successivo ritiro delle masse; il gelo, che produce disgregazione delle superfici imbevute di acqua per l’aumento di volume di quest’ultima allo stato solido. Il vento, che con il trasporto di polvere produce una specie di “sabbiatura” delle superfici esposte usurandone progressivamente, anche se lentamente, la faccia a vista. Chimica del deterioramento Il potere deteriorante dell’umidità è accresciuto dal fatto che l’acqua crea le condizioni per cui si verifica un attacco chimico e biologico sulla muratura. Oltre alle macchie d’umidità si trovano spesso sui muri delle efflorescenze biancastre o delle erosioni superficiali che indicano la presenza di un deterioramento chimico. Questo è prodotto dalla reazione tra i materiali murari, l’acqua ed i composti inquinanti che possono essere presenti sia nell’acqua che nell’atmosfera 152 Il geometra ligure Il degrado delle murature ed i problemi di compatibilità degli intonaci. oppure nel paramento murario. Vediamo ora più precisamente come avviene questo deterioramento ed in particolare la formazione di alcuni sali; i carbonati, i solfati, i nitriti ed i nitrati. Una caratteristica fondamentale di questi sali è l’igroscopicità. Si usa suddividere i sali in due categorie: - I sali non igroscopici che assorbono acqua; - I sali igroscopici che oltre all’acqua assor- bono anche l’umidità atmosferica. Questa caratteristica è molto importante nei lavori di risanamento dell’umidità: eliminando la fonte d’acqua i sali non igroscopici cedono l’acqua che contenevano all’atmosfera. Se sono presenti sali igroscopici nelle murature, il sistema di isolamento può essere reso inutile dalla capacità, caratteristica di questi sali, di assorbire vapore atmosferico e convertirlo in acqua riducendo quindi il potere isolante delle murature. POLIZZA RC PROFESSIONALE É stata rinnovata la convenzione tra IL COLLEGIO DEI GEOMETRI DELLA PROVINCIA DI GENOVA e SOCIETÀ REALE MUTUA DI ASSICURAZIONI Agenzia Principale di Genova - Guido Carosini, Filippo e Francesco Parodi S.a.s. Piazza Dante 8/4, 16121 Genova (GE) (Italia) - tel. 010 5957567 per individuare con competenza specifica la migliore scelta Assicurativa legata alla Professione e suggerire soluzioni personalizzate. 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Sulla sentenza delle Sezioni Unite della Cassazione in tema di maggioranze per l’approvazione delle Tabelle Millesimali. Geom. Arnoldo Juvara è certo ormai a tutti nota la Sentenza n° 18477 del 9 Agosto 2010 emessa dalle Sezioni Unite della Cassazione, con cui si afferma che “... le Tabelle millesimali non” “devono essere approvate con il” “consenso unanime dei condomini,” “essendo sufficiente la maggioranza” “qualificata di cui all’art. 1136 CC.,” “comma 2 ...” cioè la maggioranza degli intervenuti all’Assemblea che rappresenti almeno la metà del valore dell’edificio. L’importante sentenza si è basata sul principio che “la deliberazione” “che approva le tabelle millesimali” “non si pone come fonte diretta” “dell’obbligo contributivo del con-” “domino, che è nella legge prevista,” “ma solo come parametro di quanti-” “ficazione dell’obbligo, determi-” “nato in base ad una valutazione” “tecnica; caratteristica propria del” “negozio giuridico è la conforma-” “zione della realtà oggettiva alla” “volontà delle parti: l’atto di ap-” “provazione della tabella, fa capo” “ad una documentazione ricogni-” “tiva di tale realtà, donde il difetto” “di note negoziali.” Questa sentenza contiene in sé due Semaforo verde all’approvazione a maggioranza delle tabelle aspetti fondamentali: millesimali • è totalmente innovativa rispetto al costante indirizzo giurisprudenziale che voleva l’unanimità dei condomini, sazione per cui costituisce provvedimento forte considerando le Tabelle Millesimali di natura e difficilmente modificabile, quanto meno nel negoziale; medio periodo. • è stata emessa dalle Sezioni Unite della Cas- 154 Il geometra ligure Cerchiamo ora di valutare la portata e le conseguenze di tale decisione. In “primis” è di tutta evidenza che l’approvazione delle T.M. è ora più agevole, ma risulta anche meno difficoltoso opporsi alla loro approvazione. Si deduce, infatti, che il dissenziente può impugnare la delibera, secondo le normali procedure, senza coinvolgere ‑ come avveniva prima ‑ ogni condomino citandolo in causa individualmente. Pertanto potrà non essere confermato che questo provvedimento giurisprudenziale riduca (alcuni dicono elimini) le liti in condominio. Maggioranze per l’approvazione delle Tabelle Millesimali Fatta questa prima, rapida e certo sommaria considerazione, va ricordato che rimane in vita, in tutto il suo significato, l’art. 69 della Disp. Att. C.C., che indica in quali casi è possibile variare o rifare le T.M. e cioè: in base ad un errore o alla modificazione, per innovazione di vasta portata, di parte del Condominio. Ne consegue che solo in quei casi, i cui limiti sono certo ben definiti, possano essere modificate o rifatte le T.M., in difetto i Condomini dissenzienti avrebbero ampia possibilità di tutela impugnando la delibera di approvazione, probabilmente senza limiti di tempo, se ed in quanto in contrasto con una norma cogente quale è il citato art. 69. Infatti ‑ come detto ‑ la revisione o modifica delle T.M. deve comunque ispirarsi a detto articolo che val la spesa integralmente riportare; “I valori proporzionali dei vari piani” “o porzioni di piano possono essere” “riveduti o modificati, anche nell’in-” “teresse di un solo condomino, nei” “seguenti casi: “1) quando risulta che sono conse-” “guenza di un errore;” “2) quando, per le mutate condizioni” “di una parte dell’edificio, in conse-” “guenza alla sopraelevazione di nuo-” “vi piani, di espropriazione parziale” “o di innovazioni di vasta portata,” “è notevolmente alterato il rapporto” “originario tra i valori dei singoli” “piani o porzioni di piano.” Non più il consenso unanime: ora nei condomini l’approvazione dei millesimi è soggetta ad un nuovo ordinamento La sentenza in esame non ha modificato l’art. 69 che, è il caso ripetere, non è