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Anno II - Numero 304 - Martedì 31 dicembre 2013
Direttore: Francesco Storace
Roma, via Giovanni Paisiello n. 40
L'ennesimo pasticcio
Russia
Immigrati
Bloccati in Congo
nel mezzo della guerra
Terrorismo ceceno,
sangue a Volgograd
Si era cucito la bocca:
semina il panico
Vignola a pag. 2
Castellino a pag. 5
Lidis a pag. 6
L’INCREDIBILE POLEMICA SUL MESSAGGIO DI STASERA DEL PRESIDENTE DELLA REPUBBLICA
di Francesco Storace
ASCOLTO E DISSENTO
e c’è tanta e forse
troppa gente che
organizza una
specie di catena
di Sant’Antonio
per invitare a non ascoltare stasera il messaggio
di fine anno del Capo
dello Stato non è semplicemente il segnale
banale della disaffezione
dei cittadini verso le istituzioni, ma credo che si
tratti molto più drammaticamente di una cornice
che vede all’interno un
Paese in macerie.
Dico subito che non mi
stupisco di quanto leggo
sulla rete. I messaggi
via web antiColle ci
sono sempre stati, soprattutto negli anni di
questa seconda repubblica che non si decide
a lasciare il passo sgombro alla terza. Questa
volta, se ne fanno portavoce anche alcuni parlamentari, personalità
politiche che hanno ruoli
importanti. Secondo me,
però, sbagliano. Si illudono di salvarsi.
Gli stessi grillini pensano
di confidare sulla benevolenza degli elettori.
Sbagliano pure loro: ormai il cittadino non divide più dal mazzo della
politica. Getta tutto, chi
governa e chi si oppone. Lo testimoniano i dati elettorali sull’astensionismo crescente, esattamente
come dimostra persino il flop delle
manifestazioni di protesta, a partire
S
tanto alla collettività. Ci
torneremo sopra a giorni e qualcuno si vergognerà a farsi vedere in
giro se quanto apprendiamo sarà confermato
tristemente dai fatti.
Dunque, stasera il messaggio di Napolitano lo
ascolterò. In fondo, tutti
dicono che dal Colle
passa la politica italiana.
Ignorare le parole del
Capo dello Stato sarebbe
ridicolo, visto che appare
un gigante rispetto ai
nani della politica che
stanno in Parlamento.
Ovviamente, ascoltare
non significa affatto obbligo di consenso, ma
anche diritto al dissenso,
che spero possa essere
ancora riconosciuto in
questo Paese. Ma dissentire dal semplice
ascolto è semplicemente
un atto inutile, impolitico.
Poi, se mi si chiede che
cosa mi piacerebbe sentire da Napolitano, lo dico
subito.Visto che si legge
che minaccia dimissioni
ad ogni pie’ sospinto, il
presidente faccia altro:
se proprio vuole dimettersi perché Camera e
Senato non fanno riforme, sciolga entrambi anticipatamente e si dimetta un minuto dopo l’elezione del prossimo Parlamento. Anche per evitare che si dica che vuole precostituire oggi una maggioranza già nota
per decidere il suo successore.
Sarebbe troppo comodo, presidente.
E a senso unico.
Non ha senso ignorare le parole del capo dello Stato: sembra un incitamento all’astensionismo
da quella dei cosiddetti forconi a
piazza del Popolo.
Anche 5stelle risente del clima
contro la politica. Non andrà meglio
a chi pensa di imitare maldestra-
mente i grillini sul loro scivoloso
terreno. Scambiandoci gli auguri
di fine anno, Roberto Buonasorte,
editore del Giornale d’Italia, mi ricordava alcuni esempi tristi, an-
corché giovanili, di malapolitica incline a denunciare i guasti altrui e
dimentica dei propri. Tra costoro,
anche chi ha lavorato solo qualche
settimana in vita sua ed è costato
ITALIA IN PEZZI
IL PILOTA TEDESCO VITTIMA DI UN GRAVISSIMO INCIDENTE SUGLI SCI
Schumi: la corsa più difficile
Istat: è allarme povertà
Giù salari e posto fisso
di Francesca Ceccarelli
bbene sì: gli italiani arriveranno
al 20014 con una sola certezza, ovvero quella di essere
sempre più poveri. A darne l’ulteriore conferma è l’Istat con il Rapporto sulla coesione sociale in cui
si evidenzia che nel 2012 il paese
si trovava in condizione di povertà
relativa il 12,7% delle famiglie residenti in Italia (+1,6 punti percentuali sul 2011) e il 15,8% degli
individui (+2,2 punti). Valori più
alti dal 1997, anno di inizio della
serie storica. Ma il dato più allarmante è che la povertà assoluta
colpisce il 6,8% delle famiglie e
l’8% degli individui.
Dunque i poveri in senso assoluto
sono raddoppiati dal 2005 e triplicati
nelle regioni del Nord (dal 2,5% al
6,4%), vecchie capisaldi di ricchezza. Pochi parametri per rendersene conto: rispetto al 2011, il
E
salario netto mensile è rimasto
quasi stabile per gli italiani (4 euro
in più) mentre risulta in calo di 18
euro per gli stranieri, il valore più
basso dal 2008. E ancora un pensionato su due (46,3%) ha un
reddito inferiore a mille euro, il
38,6% ne percepisce uno fra mille
e duemila euro, solo il 15,1% dei
pensionati ha un reddito superiore
a duemila euro.
Di pari passo il tasso di disoccupazione nel 2012 ha raggiunto il 10,7%, con
un incremento di
2,3 punti percentuali
rispetto al 2011 (4
punti percentuali in
più rispetto al
2008), per non parlare di quello giovanile che ha superato il 35%, con
un balzo in avanti
rispetto al 2011 di oltre 6 punti
percentuali (14 punti dal 2008).
La chimera? Il posto fisso: “Il numero medio di lavoratori dipendenti
con contratto a tempo indeterminato nel 2013 è diminuito rispetto
all’anno precedente (-1,3%)”, un
fenomeno che ha riguardato “soprattutto i lavoratori gli under30,
diminuiti del 9,4%”.
(altri servizi a pag. 3)
2
Martedì 31 dicembre 2013
Attualità
NELLA CAPITALE KINSHASA È RIVOLTA, DRAMMATICO APPELLO DI UNA DEI 24 PAPÀ ADOTTIVI BLOCCATI IN AFRICA
Senza risposta l’urlo di dolore dal Congo
Disperata email spedita all’Ansa: “Temiamo per l’incolumità nostra e dei nostri figli”
Ma Governo e Farnesina non sono riusciti neanche stavolta a cavare un ragno dal buco
di Robert Vignola
I
n un ipotetico menu di San Silvestro, il Governo Letta piazza
sulla tavola degli italiani un bel
bis di pasticci. Internazionali,
per giunta. Che sarebbero un tris, se
non ci si fosse disfatti della Shalabayeva consentendole l’espatrio a Ginevra. Ma basta così, per carità. Perché i botti, quelli veri, delle armi da
fuoco, li stanno sentendo numerosi
nostri connazionali a Kinshasa, capitale
del Congo. In quel martoriato paese
africano è in corso l’ennesima rivolta,
le autorità del posto tuttavia non ne
vogliono sapere di lasciar decollare
i bambini adottati dalle famiglie italiane
e quest’ultime non hanno, ovviamente,
alcuna intenzione di lasciar lì i loro
figli. Peraltro, in una condizione che
si fa sempre più incandescente.
Enrico, papà italiano bloccato con
altre 23 famiglie da ormai un mese e
mezzo, non ha potuto far altro che
contattare l’Ansa per lanciare un disperato appello. "Vi prego di aiutarci
a sollecitare la Farnesina ad adoperarsi per farci tornare a casa. I ribelli
hanno occupato la tv di Stato di Kinshasa prendendo ostaggi. Ci sono
stati spari all'aeroporto che è chiuso.
Noi temiamo - è scritto nella accorata
email giunta all’agenzia di stampa per l'incolumità nostra e dei nostri figli". Il giorno prima un messaggio
dal tenore del tutto analogo era già
giunto al premier, anche se ancora
la situazione dell’ordine pubblico non
era precipitata. Una delle 24 mamme
italiane aveva scritto una lettera al
presidente del Consiglio, Enrico Letta.
"La delegazione da lei inviata - ha
scritto - ci ha detto che non possiamo
tornare in Italia con i nostri figli. Io
come posso spiegarlo alla mia bambina di sette anni, che ha conosciuto
la guerra, la fame e l'abbandono?".
Risposta? Attendere prego… Letta
ha espresso “vicinanza” attraverso
una nota di Palazzo Chigi, facendo il
punto della situazione: “Alla nostra
delegazione di funzionari del ministero degli Esteri e dell'ufficio del
ministro per l'Integrazione, il primo
ministro Matata ha confermato la situazione complessiva di temporanea
sospensione delle adozioni internazionali, che riguarda vari Paesi oltre
l'Italia. Il primo ministro congolese
ha confermato l'impegno a velocizzare il riesame delle adozioni, disponendo che i casi italiani siano
verificati per primi. Le autorità congolesi si sono inoltre impegnate a
consentire alle famiglie che, nell'attesa, decideranno di rientrare in Italia,
di stabilire presso quale struttura in
Congo potranno essere ospitati i
propri figli”.
L'Unità di crisi della Farnesina si è
invece limitata a invitare gli italiani
residenti a Kinshasa, tra cui le famiglie
adottive in attesa di rientrare in Italia
con i loro bimbi, a rimanere nei loro
alloggi. Nel frattempo la guerriglia
impazza e le forze governative congolesi sono riuscite a riprendere il
controllo della tv di Stato a Kinshasa,
assaltata dai ribelli, che avevano
preso in ostaggio alcuni giornalisti.
“La situazione è sotto controllo”, hanno fatto sapere le autorità congolesi,
che hanno diffuso anche la notizia
dell’uccisione, negli scontri, di quaranta ribelli.
E il secondo pasticcio? Presto detto:
i marò. Ormai il traguardo dei due
anni di detenzione è dietro l’angolo
per Salvatore Girone e Massimiliano
Latorre. Gianfranco Coppola, vicecomandante del battaglione San Marco, cui appartengono i due militari
italiani trattenuti dal governo indiano,
ha tagliato corto sulla sua pagina
personale di un social network. Se il
ministro degli Esteri sembra gettare
le famiglie davanti alla prospettiva di
un’angoscia ulteriormente prolungata
(“I marò per Pasqua in Italia? Non lo
posso dire perché non dipende solo
da noi. Dobbiamo tenere conto anche
delle implicazioni politiche”), il militare
non ha trattenuto una battuta ironica,
dalla quale emerge tutta l’amarezza
che lo pervade: “La Bonino non capisce un... Kazaco”.
(DIS)INTEGRAZIONE E DINTORNI
Bossi-Fini: la Kyenge prepara l’assalto finale
Il ministro detta l’agenda ai parlamentari e ora s’inventa pure lo “ius soli temperato”
ei non ha dubbi. Il 2014 sarà l’anno dell’assalto
finale alla Bossi-Fini. Facendo approvare “una
nuova legge per la cittadinanza”, magari che porti
il suo nome: quello di Cecile Kyenge. Dalla tribuna radiofonica di ''Prima di tutto'' su Radio 1, il Ministro
dell’Integrazione ha dato insomma i suoi precetti agli
italiani, parlamentari in primis. “Alla ripresa dei lavori
parlamentari – dice la Kyenge - vedremo come calendarizzare la discussione su questa legge, ovviamente il
ministro non può decidere da solo, ci deve essere
accordo con la prima commissione e coi capigruppo”.
Ovviamente, giacché difficilmente il suo ius soli è visto
come una priorità dal Paese, la Kyenge ha cercato di
ammantare le sue intenzioni di buonismo. Affermando
che “l’attenzione in particolare dovrà focalizzarsi sui
minori, sui bambini, i figli di migranti che non trovano
L
ancora oggi uno strumento per un'integrazione utile
nelle scuole, sia quelli nati in Italia sia quelli che
arrivano molto presto”. Non ius soli puro, ma temperato,
rivolto cioè a “bambini che nascono da genitori che
hanno già fatto un percorso di integrazione, non hanno
nulla di diverso dai loro coetanei. Un misto tra ius soli
temperato e ius culturae, che includerà anche coloro
che non sono nati nel territorio”. Nessun cenno,
invece, ad iniziare il 2014 (o a finire il 2013: in fondo ci
sarebbe tempo) dal salvare dal natio Congo i bimbi
adottati, e le loro famiglie italiane, vittime dell’ennesimo
pasticcio internazionale nel quale il Governo ha saputo
cacciare l’Italia.