derogabile. Ne consegue che una delibera assunta con le nuove maggioranze ma in spregio all’art. 69, è nulla e, come tale, impugnabile in qualsiasi momento. Non è in questo articolo che si vuole entrare nel merito delle casistiche che sovrintendono alla possibilità di revisione delle T.M., se non con schematiche esemplificazioni e principi: ‑ per errore si intende, in linea di massima, quello materiale (calcoli errati, omissioni di superfici da considerare, ecc.), non sono considerati errori quelli Maggioranze per l’approvazione delle Tabelle Millesimali estimativi che soggiaciono alla valutazione del tecnico, sempreché non risultino del tutto “cervellotici” e quelli legati all’evoluzione commerciale‑urbanistica nella zona; ‑ le “mutate condizioni”, sono di più facile intuizione e possono individuarsi nell’ampliamento di unità immobiliari (creazione verande e/o soppalchi abitabili, realizzazione di ascensore, ecc.) purché di portata significativa e tali da alterare i valori millesimali in essere. Pertanto sono riparabili eventuali atteggiamenti prevaricatori, nel senso che la maggioranza dei condomini si unisca per avere vantaggi da una nuova T.M. a danno di altri. Rimane ovviamente il peso, psicologico ed economico, di affrontare una vertenza giudiziaria, quale è l’impugnativa di un verbale, che va a sfociare, fatalmente, in una consulenza tecnica, con oneri significativi. Alcuni commentatori di questa sentenza assumono, come Matteo Rezzonico, “che, una volta modificate le tabelle,” “potrebbe essere contestata qualsiasi decisio-” “ne presa in precedenza con maggioranze” “che, in seguito alla revisione, sono cambia-” “te. Non rassicura più di tanto il fatto che le” “delibere prese con maggioranze insufficienti” “sono solo annullabili, se impugnate entro” Il geometra ligure 155 “30 giorni da quando se ne è venuti a cono-” “scenza. Infatti se l’impugnazione ci sarà, è” “da prevedere che non riguarderà solo” “l’oggetto della delibera, ma, in seconda” “istanza, anche l’esattezza del calcolo dei” “millesimi con cui è stata presa, con la” “conseguenza che la revisione dei millesimi” “diverrà in futuro uno degli argomenti” “preferiti delle liti condominiali.” Conclude l’autore di questo commento ipotizzando un incremento insperato di lavoro per i tecnici, circostanza, per certi aspetti, per noi auspicabile, ma che, credo, non cambierà molto rispetto a quella che era la situazione precedente come lo stesso autore afferma scrivendo: “Va subito premesso che non è affatto una” “novità la tesi che siano modificabili i” “millesimi, anche se allegati a un regolamen-” “to condominiale contrattuale, approvato da” “tutti gli acquirenti gli appartamenti in” “condominio. Si tratta anzi dell’indirizzo” “prevalente tra i giudici, già consolidatosi” “in passato con diverse sentenze, anche” “della Cassazione.” Sarà comunque necessario vivere le prossime esperienze sul tema, per poterci esprimere in modo più puntuale sull’impatto e conseguenze della sentenza in esame. FORMAZIONE CONTINUA OBBLIGATORIA Centro di formazione della Associazione Geometri di Genova CENTRO PER LA FORMAZIONE CONTINUA DEL COLLEGIO PROVINCIALE GEOMETRI E GEOMETRI LAUREATI DI GENOVA Viale Brigata Bisagno 8/2 – 16129 Genova IBAN IT25 S034 4001 4000 0000 0145 000 Per conoscere i corsi ed i seminari in programma consultate il sito: www.associazionegeometri-ge.it cliccando su “formazione” o sul sito: www.collegio.geometri.ge.it cliccando “formazione continua” e poi “assogeo” La segreteria è aperta al pubblico nei giorni di martedì, giovedì e venerdì ore 9,30÷12,30 oppure chiamare i numeri 393.9036079 - 393.9034346 - 393.9036285 o scrivere a: [email protected] Parliamo un pò di... Impariamo a scrivere La deontologia come strumento di affermazione professionale Geom. Mauro Mattei S ul numero 2/2010 della nostra rivista sono pubblicati i due articoli del Colleghi Fieramosca e Verucci il cui rispettivo titolo è qui riportato in epigrafe. Trovo il primo estremamente attuale ed importante visto che buona parte della nostra attività professionale si traduce in relazioni, lettere, ecc. rivolte a persone e/o professionisti che debbono apprezzarle e valutarle, con tutti i rischi del caso. Non voglio qui ergermi a paladino della lingua italiana ben conoscendo i miei limiti resi noti a tutti dai miei scritti su queste pagine, con “streppelli” corretti, quando ve ne è stata occasione, da Ettore (ma quanti sono sfuggiti...). Non posso però che rammaricarmi se penso alle brevi relazioni illustranti i progetti predisposti dai candidati agli esami di abilitazione alla professione a dir poco penose se pensiamo trattarsi, appunto, di elaborati finalizzati a dimostrare di essere in grado di divenire professionisti.Proprio in questi giorni un amico pre-pensionato, che si è iscritto alla Facoltà di Lettere e Filosofia, indirizzo di Storia dell’Università di Genova, mi raccontava come tra gli esami il Ministero abbia reso obbligatorio quello di italiano essendosi reso conto dell’ignoranza e dei limiti degli studenti i quali, per la facoltà scelta, non dovrebbero avere alcuna pecca in materia. Il secondo articolo è di estrema importanza trattando una materia che a noi iscritti più anziani pare essere caduta nel dimenticatoio. I giovani, non tutti per fortuna, dovrebbero comprendere la necessità di corretti rapporti con i terzi seguendo il principio che “la correttezza paga”. Dovrebbe far parte della deontologia anche l’abbigliamento, non inteso come obbligo di giacca e cravatta ma certo non inteso come abbigliamento da spiaggia. Proprio al Collegio, in occasione di un incontro pubblico con una importante personalità del Tribunale, qualcuno si è presentato con pantaloncini corti. In quel momento il soggetto era li come appartenente ad una categoria professionale che certo non ha trovato giovamento dall’immagine fornita. Come direttore del Centro di Formazione del Collegio mi piacerebbe poter proporre un seminario su questi due argomenti (meglio un corso per il primo) anzi, prossimamente, ne sarà proposto uno sulla deontologia ma temo andrà pressoché deserto trattandosi di materia apparentemente improduttiva... mi piacerebbe tanto essere smentito. Logicamente, visti gli argomenti trattati, ho chiesto all’amico Fieramosca di provvedere alla correzione di questo scritto così da non essere in futuro annoverato tra i più. Dove viene meno l’interesse, viene meno anche la memoria. Johann Wolfgang Goethe Giurisprudenza APRILE 2010 giugno 2010 Tecnica Legale Comunione legale di beni Azione di riduzione CASSAZIONE CIVILE, SEZIONI UNITE, 28 ottobre 2009, n. 22755 ‑ CARBONE Presidente ‑ NAPPI Relatore ‑ PIVETTI PM. (diff.) ‑ Puleo (avv. Salemi) Bonnici (avv. Cacopardo). Famiglia (regime patrimoniale) ‑ Comunione legale dei beni ‑ Dichiarazione del coniuge non acquirente di assenso alla intestazione esclusiva del bene a favore dell’altro ‑ Natura non nego‑ ziale - Inidoneità ad escludere l’acquisto dalla comunione (C.c. artt. 177, comma 1, lett. a), 179, comma 2). Famiglia (regime patrimoniale) ‑ Comunione legale ‑ Beni personali ‑ Esclusione ‑ Necessità di dichiarazione espressa (C.c. artt. 177, comma 1, 179, comma 2). In regime di comunione legale, la dichiarazione di assenso del coniuge non acquirente all’intestazione personale del bene all’altro coniuge non vale ad escluderlo dalla comunione in mancanza dell’effettiva natura personale del bene. Ai fini dell’esclusione dalla comunione legale dei beni di cui all’art. 179, comma 1, lett. c), d) e f) non è sufficiente la natura personale del bene, ma è altresì necessario che essa sia dichiarata dall’acquirente con l’adesione dell’altro coniuge. Maggio 2010 Tecnica Legale Usucapione di bene comunale indisponibile CASSAZIONE CIVILE, II SEZIONE, 24 marzo 2010, n. 7059 ‑ SCHETTINO Presidente ‑MIGLIUCCI Estensore ‑ MARINELLI PM. (conf.) ‑ Comune di Paternò ‑ Caio. La questione: i beni immobili comunali del patrimonio indisponibile possono essere usucapiti dai privati se non sono effettivamente destinati al servizio indicato? La soluzione: il bene indisponibile è usucapibile se manca la destinazione, in quanto non è sufficiente la sola determinazione dell’Ente locale per imprimere al bene il carattere di indisponibilità. CASSAZIONE CIVILE, II SEZIONE, 24 novembre 2009, n. 24711 ‑ TRIOLA Presidente - MAZZACANE Relatore ‑ PRATIS P.M. (diff.) ‑ P.A. (avv. ti Mezzetti, Colavecchio) ‑ P.P. ed altro (avv. Misciagna). Successione legittima e testamentaria ‑ Azione di riduzione - Stima dei beni donati - Valore di mercato ‑ Procedimento di mutazione urbanistica in itinere ‑ Incidenza (C.c. art. 556, 747, 750). Nell’azione di riduzione, il valore dei beni donati viene calcolato al momento dell’apertura della successione, sulla base del valore di mercato e considerando l’incidenza di procedimenti di mutazione urbanistica, ancorché in itinere. Verbale di assemblea condominiale CASSAZIONE CIVILE, II SEZIONE, 13 novembre 2009, n. 24132 ‑ TRIOLA Presidente ‑ GIUSTI Relatore ‑ RUSSO PM. (diff.) ‑ T.E. (avv. Sabatini) ‑ Condominio A. Cassa con rinvio App. L’Aquila, 2 novembre 2004. Condominio ‑ Edifici ‑ Assemblea ‑ Deliberazioni ‑ Verbale ‑ Analitica indicazione dei partecipanti ‑ Necessità (C.c. artt. 1136, 1137). Il verbale di assemblea condominiale deve contenere l’elenco dei partecipanti ed indicare i nomi dei condomini assenzienti e dissenzienti, con i rispettivi valori millesimali. Recentissime dal Consiglio di Stato Dia CONSIGLIO DI STATO, IV SEZIONE, 24 maggio 2010, n. 3263 ‑ TROTTA Presidente ‑ CACACE Estensore ‑ A. ‑ Comune di Potenza. La questione: è possibile realizzare con la Dia un intervento edilizio, per il quale sarebbe necessario il permesso di costruire in quanto difettano piani attuativi di dettaglio? 158 Giurisprudenza Il geometra ligure 1. L’amministrazione comunale ordina ai responsabili di una società di capitali di non procedere alle trasformazioni urbanistico‑edilizie, descritte in due Dia, presentate in tempi diversi. La società propone gravame avverso gli ordini, dei quali chiede l’annullamento, e domanda la condanna dell’amministrazione sia ad autorizzare le trasformazioni urbanistico - edilizie rappresentate con le Dia sia al risarcimento dei danni subiti e subendi. Il T.A.R. respinge il ricorso in quanto difetterebbero i presupposti per effettuare i lavori mediante Dia; in particolare il piano particolareggiato, relativo alla zona, con tipologia «edilizia privata nei comprensori», sarebbe privo delle disposizioni «plano‑volumetriche» (definizione esatta in sagoma degli edifici da realizzare, posizionamento rispetto ai limiti delle opere di urbanizzazione primaria, dei confini di zona e di proprietà) «tipologiche» «formali» e «costruttive». Tali carenze importano discrezionalità nella progettazione, per cui sarebbe necessario il permesso di costruire. La società propone appello. 2. La soluzione: la Dia è atto di parte che dà inizio ad un procedimento; essa è basata su un’autocertificazione della stessa parte istante. L’amministrazione è tenuta ad effettuare un controllo sulla pertinenza e completezza della documentazione e sulle attestazioni di professionisti abilitati nonché sulle condizioni necessarie per la realizzazione di quanto rappresentato con la Dia. Le verifiche, che devono essere compiute dall’amministrazione, comprendono le osservazioni circa l’esistenza di un piano attuativo (art. 1, comma 6, lett. c), L. 21 dicembre 2001, n. 443 ‑ realizzabilità di un intervento per il quale sarebbe necessario il permesso di costruire). La vigenza della pianificazione urbanistica di dettaglio può giustificare la praticabilità della Dia, in alternativa al permesso di costruire; tale pianificazione permette di contenere la discrezionalità amministrativa o quella tecnica, per cui sono indispensabili precise disposizioni plano‑volumetriche, tipologiche, formali e costruttive. In difetto di pianificazione di dettaglio gli interventi consistenti in nuove costruzioni devono essere precedute da permessi di costruire. La pianificazione urbanistica di dettaglio non deve lasciare spazio alla discrezionalità in fase di progettazione. luglio 2010 Arbitrato e tutela