Macché! Lei pensa a ius soli temperato (con possibilità
quindi di dare la cittadinanza anche a chi in Italia
manco ci è nato) e che già vede il Pd, da Letta a Renzi,
pronto a darle soddisfazione. E cerca sponde in
Vaticano. “Io penso – ha sottolineato il ministro - che
le parole di Papa Francesco siano state molto chiare,
molto importanti. All'interno del suo discorso, ha
tracciato le linee, gli orizzonti su quelle che potranno
essere le politiche giuste per l'integrazione ma anche
le politiche buone per l'intero Paese”.
Un Paese (per non scomodare il termine di Nazione…
) che il Governo del quale la Kyenge si fregia di far
parte non ha certo migliorato. Ma la locuzione “mea
culpa” non fa parte del vocabolario della Kyenge… “Il
mio bilancio da ministro è positivo, perché non ho mai
perso di vista l'obiettivo. E' stato un anno difficile per
me, ho ricevuto minacce, attacchi, il mio cammino
non è stato facile. Sono stata chiamata per dare una
mano nostro Paese, per essere al servizio del mio
Paese, e questo ho fatto. E sono contenta di aver
servito il mio Paese in tutto e per tutto”. Contenta lei…
R.V.
SILVIO BERLUSCONI VEDE UNA CRISI NERA MA PREGUSTA VITTORIE ELETTORALI PER FORZA ITALIA NEL 2014
Ristoranti vuoti, ma urne piene per il Cav
ilvio Berlusconi ha anticipato
Napolitano di un giorno. E
dai microfoni della rete ammiraglia di Mediaset ha dato i suoi
auspici alla nazione per il 2014.
Quali? “Auguro agli italiani di imparare a votare. Noi da sempre
non sappiamo votare e disperdiamo i nostri voti in tanti rivoli. Solo
con la maggioranza assoluta data
a Forza Italia si potrà cambiare
l'architettura istituzionale, rendendo
finalmente l'Italia un Paese governabile. Cosa che oggi non è”.
Il Natale che ha visto il Cav è stato
triste. Niente ristoranti pieni, insomma… “I dati economici sono
negativi ed è stato sufficiente fare
un giro in centro per vedere un
Natale dimesso e un clima di paura
S
e sfiducia. Purtroppo la cattiva
politica ci ha messo del suo negandoci la scossa economica positiva che io avevo proposto, facendo la solita strada sbagliata:
una tassa là una tassa qua e spesa
pubblica a pioggia”. Ciò che per
Berlusconi è il “peggio della vecchia
politica. Solo con meno spese e
meno tasse per tutti potremo tornare a guardare al futuro con un
po' di fiducia”.
Fiducia che, per quanto riguarda
la magistratura (o larga parte di
essa), l’ex premier ha perso definitivamente nell’anno della sua
decadenza da senatore. “La mia
unica vera colpa agli occhi di una
giustizia politicizzata è stata ed è
ancora quella di essere l'unico
ostacolo alla conquista del potere
da parte della sinistra. Siccome
anche quest'anno con le elezioni
di febbraio sono stato ancora io a
sbarrare la strada a questi signori
è scattata una vendetta giudiziaria
progettata e realizzata scientificamente”.
Insomma, se Silvio Berlusconi si
appropinqua ad un anno nuovo,
il suo non sarà un 2014 da pensionato: così assicura. “Sento vicino l'affetto della gente e dei
nostri elettori. Gli anni passati ricevevo per Natale una cinquantina
di regali. Quest'anno sono stati
più di 200: cose semplici come 6
bottiglie di vino, una pianta o dell'olio, ma accompagnati con biglietti”. E cosa c’era scritto? “Una
grande attestazione di vicinanza
e affetto. E questo è confermato
anche dai sondaggi di questi giorni
che vedono Forza Italia e lo schieramento liberale saldamente davanti alla sinistra con un margine
crescente”.
Senza dimenticare i “clob”… “Forza Italia e i Club sono due realtà
che camminano e cammineranno
insieme. Forza Italia è il movimento
a cui tantissimi italiani hanno legato
e legano ancora la speranza di un
grande cambiamento liberale, della
lotta all'oppressione fiscale, giudiziaria e burocratica. I club Forza
Silvio sono una grande novità. Ce
ne sono già 6000 e sono il canale
giusto per chi vuole impegnarsi”.
Bruno Rossi
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Martedì 31 dicembre 2013
Attualità
SI AVVICINA LA FINE DELL’ANNO MA NON QUELLA DELLA CRISI
Confindustria: per l’Italia“del doman non v’è certezza”
Secondo i dati diffusi dall’ente le previsioni di ripresa restano ancora in alto mare
di Francesca Ceccarelli
più ottimisti devono ricredersi:
se l’incertezza sulle sorti dell'economia italiana si era un
po' ridotta nelle previsioni degli
economisti, resta alta tra gli imprenditori che ritengono l’uscita dalla
crisi ancora lontana. E' questo almeno
quanto emerge da un'analisi del Centro Studi di Confindustria sull'andamento del PIL per l'anno corrente e
quello successivo a partire dal 2007.
Dai dati, spiega il CSC, emerge che
''prima della crisi la forbice era relativamente stretta e con poca differenza
tra quella del periodo corrente e
quella del periodo seguente; il che
denota una relativa certezza sul fatto
che l'Italia avrebbe mantenuto un
certo sentiero di marcia''.
A causa della crisi si è amplificata la
variabilita' della situazione: nel gennaio
2009, infatti, la forchetta e' raddoppiata
per l'anno corrente (1,8 punti) mentre
nei due anni successivi, la dispersione
e' rimasta costante per ciascun biennio
di previsione: 1,4 punti nel gennaio
del 2010 sia per il corrente sia per il
seguente e 1,0 nel gennaio del 2011
sempre per entrambe le annate. L'incertezza e' aumentata di nuovo per
le stime diffuse nel gennaio 2012, prosegue il Centro Studi- nel mezzo
della seconda recessione, specie con
riferimento al 2013, anno per il quale
la forbice tra la previsione migliore e
quella peggiore ha raggiunto addi-
I
rittura i 2,3 punti e, per la prima volta,
le valutazioni dei previsori hanno spaziato tra valori ampiamente positivi
(+1,2%) e negativi (-1,1%), con un
divario per il 2012 (1,4 punti) fisiologicamente inferiore. Nel gennaio 2013
si e' registrata una maggiore concordanza nelle previsioni sulla dinamica
del PIL nel 2013, che per tutti gli
istituti del panel era ritenuto in calo,
mentre sul 2014 e' rimasta elevata la
variabilita' che, come l'anno prece-
dente, si e' estesa da variazioni positive
a negative. Le previsioni disponibili a
dicembre 2013 presentano una dispersione in calo e quasi identica sul
2014 (dove permane il segno negativo
accanto a quello positivo) e sul 2015
(solo segno positivo): 1,0 e 1,1, rispettivamente.
''Per gli imprenditori, all'opposto sottolinea Confindustria - l'incertezza
sulla durata della crisi e' salita regolarmente dal 2010 al 2013. Le indagini
d'opinione svolte dalla Fondazione
Nord Est presso 1059 imprese hanno,
infatti, mostrato un progressivo aumento della quota di quanti si aspettano che la fine della crisi avvenga in
un orizzonte temporale superiore a
un anno e mezzo: nel 2010 era il
34,9%, nel 2013 il 66,6%3. E' calata la
percentuale di quelli che la ritengono
possibile entro un anno: dal 31,1% al
13,7%. Vista sul piano puramente statistico, in realta', c'e' una concentrazione di risposte sullo scenario peggiore e cio' denota il radicarsi e il
convergere delle valutazioni sulla gravita' del quadro socio-economico italiano. Il perdurare della crisi - conclude l'analisi - e in particolare la seconda recessione guidata dal crollo
della domanda interna, ha accentuato
l'incertezza (ma che forse sarebbe
piu' appropriato chiamare pessimismo) tra gli imprenditori. Tuttavia, se
da una parte la presa d'atto della
cifra strutturale della crisi ha provocato
una maggiore prudenza nelle scelte
di investimento, dall'altra ha indotto
le imprese a percorrere strategie
nuove e a intraprendere percorsi di
sviluppo alternativi per sopravvivere
in un contesto molto piu' magmatico
che in passato''.
DOPO LE TAVOLATE NATALIZIE CI SI PREPARA A FESTEGGIARE LA NOTTE DI SAN SILVESTRO CON L’OCCHIO AL PORTAFOGLIO
Capodanno: no soldi? Non… parti
L’austerity fa sfumare qualsiasi tipo di progettualità: pasti low cost e baldoria “casalinga”
L
a crisi c’è e si fa sentire anche durante
le festività natalizie: molti gli italiani
che dopo quelli sul veglione della
Vigilia sono costretti a effettuare tagli anche
la notte di San Silvestro: "Il Capodanno è
per eccellenza l'occasione di consumo di
queste feste- dichiara Lino Stoppani, presidente di Fipe-Confcommercio - E' molto
più facile rispetto ad altre ricorrenze suddividere il cenone dal brindisi e quindi
trascorrere fuori casa almeno uno dei due
eventi. Rimane forte il desiderio di divertirsi
e di consumare quel qualcosa in più rispetto
agli altri giorni". Questo il commento all'indagine della federazione in collaborazione con Format-Research realizzata per
capire i comportamenti degli italiani nell’ultimo dell’anno.
Il locale rimane sempre il posto preferito
dove trascorrere il veglione (35%), mentre
il 9% si riverserà in piazza, aderendo magari
a qualche iniziativa organizzata dal Comune.
Segno negativo per i viaggi: sale infatti,
anche se di poco, il numero degli italiani
che attenderanno la Mezzanotte nel luogo
di residenza (82,4% contro l'80,2% del 2012).
Ma c'è anche una modesta quota di italiani
per i quali il San Silvestro è occasione di
viaggio in Italia (13,1%) o all'estero (3,3%).
Ma quanto spenderanno gli italiani per il
cenone di Capodanno?In media 66 euro.
Così indica l’analisi della Coldiretti/Ixè: “
Il 68% lo passerà a casa, divisi tra chi preferisce organizzare nella propria abitazione
(28%) e chi è stato invitato da amici o
parenti (40%). In particolare il 47% spenderà
meno di 50 euro, il 26% tra i 50 ed i 100
euro e il 14% tra i 100 ed i 200 euro mentre
una minoranza anche piu' di 200 euro. Aumenta la presenza dei prodotti Made in
Italy piu' tradizionali e di minor costo: dal
cotechino e lenticchie (+9 per cento), alla
frutta locale di stagione (+11%) e allo spumante (+11%) mentre calano le costose
mode esterofile come ostriche (-2%), caviale
(-1%) e la frutta fuori stagione come ciliegie
e pesche (-1%). Cosi' se l' 81% degli italiani
mangerà lenticchie e il 73% cotechino o
zampone, saranno solo il 5% a permettersi
le ostriche e il 4% il caviale”.
Le bollicine del brindisi saranno comunque
rigorosamente italiane: “Lo spumante - precisa la Coldiretti - si conferma come il prodotto immancabile delle feste e sarà bevuto
da quasi nove italiani su dieci (86%) mentre
appena l'11% stapperà champagne”.
E nonostante le abbuffate dei giorni scorsi
piu' di 8 italiani su 10 (81%) non rinunceranno
al panettone che vince di misura sul pandoro
(prescelto dal 78%). “Aumentano - sostiene
la Coldiretti - le lenticchie che, in un momento
di difficoltà, sono chiamate a portar fortuna
nei piatti di dell'81% delle famiglie insieme
al cotechino o allo zampone presente nel
73% dei piatti”. Segno positivo anche per
l'export dei prodotti Made in Italy: vini, spumanti, grappa e liquori, panettoni, formaggi,
salumi e pasta superano la cifra record di
2,7 miliardi di euro, sulla base delle proiezioni Coldiretti relative al mese di dicembre
2013. Ad aumentare - conclude la Coldiretti:
“è il valore delle esportazioni di tutti i
prodotti più tipici del Natale, dallo spumante
(+16%) ai panettoni (+14%), ma crescono
anche vini (+8%), salumi (+5%) (pasta
(+4%) e formaggi (+3%)”.
Se dunque un tempo gli italiani potevano
scegliere tra Natale con i parenti e Capodanno nello sfarzo di luoghi esotici, per il
2013 sono incappati in un tremendo ridimensionamento: Si tenderà infatti a replicare
l'esperienza dell'anno precedente. Solo un
10% prevede di cambiare routine spinto
soprattutto dal desiderio di stare con gli
amici in allegria (non a caso il 61,2% dichiara di volersi divertire di più). D'altra
parte fra quell'89,9% che replicherà il comportamento dello scorso anno, è già alta la
percentuale di chi si organizzerà per il cenone andando in casa di amici o parenti
(33,9%) o in un locale (31%). Di tutta risposta
poi alla fatidica domanda “Cosa farai per
Capodanno?” c’è un 35,1% che rimarrà invece comodamente in casa propria. Libertà
da crisi.
F.Ce
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Martedì 31 dicembre 2013
Storia
A L F R E D O R O C C O G E T TA L E F O N D A M E N TA D I U N S I S T E M A C H E R E G G E R À L A N A Z I O N E B E N O LT R E I L S U O T E M P O
La svolta autoritaristica dopo il Codice Zanardelli/6
La necessità di un nuovo impianto normativo in materia penale, l’innovazione del guardasigilli
di Emma Moriconi
icevamo che il Codice Rocco fornisce uno specchio
della società dell’epoca in
cui nasce e si afferma. Tuttavia estremamente interessate è anche il fatto che nell’Italia
del Terzo Millennio, quella struttura,
quell’impianto, sia ancora validissimo
- seppure novellato - segno evidente
che Rocco, nel suo pensiero, è preciso
e attento osservatore dell’Italia, delle
sue sfumature, della sua intrinseca
struttura, delle sue contraddizioni,
delle sue prerogative, delle sue infinite
specificità. Segno evidente che Alfredo
Rocco sa dove mettere le mani, sembra
saperlo non solo per la sua generazione e per quella immediatamente
successiva, tanto che la sua opera
sarà fondamento della società per
molto tempo a venire fino a giungere,
nei concetti fondanti, ai giorni nostri.
Insomma Rocco getta le fondamenta
di un sistema normativo che reggerà
la Nazione ben oltre il suo tempo.
La necessità di rimettere mano alla
normativa penalistica nasce in realtà
all’indomani della Grande guerra:
profonde mutazioni sono intervenute
all’interno della società, da quel 1889
in cui è stato promulgato il Codice
Zanardelli, impianto normativo con
caratteristiche liberali e garantiste che
mal si addicono al periodo postbellico e, ancor meno, all’Italia fascista.
D
Un esempio sarà utile a chiarire di
cosa si parla: l’ubriachezza non accidentale per il Codice Zanardelli era
causa attenuante dell’imputabilità e
dunque, conseguentemente, della
pena. Ancora oggi il dibattito in merito
è ampio e spesso duro: balzano ogni
occhi frequentemente notizie di cronaca che raccontano di bambini, anziani, famiglie falciate da pirati della
strada che guidano sotto l’effetto di
alcool e di sostanze stupefacenti, e
sempre più spesso si percepisce un
sentore popolare fortemente critico
verso il favor rei che in genere si
applica in circostanze di questo tipo.
Anche qui si può probabilmente parlare di corsi e ricorsi della storia: è
chiaro che un eccessivo liberismo
produce l’incontrollabilità di determinati comportamenti, al punto che ci si
chiede fino a che punto la cosiddetta
libertà sia poi davvero tale, nel momento in cui un eccesso di libertà di
taluni va a limitare, di fatto, enormemente la libertà altrui. Tant’è che il
Codice Zanardelli diventa oggetto di
critiche e di ipotesi di revisione sin
dall’indomani della sua approvazione.
Si tratta di una problematica complessa e sempre, purtroppo, attuale.
Il Fascismo la risolve senza mezzi
termini, proprio grazie al Codice Rocco: il lavoro del giurista, come abbiamo
anticipato nelle puntate precedenti,
investe non solo il Codice Penale ma
anche quello di Procedura Penale e
l’ordinamento penitenziario. La nuova
normativa viene messa in campo in
brevissimo tempo: questa della rapidità nel portare a termine le cose
è una caratteristica del Fascismo che
tutt’oggi viene riconosciuta al Regime
e che riveste molti ambiti della società,
dall’architettura al sociale, dalle opere
pubbliche alla riforma legislativa.
Rocco presenta il disegno di legge
argomentando la necessità di un nuovo impianto normativo in materia penale perché “di fronte all’aumento
della criminalità negli anni del dopoguerra, da ricondursi ai ‘profondi
rivolgimenti prodottisi nella psicologia
e nella morale degli individui e della
collettività, e nelle condizioni della
vita economica e sociale’, la legislazione penale si era rivelata negli
ultimi anni densa di difetti e di lacune.
L’esperienza aveva messo in luce
quanto fossero insufficienti nella lotta
contro il delitto... i mezzi puramente
repressivi e penali... e l’assoluta inidoneità delle pene a combattere i
gravi e preoccupanti fenomeni della
delinquenza abituale, della delinquenza minorile, degli infermi di
mente pericolosi”. Ecco perché sono
necessari, relaziona ancora il ministro
Rocco, “nuovi e più adeguati mezzi
di prevenzione della criminalità”.
(… continua …)
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Martedì 31 dicembre 2013
Esteri
DUE ATTENTATI SCUOTONO L’EX STALINGRADO, DECINE DI VITTIME PER MANO DEI “KAMIKAZE”
Volgograd nel sangue: è attacco alle Olimpiadi
Il terrorismo ceceno di marca islamica ha lasciato una scia di morte e distruzione
L’obiettivo dichiarato è quello di sabotare i Giochi di Sochi, in programma nel 2014
di Giuliano Castellino
omenica e lunedì di sangue
in Russia. Il terrorismo
islamico ha lasciato sul
selciato decine di civili
morti in meno di 24 ore.
Il Sud della Russia, il Caucaso è
stato dilaniato dalle bombe musulmane.
Il primo attacco kamikaze c’è stato
domenica ed ha provocato la morte
di 17 persone alla stazione ferroviaria
di Volgograd, ieri mattina, sempre
nell’ex Stalingrado, una nuova strage: in tutto, al momento, 33 vittime.
Con la speranza che i feriti in gravissime condizioni non facciano
aumentare il numero di quello che
sembra un bollettino di guerra.
Quello di domenica e di ieri mattina
è un doppio attacco che a poche
settimane dell’inizio delle Olimpiadi
invernali è una vera e propria dichiarazione di guerra alla Russia
di Putin da parte della “resistenza
islamica”.
Anche la durezza degli attentati non
lascia sperare in nulla di buono.
Nell’ultimo, quello di ieri mattina
con una bomba su un filobus, ha
perso la vita anche un bimbo di un
anno. Oltre a studenti che si stavano
recando a scuola, al penultimo giorno prima delle vacanze.
Tra i 23 feriti portati in ospedale,
molti versano in condizioni gravi e
si teme che il conteggio dei morti
sia destinato a salire ulteriormente.
Domenica invece sono decedute,
per ora, almeno 18 persone per
una deflagrazione alla stazione ferroviaria dell’ ex Stalingrado. Ben
38 i feriti. Tra le vittime anche dei
bambini e l’ufficiale di polizia Dmitry
D
Makovkin, che aveva cercato di
bloccare l’attentatore suicida.
La commissione d’inchiesta ha confermato che il kamikaze, responsabile della tragedia, è deceduto. Il
mistero sulla sua identità è durato
per tutta la nottata tra domenica e
lunedì: inizialmente infatti si era
pensato a una donna caucasica, i
cui resti sono stati trovati vicino al
luogo dello scoppio, ma in base a
informazioni successive, il responsabile dell’attacco si chiamerebbe
“Pavlov”, di fisionomia slava, e
avrebbe portato l’esplosivo in stazione in uno zaino. Le circostanze
si sono chiarite grazie alle telecamere
a circuito chiuso.
Il leader del Cremlino Vladimir Putin,
già domenica, aveva espresso le
sue condoglianze alle famiglie delle
persone massacrate e rimaste uccise
nel vile attentato e con decreto presidenziale ordinato che i feriti, se
necessario, trasferiti d’urgenza nelle
migliori cliniche della Capitale.
Tra loro anche un bambino di nove
anni e una ragazzina di 14. Putin
nella giornata di domenica aveva
incontrato il premier Dmitri Medvedev per coordinare gli aiuti nazionali alla regione flagellata dal
terrorismo.Dal 1 al 3 gennaio l’area
di Volgograd sarà in lutto.
Ricordiamo che Volgograd, oltre
ad essere una città vicina alla Cecenia e quindi in stretto contatto
con i terroristi islamici, è la città di
Doku Umarov, nemico giurato di
Putin e leader dei militanti che
aspirano a un Emirato del Caucaso
in Russia. L’ex Stalingrado è a
soli 675 km (per la Russia non è
una grande distanza!) da Sochi,
dove tra quasi un mese si terranno
i Giochi invernali e proprio da Volgograd, Doku Umarov ha dato
inizio all’ annunciata strategia della
tensione da parte dei terroristi caucasici. È stato lui stesso ad esortare
i suoi combattenti nel mese di
luglio scorso a usare “la massima
forza” per sabotare
le Olimpiadi di Sochi.
Già a ottobre, a Volgograd una ragazza
daghestana si è fatta
esplodere su un pullman diretto a Mosca.
Ora altro sangue innocente.
La Russia di Putin,
ormai ultimo baluardo
contro l’offensiva neogiacobina e relativista
e delle radici cristiane
del Vecchio Continente, grande avversario
del dominio mondiale
anglo-americano, nemica da sempre dei
grandi magnati e speculatori, avversaria dell’usura e della grande
finanza, sembra essere attaccata
su più fronti, nonostante le sue
aperture.
Aperture che hanno portato ad
un’amnistia generale di 3 anni (in
Italia non l’abbiamo da 30 anni!),
alla liberazione delle blasfeme Pussy
Riot e degli attivisti di Greenpeace
(marionette in mano a Soros e
company) e a numerosi appelli
d’unità all’Europa.
Nulla. Continua, da una parte una
“criminalizzazione” occidentale più
o meno velata nei confronti di Putin,
continuano gli attacchi terroristi
islamici (chi finanzia i ceceni ed i
suoi alleati?) e continuano le provocazioni nei confronti degli alleati
e degli amici della Russia, vedi
Siria e Libano.
Chi davvero governa il mondo ha
capito dove sorgerà la III Roma ed
è per questo che sta tentando in
ogni modo di colpirla.
PUNTO E A CAPO
Caucaso e caos:
cosa c’è dietro...
di Biagio Cacciola
G
li attentati a Volgograd da parte di terroristi islamisti,
ben preparati a operazioni kamikaze, la dice lunga su
chi è il vero baluardo contro la criminalità islamica
internazionale. La Russia di Putin, tornata al centro della
strategia internazionale, è infatti il vero nemico del mostro
bicefalo che cerca distruzione e morte. Il mostro ha due facce,
da una parte il laicismo dissacratore e dissacrato dell’occidente
invertito, dall’altra il fondamentalismo salafita che vuole la
creazione della Umma dal medio oriente al Caucaso. Un
disegno finanziato con miliardi di dollari in primis dall’Arabia
saudita, il regime più duro dell’Islam, nato da un‘eresia del diciottesimo secolo, che vieta ogni forma di pluralismo politico
e perseguita ogni altra religione, in particolare il Cristianesimo.