cautelare CORTE COSTITUZIONALE, 28 gennaio 2010, n. 26 - AMIRANTE Presidente ‑ CRISCUOLO Relatore ‑ T.M.E. s.p.a. ed altri (avv. Bussoletti) ‑ Veolia Servizi Ambientali s.p.a. e altri. Provvedimenti cautelari ‑Convenzione d’arbitrato ‑ Pendenza di giudizio arbitrale ‑Accertamento tecnico preventivo ‑ Espletamento ‑ Esclusione ‑ Illegittimità costituzionale ‑Sussistenza (Cost. artt. 3, 24; C.p.c. artt. 669 quinquies, 669 quaterdecies, 696,818). è costituzionalmente illegittimo, per violazione degli artt. 3 e 24 Cost., l’art. 669 quaterdecies c.pc. nella parte in cui, escludendo l’applicazione dell’art. 669 quinquies, impedisce, in caso di stipulazione di una convenzione d’arbitrato o di pendenza di un giudizio arbitrale, l’espletamento dell’accertamento tecnico preventivo, di cui all’art. 696. I provvedimenti di istruzione preventiva hanno natura cautelare e, visto il divieto dell’art. 818, non possono essere concessi dagli arbitri. Distanze legali CASSAZIONE CIVILE, II SEZIONE, 22 febbraio 2010, n. 4240 ‑ TRIOLA Presidente ‑ D’ASCOLA Relatore ‑ CENICCOLA P.M. (conf.) ‑ O.S. (avv. Carrara) ‑ N.F. (avv. Bettoni). Cassa con rinvio App. Milano 27 agosto 2004, n. 2312. Proprietà e confini ‑ Immobili ‑ Distanze legali ‑ Mantenimento di una costruzione a distanza inferiore da quella legale ‑ Acquisto della relativa servitù per usucapione ‑Ammissibilità (C.c. artt. 873, 874, 877, 1146). è ammissibile l’acquisto per usucapione di una servitù avente ad oggetto il mantenimento di una costruzione ad una distanza inferiore rispetto a quella stabilita dal codice civile o dai regolamenti e dagli strumenti urbanistici locali. Giurisprudenza Il geometra ligure Servitù I. CASSAZIONE CIVILE, II SEZIONE, 5 ottobre 2009, n. 21255‑ ROVELLI Presidente ‑ GIUSTI Relatore ‑ MARINELLI P.M. (conf.) ‑ Delmarco (avv.ti Rosa, Gigli) ‑ Vinante Costruzioni s.p.a. (avv. ti Giovannini, Manzi). Conferma App. Trento, 17 giugno 2004. Servitù ‑ Acquistabilità per usucapione ‑ Requisito di apparenza ‑Rilevanza (C.c. artt. 1061, 1167). Servitù ‑ Passaggio coattivo ‑ Requisiti per la sussistenza (C.c. artt. 1051, 1053). Ai fini dell’usucapibilità di una servitù, per integrare il necessario requisito dell’apparenza occorre la concreta e fattuale sussistenza di opere inequivocamente destinate all’esercizio della servitù stessa. (Nella specie, la Cassazione ha affermato che, con riferimento ad una servitù di passaggio, benché sia sufficiente ad integrarne l’apparenza l’esistenza di un sentiero formatosi per effetto del calpestio, occorre altresì che dal suo tracciato o da altra opera o segno esistente si possa desumere, senza incertezze e ambiguità, la sua funzione di accesso al fondo dominante attraverso il fondo servente e che il sentiero stesso esista in funzione dell’utilità del fondo servente). La determinazione del luogo di esercizio di una servitù coattiva di passaggio deve essere compiuta alla stregua dei criteri codicistici della maggiore brevità dell’accesso alla via pubblica e del minor aggravio del fondo asservito, da valutarsi e 159 applicarsi mediante un opportuno ed equilibrato contemperamento, tenendo presente che, vertendosi in tema di limitazione del diritto di proprietà, va applicato, in modo ancora più accentuato di quanto avvenga per le servitù volontarie, il principio del minimo mezzo. II. CASSAZIONE CIVILE, II SEZIONE, 3 novembre 2009, n. 23298‑ TRIOLA Presidente‑ BURSESE Relatore Pratis P.M. (diff.) ‑ Pau (avv. Olla) ‑ Pau (avv.ti Palermo, Luminoso). Cassa e rinvia App. Cagliari; Sez. Sassari; 10 novembre 2003, n. 387 Servitù ‑ Servitù per destinazione del padre di famiglia ‑ Requisito di apparenza ‑ Rilevanza (Cc. artt. 1061, 1062). La costituzione di una servitù per destinazione del padre di famiglia è fattispecie non negoziale che postula. per potersi configurare, l’esistenza disegni e opere, visitabili e permanenti costituenti indice non equivoco, ma oggettivo, del peso imposto al fondo servente, nonché necessariamente, l’originaria appartenenza dei due fondi in oggetto ad un unico proprietario e il perdurare di tale situazione di fatto fino alla separazione della originaria unica proprietà, sempre che non risulti una manifestazione di volontà contraria al momento del negozio con il quale si attua detta separazione. i testi integrali sopra riportati sono a disposizione degli iscritti presso il collegio legislazione dello stato DECRETO LEGISLATIVO 4 marzo 2010, n.28 Attuazione dell’articolo 60 della legge 18 giugno 2009, n. 69, in materia di mediazione finalizzata alla conciliazione delle controversie civili e commerciali. (10G0050) (GU n. 53 del 5‑3-2010) note: Entrata in vigore del provvedimento: 20/03/2010 160 Legislazione dello Stato Il geometra ligure MINISTERO DELL’ECONOMIA E DELLE FINANZE DECRETO 9 marzo 2010 Aggiornamento dei coefficienti per la determinazione del valore dei fab‑ bricati, di cui all’articolo 5, comma 3, del decreto legislativo n. 504 del 1992, ai fini dell’applicazione dell’ICI dovuta per l’anno 2010. (10A03405) IL DIRETTORE GENERALE delle finanze -Visto l’art. 5, comma 3, del decreto legislativo 30 dicembre 1992, n. 504, concernente i criteri di determinazione del valore, agli effetti dell’imposta comunale sugli immobili (ICI), dei fabbricati classificabili nel gruppo catastale D, non iscritti in catasto, interamente posseduti da imprese e distintamente contabilizzati; -Visto il decreto legislativo 30 luglio 1999, n. 300, recante riforma dell’organizzazione del Governo; -Visto il decreto del Presidente della Repubblica 30 gennaio 2008, n. 43, che disciplina l’organizzazione del Dipartimento delle finanze; -Visto il decreto legislativo 30 marzo 2001, n. 165, recante norme generali sull’ordinamento del lavoro alle dipendenze delle amministrazioni pubbliche; -Considerato che occorre aggiornare i coefficienti indicati nell’art. 5, comma 3, del citato decreto legislativo n. 504 del 1992, ai fini dell’applicazione dell’ICI dovuta per l’anno 2010; -Tenuto conto dei dati risultanti all’ISTAT sull’andamento del costo di costruzione di un capannone; Decreta: Art. 1 Aggiornamento dei coefficienti per i fabbricati a valore contabile 1. Agli effetti dell’applicazione dell’imposta comunale sugli immobili (ICI) dovuta per l’anno 2010, per la determinazione del valore dei fabbricati di cui all’art. 5, comma 3, del decreto legislativo 30 dicembre 1992, n. 504, i coefficienti di aggiornamento sono stabiliti Legislazione dello Stato Il geometra ligure nelle seguenti misure: per l’anno 2010 = 1,02; per l’anno 2009 = 1,03; per l’anno 2008 = 1,07; per l’anno 2007 = 1,11; per l’anno 2006 = 1,14; per l’anno 2005 = 1,17; per l’anno 2004 = 1,24; per l’anno 2003 = 1,28; per l’anno 2002 = 1,33; per l’anno 2001 = 1,36; per l’anno 2000 = 1,40; per l’anno 1999 = 1,42; per l’anno 1998 = 1,45; per l’anno 1997 = 1,48; per l’anno 1996 per l’anno 1995 per l’anno 1994 per l’anno 1993 per l’anno 1992 per l’anno 1991 per l’anno 1990 per l’anno 1989 per l’anno 1988 per l’anno 1987 per l’anno 1986 per l’anno 1985 per l’anno 1984 per l’anno 1983 per l’anno 1982 e 161 = 1153; = 1157; = 1,62; = 1,66; = 1,67; = 1,71; = 1,79; = 1,87; = 1,95; = 2,11; = 2,27; = 2,44; = 2,60; = 2,76; anni precedenti = 2,92. Il presente decreto sara’ pubblicato nella Gazzetta Ufficiale della Repubblica italiana. Roma, 9 marzo 2010 Il direttore generale delle finanze Lapecorella ISTITUTO NAZIONALE DI STATISTICA Indici dei prezzi al consumo per le famiglie di operai e impiegati, relativi al mese di aprile 2010, che si pubblicano ai sensi dell’articolo 81 della legge 27 luglio 1978, n. 392 (Disciplina delle locazioni di immobili urbani), ed ai sensi dell’articolo 54 della legge del 27 dicembre 1997, n. 449 (Misure per la stabilizzazione della finanza pubblica). Gli indici dei prezzi al consumo per le famiglie di operai e impiegati relativi ai singoli mesi del 2009 e 2010 e le loro variazioni rispetto agli indici relativi al corrispondente mese dell’anno precedente e di due anni precedenti risultano: ANNI e MESI 2009 INDICI (base 1995 = 100) Variazioni percentuali rispetto al corrispondente periodo dell’anno precedente di due anni precedenti Aprile 134,8 1,0 4,3 Maggio 135,1 0,7 4,2 Giugno 135,3 0,4 4,2 Luglio 135,3 -0,1 3,9 Agosto 135,8 0,2 4,1 Settembre 135,4 0,1 3,8 Ottobre 135,5 0,2 3,6 Novembre 135,6 0,7 3,3 Dicembre 135,8 1,0 3,0 Media 135,2 162 2010 Legislazione dello Stato Il geometra ligure Gennaio 136,0 1,3 2,9 Febbraio 136,2 1,3 2,8 Marzo 136,5 1,5 2,5 Aprile 137,0 1,6 2,6 ISTITUTO NAZIONALE DI STATISTICA Indici dei prezzi al consumo per le famiglie di operai e impiegati relativi al mese di maggio 2010, che si pubblicano ai sensi dell’articolo 81 della legge 27 luglio 1978, n 392 (Disciplina delle locazioni di immobili urbani) ed ai sensi dell’articolo 54 della legge del 27 dicembre 1997, n 449 (Misure per la stabilizzazione della finanza pubblica) Gli indici dei prezzi al consumo per le famiglie di operai e impiegati relativi ai singoli mesi del 2009 e 2010 e le loro variazioni rispetto agli indici relativi al corrispondente mese dell’ anno precedente e di due anni precedenti risultano: ANNI e MESI 2009 2010 INDICI (base 1995 = 100) Variazioni percentuali rispetto al corrispondente periodo dell’anno precedente di due anni precedenti Maggio 135,1 0,7 4,2 Giugno 135,3 0,4 4,2 Luglio 135,3 -0,1 3,9 Agosto 135,8 0,2 4,1 Settembre 135,4 0,1 3,8 Ottobre 135,5 0,2 3,6 Novembre 135,6 0,7 3,3 Dicembre 135,8 1,0 3,0 Media 135,2 Gennaio 136,0 1,3 2,9 Febbraio 136,2 1,3 2,8 Marzo 136,5 1,5 2,5 Aprile 137,0 1,6 2,6 Maggio 135,1 1,5 2,2 Consiglio Nazionale Comunicazioni dal Consiglio Nazionale Geometri e Geometri Laureati Roma, 27 luglio 2010 Prot. N° 08075 Oggetto: Studio di settore VKO3U. Attività tecniche svolte da Geometri. II nuovo Studio di Settore che riguarda i Geometri Liberi Professionisti è stato validato nei primi mesi dell’anno in corso e recentemente è stata pubblicata la “Nota Tecnica e metodologica” che riporta i criteri di costruzione, le metodologie, i parametri e i valori minimi delle diverse prestazioni. Il documento, preceduto da una sintetica illustrazione, è stato pubblicato sul sito della Fondazione al fine di consentirne la consultazione da parte degli iscritti. Il nuovo programma “GE.RI.CO 2010” è stato pubblicato con ritardo considerevole, con l’inevitabile conseguenza della proroga di una ventina di giorni, comunicata dall’Agenzia delle Entrate, per gli adempimenti fiscali riguardanti l’anno 2009. La conoscenza approfondita della metodologia di costruzione degli Studi di Settore è indispensabile per consentire la corretta gestione del proprio studio professionale prima ancora che per la regolare compilazione del modello annuale, allegato alla dichiarazione dei redditi. La scarsa conoscenza da parte dei colleghi è stata generalmente superata con la delega ad altri professionisti per la compilazione del modello, anche della parte più “tecnica”, con conseguenze che spesso hanno prodotto risultati distorti nei confronti del singolo e, in seguito, dell’intera categoria, a causa della rielaborazione periodica dei dati dichiarati. Lo confermano i ripetuti e consistenti errori di compilazione del modello, compiuti per poca conoscenza della materia o per colpevole leggerezza, che emergono continuamente durante i periodici incontri di verifica e contraddittorio con l’Agenzia delle Entrate e Sose (Società per gli Studi di Settore). Ci si riferisce in particolare alla definizione e alla puntuale ripartizione delle tipologie di attività, delle aree specialistiche e all’ indicazione dell’eventuale durata pluriennale degli incarichi, elementi fondamentali per la corretta elaborazione dello studio, che non hanno peculiare contenuto di tipo contabile da demandare all’esperto, ma sono di personale conoscenza del professionista. La divulgazione dei criteri di costruzione dello Studio di Settore e dei parametri che determinano i limiti della congruità e della coerenza è divenuta inevitabile e indifferibile, anche in considerazione della previsione normativa della costruzione, entro il 2013, degli Studi di Settore a carattere regionale. La formazione di una rete