All’Arabia saudita si associano le monarchie del golfo, pseudo
stati che vivono del petrolio e delle partecipazioni azionarie
nelle grandi corporation americane e occidentali. Si pensi solo
che i depositi dei Saud, i dittatori dell’Arabia, negli Usa hanno
il sette per cento dei depositi bancari. Un fiume di denaro che
è servito a armare a 50 dollari al giorno vere e proprie bande di
criminali e sbandati, reclutati dalle varie diramazione di Al
kaeda in Siria, Iraq, Egitto, Libano. Tutto con la benedizione
americana, francese, e in misura minore inglese. E con la
compiacenza di Israele che, curando la propria espansione,
teme più i regimi laici e nazionalisti che quelli fondamentalisti,
addirittura finanziati alla fine degli anni 80 per sostituire la leadership di Arafat.
A questo disegno apocalittico si sono opposti dal punto di
vista spirituale papa Francesco e da quello politico Vladimir
Putin. Per questo si attacca la Russia e si tenta, da parte dei
teocon americani di screditare papa Francesco. La partita è in
pieno svolgimento ed è bene avere chiare le strategie di chi
cerca di cancellare il cristianesimo nel medio oriente e
nell’Europa dell’est, dopo averlo sterilizzato a Ovest a opera
del laicismo di chi ha venduto da tempo l’anima al diavolo.
EL SALVADOR
DI NUOVO ALTA TENSIONE IN GRECIA
Spari contro l’ambasciata tedesca
L’attentato è avvenuto la scorsa notte nella capitale
La Germania fa così le spese delle politiche di austerity
D
i nuovo allarme terrorismo in Grecia.
Quattro persone, a
quanto pare armate di fucili
d'assalto AK-47 (Kalashnikov),
hanno aperto il fuoco all'alba
di ieri contro l'abitazione dell'ambasciatore della Germania
ad Atene, Wolfgang Dold. Subito si sono mobilitate le forze
dell’ordine: la zona intorno alla
residenza dell'ambasciatore
tedesco è stata isolata dalla
polizia, mentre gli agenti dell'antiterrorismo hanno avviato
le indagini per identificare i
responsabili dell'attacco. Sul
posto sono stati rinvenuti oltre
50 bossoli di cui almeno quattro colpi hanno centrato il cancello metallico dell'edificio che
è protetto da un muro ed è
ubicato in una strada molto
trafficata vicino un sobborgo
settentrionale della capitale
greca.
Il premier greco Antonis Sa-
maras è stato subito informato
dal ministro della Pubblica sicurezza che si è messo in contatto con il diplomatico tedesco.
Secondo quanto dichiarato
dalla radio privata Skai, la polizia ateniese avrebbe già ef-
fettuato tre fermi.
Un evento non nuovo alle cronache ateniesi: è la seconda
volta infatti che l'abitazione
dell'ambasciatore tedesco è
sottoposta a un attacco terroristico. La prima volta fu nel
maggio del 1999,
quando la casa venne colpita da un razzo sparato da elementi del gruppo di
estrema sinistra "17
novembre". Allora il
razzo scoppiò sul
terrazzo provocando
fortunatamente solo
lievi danni.
Una situazione di
caos che va cronicizzandosi negli ultimi anni a causa della crisi economica
e delle gravi condizioni in cui versa la
Grecia oberata anche dai diktat dell’Unione europea, Bce e Fmi.
Ad oggi è in atto una vera e
propria campagna antitedesca
dell'opposizione greca, ormai
diffusa anche nell'opinione
pubblica.
F.Ce.
Vulcano minaccia eruzione
Duemila persone in fuga
D
opo l’ultima eruzione di 37 anni
fa è tornato a
eruttare, ieri mattina alle
10,30 locale, il vulcano
Chaparrastique, a San Miguel, El Salvador.
La popolazione ha raccontato di aver udito dapprima dei forti rumori e
poi l’esplosione che ha
fatto fuoriuscire una densa
colonna di fumo e ceneri
alta 5 chilometri.
Il fenomeno naturale ha
obbligato la Protezione Civile a
decretare la situazione ad alto
rischio per la zona orientale e a
organizzare misure preventive
per le aree limitrofe.
I funzionari hanno dichiarato che
già dal 13 dicembre scorso il
vulcano aveva riavviato l’attività
costringendo centinaia di abitanti
dei municipi di San Miguel, Cinameca e san Jeorge a rifugiarsi
in zone sicure.
Le famiglie, con i propri pochi
averi, si sono così trasferite negli
alberghi adibiti all’accoglienza
nei sei municipi a est: ma, la
totale mancanza di un piano
d’emergenza, ha creato dei forti
disagi. Né cibo né acqua per gli
sfollati che, esausti, hanno addirittura scelto di tornare in alcuni
casi nelle loro case.
Totale caos tra le autorità per
decidere sul da farsi, mentre
2,600 venivano lasciate sole negli
alberghi o libere di tornare nelle
proprie abitazioni lasciate totalmente incustodite alla mercè
degli sciacalli.
F.Ce.
6
Martedì 31 dicembre 2013
Roma
INCREDIBILE EPISODIO A MARCONI, PROTAGONISTA UN OSPITE DEL CIE DI PONTE GALERIA
Attivista delle “bocche cucite”
mette a soqquadro un quartiere
Aveva dato vita ad atti di autolesionismo: appena rilasciato,
ha preso a calci venti scooter e danneggiato cestini e centraline
ra anche Roma ha il suo Kabobo.
Ma qui è andata meglio che a
Milano. A farsi male, a parte i due
carabinieri intervenuti per fermare
l’incredibile “performance” del protagonista di questa storia, sono state decine
di motociclette, altrettanti cestini della
spazzatura e comunque oggetti inerti.
Ma ce n’è quanto basta per raccomandare
di tenere… la bocca cucita all’aspirante
ministro della Repubblica Chaouki e agli
altri esponenti di Pd, Sel e compagnia
cantante che avevano dato fiato alle trombe
della civile indignazione davanti alla protesta del Cie di Ponte Galeria. Già, perché
proprio uno degli immigrati clandestini
che aveva dato vita all’atto di autolesionismo è il palestinese di 31 anni che l’altra
notte, è stato sorpreso da una ''gazzella''
in transito su viale Guglielmo Marconi
mentre stava prendendo a calci 5 moto
che aveva, da poco, scaraventato a terra
all'angolo con via Pietro Blaserna. I Carabinieri hanno dovuto faticare non poco
per immobilizzare l’uomo che, dopo aver
tentato invano di fuggire, ha anche opposto
una violenta resistenza all'arresto scagliandosi contro gli uomini dell'Arma.
Tutto finito qui? Macché. Grazie ad alcune
testimonianze raccolte sul posto, i militari
hanno eseguito un'ispezione nelle vie limitrofe constatando che il cittadino palestinese, prima di prendersela con le moto,
aveva buttato a terra e ribaltato in strada
ben 16 bidoni dei rifiuti in ghisa e altri 14
motocicli. Non contento, aveva anche
danneggiato in più parti alcune centraline
della rete elettrica. Il 31enne, con prece-
O
denti e irregolare sul territorio italiano, è
stato ammanettato dai Carabinieri e portato in caserma, in attesa di essere sottoposto al rito direttissimo.
Qui si è scoperto che l’identità corrispondeva ad uno degli immigrati protagonisti della protesta delle “bocche cucite”. Che evidentemente non ha trovato
di meglio, una volta ottenuto a furor di
democratico popolo il “diritto” ad uscire,
di esercitare il diritto a spaccare tutto ciò
che gli capitava a tiro. Per carità: l’umanità
impone comunque un trattamento civile
ai reclusi, soprattutto se provengono da
zone della Terra martoriate da guerre
ed oppressioni. Ma ciò non giustifica chi
proviene da quelle aree a dar vita a comportamenti simili.
Anche perché ora chi si preoccuperà di
risarcire la ventina di proprietari dei ciclomotori presi a pedate? E il Comune
(o Ama) per i contenitori dell’immondizia?
E l’Acea per il gentile servizio concesso
alle centraline? Gli indignati di Ponte Galeria, metteranno mano al portafogli per
un collettone collettivo? Ai posteri l’ardua,
e pure un po’ scontata, sentenza…
Gustavo Lidis
SALARIA
ENNESIMO CASO DI PRESUNTA MALASANITÀ
Un’ora e mezza d’attesa:
il bambino nasce morto
“Abbandonata dai medici durante il parto”,
la Procura apre un’inchiesta sul Sant’Eugenio
Roma, un altro caso di
presunta malasanità viene
affrontato dalla procura
capitolina. Ad attivare gli inquirenti e far aprire i fascicoli dell’accusa per omicidio colposo,
è stata la denuncia di K.S. una
donna italiana di trent’anni che,
abbandonata per i corridoi vicino
la sala operatoria del reparto
nell’ospedale Sant’Eugenio, ha
perso il suo bambino. Quest’ultimo nascerà morto, all’ospedale
“Grassi” di Ostia, dove la madre
disperata per l’attesa, aveva
chiesto di essere portata. Il fatto
risale alla fine del mese di ottobre 2013.
La denuncia è ora sottoposta
al procuratore aggiunto Leonardo Frisani. Circa una prima
ricostruzione dei fatti, la donna
in preda alle doglie è rimasta
“parcheggiata” in corsia nell’ospedale di via dell’Umanesimo, per oltre un’ora e mezza.
Precisamente, si legge nella denuncia, dalle 19,39 alle 20,53
senza che nessun medico le
prestasse soccorso. I dolori
sono diventati sempre più intensi
ed il parto imminente, ma la
trentenne vedendo la devastante
indifferenza della corsia, non
ha avuto altra alternativa che
chiedere di essere trasportata
al più vicino ospedale “Grassi”
di Ostia, che da lì dista una
ventina di chilometri circa. Qui
viene ricoverata immediatamente con parto d’urgenza, ma per
A
il piccolo non ci sono speranze.
Nonostante i tentativi dei medici
di salvare il bambino, è inutile,
nasce morto.
In seguito alla denuncia, è stata
acquisita agli atti la cartella clinica contenenti le informazioni
generali della degente, le sue
condizioni fisiche, la sua età,
inoltre la donna era al suo primo
parto. Ad occuparsi dell'indagine
è un gruppo di magistrati della
Procura di Roma, che fanno
capo al procuratore aggiunto
Leonardo Frisani.
Una perizia d’ufficio deciderà
se i tempi di attesa indicati nella
denuncia corrispondano al vero
e quanto possano aver inciso
sulle condizioni di salute del
feto. Oltre a stabilire, da quanto
verrà dedotto in perizia, se possono configurarsi gli estremi
per omicidio colposo, o altre
ipotesi di reato perseguibili penalmente.
Chantal Capasso
FORI IMPERIALI
Clemente cinguetta multe: Fa una foto ma non dà la “mancia”:
arriveranno ai trasgressori? gli “sciamani” lo aggrediscono
egnalazioni su twitter per
le multe? Il nuovo comandante dei vigili urbani di
Roma faceva sul serio quando
lo ha “cinguettato” ai suoi followers. E la notizia ha raggiunto
le redazioni dei giornali, sempre
attenti a ciò che succede in quel
canale virtuale tra la pubblica
amministrazione e la Rete. Così
nella Capitale sono state elevate
le prime multe "social", appioppate cioè dopo segnalazioni
giunte ai "pizzardoni" via Twitter.
E sempre sul social network gli
agenti, secondo i precetti del
loro capo Raffaele Clemente
(nella foto), rispondono, chiedendo informazioni, e poi mandando una pattuglia per staccare
la multa. Si è venuto così a sapere che solo venerdì la polizia
municipale ne ha elevate 34 in
via Salaria. E 17 di queste, ha
“twittato” Clemente, erano di
furgoni. Difficile per il comandante celare il proprio orgoglio,
soprattutto all’indomani del suo
annuncio, che pure aveva sollevato qualche critica da parte
dei sindacati. A seguito di queste
(tra il Campidoglio e i rappresentanti sindacali dei vigili la
Turista di Novara circondato da cinque bengalesi
per non aver dato un’offerta alle “statue viventi”
S
rmai per le vie del
centro di Roma, oltre
alle bellezze ultramillenarie che attirano turisti
da ogni parte del mondo,
ci sono loro: gli artisti da
strada. Un vero e proprio
esercito, suonatori, statue
viventi, disegnatori, breakers e da ultimo, la novità: i
“fachiri” che con uno scaltro
trompe d’oil, rimangono immobili per ore attirando i
passanti. Ovviamente a tutti
gli spettatori viene concessa loro la possibilità di
scattare una foto, dopo aver
corrisposto l’immancabile
obolo. Non rispettare tale
“pizzo” artistico, può essere
pericoloso. È successo ad
un turista di Novara, 39 anni,
che passeggiando per i
Fori Imperiali, si è imbattuto
nelle statue viventi senza
aver lasciato loro un’offerta
e per questo è stato aggredito da cinque bengalesi.
Tre di loro, due 20enni e
O
tensione è sempre alta), aveva
precisato che non sarebbero
state usate le foto per individuare
le targhe dei veicoli dei trasgressori e multarli, ma si sarebbe tenuto conto delle situazioni segnalate per intervenire.
E così è stato: la raffica di immagini provenienti dal quadrante
periferico della Salaria deve aver
colpito particolarmente l’attenzione del comandante. Di qui la
raffica di multe.
Tutto bene? Macché. Siamo a
Roma, non dimentichiamocelo,
e soprattutto di questi tempi la
normalità è l’unica cosa stra-
ordinaria possibile. Così, un
utente ha voluto rispondere al
comandante con un’altra domanda: “chi le paga quelle multe? I furgoni sono dei nomadi
che risiedono alla cartiera”. Possibile, insomma, sperare che
chi ha fatto dell’illegalità la propria bandiera si possa ora preoccupare davanti ad un verbale?
A certi “cittadini”, le cartelle di
Equitalia mica arrivano… Non
hanno residenza! Chissà se il
comandante lo spiegherà al suo
ineffabile datore di lavoro, Ignazio Marino…
G.L.
un 17enne, sono stati arrestati per tentata estorsione.
L’uomo aveva avuto l’ardire
di non pagare lo spettacolo
degli artisti, dopo aver scattato loro una foto. Grave errore che non è passato inosservato ai cinque bengalesi
impegnati a vigilare i loro
connazionali che si stavano
esibendo e ai quali non era
sfuggita la mancata offerta.
Le improvvisate guardie del
corpo hanno circondato il
turista minacciandolo affinchè desse qualche moneta
per gli scatti effettuati. Subito dopo, una pattuglia dei
Carabinieri che era in servizio nei paraggi, è stata
avvicinata dalla vittima che
ha raccontato quanto accaduto. L’uomo dopo aver indicato ai militari le persone
che lo avevano minacciato,
queste sono sparite nel nulla. Dei cinque aggressori
solo tre sono stati fermati
dai Carabinieri, riuscendo
gli altri due a scappare mischiandosi nella folla. Infine,
i due maggiorenni arrestati
si trovano ora in carcere di
Regina Coeli, mentre il minorenne è stato condotto
presso il Centro di Prima
Accoglienza Via Virginia
Agnelli. Gli indagati sono
tutti a diposizione dell’Autorità Giudiziaria.
C.C.
7
Martedì 31 dicembre 2013
Roma
BASKET. A PISTOIA SI IMPONE PER 76-59 E APPRODA ALLE FINAL EIGHT
La Virtus chiude in bellezza
Nono successo in campionato per l’Acea, che stacca
il pass per la Coppa Italia con due turni d’anticipo
di Fabrizio Cicciarelli
a vittoria di Pistoia chiude un
2013 (quasi) da incorniciare per
l’Acea Virtus Roma, che termina
l’anno con 30 vittorie in campionato tra la stagione 2012-13 e
quella 2013-14, più di qualsiasi altra squadra. Certo, l’amarezza per lo scudetto
sfuggito in finale contro Siena rimane, ma
non cancella quanto di buono ha fatto la
società capitolina dopo un ridimensionamento che, a detta di molti, doveva portarla
nelle zone basse della classifica. Roma,
invece, trova la matematica qualificazione
alle Final Eight di Coppa Italia per il secondo anno di fila, e lo fa con due turni
d’anticipo.
Al PalaCarrara finisce 76-85, risultato che
non riflette il dominio che la Virtus ha
avuto sulla gara contro una delle avversarie
più in forma del momento, capace di
quattro vittorie nelle ultime quattro precedenti gare casalinghe. Infatti la Giorgio
Tesi Group parte subito forte, sfrutta qualche imprecisione di troppo dell’Acea sotto
canestro e si porta sul 6-2. Poco male, la
Virtus, ribalta la situazione con capitan
Goss e allunga con l’ex di turno Bobby
Jones, accolto calorosamente dal pubblico
di casa e protagonista di un giro di campo
durante il riscaldamento. Pistoia riduce le
distanze e ritrova il vantaggio con Gibson,
ma nel giro di un minuto viene investita
da una scarica di triple ad opera di Jones,
D’Ercole e Hosley: 19-0 di parziale e
L
strappo decisivo alla partita già prima
dell’intervallo. L’antifona è la stessa anche
al ritorno dagli spogliatoi, con Roma che
concede solo 9 punti a Pistoia e incrementa
il vantaggio di 10 lunghezze, arrivando a
quota + 25. Nel finale l’Acea può amministrare il risultato, non senza qualche brivido
data la rimonta dei padroni di casa: Wanamaker e Daniel trascinano i biancorossi
fino al -7, sfruttando un fisiologico calo di
tensione e il tecnico per proteste fischiato
ai danni di Jones, ma Mbakwe respinge
l’assalto dei toscani. Proprio il lungo nigeriano esce per falli a due minuti dal termine,
ma la Virtus mette il risultato in sicurezza
con i canestri di Goss e Taylor.
Soddisfatto coach Luca Dalmonte in sala
stampa : «Credo che dobbiamo essere
molto soddisfatti, a prescindere da un ultimo quarto sofferto, la partita che abbiamo
costruito deve renderci
contenti. Pistoia stava vivendo un ottimo momento e sono sicuro che in
casa sarà un problema
per tanti. Abbiamo gestito
e interpretato la gara con
forza mentale, l’abbiamo
costruita piano piano
come le formiche, pur
arrivando a sprecare un
po’ nel finale. Sicuramente alla fine abbiamo sofferto, però mai con il vero
patema di gettare via la
partita.
Ribadisco però che sono molto soddisfatto
di una vittoria del genere su un campo
così caldo. Abbiamo 5 uomini in doppia
cifra, cosa che amplifica questo successo
di squadra, cosi come il buon lavoro fatto
a rimbalzo e le poche palle perse (4) nei
primi 20 minuti».
Giorgio Tesi Group Pistoia-Acea Virtus
Roma 76-85 (18-19, 36-51, 45-75)
Giorgio Tesi Group Pistoia: Daniel 10,
Meini, Galanda 2, Wanamaker 21, Washington 9, Cortese 9, Evotti, Bozzetto ne,
Gibson 18, Johnson 7. All. Moretti
Acea Virtus Roma: Goss 13, Jones 14, Tonolli ne, Righetti ne, D’Ercole 6, Taylor 15,
Eziukwu 2, Hosley 20, Di Gristosomo ne,
Baron 2, Moraschini 3, Mbakwe 10. All.
Dalmonte
IERI RIUNIONE STRAORDINARIA DELLA GIUNTA
Rifiuti, il sindaco Marino
adesso corre ai ripari
Quasi 5 milioni per il piano presentato
dall’Ama, “ma i vertici andranno rimossi”
l “regalo” è arrivato con ritardo, ma il Corriere della
Sera lo ha comunque mandato ieri al sindaco Marino.
Per il quale il “giornalone” ipotizza addirittura la nomina di
commissario straordinario ai
rifiuti, in sostituzione del logorato Goffredo Sottile. Possibile? “Esulteranno i maiali
di Boccea”, avrà pensato qualcuno tra il serio e il faceto ripensando alle incredibili immagini del Santo Stefano scorso. Fatto sta che il primo cittadino ha smentito, affrontando
comunque ieri il tema rifiuti
nel corso di una riunione di
giunta straordinaria.
Decisioni? Sì: l’approvazione
di un piano straordinario di
Ama per tornare alla normalità
dopo l’emergenza dei giorni
scorsi, che sarà finanziato con
poco meno di cinque milioni
di euro reperiti dal fondo di
riserva. Il piano prevede l'utilizzo di più di 100 mezzi e 500
uomini supplementari, in aggiunta ai 4mila operatori e autisti quotidianamente in servizio. Risorse che verranno
impiegate su tutto il territorio,
in particolare nelle operazioni
di decoro attorno ai cassonetti
I
stradali e rimozione del fogliame. Obiettivo: svegliarsi il
10 gennaio senza più immondizia per strada.
Vedremo. Intanto Ignazio Marino, al termine della Giunta
capitolina straordinaria sulla
questione rifiuti, ha voluto dire
la sua sul futuro della partecipata. "Ama va riorganizzata
partendo dalla leadership, che
sarà scelta sulla base della
professionalità. Abbiamo svolto
un lavoro severo di selezione
di oltre 50 curricula giunti da
tutta Italia che ci hanno consentito di scegliere circa 20
eccellenze con una preparazione tecnica specifica per ricoprire ruoli così importanti
nel cda di Ama e dare una
svolta e discontinuità all'indirizzo e alla gestione che l'azienda deve avere. Nei prossimi
giorni avremo la difficoltà di
scegliere tra persone tutte eccellenti, i migliori, per riorganizzare un'azienda da cui dipende la qualità della vita delle
romane e dei romani e dei turisti".
Già, i famosi “curricula”. Speriamo che la lezione Liporace
sia servita.
R.V.
8
Martedì 31 dicembre 2013
Dall’Italia
IN TUTTA LA PENISOLA NUMEROSI I TERREMOTI REGISTRATI IN QUESTI GIORNI DALL’ISTITUTO NAZIONALE DI GEOFISICA E VULCANOLOGIA
L’Italia trema: cinque sequenze sismiche in atto
Paura in Campania, colpita domenica da una scossa: un uomo, malato di cuore, è morto. Anche a Gubbio, nello stretto
di Messina e in Luigiana si registrano movimenti tellurici. Sequenze aperte anche in Emilia, nel Pollino e al largo di Ancona
di Barbara Fruch
S
ono almeno cinque le sequenze sismiche
contemporaneamente in atto in Italia in
questi giorni, dalla Lunigiana a Milazzo.
Per i sismologi non è affatto raro che più
sequenze siano attive nello stesso periodo, “ma
in questo caso si notano più perché nell’arco di
pochi giorni si sono concentrati più terremoti di
magnitudo compresa fra 4 e 5”, osserva il sismologo Alessandro Amato, dell’Istituto Nazionale
di Geofisica e Vulcanologia (Ingv).
Dopo la grande paura di domenica pomeriggio,
la terra non smette di tremare in Campania.
Sono state già più di 130 le repliche del terremoto
che alle 18.08 del 29 dicembre ha colpito il Matese. Una scossa di magnitudo 4.9 che ha avuto
epicentro in prossimità dei comuni di Castello
del Matese, Gioia Sannitica, Piedimonte Matese,
San Gregorio Matese e San Potito Sanntico (Caserta) e quello di Cusano Mutri, in provincia di
Benevento, e che è stata avvertita distintamente
in un’area molto ampia. Delle oltre 130 repliche
registrate finora, 96 sono avvenute nella giornata
di domenica e 34 ieri mattina. Sette sono state
di magnitudo superiore a 3. Sia la forte scossa
principale che le repliche sono avvenute lungo
una faglia che si estende per circa 10 chilometri
da Nord-Ovest e Sud-Est, parallelamente all’Appennino. “La faglia che si è rotta con la scossa
principale potrebbe essere più piccola, con
un’estensione di cinque o sei chilometri – osserva
ancora Amato – ed è normale che le repliche
interessino una zona più ampia”.