di esperti provinciali e regionali consentirà una più facile divulgazione delle variazioni apportate periodicamente allo studio e favorirà, nello stesso tempo, la creazione di un gruppo di lavoro preparato ad affrontare i nuovi studi che dovranno registrare meglio le realtà locali: sono obbiettivi obbligati per garantire la rappresentazione fiscalmente corretta della nostra professione. Il CNGeGL ritiene opportuno promuovere la conoscenza dello Studio di Settore tra gli iscritti e la formazione di esperti locali, mediante la programmazione, da parte dei Comitati Regionali c/o dei Collegi, di seminari durante i quali, esperti del CNCeGL e della Commis- 164 Il geometra ligure Comunicazioni dal Consiglio Nazionale Geometri e Geometri Laureati sione Problemi Fiscali, potranno illustrare compiutamente la materia. Cordiali saluti IL PRESIDENTE (Geom. Fausto Savoldi) Roma, 24 settembre 2010 Prot. N° 09361 Oggetto: SCIA ‑ Segnalazione Certificata di Inizio Attività Come noto, l’articolo 49, comma 4‑bis del Decreto Legge 31 maggio 2010 n.78, convertito, con modificazioni, dalla Legge 30 luglio 2010, n.l22 ha introdotto la Segnalazione Certificata di Inizio Attività (SCIA), che sostituisce, integralmente, la disciplina della Dichiarazione di inizio Attività (DIA). Con la SCIA è possibile iniziare l’attività immediatamente e senza necessità di attendere la scadenza di alcun termine. Nel merito si ritiene opportuno segnalare che, sul sito internet http://wwwsemplificazionenormativa.it è disponibile una nota esplicativa del Ministro per la Semplificazione Normativa, inerente l’ambito di applicazione della suddetta normativa alla materia edilizia. Cordiali saluti IL PRESIDENTE (Geom. Fausto Savoldi) Cultura Ligure Genova com’era... geom. Alberto Marcenaro Fotografie scattate dall’autore stesso “P iccun dagghe cianin” è una canzone genovese degli anni 50 composta nell’occasione delle demolizioni che hanno spazzato via un intero quartiere della città: Piccapietra. Considerata dall’aspetto urbanistico, l’operazione ha portato un rivoluzionario rinnovamento in una zona centrale cittadina, ma c’è anche un aspetto sentimentale, sempre legato alle vecchie cose che se ne vanno. La via principale era la Via di Portoria e dell’ospedale, che era rimasta com’era al tempo del “che l’inse” del Perasso, il Balilla, (foto 1) e nella piazza dov’era eretto il suo monumento, (foto 2) ora in via di demolizione, dove giocavano i ragazzini anche nei vicoli adiacenti (foto 3 e 3b) Vico Pevere e Salita Cannoni. La parte più nascosta e intima del quartiere, era nei cortiletti interni (foto 4 e 5) ove si stendeva la biancheria e si coltivavano le piante aromatiche nei vasi o nelle vecchie latte. La fase delle demolizioni e degli sbancamenti per la preparazione delle nuove aree è documentata dalle foto 6, 7 e 8, con sul fondo la Chiesa di S. Camillo e i resti dell’Ospedale di Foto 1 Pammatone, mentre nella foto 9 le case di vico Santi a lato dell’attuale palazzo di giustizia, attendono il piccone e la ruspa, con ritratti due operai durante l’ora di colazione. La foto 10 inquadra la zona adiacente alla Villetta dell’Acquasola (ex Giardino d’Italia), ora Via XII Ottobre. 166 Il geometra ligure Genova com’era... Gli sventramenti hanno interessato nel 1974 anche la zona di Via Madre di Dio e Via dei Servi (foto 11), ove vedesi a sinistra in basso, parte dei vecchi trogoli, ora ricostruiti sotto le mura di Via del Colle, e nella foto 12, una salita pedonale (Vico Librai) che collegava con la zona di Via Ravecca. Questa Via Madre di Dio e Via dei Servi, era la parte più prettamente popolare dei quartiere, dove vi erano le osterie e bottiglierie (foto 13 col vecchietto che “si fa il quartino”) e le botteghe “du besagnin” (foto 15) in attesa di clienti. Sotto il ponte di Carignano (vico Pomogranato) ancora esistente, si incontravano degli artigiani con bottega all’aperto (foto 16). Una panoramica degli sbancamenti e demolizioni è rappresentata dalle foto 17 e 18. Foto 2 Foto 3 Genova com’era... Il geometra ligure 167 Foto 3 b Foto 4 168 Genova com’era... Il geometra ligure Foto 5 Foto 6 Genova com’era... Il geometra ligure 169 Foto 7 Foto 8 170 Il geometra ligure Genova com’era... Foto 9 Foto 10 Genova com’era... Il geometra ligure 171 Foto 11 Foto 12 Foto 13 Foto 14 172 Genova com’era... Il geometra ligure Foto 15 Foto 16 Foto 17 Salvate dall’oblio due preziose testimonianze storiche Rag. Almiro Ramberti Le due lapidi al tramonto L’amico Almiro Ramberti mi ha segnalato di due lapidi storiche facenti parte della storia di Genova, dimenticate e riesumate, oggi rese visibili. Gli ho chiesto di scrivere questo breve articolo che Redazione ha ritenuto di pubblicare. Geom. Mauro Mattei R ivivono due preziose lapidi marmoree che per lunghi anni hanno avuto degna sede nell’androne d’ingresso del monumentale palazzo di De Ferrari, allora prestigiosa sede della Società Italia di Navigazione di Genova, ma destinate all’oblio a seguito delle tristi vicende occorse a questa storica Compagnia, caduta anch’essa vittima del profondo processo di ristrutturazione che ha interessato l’industria mondiale dello shipping. Le due grandi lapidi, dimenticate in un buio magazzino per un lungo periodo di tempo, portano impressi i nomi dei lavoratori della “Navigazione Generale Italiana” e della “La Veloce” che hanno dato la vita per la Patria nella Prima Guerra Mondiale e rappresentano una pregevole testimonianza sia storica che artistica. Il tempo impietoso e soprattutto l’incuria degli uomini rischiavano però di farne perdere per sempre la traccia e con essa la memoria di coloro che hanno sacrificato la vita per noi, in un tempo ormai lontano ma che non deve essere dimenticato. La gloriosa Società Italia 174 Il geometra ligure L’interessamento di alcune persone ed enti, profondamente convinti che la memoria storica vada preservata ad ogni costo, ha però operato un miracolo ed è perciò grazie alla sensibilità del dott. Vincenzo Andò, ex-funzionario della Società Italia, e dello scrivente, nonchè al fattivo interessamento del