In Campania molti, soprattutto gli abitanti delle
cittadine più prossime all’epicentro, hanno passato
la notte tra domenica e lunedì fuori casa: alcuni
hanno raggiunto i parenti altrove, altri hanno
preferito dormire in auto mentre alcune famiglie
di Piedimonte Matese, il centro più abitato tra
quelli colpiti dal sisma, hanno trovato riparo nell’oratorio di San Filippo. Nel giorno successivo
al forte sisma si stimano i danni, in particolare a
Piedimonte Matese è stato evacuato l’ultimo
piano dell’ospedale, che continua comunque a
funzionare regolarmente. A preoccupare, nello
stesso centro abitato, è anche la chiesa seicentesca
Ave Gratia Plena, un piccolo gioiello d’arte con
al suo interno tele del ’500, dichiarata inagibile
a causa dei danni riportati dalla navata. Dopo
un sopralluogo tecnico è stata dichiarata inagibile
anche la Chiesa “Santa Maria del Carmelo” di
Faicchio (Benevento) al cui interno è crollata
parzialmente la volta. Sempre a Faicchio in via
precauzionale sono state fatte allontanare dalle
case popolari sei famiglie. “Da un primo accertamento – dice il sindaco Mario Borrelli – abbiamo
riscontrato una lesione importante alle mura
della palazzina delle case popolari”. Dopo i
controlli necessari è stata invece riaperta al
pubblico la Reggia di Caserta. Tanta paura
anche a Napoli dove un uomo è morto. Il 57enne
di Secondigliano, già malato di cuore, è stato
colto da malore nel suo appartamento, in via
Cardinale Capecelatro, subito dopo la scossa
di 4.9. A nulla sono servite le manovre per rianimarlo: è stato trasportato in ambulanza al San
Giovanni Bosco dove, però, è deceduto subito
dopo il ricovero.
Il terremoto che ha colpito i Monti del Matese
ha ‘acceso’ la più recente delle altre quattro sequenze sismiche che si sono attivate nei giorni
intorno al Natale. Il 18 dicembre il terremoto di
magnitudo 4 ha inaugurato la sequenza del
bacino di Gubbio – anche ieri si sono registrate
diverse scosse, la più alta di 2.6 gradi Richter–
e nello stesso giorno, il 23 dicembre, ci sono
stati terremoti nello stretto di Messina, nel golfo
di Milazzo, mentre proseguivano le repliche del
terremoto della Lunigiana. Oltre a queste sequenze, in questi giorni più attive, “non si sono
ancora chiuse – ha concluso il sismologo dell’Ingv
– quelle dei terremoti in Emilia, nel Pollino e al
largo di Ancona”.
SARDEGNA - UN ‘REGALO’ PER I CITTADINI IN DIFFICOLTÀ
CAOS IN SICILIA PER L’ATTIVITÀ DEL VULCANO PIÙ GRANDE D’EUROPA
Sequestrate duemila Hogan false:
dal mercato tarocco agli alluvionati
L’Etna torna a tuonare:
chiusi due spazi aerei
Le calzature contraffatte, destinate a far fronte alle richieste natalizie
dei clienti capitolini, sono state consegnate ieri al Comune di Olbia
vrebbero fruttato un bel
gruzzolo ai professionisti
del “tarocco” nel ricco
mercato della Capitale. Ma questa volta il destino di duemila
paia di scarpe, con il falso marchio “Hogan”, è stato diverso:
sono infatti finite in mano agli
alluvionati sardi. Le calzature
sono state consegnate ieri mattina al Comune di Olbia, dal Comando Provinciale della Guardia
di Finanza di Roma.
Le “Hogan” false erano state
sequestrate nel corso di una
complessa indagine, portata
avanti dal Gruppo di Fiumicino
e diretta a disarticolare l’attività
di un importante centro di smistamento di prodotti contraffatti
di Maddaloni, nella provincia di
Caserta.
Era proprio in quella sede, infatti,
che le scarpe, prodotte nelle
fabbriche clandestine dell’hinterland partenopeo, passavano
di mano dai contraffattori campani ai grossisti cinesi che, a
loro volta, nel giro di poche ore,
le rivendevano ai dettaglianti
magrebini, incaricati di collocarle
sulla piazza romana. L’intervento
dei militari aveva permesso,
qualche settimana fa, di intercettare un carico di 57.000 paia
di scarpe, di noti marchi contraffatti, destinato a far fronte
alle copiose richieste natalizie
A
Fontane di lava e forti boati. L’Aeroporto di Catania
rimane operativo anche se in stato di allerta
Etna ha voluto regalare
un’altra eruzione prima
di chiudere il 2013: intensificata l’attività stromboliana
nel Nuovo Cratere di Sud Est.
Le esplosioni che interessano
il cono orientale presentano
lanci di materiale incandescente fino ad un’altezza di
circa 100 metri dal profilo del
vulcano. La fuoriuscita delle
fontane di lava interessa due
bocche poste all’interno del
cratere, con esplosioni intense
e molto frequenti (15 - 20 al
minuto). Assieme all’ammirazione per il suggestivo paesaggio i primi disagi: ritardi
nei voli anche se l’aeroporto
è operativo.
L’elemento più preoccupante
è la cenere che si dirige verso
lo stretto di Messina, una grossa
colonna di cenere di colore
rosso seguita a un’espulsione
che sembrerebbe dovuta al
crollo di una parte del fianco
nord del Nuovo Cratere di Sud
Est. A provocare la frattura sarebbe stata la pressione esercitata dal magma sul condotto
craterico del cono protagonista
di questa eruzione, la ventunesima del 2013.
L’unità di crisi ha deciso il permanere della chiusura dei settori n. 1 e 2 dello spazio aereo
L’
dei clienti capitolini. Il valore
della merce sottratta al giro illecito era stato di 1,4 milioni di
euro e le 2mila paia di calzature
a marchio “Hogan”, ne rappresentavano proprio l’articolo più
costoso, meglio realizzato e,
quindi, maggiormente ricercato.
Ora quelle stesse calzature verranno indossate dai sardi colpiti,
nelle ultime settimane, dalle terribile alluvione. Accogliendo la
richiesta della Guardia di Finanza,
infatti, l’Autorità Giudiziaria ha
concesso che le scarpe, previa
rimozione del marchio, potessero
essere devolute alla popolazione
in difficoltà. Domenica, quindi,
grazie alla collaborazione tra il
Comune di Olbia e la compagnia
di navigazione “Tirrenia”, sono
partiti dal porto di Civitavecchia
due automezzi militari, carichi
delle calzature. Un viaggio che
è terminato ieri mattina quando,
subito dopo lo sbarco nel porto
di Olbia, nel corso di una sobria
cerimonia, le false “Hogan” sono
state donate ad un delegato del
Sindaco che ne provvederà immediatamente alla distribuzione
ai suoi concittadini.
Un piccolo aiuto che può donare
almeno un sorriso a chi ha vissuto e continua a vivere con
enorme difficoltà questo periodo
di festività.
Valter Brogino
della Sicilia Orientale, con i
settori n. 3 e 4 che rimangono
aperti e lo scalo di Fontanarossa sempre pienamente operativo. Limitazione dello spazio
aereo dunque che ha fatto verificare dei ritardi sia nei voli
in arrivo che in ritardo, nonché
lunghe file ai check in e ai
controlli della sicurezza.
Dalla serata del 29 dicembre
2013, l’attività stromboliana al
Nuovo Cratere di Sud-Est
(NSEC) dell’Etna si è progressivamente intensificata, con
frequenti e forti esplosioni da
due bocche eruttive poste all'interno della depressione cra-
terica, che sono accompagnate
da forti boati udibili in un vasto
settore attorno al vulcano. Sono
inoltre attive due colate di lava,
una alimentata da una bocca
sul fianco orientale del cono
del NSEC, mentre l’altra sta
tracimando l’orlo nord-orientale
del cratere. L’attività esplosiva
sta generando una nube di
cenere diluita, che viene spinta
dal vento verso nord-est. L’ampiezza media del tremore vulcanico è in salita, senza finora
raggiungere i livelli caratteristici
di un tipico episodio di fontana
di lava.
F.Ce.
9
Martedì 31 dicembre 2013
Dall’Italia
NEL CASERTANO - RESPONSABILI IN MANETTE PER SEQUESTRO DI PERSONA E MALTRATTAMENTI
Anziani abbandonati al freddo
in una casa di riposo: cinque arresti
Costringevano gli ospiti a dormire su brande in stanze senza riscaldamento,
in promiscuità uomo-donna con evidenti disagi fisici e psichici
ella casa di riposo
di Castel Volturno,
in provincia di Caserta sono state arrestate cinque persone per
maltrattamenti a disabili ed
anziani, rinchiusi al freddo
in una mansarda al freddo
e senza assistenza.
Le persone arrestate dai
Carabinieri dei Nas sono il
rappresentante legale della
struttura residenziale, il titolare di fatto, il portiere
dell'immobile, un'operatrice
socio-assistenziale e un'inserviente che in quel momento si trovavano presso
la casa di riposo. Tutti colti
in flagranza per i reati di
sequestro di persona, maltrattamenti e abbandono di
persone incapaci, considerata la situazione di effettiva
privazione della libertà personale di sei anziani.
L'intera struttura è stata sequestrata a causa delle gravi
carenze igienico-sanitarie
riscontrate, e affidata in custodia al Comune di Castel
Volturno. Il caso appartiene
alla Procura di Santa Maria
N
Capua Vetere che ha portato
alla cattura che ha coordinato le operazioni di cattura
dei Nas. Quest’ ultimi hanno
durante un controllo hanno
scoperto infatti 26 persone,
uomini e donne tra i 45 e
gli 85 anni, alloggiate in
condizioni precarie all'in-
terno di una casa di riposo
di Castel Volturno, nel casertano.
Gli inquirenti hanno segnalato almeno 26 persone che
alloggiavano in condizioni
precari, ed alcuni di loro
anche con problemi psichici,
nonostante il versamento
della retta mensile di circa
700 euro alla struttura dai
familiari. I sei degenti, di
cui due mostravano, a giudizio dei militari intervenuti,
evidenti segni di disabilita
psichica, erano stati abbandonati a se stessi, erano in
stato di evidente abbandono. Alcuni di loro, durante
l’ispezione si trovavano rinchiusi a chiave nei locali del
piano mansarda. Uomini e
donno venivano lasciati su
delle brande al freddo, senza
le porte divisorie.
Tale stato di degrado e lacunosa assistenza è stato
immediatamente comunicato al Sostituto Procuratore
di turno della Procura della
Repubblica di Santa Maria
Capua Vetere, che ha assunto la direzione delle successive fasi d'indagine. Per ora,
i 26 ospiti in attesa di essere
sottoposti a visita medica
da parte dell'Asl di Caserta,
rimarranno presso la struttura fatiscente per poi essere
trasferiti presso ricoveri socio-sanitari idonei.
Chantal Capasso
NAPOLI - L’OPERAZIONE DELLA SQUADRA MOBILE
Arrestato Marino
boss della camorra
Condotto in carcere, non ha opposto resistenza.
Era uno dei cento latitanti più pericolosi
a Squadra Mobile della
Questura di Napoli ha arrestato Angelo Marino reggente del clan Marino, latitante
dal luglio 2013 in seguito all’ordinanza di custodia cautelare
in carcere per associazione a
delinquere di stampo camorristico ed in particolare per il duplice omicidio Montanino-Salierno, che ha ufficialmente aperto la faida di Scampia.
È stato arrestato alle prime luci
dell’alba a Castel Volturno nella
sua villetta dove stava trascorrendo le festività natalizie con
la sua famiglia. Alla cattura hanno provveduto gli agenti della
Sezione “Catturandi”, il servizio
centrale operativo delle squadre
mobili di Napoli e Caserta, in
tutto sessanta uomini in azione.
Angelo Marino, al momento
dell’arresto si trovava con l’attuale compagna e con cinque
dei sette figli, pronti per festeggiare il Capodanno, fra le vivande
molti champagne di marca il
tutto, pronto per il prossimo
cenone.
L’uomo, inserito nella lista dei
cento latitanti più pericolosi, è
stato sorpreso nel sonno alle
5,30 del mattino, si è arreso
senza opporre resistenza. Ma-
L
rino, prima di essere condotto
in questura ha, inoltre, chiesto
di poter salutare tutti i suoi parenti.
Il latitante beneficiando di complicità e connivenze è stato trovato in possesso di una carta
d’identità falsa, ora sono in
corso indagini per cercare chi
l’ha aiutato.
Il napoletano Marino era a capo
dell’omonimo gruppo camorristico che agiva nella zona delle
cosiddette “case celesti” di Secondigliano, cugino del boss
Genny Mckay e di Gaetano Terracino, ucciso due estati fa sulla
spiaggia di Terracina.
Scissionista del clan Di Lauro
ai tempi della prima faida del
2004 con i gruppi malavitosi
degli Amato, Pagano, Notturno
e Abbinante, nella faida di Scampia del 2012 il suo gruppo si è
riavvicinato al gruppo Leonardi-Vanella-Di Lauro, i cosiddetti
“girati”.
Le accuse contro il 41enne sono
di duplice omicidio ed altri reti
connessi alla sua attività a delinquere di tipo associativo, per
lui l’ordinanza di custodia cautelare in carcere emessa dal
Tribunale di Napoli.
C.C.
10
Martedì 31 dicembre 2013
Dall’Italia
PORDENONE - UNO SPACCATO PREOCCUPANTE DELL’ITALIA MODERNA
Furti di generi alimentari in aumento:
cittadini costretti a rubare per fame
Il comandante provinciale dell’Arma tira le somme di un anno
di repressione dei reati: aumentano i ladri per necessità
alano i reati, ma tra le cifre e i segni
“meno” trapela un dato che racconta
un Paese provato dalla crisi: se i furti
risultano complessivamente diminuiti,
nella casistica rientrano sempre più spesso le
piccole ruberie nei supermercati, furti di generi
alimentari che la dicono lunga sulla ristrettezza
dei tempi.
A fare emergere l’ennesimo spaccato preoccupante sono i carabinieri del comando provinciale di Pordenone. È proprio il colonnello
Pasquale Di Chi che nel snocciolare i dati di
un’annata, facendo il bilancio dell’attività del
corpo in questo 2013, non fa mistero della
grave situazione che sta attraversando l’Italia.
Se i furti, nonostante l’escalation degli ultimi
due mesi, sono diminuiti, aumentano quelli ‘di
necessità’. “I furti sono in diminuzione –
afferma Di Chio – sebbene persistano quelli di
alimenti. Abbiamo notato che sono aumentati
i furti nelle cantine, nei garage e nelle canoniche,
dove si cerca qualcosa da mangiare. Si ruba
carne nei congelatori e bottiglie di vino”. Ma
anche piccole somme di denaro e tanti, tantissimi, monili in oro.
Bottini, comunque, spesso di piccolo valore.
“Molti, consumati nelle abitazioni, sono di
C
valore irrisorio” spiegano ancora i carabinieri.
Si ruba per fame, insomma, come registrato
nei sopralluoghi, specialmente nel Sacilese,
dove erano state svuotate diverse cantine, la
stessa notte, con razzia di formaggi, salami e
carne.
E mentre i carabinieri invitano a denunciare “le
segnalazioni dei cittadini sono efficaci – spiegano
– e invitiamo nuovamente la popolazione a segnalare qualsiasi caso sospetto” a denunciare
il problema era stato il mese scorso proprio il
responsabile di un negozio di alimentari di Pordenone. “Ma cosa
vuole che denunci – aveva detto –
Non posso rovinare una persona
che per fame ha preso dagli scaffali
due scatole di tonno. Non me la
sento. Recuperiamo la merce, a
volte la paghiamo noi del supermercato o qualche cliente che ha
visto la scena”.
Già, perché rubare per fame è diventata una questione all’ordine del
giorno. I dati parlano chiaro: l’aumento di furti nei supermercati cittadini e in quelli della provincia negli
ultimi tre-quattro mesi è intorno al
35 per cento. I cittadini disperati si intascano
pelati, scatolette di tonno, pacchi di pasta,
farina e uova.
Un fenomeno sommerso ma che si sta diffondendo sempre di più, non solo nel pordenonese,
ma in tutta Italia, come dimostrerebbero le
molte denunce alle forze dell’ordine o i faldoni
nei tribunali. Sempre più persone rubano nei
supermercati spinti dalla fame, arrivando talvolta
a consumare un pasto tra gli scaffali.
Barbara Fruch
TREVISO - STORIE DI CRISI
Disoccupato scappa di casa:
ritrovato in ipotermia
A lanciare l’allarme era stata la moglie,
preoccupata per le sorti del marito
È
l’ennesima storia di
crisi quella che arriva
da Treviso. La paura
della disoccupazione in un
momento in cui l’Intero Paese
soffre una recessione senza
precedenti, hanno gettato in
una profonda crisi di depressione , Giancarlo Longo, operaio di 54 anni in cassa integrazione (Foto ‘Il Gazzettino’).
L’uomo, che si era allontanato
da casa il 26 dicembre senza
dare alcuna spiegazione ai
suoi familiari è stato trovato
ieri mattina, in stato di ipotermia, ma, fortunatamente, non
in pericolo di vita. Ora si
trova ricoverato in ospedale
a Treviso. A rintracciare Longo,
nelle vicinanze di alcuni laghetti frequentati da pescatori
a Casier, è stata la sezione
stradale della polizia provinciale.
A dare l’allarme dopo la scomparsa del 54enne era stata la
moglie Marinela, temendo
che il marito potesse aver
fatto qualche sciocchezza.
“Torna a casa – aveva detto
la donna lanciando un appello,
che è stato riportato nel quotidiano ‘Il Gazzettino’ – ne
usciremo insieme”. Nelle ricerche dell’uomo si erano immediatamente mobilitate tutte
le forze dell’ordine. Ieri, la
svolta.
Una tragedia evitata, probabilmente, grazie all’amore della famiglia e al pronto intervento delle forze dell’ordine.
Una storia comunque che evidenzia, ancora una volta, le
difficoltà degli italiani: cassaintegrati, disoccupati, così
come imprenditori e dipendenti che faticano molto spesso a mettere assieme il pranzo
con la cena.
Gustavo Lidis
DOPO IL FURTO DELLA RENNA…
Eurosky Tower .
Entrare in casa e uscire dal solito.
Gazebo rubato in una festa:
rintracciato in un campo rom
veva fatto scalpore la renna
utilizzata da alcuni “babbo
natale” per la promozione
natalizia dell’ipermercato scomparsa nella serata del 24 dicembre
dal centro commerciale Auchan
di Udine e ritrovata arrostita in
un campo rom limitrofo. Ora gli
zingari ritornano prepotentemente
agli onori delle cronache per un
altro furto: quello di un gazebo.
La struttura, sparita in Prato della
Valle durante la rassegna Colori
e Sapori d’Autunno è rispuntata
al campo nomadi di via Longhin.
Come spiega ‘Il Mattino’ il furto
era avvenuto nel mese di novembre, durante la manifestazione
organizzata dalla Cia (Confederazione Italiana Agricoltura) in
collaborazione con alcune aziende
agricole locali. L’associazione offriva in comodato d’uso i gazebo
alle singole aziende, concedendo
loro la possibilità di esporre i
A
prodotti. Uno degli espositori,
una volta presentatosi a Prato
all’alba, si è accorto del furto del
suo gazebo. Preoccupato del fatto
di dover rifondere il danno alla
Cia, si è messo a cercare del
bene perduto, ritrovandolo proprio
nel campo nomadi di via Longhin.
L’uomo ha quindi avvisto i carabinieri di Prato della Valle, che
hanno ottenuto un decreto di
perquisizione dalla procura. La
settimana scorsa è stato organizzato il blitz, a cui hanno preso
parte anche i carabinieri del Battaglione.
Una volta all’interno, gli uomini
coordinati dal luogotenente Giancarlo Merli, hanno scoperto che
il gazebo veniva usato per stendere
i vestiti ad asciugare. Il gazebo è
stato così sequestrato e restituito
al legittimo proprietario. Una donna ospite del campo è stata denunciata per il reato di ricettazione.
TREVISO - GIUSTIZIA LUMACA
Multa contestata: ma
il giudice prende tempo
La parte migliore è quando si torna a casa
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e multe continuano a fioccare
mentre le decisioni in caso
di ricorso possono attendere:
anche 4 anni. A Istrana (Treviso),
un automobilista 40enne dovrà
attendere per sapere se la sanzione
elevata dalla Polizia locale sia regolare o meno. Il procedimento è
stato infatti aggiornato a inizio
2016 dopo che il Comune di Istrana, assistito dall’avvocato Massimo
Zampese, ha presentato le proprie
controdeduzioni per confermare
la correttezza degli agenti. Nel-
L
l’autunno 2012, secondo la Polizia
Locale di Istrana, il 40enne avrebbe
viaggiato lungo la via Castellana
alla velocità di quasi 80 km/h,
dove il limite di velocità è di 50
km/h. A provarlo la postazione
mobile autovelox. Ne riscorso
presentato dall’avvocato Fabio Capraro, la sanzione andrebbe annullata perché inflitta con metodi
vietati dalla legge, ovvero con segnaletica irregolare. E mentre si
contesta una velocità ‘fuorilegge’
B.R.
la giustizia va lenta.
11
Martedì 31 dicembre 2013
Cultura
A VENT'ANNI DALLA SCOMPARSA DEL MAESTRO, GLI VIENE DEDICATA LA STORICA STRUTTURA DOVE GIRÒ TRE PELLICOLE DA OSCAR
Cinecittà: il Teatro 5 intitolato a Fellini
“L’emozione assoluta, da estasi, è quella che provo di fronte al teatro vuoto: uno spazio da riempire, un mondo da creare”
di Emma Moriconi
FINO AL 12 GENNAIO
ono già trascorsi 20 anni dalla
scomparsa di
uno dei più
grandi registi
della storia del cinema.
Federico Fellini viene
ricordato da Cinecittà
con l'intitolazione dello
storico Teatro 5, quello
dove il maestro girò le
sue pellicole. A fare da
madrina all'evento, l'attrice Claudia Cardinale:
"Quando girammo 8 e
1/2 - racconta la Cardinale - ero impegnata
anche con "Il Gattopardo", divisa tra Fellini e
Visconti. Uno mi voleva
bruna, l'altro bionda.
Con Luchino si lavorava
come in teatro, con Federico, invece, non c'era
copione. Si metteva al
posto di Mastroianni e
mi faceva delle domande. Le risposte
che vedete nel film sono le mie, che
davo lì per lì. E' l'unico regista che
mi è capitato che non avesse copione.
Ma lui era così, era magico".
"Quando mi domandano: quale è la
città in cui preferirebbe abitare? Londra, Parigi, Roma ... io rispondo Cinecittà. Il Teatro 5 di Cinecittà è il
posto ideale. L'emozione assoluta, da
brivido, da estasi, e' quella che provo
di fronte al teatro vuoto: uno spazio
da riempire, un mondo da creare'': le
parole del maestro sono scolpite oggi
sulla targa che campeggia sul Teatro
preferito del maestro. Lì Fellini girò
Le notti di Cabiria, 8 ¹/² e Amarcord,
tre pellicole che gli valsero l'Oscar,
“Picasso ha dormito qui”
al Manfredi di Ostia
S
Stasera appuntamento alle 22,15: panettone, spumante,
lenticchie e risate con la commedia di Robin Hawdon
l Teatro Nino Manfredi di Ostia, per
il sipario di capodanno sceglie "Picasso ha dormito qui" di
Robin Hawdon, regia
di Nicola Pistoia. Va
in scena fino al 12
gennaio in prima nazionale. Protagonisti
Felice Della Corte, direttore artistico della
struttura, Pietro De
Silva, Hetty Roselli,
Cristiana Vaccaro,
Analisa Biancofiore,
Beatrice Aiello.
Due avvocati rampanti, soci, prendono in affitto un
appartamentino per utilizzarlo per incontri clandestini. I due stabiliscono
che utilizzeranno l'appartamento a
giorni alterni, uno nei giorni pari,
l'altro nei giorni dispari. Ma arriva
un febbraio bisestile a scombinare i
piani accuratamente messi a punto
dai due, all'oscuro delle proprie donne.
Equivoci a non finire rendono la commedia gradevole ma anche foriera di
riflessioni.