sig. Giuseppe Anti, presidente dell’Associazione Marittimi Marina Mercantile, che la Provincia di Genova ha prontamente ed efficacemente attivato un piano di recupero e valorizzazione delle lapidi. Da pochi giorni esse sono nuovamente esposte al pubblico, murate nel Parco Urbano della Salvate dall’oblio due preziose testimonianze storiche Lanterna, avendo così finalmente ritrovato prestigiosa sede e visibilità. La presentazione pubblica in data 4 novembre 2010, in concomitanza con la festa della Vittoria. assume quest’anno particolare importanza vista la commemorazione dei 150 anni dell’Unità d’Italia. Se è vero che la Prima Guerra Mondiale ha per noi Italiani valenza di Quarta Guerra d’Indipendenza, mai come in questo momento la memoria di coloro che sono caduti nell’immane conflitto deve essere onorata, e questa è la giusta occasione. La motonave Augustus con in secondo piano a sinistra la gemella Giglio Cesare Navigazione Generale Italiana (Società Riunite Florio e Rubattino) Fondata nel 1881 con un capitale sociale di 100 milioni di lire dalla fusione della siciliana Florio, che apporta 45 navi per 45.434 TSL, con la genovese Rubattino, che apporta 38 navi, di migliore qualità, per 25.400 TSL. La sede legale è a Roma mentre le sedi di armamento ed esercizio sono a Genova e a Palermo. Nata con l’obiettivo dichiarato di meglio fronteggiare l’agguerrita concorrenza, le sue navi dal fumaiolo nero con larga fascia bianca svolgono per oltre cinquant’anni servizio di linea Salvate dall’oblio due preziose testimonianze storiche fra il Mediterraneo e gli Stati Uniti, Canada, India, Estremo Oriente , Sud America trasportando generazioni di nostri emigranti. Nel 1932 la N.G.I. confluisce, con il Lloyd Sabaudo e la Cosulich Società Triestina di Navigazione, nella Società Il geometra ligure 175 Italia Flotte Riunite con sede in Genova e con un capitale sociale di 720 milioni di lire. Pochi anni dopo, nel 1936, quest’ultima diverrà, in seguito ad un ulteriore processo di accorpamento, Società Italia di Navigazione. Primi anni cinquanta, le turbonavi Andrea Doria e Cristoforo Colombo che collegavano l’Europa a New York “La Veloce” Navigazione a Vapore Italiana Società Anonima Fondata a Genova da Matteo Bruzzo nel 1884 con un capitale interamente genovese di 15 milioni di lire, svolge servizio di linea fra il Mediterraneo e il Sud America inizialmente con 5 navi, dallo scafo dipinto in grigio cenerino chiaro e fumaiolo in giallo vivo con stella rossa. Affermata linea marittima, accompagna nella loro avventura migliaia di nostri emigranti. Per alcuni anni gode di una posizione incontrastata e per quaranta anni riesce a mantenere alta la propria bandiera, anche se a scapito di una certa perdita di indipendenza. Dopo la morte del fondatore nel 1896, una progressiva acquisizione azionaria consente infatti ad alcune banche tedesche di prenderne nel 1899 il controllo di fatto. La Navigazione Generale Italiana intraprende a sua volta una campagna di acquisto azionario dai Tedeschi e nel 1901 riesce ad ottenere il controllo de “La Veloce”, fino alla sua messa in liquidazione e definitivo assorbimento nel 1924. 176 Il geometra ligure Salvate dall’oblio due preziose testimonianze storiche Cantieri di Sestri Ponente, lo scafo della Leonardo Da Vinci scende in acqua, è il 7 dicembre 1958 Assogeo a Rondanina Per il secondo anno consecutivo, l’Associazione Geometri ha partecipato al Raduno di auto storiche di Rondanina. Durante questa edizione la nostra presenza è stata rappresentata da un’auto apripista delle tre prove speciali, a partire dal paese di Rondanina verso e attorno al Lago del Brugneto. Oltre al sottoscritto, in qualità di pilota, l’incarico di copilota è stato affidato al collega Elio Picasso. Speriamo, in occasione della prossima edizione,di poter ripetere l’evento con una più ampia partecipazione anche di altri colleghi. Nel prossimo futuro, inoltre, alcuni di noi hanno proposto l’idea di un incontro motociclistico nella Riviera Ligure del Levante, evento che vuole ampliare e differire i momenti di aggregazione dell’Associazione. Abbiamo fiducia nella partecipazione numerosa da parte di tutti i soci. Vi aspettiamo al Raduno Rondanina 2011. Genova, 10 ottobre 2010 geom. FABRIZIO CARTABIANCA Il geometra ligure Fabrizio Cartabianca 177 Lettere in redazione L’Amico e Collega Geom. G.B. Ponte – a tutti ben noto sia per la sua ormai “matura” professionalità (è iscritto all’Albo dal 1967), che per la sua inesauribile esuberanza, da molto tempo è più che attivo nel promuovere e coltivare iniziative umanitarie di notevole spessore, nell’ambito del Lions Club di appartenenza - ci scrive raccontando ciò che fa e lanciando anche un appello per raccolta fondi (chi è interessato può rivolgersi direttamente al Collega: [email protected] – Tel. 010/54.04.16 – Fax 010/58.62.03). Con piacere pubblichiamo la lettera del Collega riproducendo anche il “volantino” ad essa allegato. La Redazione AMICI SERVICE ASSISTENZA PER IL TERZO MONDO Geom. G.B. Ponte Nell’immensa, meravigliosa Africa c’è una piccola regione che si affaccia sull’Atlantico: il Benin, la cosiddetta “costa degli schiavi”. I villaggi più poveri di questa terra infelice sono battuti da intermediari, i quali con false promesse ottengono l’affidamento di bambini che, poi, deportano nelle miniere, nelle officine e nei campi di tek delle regioni confinanti. Molti anni or sono nel Benin è nata una Missione dei Padri Camilliani, concepita per difendere i bambini, nutrirli, vaccinarli contro malattie quali la febbre gialla e la meningite, insegnare loro un mestiere oltre che a leggere ed a scrivere. Questo centro di vita e di speranza era il primo pensiero del mattino e l’ultimo della sera di Padre Tonino Lauro, religioso camilliano e lion, il quale aveva creato a Genova un “Gruppo di appoggio” alla Missione che raccoglieva le offerte dei Lions clubs, delle Istituzioni e dei privati. Dopo la Sua scomparsa avvenuta il 29/01/2002, il “Gruppo” ha continuato ad operare sotto la direzione di Padre Hubert e l’impegno di mamma Candida a Torino e Donella Sani a Genova. Gianni Ponte, quale Delegato del Governatore del Distretto 108 1al2 per l’Assistenza al Terzo Mondo, ha raccolto l’ultima amorevole e commossa raccomandazione del fraterno amico Padre Tonino Lauro di assistere la Missione e di proteggere i suoi bambini. Oggi nella Missione oltre 1500 bambini, sottratti alla schiavitù ed alla morte, sorridono, giocano e studiano. I Lions genovesi si sono adoperati da anni per portare ogni forma di aiuto comprese le adozioni a distanza. I Padri si sono impegnati a difendere i bambini a nutrirli, vaccinarli, ad insegnare loro un mestiere oltre che a leggere ed a scrivere, dando a loro una formazione scolastica che in alcuni casi arriva anche a livelli superiori. Un gruppo di bambini affetti da gravi malattie o malformazioni, dopo un lunghissimo viaggio, sono giunti all’ospedale Giannina Gaslini di Genova dove sono stati curati e operati con successo e sono tornati alla vita con tante speranze, clamorosi e quasi impossibili interventi chirurgici. Abbiamo operato in Ghana, in Kenia ed anche in Bolivia mediante l’alta professionalità e l’accorata partecipazione di emeriti oculisti, ginecologi e ortopedici italiani. Con la completa disponibilità della Compagnia di Navigazione IGNAZIO MESSINA ogni anno sono partiti due container per l’Africa. Quest’anno inoltre è partito da Torino per i bambini della Missione dei Padri Camilliani di Haiti un container di materiale sanitario. Presto partiranno aiuti per i bambini in PAKISTAN con appoggio al Vescovo di FAISALABAD S.E. Mons. Joseph Couttes. Dal novembre 2009, previa autorizzazioni da parte degli Enti preposti, si è dato corso ad una lotteria benefica che prevede la vincita di una Autovettura Fiat Panda mediante Lettere in redazione Il geometra ligure 179 l’acquisto di un biglietto del costo di Euro 10. La ruota della “Fortuna” è pronta a favorire anche i Carissimi Colleghi Geometri. Ve ne sono grato sin d’ora. Vi prego, siate generosi, la crisi si fa sentire, è vero, ma indubbiamente il nostro NATALE sarà anche quest’anno un avvenimento per il quale non ci faremo mancare nulla, né per i nostri figli e nipoti, né sulle nostre tavole. Facciamo si non ci si debba vergognare pensando a chi manca di tutto e che abbiamo dimenticato. Natale è ormai vicino, grazie Amici sin d’ora per quanto farete per “aiutarci ad aiutare”. 180 Il geometra ligure Lettere in redazione Riceviamo dal Collega Simone VERUCCI lo sfogo, tutto riassunto nel titolo, che di buon grado pubblichiamo, non tanto per scoraggiare chi lo legge, in specie i giovani colleghi presenti e futuri, quanto per ricordare che il lavoro “libero professionale” comporta anche le problematiche espresse dal Collega Redattore, per cui è doveroso metterle in conto e non scoraggiarsi. “A PAGARE E MORIRE C’E’ SEMPRE TEMPO” – Le nuove proporzioni della difficoltà nella liquidazione. (Geom. Simone VERUCCI) L’attività libero professionale dovrebbe essere articolata in due preminenti “fasi”: la prima- cercare il lavoro, la seconda – eseguire il lavoro commissionato; attualmente e non da poco tempo, le “fasi” sono aumentate e precisamente: cercare lavoro, eseguire il lavoro e riscuotere il compenso dovuto. Se usassimo il tempo impiegato quale metro di riferimento per l’evasione di ciascuna fase l’ordine cronologico di cui sopra verrebbe a ribaltarsi. La serietà e l’impegno, caratteristiche con le quali ciascuno ordina la propria attività che, nel caso della libera professione, spesso risultano inscindibilmente legate alla passione ed al piacere nel suo svolgimento, non trovano oggigiorno la dovuta soddisfazione nella materiale quanto necessaria liquidazione dell’onorario e delle spese sostenute, costringendo il professionista a “mendicare” quanto in realtà gli è dovuto. Spesso il lavoro di concetto trova difficoltà nella preventivazione, la liberalizzazione delle tariffe non agevola il professionista e gli strumenti a tutela di quest’ultimo, nei confronti di quella clientela insolvente sempre più numerosa, non contribuiscono a ratificare il rispetto normalmente dovuto ad un “lavoratore” arrivando a ledere la dignità di una professione. Se è vero che “Il lavoro nobilita l’uomo”, il professionista non appartiene più a questa categoria, svilito dalla possibilità che alcuni clienti si arrogano il diritto di decidere le modalità ed i tempi nei pagamenti. La difficoltà nel ricevere quanto con fatica maturato è il riflesso di un fenomeno sociale legato alle abitudini, consolidate negli ultimi anni, secondo le quali è opinione diffusa il credere di potersi permettere qualsiasi cosa pagando prima o poi, a rate o addirittura “a mai”. Il vecchio adagio popolare “a pagare e morire si è sempre in tempo” è purtroppo diventato una litania quotidiana. I ritardati e/o mancati pagamenti, oltre all’aspetto morale di indubbia importanza soprattutto per chi, come me, crede in quello che fa, corrispondono ad una difficoltà pratica gestionale, rendendo difficili la pianificazione dei costi e delle spese. Il volano costituito da: commesse in arrivo – commesse in evasione – incasso delle commesse evase, ha subito una preoccupante dilatazione cronologica, con ripercussioni immediate e più gravose per chi, giovane professionista, non ha ancora la disponibilità di un ampio portafoglio clienti. La problematica è di indubbio interesse comune, tuttavia sembra che l’insoddisfazione generale sia tacitamente accondiscesa, occorre una presa di coscienza seria e collettiva per la quale il presente scritto dovrebbe suonare come campanello di allarme. Qualcuno mi ha detto: ”Il problema è sempre esistito, tra alti e bassi”, è vero…. ad essere cambiati sono i tempi e le fibre morali, pertanto io rispondo, soprattutto per chi è giovane di professione: “E’ uno sporco lavoro, ma qualcuno lo deve pur fare!”. Quindi… armiamoci di pazienza, non dimentichiamoci della correttezza, anche nel chiedere quello che ci è dovuto e… non sottovalutiamo il problema ed il tempo che deve necessariamente essergli dedicato! Visita il nostro sito http://www.collegio.geometri.ge.it/