Uno spettacolo divertente che può
essere una valida alternativa anche
per questa sera, per dare l’addio al
I
oltre ad altri capolavori. Quello che
Cinecittà chiama "il nostro gigante
flessibile" prede così il nome del
grande regista italiano dopo esserne
stato il regno nel corso della lunga
carriera del maestro. Lo studio, di
circa 3000 mq di ampiezza e di 14
metri di altezza, può ospitare più di
2000 persone ed è il teatro di posa
più grande d'Europa. All'intitolazione
della struttura al maestro erano presente Carlo Verdone, Gabriele Salvatores, Paolo Genovese, Enrico Vanzina, il Ministro per i Beni e le Attività
Culturali Massimo Bray e il sindaco
di Roma Marino. Ma non sono mancati
i collaboratori del regista: lo scenografo
Dante Ferretti e il direttore della foto-
IN VACANZA REGALIAMOCI SVAGO E CULTURA
grafia Vittorio Storaro hanno voluto
essere presenti alla storica giornata.
C'erano anche Gianni Letta, Aurelio
Regina, Aurelio De Laurentiis e Luigi
Abete, che ha detto: ''Questa giornata
dedicata a Fellini ha consentito a Cinecittà di riunire tanti artisti che,
proprio come Fellini, sono legati alla
storia di questo luogo e continuano a
farlo vivere con il loro cinema. Ci auguriamo che il Teatro 5 possa continuare ad attrarre per lunghi anni la
creatività e le emozioni di tanti registi
italiani e internazionali''.
Dopo l'intitolazione della struttura, è
stata aperta la mostra "Cinecittà perché": al suo interno anche una sala
dedicata a Federico Fellini.
2013 e salutare il 2014.
L'appuntamento è alle 22,15: welcome
drink, panettone, spumante, lenticchie
e soprattutto tante risate. Può essere
un'occasione in più per trascorrere
una bella serata a teatro per chi ci va
abitualmente, ma anche una buona
scusa per tornarci per chi manca da
un po' dalla platea, e anche - perché
no? - una buona idea per chi volesse
cominciare a vivere da spettatore la
magia del palcoscenico. Una serata
in compagnia del buon teatro è sempre tempo ben speso.
g.c.
FILO CONDUTTORE È L'AMORE: IN SCENA PAOLO E FRANCESCA, TESTA O CROCE, PULCINELLA, LIBER & TANGO
Feste al Vittoriano,
le mostre e gli orari
Teatro Sociale, il balletto a Rovigo
Cézanne, Verdi, Suggestioni in metallo:
ecco le proposte del Museo
Rovigo prende il via
la stagione di danza
del Teatro Sociale. In
cartellone sette spettacoli che
si alternano tra Piazza Garibaldi e il Teatro Studio. La
rassegna, a cura di Claudio
Ronda, ha come filo conduttore l'amore. Non a caso si
parte con il Romeo e Giulietta:
il 6 gennaio andrà così in scena la tragedia più famosa di
tutti i tempi, ad opera del Balletto del Teatro Nazionale Slovacco, una delle maggiori realtà del balletto d'avanguardia.
Le coreografie sono di Massimo Moricone, le musiche
di Sergej Prokofiev.
Domenica 26 gennaio alle 16
la compagnia Fabula Saltica
metterà in scena "Il rumore
dell'amore", ispirato alla storia
d'amore di Paolo e Francesca,
uno dei più bei momenti letterari della storia, magistralmente messa in versi da Dante
Alighieri. Questo spettacolo,
nato da un'idea di Vito Alfarano
che ne cura anche la coreo-
pprofittare delle vacanze per visitare una
bella mostra può essere un'idea per concedersi
non solo un momento di
svago ma anche di importante coinvolgimento culturale. Credendo di fare
cosa utile ai nostri lettori,
riportiamo di seguito gli
orari in cui è possibile visitare le esposizioni in corso
al Vittoriano di Roma. "Cézanne e gli artisti italiani
del '900" sarà aperta fino
al 2 febbraio; nel periodo
delle festività osserverà i
seguenti orari: oggi dalle
9,30 alle 15,30; 25 domani
dalle 15,30 alle 20,30; 6
gennaio dalle 9,30 alle
20,30. La mostra “Giuseppe
Verdi. Musica, cultura e
identità nazionale”(Ala Brasini - Salone Centrale) esposta fino al 19 gennaio 2014,
A
rispetta gli stessi orari della
mostra “Cézanne e gli artisti
italiani del ‘900”. L’ingresso
è gratuito. La mostra “Suggestioni in metallo - L’arte
della medaglia tra Ottocento e modernità”(Ala Brasini
– Sala Giubileo), aperta fino
al 19 gennaio 2014, rispetta
gli stessi orari della mostra
“Cézanne e gli artisti italiani
del ‘900”. L’ingresso è gratuito.
Presso la stessa struttura, il
Museo azionale dell'Emigrazione Italiana osserverà
i seguenti orari: oggi dalle
9,30 alle 15,30; domani sarà
chiuso; 6 gennaio sarà aperto dalle 9,30 alle 19,30. Gli
ascensori e la caffetteria
restano chiusi solo domani.
Negli altri giorni rispetteranno lo stesso orario delle
mostre.
g.c.
Si parte il 6 gennaio con il Romeo e Giulietta del Balletto del Teatro Nazionale Slovacco
A
grafia, apre la parte della rassegna denominata "Contemporaneamente" e sarà proposto in replica lunedì 27 gennaio alle ore 10 per il Teatroragazzi. La regia è di Luigi
Marangoni. Alle musiche, di
autori vari e originali di Paolo
Zambello, hanno collaborato
gli allievi del conservatorio
Francesco Venezze. Ancora il
2 febbraio andrà in scena il
Russian national ballet in "Don
Chisciotte", balletto e prologo
in tre atti, musica di Ludwing
Minkus, coreografia di Marius
Petipa e Alexander Gprsky.
Lo spettacolo va in scena in
prima nazionale.
Giovedì 20 febbraio torna la
compagnia Fabula Saltica in
"Testa o croce", di Vito Alfarano
che ne ha curato la coreografia
insieme a Iunia Bricca, in re-
plica il 21. Le musiche originali
sono di Simone
Pizzardo e Gerardo Felisatti. Ancora il 28 la compagnia proporrà il
balletto in un atto
"Pulcinella", per
piccola orchestra
e voci soliste, con
le musiche di Igor
Stravinsky, in replica il 1 marzo.
Le coreografie
sono di Claudio
Ronda.
E poi, il 7 marzo,
la MM Company porterà in
scena "Cinque canti", cinque
coreografi in scena. Ultimo
appuntamento quello con
l'Ariston proballet che proporrà "Liber & Tango", una
rivisitazione del tango tradizionale con le coreografie di
Marcello Algeri e la direzione
di Sabrina Rinaldi sulle note
di Astor Piazzolla.
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se, e c’è
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far digerire tutto a le maggiori difficoltà.
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che ha dovuto “ristrutturare” uno scritti ad ideogrammi...
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210mila euro.
nell’inchietrov
, ma sin la sicurezza ign il risultato di una a fatalità, sissim (quello di italian un altro
Dorata arrestati ità illegali
arica di Falnel partito che
in cui son
i e, spesstorico sportello, dopo averlo negli Non sono mancate le polemiche:
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storia della disc
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anni
rinforzato
con
traduttori
per
E
sul
caso
il
senatore
Riccardo
Maztore.
Cinese,
ovviamente.
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della formazion interrogatorio
cognana, aggr sua immagine è sempre
una consid guatamente condita mercato del lav mpetitività” sul
la grande presenza di immigrati zoni (Forza Italia), ha anchecun
i soldi indimano,
in Italia
predi setormai
ei fiscde,
un
la
Colosim
tor
ali, corsi
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stra greca. Dopo 14 ore, i due
o a pag. 3 oriente. D’altronde sentato un'interrogazione ai ministri
Bracciano. E
sulla 626 chi può
di forma e, del valore erazione assai sca
dell’estremo
averli?
di somperché i cittadini
oltre
zio
rsa ille , di evasione, di
del
e
lfiume durato
più in difficoltà, sono soluzioni valide ai
conclama
gal
deve abb compagnia cantan ne perché que la vita umana.
anche gli emigranti italiani trovaci
che stanno asco
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Poi sec ità e spregio di
atte
lla
te si but
giudici istruttori
dono che non nda rifiuti è emblematica,
almeno
oli di con
che si abb re sugli italiani, è
tata lì dal cifra, 2,3 milion
vano nei paesi ospitanti servizi in
i militanti del
e
qui
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Perdinci,
cui si parla la lingua di Dante. Ma
le statist
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un lato e
ntegrazio
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parti
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ai cinesi questo pare che non sia
consiglio un rà ancora tutti.
il reddito duttività da
ne la vo- non coincide con
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, sì o no?
ne
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vale almeno
la realtà,
l’altro lato
a la Kyenge
A propos
o il tente
bastato: d’altra parte, per quanti
legate alle nom
tro per costituzio
da soli", confidan
che i
ito di inte
che abbassan
criminati quat
suoi colleg , dicano soprattut .
Poi, le vicende pe e ogni tanto prende
izproprio nel il doppio. La pro
grazione,
a Bracciano.
leggendo cifre
sforzi chieda (agli italiani) la Kyenge,
i.
ne ad un'organ
to
va
trop
ha un
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le
della discarica proclama di regionale,
del direttore
e partecipazio , ma hanno dizione al Co indagini sulla cor è buona volta, ministri, per una
oltre cinque punt del gover- ne ha fatte
stinamente,
sono notoriamente un popolo assai
come nel caso
gradimento di
mune di
contraddice il
zazione criminale di tre di essi in
Prato per ru- integrarsi all’ quale popolo dev
qualche musata, dove ha perso al Tar nel
to è con lo staff
Una scelta che rifiuti della Capitale senza
Storace
poco predisposto alla “integrazioconcio
e
Lo scontro aper eggiano quelli del quieto
altro.
di Francesco
.
di Roma,
Roma i
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a
re
dirig
sposto il rilas
dell'
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com
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ne”. E così è nato il loro ufficio,
dove
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tri. Sono cost
di cacciare un
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tivo
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ti. Alla regione
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la
libertà vigilata.
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ici,
forse perché non vogliono miche
sa
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te ai giud
vivere, le colo
di consensi
ora ci si è mes o di petto su troppi ina coppia, Zing
questo si sta
parso di fron
to
era partito
schiarsi con i ‘musi bianchi’.
onsabili del calo manale. Nel partito E
si aggira la solit che si occupa male Tutto rnatore del Lazio, che
il leader del parti
pare i resp
si è canti, che lo ha pres
setti
Michaloliakos, ro di una vasta
gove
ore
tra con cadenza i dossier più delicati Con e assunzioni. Per uno che specie
falistici ed ora
Civita (l'assess bina di tutti i colori. del
sondaggi trion Le cifre percentuali regis
arrestato nel quad portato agli
carichi
: su tutti
legalità, una
ne com
ha
tra luglio con
o a Gasbarra,
c'è subbuglio
tonfo.
e alfiere della
di rifiuti) che
operazione che e che è scattata
iglio regionale grotta, avviato verso il
ente molto vicin scomparso didato com
il presidente
o
cons
dirig
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di
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arresti 22 pers
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sulla fiducia dei i, sono ufficialmente nadiscutere il post
o regionale che
lie di di disa
micidio del rapp
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e settembre per sione a maggioranza e
Pd il segretari politico - "Nicola sceg
a seguito dell'o 18 settembre
del Lazio, Zing
deci
consiglieri del
il
dal dibattito
la tormentata
Falcognana. E scoste, ma alla Pisana i
Pavlov Fyssas Michaloliakos
facendo male
lo per il sito di
tre
ati: "Ci stiamo
contro il popo di ieri, con l'individuazione
scorso. Men
sono preoccup
nel triburesa
desso
sorp
la
clan
e
ingre
uno,
infin
suo
faceva il
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a dirlo a ness
un gruppo di
in solitaria, senz
nale di Atene, gridato slogan
ha
300 militanti
B.R.
.
in suo sostegno
Storace e L’Unità,
commenti positivi
40
Paisiello n.
la
Suicidio Rossi,Vio
torna in procura
Isole ed aerei: dita
il Paese è in ven
I
Luxuria derubato
e boccia Pisapia
Aumentano in Italia
i bambini poveri
Obama-Castro
Le ultime ose
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VOCE A
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Clausola
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sentatività
per ridurr
e i seggi
CAPITANO NON GIOCATORE
in base a
ll'astensi
onismo e
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, gruppi parl
m la protesta. Il Parlamento vari la legge elettorale e si vada al voto
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Sul carro dei forconi
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